Gemelli Careri Cina
-
Upload
marco-caboara -
Category
Documents
-
view
154 -
download
1
description
Transcript of Gemelli Careri Cina
20 Giro del Mondo
CAPITOLO TERZO.
Viaggio fino alla Città di Cantori , con la de*
feritone di quella,e d'altre, che mei
> cammino s'incontrano.
HAvendo determinato di pattare InJ
Canton , andai Giovedì n.a par-
lare al Generale Portoghefe , per farmi
fare dall'Upù un paffoporto, per ino aver
moleftia nel camminoàl qual prò mi(e di
ottenerlomi.
Venerdì 12. ufai la diligenza per avere
tinCinefe, che mi fcrviffe d'interprete
nella ftrada , e l'ebbi agevolmente per
poco prezzo.
Sabato i^uniramente col Procurato^
re della Città andai dall'Upù per ifpc-
dirmij ma gingnemmo in tempo, che
ftava colui ifpacciando le lettere per
l'Imperadore, le quali erano feri tte dalla
Città, e Mandarini, per cagion dcU'inca-
mìnarnento del Leone. Fu lafollennità
in tal forma . Ufcito in pubblico s'adire
l'Upù in una fediacon un defehetto avà-
ti coperto di feta , veftito con una vefte
lùga, alla quale era appiccato un già col-
lare ? che coprivagli le /palle, e lalciava_,
due
Dei Gè mei iu 2rdue ale
5 più iitrumenti , e voci confufc*applaudivano alla funzione anche colrimbombo di tre tiri di mortaretti, ftan-do 3o t ùnti in ala con varie infegne allemani , e ombrella ben lunga . Si pofe inginocchio l'Upù verfo un tavolino , do-ve flava la borza delle lettere per l'Impe-radore
, bafiando tre volte la fronte alfuolo , il che ripetè altrettante volte, le-vatofi in ogn'una in pie. Si terminò Ia_,
ccrimonia,corrcdo fuor la ftrada coloroche portavan gii rtrumenti,e T ombrella,per fari! la confegna in forma valida.,delle lettere al tiro d'altri tre mortaretti 2
iequaliavendo ricevute il Corriere fi
pofetofto a cavallo, e cominciò a cor-rere
5 dovendo ogni Mandarino per Ia_»
Aia giuridizione provvederlo di buonicavaili,fenza impedirlo,o rattenerlo.Siaffife dopo ciò il Mandarino , e fé aprirJe porte , che (lavano chiufe , ritirandoliquindi a poco dentro 5 per lo che non-»potei allora elTer ifpedito daU'lJpù.
Domenica 14. vi ritornai veftito allaCinefe , e preti congedo da Ini 5 dopoavermidatoilpaiTaportoperledoganejdel cammino, pcrcioch e io portava ro-be d'imbarazzo con uno fchiavo .
Lunedi ij. avendo tolta unaimbar^E 5 ca-
462 Giro del Mondopattammo il fiume di Xùayxò in ifcafa;
nella quale ci conduflero in ifpalla al-
cuni Villani ( forniti di (rivali) , che all'-
una, e l'altra riva (tanno continuamenteper quefto affare; perocché la fcafa noru»
può accodava fi . Tardi dellnammoin Ciancingoy , Villa pofta alla riva
dei medefimo, e la notte rollammo nella
Villa di Funiaciru,dopo 90. ly . Ella ben-
ché lenza mura, è grande, ed ha buone-»
piazze . Vi fono eziandio Tribunali; on-
de vi fi vede nel mezzo una /ala ben.»
grande,con più danze di legno, l'una fo«
pia l'altra: nondimeno fino al primo pia-
no è tutta buona fabbrica. Nelle porte di
quella fala erano più carcerati , con cate-
na ai piede, cuna grolla tavola quadrataai collo, che pefava circa cento libbre.
La Domenica 1 1 . non fi fece cammi-no, per far ripoi'are i cavalli ; onde,futaprendere una Tedia da' fervidori, andai a
vedere la Villa di Xùàncen. Il circuito
delle fue mura è di mezzo miglio in qua-dro , e dentro non vi ha,che calette co-
perte di paglia . Deefl però fapere, che il
lato riguardante Settentrione , è chiufodalle cime de' monti , ed è più lungo de-
gli altri tutti . Da quella parte fono al-
tresì le poche cafe $ perche nel rimanen-te
Del Gemella 46
j
te fi veggono campi coltivati*
Il Lunedi 1 2.definammo nella Villa di
Hyn chiechyen 5 ed avendo poi tutto il
giorno viaggiato per piani , e monti,Ia_*
fera in fine reftammo, dopo 90Ay, nella
Villa di Tinganxyen . Il circuito delle-»
mura non è più d'un miglio ; né in tutta
la Tua lunghezza v'ha , che una ftrada
buona,d'Ove fi fa mercatore vi fono buo-
ne botteghe, come ne' fuoi Borghi.
11 Martedi 1 $. ci ripofammo la matti-
na in. Cianciau-yen;e camminando fem-
pre perpaefi piani,giu°nemmo la fera in
Patein. Per cosi buona ftrada però , le
taverne fono molto cattive ; e mi con-
venne dormire in una medefima fianza
con un Tartaro ; il quale poiìofi, a letto
li fece batter la pancia dal fuo paggio, a_j
modo di tamburo a fine di préder fonno;
e cotal mufica replicofii la mattina trtj
ore prima del giorno . Si fecero in tutto
cento ly.
Il Mercordi 14. fidefinò nella Villa»»
di Lcanx-yen; efiendo palTati prima per
quella di Tienpù, ( ben grande, maaper*ta) dove fi redo il Tartaro,amico d'eflfer
battuto da' ragazzi . Ufcendo da Tiea-
pù incontrai un Mandarino, con grande
accompagnamento. Precedevano gran~>
car-
dittai e de* luoghi» e ielle famìglie »& anime 9 <chz~*
quello contiene* pag.Zo$.
Gap-Vii. Del celebre Governo dell'Imperio della Cìna>
diftinicione de' Mandarini >e de'fei fupremi Tribuna-ti di letterey e de'cinque d'armi, pug.z^l.
Cap.VIII. Diver/i altri Tribunali di Pekjnìdeile quin-deci Provincie>e Città dell'Imperio della Cimi. p.2$$»
Czp.lX.De'caratteri de'Ctneft: del loro ingegnosi abili'
td nelle arti liberali',? decloropiù principali libri.pi.zSz,
CapX. Della grande indurrla , e navigazione de-' Ci"
nefi. pag.$09-LIBRO TERZO.Cap-I. "T^X Ella Nobiltà, Imperio, Civiltà,Palitex.x.a
t
\ J e Cerimonie de' Cinefi, pag.^ip.
Cap. II. Altri cojìumi de* Cinefi. pag.^^6.
Cap III. Abiti» Armiì e Monete de' Ctnefi* prtg.$6$.
Cap.IV» Efequie de' Cine/i. pag.tfl*
Cap.V» Abbodanx.a,e Teperamìto diaria della Cina.^Sq-
Cap.VI* Origine de' Tartari Orientali»Jìabilimento de'
mede/imi nel Trono della Cina } e guerre indi ft guite
tiell* Imperio* pag*^Oz.
Cap.VIL Nobili qualità dell'animo di Cam-bi3lmpera-
dor della Cina, pagalo-Cap.VIII. Ricchezze delUlmperador della Cina.p.^l,
LIBRO QJJ ARTO.Cap.I. T} 1 torno inNancianfu per terra.pag<4<$7*
Cap. II. !!v Sì continua H viaggio fino a Kuan ceu 3 o
Canton'pag.^69. ^
Cap-III. Anno nuovo Cinefe > e celebrefe(ìa delli Lan-
terne, pag.481
*
Cap-IV» Si defcrive il pubblico accompagnamento del
Leamquam Tfuntò,o Vicario di due Provincie,ed altre
cofe ragguardevoli vedute in K.u*ceou>o Cantonp-^9p.
Cap.V . Brieve viaggio fino a Macao. pag.JoS*
Qap.VhRitorno in Canton,per altro cammino.pag.5 l$é
Cap-VII. Ritorno dell'Autore a Macao* pag 516.
Cap. VIIL Naufragio d'un Pelacchio , e maraviglio/o
[campo d'alcuni marina') del medefimo» pag.^ \9-
GIRO DEL MONDODEL DOTTOR
D. GIO: FRANCESCOG E M E L L L
Parte Quarta . Libro Primo.
CAPITOLO PRIMO.
Fondazione della Città di Macao , efue
Forte^e
,
5^* Giunto finalmente il tem-
po di entrare nel vaftifiì-
mo Imperio della Cina; e
* qui si , che vorrei pari alla
y grandezza di effo e lo mìe,
eia favella , per adeguata-
mente rapprefenrarlo a gli occhi,ed all*-
intcndiméto del curiofo Lettore; ma nòeflendo In me tanto talento , reflcrà egli
Tarte IV* A con.
n.)
ACGVIREDWITHTHESl/PPORTOFTHE
Research Library Coi/ncil
TUE GETTY RESEARCH INSTITVIE
^i 2006
7 9
%A^— *^ i-fi
(3 che,
I
May/iii '
5&&&I396SK9
GIRODEL MONDO
DEL DOT T H
D. GIO FRANCESCOGEMELLI CARERI,
T>AI{T E J^y *4 UT ^£
Contenente le co/e più ragguardevoli
vedute
NELLA CINA,
• »
in napoli;Nella Stamperia di Giufeppe Rofellì. 1700.
Con licenza de' Superiori,
Sttiuseft Munàum -peragróre,
quàm iffummet foffidere.
Scalig. Proverb 9 Arabie
ALL'ILLUSTRISS. SIC
D. GIUSEPPEDE LOS RIOS, MENPOZA,;
DE CORDOVA,Secondogenito dell'Eccellentifs. Signor Conte de~*
Fernan TS^u'ie^ , &c. Cavaliere dell'Ordine di
alcantara , Commendatore di Monteallcgre ,
Gentiluomo della Camera di S.M. del Configlio
fupremo di Guerra , Comandante dell'armata^,
& esercito Bacale del Mare Oceano , colle prero-
gative di Capitan Generale proprietario, ÒV«
ILLUSTRISI SIGNORE.
Ppena giunto in Cadice
di ritorno da'miei ulti-
mi viaggi , fui sì be-
nignamente ricevuto
dairEccellentiiììmo Signor Con-te Aio Padre nella propria cafa-»,
a 2 che
"
che da quel tempo ho fempropenfato di darli qualche piccolo
contraffegno della mia gratitudi-
ne, con dedicare o a lui, o al Si-
gnor D.Pietro fuo Primogenito, o
alla Signora D. Maria Terefa fua
figliuola Dama della Regina no-
flra Signora, o a V.S. lllufhifs.ftef-
(a qualche tomo delle mie rela-
zioni . E confiderando, che il Si-
gnor fuo Padre, per la matura co-
gnizione delle cofe del Mondo,non avea bifogno di ritrarne Isu
notìzia da'miei libri $ e ricordan-
domi>che il Sig D.Pietro fuo fra-
tello fiera in quel tempo ritirato
al fuo Stato, per continuar l'ap-
plicazione a'iludj ,sì delle lingua
principali di Europa, come a quei
dell'Aichitcctura militare , della..
Coi-
Cofmografia,edeIle altre faenze
Matematiche, e di ogni genere di
Storia , e di Politica , che nell'età
di ventitre anni il rendono un mi-
racolo degf ingegni , capace di
ogni più. arduo impiego, ficcome
ne fui bene informato da altri Ca-
valieri, che con lui più volte han
viaggiato nell'armata,non avreb-
be perduto il tempo in leggere i
miei foghi e perchè l'offerirli alla
Sig. D. Maria Terefa , mi avreb-
be potuto caufare il fofpetto di
ambire, per me^zo di lei, alcuna
mercè dalla Real grandezza: horifoluto per tanto di fame un do-
no a V.S. IUuftrifs. che con tanta
umanità moflrava di godere i
miei racconti , per le molte noti-
zie, che ella neavea apprefe co'
a 3 Tuoi
fuoìfludj, non inferiori a quelli
del Signor D.Pietro ,• e tanto più,
che la veggo già indirizzata a cal-
car le orme gloriofe di fuo Pa dre,
men carico d'anni , che difervigj
rendutialla Real Corona o fìa da'
teneri anni nello flato di Meninodella Regina 5 o fìa nel governoparticolare^ generale della Squa-
dra, e dell'Artiglieria $ o nella Ple-
nipotenza efercitata predo la Co-rona di Svezia^ o nell'ambaice ria_>
airimperadore , ed al Re di Polo-
nia nella occafione delle nozzejo
nella carica di Maeftro di Campogenerale delle Corte di Andai ufìa,
quando Capitan Generale era il
di lui Cugino l'Eccellenti^. Sig.
Duca di Seffa 5 o nel Configli o di
guerra affittendo in Corte 5 o go-
ver-
vernando, ed ereditando la Cafaj
della Signora Cóteffa proprietaria
di Fernan Nunez di ordine del di
lui Padre Signor Conte D.Diego
de losRios,y Guzman già dive-
nuto immortale , sì per la celebre
difefa di San Lucar dall'invafione
diCromuele, come per l'Amba-
feeria di Svezia, alla quale fu con
incredibilplaufo desinato dalla-'
feliciflima mem. di Filippo IV*
benché dalla morte lifufleftataJ
impedita . Ne mancano a V.S.
Uluflrifs. altri domeftici efempj di
fegnalato valore ne' Signori iuoi
Zìi, fratelli del Signor Conte fuo
Padre, cioè D. Diego , e D. Marti-
no; l'uno illuflre per la difefa di
Cartagena nell'India, ove gover-
nava daGovernadore, e Capitan
a + gè-
HHHHHI
genérale;é l'altro Maefiro diCam-po più antico nella Fiandra Tea-
tro della di lui fortezza, come Io è
oggi del valor del Signor D.Fran-
cesco de los Rios,y la Tour de Ta-
xis fuo Cugino . che e per 1 propr
j
meriti, e per quelli delia Signora»,
fua Madre de'Principi dellaTour,
y Taxis, non folo Nipote de'mag-
giori Signori dell'Imperio, ma^
anche per la ftretcezza con quella
di Hegmon, della Palatina, e dell'
Auguftiflìma d'Auflria: deve mol-
to fperare dalla Real munificeza.
Ne debbo paflar fottofìlenzio la
Eccellentiflìma Signora D. Cate-
rina Zapaca de Sylva fua Madre,
figlia degl' llluftriflimi Conti di
Baraxas ,y Canina , unica moglie
di fuo Padre, per aver quelli volu-
to
to menar vita vedovile , conser-
vando l'affetto indicibile,che por-
tava alle Angolari virtù di quella
gran Dama , la quale mentre viffe
fu Ja norma di una pietà illibata,
come nioftiò il di lei cadavero,
che quattro anni dopo morta tra-
sportato dalla Chiefa de'Scalzidi
S. Francefco di Baraxas per collo-
carlo in quella di S.Marina di Fer-
nan Nunez fu ritrovato intatto :
e(Tendo emula delle virtù di S.Fra-
eefeo Borgia fuo congiunto per
la cafa di Gandia,e per quella de-
gli Eccellentiflìmi Duchi di Pa-
ftrana , la cui figliuola ne fu la
genitrice > per la linea poi di Fer-
nan Nufiez avvicinavali molto di
fangue a San Ferdinando Re di
Gattiglia , ed a San Luigi di Fran-v eia;
MUtiail HHieia? e per amedue i lati a S.Dome-nico di Guzman , eflendo sì la Si-
gnora Contèfla , come il Signor
Conte nipoti degli EccelIenriflL
mi Duchi di Medina Sidonia. :
dalla cui Cafa deriva una rara /li-
ma in V S- Illuftriflima , poiché la
Signora Conteflfa Tua madre fu fo-
rella bifeugina della cugina de*
Re di Portogallo, attuai Regina-»
vedova d'Inghilterra . Con che
vedefi , che ella con i fuoi fratelli
o fi ragguardi il ceppo paterno, o
materno , può vantar la parentela
con i primi Signori della xMonar-
chiadi Spagna, e con i più alti
# Principi di Europa . Ma non è
quefta volta la prima, che la Cafa
di FernanNunez effi veduta colle
Corone erettamente unita di
fan-
fangue^ avvegnacchè la Signora
D. Beatrice Carrillo di Cordova^
Seppellita in Cordova fteffa nel
Coro del Convento delle Mona-che di S.Bernardo, jufpatronato
de'Conti di FernanNunez,è quar-
ta Avola del Signor Conte fuo
Padre,cugina per la confanguini-
tà della Madre del Re Ferdinan-
do QuintOjche uni quello Regnodi Napoli agii altri della immor-
tai Corona di Spagna, per effer fi-
gliuola di D. Martino Alfonfò
di Cordova Signore di Monte-
maggiore, y Alcaudette , la cui
Cafa è oggipofleduta dall'Eccel-
lenciilimo Conte di Oropefa per.
mezzo di fua Madre , e di D. Ma-ria Carrillo figliuola del Conte di
Cabra, e forella di D. Marina pri-
ma
ma moglie dell'Almirante D. Fe-
derigo Henriquez , Genitori am-bedue della Regina D.Giovannad'Aragona madre del Re Ferdi-
nando, che in confeguenza era-,
fratello bifeugino di D. Alonzo
de los Rios, y Cordova decimo Si-
gnore di FernanNunez, quarto
Avolo di V.S Illu{lri(fima,che per
le molte linee Reali 9 che concor-
rono anche ne* fuoi Genitori è
ella nipote di quafi tutte le cafe
delli Re di Europa, come di quel-
la di Cordova , donde ufcì per
fémina la Cafa di Fernan Nuiìezj
e dopo, che entrò nella giurifdi-
# zione de los Rios quella di Fer-
nan Nunez fi contrade anche nel-
l'Imperio la parentela con molti
Signori, come fi è iJ Principe di
Arem-
Aremberg,e Duca preferite d'Ari-
fcot.Ma acciò non mi abbarbagli
lofplendore di sìilluftri Genea-
logie,!™ rimango fra gl'in chiofìrl
eruditi di D. Luigi di Salazar, yCadrò, Cavaliere, e Comendato-
re dell'Ordine di Calatrava , Cro-
mila maggiore dell' Indie , e Abi-
tante della Camera Reale, che-»
nell'anno 1682. ftampò il Cata-
logo della Cafa di FernanNunez:
ove maravigliofe opere propon-
gonfi a V- S. Illuftriffima da emu-
lare o in pace fra le Prelature, e le
lettere , o in guerra fra' primi Sol-
dati, e Guerrieri, che abbia mai
veduti la milizia . Per lo che non
e fuori di propofito dedicarle la-,
mia Cina,che di prefente è egual-
mente letterata, che guerriera.:
qua-
Qualità, che ambedue miranfi no-
bilmente inneflate al fuo genio;
Onde non so fé al crefcer degli
anni avrò da ammirare V. S. Illu-
ftrifs. più carica d'infegne Eccle-
fiaftiche,che Militari. Comunqueegli fi fia : godrò , che la fua virtù
cófervi viva nel Mondo la memo-ria de* fuoi maggiorile coloro, che
han da venire abbiano a prendere
dalle fue opere refempio,come
va ella feguendo quello de glorio-
Antenati . Ed intanto conferman-
do a V.S.Illuflrifs. la mia divozio-
ne, e pregandola ad umilmente
riverirmi rEccellentifs.Sig.Conte
fuo Padre, le bac. divoramento
le mani.[Napoli a dì 2Ai Febbraio 1700.
DiV.S.IlI.Divociffimo Servidore
CiolFrancefco Gemelli Careri»
INDICE DE'CAPITOLILIBRO PRIMO.
Cap.I» T7 Ond.ix.ione della Città di Macao, e fue FifX7 tex.x.e-pag.1.
Cap»IL i
riaggio infruttuofo de* Portugbefi}e naturali di
Macaofatto al Giappone per rijìabilirfi nel commerci*
perduto nell'ultima perfecumione de' Cnfiiani* p*g-9'
Q,2^Xl^f Viaggio (ino alla Citta di Canton ycon la deferi'
x.ione di quella , e d'altre, che nel cammino s'incontra'
no. paggio»
Cap«lV. Navigazione fin 'a Nànyanfù. pag.^J
.
Cap«V. Cammino nectffario di 'Terra per imbarcarfi
'
}C0t$
la deferitone del gran Canale della Cina. pag. q.}»
Cap«VI« Navigazionefino aila Città di Nancianfu Mt-tropoli della Provincia di Kianfi. pag.$$.
Cap- VII. Si continua il viaggio fino a Nanfon. pag. 6^.
CapVIII. Deferitone della Imperiai Città di N.an-t
kjn-pag.p^,
Cap«IX. Si continua il viaggio per terra fin alla Regia
di Pekjn.pag.g^.
Cap.X. Deferitone della Città di Pek.*» » e del Palagio
1 mperiale. pag. 1
1
2«
LIBRO SECONDO.Cap* I» "D Refentanione del nuovo Calendario, Udien-
Jf *.a data all' Autore dall'Imperadore delltua
Cina: e cerimonie>cbe ufanfi da' Mandarini nelle pub-
bliebefunzioni* pag. 127.
Capali* Breve viaggio per veder la gran muraglia delfa
Cina: e deferitone di quella, pag. 14$
•
Cap«IIL Comparfe dell'Imperador della Cina in public
co*pag>\^j,
Cap«VI. Religioni dell'Impero della Cina.pag.i52-
Cap-V» Pltimaperfecuzion della Religione Cattolica-}
nella Cina, e felice reftabilimento di quella, pag^ì-75*
(,ap-VL Dell'antichità del Regno della Cina, deIla fit-
tati ibefatt del loro Imputo i Qinefi f del numero delle
Cut
dittai e de* luoghi, e della famiglie »& anime , eAe>quello contiene» pag.2o$.
Cap«VII. Del celebre Governo dell'Imperio della Cina,
diftintùone de* Mandarini, e de'fei fupremi Tribuna-
ti di lettere, e de'cinque d'armi, pag. 2}l.
Cap'VIII. Diverfi altri Tribunali di Pekjn,dclle qstin*
deci Provincie,e Città dell'Imperio della Cina. p.25$*
Cap.IX.Z??1
'caratteri de'Ctnefi: del loro ingegnosed abili-
tà nelle arti liberatile decloropiù principali libri.p. 282,
CaP'X. Della grande induflria > e navigazioni de' Ci'
nefi.pag.i09.LIBRO TERZO.Cap-I« T^\Ella Nobiltà, Imperio t Civiltà,Pulitex.K.At
\ mJ e Cerimonie de' Cine/i, pag. 3 1 9.
Cap- IL -Altri cojìumi de* Cinefi. pag.^6.
Cap III. Abiti* Armi, e Monete de* Cinefi. pag.$6$.
Cap.lV« Efequie de' Cine/i. pag.372.
Cap.V. AbbÓdanx.a te Teperamèto d*aria della Citta.^Sq-
Cap.VI* Origine de' Tartari Orientali,Jìabilimento de*
medefimi nel Trono delia Cina , e guerre indi feguite
nell'Imperio. pag'^Oi.
Cap.VII- Nobili qualità dell'animo di Cam-biìlmpera-
dor della Cina, pagalo-Cap.VIII. Ricchezze delÙImperador della Cina.p.^t,
LIBRO QJJ ARTO.Cap.l. "P> 1 torno m Nancianfu per terra.pag-W7.
Capii-£v Si continua il viaggio fino a ìLuan ceu >
Canton'pag.^69.n
Cap-III. Anno nuovo Cine/e , e celebrefe(la delle Lan~
terne, pag.481
.
Cap-IV» Si deferìve il pubblico accompagnamento del
heamquam Tfuntò,o Vicario di due Provinotela altra
cefe ragguardevoli vedute in KuSceourt Cantvnp.^99.
Cap.V'
. Brieve viaggio fino a Macao, pag. 508.
Cap.VI. Ritorno in Canton,per altro cammino.pag.% I $*
Cap-VII. Ritorno dell'Autore a Macao, pag 516.
Cap. Vili- Naufragio d'un Pelacchio , e maraviglio/o
(campo d'alcuni marina] del medefimo* fag.^i9'J " * GIRO
GIRO DEL MONDODEL DOTTOR
D. GIO: FRANCESCOG E Ai E L L L
Parìe Quarta . Libro Primo.
CAPITOLO PRIMO.
fondazione della Città di Macao , efue
Fortezze
.
5V Giunto finalmente il tem-po di entrare nel vaftiflì-
mo Imperio della Cina 5 e
\ qui si , che vorrei pari alla
grandezza di efifo e lo ftile,
eia favella , per adeguata-
mente rapprcienrarlo a gli occhi,ed all'-
intcndiméto del curiofo Lettore; ma nòeffendo In me tanto talento } reflcrà egli
T&ne IF» A con^
2 Giro del Mondocontento della mia femplicità . Co»min-ciando dunque da un de' Porti di que-fto Impero, che è Macao, ove diri-ma Io approdai; è da ridurre a memoria,che Macao vuol dire porto in lingua Ci-
nefe,ed in altra maniera dicefi Ama-Gao, così denominato dall'Idolo di que-flo nome, che fi adorava in dcttolu ogo.£'ncllalughezza di 1 4 i.gr.e latitudine di
J22.E* porta la Città nella punta d'um'Ifo-
Ja della Provincia di Canton detta Hoei-cheujla fua figura è come d'un braccio,
bagnata per ogni lato dall'acque ma rine,
fuor che in quella parte,che fi cògiugnecoll'omero . Il fuo fitoè ineguale fra_,
monti , valli , e piani ; le Aie cafe fonoalla maniera d'Europa ben fabbricate: le
Chlefe a riguardo del paele ottime, c_>
particolarmente quella del Collegio de'
Padri Gcfuiti, che tiene un famoio fron-
Xefpizio ornato di buone colonnelli-»
quella Chicfa fi conferva lapreziofitfì-
ma Reliquia di S.Franccfco SavcriOidal-
l'offò dell' omero fino al gomito del
braccio dertro, cùe il tagliò «1 Santo. LeChiefe poi de' Padri Agoftiniani , di SanFrancc/co, di San Lorenzo, della Mife-ricordia, e delle Religione fono con_»
molta decenza fabbricate , ed abbellite,
le
Dei Gemeiii, 3
le ftrade della Città fono tutte fclciatc*,
perche la pietra non manca .Farà 5. mi-
la, e più anime di Portoghefi,e fopra 15.
mila di Cinefì.
Son più di cento e dieci anni , che fu
cominciata da'Portoghefì ; poiché ve-
nendo da Malaca , e dall'Indie a contrat-
tar co Cinefij fopra ggiunti dal rigor del-
ia fìagione alcuni vafcelli miferamente_>
perivano,per nò tener ficuro porto nelle
vicine Ifole di Macao 5 onde dimandaro-no alcun ricovero per ifvernare fino a
tanto , che la ftagione loro permetterle il
ritorno : & i Cilici! per fuo proprio uti-
le diedero loro quello angolo di terra-,
faflbià, occupata da' ladroni , purché gli
fcacciaflcro, come fecero. Dal principio
fi permifero loro cafedi paglia, ma poi
corrottili Mandarini,non folo le rerono
di buona fabbrica, ma vi ereffero fòrtez-
zejeiTendovenc una alla bocca del porto
detta della Barra,con un muro,che alila
su va a terminare alla Pegna ,cheè un_j
Romitaggio de' Padri Agofriniani lui
monte ; l'altra , ch'è la maggiore , dicefl
del Monte, per efler collocata mila più
alta cima di una montagna . Di più vie
un Forte eminente , detto di Noftra S^gnora della Ghia
.
A 2 Prefe
^ Giro del MondoPrcfe granchio Filippo Ferrano > che
nel Aio Dizionario Geografico ferivocffere fiata quefta Città del Re di For-
vio Ma- toga^° >e ehe nel 1668. fuflfe fiata efpu-
«aiioi, gnatadalTlmperador della Cina, ed a
lui ruffe foggetta ,• mentre fin dal princi-
pio della fua fondazione non pati alcun
mutamento, cfTendo Colonia de' Porto-
ghefi per antica concefiìone dell'Impe-
radore,acui non folo pagano l'annuo
tributo , ma anche la dogana delle mcr-catanzic, e la mifura de'vafcclli , quan-
tunque fcarichi di robe, nella maniera^»
ftefia che fafiì a quelli de' Morino degli
Inglefi ; né può entrare , o ufeir Barca_>
fenza licenza de' Cinefi, che guardano
la bocca del Porto
.
Non ha vettovaglia per foftentarfi un
giorno quello picciolo recinto fattoio di
tre miglia , ma tutto viene dalle popo-lazioni Cinefi , che tengono come ferra-
ti i Portoghefi in un carcere 5 avendochiufo quel poco di terreno dal Mar
• grande al picciolo con un miiro,e porta,
chedifferrano i Cinefi, quando loro pia-
ce, e gli fanno morire della fame ogni
volta , che vogliono . Per altro il paciodella Cina è si abbondevole,che con una
pezza da otto di pane ( che è il migliorodel
D £ L G E M E L L I. 5
del Mondo ) fi può vivere per mezzoanno.Permettono i Cincfì , che la Città di
Macao , in quanto appartiene all'amati*
niftrazione della Giuftizia, Ha ella da_/
Portoglieli governata ; ed i Criftiani pa-
gano per quefta permifTìone un tributo
annuo di 600. Taes , che ogn'uno di eflì
agguaglia il prezzo di3carlini 15. napo-
letani, oltre il diritto,che traggono dalla
Dogana, che li tiene da un Mandarinodetto Upù ; e fan pagare , come Ci diflfe,
anche la miiiira de4
vafcclli , fecondo la
loro grandezzate del più picciolo nonfi paga meno di mille Taes . La giurifdi-
zione si civile, come criminale è gover-
nata da un Vidor desinato dalla Città,
Tempre che non è offeio alcun Cinefo,enei politico da un Capitan generale de-
p utato dal Re di Portogallo; e nella ftef-
fa guiià nello fpiritualc da un Vcfcovo
.
Tutti quelli Ufiziali,e Miniliri fono mà-renuti dalla Città, che dà una pezza daotto il di al Capitan generale , e tre mila
per lo trienniojal Vefcovo 5oo.alli Capi*
tani 1 5 . ed a* Soldati a proporzione 5 efi-
to,chc pagali dal ritratto del io.pcr 100.
che prende dalle merci Portoglieli , e 2.
percento dal danaio. Mentre il Re di
Ai JPoi:'
6 Giro del MondoPortogallo tutto che gli lì permetta di
deputarli Capita generale in quefro pic-
ciolo luogo , non però paga un bajocco
al medclimodi provvigione.
Oltre di tali gravezze , a cui foggia-
ce quefta poveriiTìma Città,debbon(ì al-
leluiare,;: regalare ancor tutt'i Màdari-
ni , che vengono di Canton, e ciò nonfotti con poco di/pendio. L'Upù , che_>
nuovamente venne , comandò tolto,
che fi uccideffe una vacca per mangiar-
ne un poco, e rifocillarli della fua indi-
fpofizione, rtantechei Cinefi l'hanno in
conto di delicata, e (aporofa vivanda.
Tutto il capitale, e rendita sì dclla_»
Città, come de' Cittadini di Macao è
fondato nelì'incoftanza del Mare , poi-
che ogni /otte di pedona attende ali'c-
(crcizio della marinaria; e la Nobiltà per
mezzo di coftoro traffica il fuodanajo,
dandolo ad interefie , o mandando mer-caranzie, ovvero pani d'oro per cam-
biarli hi pezze da otto in Goa -, poiché in
Macao non tengono terreno perfemi-
narvi quattro piieili ; nulla di manco fo-
no da Dio provveduti, faccende loro
menare una vita affai abbondante, men-tre lor viene da' contorni tutto il bifo-
gnevolci e fi trattano cosi bene , che la_j
mcn-
Del Gemèlli. 7mcnfa non refla mai priva di confezioni,
che Cogliono fquifitamente comporlidalle donne; e con verità pollo direch'in
nell'una parte ho mangiato cosibeno,come in Macao; fa pendo quelle donneaimbandir tavole da Re, e foddisfare adogni buon gufto.
Quando fioriva il commercio del
Giappone, era sì ricca quella Città,chopoteva lastricare le Irrade d'argento 5 madopo l'eccidio di tanti Criftiani , ferroffì.
affatto il traffico di Nangafache per gli
Portoglieli : poiché a pena di morte èminacciato chi approda a quel porto.
Cosi colla macanza del negozio fuddet-
to, gli abitanti di Macao caddero nella»»
povertà, che ora fperimcntano , non re-
cando lor di capitale,chc cinque vafcelli
per foftentare la Città tutta ; li quali alla
fine non riportano quell'utile di trecen-
to per cento, che dava loro il Giappone,ma molto poco; e meno farà con l'ere-
zione della nuova Compagnia dell'In-
die, che lor proibifee la moltiplicità de'
porti, e generi di mcrcatanzic.
Venerdì 5. venne a vedermi il Padre
D. Gregorio Rauco Leccefe ChericoRegolare, che paisò nella Cina con inté-
pimento d'entrare nell'Ifola di JBorneo,
A 4 Sa-
$ Giro DEt MondoSabato 6. principiò una gran pioggia
inficme con un gran vento.
Domenica 7. dimoftrò il vento prin-
cipio di Tifone , rendendoti" la notte*molto violento; però, grazia al Signore,
non pafsò più oltre la Tua violenza . Limeli di Giugno, Luglio , Agofto, e Set-
tembre fi teme grandemente de'mento-
vati turbini , cflendovene accaduto unotre anni prima , che rotando per l'aria»,
portofiì via i tegoli delle cafe,ed alzava»»
pietre, che quattro uomini non avereb-
bono potuto muovere, atterrando più
cafe, e rovinando ildormitorio di S.A-
goftino.Non ogni anno però foggiacelo-
no allo fleiTo flagello.
Per la tèda di S. Gaetano il detto P.
D.Gregorio definò con 'altri amici nel
fiidetto Convento , complimentati dal
P. Priore . Continuò la pioggia ncil'i-
ftefla maniera Lunedi 3.fenza punto cel-
iare il vento ben'impetuofo.
Martedì 9. andai a veder rapprefen-
tare una commedia alia Cinefc 5 quefta_>
ia facevano fare quelli della vicinàza per
Jor diporto in mezzo d'una piazzetta»
Era porto un tavolato ben grande per ca-
pire 3Q. perfonc fra uomini , e donno,cJie rapprefentavano ; e benché io non-»
l'in-
l'intenderti , perche parlavano in lingua,
Mandarina, o di Corte 5 nondimeno alli
gefti , e maniere comprefi , che rappre-
icntavano con grazia, ed abilità. Era_>
parte in iftile recitativo , e parte cantata,
accordando colla mufica la varietà degli
finimenti d'ottone ,c di legno , fecondol'efpreffion del Còmediante. Éran tutti
veftiti affai bene , e gli abiti erano ricchi
d'oro, che mutavano ben fpeflò . Duròquella commedia dieci ore , terminando
con le candele; poiché finito Tatto fi pó-gono a mangiare i Commedianti^ fpef-
fe volte gli afcoltanti fogiiono far lo
fteflfo. Mercoledì io. ripeterono i me*defimi altra commedia in cafa dell'Upù-
o Doganiere.
CAPITOLO SECONDO.
Viàggio infruttuoso de'Tortoghcft , e naturali
di Macao fatto al Ciapp one per riflabilirji
nel commercio perduto nell'ultima
perfeew^jone de'Crìftiani»
PRocurarono i Cittadini di Macaoriftabilir più volte la corrifpondenza,
e negozio co* Giappone!! ; però Temprein vano, mentre queftioftinatamente in-
durati
io Giro del Mondofurati ììcotcntaron perdere più torio kmigliaia di feudi,ehe quei rettavan dové-do,che amicar/egli di bel nuovo ; poichéha giurato per gli loro Dii di nò ammet-tere più Criftiatii nel Jor paefe,e venédo-vi trucidarli irremiilìbilmète . Per torre
affatto la cagione d'introdurfi Criftiani
fotto il manto d'altre nazioni , furonoconfiggati dagli Olande-fi ( che voglionoefier foli nel guadagno ) di porre nella_»
porta dello sbarco un CrociiìiTo fui fuo-
Jo,acciòche conofeafi fc fotto abito men~tito vi Ila Crirtiano; poiché queftiricu-
ferà, o tituberà almeno nel calpeftarc il
Crocifitto per entrare Jn Nangaftche_>porro del Giappone . Cosi dunque gli
Olandefi Ci firabiiirono nel lor negoziocoll'cfclufìone degli altri, facendo cre-
dere a'Giapponcfi , che eglino non fotter
Criftiani ; non avendo fcrupolo per l'in,
tereffe del traffico di calpestare la Santa
Immagine. Il che non vollero fare gl'In-
glcu\£d è tato ciò vero,ch'io ho veduto,e parlato nella Cina co un Cinele, che midifCc averlo calpeftato; e fattoli Criftiana
in Naakin li accusò di fimile empietà.
Fece però l'ultimo tentativo la Cittì
di Macao , non ha molti anni : efponen-
doii alcuni ìiioi Cittadini co intrepide^
za
De l G e me ti. r. il
za a morire , o a guadagnare colla forzadel benefìcio gl'indurati cuori Giappone-ii,perfuaii , che Iddio avcfle difpoito pei-
un'accidente di far di nuovo inalberar J«i
Croce in quel vailo Impero; ed ii caio fi
finche naufragò a Febbr. 1635. correndotempera una fune , o barca Giapponefe,ch'andava per 1*1 fole carica di tabacco,
dando a traverfo nelle vicinanze di Ma-cao, fcnza pericolare ne (Tuno delli 12.
Giapponcii , che la governavano . Fédunque la Città fovvcnir coloro, c_>
vendere la barca , e rnercatanzia perdar loro il ritratto. Avuto poi fra lor co-
figlio, (limarono tutti ciò ottima con-giuntura per tentare il riftabilimentoin
quell'Itale : del cui parere furono anchei Padri della Compagnia.
Noleggiarono per tal'efFetto tanto la
Città , quanto i PP. Gcfuiti un vafcello
a fpefe loro; /òpra ài cui imbarcati i
Giappone!], fecefì vela a 13. di Giugnodi detto anno per Nangafache; e giunfe-
ro a 2.di Luglio di notte in quel porto;
ed all'ideila ora venne un Mandarino a
bordo del vafcello(che il nomava S. Pao-lo) con un Droghemamo Interprete , e_>
quattro Scrivani ; uno de'quali era man-dato dal Govcrnadorc dtu'arni , il fe-
tori-
12 Giro del Mondorondo da quello del politiconi terzo dal-
la Città , cd.il quarto dal Giudice della
Religione, per iscrivere fcparatamente_>
gl'interrogatori , che faceva l'Interprete
in lingua Portoghese, e le rifpofte , chejdavano gli fletti Portoglieli, acciocché
non vi fuffe inganno . Si pofe il Droghe-man inginocchio™ avanti il Mandarino.
Ne ftimo io , che mai la diligenza di
prudente, e Icaltro Giudice potette far
tante interrogazioni fìfcali , per far cade-
re il reo a confettare il delitto , quante ne
facea il Mandarino per far confettare a*
Portoglieli la notizia dell'antico divie-
to, che vi era fotto pena della vita di nòaver ad approdar ìc^ni Criftiani nell'Im-
pero del Giappone, ed approdandoci il
a vette a praticare il gattigo dovuto . Macolloro conofeendo il difegno del Man-darino, non caddero nella trappola, ri-
spondendo giudiziofamente alle tantc->
domande , (tempre negando la fcienza_»
della proibizione . In fatti furono i
Portoghefi domandati del tempo del
naufragio della barca ; in che quartic-
ro vittcro in Macao li 1 2. Giapponefi 5 fé
colà, o nel vafccllo praticattero con Cri-
fliani; cchecofa defidcrava da loro la_»
Città di Macao 5 fé nel vafccllo vi erano
vec-
Del Gemelli. i 3
vecchi, che fi ricordaflfero dell'avvenuto
co'Criftiani,e' Giappone^; ed altre cofe,
che per brevità fi tralafciano ; Spenden-
doli molte ore in fimili domande si dal
Mandarino , come da'quattro Scrivani,
che feparatamentc le fcriiìero, per ripor-
tarle a? loro Superiori . Prefo in fine il
numero della gente, elamifura del va-
scello, partiflì il Mandarino con tutti co-
loro, che conduceva feco.
Ubbidifcono con piggior condizio-
ne de' Schiavi i Giapponefi plebei a'
Nobili , ed a'Mandarini 5 perciòche nonardifeono loro di parlare, che genufletti
con la faccia a terra, portando le ma-ni giunte alla fronte , e slargandole ver-
fo.il Mandarino in fegno di riverenza..»;
il che praticava ad ogni rifpofta del Ca-pitan del vafccllo il Drogheman.E qua-
do un Mandarino s'imbarcarle in un le-
gno , dove fuficro mille perfone , non_»
fi udirà una parola , tutto oprandoli
per legni : e comanda il Piloto con una
carta , o ventaglio in mano , fegnando a
delira , o a finiftra per regolarli il Timo-niere .
Si parti il giorno feguete in un Palan-
kin il Mandarino per Amiaco a dar co-
tezza all' Imperadore dell'arrivo del va-
fccllo
H I
14 Giro del Mondofeci lo Portoghefe; ed in tanto fi manda-vano dalla Otta i rinfreschi con moltacoltella, facendo lor fa pere, chediman-daffcro pure tutto ciò, che facca loro In-
fogno , che ne farebbono provveduti 5 e
benché i Portoglieli non fi fpiegaflero,
nondimeno da sé i Giapponefi manda*vano quanto loro abbisognava .
£ra di dì , e di notte circondato , e_*
guardato il vafcello da io. fune, le quali
fon barche del paefe, fornite di gente dagucrrared invigilano,acciòchc niuno de*
Portoglieli mctteife piede in terra :ed in-
ficine accioche no fi facefle gitto di cofìi
alcuna in mare; poiché un giorno, chefcappò un' Anitra , furono più fune in_»
buica della medefima[ per più ore ; oprefa , portaronla legata al Govcrnado-re.che la rimandò, incaricando loro,chc
ftelTerocon vigilanza a non fard fuggi-
re animale alcuno; volcndo,che in pre-
senza de' Soldati ancora fi gittaflero le_>
immondezze al Mare.Il dì feguente dell'arrivo de' Portoglieli
vennero gli Olandcfi in una barchetta a
bordo dei vafcello, giudicando che fufle
nave di loro nazione ; e veduto ch'era
Portoghefe , ed intefo il motivo della_»
venuta, fé ncrirornarono,diccndo,che_>
iti
Del Gem ex t r. I %
in quel paefc era neceflfario parlar la ve*
rità.
Non è la fattoria di Nangafacche in_>
quella libertà, che altrove è il commer-cio degli Olande!] ; né in quello porto èsì autorcvole,comein altre parti;poichè
capitandovi vafcelli, fubito viene un»»
Madarinoad annoverar Je perfcne,e ri-
portar in terra le vele, e'1 timone.Quàdovi muore alcuno , lì deve riconofcereil
cadavere per lo Mandarino prima di fe-
pcllirlo. In maniera che effendo fei anni
fono mancati due marinari , che pofero
piede in terra , giudicciTì , eflere (tati
due Padri della Compagnia di Giesù»
che in tal modo fi apri (Tero il palio a
quei Regni; ma coito molto dcnajo per
occultare cotal fuga , corrompendoliMandarino co fare apparire due tu moli
di morti 5 di modo che oggidì nelle navi
del Giappone non ricevono gli Olandcli
alcun forcltiero,ma i foli naturali d'01à«
da, con giuftificazione della contrada^,
del Padre , e della Madre. Né gli Olan-
dell tengono comunicazione colla Cit-
tà , ma le ne franno nella loro fattoria.,,
polla in uno fcoglio ferrato di mura,che
tiene due porte: una dalla parte del por-
to,per imbarcare le mercatanzie,la qua-
le
i'5 Girò del Mondòle fi ferra con cinque fuggelli,partitn va-
fcellli , per non aprirli a pena della vita_,$
l'altra , che comunica colla Città, guar-
data di continuo ; non permettendoli il
commercio co'Giapponelì , fé non fej
una volta l'anno , che danno il pailapor-
to alla perlbna dcftinata per pattare in->
Amiaco a vifitarl'Imperadore in nomedella Compagnia.Dopo 35. giorni ritornò dalla Corte
il Mandarino ;. effendolì indugiato quivi
per la diftanza di 1 20. miglia , che vi hida Nangafacche . Tanto egli , quantoaltri Mandarini fcrivani , ed interpreti,
vennero a bordo del vafcello Portoghc*
fé 5 e diflìmulando l'andata in Amiaco,ferono a fapcre al Capitan di quello,che
l'imperadore , e fuo Configlio non ave-
va contezza dei loro arrivo j ma che co-
municatoli al Segretario di fiato, colui
fi caricò di tal* affare , per non poterli
parlare al Re. Che perciò eglino poteva-
no andarfene via; imponendo loro , chenon ritornafTero per innanzi all'lfolc per
qualfifia cagione; mentre per allora per-
donavano loro , e davano la vita in ri«
compenfa del benefìcio, che aveano fat-
to a' loro Cittadini : i quali conduflTeio
in Nangafacche fenza faperfi fc l'avelle-
rò
Del Gemelli. 17ro fatto morire . Dopo quefta rigorofa
proibitione, dimandò il Capitan Porto-
ghefeper mezzo dell'Interprete, fé maidi nuovo naufragalTe altra barca diGlap-
poneil nel lor paefe, che dovrebber egli-
no fare : alla qtial domanda non mai fu
da ta rifpolla.
Dopo letìfero l'ordine deirimperado-re, che riceverono per lettera del Segre*
tario :ed ogni volta che il ripeteva il no-me dell'Imperadore , i Mandarini fi po-nevano inginocchione.In fine allignato
loro il tempo alla partenza , diflero, cheavvertilTero ciò che faceva lor di bifo-
gno per provvederli j.avvifando loro an-
cora, che fé per di/grazia convenirlocoftretei da tempeila ritornare in dietro,
veniffero in Nangafacche : e che 11 guar-
darTero di andar in altra parte, perche^
correrebber pericolo nella perfona. Riti-
randoli i Mandarini, rerono da più fune,
barche rimorchiare il. vafcello fuor
del porto della Città un tiro di cannone*
dove ftiedero un mefe e mezzo , atten-
dendo ia (ragione : la qual giunta , nel
giorno riabilito, condutlero loro i Giap-
ponefl il mantenimento domandato ,o'acquaia quale alleggiarono in lor pre-
senza per toglier ogni iofpctto.AppiedoTarie IV, £ ri-
ìfc Giro del Mondoticonfignaron loro l'Imagini, e Corone^e Croci, che il avevan pre/è nel primoloro arrivo in Nangafaccheje quali fer-
bavan chiufe in una cafla , per V averfio-
ne,che quei popoli nano alla Croce,e de-
vozioni de'Criltiani. Ave\ àgli dimàdati
neli'arrivcperche portaflcrola Croce*nella bandiera: a che avevan rifpofto
i
Portoghefi,ch'era l'infegnadel loro Re.Tanì dùque il vafcello di ritorno a Ma-cao fenza alcun frutto,dopo tanta fpefa.
Oltre alla relazione del fatto già rife-
rito, mi narrarono il Piloto,il Cótrame-lìre,e più marinari, i quali furono a quel
Viaggio (con cui ragionai fopra il va-
fcello del Rofario) che nel canal di Nan-gafacche fia molto difficile ad entrare,
per gli baffi, Ifole,e fcogli,che tiene:oltre
alla neceffità di dover ancorare quattro
volte per la Marea , che in alcune ore è
favorevole ,in altre contraria. Cuftodi-
feono quello cinque guardie in cinquepodi , compartite fui canale, e ducjPrefidj ncli'entramentodel feno, i quali
torto e he fcuoprono qualche nave, neportan allaOttà la noti zia^così quella se-
za mura , e fenza cannoni cuftodifeefi fot
con la vigila nza . Le cafe della Città fondi legno , le ftrade fon abbarrate di not-
te,
D E L Gè MELI. Té 7p"
te, e guardate da' Capitani, i quali de-
vono dar conto di quanto accade . Ri-guarda Nangafacche l'Occidente:ed haài giro più miglia.Riferirono di più,che
i Giappone!! rappàfi dalla largheza della
fronte fino alla corona, lafciàdo gli altri
capellicortke che metre van fuora di ca-
la , portano la teda (coperta , ufando fo-
iamentei Mandarini un cappello di pa-
glia delicata ; rappanfì il moftaccio, e la.
faarba;la vette loro è cortafalmen quella,
che ho veduto portare ad alcuni Giap-ponefi) legano con una cinta la di fotto,
in cui paflano le due fciable,chc portano,
una lunga, ed al tra corta. Le donne ve*
ftono deli'jfterTa maniera , e portano lc->
chiome fciolte : non ufano tele per fof-
fiarfì il nafo , ma confumano carta , cheferve per una fol volta. Il terreno di
Nangafacche è montuafo, ma fruttife-
ro , in tanto che porta la maggior parte
delle frutta d' Europa.
B 2 CA-
20 Giro del Mondo
CAPITOLO TERZO.
Viaggio fino alla Città di Cantori » con la de*
feritone di quella,e d'altre, che nel
» cammino s'incontrano.
H Avendo determinato di paflare InJCanton , andai Giovedì n.a par-
lare al Generale Portoghefe , per farmifare dall'Upù un pafifaporto, per no avermoleftia nel cammino;il qual promilc di
ottenerlomi.
Venerdi 1 2. ufai la diligenza per averetinCinefe, che mi fervitfe d'interprete
nella ftrada , e l'ebbi agevolmente perpoco prezzo.
Sabato u.unitamente col Procurato*re della Città andai dall'Upù per ifpc-
dirmi* ma giugnemmo in tempo, cheflava colui ifpacciando le lettere perl'Imperadore, le quali erano fcritte dalla
Città, e Mandarini, per cagion dell'inca-
minarnento del Leone. Fu lafollennità
in tal forma . Ufcito in pubblico s'aflìfe
l'Upù in una fediaconundefehettoavà-ti coperto di feta , veftito con una vettelwga, alia quale era appiccato un già col-
fare ? che coprivagli le /palle, e lalciava»,
due
Dei Gemei, in 2rdue ale ; più iftrumenti , e voci confufoapplaudivano alla funzione anche col
rimbcmbo di tre tiri di mortaretti, rian-
dò 30. fanti in ala con varie infegne alle
mani e ombrella ben lunga . Si pofe in
ginocchio TUpù verfo un tavolino , do-ve flava la borza delle lettere per l'Impe-
radore , baflando tre volte la fronte al
fuolo , il che ripetè altrettante volte, le*
vatonin ogn'una in pie. Si terminò la_»
ccrim^nia,corredo fuor la ftrada colorochepcrtavan gli ilrumenii,e 1* ombrella,
pcr fa.il la confegna in forma valida.*
delle lettere al tiro d'altri tre mortaretti :
le qua i avendo ricevute il Cornerò, fi
pofe tolto a cavallo, e cominciò a cor-
rere j covcndo ogni Mandarino per Iaj
fua gl'indizione provvederlo di buonicavalli.fenza impedirlo,o rattenerlo. Si
affife dopo ciò il Mandarino , e fé aprir
le pone , che ftavano chiufe , ritirandoti
quindi a poco dentro 5 per lo che non-»
potei allora effer ifpedito dall'I Jpù.Domenica 14. vi ritornai vcftito alla
Cinefe, cprefi congedo da lui 5 dopoaverm dato il paflaporto per le dogane-dei canmino , pcrcioche io portava ro*
be d'imbarazzo con uno (chiavo .
Luridi ij. avendo tolta unaimbar>B 1 ca-
22 Giro del Mondocazione ben coperta nella poppa ,vi fei
acconciare il mio letto, e fui tardi m'im-barcai.Tutta la notte remarono coll'Ey-
lau,oLio Lio . E' quefto un particolar
remo , che fi ufa da'Cine{l,Iungo più de-
gli altri,il quale fi pone alla poppa,ovcroa' lati, fo/tenuto per un chiodo,o legato
con fune; il remano più perfone con de-
prezza , fenza mai cavarlo dall'acqua».,
come fi fa dall'altre nazioni , rivolgen-
dolo dairuno,e dall'altro lato:moto,chedà impulfo , e porta avanti la barca: e fa
più uno di quefti, che quattro degli al-
tri : dove fono balli, refpingono la barca
con legni. Diedefi fondo a mezza notte.
Mar tedi 16. a buon'ora ci ponemmoalla vela , continuando il cammino per
un canale, che lafciavano l'Ifòle vicine;
ben vero v'è altro per lo Mar più fpazio-
fo,ove ufano i vafcelll , e navili gran-
di , poiché per terra non fi può andarepiù di Oanfon . Pattate tante Ifolc , cheicmbrava chiudeffero ilcamino,entram-
mo in un fiume d'acqua dolce, che fa.
ceva laghi ipaziofi fra i'Ifole ; ed cra»>
hrgo ben mezzo miglio . Giugncnimoin Oanfon, oAnfon al parlare de' Por-
toghefi,prima delle tredeci orc:l'Ifole , e
paefe iòno affai vaghe perla verzura del-
Jc
Del Gemi iti? 2*
le piante, e de* palchi, che porrebberomantener molte greggi, quafj a paragoadella noftra Puglia 5 ma non ne vedem-mo alcuna. Per lo canale trovammo ia
barche più guardie della Dogana; non-
dimeno né per le robe,nè per lo fchiavo
mi diedero mole(tia,nè visitarono tam-
poco la noftra lorgia; a cui per tutto die-
di una pezza d'otto,
Oanfonhafembianza più tofto d'un
gran Villaggio , che di Città , per effer
lenza mura : e leTue cafe bafle fono in.*
gran parte fabbricate di legno, e di pa-
glia. E* pofta la Città lungo il fiume nel
piano; perciocché ne* luoghi aitino fab-
bricano i Cinefi, per timor de' Tifoni.
Diftc-ndeiì in lunghezza più di due mi-
glia ; le lue piazze fono grandi con bel-
le botteghe di drappi di feta,ditela_>
di droghe , di robe da mangiare , e d'al-
tro. Nelle falde , e fonimi ti del monte è
guardata da una gran fabbrica , che hadue miglia,e mezzo di girojla chiamanola Foitezza,avvegnacchè non abbia che
cinque piccioli pezzi per le fette, e da
non molti Soldati (la guernita : e certa-
mente non la tengono ad altro ufo , che
per ritrarfi i Naturali in cafo d'invafione
di nemici è ( tenendovi lefentinelle iru
£ 4 alte
24 Giro del Mondoalte Torri , per dar l'avvito. E* governa-ta la Città per un Quaaxù, o Mandarin,al dire de* Portoglieli , che guarda il ca-
nale con nove peciù , o fome ben guer*
nite.
Sovente (i fogliono trovar barche qui-
vi per paflfarein Canton , poiché coloroche vengon per terra,e per mare da Ma-cao,abbifognano d'imbarcojma per miadifgrazia allora io nefluna ve ne ritro-
vai ; e mi fu d'uopo pormi in una gran-
de lorgia, che andava a Selcim metà del
cammino. Montato in quella al tramon-tar del Sole , per lo buon vento, a mezzanotte diemmo fondo preflfo a detto luo-
go j il cammino u* fé per placido canale
fra verdeggianti prati di rifo ; quello pe-
rò è più picciolo del no/ho , rofcio , oforte .
Mercoledì 17. andai vedendo Seolamper curiosità: e trovai una gran fclva
abitata, per cagione delli tanti alberi;
ie cafe erano di pietra , o di mattoni,maballe a loro maniera. Contenevano l'abi-
tazioni più di tre miglia di giro ; oltre atante quantità di barche,che fravano perIo canale, e facevan quali altra Città.
Comanda quivi un Mandarino.All'oppofia riva del canale vi era al*
» tra
mm$$S0W^
Del Gemelli? 25fra Citta detta Santa molto più grande*
e con migliori edifici , governata d'altro
Mandarino con lo dimetto. Si pagaronofol Tei carlini della moneta di Napoli per
quella feconda barca . Noto ciò per far
comprendere con quanta convenienza
il viaggi per la Cina.
Noleggiai Giovedì 18. altra Jorgia_>
migliore delle due , poiché que ita tene.
ia camere , e galerie a' lati coperte coruogni agio 5
partimmo a mezzo di per
Canton. Venivan meco più Cinefi, i
quali fpcrimentai molto attenti, e cor-
tefi verfo di me : ed era quivi un cocoper dar da mangiare a'paftaggicrijil qua-le apparecchiava alla Cinefe.
Benché la corrente del fiume fulTe co-traria, avanzammo coi buon vento fem-pre fra belli campi, e popolazioni; ve-
dendoli fopra alti monti belliflìme Tor-ri . In quefti fiumi, e canali fi pefeanoquantità di pefei, gamberi, e frutta di
mare,fpczialmcntc infinità d'oitriche_?,
delie cui feorzefànnoii vitriere per ufodelle fineftrc . Il fiume , per dove anda-
vamo , fi giva partedoin vari rami a de-
ftra , & a finiftra , rendendo per le fuoacque facile la comunicazion ddìc gen-ti, mentre fi dilata , e impicciolifce alic
volte
26 Giro del Mondovolte per render intrigato il paflb. Al ca-
der del Sole lofdammo a delira Lunvan,ed a finiitra Citali, Potatui, ed al tre ma-gnifiche Terre, che ad ogni due miglia
fi vedevano : in eia/cuna delle quali mi-ravamo ortp,dodici,e quiodeci alte Tor-ri,fecondo b grandezza del luogo,difpa-
ziofa fabrica,ben forti , e con loro balc-
ftriere, chela vigilanza Onefc fi fabbri-
tè in cafo d'attacco nemico 5 acciocché
ritirati i Cittadini con loro averi, fi di-
fendetelo , avvertiti da coloro, che qui-
vi danno a guardia : la qual cofa è fola-
mente in quei luoghi, dove non è for-
tezza per ritirarli .
Venerdì 19. entrammo nel porto di
Canton prima di nafecre il Sole, eflendo
rimali la notte full'ancora a vicinanza^
di quella Città . Quivi fi congiungono il
canal falfo, e'1 dolce (per dove andam-mo ) e fanno quella peninfola; alla puntadella quale è Macao, lontano j 50. mi-glia da Canton ; perciocché il camminonon Ci fa per dritto,avendo noi fatto un_>
mezzo cerchio per le ritorte vie del fiu-
me. Fui in una barchetta alla dogana^,,
che flava in una barca molto grande conpiù camere per fervigio degli ufficiali 5 i
cjualiriconofciuto il pafiaporto dell'Upùti*
D E L G E M E L 1 1." 27libcnronmicon cinque grani di diritto^
fenzache a prillerò la vatige 5 pagandolialla l<rgia intorno a fei reali di Spagna,
Aidai nella cafa de' Padri Spagnuolidi S.Francefco, che aflìftono per la_>
mifiìcne in Canton , enei Tuo Borgo;te-
ncndwi due ben' ornate Chiefe con la
carit;, che loro ìomminiftra Ja Maeftàdel R- delle Spagne ; mi riceverono conmolti correda, non lafciando d'iniòfpet-
tirfi tei mio arrivo , come di cofain-
folita.
Pe intelligenza di ciò è da faperc,che
la Cita di Macao per l'uà povertà da_»
lungt tempo addietro nò avendo avutoPaftoe, parve alla Sede Apoftolica de-
putarnella Cina,Tunchìn, e CocincinnaVicau Apofìolici,a' quali ubidiflero tut-
ti i M ilìonarj , e Cattolici . Ed in effetto
defrìratii Clerici Franccfl del Collegio
di S. Herman di Parigi , a quefti preda-
rono giuramento d' ubbidienza i Padri
fuddeti Franccfcani, Agoftiniani , *jDomenicani SpagnuoJi,che mantiene la
pietà iel Rè delle Spagne in Cina. Quat-
tro arni fono , ììimàdofi ncceiTaria l'affi-
itczaiel Paiìore,fcriflela Città di Macaoal Redi Portogallo, che intcrponciTc i
fuoi tficj appreflb Sua Santità per efler
Pro~
y\
I
28 Giro del Mondoprovveduta quella Chlefa del Aio Ve-fcovo, offerendo di mantenerlo con unaconvenevole afiìftenza; per lo che venneil Prelato in Macao, il quale pretenden-
do effer di fna giuridizione Canton,edaltri luoghi delia Cina , vuol , che i rife-
riti Miffionarj debbiano ubbidire a se, e
non a* Vicari Apoftolici , che fupponoeffer ftati rivocati.Ma perciocché quelli
hanpreftato giuramento d'ubbidire a'
Vicari, dicono, che non poiìono foggia-
cere al Vefcovo , fé colui non inoltra la
ri vocazione. Sopra quefti punti ogni dì
vi fon monitor; , e citazioni,i quali non_»
fol diftolgono quei buoni Religiofi dal
fervigio di Dio , e dalle miffìoni , ma gli
allontanano dall'affetto fraterno , chodevono portarli l'un l'altro ; poiché tut-
ti ne fono in partiti, i riferiti dalla parte
de' Vicar) , e per contrario i Padri Ge-fuiti da quella del Vefcovo : differenza
ben note alla Corte Romana , mentre fé
n'attende il rimedio per riparare a gli
fcandali , che ne poffono forgerc a' Cri-
ffiani Cinen*.
Effcndo io giunto in tempo di tali di-
fìtubi , fermamente fi perfuafero tutti,
che io era inviato da S. Satità per préder
informa zion fegreta, chi facedomiFrate
Car-
m&^s^^^^^^^M-
D E I G E M E t E U 29Carmelira Scalzo , e chi Prete 5 e quan-tunque io procu raffi, con narrar loro il
vero togliere da qucfti fofpetti i PadriFrancescani , dicendo loro, ch'io eriL»
Napoletano, che per fola miacurioiltàviaggiava : e che Sua Santità non miavea dato rè pure un baiocco per far tal
viaggio: e eh' il meno che io voleva fa-
pere era delie loro Miftìoni 5 nondime-no ciò non gli ritraile dalla forte im-presone conccpita,rifpondendomi,che
da che s'aperfe il camino della Cina,nonmai s'era veduto Italiano fecolare,norL_»
che Napoletano colà capitare. Alla fìne_>
di (fi loro, che regiflraiTero le mie valige,
che volctieri lor darei le chiavi per difin-
gannarfi, che non tengo tali iftruzzioni;
però tutto fu in vano,mentrc tanto i Pa-
driGefuiti,quanto i Francefcani facevan
configlio fopra il mio arrivo.
Canton, oKuanccou in lingua Cincfe
è la capitale della Provincia di Kuantun,polla in gr. 25. e 5. min. di latitudine-?
Non potendo per Ja fua grandezza cfler
governata da un folo Governatore , liu»
divifero per una muraglia da Levante aPonente in due , vecchia, o Kcucin , e
nuova detta Sincin , anche con la divi-
sione dc'fuoì Borghi compre!! nella mc-
I
'50 Gino del Mondodefinita* In quefta Città amminiftranogiuftizia due Governatori chiamati Ci-
xenes, con piccioli Mandarini Ior mg-getti, con Capitani, Officiali , Scrivani,
& altri Miniftridi giuftizia : Un Cifù, òReggente per lo governo politico è fu-
periore a quefti due Governatori , eh'*
efercitala ma carica con due Aiutan-ti detti Vùful, e Sanfù , di mandeftra.»
l'uno,di (ìniftra l'altro : Il ViceRè detto
Fùyùen, che governa la Provincia, è io-
pra tutti . Ben vero per lo parlato efer-
citava quefta carica una famiglia contitolo di Regulo; ma quefto Impera-
do re fono dieci anni che i'eftinfe, pcir
fofpetto di fellonia, facendogli recide-
re il capo. Sopra quefto ViceRè co-
manda un Tmntò,o Vicario generale di
due Provincie, che dimora in una Città
delle due capitali,o dove li piaccjoggidi
rifìede in Ciaozuinfù . Quefto per lo po-
litico è fuperiore a*ViceRè, e per lo mi-
litare Giudice privativo , poiché egli
folo dà gli ordini a* Soldati , il che non_*
pofìfono fare i ViceRè,per non tener au-
torità.
Per Io criminale vi è nella Provincia
un Ganciasù , che gallica i delitti: Per
l'efazzionc de* tributi Imperiali un Te-
fo-
HIHHHHHHHHHDel Gè me t tu 3t
foriere detto Pufinsù:
Per Io militare fubordinatì al Tfuntòvi fono due Generali , un comandala»»milizia Tartarefca detto Cianchiun-j,d'ugual potcftà al ViccRè; métre toccadentro la Città Timpano Cinefe, (ch'cun Tamburo di rame) con tredici colpi,
ficome ufafi dal ViccRè ; conofecndoftin Cina l'autorità , e dignità de* Miniftri
dalla quantità di quelli. L'altro Genera-le comanda la Milizia del Paefe perla.*
cuftodia della Città,però iubordinatoalViceRè: quefto è detto Titù . Tengonoj Generali fotto il lor comando, Maftrodi Campo , o Zumpin j Sargente mag-giore, o Futian ; Capitani detti Secupe,& Alfieri, ò Pazun.Sono nella Città altri Tribunali , & in
ciafchuno Tei Scrivani de'fei Gran Con-figli della Corte Imperiale» perifpac-
ciar ciafeuno gli affari appartenenti aquei Configli i de' quali fi ragionerà al
lor luo?,o.
Le Città riferite , e Tuoi Borghi fonosì popolati, che con malagevolezza vi fi
pafla in fedia . Dicono i Padri Mifliona-
rij, che faccia tutto quefro corpo di Cit-
tà , e Borghi , quattro milioni , & aita-
tami laProvinciaj ma a gli Europei par-
ri
r
52 Girò del Mondorà favola , per non efler avvezzo il lor
orecchio ad udir sì gran numero; cre-
dano pure quel che vogliono,ch'io ferir-
li quàto mi riferirono Padri degni di fe-
de , ch'in ciò non han veruno interefle
Xe cafe fono bafife,di pietra,© di mattoni,
fenza fineftre alla ftrada , e tutte qu;
eguali ; perciocché i Cinefi le fanno sud'una medefima pianta : e sì ancor loCittà corrifpondonfi nella fimetria . LeCittà tengono quattro porte principali
perLcvantc,Ponéte,Mezzo di,c Setten-
trione; pigliando i Borghi dalle medesi-me la denominazione . Se la Città farà
grande vi aggiungono dell'altre porte,
ma le quattro fudette non han da man-care. Le flradc fon lunghiflime,e dritte;
ie botteghe ricche di Sete, e di Droghe,e d' altre mercatante del Paefe,fpezial-
mente nella Città nuova , perche nelia_j
vecchia dove rifiede il ViceRè con Tri-
bunali, e Milizie già dette, non vi è grancofa;per altro la Città,e Eorghi fono uncontinuo Bazar, o Fiera, per le tantobotteghe, che vi fono.
I Palagi del ViceRè , e degli altri
Miniftri fon grandi affai, e tutti in unpiano con loro Trifaunali;perche nò hanvaghezza alcuna, poiché fono Cortili
deu-
i
Dei Gsmiill ?*
dentro Cortili con gli appartamenti , e
camere all'intorno , che ricevono da~»
quelli lume; Nella Città vecchia vi à
una bella ftrada di più arcate di pietre
ben lavorate # Sopra le mura della Città
non tengono in ordine Cannoni , mapochi Falconetti perle Fefte.
Sabato 20. vennero alcuni padri Mif-
fionari/ a farmi favore a cafa.
Domenica 2i.arTìfterononcllanoftra
Chiefa tutti i Cristiani Cìhefi , che miedificarono per la loro gran modeftia.
Lunedi 22. mi fei tagliare altr' abito
alla Cinefe di Città più decente.
Martedì *$. andai nella Città vecchia
a. reftituir la vifita al Padre Commi/sa-rio di S.Francefco. Vi trovai una buonaChiefa, e Convenro; quelli fon (lari fab-
bricati venti anni fa dal Regolo (che di-
fgraziaramente tè morire l'Imperatore)
perciòche quel Signore (limando moltoi Padri Riformati, non Col fèlorofib-
bricar la Chiefa, e' 1 Convento, maagevolò ancor la copra d'una cafa rica»
duta all'lmperidoreja quale ebbero nel
Borgo i Padri à buon prezzo per fonda-
re airra Chiefa, e Convento, dove allo*
ra io dimorava.
