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252 • ANNO XLIV • N. 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2011 G G G u u u a a a r r r d d d i i i a a a m m m o o o a a a l l l f f f u u u t t t u u u r r r o o o c c c o o o n n n g g g l l l i i i o o o c c c c c c h h h i i i d d d e e e i i i p p p i i i c c c c c c o o o l l l i i i

Transcript of GGuuaarrddiiaammoo aall ffuuttuurroo ccoonn ggllii ...

252 • ANNO XLIV • N. 1GENNAIO-FEBBRAIO 2011

GGGGuuuuaaaarrrrddddiiiiaaaammmmoooo aaaallll ffffuuuuttttuuuurrrroooo ccccoooonnnn gggglllliiii oooocccccccchhhhiiii ddddeeeeiiii ppppiiiiccccccccoooolllliiii

2 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

Rivista della ParrocchiaS. Giovanni Battista alla Creta

Milano•

ANNO XLIV - N.1 (252)GENNAIO / FEBBRAIO

2011Costo annuo di redazione,

stampa e distribuzione: euro 15,00

Redazione: A. RapomiDirettore responsabile:Massimiliano Taroni

Reg.Trib. di Milano, 22.1.1968 - n.17Con approvazione ecclesiastica

e dell’Ordine

Tipografia Milanese - Corsico

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PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETAPiazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 Milanoe-mail: [email protected] • http://www.creta.altervista.org/

Questi i numeri di telefono:Fraternità francescana 02.417.266Ufficio parrocchiale 02.417.267Oratorio 02.41.50.053Cinema-Teatro 02.41.53.404Fax e tel. Centro di ascolto 02.41.50.611

La comunità religiosa è composta da:

Fra Paolo Ferrario guardiano e parroco

Fra Dario Fucilli vicario parrocchiale

Fra Guido Locatelli vicario parrocchiale

Fra Pierino Rubaga collaboratore parrocchiale

Fra Lucio Monti insegnante

La chiesa è aperta:- nei giorni festivi dalle 7 alle 19.30- nei giorni feriali dalle 7 alle 19.30

Le messe sono celebrate:

- nei giorni festivi alle 8.30 - 10 - 11.30 e 18 (vigiliare alle 18)

in estate alle 8.30 - 11 e 18 (vigiliare alle 18)

- nei giorni feriali alle 8 e 18

I confessori sono disponibili:tutti i giorni, a chiesa aperta suonando il campanello appositoprimo venerdì del mese: dalle 21 alle 22.30domenica e festivi: nella mezzora che precede ogni messa

Informazioni e indirizzi utili:

La Segreteria parrocchiale (per certificati e documenti) è aperta da lunedì a venerdì: dalle 9 alle 11.30martedì e venerdì: dalle 15 alle 17.30

Il Centro di ascolto riceve ogni lunedì e venerdì: dalle 9.30 alle 11distribuzione viveri e indumenti: mertedì dalle 16 alle 17

Suore della Carità di S. Giovanna AntidaCasa di accoglienza - Via Zurigo, 65 02.41.57.866

Circolo A.C.L.I. "Oscar Romero" 02.36.53.01.01

Centro Diurno Educativo Creta 02.48.300.093

Cari parrocchiani,quest’anno ricorre il 5° anniver-sario della morte di padre An-

drea, che ci ha lasciati il 23 gennaio 2006. Moltodel suo lavoro fatto per la nostra parrocchia -prima come assistente dell’oratorio e poi comeparroco - ha dato i suoi frutti, molte delle rela-zioni personali che ha avuto con tanta gente,con i giovani e con i meno giovani, sono custo-dite nella memoria e nel cuore da tanti di voi,alcune sue intuizioni pastorali e alcuni suoi pro-getti aspettano ancora di prendere forma mi-gliore e venire alla luce. Per tutto questo perso-nalmente, come parroco della Creta e confratel-lo sulla via di Francesco e a nome di tutti, misento di dire ancora grazie. Ed è bello ricordarepadre Andrea nella preghiera, nella gratitudinee nell’affetto con le parole che lui stesso ha scrit-to per noi nel suo Testamento spirituale:

«Non potevo amarvi più di così!Con tutti i miei limitiho cercato di voler bene a tuttie riconosco che ho ricevutopiù di quanto ho dato.Arrivederci!»

PER CRESCERE NELLO SPIRITO

Quest’anno il Cardinale ci invita a scoprire unagrande verità del cristianesimo: siamo tutti“SANTI PER VOCAZIONE”, cioè uomini edonne che nella realtà di oggi e nella vita di ognigiorno possiamo vivere la nostra fede cristianacon un atteggiamento di speranza e impegnan-doci in pensieri, parole e opere di carità. È unadimensione vera che possiamo dare alla nostraesistenza, una prospettiva stupenda e insiemedifficile, non scontata nemmeno per chi sidichiara “cristiano” e frequenta abitualmentel’ambiente parrocchiale con le sue celebrazioni ele sue molte attività. Per questo, su suggerimento del Consiglio Pa-storale, abbiamo organizzato per tutta la co-munità una Settimana di Esercizi spirituali chesi terra dal 13 al 20 marzo, nella prima settima-na di Quaresima. Vogliamo cioè “esercitare” ilnostro “spirito”, così come facciamo con il no-stro fisico, perché si alleni a vivere con più con-sapevolezza e con più vigore, con più autentici-tà e con più gioia la scelta di vita cristiana.

Il mio desiderio e il mio intento è che davvero ilmaggior numero di parrocchiani possa essereinteressato e partecipi a qualcuno di questi mol-ti e diversi momenti. È possibile anche sempli-cemente fermarsi in chiesa un momento per lapreghiera silenziosa o la riflessione personale: aquesto scopo la chiesa rimarrà aperta dalle 7alle 22.30. Ogni giorno verrà curata particolar-mente la Messa e la celebrazione delle Lodi edei Vespri. Nella successione dei giorni poiverrà proposta la catechesi, l’adorazione eucari-stica, la revisione di vita, la devozione allaCroce, la “lettura del Vangelo”. L’ultimo giornosi terrà l’Assemblea annuale dei Gruppi di ascol-to del Vangelo, incentrata sul tema della sequeladi Gesù. È questa la vera via della santità. Quest’anno quindi questo incontro è apertoveramente a tutti. Per venire incontro alle variefasce di età e ai molti impegni giornalieri, abbia-mo pensato di fare diverse proposte nell’arcodella giornata e nei 7 giorni della settimana,cosicché ognuno abbia a disposizioni diversepossibilità.Nella pagina seguente viene presentato il pro-gramma dettagliato.

frate Paoloparroco

3LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

LA VOCE DEL PARROCOAncora grazie, padre Andrea!

4 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

13-20 marzo: settimana di Esercizi spirituali parrocchiali

Santi per vocazione

Domenica 13 marzoINTRODUZIONE

Ad ogni messa: imposizione delle ceneri,preghiera per la settimana di Eserciziore 17,30 celebrazione solenne dei Vespri

Lunedì 14 marzoI FONDAMENTI DELLA SANTITÀ

Catechesi sulle beatitudini evangeliche

ore 8,00 Messa e Lodiore 11,00 Catechesi per adultiore 17,00 Incontro per i ragazziore 18,00 Messa e Vespriore 21,00 Catechesi per adulti

Martedì 15 marzoUNA PROPOSTADI SANTITÀ

Catechesi sulla Lettera del cardinale

ore 8,00 Messa e Lodiore 11,00 Catechesi per adultiore 17,00 Incontro per i ragazziore 18,00 Messa e Vespriore 21,00 Catechesi per adulti

Mercoledì 16 marzoIN COMPAGNIADI GESÙ

Davanti all’Eucaristia

ore 8,00 Messa e Lodi ed Esposizione

ore 11,00 Adorazione comunitaria

ore 17,00 Incontro per i ragazziore 18,00 Messa e Vespriore 21,00 Adorazione

comunitaria

NB: DURANTE TUTTO IL GIORNOESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO

Giovedì 17 marzoDAVANTI ALLO SPECCHIO

Guida alla “revisione di vita”

ore 8,00 Messa e Lodiore 11,00 Celebrazione

penitenziale ore 17,00 Incontro per i ragazziore 18,00 Messa e Vespriore 21,00 Celebrazione

penitenza

NB: DURANTE TUTTO IL GIORNODISPONIBILITÀ PER LE CONFESSIONI

Venerdì 18 marzoUNA PASSIONE D’AMORE

I venerdì di Quaresima(giornata “della Croce”)

ore 8,00 Lodiore 11,00 Ufficio delle Lettureore 12,00 Ora Mediaore 17,00 Via crucis parrocchialeore 18,00 Vespriore 21,00 Via Crucis decanale(dalla Creta ai Santi Patroni)

Sabato 19 marzoAL POZZO DI GIACOBBE

“Lectio divina” sul Vangelo della domenica

ore 8,00 Messa e Lodiore 11,00 Lectio divina sul Vangelo della domenicaore 15,00 Lectio divina sul Vangelo della domenicaore 17,30 Vespriore 18.00 Messa vespertina(con solenne inizio vigiliare)ore 21,00 Lectio divina sul Vangelo della domenica

Domenica 20 marzo CONCLUSIONE

Ad ogni messa: rinnovo del Battesimopreghiera per la settimana diesercizi

ore 16,00IL LUNGO VIAGGIO DI GESÙVERSO GERUSALEMMEAssemblea annuale dei Gruppidi ascolto del Vangelo

ore 17,30 Celebrazione solennedei Vespri

Durante tutta la settimana la chiesa rimane aperta dalle 7,00 alle 22,30

5LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

Frate Martino nel ricordo e nel cuore di noi tutti

Il cercatoredei poveri

Grazie, per il tuo sorriso!

