Geografia urbana e regionale - UniBG. urb. 21 , finale. 17 -18... · Programma Visioni della...
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Geografia urbana e regionale
Renato Ferlinghetti
Università degli Studi di Bergamo
Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’
Bergamo, 1 dicembre 2017
Anno accademico 2017-2018
Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione
Programma
Visioni della territorializzazione (determinismo, possibilismo, strutturalismo o funzionalismo, geografia umanistica)
Il concetto di regione e le ragioni della regione
Le invarianti strutturali del territorio lombardo
Ambienti, territori, paesaggi del contesto
lombardo
La rappresentazione cartografica
Itinerari di studio ed attività sperimentali
Geografia delle geografie,
varietà dei fini geografici
(Dove, Come, Perché)
• Originario e universale è il problema di
rapportarsi allo spazio, localizzando sé
stessi e gli altri oggetti geografici gli uni
rispetto agli altri, nonché qualificandoli
nella loro tipicità, cioè descrivendoli
qualitativamente e, progressivamente,
classificarli e interpretarli.
• (Corna-Pellegrini, 2002, p. 128)
• Perché
• Ricerca delle connessioni esistenti tra gli oggetti geografici e i fatti descritti legata agli indirizzi illuministici e a un nuovo rispetto per i processi razionali del pensiero umano.
• Alexander von Humboldt (1769-1859) Viaggio alle regioni equinoziali del nuovo continente, Kosmos
•
• Capire il modo nel quale gli uomini vivono lo spazio
• Perché?
• Ricerca delle connessioni esistenti tra gli oggetti geografici e i fatti descritti
• Fine della geografia è la descrizione oggettiva della superficie terrestre nei suoi aspetti naturali e antropici; cogliere le connessioni tra i diversi fenomeni descritti e ricercare le cause genetiche dell’insieme delle realtà esaminate. Spiegare la morfologia di una vallata alpina o la struttura di un quartiere, finalità e metodi di studio non devono sostanzialmente differire perché in entrambi i casi si deve partire dall’osservazione diretta, ipotizzare connessioni e cause, tentare verifiche o spiegazioni storiche (nei tempi geologici o in quelli umani).
• Cambio del linguaggio (invece che di precipizi vertiginosi, si parla di colate di basalto, di granito, di calcare, invece che di selve oscure si elencano le specie, ecc.), dall’uniforme alla specificità geografica.
• Alexander von Humboldt (1769-1859) Viaggio alle regioni equinoziali del nuovo continente, Kosmos
• Determinismo, possibilismo, strutturalismo ecc.
Humboldt e Aime Bonpland ai piedi del vulcano Chimborazo. Il 5 giugno 1799
salparono da La Coruña a bordo della nave "Pizarro". A bordo si trovavano
moderni strumenti, sestanti, quadranti, telescopi, cronometri, teodoliti,
inclinometri, cianometri, igrometri, barometri e termometri, per effettuare il
maggior numero di misurazioni possibili.
Un sogno letterario che si fa realtà
• « Ho in mente un'idea: racchiudere in un'opera tutto il mondo
materiale, tutto ciò che oggi sappiamo delle apparizioni della
volta celeste e della vita sulla Terra. »
• Negli ultimi 25 anni della sua vita Alexander von Humboldt
scrisse a Berlino la sua opera scientifica principale, Il cosmo.
L'opera è una delle più ambiziose nel mondo scientifico che
mai siano state pubblicate. Con Il cosmo cerca di descrivere in
maniera intelligibile la struttura dell'Universo dal punto di vista
delle conoscenze di allora in uno stile piacevolmente letterario.
I cinque tomi Il cosmo, progetto di una descrizione fisica del
mondo, vennero pubblicati tra il 1845 e il 1862. Il quinto
volume uscì postumo. Tutti e cinque i volumi raggiunsero una
tiratura di 87.000 copie, cosa sensazionale per i tempi. Nel
giro di poco tempo vennero tradotti in quasi tutte le lingue
d'Europa.