Mercoledì 24, andai dai j?adre Tur"Tane ir* C cotti
34 Giro del Mond<»cotti Supcriore de' Padri della Compa-gnia à redimirli la vifira :quefto buon_>
Reljgiofoeffendo Milanefe pafsòa Ipe-
fc della Corona di Spagna per la parte
del Mexico a Manila, e mandato alla_>
Aiiflìonc di Tei nati , ivi fu fatto prigio-
niero co! Prefidio dagli Olandefi, cheloccrdtifTero in Bora via , dove ottenu-
ta la libertà, fi trasferi in Macao lotto la
protezzionc della Corona di Portogal-
lo . Qtw'vi fu impiegato nella Mifiìone
di Canton; però tanto ia Chiefa, quan-
to il Còvcnro fon poveriA in mal ftato.
• Andai Giovedì 25. a vidtare M j Sefe
ChericoM intonano Francete del Colle-
gio di S. Gei man di Pariggi.
I Padri Agorti li ; ni Spagnuoli fonodive anni,che comprarono cafeper farla
Chiefa , la quale non ancora avevan co-
minciata , come ne anche i Padri della-*
Compagnia Francelì refidenti in Pekin,
che tengono ia cafa vicino a quelli.
Mirafi prefifo a Canton altra Città
natante /òpra Tonde dei canale in bar-
the,poiche in ogn'una vivono le fami-
glie intiere co' loro animali, e volatili,
«(Tendo vene tal'una lunga quanto una_>
galea , coperta di rav ole, ò canne, ovcrofoglie di fichi con n. e 12. camere fepa<
rate
H
Dsi GiMiitl,1
55ratoer la lunghezza, aJie quali Ci hi Ia«,
comunicazione per una Galcria di ta-
vole, che quelle tutte per ambi i lati
tengono*
JrCina una-
perfona civile non puòdar in patto à pie, ma è neceflario per
non radere nel difpregio de' Cinefi , an-
darcin Tedia, la quale s'hà a buon prez-
zo , t di miglior bontà delle Napoletane.Nonufano però corregge, ma un legno
inchiodato a traverfopcr le due ftanghe,
jlquJpongonflsu le fpallc, ma ignudc,
che ron può loro far che male, taglian-
do iacarne . Per un carlino della mone-ta di Xfapoli porteranno i Cinefi la fedia
fei mg li a*
Determinandomi di paflare in Pckin,parla al Padre Superiore del Convento,doveio alloggiava, per provedermi di
Fanuficuro. Coftui per Ja fubordina-
zlon che tiene alli Padri della Compa-gnia fecrctamentelofc fapere ai Padre
Turotti per udirne il Tuo volere ; il qua!
per efer un buon Lombardo rifpofe,che
milaciaficro andare; quando te fofic^
flato ^ortoghefe ficura mente m'avreb-
be imbarazzato il viaggio. Non lafciò
però di maggiormente infofpcttir tutt'i
Ali (lunari j quella mia determinazione
,
Q 2 e te-
$6 Gino dhl Mondoe tener fermamente , ch'io era InviatoPontificio per prender Informo fecreto
dc'difturbi della Cina, poiché vedevanoch'Io pattava alla Corte. Io crederò chequefto lor fofpetto m* agevolale il paf-
fo , che per altro è ben difficile , perche
i Padri Portoghesi non vogliono, chovada Europeo alla Corte fenza ior con-
fentimento.
Pattato l'uficio fudetto mi procuròil Padre Supcriore un Conduttor Cine-
fe Criftiano , il quale di matura età,
acconcici!! per un Taes al mefe , ( fono1 5. carlini della moneta di Napoli ) dan-doli quattro pezze d'otto per caparra^ ,
acciòche provedefle fua Cafa ; Egli poi
dopo tre giorni venne a dirmi, che era
conosciuto, e teneva Parenti alla Corte ,
e che perciò non poteva farmi la cuci-
na, & altri fomiglianti baffi fervigj , percui farebbe d'uopo , ch'io prende/lì al-
troché egli averebbe cura di far il Mag-giordomo , e accomodar le vetture perJo viaggio;forTern* tal*importunitàpcr la
iealtà di lui , eflende mene mallevadori
i Padri. Prefi dunque un Fante Criftia-
no di » 8.anni per far la cucinale gli altri
fervigj baffi , alla ragione d'una pezza_»
d'otto il mefe , a chi fei comprare tutti
:&0t <s^m?^^
Dm Gemelii; 37gli arredi di cafa,anche i lampioni , chofacevan mefticri per locammino.Coniì-
gnai le mie vai ige al Padre Superiore,la-
feiando mede firn a mente lo Schiavo in
Convento.
CAPITOLO QUARTO.
Navigazione fin a T^tnyanfà»
FAtco il fornimento de* viveri m' im-barcai con gli due Fanti Cinefi Ve-
nerdì 2$. ben cardi in una barca del di-
fpaccio,che ad ogni tre giorni fi fpedifee
dal ViceRè per dar contezza ali* Impe-radore dì quanto avviene nella Provin-
cia : la qual cofa (blamente egli , e i dueMiniftri maggiori poflfonofare • Per
tre pezze d'otto mi diedero una cameranell'iftefla barca affai agiata . Non parti
la fera la barca fudetea , perche attefe il
difpaccio:il quale ottenuto fé rodo vela
Sabato 27. tre ore prima di mezzo di •
PafTammo dal canal grande di Cantonin altro picciolo ben popolato di bar-
che, femprc a vifta di villaggi » e cadrai
di campagna,continuandofui camminofra verde terreno. Tre ore prima del ca-
der del Sole giugnémo nella Città di Fu-
feian: doveit Doganiere , che (lava in-»
C 3 una
3% Giro del Mondouna barca,rivide il paflaporto folamentc
del Barcaiuolo.La Città da ambe le rive
tiene più di due miglia di lunghezza conbuone cafe di fabbrica, ma baile . L'altra
Città(le dòqucftonomepcrla Tua gran-
dezza, eflendo effettivamente villaggio)
è su l'acqua còpofra di barche, dalia cui
moltitudine è quali (errato il pafìb dei
canalcjmentre a qualfivoglia popolazio-
ne di terra corrifponde altra su lo ftcf-
fo, amando la povera gente abitare in
cafe natanti ne' canali, da' quali tutto
è tagliato il paeCc , Fufcian è una gran_>
Città mercantile con ricchi flìme botte-
ghe. E' migliori drappi , che fi trafpor-
tano da' Spagnuoli nella nuova Spagna p
fi fabbricano nella medefima . Tiene più
di mille telai, che lavorano fetc ; in ogni
Uno de'quali li fan quattro pezze in_*
una fola volta . Ella non ha Tribuna-
le, e per tutto è foggetta a Canton , po-
tendoti per quefta foggezzione chia-
mar villaggio, però tale, che fa un mi-
lione d'Anime , all'uniforme rclatione,
che nienefcrono i Padri Miffionarij.
Qjrffvj lopragiunta la notte diedero fi-
ne i Barcaroli alla Ior fatica , ripofando
nella Guardia di Xùantin.
Ripigliammo Domenica 28. il cami-
no
Del Gemelli. 39no tre ore innanzi giorno tèmpre a vifta
di buoni villaggi, e terreno coltivato >
poiché i Cineii fonosiinduftriofi , chenon /olo coltivano il pwno, ma gl'Jfteflì
monti ancora, facendogli a fcalinate per
feminarvi. Prima di mezzo di pattammola Villa di Seùtan , porta entro una fclva
d'alberi fruttiférijquìndi nepafsàmo un*
altra detta Sinan lunga più d'un miglios
vedédofi ambe Je rive popolare in terra,
e su l'acqua da tante famiglie in barche
.
Reftammo nella Guaruiadi Sùxuytan .
La giornata fi fé , remandofi ia barca dacinque uomini. L'andare èdeliziofo, ri-
mirandoli diftefo in letto ambe le rivoverdeggianti.
Lunedi 29. innanzi giorno profe-
guimmo il viaggio,incontrando ad ogniquattro miglia le Guardie del canale,
che tengono un barcone armato di fpin-
garde,& un falconetto alla prora, per ie-
guitare i ladri; pagando l'Imperatore in-
finito numero di Soldati per render fieu-
ro il camino di tutto l*Imperio,c5 tener-
vi a competenti diftanze le Guardic.Peraltro un ladro è ben difficile che fi pon-ga in falvo, poiché fé andrà nella Aia.*
Patria farà preibj fé vorrà occultarli in_»
altra abitazione , non è agevole, poiché i
C 4 vici-
40 Giro del Mondovicini della contrada,dove andrà a vive*
re, non l'ammetteranno fenza malleve-
ria di dicce famiglie,ehe non lo faranno»
fuor fola mente che a perfona ben cono-fri uta . La notte dimorammo nella vil-
la di Zin - juenxyen ; le cui mura»,fon di giro d' un miglio , & è ben-r
popolaca,e con buone thade,e botteghe*
tiene un Borgo su la dcftra riva affai
lungo, ch'abbonda del tutto.
Martedì 30. fecondo i'ufato fi crafse la
barca per una corda, a cagion dell'ac-
qua» e del vento contrario. Entrammodopo mezzo dì fra aitinomi monti , ches'aprivafìo per dar paflb al canale . Eranquelli affai vaghi, e pieni di verzure, e di
rufcelli, ma l'acqua è poco buona.La-fejammo a finiftra una gran Pagode conpiù cafe all'intorno fra il frefeo degli al-
beri,fervita da Bonzi . Volendo io man-giar pefee (che non vende fi quivi , ma a
pefo cambiali con rifo) i ferventi Cinefi
il pofero a cuocere infieme con una-f
Gallina, giudicando cosi darmi miglior
piatto ; di che io turbato io fèi gittaronel canale : Paflato lo ftretto de'mofiri
iettammo la notte nella Guardia di Xyà-cheù 5 Quivi tutta Ja notte toccavaii il
tamburo Cinefc , per dìmoftrar la Seti'
tincl-
ii^^^ij^AÌ^}^i)^f^^Ui-l^if^^ ifzi^kijk.^^iFii j^R
Del Gemelli. 41tincla la Tua vigilanza.
Mirco ledi 3 1 .riprefa la ftrada andam-mo ?er luoghi dove ben rare eranoPabìtizionise potammo la fera in mezzoal fiu tic.
Giovedì primo di Settembre apren-
doci ,1 canale il parto fra alte montagne»partimmo all'ombra di quelle: e giun-
gemmo a mezzo dì in Yntcxyen,piccio»
la Vi la murata con un gran Borgo.Errai in una Pagode , dove erano
grand ita tue d'Idoli fedute con mu (tac-
ci, e barbe lunghinime, con vefti regali,
e cor beretre in capo alia Cinefe,le qua-li fori come tede di cappelli alte, e di-
mezzate fopra il capo. A* lor piedi era
una fatua alquanto più picciola feduta
dcll'jftefla maniera, ma con beretpdif-
ferenre ; e a'iati di quella ila van due co-
me Paggi in piedi . Fuor della Pagode*era ma (tatua in piò con volto di demo-nio, che teneva una lancia, oc a fini (ira
un'al:ra con un calettino in mano comeofrena: Più in fuori vi erano due Caval-
li infilati a* lati , ciafeuno tenuto da unvalletto per lo frenoceravi anche un gran
tamburo appefo , & una campana di
bronzo della forma delle noflre, chc^fcrv< per toccarfi a mczxa notte , e nciP
ore
42 Giro del Mondoore Colite dell'orazione, licitammo hu»feranclla Guardia, e Villa d'Uanfùcan.Venerdì 2. paiìando per una Pagode
tagliata in mezzo d'un'aira rocca , la ce-
cità de* Barcaroli brugiò alcune carte,e accefe i lumi . Il Fiume era torto, e la
barca fi tirava con una corda fatta di
cannucce, onde il cammino fi facea len-
tamenre:e i Marinari ancora confuma-Van il tempo a far la loro cucina , trava-
gliando nella medefima a viceda;pcrcio-
chc fon sì ghiotti, che divoran due volte
la roba , prinu cruda,e poi mezza corta;
poiché uno fé l'aggira nelle mani, l'altro
Jc dà un taglio : tai'uno la lava , & altri
con l'occhio l'inghiottifee. Eglino fan al-
l'alba il prima patto,continuando ad oregli aljri,nè altro ch'il vetre è il loro Dio.
Pernottammo Sabato ?. predo la_»
GuaiUìa di Patta . Il caldo facevafì fenti-
re, che l'accrefee vano i Marinari co' hi-
mijch'ogni fera accendevan ad un pago-dino, che ira va dentro il mio camerino,per lo che tofto io gli ammorzai.Domenica 4. primi di vefpro giun-
gemmo a Sciauccufù, Città cinta d'unadebole miraglia di quittro miglia ;e pel-
le tre parti circondata dal fiumana buo-ne botteghe, e cale all'ufo di Cina.
Lu-
^vA^W^ fa f^vJ^^Vvj^^ J'^mA'. ^^^.fa.faifa^ f~^i\}
DelGemeuiì 43Lunedi 5. dopo lo fparo di alcuni mor-
taretti venne per la ftrada della marina.»
il Mandarino della Città a prender tire
fco;)o precedevano due con due tam-
buri di bronzo,che davano nove colpi,
due bandiere turchine, duebianche,due
mazze con le tede di Draghi dorate al-
reftremità ( fon l'Armi Imperiali ) duemanigoldi con barioni in mano, quattro
mazzieri, altri quattro ufficiali con cap-
pelli rodi , e neri , a modo di un pan di
zuccaro fenzi falda,e co due penne pen-
denti , i quali gridavan per avvertire ii
popolo.Veniva appreflb il Mandarino in
fedia , portato da quattro co tre ombrel-
le a'iatij lo feguivano dieci fervidori confeimitarre , tenendo la punta avanti in>j
vece del manico . Dimorammo la not-
te prello alle cafe di Tanfù, o guardia di
Vyanran.Rcftàmo Martedì 6. in mezzo al fiu-
me fenzaaver fatto molto cammino,percagion della corrente contraria , e ra-
pi da_»
.
Mercoledì 7. dopo vefpro giugnem-mo in Chiankeu, picciolo Vìllaggio,do-
ve fi fini il viaggio della prima barca . Si
prefe quivi altra più picciola,per cagion
della corrente , e mancanza dell'acquo,
men-
44 Gino DEL Mondo'mcnrrc quivi s'unifeono due fiumijfi pa-
go quella barca 700. Sicn,o Cia ppas(fo-
no una pezza d'otto ) , Partimmo tolto,
entrando nel fiume dalia delira. Pofai
la notte fra molte barche.
Giovedì 8.di buon'ora continuammocon maggior fretta il cammino,vcnendoaixader del Sole in Tancòyen;ciovc nonpotedo l'acqua del fiume irrigare i cam-pi,gl'indu(trio(iCine(i la gittavano a for-
za di braccio con un cato sbalzato per
una corda da due perfone 5 o col pie gi-
rando una ruota,aliaquale,e ad altra dal-
reftrcmità fi aggira una catena di tavo-
lette per taglio , eh* entrando ftretta-
mentc dentro una i\ii\^ cada di legno,
della quale l'eftremità è pofta nel fiume,
monta l'acqua per quella , e vi nel ter-
reno per un canile. Curìofaal certo in-
venzione, che non altroché il peregrino
ingegno Cinefe poteva introdurre. Rc-ftammolafera prelibai picciolo luogo
di Tauriyen.
Venerdì 9. giunfi dopo mezzodì in^»
Nanyunfù ultima Città per quella parte
delia Provincia di Ganton; andai ne!!a_,
Chiefa de' Padri Mifiìonarj Spagnuoli,
dove quantunque non ritrovafli il Pa-
tire (ch'eri andato aili Villaggi di Aia.»
mit-
^^HhiDsi GiMinn 45
milfionc ) fui nondimeno con amore.»
ricevuto da* ferventi, che mi trattarono
alla miglior maniera , che poterono
.
Nany unfu è a delira del fiume in lati-
tudine di gr. 25. e 142. di longitudine? la
fua figura è lunga un migl»o,e mezzo*larga un quarto. Portomi in tedia per lo
frefeo andai parteggiandola, e non trovai
cofa,che alìettafTe gli occhia poiché oltre
d'eflfer baflfe le caie,ve ne ha molte logo-
re , e rovinate , Tettando fpaziofi giardi-
ni dentro la Città.Vi fono moke botte-
ghe di merci , e viveri, eflendo quel luo-
go neceffario parlo per tutte le merca-ranzie ,che fi trafportano da Mezzo di
al Norte , o al contrario.
CAPITOLO QVINTO.
Cammino neceffario dì Terra per imbarearfi?
con la deferitone delgran Cattale
della Cina .
DI buon'ora i mìei fervidori ferono
venir Sabato io, tre fedic in Con-vento, una per me , edue per Jorojfono
quelle ben leggiere , come ratte di canna
anche leftanghejperthe devono portaci
per uiia koictia montagna . Non è cre-
dibile
4*5 Giro del Mondodibile la velocità con cui andavano i ùc*chini fenza pofarc > fuor che tre volte in
una giornata di 50. miglia ; facendo ditrotto cinque miglia per ora , fenza Ia_,
delicatezza delle corregge , in vece di
cui portan fopra il collo un du ro legno a
traverfo, che taglia lor la carne ; tifano
nondimeno alcuni un collaretto di cuojo,
per ripararti •
li camino era quafl una continua fie-
ra per le tante mercatauzie, che trafpor-
lavanti* da infiniti facchini,e per Jc /edie,
che pa(Tavano;poiche ìn Cina dovendotiportar tutte le merci per fiumi , e noru.
effendo comunicabili li due di Nanuny-fù, e Nanganfù (che tirano il più gran^commercio deirimperio) (1 conduconoper terra 30. miglia ; per io qual trafpor-
to le perfonc fervono di berne, carica ri-
don" ben bene le (palle 5 potendo con ve-
rità dire, che in quefta giornata ne in-
contrai più di 30. m.Per dar da mangiare a tanta gente il
cammino è una continua popolazione^di Villaggi , e d'ofterie , nelle quali deg-
nano quei facchini per un grano dclla^,
moneta di Napoli. La campagna (doveè coltivabile) è un campo di ri/o , che di
tutti tempi matura , fenza rimanervi
oziofa
mI
Del G e mb ili. 47ozlofa la terra . Definai à mezzo dì iti
un'Ofteria: ed appreflb per Io caldo ri-
pofai inaltra.Quantunque la montagnaper due miglia di falita, «Se altrettante di
}cefarbfieprccipitofa,la feci nondimenoin fedia ; pcrciòchc i facchini , che miportavano, cran ben forti : & io mi flava
alquanto infermo. Apri il palio a que-flo monte un tal Vùcn>mentre era Man-darin di Nanganfù , anche con l'aiuto di
quello di Nanyunfù , che tagliò fimjl-
mente per la /uà parte l'impraticabile*
monte ; per mercè del cui beneficio vi
fcrono i Cinefi a que'due Mandarini unaPagode nel mezzo con Jc loro fiatue ,
adorandoli ficome Idoli . Smontata la
montagna dopo due miglia giunto* in_>
Nanganfù , tre ore prima che fi facefle
notte ; alloggiai nella Cafa de' Padri Ri-formati Spagnuolire benché non vi ftefle
il Padre,efTcndo andato fuorapcr laDio-
cefe di lua Miilionc ; i Serventi nondi-meno mi complimentarono con gran-
d'jtrenzione, & umiltà.
Ni una MiiTìone di quante ne fonoin Cina, è miglior di quefta, che vi man-tiene Ja pietà dei nonVo Monarca delle
Spagne; il quale dopo aver /pefoda-»
mille pezze d'otto a porre un Miliona-rio
4S Ciro del Mondòrio in Cina , l'afliftc puntualmente eoaaltre 140. Tanno ; pagando per 20. Sog-getti a* Padri Riformati, quando non-*
vi aflìftonopiù che dodici.
I! ibmigliante egli fa a Padri Dome-nicani ,& Agostiniani Spignuoli,i quali
colà ancor vanno per ia parte di Manila.
Il denaro ch'avanza loro a capo dell'an-
no* l'impiegano poi a far nuove Chiefc,
© adornar le fatte ; poiché le più beile-?,
che vedono* in Canton , Nanyunfù,cNanganfù,fono de'Padri SpagnuoJi,chc
le mantengono con molto decoro.Se bene 1 Padri Gefuiti in Pelùn, Can-
ceufù , %V in altre Città tengono rendite
di cafe , e di campi , vivono nondimenocon molta (trettezza, mentre non fon»»
bene affiditi da Portogallo ; avendomieglino medefimi raccontato , che l'anno
pattato nò (I ripartirono che as.Taes per
Milionario , che lòno 3 1 . pezze d'otto 5
che non poflòno badare un'anno per
mantenere quatrro, o cinque famigli
a queftj,che non hanno rendi te:mentre-*
quelli di Pckin la paffano bene . Portomi
in Tedia andai patteggiando la Cina ch'è
la prima dalla parte delia Provincia di
Kiamfij , dividendo il monte le due Pro-
fincic ) . La medefima è a delira de) rìu
me
yvtftUJftIHh^Hh^HI hDel Gemelli. 4p
me lunga un miglio, oltre i fuoi Borghi;efTendovi nell'oppofta riva altre moltevilla te. Le cafe generalmente fon di pie-
tre, di mattoni,e di legno, bafTe, e malfatte : le ftrade (frette , e le botteghe nonmolto ricche 5 avvegnaché vi fia molrotraffico per terra , e per acqua ; perche^per render agiati a baftanza gl'infiniti
abitanti , bisognerebbe che il fiume cor-
refle oro
.
Il gran canale della Cina che rendonavigabile si vafto Imperio da un capofino all'altro per lo gran tratto di circa»»
mille, e orrocenco mig'ia Tempre per fiu-
me, e canali (benché io fatta vi avefi? unagiornata di cammino per terra da Na-iiyanfù a Nanganfù ) fu fitto d'ordine
del Principe Tartaro Xicu , o Cublay;
polche avedo i Tartari occidentali quat-
trocento, e più anni fono conquistata-»
la Cina , Stabilirono nella Città di Pekin
la lor Sede, per governare più agiatamen-
te i loro Stati della Tartaria occidentale,
(che comincia dalla Provincia diPckin,
e fi ftende fino al Mogol , e alla Perda al
Mar Cafpio ) e perciocché le Provincie
Settentrionali non potevano fommini-ftrar le provvisioni neccSTarie per lo man-tenimento di quella gran Cortejptr Viti'
Tarteir* D cer-
50 Giro del Mondocertezza che s'incontrava nella naviga-
zione a farle venire dalle Provincie iVtc-
ridionali , per cagion delle calme, e tem-
pcfte , impiegò infinità diperfone, che
con immenie fpefe,c maravigliofa indu-
rirla aprirono a travedo di più Provincie
un canale ci 1 ?50o. ftydj Cinefi di lun-
ghezza , che fono r?o. m. Italiane.
Quello Canale in diverti luoghi,tanto
per ifeemar la corrente dell'acque, quà-
toper render quelle più profonde, tie-
ne fettantadue incklfe . file hanno grof-
fe porte , fatte di legno , che fi chiudonolanette, ed apronù* il giorno, per far
panare le barche. Si padano generalmen-te con faciltà; non però di meno, ve ne>*
fono alcune, che fon malagevoli, e peri-
colofe a pattare, fpezialmente quella,che
chiamano Tien-fiena, cioè a dire la Re-gina , e Padrona del Cielo , per esprime-
re con qucfti termini iperbolici la fua-j
altezza ftraordinaria . Quando le barchevanno contra la corrente , e fono giunte
al baffo diquefta inciufa , per più funi
fon tirate da 400. e 500. perfone , impie-gandovi capi grotti ligati a colonne di
pietra, quadoquclle veni (Ter meno ; adi-
curate in tal modo, ai tuono d'un tam-buro cominciano tutti pian piano a
trarre
&&&&$& ^«A^^tii
D E L G E M E L L li 51trarre la barca , e poi afiretrandofì , men-tre quella ftà nella violenza della corre-
te, per porla in un riatto a' ile uro, e nel-
l'acqua morta ; feendono però con iblle-
citudine , ma con più periglio , legandoie medefimecon corde per Ja poppa,chedanno lentamente, mentre altri con lun-
ghi legni ferrati riparano, che non urti-
no a* lati.
Quefto Canal comincia dalla Città di
Tum-ceu, lontano otto miglia da Pckinj
vi è un fiume , di cui il fiegue la corren-
te fin a tanro, che quello entra in un'al-
tro fiume pretto al Mare , che ti rimontaper alcuni giorni . S'entra appreflb in unCabale fatto a mano : e dopo aver navi-
gato 70. miglia trovai] una Pagode, det-
ta Fuèn-xiù-miaò , cioè a dire, Tempiodello Spirito, che divide l'acque:perche
qui l'acque non fon contrarie,ma fi /ce-
de , fervendoli de' ioli rami i Barcaioli.
Quefte acque vengono da un lago dalla
parte d'Oriente per un Canale, che i Ci-
neii aprirono in una montagna ( ratte-
nendo il cor/o naturale del /ìume ) e contal fimetria, e livello, e proporzione locondufTero in quefta Pagode , che quan-
do fono incontro alla medefìma , cor-
rono la metà per Settentrione ,c l'al-
D 2 tra
52 Giro del Mondotra meta per Mezzodì .
Il Cana'e palla in alcuni luoghi per en-
tro le Città, in altri lungo le mura . Egli
traveria una parte della Provincia di Pe-
kin,tutta quella di Xàntum,e dopo effe:
entrato in quella di Nankin , fi franca in
qucfto rapido fiume, che i Cinefi chia-
mano giallo :in cui fi naviga meno di
due giorni: e dopo fi entra in un'altro
fiume , che fi rimonta per un miglio, al-
la fin del quale fi trova un Canale , che
i Cinefi aprirono alla riva meridionale^
ài qucfto ultimo fiume , che corre verfo
la Orti di Hoàingan ; quindi pafsa per
più Città , finche giunto alla Villa di
Yam ceu ,quivi pretto fi fcarica dentro
il oran fiume Kian, mezza giornata lon-
tano dalla Città di Nankin . Certamente
l'opra fu grande, e maravigliofa più che
le antiche tutte , che Ci raccontano de*
Romani, o de* Pcrfiani, o degli Aflìr;, od'altre antiche Monarchie.
CA-
M • :S ^-.r.x.: )<-:.*-r:p.7W\iWjh
De l Gè meli r. 5.?
CAPITOLO SESTO.
Navigazione fino alla Città di Tranciati.
fu Metropoli della Trovincia di Kianjì,
MI ritrovai sì debole la Domenica»,1 1 . per lo rilafcimento del corpo,
che non potei partire , benché la barca»,flette apparecchiata.
M'imbarcai dunque Lunedi i2.dopove/pro : e nel medefimo tempo partif-
fi la barca a feconda della corrente»fra altifiìmi monti ; poiché l'iitefifa Cittàdi Nangafù è a 'piedi di quelite tutta co-ronata da loro airintorno.Femmo alto ai
cader dei Sole nel Villaggio di Scimaun.Martedi u.ufcendo dallo itrettodc*
monti incontrammo più barchc,che perl'anguilla del letto del fiume ne furonoalquanto d'impedimento; in tanto chenon potemmo feguitare , fé non lenta-
mente il cammino. Venimmo con tuttociò a fermarci Ja fera nel ViUan^o di
Sincin ; il recinto delle cui mura gira
più di mezzo miglio , & ha il fuo Bor-ghettoda lato.
Mercoledì 14. con tre ore di giornopalTammo Nan-can-,xien polla a fini ftra
D } del
54 Giro del Mondodel fiume . Ella è lunga un miglio , conBorghi anche ncli' oppofta riva $ pafia-
rebbe in Europa per Città,ma i Cincfi le
dan nome di Villa,benché cinta di mura.Ha buone botteghe , ed è ben popolata.Mentre paflfavamo,entrò un Mandariniin una bella barca coperta , e dipinta , al
fuono di flauti,cdinmpani,con lo (parodi falconetti. Dimoiammo Ja nottonel Tanfù , o guardia di Sintan .
Giovedì 15. pernottammo a Xuan-chien picciol Villaggio, dove fopravénela prima pioggia dopo ch'entrai inCina.
Di buon'ora Venerdì 16. fummo nel-
la Città di Canceufu ; in cui , come in-»
tutte le Città di quell'Imperio ne' mon-ti, e colline vedonfi Torri molto anti-
che , le quali i Cincfi chiamano Pautà.Son quelle alte 150. palmi, e alcune am-
ebe maggiori; terminano nella cima conuna lunga pietra lavorata a nodi ; fon di
fei ,0 pure otto angoli. Aveva quella^di quella Città nove ordini , o cornicio-
ni , con lei finefrre per ciafeuno > accio-che fi mirarle da ogni angolo.A che fine
fuiTero quelle fabbricate , varie fono l'o-
pinioni de' Cincfi: mentre alcuna dico-
no ,eiTcr fiato per cuflodia , ponendovia\ bifogno le /enuncile , a fine d'avverti-
re
Dei Gemelli. 55re i Cittadini dell'arrivo de' nemici: altri
affermano , che per augurio ciafcuna_»
Città ,'erigga : ma io quanto a me giu-
dicherei , che fopra tutto fu fle flato l'in-
rendimentodi coloro, i quali prima lofabbricarono , di render con quelle più
magnifiche, e ragguardevoli le Città,po-
nédolc per lo più sépre intorno alle por-
te, e a veduta di coloro,chc vi entrano.
Credeva io torto partire , ma il malcoftume della Cina mi re quivi indugia-
re un giorno, per dover effer vietata Ja__>
barca dal Doganiere,!! quale nò fuolfar
la vifita che una volta algiòrno,due ore
dopo alzato il Sole ; di modo che le bar-
che, che giungono dopo , bifogna chedimorino fino al di feguente.
Fui dopo definare a veder la Chie-
fa de'Padri Gemiti Francefi . E* quella»,
picciola, ma ben'ornata ; è i'abitazionej
acconcia per un Religiofo fervito da ot-
to fa megli.Non vi ritrovai il Superiore^,
perche era andato ad alcuni infermi
Criftiani . La Città è nel piano del Col-
ie grande, e vaga , con buone, e ricche^
botteghe 5 è cinta di mura , ed ha i fuoi
Borghi , anche per h riva oppofta . Lc_>
cafe fono ottime all' ufo delpaeie : e le
ftrade ben laftricate , e dritte.
D 4 M'av-
Wm
r$6 Girò del MondoM'avvi fai chiaramente quanto folle,e
temerario fofle il mio proponimentod'andar vagando per iftrani,e nuovi Pae-
fi, con que' due Servidori Cinelì da menonconofciuti,i quali non intendevanola mia lìngua, né tampoco io la loro.Manondimeno , da che determinato avevadi girare il Mondo, convenivano ciò ra-
re, fenza temer di rifchio, ofvenrurajalcuna, che me n'incontrafTejnon poten-
doli altramente viaggiare, fpezialmente
da chi e vago di vedere , e di faperperminuto le cofe, che ci fono . Voleva io
quivi cambiate il mioServidor maggio-re, per efier egli alquanto temerario; mami fu detto , che il doveflì (offerire : po-
tendo io agevolmente capitar nelle manid'altro, che forTe ladro, e peggiore.
Sabato 17. dopo il tiro di rrè morta-retti vennero gli due Mandarini Doga-nieri a difpacc jarc le Barche . Sederonoin form di Tilt tinaie /otto una Baraccafopraii fiume , cove erano medefima-mentetre Barche ben ccpeitecon duobandiere grandi , e dieci picciolc, in cia-
Icuna delie quali pcnclcvar, lode di Ca-valli, e e rini tinti eli rotto. Compiuta la.»
vifita ne dicdtio licenza di partire . Po-
ncmmocì in cammino due ore prima di
mea-
Dbl G e ms i tu 57mezzo di . La giornata fu per un fiumepieno di pietre, frale quali correva ri-
fchiola Barca 5 le rive nondimeno eranoben popolate . Giungemmo la fera nella
Guardia, e Villaggio di Jcùcin.
Domenica 18.per io medelimo fiumecosi ancor pietrofo continuando il viag-
gio, tre ore prima di farfi notte lafciam-
ìiìo alla riva delira Guanganxicn , Città
cinta d'un miglio di mura,di figura quali
quadrata. Tardi giungemmo in Pcchia-zun, Villa pofta alla riva deftra 5 eflendo-
vi all'oppofta un'altra Villa detta Sciali-
celi ,11 numero delle miglia era malage-vole a mifnrarc, perche la Barca andavaJcntamente,c non fi ufava, fuor Solamen-
te che uno, o due remi,un porto al timo-ne, & altro per fianco, i quali ferpeggia-
vano, egiravanfi nell'acqua fenza maicavarli fuora ; la qual cofa i Portoglieli
dicono Ho Jio , ed i Cincfi in quella Pro-
vincia Jaùnù .Senza che il fiume quivi
fempre faceva \ ciré, onde era doppio il
cammino j I Oneii il mifurano perii;,
checialcun (I compone di 260. paflì, fa-
cendo d'ogni tredici di quelli una lega
Spagnola.Lunedi 19. a mezzo di per la riva fini-
lira vidi la Villa di Tayxoxien , cinta di
buo-
<8 Giro del Mondobuone mura per ia lunghezza d'un mi-glio , con le fue due Torri da' iati, & un'-
alrra lontana due miglia :la quale i Ci-nefifogliono fabbricar per ornamento.Fofammo nella Guardia del Villàggio
di Tuncinpa.Martedì 20. di buon'ora pattammo
un gran Villaggio alla riva de/tra del fiu-
me, detto Cianchiatu:a cui era un'altro
oppo(to,detto Pcfciata. Appi erto ne vi-
di molti altri, fpeziaimenre Junfù. Dopomezzo di giugnemo in Kignanfu - Ve-nuta la fedia dei Padre Gregorio Yba-nes Valcnziano, e Miflionario riforma-
to, andai nella cafa, che colui qui vi tene-
va perla fua Miflìone : overipofai tutto
il di , e la notte , venendo tutti i Cinell
Criftìani a vietarmi . Qucfta cafa quat-
tro anni addietro erari comprata : né an-
cora eraviii fatta abitazione , né Chiefa,
ma iì celebrava in una cappclluccia il Sa-
crificio della MciTa . La Città è polìaa_»
fmftra del fiume: & è ben grande, eflen-
do una lega lunga col Borgo da Mezzodi: è cinta di buone mura , & ha buonoftrade, e botteghe.
Mi diflc il Padre Ybanes,ch'il Cixen, òMandarin di Giuftizia avea publicato
ordine , che non Ci adoraifero Idoli: e eh'
avea
Del GemelliJ $(y
avea fatto baftonarcnon aveva molti
giorni cinque Bonzi,& un'altro (tare un
di al Sole in ginocchioni , perche non-»
gli avevano impetrata la pioggia,come->
s'erano vantati d'ottener da' loro Idoli.
Tardi partiti Mercoledì 21- alladcftra
del fiume Ideiamo una buona Villa mu-rata, che dicefi Kifciuyxien , da ciò che
quivi fcaricafi un'altro fiume in quello,
dove noi andavamo . La fera iettammonella Guardia di Zunthianuan.
Giovedì 22. alla finiftra riva lafciam-
mola Villa di Sciakian-xien, dove urolago muro comincia dalla pùite di Mez-zo dì , e montando per l'altezza d'una.»
montagna corre per più monti nudi
d'alberi, e dall'altra parte girando feende
dall' oppofta a Settentrione, con più di
quattro miglia di mura certamente nic-
re utili, non eflendovi abitazioni /opra di
que' Monti. Giudicai nondimeno chetanta fabbrica poteva eflfer Mata fatta a_»
fine di chiudervi entro dalla parte de*
«Monti gli animali in opportunità di
guerra.
Per lo fiume fi vedon infinite barche,in
cui tutto fi rrafpoi ta,ccflàdo poco la fab-
brica di quelle, e'inolo, poiché Jcn fatte
<\i tavole grofiamentecompofte, larghe»fot.
60 Giro del Mondofotto, e coperte di canne diligentementeapene:dcllcquali ancor lavorano le vele,
le l'uni, e gli alberi -, eflendovene abbon-danza grande nella Cina:e trahendofi pei
l'iftefib fiume quantità di legni legati in-
fieme. Impiegati quivi cia/cunoapro-cacciarfi da vivere , cosi in terra , cornoin acqua : e con tanta diligenza vi s'ado-
prano, che ammirati* dagl'ilìcilì Europeila lor tanta varietà degli artifici) , e degli
ordigni da pefeare ; poiché oltre a tutti i
noftri , ch'eglino ancor ufano , n'hannoaltrefsi degli altri lor particolari : lìcomeè far boschetti di piccioli alberi in mezzoal fiume, allettando costiperei all'om-
bra , per poi chiudergli con pareti di
canne, e prendergli. Caccianfi ancora^innanzi più Uccelli, chechiaman Lugzu(fon Corvi Marini), i quali tuffandoli
Sott'acqua prendono i pelei piccioli, egrotti, cavando prima loro gli occhi col
becco? ma i pefciolini (blamente ingojar
fi pofibno ; perciòche i diligenti Cinefi
legano lor nella gola un laccio , che nonpermette quella sbarrai fi ad ingoiar i pe-K
lei grandi; e si eglino poi gli raccolgono.
Caccia in vero dilettevole, e molto tifata
nella Cina ; tenendo ogni pefeatore più
y cecili per farla , fenza logorarvi lpefa->
al-
Du Gemelli. 6falcuna per lo mantenimento di quelli*
Nel fiume medefimo pretto la Città altri
s'impiegano a cernere l'arene per cavar-
ne Argento, o Rame , o Ferro ; poiché
non più che da dieci anni addietro quivi
s'è introdotta la moneta di Zien,ò Ciap-
pe, ( ufandotì puma di tagliar l'argento)
ond*c agevolmente per la cafa fé ne per-
deva fra l'immondezze, che fi gettavano
al fiume.In Canton per una pezza d'otto
fidavano 1140. clappe, ma nella Pro-
vincia di Kianfi non fi cambia più di
750. non correndo la moneta di rame_>
d'una Provincia in altra . La giornata fi
continuò fra rive ben accafate . Tre ore
prima,che tramontaflfe il Sole fi rinforzò
il vento Norte sì furiofo,chcci coftrinfc
a fermarci neli'oppofta riva della Villa di
Sincanfcen a deftra del fiume ; la quai
cofa avviene fpefie volte ; perciochè la_»
metà dell'anno foffia tal vento, contra-
io a chi pafla al Norte. Cadde la notte-*
una buona pioggia.
Venerdì 2$. per l'acqua non potendo
.«ndare avanti,pofammo nella Guardia.*
di Chincioètan.TJfano quivi in tali tempi
i Contadini alcuni mezzi tabarri, e vefti
fatte dell'interiori cortecce degli alberi,
anche con cappuccine riparali dal fred-
do
62 Giro del Mondodo, e dall'acqua affli bene.
Inquefto nojofo viaggio i miei fanti
m'aflìfterono con affetto, fpezialmente
il giovane , il quale tutto che non inten-
dere la lingua, col defiderio nondimenoprocurava fervirmì a'cennl . E veramen-
te egli oprava il tutto con mia foddisfa-
zione ;perciocché i Cineiì fanno i fervi-
ci accóciamente , ed hanno certe manie-
re particolari , e ingegnofe ; con pochi
ftrumenti fan fare quel , che altre nazio-
ni non farebbonocon molti. SVgli fofle
voluto venire in Europa, l'avrei menatovolentieri al mio fervigio , perche non_>
mai fui tanto ben fervito dagli Europei,
Apparecchiano tutto in Cina con man-teca di porco, non ufandofi quivi quella
di vacca , né olio,ancorche (la Venerdì,
o Sabato; perche non vi ha olio di oliva,
maiol digiurgiulena , o d'altri fèmi per
logorarli ne' lumi , o da alcun poveronella cucina.
Rimetto il vento riprendémo il viag-
gio Sabato 24. andando per paefe molto
popolato j e dopo aver paflate le Ville di
Xòpù, ;untay,e Cianfciuy,reitammo in
quella dijanzu-ceu.
Domenica 25. di buon'ora parlammoperla Villa di Funcicn, recandola fera
in quella di Senmi
.
Lu-
D E I G E M E L L li) tfj
Lunedi 26. prima di nascere il Solofummo in Nancianfù,iMetropolj della»*
Provincia di Kianfi .Portomi in fedia__»
andai alla Chiefà de' Padri Gemiti; dovenon trovai il Superiore,per effer partito
alquanti giorni prima per Canton . Re-ftai nondimeno in cafa fin attanto che (]
difponcfiecjòchebifognava per pafTare
avanti. La Chiefa è picciola, e l'abitazio-
ne agiata.
Quefta Città , e Provincia è governa-ta per un V.Re, e più Tribunali . Illa è
ben grande , ma nella parte di sii ha mol-ti campi, e giardini, per mancanza di
abitatori : e nondimeno per le piazze , e
ftradc pubbliche fi va molto fuetto ,per
là gran calca delle gcnti,che s'incórrano.
Le botteghe fon ricche all'ufo Cinefe:
le ftradc ben dritte , e fclciate ; ma di do-vervi ritrovare vaghi, e belli edifici nòquivi, né in altri luoghi della Cina fi puòfpcrarc;perciocchè ficcomcle Città tut-
te quivi fon fatte fu d'im modello , cosi
ancora vi fon fabbricate le cafe con le_*
ftanze tutte in piano , baffe , e compoftedi mattoni, odi loto, poche vedendovifi
di pietra . Non han fineftre m le ftrado,
ma il lume ricevon folo dal cortile, den-
tro acuì ftanno all'intorno le camere?tutte
Hi
64 Gmò D8t Mokdotutte . Nel fiume entro le barche vi è al-
tra Cittì de' marinari per far viaggio , e
de' pefeatori , che vivono della pefea-».
I Mandarini han magnifiche barche-?,
conia poppasi alta, come un vascello,
e con più ftanze dentro ben ciipìnte,e do-
rate , sì larghe (otto , come (òpra: per
potere andar nel fiume a diporto quan-
do lorpÌ3ce.
Vedonfi in quelle barche più lance di
legno, con code di cavallo rofife appefe,
e timpani , e flauti 5 conofeendofi dalla_>
quantità di tali cofe la dignità del Mini;
ftro i che vi va denteo.
CAPITOLO SETTIMO.
Si continua il viaggio fino a T^ankjmi
FAftiditodi andar più in barca, deter-
minai di prender mule per Pickin-»,
come foglion fare i Padri della Oompa-gnia,giunti che colà fono,poiche firn qui-
vi non fi può andare , fuor folarmente_j
che per acqua. Ma non vi ritrovai vettu-
re, fol che per Nankin ; onde mi fui d'uo
pò prender nuova barca , che mit corte
ben caro prezzo, per la ftrabocclhevoli
dogana , che fanno pagare in Futcheu
£9-
Del Gemella '6$
Doganieri a' barcaroli 5 non facendo ra-
gion delle merci, ma della grandezza-»
delle barche, benché vuote quelle fiano,
per lo che tutto cade in danno de' paf-
faggieri , mentre i barcaroli prima di
patteggiare fi ranno i conti, acciocché
loro torni bene il viaggio . l^on vollero
contentarti men ài fette Lean, e mezzo,che fon dieci pezze, e meaza d'otto , per
fei giorni di cammino ; quando per unmefe,e più da Canton a Nancianfu nonmicoftò tanto , benché vi aveffi prefo
tre barche, e ie (ed ic»
M'imbarcai dunque Martedì 27. per
lo frefeo , rimanendo la notte a dormirein barca , per partirmi poi la mattina ap-
preffo a buon* ora .
Mercoledì zS.prima dei giorno ne po-
nemmo in cammino per lo fteflb fiume
.
Reftarnmo la ièram una- cafa di campa-gna detta Ceuteù.
Giovedì 29. per lo vento Norte par-
timmo tardi , e facemmo appena un-»
miglio »
Venerdì ultimo continuando l'iftef-
fo vento Norrc,cógran fatica avvàzam-mo quattro miglia , giungendo fin* alia-»
guardia di Sance ti.
Pofato il vento, di buon* ora Sabato
Tarte IP. £ pri-
UHM——_—« „—_---_-
66 Giro del Mondoprimo di Ottobre partimmo. Fummoalla Villa di Vieri, la quale è a finifìra dei
fiume , ed ha la maggior parte delie cafe
di legno , e di canne . Quivi s'imbarca.*
tutta la porcellana per lo Reame , e per
fuora j effóndo la più fina , che fi faccia-*
nell'Imperio quella della Città d'Ioaceu,
porta nella Provincia di Kianfi , la quale
fi trafporta in quello imbarco. Ma odaavvertire , che la creta è portata in loa-
ceu da altro luogo ( dopo efier quivi (la-
ta fcpolta prelìb ad un fecolo intiero in_»
pozzi (otterranei)a cagion della Aia aria,
ed acqua; perche dove fi prende la creta,
non riefee il lavoro cosi fino.La dipintu-
ra, che fi vede poi in detta porcellana^,
non è fuperficiale., ma dopo efier fatta_»
quella fi cuopre dell'iftefTa materia diafa-
na. Efiendo ritornato prima di mezzodìil vento,pa(Tammoa Chiuki picciolo vil-
laggio a finiftra del fiume , ove quello (i
dilata in ampio letto, lanciando più la*
ghi all'intorno.
Domenica 2. di buon'ora pofti in cam-mino andammo per uno fpaziofb lago,
che fa il fiume; dove Jafciammo dopo al-
quate ore a finiftra la Città di Nantanfùpolla a pie d'alte montagne , la qualo
an-
D f i Gemelli. 67ancore he non molto grande, pur è cintadi mura. Ritornato il ìbiito veto Norte amezzo di, fummo tofto a prenderteland.Villaggio 9 e guardia di Sic ftan.Ren-defipenota la navigazione per Nankin-»di rali tempi , mentre non fteemmo piùdi otto miglia al giorno.
Lunedi 3. avendo io fatto partire i
barcaroli per forza , mi cofrrinfe il <entocontrario a ritornare indietro, e arren-
dere il buon tempo con altre 20. barche;e frattanto andavan quei Cinefi racco-gliendo petruzzc ritonde fra quell'are-
ne, per adoprarle in veee di piombo nel-
lo fchioppo a caccia.
Martedì 4. dì buon'ora rimedi in via,
pattammo il Villaggio di Tacutan; pocoavanti del quale fopra uno feogiio in_>
mezzo del fiume è un'alta piramide conuna Pagode vicina . Giugnemmo dopomezzo di in Fucheu, o Xucheu fecondo,altri, dove ne fu d'uopo fermarci, per
dover efiervifitata la barca dal Manda-rino,© Doganiero.Qucfta Villa è porta adeftra dei fiume,di figura come un brac-
cioli u fa fra l'acque , e moti per 2. mi-glia, ti li è abbondante di tu tto,con_>buone botteghe , e ftradc ben folciate : ècinta di mura non fol dalia parte del fiu-
£ z me,
68 Giro del Mondome , e de* monti ; ma anche dalla partodi fuora fi (tende un muro, girando la_>
Sommità della montagna , e rinferrando
più miglia di feofeefo fra le due eterni-
tà della Villa. Quella è la prima della
giuridizione della Provincia di Nankin.Mercoledi 7.dopo un concerro di filo-
ni, e fparo di tre tiri, comparve l'accom-
pagnamento de' Mandarini Doganieri,
con più tabelle di caratteri CincG porta-
te in mano da' loro Tergenti , e fervi, conbandiere , e mazze , e catene trafeinate^
per lo molo , e con ombrelle, ed altre in-
degne dclpaefe. Ed erano più di 60. per-
sone , che le portavano a due a due cam-minando 5 toccandoli il tamburo Cine-
fedi quando in quando. Nel mezzo de'
quali veniva il primo Mandarino in Te-
dia feoperta, portato da otto uomini : e
nel fine delle genti veniva l'altro , ch'era
di maggior (lima, in una Tedia coperta-'
portata da altrettante perfone. All'vno, e
all'altro nel paffare i Cótadini ardevanoin mano alcuni legni di miftura (i me-
defimi che brugiano nelle pagedi agl'I
doli , detti Xian ) e pofti in ginocchioni
lì chinavano con la fronte fin fui terrene
per fegno d'umiltà . A confettare il vere
l Cinefi quanto alla magnificenzai , e de-
coro
Del Gemelli* 69coro fupcrano l'altre nazioni tutte; {otte-
nendo il pofto con 3iTaifpefe. La mag-gior parte di quelli uomini fono addetti
all'ufficio , e filli j rimanendo nella doga-
na , ancorché fi muti il Doganiere 3 per-
che fon pagati dal Re.Si poiero a federe queftì due Manda-
rini in un'alta loggia alla riva del fiume.
Il primo flava a capo del tavolino , ed il
fecondo al lato . £rano le barche da vili-
tarli al mi mero di 40. le quali ad una aduna pattando per folto la loggia , quivi
cran riconoiciute dalla barca della doga-
na : e gli IJiTiciali di quella ne davan il
nome de' Padroni a quei di fopra;dondc
il Mandarino con la /bla veduta le faiTa-
va fecondo la lor grandezza fenz'altra vi-
iìta . Portavan quelli Ufficiali inferiori
della dogana una tovaglioli avati lo fto-
hiaco , appefa per Io collo, e ligata al
fianco, in cui cran legnati quattro carat-
teri Cinefi .II Padron della miabarca^affinchè avelie una taflfa lieve, le disfà
tutta la coperta di lopra , lafciandole io-
Jamen te lo fcaffo , e coprendo le tavole-»
diimeife degli ftanzini con canne . Pagaquivi il Doganiere 100. m.Lcan, che fo-
no 125. ai. pezze d'otto, per dieci ioli
meij d'affitto.
£ 3 Avan*
KVvl-.V-
70 Giro del MondoAvanti quella Villa ei'sedo molto pro-
fonda la riviera , fi fa una gran pefca,con
moiri , e vari artifici 5 fi vedono reti ftefe
fopra quattro legni curvi , che alzano, e
ballano per un legno fido in terra; que-
llo tiene un pozzo in mezzo , per non-?
poterne ufeirc entrato che vi è il pefee;
e per efler grande , ne prende molto:poi-
che il pefeatore dorme in un tugurio vi-
cino per non perder momento di tepo.
Si prende con altre reti una fpezie di
pefee di ducento, e più libre : chiamanloi Cinefi Xuanyu , ed è molto più graffo
de'noftri Tonni,ma però duro:del qua-
le , e d'altro e fempre abbondante la_>
pi izza .
Oi tenuto il difpaccio dal Doganierealquanto prima di mezzo dì , (ì pofe alla
vela la fola mia barca, perche era vuota.
Prodeggiammo con Io ftefib vento Nor-tc , che ivi non era tanto contrario j cf-
fendovi il fiume atTai grande , mentre in
Xucheu viene ad unirli il gran fiumoKian,dopo aver bagnata h Provincia di
Sucucn , e correodo a vicinanza di Nan-kìn vi a perderti nel Mare.Compimmola giornata in Xùanma-
tan luogo picciolo, pofto nel feno del
£umc,dovc fon quantità di pelea tori
,
i quali
Del Gemelli^ 71i quali aflìfi girando una ruota,con quel-
la alzano, e battano una rete da lor det-
ta Panyù;dalla quale poi traggono il pe-
fee molro agiatamente per una corda fa-
cendolo cadere nel pozzo, dove lo tro-
vano la fera vivo , e frefeo.
Patifcc per quello cammino un'Euro-peo, che non è avvezzo a magiare il rifo
Cinefe cosi mal cotto , il quale ufafi daquella nazione per pane inficine , e com-panatica 5 poiché non fan pane del gra-
ndma fòlamenre ciambelle , parte con_»
zuccaro, e vermicelli 5 la qual cola ècagione, che il grano quivi vada si a
buon prezzo , avendocene per tre carli-
ni della moneta di Napoli ben tanto , che
baderebbe ad una pedona un mefe intie-
ro . Ione faceva far bileotti per lo viag-
gio ; ma alle volte pur mi mancavano,cdera meitieri farmi fare da' miei ferventi
alcuna focaccia : poiché il rifo (tuffato a
fccco , ficcome quivi utafi , lenza alcun
condi mento, non gradivano dallo ftoma-
co mio.Giovedì 6. pattammo la Villa di Xyen
polla a pie d'alti mòri a delira del fiume;
corre anche il muro di quella per la ibm-inità di quei monti , come abbiarn detto
dell'altre; il qual antro chiudendola per
£ 4 Inn-
-
72 Gino del Mondolungo tratto va a terminare di qui fin-»
preffo al fiume. Un miglio avanti in_>
mezzo a) fiume è un'alta , e icofcefa roc-
ca , iopra di cui è una Pagode detta Seu-
cufeian : alla quale tutte le barche, chepadano brugiano profumi, e incenzi, e
anche alcune carte colorite . Venimmoa pofar la fera nella Villa di Tun-ìyu-
jcicn polla a delira del fiume ; la quale fé
ben fia aperta , tiene nondimeno un mu-ro da prefittene gira due miglia,e le ter
ve di ritirata ; efiendovi baleftriere all'in-
torno per difenderli.
Venerdì 7. per l'ampiezza del fiumofeguendo il cammino poco dopo mezzodi giungemmo in Xan-chinfu, Città po-
lla alla (iniftra riva,di un miglio di lun-
ghezza^ mezzo di larghezza. Il fuo bor-
go è lungo due miglia , con buone cale;
ed hayvì ancor da preflò un'altro bor-
ghetto leparato a modo di villaggio.
Tutto ciò, che fi vende per la Città,
fenza che fiaffitighicon la voce il ven-
ditore, lo fa comprendere col fuono : ed
il medefimo fanno ancor gli Artifli, toc-
cando ciafeuno differenti {frumenti: fic-
comc per cfTempio i Barbieri caricanti
d'una bottega porratile, con una Itanga,
appendendovi d'una parte la" cattetrinai
coi
D e l Gemelli! 73
col fuoco , e col bacino, e d'altra un ban^
chetto per federe , con gli (frumenti nc-
ceflarj 5 facendoti fentire al tocco d'una
molletta : e cosi è ancora degli altri mc-
lìicri . Riftettefi tutto il rimanente di
quel di in Nankinfù per riguardo della.»
laguna di Kianfi, che fi deve panare con
buon tempo dalle barche.
Sabato 3. porto in barca a buon'ora,*
giunfi la fera nei Villaggio di Jcu-cia-;
chen.
Domenica 9. continuando 11 cammi-no per rive ben abitate , lafciammo a
deftra la Villa di Tuchien , affai gran-
de , e con buon porto , che fa il fiume in
unfeno. Venimmo tardi in Uxufcien
Città molto grande, porta a deftra del
fiume, e fornita di buon porto snel-
la quale U dogana fé fu la noftra barca
una rigoiofa vifita . Appreffo fi fero-
no poche miglia : e rimanemmo ad una
riva del fiume
.
Lunedi iQ-ccntinuòl'iitcrTo vento, fin
alla Villa di Zaijfci: dove ne convennefermarci,per cagion del vento,che fover-
chio traeva.
Martedì 1 1.partiti di buon'ora venim-
mo con quattro ore d i giorno nel gran-,
Borgo diNankin. La Dogana quivi ri-
co-
74 Giro del Mondoconobbe , e vifitò la noto Barca fcnza_»
troppo rigore . Portomi in Tedia dopoalquante miglia giunfi nella Cafa di Mó-fìgnor d'Argoli Veneziano, Vefcovo di
Nankin, dal qual fui cortefemete ricevu-to: Quefto Prelato è deftinato dalla»»
Congrega zion de Propaganda Fide , condue altri Rcligioll Riformati diS.Fran-cefeo, I quali erano Fr.Francefco della.»
Lionella Provincia d'Abruzzo del Ile-
gno di Napoli, e Fr.Bailiio Veneziano;edaiTìftcvana'loroChriiiiani con molta.»carità.
CAPITOLO OTTAVO.
Deferitone della Imperiai Città di
KIamnim,o Nankin, cioè a dire in lin-
gua Cinefe corte di mezzo di ;è in_>
32.gr. , e 5?.ni.d'elevazion di polosdtua-ta per lopiù in piano .Fu in tempo delJvlinciau fede Imperiale, ficcome e oggiPekin del Zinciau Tartaro . Min , e Ziafon come fi diceiTc in Francia Valoiis , e_>
Bourbon: Ciau vuol dire Impero, otempo dell'Impero; anteponendo coloroil genitivo, ai roverfeio del noftro modo
di
Del Gemelli^ 75di parlare, poiché ufano i Cinell diftin-
guerci lor Reami per diver/e famiglio[Reali con gli nomi Hia-que, Xam-quo,Cheu que, &c. JI P. Luigi Lccomtofa di 48. miglia di giro Nankin, fem-braruiog'ienc le mura più torlo confini
d'una Provincia, ehc di Città 5 nondime-no per quel che io ccmprclì andandola
l oflcrvando, nò potrà aver di giro più che
I
36.miglia Italiane, ancorché Monfignor
|
d' Argoli la facefle di 40, Le mura , choJa cingono fon pochi Baftioni , e non piùd'otto palmi hrghi . Sì comprendono inquello circuito campi, e giardini disabi-
tati . I Borghi intorno alia Città fon_»
poco meno di cfla , prendendoti fot-
to nome di Nankin, oltre di quelli, un_»
altra Città natante su i Canali in tantoBarche: Dimandato il fuddetto Prelatodel numero degli abitanti dì si vaila Cif-ra, mi rifpofe , che da più Mandarini gli
era (tato riferito c/feri] numerati per l'e-
ia zzionc del Tributo fino ad otto milionidi Porte, o di Cafe, le quali computate-*per quattro anime l'una, farebbero al dirdel detto Prelato, trentadue milioni d' a-
nime: la qua 1 cofa mi parve imponibi-le a credere. £ reputandola menzogna^,( benché ufciOe
?di bocca d' un Miliona-
rio
lans novel.le Relat.dela Chine-»
pag. 2.
MemolresAir 1» crac
prefent dcj1* Chine-»
letr. in.
HHHHI Hi IH HHI
76* Giro del Mondorio Apoftolico Riformato di S. France-
(co,e Vefcovo deiriftefiTa Città)quando
poi giuntò a Pekin volli udir ciòcche ncjgiudicavano i PP.di quella Corte : e rac-
contato loro il numero graditi?mo delle
géti,che me n'avea detto quel Prelato,mi
rifpofe il Padre OiTorio Portoghefe , cheio non lo tcneflì per menzogna
; perciò
che elfcndo paflato per Nankin pochianni prima un lor Padre della Compa-gnia Francefe , e maravigliato di quel-
l'immenfò popolo aveva detto, che la_»
Città fola fenzai Borghi faveva più abi-
tanti,che tutto il Reame di Francia, Io
però ho riferito quel , che mi na rraronoperfonedi buona fède : né già intendo
cflfer mallevadore di que' cotanti milioni:
Credane pur chi legge quel , che gli pia-
ce, perche io non gli ho annoverati ; honondimeno i libri di tutto 1* Imperio Ci-
aefc,in cui enumerata ciafeuna Città di
quello, onde ben potrebbe cavarne la_>
verità chi intende/Te la lingua; poiché foPar.j.tlb.i. il P.Bartoli vuol che faccia quell'Imperoc.ìi.22. trecento milioni di gente , egli è necefifa-
rio,che quelli fianonel Aiolo Cincfc,non
già appefe nell'aria,e alla perfine i Villag-
gi non poffono comporre quefto nume-ro 5 ne fi trova nella Cina altra Cit-
tà
Del Ci 5 1 1 i li 77tà uguale à Nankin , eflendo PcJììxl»
molto minor di quella.
In ordine a render popolata la Repu-blica, ed Imperio, devenotarfi in que-
llo luogo , che le maflìme Cinefi fonodifferenti dall'Europee; poiché quivi ètenuto per uomo dappoco, e vile chi
non fi ammoglia, mentre così non fu-
icita,maeflingueil feme paterno , e la-»
famiglia 5 onde Te faranno dieci figli
tutti il calano, e prendono tante mogli,
quante ne permette la facoltà loro , te-
nendone cento tal'uno, comprefe le Cd-cubine: In Cina difficilmente permettonmeretrici ,acciòche non fi corrompa la
Gioventù : e trovandoli alcuna , n'è fe-
veramentc gaftigata , onde per neceflìtà
bifogna che ogn'un s'ammogli . I Cine»
fi non efeono dal ior Pacfe per popo-lar Reami ftranieri 5 anzi fono repu-
tati infami i vagabondi , che lafciano di
propagar la loro fa miglia,e di predar gli
ofTequij dovuti a' loro maggiori Defon-ti , da cui eglino han avuto l'effcre^ ,
L'aria, e temperamento Clncfe è ottimoalla generazione : e le donne fon fecon-
diffimc 5 non avendone io veduta una metà di partorire, che non tenga due fi-
glioli all'intorno, ò uno nel ventre , & al-
tro
MVIM imWllillilB
78 Girò del Mondotro al petto; mentre le donne Gnefi (
affaticano a renderli feconde , p?r ave;
reftimazionedeli'altre appiedo Icfuocc
ra e'1 marito , i quali non ammettono al
la 'or tavola le fterìli , ma da loro fi fan_
fervi re, come fé fuAero fanti.
Gli abitanti, che fono in Nankh , not
fon tutti Cinefi , ma vi fono ancor molt
Mori venuti dalla G. Tarraria ( accertati
domi il Padre Filippo Grimaldi ; ch'in-
tinta la Cina ve ne iiano due milioni)
,
quali han per politica di non cafat le ior<
figlie , fol che nella propria Setta ; onde-
moltiplicano per tutto l'Imperio , com<Locufte: Il Palagio Reale è dentro la-
Cittadeìla fituata ad Oriente della Città
e tenuta dal Prclìdio Tartaro, che not
vi permette l'ingrelTo; oltre che non vi <
rimafa nel Palagio fuddetto cofa degna,
da vederi! : Le ftrade di quella Imperia
Città fon convenevolmente 'arghe^ben laiìricatc:i canali molu,e profondi; li
cafe batte, e pulite : le botteghe ricche, <
fornite di tutte forti di drappi , ed altre,
opre di prezzo . In fine quefta è come i
centro dell'Imperio : dove il trova tutt<
ciò , che è di più raro , e di più curioli
dentro l'altre Provincie . Ivi vengono;ftabiliriìi Dottori più famofì, e Manda
Lrini
Del Gemelli? 79tini fuori delle loro cariche 5 le librario
fon numerose, e i libri leciti : la (rampa è
la più bella: gli Artefici più diligenti: la_>
lingua più colta ; in fine non vi farebbe.*
altra Città più acconciai degna per efler
fede ordinaria dcgl'Imperadorijfe la loro
prefenza non folte nccefTaria nelle fron-
tiere per opporli a' loro nemici.
Ciucila è la Città delle fete per la buo-na qualità, e quàtità de* drappi, che vi fi
lavorano , e fi mandan per tutto l'Impe-
rio, e fuora; né rimperadorc fi provvedealtrove , ch'in Nankin, di quanto fi me-itieri per la fu a innumerabil Corte. Nel-
la Provincia fon grandi campi di morifianchi : e Te ben gli alberi Iran piccioli
,
hanno nondimeno le lor fiondi grandinicui fi pafee il verme, che na/cencila Pri-
mavera , & in 40. di rende perfetta Lì fe-
sa : la qual tutta fi conduce a lavorarli in
Nankin da infiniti, e diligenti Maeftri,
che vivono di tal meftiere.Ben fé ne->
lavora ancor nella Provincia di Cekianmolta quantitàsma que' drappi non ven-
gono della qualità di quelli di Nankin.Oltre della feta artificiale , (i raccoglie
ancor nelle fuddette 2. Provincie di Ce-
kian , e Nankin la naturale , e felvaggia ,
la qual fallì Tu gli alberi da alcuni vermi,
ri*
^m H
fco^ Girò bei Mondoicitrovandofi i foilicclli quivi, fenzach<
alcuno ne abbia avuto cura : ma nonsì fina , né di cotanto pregio ia felvag
già , come è quella fatta per induftria_>
Io ne portai drappi dell'una , e dell'altri
feta lavorati , per fargli vedere a' curion*
Trae tanta quantità di feta il negozio, e*
concorfo de' mercatanti da' remotiflìm
paefi,che la trafportano in drappi, noi
folo per vendergli, mapercambiarglancora con mufeo, ed oro , fpezialmcn
te nel Reame del Lama, dov'è tanto co
piofo quello metallo 5 perche quantun
quei Cinefi tenganole lor mine d'oro
nondimeno non ardiscono di calar foi
ferra per cavarlo $ e ne raccolgono le
qualche mica ne* fiumi , facendovi foli
nelle rive, dove quelle portate giuda-
torrenti de* monti , tal volta fi ritre
vano.Per riguardo della fua grandezza ,
governata la Città da due Governadoi
a' quali fon fottopofti centinaia di Mai
darini per ramminiftrazione della Gì
{tizia -.oltre a gli altri, che non han e
pendenza alcuna,fuor Solamente che di
i'Imperadore.
Afiìftc in Nankin un Suntù , ch'è e
me un Vicario generale fopra due V.Redue
Del Gemelli. 8 i
le due Provincie; ma non hanno coito-
lo ratitorità,e le regalie de'noftri Viceré*
poiché per giudi zia non poflbno far
morire alcuno fenza la partecipazione, cjconferrruzione della Corte, ma folo eoabaftonate poflbno indirettamente farlo.
Né tengono facoltà di mandare un Go-vernatore, o Mandarino a qualsivoglia
picciola Città delle loro Provincie; fpct-
tando ciò folo ali'Imperadore : e fuoi
Tribunale fol eglino poflfon màdarvi il
Luogotenente , nVà tanto che veng*-*
dalla Corte il Proprietario . Per togliere
quanto ria poflìbilc reftorfioni , e dipen-
denze, non poflfono praticare gii frretti
parenti de' Miniftri co* loro fudditi 5
onde teneva allora il Suntù un nipote
rinterrato in una camera come un Reli-
giofo, lenza poter ufeire , dandogli il ci-
bo per una ruota; vietando anche le leg-
gi fondamentali del Reame , che niunopolla avergiuridizione nella fua patria»»,
o tener famigliari della Provincia , ove->
governa.
Ripofai tutto il Mercoledì 1 2. in cafa,'
ritrovandomi molto petto da'difagi del
viaggio . Per quanto permette la pover-
tà religiofa, la cafa, e Chicfa di que' PP.
Miflìonarj fono baftantementc ornate.
Vmtiv. F S'cn*
Hi HHJ HHJ
S2 Giro del MondoS'entra per cinque piccioli cortili, o cor-
riroi nelle danze loro, ornari in mezzodi vaghi filari di fiori , polche .'indù-
flriofa manoCinefe fra le filili re de'mat-
tonl, checuoprono il fuolo, pianta di-
vertita di fiori , che s'alzino ad aggua-
gliare la tritura d'un'uomoper fargli unaspalliera fiorita dall'uno, e dall'altro la-
to; crefeono in 40. giorni , e riferbano
quefta fragil rapezzeria quattro mefi
.
Son fiori particolari di quel paefe , chc_>
non fi trovano altrove: uno è detto Ki-
quon di più fpczie, colori , e forme (tra-
ile, ma molto vago, eflendo di color di
canna uno, altro di rota fecca, altro gial-
lo, ma come una morbida feta felbata.Vi
e fpezial mente fra dette fiflure un'erba,
che fé ben non dia fiori , è nondimenomolto vaga a vedere, con le fronde linea-
te, e dipinte dalla natura d'un vivo colo-
re giallo, rotto, e verde . I Tulipani, chefioriscono per que' cortili, fon più gran-
di degli Europei : le Tuberole fono affai
copiofe , e di molta fraganza , che s'in-
contrano per tutti i viali, con altri fiori ;
per maniera che ne godono baftanreme-te gli occhi, e le narici , fin' agli apparta-
menti dei Prelato, e de' fuoi Religiofi.
La Chiefa è picciola , ma bella . Il fervi-
Del Gemelli* 8J
gio,chc tengono de'fanti,è acconcio,ma
non foverchio: il giardino è vago affai,
e ben coltivato di piante , e d'erbe ; poi-
che vi fono uve, pcfche, poma,mele gra-
nate, calìagnc, e quantità di fichi neri, e
bianchi, di affai buon fapore; avendone.*
io magiato quivi a baftanza dopo la pri-
vazion di due anni; perche nella Cina néuve, né fichi (ì trovano , fuor folamente
che nelle Cafe de'PP.Mifiìonar/, non cu-
randofene troppo i Cinell per lo diietto
maggiore, che fenrono nell'altre loro
frutta . Nel medefimo giardino è unapefchiera di ottimi pefei , i quali fol vi-
vono d'erbe, che lor fi danno. I PP. Ge-fuiti tengono in Pekin una buona Chie-
fa: in cui, mentre io paflfai , era un Padre
Siciliano, ed un'altro Cinefe.