Un giorno Fra Martinochiamò Rosanna, che al-l’epoca era tirocinante

medico all’Ospedale San Carlo,e le chiese di andare a visitareun malato. Mia figlia, di ritor-no, mi raccontò di essere stataaccompagnata dal nostro fratein un luogo impensabile in unaMilano: una specie di tugurio,ex porcile, dove, adagiato su diun pagliericcio maleodorante,in un angolo buio, c’era un uo-mo vestito di stracci sporchi,dai modi un po’ scorbutici. Sichiamava Arturo. Fra Martinolo salutò e presentò Rosannadicendo che era medico e cheera venuta per visitarlo. Con unpo’ di fatica si lasciò avvicinaree visitare sommariamente. Poi-ché era necessario il parere di

un otorino, si riuscì ad organiz-zare una visita al San Carlodove lo specialista fece una dia-gnosi infausta: cancro dellafaringe, inoperabile.Da quel momento mi presi acuore anch’io quel povero e mimisi in testa di andarlo a trova-re seguendo le indicazioni date-mi. Quando giunsi nel luogoindicato, non mi raccapezzavoe non sapevo a chi chiedere.Improvvisamente comparveuna bambina e io le chiesi seconosceva un certo Arturo. Leimi rispose di sì e mi prese permano accompagnandomi finoalla stalla. Entrai e trovatami albuio, chiamai. Mi rispose inmalo modo dal suo angolo,senza che io lo potessi vedere.Poi, finalmente lo vidi. Sembra-

va molto più vecchio della suaetà (aveva circa sessant’anni) edera molto malandato. Passato ilprimo momento di diffidenza,mi accettò e gli promisi di tor-nare.Per molti giorni andai da sola oinsieme al signor Reffo. Natu-ralmente fra Martino era co-stantemente informato. InfineReffo riuscì ad ottenere per luiun posto al Trivulzio, dovefinalmente Arturo trovò unambiente umano e morì mesidopo con dignità e nella graziadi Dio, poiché la settimanaprima di morire si era confessa-to e aveva ricevuto quotidiana-mente la comunione. E lui, chenon aveva nessuno sulla terra,ebbe al suo funerale molta piùgente di quanto ci si potesseaspettare. C’erano tutti i suoinuovi amici, che fra Martino gliaveva regalato.

Maria

Grazie, fra Martino, per ilcammino che abbiamocondiviso in tanti anni.

Tu mi hai fatto conoscere sanFrancesco e i suoi figli, mi haiincitato ad intraprendere que-sto percorso di vita nell’OrdineFrancescano, spronata sempredal tuo esempio.Il tuo sorriso luminoso mi indi-rizzò verso la “Perfetta letizia”dandomi la forza di metterla inpratica anche nei momenti dif-ficili. Abbiamo fatto tanti lavori

insieme, ma anche tante pre-ghiere quando il Signore havoluto saggiarmi “come oro nelcrogiuolo”. In quei momenti tueri lì, pronto con la tua parola diconforto ma anche di sprone.Grazie per tutto questo e peravermi insegnato a vivere inComunità anche se, a volte, èstato duro accettare le decisionidegli altri su cose che non capi-vo o non riuscivo ad accettare.Allora mi ricordavi che Mariadoveva essere per noi d’esem-

pio: “Custodiva nel suo cuoreogni cosa… anche se non capi-va”. Da allora il tuo ritornelloera diventato “RICORDATI!” eme lo hai ripetuto anche quan-do siamo venuti a trovarti aSabbioncello. Una parola cheper noi valeva un discorso!Adesso sei tu che devi ricordar-ti di me e dei tuoi fratelli in SanFrancesco perché tutti si possavivere nell’Amore di Cristo.Ciao, Martino!

una terziaria francescana

6 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

Una cosa che tutti noi sape-vamo di fra Martino erala sua abitudine di alzarsi

prestissimo, sia d’estate che nel-l’inverno. Avendo raggiuntocon lui una certa confidenza, ungiorno gli feci una domandadiretta e personale: «Come oc-cupi le tue prime ore del gior-no? Cosa fai dalle 4.30 del mat-tino in avanti?». Con molta sem-plicità mi rispose: «Dalla miastanza scendo direttamente inchiesa e passeggio, restando incompagnia del Signore Gesù». Ecertamente voleva esprimerecon queste parole tutto il sensodi letizia, di serenità e confiden-za col Signore che riempivaqueste prime ore della giornata,

includendo lo spazio per la pre-ghiera personale.Per continuare a scrivere dellasua giornata dobbiamo primaricordare quali e quanti eranogli incarichi a lui affidati: sagre-stano, economo del convento,incaricato della San Vincenzo,guida e catechista dei chieri-chetti, in alcuni giorni cuoco deifrati, incaricato dell’orto delconvento.Al primo posto veniva senz’al-tro il servizio all’altare: semprepresente alle Messe delle ore7.30, 8.30 e 18. Mezz’ora primadella Messa si occupava dellecampane poiché, fino agli anniottanta, occorreva l’azione ma-nuale con il tiro delle quattrofuni alla base del campanile. Ele campane delle ore sette dava-no la sveglia a tutto il quartieree qualcuno di noi regolava ilsuo orologio.A fra Martino spettava anche ilservizio di riordino e puliziadella chiesa: molti di noi loricordano tirare lo spazzolonecon la segatura, avanti e indie-tro lungo la navata. In qualità dieconomo del convento si dove-va occupare della spesa settima-nale. Nel giorno stabilito uscivaal mattino molto presto, vestitodel saio francescano, per recarsial mercato generale di viaLombroso e, quasi sempre gliregalavano intere cassette dimele o di pesche (secondo lastagione) oppure di patate ezucchine. Al pomeriggio, poi, alsupermercato Metro lungo lavia Vigevanese.Nel corso di questi approvvi-gionamenti non dimenticava le

necessità della S. Vincenzo per ilsoccorso dei poveri; d’invernosi occupava anche del fabbiso-gno delle famiglie assistite, pro-curando le taniche di keroseneper il riscaldamento che recapi-tava personalmente alle fami-glie interessate.Ad ogni funerale era suo compi-to comporre l’avviso mortuarioche, con un saliscendi, venivaesposto sopra il portale dellachiesa. Ai matrimoni, quasisempre di sabato, occorreva sro-tolare il tappeto rosso lungo lanavata centrale fino ai piedi del-l’altare. E, sempre fra Martino,si occupava in queste occasionidei fiori e degli addobbi, con-cordando ogni cosa con glisposi. Fra Martino era molto conosciu-to in tutto il quartiere e la suadisponibilità verso gli altri erasenza misura: chiunque bussas-se alla porta del convento erasicuro di ricevere un aiuto, unpane per il povero, una rispostaa un quesito, una informazione:sempre una parola buona e unsorriso. Chiudo queste poche righe conun aneddoto. Anni fa gli spediila solita cartolina dalla monta-gna con questo solo indirizzo:Fra Martino - 20147 Milano: e lacartolina arrivò regolarmente alconvento della Creta!

un confidente di fra Martino

Frate Martino nel ricordo e nel cuore di noi tutti

Le sue lunghegiornate

N O I C H E S I A M O S T A T I C O N L U I

7LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

quando la campana si rigirava:solo allora Martino si aggrap-pava alla corda tesa di un’altracampana….Fra Martino, per tanti anni ful-cro invisibile della nostra Par-rocchia, lui che da solo sapevatenere in ordine la chiesa, orga-nizzare i chierichetti, predispor-re sacrestia e luogo di culto perle funzioni, sempre attento per-ché ogni cosa funzionasse adovere.I suoi compiti molteplici, quellifacili e quelli impegnativi, occu-pavano interamente la giornata:in tanti anni non è mai capitatodi vederlo fermo. Era capace di

«Fra Martino, campana-ro…”: sono passati cin-quant'anni, ma è inde-

lebile nella mente il ricordo difra Martino che suonava lecampane della nostra chiesa.Una volta non esisteva l'auto-matismo che oggi consente allecampane di suonare schiaccian-do un pulsante, una volta eranecessario tirare le corde (unaper ogni campana) per compor-re le melodie che richiamano ifedeli alle diverse celebrazioni.Ricordo fra Martino, così minu-to e così forte, che saliva all’in-terno del campanile appeso auna corda, per poi scendere

assumersi nuovi incarichi ogniqualvolta qualcuno avesse biso-gno del suo aiuto, rispondendoa ogni richiesta con quel sorrisotimido.Lui che estate e inverno, rara-mente e solo negli ultimi anniha indossato un paio di calze,sempre a piedi nudi con i suoisandali francescani. Nel sole enella neve, sempre!Fra Martino, uomo umile, maivisibile ma sempre presente,era capace di nascondere le suegrandi opere agli occhi dellagente. Fra Martino, uomo sem-plice, sempre sulla strada diFrancesco. Le poche parole checi ha regalato sempre chiare elimpide. Unico nella vita ditutti i giorni e nelle situazioniparticolari."Fra Martino, campanaro...",certo è riduttivo chiamarlo così;la musica che ha suonato hatoccato i cuori di chi l’ha cono-sciuto ed il ricordo di lui respi-ra già per gli anni a venire!