Determinismo ambientale
Quando
• Dall’Ottocento al primo Novecento
• Asserti
• La natura determina le forme con cui le comunità umane si insediano sul territorio e ne sfruttano le risorse
• Le manifestazioni umane sono il frutto di un adattamento a ciò che la natura consente di fare
• Il geografo indaga le influenze esercitate dalla natura
• Opere paradigmatiche
• Friederich Ratzel 1882 – 1891, Anthropogeographie (Geografia antropica)
• Contesto ideologico
• Darwinismo, Positivismo
Determinismo ambientale
Diversi autori dell’età classica (Ippocrate, Platone,
Aristotele, Strabone) avevano trovato le cause, o
meglio le motivazioni del maggiore sviluppo di una
società in alcuni elementi naturali dell’ambiente in
cui era inserita.
Aristotele (Politica, VII libro) “il clima delle regioni fredde
rende quelle popolazioni più vigorose e forti, mentre gli
Asiatici mancano di quell’energia e dunque propendono
maggiormente per il dispotismo e la schiavitù .
Il cristianesimo trascurò la questione partendo dall’assioma
che entrambe, natura e uomo, fossero creature divine.
Determinismo ambientale
• Nell’età classica
• Descrizione della molteplicità degli aspetti della
superficie terrestre
• Strabone (58 a. C. – tra 21 e 25 d.C.)
• Autore dell’opera Geografia e dei Commentari storici
• La Geografia comprende 17 libri che descrivono le
regione dell’epoca conosciute e abitate. I primi due libri
trattano dei problemi, degli scopi, dei limiti e dei
destinatari della scienza geografica, il V e il VI affrontano
il territorio italiano.
• (Strabone, Geografia.L’Italia libri V-VI, Milano, BUR – Rizzoli, 1988)
Leggi i primi otto
capoversi delle
conclusioni fornite da
Strabone per
giustificare il primato
dell’Italia nel I secolo
a.C.
Le cause del primato italiano
• 1. Difesa dai mari e dalle catene montuose;
• 2. Presenza di coste basse adatte alla difesa e
insenature riparate adatte alla realizzazione di porti
• 3. Varietà climatica e ampio sviluppo latitudinale della
penisola italiana.
• 4. Fertilità dei suoli e struttura geomorfologica articolata
in costa, pianura, fascia collinare e montana
• 5. Diffuso reticolo idrografico e ampia presenza di
sorgenti e di risorse minerali e di boschi ed elevata
qualità dei prodotti alimentari sia per gli uomini che per
gli animali
• 6. Posizione centrale nel Mediterraneo
Determinismo ambientale
Nel XIX secolo
Le teorie evoluzionistiche del XVIII e XIX secolo dimostravano che è l’ambiente il fattore che influisce in modo determinante sull’evoluzione e che l’uomo non era più al centro della creazione.
Centralità dell’ambiente e nascita dell’ecologia (Ernst Heinrich Haeckel 1834-1919), come scienze dell’ambiente.
Applicando le stesse idee ai gruppi umani, si ricava che lo sviluppo delle diverse società è una risposta alle sollecitazioni dell’ambiente.
L’ambiente non influenza soltanto flora e fauna, ma anche le società umane. Ciò ovviamente non in maniera diretta, ma attraverso tutta una serie di condizionamenti che si esplicano nella distribuzione dell’uomo sulla Terra, nei suoi tratti razziali, nei suoi modi di abitare, produrre, organizzarsi socialmente, politicamente, culturalmente.
Determinismo ambientale
• All’analisi geografica spetta dunque il compito di esaminare le leggi meccaniche e chimiche della natura i cui elementi sono esattamente quantificabili e di individuare attraverso esse altre leggi che stabiliscano quale tipo di società e di organizzazione del territorio può generare un determinato ambiente. I due termini della ricerca: l’uomo e l’ambiente sono infatti legati tra loro da un rapporto di causa ed effetto; ma le condizioni fisiche dell’ambiente naturale restano il vero soggetto della ricerca perché da esse è possibile determinare il comportamento e il livello di sviluppo della società umana.