Giovedì i j. podoml la mattina in fe-
dia,andai a veder due maravigliofe cam-
pane; una (Viva nelCiunleu caduta a»»
;
terra dal gran Tuo pefo; la fua altezza era
|d'undeci piedi : il maggior fuo diametro
I di Tette, comprefavi ancor la groflesza-»
delle labbra : la circonferenza di fuora_>
eradi :2. piedi, la qual s'andava riftri-
gnendo alquanto flao al mezzo dell'al-
tezza, dove poi quella di nuovo fi rien-
fiava . Era la groflfezza del metallo di
F z fei
>4
m
99991 8Se9!9s1BHHbBBBÌ
84 Giro del Mondo{ci pollici ,c mezzo . Il Tuo pefo, conJcomprendervi ancora quello del mani-
co, per quanto mi fu detto, e mi fembròvero, poteva efier di cinquanta mila lib-
bre, altrettanto più di quello delia tanto
famofa campana d'Erfort , la qual dice il
P. Kirker , che fia la maggior campana»,del Mondo . Mi raccontavan coloro,
che era ben'antica, più da trecento anni
addietro :- e che effendo caduta a terra_»,
non fìeran poi curati più di riporla in_»
alto per ufo di fonarla.
Prcffo al narrato Ciun-Ieu è un.-»
quadrato di fabbriche (opra ?. gradi vol-
te , in cui è alzata una fala, o loggia confei porte all'intorno. Dentro vi è una_>
pietra nera con iscrizione (chiamali Cu-leu, ed era (ottenuta da un grande ani-
male) in lode deirimperador regnante-?,
fatta dalla Città per gratitudine de'benc-
ficii ricevuti dalla magnificenza di lui, in
due volte , ch'egli vi pafsò ; eflendogli
ufeite incontro 800. m. perfone.
Panai appretto a veder il luogo de'
Matematici, dove fi facevano l'offerva-
zioni , in tempo che la Sede Imperialoera in Nankin, e Yonlo non ancor l'avea
trasferita in Pckin . Quefto è fopra un1
alto monte a modo di galena , o di log-
gia
Del Gemelli* 85già foftcnuto da più colonne . Egli eaperto per tutti i lati ;e fol vi fono all'in-
torno balauftri,e fedie di marmo per po-tere feorger da rant'altezza la Città tut-
ta; chiamati* da'Cinefi Qujnfintay . Vi-di quivi un'altra ifcrizione fatta ad onordcirimpcradore,la feconda volta, ch'egli
vi andò: la qual (lava entro una guan ià-
la, o loggia di nuovo allor fabbricataledipinta all' ufo di quel paefe . Era inta-
gliata in una pietra nera con geroglifici,
non già incavati nella pietra, ficome noiufiamofar nelle noftre lapide , ma rile-
vati siila faccia di quella: il qual' ufoè apprendo coloro in tutte le loro lapide.
Mi dittero , che que' caratteri aveva lor
dati di Tua mano il medefimo Imperado-re, acciocché si s'intagliaflero.
Sopra quefto monte era una Pagodedetta Cuni miau con due Pagodini alla-
to del cortile, e più Idoli di feonciflìmefigure . Entrai nella principale , e ve nuvidi uno con la faccia macchiata , comeun Covello di còmedia,il qual chiamanoCccoali . Alle fpalie di quello rivolta,
girandoli dietro dall'altare , vedevafi la_»
fiatua d'un'altr'Idolo, che chiamavanoTauzù, tutta dorata: il qual flava a fede-
re, con una mazza in mano , e con Ja co*
£ 3 ron*
HH BPM^WI
86 Giro del Mondorona in tefta , e con barba , e moftaeci •
Iranvi ancora altri due Idoli all'ai brutti,
ed orribili a vedere.
Sopra altro monte vicino vi è un Te-pio di Rcligiofi detti da loro Xofcian , e
da noi Bonzi . Cofioio tengono urbuon giardino, ebofehetto. Entrandoio quivi in una cappelluccia,vidi un'Ido-
lo detto Quanlauye,che flava feduto,
tenendo lunghi muftacci, Di quefti, c_>
d'altri narrano i Cinefi favolofi iucccflì.
Sonovi ancor due Coloilì in piedi , unocon la fpada in mano , e l'altro coni*-»
mannaja , tinti nella perfona tutta di di-
vertì colori ; i quali chiamanti Kinfcan ;
nò vi mancano di tali moftri nella mag-gior parte delle Pagodi . Fatta una granialita ibpra il monte per gradini di pie-
tra, mi vennero i Bonzi incontro per
prefentarmi il Cia, o erba Te , la qualoioricufai ; poi mi conduiTero per la Pa-
gode; nel cui entrar fi vedeva una fta--
tua feduta con abito da Mandarino,Giudicai efler flato colui alcun' uomoragguardevole, che per le Tue rare quali-
tà (ìa quivi adorato da quella cicca-»
gente.
Andato poi in altra Pagode, entrando
vidi un'Idolo ignudo a color d'oro, che
dir-
Dfl Gemelli. 87dittero eflere Quoi/a : a cui dietro rivol-
to flava un'altro del l'i fretto colore fe-
dendo , coperto d'una vette di feta bian-
ca : teneva lunghi mottacci , ed era detto
Quoin fan. Nell'i tteffa Pagode vi è una-*
Piramide, con più> lanterne , per accen-
derli in tempo di fette . A4j feron vedere
una campana ben grande di bronzo ap-
peia , che toccava li a mano con un mar-tello di legno coperto d'un panno.
Ritornato per dove venni, pattai a ve-
dere un'altra campana, la qual flava in->
un giardino diflc/à per lungo, e mezzafepolta : mi/Viratane l'altezza, la trovai
di ledici palmi lenza il manico, e di unpalmo di grottezza . Dicono, che quefìa
peli ottanta mila Catì Cmeii ( ogni Catì
è 20. once d'Iuropa)e che quando 11
toccavano quefte campane , fi ìentivano
ben da lontano molte miglia.
Venerdì 1 4. poftomi in Tedia andai al-
quante miglia per entro la Città , uscen-
do appretto per la porta di Nan muen_>,
( ibgliono i Cinefì in tutte le lor Città a'
quattro venti principali far altrettante^
porte, appellando quella di Levate Turi,
quella di Ponente Si , quella di MezzodìNan , e quella di Settentrione Pe)gli ufei
fon di ferro ben forti: e in ogni entra*
F 4 ta
Bbh 8888881!
%% Giro del Mondota vene fono quattro , un dentro l'altro,
cflfendo un tiro di moichet-to larghe le-?
fabbriche, ove quelli fono. Pattai ap-
pretto il canale, e braccia del fiume fo-
pra un buon ponte , per andare al Borgo
a vedere la Torre, e Tempio di Paù-
nghen fu. Significa Paù in lingua Cinefe
gratitudine, o guiderdone, Nghen bene-
ficio , Su Tempio j poiché avendo u*_>
gra Signor Cinefe aiutato l'Imperador
Tartaro ad entrare, e impadronirfi del
Reame, e rinunziando poi colui al Mon-Le v. io do , e fattoti Bonzo, l'Imperador Yonloconne me-
li fabbricò ( fon più di trecento anni ad-
m ,r
p«ft« dietro )quel Tempio, e Torre per gran-
de 1.1 chine tudinc -Entrali quivi per due porte in_>
i»!*»."* un gran cortile; in fronte del quale fi
trova la prima Pagode; ove fi cntr«->
per altrettante porte , montandofi alcuni
gradini , dentro la quale vi è una figura
d'una Donna in piedi,e ne'fuoi lati quat-
tro Colofli , che diconfi Kinkan , con ar-
mi in mano, e di più colori dipinti , che
porgono orrore a mirargli . Nella parte
di su, o aitar maggiore vi era feduto» un'
Idolo col pie fopra il ginocchio , « tiutto
di color d'oro nella perfona : dicttro il
quale cravi altr'Idolo dell'ideilo coloro
anche fedendo. Pattato al fecondo corti-
Del GemiuK 89le , ed al terzo vidi all'intorno l'abitazio-
ni di quei Bonzi, che aflìftono alle Pa-godi , che fono intorno a mille,c vivonodi rendite. Allato liniero dei fecondoc©rtile,ochioftroèaltra Pagode, alla
qua'e fi monta per pochi gradini . Vidiin quella le lìatne di due Donne frduto,J'una di fpaile all'altra , ma alquanto più
malto la feconda, e di color d'oro, conpiù Idoli piccioli a* piedi , ed'intorno al-
la Pagode Dal lato deliro per 15.gradini
montavafi a tre Pagodi , entro a cui era-
no più ftatue d'Idoli, e di A4oftri,a'quali
erano cortine di fera avanti.
Pattando più oltre , alla fine dei corti»
Je fi trova la Pagode maggiore coperta-»
tutta di porcellana di più colori . Adon-tali a quella per una grande , ed ampia»»fala, fopra la quale è un'atrio, da cui percinque porte fi entra nel Tempio. Vc-donfi quivi alte dal pavimento i2.palmi
in nicchie fatte nella fi òte dell'aitar mag-giore diilaccata dal muro , gl'Idoli di
tre Donne di color d'oro fed ute,con piùepitaffi) avanti, e vafi di bronzo moltopregiati; ed intorno al muro un gran.*
numero d'Idoli a piedi, e a cavallo die-tro la qual facciata vi è un'alrr' Idolo di
Donna in piedi, e ad un lato vi è uruCam-
H Mi90 Giro del Mondo
tamburo,cbe tre pcrfone non lo potreb-
bero abbracciare ;ed all'altro una grancampana di bronzo,la qua! picchiai! conun martello di legno .
Si rapprefentava nel primo corrile dabuoni Comici una còmcdia,col concor-do di più migliaia di pcrfone , che ftava-
co in piedi . Mi vi fermai alquanto,e poipallai a veder la Torre, di che n'ebbi lft_»
licenza dal Bonzo col pagamento di po-che ciappe. £ra quella di porcellana fuo-
ri > e dentro , di color giallo> verde tur-chino, ed altri , con figurine di più, e di-
verti* Idoli . La fua figura era ottogomu.»di circa 40. piedi di giro: aveva novepalchi, o appartamenti, di vi fi al di fuorcon altrettanti cornicioni ingegnofame-te lavorati :e la fommità era coperta di
bronzo, con un globo dorato (opra. Perogni palco eranvi quattro grandi finc-
ftre , ri/ponderiti a quattro principali ve-
ti . Montai per due /cale di legno fattej»
a lumaca nella prima ftanza : e da quella
pattando fino a quella di su,vi annoverai1 3i. gradini ben'alti , oltre ad altri cin-
que gradini , ch'erano fuor la porta ; edera ancor la fommità della Torre alta_»
più delle fcalinate ; di maniera che giudi-
cai efler qucll a alta almeno 2oo.picdi,
Le
Dei Gemili. il 91Xe ftanze erano nove, quanto
i piani:cdinogn'una vi era in mezzo una fab-
brica , come pilaftro , per porvi varj Ido-li intorno . Il muro nel pie della Torresaveva dedici piedi di groiTezza, e nell'al-
to otto , e mezzo . A confettare il vero,l'edificio era ben' intefo 3 e faldo, e*l piùmagnifìco,che fia entro l'Oriente ; eiTen-
do tutta l'opra dorata , che par che il*_»
di marmo , o di pietra ci/ìilata ; poiché.»
1'induftria, ed ingegno de'Cineiì è mara-vigliofo per imprimer tutte forti d'orna-
menti ne' loro mattoni , per la finezza.»
della terra ben (ragionata . Da su quella
Torre ( la quale i Cinelìappellan della
Porcellana ) mirali tutta ia Città, e*l &•mofo Edifìcio ancora delle matemati-che 5 avvegnaché le Ida lontano ben unalega.
Mentre io ufeiva dalla Torre,vidi paf-
far la preghiera de' Bonzi proceflìonal*
mente. Precedeva uno con piviale attra-
verfato per le /palle ; apprciTo veniva al-
tro con una beretta nera in teiìa fchiac-
ciata ne' lati , e con ia Corona Cinefe in
mano . Seguivano a duca due i Bonzi,
toccando un campanello con un martel-
lo, altri un va/o di legno,e càtando a vo-ce balla . Entrarono nel bafiò della Tor-
re,
Hi BHHHN JUMBI
92 Giro del Mondore, e girando due volte intorno adoraneno gl'Idoli, chetavano in quello. Paf-
farono appreflb nel terzo cortile , ed en-
trarono nella Pagode , che fta In mezzoagli ultimi loro appartamenti ; in cui il
principale Idolo è come un Bacco, chefedendo moftra di ridere . Vi fono altre
Pagodi , e Idoli in quel Tempio , i quali
per non annoiare il Lettore , or li trala-
sciano di notare. La forma della narrata
Torre meglio fi vedrà nella prefentoiìgura.
Dopo definarc andai a vedere ilfepol-
ero del primo Imperadore dal Àdinciaù.
Quello è fuor la Città in un monte cu-ftoditoda Eunuchi , i quali quivi mcnanvita Religiofa . Confitte in una gran Sa-
la ben coperta, con una come Tribuna»*dentro, dove fi tien rinferrato il Ritratto
di quello . Il tumulo è dentro una grotta
cavata nel monte: e n'è chiufo l'ingreflb.
Mi difle Monfignord'Argoli , che fé io
attendeffi in Nankin un giorno di fepol-
tura (chefegnavan gli Aftrologi fortu-
nato per tal funzione; avrei veduto paf-
far più migliaja di tumuli;poichc i Cincfi
non fol fi fanno quelli in vita di legnofortiflìmo, egroflò mezzo pai mo,niifu-
randovifi prima dentro , per federe fé vi
dia-
D Et EMEIlIi 9?itiano agiati ma dopo morte ancora ri*
mangon per qualche tempo In cafa i c^ m
daveri quivi chiufi, fin' a tanto che dagli
Astrologi loro ila preferitto il giornodella fepoltura; prolungando altri queftalugubre funzione per màeanza di mezzi,mentre (ì fa con gran pompa , e fpefa.
Bifogna turarfì ben le narici colui, checammina per Nankin , poiché s'incon-
trano fovente facchini con cati pieni
di (rerco per dover letamare i loro or-taggi ; perciocché mancando loro il leta-
me degli animali , è di meftieri fervirfi
di quello degli uomini, che pagali moltobene da* giardinieri in ortaggi , o aceto,
o denaro 5 comprando a più caro prezzoquello, chefafTì dalla digeftione della_»
carne , che dei pefee ; i quali conofeonoalla prova della lingua. Per gli fiumi nonfi vedono , che barche cariche di tal puz-zo : e fé per i/ventura alcuno è colto in-,
mezzo di quelle barche, n'è per morire.Per le ftrade fi trovano luoghi ben'acco-modati,e imbianchiti,con loro fedie,c ri-
pari , per allettare i paflaggicri a fcari-
carfì dei pefo del corpo ; tenendovi fotto
un gran vafo di creta , per non perderneparte.
Se per render fecondo il terreno ufa-
no
SMBVBM
94. Giro del Mondono quefta diligenza , che annoja il nafo
di chi pafifa ; non fono però refe fporche
le ftrade della Città dal calpeftio di tanti
animali, come in Europa ; poiché non fi
vedono porci per la Città, e campi,qua-tunquei Cinefi ne confumino grandif-
fima quantità, uccidendofene in Nankincinque , e fei mila il giorno : oltre dellovacche, che mmgiano li Mori , e capre i
foldati . Provedono a quello grà macel-
lo i particolari ; poiché non vi è pove-
ro, che non allevi un porco incafa,onella barca, che poi a tempo il vendejper pagare iltfien lean, o tributo all'Imperadore, o per altre fuenece(fità;eflen«
do si buona la carne , che (1 dì agl'infer
rr.i . In tutti quefti di Monfignoc Argoli,e'due Padri fuoi compagni mi perfua
fero a non andare in Pekin , perche i PPGefuiti Portogheù" non vogliono , cheverun' Europeo prenda conofeenza dell<
flato della Corte : e che fé io vi andavalenza dubio m'avrebbono fitto villania
Erifpondendo io, che colà non anda
va per fpiar gli affari della loro Miffionc
ma per fola curiosità di veder quella,
gran Corte: eche perciò non temeva.
niente:e che farei andato di ftanzi nell'i
ftcflfo Convento de'Padri 5 in fine vederdo
DelGemi-ili. 95do eglino, che non mi potevano rimuo-vere dalla mia ferma determin.izione,fe-
jron la diligenza per difporre ciò , che mi[faceva mcftieri per lo viaggio.
Ben fi poteva continuare l'andare peracqua fino a mezza giornata predo a Pe-
kin; ma nondimeno fi fa gran giro , e (1
allunga il cammino: onde tutti da Nan-Skin prendendo la ftrada per terra , rifolfi
anch'iolo ìtefiò.Feci dùquc pafTare il fer-
Kridorc dall'altra parte del fiume Kian_»
ber prendere le vetture, che facevano di
bifogno per proseguire il cammino fino
alla Corte : e con l'aflìftenza d'un Cri»
itiano Cincfe , che l'accompagnò , egli
iJe patteggiò per 5. Iean,e2. zien , che fonifette pezze d'otto , e mezza l'una ; ojdopo aver data la caparra ritornoffi.
CAPITOLO NONO.
Si continua il viaggio per terra fin* alla
Bfgia dì Tekjn.
REfe le grazie per lo cortefe albergo
a Monfignor Vefcovo, e'due Padri
puoi compagni, Sabato i5.dopodefinarImi pò fi in viaggio. Ebbi la ventura di
andar in compagnia con un Dottor Ci-
nefe
HHHBS! MHKH9 —mw
06 Giro del Mondoncfc Criftiano graduato ad cfler Manda"
rino ; m mcandogli fo'.o il denaro, fenza
il quale non fi danno impieghi in Cina:
il cui Padre era Sacerdote . Ufcimmo
inficme per la porta onde era io entrato,
detta Simuen,o porta d'Occidente, che
non è inferiore in bontà alia defcritta_j
,
tenendo tre ufei di ferro , e in quelli
da 60. palli di fabbrica . Fuor della quale
entrammo in una barca, e pattati per lot-
to il ponte (che è quivi fabbricato di più
archi)feguitammo il cammino per lo ca-
nale all'intorno le mura della Città.
Cambiammo appretto altra barca, nel
cui patteggio mi forti un'accidente ben_
male, chelni avrebbe interrotto il viag
gio; e fu il dimenticarli i fervi , benché
avvertiti, d'un capezzale di tavole co
perto di pelle all'ufo Cinefe, chiufo a_
modo di bauglictto, detto fufceu , in cu
aveva io ripolte cento pezze da otto
ufandoloiCineli per dormire, eferb.i
lelorofcritture. M'avvertii della mar
canza di quello, dopo effer andato cent
partì avanti con la feconda barca ; m;
barcaroli della prima furono si leali, ci
corfero dietro noi chiamandoci, chi
prendertìmo . PalTato il Kian , che è
mao-gior fiume della Cina, ed hainqupo
ìuo-
Del Gemelli. 97I11050 due miglia di larghezza,c profon-
diti a ba/ranza 5 con due ore di giornodopo r 2. m. dì cammino giugmmmonella Cirrà di Pukcu pofta a finlftra dei
mede (imo fiume. Tiene i! murodi que-lla dieci miglia di giro , chiudendo den-tro e colli , e monri, e piani difabirati,
perciocché la Città ha poche cafe, pia-
cendo più a coloro di viver ne'Borghi,
che fono ben lunghi. Pernottammo in
quello di TienchyaaJla riva del fiume-?,
ove paflai la notte allegramente col Dot-tor Cinefe, bevendo vino di tifo* benchési caIdo,che mi fruttava le lubbra;effendo
coftume in Gina di ber caldo, e mangiarfreddo . Le tanre corte (le , che tifava^
meco il Dottore, erari troppo a me nojo-
fe:mentrc (e fi prède van i due baftoncelli
d'avorio per màgiare,bifognava>che pre-
cedefler moke cerimonie pr;niò: fé s'in-
contrava , fé Ci dava } (e lì riceveva , neli*
entrare , nell'udire , nei bere , e in ognialtra azzionc, benché naturale, fa di me-ftiere il ceremoniale Cinefe : ufando del-
la parola Zin, ch'apprelTb 'oro è i'erba__>
bettonica di tutte le cortefie; poiché s'al-
cunolafcia di praticarle, è filmato inci-
vile, e barbaro . M'importunò tanto il
Dottor la fera a far porre i due miei fer-
Tarte IV* G vidori
9S Giro del Mon dovidori a tavola,che per non fargli difpia-
ccrc vi condefccil ; ma ben poi conobbi
l'errore, poiché nel cammino prefa me-
co confidenza co loro, mi Servirono ma-lamente , come li dirà col progreflb del
tempo.Domenica 16. prima di porci a caval-
lo prendemmo qualche cibo,cd ufeendo
appretto fuora i Borghi , attendemmoivi la brigata; e perciocché indugiarono
i vetturini a venire , un fold ato Tartaro
con la frufta ad un diede tanti colpi , che
li fé la faccia tutta infanguinata.
Fcmmo il cammino d'un tratto tutto
il giorno per colli , e monti, e piani benaccafati ; ma l'abitazioni er-in picciole ,
fuor fola mente che una. Pofammo la
fera nella Villa di Tanikan . Per lo cam-mino incontrammo a calca i pafiaggierij
e caravane di mule, e d'afini,chc vanno,
e ritornano dalla Corte , ed ancora.»
picciole carrette ad una rota tirate, e gi-
rate da due perfouc , (o pra ogn'una delle
quali pongono tre, equa ttro balle, che
non porterebbono due mule in viaggio
si lungo.
Lunedi 17. in compagnia de' fuddet-
ti foldati Tartari riprefo il viaggio, di
buon'ora pattammo la Villa di Suìi keii.
Que-
D e i G e m e i 1 r. 99Quefta è cinta da più miglia di muro,
e
di palude . Salita apprettò una monta-gna trovammo nell'alto di quella una_»
Pagode di Bonzi . Quindi fatta una lun-
ga fcefa reftammo a deilnar nella Villa»*
di Tà chiauteu ; e fatti altri 1 5. m. per-
nottammo nella Villa di Tàà feianpu.
Martedì 1 8. femmo jo.m. per pianijc
reftammo a degnare nella Villa di Qua-Iempùla mattina , e la fera in quella di
Xuannipù . Le mule -allogane per pocoprezzo; e la fpefa dell'albergo è ben po-ca; badando a chi fi fia mattina , e fera.»
otto fuen , che corrifpondono a 1 3.gra-
na, e mezzo della moneta di Napoli;machi vuol vino di rilò il paga a parte , il
qual tifali a ber caldo.e la mattina cottocol rifo, bevendoli, e mangiandoli infie-
me . Un'Europeo durerà fatica fui prin-
cipio ad acconciarfi a tali vivande, e fai-
zeCincil, che non han foftanza alcu-
na, ma tutte confìfton in brodo,ed erbe;
mangiandoli anche delle malve, che noiconfumiamo ne'rimedj ; c*ì peggio fi è,
che le vogliono mezze cotte , e freddo,conoscendole il cuoco, quando fono ap-
parecchiate, all'odorcNondimeno al lor
gufto tutto fembra ben condito , poiché
laicali le galline per l'erbe: come faceva-
G 2 no
OS
100 Giro del Mondonoi due miei fanti;avcndofi una buonagallina in quel viaggio per tre «rari Na-pclerani.M a quelle vivàde Cinefi al miogu Ho non eran punto grate:6V io pagavaJ'ofte fenza toccarle, facendomi provvi-
gione di prcfciutti,gallinc,anitrc,& altro
per li giorni di graffo.
.Mercoledì lo. fi continuò il viaggioper piani , ove accommiatofiì a mezzagiornata l'un Tartaro,rimanendo l'altro
col Dottor Cinefein mia còpagnia , chem'affi liei ono con affetto . Dcfinammoamezzo di nella Villa di Linxuaijxien> Equella ben grande, e cinta di mura; e ba-
gnata d'un fiume navigabile , il qual le fa
più. lagune all'intorno ; amando i Cinclldi viver nell'acque come anitre , o preffo
a quelle . Si pafla il fiume l'opra un pon-te di barche : trovandoti nell'oppofta ri-
va un buon borgo . Incontrammo quelài un Mandarino in iedia con tredici
lettighe, in cui andavan le Tue donne 5 le
lettighe Cinefi fon più agiate dell'Euro-pee, andandovi dentro tre donne agiata-mente; le portan le mule, e gli afini . Re-ffammo dopo 5 2. miglia diftrada nella
picciola Villa d'Yuan gian.
Giovedì 20. per paefi piani paffato il
fiume l'opra un ponte di pietra, e fatte.
poche
De l Gemelli. ioi
poche miglia dcfinammo nella Villa dì
Cucen, ben popolata per engion d'un_>
fiume,che la bagna,e le mantiene il com-mercio . S'incontrati quivi ogni di quan-tità di falconi, che lì portati continuo in
su,e giù; poiché i Cincft fono altrettanto
inchinati , quanto i Perfiani alla caccia.
La fera dopo 3$* m. pernottammo in.-»
Xuàn cian; dove il letto fu di canne , co-
me in tutto il cammino,mentre ogn'unoporta fccoil fuo marera fio.
Venerdì ai. per l'i dello terreno colti-
vato, e piano venimmo a dellnare nella
Villa di Nanfuceu; dove il Tartaro (che
còtinuo batteva i Vetturini) pcrcoflTe nel
volto un di quelli sì crudelmente, cht^l'altro per timor venne a fuggirli nclla_»
mia ftanza,coprendoli con paglia fotto il
mio letto . Gli diedi a mangiar gallina, e
non la volle, perche era d'una fetta , che
non mangia carne 5 intanto che per ca-
gion del Tartaro non paisàmo più avan-
ti, reltando in quella Villa dopo aver
fatti 20.n1. Tiene quella tre miglia di gi-
ro con buone mura bagnate tutte all'in-
torno dal fiume; ma poco è abitata, fuor:
folamente che nel borgo , ove è molta-»
gente.
Sabato 22, per eflfer partiti tardi , non
Q 1 ripa-
102 Giro del Mondoripofammoamczzodi ;c prendendo unboccone a cavalio,venimmo dopo 25.m.
alia picclola Villa di Senfun.
Domenica ij. pofti prima dei giorno
a cavallo dopo 1 5. m. definàmo in Tau-feian-ij picciola Villa:e dopo altrettanto
cammino venimmo in Succù, che è ter-
mine della Provincia di Nakin per quel-
la parte . La Villa è ben grande per 1&_*
comodità d'ungroflò, e molto rapido
fiume, che le parta da prelTo ; & è detto
Xùanxo,o fiume giallo, perche corroTempre torbido , e con loto . I Borghi,
che fono su le rive di quello, fon ben più
grandi della medefima Villa, e più ripie-
ni di popolo . Si palla il fiume fudetto in
barca , ma per cagion della Tua rapidità
bifogna andar molto in su , perche Ja_>
corrente trafporta all'oppofta riva due»?
tiri di mofehetto più fono . Nello fmon*tar dalla barca incontrai il Padre Sifaro
ivlilancfc eletto Vefcovo di Nankin; il
quale andava da Nancianfu a Macaoin lettiga con quattro foli fuoi fcrvi-
dori , per ivi eflcr confagrato da quel
Vefcovo . Per mancanza d'orzo i Cincfì
danno a'ior giumenti fagioli neri cotti
{de* quali, come de'bianchi abbonda ii
paefe) e ne vivon quelli animali dell'i-
fteffa
Del Gemelli. io*fletta nanicra , come delle biade.
Quattro ore innanzi giorno Lunedi24. ci ponemmo in viaggio , pattando di
buonora un grotto fiume ibpra un pon-
te di n'erra . Definammo dopo 20.n1. in
Nuzai, ove aH'ufclre vidi più Contadi-ni, eh! con una rete su le ipalle a modoài paiiglione acconciata su quattro le-
gni curvi,andavano per lo campo a pren-
der lequaglic, le quali volandovi, riman-
gon sviluppate, portandoli quella batta.
Pattammo poi in Uncianchyai il fiumein fcaà: ove quell'altro Tartaro , che ci
acconpa^nava, prefe da noi commiatoper gunger prima di noi a Pekin.
Quefti Cinefi fono ben duri al fred-
dò*: e utto che quello la mattina li faccia
ben fmtire, vogliono partire di buon'oraper eferc con tre ore di giorno al luogodel rbofo ; di maniera che Martedì 25.
due ore prima del giorno podi a cavallo,
definirne in Linciensedopo ? 5. m.rcftà-
mo ii Sciaxorien . Per rinfrefeo ufa_»
quiv l'otte di tener preparata una concad'accua calda , ove alle volte ha cotti fa-
giolo altri legumi , di cui (1 lavan , e be-
von ipaflaggicri , che non han l'erba Te,onoi hanno poflibiltà di comprarla-» 5
menrenc' tempi più caldi , e canicolari,
G 4 »on
T04 Giro del Mondonon mai bevono, o fi lavan con icqua
frefea; facendoli maraviglia degli Euro-
pei, che ciò tifano.
In que* luoghi nonnafee rifa perca-
sion del clima freddo ( fentendoioio di
que' tempi, benché portali: pellictia , 1
calzoni imbottiti di bombacc, e calze di
pelle col pelo a rovefeio) onde fuptlifco-
no a tal mancanza col grano,facendo pa-
ne ripieno di cipolle tagliate ben minu-
tamente, il qual pongono a cuocere al
fumo, traversando alcune (tanghe fopra
una caldaia che bolle, per porvi la pafta :
la quale ne ri man cruda , come prima.,,
che mangiata poi fiponesuloftomaco,come una pietra . Altri orti danno amangiar lafagne fottilmcntc taglino
.
Ufano eglino nondimeno per compenfodelrifo il Taufù , o fagiolata , che è la.*
delizia loro > poiché ferve d'intingolo
alle loro vivande un cosi morbido iapo-
ne. Sogliono farlo di faoioli bianchi
macinati , e ridotti in parta , de'quali ab-
bonda molto il Norte;benche il facciano
ancor di grano, e d'altre vettovaglie.
Mercoiedi 26. di buon'ora prendem-mo un boccone in Chiay-Xoìi : e al ve-
fpro paifammo per la Villa di Zuxien_-,
pkcioia, ina cinta dì mura. Nel borgo di
«ilici-
Dei Gemelli! 105quella è una gran ù bòrica in quadro, e
dentro più Pagodi con Bonzi . Gl'Idoli
fon di tante moftruofc figure, che fa-
rebbe nojofo a riferir le favole , che nonarrano . Havvi nondimeno un buongiardino con alti alberi . Venimmo la fe-
ra nella Villa di Ttintanticn dopo jo.mi-
glia di viaggio, lo fò conto delle miglia,
e non dc'Lii , come ufano i Cineil, per
andar con miglior ordine ; perche in unaProvincia fon quelli di 260. palli, e in al-
tre più ,enieno.
Giovedì 27. di buon'ora pattammo la
Città di Jenchiefù della giuridizione del-
la Provincia di Xantnn. E' porta quella
in piano > come tutte l'altre; poiché i Ci-
nefi non fabbricano ne'colli.Stcndonfì le
fue mura in quadro quattro miglia : &avvi un fjniofo ponte di pietra . Dcd-nammo a mezzodì nella picciola Villa-»
di Caùjcìò ; e pofammo poi la fera dopo30.miglia.ne] Borro della Villa di Vvcn-O ' e»
feian feien . La Villa non è ben'accafata
nel recinto di tre miglia di mura , che»tiene in quadro$eflendovi dentro campi,
e giardini.
Venerai iS.riposamo nel Borgo della
Villa di Tun-pin-chieu; quindi pattando
per lo mezzo di quella , la trovai luga unmi-
1Ò6 Giro del Mondomiglio e mezzo , & uno larga; ma vi fondentro molti càpì,c calè dirute : e l'altre
fon di mattoni, e di paglia. Le fue murafon di terra ammattite. Venimmo ia_,
fera dopo jo.m. in Chiéuxìen picciola_»
Villa.
Sabat029.su l'alba travcrfammola_»Villa di Tungo-fcia,cinta di lunghe mu-ra di terra , ma da poca gente abitata^.
Pattammo appretto fopra la fca fa il fiu-
me di Tungo, per cttèr caduto il ponte:
e venimmo a dettnare in Tun ceny . Lanotte poi dimorammo in Scipinxicn do-
po 34. miglia di cammino.In quella ttrada non effendovi monti
per fir le loro fepolture, i Cine!! pianta-
no nel piano quadri di ciprettì ,0 d'altri
alberile nel mezzo pongonvii tumulicoperti di mucchi di terra . La notte
dentro l'ofteria vi è una fcntlnella , chc_>
continuo batte due legni per legno, che
non fa dormirci paflaggieri
.
Domenica jo.deimammo nella Villa
di Sinticn : quindi pattando per quella
di Cautanccu (la quale ha mura di terra,
ed è poco popolata) giugnemmo do-
po ^ciniglia in Iaiirciaen.
Lunedì $1. di buon'ora pattammo la
Villa di Ghinxianà , la quale tiene lun-
go
Del Gemelli. 107
go recinto di mura, e pochi abitanti.Pri-
ma di mezzodì definammo nella Villa di
Cufcipò. Giungemmo poi in quella di
Taciò , che per la comodità del rlumo
è ben popolata nel circuito di tre miglia
di mura, e molto più ne* Borghi,che tie-
ne : avendo buone piazze , e botteghe*
d'ogni genere di mercatanzia del paefe,
e dfeo metti bili . Pattammo ivrin icata il
fìumcche bagna le mura,per la qual co-
fa rare volte fi paga,ettendo dalla Citti
provvifionati i barcaiuoli. In quefto fiu-
me comincia la Provincia di Pekin, Per-
nottammo dopo 54- miglia di viaggio
nella Villa di Litici miau . In quel viag-
gio ritrovai a fini, che giunti al termine
della lor porta , non pattano più oltre_>,
ancorché s'uccideffero abaftonatc; ap-
punto come fon quelli da Salerno a
Napoli.
Martedì primo di Novembre coro
un'ora di Sole pattammo la Villa di Kin-
ceu cinta di mura di terra : la quale non
ha altro di buono , che una Torre jelse-
dovi dentro fol picciolc cafettc di loto
con pochi abitanti . Definammo in Lco-
cimiau : quindi vedemmo la Villa-*
di Fucenchiè, la quale è comporta fimil-
mente dimura,e di caie djloto:cd è peg-
aior3»
MMH
IOg Giro del MondogiordiKinceu . Polimmo U norrc do-po 33* miglia di viaggio in Fuciany;ovcera fopra ìa porta una cappelluccia fatta
all'Idolo protettore della Città : la qual
Cofa tifano a farci Cineii in tutte l'altre
loro Città.
Mercoledì 2. ben di mattino pattam-
mo un ponte di pietra porto fopra il fiu-
me della Villa di Sciale cevà . Apprettòvedemmo la Villa di Scienghenà mura*ta di terra , e poco abitata. Dopola qua-le paflammo in fcafa
(per efier caduto il
ponte ) il rapido fiume della Villa di Tà-gaxià: e rimanemmo a deiìnarc in quel-
la di Sciankelin. Partimmo poi per la_>
Città di Xochicnfu , la quale ha pocht^cafe comprefe in due ftradese'J refto tut-
to è campo, e cafe abbattute; e'1 fuo cir-
cuito è di quattro miglia in quadro; mafolo il laro del Nortc è finito di mattoni,
ciìendo gli altri tre di terra rialzata.
Nell'uicir che feci da quella Città, in-
contrai una proceflìon d'Idolatri . Prece-
devano più banderole portate da uomi-ni, e da donne, in cui eran dipinti dra-
ghi, pantere, e baiilifchi ; due tamburini
di bronzo fi battevano da due ragazzi : e
una tromba appreffo fonavail d^\ un'uo-
mo in luon lugubre. In una fedia era»,
por-
Del Gemelli. i 09portato da due uomini un Moftro fedii*
! to dentro ; veniva appailo una gran ba-
ra portata da più pei Ione , a cui d'intor-
no ? e dentro era un'infinità d'idoletti di
creta feduti, e in piedi, ài figure fpa-
ventevoli. Eranvi nonaimenodue nel
mezzo fedii ti , come dinota (fero tiferei
gl'Idoli maggiori . Un maeliro di cap-
pella precedeva con una carta in mano,come infcgnafTe ad intonare alla turba_>,
ehei'eguiva la bara. I contadini tutti,
chel'incontravano>per riverenza s'ingi-
nocchiavano j ma i nobili , e la gente ci-
vile non fan conto alcuno di tali cofe: edentrano nelle Pagodi dell'ideila manie-ra , come fc cntraiìero in una ftalla , per-
ciocché poco credono alla vita futura^.Dovrebbono l'ofterie per fo vicinanza
della Corte efier quivi le migliorie non-dimeno fon le piggiori per otto giornateall'intorno; perciocché i Cinefi non vo-lendo accrefeer i'ufato pagamento della
fera per ilanza , e cena di 40. Zien , chefono : 5.grana meno un terzo di Napoli;gli olii lor danno erbe , e brodi; poichéquiv^i viveri coiìan più cari: e quadounvolefe pagar loro più per ciTer megliotrattato, non lo trova, per lacagion fu-
detta, ma bifogna provvederfi di mora.Giù-
IH
no Giro del MondoGiugnemmo la fera dopo 32. miglia hi
Refcilipù.
Giovedì 3. desinammo nella Vila di
Ginchycuxien: e dopo paf7amm:> per
entro quella di Mauciù , cinta in partodi mura di terra, ed affatto disabitata.
All'intorno iefon laghi,e paludi . 3(Ten-
do andato otto , e più miglia fra cucili»
per pofar la notte nel Borgo della Villa
di Xiunxien, prima d'entrarvi m'heon-trai conl'efequie d'un morto , eh? pre-
ceduto da. più banderuole di carta dipin-
te, e da moni , portava!! da più becchini
entro un'arca fu della bara . La Villa.»
ha due miglia di giro , mi è poco abita-
ta . Il Borgo è buono , e lì paflfa per mez-zo un fiume, Portan le contadine di
quella Provincia di Pekin l'ornamentodelia teda (ingoiare daH'altrc;perciocchè
di tutti i capelli attortigliati faanofi tre,e
quattro volte dietro la coppa, e copron-gli con berriuole fatte di feta nera, o di
bambagia,pattandovi uno fpiiione per
tenerle ferme . Altre ne fanno un gran_>
nodo nella fommità , e'1 coprono con_>
una fcudelli di feta con oro; a cui alcune
aì^mncTono un cerchio intorno aliate-
fi a largo tre dita di feta , ed oro , cornouà frontale .Non Jafciano perdere cofa
idi
Del Gemelli! higli accorti Cincil; prima dell'alba perquel cammino vanno in su, e giù i con-tadini co due certi appeil ad un'afta avan-ti , e dierro , raccogliendo gli eferemen-ti degli animali , per ingranar la terrai.
Altri con un raftcllo di legni uncinati,tratto per terra,raccolgono le paglie,ele
fronde per Io fuoco; perciocché le legnaquivi coftan candirne . Femmo la gior-nata di 32. miglia.
Venerdi 4. per lo fiume di XiùnxienJandammo a defìnare nella Villa di Pecn-xò affai bene abitata per la comodità delfiume . Giungémo la fera nel Borgo del-
la Villa di Sanchinxien. Ha quella due»»miglia dì giro nelle Tue buone mura dimattoni ; ed è ben popolata,come ancheifuoi Borghi, che fon forniti di tuttociò, che è neceflfario . Femmo in tutto
30. miglia.
Sabato s.vcdemmo la Villa di Clòceii,la quale benché cinta di baftite di terre-
no , è nondimeno ben'abitata anche ne*
Borghi. Venimmo a definar, dopo averpattato un lungo ponte di legno , e due»altri di pietra, nella Villa di Liolixoa_»
.
Partimmo apprettò per la Villa di Lean-xien xiè, Ja quale ha buone mura di
mattoni , lunga un miglio : quindi po-
sammo
HI PPPWWBBBBBBI
ìli Giro 'del Mondofammo in quella di Gian Singhicndo-poaverfatte 52. miglia. Fu quefti pe-
nultimi giornata noiofa pergH tari car-
ri, e cammelli, e giumenti, che vanno, eritornanoda Pekjnj intanto che difficil-
mente potevamo ^affare. Qmvlin tuttoil camminò d'uno in due miglia fon sé-
pre guardie , che su la irrada alzanoun mucchio di terra , e /opra quello unacafetra di loto, in culla norte vegghianoper ficu rezza de'paflaggicri.
Domenica 6. dopo aver corteggiatiafpriflìmi monti per 20. miglia di itradagiunfi in l\kin,dopo due mefi, e undecigiorni di viaggio dal di , che partii da.,Canton ; efieudo andato 2150. Lij perterra da Nankin a Pcfcin , e 5 2 50. per ac-qua da Canton a Nankin 5 contando i
Cinefi da Canton a Pckiri 5400. Lij diquelli , che contengoa ciafeuno 200.palli.
CAPITOLO DECIMO.
Deferitone della Città di Tt\hf,c del TalagkImperiale .
ANdai a fmontar nella Cafa de* Padri
Gemiti pofta nella Città de'Tarta-
tu
—°««''<lWWJ>«.tH.
Del Gemelli* ti 3
ri , per darmi a conofcere al Padre Filip-
po Grimaldi V. Provinciale, e Prefiden-
te di Matematica dcll'lmpcradorcjacciò-
che col Aio mezzo potetti vedere il piùragguardevole della Corte . Colui' mi ri-
cevè con molta corteda , moftrando di-
fpiacere di non potermi ritenere in Con-vento prima di darne contezza a Jl'Impc-
radorc/il qual voleva ftar' intefo di tutti
gli Europei,che capitano in Pckimdiccn-domi ancora, che ie ciò s'occultava, ve-
nendolo poi rimpcradore a fapere , fc nefdegnerebbe non poco ; perciò che egli
giudicava,che tutti gli Europei fìan per-
sone abili a potergli rendere grandi /crvi-
gj . Tanto più che per efler in caia allora
due Paggi delPImperadorc ch'apprende-
vano dal Padre Peirera la mufica alla.»
maniera della noma Europa, era ben-difficile occultargli il mio arrivo; poichéquei Paggi cran tante fpie, che riferiva-
no alPImperadore , ciò che vedeano ; e>>
che da due anni , che gli tenevano in ca-
fa,s'eran perciò porti in gran foggezione.
Non lafciareno poi d'ammirar,tantoil Padre Grimaldi, quanto tutti i Padri
Portoglieli la mia venuta alla Corte: di-
cendo, che fi maravigliava!! di chi miaveva confio-liato a venire in Pekin,do ve
Tane IV. H non
I^HHj W^BB UBM
114 Giro rèi Mondonon può entrare Europeo fen z'effer eh la-
ma to dall'Imperadorc . RifpofiIo,ch<L*
con l'ifteifa libertà , ch'era andato nell<i^
Corti del Gran Signore , del Re di Per-
fia,c del Gran Mogol, era ancor venuto
in quella di Pekin; mentre que' Mo-narchi non fono men poderofì , né mengelofi de* loro Regni di quel che è l'im-
pcrac!or della Cina. Replicò il P.Grimal-
di , che quell'Imperio fi governava con_>
differente politica degli altri: cdopo una
lunga contefa fopraciò non folocol Pa-
dre Grimaldi, ma con gli Padri Peircia,
OlTcrio,e Antonio Thomas,mi accom-mitai , dicendo loro , ch'Io non voleva
veder fortezze,nè altra cofa,ch*apportaf-
fe gclofia a' Cinefi :& eglino mi accom-pagnarono fuor della porta , facendomifervire fino alla ftanza ( che fi era prela_»
nella Città de* Cinefi) da* loro fervi.
Giace Xuntien, oPekin in 40. gradi
d'altezza, e 144. di lunghezza: porta in
un gran piano, e partita in due Città,
l'una detta de' Tartari, e l'altra de' Cine-
fi . La prima è della figura d'un quadra-to , di tre miglia Italiane in ogni lato, a'
quali corrifpondono nove porte. QuellaCittà è abitata da'Tartai i,e da loro trup-
pe, Ujviìc in otto Bandiere : & anche daai*
Del Gemei ir. 1 1
5
altri domeftici , e famigliari, che (ranno
predò alla perfonadeirimperadore 5 o li
fervono ne' Tribunali , e ne* Configli 5
ftando quivi tutti i Miniftri di gìuflizia,
e di guerra. La Città de* Cinefi (che fi
fabbricò appretto per dar luogo alla mol-
|
titudine degli Abitanti) è dell' ifteffa_»
grandezzate la Città de'Tartari,tenen-
do quattro leghe di giro 5 ma la figura.»
non è fomigliante a quella , perche i duelati di Mezzodì a Settentrione fonomen lunghi degli altri d'Oriente ad Oc-cidentejeflTendo la Aia ftrettezza daMez-zodì alNorte: nel cui lato fi uniice coni
la Città Tartara,con un fol muro,che le
divide. Ella ha fette porte,checon le no-
ve della vecchia Città tiene in tutto Pe-
jkin fedici porte , in ogni una delle quali
è un Borgo per lungo : & ha fette leghe
Spagnole, 021. miglia di giro, toglien-
done la lega dei muro tramezzato.! Bor-
ghi fono ben popolati, fpczialméte quel-
lo che riguarda l'Occidente, per doveentra tutto ciò,che per terra viene.
Le principali irrade corrono dal Nor-te al Mezzodùe l'altre daOriente ad Oc-cidente : fon.tutte dritte , lunghe , e lar-
ghe , e ben proporzionate : le piccioli
ftrade corrono da Levante a Ponente , e
H 2 divi-
ti6 Giro del Mondodividono in Ifole uguali tutto Io fpizio ',
eh' è nelle ftrade grandi 5 d'une, e l'altre
hanno lor nomi particolari,come li ftra-
da de' Parenti del Re,la ftrada della Tor-re bianca , de' Leoni, del ferro, del Felce
fecco , dell'acqua vita: e cosi di titte_>;
vendendoli quivi un libro, che tratta del
nome , e della Umazione delle ftrade , il
quale adopran tutti i Servi, ch'accompa-
gnano i Mandarini alle lorovifite, e a'
loro Tribunali, e che portali i prefenti, olettere, o ambasciate ,0 ordini in divedi
luoghi della Città, e dell'Imperio , an-
dandone un gran numero per tutto il
Reame ; onde poi venne il proverbio co-
sì fpeflfo ufato da' Cinefi, che le Provin-
cie diano i Mandarini a Pekin, e che Pe-
Jfiin lor nediain cambio i Lacchci, e_>
Corrieri : e certamente è raro vedere unMandarino di Pekin- La più bella di tut-
te le ftrade, è quella,che fi chiama Scian-
gàn Kiai , cioè a dir la ftrada del perpe-
tuo ripofo: ella va da Oriente ad Occi-
dente , terminata per Norte dalle mura^del Palagio Reale , e da Mezzodì per di-
verto* Tribunale Palagi di Gran Signori:
si fpazioià,ch'è più di ijo.pièdi larghez-
za^ sì famofà, che i dotti ne' loro lcritti
p'adoprano il nome per lignificar la_j
CU-
Del Gemelli. 117Città , prendendo la parte per lo tutto :
& è il medcfimo adire, ch'un dia nella
fìrada del perpetuo ripolo , e che Aia in_»
Pekin . Le Cafe fono bafife:e benché i Si-
gnori vi tengano dell i grandine magnifici
Palagi ;quelli nondimeno ftan racchiuil
entro,e non li vede da fuora altro,ch'una
gran porta con cafe da due lati, occupati
da Domenici , e Mercatanti , ò Artidi
.
Giova nondimeno alla comodità publi-
ca quello modo di fabbricaCinefe,perche
tutto (i trova a comprare avanti la porta,
o lia per lo vivere , o per agio, o per pia-
cerejnon eflfcndo, come in JEuropa,occu-
pata buona parte della Città da' Palagi
de' Signori, ch'obiigano coloro, che vo-
glion comprare , a gir perciò molto lon-
tano. Senza che In Cina tutte le robe damagiare fi portati vendédo per la ftrada.
La moltitudine del Popolo è si grandequivi, ch'io non ardifeo dirlo, né so me-defimamente come farlo comprendere,(parlo con le medelìmc paiole dei P.Ga-briel Magaillans
)poiché tutte le ftradc
dell'antica, e della nuova Città fon ripie-
ne di gente, tanto le picciole , quanto le
grandi , tanto quelle che fon nel mezzo
,
comcl'eltremc: e la calca è si grande per é<s'j.
tutto> che non li può paragonarcene al
H 3 le
Novella*Relat. dell»
Chine cip.
17.pag.i78»
Vedi VofT.
de ma»nic.
Sìn.ir. Vrb.
pag. 5>. 6v,
^H AV>X-t.C'
il 8 Giro del Mondole fiere,e procefiìoni della noftra Europa.
Se poi non fi voglia negare i] credito al
Padre Grimaldi,Religiofodi tutta bon-tà^ virtù ornato , il qual per lo gran Tuomerito è il primo nella grazia, & etti rela-
zione dcll'Imperadore; dirò che diman-datolo per curiofità dei numero degli
Abitanti di Pekin, mi rifpofe, ch'ambe-
due le Città con gli Tedici Borghi,& abi-
tazioni in Barche facevano il numero di
fedici milioni . Creda il Lettore , ciò che
gli pare , mentre io non intendo eficrnc_j
mallevadore; portò nondimeno afferma-
re , che quefto meritiflìmo Padre non è
huom da mentire, e che meglio etto ch'-
ogni altro fappia ciò , per efler trenta an-
ni virtuto nella Corte, fapendo la linguali
Tartarefca, e Cinefe,come anche i coftu
-
mi con i'iftefla perfezione, che i naturali,
e che ragiona familiarmente all'Impera,
dorè ogni di.Oltre che fé abbiamo a pre.
ftar fede al Padre Bartoli,che vuole e (fer-
vi trecento milioni in quel Reame ( ac-
crescendolo in cento milioni più di quel
che comunemente gl'inerti Padri di fua
Religione ne dicono ) certamente fa
d'huopo,chesi incredibil numero lp fu p«
plifcano le Città grandi , poiché i luoghi
piccioli, per molti che fiano, malagevo-
le
Del Gemelli. ifp
Jiflì marciente ne pofTono contener mol-ta parte, ciTendovi Cirrà affai fcarfe di
gente, e molti luoghi difabitati , ficcome
iòno nella noftra Europa.Il Palagio dell' Imperadore è fituato
nel mezzo di quella gran Gittà:e riguar-
da il Mezzodì, fecondo Tu /odi quel pae-
fe, ove di rado li vede una Città ,o Pala-
gio,ocafa di perfona ragguardevolo,che non ma verfo Mezzodì . Egli è cinto
di doppia muraglia , una dentro l'altra.»,
in forma di quadrato . Quella di fuora è
alta Tedici palmi , fabbricata di mattoni:
la fua lunghezza dopo la porta di Mezzo-di fino a quella del Norte è di due miglia
Italiane ; la fua larghezza d'un miglio ; e
il fuo circuito di fei . Quefto muro haquattro porte, ciafeuna in me2zo d'ogni
lato ;ed ogn'una è comporta di tre por-
te , delle quali quella di mezzo è femprechiufa , e non il apre mai, fuor Solamen-
te che per l'Imperadore ; l'altre fervonoa coloro , ch'entrano , ed efcono dal pa-
lagio , e iranno aperte da mattina fino a
fera , trattene quelle di Mezzodi , che^(tanno mezze chiufe . Quefle fon guar-
date da venti Tartari , ciafeuna col loro
Capitano , e da dodici Eunuchi ; e fiondo
tre mila foldatj deftinati per la cuftodiau»
H 4 delle
T20 Giro del Mondodelle porte del Palagio, e della Città, ì
quali fan le loro guardie in giro,e vietan
l'entrata a* Bonzi delle Pagodi ,a'ciechi,
a' zoppi , a' frorpiati, e a tutti coloro,che
hanno alcuna bruttezza cófìderabiie nel
corpo: chiamai! quello primo recinto
Xùan-cin, cioè a dire muro Imperia-
le . Il muro dentro , che circonda imme-diatamente il palagio , è molto più alto,
e grotto, fabbricatoci grandi mattoni
tutti uguali , e abbellito di merli ben'or-
dinati . Ha dal Nortc al Mezzodì un mi-
glio, e mezzo Italiano : e un quarto , e_>
mezzo di miglio di larghezza ; e quattro
miglia, e mezzodì circuito. Ha quattro
porte con grandi volte , & arcate. Quel-la di Mezzodì , e quella del Norte fono a
tre, come fon le porte deila prima mura-gliajtna quelle de'lati fon séplici.Sù que-
lle porte , e fu'quattro angoli del muroforgono otto Torri , o più torto otto Sa-
le d'una ftrana grandezza , e d'una bella
architettura, evie data una vernice
roiTa feminata a fiori d'oro : fono coper-
te di tegole colorite di giallo.
Guardano 40- Tartari l'entrata di cia-
feuna porta, con due Uficiali : non per-
mettendo, che vi entri altri , che i Man-darini de' Tribunali, i quali abitano den*
irò
Del Gemelli. 121
tro il Palagio , e gli Uficiali della CafaReale:viet ado ad ogn'altro,che non mo-ftri loro una picciola tavoletta di legno,
o di avorio, in cui il iuo nome,e luogo,
dove deve fcrvirc,fon notati,coi fugcllo
del Mandarino , da cui dipende.
Quefta feconda muraglia è circondata
d'un profondo, e largo folTo riveltito di
pietre di £aglio;nelle cui acque fon gran-
di , e buoni pelei . Ciafcnna porta fienoun ponte levatoio, per traverfare il fatto,
fuorché quella di Mezzodì. Dentro il
grande fpazio, che fepara le due mura,vi fon più palagi diftaccati , roton-
di , e quadrati , fabbricati per diverti ufi,
e diporti5poiché fon grandi , e bcn'or-
nati
.
Dentro il mede (Imo fpazio dalla parte
d'Oriente, a piò della prima muraglia»,
corre un fiume con più ponti ben forti,
e di marmo , fuorché nell'arcata di mez-zo , ove è un ponte levato/o di legno;
efìendo tinti gli alti i ponti , che fono en-
tro il Palagio, fabbricati dcirifteiTa ma-niera . Nella parte d'Occidente , dove lo
fpazio e più largo, vi è un lago co quan-tità di pefcì, per effèr lungo più d'un mi-
glio Italiano; per cui dove è più frrctto,
pattali fòpra un buon ponte , che ha in_#
eia-
WBWM^^M
122 Giro del Mondociafcun dc'capi due archi trionfali di va-
ga, ed eccellente architcttura.il rima-
nente de* due fpazj d'Oriente, e d'Occi-
dente, che non è ingombrato da queipalagi diftaccati, né dal lago, è partito
in ben larghe ftrade, abitate da famiglia-
ri , uflciali , ed artefici , che fervono adufo del Palagio Imperiale .
Al tempo de'Re Cinefi vi erano dieci
mila Eunuchi 3 ma chi regna al prefente,
vi pofe in lor luogo Tartari, e Cinefi del-
la Provincia di Leaòtùm, i quali fon_>
confederati come Tartari per grazia Spe-
ziale. E ciò per quello, che riguarda il
di fuora del Palagio ; bifogna ora ragio-
nare di quello , che vi è dentro.
Egli è prima da notare , che non fon_»
in Pekin le cafe , ficcomc le noftre, a più
palchi, ed alte; ma più torto i divertì
appartamenti d'un palagio fono un den-
tro l'altro con divertì cortili nel medefi-
mo piano : e in tutti s'entra da una fola_»
porta della ftrada; ficchè dove noi per le
noftre abitazioni ingombriamo più aria,
eglino voglion più terreno. Per ef-
fempio la prima porta d'un palagio ,ch'è
fu la ftrada , e riguarda il Mezzodì , hadentro il cortile più picciole cafe d all'u-
na, e dall'altra parte. Dopo le quali fi
pa.fìa
Del G emei liÌ 22$pafla ad un'altro cortile per altra porta_>
di rimpetto a quella prima della ftrada^,
dove è il fecondo appartamento: il qua-le è continuato dal terzo cortile più fpa-
ziofo, che termina ad una gran /ala, de-
sinata per ricevere i forefrieri.Appretto
trovafìil quarto appartamento, dove-*
dimorail Padron della cafa: e dietro aquello un'altro cortile col fuo quinto
appartamento , dove fi ferbano le gioie,
ed arredi più preziofì. Più avanti vi è ungiardino: ed al fine, il fefto, ed ultimo
appartamento , con una picciola porta_»
nel mezzo . Ad Oriente ,ed Occidente-»
di quefti cortili fon le ftanze meno pre-
giate. I domeftici colle loro donne,e figli
abitano dentro quello ,che è pretto alla
prima porta : gli altri cortili fon tenuti
dagli Uficiaii di più confidenza,edal fer-
vizio dell'officine. Di quefta maniera»»
fondifpofte le cafe de' Mandarini, e del-
l'altre perfone ricche j ma quelle de' Si-
gnori grandi , e più ragguardevoli occu«
pano maggior terreno, ed hanno gli ap-
partamenti più grandi, e più elevati, a
mifura della ior dignità mettendo tutto
ben regolato per leggi del Regno: loquali è delitto trapalare
.
Gli appartamenti Imperiali , che ria.
ierra
HHHH ^^B IMMMIHi
Rel-u.du Pe«
Magaillans
C.1%.
124 Giro del Mondoferra quello interior recinto,detto Clan,
vogliono alcuni , che fian venti , a* quali
danne loro nomi , e liti particolari: altri
vogliono , che fian dodici , quanti fono
i /ceni del Zodiaco ; evvi chi «midica cf-
fcr nove con altrettanti corrili ; feriven-
done ogn'uno per udito,non già per ve-
duta ;poiché è impollinile a gli Europei
vedergli tutri,e fpezialniente quello del-
le donne ;permettendoli fclamete quel-
li , in cui la gclofìa degli Orientali non.-*
vieta l'intervenir nell'Udienze. Io potrei
farne una relazione fu'l rapporto altrui,
ma rimetto a lui il curiofo Jetrore,per no
traferivere il medefìmo comma nojofa
narrazione . Dirò (blamente , che quelli
cortili, e appartamenti fon tutti fu d'una
medefima linea , con grandi fale , d'una
architettura Gotica , in cui il lavoro del
legname è aliai vago a riguardare ,per
un gran numero di pezzi lavorati di le-
gno , che avanzano gli uni fopra gli altri
in forma di cornice: la qual cofa full'or-
Jo del tettola una aliai bella veduta. I
lati de' cortili fon chiufì ò per piccioli
corpi d'alloggiamenti , o da galerie. Maquando fi giunge a gli appartameli del-
l'Imperadcrc, le volte foflenute da graf-
fe colonne , i gradini di marmo bianco,
ClìdC
Dei Gbmeliii 125onde (I monta nelle falc elevate :itemrifplencjenti di tegole dorate; gli orna-
menti delle fcolturc , le vernici , le dora-
ture, le dipinture, i pavimenti , che fonoquafi tutti di marmo, o di porcellana; e
fopra tutto il gran numero delle varie e
belle rtanze, che quello compongono;lenza fallo tutto ciò ha molto del rag-
guardevole , e del maravigliofo: e riferi-
te di Palagio d'un gran Principe . Per ri-
fare una baia brugiata mi difiero i Padri
Franeefi , che non vi voleva minorfpefa di due milioni di pezze d'otto. Benegli è vero, che l'architettura ,e gli or-
namenti fon poco regolati; e non u* vedequivi la simmetria, e vaghezza, che fan-
no i palagi d'Europa.Il numero delle concubinc,che ftanno
dentro quefto Palagio per lolo piacere
dell'Imperadore , è ben difficile a fape-
re; perciocché è troppo grande, e non è
determinato; oltre che non il vedonoquelle giammai, file ion pulzelle, e no-bili , lecite a ciò da' Mandarini delle-*
Provincie; le quali entrate nel Palagio
non hanno più dì comunicazione co' lo-
ro parenti . La iolitudinc forzoia, e con-
tinua ( perche le più non (0110 conofeiu-
te dal Principe) l'arte, che oprano per
farfi
BB
1 26 Giro del Mondòfard conofcere , e la gelofia, che regnaJin loro , le rendono ben disgraziate . Diquelle , che hanno avuta la ventura di
gradire al Re, fi fono elette tre , che por-tan titolo di Regine : e vivon molto di-
stinte dall'altre; avendo ogn'una il Aioappartamento Separato, ed una Corteinumerofa : niente loro manca di ciò,che
può contribuire al lor piacere: i loro ar-
nefi, le loro vcfti,c i lor accompagnarne*ti fono magnificili . Nò perciò elle han_»
parte alcuna nel governo;ridendofì i Ci-ned in udir , che le Principefle apprettonoi fuccedono ne' Regni: e dicendo,che
HP.MagaU.l'Europa fia il Regno delle Donne . Ten-
eicit.iuog. gonoquefte luogo di mogli; onde i lorras« jo8. figliuoli fon tutti legitimi , con la fola-»
differenza , che quelli della prima fon-»
antipodi a gli altri nella fucceflìone dei«
l'Imperio.
Vi è un parco cinto di mura dentrol'interior palagio, dove vivono beftie_>
feroci , per diporto dell'lmpcradore. So-novi dentro cinque colline mezzan ame-te alte , fatte dal terreno , che cavoffi per
far il follo , e'1 lago: quella di mezzo è la
più alta : e queftcYon l'uniche coli ino,• che fi vedono dentro la Città di Pe kin.
L L
^-^»^^*A'j3^^-3%^«iv^»>ì
Del Gemelil 127
LIBRO SECONDO.CAPITOLO PRIMO.
Trefentizjone del nuoto Calendario, Udienzadata ill\4utore dall'Imperadore della-»
diale cerimonietche ufanfi da'Man-darini nelle pubbliche fun*
^ioni,
VErnc un fante del Padre Grimaldi
(ia'Cinefi chiamato Mil.Iavijo)per affarmi, ch'il fuo Padrone m'attc-
deva: eandato torto da lui, il ritrovai ve-
ftito d'ina buona roba foderata di zibelli-
no,Ia qial gli avea data l'Imperadore.MidifTe, eie quella mattina era buona op-portuntà per entrar con lui nei palagio:
poichedoveva prefentare alTImperado-re il Cacnda rio nuovo del 1696. da lui
compolo in lingua Cinefe , Tartaresca,
Orientle, ed Occidentale. Ringraziato-io dell'.ttenzione , e del prefente, che mifece d'in Calendario , mi pofi tolto a ca-
vallo , ; lo feguii. Fallato il primo recin-
to, do\'è la Cafa dc'Padri Gefuiti Fran-
cefi,enrammo nel palagio interiore per
una grai porta , guardata da* foldati ; e_>
attra-
i^S Giro del Mondoattraverfato un gran cortile,a'fianchi del
quale eran galerie co foldati ben vc(riti,e
pofti in ala ; falimmo nella prima fala_*
dall'un de' lati per una fcala di venti gra-
dini di marmo biaco,e sì ancora poi cala-
mo per la porta di quel lato ; poiché per
Ja fcala , e porta di mezzo , che fon più
ampie , e magnifiche, e meglio ornate,
fol vi pafla l'imperadore.
Era quella Sala aflai grande, intanto
che oltre alle mura d'intorno, reggeva (I
ancor dentro da alquante colonne di le-
gno : le quali erano ben dipinte , e indo-
rate, (Iccome ancor era il ciclo di q ucila.
Le pareti eran di mattoni lavorati di gef-
io : e'ì tetto di su era di porcellana fina_»
di più colori . Calava!! da quella nel fe-
condo cortile per altre tre porte di fron-
te , e due di lato,ove erano a'fianchi fab-
briche di cafe ben vasche a vedere . Ri-
montava!! poi in altra Sala fomigliantc
alla prima: e da quella per altri cortili
paifavaii alla terza , e alla quarta , avan-
zando quefta ultima l'altre nella miaeflo-
ia architettura , e fpefa. Avanti al cortile
di quella quarta. Sala portando il Padre
Grimaldi il Calendario ben acconcio de-
rro una Nicchia coperta di feta, accopa-
guato da più Mandarini , eperfonediqua-
Dei Geme tir. 129qualitàu vennegli all'incontro una perfo-
ra desinata dall'I mperadore per quello
ricevere: e prefolo con molta venera-
zione , e cortefia, portollo dentro al pa«drone.
Prefa licenza iJ P.Grimaldi da'Manda-rini,iqualH'avean accompagnato, midifle, che per non avere i Padri qualcherimprovero per la mia venuta, conveni-va , che mi faceflero vedere all'Impera-
dore, acciocché poi venendolo colui a_»
faperc per mezzo de'due Paggi, non fc->
ne fdegnaflè: come avvenne altra volta-»,
per non avergli dato notizia d'un Padredella Compagnia , ch'era entrato in Pc-
kin infermo per curarfi ; e che perciò io
attenderti quivi,ch'egii m'introdurrebbe
dal Re; ingegnandomi frattanto le ceri-
monie , che io doveva tifare . In effetto
dopo un'ora venne un domeftico per
avvifarci , che ci avanzassimo; per lo
che pattammo quattro cortili ben lun-
ghijCircondati di appartamenti,e di ftan-
ze di differenti architetture , che forpaf-
fano l'ultima faia quadrata fabbricata.»
fopra le porte della comunicazione . Leporte, per cui paflavamo da un cortile»
all'altro, erano d'una grandezza ftrana,
larghe, alte, e ben proporzionate, fabbri-
Parte /P. I cate
i$o Giro del Mondocatc d'un marmo bianco, del quale il
tempo aveva confumaro il pulito , e la_>
bellezza . Ln di quelli cortili era tra-
yerfatoda un micelio d'acqua,ove fi paf-
fava per piccioli ponticelli di marmobianco. In fine la bellezza di quello pa-
lagio condite in una quantità di fabbri-
che, corrili, e giardini pofti per ordino;dove il tutto è veramente ragguardevo-le,e maravigliofo.
11 trono dell'Impcradorc flava in mez-zo ad un gran cortile.Sorgeva in quadrocon la prima baie duna ftrana larghez-
za , e circondata rutta all'intorno di ba-
laufrratadi bianchi , e fini fsimi marmi.Sopra il primo piano cinto ancor d'altra
fomigliantc bal.au/lfata, alzava!! il fecon-
do della medefima gui/a , ma alquantopiù (ìretto: e (ì giva menomando la granfabbrica fino al quinto piano :dovc ve-
devafiuna maraviglio^ loggia coperta,
il cui tetto era dì tegole dorate , e fotte-
mi to da s;ro(Te colonne di legno inverni-
catc : e quivi entro era il trono dell'ini-
pcradorc . Gran vaghezza facevanmi ali*
occhio quelle cinque balauftrare,(pezial-
menre allora,che percotendovi il SoIe,nc
riflettevano intorno vivamente i raggi.
&tava rimpcradorc entro quella vaga
log-
Del Gemelli. iji
loggia feduto alla Tartarefca fopra uti_»
{Irato, o foffa alto tre piedi, e copertod'un gran tappeto , ch'occupava tutro il
pavimento con la fua grandezza. Avevaappreffo di fc libri, etinta, e pennello al-
la Cinefe, per feri vere. La fua vette era
di feta a color d'oro , ricamata con figu-
re di draghi: due de' quali gli fi vedevannel petto ben grandi riccamente borda-ti. Alla (Ini/tra,e alla de/Ira gli ftavan file
d'Eunuchi ben vcftiti , e fenz* armi , co*
piedi gioliti , e con le braccia pendenti.
Da che noi fummo alla porta, correm-mo frettolofamente fino al fondo della-.
ftanza, ch'era incontro ali'Lmperadoro:
e porti tutti e due di pari , iellamino per
un momento in pie, tenendo le braccia»»
ftefe di'lati. Infine avendo piegate le_>
ginocchia, e portate le mani gìonte fino
alla tetta, di maniera che Jenofire brac-
cia, e gomiti erano alzati alla medefimaaltezza, ne incurvammo fino a terra tre
volte: quindi rizzati ne ponemmo nella
medeiirm formi di prima , e ritornam-
mo a far di nuovo la fletta cerimo-nia la feconda volta , 5c ancora la terza_»,
fiaattanto che fummo av vifati di dover-
ci avanzare , e por ginocchioni avanti
rimpcradore , Per mezzo del P. Gri-
I 2 maldi
132 Giro del Mondomaldi mi dimandò delle guerre , che in_>
£uropa ardevano: ed io gli rifpofi fecon-
do le notizie , che ne aveva . Mi diman-dò poi, fé io era Medico, o fefapefiidi
cinigia : e fentendo che non cri ciò
mio mcitierc,dimandommi la terza vol-
ta, fé io aveva (tudiato Matematica , e fé
n'era intelò ; di che , benché io nella miagiovanezza ne avcfli apprefo qualche-*
principio, rifpofi di nò; perciocché era_»
ben Irato avvertito da'Pad ri , che fccon-
fetlaijì di fapere alcuna feienza , o arte di
quelle, rimperadore m'avrebbe ritenu-
to al fuo(crvio;io; ed io non mi v'avrei
voluto rimanere . In fine ne die conge-
do: e noi ne ritirammo fenza ninna ceri-
monia.£gìi era nel 4.?. anno della fua età , o
dentro al 5 5. del fuo Regno: chiamaliCam-Hi, cioè a dire il Pacifico. La Aia
ffarura è ben proporzionata : l'afpetto
graziole: gli occhi vivi, e alquanto più
grandi degli altri di fua nazione : il nafo
alquanto aquilino, e rotondo veriòla_,
punta: ha qualche fegno lafciatogli dalle
va iole, nò perciò gli fi feema punto l&->
grazia del volto.