Paolo Zandrini

Frate Martino nel ricordo e nel cuore di noi tutti

Fra Martinocampanaro...

Con l’aiuto delloSpirito Santo...

O S T A T I C O N L U I

Prima della ristrutturazionedella chiesa, all’illumina-zione dell’altare maggiore

si provvedeva con un’unicalampada ad incandescenza piaz-zata dietro al Crocefisso postosulla trave che sovrasta il presbi-terio. Alla sostituzione di questalampada provvedeva il solo fraMartino, quando la chiesa erachiusa e i confratelli erano aletto. Dall’apertura esistentesulla destra del presbiterio esovrastante gli altari lateralifaceva uscire una lunga e pesan-te scala di legno, che facevaappoggiare al travone che so-stiene il Crocefisso. La inclinavapoi di 45 gradi facendola pog-

giare al piedi del Crocefisso stes-so. Poi, gattoni sulla scala trabal-lante, lui da solo (e lo SpiritoSanto!) provvedeva al cambiodella lampada, che si bruciavaquasi ogni anno. Una volta continuavano a spari-re le offerte delle candele davan-ti al Crocefisso nell'atrio dellachiesa. Fra Martino trova il mo-do per scoprire il ladro: si na-sconde nel vano di una pesantescrivania, dopo aver fatto unbuco per poter osservare chi sifermava davanti al Crocifisso.Nel giro di qualche pomeriggio,beccò il tipo che rubava, il qualedivenne suo abituale cliente allaporta del convento, dove ogni

giorno fra Martino gli procuravapane e companatico e mai isoldi, perché sapeva benissimoche sarebbero finiti tutti in vino!Molte erano le persone povere, isuoi “clienti”. E lui sopperivaalle loro reali necessità economi-che, personalmente o per mezzodella San Vincenzo, pagandobollette di affitto, luce, gas o tele-fono, dopo aver fatto doverose ediscrete verifiche. Altri “clienti”si rivolgevano a lui per esigenzepiù strane. Una volta a un anzia-no era saltata la luce della stufet-ta di riscaldamento e fra Marti-no riuscì a trovare anche alle 10di sera l’elettricista per la ripara-zione. Un’altra volta procuròuna bombola di gas a una fami-glia che era rimasta al freddo esenza la possibilità di cucinare.Anche questo era fra Martino.Ciao fra Martino, e grazie pertutto ciò che hai fatto e che ci haiinsegnato!

due parrocchiani della prima ora

8 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

Lo so, diranno che non sipuò, ma lasciatemelo dire:fra Martino andrebbe se-

polto nella chiesa della Creta.Non c’è nessuno come fraMartino che ha amato questachiesa e che è rimasto tanti annicome lui. Dal 6 febbraio 1956,data della prima pietra, lui èstato lì tutti i giorni. Arrivava almattino e alla sera, come unpendolare, andava a dormirenel convento di via Moscova.Che ci faceva? Accoglieva lasignora Cabassi che passava pervedere il procedere dei lavori,dialogava con l’architetto Gio-vanni Muzio e con i dirigentidella ditta di costruzioni, stava

accanto agli operai edili e segui-va ogni fase dei lavori. Poi, nel 1958, decide di lasciareil convento confortevole disant’Angelo e si “accampa” inuna cella del secondo piano delconvento della Creta, ancoraincompleto: ci mette un tavolo,una sedia e un vecchio materas-so. Non ci sono porte né fine-stre, ma per lui va bene così:mesi da eremita.Poi arrivano altri quattro frati enasce la prima comunità france-scana della Creta. Ci sono diffi-coltà economiche, poche leofferte che non bastano a pagarele bollette del gas e della luce.La gente pensa che a tutto prov-

veda la benefattrice Cabassi, manon è così.E poi ci sono i poveri che bussa-no alla porta del convento. E quiMartino si dà da fare e inizia“l’operazione pentole viaggian-ti”. Nella zona c’erano alcuneaziende di Cabassi dove, a mez-zogiorno, veniva distribuito ilpranzo a operai e dipendenti:da qui alcune pentole venivanodirottate alla Creta e dalla Cretapassavano alle famiglie biso-gnose.Nel 1962 arrivano alla Creta lecampane e inizia l’era di fraMartino campanaro che scandi-sce la vita della comunità delquartiere, cominciando dallasveglia mattutina per gli abitan-ti. Genitori e nonni accompa-gnavano i bambini nel campani-le a vedere fra Martino che tira-va quelle lunghe funi.Era la sua chiesa: la curavacome fa una brava casalinga conla sua casa, ma con un supple-mento d’amore perché era lacasa del Signore e lui ne era ilcustode che non solo la tenevapulita, ma curava che la liturgia

Caposcuola della poesiasimbolista francese (seb-bene preferisse essere giu-

dicato soltanto un poeta e nonun caposcuola), caratterizzatadalla musicalità del verso, dal-l'indefinitezza delle espressionipiù che da un autentico signifi-cato simbolico della poesia, pre-sente soltanto in alcuni deipoeti simbolisti, Paul Verlaine(1844-1896), - nella foto - dopo

una vita inquieta e tormentata.in cui conobbe anche l'esperien-za della prigione, dopo averscritto opere in alcuni casi aper-tamente blasfeme, ritornò pie-namente alla fede. Frutto poeti-co della conversione è la raccol-ta di versi Sagesse (Saggezza)del 1881, da cui riportiamo (nonintegralmente) alcuni sonetti. Sitratta di un dialogo tra l'animadel poeta e Gesù, dialogo che

esprime con commovente in-tensità e limpida purezza dilinguaggio le angosce, i timori,l'umiltà e infine la gioia estaticadi chi si sente peccatore e cercaGesù, timoroso di essere troppoindegno per poterlo trovare, ecomprende di averlo trovatoproprio nella sua umile e ap-passionata ricerca.

La poesia religiosa attraverso i tempi e le civiltà

LLLL’’’’aaaarrrrtttteeee cccchhhheeee uuuunnnniiiisssscccceeee

a cura di Anna Luisa Zazo

Frate Martino nel ricordo e nel cuore di noi tutti

Custode dellacasa di Dio

N O I C H E S I A M O

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fosse la più bella possibile. Sempre attento e puntuale, tuttodoveva essere a posto e anche lecose ordinarie andavano fatte inmodo non ordinario.Fra Martino è stato un punto diriferimento per tutte le famigliedella parrocchia, ha accompa-

gnato il nascere, la crescita, ilformarsi di famiglie di unagenerazione intera. Molti posso-no testimoniare con quanto in-teresse e partecipazione seguivale varie vicende, belle o doloro-se, delle famiglie della parroc-chia.

Modesto e umile, come protet-tore aveva scelto non solo ilfamoso san Martino di Tours,cavaliere col mantello tagliatoin due per darlo al povero, maanche il meno conosciuto fraMartino de Porres, frate mulattodomenicano (1579-1639) vissutoin un convento a Lima nel Perù,che si dedicò ai lavori più umili,alla cura degli ammalati e deipoveri e all’incessante preghie-ra, irradiando sempre e con tuttiserenità e amorosa vicinanza.Come quel santo il nostro fraMartino è sempre stato acco-gliente, pronto e sollecito adaiutare chiunque si rivolgesse alui. E chi si rivolgeva a lui sape-va di trovare una persona cheavrebbe preso a cuore il suoproblema.Ora fra Martino campanaro nonsuona più, un frate a Sabbion-cello di Merate, il 21 luglio 2010alle 17,30, ha suonato la campa-na per lui. In Cielo lo aspettava-no, era il momento di andare aricevere il premio.

Francesco Ferrari

Mi ha detto il mio Signore...