Possibilismo
• Quando
• Primo metà del Novecento
• Asserti
• Le manifestazioni territoriali dell’interazione uomo-natura sono il frutto di una reciproca influenza
• “Non è più l’ambiente che determina le azioni dell’uomo, ma è l’uomo che interferisce criticamente con la natura, che la plasma secondo le sue capacità e i suoi interessi, che dà al luogo in cui vive un particolare valore”
• Il geografo indaga le influenze integrando conoscenze fisiche e storiche
• Opere paradigmatiche
• Paul Vidal de la Brache, 1903,1913, 1922; Lucien Febvre, 1922
• Contesto ideologico
• Neoidealismo
Possibilismo
• Asserti della teoria:
• A) La natura non esprime soltanto vincoli nei riguardi delle comunità umane, ma offre loro anche un campo di possibilità per insediarsi sulla superficie terrestre e utilizzarne le risorse;
• B) Pur essendo soggette a condizionamenti prodotti dall’ambiente fisico in cui si trovano, le singole comunità umane esercitano una scelta tra le possibilità loro offerte dalla natura;
• C) la scelta, che presuppone l’esistenza di gradi di libertà, è compiuta in rapporto alla cultura delle comunità umane e alle tecnologie d’intervento sul territorio di cui esse dispongono;
• D) in questo quadro, la comunità umana si comporta come un fattore geografico, nel senso che è in grado di influire sull’evoluzione della natura.
• (Vallega, 2004, p. 18)
Possibilismo
• Genere di vita: l’insieme delle attività, dei mezzi tecnici, degli strumenti di lavoro, delle forme di abitazione, dei modi di vivere, vestire, alimentarsi che caratterizzano una società; deriva dalla storia degli adattamenti e delle scelte che quella società ha compiuto nel suo processo di occupazione di un certo spazio.
• Regione: ambito della superficie terrestre nella quale si è affermato un certo genere di vita, spazio i cui limiti non sono definiti con precisione, ma che sono dati dall’esistenza di condizioni ambientali particolari rispetto alle quali è venuto proponendosi quel genere di vita che connota la regione stessa.
È considerato il padre del possibilismo geografico (o
ecologismo umanista). Dopo aver studiato la geografia
del determinismo di scuola tedesca, formulò un
pensiero innovativo, secondo il quale l'uomo non è
rigidamente vincolato dall'ambiente fisico, ma è a sua
volta un fattore geografico in grado di modellare e
modificare il territorio.
L'uomo, dunque, compie delle scelte tra le varie
possibilità offerte dal territorio, con la tecnologia e la
civiltà riesce addirittura ad aggirare gli ostacoli della
natura, il tutto lasciando la sua impronta nell'"ambiente
di vita".
Partendo dal paesaggio che la collettività umana
modifica con il suo "genere di vita", si arriva alla
regione, rappresentazione concreta del binomio uomo-
ambiente. Ogni regione è dunque unica e irripetibile,
mai se ne troveranno due uguali, anche di fronte a
paesaggi originariamente simili (concetto di regione
vidaliana).
Anche in contesti simili, dunque, un ruolo fondamentale
per l'evoluzione storica delle società è fornito dalle
componenti antropiche e culturali. (Wikipedia, 2012)
Paul Vidal de La
Blache, 1845-
1918)
Strutturalismo • Quando?
• Anni Trenta
• Opere paradigmatiche
• Richard Hartshorne geografo americano (1899 - 1992),
• le opere The nature of geography (1939) e Perspective
• on the nature of geography (1959).
• Asserti
• La superficie terrestre è costituita da elementi, fisici e umani, legati tra loro da relazioni
• Le relazioni tra gli elementi di una struttura sono interpretate in termini causalistici, cioè gli elementi si comportano in parte come causa in parte come effetto
• La superficie terrestre è come un mosaico di strutture generate dall’interazione tra comunità umane e natura.
• La struttura territoriale è uno spazio omogeneo al proprio interno e differenziato nei confronti dello spazio esterno.
Contesto ideologico
• Strutturalismo
Strutturalismo
• La superficie terrestre è costituita da
strutture, intese come tessiture di elementi dai
quali dipende la differenziazione del territorio
• La struttura territoriale produce funzioni.
• La funzione è l’insieme di prodotti e dei risultati
che nascono dal modo con cui la struttura si
comporta, agisce e si organizza. Es. la funzione
di un’area agricola consiste nel produrre le
risorse alimentari.