Martedì 8. poftomi in fedia (che corra
bene in Pckin ) andai vedendo la Città
verfo
Del Gemelli. 133vcrfo Oriente : e trovai per tutto bellif-
fìme piazze, e ricche botteghe. Entrainella Città de* Tartari per la Porta di
Zien Muen pofta in mezzo del muro co-mune alle due Città: quella appunto, di
cui ragiona Marco Poto, e che corrifpó-dc agli appartamenti Reali , e alla gran_»
porta loro. £ fìcome la gran porta de-gli appartamenti reali non s'apre mai,fuor folamente , che quando cicc l'Im-
peradorc: cosi neanche s'apre quella,chelecorrifpondcnel muro della Città; mafolamente l'altre tre fon per ufo del co-mune . Vi è una bcilifììma balau(trata_>
avanti la porta del Palagio Imperiale-»,
che chiude uno fpaziofo atrio.
Egli è molto fenfibile il freddo in Pe-rirne tutto che io non fia si delicato di
complcdione, pur non poteva ufeir di
caia che tardi, dopo ch'aveva prefa forza
il Scic; poiché quantunque (la in 4o.gra~
di meno cinque minuti d'elevazione , èfreddiflìma; affermandomi il P. Grimal-di, che nella Polonia in 60. gradi d'altez-
za non il fenta maggiore , avendone egli
fatto fpcrienza dell'uno, e dell'altro . Ca-gionai! tanto rigore in Pckin dalla vici-
nanza degli altiisimi monti,che feparano
la Cran Tartaria dalla Cina ; nondimc-I 2 no
E^BH BS
1 ?4 Giro del Mondono il frddo maggiore non è quivi nel
tempo, che mi vi trovava io , ma di Gen-nai o, cominciando il verno da Novem-bre, e continuando fino a mezzo Marzo,lenza mai piovere . Nel qual tempo per
lo gran gelo vengono dalla Tartaria^
Orientale infiniti fagiani , pernici, cervi,
cinghiali , ed altri quatrupedi, con buoniitoriom,si gelati , che due,etremcfilì mantengono le belve , e trenta di i
fagiani : e si, e talmente abbondano in->
quel tempo, che per una pezza da otto
s'ha un cervo, o un cinghiale: per mezzoreale un fagiano : e per due grana di Na-poli una pernice . Da Marzo fino al
principio di Giugno in Pekin 11 fentouna Primavera con poca pioggia ; mapoi di Giugno, e di Luglio fingili io. di
Agofto l'acque del Cielo fon copiofe : è
necefiaria tal pioggia per nettar le fìrade
dall'immondezze grandi, che vi fi ragu-
nanojpoiche neanche fi vergognano per-
fone barbute di (caricarli il ventre quivi
nel palefc . Per cagion di tal freddo tutte
le donne portano le beretre, e cuffie in_*
tetta, o che vadano in Tedia , o a cavallo:
& hanno ben ragione di farlo, poiché io
con più pellicce fopra non poteva Sof-
frirlo, li peggio quivi è la mancanza-*delle
Del Gemelli. 155delie legna; che perciò logliono ancor
brugiare alcune pietre minerali , che da'
monti quindi preffò fi cavano, non altra-
mente, che fi brugiano quelle d'Inghil-
terra: le quali offendono a fcaldarfene, eperciò folamente eglino l'ufano per cuo-
cer le vivande nelle cucine > contentati-
dofipiù torto di rtar fenza fuoco nelle-*
fìanze , dove abitano, ed intcrizzirviii
del freddo.
Il mio arrivo in Pckin pofenel mede-fimo lofpctto i PP. Gefuiti, facendoli a
credere, ficomc quelli di Canton, che io
foflì Inviato dal Pontefice per prender
notizia fegreta di quanto in Cina cra_^
avvenuto percagion delle contelcchohanno i Vicarii Aportolici con loro: tan-
to più, che io era venuto alla Corte feiv
za licenza dell'Imperadore > e fenza lor
contezza. E benché procurali! difingan-
na rgli , dicend o loro , che viaggia v a per
folamta curiofitàj non mai perciò fi ri-
molTero dal credere , che folli qualche-*
Prete» o Frate.
Mercoledì 9. porto in fedia andai da'
PP.Gefuiti Francefili quali abitano nel
primo recinto del palagio Imperiale.En-
trandoperlagran porta di quello vidi
una xaoltitudinc di Portieri, che facevan
l 4 chiù-
H136 Giro del Mondo
chiudere con panni azzurri piccioli
fentieririfpondenti al Jungo corrile, cu
firadone, che conduce al muro dentro:
facendo ancora quello molto bene fpaz-
zare, & acconciare. Dimandatane la ca-
gione,mi rifpofero, che per eiTer quel dì
il Compleanosdeirimpcradrice, moglie
che fu del Padre del regnante Monarca,venivan tutte le Dame della Città a far-
le iconvcnevoli:e che per non efier quel-
le vedute, chiudevano tutti i fentieri,
ch'avean rifpondenza al cortile : echoadornavamo ftradone nella maniera^,
che ufafi quando vienfuoral'Imperado-
re. In effetto avendolo bevuto allegra-
mente con gli PP.Francefj, al ritorno vi-
di quantità di belli cai eflì coperti di da-
mafco,e d'altri drappi di feta, ed oro, ne*
quali eran venute molte Dame . Mi rac-
contaroni PP. chela funzion fi faceva.»
in tal maniera :fcdevafi in alto trono la
Imperadrice fudetta; & andava in primal'Imperadorcon tutti i figlia cominciarJa cerimonia, chinando nove volte genu»ile fio la tetta al fuolo. Seguivano appref-
io le Mogli, e Concubine di lui a far lo
ltefib:quindi i Principia Principefle del
fangue,e le Dame de'Grandi ,
e
ì Manda-rini della Cortc.In quello di In detta Inv
Del Gbmeili. I37peradrìcc convita a tavola l'Imperadore,e gli altri tattiche quivi fono;mangiàdol'Imperadore in un defeo a parte,fopra il
fuo Trono. Narro ciò per relazionejper-
ciò che tal funzione non 11 può vedere.Simil dimofuaza fon obligati a far tutti
ì Principi, e Mandarini, che fi trovanoalia Corte nel primo, 15.625. d'ogni Lu-na; unendoli intorno a cinque mila nelle
logge, fale, e camere, che tono a' iati
del cortile,ch'è innanzi la porta del Mez-zodì. Sono riccamente vediti, ma difFe-
ienrcmcnte,fccondo le loro dignità,pc*la divertirà delle belvced uccelli ricama-ti nelle lor vefti .Sul far del giorno par*tefi l'Imperadore dall' undecimo appar-tamento , dove egli fuol dimorare 5 e inuna fedia portata da fedici Eunuchi vlennella fala,e fi pone a federe fopra un ric-
co trono alzatovi nel mezzo.A ll'ora uil>£unuco fi pone di ginocchio avanti la_»
porta, e dice Falùi; cioè, che il Cielo /ca-richi i fuol ruonired in un /libito fi toccala campana , e i timpani , c'1 gran tnrrh
buro del palagio , con fuono ancor ditrombe, e d'altri finimenti: aprendolinel medefimo tempo le porte tutte,fuorche quel le di mezzo.I mentre continua cotal rumore, fi
poiv.
—— m^^^^H
15S Giro del Mondopongono ad ordine rutti dall'una patc,e
dall'altra, cioè adire, quelli del fangue
Reale , e i Mandarini di lettere dallapar-
te d'Oriente : e i Signori , che non fon di
fangue Reale, ci Mandarini d'arm dal-
l'altra parte d'Occidente .£ procedendocontai* ordine a due a due , padano per
le porte minori , che fono a' lati ddle_*
grandi; quindi montati fu igradini,ogn'
un prende il fuo porto $ fecondo le loro
dignità, avanti la gran Sala ne* luoghi
alfcgnati a ciafeun de' nove ordini de_/
Mandarini , i.quali fono aferitti in pic-
cioli pilieri , £ ftando eglino ordinata-
mente così da' due lati del cortile gli uni
rivolti di fronte a gli altri,tofto il rumordegli (frumenti ceffo; e fi pone il tutto in
gran fiicnzio ; afliftendo frattanto atten-
tamente i Cotai , o Ccnfori, acciochè
riefea la funzione appuntatamente,e cia-
scun faccia il fuo dovere. All'ora il Mae-ffro delle ceri monie,che (là ginocchione
in mezzo dello fcalino della gran Sala_>,
ragiona all'Imperadore in quello fenti-
mento ; A Iti ilimo , e potentiAimo Prin-
cipe,noffro Sovrano Signore,tutti i Prin-
cipi del Sangue, e gran Signori , tutti i
Mandarini di lettere, e d'armi fon già
qui pronti a farvi glioflequj, che vi
Del Gemelli. 139
devcno . Quindi rizzato fi pone dal info
d'Oiiète, e alzado di nuovo la voce,dicc
a coloro Pài-pari , cioè a dire,poneteti!
ad ordine: e cosi tolto ciafcuno fi ratfct-
ta la verte , e fi compone nella perfon&_>.
Allcra eglifiegue a dirc:Scivèn-xin,cioè
rivogetcvi-.ed eglino il volgon di fronte
verfo la Sala Imperiale: poi egli imponeloro, che fi pongan di ginocchio: poi di-
ce Kèù-tèù ; cioè a dire, toccate la terra
con a tetta : e cosi eglino fìanno, finche
colui lor dice , Kilài , cioè, levatevi. Ap-prefo dice Yè , cioè a dire , mettete lc_>
braccia in arco, unendo le mani, elevan-
dole fin fulla ttfta : poi, badatele fino
al ginocchio . La qual cofa fatta,di nuo-
vo e*li dice loro : Rimettctevi,cemc fta-
vatc fui principio; perocché la lettera..»
Yè , folaWìgnifica quefta forte di me-lensa. Cesi fatta tre volte cotal cere-
moria , fi pongon tutti ginocchioni: ed
all'era egli grida Kèù-tèù, toccate ia_»
tefk a terra ; Tsài-kèù tèù , toccatela-»
la feconda volu;Yèù Jkèù tèù, Toccatela
la taza : Fd eglino quando le due prime
volle ciò fanno, dicono con balla voce,
Vài fui,cioè a dire , dicce mila anni:mala terza volta dicono Vàn fui,vàn-vàn-
fui,diece mila annj,diecemigliaja ci mi-j
gliaja
HO Giro del Mondogliaja d'anni} perciocché dicccmila anni
è ilnomedeirimperadorc.Compita quefta ultima riverenza il
Maeftro delle cerimonie ripete , Kilaì,
levatevi; Scievcnxin , tornateviied egli-
no fi rivolgono l'un verfo l'altro. In fine
colui dice loro, Qucipan , mettetevi adordine: ed eglino li ritornan ne'Joro luo-
ghi per file. Alior fi pone colui di nuovoinginocchioni , e con la medefima vocedi rifpetto dice Sciaòypi # cioè a dire-?,
Porentiflìmo Signore, le cerimonie di
quefta /ottomeflìone, che vi eraben_>
dovuta,fon gii compite. Allor fi riprcn-
don di nuovo tutti gii ftrumentì : e'1 Refeende dai Trono , e ritorna a* iuoi ap-
partamenti. I Grandi , e' Mandarini fi ri-
tirano: e nella porta di mezzo fi tolgonogli abiti di cerimonia, ch'eglino avevanprefi venendo al palagio , i quali fonodifferenti dalle loro velli ordinane, e-*
molto più ricchi : ma non poflbno efler
ài color giallo , ch'è giudicato da'Cinefi
il Re de' colori , per cfler fomigliante a
quello dell'oro Re de* metalli 5 e perciò
dicono, convenir quello ioTamente al-
i'Imperadorc, il qual compare inpubli-
co in tal foggia con più draghi nca mati
(opra.
Del Gemelli. HiEgli è vero, che fuol torre l'Impera-
dorè qualche volta del mefe da quella sì
nojofa cerimonia i Mandarini, occupato
da' grandi affari dell'Impero.
Giovedi io. pofto in fedia andai per
l'altra parte della Città ; ove vidi cofa
ben curiofa;che per lo medefimo ftrado-
ne eran funzioni di pianto, e di giubilo,
pattando quivi infieme un funerale, eduno fpon/alizio . Andava il funerale contal'ordine. Precedevano le bandiere,
e*
trionfi di leti , e di carta colorita , coil*
le fiatile del morto, e con cavalli,ed altri
moftri , portati da perfone in bell'ordi-
ne . Toccavano altri un tamburo di
bronzo, i Bonzi le piaftre d'ottone, e' ca-
panogli , ed altri frumenti 5 dopo i quali
era portata l'arca ad morto fopra una.»
bara coperta di panno bianco . I parenti
mafehi andava innanzi al cadavere pian-
gendo : le donne feguivauo in calefli
ben piccioli , vcilite tutte di bianco , per
efier quello il color dello feorruccio nel-
la Cina , e ne' vicini Reami di Cocinrin-na , e di Tunchin . Qucfto nondimeno èquando muore alcuno dentro la Città:
che facendofene quivi l'efcquie , fi con-duce a fotterrare ; ma fé alcuno mondefuora , di qualunque grado > o dignità
egli
142 Giro del Mondo
c^lifi fotte, non li permette condurti
dentro la Città , avendo ciò coloro a
pedìmo augurio.
La funzione dello fponfalizio e quali
fornicante a quella del funerale per gli
fuonu Precedono più gente a pie, ed a
cavallo con trionfi , e bandiere, fecondo
la qualità degli Spofi . Quindi vien con-
dotta la Spofa in una fedia coperta, o ca-
lettò ornato di fiocchi, o di fregia e di
lavori di feta,con molta follenniti, fenza
lafciarfi vedere.
Pallai fuor la porta delta Città de' Ci-
nefile andai una lega intorno le mura_*,
per vedere, fé quelle differifeano dalle-»
mura dell'altre Città della Cina: e lt>
trovai deilatiu-defima maniera, fatte di
niittoni in gran parte , e cinte di forti ,e
d'acqua, alte intorno a 40. piedi,e geoffe
20. e terrapienate al modo delle noftre
piazze forti d'Europa . Guardanti ^cor-
tine da gradi Tocri quadrate,diftantì l'u -
na dall'altra un tiro di freccia; ma lc->
Torri della nuova Città fon meno fre-
quenti : e le mura più deboli, e meno
alte
.
CA-
Del Gemelli. 14$
CAPITOLO SECONDO.
Breve viaggio per "veder la gran muraglia del~
la ima: e deferitone di
quella •
TRovandomi sì vicino a quel tanto
rinomato muro , ebbi vaghezza di
vederlo ; pcrloche Venerei 1 1. portomi
in Tedia andai da' Padri Franccfi per di-
sporre una tal giornata. .Mi rifpofcro,
che l'andare ove era guardato il patto,
era perigliofo , perche le Guardie preti-
derebber fofpctto d'un fòreftiere > majche nondimeno io ben poteva andare
alla parte più vicina della montagna-»,
dove non erano Soldati . Ebbero la boa*
tà eglino medcTimidi trovarmi perfo-
na , che mi accompagnafTe per Io di fe-
guentes onde con quel proponimento
mi ritornai a cala.
Sabato 1 2. di buonora venuto il Ver*
turinolo Fukie co'cavalli,montai fu d'u-
,no d'eflì, e di buon paffò fémo la giorna-
ta :andando a pofar la fera in una cala di
campagna dopo 35. e più miglia di
cammino.Domenica u. per ftrada montuofa.»
dopo
144 Giro del Mondodopo 20.m.giurigcmo al pie delle mon-tagne, dove corre il muro : e perciocché
non (1 poteva andare a cavallo fino a
quello, fmontato bifognò fare a piedi
con molto di/agio 4. miglia , guidato
dal Vetturino; mentre il mio fervo tene-
va i cavalli.
Egli è alto quel muro in alcune parti
1 5. e in altre 20.pìedi; ma nelle valli èpiù alto afl*ai>e più largo.potendovi agia-
tamente andar fei cavalli di fronte . La_»
fabbrica è di grandi mattoni cotti al fuo-
co,con poche pietre; Se ha di quando in
quando le Tue Torri bé forti,c quadrate,
Tuna lontana a l-Taltra quanto due tratti
di freccia: lequili continuano per tut-
tala lunghezza del muro fino ai iruro.Ne'paflì deboli , e più foggetti, fonpiùi lavori fpefli, ettendovi Rivellini, e Ba-
luardi per di fefa. Comincia quefto ma-ravigliofo muro dalla Provincia diChià-
(i,e va fino al Mare OrientaIe,e più mez-za lega dentro di quello,per cagioni del-
la Aia battezza ; in tantoché giudicali ef-
fcr di 405. leghe fpagnole per linea drit-
ta , e di 500. di fabbrica ; perciocché vamolto torto per valli , e per monti,. $0-
novi molte poftierle, e fcalinate, per do-
ver pattare alle Torri la moltitudine de*
Sol-
Dei G e m e i i i. 14$Soldati , desinati alla cuftodia di quelle»
e per ficurezza del Reame
.
Eflendo la Cina quafi tutta fcparata»»
dalla Tartaria per le montagne, che vi
framezzano , vedefi il gran muro alzato
meno ne' monti , e più nelle valli,fecon-
doii b:lògno ; non però già tale, che neiìa perfettamente ragguagliato, cornoalcuni ne han voluto far credere: erTcndo
cofa a fatto impofii bile, che tal flanelle
profonde valli , che agguagliar portai
quello de* più alti monti. Per lo choquando u*dice>che quel muro Ila prodi-
giofamente alto , non vuol lignificar al-
trove nò che fia fabbricato fopra luoghi
altilTìmi 5 poiché per fé raedefimo non-»
agguaglia le mura della lor Città : né la
larghezza è per tutto eguale
.
Come è detto , quaft tutta l'opra è di
mattoni sì ben fabbricata , che dopo più
fecolinon folamente dura, ma al preden-
te è Cjuafi ancor nuova , fuor folamente
che in alcune poche rovine a che i Tar-
tari r.on fi curano di riparare. Son più Phn:p.Cou-
di 1800. anni,cherimpcradorXi-hoam- pfct.de fej*-
ti la ù fabbricare per riparo contra lo $? as
/n
*
feorrcrie de* Tartari.
Qiefta opra fu una delle più gran-,
di , ci infieme delle più forfennate , che
T*te ir. K foffer
^mDESSEEEEB
146 Giro del Mondofoflcr già minai fatte , La prudenza vole-
va, che i Cinefi chiudclTcro i paflì di
maggior rifehio. Ma quel, chcarTatto
mi Sembrò da ridere , fu a vedere il mu-ro tratto ancor fino alle cime d'un'altifii»
mo , e ftraripevol monte , ove appena.»
vi farebbero appiccati i picchi; non_»
che montar vi potefle \a cavalleria Tarta-
ra per entrar nel paefe, E fé pur eglino il
persuadevano, che coloro aggrappan-
doli per balze, e dirupi vi potrebber paf-
fare, (ciocca certamente doveva efler poi
la lor credenza a giudicare, che quivi da
un si baffo muro potrebbe la burbanza.»
di coloro effer arrecata.
Stupì) non poco a confiderar , che
quivi foflcro flati maeftri si eccellen-
ti , per trarvi su cotanti fornimenti
da fabbricare, e porgli in opra;che_*
certamente fenza infinita fpefa, e fatica,
non potè farfì m lungo tempo . Si dice-?,
che lotto il Regno dell'I mperador Ci-
riefe quefra famofa muraglia era guar-
data per unmilion di Soldati al preden-
te, per eiTerc Sovrano d'una gran partej
della Tarraria , fi contenta l'Impcradoe
Tartaro tenervi ibi buone guarnigioni
ne' paffaggi più aperti,e ne* meglio iòrti-
fìcati.
UHM
Del Gemei ni 147Lunedi 14. ritornando per Iamedefi-
ma ftrada , rimali la fera nelJa predetta-»
cafa di campagna.Mar tedi 1 5. entrai in PcJkin con un_>*
ora di giorno
.
CAPITOLO TERZO.
Comparfc dell'In?peradcr delia Cina in
publico.
MErcoledi 16. trovandomi nella-»
(bnza del Padre Pereira a ragio-
nar con lui, gli venne ordine dal Pa-
lagio , che egli dovefle andare ad ac-
conciar l'orologio del calino di campa-gna ,tre leghe dittante dalla Città , per
dovervi andar di biicve l'ImpcradoiC-?,
che fi diporta quivi fei meli dell'anno.
Chiamai! Scum Sciuv Tuen ; lignificando
Tuen giardino,5Y.7/« lemprc, Sciati prima-
vera, che al nottro parlar farebbe dire.
Giardino di fempre primavera 5 pofpo-
ncndo , llccome addietro è dettoci Ci-
ne!! il nominativo al genitivo . Confitte
quello in picciolc , e belle calette , Impa-
rate fri loro , cerne fon quelle de' nottri
Padri Certoi!ni,con giardini, e fonti alla
maniera Cinefe.
K 2 An-
148 Giro del MondoAndai Giovedì 17. da' Padri Gcfuiti
Trancefi : e mi avvifarono, che per lo
ài ieguente l'Imperadore pattava al fud-
detto cafino :e che io ben poteva veder
l'ufcita per dentro la lor cafa, o da predò
a quella.
Venerdì 18. per un loro fameglio fui
condotto a veder il maeftofo accompa-gnamento , che dopo un'ora di Sole co-
minciò • S'incaminarono avanti intorno
a due mila Soldati, e domeftici ; a* quali
appretti? feguivan le dóne in calerti chiù-
fi al numero di 20. Poi veniva il Re ac-
compagnato da' Principi del fangue , c_>
da' Mandarini . Andava eglia cavallo,
veftito femplicemente d'una vette a co-
lor d'oro,ricamata con draghi per tutto,
spezialmente nel petto, dove fé ne vede-
van due ben grandi . Portava una gioja_»
liei Maufo , o cappello Tartaresco.
Suole alle volte ufeir l'Imperadore in
fedia portata d^ 32. perfonc , che inge-
gnofamentene vengon tutti egualmentecaricati : oltre a quattro altri, che quella
foftengono per ogui lato. Veramentomi parve molto magnifica tal'ufcita;ma
io giudico far cofa grata a chi leggcpro-
poncdogli qui la deferizion con la figura
d'una u leiu più folcane, die fuol fare
rim-
IH^HMflHSRHflHNi
Magailians
Del Gemelli. H9PImpcrador della Cina, quando và$facrificarcoad altra funzione pubblica,
con l'accompagnamento di più migliaia
dipcrione.i. Si vedono 24. uomini con grandi
tamburi in due fila , di 12. per ogn'una.
2. 24.trombette12.pcr parte. Quelli fa7d,!'PRa£
ilìrumcnti fon fatti d'un legno chiama-
to TJtum xùjftimatiiTìmo da'Cinefi . So-
no più di tre piedi lunghi , e quali d'uiL»
palmo di diametro all'imboccatura , te-
nendo la forma d'una campana:fono or-
nati di cerchi d'oro, e s'accordano col
fuono de' tamburi.
3. 24. baffoni, 12. per parte > lunghi
intorno ad otto palmi, lavorati artificio-»
famente con vernice rolla , ed ornati di
fogliami dorati.
4. 100. alabarde, 50. per partecon Io«?
io ferri in forma della Luna crcfccnte.
5. 100. mazze di legno dorato , 50*
per parte, della lunghezza d'una lan-
cia.
6. Due Afte Reali chiamate Caffi,tin-
tc di vernice rotTa, con fiori, ed cftì cau-ta dorate.
7. 400. grandi lanterne riccamente*ornate, ecuriofatr.ente lavorate.
8. 400. torce affai ben lavorate, e fat-
K S te
150 Giro del Mondote d'un legno , che riferba lungo tem-po il fuoco , e rende un gran lume.
o. 200. lance ornate fono del ferro
alcune di flocchi di feta di divertì colo-
ri , ed altre di code di pantere, e d'altri
animali
.
io. 24.bandiere, in cui veggonfi di-
pinti i Segni delZodiacorii quale iCinefì
dividono in 24. parti, quando noi fola-
mente le dividiamo in dodici
.
11. 56. bandiere, dove fon le 56. Co-ftcllazioni ; alle quali i Cine/ì reduconotutte le Stelle.
1 2. 200. grandi ventagli, fomentiti dalunghi baftoni dorati , e dipinti di divcr-
fe figure di Draghi , d' uccelli, del Sole,
e d'altro.
13. 24.ombrclli riccamente ornati, 1 2.
pcrparte,come fi è detto.
14. Otto forti d' utcnfili, de' quali il
Re fi ferve ordinariamente: come fon_»
tovaglia,bacino d'oro,bocale fomiglian-
temenre d'oro, ed' altro.
1 5. 5oo.GcntiluominideH'Imperado-
rcriccamenrc veltiri.
16. Dieci cavalli bianchi,tcome lane-
ve,con fella , e briglie ornate d'oro , di
perle , e di pietre preziofe.
17.' Mille uomini,5Cc.perparte,chia*
mati
^ccomvacmamento del/- finperarlor de/Za Cina rn,,yj? 7"~? n 77)r ^^y^^y v ^*«w tpjfzncio comparisce informaHitbaca Seia-m Jiien scium. JCuanciu Pinxit t-MaaliafSeul
J
Blank ìnserted to ensure correct page posìtìon
Del Gemelli* i$f
rmtiHiaò-gùe, cioè adire Fanti, ve-
ftiti di vedi rotte, ricamate a fiori, e (iel-
le d'oro , e d'argento > con berrette or-
nate di lunghe penne*
1 8.Otto bandiere d'otto differenti CO*
lori , come gialla, turchina , bianca, &Cé
che dinotan gli otto Generali dell'Impe-
ro : dicendou uno General della bandtc*
ra gialla, altro della turchina, &c. ed
ogn'ttftO comanda cento mila faldati*
°i9.L'Imperadore portato in fedia (co-
perta, ficome è detto, da 52. perfone*
e da altre quattro mantenuto per gli
lati
.
.
é
20.I Principi del sague,Regoli,e gran
numero di Signori Acerbamente veiliti,
e ordinati in fila > fecondo loro preemi-
nenze.
2i. I Famegli de' fuddetti Regoli, OPrincipi del fanguc.
22. I 2000. Mandarini di lettere, e di
armi riccamente vediti
.
zh Una grande carozza tirata da otto
cavalli *
24. Due maeftofì carri,tirati ogn'uno
da due grandi Elefanti..
2$. Soldati Tartari*
K 4 CA
I$2 Giro del Mondo
CAPITOLO QVARTO.
Religioni dell'impero della Cina,
NEll'Impero della Cina fi profetano
più Religioni, fecondo la diverfità
de* popoli, che in quella fono. Comin-ciando dunque dall' Imperadore, colui
perefiTer Tartaro (ìegue l'Idolatria della
Aia nazione ; la qual come che nel più da
uniforme alla Religionde' Cinefi , e de*
Giappone!! , non però dimeno diferepa-
no nelle fette , nelle quali né anche fra.»
fé i medefimi Tartari convengono > non
che accordar fi poflano co* Giapponefi,
e Cocincefi ; ficcome né men coloro fra
sé s'accordano . Nafce quella varietà da*
differenti Idoli, i quali ciafeun ficoftitui-
fce*per fuo Dio tutelare. Adorano i Tar-
tari della gran Tartaria un Nume , choappellano Natagai , il qual tengono per
Dio della Terra, e l'hanno in si gran ve*
nerazione , che non vi è niuno , che nonne tenga in cafa rimaglile ; e perciocché
fi perjuadono , che Natagai avclfe avuto
moglie,gli coftituifeono quelia a finiftra
con'piccioli Idoletti avanti , come foficr
loro figli.
fanno
hmmmW^^m^^^^^m^^^^
Del (jEMUti. 15*Fanno loro grand' adorazioni , e rive-
renze, fpezialmente quando vanno a de-
gnare , o a cena , ungendone le bocchedell'imagini del graffo della carne cotta:
e parte del pranzo , o cena in onore an-
cor loro pongono alla porta , credendoche coloro fé ne cibino.
Molto più empia, e da ridere è i'ado-
razione, che imedefimi Tartari fanno fC rip!defcad un'Uom vivente, che chiamano La- *»*»«. e»,
ma , cioè Gran Sacerdote , o Sacerdotea,pls ,,0«
de' Sacerdoti 5 per cagion che da lui, fic-
come da fonte,venga loro tutta la ragiondella Religione , e dell'Idolatria : chia-
mandolo perciò Padre eterno • Qucfto èadorato come Nume , non folo dagli J^j*^"abitanti del luogo , ma da tutti i Re del- (*,«" caP^.la Tartaria ,i quali fi riconofeono a lui *3s-? s *
foggetti perla Religione; perlochenonfolo eglino , ma i lor popoli ancora ven-gono in pellegrinaggio con quantità di
doni per adorarlo,qual Dio vero,e vivo.Ed egli a gran grazia in un luogo ofeurodel fuo palagio fi laicia vedere, ornato dioro, e d'argento, ed illuminato di più.
lampane appefe; fedendo in un'origlieredi drappo d'oro, fopra una predella benelevata dal fuolo , e coperta di finiiTTmi <
tappeti • Cosi tutti gli fi proftano avanti
con
DB
Ì54 Giro del Mondocon la faccia a terra (non altramcnte.chenoi facciamo al Sommo Pontefice)econincredibile umiltà ali baciano i piedi;
onde Padre de'Padn , e gran Sacerdote,
e Sacerdote de'Sacerdofi, e Padre eterno
vien detto : perciocché i Sacerdoti , cheSolamente gli a ili ftono , e fervono in_>
tutte fi/e opportunità, co grande ftudio,
e follccitudine danno a credere a ali sé-
plici Stranieri i prodigi della fua divini-
tà. Ed acciocché fi creda immortale, do-
po la fua morte, proccurano in tutto il
Reame un'Uomo a lui molto fimiglian-
te ; e ritrovato il ripongono nel foglio , e
per tal modo fan tener di fede a tutto
l'Impero (ignorante dell'inganno, e fro-
de) che il Padre eterno (la rifufeitato
dall'Inferno dopo fette cento anni: e che
dopo quel tempo egli fia Tempre vifiuto,
e viva eternamente jlaqual cofasi fer-
mamele persuadono negli animi di quei
Barbari , che non vi è perfona , che ne_>
dubiti , onon la tenga per certa : e n'è
sì ciecamente adorato,che fi reputa bea-
to appieno colui , che per fua ventura.)
ottien degli eferementi di lui qualchcjpicciola reliquia, comprata con grandi
prefenti ; Mimando , che portata dentro
una cannetta d'oro appefa al collo ( ficco-
me
Dei (Jemilii. 155me ulano i Signori ) fia un prcfervativo
ficuro contro tutte forti di mali,edi tut-
ti morbi , e infermità falutare antidoto;
ed avvi ancora (o cecitàjchi la pone nel-
le vivandeper devozione.
Di tanta autorità è in tutta la Tartari*
quella deirà. vivente , che niun Ile fi co-
ronarne non abbia prima mandati Ani*bafeiadori con preziofiffimi doni per ot-
tener dal Gran Lama la benedizione del
felice, e profpero governo . Fa li Aia te-
ndenza nel Reame di Barantola,o Latta,
tifando quivi la dignità di Re, benchénon fi dia niuna briga del governo del
Reame, contentandoli folo dell'onore^
con un tranquillo , e profondo ozio , e
Jafciandoad altri ( il qual chiamano De-va , o Dena)la cura , e pcnfkro del Rea-me 5 onde è , che fi dice , che in Barati-
tela fin no due Re.In Pekin dentro il palagio vi è un gran
Tempio di quelli Religiofi Lama; iì
chiama egìi I.amatien, cioè a dire Tem-pio de' Lama. Fu fabbricato dal Padr<L>
del Regnante Monarca per ragion di na-to , e per compiacere a fua Madre, figlia
d'un Regolo de' Tartari Occidentali , la
quale era molto affezionata alli IamuSopra una montagna a pan di zuccaro,
fatu
156 Giro bei Mondòfatta a mano da' fcogli codotti dal marefi vede una Torre rotonda di dodici pia-
ni , o fola; ben proporzionata , e di
un'altezza flrana ; intorno a cui nel più
alto fono quantità di campanelli, chcjBioffi dal vento fuonan di giorno, e di
notte . Il Tempio è ben grande , fabbri-
cato in mezzo al colle dalla parte di
Mezzogiorno * L'abitazioni , e celle de'
lama (i (tendono per Oriente , ed Occi-
dente . L'Idolo è (òpra l'aitar del Tem-pio in forma d'un Uomo tutto nudo>cruftico , ficcome il Dio Priapo degli an-
tichi: nò da altri è adorato, che da' La-
ma , e da' Tartari Occidentali ; abbotto-
nandolo gli Orientali , e' Cinefi . Incon-
trai più Lama in Pekin :e l'abito loro è
veramente Angolare ; portando la mitra
gialla, la toga bianca avvolta per dietro*
la cinta roda , e la tonica di color d'oroj
e pendendo lor dalla cintura una borfa,
di modo che la vefte loro è molto (imi-
gliantea quella, con cui fi pingono gli
A portoli
.
Il principale IdoIo,ch'adorano in quel
Reame di Lafla, o Barantula, è Menipe,fatto di nove tefte umane , in forma co-
nica: avanti al quale fannofi fagrifìcj , opongonli cibi per renderli l'Idoio favo:
re-
èsasffiHKSa
DElGEMELtir 157rcvole . Recitano coronejafciando /cor-
rere un grano ogni volta , che dicono
Mcnipe falva a noi , Per malizia, e frode
del demonio ufafi in quei Regno di Ba-
rantula, come in quello di Tanguth un*
efecrando, ed orribilcoftumeì eliggo*
no un Ragazzo ben robuflo > a chi dan~»
poterti in alcuni tempi dell'anno d'ucci-
der con Tarmi, che porta , chiunque egli
incontra , di qualunque fefiò , o condi-
zion quello fia ;a'quali uccifi eglino poi
ilimando, che abbiano confeguito feli-
ciffimo flato, ficcome confegrati alla.*
Dea Àjenipc , predano eterni onori . Il
fanciullo armato d'arco , frecce, feimi-
rarra, e carico di bandiere per trofeo,in_»
alcun tempo offeflo dal demonio (a cui è
confccrato) va fuor di cafa, come un fu-
riofo, e feorrendo per le piazze, e ftrade,
ammazza chi gli fi fa all'incontro, fenza
potergli!! far niuna refìftcnzas il chiama-
no in lingua del paefe Buth, cioè a dire
uccifore.
Oltre a ciò s'è avanzata sì fattamente
la Reiigion Maomettana de'Tartari,dal-
Ja gran Tartaria venuti a ftabilii fi nella»»
Cina , che mi raccontò il P. Grimaldi ef-
fervene due milioni di pcrfone,chc quel-
la profetano . Entrarono quelli per la-*
Jar-
BBBBSI
15S Giro del MondoTarraria Orientale, chiamati da* Cincil
per discacciare il Tartaro Occidentaldetto Fluth, chene'paiTati fecoli impe^
rava nella Cina r
La Religion dc'Cincfi intre Sette fopra
Unto il riducc:una de'I.etterari, di Lazùla feconda, la terza de'Plcbci.Quella de'
Letterati ha due fini, per cui tutta treg-
ge : l'uno è il bene univerfal del Reame,alla cui profperità,cmàtenimetoeiTa loia
(che ne ha l'amminiftrazionc ) intende •
L'altro è la privata felicità di ciafeun di
loro, da acquifraril col merito dell'oprar
virtuofo,fecòdo i dettami della ragione,
coltivata, e perfezionata dalla filolofia^
morale ; in cui tanto eglino il ftudiano
d'avanzarli . £ perciocché l'onorare i
meritevoli ( o che ila per debito di natu-
ra, come fono il Padre , e gli altri mag-giori,© che ancor fia per merito di virtù,
come fono i benemeriti ) torna a gran_>
prò del comune > elTendo la fperanza dei
premio grandiflìmo itimelo alla fatica;
e perciocché tal cofa a' privati è gio-
vevoliilima, apprendendone i figliuoli
la riverenza e l'amore ,• che debbonoa* propri Padri , cui veggono rinovar,
sì foventc a* fepolcri de* loro mag-giori le lagrime } l'offerte, le preghie-
re
Del Gemelli. 159re de'Bon2i , e quanto altro vale ad ono-rar Jc ceneri, e confolarnc lo fpirito;per-
ciòquefte ior cerimonie fon tutte ope-razioni politiche in grazia dc'yivi perbene ammaestrargli , non già a riguardode' morti, perciocché credano di lorogiovare 5 in ramo , che quelle non fi
trafeuranda loro, benché non credanoall' immortalità dell' anime . Poiche_>oltre al pubblico danno, che neiegui-rebbe, fé fenza il freno d^l timor dcÌTa-1-
tra vita avvezzaiTer le genti a viver alla_»
icapcftrata , eglino noccrebbono ancorain gran parte a sé ììeiTì, infegnando a*
proprj figliuoli il non ufar verfo loroquelle efprefiìoni di riverenza , e d'amo-re, che vedrebbon da eisi negate a'ioro
Padri.
Vero è nondimeno, che parendo a'più
faggi per l'una parte iniopportevol cofaad udir, che gli uomini, e le beiìie quan-to alla durazion del vivere , vadan del
pari 5 anziché molte di quelle gli avan-zino, e tal'una d'uno,e forfè di più feco-li : per l'altra parte non parendo loro
l'immortalità cilcr condizion di natura,ma ricpmpenfa di merito, han fopracciòritrovata una nuova filofofia fomiglian-
ttflimaa quella degli antichi Stoiu,cioèche
HHB160 Giro del Mondò
che (la la Virtù una qualità, che parte-
cipi del Divino, poffente a torre dall'a-
nima in cui è, tutto il corruttibile , e per
confeguente il mortale, e tanto purifi-
candola aflfottigliarla , ch'ella già più
non ila patibile per la materia , a cui è
non incorporata, ma unita: anzi partita.»
ch'ella è dai corpo,che s'uni fca con Dio,
e come un ramufccllo innevato in un_»
albero, abbia feco un medeilmo vivere-?
immortale. Al contrario dicono,il vizio,
per lo fuo veIeno,e malignità guadar l'a-
nima, e ingrofiarla , e tanto invefchiarla
nella carne, ch'ella viva di lei, e con lei
muoia, e corrompali . In fatti quelli let-
terati fono Ateifti, e credono che nell'al-
tro Mondo non fia premio, né galli-
go : e che l'anima feioita dalle catene del
corpo ritorni al niente , dal quale ebbeprincipio, non altramente che fia il ven-to : e perciò attendono a darli buon.»
tempo in quello mondo con tante mo-gli (che approvano, come cofa necefla-
riaairaccrefcimento della Republica)ecol maneggio del governo , e con le ric-
chezze, le quali per illeciti modi proccu-ranoragunare. Adire il vero ella è piùtolto Accademia di letterati, detta Tuc-chiao, che Religion dcTagani ; concio-
na-
Dei Gì melli. 161
ciofia che non hanno Tempj , né Sacer-
doti , né Idoli , ne Sagrificj , né Riti
fagri
.
Tanto è ciò vero , che il proprio Té-plo de* Letterati è quello di ConfùfioPrincipe de'Filofofi Cinefi:ilqual Tem-pio per ordinanza del Reame in ciafeu-
na Città fi fabbrica in un luogo fuperio-
re a'publìciftudj,con grandiffima fpe-
fa ; dove fono ferita gli ftaniti di colui,
o in lor vece il fuo nome in una gran_>
tavola a lettere d'oro, con più ftatue de*
fuoi difcepoli a lato, le quali i Cinefi ve-
nerano come Deità inferiori . In-»
quefto Tempio ad ogni Luna nuova ,opiena ragù nani! i Mandarini, e Dottori,
e Baccellieri,per venerare,e far*o(Tequio
al lor Maeftro Confùfio con umili genu-
fleflìoni;neli'ÌLtefla manierategli Egizj
jl primo dì del mefe Thoth celebravano
folennemente al lor Dio Mercurio.La feconda fetta fi dice di Lanzù,o di
Li-laokun , introdotta da un tal Filoso-
fo, che vide ne' tempi di Confùfio. Fin-
go coftoro,che colui fotte flato nel vetre
della Madre 80. anni prima dinafcere_*j
perlochevien chiamato Lanzù, cioè adir Filofofo vecchio. Egli infegna,che il
Dio Sovrano fia corporale , e che reggaT arte ir. L Tal-
BIS
T62 Giro del Mondol'altre' Deità , flcome un Re governa.»
i Tuoi fudditi : nel che fembrano ancor,
coftoro eflèr dei [enti mento degli Stoici.
Egli promette gracofe della Chimia(on-de alcuni giudicano? ch'egli ne fia (lato
i*Inventorc)perfuadcndo , che per mez-zo d'una tal bevàda lavorata fi poffa di-
venire immortale. I Tuoi discepoli vi ac-
coppiarono ancor la Magia : e cjucfta
arte diabolica divenne in poco di tempol'unica feienza delle perfonc di qualiràj
applicandovi!! ciafeuno con la fpcranza
d'evitar la morte : e le donne tra per Ja__»
curiofità , e per fperanza ancora di pro-
lungarli la vita 11 abbandonarono a tutte
forti di ftranezze , e d'empietà. Colo-ro, che per meflicr particolare s'impie-
garono a si perniciofa dottrina , fu-
ron chiamati Tien-fe,cioè a dir Dottoricelefti;a'quali fono (late date dagl'Im-
peradori cafe per vivere in comunanza,e fabbricati Tempj in diverfi luoghi al
JorMaeftro. I Sacerdoti di quella fetta
Spezialmente s'applicano a fcacciare i
demonj dalle cafe per mezzo degli efor-
cifmi,o ponendo orrendi moftri nellomura di quelle, dipinti con inchioilro ; eciò con si terribili grida ,che ne' mede-fimi demonj parcheiitrafmutino. Ar-
re-
Del Gemelli. 1 6 j
roganti anche quefti empj la potefta di
far venir le piogge a ior talento , e di
farle celiare , e di divertir le pubblicherò
private feiagurc . Quefta fetta ha oggidì
ben pochi feguaci jeflendo le due altre
le più universali.
Laterza fetta è de* Plebei , o Ofciani,
ovvio Bonzi ,che hanno Idoli, e deità
figurate in iftranifTIme giiiie , e mo-flruofe apparenze : e fra gii altri hannoquei due nominatiftìmi fin' nell' ultimo
Oriente, Amida, eSciaca . Quefti ha n_>
per contrario iftituto dc'Letterati il nul-
la curarli del publico, ma fblo attendere
a i'c ftcfìì :e danno all'anima dopo mor-te una vita immortale, ed a quella pie-. •
mio ,e pena a ragione de* meriti. Loda-no il celibato , e la verginità , fin* a con-dennarc, almen fotto vocc> il matrimo-nio. £ pur come non vi ha gente più vile
di quella per condizione, così neanchepiù di lei trilla , e nefanda per le bcftiali
immondezze ; onde peggio de' più tozzi
bruti alla rinfufa fi mefcolano .
Scrivono , che quefta fetta si peftilen-p# ph j !; ..
ziofafìa dall'lndoftan venuta in tal ma- c'o.. P 'er. Ic
niera,pcr quel che fi lesge nell'I ftorie de' fc.
ie»f
Ja s.
;-
1.
* co nica jn \ 1 .1 mletterati Cinefi . Regnava nell'Impero confucìj/p.
della Cina nel 6$. anno dopo il luki- li0t
L 2 mento
w
164 Giro dei Mondomento di Crifto l'Imperadore Mim ti,
della quinta famigliaHanX VII.A coftui
fi rapprefentò in fogno ia fpecie d'un.»
Eroe fanto : e perfuafo anche dalle paro-
le di Confufio , che vi folle in Occidente
un'uomogi urto, non potendovi andar
di perfona,vi mandò Ambafciadori cai-
cim,e cuikim in fuo nome , per ritro-
var l'uomo fanto , con la fanta legge*.
Coftoro giunti in una Ifola, che non era
guari lontana al mar rotto , non aven-
do animo d'andar più oltre,ne riportaron
un'Idolo , e (tatua d'uomo , Foc detto,
(ch'era (lato $oo.anni prima di Confufio
nell'India ) come anche l'efecrablle fua_»
Religione recaron nella Cina . Felici ? e
benemeriti della lor patria , fé in vece di
tal pefte,la falutar dottrina di Crifto, che
nel medefimo tempo da S.Tomafo Apo-itolo era predicata nell'Indie , aveflèro
apprefa.
I Cinefi dunque inchinando a tali pe^
ftifere dottrinerà poco a poco fi rilafcia-
ron dalla men empia de'loro maggiorilein fine in difpregio d'ogni Religione fon
caduti nel vero atheifmo.Doppia dottri-
na lafciò quefto maeftro d'Idolatria; unache di tutte le cofeil principio,e'l fine fia
ilnutodi cui i feguaci fon Athei : e la.*
chia*
D U GEMELLI' Ì6$chiamali interiore: l'altra citeriore ac-
concia ad ingannare il volgo, e gl'i-
gnoranti. La prima, ficome dirli, ab-
bracciarono i Letterati , che ripongonotutta la lor felicità, e beatitudine in que-fta vita , pofiedendo molte ricchezze , egodendo di più donne,e comandando a*
popoli 5 poiché danno la mortalità del-
l'anima. In tanto che mi narrarono alcu-
ni Padri Spagnuoli niifiìonarjdi S. Fran-
cete©, che in occafione di diiputa alcuni
Mandarini non (1 vergognaron di còfef-
far, che non credevano né a Dio , né Xgl'Idoli , ma al loro Confuilo : mentre.»
{limano, che oprado bene,Iddio gli gui-
derdoni iti quella vita,ed oprando male,
qui ancor gli gaftighi.Se talvolta agl'Ido-
li fabbricano Pagodi,o facriflcano , è ciòper fine di folo intereffe , per ottener il
loro intendimento: il quale fé mai loro
fallifce, tofto lafciano in abbandono loPagodi,etrafcinano per terra gl'Idoli,
ganzandogli come ingrati,che noncor-rifpondano al beneficio.Quefto Macnrodelle due narrate fette vogliono , che Ila
flato un Regolo , chiamato San- Vuang,e fua Madre Mò-gè fu-giu : che per infi-
nita d'apparenti miracoli traeva!! la ve-
nerazion de' popoli , e pretendeva eflex
JL 3 ri-
IBEMBI ^Hfl^SS
\66 Giro del MondotLeP.Comte riconofciutopcrDio . Morì nell'età di
e79. anni : e dopo aver ftabilita ^Idolatria
la Chine-».
lect.X. p.ij
125.
in Ria vita, procurò d'ifpirar i'Atheiimo
nella Tua morte, dichiarando, che in rut-
ti i Tuoi ragionamenti non aveva parino,
che per enigmi : e che il tutto era ufcitO
dal niente , e che dentro il niente il tutto
debbia ricadere ; e che in tale abiilo ter-
mini ogni noftra fperanza
.
In quefta Setta di Bonzi par che fìano
introdotti riti, e mifterj della noftra San-
ta Fede , i quali forfè poterono effer ap-
prefì dalla predicazione degli Apofloli
S.Bartolomeo, e 5.Toma fo, mentre qui-
vi predo la propagavano ; poiché tengo-
no un Dio in tre perfone effigiato in un'
Idolo di tre capi : una Vergine Madre.?
d'un Dio , rapprefentandola in ftatua_>
con un Bambino: ammettono il Paradi-
so, e l'inferno, e quivi il godimento, e la
pciu a mifura del merito : commendati.-»
Ja verginità, e la profeilano : tifano il di-
giuno, e le penitenze : ferban la volonta-
ria povertà:!odan l'abbandonare il Mon-do^* fuggirfenea contemplar ne'dcferti,
o vivere ne'Monafterj in comunanza Sal-
meggiano a vicenda, recitando un non_>
so che fomigliantc alle noftre corone-? :
|>araa(I in abito Sacerdotale , edifpenfa-
110
Del Gemelli.' 167no indulgcnze.Non perciò eglino hannoinviluppata la religione di tante favole,e
menzogne, ch'appena quella ferba del-
l'originai tanto* che il ravviti effer co-
pia ricavata dalla legge Criftiana;pcrcio-
che eglino danno la traimigrazion dell'a-
nime: e credono , che morendo alcuno,
l'anima redi nella contrada tre giorni,
acciocché fi faccia il procellò dei male, edel ben fiuto da lei per lo SpiritoTufu.n(il
quale in ogni ììrada efpofto in pubblicovenerano ) Ricorrono perciò a'Bonzi codenari , e prefenti , recando ancor lorocarta per ufo dello ferivano, e danajoper renderti favorevole ridolo,acciò chefaccia un [buon prccclTc;indi ingan-nati da'Bonzi prefentano alle Pagodi piùmazzi di carte roffe, argentate , e dorate*
bruciandone la maggior parte,sn la cre-
denza, che la dorata li converta in oro, el'argentata in argento,per fervire nell'al-
tra vita a'ioro morti . Compiti i tre gior-
ni dicono, chepaiTì l'anima davanti lo
Spirito della Città; detto Cinguan(poi-
che il morto è credibile , che fia andatoper la medefima; il qua! riceve l'infor-
mazione di ciò , che colui oprò nella
Città, infra il termine di cinque giorni 5
fra'cjuaJi continuano! parenti del mortoL 4 <***
hhh WEBER ^ÈM
1 i^bbhhhbb
168 Giro del Mondoda' Bonzi , acciocché rendan benevolocon loro preghiere il Giudice , per man-darne ben dispacciata l'Anima . Con ta-
li proceflì dicono pattar quella all'in-
ferno ( dove i buoni, e mali debbono an-
dare , fecondo Ior credere ) e quivi per
dieci tribunali, Ien-guan detti , fi ricono-
sce la caufa , dimorandovi l'anima fette_*
ài per ciafcuno,finche fecondo il buono,o mal'oprato fi decreti la trafmigrazio-
ne in corpo umano , o di beftia . Io nonso donde in loro fia nata da prima que-
fta opinion della metempficofi dell'ani-
me: e fé per avventura apprefa l'avellerò
dagli Egizzii, o da'Caldei, oda'Druidi,iquali la ritrovarono , ficome vuol Cefa-
rc, e Lucano, perche (i rifvcgliafle nel
petto de'popoli il coraggio col difpre-
gio della mortcjonde ancor dicefi, choapprefa l'avefle Pittagora , e recata nella
noftra Italia . Ma prima della trafmi-
grazione , vogliono i Cinefi, che l'a-
nima giudicata debbia pattar su per
lo ponte di Kin-inchiau , che vuol dirod'argento, e d'oro .* ove efiendo Cuftodi,
è neceffario dar loro denaro , come per
ìq narrate Udienze , acciò che non l'ini-
pedifeano il paifo 5 poiché fc cade l'ani-
ina fotto,nman quivi per femprenel fiu-
Del GiMEtirl i6g
iwe delle fiamme 5 e fé paflata può trova-
re un fiore detto Licnxoa ,iì cui frutto fi
noma Lanufa, il trafmuterà in perfona-»
ricca, e ben'agiata. Con quefte favole i
Bonzi cavano da'poveri Idolatri il dana-
ro, e le robe ; e si pertinaci fono nella lor
tra/migrazione, che dicono,ch'i Mimo-narj Europei a modo di Capitani di leva
vadan nella Cina per far gente, battez-
zando iCinefi per trafmigrargli in Euro-
pei, a fine di popolare il noftro paefe.
Da qucitc tre Sette fon derivate molte
a Itrc col corfo del tempo , & un'incredi-
bil numero d'Idoli , i quali non fol fi ve-
don per gii Tempi,ma nelle piazze aneo-
ra,c ftrade,e navi,e cafe pubbliche, e pri-
vate; in cui eglino imitano,anzi avanzan
gli Egizi, infami per la varietà di tanti
Idoli . Solamente de* Tempi più cele-
bri^ frequentati per cagion della lor ric-
chezza , e magnificenza , e falli miracoli
ratti da'ioro Idoli, fé ne annoverano 4S0.
Dentro i quali , e negli altri ancor di
tutto l'Impero abitano trecento cinquan-
ta mila Bonzi patentati : e fé fi voglion_>
contare anche coloro , che non tengonopatente da\Mandarini , monteranno ad
un milione; eflfendovi dentro la fola Cit-
tà, e Corte di Pekin 10668. Bonzi non-»
am-
SKBsnsn
Chap.2
S7«
170 Giro del Mondoammogliati, chiamati Hoxam , e 5022»
ammogliati,per quel che ne ìcriffe il Pa-
dre Magaillans nella relazione , chcfa_»
,Fa g
, delia Cina.
E nata la moltitudine di tanti Idoli dal
porli llmulacri agli uomini , che per al-
cuna opra loro memorabile fur bene-
meriti alla patria, e s'acquiftarono gran-
de opinione apprefTò le genti , e ne meri-
tarono (tatiie,e Pagodi : fìcome anchodal credere , che ne' bofehi, e monti , e_j
mare, e fiumi fian particolari /piriti, a*
quali fabbricano ftatue , e confagrano*
Nondimeno il principale Idolo , che-?
venerano, è detto Giò.hoang , della_»
famiglia Ciang, che viife in tempo ch'il
Reame della Cina era governato dalla_j
famiglia Sung , che gli die titolo di Gió-
hoang, ò per meglio dire con tal titolo
il canonizò il Re Hoey ciung . Prima di
quert' Idolo vi erano i tre altri fi moti , i
quali uniti quivi s'adorano , e chiamatili
Sinfiftg, e da'Letterati Sànhoàng . Oltre
a'quali vi fono altri cinque Re, che pur
fono Idoli raccontati ncll'Iitoria TungJcien : e chi aman fi Xaò haò , Suòn bili,
Tygiao, Tyxun , e Tykò per eccellenza
detti ùtiì, cioè cinque Re.
L'IIìoiia òù Ky-iùy-cing reca tre Reanti-
Del Gemelli. 171antichiiTìmi, mafavolofi, chiamato il
primo Tién hoàng,il fecondo Ty hoang,c'J terzo Giù hoàng; favolando, ch'il pri-
mo ebbe dodici fratelli, echeciafeun di
di loro viffe r8.m.anni:ch'il fecòdo n'eb-
be 1 8. che videro l'iitefTo tempo : e ch'il
terzo n'ebbe nove: i quali tutti reiTcr
l'Impero, continuando la fucccfiìonodi ciafeun di loro fino a 150. genera-
zioni.
Il più univerfale è l'Idolo Cin xùan_>
protettore delle Città, e delle Ville; noneflendovene ale una,che non abbia la Aia
Pagode con quell'Idolo, che fi figura cocavalli fellati, e origliati avanti la porta,
tenuti da due valletti per fcrvigiodi luij
e narrano, ch'egli mentre ville andava^mille leghe il di.
Tengono i foldatl, eie milizie per lor
Idolo iiKuangie, della medclima ma-niera , che la Gentilità Europea aveva»»
Marte.Jl si famofo pellegrinaggio de' Cinefi
è nella Provincia di Sciantun nella Città
di Taij gan cieù, fui monte detto Tay-feian, cotanto celebre nella Cina, per ef-
fer di dodici miglia di falita. La Pago-de fi chiama San Kiaimiau, e l'Idolo Tayfeian-niang, o Tien fienfeiiig mu , che»
vuol
BSEBBB
172 Giro del Mondovuol di re in frafc Cincfe; di quello mon-te la Reina del Cielo> dello Spirito San-
to Madre. Fuqucfta una Religiofa , oBonza , di cui s'invaghì un Re Cinefo,mentre pafTava per colàse prefa la fc Rei-
na invita, e morta Santa , ergendole
il iuddctto Tempio>ove ogni anno vari-»
milioni di Cinefi in pellegrinaggio;alcu-
ni dc'quali per diaboliche fugeftioni per-
Aiadendofi,chc dopo veduta si gran Dei-
tà, non pofla vederli co/a maggiore i n_»
qucflo Mondo > fi precipitano giù per
una rocca di più miglia di caduta. LaPagode è cuftodira da un Mandarino,che fa pagare il paflfo . In alcune di que-
fte Parodi vivono in comunanza Reli-
giofi , e Rcligiofe per fervigio di effe ; 1
quali fon di due ordini, uno della lazetu
del Foe, l'altro della lazetta del Tao . I
primi mcnan vita celibe; gli altroché fondetti Tauzù , han mogli , e vivon nelle
lor cafe con queile,a modo de'Preti Gre-ci, lanciandoli crelcerc un ceffo di capel-
li, il quale avvolto dietro latefta cuo-prono con una fcudella di legno , o con-ca d'oftrica , pattando uno fpillone per
quella, e i capelli . Aflìfton di giorno a*
loro Conventi in comunità , e di notte
alla loro famiglia . Coloro , cne rnen anVii.»*
Dei Gzmbiiu 173vita celibe, fon detti Hoofcianh da'Ci-nefi, e da noi Bonzi : portan Ja tetta tuttarafa ( ch'è fègno di difpregio fra quella.*
gente) vedono un'abito di colore , e ta-
glio fimigliante a quello, che portan i
Frati di S.Francefcodciroflervanza, macon maniche larghce collaretto intornoal collo . Le Religiofe fon chiama te_>
Niùxofciang, o Ni/fciun , Kùkù kiù , oNicù , fecondo la divertita delle Provin-cie ; ma non oflervan vita clauftrale , an-dando per la Città quando lorpiace,cpermettendo che s'entri ne'lor Conven-ti . Entrai io in Canton una volta in undi quelli, ove fui convitato dalle Bonzea bere il Te, o Cia ; onde giudicai , chenonfia puro zelo quella vita Religiofa,ma fine particolare per godere della li-
bertà, ed ufardiffolutezze tanto dentro,quanto fuori il Convento, ad imitazionedc'Bonzi , che fanno il medefimo, quan-tunque predichino il celibato; ma i Man-darini ufanoogni diligenza per prender-gli fui fatto, e gaftigarli capitalmente-?;indi è, che per la vita fcandalofa,che me-nano, come ancora per avvilirti in tutt'i
meftieri meccanici, e corporali , fon te-
nuti in obbrobrio, e poca itima fra Cine-fi ; aU'oppoftode;Giapponefi p e Siamcfi,
i quali
EH
174 Giro del Mondoì quali venerano i loro Sacerdoti , e Ta-Japoni. Intanto che per legge Imperiale
fon vietati nel Reame della Cina comeftranieri venuti dall'Indie, e fai per difil-
lo (ìtolerano. Profetano tanto i. Bon-
zi, come le Bonze una vita auftera, lenza
mangiar carne, ne alcuna cofa vivente^,
cibandoli fol d'erbe; ma i Tauzù per du-
rare al matrimonio mangian di tutto.
l'un,c l'altro ordine di Religiofìlon'ob-
bligati al mattutino nell'udire a mezza_»
notte il fuon d'una campana, che fi toc-
ca a mano con un legno . Bene he cono-
fcanoi Mandarini quefti fai fi Rcligiofi
per perfone infami, e difpofte a far ogni
malvagitàjpur loro comandano di porfi
in orazione per ottenere dagl'Idoli la_»
pioggia, quando bi fogna per gli campi:
e
quella non feguendo, gli fan battere cru-
delmente^ ftare al Sole digiuni più gior-
ni con catene a 'piedi.
Brugiano in quelle Pagodi , come [tu
altre, e nelle cale ancora i Cincfi alcune
corde di feorze d'albero peiìe , che fi la-
voran di divertì modi, alcune in forma__>
conica,opiramidale,che durano un rnefe
intiero avati l'Idolo: e loro fervon d'oro-
logio; poiché quelle elfcndo uguali nella
gradezza , dal conilima méto loro cono-iccll l'ora, ch'e pattata. CÀ-
Del Gemelli. 175
CAPITOLO QVINTO.
Ultima perfecu^ion della Religione Cattolica
nella Cina , e felice reflabiiimento
di quella,
DAll'ifteflbTeftodi Confufio, ehoconfefìfa un fuprerao,e fcvrano Be-
ne , fi deduce , che gli antichi Cineu" han
conofeiuto > che ci fia un Dio . Ma una
pietra , o monumento, che fi trovò nel
1625. nella Metropoli di Siganfù , o Sa-
myun della Provincia di Xensi,fa bada-
te prova , che la Fede Cattolica fia ftata
introdotta , e predicata in quel Reame»fin dal 6$6.per gli Succeflbri degli Apo-lidi ; poiché la pietra fuddetta fu eretta
nel 7 8 2.per dar una cópendiofa notizia
della Reljgion Cattolica, e de' privilegi
còceduti dagl'Imperadori Cinefi di quel
tempo a' Vefcovi, e Sacerdoti, che fi
leggono In effa . Quefta casualmente fi
icoprì nella detta Città , mentre fi cara-
van le fondamela per ordine de'PP.delJa
Compagnia, a fine di farla lorChiefa~>skJrc ,, er
onde rimetto il curioib , che vorrebbe.» ciin!ìu«ft!
più diffu famente faperne l'interpretazio- wp.ii.
ne, che ì Dotti han dato a quei caratteri
Siriaci,
ICHE
176 Giro del Mondor.Man.n.in Siriaci , e Cincfi , che vi fi trova rorioin-fuo Atlante. ^ i« ^« si—..: • ? » ~ • ,- . *
v»'>-»*»*
p. Alvaro, tagliati,!! cui originale fi nferba nel Col-semciui. JegioRomano della Compagnia diGic-
S;?m« Po- su , e la copia nell'Archivio delia CafiL»ionu*. Profefla
.
£ftinta appresola Religion Cattoli-ca dalle perfecuzioni , che fufeitarono i
Bonzi con la morte di più Cri ftiani, furiedi nuovo nel 1 25ó.con l'entrata che vi fé
il GranKan dc'Tartarial quale occupatocon poderofe forze tutto l'Impero dellaCina , ficome bene inchinato acat-tolici, permife loro il libero ufo della-*
lor Religione. Ma fcacciati poi i Tartarida' Cineficon la recuperazion dell'Im-pero , feguirono i Criftiani ( lafciata la-*
Cina ) la ufeita de* Tartari , per non-*foggiacere a nuove perfecuzioni 5 onderimafe di nuovo eftinto in quel grandeImpero il lume del Vangelo, continuan-do i Cinefi nel culto degl'Idoli.
Dopo aver il gloriofiflìmo S. France-feo Saverio fé minata nel 1 542. la paroladi Dio per le più rimote parti del Mon-do con grandiffimo frutto , ed aggrega-te a Crifto l'ifole del Giappone, rivolfe
l'animo alla converfion de' Cinefi ; omentre egli tifava le diligenze per entra-
re m quel grande Impero9d'una febro
* op-
Del Geme ilk 177oppreflfo mori neirifola di San-cheu pergodere della gloria > che alle lue virtuo-se fatiche era dovuta
.
Si compiacque poi Noftro Signoro Re!;lt , dtUnei 16 io. aprir quefta porrà alla cultura cMnidup,
della Tua vigna ; agevolandone l'entrata JJf*!^™al Padre Matteo Riccio da Macerata , in
*' P I0J *
compagnia del Padre Michel Rogcriodell'iftefia Compagnia di Gicsù . BerL*vero v'incontrarono grandiffimc diffi-
coltà , e intoppi , prima di confeguir da*Cinefi il poter vivere fra loro ; ma sì , etanto oprar feppe il Padre Riccio, cheacquiftofiì in brieve nò poca (rima,e cre-dito fra Grandi, e Signori 5 poiché cflen-do egli (lato dikepolo del Padre Crifto-faro Clavio ,era peritiAimo nella mate-matica 5 alla quale i Cinefi fon molto in-chinati ; e per la curiofità di tanti orolo-gi, e i(frumenti matematici , che i Padrifeco portavano,erano (limati per uomi-ni (cefi dal Cielo ; di maniera che non.»foloilV.Re di C^nton gli ritenne ap-pretto di sé , ma damarti rimote venivani Letterati ad ammirar la dottrina loro;onde acquietata la benevolenza non folade* Signori, ma deH'ifteftb Impcradore,in brieve tempo propagaron la fede in_»
più parti dell'Imperio, chiamando nuo-TmeiK M vi
178 Giro del Mondovi operar; a quella copiofa mette.*
In vidiofi i Bonzi di veder pubblicare il
Vangelo con tanto frutto , fufcitaronoa* Mifiìonarj gravidime perfecuzioni,che doppiarono in tormenti, carcera-zioni, e bandi -;de'quali foffrironola lorparte anche i nuovi Criftiani Ciricfi . Siplacarono apprettò alquanto i Giudici,considerando il gran fervigio , che rice-
vevano da' nottri Europei , sì nella dire-
zione dei ioro Kalendario, e nell'oiìerva-
zioni dell' Editti, e delie Comete , comeper gli buoni orologi , che lor facean te-
nere; ma quetta fofferenza durava tantone' lor barbari petti , quanto la necettìtà
loro perfuadeva; tifando in più , e divcril
tempi la cupidigia de'Mandarini orribi-
li ttìme tempefte contrai noftri Miflìo-uarj
.
A fuggettion del Tribunale de' Ritimentre l'Imperador Regnante era di 7.anni, e governavano per la fua fanciul-lezza i Tutori, u* pubblicò bado, che nonpotettero alzarli nuovi Tempi al veroDio, né predicarli la fua legge, né entrarnuovi Mifiìonarj in Cina ; s'andò nondi-meno dittimulando nell* eflecuzion diquello
, per la neccflità , che avevano i
Cineil degli Europei 5 intanto che coru»
Vaili'
Del Gemelli. 179Paflìftenza de' Padri della Compagnia.,in Pckin n* predicava il Vangelo per tut-
to l'Impero . £ quantunque per fini par-
ticolari di verfe volte i Mandarini coll'e-
fccuziondi tal bando aveller moffe gra-
vinone perfecuzioni ; furono nondime-no inoftn rimedi nel loro eferciziopcr
lacagionfuddetta.
Ma l'ultima pcrfecuzione,di cui inten-
do ragionare , che fu per dare il tracollo
affatto alla Religion Cattolica nella Ci-na , fegui in tal forma . Parti dalla Regiadi Pekinncl iósp.l'lmperador Regnan-te^ decorrendo le Provincie di Cekian,Nankm,eScianrun, faceva fpcziali ac-coglienze a' Padri della Compagnia^.Trovavali nella detta Provincia di Ce-kian per Superiore il Padre Profpero In-
torceita Siciliano: il quale ufeito incon-tro all' I mpei adore , che veniva con ub_>
accompagnamento di 50. mila perfone,per cfler bé villo dall'lmperadore, fu dacolui accolto nella Aia gondola . Avven-ne, che dopociògiunfeil V.Re di quel-la Provincia , il quale tolto dall'lmpera-dore fu privato de) pollo, per male rela-
zioni avute de' fuoi portamenti ; ponen-dovi altro in fuo luogo. Sofpettò colui»
che per mali uflicj fattigli dal P.Intorcct-
M 2, ta>
i§o Giro del Mondoti fo.ie ciò feguito;onde tato egli,qua ri-
to altri Grandi fuoi amici concepironoodio contro detto Padre , attendendol'opportunità per vendicacene.
Nel 1 69 1 = cominciò il nuovo V. Rè 2vomitar quefto veleno , prendendoprincipio da' Bonzi di Naticeli, a'quali
fé chiuder tutti i Tempj in efecuzion de'
decreti antichi del Regno -. e continuan-
dolo ne' Miflionarj Cattolici, efaminòquefti , per faper , te foriero nuovamen-te entrati,o pur fodero degtTannchi per-
ni e fH nel Regno per Io decreto del 1671.
dopo la perlecuziondel 1664.