Mi ha detto il mio Signore: figlio mio, devi amarmi.Tu vedi il mio costato, il cuore da cui sgorgano il mio sangue e il mio amorevedi i piedi feriti che Maddalena bagnadi lacrime, e vedi le mie braccia oppresse sotto il peso

dei tuoi peccati, e le mie mani! Sì, tu vedi la croce,vedi i chiodi, il fiele, l'aceto, e ogni cosa t'insegnaad amare soltanto, in questo mondo amaro in cui la carne regna,la mia Carne e il mio Sangue, la Parola e la Voce.

IIHo risposto: Signore, tu leggi nel mio spirito.È vero che ti cerco e che non so trovarti.Questo è vero, ma amarti! Io sono troppo in basso.Amare te, il cui amore sorge come una fiamma!

Amare te! fonte di pace cui aspira ogni sete.Ahimè, tu vedi pure le mie tristi realtà.Oserò mai adorare la traccia dei tuoi passi,su queste mie ginocchia use a infami umiltà?

E tuttavia ti cerco, a lungo e barcollando,che la tua ombra almeno rivesta la mia colpa,ma non vi è ombra in te, amore che ti innalzi,

Signore, dolce fonte che solo sembra amaraa coloro che cercano la propria dannazione,...................................................................

VIIIAh, Signore, che ho mai? Eccomi tutto in piantodi gioia straordinaria. Signore, la tua vocemi riempie di gioia e insieme di dolore,e il dolore e la gioia mi rendono felice.

.....................................................

Ho l'estasi e il terrore di venire prescelto.Sono indegno, lo so, ma so la tua clemenza.Quanto affanno, e che ardore. Eccomi innanzi a te,

umilmente in preghiera, eppure un turbamentoinquieta la speranza che tu mi hai rivelato,e aspiro a te, a te solo aspiro, ma tremando."Vieni, povera anima, questo voglio da te".

Da sinistra: Padre Armando, padre Marcellino, padre Emilio e fra Martino

dovremmo essere noi adulti asaperci privare delle nostre cer-tezze, della nostra vantata efalsa autosufficienza di persone"mature", per ritrovare le incer-tezze, l'affidamento, l'abbando-no fiducioso, totale e innocentedell'infanzia.Ho cominciato dicendo che lanotizia scelta questa volta è sol-tanto un esempio di "mondoalla rovescia", o di incoerenza.Altri esempi non mancano. Si afferma spesso, a propositodi decisioni dei tribunali relati-ve ai bambini (nelle cause diseparazione, per esempio, onell'affidamento di minori aistituti o case-famiglia), che ilprimo interesse da tutelare èquello del bambino, e nessunointende discutere la giustezzadella teoria, essendo in ognicaso il bambino, tra le varieparti in causa, il più innocente,indifeso e bisognoso di assi-stenza.Ma in pratica questo avvieneveramente?Quando si sottraggono i figli agenitori che li maltrattano (pernon dire di peggio), è difficilenegare che sia questa la solasoluzione possibile.

Nell'interesse dei piccoli

Ma quando si sottraggono i figlia genitori che non li possonoadeguatamente mantenere per-ché non hanno un lavoro o unacasa, la soluzione migliore per ibambini è davvero allontanarlidai genitori, i quali spesso ven-gono messi sotto inchiesta perle loro inadempienze, con l'ine-

10 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

questa piccola novità sia un'ul-teriore testimonianza (tantopiù significativa perché, nonessendo di grande importanza,dimostra come certi atteggia-menti abbiano ormai invaso lasocietà contemporanea fino aapparire scontati, a non fare piùnotizia) di quello che con untermine pittoresco si potrebbechiamare il mondo alla rove-scia, opposto a quello che do-vrebbe essere il mondo secondoi principi evangelici; e, in modopiù concreto, si deve definireun mondo in cui la coerenza èfortemente latitante.

Bambini “adulti”?

Il Vangelo dice che gli adulti,per entrare nel regno dei cieli,per essere veri cristiani (e quin-di santi), devono diventarecome i bambini. La società con-temporanea (non tutta, si inten-

de: generalizzare èsempre un errore,ma credo si possadire, con una vec-chia battuta, nontutta ma buonaparte) cerca di tra-sformare i bambini

in adulti. E non soltanto edu-candoli a quel culto eccessivodel corpo a cui raramente siaccompagna un autenticorispetto del corpo, proprio ealtrui. Ma anche in modi benpiù drammatici: sfruttandoli,nel lavoro, come oggetti di pia-cere; trasformandoli in soldati;privandoli in breve dell'infan-zia per condannarli a una pre-coce età adulta, mentre

“Se non vi convertirete e non di-venterete come i bambini, non en-trerete nel regno dei cieli” (Mt, 18,3) - “Non adirarti contro gli empi,non invidiare i malfattori.[...] Con-fida nel Signore e fa il bene, abita laterra e vivi con fede” (Sal, 36, 1-3).

Una notizia piccola picco-la, confinata in un artico-letto del supplemento di

un importante quotidiano. Tan-to più piccola se paragonataalle notizie clamorose, tragiche,scandalistiche che hanno riem-pito e riempiono le prime, e leseconde e le terze pagine deigiornali. E tuttavia una notiziasignificativa, che si ricollega, siapure in modo sottile, a moltenotizie più degne (o indegne)della prima pagina. Sembra che numerosi centri dibellezza, massaggi, fitness,trucco abbiano aperto deglispazi dedicati esclusivamenteai bambini e allebambine, perchéanche loro possanodedicarsi alla bellez-za della pelle, deicapelli, al trucco(magari quest'ulti-mo soltanto per car-nevale), in breve alla cura delcorpo, come i loro genitori.Non intendo dire che ci siaqualcosa di intrinsecamentenegativo nella cura del propriocorpo, nemmeno nel desideriodi essere o conservarsi belli(sebbene esistano, si intende,modi più utili di occupare ilproprio tempo e spendere ilproprio danaro). Quello che mi colpisce è come

La soluzionepiù facilenon è

sempre quellapiù giusta

I segni dei tempi

In nomedella coerenza

11LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

ne a nessun altro. (È possibile,naturalmente, che il politico inquestione si sia soltanto espres-so male, e intendesse dire chel'intera comunità deve sentirel'impegno di farsi carico dei piùindifesi tra i suoi membri).Ancora altri esempi. Moltiuomini politici si autopromuo-vono difensori della famiglia,ma quando avvengono glisgomberi (parola orribile, cheequipara esseri umani, nostrifratelli, ai mobili di cui liberarsidurante un trasloco) degli inse-diamenti abusivi, se si offre unasistemazione agli "sgomberati"(sempre che la si offra), più diuna volta la si offre alle donne enon agli uomini, separando inquesto modo le famiglie.

Il rispetto per il corpo

Si potrebbero citare altri esem-pi, perché la vita pubblica, gliusi e i costumi della società,costituiscono spesso un'autenti-ca miniera di incoe-renza. La stessaeccessiva cura delcorpo perché riman-ga giovane e bello(ma fino a quando èpossibile?) è in fortecontrasto con lamancanza di unautentico amore, di un verorispetto per il corpo, chedovrebbe esprimersi innanzitutto nel non farne mercato, nelnon sottoporlo a violenze fisi-che, e tutti abbiamo visto evediamo fotografie o video dicorpi brutalizzati, picchiati conun accanimento che sembra,che dovrebbe essere, incredibi-le, e che purtroppo è autentico.Ma con questi esempi è forsestato varcato il limite della vitapubblica, per entrare in quellaprivata.E è giusto che sia così, perché lacoerenza e l'incoerenza sonopiù evidenti quando sono vis-sute, per così dire, in pubblico,ma non appartengono menoalla vita privata di ognuno.

Essere coerenti con i principiche si professano è senza dub-bio per un cristiano un modo diavviarsi sul cammino della san-tità a cui tutti sono chiamati.E qui il discorso si fa più diffici-le, perché la coerenza personaleè un atteggiamento totale, tota-lizzante, che non riguarda sol-tanto le azioni, ma le motiva-zioni, l'intero modo di essere, diporsi di fronte agli altri e a sestessi, e, prima di tutto, di fron-te a Dio. Si può essere, parados-salmente, incoerenti, non inarmonia con i propri principi,anche quando le azioni sonoapparentemente coerenti. Mi hasempre profondamente colpital'affermazione che Gesù (cfr.Mt, 7, 22-23) giudicherà "opera-tori di iniquità" quanti afferma-no di avere profetato nel suonome e perfino compiuto mira-coli nel suo nome. Matteo nonaggiunge che queste afferma-zioni siano menzognere; sem-bra piuttosto che gli "operatori

di iniquità" sianotali perché le loroazioni non eranosincere, non eranostate compiute per igiusti motivi, nonerano autentica-mente coerenti. Del resto, tutto il

"Discorso della montagna" nonè un continuo esortare a unarigorosa coerenza: intima, per-sonale, vissuta con le azioni econ le intenzioni?Forse una buona "formula" pervivere una autentica coerenza,evitando quell'incoerenza che èspesso un altro nome per l'ipo-crisia, viene dalle parole citatedel Salmo 36, semplici, essen-ziali e complete come program-ma di vita.E ora, prima di chiudere, sentoil dovere di ricordarmi che lacoerenza riguarda in primissi-ma persona chi si arroga il dirit-to di parlare in difesa dellacoerenza. Sì, intendo riferirmi ame stessa.