Visione strutturalista
• La visione strutturalista si basa su un’immagine generale della superficie terrestre territorializzata:
• Il territorio è inteso come un campo di forza in cui un magnete governa l’intorno. In questa visione, il magnete è la metafora di un fulcro territoriale che esercita influenze sul territorio circostante. La città e la sua area di gravitazione costituiscono un esempio dell’applicazione di questa immagine di fondo: la città è il magnete, mentre l’area di gravitazione è la superficie ove l’energia del magnete si sviluppa orientando ogni oggetto.
• Il territorio è dunque immaginato come un mosaico di fulcri e di aree dominate da fulcri, e la territorializzazione è assunta come creazione e ri-creazione di fulcri e aree.
• (Vallega, 2004, pp. 33-34)
Il territorio è dunque immaginato come un mosaico di fulcri e di
aree dominate da fulcri, e la territorializzazione è assunta come
creazione e ri-creazione di fulcri e aree
Strutturalismo
• Punti di forza dell’approccio strutturalista
• semplice: rimanda a un archetipo, quello di elementi interconnessi, ben presente nella nostra mente;
• solido: disegna con chiarezza il territorio e il rapporto tra comunità umane e natura;
• polivalente: si presta a spiegare ogni manifestazione territoriale, dalla città agli usi agricoli del suolo, dall’industrializzazione alle reti di comunicazione.
Visione strutturalista
• L’impianto logico della visione basata sui
principi dello strutturalismo è definita da
Vallega ‘grammatica razionalista’ perché
utilizza la piattaforma concettuale dei
principi cartesiani. (causa, effetto, strutture, spiegazione con la razionalità)
(Vallega, 2004,pp.30-34)
Strutturalismo
• Finalità
• Ambisce a scoprire verità e principi generali e a fornire strumenti efficaci per la prassi territoriale.
• Persegue
• L’idea di progresso razionale.
• Conoscere secondo ragione produce progresso, il progresso legittima la produzione di conoscenza secondo ragione.
• Il progresso
• Nel Novecento, nel periodo tra i due conflitti mondiali, il progresso si è identificato con la crescita economica espressa dall’aumento dell’occupazione e della ricchezza, in modo da estendere le basi del benessere delle comunità umane.
• Dagli anni Settanta (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano; Stoccolma, 1972) il progresso è stato inteso come produzione di ricchezza e occupazione nel rispetto dell’ambiente.
• Dagli anni Novanta (Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo; Rio de Janeiro, 1992). Il progresso è inteso come sviluppo sostenibile cioè il perseguimento d’integrità ecologica, efficienza economica ed equità sociale.
• Comprensione della dimensione dell’uomo
• La geografia esplicativa consente di rilevare delle regolarità nel campo fisico, ma non genera una geografia umana generale che illustri, mediante leggi, il destino dei popoli in funzione dell’ambiente naturale
• Critica al positivismo geografico ( e massimamente a quello quantitativo) che rifletteva sull’esistente senza porlo sostanzialmente in discussione.
• Ribaltare lo scopo della ricerca geografica da quello di spiegare il mondo a quello, nuovo e ben più affascinante, di cambiare il mondo per renderlo più giusto e umano, fu la sfida che essi raccolsero, respirando l’aria delle ‘rivoluzioni culturali’ allora in corso in varie parti del mondo (Dematteis, 1970 in Corna-Pellegrini, 2002)
Comprensione della dimensione dell’uomo
e la Geografia culturale
• Discussione sulla presunta oggettività della
ricerca scientifica: le stesse realtà sono
diversamente percepite e valutate da chi le
possiede o da chi le guarda dall’esterno, da chi
le domina e da chi le subisce. I diversi punti di
vista dei fruitori del territorio, fino ad allora
ritenuti ininfluenti, rispetto alla lettura scientifica
del territorio stesso, diventano invece il punto
focale da cui far partire ogni esame del reale. • (posmodernismo, indirizzo semiotico, indirizzo spiritualista, ecc.)
Verso la visione umanistica della geografia
• Quando?
• Anni Settanta/Ottanta
• Perché?