Appiedo co' Configlieli di Cekian_»
tenuto cónfiglio , fé dimandare al Padre
Intorcctta , come eflendo deftinato nella
Provìncia di Kiansi, egli dimorale in
Cekian ; e come dopoeflerc (tata chiufa
quivi la Chicfanel 2664. fi avea prefa-*
l'autorità d'aprirla ; e come eflendo vie?
tato l'ufo della Criftiana Religione , odi trarre a quella i Cinefì per lo Decretodel t 66S. egli aveva battezzato il Scinta -
Scng Cineie.
Soddisfo il Padre Intorcctta a qucftodimando; ma la malignità del V. Re->
avendo a cuore la vendetta ,non fi appa-
gò ;o /erratala Chiefadi detto Padre, fé
bru-
HSBHM8mBRi^
Del Gemelli. i S t
brugiar tutti i libri , e tavole delle fUm-pe
(perciocché ia (lampa Chicle falli co
intagliar la eompolìzione fu le tavolo)dando bando al Padre Intorcerta da tut-
ta la Provincia di Ccfcian , per andare a
vivere nella Città di Kicn-Scian della-»
Provincia di Kiansì;& ordinando, che le
Chicfe grandi iti tutta la Provincia fufie-
ro convertite in Tempj d'Idoli , e le pic-
ciolein (tudj:e che tutti i Criltiani ri-
tornaitero all'Idolatria lotto gravidimepene, anche da porli in opra contro i Ci-
neli , che non gli rivelavano . Ben alcu-
ni Configlieli non concorsero a quello
violente proponimento del V.Rc ; ma_.
non ottante ciò egli il fé porre in d'edi-
zione.
Dopo ciò fé egli una con fu Ita all'I m-peradore , rappresentandogli , che non_^
conveniva lalciar vagare gli Europei
per tutto il Reame ; ma che li dovclfcro
ritrarre in un luogo , per fervidi di loro
all'ufo della matematica.Mentre ciò oprava!] in Cekian,avuta-
ne la notizia i Padri di Pekin , diederotolto all'Imperador memoriale,tolqua-Je 11 riparò a qualche improvila rifolu*
zione: ed apprclìò confìgliato l'arrarc_>
conSciàòiaò/e, paggio Tartaro diletto
~M i dei-
WWWMWWWMWI
I
tl% Giro del Mondodeh' lrnpcradore , e protettore della»»
Religione . e della Chiefa di Pckin , co-
lui fi prefe l'incarico di portare al Re unnuovo memoriale a favor de' Padri. Co-
me in effetto, rapprefentata l'indebita-»
perfecuzione, fufeitata dal V.Re di Ce-
Kian : rifpofe l'Impcradore , che i Padri
non doveano maravigliarli della mole-
dia Cincfe , perocché anche i fuoi Tar-
tari il più delle volte la (offrivano s ben-
ché coftoro iteffero in riguardo di no of-
fendergii;ma chei Criftiani con la prote-
zione , che trovavano ne' Padri,facevan
dcll'infolcnzc , di/pregiando gl'Infedeli»
e lor Religione , e vivendo fegregati da
loro , con ufar Solamente con quelli del-
la lor legge 5 la qual cofa avea cagionato
nel Comune tanto odio verfo loro.
Amando nondimeno l'Impcradore te-
neramente i noftri Miflìonarj , foggiun-
fé al Paggio , che facefle fapere a* Padri,
che iteffero di buon'animo, perche co-
lui , che l'anno innanzi aveva acchetata.»
la perfecuzionc di Sciantun , della me-desima maniera fenza rumore acchete-
rebbe ancora quella di Cekian.
Andati i Padri al palagio per ringra-
ziar l'Impcradore, egli fc Iorodoman-dare, le volevano panare per la via pu-
bi ica
Del Gemelli. i 8 j
blica de' Tribunali . Rifpofcro i Padri,
che accettavan la benevolenza di Sua.,
Macftà, fperando , che non lafcercbbc
la lor caufa alla diferezione del folo Cò-figlio de' Riti ; il quale egli fapeva per
ifpcrienza di quanto mal talento fteflo
verfo ia Religion Cattolica ; mentre ri-
ponevano nella pietà di SuaMaeftà la_,
giuftizia,ela fperanza del buon'efìto del-
la caufa, e di doverli rivocare il bando
del 1668. che vieta l'efercizio della Reli-
gion Cattolica nella Cina
.
3
Diederoi Padri per mezzo dell'ifteflfo
Paggio altro memoriale in mano dell'
-
Imperadore,dimandado l'efercizio pub-
blico di lor Religione, ed offerendoli di
rifponderc a qualfìfia dubio, & argomè-
to , che da' contrari lor fi taccile . Duogiorni dopo ebbero dall'Imperadore ri-
fpofta ,che non flava il memoriale in-»
buona forma concepito , per poter con-
feguiril iordefiderio. E a* 5-di Gennaro1692. andò in cafade' Padri Sciàòlaò-jc
mandato dall'lmpcradorcchc ritiratigli
in un gabinetto, fé lor fàperc , che Sua
M^eftà avendo veduto il memoriale-?
inefficace a confeguir il loro intendimé-
tOjCompatenclo il lor travaglio, ne man-
dava loro un*«bozzo in lingua Tartare-
M 4 i<:2>
i$4 Giro del Mondòfca , non ancora compito, per dimoftrar
loro come doveva cflcre: e che eglino vi
aggiugnciTeFO, e ne toglieficro a ior pia-
cere.Gcnufleffi batterono i Padri la tetta
al Aiolo, com'è collume, in legno di
gradimento dell'ufficio , ed amore . Fu.
rono appretto al palagio, per dargliene
le grazie , e lodare l'eloquenza della»,
Scrittura, domandandogli ancor licenza
di prefentarla il di fogliente . £d egli per
evitare la difficoltà ,che s'incontrava di
dover cfìer cfaminato il memorial prima,
che il prefentaflc a lui dal Tribunale, or-
dinò , che in lor nome ( come pcrfone_>
publiche nell'Imperio, e del Tribunale
della matematica ) il p refenta fiero i FP.Pereira, e Antonio Thomas: il che fegui
il giorno della Purificazione dellaMadreSantifiìma.
S'ebbe notizia l'ifteflò giorno de* 2. di
Fcbbraro^che dal Configlio delli Kolao(èqucfto il Configlio fupremo dì Pe-
Kin , per elTcr i Configlieri Aflefibri del.
Plmpcradore ) folle ia caufa rimefla aquel de* Riti, affine di darne il parerò;ma per l'imminente Pafca de* Cinefi,
fi dilatò la determinazione.
Sul principio di Marzo s'aprirono i
Tribunali, c'ì Configlio dcTUti fé la re*
14-
Del Gemelli» i & 5
Jazipn Torto al memoria! prcfentato ìtlì
mainilima forma, nnovando tutti i de-
creti che vicravan Tcfcrcizio della Reli-gion Cattolica a'Cinefi, e che /blamentepermettevanla agli Europei*
Avuta Ja notizia di tal cattivo efito,
furono tutti i Padri al palagio a ramma-ricarti* col Sciaò laò-iej il qual gli riman-dò con prometta di parlarne ali'Impera-
dore per darli nuovo memoriale 5 offe-
rendofi i Padri di difender la verità della
lor Religione.Il giorno de'9. dimandò i'Impcradorc
al Paggio, come ilavano i Padri , e fé fa-
pevan la dcrerminazionc della loro cau-ta . Rifpofe colui di si; e ch'eran venu-ti al palagio affiirriflìmi a dimandare il
confuolo dalla fua pietà. Intefo ciò l'Im-peradore dille a'fuoi domeftici : Ionon_»so che tengano quelli Conflgljeri Cincflcon gli Europei 5 già quella è la terza.,
volta , che ho loro inflnuato di doverglifavorir in ciò, che dimandan di lor leg-
ge . Mi parve il memoriale presentatomolto efficace ad aprirmi la via percon-dcfccndcre alia loro dimanda , ma que-fti oilinati me lo chilifero 5 ond<L>trartando con li Kolao fopra la con fu Ira
del Configli© debiti ? non potei rimo*ver*
iS6 Giro del Mondoverginelle quella s'emendafie, o mode-rane; di maniera ch'ebbi da firmarla.
Nel dì feguente l'Imperadore mandòa dire a' Padri , che non (i feonfortaifero,
e che aveller patienza fenza precipitare-?
il negozio.
Agli ir. fu giuridicamente intimato
il decreto a'PadrLSi chiamò alli 1 8.1'Im-
pcradore il Sosàn lao-ie fuo focero,Tar-
taro di nazione, ed Avo del Principegiurato fucceflbre alla Corona ; e facen-
doli faper ciò , che paflava intorno alla_»
rifpofta data al memoriai prefentato da'
Padri 5 colui con prontezza Tartara gli
rifpofe, che non doveva Sua Maeftà per-
metter tal'ingiuftizia , ma eh era bene-J
in ciò ufar della fua autorità; e per per-
suaderlo ricordogli i fervigi fatti all'Im-
pero dagli Europei fenza etferne guider-
donati: e ch'allora una cofa tanto o,i ufta,
com'era la pubblicazione della lor legge
lor Ci negava , effendofi fperirr.entata co-
tanto buona, e conforme aila ragione. Eprofeguendo il ragionamelo foggiunfc:
Volcìlc pur Iddio , che fu(Te tutto il Re-gno di Criftiani; che fi rifparmierebbe la
fpefa di tanti foldati per guardarlo da'la-
dri, e ribelli; poiché nelli trenta ,e più an-
ni, che governa V. M. non s'è intefo ri-
chia-
^ItaDel Gbm'ellk 187
chiamo, che gli Europei fomcntaflèroalcuna ribellione nelle Provincie, dove_>
vivono: & io mentre era Kolao, ben Zep-
pi quel che oprano coftoro , e quel che-»
per contrario fanno i Xofcian , o Bonzi,
Co fioro fono al Tervigio di V. M . fenza
decelerare onori,nè ricchezze perle lorofatiche, ma fol la predicazione della lor
Religione. SabcncV.M. quanto ha n_»
faticato alla riformazione del Kalanda-rio:con che attenzione affittano al Tri-
bunale della Matematica : il prò che fon'ebbe per l'artiglieria fatta con la loro
difpollzione :e l'utile dcll'accomodarne-
to, e pace feguita co'Mofcoviti per mez-zo loro
.
Udito tutto Ciò rimpcradorc rlfpofe:
Voi dite bene, ma la fentenza già è data;
or come s'ha da riparare ? Replicò il
Sòfanlaò.ìe, V. M. può ufar della fua au-
torità , e non permettere ch'il Tribunal
dc'Riti faccia ingiustizia . Reftò fofpcfo
i'Imperadore con quefta rifpofta; ma~»
poco dopo rifolvendofi difle : Io mande-rò a dire al Configl io, che ritiri il difpac-
cio dato contra gli Europei , e che confi-
gli di nuovo con più falde ragioni qneft*
affare 5 ma conviene che voi andiate a*
Confìglieri, e Kolao , e facciate lor co*.
fiofcetc
18S Giro del Mondo©ofccre i'ingiuftizia fatta nel decreto da-
to, ripetendo le medefime ragioni a mejapprefentate . Si offerte di farlo quei Si-
gnore, Tartaro di nazione , ma ben d'in-
chinazione Cattolico:& in effetto il gior-
no de' 19» fu a riferire al Tribunal de'Ri-
d, e Kolao quanto è detto , pervaden-
dogli in maniera, che confettarono, ch'il
decreto s'era fatto per fofpctto , ch'ab-
bracciando molti la legge Cattolica, ne_>
fedirebbero tumulti , e ribellioni nei
Reame . E fu da notare in ciò l'arte di sì
buon Signore , che benché folle pocoamico del Prefidente de'Riti, ch'era un_>
Kolao Cina, non però di meno per gua-
dagnarlo, parlandogli, gli diede titolo di
Tao ilen-fang,che vuol dire Signor Mae-flro,che è titolo di grand'onore , e di ri-
spetto appreflb i Cinefi ; di maniera che
per tal modo egli obligò il Precìdente ad
efler dalla parte de'Padri.Riferita all'Im-
pcradore l'operazione fuddetta^ e che i
Configlieri erano bendifpofti, ordinò,
che due Kolao Tartari manifcftafier ìa_»
ftia volontà, che era di trovarfi il Sofan
laòiè nella consulta, che dovevan fare i
Configlieri Cinefi , acciocché feguific
favorevole a'Padri fudettijonde per efier
feguita quella mutazione dcll'lmpera-
dore
Del Gemei i 1* 1$
dorè il giorno de* 19. di Marzo dedicato
aS.Giufeppe , fu perciò quefto Santo
prefo per Protettore della Miflìone della
Cina, e fcrittofene in Roma per la con-
fermazione.
Secondo l'ordine Regio fi fé la con-fusa in Palagio il dì 20. di Marzo , pre-
fente il Sòfan laò-ic: e finitaci medefimogiorno egli pafsò al Tribunale delli Ko-lao: il quale approvò la cofa , ma non in-
feri l'elogio , che della noftra legge avea
fatto il detto Signore,che no potendogli
ridurre a porlo nel decreto, fé almenofar menzione in quello de'fervigi degli
Europei. Conclufa la confulta U fotto-
fcrifler tutti , e nel medefimo giorno la.*
prefentaronoaIRe.Il 22. fegnò l'Imperadore il decreto*
in cui die pcrmiflìone a'fuoi vaitela' di
poterfi far Cattolici,derogandoa gli an-
tichi bandi . Il decreto tradotto in no-
ftra favella è il feguentc.
K* pàtai ( nome aggiunto per averfeli tolte
un grado di Trefidente delConftgliè de'^iti)
con la riverenza che deve,fa relazione a V.M.T^ei altri Configlieri del Configlio de
9J{itifent-
vno Giunta , e Confulta : ed avendo efaminato,
troviamo , chegli Europei vengono da novcj
mila leghe imbarcati per mare, amando il
bum
EBBBBB
190 Giro del Mondo
buon governo di Vofira Maeflà ; ed al prefente
han cura della matematica : ed in tempo della
Cuerra con tutta cura ferono iflrumenti mili-
tari » e pe^TJ d'artiglieria', e mandati a'Mofco-
yiti con sema lealtà riprefero > e traffero a fine
il trattato . il mento fu molto ', gli Europei,che
Vivon qui hi etafeuna Trovincia, non han viq,
né animo di perturbare ti Comune , uè tampoco
€on dottrina (alfa traggono gli altri , né coru
buvie ingannevoli muovono ribellioni . Se a*
Temp) de* Bon^i fi permette , che ciafeun vada
mrlefue adoratomi a gli Europei^ quali non
fan coja contro le leggt, per lo contrario proi-
birlo , par che non convenga , Veramente è ne-
eeffario, che le Cbiefe d'ogni luogo,come prima,
Vi confervino : ed a ciafeuno t che in quelle en-
tra a far riverenza , non conviene vietarlo»
magli fipermetta andarvi comegli piace . at-
tendiamo il dì > che venga l'ordine di r. M*
perche fipojja pubblicare iu quella Corte , efua
Trovincia ; mentre noi altri Configlieri de' i{iti
non ofiamo usurparci quefta autorità , ma coru
tutta riverenza facciamo relazione , e fuppli-
tbiamo per l'ordine di V* M*
II Re s'uniformò con la confulta : e i
Padri furono a rendergliene le grazie. Si
pubblicò il decreto , e'I V. Re con fuo
difpiacere per ordine dell* Imperadore
rifece loro i danni, apri le Chiefc, e refti-
tui
Del Gì milii. ipi
tuì tutto al Padre Intorcetta : il qualoanche datene le grazie air Imperadore,
ebbe per favore d'andar di compagnia.,
col Padre Antonio Thomas , che con.»
titolo d'Inviato del Re con due Tartari
andava incontro al Padre Filippo Gri-
maldi,che ritornava d'£uropa.In effetto
furono tutti e quattro in Macao a con-
gratula rfene da parte dcll'Imperadore: e
Pifteflò V.Re di Canton d'ordine del Reandò quivi con altri Mandarini per com-pjire alla medefima funzione , fecondo il
coftume del paefe,che è di batter la tefta
nove volte al fuolo, dimandando per la~>
falute dell'Imperadore, con le particola-
riti fopra notate . La Città di Macaopraticò il fimile con detto Padre Gri-
maldi; si grande èia venerazione, in cui
Il tengon i favoriti, e domefhci dell'Ini-
perador della Cina, non fol daTudditi»
ma dall'ifteiTo Re , che tre volte vi aveva
prima mandati Inviati per dar il benve-
nuto a detto Padre . Cosi il mezzo iftef-
fo, onde doveva avvenir la rovina dclla^
Religion Cattolica , per permiffion di
Dio, fu difpofizione al fermo riftabili-
mento di quella . Dopo si fortunato fine
tutti i Padri ch'erano confinati in Can-
ton , ritornarono alle loro Chiefe 3 e la-t
Reli:
&>; ERSR
192 Giro del Mond(*Religion i che per l'addietro profeflavaft
iiafcofamente,c con riguardo nella Cina,
per gli editti , che la proibivano , oggi fi
predica quivi palefemente , e deU'ifteflfa
maniera , come in Europa . E per tutto
l'Impero fi fabbricali Chiefe tuttavia
ai vero Dio, ancorché il contendefiero
alcuni ài coloro ; eiTcndo importo cosi
dall'Imperadore nel narrato decreto, il
qual fi vede in ejafeuna Chiefa Cattoli-
ca pofto su la poi ta a lettere d'oro.
In Pekin i foli Padri Gemiti tengonotre Chiefe. Una è dentro il primo recin-
to del palagio, e s'appartiene a'Pp.Fran-
cefi : ove è Superiore il Padre Fontane,affittendovi i Padri Gerbillon, Buet,Vif-
dalou,cd un Padre Alamanno detto Ki-
lianoStumps,valentiflìmi tutti cella.,
matematica , e nell'altre feienze moltotagguardevoli , i quali furon fceJti
dalla Compagnia , per ordine dei
Re di Francia,ad iftanza del Re di Siam-,
donde (dopo la morte di colui ) foropreffo a nove anni , che pattaron per la
Città di Nimpò in Cina, e fi ftabilirono
in Pekin,non ottante le gagliarde oppo-fizioni, e moleftie fatte lor quivi da_/Padri Portoghefi deli'ifteffa Religione.*»
per impedirne loro loftabilimento; adogni
- .
'
1HHDel Gemelli. 19J
ogni modo oggi fon eglino molto avan-
ti nella grazia dell'I mpcradore, il quale
die loro cafa nel derto primo recinto,
dove ora fi fabbricano le ftanze, eiaChiefa.
L'altra Chiefa è nella parte Orientai
della Città de'Tartari, eli dice Tutang,ove era Superiore il P. Sifaro, che pafsò
Vefcovo in Nankin, allibendovi al pre-
fentc il P.Antonio Tomas di Nanmrbuon Matematico, e con lui il P. Suarez.
Nella terza Chiefa affitteva il P.Gri-
maldi da Superiore, e V. Provinciale, co*
PP. Pereira, Rodriguez, e Ottòrio. Ella
è porta nell'i Metta Città de'Tartari alla_>
parte d'Occidente ( detta perciò Sitang)
pretto la porta del Suncimuen:&è la più
antica, e la più bella dell'altre. Ha tre
Altari bell'adornati : una buona facciata
al di fuora , con due Torrette a'iati . Per
lo mantenimento loro afregna l'Impera-
dorè il provvedimento del rifo , oglio,
zuccaro, fpezie , fale , legna ( che non èpoco in Pekin) & altro,in sì buona quan-tità, che mi dittero i PP. Franccfi, che
ciò montava al valor di cento Jean, o1 25. pezze d'otto per ciafeun Padre. Co*quali , e con l'affìtto d'alcune botteghe,
ccafe, vivono ben'agiatamente i Padri
Tane IV* N Por-
$ v
T94 Giro del M->ndoPortoglieli, fenza abbisognar d'altro dei
ior paefc . Ma non cosi i Padri Francefi,
che vivono molto fcarfamente, ancor-
ché loro venga fomminiftrato quivi al-
trettanto da Francia : percagion ch'il vi-
vere nella Corte è ben caro : e quantun-
que rimperadorc in diverfe volte,ch'an-
dò a vedergli , dimandaflfe fé ior manca-
va alcuna cofa, eglino nondimeno rifpo-
feroper modeftiadi nò . E qui non è di
paiTare in nienzio, che quando ì'Impera-
dore va nelle Cafe de' Padri Franceu" , oPortoglieli a vedergli , bifogna che fac-
ciano ufeir tutti i fervidori , e che itiano
aperti tutti gli ufei degli armari, perdi-
moftrar, che non vi è niuno dentro .
Ma la vita dura, e faticofa,che mi nar-
rarono menar quivi i Gemiti, è ben gra-
de ; poiché ogni di allo ("puntar del Sole
debbono andar in Palagio i PP. Grimal-
di, Gerbillon , e Fontane, operdarlez-
zione ali* lmperadore, o per udir ciò,
ch'egli defidcraj e fé per ventura alcun_»
lafcia d'andarvi qualche mattina, tofto è
mandato a chiamare ; e quivi ritengono
fin dopo mezzo di . Gli altri Padri fonoimpiegati a far iftrumenti Matematici,
acconciare orologi, o correr qua , e in_»
là; a legno ch'il P.Grimaldi mi difTe,ch'
egli
DelGemelliI 195egli cambiercbbc la fua vita con una ga-
lea, ove almeno avrebbe ora di ripofo: e
rammaricava!! ancora , che l'Imperado-
re voglia far tutto > & anche cambiare i
PP.da un luogo ad altrojintedendo del-
l'A lemano, ch'egli l'avea condotto , e'L
Re l'avea pofto a viver co' Francefi .
Ma egli avea veramente ragione di
dolerli, poiche-a'2 5. del parlato mcfe di
Luglio venendo dal Palagio cadde dalla
mula: e rimalo col pie nella ftaffa , ne fu
trafcinato due tiri difchioppo, con ri-
fchio di morire , ufcitogli quali tutto
l'occhio fuoraj fé ben poi il guari perfet-
tamente, curato da un Cii ufico , che gli
mandò l'imperadore.
Non folo alTìftono con tanto fconcio
Spezialmente d'inverno, che s'attaccano
i peli lor nella bocca per lo gelo , e la fa-
Uva) all'lmperadore , ma a'Criftiani Ci-
nefi per la falute delle loro Anime -, te-
nendo nelle porte di Pekin eforcrfti Ci-
nefiprovviiìonati per battezzar gli efpo-
flti, che fi gittano avanti le porte della-*
Città,c ne fono in pericolo di morte.Nar-
rommi il Padre Ofibrio , che Te ne bat-
tezzino intorno a ?.m. l'anno,avanti che
fi portino allo Spedale d'un Miau , o Pa-
gode deftinata per allevargli ; e difle-
N 2 mi
BBBBBB immilli
196 Giro del Mondomi ancora, ch'ogni anno fé n'efpongonopiù di 4o.m.buona parte de'quali gittati
in. cloache muoiono per io freddo.
Saranno in tutto l'Imperio della Ci-
na zoo.m. Criftiani afiì/liti da* MiiTìona-
r; di varie Religioni , ch'a confettare il
vero hanno grand'obbligazione a'Padri
Gemiti di Pekin , ch'in ogni perfecuzio-
ne fi fonooppofti alla burbanza de'Man-darini per difefa de'PP. che fono per lo
Reame alla cura delle loro Chiefe.Nè fa-
rebbe capace altra Religione a matcner-fì,comc mi dicevano iRi formatile Cleri-
ci Miffionarinpoicheperdar foddisfazio»
ne all'Imperadore, bìfogna fapcre far tut-
to,c cóporre il lor Kaladario in tre lingue
col moto di tutti i Pianeti , e delle freli£j
più confiderabili,& oflervar l"ccliffi,c far
tutte forti d'iftrumenti Matematici; altri
acconciare orologi , e tai'unodiftillarej
acque ; perciocché i Cincfi amano per
fine d'intereffe gli Europei. Sconciòli mmnen lamifTìone, non fol de'Padri
delia Ccmpagnia, ma di 16. altri Padri
Riformati Spugnuoli,e di dieci altri Do-menicani, e di 5. dell'Ordine di S.Ago-iti nei -J-pjgnuoli 9 che fon mantenuti dal-
ia pìerà dei noftro Re delle Spagne: così
ancor uuntengonii i Clerici Francefi,
che
'MS
Del Gè MEtL r." 197che vivono in comunità con gli fondi,
che tengono inFrancia,ripartedo fra tut-
te le Mi flìoni della Cina, Cocincinna,
Siam, eTunchin ogni picciolo fuflìdio,
che lor viene . I meno agiati fono i Pa-
dri Portoghefi , ch'ai numero di 40. di-
morano per l'Impero 3 poiché non aven-
do altro fondo, ch'il legato dei Vefcovodi M under , e'i poco , che lor viene da__»
Portogallo, ripartito fra tanti , non è ciò
ballante al mantenimento loro, che nonpoflbno fperar da'Criftiani Cinefi affe-
rabili, poiché i ricchi , e Mandarini nonfi fan Cattolici , per non lafciar tante-»
donne . E pure è vero, che fon fermi nel
loro jus patronato della Cina , non per-
mettendo il Redi Portogallo, nei Por-
toghefi, chei PP. Milionari) d'altro
nazioni pallino in quello Impero per
altra ftrada, che per quella di Lisboa,
acciocché quivi giurino prima fedeltà
al Re di Portogallo,fcnza che nella Cinapoi fian mantenuti da lui ; nò può egli
del fuoRcame madarvi foggetti baflàti,e
né mcn mantencrvili; per maniera chc_',
fé non s'inframette in quella MiffTone la
Macftà del noftro Re delle Spagne , nonvi faranno gran progrefibi Portoghefi x
né gran tempo vi potran durare.
N 3 La
ioS Giro dei MondoLa nazion Cinefe è sì pallonata di fé
ftcfla, che ftima tutte l'altre gc^ti bar-
barche rozze. IMiflionarj Europei ìa_>
vanno tuttavia difingannando con l'im-
pretorie di 300. libri della legge di Dio,
c'han fatto in meno d'un fccolo; avendo
tradotte l'opre di S.Tomafo, e la Sacrai
Scrittura ancora . Tengono perciò Ihj»
Pekin una buona libreria di libri Cincfi,
& Europei j nella quale ho veduto tra-
dotto il Mappa in lingua Cinefe, ma iru
forma quadrata 3 (limando quella nazio-
ne, chela lorCina fia nel mezzo, e gli
altri Regni quafi Itole intorno.
£ perche l'incendio della guerra Cine-
fc co' Mofeo vi ti cftinfefi perla buona_j
condotta de'noftri PP. fia bene prima di
terminare que(roCapitolo,farnc un brie-
ve racconto di quella fpedizione.Adon-
tofiì l'Imperadore, e venne alla dirotta,»
co'Mofcoviti,per cagion della pelea del-
le perle della Città, e Lago di Nepe hyù*
ma poi iòfpcrtando , che coloro age-
volmente fi potrebbero allegar col Tar-
taro Eluth a danno del Reame , ch'egli
poflìede nella Tartaria Orientale 5 fpedi
un Tuo fuoccro Regolo Tartaro con gli
PP. Pereira, e Gervillon, a fine di ftabilir
Ja pace con coloro, Giunfe quel Rego-lo
wmmmm
Del Gemelli. 199
lo Tartaro a vicinanza dc'Mofcoviti , e
in prima con poco fenno per porgli in_»
timore Squadronò loro in fronte il ner-
bo delia cavalleria : quindi orgogliofa-
mente fattoli innanzi difle loro: 11 mioImpcradore per (uà grazia vi concede la
pefea nella tal parte loia del Lago . Alle
quali altiere parole i Mofcoviti rifpofe-
ro per beffa , che di ciò non avevan gra-
doalcunoairimperador della Cina, per-
ciocché eglino già l'avevano : e [degnati
tolto fi volfer dietro lenza voler più,
udirne parola di pace.
Rimale afflitto il Tartaro in veder rot-
toli filo del trattato , temendo nel ritor-
no d'andarne a rifehio della perfonajpoi-
chc ben lapeva quanto foffeacuore al-
l'impcradore di ftare in buona rifponde-
za co* Mofcoviti , non già per timor di
loro , che non poftòno porre in piedi più
di dicci mila faldati, ma per lo folo ri-
guardo di non accrefeerfl le forze deli'-
Eluth Tartaro d'Occidente: il quale è
Tempre in guerra con l' Impcradore , in-
fettando con continue feorrerie laTar-
taria Imperiale. E benché il Re della Ci-
na tenga maggiori forze > nondimenonon fon sì buoni faldati i Cinefi , come i
Tartari , avvezzi ad ogni difagio i quali
N 4 Ff#
H^9K
200 Giro del Mondopadano più difcrti in ima fettimana conun facco di farina fulla groppa del caval-
lo^ nutronfi de' cavalli, e camelli : quan-
do i Cinefi fon sì delicati , che voglionoandar alla guerra con tutti gii agi, népretendono paflar oltre i confini quan-do quelli vengono lor meno.Onde l'Im-
peradorcper non veder brugiare il fuopaefe ( ben dittante da Pekin) da 1 50.n1.
cavalli , che porrà in campagna quel ReTartaro , procura di tenerlo contento cogrolle fomme d'argento, che gli fa capi-
tare , o per ogni via d'impedir , che nonfi renda più potente 5 mentre l'unico ca-
pitale di coloro è la guerra , della quale,
e dì ruberie vivono 5 non avendo altro
capitale , che l'arco, e freccie.
Vedendo il P- Pereira, che quel Re-golo Ambafciadore (lava molto dolente
per la mal condotta anibafceria,s'offcrfe
egli d'andare al Campo de' Moscoviti,
per ripigliare i trattati della pace . Ricu-sò il Tartaro da prima , dicendo , che i
Mofcoviti erano uomini fieri, che l'av-
rebbono uccifo : ed eoli ne farebbe temi-
rodarne conto airimpcradorc, che gli
l'avcaconfegnato.Anzi nò, differì PadrePereira : eglino fon perfone molto ra-
gionevoli , e coturnate ; ed io volenticr
mi
Del" Gemelli. 201
mi comprometto di comporre con loro
il tutto. In effetto egli vi arìdò;e quandoftava con timor di fua morte colui ,
egli dopo due giorni ritornato recò le_>
Capitolazioni della pace; di che per l'al-
legrezza rimafe oltre modo contufo il
Regolo. Banchettarono poi i Mofcoviti
con generoiità il Tartaro :il qual moltofcarfamente reftituì loro l'invito.
Accommiatatoli l'inviatoCinefe (1 ri-
tornò a Pefcin , traverfando per i/trada
più deferti , fenza ritrovar Città,nè Vil-
la ove poteffe dimorare. Egli è vero,che
vaftifiìmo fia quel gran tratto della Tar-
larla Imperiale , che fi pcflìede dal Redella Cina ; ma egli è si incolto, e bofeo-
fo, che in qualità ben picciolo pu ò dirfi,
vivendovi que' poveri Tartari fotto ca-
panne, fenza cafe murate , a modo degli
antichi Numidi, o Hamaxobiti,che tutti
intefi alla vita paitorale,nè men cafe ave-vano , ma con loro portatili mapali,ovepiù concio era,andavano ad abitare. Mal'Imperador odierno della Tartaria , be-
ne al prefente dirozzandogli comincia a
far loro fabbricare Ville, e raccorgli en-
tro a quelle in comunanza, tenendovi
40. Regoli , e Principi fuoi tributari, fra
quali fono i Tartari Fautazi 3 e Xalxa_>,
che
RI SE
202 Giro del Mondoche porranno chi 7. e chi 20.n1. foldatì a
cavallo di masnadieri, che vivon di rapi-
ne. Il più curiofo,che fi trova in qucfto
terreno inculto (per quel che mi difiero i
PP.Giimaidi,GervilÌon, e Pereira ) fon'i
gradi poti di maravigliofà architettura,e
dipintura , che fài\ coloro fopra i fiumi,
per dovervi pattar l'Imperad.unendo per
mezzo di quelli una mòtagna co l'altra.
Giunto in Pekin l'Inviato Cincfe , fu
molto lieto i'Imperadore dell'accordo,
che confefsò colui doveri! a' Religiolì.
Vennero appretto gli Ambafciadori mà-dati dal G. Duca della Mofcovia, i quali
ricevè I'Imperadore in un trono elevato
20. gradini da terra , fopra il quale gli fé
poi montare per dar loro a bere;e quan-
tuque fui principio rifiutafTero coloro di
batter U tefta al Aiolo, fecòdo il coftumedel pacfe,alla fine vi s'induflero . Animi-rorono grandemente di vedere in tanta
maeftà una famiglia Tartara,di cui Con-
fettarono nò aver trovato il luogo dell'-
origine dopo aver càminato tutto quel
varto paefe (mentre da Mofca vengono
i
Mofcoviti per 20.giornate di diftanza in
Pekin , Tempre dentro la loro giurifdi-
2ione)avendone quivi prefa buona parte
/petunie alla Tartaria, da che poco con-
to
Del Gemelli. 20/to ne prefe a far l'Impcradore dopo a verfa ero paflaggio dalle rozze tende alla Re-gia più maeftofa del Mondo.
CAPITOLO SESTO.
Dell*antichità del B^cgno della Cìna,dellaflitn*
che fan del loro Imperio i Cinefi , del ««-
mero delle Città, e de*luoghi^ delle
famiglie, & anime, che quello
contiene,
GL'Interpreti dell'Iftorie Cinefì danJprincipio a quella gran Monarchia
da Fohi, che cominciò a fignoreggiarl'anno innanzi Crifto 2952. Coftui ri-
duce a focietà gli uomini Selvaggi, e va-gabondi , che a modo di Bruti vivean in
quei primi tempi; i quali poi apprefa daXin num l'agricoltura, ed altre arti co-minciarono a vivere in miglior formane'viliaggi
.
Governò l'anno 2697, avanti CriftoHoamti, detto l'imperador Biondo,peraver lui prefo quel colore , a' foli Impe-radori permefib. Queft' Imperadore peropra di Tanao perfezionò il periodo , eCiclo Cinefe di 60. anni, ritrovò la mu-ika, e gl'iftrumenti mniicali
?ticcome-?
ancor
204 Giro gel Mondoancor l'armi , le reti , i carri, le navi ,ol'arti fabrili : introduce per invenzionedelia Regina Luy-fu nutrire i vermiper far la feta , e quella tefler , e darle i
colori . Iftituì Tei Colao, o fupremi Mi-niftri del Reame , e fcrifle più libri dell'.
arte medica.
Nel 2577. morto Hoamti fuccedetteXao Hao , che cominciò a fabbricare , e
cinger le Città di mura 5 fi fé autore di
nuovamufica,e introduce l'ufo di far
tirare da' bovi i carri.
Mori Xao Hao nel 25 t 7. avanti la ve-
nuta di Crifto,a cui fu fucceflfore Chuen-HIo nipote di Hoamti , il quale iftituì,
che al Supremo Imperadore del Cieloil folo Imperadore in Terra fagrifìchi
con folennc rito. Fu autore ancora del
Kalandarioj ordinò il principio dell'an-
nodai Novilunio più vicino al principio
di Primavera , che rrfponde in Cina al
quinto grado d'Aquario.Nel 2457. A. C.morì Chuen-Hio, e
gli fuccedette Tico fuo nipote. Ebbe co-ftui quattro mogli : iftituì i Maeflxi perinfcgnare ipopoli, e ritrovò la vocalemufìca
.
Succederò a quefti Tei Principi li cele-
brati due Imperadori,eLegiilatorJ Yo,eZun,
Del Gemelli* 205Xun, dalli quali li riti civili, e iflituzio-
ni politiche ebbero principio. Imperor-no quefti 150. anni, quali aggiunti
a 587. che viflliti erano gli altri lei pri-
mi, fan la lumina d'anni 737»Discendono dunque l'Imperiali Fami-
glie da quei due Fondatori della gente»»
Cinefe, e da* tei Imperadorì narrati , ap-
prettò i quali , fino a quefti ultimi tempifu Ja fuprema dignità, e amminiftraziondella Monarchia Cinefe . Elleno in tut-
to 22. lì numerano, ciò fono nove mag-giori , e tredici minori: nelle quali va in-
clufa quella ultima famiglia de'Tar-
tari Orientali , la quale mentre io ferivo
governa il Tartaresco, e'1 Cinefe Im-perio
.
Tutte brevemente firavvifano nella»*
feguente tavola.
Tavola numerica delle XXII. Famiglie
Imperiali, & Imperadori,& anni loro.
Famiglie. Imperadorì, *4nnL
I. Hia. 17. 458.IL Xam. 28. 644»III. Cheu. 35. 875.
IV. Cin. 3. 43.
w V. Han.
*o6 Giro del MondoFami$[He. lm\ lerador'u \Anni,
V. Han. 27- 426.
VI. Heu han» 2. 44.VII. Cin. 15. 155»
VIII. Sum. 7. 59.
IX. Ci. 5. 2$.
X. Leann 4. 55-
XI. Chin. 5. 32.
XII. Suy. *. 29.
XIII. Tarn. 20. 280»
XIV. Heuleam. 2* 16.
XV. Heu tam. 4. I*.
XVI. Hcu cin. 2. II.
XVII. Heu han. 2. 4.
XVIII , Heu cheu. 3. 9.
XIX. Sum. 18. 319.XX. Yuen. 9. 89.
XXI. Mini. 21. 276.XXII. Cim. 2. 55-
Le tre famiglie Hia , Xam , e Cheu,che precederemo nel tempo i'alrre , leu
forpaflarono ancora nella rama , e lodi ;
poiché per l'integrità de'coftumi ,per le
giurìe leggi, per la benignità , e fede fo-
pra tutte oprarono da veri Principi j
Superando l'altre nel numero degl'Im-
peradori, e degli anni ; furono dunquogl'Imperadon ( incluft ancora i duo
pri-
Del Gemelli. 207primi Fódatori della Gente)ducentotre- Magnili™»
ta fei, tralafciati quelli , che vifleropocoJTJ*"*
* e"
tempo, o che per altra cagione non fi ch'ine c.j.
pongono nella ferie degrimperadorijper
la qualcofa rimetto il e uriofo Lettorealle Cronache della Monarchia Cinefe,
che dirFufamente tratta il P.Filippo Cou- Neiiib. in-
plet; dove troverà con puntualità notatie?' c°?fu-
» /-!• • J tr J • T 1 ' • C,US Sln3"non 10I0 1 nomi de indetti Imperadon, e rum phii©-
gli anni che quelli regnorno , ma i fattifoPhus -
ancora più illuftri feguiti nel tempo del
loro Imperio.
SI deduce dunque dalla riferita tabel-
la, che la Monarchia durò nelle famiglie
Imperiali 3920. anni , fecondo la comu-ne opinion de'Cineiìpiù probabile. A*quali fé (I aggiungono i 737. anni , chc_>
gli otto Principi della Genre fi fcrive ef-
fervifluti, fon 4657. da'quali fé (1 volef-
fero dedurre i 255. che governarono i
primi Principi Foni, e Xin num( perche
non tenner la Dignità Imperiale ) rette- M n .,ocoranno 4402. e fecondo la più (fretta opi- cit-.pag.74.
nione 405 5. anni, che cominciò da Yaoquefta Gran Monarchia, e fenza inter-
rompimento, e fempre continuata . Bi-
fogna di certo confeffar , che non ci fia_*
Reame, o Srato al Mondo , che fi pofla-
no vantar d'una ferie di Re si antica , si
lua-
EBE
208 Giro dei. Mondolunga? e sì ben continuata. Le Monar*chic degli Aflìrj, de'Perfi , de'Greci , e_>
de'Romani già finirono in minor tem-
po: e quefta della Cina ancor è in piedi,
non altramente, che un gran fiume , che
non cefia mai di far correre le iue acque,
Quefta lunga durazione, & antichità , Se
altre eccellenze della Cina , ifpirano nel
petto de*Cinefl una gran fuperbia,tenen-
do coloro per lo maggior di tutti il loro
Imperio, e tutto ciò che ioro s'appartie-
ne, e difprezzandole nazioni ftraniero:
di che n'è cagion la poca contezza-»
,
c'hanno di quelle . Nelle loro carte fe-
gnanola Cina in forma quadrata con_>
grande ampiezza: e rapprefentano all'in-
torno gli altri Regni fenza ordince fen-
z'alcun difegno di buona Geografia,pic-
cioli, e raccorciti, con titoli ridicoli, e di
difpregio ; per efempio Siaò gin que , oReamc,dove gli abitanti fon tutti nani,
e piccioli; Niù gin que, Regno , dove gli
abitanti fon donne . Chuen finque , Re-gno, dove hanno un buco al ventre; Re-gno , dove gli abitanti hanno il corpoti'uomo, e la faccia di cane; Regno,dovegli abitanti hanno le braccia si Junohc,
che pendono fino a terra , e cofe limili.
In fine eglino appcllan i Tartari , i Giap-
pone fi
Del Gemelli." 20£poncfi , gl'Ifolani della Corea , e i Tun-chine!] col titolo delle quattro Barbare.
Dicono, che fuor della Cina vi (Imo72. Regni, i quali dipingon tutti piccioli
nel mezzo del Marccome gufei di noci:
i loro abitanti brutti, e moftruofi , con.*
figure sì ridicole , che raflfembranfi più
tolto a feimie, o beftie feroci , che a uo-mini . In quelli ultimi tempi avendoloroi PP.Gefuiti f,tta faper l'Europa.,,
l'hanno aggiunta nelle loro carte,e lima-
ta nel mezzo del Mare, come fé quella.»
foffe una picciola Ifola . Dividono il
Ciclo in 28. coftellazioni, e la Cina in_>
altrittanti quartieri : a ciafeun de'quali
attribuifeono una colìellazione col no-
me; lenza lafciarne una fola per gli altri
Regni; e danno alle lor Provincie titoli
alti, e magnifici, & a'paefi ftranicri per
contrario nomi barbari, e di difpregìo.
Han sì alta Idv-a del lor Reame, chequando ben fi vedono convinti da'Mif-
fionarj con tante ragioni , rifpondono
con ammirazione Chum que chi vài?
hosui ijeù rào? cioè a dire, che è ciò che
noi vedi imo? ch'è ciò che noi intendia-
mo? può eflere che fuor di quello gran-
de Imperio ci ila qualche regola, o cam-mino per giungere alla vera virtù >c
Tme or, O ci
^BH wmnt ^KVQHH^V
210 Giro del Mondoci fia altra credenza, ò qualche altra leg-
ge e il pi" delle volte at cade ag l'i rteflì
padri, che ragionando delle lettere , del-
la Rcligion Criftiaha e delle Rienzod'Europa, dimandano Te noi abbi ino
i loro libri : & udendo che nò; eglino
Soggiungono turi lorprelì,e fcandalcza-
ti; (e dentro l'Europa voi non ave te i
nortri libri, nòia noftra finitura, cornoconfettate , quali lettere, e quali fetenze
potete mai voi avere?
Differenti nomi han dato a quel gran-
de Imperio, perche ogni volta ch'una.»
famiglia s'impadroniva di quello fecon-
do il coftufltie, gli dava un nuovo nome.Dalla famiglia precedente fi chiamavaTài mìmque,cioè Regno d'una gi'iiL-,
chiarezza; m:« i Tartari.th'oggi il gover-nano, il chiamano Tai cimque , o Re-gno di gran Purità. Nctìpciò dimenoile ome vi furono Per l'addietro Regnicelebri, o per lo rdurata ,o per la virtù
dc'Re , o per lo nu mero de' Dotti , così
han que'notni confervato,e fé ne fervori
oggi ne' libri, come fon quelli di Hia-
que, Xamquc,cheuque,HànqueA'c.chcfa veder , che qucfti nomi fignifican_j
la Cina, ma che fian (iati più torto porti
perdirtinguer le fìgnoric delle famiglie
Rea-
Del Gemelli. 211
Reali, che per fìgniflcareil Reame . Ne*memoriali, die fi prefentano al Re,e ne'
libri chiamali comunemente Xamque,cioè a dire a!to,e fovrano Regno. I dotti
ne'Ioro fcritti ufan la parola Chùm hoa,
che fìgnifka fior del mezzo; tutta volta.»
il nome più antico, e cornane a'Cineù* è
Chumque, o Regno del mezzo; dando-gli qucfto titolo su la credenza, che la_*
Cina (la nel mezzo del Mondo; o perche
il primo Re della Gina avene (labilità la
fua Corte dentro la Provincia di Hò.Un,ch'allora era come il centro del Reame :
overo per elTere quello appreffb loro più
ragguardevole degli altri ; dandolo a di-
vedere la parola iperbolica, che gli atcri-
buifeono di Tien hià, o Regno, che co-
tiene tutto ciò, ch'è fotto il Cielo . E co-
si quando fi dice Tien hii tal pim , tutto
quello, ch'è fotto ilCielo,è in pacc;egli è
il oicdefimo che dire , la Cina è in pace
.
SeìCinefi han dato nome di difpre-
gio a' Reami, e nazioni ftraniere; quelle
per lo contrario h,m loro corri fpofto ài
Somigliante maniera ; intanto che i Tar-
tari Occidentali chiamano i Cinefi Harakitai,oneri Barbarie i'iiteflb nome dan-
no al Regno. I Mofcovici imitano in_>
ciò gl'iftefsi Tartari , con dar loro nomeO z di
^HHHHi
212 Giro del MondodìKitai: come il Regno di Sciaha mala-
ria, il Regno di Tumet, o Tibet, e quello
d'Ufanguc;ma quelli avendo corrotta la
parola Kitai il chiamano Catai ; e i Mer-
catanti, che vengon dall'Indoftan , Cata-
ro 5 dal che comprende»" chiaramente-?,
ch'il Regno del Catajo , di cui ragiona il
Padre Andrada dentro la Relazione del
Tibet, non è altro, che la Cina; e che la_>
parola Cataio,& Hara Kitai (la il mede-
fimo. Benché il Baudrand,& altri vaglia-
no efTer il Cat.-iy un de'Regni della gran
Tartaria detto , Seri dagli antichi, e di-
ftefo verfo Oriente fra la Tartaria Impe-
riale a Borea, e la Cina ad Auitro , e la_*
Turchcftania all'Occalo: il qual dicci!
ancor da lui Kara Carnai , dove fon gli
Srithi Alani nella Scirhia dentro il mon-te Imao . Ma pur la Cina potè effer detta
Catay da'Cataini Tartari , che l'occupa-
rono inficine co'Niucani vicini . I Tar-
tari Orientali non l'han trattata con mi-
glior nome, chiamandola Nica corum, oRegno di Barbari 5 benché al prefento,
ch'eglino vi fi fono riabiliti , e ne fono i
Padroni , la chiamino Tulimpa corum,o Regno del mezzo.
Quefro va fio Imperio è porto qua fi
all'ultime cftrcmità deii'Afia dalla parte
d'Oliai-
Dei Geme tri; 21$
d'Oriente 5 i Clncfi nelle lor mappe gli
dan forma quadrata, pretendendo, che
tanto fia di lunghezza , quanto di lar-
ghezza > ma fecondo la più verdadiera^
notizia de'nouri Europei,egli è in forma
diLuna.Egli occupa 2*.gradi dalNorte a
Mezzo di,di là dalla Fortezza di Cai pira,
allogata alla frontiera della Provincia di
Pektn a 4T.gr. dì latitudine, fino alla-»
punta Meridionale dell'Itola di Haìnan
a 18. gradi di elevazione , e al Mezzodì
della Provincia di Canton. Così la lun-
ghezza della Cina,fecondo i libri Cinefi,
è di 5750. li, o ftadj, che fanno
402-JL leghe Spagnuolc, o PortQgheii
a 174- al grado.
Francefi a 25. al grado.
Tedefchca 15. al grado,
miglia Italiane a 60. al grado,
li, o ftadj-Cincfi a 250. al grado.
Ma fé (1 voglia confiderar la più gran
lunghezza della Cina, bitogna prenderla
dall'ultimo confine per lo Maeftro, o
Koriieft della Provincia di Leaotum_>
chiamato Cai yuen, fino all'ultima Città
della Provincia di Yun nan , chiamata..
Cintien kiun min fu : e farà la più gran-»
lunghezza dell'Imperio.
525. leghe Spagnuole.O $ 75°-
575.
345.1380.
5750
HlWWff
214750.450.
1800.
8400.
Gino del Mondoleghe Francefi.
leghe Alemanc.miglia Italiane.
ìradjCinefi a quattro, e mezzoper miglio Italiano,
La fua larghezza fc fi prende dalla^punta di Nlmpó Città marittima della»»
Provincia di Ciekian fino all' eftremitàdella Provincia di Suchuen in linea drit-
ta d'Oriente, e d'Occidente, fa
2974. IcSne Sfagnuolc, e Portughcfi.426. leghe Francefi.
255. miglia Alcmane.1020. miglia Italiane.
4080. fladj Cinefi a 240. al grado.Ala a prender la più grande ampiezza
della Cina dopo Tarn cnan, luogo il piùOrientai del paefe di Le#tum , che con-fina col Regno di Corca fin di là da_»Tumtim all'Occidente della Provinciadi Xenfi, ella e di
350. leghe Spagnuole.500. leghe Francefi.
300. miglia d'Alcmagna.1200. miglia d'Italia.
5400. fladj Cincfi.
I confini di qucfto Imperio fon perOriente l'Oceano Eoo: per Borea la»,
Taitaria con un lungo muro, della quale
iter-
DglCiemelli. 2 t 5
i termini fì.i* al Mar ghiacciato fieli il
continuano in alcuna parte coll'Ktmo
d'Anian dell* America Settentrionale;
benché fin' oggi i vafti limiti di quelli
Re^ni , cpaefi daniuno fiano Ilari (co-
perti. Per Occidere il terminano al ti ilimi
monti,c deferti d'arene co alcuni Regni.
Dall' Aufiro l'Oceano meridionale,eRe-
gni di TtinchimCociiuinna>Lao,& altri.
Il dividono in quindeci Provincie,
che per la Jor grandezza, ncchezza,e fer-
tilità poTono e Ter chi unite gran Regnipiù tofto,che Provincie; alle quali anco-
ra è da aggiungere il Leaotum , paelej
non inferiore ad una Provincia. Quello
con Tei delle Provincie all'Eoo, & Au-
fìrale Oceano fonoadjacenti:alrrc fei fon
Mediterranee; ma l'altre tre ad Occidéte
dal refto dell'Alia fon feparate da aitino-
mi monti . Si nomano quefte Pekin_>,
Nankin,che alprefente fi chiama Kiarn
nan,Xanfi, Xàtum,Hónan, Xènfi, Cie-
kiàn, KiamfLHùquam, Sùchuen , Fo-
kien, Quàm tum , Quàmfl , Yiin nan...
,
Quei cicù , e'1 paefe di Lcào tum , che
meriterebbe il nome di Provincia , ma i
Cinefi il pongono (otto là Provincia di
Xàntum. Le Provincie^ he cor fìnnn co'
Regni ftranicri , icn Pckin, Xàtifi,Xènii,
O 4 àùchucn,
2t6 Giro del MondoSùchuen , Yun nan , e Quamfi . Onde il
Oliverio, che pofeiS. Provincie alla
Cina , fi è fondato (opra fai fé Relazioni,
poiché i Regni di Tunchin , e Coancin-na, ch'egli nu mero per Provincie della
Cina,non fono altrimentc a quella forto-
pofti ; e fé pochi anni a quell'Imperio
Soggiacquero , egli è pur lungo tempo,che non rubbidiscono.
Vi fon più Ifole dipendenti dalla Ci-na;come la grandc,e plcciola Liéu Kieù,Taiiiam>la quale i Portoghefi chiamanoFormofa, Hainàn ,Hiamxàn , dove è fi-
tuatala Città di Amagao>o Macao su la
punta Meridional di quella: Se un'infi-
nità d'altre tanto abitate , quanto defer-
te. 11 Reame di Corea non è un'lfola
predò alla Cina, come il Cluverio fi cre-
de, ma un gran promontorio attaccatoalla terra ferma, che fi ftende dal Noneal Mezzodì. Ne Xam hai è I fola, comeil P. Martino la pofe nel iuo Atlante , ecarta, ma una Citadella si grande, e benfortificata per l'arte, e per la natura, clic
puòcompetere con la miglior d'Euro*pa . Ella è fabbricata dentro terra predòil Mare fra la Provincia di Pckin,e'l pac-iedi Leso ti m.
I luoghi murati di quefto grande Im-perio
\
MIDel Gemelli^ 217
perio fono al numero di 4402. e fon di-
vifi in due ordinaci vile, e militare ; l'or-
Vedi Vaflìd
de magnit.dSinar. Vib«jne civile contiene 2045. luoghi mura- 9H.i9,
ti, cioè 175. Città del primo ordine, le
quali i Cinefi chiamano Fu : 274. del fe-
condo ordine,chc fi dicono Cheu: 1 288.Città, che fi nomano Hièn: 205. Ofrcl-li Reali detti Ye : e 105. fentincllc, oOfterìe Reali del fecondo ordine, chefon chiamate Cham chin.
Fra Je medefimeCittà dell'Imperio va-no comprefe alcune fituate nelle Provin-cie d'Yùnnàn,di Quei che u, di Quàmsi,o di Sùchuen, che non pagano alcun tri-
buto all'I mperadorc, ma ubbidirono a'
Principi, e Signori particolari, ed affolli-
ti. Quefte Città le più fon di tal forte^circondate d'alte montagne, e di roccheprecipitofe , che par che la Natura fi
ila fi udiata di fortificarle : & ancor den-tro quelle montagne fon campa-gne, e piani di più giornate di cammino,dove fi vedono Città del primo,e fecon-do ordine,e molte Ville , ed abitazioni. I
Cinefi chiamano quelli Signori Tùsù,oTùqfion , cioè a dir Mandarini del Pae-fé; perche come credono , che non ci fia
al Mondo altro Impcradorc, che quellodella Cina , cosi s'immaginano^che non
ci
Hi2T8 Giro del Mondo
ci (laiio altri Principi , né Pignori ,che^quelli, a'quali il ior Imperadore ne dà il
titolo.
I popoli fottopofli a que* Signori
«fan la favella Cinefe co* Cinefi, mijoltre a quella eglino hanno la loro
lingua particolare . I lorocoftumi fon_»
poco differenti dà que' de'Cinefi ; fon li-
mili nel vi/o,e nella perfon si : ma per lo
coraggio più valorofi.Li temono i Cine-
li, poiché trovatavi dura refiftenza dopopiù fperienze , c'han fatte del lor valore,
fi contentano la/ciargli in ripofo>e di có-fentire ad un libero commercio con lo-
ro. Onde non è da far dubbio intorno al
numero delle Città , e Ville, che Ha piùdiquel,che reca il Padre Martini,perchevi fi comprenden quelle di que' pic-
cioli Signori ,i cui Stati benché non ri-
conofean l'imperadore , fon tuttavol-
ta pofti nel mezzo deli' Imperio di lui,
dentro le quattro narrate Provincie. Si
fon anche comprefe le Città , e Ville del
paefe di Leaorum , e della Provincia di
Yiin nan , i quali i Cinefi oltremodo at-
taccati alle loro formalità , non pongp-no nel lor numero ordinario, mano'Cataloghi particolari.
Han fatto imprimere i Cinefi un* Iti-
ne-
MiDei Gemelli. 219
sncrario , che contiene il cammino perterra,e per acqua depo Pckin fin all'ulti-
me parti dell'Imperio . I Mandarini,chc
partono di là per l'eicreizio àdlc lo-
ro cariche , e tutti i viaggianti moltol'ufano, per fapere il cammino, che de-
vono tenere, e la dilìanza da un luogoall'altro , e gli iladj d'ogni giornata . Inquello libro tutti i viaggi Reali dell'Im-
pero fon di vili in mille cento, e quaran-tacinque giorni,in ciaicun dc'quali è unluogo , dove i Mandarini Tono alloggia-
ti, e trattati a Ipe/e del Ile, quando egli-
no vanno all'esercizio de* loro impieghi*
ma quando ritornan privi delie lor cari-
che , perdono anche il dritto d'eiTere al-
loggiati , e /pelati a colla dell' Impcra-dorc. Qudti 1 145. luoghi il chiamanoYe ,oChin, o accozzando quelle dueparole Ye Chin,cioè a dir luogo d'allog-
giamento , e di lentinclla 5 perche ivi lì
allettano i Mandarini con tal penderò,e diligenza, cerne 11 Italie in guardia-^
contra un'armata nemica . Di quelli luo-
ghi ve ne fono 75 5. dentro la Città dei
primo, e fecondo ordine,dentro le Ville,
Frontiere , e Calklli iltuati dentro l'Im-
perio 5 dentro quelle , che chiamano Ycloy.c 103. dentro j luoghi , che nomi-
nano
2 20 Giro del Mondonano Chin . L'une , e l'altre fono fiate
fabbricate altre volte dentro i Iuoghi,do-
ve non erano Città ; e poflòno eflere
chiamate Ville del fecondo ordine , per-
che fon tutte murate , e eiafenna ha u%»Mandarino ,che le governa ; e ve ne fo-
no delle grandi , e ben popolate più d'al-
cune Città, e Ville: & altre al numero di
102. benché non abbian mura, pur fon-»
grandi, e molto abitate
.
Un giorno avanti la partenza del Man-darino fifa partire un corriero con unapiccola tavola, elici Cinefi chiamanoPai , fopra la quale fono fcritti il nomc,ela carica di quello Ufficiale, e al baffo
jmprcfTo il fuggello. Tolto che fi vede, fi
netta , e prepara il palagio, dove deve al-
loggiare ; e quelli apparecchiamenti fo-
no meno, e più, fecondo la dignità del
Mandarino ; cosi le vivande , i famigli, i
cavalli , ìc fedie di mano, le lettighe , o le
barche, fé il viaggio fi fa per acqua, e
tutto ciò che loro può eflere di meftieri.
Dentro quelle ofterie fi ricevono del-
la medefima maniera a proporzionotutte altre perfonc, tanto Cinefi, quantoforafticre , a'quali il Re concede tal gra_
zia . Dentro quelle medefimc i Corric
ri dei Re prendono ciò che loro fa bifo
sno
che non s'indugia niente
Del Gemelli? 221
gno per andare a tutta diligenza :toccan«
do uno ftadio,o due prima di giungeròairOftcria un bacino detto Lósche por-
tan appefo fu le /palle 5 al cui fuono to-
rlo fi fella ii Cavallo della cambiatura;per maniera
,
il Corriere,quando vi giunge.
V ordine militare contiene 629.gran-ài fortezze dei primo ordine , si nelle
frontiere per fervir di chiavilo di difefa.»
all'Imperio controi Tartari; come ne'
confini delle Provincie contro i ladri,
e
ribelli. I Cinefi ie chiamano Quan ; equclladi Xamhài, dalla quale fi parlòfopra , è di quello numero.Del fecondo ordine vi fono 567- for-
tezze , che fi dicono Guèi in lingua del
paefe . Il luogo chiamato dal Padre»?
Martini nel fuo Atlante Tiencim Guèi, ptg:j*«
che vuol dir fortezza del paefe del Cie-lo , è di quefto numerose per quello fi
può giudicar dell'altre fortezze del fe-
condo ordine.
Si numerano 3 1 1 .fortezze del terzo or-
dine dcttoSó;del quarto ordine cocchiamateChirijch'hanno il medefimonomc,e lignificazione di quelle del quinto or- .
dinecivilc;c 150. del quinto ordine no-mate Paò.Vi fon 100. fortezze del fello
or-
222 Giro del Mondoordine chiamite Pu; è in fine joo. del
fettinìo ordine , che diconfi Chài.Que-
fle ultime fon di diverfe forti, a'cuae_*
nella Campagna, e fervono di refugio à
contadini quando i T irrari, o ladri,o ri-
belli corrono la campagna , o medefi-
mamentc quando l'armitc dcll'Impera-
dore fono in m ucia . Altre fon (ituatc*
fopra montagne precipitofe, alle quali (I
monta per gradini tagliati dentro la-*
rocca, o per fcale levatoje fatte di cgl--
de.odi legnoje quefte non hanno alcuna
muraglia per non tenerne bifogno. Al-
tre fon fomigliantemente fopra monta-
gne > mi hanno il lor fenderò ; è quelle
fon rivenite d'una doppia , o terza mu-raglia dalla parte dell'entrata.
A farne ora il conto,(l vede,chc i luo-
ghi militari fono al numero di 2557.
i quali giunti a quelli dell' ordiru civile
montano a 4402.Oltre a ciò vi ha détro,
e di fuora della gra muraglia^ehe divide
Ja Cina dalla Tartaru jooo.Torri, dette
Tai, ogni una delle quali naif Aio pro-
prio nome : dove fono guardie, e fen-
tirielle, che toccano all'armi sì todo co-
me feoprono il nemico; facendo fegno
di gÌ3rno con una Bindiera , che eglino
alzano al più alto della Torre , e di notte
con
Del Gemelli. 22 j
con un grande torchio accefo: le qua li
fé fi annoverano co luoghi militari, di
cui quelli fariano l'ottavo ordine, fa-
rebbono in tutto 5? 57»
Son 750. anni, ch'un Mandarino del
fupremo Tribunal dell'Armi ce nipote-*
due volumi,che dedicò all' Imperadore,i quali intitola Kieu picn ruiixe,eJoèadue pratica di carte delle nove frontiere,
intendendo de' nove Quartieri, o Ter-ritori!" , a' quali egli aveva compartite le
grandi nutra* che circondali parte della
Cina per 405. leghe Porro^iufi, lecon-
do il più comun conto , che fannoventitre gradi,e dieci minuti d' Orientead Occidente dopo h e ma ài Caìveun,fltuata all' cirrcmiràdel pae/c di ÌLiao-
tum, fino a quella di Càn fo,ò Càn cheaporta fu gli ultimi cofini della Provincia
di Xenfij cieche li deve intendere per li-
nea dritta; perche fé fi confìderanb le
rivolte delle montagne , e delie mura_>>
comprenderanno fenza dubbio 500. le-
ghe Portosheii.
Ne' mede (imi libri infognarti io-»
tre carte furti i luoghi montanini, chefono accertabili; e in i 29. altre carte dice
efier necciTarie 1 $27. fortezze grandi , e
picciolc,per impedire il paffo a' Tartari.
Se
214- Giro del MondoSe i Cinefi non fottero trafcurati>di po-co coraggio , a vari, e sì infedeli alloroRe, non m ti i Tartari avrebber potutopaflàr le mura > uè entrar dencro le for-
tezze sì ben difpofte ne* luoghi neceflfa-
rii,e sì forti tra per l'arte, e per la natura;
di maniera che (Icome Ieggefi nell'ifto-
rìe antichee ancora pcrciò,ch'è avvenu-to ne'noftri tempi, i Tartari non fonogiammai entrati dentro la Cina, che il
tradimento de* Soldati, o l'avaritia de'
Comandanti non n'abbia loro agevola-ta l'imprefa,ricevcndoloro la metà delbottino quinte volte a'nemicì apriva-
no le porte ; intanto che alla perfinequc'tradltori han meflò nelle mani d'unplcciol numero di felvaggi,e mezzi bar*bari i! più ricco , e più popolato Reamedel Mondo.
In quello medefimo libro fi vede la
gran quantità de Tolda ti,che facevan la
guardia fopra quella frontiera,ch*eranoal numero di novecento , e due mila_»
cinquanta quattro. Le Truppe Aufi-liarie, che vi cocorrevan, quando i Tar-tari tenta van di palar dentro il Reame,eran innumerabili , e vi cran trecentoottanta nove mila cento feflTanta fette
Cavalli Tempre in ordine per quello,
Del Gemei l'i. 225
fecondo il conto, che ne fa l'i flettoAu-tore , che annovera la fpefa,che l'Impe-
radore fa per la paga degli Uficiali, e de'
Soldati tutto Tanno fino alla fouima di
due milioni, e trentaquattro m. Lean,
di 1 5. carlini l'uno della moneta di Na-poli .
Per quel, ch'è detto del numero do*Soldati desinati alla guardia delle mura,e frontiere contro i Tartari, li può facil-
mente giudicare della quantità di colo-
ro, che fono impiegati fopra i confini
delle Provincie,dentro le Città , Ville, e
tutti zìi altri luoghi murati del Reame-?,
nò eflfendovi luogo,che non abbia la fua
guarnigione. FaiTene il conto di fette ce-
to feffantafette mila novecento fettanta:
che in tempo di pace guardano , e accó-
pagnano di giorno iMandarini,e A mba-fciadori,ed altre perfone alloggiate afpe-
fé Regie: e di notte ftan di fcntinelle ap-
pretto lor barche,o allogiamenti:e quan-
do han fatto una giornata ritornano , e
altri prendono il lor luogo. I cavalli,
che Tlmpcradore mantiene folo per
le truppe ne* polii , giungono a 564900.
e tato i loldati,come i cavalli fon fempre
in pie ; ma quando vi è guerra, o rivol-
ta,l'Armate , che s'uni feono, e che con-
Tarte IV, P cor-
P« Philipp»
226 Giro del Mondòicorron da tutte le Provincie , fon quafiinnumerabili.
Il Reame poi della Cina contiene un-dici milioni cinquecento due mila otto
cento fettantadue famiglie , o cafe, eliofumano , fecondo il conto d'un gravo
cóJpSt!PFn Autore, fenza comprendervi in quello
f«o ìib.có- numero le donne , i fanciulli , i poveri,
phsi. in"s/- i Mandarini, che fono in efercizio, i Sol-
nop.imper. dati,i Baccellieri, i Licenziati, i Dottori,5inar._p.io* • Mandarini giubilati, quelli, che vivono
fopra i fiumi , i Bonzi , gli Eunuchi : nò
tutti quelli, che fon del fangue Reale.? -,
perche non fi annoverano, fuor folamè-
te,che coloro , che coltivano la terra , oche pagano tributi, o rendite al Re . Vifono dentro tutto l'Imperio al dire del-
l'i fteffo Autore cinquanta nove milioni
fettecento ottanta otto mila tre centofelTantaquattro uomini , o mafehi.
Il numero degli abitanti , o animo,fenza efcludere niun fefifo, età, e condi-
zione in tutto l'Imperio Cinefc, fc vo-
gliamo predar fede al Padre Daniello
?*g. «'.UBattoli , fa tre cento milioni , tre voltopiù d'animc,che non fa tutta r£uropa_,.
Ma perciocché quello R. Padre dà mol-
to più aJ tutto, di quello , che tiene ; otoglie alle parti,e Città capitali il nume-
ro
WEBr .'- ">i>»i"r>i<jt -=; .-.« .;-c-.v:.f;.iv.%'.;:; !
1i.;t. /.-• : r '•i
i-'-"f t»'-.-;-^ j~^-- -;'S t*
1
:,?.
Del Gemelli. 227
ro effettivo , che contengono, nò fi puòfar niuno fondamento fu la relaziono
di lui ; poiché difficil mente comporrafiì
il Tuo Arano millantamento colla multi-
plicità de'piccioli luoghi.
Avendo io con diligenza proccurato
chiarir ciò con le notizie de' medefimi
Padri della Compagnia di Tua Religio-
nc,non ne trovai niuno , che convenga
con lui, e né tampoco altri Miffìona-
rj d'altre Religioni: i quali per efler di-
morati quivi li 20.e scanni poffono me-glio faper ciò,che per relazioni ne fcriffe
il Padre Bandi ; poich'eglino praticano
continuo con Mandarini, e con Grandi,
a' quali è ben noto ciò , perche ne fan le
numerazioni^ fine d'efiggere il Tributo
Imperiale . La più gran differenza , che
trovai nelPinformo,chc per tutto il tem-po, che dimorai nella Cina, proccurai
averne, è fiata di cinque milioni; avver-
tendomi alcuni , che tutto l'Imperio fa-
ceva cèto novantacinque milioni,& altri
d'aver cavato ileonto di ducenro milioni
fu gl'ifteffi libri Cinefi 5 variazione , chepuò fuccedere d'uno in due, otre anni
da una numerazione all'altra. Per mag-gior facilità , e chiarezza del riferirò di
fopra , mi fembra acconcio a pone ìn-$
P 2, me-
In Confuc.
Syn. phìlof.
in Synopfi
pag. ioj.
22S Giro del Mondomedefima Tabella , che fi ritrova fcrittà
dal P. Couplet , ed è la preferite.
Provincie
I.
ILIII.
IV.
V.VI.
VII.
Vili.
IX.
X.XI.
XII.
XIII.
XIV.XV.t
l'ekin
Xanfi
.Xenfi
iXantumHonanSuchuenHuquamKiamfiNankin, oKiamnanCieklan
FokienQuantumQuaimiYunanQueicheu
fum nia
Famiglie Uomini
418989589659851051
770555
589296J4641 2955168613636291969816
1 242U 5
50920048336018671913295845*°5
10128789
345225450840153934176675968551062702204570483 3 59065498009967429
4525470180267719780221054760143 3 IOO
231365
5891678?