Anna Luisa Zazo

vitabile corollario che i bambinio crederanno di essere loro icolpevoli della separazione ovedranno nei genitori i loronemici? La vera soluzione, veramentecoerente con la tutela dei bam-bini e con la giustizia, dovrebbeessere piuttosto quella di trova-re un lavoro e una casa ai geni-tori perché possano occuparsiadeguatamente dei figli, siapure affidando temporanea-mente i bambini a case-famiglianell'attesa che il lavoro sia tro-vato e continuando poi a eserci-tare un discreto controllo peraccertarsi che i genitori, unavolta messi nella possibilità dioccuparsi dei figli, lo faccianodavvero. Senza dubbio è una soluzionepiù difficile e che richiede lapratica, nella società, di unaautentica giustizia; ma chi hamai detto che la soluzione piùfacile sia quella giusta?In occasione di un fatto di que-sta natura, particolarmentedrammatico, un politico hadetto che l'allontanamento deifigli dai genitori era giusto (e èpossibile che in quel caso parti-colare lo fosse) perché non sonoi genitori a "possedere" i bambi-ni: i bambini "appartengono"all'intera comunità. Dire che unessere umano "appartiene" a unaltro, individuo o comunità,non è un'incoerenza, un mododi ribaltare, di rovesciare, quelliche dovrebbero essere i verivalori? Lo schiavismo, almenoufficialmente, è stato abolito datempo; di conseguenza nessu-no, bambino o adulto, appartie-

La coerenzacon i principiè unmodo

di avviarsisul camminodella santità

12 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

paura, chiede il dono della pace,nell’attesa che si realizzi lanostra speranza, cioè la venutadel nostro Salvatore. I fedelirispondono con determinazionee con forza.

- Invito alla ComunioneDopo una breve preghiera silen-ziosa personale, il sacerdotemostra ai fedeli il Pane e li invi-ta al banchetto di Cristo ed essi,con umiltà, si accostano a riceve-re il Signore crocifisso e risorto,presente vivo e vero nel Paneconsacrato. L’Agnello-Pastoreattira a Sé i suoi amici, li invita albanchetto di nozze, li preparaalla grande festa nella Geru-salemme di Lassù, di cui ogniMessa è una fugace anticipazio-ne e un pegno di garanzia. Leparole ora pronunciate infattisono quelle dette dall’angelodell’Apocalisse: «Beati gli invi-tati al banchetto di nozzedell’Agnello.» (Ap 19,9). Anchela risposta dell’assemblea si ispi-ra alla Parola di Dio, e riproponequello che il centurione dice aGesù quando lo supplica per laguarigione del suo servo mala-to: «O Signore, non sono degnodi partecipare alla tua mensa,ma di’ soltanto una parola e iosarò salvato!». (cfr. Mt 8,8) È unatto di commovente umiltàdavanti al Signore, sostenutoperò dalla incrollabile certezzadi essere salvati dalla Sua fermavolontà di bene.

- La ComunioneOra il sacerdote si comunica conil Corpo e il Sangue di Cristo.Poi, tenendo tra le mani ilSignore, lascia l’altare e vaincontro ai fedeli e distribuisceloro il Pane (e secondo l’oppor-tunità il Vino) dicendo: « IlCorpo di Cristo». Ogni fedeledichiara la sua disponibilitàall’incontro personale con Gesùdicendo: «Amen». Durante laComunione si può eseguire uncanto adatto per esprimere l’u-nione spirituale di coloro che sicomunicano, la gioia di incon-

Con questo articolo termina la pre-sentazione della catechesi che il par-roco ha tenuto sulla Messa (vedi inumeri precedenti: 247, 248, 250,251).

Riti di ComunionePoiché la celebrazione eucaristi-ca è un vero banchetto, convieneche i fedeli ben disposti vivanola Comunione come vero incon-tro personale e intimo con Gesù,nutrendosi del suo Corpo comecibo spirituale.

- Frazione del paneIl sacerdote spezza il Pane.Questo gesto, compiuto daCristo nell’ultima Cena, signifi-ca che i molti fedeli, nellaComunione all’unico Pane che èil Cristo, formano un solo corponel vincolo della carità..

- Preghiera del Signore Proprio per essere tutti una cosasola in Cristo, il sacerdote invitaa pregare con le parole che Gesùci ha insegnato: il “Padrenostro”, stupenda sintesi dellafede cristiana nella quale il cre-dente chiede le 7 cose necessariealla vita: la glorificazione di Dio,l’avvento del Suo regno, il com-pimento della Sua volontà, ilpane quotidiano (materiale espirituale), il perdono dei pecca-ti, il sostegno nella prova e laliberazione dal Male.

- Invocazione della paceSviluppando l’ultima domandadella Padre nostro, il sacerdotebussa ancora alle porte dellamisericordia di Dio. Supplica laliberazione dal male e da ogni

Con Francesco e Chiara

Vivere la Messa(quinta parte)

trare il Signore, l’impegno avivere in vera comunione di vitacon Lui. Terminata la distribu-zione della Comunione, il sacer-dote e i fedeli pregano per unpo’ di tempo in silenzio. Giu-stamente è previsto (ma nonsempre osservato) questo tempodi “sacro silenzio” per entrarecon timore e con gioia nella soli-tudine maestosa in cui il Signoreci parla, per abitare la veritàospitale del Maestro che è entra-to nella nostra casa e che ciammaestra con il suo dono d’a-more, per contemplare la bellez-za dello Sposo e per affidarci aLui in un abbandono amorevolee sicuro. Come nessun’altrapausa, il silenzio dopo la Comu-nione è miracolosa rivelazionedel divino Silenzio che ci parlacon la semplice Presenza. Tac-ciono i canti e le preghiere, ledistrazioni e i mille pensieri perimmergerci senza altro interesseche la Sua compagnia. E in que-sto silenzio prende voce il silen-zio dell’ac-cordo (dal latino “adcor”= “in direzione del cuore”)dell’uomo con Dio. E il nostrosilenzio è unica espressione suf-ficientemente rispettosa dellegame che si è creato tra noi eLui. E nel frattempo cresce lanostalgia del Futuro, di quellaTavola che ci attende in Cielodove, come ci insegna Fran-cesco, «la visione di Te è senzaveli, l’amore di Te è perfetto, lacomunione con Te è beata, ilgodimento di Te senza fine». Perconcludere tutto il rito diComunione, il sacerdote recital’Orazione dopo la Comunione,nella quale invoca i frutti delmistero celebrato. Il popolo fasua l’orazione con l’acclamazio-ne Amen.

Riti di conclusioneTermina la Messa e inizia la“missione” di vivere quello chequi e in quest’ora benedettaabbiamo appreso e sperimenta-to. Come dal Tabor, i discepoli diGesù scendono e riprendono lastrada della quotidianità che

13LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

porta verso la Casa del Cielo.Davvero ogni Messa è un antici-po di Paradiso e un sostegnosicuro per affrontare con speran-za, con pazienza e con forza lavita di ogni giorno che ci prepa-ra e ci conduce alla vita eternain Dio e con Dio. Il sacerdotesaluta e benedice i fedeli con ilsegno della croce. L’assemblea siscioglie perché ognuno torni allesue occupazioni, operando ilbene e lodando Dio.