• 1. Sfiducia nei metodi quantitativi
• 2. Sfiducia nella rappresentazione analitica del territorio
• 3. Sfiducia nello Strutturalismo
• Nascita della Geografia culturale che si caratterizza fin dagli inizi per attribuire una funzione centrale alla coscienza e alla creatività umana e per esplorare i valori dell’esistenza umana impressi nello spazio geografico
• Geografia umanistica orientata sugli aspetti che riflettono una visione esistenzialistica dello spazio di vita.
• Più che di ‘geografia postmoderna’, allora, sarebbe forse più corretto parlare di ‘geografie postmoderne’, dal momento che la pluralità, l’indeterminatezza e la frammentarietà che caratterizzano il postmoderno si riflettono inevitabilmente anche nel campo disciplinare della geografia, producendo una serie di complesse diramazioni – basti ricordare, ad esempio, le geografie femministe, le geografie postcoloniali, la geografia post-marxista e la new cultual geography. Queste nuove geografie spesso condividono strumenti e approcci… Potremmo allora paragonare queste nuove geografie postmoderne a diramazioni che si abbracciano e si intersecano in continuazione…il campo d’azione di queste nuove geografie è particolarmente ampio; esso, infatti, si muove dalla costruzione dell’individualità attraverso le poetiche dello spazio alla questione ambientale, intesa come problema culturale, dal dibattito sul problema della descrizione, sintomatico della ‘crisi della rappresentazione’, a una ri-lettura del pensiero sociale e politico, e così via.
• (Minca, 2004)
Geografia culturale • Da quando
• Anni Settanta
• Opere paradigmatiche
• Yi-Fu Tuan, 1976; 1978
• Anne Buttimer 1979; 1993
• Herbert Lehmann, 1986
• Giuliana Adreotti, 1994-2002
• Luisa Bonesio, 2002
• Asserti
• La specie umana si distingue da ogni altra specie vivente per la sua capacità di creare simboli e di dedurne significati; la cultura è costituita dalle manifestazioni di questa prerogativa.
• La geografia umanistica o culturale consiste nello studio delle manifestazioni geografiche della cultura, cioè nello studio dei simboli, e dei relativi significati, attribuiti ai luoghi.
• Il soggetto diventa il protagonista della rappresentazione del territorio.
Geografia culturale: dallo spazio fisico allo spazio
vissuto, dal territorio al luogo
• Il territorio è considerato soltanto se e in quanto entra nelle dimensioni esistenziali del soggetto.
• (Impostazione morbida: I luoghi esistono di per sé, ma sono rilevanti per la rappresentazione geografica soltanto se vivono nel soggetto).
• (Impostazione dura: Il mondo esterno non esiste di per sé, ma soltanto nel soggetto, per cui i luoghi sono oggetto di rappresentazione soltanto in quanto fanno parte della sfera spirituale del soggetto).
• L’oggetto di interesse è il luogo (e non lo spazio o il territorio) fonte di emozioni nel soggetto.
• La rappresentazione dei luoghi privilegia l’emozione e non l’intelligenza.
• La rappresentazione si esprime attraverso una simbolizzazione, intesa come attribuzione di simboli a oggetti, luoghi e spazi, ognuno dei quali conduce a significati culturalmente rilevanti.
• I simboli costituiscono, in sostanza, metafore degli oggetti, nel senso che stanno al posto degli oggetti.
• Il simbolo non è finalizzato alla spiegazione, ma alla comprensione dell’oggetto (simbolo comprensione).
• La grammatica umanistica
• Il referenziale attraverso cui è indaga la superficie terrestre è il luogo
• La superficie terrestre è connotata da una tessitura di luoghi
• Il luogo è considerato come un sito di estensione variabile, da un monumento naturale, come un albero secolare, fino al centro storico di una città, che però possiede un’unica connotazione simbolica, vale a dire rimanda a uno specifico significato nella sfera esistenziale del soggetto.
• Un luogo è un sito fonte d’impatti emotivi
• Tipologia di luoghi: Topofilia, Eterotopia, Nonluogo, Luogo iperreale
La grammatica umanistica
• Al primato dell’oggetto, connotato
caratterizzante della grammatica razionalista, si
sostituisce il primato del soggetto.