Nell'Imperio medefimo fi annovera-
no 3636. uomini ìlluftri , e rinomati per
la loro virtù, fcicnza, evalore, o altre_>
opre gloriofe , Vi ha medefima men-
te 2o8. Vergini , e Vedove , che per la_j
joro caflità, o altre opere eroiche foilj
de-
Del Gemella 229degne d'una ererna memoria , e fon ce-lebri ne'libri de'Cineu",comeper gli tem-pi , ed ifcrizioni
Vi fono 185. Maufolei famofi tra perla loro architettura , e per ia nobil ric-
chezza ; poiché è vietato fotto gravi pe-ne d'introdurre i morti in Città: ma pof-fono trafportargli d'una Provincia all'al-
tra per fuorale mura.Si annoverano 4S0. Templi d' Idoli
celebri , e frequentim*mi,si per cagion-»della loro magnificenza , e ricche«za,co«mede'pretcfi miracoii.Detro quefti Té-pj , ed altri dell'Imperio, abitano più di550. mila Bonzi.
Si vedono di più dentro il Reame-»709. Templi, fabbricati da' Cineii in di-
velli tempi per memoria de' loro mag-giori, ragguardevoli per la bellezza,c perl'architettura . Hanno incoflume i Ci-nefi di dimostrare un grande amore a'
loro parenti dopo la morte : e per darnefaggio con grandiflìme fpefe fan fabbri-care (aie fuperbe, dentro le quali in ve-ce di ftatue , mettono ifcrizioni co*nomi di loro maggiori. Ed incerti gior-ni dell'anno per la famiglia a chi appar-tiene , s'uni feono dentro quefte fale, do-ve fi prollano per terra in fegno d'amo-
P 3 re,
23o Gmo del Mondore , e di rifpctto 5 e loro offrono incenfl,
facendo appretto una fplendida feftacò
più tavole riccamente parate, e gucrni-
tc,con bell'ordine d'una quantità di vi-
vande ben preparate.
Si vedono 2099. ftatue antiche, e fa-
mofe , oltre alle dipinturc,e vali celebri:
1 1 59. Torri , Archi trionfali , ed altre_>
mirabili opre, erette in onore de* Reillufori , e d'uomini famofi ; 272. librarie
aliai ben'ornate , e copiolc di libri . I fiu-
mi grandi , e fontane celebri per Tacquecalde , e medicinali , e laghi nomati per
la quantità de' pefei fi numerano in Ci-
na 1472. Vi fono medefimamente2099»montagne ben fertili per l'opportunità
delle fontane; e famofe per l'erbe , e mi-
nerali dì gran virtù , o per altezza ftra-
na .Scuole, e Accademie erette al Mae*fìro dell' Imperio Confufìo fi numera-
no tante , quante fon le Città . Non_>è facile a ridurre a numero gl'infiniti
ftudenti 5 ma i Baccellieri fon fopra_»
90000-Oltre a' 32. palagi di Regoli,fono
in ogni parte palagi desinati per gli Mi-
niali del Reame, fecondo la lor dignità.
Ed infine fono nell'Imperio 33 1. ponti
celebri.
CA
^^^HIH^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^H
Del Gemelli! 2*i
CAPITOLO SETTIMO.
Z)é7 celebre Governo dell'imperio della Cin<ij,
dijiin^ione de'Mandarini, e de'fei fupre-
mi Tribunali di lettere^ de' cinque
d'armi*
MErita gran pregio la Cina per l'ec-
cellenza del ilio Governo. Frale
tre leggi , che fon quivi tenute , quella
deXetterati è la prima, e la più antica_>;
il fuo fin principale è il buon governodel Reame: su la quale eglino han com-porlo gran numero di libri , e di com-mentar). Confiifio fé ne'fuoi tempi unTrattato fopra tal (oggetto , ch'intitolò
Chunvyum , cioè a dire la Mediocrità
dorata , in cui con molto fondamentoInfegna,ch'un buon Re debba aver no,
ve qualità per ben governare i fudditi,
le quali fé porrà in pratica, egli renderà
immortale il fuo Regno.I Mandarini di tutto l'Impero fi di-
ftinguono in nove ordini : ed ogni ordi-
ne è divifo in nove gradi . Per eifempio,
fi dirà il talee Mandarino del fecondogrado del primo , o fecondo ordine ; opure egli è Mandarino del primo grado
P 4 del
E232 Giro del Mondo
del primo, fecondo, o terzo ordino,Quefta divifione non fignifica altro, che
titoli d'onori particolari , che i Re han_j
loro compartiti fenza riguardo del loro
impiego; perche benché i Mandarini fia-
no d'un'ordine più , o men ragguarde-
vole a mi fura delle dignità delle cariche,
ch'efercitano, nulladimeno quefta non_>
è una regola generale, perche accade al-
le volte, che per ricorrtpenfare il merito
d'un'nomo,il cui uficio è fiato folito
occuparfi per un Mandarino d'ordino
interiore, il Re l'onora del titolo di Ma-danno del primo ordine, o del fecondo;
ed al contrario per gaftigare un'altro , la
cui carica appartiene a gli ordini fupe-
riori , l'abbafla tal volta a titolo di
Mandarino d'alcun'ordine baffo. I.a^
conoscenza, la diftinzione , e la fubordi-
nazione di quefti ordini è si perfetta , la
fottomelTìone, e venerazione degli ulti-
mi verfoi primi , e l'autorità di quelli
fopra quefti è sì grandeied in fine la po-
tenza fovrana del Re fopra gli uni, e gli
altri èsìaiToluta,chenon è comparabile
al no uro Governo, o che fia Secolare, oÈcclefiaftko,
I Mandarini del primo ordine fon.»
Consiglieri del Configlio di Stato del
Del Gemelli. 233Re,ch*è il più grande onore,e la più alta
dignità , a cui pofla giungere un Lette-
rato nell'Imperio . Eglino han più tito-
li onorevoli , ficome fono Nili co , Cò-Jao, Cài fiàm, Siam cùm, Siam que , ed
altri, che fignificano Afte/Tori, Aiutanti,
e fupremi Configlieri del Re - Vi fonomolte fale per quelli dentro il Palagio
Reale , magnifiche per la loro architet-
tura . Quando il Re vuol fare un granfavore ad alcuno di quelli Configlieri,
gli dà il nome d'una di quelle fale, ficco-
me per eflempio Chumkietièn , che li-
gnifica fuprema fa la dei mezzo; aggiun-
gendoli all'ora quefto nuovo titolo al
iuo nome ; e il dice tal Configgerò , oKolao, fuprema fala reale dei mezzo .
Quefti Configlieri non han numero de-
terminato,ma ora fon più, ed ora meno,fecondo che piace all'Impcradore, che li
fceglie a fua volontà fra'Mandarini d'al-
tri Tribunali . Vi è nondimeno fempreun chiamato Xeusiam, ch'è lor Capo, e
favorito del Re . Quefto Tribunale è il
primo di tutto l'Imperio, poflo dentro
il Palagio a man finiftra della fupremafala reale, ove l'Imperadorc dà udienza.
Sopra che biibgna notare, che la man fi-
niiira fra'Cineli è la più ftimatai llcomeera
234 Giro del Mondoera ancora fra'Greci , ed altre nazioni ;
onde mi ricorda aver veduti alcuni qua-dri antichi de'Greci, ove era dipinto a__»
man fìniftra S* Pietro, e a man deftra_»
S. Paolo, per la maggioranza dei Capodella Chiefa . Si chiama il Tribunale^Nui yuèn: ed è comporto di tre claflì di
Mandarini; la prima è de'Configlicri del
Rè già detti,! quali han cura di vedere,
efiàminare, e giudicare tutti i memoria-li, che i (ci grandi Tribunali (de'quali li
ragionerà appretto) prefentano ai Re l'o-
pra tutti gli affari più gravi del Regno.Quando gli han decifo , eglino breve-
mente rapprefentano all' Impcradore^in carta le loro determinazioni,e colui
le confirma , o rivoca , come gli piace.
Quelli , che compongono la feconda
clafìfe, fon come Affilienti, o Aiutanti di
Consiglieri del Re; fono ordinariamen-
te del fecondo, o terzo ordine de'Man-darini, il quale è grado, onde fi monta_>
fovente alle cariche de' Configlieri del
Re . Il lor titolo è Tà Ino su , cioè a di-
re Letterati d'una grande feienza . Si dàancor quello titolo a'Coniìglieri,a'quali
il Re necomparre fpecioii , come a dire
Tài cu tài , che lignifica <?ran Governa-
dorè del Principe,Tai cu tài su grà Mac-ero
De l Gemelli. 255
flro dell' iftefiò Principe, e fimiglianti.
La terza claflTe di quello Tribunale il
diceChum xuco, cioè elafe ofcu ola di
Mandarini ; quelli han cura di fcrivere,
o far fcrivere gli affari del Tribunale : a*
quali il Re dà titoli fecondo le fale ovefono impiegati. Sono ordinariamente
del quarto , quinto , o fèdo ordine de'
Mandarini: e fon fopra tutto (limati per
correr con gli procefTi, e fcritture; che*
per una parola più, o meno equivoca, e
tal volta per una fola lettera poflbn da-
re, e toglier gli averi a'iitiganti . Oltre
quelli avvi ancora una infinità di Seri*
vani, di Proccuratori,edi Riveditori.
Oltre al Tribunal fupremo riferito, vi
fono ancora undici Grandi Tribunali,
fra'cjuali il Re cella Cina due mila anni
prima della venuta di Crifto divife tutti
gli affari dell'Imperio: e durano ancora.
Ne fono fei di Mandarini di Iettere,detti
Lòpù, e cinque di Mandarini d'armi,
che il dicono ù fu . Il poter di quelli
Tribunali era ben grande, e dilatato in-tanto che ragionevolmente fé ne poteva
temere, non alcun di loro foffe per tifar
la lua autorità per fufeirare alcuna ribel-
lione; e perciò la prudenza degl'lmpe-
radori Cincfi ha regolati i loro impieghidi
2^6 Gino del Mondo
di tal forte , che non v'è alcuno , chopolla terminar gli affari commeflìgli
lenza l'intervento d'altri . Dentro i Pa-
Jagi di ciafcun di quelli fei Tribunal^ vi
è tempre una fai a > o appartamento de-
ftinato per un Mandarino , chiamato
Còli, cioè a dir Ri veditore, o Fifcale , il
quale cflamina in pubblico , ed in fegre-
to tutto ciò che fi fa : e fé riconofce-5
qualche fallo, toltone dà avvifo all'Ini-
peradore .Quello Mandarino non è
foretto, né fuperiore al fuo Tribunale,
ma (diamente Sindaco, o Cenfore, della
maniera che consumavano i Romani
.
Chiamanti coftoro in Cina Cani arrab-
biati, perche non fanno altro meftiere^,
che morder continuo con mali uficj.
I primi Prefidenti di quelli fei Tribu-
nali fon del primo grado del fecondo or-
dine de'Mandarini : Chiamanti xàrn^
zuò li pù xàm xu,cioè a dire Primo Pre-
fidente del Tribunale delle Cerimonie:
e così degli altri . Ogni un di quefti Pre-
fidenti ha due Afleflòri , di cui il primo
fi d ice Tsò xì l a m,cioè a dire Prefidente
della man finiftra :e l'altro Yèù xilam_,,
cioè Prefidente della man delira; e co-
fioro fon del primo grado del terzo or-
dine. _Oue-
Del Gemelli. 237
Quefti fei Tribunali fon porti fecondo
il lor grado preflò al Palagio del Re dal-
la parte di Levante in grandi fabbricho
quadrate con tre divifioni di cortili , ed
appartamenti: e ciò per la comoda unio-
ne di tanti Miniftri , e ripofo ancora^;
mentre il Re ogni giorno li provede del
dciinare , acciocché non fiano obbligati
d'andare alle loro cafe, e che (pedinerò
più prontamente gli affa ri.
Il modo con cui fi procede in quefti
fci Tribunali, è quello : Quando un'uo-
mo ha qualche lite, la lerive in una carta
della forma, e grandezza regolata per lo
coftumc: e con quella entra dentro il Pa-
lagio del Tribunale, dove tocca un tam-
buro , che trova alla feconda porta 5 ed
effendoii porto di ginocchio, alzata con
le due mani all'altezza della tetta la cal-
ta, o memoriale , quella è ricevuta da_>
un'Uficiale, che la confegna a'Manda-
rini della gran fala , e quefti al Prefiden-
te,o in fua mancàza agli Affeflòri;i qua-
li avendola letta l'approvano , o rigetta-
no, fecondo che loro pare . Se la riget-
tano, la rimandano a chi l'ha prefenra tei,
facendogli fpeflb dare delle buone bniìe
per gaftigo d'aver formata una dimanda
mal fondata: fé l'approvano,U Prefiden.
23
S
Giro del Mondote lo rimanda al Tribunale inferiore, a
fine d'efa minarli la caufa, e di darne il
fuo parere. Dopo che quello Tribuna-
le l'ha efaminato,e giudicatelo rimanda
al primo Prefidcntc, che ne dà la fenten-
za , accrcfcendo , feemando , o confir-
mando la derilione del Tribunal fubal-
tcrno. E le l'affare è grave, ordina al
niedelimo Tribunale di farne una me-
moria, la qual ricevuta, e letta con.,
fuoi Affcflbri , la confegna al Mandarin
Ri veditore, di cui è dettole colui la traf-
mettc ai fupremo Tribunale de* Confi-
glieri di Statoci quale efamina la caufa,
e n'informa Sua MaelU , ch'il più dello
volte ordina al Tribunale d'cfaminarlo
d i nuovo . All'ora i Configlieri di Stato
rimandano la memoria al Ri veditore, il
quale dopo aver veduto l'ordine del Re,
il rimette al primo Prendente . Coftui
il fa cfaminarc altra volta , ed eflendoli
rcnduto lo rimanda all'Infpetrore ; l'in-
fpettore a'Configlicri di Stato : e coloro
airimperadorc, che dà all'ora il decreto
finale . Quefto decreto ritorna per Ja_»
medelìma (ìrada al primo Prcfidento,
che'l fa notificare alle parti : ed all'orala
caufa è finita . Quando la caufa è di
quelle, che i Tribunali di Provincie ma-dano
Del Gemelli. 239danoalla Corte , ella è indrizzata all'In-
fpeaore del Re, fuggellata: il quale l'a-
pre , e letta la manda al primo Prefiden-
te, che procede , com'è detto , nell'afTa-
re, ch'è venuto in prima iftanza.
Se i Mandarini nel giudicare i procella
f4cederò il lor dovere fecondo le leggi,
e l'intcndiméto del Re,la Cina farebbe il
più felice paefe del Mondo , e megliogovernato ; ma colorp quanto Tono at-
tenti ofiervatori delle formalità eiìcrio-
ri riferire , altrettanto internamente ioti
maligni, ippocriti, e crudeli . I loro ar-
tifici, e furberie fono in sì gran numero,che bifognerebbe lungo tempo a nar-
rarle ; effendo ben raro un Mandarinoefentc dall'avarizia , e corruzione ; per-
che non considerano la giuftizia, ò in-
giuiìizia della caufa , ma coloro, che lor
danno più danaio , o prefenti^ non pen-
fando d'altro, che di foddisfare alla lor
facrilega cupidigia, come tanti ingordi
lupi.
Il primo di quefii fei Tribunali C\ chia-
ma Li pùula /uà carica è di provvederea tutto l'Imperio di Mandarini , e d'efa-
minare i loro meriti , e difetti , per rap-
prefentarglial Re, a fine di pacargli alle
dignità maggiori , o abballargli , ae-
cioc-
SBBGGGEBS^SS
240 Giro del Mondociocche gli guiderdoni , o gli gaftighi
."
Ha dentro il Aio Palagio quattro Tri-
bunali . Il primo fi chiama Vén fiven su,
cioè a dire , Tribunal , che giudica di
coloro , che han la qualità, e faenze ne-
ceflarie per efifere Mandarini. Il fecondo
Caò ciìm su , ch'efamina il buono , e'I
cattivo governo de' Mandarini . Il terzo
Nièn funi su,che ha cura di fugellar tut-
ti gli atti publici,di dare i fugelli ad ogni
Mandarino, fecondo il fuo uficio, e di
efaminare fé i fugelli dc'difpacci , c'han
portato , o mandato , fian veri , o fallì.
Il quarto Ki hiùn su , che ha penfiero
d'efaminarei meriti de'gran Signorino-
me de' Regoli del fangue Reale, de* Du-
chi , e d'altri , che i Cinefi chiaman
Hiùn chin , cioè a dire antichi vaflalli : i
quali fono illuftri per grandi fervizj fatti
nella guerra, quando la famiglia Re-
gnante conquiftò l'Imperio.
Il fecondo Tribunal fupremo fi dicoHu pu, che lignifica Gran Tcforiero del
Re . Egli tiene la foprantendenza de_y
Tcfori , delle rendite , e de* Tributi del
Re, come anche della fpefa . Egli di-
ftribuifee le pendoni , e la quantità del
rifo, delle pezze di feta, e del denaro,
che i'Impcradoredona a' Regoli , GranSi-
Dei Gemelli. 24
1
Signori , e Mandarini dell'Imperio.Egli
terbi il roilo , o numerazione , che fi fi
ogni anno con grande efattezza di tutte
le famiglie, o fuochi , di tutti gli uomi-ni, delle minare della terra, de' drirti,che
devono pagare,e delle dogane publiche.
JE' qui dd notarli, che benché nella Cinafiano is. Provincie, tuttavolta ne' re-
giftri publici , e per maniera di parlare fi
dicono 14. Provincie, & una Cortc,pcr-
che dicono i Cinefi , la Corte rificde,co-
manda , e non è foggetta:e cosi ella nondeve effer polla al numero dell'altre^
Provincie . Indi è , che ne* Tribunali fu-
premi nò vi è inferiore per gli affari del-
la Provincia di Pckin ; ma il primo Pre-
cìdete quelli commette fecondo che gli
pare , a un de' Tribunali inferiori desi-
nati per ie Provincie . Quello fuppoftoil fupremo Tribunale dell'Erario Regioha dentro il fuo palagio da' due lati 14.
Tribunali Ribalterai, che portano il no-me delle Provincie loro adeguate . Du-rante il Regno della famiglia preceden-
te li annoveravano 1 5. Provincie , e dueCorti, perche la Città di Nankin era_»
Corte, come quella di Pekin : & avevai medefimifei luprcmi Tribunali^ tutti
gli altri, che fono ora per la Corte di
Tane IF. Q_ Pe-
BBB̂ WggWWWBWH
242; Giro del MondoPekim ma i Tartari le tolfcro il titolo di
Corte,e tutti i Tribunali , e le han cam-biato anche il nome , chiamando la Cit-
tà Kiàm-nim , e la Provincia Kiàm-nàn,nomi avuti per l'addietro*
Il terzo fupremo Tribunal fi chiamaLì purché fopraintende a' Riti , alle ce-
rimonie , alle fcienze, & arti. -Egli ha cu-
ra della mufica reale , d'efaminar gli riu-
denti , e dar loro la facoltà d'efler rice-
vuti all'tffame de* Letterati; di dare il pa-
rere fopra i titoli , & onori , de' quali
vuol premiare il Rei meritevoli? de_*'
Tempi, e de' Sacrifici , che il Re fa ai
Cielo , alla Terra, al Sole, alla Luna , e
a' fuoi Maggiori
.
Egli giudica de' Conviti , che Plmpe-radore fa a* fuoi fudditi , e [tranieri 3 e di
ricevere^ di prefentare, e di accommia-tar gli ofpiri del Re, e gli Ambafciadori;di tutte l'artiliberali , e meccaniche , edin fine delle $. Religioni tenute nell'im-
perio , delle quali la prima è quella do'Letterati , la feconda de' Tàofu , o de'
Bonzi ammogliati , e la terza de' Bonzicelibi . In quello Tribunale furono car-
cerati con nove catene a' piedi i Padri
Giovanni Adam , Luigi Buglio , Ferdi-
nando Verbieil,e Gabriel dcMagaillans,
^^m m
Del Gemelli. 24?Quefto Tribunale n'ha quattro fatto di
fé . Il primo fi dice Ychi fu , cioè a dire
Tribunal d'affari d'importanza , conicadi titoli di Regoli, di Duchee di GrandiMandarini. Il fecondo Sucisù, o Tribu-nal, che fovraftà a'facrificj dei Re, a'
Tempi , alle matematiche , e alle tre_>
leggi. Il terzo Chu Ke fu, che riceve , edaccommiata gli ofpiti del Re,o fian Rid-
diti ,oftranieri . Il quarto Cimxcnxu,che è proporlo a' banchetti , che fi pre-
parano al Re.In tempo dell'Imperio CI-
nefe fi eliggevan foggetti dotti in quefto
Tribunale 5 ma oggi (ì deputano Tarta-
ri , che fanno il tutto in quefto , <5c altri
Tribunali, fervendo quivi i Miniftri Ci-
nefi a modo di ftatue mute -, così fperi-
rimentano il dovuto gaftigo della lorfu-
perbia per mano di Barbari rozzi, edignoranti. Benché il nome di queftoTribunale fembri ilmile al primo, tutta-
volta vi è una gràde differenza in quella
favella Cinefe , perche i caratteri della_>
prima (li Uba Li , non s'attorni gliano , e
la pronuncia è ben differente. Il primofi pronuncia aflfottigliando , e alzando la
voce, come noi dinotiamo con un' ac-
cento acuto Li' ; e nel fecondo al con-
trario s'abaffa , non altramente, che fi
244 Girò del Mondofegnaflecon un'accento grave Lì; di ma:
mera , che nella prima Li lignifica Man-darino^ Piì Tribunale, e tutti due in-
ficine Tribunale di Mandarini melfecò-do Li lignifica Riti , e Cerimonie, e conPù Tribunal di Cerimonie.Quefto equi-
voco non il ha fra Tartari,che chiamanoil primoTribunale Hafan Xui </.in>o Tri-
bunal di Mandarini , perche Xurgan_>,figniiìca Tribunale, e Hafan Mandarini:
e il fecondo, Toro Xurgan , o Tribuna-le de* Riri.
Il quarto fupremo Tribunal fi chiamaPim-pu , che ha direzione della auerra,e dell'armi in tutto l'Imperio. Egli elig-
ge,& avanza tutti gli Ufficiali, gli di-
fhibuifee nell'armate , nelle frontiere , e
fortezze , e in tutte te parti della Cina^.;
toglie , ed efercita ifoldati; riempie gli
alienali , e magazzini d'armi offenfive,
e direni! ve, di monizioni di guerra, e di
bocca , e eli tutte le cofe ncceiTarie per la
difeia dell'Imperio .
Vi fon dentro il fuo palagio quattroTribunali inferiori. Il primo è detto Vu-fiven fu,& ha commeflione d'eli^scr, edi dar le cariche a' Mandarini d'armi:edi fare efercitar le Truppe. Il fecondoChetàmiu, che ha la cura didiftribui.
re
Del Gemelli. 245re i fudditi , e uficiali per tutto l'impe-
rio , a fine di perfeguirare i ladri , e im-pedire le rivplte;II terzo, Che Jkia -fu>che
ha penfiero dì tutti i cavalli del Re,ta«to
di quelli, che fonfopra le frontiere , e_*
dentro i luoghi importanti , quanto de-
gli altri , che fervono ne'pofti.Hà ancor
cura delle carrette , e delle barche , che
fervono al tra/porto delle provvifioni, e
de* Soldati . 11 quarto Vu cu lu , ha pen-
siero di far fabbricare tutte forti d'armi
offenfive , e difenlive ; e di farle tener
pronte ne' magazini .
Il quinto fupremo Tribunal Ci chiamaHimpu,ch'è la Camera criminale di
tutto l'Imperio . Egli ha autorità diga-
iìigarc tutti i delitti , fecondo le leggi
dell'Imperio. Non però di meno lagiu-
Oizia, la ragione, e le leggi vi fi vendonotuttavia , e chi più dona, ha più ragione*
iafeiandoiì talmente quella Nazione-»
trarre dall' avarizia , che non puòritenerli con tanti rigorofi gaftighi,
che il Re fa forTcìre a coloro , che ven-
gon convinti di corruzione , e di barat-
teria.
Tutti i Tribunali di Pekin conofeonode' delitti delle perfone loro ìòggetto,per cagion dell'impiego ; ma quando il
Q_ ì de-
^^H
246 Giro del Mondòdelitto merita pena grave , come di con»fifeazion di beni, di bando , o morte 5 al-
loradopo averlo fatto fapereal Reman-dano il procedo, e Taccufato a queiìo
Tribunal, che pronuncia la fèntenza difc
fìnittva . Nel palagio di quefto Tribuna-
le vene fono quattordici inferiori per le
14. Provincie del Regno, non altramen-
te , che è detto del fecondo Tribunale*.
E'bcn contrario ileoftume Cinefe dal
noftro nella diuerfità de*mpplÌci,poiche
a* nobilinoi tagliamo la tefta 5 ma in Ci-
na il più gran difonore, che un' uomopoflà ricevere, fi è di tronca rgllfi il capo.QuàdaTImpcradore vuol fare una gra-
zia ìtraordinaria a un gran Signore, oMandarino condannato a morteli man-da una pezza di feta delicatifiìma,peref-
fcrc ftrangolato » Praticandoli dunque»in Cina di ftrangolare i Nobili , e di ta-
gliar la tetta a* plebci;quando ciò avvie-
ne , comprano i parenti il capo, e'i bullodal Carnefice cento , e mille pezze d'or.
to,fecòdo 'or ricchezza; dimando gran-
de ignominia, che rcfti insepolto il ca-
davere, poiché va congionta anche a tal
pena la proibizione della 1 e poitura ; mapure il carnefice il fa con fuorifehio*
Fra le leggi , che quello Tribunale ofier-
HHHBH jBWiBBBBHBlBBBBBi mbmsbw
Dst Gemeiii* 247
va , vi e una (labilità per gli antichi Re;
ed è , che quando un delinquente è de-
gno di qualche grazia , per alcuna rara-»
qualità ,0 eccellenza di miftiere,come r.aabeft!a$.
per le noftre Leggi Imperiali anche è dc-tf.d» r*<"*
terminato , fi lofpende l'cfecuzione fino
alla fine dell'Autunno feguétejper goder
di qualche indulto, che fi concedendonatività , o matrimonio de* Principi,
o
mutazione llraordinaria di tempo, ove-
ro terremoti;liberandoli in quelle occa-
fionitutti i prigioni; onde coloro, a'
quali fi è ibfpefa l'efecuzionc , fon polli
in libertà , o almeno godono delia vita,
e della fperanza per alquanti mefi.
Il fello fupremo Tribunale fi dico
Campu,o Tribunal dell'opre pubbliche*
Egli ha cura di fabbricare, e di riparare
il palagio de' Re, e loro fepolcri, e i
Templi , in cui onoranfi i loro Predccef-
fori , egli altri , dove s'adora il Cielo , la
Terra , il Sole,e la Luna . Così anche ha
cura di riparare i palagi de' Tribunali di
tutto l'Imperio,e quelli di tutti i gran Si-
gnori . A lui fon accomandate le Torri,
póri,e tutt'altrc opre neceflarie, per ren-
der navigabili i fiumi, e le fìrade pratica-
bili ;Vi fon nel fuo palagio quattro Tri-
bunali fubalterni .U primoYm xen fn,di
Q 4 <u *>
1HHHHH "s*'-i)V •?,':>>1>5:
24S Giro del Mondocui è l'efaminare , e formare i difegni di
tutte l'opre , che fi vogliono fare . ili fe-
condo Yu hem fu, a cui è commefia la_»
fabbrica dell'armi necefTarie per PAr-xnate . Il terzo, Tu xui fu , intende a
rendere i fiumi, e* laghi navigabili >a far
appianare il cammino , coftrurre, e rifa-
re i ponti . Il quarto Ceticn fu, ha cura_»
delle ca fé, e delie Terre del Re, chedà in affitto , e fa coltivare , e ne ritrahe
le rendite.
Per quanto G è detto , fi vede , che i
fei Tribunali fu premi han (otto di fé 44.altri minori, che tutti han lor palagi par-
ticolari nel diftretto del grande,dal qua-le dipendono, con le fale , e camere ne-
ceffarie. Ciafcun ài quefti 44. Tribunali
ha un Piefidente, e 12. Configlieli, delli
quali quattro fono del primo grado del
quinto ordine di Mandarini,quattro del
fecondo grado del medefimo quinto or-
dine, e i quattro altri del fedo ordino •
Nel Tribunal del Regio Erario fon_>
raddoppiati, come in quello del crimi-
nale; de'quali i Tribunali inferiori han_>
ciafeuno un Prefidente, e 24.Configlie-
ri . Oltre di quelli Mandarini impiega-
ti, ve ne fon degli altri , che non fon_^
di niun'ordine,e nondimeno fon tali fol
per
Del Gemelli. 249
per nomeie dopo ale uni anni di fervizio
il R e gli pone nel nono, o ottavo ordine
de'Mandarini . Quelli Tribunali han_>
tutti i loro Scrivani , e Portieri , ed altri
Ufficiali , ch'eglino mandan nelle Pro-
vincie . Han Sergenti per fervirfeoo
nel Palagio,e Laccai per portar i difpac-
ci, Carcerieri , Bargelli , Birri , ed altri,
che baftonano i colpevoli, Cuochi per
apparecchiare il mangiare, che loro dà il
Ile ogni giorno , fervidori per fervile a
tavola,ed un'infinità d'altri, tutti tratte-
nuti a fpefe del Re. Il narrato numerode'Mandarini è da intendere in tempoche fu dell'Imperio Cincfe , fotto la paf-
fata famiglia , llcome vien notato dagli
Scrittori 5 perocché al prefente fon quel-
li al doppio; per eflempio il Tribunale^,
che ne aveva 12. ne ha 01324. dodici
Tartari, e dedici Cincfi.
Qucfti fon i fei fupremi Tribunali, che
reggon tutta la Cina, e che fon si celebri
détro quell'Imrerio;ma perciochè ogn'
un di lor in particolare ne farebbe flato
troppo potente, i prudenti Re gli hannoper tal guifa inabiliti, e distribuiti loro gli
impieghi , e regolate le funzioni, che_>
ninno è alToluto nell'affare di fua giuris-
dizione, ma tutti dipendono l'un dall'al-
tro;
) 4 5° Giro del Mondòtro; per efempio il primo Previdente del
quarto Tribunale, ch'è quello di guer-
ra,avrebbe potuto rubellarfi ; fe egli avef-
fe avuto un'autorità indipendente, per
cagionChc tutte le Truppe del Reamofono fottopofte a'fuoi ordini ; ma egli
non ha danajo, e gli convien , che dopo
cheha avuto l'ordine del Rc,lo dimandi
al fecondo Tribunale , ch'è dell'Erario
Regio . Le barche, le carrettelle tende,
l'armi, ed altri Strumenti da guerra , di-
pendono dal fefto Tribunale , a chi bifo-
gna, che il 4. s'indrizzi; e in fine i cavalli
fon (otto la giurifdizione d'altro Tribu-
nal fcparato/achi bi fogna dimandargli.
I Mandarini d'armi compongo-no cinque Tribunali , che fi chiamano
ùfù, cioè a dire cinque claiTì, o truppe.:.
Il Ior Palagio è a delira, & ad Occidente
del Palagio Reale . Il primo fi chiama^,
Hea fù,o Retroguardia; il fecondo Tsòfu, o Ala finiftra : il terzo Yeti fu , o Ala
deftra :il quarto Chilm fu , o Corpo di
battaglia: il quinto Cien fu , o Vanguar-
dia. Qucfti cinque Tribunali fon go-
vernati per 1 5, gran Signori , tre in_*
ogni Tribunale ; de'quali uno è Preci-
dente, gli altri AfTeflbri . Tutti 1 5. fon-,
dei primo ordine de' Mandarini 5 ma i
Pre-
Del Gemei l il' 551Prendenti fon del primo grado di que-
sto ordine , e gli AfleiTori del fecondo
.
Egli han cura di tutti gli Ufficiali , e de'
foldati della Corte.
Quefti cinque Tribunali fon foggetti
ad un fupremo Tribunale , che fi dice_>
Iflmchlmfù, cioè adire Tribunal di
guerra, del quale il Prefidente è fempreun. gran Signore . La Aia autorità fi di-
lata fopra detti cinque Tribunale fopratutti gli Uficiali , e foldati dell'Imperio;
ma per timor, che no s'abu fi d'un si gra.
potere , gli s'è dato per AfleiTore un-#
Mandarino diletterò con titolo di Su-premo Reggente, e due Sindaci,o Ifpet-
tori Reali,cheli vcgghian fopra in tutti
gli affari. Tanta quantità di Mandarinifi è moltiplicata per lo buon governo,come per guiderdonare i vaflalli bene-meriti, c'hanno aiutato il primo Re del-
la famiglia precedente a rcnderfi Padro-ne del l'Imperio. E certa mete i Cinefinóhan paiTTonc più violenta , che quella-»
di comandare, in cui ripongono tutta la
Jor gloria , e la lor felicità : come fi co-nofee da una rifpofta , che fé un Manda-rino al Padre Matteo Ricci da Macera-ta; qucfto Padre ragionandogli delia no-ftra Santa Legge, e della felicità eterna;
Ta-
WM SBBB
252 Giro del MondoTacete, rifpofe il Mandarino, lafciaft*
quelli deliri. Voura gloria , e voftra feli-
cità ila tutta di voi , che liete (tramerò ;
che per me tutta la mia gloria , e mia_>
felicità confitte dentro quella cintura ,e
quell'abito di Mandarino: tutto il rima-
nente non è, che di favole , e di paiolo,ch'il vento porta via ; e fon cofe , che fi
raccontano, ma non fi vedono; quel che
fi vede è il vantaggio di governare, e di
comandare agli altri . L'oro , e l'argen-
to, le donne , e le concubine , come an-
cor la numerofa Corte, gli arredi, i ban-
chetti, i follazzi , e i beni tutti, e gli ono-
rile la gloria,fon le confeguenze del van-
taggio d'efter Mandarino. Quella è ia
felicità, che noi defideriamo , e che noi
godiamo dentr'il noftro grande, e fnblt-
me Imperio, e non la voftra, ch'c altret-
tanto inutile, quanto ella è invi libile, ed
imponìbile ad acquetare. Cosi parlò
quell'empio Ateifta.
Havvi ancor Mandarini , che non fon
diniun'ordine clelli nove , chiamati Vi
;o licu, cioè a dire uomini indetermina-
ti.Così vi fono d'altri detti Vupin , cioè
a dire, che non trovano ordine, che loro
convenga, per efiere i loro meriti si gra-
di, che gli elevano al difopra di tutti gli
or-
Hr i '"innrii' '
"•••> >' - ^ ..»... ..u.j.. < ..<..v.j.-.^.t.
Del Gemella 25
1
ordini, e gradi; quefti fono i Regoli,Du-chi, e Marchcfi , che governano ne'cin-
que Tribunali d'armi ; dimando più la_>
dignità di Duca, e di Marchefe, che per
gli loro grandi fcrvigj s'hanno acquifta-
to, che Quella di Mandarino*
Capitolo ottavo.
Direrfì altri Tribunali di Tikjn,dclle quinded
Trovincie, e Città dell'Imperio della Cina,
IL principal Tribunale è detto Hàn liti
iven, cioè a dir giardino,o bofeo n'o-
lito in lettere, o faenze . Quello Tribu-nal contiene un »ran numero di Man-danni dotti, e di buon'ingegno, cne fon
diviti in cinque dalli, e compongonocinque Tribunali ; i quali il Re ha leciti
fra i nuovi Dottori , ch'ogni tre anni il
fanno in PeJdn ; poiché venendo tutti i
Licenziati del Regno chiamati Kiù gin,
cioè uomini iiluttri in lettere, fono e/a-
minati con tutto rigore per 13. giorni
continui; de'quàli poi fi dona a foli 366.il grado di Dottore, che han dimo Oratopiù di capacità. Quefti cinque Tribu-nali fono i Maeftri, e Precettori del Prin-
cipe fucceflòrc nell'Imperio ? a cui infe:
gnano
ED
ii
254 Giro del Mondognano le virtù, e le feienze, fecondo Ia_»
Aia età . Eglino fcrivono tutti gli avve-nimenti, che accadono alia Corte , e ali*
Imperio, che meritano d'eflere traman-dati alla posterità . Eglino compongonoTlftoria generale del Regno, ed altri li-
bri : ed eglino fon propriamente le per-
sone di lettere del Re , che gli eligge adeflere Colao , o Configlicri . In fine_>
quefto Tribunale è un'Academia Rea-le. Coloro della prima Claflfe , o Tribu-
nale, fon del terzo ordine de'Mandarini:
quelli della feconda del quarto, e tutti
gli altri tre fono del quinto.
Effendoii parlato dcll'efame de'Lìce-
ziati, e del grado di Dottore , è dovere,
che (I fpieghi la maniera,come (i pervie-
ne al grado di Baccelliere, che fi dà nelle
Città, e di Licenziato, che nelle fole_>
Metropoli delle Provincie fi conferifee,
come quello di Dottore folamente in_»
Pekin . E in quanto alla Baccel/eria,che
i Cinefi dicono Siu zay, vi è perfona de-
putata dal Re in ogni Provincia , che vad'una in altra Città per efaminar gli
Studenti, de'quali s'efpongono all' efa-
me in ogni Città da quattro in fei mila_»
(fecondo che più, o meno fon quelle po-
polate)Quefti da tre diverfi efaminatoutre
I MHHHJIIP
Del Gemeili.1
255
tre volte fon provati . Il primo efamoè di quattro Letterati decani , che rifìe-
dono nell'Accademie di Conflitto . Il
fecondo fafiì da' Prefetti della Città di
coloro folo, che meritarono l'approva-
zione de* primi . Il terzo fallì per loThi-
hio, oefaminaror Regio di quei pochi,
che fono ammeflì da' fecondi . Cosi del-
ie migliaia, che s'efpofcro in prima al
rifehio di sì dura imprefa , fol pochi ne
rimangono alla fine ammeflì all'onor
della Baccelleria: e talvolta non giungo,
no ne meno a trenta 5 rigettandoli rutti
ali altri , ficcome indegni, e non da ran-
to . Né perciò i rigettati (ì Igomentano,
o dal loro Audio s'arreftano; anzi eglino
fpronati dall'onore , e dall'accoglienza,
che (ì fa a'graduati, ritornan a qucll o copiù ardore, per efporii di nuovo ali'efa-
me feguente.
Concorrono poi al fecondo efame di
Licenziati , o maeftri folamente gli otti-
mi fra gli approvati nel primo de* Bac-
cellieri perche l'cfame è molto rigoro-
fo . Eglino fi promovon fol di tre in tre
anni nell'ottava Luna , che a noi fuol ca-
dere in Settembre ; e non altrove , che*
nelle 15. Metropoli delle Provincie, e in
numero limitato 3 ch'endovene nelle due
Città
2$6 Giro del MondoCittà principali di Pekin,e Nankin in-i
torno, a i so.e nell'altre più,o me no, fino
a cento . Si eliggono dunque dall'lmpe-
radore trenta ("oggetti i più valenti per
queft' efame: de* quali ne van due ìn_*
ciafeuna Provincia, per far l'èfune ,chc
fi deve precìfamente far nel nono, duo-decimo^ quindecimo dell'ottava Luna:
chiamino quelli due altri in loro aiuto,
che foli non bafteivbbono a tanto. I dueEfaminatori in tanto non parlano cori.*
niuno , per non dar fofpetto : Se afpet-
tano l'alba del nono giorno, per dar l'ar-
gomento d'improvifo a ftudiar del pari
a tutti. Quefto efame fi fa dentro un pa-
lagio, clic hi all'intorno picciole ca-
merette con tavolini , e fedie . Entran-
do i Baccellieri fon rigorofamente cer-
cati nella perfona , per veder le portano
fcritto : nel cui calo farebbon certa métebastonati ; efìTendo loro permeflTi fol U*_»
carta bianca, tre pennelli, e calamaro,
prefo il punto li pongono in quelle ca-
merette chiuti , e guardati per non co-
municarli l'un con l'altro. Gli argomen-ti (opra i quali devono far pruova del lor
talento il primo giorno, fon quattro
fentenze, tolte dalle molti dime, che (I
trovano ne'iibri compilati da Conflitto,
e ne*
Del Gemella 257e ne' tre de' quattro libri , che fon degli
autentichi fra Cinefi: quefte, a grandiffi-
me lettere nere in campo bianco, fi ap-
pendono ne' quattro angoli dei cortile:
/opra le quali ogn'un compone un ra-
gionamento, che non deve paffar 300.caratteri , che fono altrettante parolo.Il duodecimo della Luna, fi propógonotre particolari avvenimenti , o fatti , Co-
pra i quali Ci vuol dar giudicio,per darneconfiglio al Re in forma di memoriale^.L'ultimo di fi fentenzia fopra tre punti
in materia civile , e criminale; affòlvcn-
do, condennando , o componendo lcu>
parti , come G. dafTe giudizio in Tribu-nale .Intorno a ciafehedun diqueftitrc
efami Ci fatica,dalle prime ore del dì fino
a notte ; eflendo il mangiare in palagio,
appretta to dalla Citrà,ben leggiero , per
non ingombrar l'intelletto • Fatto fera i
Compofitori piegano i lor fogli,e gli cò-
fegnano a'Diputati,fcrittovi fotto ogn'-
uno lì ino nome ; i quali componimentifi tralcrivono da' copiatori : e rincon-
trati poi con gli originali , fi danno a
gli Aggiunti,per fune giudizio del meri-
to,Ienza faperne l'autore , a fine d impe-dire ogni corruzione . QucOi ne fcel*
gonoi migliori in doppio numero* che
Tane IV« R poi
'2$$ Gifo im Mondopoi preferitati a' due Deputati, eJiggòno
la mctà;edi quei componimenti rincon-
trati con gii originali ( che «ì ferbavan-j
frattanto chiufi fotto chiavi ; fi pub-
blicano i Soggetti , che reftano graduati
Maeitn", con gran feda, nella fine del-
la medefima ottava Luna .
£ perche i Tartari per la loro ignora-
za malagevolmente paflerebbono per lo
rigor di quefti efami , a fine d'avere il
grado di Licenziato, per poter occupar
Ja carica di Mandarini; fi è introdotto
dal Re per loro il titolo di Kien Sem,cheper denaro il dà ,con firmandogli per se-
pre nel grado di Baccellieri , ed in flato
dieGTer Mandarini
.
Il Tribunale chiamato Guet^ù Kién_>
è la Scuoia Reale di tutto l'Imperio, che
ha cura di tutti quefti Baccellieri, e Ru-
denti, a' quali il Rehacóceduto qualche
privilcgio,ehe gli uguaglia a'Baccellieri;
come di presentare il vino al Regnandofa facrificare al Ciclo, alla Terra, ai Soie,
o alla Luna , o a qualche Soggetto be-
nemerito . Quefti ftudenti graduati foro
d'otto forti , cioè C"m Scm,Quón Sem,NgcnScm, CùmSem,Kicn Sem,Cum-cu sche foglion eftere ammogliati coruDame della cafa Reale, a' quali iì Rp
eoa-
•$*' ft.^rac,BBSsra^s?»**-?
^H **£*%< ^^
DVl Gfi ME t li. 259concede quefra grazia, come all'altre
due , per /ervizj de* loro maggiori ,o in
opportunità d'allegrezze pubbliche.
I Mandarini, che compongono il Tri-
bunale chiamato Tucha yven , fon Vifi-
tatori , o Sindaci della Corte , e di rutto
l'Imperio. Il Prcfiuente è eguale in di-
gnità a* Prefidenti de* Tei fupremi Tri-
bunali ; e cosi è Mandarino del fecondoordine, e il Aio primo AtfefTore è del
terzo , il fecondo del quarto ; e tutti gli
altri Mandarini , che Tono in grande di-
gnità del fettimo ordine. Il loro ufizio e
di vegliar continuamente alla Corte,
e
dentro tutto l'Imperio, per fare oflcrvar
le leggi, e i buoni cornimi; e che i Man-darini efercitino loro ufìzj con giuftizia,
gaftigando gl'inferiori , e dando parte al
Re de' mancamenti degli uguali . Ognitre anni fanno una vifìta generale, man-dando 14. Vifit^tori per tutto l'Imperio,
uno in ciafeuna Provincia . Tolto che il
Votatore entra nella Provincia , divienSuperiore al Viceré, & a' Mandarinigrandi, e piccioli; e gli findica con tantorigore , ed autorità , che il timore, che-?
ne hanoiMàdarini,diede cagione a quelproverbio ordinario in Cina , Laó xuKien mao , cioè a dire , 1/ Topo ha vijio il
R 2 Gat-
sa ssns^^H
*6o Giro del MondoCatto 5 c ciò non fenza ragione, perche^
poflono loro togliere l'impiego, e rovi-
nargli. Finita la viiita ritornano alla_»
Cortc,ognuno con mezzo milione , che
i Mandarini lor danno; quale poi eglino
il dividono,ncl loro arrivo,col Prenden-
te, & Afifefibri: & appretto rendono con-
to a quelli , ed al Re della lor viiita. Or-dinariaméte non denunciano,chci Man-darini, de* quali Tingiuftizie , e le tiran-
nie Con pubbliche , che non fi poflbn na-
scondere ; o i poveri,chc non han potu-
to dar loro denari.
Qiiefta vifita la dicon Tachai, o vifita
«rande , e generale. Il medefimo Tribu-
nale fa una feconda vifita , che 11 dicc_>
Chùn chài, o viiita del mezzo; mandan-do Visitatori a' nove quartieri della fró-
tiera,dalla parte del gran muro, che di-
vide la Tartaria dalla Cina. Se quelli del-
la vifita generale fanno gran profitto , oper meglio dire grandi ladronecci; que-
lli ultimi ne fan di vantaggio fopia i di-
ftributori del falc
.
Laterza vifita fi chiama Siaòchai, opicciola vifita . Ella fi fa ogni tre mefi,
mandando Vifitatori, alle volte feono-
feiuti, in una Provincia, o Città, e poi in
altra, per prender informo fegreto con-
tro
Del G eme il i^ 26
1
tro qualche mandarino, famofo perle*lue tirannie . Oltre a queftc vifitc,il mc-dcfimo Tribunale manda, ogni tre anni,
dentro ciafcuna Provincia un Visitatore,
detto Hió yucn , e in ogni Città un'altro
nominato Ti-hiój per efaminare ogn'an-
no i Baccellieri, e reprimere le violenze,
ch'efercitano contro i popoli , abufandode' lor privilegio gli gaftigano rigoffa-mente . Et in fine qucfto Tribunal man-da fempre, che ftima a propollto, un Vi-fitator , detto Scun ho , per viiltare quelCanale celebre, di cui fi è parlato al-
trove.
Alloggia quefto Tribunale dentro unvado palagio : & hafottodi fé 25. Tri-
bunali infcripri,divlfi in cinque Claflìj eciafeun de' cinque Tribunali ha cinquePrefidenti , e molti Affcffoti, ed Uficiali
inferiori, con loro particolari nomi; co-
me è detto d'altri Tribunali , che invigi-
lano al buon governo delia Città: fpe-
zialmenteledue ultime clafli ,che hancura di fare arredare i ladri,! malfattori,
ì vagabondile di cònVnarsdi a'Tnbunalifuperiori 5 di vifitarle ftrade,e quartieri*
di far la ronda > e fentinclla la notte . I
Capitani di ftradc, fono fottopofti aqueftc due Gaffi 5 poiché ogni dozena-»
R 3 di
I
262 Giro df.l Mondodi famiglie , ha un Capo detto Paiteà:
e dieci 'diquefti Paftèiì n'hàno un'altro,
chiamato TsùmKia,ch'è obbligato ai
avvertire quelli Tribunali di ciò , che li
fa nella fua contrada contro le leggi , o
control buoni coitami; e dare avvito
de* foreftieri , che vi capitano , e d'ogni
altra novità, che vi Ila . Eglino ancora
debbono efortar le famiglie alla virtù, e
al ben operare.
Il Tribunal lu-hio è retto da due pre-
fidenti, i quali han cura de' Baccellieri
di lettere , e d'armi ; per efercitare i pri-
mi a' difcoriì di ben governare 3 e i fe-
condi a gli affari delle guerre.
Il Tribuna' chiamato Cònó>o* Co li,
è quello degl'Ifpcttorì, de' quali fopra_»
fi è parlato , che fon divifi in fei Claflì,
come i fei Tribunali fupremi , da' qual j
prendon lor nome . Per efempio il pri-
mo Lieo, olfpettore del fupremo Tri-
bunale de' Mandarini 5 o Hù co, o Ifpet-
tore del fupremo Tribunal dell'Erario
Regio, e cosi degli altri . Ogni clafle è
comporta di più Mandarini del fottimoordine: quefri fon deftinati ad avvertir
l'imperadore delle mancanze, che com-
mette nel Governo : e ve ne fon si forti,
e intrepidi , che fi elpongono talvolta ai
ban-
Del Gemili. r. 263banno , e alla morte , per dir Ja verità ai
lor Principe , o con memoriale, o a vo-ce 5 di che l'iftorie della Cina ne raccon-tano più esépli. Egli è arrivato altre vol-
te , che il Re fi ammendi de' falli , e chericompenfa gcnerofamente , chi rha_>
avvertito. Eglino han penderò d'invigi-
lare a* difordini de' fai Tribunali fupre.
mi , e di avvertire il Re per memorie-»fegrete , Il Re fi ferve di quclti Manda-rini per materie importanti , e n'euggetre ogni anno per Vilitatori.
Dal Tribunald'Him-gin-fu prende il
Re gli Ambafciadori, e Inviati per man-dargli nella CoreaJnoccaiìonCjchc vo-glia confermare il titolo di Re a quello,
che comanda in quel Reame , o portar
i titoli ad alcuna perfona benemerita.
Il Tribuna/ di Tal li su , cioè a dir la_*
fuprema ragione , e giustizia, ha cura di
cfa minar le caufe dubbie, e difficili 5 e di
cófermare,o rivocare le ientéze, fpezial-
méte nelTribunaledelcriminaie,dovc fi
tratta di roba,o di onorerò di vita:poiche
fé quefto condanna alcunoa morte ; e->
ritrova le cagioni delia fentenza dub,biofe , quella rimette al San fa su, che è
come dio Con/eglio di cofe lenza 3 che_>
Unito coiTrib linai di Taì li sù,e'l Tu che
A 4 yven^
H
II
264 Giro bil Mondoyven , o fupremo Tribunal de'VifitatO-
ri, è quello del criminale, ailieme efamx-
nano di nuovo il procelle*, in prcfenza»»
dell'accufato > e dell'accufatorie roven-
te ne avocano la fentenza.
Il Tribunal Tùm chini fu ha penfiero
di pubblicare alla Corte, e dentro tutto
l'Imperio gli ordini del Re : come di ri-
veder tutti i memoriali de* Mandarini di
Jettere,e d'armi,prima di andare dall'lm-
peradore ; che ritengono , o fan pattare,
fecondo che giudicano apropofìto ;
non potendo niSuno prefentar memo-riali al Re, fcnza prima cfler quelli rive-
duti,ed approvati perquefto Tribunale:
eccetto quelli de' Mandarini di Pekin_>,
che gliprefentanoadirittiira.il Prende-
te di quello Tribunale è del terzo or-
dine.
Il Tribunal Tai cham fu è come aflb-
ciato al fupremo Tribunal de' Riti. II
fuo Prefidenteè del terzo ordine : i fuoi
A (Teflon del quarto ; e gli altri del quin-
to , e fello . Egli ha particolar penfiero
della muiìca,de'iacrifìcj,e de'Bonzi am-mogliati , e d'altro.
E' anche affociato al Tribunal de'Ri-
ti un'altro Tribunale,detto Quam io sii,
cioè adire , Ofìerie Reali, il quale hapen-
Del G emeili] 265penfiero di preparargli animali, il vino;e tutto ciò, ch'è ncceflario per gli facri-
fìcj, e banchetti Reali . II fuo Prendenteè del terzo ordine.
I Mandarini del Tribunale detto Taipò su fono de' medefimi ordini, che co-loro del precedente,i quali provvedonoi cavalli per lo Re , e per la guerra , di-
ftribuendogli a' Capitani, e dentro loFortezze. Al prefente i Tartari Occiden-tali gli conducono ; e rimpcradorc ne_>
compra da 70. mila ogni anno, e'i dop-pio i Signori , e particolari.
Kin Tlen Kicn è il Tribunal della.*
Matematica . Il Prefidente ( che oggi èil Padre Filippo Grimaldi della Compa-gnia di Giesù ) è del quinto ordine , e i
due Tuoi A (Teflon del iefto : gli altri del
iettimo, ed ottavo . Coftoro s'applicano
all'Aftronomia , ed han penderò d'av-
vertire il Re del tempo , della durata, edella grandezza degli eclilTì del Sole, e_>
de Ha Lunaj delle quali cofe l'Imperado-
re fa avvertir tutti i Tribunali delie Pro-vincie per lo Tribunal de' Riti , affinchè
fi preparino a far le cerimonie neceffa-
rie; che conilftono a far battere il tam-buro, mentre dura l'eclifle , ponendoti
i Mandarini inginocchione,có gli occhi
alzati
266 Giro del Mondoalzati al Cielo, e con timore rifpcttcvo-
le. Quefto Tribunal compone ancora_>
il Kalcndario ogni anno, il qual fi dirtri-
buifcc per tutto l'Imperio.
Il Tribunal Taiy yven ,0 di Medici-
na , è comporto de' Medici del Re,della
Regina, e de' Principi, i quali preparanodi lor mani le medicine.! Mandarini di-
pendono del Tribunal de' Riti.
II Tribunal detto Hrìm hi su fa la fun-
zione di Macftro di cerimonie nell'Au-
diéze pubiiche,cd è Coadjutore di quel-
lo de' Riti.
Il Tribunal Xàm Lcnyven ha pende-rò de' giardini,e degli animali , che s'im-
piegano ne'facrificj , e banchetti . Egli e
{oggetto alTribunal de' Riti.
IJ Tribuni! Xam paó su ha cura del
fuggello dell'Imperadorejil quale è qua-drato,d'un palmo di diametro,fatto d'u-
na pietra preziofa,come lo lignificano le
fue Lettere Xampaó . Da quefto diman-da i ftiggclli il Tribunale de' Mandarini,
per diftribuir le cariche a'Madarini del-
ia Cortese delle Provincie, avutane pri-
ma la licenza dal Re.Il Tribunal Kin y guei , è la guardia»*
della perfona del Re. Coftoro lo guar-
dano ? ed accompagnano , quando egli
va
;
Del Gemelli. 267va fuora del palagio, oda udienza . Il
Tribunale è comporto di più centina;*
di Mandarini d'ai mi, figli di gran Signo.
ri , ed è divifò in quattro ciarli . Quefti
ncn pattano mai , come gli altri Manda-rini , ma reftano nel loro Tribunale, ar-
rivando allo fpcflòalla qualità di Prefi-
dcnti,e Kolao. Eglino benché fiano
Mandarini d'armi , fono independeuti
dal Pimpu ,ch'è il fupremo Tribunale»»
dell'armi.
I due Tribunali detti Xùi qiìe su , che
fono i Governadori delle Dogane di Pe-
kin , che hall cura di porre le guardie a
tutte le porre delia Cirtà, e ricevere i di-
ritti , dipendono dal Tribunal dell'era-
rio Regio.II Tu pu ha due cariche 5 cioè di arre-
Ilare i ladri, e malfattori,e di farne i pro-
ceflì : egli trovandogli innocenti, gli
può liberare ; ma fé gli truova degni di
morte, gli deve rimetter al Tribunal del
criminale . Egli ha ancora potefrà di far
ritenere gli (chiavi fuggitivi , i quali fa
baftonaie, e poi confegna a*padroni,fe-
gnandoli prima col ferro nel braccio il-
niftro. I tagliatori dì borfe , per la prima
volta li marcano con fimil ferro al brac-
cio finiftrosla feconda al deftroje la terza
a
268 Giro dei, Mondofi rimettono al Tribunal del criminale.
Il Tribunale detto Fu yn,è quello de*
due Governadori della Città di Pekin_,.
Quefti Governadori fono fuperiori a
quelli di tutte l'altre Città dell'Imperio.
Eglino fono del terzo ordine de'Manda-rini , e i loro Aflefiòri del quarto . Il pri-
mo ha foprantendenza di tutti gli Ru-denti , e letterati di Pefcin , i quali non.»
fono ancora Mandarini . Il fecondo > di
far giuftizia , e fapere il numero delle?
famiglie, e perfone della Città; e di far
preparare il luogo, e le co/è neceflari«L>
periofacrificio.Chiamano i Cinefi que-llo Governadore Fu mu, cioè il Padre,e la Madre del popolo.
Vi fono ancora due Tribunali , detti
Tai him hién , e Vón pin hién, che han-no il medesimo impiego, che il Tribu-nale de' Governadori della Città, dalquale eglino dipendono 5 per cagionodiefterfidivifoPekin in due Città, fe-
guendo ileoftume di tutto l'Imperio,dove fi contano le Città per una , o due,fecondo la grandezza . I Prefidenti di
quefti Tribunali tono del feftoordinej.Tsùm gin fu è il Tribunale de* Grandi,
che difeendono di Padre in figlio dalla
famiglia J^eale . Il Prefidente è ubo di
€0-
Del Gbmelìi. 269fcoloro, che han la qualità di Re: egli
non è di alcun'ordine,eflendo di qualità
ad ogni ordine Superiore . I due fuoi Af-feffori fono Signori del sagù e Reale, an-
ch'etri fuor d'ordinejperò gli affari fi fpe-
difconocoll'interveto d'alcuni Àdàdari-
ni de'fei fupremi Tribunali . Tutta la lor
cura è di distribuire il danajo affegnato
a'parenti del Re di linea mafehile, o po-veri, o ricchi, che fiano, fino al ferro gra-
do? più,o meno,fecondo la loro dignità,
e proflìmirà . Oltreacciò giudicano nelle
caufe cosi civili , come criminali de'mc-defimi 5 e fanno efeguir le pene , dopoaverne fatto confapevolc l'Imperadore.
Quefti cógionti delRe hanno privilegio
di pinger di roffo le loro cafe, e i mobili.
Come che la famiglia precedente avearegnato 266. anni , era venuta in tanto
numero , che non potendo ad alcuni di
grado rimoto baftare il dana;o,ioro afle-
gnato ; fi efercitavano in arti meccani-che , ed erano divenuti troppo infoienti
col popolo , ora però non ve n'è rimafaradice . I parenti del Re Tartaro , che di
prefente governa , fono tutti Signori di
conto , e dimorano alla Corte ; ma fé il
lor dominio durerà molto, converrà,
che ancora ellì vengano in baffo ira-
to,
I
270 Giro del Mondoto,pcr la gran moltitudine.
Hoam cin è un Tribunale, che ha pa-
ri poteftà fopra i parenti dei Re , discen-
denti da linea leminile. Coftoro fono di
due forti ; la prima è di quelli , che di-
scendono delle figlie del Re , maritato
con ftudenti fcelti, com'è detto di fopra,
e fi chiamano Fu ma; però da'Cinefi nofono ftimati Principi del fangue , né pa-
renti del Re , come quelli, che non han-
no diritto alcuno alia fucccfiione;quan-
do anche fufie in tutto (penta la linea.»
mafehile . Qucfta coftu manza fi oflerva
anche dal popolo; perche in Cina il ma-
ritare una figlia , è lo fk*flò,ch'efcludcr-
la per fempre dalla famiglia paterna , <l?
porla in quella del marito , dal qualcj»
pofeia prende il cognome.Perciò quan-
do i Cinefl vogliono dire , che una ver-
gine è andata in cafa dello fpofo , non (I
fervono del verbo Km , o andare , ma_»
del verbo Que'i , ritornare; e cosi non di-
cono : ella è andata , ma ritornata in fua
cafa. Parimente, quando l'Avo parla de*
figli di Tuo figlio , gli chiama femplice-
ìnente,Sun cu, miei nipoti ; ma quandoparla di quelli della figlia, dice : Vai fun
cu , miei nipoti di fuori ; perche egli gli
itima della famiglia di fuo genero . In-t
fi-
D e'i Geme liù 271
fi migliarne guifi parlando d'un morto;non dicono un tale è morto, ma un tale
è ritornato in terra .
Nella feconda forte di parenti del Redella parte femminile , fono annoverati
i Padri , Fratelli, Zij , ed altri parenti
delle Regineji Generi del Re,e i loro Pa-
dri, Fratelli, e Zij . Da quefte due forti
il Re ne feieglie alcuni più ragguarde-
voli , per compoineil loro Tribunale.
DifFerifcono folamente cflì da' Principi
delfanguc, perche quelli non fono di
alcuno de' nove ordini ; ed cflì fono del
primo ,e fecondo: quantunque fi ftimi-
no più onorati del nome di Hoam cin_/,
e di Fuma (che vai quanto parenti del
Re ) che di quello di Mandarino , anche
del primo ordine . Quefta feconda forte
di parenti fu parimente {terminata da.,*
Tartari .
Favellato abbiamo a fufficienza do'Tribunali de'Mandarini, e del Governodella Corte 5 retta ora di parlare brieve-
mente di quelli delle Provincie.Ciafche-
duna delle 1 5. Provincie ha un Tribuna-
le fupremo, dal quale dipendono tutti
gli altri . Il Prefidente ha il titolo di Tu-tan Kiiin muen, Fu yvén,Sidn fu,ed altri
nomi , lignificanti Governadore di Pro-
vincie,
RE www
272 Giro del Mondovincie, o Viceré ; e fuorefiferc fcielro dal
primo, fecondo, e terzo ordine, comepiace al Re, Gli appartiene di gover-nare,così in tépo di pace, come di guer-ra , e'i popolo , e foldati, e nel civile , e
nel criminale j di dar contezza al Re , oa' fei Tribunali fupremi di tutti gli affari
importanti.A lui fono indirizzati gli or-
dini dei Re , e de' fuoì Tribunali 5 e tutti
i Mandarini della Provincia fono tenuti
aver ricorfo ai fuo Tripunale,negii affari
di còfiderazione.Vi fono alcuni akriVi-
cerè, detti Tfum tócche hàno in gover-no due , e tre, e quattro Provincie ; co-
me farebbe a dire,Leam quam Tfum tò,
Viceré delle Provincie di Quàm tum_>,
e di Quàm si;(Quàm tum lignifica»»
Provincia verfo Oriéte, e Quàm si, Pro-
vincia ,che (1 (tende verfo Occidente^)
ed altrl,particolarmente fulla fronriera_,
della Tartaria . Oltre il Viceré vi è in
ogni Provincia un Viiltatore , detto
Ngan tai , oNgan yven ; e un'altro Ufi-
ciale di gran conto, che s'appella Tfum-pim, e comanda tutta la foldatefca della
Provincia. Quefti fuol* effer tolto dal
primo ordine de'Màdarini d'arme. Tut-ti quefti fupremi ufìciali delle Provincie
fcanno fotto di loro molti Mandarini,che
Del Gemelli? 27/ithe aiutano a fpedire le caufe . Benché-*
ciafcuno di effi abbia ordinariamcnre il
fuo palagio dentro la Metropoli , non-»
perciò vi dimorano Tempre ; ma vannocamminando per tutta la Provincia , fe-
condo richiede il bi fogno.
I Tribunali particolari delle Città Me-tropoli ibnoi feguenti . Un Tribunale-*
per le caufe civili , che 11 dice Pu chim„»
fu ;il Preildente del quale è Mandarinodel primo grado del fecondo ordine; i
fuoi due Aflefifori del fecondo grado del
medefimo ordine. Tiene due altri Tri-
bunali , non dipendenti, ma coadiutori
al lato.Quello a finiftra è il più ragguar-
devole, e fi chiama Tfanchim; e vi fono
due Prefidenri del fccódo grado del ter-
zo ordine: quello a delira il dice Tsan y,e i fuoi Prefidenti fono medefimamenteuguali , e del fecondo grado del quarter
ordine. In tutti e tre quefti Tribunali
vi fono molti Mandarini inferiori , chia-
mati Xeu lin quòn 5 i quali hanno cura
di decidere tutte le caufe , e rifcuotercj
le rendile Reali della Provincia.
Il Tribunale del criminale C\ dice-?
Ngan cha iu^ì fuo Prefidente, ch'c del
terzo ordine , non ha fotto di fc AiTcrTo-
ri, ma due elafi! di Mandarini. Nella.»
Tane IV. S pri-
274 Giro deì Mondoprima, che fi dice Fo fu, fono Mandari-
ni de! quarto ordine : nella feconda, det-
ta Cien fu, del quinto; gli uni , e gli altri
vendono appellati Tao li, o TàoTfun_»
e fono per io più Vibratori di tutte ìe_>
parti della loro Provincia .Quefto Tri-
bunale può togliere a' delinquenti e i
beni , eia vita , giurìa la gravezza do'misfatti: e quando non vi è Vifitatore^
nella Provincia, egli invidila fopra tutti
oli altri Mandarini", e fa confapevole ii
Re di quello , che fi patta . In una parola
queftidue Tribunali del civile, e del
criminale, fi adoperano nelle fteflecofe,
che i fei fupremi della Corte , e fono co-
me loro foftituti.
Fdivifa ogni Provincia in di(tretti,cd
ognidiftretto ha un Mandarino, chia-
mato Tao li, ch*è come un Vifitatore, o
Ifpettore del buono , o malo governo
nel fuo Territorio ; e perciò fi toglie dal
Tribunale degl'Ifpettori (detti Co tao)
del quale fi è ragionato di fopra . Egli
ha penderò, di far , che i Governadori
delle Città, e Ville prontamente paghi-
no i diritti del Re.Tutte le Città del primo ordine,o che
fiano Metropoli, oche no, hanno un
Tribunale, doveprcfiedcil Govcrnado-*^
Del Gemelu. 27
5
re di cfTa,e del Tuo Tcrritoriojch'è Man-darino del quarto ordine , e fi dice Chi-
fu . Coitui ha tre A (Te (Tori : il primo fi
chiama Tuoi chi?iJ fecondo Tum puon,e'1 terzo Chui quon; tutti del fefto,e Set-
timo ordine . Si dicono ancora fecondo,
terzo, o quarto Signore della feconda.,,
terza > o quarta fedia ; o della feconda^,
te rza,o quarta Città; perche il Prenden-te fi appella primo Signore, prima fe-
dia ,e prima Città . Vi fono oltreacciò
quattro Mandarini inferiori , detti Kimlic , Chu fu , Chao mo,Kim Kiao , tolti
dal fettimo, ottavo» e nono ordine. Del-
l'ufìcio di quefto Tribunale fi è favella-
to abbastanza, parlàdofi del Governado-redi Pekin. Tutte le Città dell'Imperio
hanno limili Mandarini ; ma quando el-
leno fono di gran comme rcio , o pure_>
hanno molto territorio , con molti Vil-
laggi dipendenti,il numero di Mandari-
ni è doppio.Le Città del fecondo ordine, chiama-
te Cheu, fono di due forti; quelle della
prima fono foggette alla fola Metropo-li , come fé fufTero del primo ordine, edhanno Ville dipendenti; quelle della fe-
conda fono fotropofte alle Città del pri-
mo ordine , o che abbiano , o no Villag-
S 2 g l
55 «HWWWWB
276 Giro del Mondogi dipendenti . 11 Prefidcnte diqueftoCittà (chiamato Chi cheli) è del fecon-
do grado del quinto ordine 5 & ha due-*
Aflèfibri del fecondo grado del fefto , e
fettimo ordine, il primo de' quali fi dice
Cheu tum , e'1 fecondo Cheu-poon ; ol
tre un'altro Mandarino,detto Li mo,defecondo grado del nono ordine. Colo-ro s'adoprano nel medeiimo , che i Go-vernadori delle Città del primo ordine.
Il popolo chiama ilGovernadore Ta-ye,
cioè grande > o primo Signore ; e i troaltri , fecondo, terzo , e q uà rto Signore.