La “Comunione” per Chiara (dalle Lettere a sr. Agnese di Praga)

In una sua lettera ad Agnese,consorella del monastero diPraga, così Chiara descrive ilsenso profondo dell’incontrocon Gesù, realizzato nella comu-nione eucaristica: «Colloca i tuoiocchi davanti allo specchio del-l’eternità, colloca la tua anima eil tuo cuore nello splendore della

Sua gloria e trasformati intera-mente nell’immagine di Lui.Allora anche tu proverai ciò cheè riservato ai soli suoi amici egusterai la segreta dolcezza cheDio stesso ha riservato per colo-ro che lo amano. Senza concede-re neppure uno sguardo alleseduzioni che in questo mondoinquieto tendono lacci ai ciechiche vi attaccano il cuore, amacon tutta te stessa Colui che peramor tuo tutto si è donato. Teveramente felice! Ti è concessodi godere di questo sacro ban-chetto per aderire con tutte lefibre del tuo cuore a Colui, la cuibellezza ammirano senza stan-carsi tutte le schiere beate delcielo. L’amore di Lui rende felici,la contemplazione ristora, lasoavità di Lui pervade tutta l’a-nima, il suo ricordo brilla dolcenella memoria. Al suo profumo imorti risorgono e la gloriosavisione di Lui forma la felicità ditutti i cittadini del Cielo. E poi-

ché questa visione di Lui èsplendore dell’eterna luce, portaogni giorno la tua anima in que-sto specchio e scruta in esso con-tinuamente il tuo volto. E a Lui,che chiama e geme, rispondia-mo ad una voce e con un solocuore: “Non mi abbandoneràmai il ricordo di Te e per te sistruggerà l’anima mia!”. La-sciati, dunque, o figlie e regina esposa del celeste Re, bruciaresempre più fortemente da que-sto ardore di carità! E grida contutto l’ardore del tuo desiderio edel tuo amore: “Attirami a Te, oceleste Sposo! Dietro a Te corre-remo attratti dalla dolcezza deltuo profumo!”. Correrò, senzastancarmi mai, finché tu miintrodurrai nella tua stanzanuziale, inondata di profumo. Allora la tua sinistra passi sottoil mio capo e la tua destra miabbracci dolcemente e Tu bacia-mi con il più felice bacio dellatua bocca!»

Il Movimento “Terza età”, na-to per volere del card. Co-lombo nel 1972 e operante in

parrocchia dal 1974, offe a tuttigli anziani momenti di incontroe fraternità. Spesso, infatti, conl’avanzare dell’età, si sente piùforte il bisogno di trovarsi insie-me e insieme pregare, riscoprirela bellezza della nostra fede, cre-scere nell’amicizia, mettere adisposizione degli altri le pro-prie capacità e il tempo liberoche si ha a disposizione. Il no-stro Gruppo si riunisce ogni set-timana il venerdì alle ore 15,30per un momento di preghiera,qualche chiacchierata in allegria,lo scambio degli auguri in occa-

sione di compleanni, onomasticie altre feste. Partecipa alle varieiniziative proposte a livellodecanale, come spettacoli teatra-li, gite, visite alla città di Milano,incontri formativi, vacanze esti-ve. Ogni anno l’11 febbraio, inoccasione della Giornata mon-diale del malato, il gruppoanima il pomeriggio insieme.Tutte le persone anziane che lodesiderano sono invitate a co-noscere e a partecipare al nostroGruppo. A conclusione di que-sta presentazione proponiamoun testo di riflessione e preghie-ra, che può aiutare non solo glianziani a comprendere e viverela situazione della terza età.

CANTICO DI UN ANZIANOBenedetti quelli che mi guardanocon simpatiaBenedetti quelli che comprendono ilmio camminare stancoBenedetti quelli che parlano a vocealta per minimizzare la mia sorditàBenedetti quelli che stringono concalore le mie mani tremantiBenedetti quelli che si interessanodella mia lontana giovinezzaBenedetti quelli che non si stanca-no di ascoltare i miei discorsi giàtante volte ripetutiBenedetti quelli che comprendono ilmio bisogno di affettoBenedetti quelli che mi regalanoframmenti del loro tempoBenedetti quelli che si ricordanodella mia solitudineBenedetti quelli che mi sono vicininella sofferenzaBeati quelli che rallegrano gli ulti-mi giorni della mia vitaBeati quelli che mi sono vicini nelmomento del passaggioQuando entrerò nella vita senzafine mi ricorderò di loro presso ilSignore Gesù.

Il Gruppo Terza Età

«Non solo giovani»

14 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

Le Edizioni Francescanehanno pubblicato un nuo-vo libro di fra Paolo Fer-

rario, scritto in collaborazionecon altri autori, per la Collana«Contemplando». Nella Presentazione l’autorestesso ci offre una descrizionedell’intento e della strutturache ha voluto proporre a questesue pagine. Ecco che cosa scri-ve: «Questo nuovo libro nascecon un profondo senso di grati-tudine per alcuni incontri chetutti abbiamo avuto nellanostra vita. Incontri per lo piùcasuali e improvvisi, non pro-grammati e nemmeno pensati.Incontri con persone ancorasconosciute ma immediata-mente familiari, esteriormentemagari molto diverse da noieppure subito in profonda sin-tonia con la nostra anima.Persone che senza parole cihanno aiutato a riflettere.Uomini e donne che senza farnulla di speciale ci hanno spin-to e accompagnato ad entraredentro la nostra coscienza,nella parte più intima e piùvera di noi stessi. Volti concretie storie di vita che ci hannoaperto nuovi occhi e nuoviorizzonti. Strette di mano o piùprofondi abbracci che ci hannocambiato la vita. Incontri conpersone che hanno un saporebuono e ci fanno sentire bene,anche quando all’inizio talvoltaci possono sconvolgere. Incon-tri con persone che sembranomandate da Dio proprio appo-sitamente per noi e in questopreciso momento della nostraesistenza per darci una mano o

una buona parola,quasi un ABBRAC-CIO DI MISERICOR-DIA che noi riusciamoa interpretare chiara-mente come un segnodella benevolenza divi-na, come un ristoroinatteso per trovare pace in unmomento di fatica, come unincoraggiamento a procederesulla via giusta già intrapresa,come un impegno pressanteper cambiare in meglio lanostra vita.Francesco d’Assisi ha avuto unincontro così, si è intrattenutocon una persona di questo tipo.È successo all’inizio della suaconversione a Cristo ed haavuto come protagonista unlebbroso. È stato certamente unevento sconvolgente per lamente e l’anima del giovanemercante ed è stato da lui vis-suto e interpretato come unabbraccio pieno di luce che l’i-conografa Domenica Ghidottiha scritto in una sua nuovaicona e che suor NadiamariaZambetti, sorella clarissa delmonastero di Lovere, legge pernoi nel primo capitolo di que-sto libro. Ma forse questo episodio famo-so non è altro che una sintesi eun modello di tanti altri incon-tri, con altre persone e condiverse realtà che Francesco haavuto e vissuto intensamentelungo tutta la sua esistenzaumana e cristiana. Ognuno diquesti eventi è stato per luicome un abbraccio che cambiala vita, cioè che illumina e cor-regge il modo di intendere se

stesso, trasforma i suoi rappor-ti con gli altri, fa comprendereil vero senso da dare all’esi-stenza, lo aiuta a penetraresempre di più il mistero di Dio.Tutto questo, in forma necessa-riamente sintetica, viene raccol-

to nel secondo capi-tolo. Un’esperienza cosìprofonda e significa-tiva prende formanel terzo capitoloattraverso una cele-brazione davantiall’icona, un ab-braccio che diventapreghiera adessoper noi.

Istruiti da quantoletto fin'ora, ci ritorna però unadomanda, posta a titolo delquarto capitolo: Perché l’ab-braccio? Una coppia di sposiraccoglie per noi nel quartocapitolo alcuni Pensieri liberinati dall’esperienza. Nell’ultimo capitolo viene pre-sentato uno splendido raccontodi Rossella Galletti. Nelle paro-le di questa storia, molto auto-biografica, «L’abbraccio di mi-sericordia» si racchiude nell’af-fetto e nel dialogo di una nonnacon la sua nipote più piccolinae si consegna nella consistenzae nella tenerezza di una tazza,tutta speciale.»Questo libro nasce in un certosenso in continuità con l’ultimoscritto da fr. Paolo, «NELLEBRACCIA DELLA TENEREZ-ZA con Maria Madre di Gesù emadre nostra» Un ultimo parti-colare rende significative que-ste pagine: fr. Paolo ha termina-to di scriverle il 7 settembre2010, giorno felice del suo 25°di professione religiosa secon-do la vita e la Regola dei fratiminori: una vita tutta raccoltadentro L’ABBRACCIO DI MI-SERICORDIA.Nel cuore di fr. Paolo c’è il desi-derio di presentarlo anche allanostra comunità parrocchiale.Speriamo che questo desideriosi realizzi!