• Alla impostazioni orientate a rappresentare la
territorializzazione come frutto di procedimenti
razionali da parte del soggetto si contrappone
l’analisi delle condizioni esistenziali del soggetto
in rapporto al territorio e, quindi, del senso che
lo spazio geografico e i luoghi acquisiscono
nei riguardi della sfera intellettuale e
spirituale.
Rappresentazione
dell’Italia nella carta di
S. Munster, 1544
Dal simbolo all’icona,
dalla rappresentazione a
bassa ambiguità alla
rappresentazione ad alta
ambiguità
Dal simbolo all’icona, la rappresentazione nella goegrafia
umanistica
• Uno strumento di rappresentazione della geografia umanistica : la
Mappa di Comunità
• La mappa di comunità è uno strumento con cui gli abitanti di un
determinato luogo hanno la possibilità di rappresentare il patrimonio, il
paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano trasmettere
alle nuove generazioni. Evidenzia il modo con cui la comunità locale
vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue
memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come
vorrebbe che fosse in futuro. Consiste in una rappresentazione
cartografica o in un qualsiasi altro prodotto od elaborato in cui la
comunità si può identificare.
• Viene in tal modo esplicitato un concetto “nuovo” di territorio, che non è
solo il luogo in cui si vive e si lavora, ma che pure conserva la storia
degli uomini che lo hanno abitato e trasformato in passato, i segni che
lo hanno caratterizzato. Vi è la consapevolezza che il territorio,
qualunque esso sia, contenga un patrimonio diffuso, ricco di dettagli e
soprattutto di una fittissima rete di rapporti e interrelazioni tra i tanti
elementi che lo contraddistinguono.
• http://www.mappadicomunita.it/
• Cos’è la mappa di Comunità
• La mappa è un processo culturale, introdotto in Inghilterra all’inizio
degli anni Ottanta e poi ampiamente sperimentato, tramite il quale
una comunità disegna i contorni del proprio patrimonio; è più di un
semplice inventario di beni materiali o immateriali, in quanto include
un insieme di relazioni invisibili fra questi elementi. Deve essere
costruita col concorso dei residenti e far emergere tali relazioni. Non
si riduce quindi ad una “fotografia” del territorio ma comprende anche
il “processo con cui lo si fotografa”.
• Predisporre una mappa di comunità significa avviare un percorso
finalizzato ad ottenere un “archivio” permanente, e sempre
aggiornabile, delle persone e dei luoghi di un territorio. Eviterà la
perdita delle conoscenze puntuali dei luoghi, quelle che sono
espressione di saggezze sedimentate raggiunte con il contributo di
generazioni e generazioni. Un luogo include memorie, spesso
collettive, azioni e relazioni, valori e fatti numerosi e complessi che a
volte sono più vicini alla gente che non alla geografia, ai sentimenti
che non all’estensione territoriale.
• http://www.mappadicomunita.it/
Cammino nelle orme dei miei antenati.
I miei antenati camminano sulle mie orme.
Cammino nelle orme di tutti gli esseri viventi.
Tutti gli esseri viventi camminano sulle mie orme.
Cammino nelle orme delle future generazioni.
Le future generazioni camminano sulle mie orme.
(Mantra Buddista)
Le mappe di
comunità,
mappe del cuore
strumento
preferenziale degli
ecomusei.
Proposta di rete
ecologica:
Ipotesi di rete
polifunzionale
Assi
esistenti da
potenziare
Assi da
realizzare
Barriere/Nodi
problematici
Proposta di Rete Ecologica per il Comune di Villa di Serio – ipotesi 2
Geografia razionalista e umanistica nel caso di Villa di Serio:
percorsi di territorialità virtuosa
LA STRUTTURA DEL QUESTIONARIO
Il questionario
La percezione La relazione I desideri e le aspirazioni
• La descrizione del paese:
• la propria percezione
• come si pensa sia percepito dagli altri
• Gli elementi simbolo del paese
• I ricordi
• I vissuti
• I luoghi che danno benessere
• La valutazione
• I cambiamenti
L’immaginario
• L’immagine mentale e ideale del proprio
paese
Spunti di analisi di geografia culturale, l’immagine collettiva
della propria realtà territoriale
L’immagine mentale e ideale del proprio paese “Se dovesse raffigurare graficamente il suo paese lo disegnerebbe così”
• Il 100% dei soggetti ha fornito una rappresentazione grafica che principalmente è stata di tipo puntuale cioè presenta un solo elemento per indicare il proprio paese.