Qualfìvoglia altra Città dell'Imperio
ha un Tribunale , il di cui Precìdente fi
chiama Chi-hicn ,ed è del primo gradodel fettimo ordine . Ha fotto di fé ue_>
AfleflTori,il primo de' quali è dell'ottavo
ordine , e fi chiama Hien china 5 e'i fe-
condo, eh*è del nono, Chù pù;mail ter-
zo chiamato Tien fu , non è di alcun or-
dine. Coftui nondimeno fé Ci porta ono-ratamente ne' tre anni , che dura la fna
carica, ii Governadorc della Città infe-
riore ne dà ragguaglio a quello della fu-
periore ; e quelli al Governatore della
.Metropoliti quale ne dà contezza a'due
gran Tribunali della medefima 5 e quefti
al Viceré . Coftui ne fcrivc al fupremoTii-
WKm
Del Gemelli! 277'
Tribunale de* Mandarini; quefto ne par-
tecipa i Configlieri di Stato 5 ed in fine i
Configlicri di Stato ne parlano all'lmpe-
radore, il quale d'ordinario lo Ci Man-darino dell' ottavo, o nono ordine. Equella è la fcala ,che denno fare i Man-darini ,per elevarfi a nuove dignità;coI-
l'ajuto però di qualche prefente, che ab-
bia proporzione, col profltto,che pofTo-
no trarne; e quindi nafee, che poi il ven-
de la giu(H zia
.
Vn Mandarino , pofto ch'egli è ìilj
cartiera di Mandarino , Tempre dee ef-
ierc impicgato,purche non commetta^qualche grave fallo nel fuo uficìo ; del-
l'iftefla maniera , che in Roma fi danno i
governi dello Stato Ecciefiaflico in gi-
ro , facendofi avanzare i foggetti da'mi-nori a" maggiori . Si.coiluma però in_>
Cina, di feriverfi tanti nomi di Città,
quanti fono i Mandarini , che dimanda-lo impiego; e poi Ci cavano a forte colle
Città ; quantunque Ci fappia , che colui,
che fé la intende col Tribunalc,fa difpor*
re in guifa le tavolette, che ne vien fuo-
ri il nome della Città,che defidcra. Que-llo artificio alle volte non riefcc;e Ci nar-
ra d'un Mandarino, che in vece d'una_>»
gran Città? eflendogli poi toccata in_»
6 i forte
BK^BS9
27$ Giro del Mondoforte una mefehina; difperato del moltodanaio dato al Rcgiftratore , rizzoflì in
f>iè (perche allora hanno incolume di
itare in ginocchione ) e lanciatofigìi ad-
dotto , malmenollo bravamente, con_»
fatti , e con parole , in prefenza di più di
joo. Mandarini . Per la qual cofa con-
dotti amendue in prigione, poco man-cò, che non fulTero condannati a morte;
eflendo tal forte di mercati proibiti dalle
leggi del Regno , fotto pena delia vita.
Oltre i mentovati, v'ha dentro tutte le
Città dell'Imperio un Tribunale, com-porto d'un Prendente, e due,o tre AiTef-
fori , che fi chiamano Kiào quon , cioè
Giudici di gente di lettere ; perche la lo-
ro carica è,d'aver cura delle lettere , <L>
de'Letterati; di por mente, che i Baccel-
lieri non facciano infolcnze al Popolo; e
di£ired;ì tempo in tempo congregarci
Licenziati,Dottori, e Mandarini giubi-
latici trattar di coie icientirìche in un*
Accademia . Oltre quefti Mandarini,
fparfi per tutto l'Imperio , vi fono in al-
cune Provincie altri Tribunali partico-
lari ; come quello per la dUtribuzione_>
dei falc , foprantendenza delle rendite*
Reali, ed altri.
Tutt'i Tribunali, Un'ora deferirti, fo-
no
WBMWHHBM
Del Gè meli il 279rode'Mandarini di lettere: quelli peròd'armi fono in maggior numcro>pcrcheoltre d'eflervene in tutti i luogi de'Man-darini di Ietterei vene ftanno altresì in-»
molti confini di Provincie, ne'poi ti , c->
molto più nelle frontiere, verfo la Tar-taria. Si vede un Catalogo imprefib,
che fi rinova ogni anno, di tutti cofioro
co'nomi , titoli , patria , e tempo , nel
quale han ricevuto il grado ; e un'altro
limile di Mandarini di lettere.
Il numero de* Mandarini di lettere di
tutto l'Imperio è di 1J647. e d'armi185 20.che fanno in tutto preflb a 3 2
1
67,
Madarini; ciò che quatunque ila certif-
fimo,parerà forfè inveriAmile: ma non.»
fono meno maravigliofe le diftubuzioni
de'loro uffici , la difhnzione, e fubordi-
nazione; e par che i Legislatori non ab-
biano cofa veruna tralasciata, ed antive-
duti tutti gl'inconvenienti , che poteva-
no accadere . Non farebbe Imperio al
Mondo meglio governato , né più for-
tunato, fc la condotta, e l'integrità degli
Officiali corrifpondcfle alle buone leggi*
ma come che gl'inferiori non penfano,
che ad ingannare i Mandarini fuperio-
ri, quefti i Tribunali fupremi, e tutti in-
sieme il Rcj con fommo artificio , e de*
6 4 irrez-
nnsHBSES
aSo Giro del Mondofhezza, non che umiltà , e adulazione^;
non e gran fatto , che il povero Principe
allo fpeflb prenda la men fogna per veri-
tà; e malgrado le buone leggi, il Popolorefti oppreflb dalle Tirannie de'cattivi
Miniftri.
Tutti i mentovati Mandarini eferci-
tano la loro carica per tre anni , quali fi-
niti,pafifano ad altra migliore , purché i
loro mali portamenti non fiano d'impe-
dimento (com'è detto) . Niuno ha go-verno nella Città>o Provincia,ov'è nato;
acciò la giuftizia non vacilli, per gl'ìnte-
reflì, ed amor de'parenti ; a' Mandarini
però di guerra è permeilo , acciò com-battano,con più cuore,in difefa della Pa-
tria . Niuno diedi ha fervidori , ed ufi-
ciali proprj ; ma giunto al luogo del Ilio
governo,dee ricevere quelli,che gli ven-
gono offerti , e pagati dal Comune; ac-
ciò non abbian confidenti, per le cui ma-ni ricevan doni , o vendano la giuftizia.
Menando fcco figliuoli , fratelli , o altri
parenti , non poitono praticare co' Cit-
tadini , ma denno iìarfenc ritirati in ca-
fa , a guifa di Certofini.
Il bello li è , che quantunque vi fiano
tante belle , e buone leggi, per impedire,
egafiigare le baratterie de' Mandarini;
(cioè
De l G i mei li. 281
cioè a dire di fofpenderfì dall' uficio
chiunque prende fino adieciTaes ; di
cflfernc privato per trenta , e di morte^per 50.)pure la loro malvagità,ed avari-
zia truova il modo di ricevere ildanajo,
con tanta fegretezza , che condifficultà
ponno eflcr convinti; oltre che l'uno na-
feonde il peccato dell'altro.
Morendo alcuno de'Genitori del Mi-
niftro, dee egli rinunziare la carica, per
piangere tre anni , e rendere il dovuto
onore a chi gli ha dato refifcre;cioè,dor-
mendo,per molti giorni, (opra un poco
di paglia, predo la tomba ; mangiando
per alcuni meli fedamente rifo,cotto neì-
J'acqua fchietta 5 veftirfì nel primo anno
d'una velie di facco ; il fecondedi drap-
po men grotto s e'1 terzo , di più tolle-
rabile; e cotinuare per tutto quello tem-
po i (oliti facrifìc) : pietofo coftume,
cheofTervano gli fteiTì Impcradori.
Sidifccrnono le differenti dignità, e
qualità di tanti Mandarini, per diverfì
fegni . Primieramente dalle imprefe , e
titoli di tutti i gradi , per gli quali fono
pattati, fc ritti in alcune tavolette, che
fanno portarli avanti ; per fecondo dalla
quantità di Miniftri , che gli accompa-
gnano ', trascinando alcuni baftoni per
terira,
282 Giro del Mondoterra , e portando bandiere , ed altro. Dipiù dal numero delle perfone, che por-
tano la fedia ; perocché quattro fé nc->
concedono a gl'inferiori,cd otto a'mag-giori:e filialmente dal numero de'colpi,
che fi danno fui taburo Cinefe , che pre-
cede l'accompagnamètoipoiche fi tocca
cinque volte per gl'infimi Mandarini, 7.
9. t 1. e fino a 1 3. per gii fupremi . Deeanche notarli , che in si prodigiofo no-
vero di Mandarini,non accade giammaicó:cfa,comc nella noftra Italia, a cagiondella precedenza, imperocché fé 1*1m-pcradore viene ad averne contezza, fen-
za alcun fùHo,gIi priva della cariea , ac-
ciò da privati pongano fine alle loro dif-
ferenze.
CAPITOLO NONO.
De%
caratteri de' Cinefi : del loro ingégno , ed
abilità nelle arti liberali ; e decloro piti
principali libri,
QVantunque gli Egizi fi vantino di
eflere flati i primi , che per mezzodi carartcri.e geroglifici,!' loro ferimen-ti averterò alla pofterità tramandati; èfero certo, che i Cinefi gli hanno avuti
molto
mmmmmmmm
DelGsmez.lt.' ^sS^
molto tempo prima . Tutte le aJtrcj
nazioni hanno avuto un modo di Scrit-
tura comune, formata da un'alfabeto
eh circa 24. lettere , le quali benché varie
di figure , hanno quafi lo ftefìb fuonoj
ma i Ckiefi (1 fervono di ben cinquanta*
quattromila quattrocento , e nove let-
tere, ch'cfpnmono i loro concettile ciò
con tanta grazia , vivacità , e forza , cheparche non fìano caratteri ma voci,
e
lingue, che parlano ; o per dir meglio,
figure, e immaginicene vivamente rap-
prefenrano ciafeheduna cofa.
Qucfte lettere fono di due fpczie:cioè
o femplici, o compone di più i'empliche
perche ogni una di effe (a differenza del-
ie noftre ) è un /cgno,ed immagine rap-
prefentante qualche fpezial cola, qaan- *«!!!"£&
do è giunta a qualche altra 5 fenza alcun Magagna
dubbio , non femplici lettere , ma gero-c '4'
pa s-°6'
glifki denno appella rfl.Tra l'altre mara-viglie di tal favella , le parole fono po-che , e tutte monofillabe $ come Pa, pe,
pi, pò, pu, pam, pem, pim>pom, puiru,
e limili; ficebè toltene quelle monofilla-
be, di cui nò fi fervono, per non poterle
a patto alcuno profcrirc(comc Ba,be,bi,
boj bu, Ila, rc,ri,ro,ru, Pom,tom,nom,rnom, &c.) le loro parole, a volerle ben
ni
n^HKB
2S4 Giro del MondoConfiderare in fc ftefle , non fono più dì
320. ma fé fi considerano co'ioro dirTe-
renri accenti , badano a formare una lin-
gua perfettiflìma . Per ragion di efem-
plo la fillaba,Po,diverfamente pronun-
ciata lignifica undici cofc differenti; pò-
tendo efifer nome, pronomc,foftantivo,
adjettivo, adverbio, e participio : comeanche quando è verbo , può ilare in luo-
go di dimoftrativo, impera ti vo, foggi ù-
tivo, ed infinito ; nei numero del più , e
del meno,colle loro perfone; in tempoprefcnte,imperfetto> preterito, e futuro.
La divcrfa pronunciazione s'hà dalla di-
vertita dello accentojil quale è,o fempli-
ce,o forte,o gravc,o acuto,o circdfìcifo;
come anche dall'afpirazione, che ezian-
dio fi fegna,come tra'Greci.Si può tutto
ciò difcernere dalle undici maniere,colie
quali la fillaba,Po,può efiere confiderata:
Quando quefta fillaba vien pronunziatacoU'accento uguale, ed unno,Pò , figni-
fica
Del G emelli. 2S5fica verrojcol grave, Pò,u*gnifica bollire;
coH'acuto,Pó , crivellatore di grano, odi rifo;il 4. coJ circonfleflò apertolavi o;il 5.col circonfleflò fermo, e un punto di
fopra,preparare;il 6. col circonfleflò ca-
ricato , ed afpirato donna vecchia j il 7.coll'accento uguale, ed afpirato, róperej1*8. con un'accento grave, ed afpirato li-
gnifica inchinato 5 il 9» coll'acuto afpira-
to fignìfica quafi,prcflò;il io.col circon-
fleflò apcrto,cd afpirato innaffiare ; l'i 1.
con un circóflcflò fermo,col pùto fòpra,
ed afpirato, fchiavo . Da quefto efemplopotraflì agevolmente còprendere , comecon si poco novero di monofillabe , puòla lingua Cinefeeflere fempreefprefliva,abbondante, ed eloquente 5 perocchéikeome noi, colla diverfa combinazio-ne di lettere , formiamo tante innumera-bili parole ; cosi eflì, unendo,feparando,e* varj accenti mutando alle loro mono-fillabe , ponno efplicarfi,con ugual chia-
rezza , e leggiadria, che qualunque altra
più pregiata favella*
La flefla faciità, che hanno ad efplica-
re i lor fentimenti in ifcritto,colla diver-tita degli accenti 5 truovano anche nel
pronunciar diverfamente le parole: a il-
miglianza d'un mufico ? che colla lungaefer-
1%6 Giro del Mondoefcrcitazione , facilmente efprimc,eco-
nofee ad un tratto la varia modulazio-
ne ; che Tulle note gli è d'uopo fire colla
voce . Ma non perciò egli è vero , che i
Cinefl parlando cantino , (lecerne alcu-
ni s'hanno irrimaginato;nettampoco,che
portino appefa al collo una tavoletta.,,
nella quale feri vono quello, che voglio-
no dire , quando veggono,non edere in-
teli; e che non ponno parlare all'orec-
chio,come alcuni fi perluadono,ftiman-
do, che ftnza alzar la voce , non ponnocfprimerfì i tuoni, e gli accenti.
La lingua Cinefe ( al parer de'Miflìo-
narj ) è la più facile di tutte le altre Orié-
tali ; imperocché, fé per apprendere una
Jingua,principalmente fa d'uopo memo-ria,quella lingua farà più facile,chc aura
minor copia di parole ; perche fempre è
più agevole ritenerne una picciola quà-
tità, che molte. Or la lingua Cineie è
comporta di fole 320. monofillabe, qua-
dola Greca, e la Latina hanno un'infini-
tà di parole,di differenti tempi , nomi, e
perfone; adunque ella dee eder facile.?*
6'aggiungea ciò, che non v'ha d'uopo
altra ricordanza , che degli accenti , che
fono come la forma, da cui (ìdiftingue
la figmficazjon delle parole. 11 popoloCi-
^^^g^Jg £ig^£?^v K^#^
Del Gemella 287CInefc però pronuncia bene il rutto>con
fomma faciltà , fenza fapere che fiano
ruoni,o accenti j che non fono conofeiu-
ti, che da* letterati.
Non potrà di ciò dubbiraru*,quatc vol-
te fi voglia por mente , che i Padri Mif-
fionarj , che vanno in Cina, coll'applica-
zionedi due anni;predicano,cofeiTano,e
compongono in quella lingua, come fé
fufle loro propria 5 quantunque vadanoin quelle parti già avanzati in età : ondehanno compofli, e ftampati moltiflimi
libri , che fono ammirati , e {limati da_>*
medefimi Cinefi.
Se coloro > i quali inventano meglio,
e più prontamente, hanno l'ingegno più
elevato degli altri , denno i Cinefi efiere
all'altre nazioni antepofti; poiché fono
flati i primi inventori dello fcrivere,dclla
carta, della (lampa , della polvere , della
porcellana fina, e d'altre varie cofe . Se
mancano loro molte feienze , ciò è nato
dal non aver avuta comunicazione conaltri popoli 5 ma contuttociò fono cotu-
rnati nella moral FiIofofia,alla quale s'ap-
plicano molto ; e per la fublimità del-
l'ingegno , intendono facilmente i libri,
compofti da'Miffionarj, di lottili, edif-
ficiii quiftioni matematiche,filofofiche,
e teologiche. Qual
wwww I^B
288 Giro del MondoQuai Regno è al Mondo, cerne la Ci-
tiamosi copiofodi Univerfità? Certame-te vi fi contano più di dieci mila Licen-ziati ; de' quali lei , o fette mila s'aflfem-bianoogni tre anni in Pekin; dove ap-prettò feveri efami,ne fono ammetti 565.ai grado di Dottori . Io credo non vi fìa
alcuno Stato,in cui fi truovino tanti Ru-denti
, quanti Baccellieri ha la Cina ; nu-merandotene più di 90. mila : né che viabbia alcun paefe , dove la conofcenza_»delle lettere fia cosi univerfale,esì comu-ne ; poiché nelle Provincie Meridionaliprincipalmcntcnon vi è uomo povero,o ricco, cittadino,o villano,che non fap-
pia almeno leggere, e feri vere . In fine^non vi ha dubbio, che toltane l'Europa,non vi ha alcuna nazionc,che abbia pub-blicati tanti libri.
Le Croniche de' Cinefi fono di pariantichità col diluvio , cominciando foli
200. anni dopo . Sono elleno (late conti-nuatelo al giorno d'oggi, da divertìAutorijdonde fi potrà giudicare in qu à-
to numero di volumi San contenute.?.Hanno molti libri di filofofia naturalo,dove fi tratta della Natura, della fuc pro-pietà , e de* fuoi accidentiidivcrfi altri diMatematica dintorno all'arte militare;
^yv^^V!^«v«rtóii
Del Gemelli.' 289
ingegnofiflìmi, e dilettevoli romanzi , e
libri di cavalleria fimili air Amadis, Ro-lando , e D. Quixotte ; volumi infiniti
d'i(lorie, ed efempli dell'obbedienza de*
figli inverfo i Padri , e della fedeltà de*
vaffalli a'ioro Re; dell'agricoltura, di
difcorlieloquenti,di Poefìe aggradevo-
li ; di Tragedic,di Commcdie>e d'infinite
altre materie , che lungo fora il raccon-
tare . Il più maraviglioTo li è la gran fa-
ciltà, che hanno in comporgii; e talo,
che vi fono pochi Licenziati, e Dottori?
che non pubblichino almeno una, o due
opere.
Fanno gran moftra del loro ingegno
anche nella Medicina, intorno la quale,*
han comporto eccellenti Trattati . E*
vero, che pretendono di faper molto di
polfo,perconofcere, ediftinguere le in-
fermità, ed applicarvi i dovuti rimedj;
però non poÀb perfuadermi tanto , quà-
to l'amplifica il P. Daniello Battoli, il Neii'Hifto-
quale narra, che i Medici Cinefi noti.» * ;
.
a de,la^
1 • • iu- r j 11» rr Cina P ar, J-chieggono mai ali infermo dellcflcrej pag^a.e Sl-
itto prefente,nè del luccedu togli da che
è (lato fovraprefo dal male ; che ciò fa-
rebbe un confefTarfi alla icovcrta igno-
rante : ma fedutifigli accanto, gli oiTer-
vano atrentiflimamente circa mezza ora
?am ir* T il
B^B BB
290 Giro dsl Mondoil poifo; e dalla diversità degl'irregolari
fuoi movimenti , ehe fottiliflìmamente
difcernono , comprendono > enarranoquanto finallora , giorno per giorno, eall'infermo avvenuto , e pronofticanodell'avvenire: in che avanzano ( al dire_>
del Padre) di gran lunga i noftri mediciEuropei. Bel medicare in vero, non-»già per arte umana , ma profetico , anzi
divino . Alla fine nella noftra £uropa vi
fono fcuole , in cui Medicina s'infogna;
ma in Cina non ve n'ha alcuna : e fé il fì-
glio,avendola apparata dal Padre,non vi
truova a far bene i farti fuoi , la lafcia , e
prende altro meftierc più lucrofo ; per-
che i Cinefi fono in tutto abili . QueJL
che pollò con verità dire lì è , che quefti
migliori medici de' noftri sfuggono, apiùpotere di medicare i Mandarini , <^>
Signori; perche morendone alcuno fot-
Co lalorcura , i parenti gli fanno morirea baftonate; e perla fperienza , che han-no del loro faperc, proccurano di fard,
curare più torto da un chirurgo £ uro*peo, che da qualunque di eflì . Vidi perpruova di ciò , mentre era in Cantoria,pattare al fervigìo dell'Imperadore me]defimo un chirurgo diMacao,chel*aveaaltre volte fer vito , e con fua licenza era
an-
na,«rwfai tb m*c^. ~i-Tm-**-.^.
'-'.,•'-'.-''"•'.
Del GtMiiii) 2$fandato a veder Tua moglie ; e fé rutterò i
Cinefì tanto gran Profeti, ed E feti lapj,
non credo, che Jo fretto Imperadorc an-
derebbein bufea d'Europei , Soggiugne aiiuogQck.
il Padre Barroli , che efiì curano fpezial-
mente coli' inedia ; tenendo l'infermofette, quattordici,e per fino a venti gior-
ni , lenza dargli una bricciola di che chefia per cibo , ma acqua , quanto ne vuo-le ; e due, e tre, e quattro volte fugo dipere. Io credo, che fé il Padre Bartoli
fuffe foggiacciuto fei di a tal forte d'ine-
dia , non avrebbe forfè d3to in luce tan-
te virtuofe fatiche . E poi i Cinefi fon.»
di carne , come noi altri , e d'altrettanta
dilicata compiendone. Egli decanchcL»faperfi,chei medici CinclI fumo infic-
ine il meftiere di Speziale ; e dovunque^vanno, fanno portarli dietro la fpezicria
dal fervidore . Se non fono chiamati ia_*
feconda volta, più non tornano 5 perchefenza porerfene eglino offendere, è libe-
ro airinfermo,d'avvaier(ì di qualunquealtro. Si paga a'medefìmi la medicina,non la viilta; e perciò a fine di foddisfarcla loro avara natura, non lafciano mai dipurgare , eziandio fuor di bifogno; ado-prando pietre, femi, radici, erbe, frondi,corteccie, ed altri femplici , di cui acqui-
T 2 ftauo
EHEHH nnnn
292 Giro del Mondo(tano la ccnofcenza da'Jibri , che ne con-tengono le immagini , e ne divifano la_»
virtù. Sieguono in ciò gii afori/mi d'unloro antico Imperadore, che fu infierne
erbolajo , e medico eccellente , per no-
me Jenti. Il trar /angue nelle febbri ar-
dentiiìimc, appena vi è chi l'ufi Tal'cil
jl curar per arre de' Medici favj della_>
Cina ; ma i pazzi in maggior numero vi
ìi contano > e fon mille volte più in pre-
gio . Coftoro vantano d'avere un mira-
bii fegreto , di far ringiovenire in vec-
chiezza^ di qualunque età; altri, da ren-
dergli immortali •> e vanno vendendol'antidoto contro la morte.Non cadonodòlo in quella rete ifemplici, e rozzi,mai più letterati, e favj 5 che riponendo tur]
*a la felicità in quefto Mondo , proccu-
rano, con immenfa fpefa, quel preziofo
licore , con cui fperano di renderli im-
mortali 5 e benché burlati più volte,non
lafciano di ritornare al vomito,tanto cheper non morire , s'uccidono nel più bel-
lo del vivere.
Hanno i Cinefi,fra gli altri, cinque M*
bri , che chiamano Ukjm , o cinque (cat-
ture , tenute da effiin pregio , come danoi la lacra Bibbia . 11 primo fi dicej
Xnn-xim >cioè Cronica di cinque Re_>
an-
Del Gemelli. 29$antichi ; i tre ultimi de' quali furonoGàpiditre famiglie differenti, che re-
gnarono due mila anni;altrettanto quafi
clic le 19, famiglie feguenti , comprefa-
fei quella de' Tartari , che di preferite re-
gna . Il primo di qucfti Imperadorifi
chiamava Yao,che,fecondo le loro Cro-
niche,cominciò a rcgnare,fono già quat-
tro mila, e cinquantafette anni,ocirca
500. anni dopo il diluvio, fecondo il cal-
colo de* féttanta Interpreti.Queito Prin-
cipe Legislatore de* Cineii, vedendo,
che il fuo figliuolo non avea le qualità
neceffarie , per ben governare(perche_>
ficcome dicono i Cinefì , fi faceva allora
più ftima della virtù , che di tutto il re-
do ) fcelfe per fuo compagno un vafTal-
Jo, per nome Xùn; che poi morendo di-
chiarò Imperatore, lafciandogli due Aiefiglie per mogli.
Il fecondo Imperadore, Xun, vicn lo-
dato in si fatto libro per la fua virtù , e_*
fopra tutto per l'obbedienza in verfo il
Padre , ed amore , che portò al fratello.
Il terzo Imperadore Yù avendo fervi-
to utilmente l'Imperadore Xun , fu dal
medefìmo, morendo, dichiarato fuccef-
fore ; nulla curando del proprio figlio,
che nò avea il talento neccirario,per ben
PffffUW
294 Giro del Mondogovernare . S'applicò egli , durante la.»
vita del Aio predcceflbre , a divertire le
acque del diluvio, che coprivano allo,
ra una parte delle campagne della Cina;
e che i Cinefi chiamavano Xum Xùi,
cioè gran diluvio d'acque . Gl'Impera-
dori , che fuccedettero a coftui , figno-
reggiarono per dritto di fucceifione , e
non di eIczione,fino all'Imperadore Kie,
uomo crudele , ultimo di quella prinuu»
famiglia Reale.
Il quarto Impcradorc fi chiamòChim-tam, ceppo della feconda fami-
glia . Egli prefe l'armi contro l'Impera-
dorè Kie , ed occupò l'Imperio . In tem-
po di lui vi fu una liceità di fette annonacadendo mai né pioggia , ne nevc,corae
fé i Cieli fullcro (rati di bronzo : le fon-
tane , e i fiumi , quafi tutti feccarono; la
terra divenne fterilc , e per confeguente
fopravvenne poi ti fame , e la pelle . Iiu
quella eftrema miferia l'Irnperadore, la«
feiato il fuo palagio, ed abiti Reali, (1
(operfe di pelile fopra unacollina,detta
Samlim, andò a proftarfi a terra,facenda
quella preghiera al Cielo : Signore , fé il
voltro popolo vi ha oiFcfo , non lo gafti<
gate s perche vi ha offefo , fenza fapere
quello , che ftceya ; saftigate me più taito,
mmw^^^^^^^^^m^&m
Dei G e m é i t li 2^5f fto , che mi prefentoqui, come una vitw
tima , per foffrire tutto ciò, che piacerialla v offra divina giuftizia. Appena ebbeegli finite quelle parole , che di fubito il
Cielo li copri di nuvole; che verfaronòtanta pioggia , che ballò ad innaffiare.?
tutte le terre dell'Imperio, e far pro-durre in brieve le foli te frutta . I PadriMiffionarj fi fervono di quefto cfempJo,per persuadere i Cinefi fui mifterio del-
l'Incarnazione . I difendenti di queftolmperadore Chini tam regnarono piùdióoo.annijdiio al ile Cheù.che fu cru-
dele, come Kie. Quando i Cinefi dico-
no , che un'uomo è un Kie, o un Cheù,è come iì diccttc fra di noi un Nerone,o un Domiziano.
11 quinto lmperadore fi chiamava.»
Vù vani , che inverti , e disfece Cheù in
battaglia , e fi fece Signore dell'Imperio.
Egli avendo un fratello prudente , e vir-
tuofo ,fece!o Re del Reame di Lù ( di
prefente comprefo nella Provincia di
Xan tùm) e venendo a morte, lo lafciò
Governatore dell'Imperio , durante la_>
minorità di fuo figlio. A lui attribuisco-
no i Cinefi la prima In venzi one , ed ufo(ha più di 2700. anni ) della calamita , odella buffala 5 che poi partecipò l'Impe^
T 4 radgv
n5©S Giro tosi Mondo
ttdor fuo nipote a gli Ambafciadoridi Concincmna
, che portarono il tribù,ro; accio coll*a,uto della medefima, no.tenero ritornare al loro paefe, per lo p°ùdritto cammino , fenza efporfi a^e
"
rando,come aveano fatto vedendo.Littoriaid, queir, cinque Re, da'Cinefiftimat, fanti
( principalmente i quattroprimi) e de' loro difendenti è la n"°
ria del primo libro; che ha altrettanta!autorità appreiro quelli Infedele ,,"„£l libri deRe tra noi Criftiani. II fuo 'ftilc
Iibro
f
de°Rl?-1Ìbr0fiChÌatt,a Likl'> ««èlibro de Riti; e contiene la più parte,
ffcSg,
f'°»ftUmÌ
'C «ri»™ic deV-imperio. L Autore principale è il me-defimo fratello dell' Imperadore Vu-
anche1 opere di divertì" altri Autori , di-
a^Confttìced'a/rriln^eiIl terzo libro fi chiama Xi K,'m , cioèlibro divertì, di romanzi, e di poefie
per cantarli in onore degli uomini illu
Ari
r
v^\.Jf»;ft''',fc''V '$--s.^& '
Del G i m S 1 1 f* 297Ari, con una fpczic di veril,che fi dicononcll'c/cquic , facrificj, e cerimonie , che i
Cinefi fanno in memoria de' loro mag-giori. La feconda de' Romanzi , che il
recitavano avanti gl'Imperadori , e fuoi
Miniftri: inventati per deferivere i co-
ftumi del popolo; il modo, col quale era
governato; e tutti gli affari dell'Impe-
rio : della medefima maniera , che nelle
commedie de' Greci il riprendeano i di-
fetti de' particolari , e della Repubblica,
La terza era detta , per fimilitudine, per-
che tutto quello, che conteneva, era_>
efplicato per via di comparazioni , e H-
militudini. La quarta fpezie era dettai,
elevata, perche dava, con più fublime-*
flile, diverfe notizie, per allettare l'inge-
gno , e conciliare attenzione alle feguéti
cofe.La quinta vien detta, Poeile ri-
s*ettatc;perche Confuilo avendo rivedu-
to il libro , rigettò alcune di effe poefie*
che non gli parvero buone
.
Il quarto libro fu compofto da Con-fuilo , e contiene l'Iftoria del Regno di
Lù fua patria : onde i Cinefi lo {limano
grandemente . Egli lafciò fcritta quella
iftoria , di 200. anni , in forma di annali}
dove efpone , come in uno fpecchio, lt_>
azioni de'Principi virtuose catti vi,giu-
fta
Hi
20$ Giro del MondoIh l'ordine dc'tempi,e delie (ragioni , In
cui fono accadurc ; e perciò intitololla_i
Chuncieu , cioè Primavera, ed Au-tunno.
Il quinto libro fi chiama Ye Kim ,ed
è (rimato il più antico di tutti; perche i
Cinefi dicono , che ne fu Autore Fo hi,
lor primo Re . Veramente il libro meri-
ta d'effer Ietto , e (limato, a caufa delle
belle fentenze, e precetti morali , che
contiene; e i Cinefi lo venerano fom ina-
mente , (limandolo il pili dotto, il pili
profondo , e il più mifteriofo, che fi a ai
Mondo; laonde credono imponibile,poterlo bene intendere, e feon vcnevole,
che gli (tranierilo veggano, tocchino.
Hanno anche un'altro libro d'una_t
ugnale autorità,che i preccdenti:lo chia.
«nano S«i xu,cioè, i quattro libri per
eccellenza . Quefti fono come un'eftrat-
to , midolla , e quint'eflenza de* cinqueprimi . I Mandarini ne traggono le fcn.
xenze , che fervono di tema a* letterati*
che (iefaminano, per venire a* gradi di
Baccelliere , di Licenziato,e di Dottore.£'divifo in quattro parti ; la prima trat-
ta di legge, e della dottrina degli Uomi-ni ifi u (tri per fcienza,e virtù.La feconda
della mediocrità dorata Là terza con-tiene
^^^tt^te&MMùcà
Del Gemelli? 299tiene un gran numero di fentenzc mo-rali , bcneefprefle , fode , e profittevolia tutti i membri dello flato
( quali treparti fono l'opere di Confuso, primoDottore della Cina, pubblicate da' fuoidifcepoli): la quarta parte , eh' in gran-dezza,può comparare alle tre altre,è fia-
ta fatta dal Filofofo Mem cu,che nacquecento anni dopo Confufio; ed è (limatoda'Cinefi,come un Dottore del fecondoordine -Quefta è una opera molto elo-quente , ed ingegnofa, piena di fentenzegravi , e morali . Tutti i Miflìonarj diCina ftudiano le lettere , e la Jingua in-»
quello volume ; dal quale , e da' cinquefuddetti fono derivati, come da Jorforgiva,tanti libri, e commentari di di-
verti Autori antichi, e moderni, che il
numero n'è quafi giunto all'infinito : edè un grande argomento dell'ingegno,ftudio, ed eloquenza della Nazion Ci-nefe , che dall'infimo grado , fi eleva-»alle più alte dignità dell'Imperio,a forzad'ingegno, e di faperej provato con_*flrettiflìmi , e replicati efami , con tantafeverità ordinati, che non rimane luogoa' favori , deche l'amor di niuno pofia_>follevare un'indegno , e l'odio ributtaread opprimere un meritevole.
300 Gmo dèi MondoNon è meno ammirabile, e fublim&i
l'ingegno de'Cincfi intorno alle fcienze,
che all'arti meccaniche; tanto più, che
deono a Te (reiiì quel che ne fanno5poi-
che come fé fuflero in un.Mondo appar-
ta, fi fon Tempre tenuti di vili, e lontani
da ogni altra nazione. Ciò è, perche.*
non è loro conceduto , per leggi ami-
chineme, di avere alcuna comunicazio-
ne, né d'ufeirne a peregrinare per i urani
pacll , come né anche agli ftranieri d'en-
trar liberamente nel loro;c perciò , noiuha dubbio, mancano di molte utili co-
gnizioni, che dallo fcambicvoìe convcr-
fare una gente coli'altra li traggonoima
nò può negarfi, che maggior gloria fia,
il dovere iòlamente a fé ìtefli l'invenzio-
ne di poco men , che tutte le belle arti,
che fono appreflfo qualunque altra più
eulta nazione. Scorger! bene quanto i
Cinefi fono perfpicaci, e in valor d'inge-
gno Superiori agli Europei , dall' citerà
itati qucfti lorodifcepoli ( come voglio-
no gravi Autori) intorno la Stampa, la_*
Carta, la Butfolada navigare, 1* Artiglie-
ria, e la polvere per adoperarla.
Per ritornare alle loro arti meccani-
che, lavorano eflì, con molta maeiìria-,,
particolarmente di riiievo,e d'incavo lò^
pra
Del Ce me iti» §ofpra gemme, e criftalli; e in altre manifat-
ture d'impareggiabile fottigliezza . La-vorano anche oriuoli a ruota,comprefo-
ne l'artificio dalla veduta de'noftrijed oc-
chiali ottimamente puliti, per ogni gra-
do di villa . Quanto alla materia per far-
gli, antica era fra di etti l'invenzione di
trarre il vetro dal rifa; avvegnaché non.*
cosi purgato come il noftro , e più fran-
gibile . E' ben vero , che non eflendo
convenevole a un lavoro preziofb un_>
prezzo vile; tutta l'induttria de*Cinefi edi dare a'iavori una bella apparenza 5 per
effere i compratori molto parchi nello
fpendere; ma fé corrifpondefle alla fati-
ca il premio, farebbono maraviglie . Nelpurgare, e condurre a un'eccellente bià-
chezza lecere, non v'ha chi gli uguagli:
cosi intorno alle comuni d'Api, come ad
altre loro proprie, cioè quella , che vieti
raccolta da alcuni vermi su per gli albe-
ri; e un'altra , la quale diftilla da*tronchb
o fi (preme dal frutto di certe piante ; maquella non giunge alla finezza dell'altre.
òino a' Beccaj inoltrano la lor' abilità,
perche a' porci , che uccidono, delira-
mente perle vene de' piedi, fanno en-
tra re,per tutto il corpo molta acqua, ac-
ciò la carne pefi più.
Tef-
SO* Giro del MondòTeflbno eccellétemente drappi di car-
tami fcta e d'oro, fchìetti,e lavorati,come
ermifini,tafFetà,ra fi,e vellutine nc'figurati
ad animali,ucccllì, e fiori, e qualuque al-
tra cola vogliono,tanta e si ben compar-tita è la varietà de' propri colori, che
fembra ricamo qucl,ch'è fempliee tefsi-
tura . Il male è folamentc, che non han-
no difegno , e le figure , che fanno , fono
tutte fiorpie. Non fanno dipingere adolio , ma folo con una certa ìor vernice;
ne fanno ombreggiar regolato , perche
non ufano di prender un lume determi-
nato , e fecondo quello compartire i
chiari, e gli feuri, dove fi debbono ; tan-
to meno sano e sfumare, ed unire i colo-
ri . Adoprano però a maraviglia lofcai-
pello, eziandio fopra pietre durifsime , e
ne traggono eccellenti lavori traforatile
fiori in aria, e catene tutte d'un pezzo di
marmo, con le anella mobili, fatte a__,
forza di una incredibile pazienza , e altre
ilmili bizzarrie . Intendono anche bene
il lavorar di getto , fino a fare ftatue gi-
gantefche , delle quali adornano mafsi-
jxramente i lor Templi ; ma fc fono belle
per l'oro, di che abbondantemente le
Smaltano, fono brutti fsime per lo dife-
gno . Se ne truovano u. nella Provin-
cia
Del G b m e t i i» Jo/eie d'Honan, che ftàno ancor dritte fullc
Joro bau* , da ben mille e ottocento anni.Del ferro fi vagliene a fonderlo,e a con-durlo utilmente in aflài più lavori, chenoi: e avvegnaché le artiglierie, che nefanno, llano affai mal tirate,c rozze, nonper tanto fono degni di molta lode , co-me inventori ; eperconfcgucntedella.»polvere. Di quefta fra di loro fi com-pongono eccellenti macchine, e giuochidi fuoco ; e tanta in ciò ne confumano,ch'il Padre Matteo Riccio,giudicòaverpotuto badare a tre anni di guerra fra di
noi,quel che, in una delle due maggioriCittà,nc vjdegittato in diverfe manieredi giuochi, celebrandoli lefefte dell'an-
no nuovo: le quali come che fi celebra-
no da per tutto, con pari folennita*, edallegrezza; bifogna confeflare,chc quel-lo ch'egli vidc,non fu ch'una menoma-»parte di quel moltifsimo, che nel rima-nente del Regno fi confumò.Quanto poi all'Architettura Cinefe,
ella è regolata, ed ha un certo ftile,e ma-niera; come fi feorge negli antichìfsimi
libri , che ve ne fono di eccellenti Mae-ftri, e molto più nell'opere , che (i veg-gono, di tal iontuofità, e bellezza, cheben ponno più che gareggiare colle tan-
to
§04 Giro del Mondoto famofe dell'antica magnificenza Ro-mana ; oltreché il numero , da per tut-
to, è incomparabilmente maggiore. Equanto a' Ponti a volta,fopra fiumi Rea-li , o podi a traverfo dilunghi lenì di
Mare, fono per la materia,e per lo lavo-
ro (lupendi.
Una delie grandi opere de'Cincfi fo-
no le Torri: o che fiano le dedicate all'
eternità del nome d'alcuni uomini, daelsi annoverati fra gli £roi,pcr l'eccellen.
za in Ìettere,o in arme: o le aggiunte permaggiormente abbellire le Città, i Pala-
gi Reali, i ponti , ed altri pubblici edifi-
ci; o le confagrate in onore di qualcheIdolo, come le due tanto rinomate , chefono allato al Tempio dell'Idolo Fé . El-
leno certamente fono maravigliofe , per
la finezza de'marmi, di cui fon fabbrica-
te; per egualmente bella , e maeftofa^apparenza, che loro ha dato l'arte ; e per
l'incredibile aitezza,Ievàdofi in alto cia-
scuna di effe cento ventifei pertiche. In-
comparabilmente però ammirabili fo-
no quelle, che fi fondano dalle Città ; in-
dotte a ciò da una cotal vana credenza,
che elleno abbiano a prefervarle da ognifeiagura, e renderle quanto più far fi
polla beate j purché fiano polle in luo
eco-
y^/i^V:.
Dil GeMutn 305C cominciate a fabbricare in punto benJaugurato; fecondo le forti , che fopra di
ciò gittanogllndovini^profclTori di tale
arte.
Gli frumenti della Mufica Cinefo,cosi nella forma, come nel modo di toc-
cargli^ fono in tutto differenti da'noftri.
E per non dire degli altri di pietra, di ra-
me, e di pelli tefediverfamentc; ne nanoda una fola corda, da tre, e da fcrte,che->
fono le loro Cetere, e Viuole ; e di più
un certo antichirTìmo,chc s'affomiglia in
parte alla noftra Arpa : ma le loro cordenon fono minugie, né fi! di metallo, mafeta cruda ritorta . In quei da fiato mennobili > pure può dirli , che rielcano ec-
cellenti ; fé eccellenza può ciarli in una_»
mufica, che non ha variazione di tuoni,
né ha contezza del contrapunto, e de*
modi 5 ne pur fa il nome de'paflaggi,del-
le fughe, delle ricercate, e dell'altre arti-
fìcioie varietà, e bellezze del canto figu-
rato. Quindi è, che talora s'udirannocento Adulici foftener continuamente^Ja medeiìma voce , e non partirli dalla
medefimanora. Si contano anche tra*
loro iftru menti certi piattelli di metallodilicato (appefi al numero di nove a unlavoro di legno ) che poi toccano con-*
Tane ir. V un
3©6 Giro del Mondoun martellino leggiadramente.
L'arte marinarefea è unode'pitì rag-guardevoli pregi della nazion Cinefo.Elia inventò l'aguglia di calamita (chenella Cina, tra le miniere di ferro,nafce la
più fina del Mondo ) e mediante l'alò dierta , conquiftarono i fuoi Re lontanoIfole'di quell'Arcipelago; ficcome il ve-
de oggidì dalle memorie, che tuttavia»»
quivi durano del dominio Cinefe.
Scrivono, come gli tòrci , da fìniftra
a delira: e le linee non vanno per traver-
sò, ma dalla fommità dei foglio in giù .
La loro carta è fòttiliflinia , e nondi-meno vi fcrivono in pugno, in un par-ticolar modo , a noi molto di/acconcio -,
ma ad e (si , che vi fono addensati , a ma-raviglia facile. L'inchioftro, che ado-perano, non è già liquido, ma fumod'olio, impattato con acqua di gemma,che feccanoin forma di panclliiujunghi
andito. Volendo icrivere, lo freganosu d'una pietra dura ( che è il loro cala-
maio) con poche gocciole d'acqua , più
o meno, fecondo il bifogno; e poi fé nofervono, con un fottil pennello.
Non ftampanocome noi altri ; ma iti
legno o pietra ,ncl modo , che fìeguo ;
Scritta Ja compofizione in eccellente
ca-
»j,£:£;;e,v .fc-#.V ^^H Hi»v-»»s%,-»«v1
'»;'i»,,
<i.,i»i^? -^'-X
Dei Gb mei iù 307carattere ( di cui grandemente fi pregia-
no) s'incolla la carta , ch'è (ottilifsima, etrafparcnte, su d'una tavola di pero, o di
melo,piana,e lifcia quanto mai far fi pof-
laj però colla fcrittura inverio la tavola,
acciò imprimendone vengano poi le let-
tere per dritto. Indi con un coltellino,
o (Scalpello s'intagliano i caratteri,in mo-do che le loro linee refrino elevare, e'1
legno d'intorno più buffo 5 nella ftei7a_,
maniera, che fra di noi s'intagliano le fi-
gure in lcgao,per iftamparlc . Né in ciò
fare abbisogna gran fatica , e gran tépo;
anzi fé ne giunge a capo affai più tolto,
che con gli Stampatori noftri, tra'l com-porre^ correggere. 1! prezzo dell'inta-
glio è cosi vile , che con po< o dan«jo fi
itampano volumi . Compiuta la fra m-pa,le forme ritornano all'Aurore del li-
bro, perche le tavole fon fue,cd egli ha_»
pagato l'Intagliatore.
E' in qualche ufo ancora loftamparcin pietra, però tutto all'cppofito dell'al-
tro: imperocché la figura de'caratteri (i
fcava, e'1 piano della pietra riman fupe-
riore; e perciò data la tinta mila pietra,
quàdo fi preme in torchio , il campo del-
la carta vien nero , e i caratteri bianchi ;
bifogna però, che quefti fiàno gradicel-
V z Ih
3CS Giro del MondoIh altrimente vcrrebbon confufi . In talguifa viene ad efière Io (lampa r de'Ci-Jiefi ben difsimile, e peggiore del noftro>perche le lorlctterc,figuratecon tanti, esì diverfi tratti, gruppi, ed avvolgimen-ti di linee, non ponno eiprimerlì in cosiminuta forma, come fra di noi ; che neabbiamo cotanto picciole , ch'ogni piùgrande opera può racchiuderli in pic-ciol volume . Quanto poi alla carta,efsi
ììc vincono ne/l'ampiezza de'fogli,aven-done io veduti grandi come Jenzuoli , eda per tutto di uguale fottigliezza ; manon ci pareggiano nel candore; oltrechéfono ordinariamente d'una materia cosifievole, e d'un lavoro tanto dilicato, chenon fi (rampano da amèdue le faccieperJotrafparir, che farebbono i caratteri
.
Sene fanno altri di fera ; altri di bamba-gia macerata , e ridotta in patta 5 del mi-dollo di certe loro grandi canne, e d'altri
alberi ancora $ ma fono cofa poco dure-vole.
GA-
pDel Gemelli» 309
CAPITOLO DECIMO.
Leila grande induflria , e navigazione
de' Cinefu
LA magnificenza , e'1 gran numerodell'opere pubbliche dcJla Cìna,non
viene iblamcnte dalla grande fpefa , chevi d fa, ma dalla loro grande induftria_^
altresì . Cosi fanno ogni forte di lavori
meccanici, con molto meno {frumenti*
e con più faciltà che noi . Hanno inven-
zioni mirabili per comprare , e vendere*
e trovare modo di vivere: e ficcomcin tutto l'Imperio , non vi è un piede di
terreno inutile; cosi non vi è uomo , nedonna, giovane, vecchio , zoppo > mon-co, Tordo, o cieco , che non abbia il mo*do di procacciarli il vitto , con qualche*arte , ed impiego . Quindi diconoper comun proverbio, Chùmqùe vùy VO , dentro il I{egno della Cina notL»
Vi è niente d' abbandonato', e in vero perinutile, e \ik, ch'una .cola apparifea, ella
ha il fuo ufo , e fé ne trae profìtto . Perragion di efemplo, dentro la fola Città
di PeJdn vi fono più di io. m. famiglio,
che non hanno altro miftiere,pcr vivere*
V 5 che
3TÓ Giro del Mondoche vendere folfanclii , per accendere il
fuoco: altrettante, e he vivono col racco-
gliere (blamente per le (tracie, e dalle_>
fpazzature, (tracci di drappi di (età, e di
tela, di cortone, e di canape ; petacci di
carta, ed altre cofe limili, che poi lavano
e nettano, e vendono ad altri , che l'ado-
prano, per di veri! ufi profittevoli . L'in-
venzione, per portarci fardelli, è anche-»
da notaifi,perche no gli portando a for-
za di braccia , o di fpalle , come fi coflu-
ma fra di noi; ma gii attaccano con cor-
de, o pure uncini dentro due cede, le_*
quali pongono polcia alle duecftremità
d'un legno piano , ed acconcio a tale ef-
fetto . Qucito legno Ci recano in ifpaJÌa_»
come una bilancia , in maniera che pei!
tanto l'una cftrcmità , quanto l'altra ; e
cosi per mezzo delPequiiibbriofccmano
gran parte della fatica.
In ciafeheduna Città dell'Imperio vi
fono due Torri; l'una detta del Tambu-ro, e l'altra della Campana, che fervono
per legnar le ore alle fentinelle nella not-
te . Dividono i Cinefi la notte in cinque
parti; più grandi, o più picciolc , fecon-
do che le notti fono più lunghe, o più
corte. Sul comincia mento della notte_>
la icntinella tocca, con più colpi? il tam-
buco,
DelGemeili. 3 i i
buro, e la campana rifponde dell'iiìerTa
maniera: indi, durante ancora il primoquarto, una {enuncila dà un colpo fui
tamburo 3 e l'altra corrifponde fubito,
dandone un'altro,con un martello Miacampana . Parlato lo fpazio d'un Cre-do , danno nel medefimo tempo fui ta-
buro,e fulla capana,e cosi continuano fi-
no al cominciare della feconda parte
della notte . Allora cominciano a dar
due colpi, efeguitanonell'ifteiTo modofino alla terza parte ; e parimente nclla_#
terza ne danno tre, nella quarta quattro,
e nella quinta cinque . Al far del giornopoi raddoppiano i colpi , come nel co-
minciamento della notte . In quella ma-niera a qualsivoglia ora , che uno fi
fvegli , in qualunque parte della Città,
fente il fegno(purché il vento non l'im-
pedifea )e sa anche che ora è. Si vededentro il Palagio del Re in Pekin, in unaTorre, un gran tamburo, e in un'altra_*
una campana ben grande, d'un fuonomolto piacevole, ed armoniofo : ed in_*
quelle della Città una gran campana , e
un tamburo, che ha di diametro 15.
rombiti.
Eglino han trovato un'altro modo,•per mifurare le parti della notte , degno
V 4 delia
'312 Gir© del Mondodella loro maravigliofa induftria. Fannoparta della polvere d'un certo legno,
(i ricchi, ci letterati di fandalo , legno
d'Aquila, e Tornigli anti odoriferi) e di
tal parta formano corde , e cartoncini di
diverte figure > pacandogli per un fora-
rne, acciò vengano d'ugual groflezza_>#
Ne fanno anche più ordinar; , lunghi
una, due, e tre canne, poco più, o menogrom* d'una penna d'oca , per bruciargli
avanti le loro Pagodi, o Idoli ; o per fer-
vicene comedi miccia, per comunicareil fuoco da una cofa all'altra . Quefli ba-
ftoncini adunque, o corde le attorciglia-
no in giro > cominciando dal centro, e neformano una figura fpirale conica, fimi-
glianteauna narta di pesatore; ficchè
l'ultimo giro avrà uno, due, e tre palmi
di diametro? e durerà , uno , due , e tre-?
giorni, e più ancora,a proporzione della
groflezza : avvegnaché fé ne vegganone* Templi di quelle, che durano 1 0.20.
e 30, giorni. Or tal macchina il fofpcnde
per lo centro , e s'accende dall'cftremità
inferiore, donde il fuoco gira lentamen-
te, e infeniibilmcnte per tutta lacorda_>$
fopra la quale d'ordinario fono fatti cin-
que fegni, per diftinguere le cinque parti
della notte. Querta maniera di mi fu rare- il
HI
Del Gemella 313il tempo è cosi giufta,ecerta,chc giam-mai non vi fi ofterva alcuno errore confi-
derabilc . I letterati, i viandanti , e tutti
coloro , che fi vogliono levare a una_>
ora detcrminata ,per loro affari ; fofpen-
donoal fegno, che dinota l'ora, che loro
fa d'uopo,un picciol pefo , che il fuoco
giunto a quel legno , fa cadere in un ba-
cino di rame, portovi fotto 5 e cosi quel
rumore, che fa cadendo, gli fveglia_>»
S'afiomiglia ciò , in quanto all'effetto a*
no uri orologgi a ivcgliarino; però con_>
quella difFeréza,che una macchina di tal
forte è fempliciflìma;e una di quclle,che
dura 24.ore,n6cofta,checirea un grano
di Napoli; quando gli orologgi fono co-
porti di tante divede ruote , e fono si ca-
rioche non poiTono eflere comperati, che
da'ricchi.
La navigazione è univerfale per tutto
l'Imperio 5 perche nonvièquafi Città,
né Villaggio (principalmente nelle Pro-
vincie Meridionali ) che non goda della
comodità di qualche fiume,lago,canale,
o d'alcun braccio di Mare navigabile; di
maniera tale, che non v'ha meno gemofull'acqua , che in Terraferma . Certa-
mente è unofpettacoIo 3non men dilette-
vole , che maravigliofo , il vedere giù-,
gnendo
3T4 Giro dei Mondogncndo in qualche porto, una Citta d'i
barche fopraacqna , ed una di cafein_»
terra. Quando fi parte a buon'ora, oquando fi arriva un poco tardi in alcun.»
Juogo,fi paiTa per più ore tra le bareno,che danno da ambe le rive del fiume. Vifono Porri talmente frequentati , che il
confuma mezza giornata , per paflare atraverfo di tante barche; e cosi fi puòdire , che vi fono due Imperi nella Cina,un marittimo, l'altro terreirre 5 e che vi
iìano altrettante Vinegie , quante Città.
"Quelle barche fervono dica/e a' padro-ni , i quali ivi fono nati, ed allevati, edivi muoiono 5 ivi cucinano, ivi tengonocani, e gatti , nutriscono porci , galline,
anitre, ed oc he.
Vi fono derivi èti fpczie di barche,gra-di,e picciolejper lo Re,pergli Madarini,mercantile popolo.Fra le barche del Re,quelle,che fi chiamano cochuén, fervo-no a portare, e riportare i Mandarini da*
luoghi ,ove efercitano lelorocariche.So-no fatte come le noftre caravelle:ma co-si alte,e cosi ben dipintc(particolaimen-te la camcra,dove alloggia ilMandarino)che paiono più torto fàbbriche, fatte perqualche folennità pubblica, che barchepjdinarie.QuellcpChc fi chiamano Lelm
Gin-
Dei Gemevi ù jisChménjcioè barche defh'nate,pcr porta-re dcalle Provincie alla Corte ogni forte
di prrovvifioni , Tono meno grandi , caiinumerò di novemila noveceronovanta-novre. La vanità della nazione non vi ag-giumfe l'altra, per far i o. m. perche cotal
nurmero (ì fcrive con due fole lettere Ci-ncin, Y, e Van; le quali non hanno nien-
te dli grande, e di magnifico, né in ifcrit-
turaa , né in pronunziandole •> e per con-fegiuente , non meritano d'eflerc irnpie-
gatee ,per c/plicare tanta moltitudine di
bareche. La terza forre di barche dell'Im-perradore, fi chiama Lum y chucn , cioèbarrchc, che portano alla Corte gli abiti,
e poezze di drappi di fera , e i broccati del-
l'Inmperadore. Vene fono tante , quantiforno i giorni dell'anno, o 365. perocchéchiiamàoofi l'Impcradore figlio del Cie-
lo: , tu tre le cofe, che tiene , tolgono or-
dirnarìamentc il nome dal Ciclo,dal Sole,
datila Luna ,e dagli altri pianeti, e (Ielle.
Ccosi Lum y , (lignifica abito dei Drago-ne: , perche la divifa del Re è compofta_»dii Dragoni,con cinque unghie; e perciò
iffuoi abiti, e mobili denno neceflaria-
mière edere ornati di fk'Urc di Dragoni,riicamatc , o dipinte . Vi fono in fine ai-
tile barche leggiere , chiamate Làm_#chuen
'3i6 Giro del Mondochuen, fottili , e lunghe 5 che fervono
a* letterati , e perfonericchcche vanno,
o vengono dalla Corte . Hanno dentro
le medefime una (ala, un letto, una tavo-
la, e fedie, per poter dormiremangiarc,ftudiarc, fcrivere, e ricever vifiteconaltrettanta comodità , come Te fuflero in
cafa propria . I marinai Tene danno alla
prora 5 c'1 padron della barca, colla fua_.
moglie, e figli alla poppa , dove prepara
il mangiare a chi toglie in affittola bar-
ca . Queftc ultime , con altre di diverfe
formc,appartcngono a' particolari, e fo-
no quali innumerabili.
Egli fi è incredibile il numero di Zatte-
re di tutte forti di legna, che vanno per
gli fiumi , e Canali della Cina ; e fé fi le-
gaffero inficme , bafterebbono a fare al-
tro ponte , che quello di Serfe. Si navigaalle volte fra queftc Zattere (che fi fannoanche di canne) più ore, e qualche voira
mezza giornata 5 perche la mercanzia di
legna è di molto fpaccio, ed utile a'mer-canti .Vanno coftoro a tagliarle nella.»
Provincia di Su chucn fùlle frontiere^
Occidentali della Cina 5 e poi le fannocondurre fulla riva del fiume Kian(detto
da'Cinefijfiglio del Jvlarc,pcr eflerc ii più
grande dell'Imperio ) che quindi cntra^
nel
Del Gè mi ili. Yìynel Rcgno;e formatene Zattere, le con-ducono pofcia, con poca fpefa,nclia piùparrte delle Provincie , dove Je vendonoconi grand' utile. La larghezza, e lun-ghezza di quelle Zattere è più, o meno,leccondo la ricchezza del mercante ; lopiù lunghe fono mezza lega fpagnuola,elcwate lopra l'acqua due, e tre piedi. Leramno della maniera feguentc. Prendo-no J le legna ncccfiarie, per dar lóro l'ai-
tez:za, e larghezza 5 e foratele nelle dueeftrrcmità , vi pattano corde fatte di can-neté a quefle corde infilzano altre legna,lanciando continuamente fcendere la-*
Zaittera per lo fiume , fino a tanto , cheiìa della lunghezza desiderata . Poi il
pomgono nell'eftremità quattro uomini,com remi, e pertiche , per governarla , efarrla andare, come vogliono 5 ed altri
perr lo mczzo,in diftanza uguale,per aj'u-
tarre a condurla . Vi fabbricano fopra^calfc di Iegno,da fpazio infpazio,copertedi ftuojco tavole; che vendono tutte
initcrc ne' luoghi , dove approdano .
Eglino dormono dentro quelle cafe,e vi
riinferrano i loro mobili . Si conduce, in
tali forma, quatità grande di legna in Pe-luin, benché lontana più di lettecentolejghe Portughcfi dalle montagne , dove
a
3T8 Giro del Mondofi tagliano . Da tutto ciò, ch'è detto,po-
trà (li giudicare facilmente,fc vi fu paele
al Mondo , che in marineria polla ugua-
gliarli alla Cina.
LIBRO
Del Geme l li. 319
LIBRO SECONDO.CAPITOLO PRIMO.
Della l^obiltà , Imperio , Civiltà, Tulite^a,
e Cerimonie de' Cintfi.
SE la parola di nobiltà vorrà applicarli
allo Stato, e prenderti in generale, in
quanto dinota una grandezza, e ipJen.
dorè , continuato per più recoli ; egli è
certo, che non vi è (tato nel Mondo Im.
pcriopiùilluftre di quc'io della Ci, a->>
poiché egli cominciò uuccnto anni ap*
predo i! diluvio , &ha durato lino al di
d'osgi , per lo fpazio di circa quattro-
mila cinquecento cinquantanove anni.
Ma ie intendiamo folamentc di parla-
re della nobiltà degli uomini, bifogna_>
confeflarc , che ve ne Ila ben poca , per
la ragion (cguente . Tutti i gran Signori
di Cina ( che fono come altrettanti pic-
cioli Duchi, Marchette Contì)iolamenr
te durano in tale (tato, mentre dura la__>
famiglia Regnante,e perifeono tutti con
lei ; perche la famiglia , chef] eleva in_>
luogo della cadenre, gli fa tutti morire;
come,colia fperienza,(I è veduto a'noftri
tem-
3 20 D E L G E M E *L L 1^
tempi . Per quefto riguardo non v*c (ra-
ta famiglia più nobile della Cheu ,jche_>
durò ottocento fettacinque anni, e finì
fono già due mila duccnto annijniun'al-
tra eflendo poi giunta a 500.anni.
Ciò s'intende della nobiltà, che fi ac-
quieta coll'armi ; perche quella? che lì
ottiene per le cariche di lettere , non ha
avuto giammai alcuna durazione confì-
dcrabile.Impcrocchè benché giunga un'
uomo ad erfcrXamxu, ch'è laprima_*
dignità de'fupremi Tribunali della Cor-te 5 o Còlaò , cioè primo Miniftro ,ch'è
il più alto grado d'onore, e di ricchezza,
dove la fortuna pofla elevare un Cinefe:
contuttociòi figli , e nipoti faranno po-
yeriffimi , ed obbligati di fare il meftierc
di mercante, di rigattiere , e di femplicc
letterato,come fuo bifavolo.In fatti nonri è alcuna famiglia di genti diToga,chc13 ila confervata cosi lungo tempo, con*»
splendore, quanto le cafe regnanti.
Tutta volta quello, ch'è una difgrazia
ordinaria delle perfone di lettere , è un*
effetto della crudeltà de'loro nemici tra'
difecndenti da uomini d'arme; le fami-
glie de' quali ,fcnza ciòauriano conti-
nuato ad cfler grandi ,|c nobili, cosi lun-
go tempo > che l'Imperio medefimo . In
fatti
Del Gemelli. 521fatti fioiifce ancora una famiglia . chcj»
non /blamente ha còfervato il fuofplen-
dorc per più di vétidue fecoli, ma di pre-
fente è ugualmente onorata da' Grandi,e dal popolo 5 di maniera tale , che puòdirfi con ragione , ch'ella è la più antica
dcll'UniverTo. Illa fi è la famiglia del
famofo Confufio, o Confucio, che nac»
que lotto la terza famiglia Imperialo,chiamata Cheu , cinquecento cinquan-tun' anno prima della Natività di Cri-
jftojche fanne fino al preferite anno 1 699,duemila ducento cinquanta anni. Gliantichi Re diedero a'difcenden ti di Con-fufio il titolo di Quecum, eh'è cornoquello di Duca, o di Conte; ed effi fi
conservano , come iovrani,efenti da' tri-
buti, dentro la Provincia di Xan tum , e
nella Città di Kio feù, dove egli nacquejlenza cfler giammai flati inquietati,ben-
che l'Imperio , e le cale dominanti fufle-
ro fiate più volte abbattute.I Cineft dan-
no a quefto Filofofonomi , e titoli ono-revoliflmii , di Cium fu , Cum fucu , eXim gin: i due primi lignificano Dotto-re, o Maturo; c'1 terzo uomo Santo: on-de quando fi dice il Santo, per cccellen.
za s'intende Confufio, efiendo fiimatofra'Cincfi uomo d'una prudenza ftiaor-
Tarte IV. X dina-
322 Giro dei Mondodinaria,ed eroica.Qucfta nazione fa tan-
ta, e sì gran (tana di qucfto Filofofo,che
benché ella non lo tenga per unode'iuoi
Diji, (anzi prenda ad ingiuria, che fia_>
riputato tale ) l'onora nondimeno con.»
aitai più cerimonie , che gli fteflì Idoli,
o Pagodi ; dandogli dopo morte titoli,
ch'egli giammai non potè ottenere irò
vita ; come 2tó vim , cioè Re lenza co-
mando, fenza Icettro, e fenza corona;
e pietra prcziofa lenza alcun lu me : vo-
lendo con ciò lignificare , ch'egli a vea_>
tutte le qualità necefifarie per effer Re, e
Imperadore , ma che il Cielo gli fu con-
trario .
Potrebbonfi fare molti volumi delle
cortefie, e cerimonie de' Cinefi . HannoclTì un libro , che n'efplica più di tre mi.
ia ; ed è ciò una gran maraviglia , di ve-
dere, quanto appuntino le ofTervino .
Nelle nozze, efequie , vi(ite,e banchetti,
il padrone della cafa , benché fuflegran
Signore , e di maggior dignità di qualù-
que de' convitati 5 dà nonpertanto il
primo luogo a' ptù vecchi ; cjuefti lo ce-
dono a quelli , che vengono da lontano,
e tutti a gli fti anieri.Quando un*Amba-feiadore arriva , dal giorno dopo accet-
tata la iua ambasceria , Uno ch'efee dalla
Cina,
HHH^B
Del GemeiuÌ 32ÌCina, l'Imperadorc lo provvede di tutto
il bifognevole 5 eziandio di ca valli,di let-
tiche,c di barche. Nella Corte lo fa al-
loggiare nell'olleria Reale, dove ogni
<lue giorni gli manda della iua cucina^,
un banchetto apprettato; perche egli fi
vanta (opra tutro di ricevere , e trattar
bene gli ftranieri.
Non vi è alcuna nazione, che uguagli
la Cinefe nella moltitudine , e divertita
di titoli , e nomi onorevoli, che fi danno
pe' ior complimenti . Hanno anche un_*
gran numero di nomi, per difunguere i
diverti gradi di parentela . Per ragion di
efemplo,noi non abbiamo,che il nome di
Avo,e di Ava,per dinotare cosi la pater-
na linea, come la materna;ma eflì ne hanquattro tutti differenti. Cosi noi non ab-
biamo , che il nome di Zio , per lignifi-
care cosi i fratelli del Padre , come della
madre; e i Cinell hanno nomi per diftin-
guerne tutti i generi . Superano anche_>
tutte l'altre nazioni del Modo nella cura
di comparir bene; poiché non vi è pove-
ro,chc non livella modeftamente,cconpulitezza . I primi giorni poi dell'anno
vanno tutti aggiuftati, puliti , e con abiti
nuovinlcchè nò v'ha un folo,per mifera-
bilc,che fia , che polla offender la vifta_>.
X 2 Non
$24 Giro del MondoNon è meno maravigliofa la. modcftiaè
I letterati fono fempre così comporti,che credono, effer un peccato il far un_»
minimo movimento , che non ila con-forme alle regole del decoro , ed urbani-
tà . Le donne ofiervano di tal forte ia_,
verecondia, modeftia , ed oneftà , che_?
pare , che quefte virtù fiano nate con lo-
ro . Elleno vivono in una perpetua riti-
ratezza ; non fi fcuoprono giammai le
mani ; e fé fono obbligate di dare alcunacofa a' loro fratelli, o a' loro cognati;
la prendono colla mano , coperta dalla_>
lor manica (che perciò tengono ben lun-
ga , ed ampia ) e la pongono fopra la
tavola , acciò quindi fc la tolga il pa-
rente.*.
Tutti i Cinefi riducono la loro coftu-
imtezza,e converfazione civile a cinquecapi : cioè a dire , il modo di trattare dei
Re col fuddito ; del padre col figlio ; del
marito colla moglie? del fratello mag-giore col minore; e d*un amico coll'al-
tro. Quefte regole contengono una buo-na parte della loro morale ; e fono cosi
prolifle , ch'è malagevole il determina-re, fé le cerimonie de' Cinefi debbanficontare fra le virtù , o vizj ; imperocchéda una parte 3 elfi fenza dubbio fono
fonv
B^^HHi
Del Geme ili! 325fommamente maniero»*, e coftumati;
ficchà il lor pacfe merita il titolo , chejgli danno, di Regno delle gentilezze;ma
dall'altra bifogna dire , che le cerimoniefono come gli odori, de' quali il mode-rato giova , e conforta , e'1 troppo infa-
ftidiice , e nuoce . Edi coftumano ceri-
monie tali, e tante, che ogni qualunqueordinaria azione ne vicn profumata , più
che un facrificio ben folennc ; ond'è,che
il lor còvenevole, per lo /moderato ufo,
diviene affatto fconvenevolc.
Iiiemplice lor faluto, quando infie-
me s'avvengono, è follevar le braccia»»
innarcate, colle mani giunte,da! petto in
vedo la fronte ; a chi più , e a chi meno,fecondo la più, o meno riverenza , checonvien fare? e ciò facendo, ripetono
più volte la voce Zin . Se l'incontrato èperfona di merito , fi comincierà ben_>
venti paflì lontano quefto follevare , e->
ripor di braccia ; dopo di che fiegue u&'
altro maggior' atto di riverenza , chochiamano Zoje; ed'è, d'inchinar profon-
damente la perfona , tenendoli fu i piò
pari : e nel medefimo tempo , abballar le,
mani giunte, come prima, entro le ma-niche, accoftando,quanto più far fi puo-
te,la fronte al fuolo. Né ciò fanno uno ia
X 3 ftc-
326 Giro del Mondofaccia dell'altro , ma amendue per fian-
co , e rivolti verlo Settentrione , fé ftan-
no in iftrada , o allo fcoverto;e fé in cala,
verfo ìa fronte della fala ; imperciocchéCogliono fabbricarli in modo,che la por-ta riefea a Mezzodì. Crcdo,che facciano
cosi , per la modeftia , che affettano 5 e
acciò non paja , che l'uno riceva quella
mezza adorazione dall'altro ; quali deb-bano farla per civiltà, ma non accettarla,
come indegni : ma qualunque ne (la la»*
cagione , il fatto va pur cosi . Se poi lì
feontrano letterati , che hanno qualchecarica (e perciò vanno o a cavallo, o in
ifpalla a quattro , e talvolta a più uomi-ni ) il dameno fmonta , e incomincia a
fare,c ricevere le convenevoli riverenze.
Giammai i Cincfi nò 11 cavano il cappel-
lo ; c'1 prefentarll un'uomo a chi ch<L>
fìa col capo ignudo , vieti riputata cofa
diidicevcle:e perciò a gran ragione i So-lili Pontefici , per aderire in parte ai loro
cofrume , han dilpenlàto a' noftri Sacer-
doti,di celebrar nella Cina il Divin Sa-
crificio^ amminiftrare i Sacramenti, col
capo convenevolmente coperto.