I libri di fra Paolo

L’abbraccio di misericordia

15LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

Il terremoto del 7° grado dellascala Richter che ha colpitoHaiti nella zona della capitale

Port-au-Prince il 12 gennaio2010 ha causato 230.000 morti,distrutto 250.000 abitazioni e4.700 scuole obbligando1.200.000 persone a fuggire tro-vando rifugio in campi profughio tornando nelle zone rurali diorigine.Nelle nostre case la televisioneed i giornali ci hanno informatosull’andamento degli aiuti, edelle polemiche, con notiziesempre più brevi fino a scom-parire del tutto. Sull’isola carai-bica i riflettori dell’attenzionepubblica si sono spenti per riac-cendersi in un altro luogo dellanostra Terra che sembra semprepiù tremare per l’inquietudinedelle sue parti più profonde oper le ferite della sua parte piùesterna che fatica ad adattarsi aicambiamenti che l’Uomo leimpone.Purtroppo ci ha pensato il cole-ra, nell’ottobre dello scorsoanno, a farci scoprire che l’emer-genza terremoto non era certoconclusa e che i Caraibi nonsono solo luoghi esotici perandare in vacanza: oltre 2.000 imorti per questa epidemia enuova necessità di interventiinternazionali.Come se non bastasse, in no-vembre sul dipartimento diNord-Ovest dell’isola è passatoil ciclone Tomas che, se è veroche ha causato una sola vittima,ha però danneggiato 26 scuole equasi 10.000 case distruggendo-ne completamente più di 3.000.Haiti è passata da un’emergenza

ad un’altra per un anno e anchela rete Caritas ha dovuto adatta-re i suoi interventi: ha fornitocibo, acqua e generi di primanecessità a più di due milioni dipersone, 17.000 famiglie hannoricevuto i kit per la costruzionedi ripari di emergenza, 59.000persone sono state visitate inambulatori e cliniche mobili… equesto solo nella prima fase diinterventi. Ora più di 100.000persone stanno beneficiandoanche di programmi di preven-zione contro il colera.La Caritas Ambrosiana ha sceltodi operare all’interno della retedelle Caritas (soprattutto nellafase iniziale) e, grazie alla pre-senza di missionari “Fidei do-num” ambrosiani già all’operasul territorio da alcuni anni, col-labora con la diocesi di Port dePaix, nella zona più colpita dalciclone, dove già si erano rifu-giati parte degli sfollati del terre-moto.Grazie alla campagna lanciatadalla Diocesi di Milano in favoredi queste popolazioni, sono statiraccolti 3.730.256 euro. La

Caritas desidera ringraziare letante persone che hanno contri-buito a questa iniziativa infor-mando anche dell’utilizzo diquesti fondi.Lo stile scelto è quello di nonlimitarsi ai primi mesi di emer-genza ma di accompagnare neiprossimi anni le popolazionirispettando i tempi e le capacitàlocali. Il totale a tutt’oggi stan-ziato è di 2.150.000 euro per pro-getti che vanno dalla ricostru-zione delle case alla formazionee lo sviluppo per gli sfollati, daprogetti per le categorie piùdeboli (anziani, disabili…) alsostegno scolastico per i minori,senza trascurare il sostegno alleparrocchie con l’acquisto di unmezzo per poter raggiungere lapopolazione e la costituzione diCaritas locali.Il residuo raccolto sarà utilizzatosolo dopo un’attenta analisidelle necessità, considerando laparticolare situazione di Haitiche si trova in una continuaemergenza anche per l’instabili-tà di governo e la mancanza diinfrastrutture.

12 gennaio 2010 - 12 gennaio 2011

Haiti un anno dopo

Come già comunicato sul n.248 de la Voce anche la nostraparrocchia ha raccolto e desti-nato ad Haiti 6.000 euro, inte-ramente destinati alle operedi prima emergenza.

16 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

Riflettendo sugli adolescenti“Avete fettucce da vendere? Cen’è, ce n’è, ce n’è… Di che coloresono? giallo, giallo, giallo….blu,blu, blu…”. Il nostro non è unoratorio abituato a fare i bans,ma spero tanto che prima o poine diventeremo esperti… equindi non so se mi riuscirete acapire: comunque si tratta di unbans molto semplice, basta divi-dersi in gruppi e ad ogni gruppoassegnare un colore. Inizia ilprimo gruppo chiedendo alsecondo se ha fettucce da vende-re, questi nominano il colore diun altro gruppo e quest’ultimoripartirà con la stessa domandaad un altro… Il gioco proseguesempre più velocemente nomi-nando tutti i colori dei gruppi,anche più di una volta. Tuttisono coinvolti in questa danzasaltellante, si fa prima a farlo chea spiegarlo.Inizio questo articolo così per-ché è l’immagine che ho inmente del nostro oratorio all’ini-zio di questo nuovo anno. Cercodi spiegarmi meglio… C’è fer-mento, c’è movimento, è comese si fosse coinvolti ogni giornoin questo simpatico bans: saltel-lando e tenendosi sotto braccioun gruppetto chiama l’altro e lofa rispondere, invitandolo a sal-tare! È solo una immagine checredo renda bene quello che stasuccedendo in oratorio, non cisono ragazzi che fanno questobans, ma se ne respira la stessaaria frizzante… Abbiamo rico-minciato gli incontri adolescentidopo le vacanze natalizie con

una pizzata e uscita al cinemaCristallo per vedere il film diChecco Zalone: “Che bella gior-nata”. In questo primo appunta-mento dell’anno ci sono statiquasi 40 adolescenti, al ritiro(22-23 gennaio) quasi 20 e alhappy hour (30 gennaio) più di30. So benissimo che non è ilnumero che conta, ma quelloche vorrei dire è che di adole-scenti - cioè quei ragazzi chesono tra i 15 e i 17 anni - ce n'è,ce n’è, ce n’è!E quelli di cui vi sto parlandosono anche interessati alle pro-poste dell’oratorio, oltre al sem-plice pomeriggio nella sala gio-chi, e quindi oltre al numero c’èanche la qualità. È importanteche giri una voce positiva intor-no a loro… ci sono e sono bravi,davvero in gamba, se si impe-gnano sanno davvero daretanto! Ad esempio a Capodannosi sono organizzati da soli la lorofesta in oratorio e tutto è andatobenissimo! A volte bisogna unpo’ spingerli e attirarli con millestratagemmi, hanno bisogno difigure di riferimento, e anchequeste ci sono! Certo, quando laproposta è un po’ più impegna-tiva, il numero diminuisce. Tantipossono essere i fattori cheinfluiscono sulla frequenza al-l’oratorio di un ragazzo o ragaz-za dal dopo-cresima in poi, l’im-portante è - credo - evitare dilasciarsi convincere che “non c’ènessuno”, quando gira questavoce malefica, tutti si bloccano edicono: «…ma non c’è nessu-no…», di ragazzi della tua età cen'è, ce n’è, ce n’è, non lasciartiprendere dal panico, e cioè dal-

l’altro blocco mentale: «… manon conosco nessuno!…». Nonlasciarti prendere dal terrore difare qualcosa per gli altri, scopri-rai di aver ricevuto tanto e gratise quindi di non poter far a menodi dare gratuitamente anche tu.Soprattutto scoprirai che donan-do il tuo poco, ricevi tanto,molto di più di quello che tisaresti aspettato!Dico anche a chi è più grande dismetterla di usare frasi del tipo:«…ai miei tempi c’era più coin-volgimento, ai miei tempi c’erapiù entusiasmo, c’erano più gio-vani, ecc…» perché i tuoi tempinon sono quelli di adesso, ormaida un bel pezzo… Ogni tempoha i suoi difetti e i suoi pregi!Bisogna saper guardare positivo

VITA ORATORIANA

17LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

in ogni tempo, solo così si puòpensare che il futuro può esseremigliore! Proprio in questi giorniun gruppetto di adolescenti si èreso disponibile per fare anima-zione per bambini in alcunedomeniche con giochi e attività ese questa idea viene da loro pos-

siamo essere certi che si impe-gneranno fino in fondo per rea-lizzarla e, soprattutto, che riusci-ranno a coinvolgere tanti altriloro coetanei… faremo anche lasfilata di carnevale, quella delladomenica precedente il sabatograsso, con ben tre domenicheconsecutive di preparazione,…ottimo lavoro ragazzi!

Frate Dario

Natale,“una questione di cuore!”18 dicembre. Dopo l’interruzio-ne ”forzata” dell'anno preceden-te, abbiamo deciso di riprenderequello che ormai era diventatol’appuntamento consueto perritrovarsi tutti insieme per lo

scambio di auguri: lo Spettacolodi Natale! Lo spettacolo 2010 èstato suddiviso in tre rappresen-tazioni con un tema comune (”IlVero Natale è fatto di generosità,altruismo, semplicità, fede!L’apparenza non conta!”) e conun unico titolo: “Natale: Una

questione di cuore … In un sof-fio…. Speciale!” Superati i vari“ma… forse… ci penso…” ecco-ci a novembre ad iniziare leprove. Numerosi gli iscritti delleclassi terze e quarte (incredibil-mente anche tanti maschietti!),per i quali questa sarebbe statala prima esperienza teatrale.L’entusiasmo è stato grande unpo’ per tutti e tutti hanno anchesuperato abbastanza brillante-mente l’ostacolo delle parti daimparare a memoria. La seradello spettacolo eccoci in teatro,chi già con trucco e parrucca, chiancora da vestire e preparare,tutti con una grande ansia maanche una grande voglia di reci-tare e farsi vedere dai vari geni-tori e parenti enuti apposta perloro. Sono stati tutti bravissimi: gli“attori” più giovani hannoavuto il loro battesimo del palcoanche se sembrava quasi nonavessero mai fatto altro, i “vete-rani” si sono comportati benissi-mo, dimostrando di divertirsi edi saper divertire: insomma nelcomplesso una piacevole serataper tutti! Ma soprattutto, cosamolto positiva, in molti di loro èrimasta la voglia di ripetere pre-sto l’esperienza.