• Gli elementi indicati dai disegni sono in stretto legame con il mondo affettivo e relazionale e infatti sono caratterizzati “dai luoghi di spazio di libero movimento dei bambini” che sono circoscritti ai loro limitati spostamenti.
Villa di Serio
Fascia 6-11 anni
Verdellino
• Fascia C (15-20 anni): il 53% ha eseguito la rappresentazione grafica del proprio paese.
• Gli elementi indicati dai soggetti di questa fascia di età, rappresentano, attraverso segni grafici, soprattutto gli aspetti problematici di un evidente vissuto conflittuale di integrazione sociale.
L’immagine mentale e ideale del proprio paese “Se dovesse raffigurare graficamente il suo paese lo disegnerebbe così”
Fascia 15-20 anni Verdellino Villa di Serio
Gli elementi indicati da questi abitanti, rappresentano soprattutto elementi geografici di tipo globale
L’immagine mentale e ideale del proprio paese
• la solitudine e il senso di isolamento
• la perdita di una parte della propria identità
• la centralità della piazza e della via
principale come luoghi simbolo
dell’aggregazione del tessuto sociale locale.
Villa di Serio Verdellino
Fascia 31- 45 anni
Sono raffigurazioni simboliche a
connotazione positiva dove non
emerge nessun vissuto psicologico
negativo.
Fascia 31- 45 anni
L’immagine mentale e ideale del proprio paese
Fascia G (oltre 60 anni): il 36% ha eseguito la rappresentazione grafica del proprio paese.
Gli elementi indicati dai questa fascia di età, sono “astrazioni simboliche” che evidenziano soprattutto:
• gli elementi della centralità del paese che sono stati raffigurati simbolicamente da un cerchio con in mezzo il sindaco e dall’altro il centro storico.
Fascia oltre 60 anni
Verdellino Villa di Serio
La crescita della cultura dei luoghi un processo che si dovrebbe riverberare
nella materialità dei nostri luoghi di vita. Il caso di Villa di Serio. Il tessuto
edilizio degli anni sessanta. L’attenzione è concentrata sul passaggio dell
traffico veicolare
La crescita della cultura dei luoghi un processo che si dovrebbe riverberare
nella materialità dei nostri luoghi di vita. Il caso di Villa di Serio. Il tessuto
edilizio degli anni settanta. L’attenzione si allarga al pedone.
La crescita della cultura dei luoghi un processo che si dovrebbe riverberare
nella materialità dei nostri luoghi di vita. Il caso di Villa di Serio. Il tessuto
edilizio degli anni ottanta. L’attenzione si amplia al decoro urbano mediante il
verde
La crescita della cultura dei luoghi un processo che si dovrebbe riverberare
nella materialità dei nostri luoghi di vita. Il caso di Villa di Serio. Il tessuto
edilizio degli anni ottanta. Il ruolo del verde e dei percorsi protetti e slow,
diviene centrale nella progettazione degli spazi urbani
La crescita della cultura dei luoghi un processo che si dovrebbe riverberare
nella materialità dei nostri luoghi di vita. Il caso di Villa di Serio. Il tessuto
edilizio degli anni ottanta. L’attenzione al decoro urbano mediante il verde
diviene centrale nella progettazione degli spazi urbani
La crescita della cultura dei luoghi un processo che si dovrebbe riverberare
nella materialità dei nostri luoghi di vita. Il caso di Villa di Serio. Il tessuto
edilizio del XXI secolo: le attenzioni applicate negli spazi pubblici
coinvolgono anche gli spazi privati.
La crescita della cultura dei luoghi un processo che si dovrebbe riverberare
nella materialità dei nostri luoghi di vita. Il caso di Villa di Serio. Il tessuto
edilizio degli anni ottanta. L’attenzione al decoro urbano mediante il verde
diviene centrale nella progettazione degli spazi urbani