Angela

SSSSAAAANNNN VVVVIIIINNNNCCCCEEEENNNNZZZZOOOO:::: SSSSOOOOSSSS Sono (per motivi di salute) un’ex vincenziana, che vede con tristezzal’Associazione perdere man mano membri e ritrovarsi quindi semprepiù in difficoltà nella realizzazione dei suoi fini. La nostra è una parroc-chia grande e molto popolosa: è possibile che solo una decina di per-sone possa materialmente impegnarsi due sere al mese per le riunionie qualche mezza giornata per attuare le decisioni?Occorrono energie nuove: corpi che reggano anche qualche fatica, cer-velli che elaborino nuove idee, cuori che sentano l’amore per tutto ilprossimo, soprattutto quello meno fortunato (e ce n’è purtroppotanto!).Io, che ormai sono fuori, sollecito tutti a pensare bene se non sia pos-sibile allungare una mano.Grazie a tutti per l’attenzione e in particolare a chi si sentirà di rispon-dere positivamente.

Carla

18 LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

NUOVO ANNONUOVE SPERANZEOgni giorno ciascuno di noi haun ricordo per qualcuno o perqualcosa: può essere un com-pleanno, un anniversario gioio-so o triste per la perdita diqualche caro; ci sono poi lericorrenze speciali, il giornodella mamma, dei nonni, dellemalattie più invincibili. Perogni giorno c’è un motivo inpiù per ricordare e pregare:oltre a quelli sopra e ai tanti chenon citiamo, c’è stata il 30 gen-naio, la 58.ma Giornata mon-diale dei malati di lebbra e il50.mo anniversario della nasci-ta dell’AIFO. Impossibile di-menticare i volti sfigurati, imoncherini delle persone am-malate. Siamo certi che l’im-portanza di questa ricorrenza èstata vissuta da ciascuno di noicon un rinnovato impegno perraggiungere traguardi semprepiù ambiziosi nella nostra quo-tidiana lotta contro le lebbredell’egoismo e dell’indifferen-za.Tanti sono gli aiuti concreti.Sabato 29 e domenica 30 gen-naio nell’atrio della nostra chie-sa abbiamo allestito un bancovendita per aiutare le personecolpite dalla terribile malattia.Un grazie sincero agli amici,agli spesso anonimi benefattorie a tutti coloro che in qualchemodo hanno contribuito adaiutarci ad aiutare.Il lavoro, la raccolta e l’impe-gno continuano!!! Non fatemancare la vostra collaborazio-ne.

N O T I Z I E l N O T I Z E l N O T I Z I E l N O T I Z I E

Centro missionario “La Creta”N O T I Z I E l N O T I Z E l N O T I Z I E l N O T I Z I E

LE NOSTREATTIVITÀDi anno in anno il GruppoMissionario, con sede da più divent'anni nella nostra parroc-chia, lavora per selezionare con-

fezionare e spedire pacchi pienidi medicine, cancelleria, bende,indumenti, stoffe e altro. Ab-biamo rinnovato le adozioni deiseminaristi e mantenuto gliimpegni presi con le varie mis-sioni.

Come di consueto, con l’inizio dell’anno presentiamo il rendiconto relativo al 2010.

19LA VOCE - GENNAIO/FEBBRAIO 2011

Con il battesimosono diventatifigli di Dio

32 03-10-2010 Sonia Nicole CARUSO33 03-10-2010 Samuele COEN34 03-10-2010 Nicolas COLIZZI35 03-10-2010 Thomas Alberto DIRUGGIERO36 03-10-2010 Francesco PANIGADA37 03-10-2010 Elisa PROVANA38 03-10-2010 Carlotta Stella CAPUANO39 03-10-2010 Alessandro LAZZANO40 03-10-2010 Ginevra DE MARCHI41 06-11-2010 Ginevra STANICH42 06-11-2010 Guglielmo STANICH43 07-11-2010 Soraya BERTAZZO44 07-11-2010 Filippo DI NELLA45 07-11-2010 Lorenzo MITIDIERI46 07-11-2010 Matteo Alberto POZZI47 07-11-2010 Alessandro ROTA48 07-11-2010 Jacopo Corrado VALENTINI49 28-11-2010 Margherita CAVIEZEL50 05-12-2010 Matteo ZAPPELLA

In nome di Diosi sono unitiin matrimonio

11 02-10-2010 Marco BARBERISElena PALADINI

12 09-10-2010 Michele FRIGOAlice Maria PASQUINI

Sono tornatialla casadel Padre

38 11-09-2010 Quinto MONTIVia Cardellino,55-anni 70

39 11-09-2010 Guglielmo MARIANIV. Saint Bon, 16 - anni 60

40 21-09-2010 Ines DE MICHIELVia Allodola, 10 - anni 87

41 27-09-2010 Angela COLOMBOV. Cardellino, 55- anni 87

42 03-10-2010 Maria FERRARIP.S.G.B. Creta,4 - anni 89

43 05-10-2010 Salvatore SALERNOVia Inganni, 64 - anni 80

44 10-10-2010 Carlo Giuseppe BARZAGHIVia Carozzi, 6 - anni 75

45 20-10-2010 Daniele DELLA MORAVia Lucca, 38 - anni 64

46 29-10-2010 Bruna MOROVia Zurigo, 14 - anni 98

47 07-11-2010 Teresa PIETRAROLOVia Capinera, 5 - anni 90

48 09-11-2010 Nicola BONSANTIVia B. D’Alviano, 11 - anni 90

49 11-11-2010 Giovanni Battista TRENTADUEVia Inganni, 84 - anni 80

50 24-11-2010 Assunta ZURLOVia Zurigo, 24 - anni 62

51 04-12-2010 Francesco MOTTAVia Capinera,5 - anni 92

52 06-12-2010 Ugo Luigi Carlo VIOLAVia Zurigo, 28 - anni 95

53 09-12-2010 Lorenza MALDIFASSIVia Zurigo, 20 - anni 75

54 09-12-2010 Irma BAIARDIVia Inganni, 93 - anni 81

55 10-12-2010 Fernando PESCATORIVia d. Storno,16 - anni 86

56 14-12-2010 Andrea DE PONTIVia Inganni, 52 - anni 81

57 21-12-2010 Giuseppe AMADIOVia Cardellino, 55 -anni 66

58 22-12-2010 Attilio BAVOSIVia d. Ciclamini,8 - anni 79

Tante sono le lettere di ringra-ziamento arrivate dalle missio-ni che hanno ricevuto i nostriaiuti.

Padre Giuseppe Lecchi daAbidjan in Costa d’Avorio

ci ringrazia per la generositàcon cui sosteniamo la sua mis-sione e, nel mandarci la benedi-zione di Dio, nell'unione dellapreghiera sorgente di vita, ci fasapere che le cose si stannomettendo male in Costa d’Avo-rio: spera che non si arrivi aduna guerra civile. Preghiamoper lui e per la sua missione inpericolo.

Dall’ospedale di Ikonda, inTanzania, Padre Nava ci

ringrazia per l’offerta in denaroche ha ricevuto tramite la dotto-ressa Manuela (che è stata franoi nel mese di dicembre) e pertutti i preziosi pacchi di medi-cinali. La donazione andrà afavore degli ammalati, dei bam-bini e delle mamme che vengo-no curati presso il ConsolataHospital. La dott.ssa Manuelaci ha scritto:“Ricordo con gioia tutti i vostrivolti e l’entusiasmo che mettetenel vostro impegno missiona-rio! Tornata a Ikonda ho trovatotre pacchi. Subito li abbiamoaperti e iniziato a usare i farma-

ci con le prime richieste daireparti. Solo ora, passate lefeste, mi sono fermata a scrive-re. Grazie per il paziente lavorodi raccolta, di scelta (davveroora riusciamo a usare tuttoquello che ci mandate) e per lavostra amicizia. Un grazie spe-ciale dalla dott.ssa Zin Zin perle fiale di eparina; Luciana eSalesia hanno letto il loro nomesulla Voce e vi salutano tanto!!!”Noi continueremo nel nostrolavoro, con la speranza chequalche volontario ci venga adare una mano. Abbiamo biso-gno di nuove forze perché illavoro è tanto ed i missionariche ci chiedono aiuto aumenta-no sempre di più. Grazie di cuore per quello chefate!

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETAPiazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 MilanoTel. 02.41.72.66 • Ufficio parrocchiale: tel. 02.41.72.67

DICEVA GIOVANNI ALLA FOLLA: «IN MEZZO A VOI C’È UNO CHE VOI NON CONOSCETE»

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