Quanto alle vifitc fra'nobili,non fc nefa alcuna, fenza mandarli un foglio di
carta rolla, lungo un palmo, e mezzo;nei
Del Gemei i i. 3 27nel quale fi fcrive cortefemente,che fi via far Ja vifita ( altrimente non farebbe^alcuno ammerlo );fenza tralafciar puntok foli te cerimonie , cosi nella foferizio-
lie , come nel principio , fecondo la con-duzione , e qualità della perfona , cht>dee cflTer vifitata . Quefto foglio lo portaprima un fcrvidore ; e fc il richiedo nonè , onon vuol'eflere in cafa , fi lafcia in_»
mano d'un qualche fuo fante 5 e con ciòrefta il debiro della vifita interamentepagato
.
Alle volte vi fono di quelli , che nonvogliono enervi , per ufanza propria ; ecoftoro appendono alle porte una tavo-letta , fcrittovi fopra ; il padrone eflerli
ritirato nella cafa di Audio, o di ricrea-
zione : e vai tanto, che dire; non vuol'ef-
Jere annoiato con vlfite . E quello coftu-
me,di affiggere alcuna fcrittura o fopra,
o intorno alla porta delle cafe , mafiima-mente de* letterati , è uno de' lodevoli
fra di loro, e fono d chiarazioni del per-
fonaggio, che ivi abita. Accettata poi,
che fi è la vifita del foreftiere, o dell'ami-
co; il luogo,che fé gli dà nelle ProvincieSettentrionali, e a deftra; nell'altre di
JMezzodi , la finiftra : e il darla, il ricufar-
h, il riceverla , e fubito renderla , è unX 4 lavo-
J2S Giro del Mondorio , che non rlnifce cosi di brievc ; Tem-pre facendofi gl'inchini, detti di fopra»
Né v'è punto men che contendere nel-
l'ordinar delle fedie , (perocché i Cinefi
in ciò imitano gli Europei, nel non fede-
re in terra , colle gambe incrocicchiate,
come nella Perda , egran parte d'Orien-
te )perocché il foreftiere al padrone , il
padrone la mette al forestiere: e fé già
fono difpofte,almeno le toccano; e fi of-
ferva , che la deftinata al più degno , fia,
in ugual diftanza lungi dalle pareti . Poi,
avvegnaché elleno fien pulitiflìme , fi tz
fembiante di ripulirle , e tome via ognifior di polvere , che vi fuflfe , col lembodella gran manica; che fi raccoglie in_*
pugno , cosi deliramente , che il tutto èmano per aria» Se i foreftieri fu (Ter 'cen-
to , tutti Tun dopo l'altro , pigliano a fa-
re il medefimo ripulimento , tanto gra-
dito dal padrone; con atti però d'una co-tal ritrofia , come fé fi conrbndeffe, perqueireccelTìvo onore. Incominciafi poifra i ricevuti la contelà di chi ha da feder
prima , e chi poi ; cofa lunga , ed incrc-
icevole , anche folo a descriverla . Final-
mente feduti,ìn meno d'un quarto d'ora
compaiono i fervidori, colle tazzettedel
CiàjO erba Te: e fé il ragionare va inu»
lun-
mDeI/GeMEILtI 320
lungo , torna il Cià due , e tre volte . Laterza dinota commiato 5 di modo chefarebbe (limato un barbaro,chi non fi li-
cenziale dopo aver bevuto : e cosi que-lla, come qualunque altra cofa, che li
porti, dee prenderli con amendue lomani ; che l'avvalerli mai d'una fola , fa-
rebbe atto incivile.
Or in quei pochi pam" , che fono nel
ricondurgli lino alla porta , fono tantole cerimonie, e i rinovati inchini , e le
finzioni, fatte come la più lincerà cofa
del Mondo 5 che il riftorarli prima col
Cia , par che fia per bifogno , non per
fempliee gentilezza . Ma lo sforzo è nel
volere il padrone indurre , con ragioni,e
con prieghi , chi il vifitò, a rimontarmiveggente , a cavallo 5 e dell'aItro,in prò-teftar{Ì, che prima il Mondo andrà foffò-
pra , che ciò per lui li faccia j e tanto vi
dura, e Aida d'intorno,che vince: peroc-
ché il padrone alla fine, dopo replicati
inchini (che tutti hanno le loro rifpofle)
fi nafeonde dietro la porta , o lòtto una_»
grande ombrella 5 e allora il vittoriofo
monta a cavallo . Ma che ? appena è in_*
fella , che l'altro balza fuori 5 e dicegli in
fua favella, Addio:Addio ripiglia l'altro,
e più volte ciò ripetendoli, li partonoalia
$20 Giro del Mondòalla buon'ora • ne di ciò paghi , indi a
pochi patii,rimandanti l'uri all'altro un.»
fervidorccon un cortefiflìmo rendimeli"
to dì grazie.
Il mandare prefenti fra'Cinefi è al-
trettanto in coftumc, che il visitarti 5 e vi
ha anche in ciò le fuc leggi , ftabilite dal-
l'uro . Si manda fcritto in un foglio, in-,
iftile di particolar gentilezza» tutto quel-
lo, che s'invia in dono : e può eiTere , e*l
più delle volte accade, che fieno cofe
d'affai leggler valuta ? ma ordinariamé-
te molte infieme, e diverfe . Bene fpeflb
però , prima di mandarti , ti notano nel
foglio; e colui, al quale fiprefenta, ne
legna quattro, opiù che vuol ricevere;
che non avendole chi deve regalare , bi-
fogna,chc le compri.Ordinariaméte deb-
bono effere lei cofe diverfe ; ed è lecito
accettarle tutte, oniuna , o folo quelle,
che piacciono ; ma quanto fi riceve , al-
trettanto fa di meltieri rendere , non in_»
ìfpezie, ma in valfente ; talch'èanzi uil*
permutare, che un prefentarc. Evvi al-
tresi coftu manza di mandar danari , e tal
volta il valfente d'un ducato Napoleta-
no , accompagnato però da quattro eie»
ganti parole in. ifcritto ; perche in genti-
Jezza eglino fono prodighi, nel rimanete
parchifiìmi, Quan-
'-ìi-l+^i VKVti'j
Del Gemeui." 'jjfy i
Quanto poi alle cerimonie de'conviti,
dal di che fi lignifica la prima volta e ciò
che dee ùrfi alquanti giorni prima , e ri-
novarfi tre volte inifcritto, altrimente
l'invito farebbe nullo , e non mai accet-
tato) fino al dì dopo fatto > in cui fi man-dano dall' uno all'altro fcambievoli rin-
graziamenti:elleno fon tante,ora diverfe,
ora le medcfime replicate, che chi non.*
ci è accoftumato dalle faice , s'elìggereb-
be,per minor pena,morir di Cete, che per
mezzo di tanti tormenti,ubbriacarfi alla
tavola d'un Cinefe . Però elfi l'hanno
tutte per così necedarie, che una fola..,,
che ne mancafle , non fi tcrrebbono per
Cinefi; ma barbari , e indegni di efier ri-
veriti ( quanto prefumono ) da tutte 1<l>
nazioni del Mondo.Della notte poi, desinata al convito,
confumano quattro, e fei ore in difeorfi,
e follazzi ; toccandoli iftrumenti , e rap»
prefentandofi commedie.Ciò è tanto or-
dinario ne'conviti, che vi ha Compa-gnie di Recitanti, le quali , eziandio nonrichiede, fapendo dove Ci cena folenne-
mentc, vengono da fé (teffe a far le loro
rapprefentazioni . Or fé il convito nonè fra poveri, quanti fonoi convitati,tan-
te fono le tavole, larghe un braccio , elun-
I)
332 Giro del Mondòlunghe uno e mezzo . I cibi vengono In
piatti d'oro, d'argento, e di porcellana j
tovaglie però' non ne ufano , ma defchi
lucidi, e mondinomi, tinti d'una vernice,
mefcolatacon vaghi colori . Oltreacciò
non fi fervono di to vagliolini, né di col-
telli, né di forchette , ne di cucchiari ; nécoftumano di lavarti* le mani prima , odopo mangiare; perciocché amanti fumidella pulitezza, mai cofa niuna, di quan-te lor fé ne prefentano a tavola, toccanocolle mani , o dita ; ma per recarfela in_>
bocca, adoprano due baftoncelli ( d'avo-
rio,d'ebano,o d'altro legno preziofo; rot-
tili , e lunghi preflò a un palmo e più:
l'uno fermo fui dito anulare della de-
lira ; e l'altro mobile , che fi muove col-
Tlndice , e dito di mezzo ; e vi mangia-
no si deliramente, che colgono fino a ungrane! di rifo (al contrario de'noftri Eu-ropei, che vi patifeon molto,prima che-?
vi fi avvezzino); e quanto a'coltelli non_>
ve ne ha di bifogno , perche tutto fi por-
ta trinciato in minutinomi bocconcelii.
Vanno fempreinfieme vivande di carne,
e di pefee(per dilettare colla varietà )
ifquifitamente condite; e più tofto in nu-mero molte, e in qualità diverfe , che in
quantità affai; onde anche le ciotole(che
così
rH *£&&$$£ $**£& ' %&M M^liàMM
Del Gemella 5$?cosi pajono ) in cui fi recano le vivande^
fon picciole ; non che quelle de'manica-
retti, che fi framezzano , per iftuzzicar
l'appetito. Dopoprefe quattro bricciole
di quel tritume, che loro fi mette avanti*
dipongono ibaftoncelli, èva in giro il
bicchiere; perche il bere, non il mangia-re è fra'Cinefi la delizia de'conviti . Perdurar nondimeno bevendo alle volte fei,
e più ore, Tempre in buon fenno , e in di-
icorfi di fublime argomento j adopranotazzette picciole quanto un gufcio di no-ce; oltreché il forbifcono tanto a poco apoco, che prima di votarne una , ia fi re-
cano alle labbra quattro , e cinque volte*
per lo còftume , che hanno di non beremai a un ibi fiato, ma a forfo a forfo
.
Sia poi di Verno, o di State,bevono Tem-pre caldiflìmo; e quindi credei!; che pro-
venga, il non faperfi colà pure il nome di
certe penoiìlsime malattie, che tanto ab-
bondano in Europa , e nafeono da molti
umori indigente fiacchezza di itomaco;come altresi il godervifi una robufta fa-
llita fino 3*70. agli 80. ed anche a' 100.
anni 5 età , alla quale non pochi giungo-no . La lor bevanda fi h 3 ponendoli il ri-
fo macinato nell'acqua, la quale imbevu-ta di tal fofìanza ( come la birra , o cere-
vifia
334 'Giro del Mondovifia di Fiandra , fi pafla pofcia per lam-
bicco . Or avvegnaché sì piccioli fieno
i bicchieri, fi bce cosi fpeffo ( mafsima-
mentc verfo la fine ) che di tanti pochi ii
fa un tal troppo, che fovente mette il cc-
labro a mal partito ; onde le mogli del
Padron della cafa Hanno oflervando,quà-
ti de' convitati vadano rotando per lc->
fcale, per farfene poi le rifa col marito; ii
quale giammai non (limerà il fuo con-
vito efìcre fiato buono , fé non manda_»alcuno a cafa ubbriaco; altrimente penfa,
e fi rammaricarne il vino nò e (lato buo-
no. Fra quefti conviti però non.s'ofler-
va quella barbara legge , di costringere a
bere chi non ha fete , & empiere nuovotazze di vino a chi n'e così pieno, chc->
d'ogni verfo trabbocca; onde è folito
porifì avanti certi ripari , per non vederli
l'uno l'altro; ma l'allegrezza del convito,
il non aver altro che fi fare, e'1 dover
onorare l'amico , fon loro in vece di leg-
ge, acciò bevano fino a tanto, che s'ub-
briachino; benché la debol bevanda , che
ufano , fi fmaltifca con ogni poco chodormono.
Finifco quello Capitolo con dire, che
una delle maggiori virtù Cardinali ( che
fono infinite tra'Cinefi) è la Cor te uà ,ola
K**-'J
Del GemeliiI Ji$la convenevolezza in ogni azione, che
debba farfi; e ciò non già riguardando Udignità , c'I merito deilc perfone , che fi
onorano, ma più torto per foddisfàre a
una cotal vaghezza , che tutti hanno di
moftrarfi,lapiù coturnata, e gentil co-
fa del Mondo. Imperocché eziandio col-
la più fordida gente , ( fia tale per nafei-
mento > o per condizione di fuo me^lìiere ) adoprano forme di ragionarti
tanto nobili , e follevate, che di me-no potrebbe contentarli vn Principe;
come a dire al mulattiere dan titolo
di gran bacchetta ; e'1 chiamarlo per
io vero nome, che ha, farebbe un gra-
vemente offenderlo 5 e cosi ogni altro
meftiere ha la fua propia , e nobil formadi nome: e fé alcuno non ha contezza»,
della condizione di colui, col quale ra-
giona, fi tien full'univerfa/c onorevole,
e gli dà titol di fratello . Evvi poi oltre-
acciò un particolar vocabolario , per
per nominar le cofe propie,fempre avvi-
lendole, e le altrui magnificandole j e'I
ragionare altrimente , farebbe un grave
errore , non di favella , ma di creanza».,
e vero barbarifmo . Fino a gli allevati al-
la ruftica dentro le fclvc , hanno del gen-
tile, affai più che altrove i nati nelle Cit-
tà i
33$ Giro del Mondotà 5 e per lo contrario i più manierosi , e
che apprettò di noi fono accostumati al-
le finezze dell'ufar cortigiano a nella Ci-
na parrcbbono incivili, e falvatici.
CAPITOLO SECONDO.
•Altri co/lumi de'Cinefi.
LA maggior bellezza delle donne Ci-
neiì conSiftc in aver piccioliSIìmi pie-
di . E perche quefta è una bellezza , che
può averfi per arte ( ciò che non è pof-
iìbilede* lineamenti del volto ) involgo-
no i piedi alle bambine,appena nate,e gli
fìringon si forte, che ne impediscono il
Crcfcerc , e Stranamente gli Storpiano ; e
poche fono , che non fé ne rifentono fin
che fono vive . Ciò è appunto , quel che
i favi lor vecchi, istitutori di tale ufanza
ebbero in mente: cioè render loro tor-
mentofo il camminare 5 onde fé l'onefU
non le riteneva in cafa , il dolore nell'u-
feir fuori , lor mal grado, ve le StringeSTe.
Benché poi quefto Sia il maggior pre-
gio di bellezza, di cui fi vantino, non è
perciò , ch'elle ne facciano pompa, o al-
meno moftra ; imperocché l'oneftà noncomporta, ch'elleno vadano in vefle co-
si
BBHWWBWM iMSBfl >-*
Del Gè meli il 337si corta , che i piedi ( appena lunghi unquarto di palmo ) ne appajano di lòtto la
falda. Di più vivono iolo fra di loro.c fi
può dire in un perpetuo carcerc,rimoto,
non dico iblamcnre dal pubblico, nia_»
dalla lor medefima cafa;trattandovifolo
i figliuoli, e quelli di etàinnocentejfuor
de' quali niun'altro vi il accoiìa,per met-
tervi piede . L'affacciarli onde poffano
efler vedute , il toglie loro l'abitazione^
appartata dal rimanente, e fenza fineftre
fulla ftrada . Di cafa poi di rado efeono;
e ciò le ricche fanno non altri mente,che
in fedia , non mica aperta, ma poco menche fuggellarc vi dentrojfcnza alcuno fpi-
raglio,per dove poffano metter l'occhio
a fpiarc . Solamente delle 1 5. Provincie,
quella di Iunan fiegue in ciò altro co-
iìumc, conformandoli alla libertà dei
Tibet , del Tunchin , e d'altri paeiì con-
finanti. Modeftiflìmo e il /oro abito,non
fcollacciato , ficchè moftri niente del fe-
nojanzi fencceflìtà,no ?l richiedc,mai no
traggon le mani da dentro le maniche,(le quali anch'effe portano ampie) ezian-
dio nel ricevere, che fanno di alcuna^cola loro offerta . S'è uomo chi la por-
ge , difdicevole atto farebbe alla donna»,
riprenderla dalle fue mani 5 ma egli dee
?me ir. Y pò-
5JS Gitio del Mondopotarla fopra un banco , o tavola; ed cfla
iudipiédcrla,colla mano tuttavia invol-
ta , e coperta . Le loro fattezze, e'1 colo-
re del vifò, non è interiore a quello
delle donne Europee; e febbene hàno gli
occhi piccioli, in dentro, e'1 nafo mede-almamente; non perciò pajono mciubelle.
Da quefra tanta ritiratezza , iìeguc i
il maritarli ( direni cosi ) alla cieca: per-
che gli fpofi mai non li veggono fra di
Joro ; e (e non viene il dì , che la novizia
entra in cafa del marito , egli non si chepiedi ella fi abbia . I padri l'oli da fé trat-
tano i maritaggi , lenza che l'uno veggj,
d'altro moftri la fanciulla ; e lenza ri-
chiedere i figliuoli del piacer loro 5 néporer'effi ingerirvi!!, ocontradirc : an-
zi avvien loro talvolta d'efler maritati, oprometti , mentre fono in fafeie ; pococflendo diverti d'età per ordinario gli
fpofi. La dote poi della moglie non è al-
tro , ch'ella medelima , aliai ben dotata,
fé ben coftumata; ma o buona, o rea cheila, non porta ai marito pure un danajo,
je cosi non ifvifcera la cafa,onde Ci parte;
e dove va non porta di che infuperbirc,
o rinfacciare al marito . Pcrloconrariolo fpoio, alquanto prima, che fi celebri-
no
Del Gemelli» 339no le nozze, fnole inviare alla donzella»,
una tal mifura d'argento 5 che fra* mez-zotoni Tuoi patteggiare, e tra' nobili fi
coniente, farla a proporzion del potere;
e quando giunge ad efTere di circa mille
feudi, è ibprabbondantc . Ciò dee fervi*
re , acciò la moglie fi fornifea di uiaflferi^
zie, d'abiti, egaiedonneiche ; lequali
poi tuttc,colla più folcnne pompa , che-*
ordinar fi polTa , jfon portate in moftra_>
avanti la fpofa.Quel di che va a marito,
la precede un grande accompagnamen-to^ fuon dinacchcri,eflauti,econ mol-te fiaccole accefe , benché in fui merig-gio . Ella poi va ferrata a chiave in una_»
iedia, tolta in ifpalla da quattro uomini;e giunta a cafa dei marito , cosi gli vien
con legnata : ed egli aperta di fu a manola fedia , ne trae fuori la donna, non maiprima veduta ; che fé non gli piace, nonpuò in alcun modo rifiutare.
I poveri con tre, o quattro feudi fi
comprano una moglie; e loro è permef-fo rivenderla, fenetruovanocópratori
.
Chi è povero cotanto itremamente, chenon abbia , onde comperar moglie , néanche a si vii mercato; cerca egli a chi
venderfi fchiavo, e riceve in pagamentodella lua vita , una moglie; colla quale_>,
Y 2 eco*
34<3 Giro del Mondoeco' figliuoli, che ne nafcono,rimane la
tignoriadel padrone. Il mede(Imo acca-
de a una donna libera , maritandoti conuno fchiavo.Quindid'ordinarioi poveri,
non menano più che una moglie, la do-
ve i ricchi , oltre la principale , fcelta di
pari,opoco dirimile nobiltà* Te ne com-perano dell'altre più, o meno , come lor
torna in piacere . Prendono alle voltouna di quelle feconde mogli , per aver
fucceflìone$e avutala , rivendono la ma-dre,a tale effetto ibi comperata.
Degna poi di fomma lode èia vene-
razione , e'I rifpctto ? in cui fi ha lo flato
vedovile. Il rimaritarfi,eziandionel fior
dell'età, le benerimafeséza figliuoli,fenv
bra poco oncftoje rade (òno le ben nate,
che antepongono il diletto all'onore , oil titolo di madre a quelle di pudiche?*
Rimangonfi in cafa del fuoccro,e vi me-nano la lor vedovanza, in iflretta guar-
diamo alla morte.Per leggi del Regno, nhTuno può am-
mogliarti con donna della Tua famiglia,
quantunque non fia in grado di parente-
la. Ld prima moglie è riputata «blamen-
te legittim spollono bensì averne quan-te ne vogliono, e loro poflìbilirà per-
mette • Quindi è , che per lo prczzo,c helene
•.?.' •>-:*,,:$>.,
Del Gemelii.' $41fé ne dà, avendo elleno condizione dj
jfchiave, può il marito rivenderle a chigli piace . E fé la donna fufle Criftiana,
e per ciò ripugnante d'andare dal nuovocompratore Idolatra; vien forzata dalla
giuftizia a replicati colpi di baftonato.Non farà diffidi Ita un Cine/è vender la
moglie, o la figliuola a un Cattolico Eu«opeo , che colà fi nuovi; il quale l'ave-
rà per Tempre a tenere in fua cafa, comefchiava , però non potrà condurla fuori
del Regno ; e fé vuol ritornarfene , bifo*
gnerà lafciarla, o venderla.
Divien fermo,e valido, nò fi può feior-
re il matrimonio Cine/e, dopo chela.*
fpofa avrà accettati gli fpilli d'oro , e di
argento , le maniglie , ed altre cofe con-venienti al di lei ftato, che lo fpoib gli
manda .D'allora in poi quantunque Jo
fpofo andaffe fuori del Regno, giammaia non fi rimarita, ma fino alla vec-
chiezza reitera attendendo. E * anche la
ufo, che convenuti i padri dello fpofo, e
della fpofa (i quali han pieno potere fal-
la volontà de' figli , che giammai noti-»
emancipano) fi danno fcambievolmentcil nome, il giorno , l'ora, il mcfe,e l'an-
no del nafcimcntode'figliuoli, per confi-
gliarfi co' loro Aftrologi 5 e quando efl!
Y 3 fon
342 Giro del Mondofon di parere , che può contraerfi il ma-trimonio, fi mandano i mentovati pre-
feriti ,e non altrimente.
Egli lì è ben difficile a gli Ptranieri, di-
fiinguerepcriftrada la pompa d'un fu-
nerale, da quella delle nozze; peroc-
ché in amendue fono apparati di alle-
grezza.In cafa accaderifteffo;poiche cosi
nell'una,come nell'altra il fuona , fi pon-
gono avanti la porta lunghi legni , e in_»
ciTì appell lumi , uccelli , e vari lavori di
feta , o di carta diverfamente colorita^ .-
£' tenuto in poco conto quel figlio in
Cina , che non s'ammoglia 5 quali comefpcgncfleilfcme paterno,c corrifpódcfle
con ingratitudine a chi gli ha dato l'è Ac-
re. Parimente una donna maritata fi ri-
puta infelice, fino a tanto, che non ha_»
figli ; perche prima d'avergli , non puòfederò a tavola colla fuocera ; alla qua-,
le , e alle feconde,fcrvono in piedi quel-
le, che non per anche han dato frutte
dal lor ventre. Da ciò nafce,chc per non-
efTer appreflb gli altri in sì mala opimo--ne , non vi è miferabilc , che non fi com-pri delle mogli; né donna, che non_>
proccuri divenir gravida ; nondimenonafeendo due bambìne,o tre,fenza fram-metterli alcun iiwfchio, la ItefTa madre
le
Del Gemelli.' 343ì le uccide , o fofToca ; dicendo, che il dia-
volo è entrato in cafa . Crudeltà moltopiù praticata nelle Città Meridionali;
dove fono corretti i mafehi bufearfi
mogli fuori . Siegue da ciò, che l'Impe-
rio Cineie è più popolato di qualunquealtro (quantunque fi coftumi poligamia,
o moltiplicità di mogli ) perche il Cie-
lo è molto benigno , e le donne feconde;
non vedendofene nò pur una in età atta
3 generare,fenza un figlio al petto,e unointorno alle fdìde , onci ventre.
Si fattamente attendono i Miniftri afar , che la Repubblica divenga ben po-polata 5 che i\ Superiore de' Padri Rifor-
mati Mìfiionarj di Canton , ebbe a farmi
morir delle riia , quando mi narrò un_»
fatto,a tal propoiìto,dcl Regolo di quella
Provincia . Erano in prigione più donnetra mogli , fìglie,e parenti di ladri giudi-
ziari , o fuggitivi 5 ond'egli , per non te-
nerle infi uttuofe i le maritò a forte cona-ltri carcerati , nella maniera feguent^->.
Fatti venire nel fuo cortile tutti coitoro,
giovani, vecchi, zoppi, e ftropp) , fece-»
a ciascheduno lafciare nel fuolo un pe-
gno ; e fattigli appartare,fece introdurre
le donne , ordinando loro , che fecglief.
fc ogni una il luo marito, prendendo al*
Y 4 cuno
544 Giro del Mondocuno di quei fegnali . Ciò fatto compar-vero gli fpon* , e ad un per uno fatti loro
riconofccrc i regni; fi trovò una giovanemoglie d'un vecchio,© zoppojuna cieca,
o ftroppia con un giovane. Torcevanodi qua, e di là le donne , e* giovani così
malamente collocati ; ma il Regolo, cheera di bell'umore, feoppiando per le ri-
fagli rimproverava della loro dappocag-
gine , in non aver faputo feieglier bene;
e che doveano incolpar fé medefimi del-
la loro feiaguta , giacché era irata in lor
mani l'elezione.
I Tartari non comprano le mogli, maeflì ricevono dote, benché molto mife-
rabile.Maritadoalcuno la figlia co un fuo
pari ; la dote non eccederà 80. vacche?,
80. cavalli, 80. abiti , ed altrettanto nu-
mero di altre cofe , a proporzion dello
flato de' contraenti,
Da quanto fln'ora abbiam diviiato,
può il lettore reftar baftantemente per-
fuafo, che i Cinefi fono perfpicaci filmi,
e in valor d'ingegno fuperano gli Euro-pei ; e pure non è detto nulla della faga-
cità della povera plebe, infegnatale dalla
natura , per vivere. Ella è cosi induftrio-
fa nell'ingannare , che per avveck ricno,
non baftano a* foreftieri , quantunque*atfen-
Del Gemelli? 345attcntiflìmi , cento occhi; che troppomeglio fanno eflì giuocar di mano, e_>
far preffigj,perfar travvederc.Se ne con-tano mille di graziofifiìme invenzioni.
Fra le altre fi pongono nell'unghie ( chetutti coftumano di portar ben lunghe^)
piccioli coltellini, per tagliare infcnfibil-
mentc le borfe.Pcr lo contrario i merca-ti fi pregiano di efler leali,e veramente il
fono ; perche ogni lemplice loro giura-
mento è inviolabile , e farebbono andarla tefta , per la parola ; ciò che fperimen-
tarono, fui primo lor negoziare, non_i
fenza gran maraviglia , gli Europci.Così
ne averterò almen prefo l'efcmplo eli?,
che dovean darlo, e corrifpofto con fede
alla fede: che certamente non gli avreb-
bon pofeia fperimcntati, a propio corto,
altrettanto , e più, ch'effi non erano,pcr<.
fidi , e fraudolenti. A quello propofito
poffo riferire una verità,fentita per boc-ca de' Padri Miffionarj Spagnuoli. Gli
Olande»* , che da Batavia venivano acontrattar in Cina , vollero ingannare i
Cinefi, dando loro una gran quantità di
monete falfcj che in un negozio di più
centinaia di migliaia di feudi , fatto in_>
fretta , non fu facile riveder tutte . Se-
gnarono coftoro il tratto 5 e nel ritorno,
che
$46 Giro del Mondoche fecero gli Olandefi il ieguentc anno,
percomprarc,refero loro pan per focac-
cia . Diflimulando l'inganno ricevuto,
nella fpedlzionc delle navi, dittero , che
aveano belliilimi drappi di nuova inven-
zione , venuti da Njnkin allora medefi-
mn. In fatti fecero vedere a gli Olandefi
ì drappi 5 e convenuti del prezzo per più
migliala di pczze;quàdo fu al congegnar-
le , e che gli Olandefi n'ebbero rivedute
molte; e alla fine, per non riconofccrle
turte ( dovendo in brieve partire) fé ne->
ftettero per l'altre fulla buona fedeli buo*
ni Cinefi, in un batter di ciglio, mutaro-
no le pezze in altrc,picncdi cèci vecchi:
e cosi gli Olandefi , portandocele in luo-
go di drappi, ritnafero burlati, con mag-giore interefTe di quello, che aveano fat-
to colle monete. Proccurarono vendi-
cacene negli anni feguenti ; mai Cinefi
non gli vollero ammettere al negozio.
Non corrifpofero in si fatta maniera a
gli Spagnuoli (nel tempo, che io era in
Cina) allorché venne in Macao un va-
fccllo da Manila , con i 80. mila pezze_>,
per far compra di (cte. Perche voledo gli
Spagnuoli i lavori a lor ufo (a (fri difTeré-
ti da quelli, che Ci coltu mano in Cina_>)
per trafportargli nella nuova Spagna,
e
non
Dei. Gemeul 347non trovandone pronti ; difiribuirono il
dannjo a molti mercanti, acciò dovefle
ciak heduno di eflì,dar loro tante caffè di
drappi, del lavorio richiedo 5 e in farti,
nel termine di cinque meli, Ci teflerono i
drappi, e Ci congegnarono puntalmente
giulta ì! prezzo , e bontà convenuta ; av-
vegnaché fra tanti vencfufTe alcuno,che
foddisfecc i compratori nella quantità,
e non nella qualità de' drappi : ciòchc-»
non dee parere gran fatto , Te fi confide-
rà il si brieve tempore la gran fomma,che pure in Italiane anche in cinque an-
ni fi farebbe ri fcoffa.
Quanto all' citeriore apparenza'de_>9
Cinefi ; fembra vedere tanti uomini di
maeftnto , quanti fé ne incontrano: nondico foìo per la fignorile maniera deli'a-
bitOjina per la gravità , e'1 modefìo con-
tegno nel portamento della periona,nel-
la maeftà deIl\ifpetro , e nell'andar fofte-
nuto , e comporlo. Girar leggiermente il
capo, farebbe un'aperta mente dichiarar-
gli avere anche leggiero il cervello.
Spergiuri , o parole, che punto Tentano
del i'inunodcfto , folo in bocca di qual-
che ribaldo plebeo, e ben di rado fi Ten-
tone Dell'amoreggiar poi, e andar facc-
elo il vago , non che l'ufo , ma ne ancheve
$4-8 Giro dei Mondove n'è il vocabolo 5 imperocché volto di
donna mai non fé ne vede, né in fineftra,
né altrove ; perche quali tanto farebbeuna Cinefe clTer veduta , quanto mezzaviolata.
Con tutto che la Cina pefla dirli il
paefede'Pretendenti; non ve n'efTendo
altro limile al Mondo, dove ogni uomo,avvegnaché di abbiettillìma condizione,
non iftimi d'avere inviolabil dritto, di
divenir maggiore degli altri ; e, fé ve'l
portano i menti dei fapere, di ialir fino
a quelle eminentiflìme dignità , oltre \s~?
quali non vi è altro di fublime,che la Co-rona Reale : nulla però di manco /anno
affai ben nafeondere l'emulazioni , le in-
vidie, i rancori , e le mortali nimiciziocon apparenze d'amore; e per molto che
Ila l'odio, in che s'hanno , mai non man-cano l'un all'altro d'inchinarli , inginoc-
chiarli, ed appreiTar la fronte al fuolo, fe-
condo che la dignità , e'1 pollo richiede:
cosi (limando far da uomini, e inoltrarli
franchi d'animo, e ben collumati . Coi-re poi fra di eiTì un principio, che il veni-
re all'armi non è cofa da uomo ; e che la
guerra non è altro, che una fierezza ri-
dotta a regola d'arte , delia quale man*can le fiere . Propria dell'uomo eficr l'u-
rna-
+Del Gemelli) #49
inanità ; cperciòchetanto profeflano,di
non aver pari al Mondo, nel vivere fe-
condo i dettami della ragione; affettano
la piacevolezza in modo, che l'adirarii
appo di loro è come undifumanarfi, c->
divenire una beftia , o alla men trifta unbarbaro.
Indi è, che fra di loro non fi profeta-
no nemicizie alla feoperta , e molto me-
no il veggono fazioni , mifchie , o rifife-»
fanguinofè . I pugni fono le fole armi,
con cui combattono in duello; nel quale
il peggio che far fi pofla (parlo di perfo-
ne ordinarie) è lo (frappare icapegli dal
capo del nemico, di che più fi fentc»>
l'ignominia, che il dolore . I più onora-
ti, e favj, battuti fuggono ; e cosi facen-
do rimangono fuperiori, perche l'onor
della battaglia fi riduce al vincer fé ftefiì
colla virtù , non ravverfario colla for-
za. Quindi quel fuggire, in veced'effe-
re a'Cinefi d'ignominia , ferve per fargli
andar trionfanti, di femedefimi iniìeme,
ede'ncmici,vinti dalla paflione dell'ira;
e perciò più torto beffie, che uomini . Aconfettare il vero , fono i Cinefi di poco
animo, effeminati , e di viliflimo cuore,
che (offre le ingiurie pazientemente.
Sono i medefìmi di bronzo nella fati-
ca,
3 50 Giro del Mondoca, accottimandoli dalla tenera età a
portar in ifpaìia un legno, con ugual pe-
lò nelle due punte, da giorno in giornomaggiore , a mi fura che s'avanzano in-.
età; fatica, dalla quale non fono efenti neanche le povere Contadine, che oltre i
fervigi donnefehi,zappano la terra, e fan-
noie facchine.Nelle barche elleno rema-
no, o tirano come tante cavalle la corda?
pefeano , e fanno quanto può fare un_>
marinalo, con tutto il pelò del figlio, che
cori una fafcia,portano appefo alle (palle,
e alla fine della giornata , la lor cena nonè altro , che un poco di rifo cotto , e la~»
bevanda una decozione d'erbe iilveftri,
in luogo del Cià.
Ulano un'artificiofapignata,pcr cuci-
narc, nella quale l'acqua va all' intorno,
c'1 fuoco ftà nel mezzo ; ficchè qualllvo-
glia cofa fi cuoce con minor tempo , mi-
nore fpefa, e meno fatica . Non avendomateriali, per far buoni vetri , gli fanno
(com'è detto altrove) di rifo, e di più va-
ghi colori . Hanno inventato una tavo-
ietta,con alcune pallottole di legno infil-
zate, per fonimi re, (òtrrarre, moltiplica-
re, e parti rc;e fé ne fervono con maggior
prc(tezza,chc non calcolerebbe il miglior
Aritmetico Europeo . Per contar le mo-ne-
Del Gemelli. 251nere hanno un'altra tavoletta, con centocafe j nelle quali prettamente fanno en-trare altrettante monete, e cosi in un'i-
ftante le contano , e ne veggono la bon-tà . Se non fi truovano bene in una pro-feflìoue ,a capo dell'anno prendono adefércitarne un'altra , eflendo abili in_>
tutto.
Ingcgnofa mente giuocano ad ogniforte di giuoco ; come di carte, fcacchi,
(detti Rè; dadi, sbaraglino , un fonile a
quello dell'oca, ed altri d'applicazione_j;
però quello, che gli mena a perdizione-»
è là Metna nel loro anno nuovo , per in-
dovinareil pari,© caffo de'monticelli di
monete ; in che cófumano gli averi tutti.
Alcuni applicano in maleiì loro inge-
gno, componendo un fumo detto Xian;che fatto in una camera , rende tutte lt->
pedone come ematiche, ed immobili 5
per poter rubare frattanto quello , che vi
è dentro. L'acqua è efficace controve-Jeno.
CoftumanoiCinefi di bever caldo, emangiar freddo, ai contrario degli Euro-pei; né vi è alcuno , che rinfrefehi maiì'arflccio palato , o per lo caldo ambien-te, o per moto fatto in camminando,conacqua frefea, non che fredda, ma per lo
con-
352 Giro del Mondocontrario attende pazientemente , che fé
gli dia calda,in modo,che gli icottì le lab-
bra, e'1 volto; lavandoli mede fimamentecolla ftefia: onde fembra loro una ftrava-
ganza, quando vedono un'Europeo bc-
ver freddo . Quanto alle vivande,perche
confumano le giornate intere affilia-,
xnenfa chiacchierando (per efler dì natu-
ra loquaci ) li raffreddano in modo , cheperdono ogni buon faporc . Ciò non folo
è in coftume alla povera gente , ma ufi-
tato altresì da'Mandarini , e Grandi; i
quali lebbene fanno imbandire nelle lo-
ro tavole, nidi d'uccelli (che li compra-no a trecento pezze d'otto il picco ) ale
di Tuberoni» nervi di Cervo , radici pre-
ziose, ed altro di gran prezzo ; tante lun-
ghe però fono le ciarle, che il tutto li raf-
fredda . Oltreacciò ripongono ogni lor
delizia, e la bontà del convito nel bere
(come è detto di fopra ) a fegno che de*
paggi, che fono alTegnati , per fervir cia-
scuna tavola, ne viene fovente uno, e li
pone inginocchio™, pregando i convita-
ti, che bevano: pofeia ne viene un'altro,
e gli fupplica di votar le tazze, & or d'un
modo, or d'ua'altro ; perche non ritor-
nando i convitati ubbriachi a cala, rima-
ne mortificato il convitante, quali comeil
Dei Gemelli. 551il mangiare non fu (Te flato buono , e tri-
Ito il vino. Per ghignerò adunque a ca-
po di quello lor fine, dopo Ja cena dannouna commedia; e dopo la commedia^fanno imbandire un'altra tavola di cofe
dolci ; e quindi un'altra di frutta , per darloro occafion di bere, e mandargli in fine
alle loro cafe in braccio de' fcrvidori
.
Quelli, che fono moderati , fenza taccia
d'inciviltà , poflbno buttare il vino a ter-
ra , mentre fìngono di corrifpondere al
brindifi; tenendo, per ciò fare, una tavo-letta in faccia , la quale non fa efiergli of«
fervati dagli altri.
In fine del convito fi offerva un coftu-
me, che forfè non farà approvato da al-
cun'altra nazione? cioè, che ogni uno de*
convitati Iafcia otto , o dieci pezze d'ot-
to, più, o meno(fecondo la qualità di chi
invita) in mano d'un fervidorc ; e quan-tunque il Padrone ( alia maniera de'Me-dichche (tendono la mano per ricevere,
mentre colla bocca rie ulano) motòri di
aggravacene, fi sa nondimeno io itile ; e
ciafcunolafcia,quanto balta per pagare
ia commedia, c'i vino.
Ufano i Mandarini di mangiar cibi cal-
di (lìmi, non tanto per lufiò, quanto per
eccitar la lufiuria, ed acquillar vigore
Tarte IV. Z per
554 Giro del Mondoper contentar tante donne , ed avere dal-
le medefìme quantità di figli ; e pcrchodi fopra fi fono mentovati alcuni cibi in-
cogniti affatto in Europa , rie perciò be-
ne darne qualche contezza . I nidi di
uccelli lì prendono nella Colla di Co-cincinna , nell' Itola di Bornco,Calamia-
nes, ed altre dell'Arcipelago ; dove fo-
pra innacccflìbili rocchc,fanogli certi uc-
cellini , limili alle rondinelle 5 cosi deli-
catamente, che 11 mangianojpofti prima
in acqua tiepida, per toglierne alcuna_»
penna % Non s'è potuto fapere Un'oggi
fé flano fatti di creta,o della bava dell'uc-
celletto; però 11 fperimcnta , che fono di
gran nutrimento, e del faporc di vermi-
celli . Il Tuberone è un pefee , che man-gia cadaveri umani, e fi truova per tutto
l'Arcipelago di S.Lazaro; dall'ale di elio
i Cinefi tolgono i nervi folamcnte, per
fervirfene nel le vivande . La radice /«>
fon viene dalla Provincia di Leàotùn , e
fi compra a peto d'oro,per elTer caldifli-
ma, e di gran foftanza ; onde dicono, che
chi la porta in bocca, fenza prender cibo
per tre giorni, non fente debolezza . Ula-
no anche infinite droghe , e quinteffenze
per lo fìnefuddetto.
Le leggi deli' Imperio obbligano sì
fat-
a'^Vf'-iv
Del Gemelli.' 355fatta mente i padri alla buona edueazionde'fìgli , che fé per forte alcun di quefti
commette un delitto , e la giùilizia noiupuò averlo nelle mani ; s'aflìcura del pa-
dre , e lo gaftiga con più bastonate , per
non aver faputo insegnare al figlio i buo-
ni cottami . Prende anche cura il Gover-no dell'economia nelle famiglie, per la->
quiete della Repubblica; e fé ne narra unfatto molto efemplare. Trovoflì a paf-
faic un Mandarino per una ftrada , doveuna fuocera piangeva ad alta voce, e ma-lediceva fua nuora, e'1 marito ; ed infor-
matoli della caufa , nel ritorno , che fece
in Pekin , ne diede parte all'Imperadorcj
il quale ordinò, che fi morti fica fiero la_»
nuora, e'1 marito; fi mozzarle il capo al
loro genitore,e fi privarle del Governo il
Mandarino del luogo.
Coftamano i Cinefi prender moltotabacco in fumo, però in altra manierache noi. Lo tagliano minutifsimamen-tc, e feccatolo nel forno, lo bagnano conacque violenti,pcr dargli forza; onde chi
non vi èaccoftumato, non può durar
colla retta a prenderlo. Eglino per altro,
quantunque portino fempre la pippa, e
una borfa di tabacco appefa al fianco, ne
tirano però una fola fumata per ora ; fic-
Z 2 come
3 56 Giro pel MotJdocome fanno anche le donne , particolar-
mente le Tartare.
Seggono i Cinefi in fedie alte, ed ufa-
no tavole parimente alte, come gli Euro-pei . Non apprezzano Te gemme, e ciò
che riceve il valore dall'opinion delle~>
genti, ma l'oro, e l'argento , che l'hanno
intrinfccaméte. Nell'andare perla Città,
o fuori , non lafciano di portar il venta-
glio, anche d'inverno 5 e in campagna-»l'ombrella , benché abbiano un cappello,
per ripararli dal Sole.
Se gli Europei chiamano prima per Io
nome,e poi per lo cognome; i Cinefi per
lo contrario principiano dal cognome.?.No prendono altrimente i nomi da'lo^o
Idoli , ma i figli fono chiamati da'padri
per nome diprimo,fecondo, tcrzo,qnar-
to, &c. altri acquiftano il nome da qual-
fn,p 'w'as
' c^c accidente preceduto al parto , comejl fortunato, l'allegro, il benigno, &c. E*
ben vero, che mentre imperavano i Ci-
nefi, fi collimava , nell'età di j 4. anni,
darli il nomea'mafchi , ponendo loro la
berretta del paefe; e alle femmine con gli
fpilli, da ligare i capelli, frattanto chia-
mandoli il primo, fecondo , &e. ciò cheii facea con altrettanta folennità , che le_>
nozze; però il Tartaro, che oggidì figno-
Notjvellej
Relation de
U Cine da
P. Manallis
reg-
>:•- '}'."•'>'
Del Gemella 357reggia,toIfe via tal difpendiofo coftume.
I Cinefì, fino alle galline , e polli ven-
dono a pelò ; però a buon prezzo , dan-
done una di venti oncie per 20. %ien , che
fono tre grani e mezzo della moneta di
Napoli: cfsi bensì poco ne confumano,amando la povera gente, empierli la pan-
cia ài rifo,e d'erbe leccate alSole,a fine di
confervarle lungo tempo nello ftomaco.
Hanno i medefimi in grande ftima_»
l'anticaglie, di qualunque metallo, e for-
ma che fiano ; poco curando la maeftria
del lavoro, purché fiano antiche : anzi
quanto più rofe, econfunute dal tempo»canto fono ftimatc più nobili , e compra-te acaro prezzo. Stimano anche gran-
demente le fcritture antiche di buona-*
mano , appostovi il fuggello del proprio
Autore.I nomi di Padre, e Madre fono in Ci-
na facrofanti 5 credendo i figliuoli , chedall'amare teneramente, e fervire con_>
umiltà i loro genitori, venga loro tutto il
bene, che bramano in quella vitame vi è
nell'antiche memorie contezza di nazio-
ne, apprettò la quale il naturai debito de'
figli fi foddisfi,così interamente, corneafanno i Cineu* . Si truovano giovani la-
voratori, che per dolore della perdita del
Zi 3 p*:
3$$ Giro del Mondopadre,digiunano ogni di,fino alla mortCj
fenza mai guftar né carne , né pefee , neuova, né cofa veruna di latte > affinchè
cotal penitenza vaglia in fuflfragio della
di lui anima.Sono poi molto inchinati alle fuperftì-
zioni, ed augurj . Non ftabilifcono ve-
run matrimonio, fenza la confulta dc'lo-
ro Aftrologi ; né fcpcllifcono i loro mor-tile da'medefimi non (la fcelto un di for-
tunato : vedendoli perciò nelle grandi
Città ufeire in un ioidi io. e 20. mila_*
catte , con morti dentro,per fcpcllirfi nel
monte . Tutte le porte de'Tribunali,pcr
un iuperftiziofo coitume,fi fanno nel
muro, che riguarda Mezzo di.
Stimano peiTìmo augurio, che nelle
loro Terree Villaggi ficriggano Tem-pli al vero Dio ; temendo , che parte del
popolo perciò fi muoja . E veramente-»par, che Dio voglia fperimentar la fer-
mezza de'Cineil; poiché fi vede in fatti,
dopo la fabbrica di alcuna Chiefa, mo-rire più per/one , che d'ordinario ,• comeanche i fratelli, figli , ed altri parenti di
quel Cinefe, che nuovamente s'è fatto
Cattolico ; per quello, che mi riferirono
gli ìrefti noftri Padri Mifiìonarj . Quindic* che volendo talvolta quelli nuovame-
te
Del Gemelli. 3 59te fabbricare qualche Chiefa; né potedo*la i Cinefi impedire giuftamére,ftàte l'or-
dinc, e permiifione Imperlale ; fufcirano
loro un tumulto popolare, per frafìor-
narla $ licchè i Miflìonarj fono obbligati,
avvalerti del braccio della Gin (tizia.Ciòaccadde a' Riformati Spagnuoli, mentreio era in Cantomi quali volendo fabbri-
care , in un Villaggio lontano dalla Cit-
tà , una Chiefa , per ufo de* Criftiani ; c_»
comprato perciò il Aiolo, e'materiali ; fi
commolTeroafpramentei villani , e tu-
multuariamente unitifi,a mondi tambu-ro, andarono ad impedire la fabbrica^.
Fur corretti i Miflìonarj di farvi andareun Madarinojalla cui veduta tutti i con-tadini fi pofero per le ftrade inginoc-
chioni, applicandolo, che avelie riguar-
do alle loro vite , che non ìarcbbono fi-
cure, collo ftabiliméto degli Europei nel
loro Villaggio. Alla perfine s'acomodòl'affare in tal guifa. Comandò il Manda-rino ,chc fi profeguifTe la fabbrica della
Chiefa ; però che quàdo fi averte a por-
re l'architrave , o legno più elevato del-
l'edificio, avvifaftero iloroBonzijacciò
copriiTero gl'Idoli , che Ci farebbono at-
territi, vedendo eriggere si alta fabbri-
ca 5 e così non lì toglierle a' contadini il
Z 4 Fun-
360 Giro del MondoFun-fcivy , cioè la fortuna.
Quefra fuperftizionc fi (rende fino alle
fabbriche degli IlciTi Gin eli (benché nonfiano (limate cosi fune/te ) non permet-tendoli ad alcuno, di far la cafa più alta»»
dì quelle de' vicini,per temenza di non
toglier loro il Fun-fcivy.Nel Borgo di Canton,cntrato in una_»
Pagode, vidi avanti l'Idolo due ferpentivivi,poftiin un bacino, per purgareun'incolpato di furto ( tanto (I è grandela loro fuperftizionc ) . Doveano efferpodi fui corpo dell'accurato ; e fc ne ri-
maneva offefo , era riputato reo, e fé no,innocente : chiamano cotal Pagode SanKiai miau.
Tutti i Mini (hi perieguicano grande-mente i ladri , per render il cammino fi-
euro ; e prendono cura d'eftirparc i va-gabondi, ga (rigandogli feveramento.A* ciechi , (troppi , ciimili, fi dà in_*
che efercitarfi, giuda il loro potere : a'vecchi , e impotenti vicn iònaminiftratoil vitto dairimperadore,che in ogni Cit-tà , ne alimenta cento 5 più , o meno , fe-
condo la grandezza di ella Città.
Nafce da ciò non foio la quiete nellaRepubblica, ma eziandio l'abbondanza*perocché tutti s'applicano a coltivare il
ter-
'" V->S' ^^^^m
Del Geme ilu 36t
terreno; né in tutto l'Imperio ne rimane
palmo nculto. Ufano alcuni aatificiofi
aratri, in modo che ponno eirer tirati da
un Bufolo folo ; e con pari induftria irri-
gano il terreno, con macchine, che trag-
gono l'acqua dal baffo letto de'fiumhA l-
tri, per procacciarli il vitto , infìdianola
vita a' pefei , non folo con quantità > e
divertiti di reti , ami , e laberinti di ra-
mulcelli nell'acque; ma adoperano ezian-
dio uccelli , come i noftri corvi marini,
o natatori ; da' quali non ponno avere*
fcampo , quantunque il nafeondeflero
fra l'arene . L'uccello non fi approfitta,
che de'piccioli ; perche gli fcaltri Cinefi
gli pongono al collo un'anello, acciò
non polla ingoiare i grotti.
A gli uccelli medefimi tendono reti,
lacci , ed altre invenzioni, per farne pre-
da. Le oche filvcftri tanto tanto malizio-
se, nei guardarli da' cacciatori , difficil-
mente fcampano dalle lor mani; perche,
per ingannarle , pongono nelle lagune^,
e fiumi , dove vanno , alcuni vafì di cre-
ta galleggianti; a'quali,poiche veggono,
efierfi accottimiate l'oche per alquanti
giorni , vi fanno due buchi . Quindi po-
ftifigli in tetta , entrano con tutto il cor-
po nell'acqua > ficchi fembri, che i vail
sai-
362 Giro del Mondogalleggino ; e avvicinatici all'oche,già"af-
iuefatte a tal vifta, le tiran giù per gli pie-
di;c caricatane la cintola,vcngono fuori
dell'acqua
.
Coftumano i Giudici Cinefi, per rite-
nere ifudditi dal commetter delitti, far
porre il cadavere dell'uccifo dentro unacaffa , in cafa dell'ucciforc, fino a tanto,
che fi accomodi co' parenti . Ciò vidi
praticare con Manuel Araugio di Ma-cao, perche un fuo fervidore Moro di
Alangiar-MafiTenavea uccifo un Cinefe;
chei'avea provocato, dandogli fui nafo
con certe rannocchie , tanto abborritc_>
da'Mori . E non ottante che V Araugio,avelie uccifo il Moro, e aveffe volutodare mille Taes ; non potè ottenere da_»*
parenti il confenfo, di toglierfi di fua_>
cafa il cadavere . Quantunque Idolatri i
Cinefi , non fono cotanto fcrupulofi
,
quanto quelli di qua dal Gange ; perche
mangiano vacca, porco, rannocchie, ca-
ni ( de' quali fono golofifìimi,e fé ne fan.
no macelli ) ed ogni forte di viventi; nefanno difficultà di praticare, mangiare,
c farparenteia co* Criftiani.
CA«
Del Gemelli; '36$
CAPITOLO TERZO.
•Abiti» %Artni, e Monete de* Cinefi,
PRIma che cominciaflero a dominare
i Tartari , portavano i Cinefi lunghi
i capelli, avvolgendogli dietro la tetta,
alla maniera delle noftre cotadirìe (però
séza trcccie)e facédone un groflb pomo,nel quale pattavano lunghi fpilli d'ar-
gento , cosi per foitcnerlo, come per or-
narlo ; onde li veggono anche oggidì in
Malaca,e in altri, luoghi, di queftì Ci-
nefi, che fi dicono di capello: ma dopol'Imperio delTartaro,fu ordinato a tut-
ti, in pena della vita, di tagliategli; e_i
di andare alla maniera Tartara, colla te-
da rafa , e un ciuffo , come ufano i Mao-mettani; con quefta differenza però,chc
i Cinefi lo portano intrecciato , e lungotalora fino alle gambe. Vietò anche Upompofa vede, con maniche larghcper
introdurre Ja Tartara; cièche i Cinefi
fentirono, e temono ancora dentro il
Cuore.
L'abito adunque Tartaro, che fi uf*->
ogg'di in Cina , è, di State,un Maózu, oberretta di figura conica, delicatamente
fatta
364- Giro del Mondofatta di feta , o canne d'India,e coperta.*
di crini di cavalli roffi : dentro è fode-
rata di taffetà , & ha un laccio , per ftrin-
scrla fotto il mento .In inverno la por-
tano dell'iiteifa forma, ma di feta imbot-
tita con bambagia > adorna di pelli finej»
nelle ftremità, e coperta al di l'opra di
feta sfioccata,in vece de' crini . S'tifaper
lo più di colore cremefino , e da pochi
azzurra , o nera ; e nella punta fogliono
porvi, per ornamento, una pietra d'am-
bra, o di vetro di rifo.
Nella celebrazione della fanta Metta,
ed amminiftrazione de* Sacramenti,por-
tano!
tutti inoftri Mi flìonarj una berret-
ta nera, dalla quale cadono quattro parti
quadrate fin'all'orecchie , foprappoftougualmente , e graziofamente ; e da die-
tro pendono due lifte> come quelle delle
mitre Vefcovali. ElTcndoiició introdot-
to dagli antichi letterati Cinefi ; per di-
fHngucrfi,i Padri della Compagnia han-
no aggiunto ad ogni quadrato tre porte,
fatte con un lacciuolo d'oro .
La loro camicia è detta Kuàziii , e fi
allaccia fotto il braccio deftro , a'fìanchi,
e fotto la gola . Ella è lunga fino a mez-za gamba, co maniche lunghe, e ftrette.
yi accompagnano brache larghe, e lun-
ghe
:'i- V'.'
Del Gemelli! 36$
ohe fino a4 piedi, che dicono Kùziù ,o
levv, e litanie con una cinta difeta_,j
ali a quale appendono poi la borfa del ta-
bacco, il moccichino, il coltello , ei ba-
roncini dentro una guaina. Portano pe-
rò i nobili un cintuiino di feta,con ferri
dorati, e gioje. Le calze, die ufano,.fono
perlopiù di feta, odi tela, e fi chiama-
no Uvàzì. • • / uI nobili aggiungono alla camicia (
che
a' villani ferve di veftc) un' abito lungo
ri-ro, detto Paozu,di color violetto, o
pure d'altro, ( con maniche ftretto ,
che hanno nell'eflremità un poco di ro-
verfeio .come un' orecchia) che dopo
efferfi abbottonatola fotto il braccio de*
fìro fino a' piedi; fi flringe con una cinta
di fera, detta Tavzù .Sopra quefta veftc
pongono il Guaytao , eh' è gi ultamente,
come una mozzettaVefcovale,Pero len-
za il cappuccetto,e con maniche largne;
e quello «abbottona avanti il petto •!
letterati l'ufano lungo, le perfone ordi-
narle corto, i Tartari cortiffimo.
Andando per la Città in fcdia , co-
fumano i letterati portare ftivali di fe-
ra ( in luogo di fcarpe) detti Xivezu , e
fono di varj coloriXe perfone ordinane,
che camminano a piedini portano d uncor*
i.jj6 Gre° Mi Mondo
fottoll fSfcT*™*?". e inchiodai
So nl'Jn?"°n ^ rg,i ««fumaresi tolto, o prender umidità
; perche nonufano ta i,oni. Lefcarpc, chèTJZo™-Ute ?er
'
' fSCntC °rdina "'
a» fonofcol-
finnV^ / 'Sjtura',ma ftr«^ dietro. Si
Sedi téb^ r f' ^* vuole,col!e
da'nohm"',fiCh"mano h% • Tanto
«'altro f^'q
-
anr°
da V,iJam• ^il'uno, e5*C U^a
.
to il v«aS'io,o Scè2ll,
I ?donn, hd"ì.
v;rnc 'conic di «a»l.e donne hanno l'iftcflavcfìc, ma ahbottonata avanti ,-i pctfo ,.^Jitretta, per oneftà
5 ao<miancndo ' .
tre dell-iflcffo Mglio dffopr%°. I 'f^pe,'
pffodeibtftta-"°ni
- «Portamento
E£-.i3 CVag°' P«che hanno
generalmente i capelli lunghi , e neri • egli ungonocon differenti ol; é gomme,
Era Ff**' " '° r «Ufto •Nc formano foPra la fronte un'alto gruppo , con ferro
«lato, avvolto di feti3
, che poicuorro"
tlucd, colla gomma, ed olio . Deli
«m ' P,
aaW "e fanno comc un pomo dfe -
troia teda, e parte due ciocchete , checadono gramamente fui collo , a galli,
ali.Nelle Provincie Settentrionali gli
ag.
Del G.BMStiL 3&7aerano , & avvolgono dierro la tettai
fenza intrecciargli; e poi gli cuopronocon una, come fcudella di feta,bcn lavo-
rata , o ricamata . In Pekin vi aggiungo-
no un moccichino nero avvolto> per ri-
paraifi dal gran freddo . Le vergini , per
diftinguerfi dalle maritate, taglianfi par-
te de'capelli intorno la fronte , e'1 collo;
lafciandone come una frangia,lunga duedita , fìccome meglio potrà vederli dalle
figura di fopra portate'.
Il color de'Cinefi è bianco,come quel-
lo degli Europei , però nelle fattezze fi
diflinguono; perche gli occhi general-
mente fono piccioli, in dentro, e'1 nafo
.-?nche picciolino, e alquanto fchiaccia-
to; che nondimeno non difpiacc. Han-no la barba cosi fcarfa di peli , che vi farà
taluno, che non ne terrà in tutto cento»
chenonnafeono, fé non ncireftremità
del mento, e fui mufo : e quando pur necrefeefle alcuno nelle guancie, lo Strap-
pano con mollette ; di modo tale, che la
barba è lunga , ma rariflìma . Quello è
il maggior legno per conofeere un'Eu-
peo fra mille Cinefi, e un Cinefe fra mil-
le Europei.
Le donne fono generalmente bian-
che, belle 7 e fpimoie , molto più degli
uomi-
'B 68 Giro del MondoUomini t che fono di poco cuore . Si
pregiano molto della picciolezza de'pie-
di (come è detto di /opra ) e le vecchie^medefime tanto ne infuperbi/cono, che,
a difpetto delle rughe del voIro,s'ornano
il capo di vaghi fiori, e fi martoriano in_>
tale età, per far pompa del picciol piede.
Adoprano in guerra iCinefi arco, efreccia,e una fcimitarra larga » Qucfta la
portano a rovescio, colla punta avanti
invece del manico; e volendo trarla-»
fuori, danno un colpo fui la punta , e fan
venire l'elle avanti . L'armi da fuocopoco fono ufatc, però cominci afi ad in-
trodurre,d'ordine dell'Imperadorc, Tufodegli archibufi . Nelle Provincie Meri-dionali,per la comunicazione con gii Eu-ropei, ufano alcuni Scoppietti lunghi /et-
te palmi, che portano palla picciola, più
per vezzo,che peraltro .La bacchetta la
pongono dentro l'iitcfifa canna, ficchè
non ponno fervirfene fecondo il Bifogno;
né fanno /"pararle in piedi , ma diftefi col-
la pancia a terra, l'appoggiano a due co-
me corna di capra , che fono in punta-i,
per prender la mira.
Quantunque l'artiglieria fufie ftata_»
invernata nella Cina da molta tempo,non era però ben livellata , e fatta con le
de-
.^^^V^.'
Del Gemei. il. 369debite proporzioni 5 onde il Tartaro, in-
cominciando a regnare, e volendo fer-
virfene nella guerra contro l'Eludi, oRe Tartaro Occidentaie,la fece fondere,
e ridurre a perfezione,colla direzione del
Tadre VerbieftFiammengo della Com-pagnia di Giesù; per Jo che reftò pofcia_,
molto bene affetto alla Compagnia . Diquella artiglieria fi ferve in campagna,come vidi in Pekin ; poiché nelle mura_»
delle Città non v'erano , che alcuni pic-
cioli falconetti.
La foldatcfca Cinefe fi compone di
cavalleria, ed è divifa in otto bandiere-»,
ciafeheduna di cento mila faldati . Ognibandiera ha il fuo Generale , ch'è fempreun Rcgolo,o Gran Signore , e fi chiamaper ragion d'efcmpJo,Generalc della ban-
diera verde , della bianca , &c. come al-
trove è detto. Ne'prefidj, e guardia della
gran muraglia,ve n'è molto maggior nu-
merojperò la maggior parte fono Cinefi
Tartarizati 5 non potendo la Tartaria-,
Imperiale fornire si gran numero di fol-
dati.
Continua da padre in figlio , e nella.»
famiglia,l'erTer foldato 5 perche l'Impe-
radore non folo dà loro competente pa-
ga, fecondo la loro qualità , ma di più il
Varte IV. A a rifo
37
o
Giro del Mondorifo per tutta la famiglia; il cavaliere ciò
chebifogna per nutrirlo, fenz'alcun ri-
sparmio; perche il tutto viene dalle Pro-
vincie , che lo danno per tributo . I Re-goli hanno la paga afifegnata, per tener
dodici mila foldati , e mantenerli col de-
coro, che fi conviene; oltre gli altri , che
tendono a loro fpele.
Benché nella Cina ila a vii prezzo
Toro, e di buona qualità ; tanto quello
,
che fi raccoglie ne'fiumi,in tempo di pie-
na, per le cavità , che fi fanno ne'letti de'
medefimi; come quello , che vien porta-
to da'Regni confinanti ; non perciò tifa-
no di farne monete , ma dalli a pefo. Il
limile accade dell'argento, che s'intro-
duce dalle ftraniere nazioni ; particolar-
mente quello, che viene dall'America^.
Qmndi l'Imperador della Cina chiama»,
ilnoftro Monarca delle Spagne il Re_>
dell'argento ; perche non avendone ne*
fuoi Stari alcuna buona miniera, tutto
queJlo>che vi Ci fpende, è portato da'Spa-
gnuoli in pezze da otto , e quivi pofeia
fi riduce in laftrc, un quarto migliori di
qualità,o cbilati. Di quell'ultimo fi pagail tributo Impcriale,chei Madarinidenorifeuotere da' fudditi, ne' luoghi di loro
giurifdizione.Tutto quello argento reità
per
Del Gemelli. 371per fcmpre fepolto ne'Tefori Imperiali
diPekin, edelleperfone facoltofe dell'-
Imperio ; perche a'Cinefi non ù d'uopo
cofa veruna (tramerà . Lo fpendere , e'1
pagare,(I fa tagliando in pezzetti l'argen-
to, cpefandolo con una ftateretta,detta__»
tèng ciù . Si conta per Lean(o Tacs in.»
lingua Portughefe ) che vale 15. carlini
Napoletani 5 per cien ( o mas in Portu-
ghefe) eh*è la decima parte del Tacs ; c_>
per Fuen, o Condorin, decima parte del
mas . Le monete baile di rame fono det-
te zien(ociappas ) delle quali 14. fannd
un Fuen . Quefte ciappe però fono Mate
introdotte da diecianni in-quà ; perche i
Cinefi s'accorfero della perdita, che fa-
cevano,nel taglio d'un pezzetto d'argen-
to,per comprare un frutto , o cofa di po-
co prezzo . Hanno un forame quadrato
nel mezzo,per infilzar»". Per una pezza»*
d'otto fé ne daimo mille , e mille e cento,
fecondo che fono più o meno grandi, in
diverfe Provincie dell'Imperio'. Si fab-
bricano di Tutunaga (metallo particola-
re di Cina,fimiie alla rame ) con quattro
lettere Cinefi da una parte, colle quali è
fcritto il nomedell'Imperadore; e due-?
dall'altra,dinotanti il nome della Città? oTribunale, che le fa coniare.
A a 2 CA-
S72 Giro del Monito
CAPITOLO QVARTO.
Efequie de* Cinefi,
FRa*Cincfi l'erter ben fepeliito è co-
fa, onde par che dipenda la felicità
del morrò, e de'difcendenti . Di qui na-
fte, che neanche de'proprj figli fidando-
fi, ogni un vivo , e fano fi provvede fpe-
zialmente di due cofe: cioè d'una caiTa_>,
dove dee chiuderli morto, e di luogobenaugurato per riporveia.Ben dolente
vivcrebbe un vecchio , e mezzo difpera-
to morrebbe ogni altro, che già noruaverle in cafa una tal cafla ; e'1 figliuolo
altresì rroverebbefi in grande angofeia,
ove ruffe coftretto,a rinvenir,dopo mor.
te del padre,la materia da lavorarla ; che
coftumandofi fpeffa ki > e otto dita , e d
legno, fé non incorruttibile , almeno d
gran durata, difficilmente fitruova. Eli;
altresì non dee effere anguria , tanto fo
che (la capace del cadavere , ma ben'ampia, e maeftofa
ts poi tutta di fuori inver
niciata, intagliata , ed abbellita d'or<
( quando fi può ) né fi hanno per male.
ìpefi, intorno ad una d'elTe,le centinaia.
£i feudi ( che in Europa farebbono d ice
volte
Del Gemelli! 37?volte più ) giacché i venditori fanno cre-
derc,condurfi il legno da parti rimotifiì-
me , ed eiTere del più durevole dei Mon-do. Quanto più cotta, tanto più lafti-
mano ^riponendola dentro la camera,
per vederla continuamente.
Quanto al luogo bene augurato,*! pre-
fcrive dalla malizia , e iuperftizione de-
gl'Indovini , per lo più, nelle falde de"
monti 5 o in piani circondati di cipreffi,
(non effendovi montagne vicine,)perche
ninno può fotterrarii dentro la Città „
Fatta e* hanno fotterra la grotticella a
volta,e bene intonicata,con ottimo fmal-
to , acciò l'acqua delle pioggie non vi
trapeli; vi fanno all'intorno ftatue d'uo-
mini, fignificanti fomma meftizia, d'ani-
mali di varie fpezie , ed altri durevoli or-
namenti; oltre le grandi ladre di pietra
viva, in cui fta incHò,in belliisimo Itilo*
quanto di gloriofo può dirli in memo-ria del defonto . Le carte però de'Gran-
di fi pongono entro grandi cafe a volta,
avanti le quali fi fa un'altare di marmobianco, con un gran candeliere di mar-
mo, di ferro, o d'ottone , e attorno altri
più piccioli dell'ifterTa materia.
Spirato adunque che fia il Padre, H fi-
glio ftrappa difperatamente le cortine
A a 3 del
374 Giro del Mondodel letto? e con effe ricuopre il cadavere:
indi filafcia cader giù fcinti i capegli ; £->
torto invia i fervidori a'parenti, ed ami-ci, dando loro avvifo in ifcritto, d'aver
perduto il Padre . E perciocché gli ami-ci , e' parenti avvifati, dcnno venìre,a far
loro cerimonie in onor del defonto ; fi
guernifce, per ricevergli, la maggior fa la
con addobbi di duolo; cioè ftuoje,o pan-
ni di canapa,tinti di bianco 5 che tale è a*
Cinefì il color di lutto. Involgono in-
tanto ftrettamente il cadavere in due , otre pezze di zendado dilicato, nella ma-niera , che fi fafciano i bambini ; e poi lo
vertono dell'abito più ricco , e proprioaìla ftagione , con fopra V infegna del
Maertrato,fe mai né ebbe alcuno. Il pon-gono quindi nella grande arca ; e fattovi
in fui fondo un piano di Tinzao , e più
fopra altri d'altre erbe odorofe; ricuo-
prono l'arca , e fortemente l'inchiodano:
e affinchè non ne trafpiri alcun reo odo-re , murano le giunture con pece, di cheanche tutta l'arca dentro è intonicat&_».
Cosìchiufalafpargono di ftelle d'oro,
e collocatala nel più onorevole luogodella gran fala , vi pongon fopra il ri-
tratto al naturale del morto; e quivi dapreflb una tavola , con profumi odorofi,
efiac-
Del Gemella 575e fiaccole ardenti . Allora è libero,c a gli
amici, e a* parenti invitati , d'entrare*a far le confuetc onoranze al defonto ; ela porta fletta,adorna d'un feftoncinvita,
anch'elio,chi patta . Dolentifiìmo intan-
to Tene fta il figliuolo, che gli ricevoal lato dell'arca.Ha un'abito di femplicotela di canapa , fìccome anche la berret-
ta dei capo ; in piedi tiene calzari di pa-glia , all'orecchie cenci di cottone;e dueavvolgimenti di rozza fune a' fianchi,
donde i lunghi capi giungono fino a ter-
ra 5 e ogni parte di quefto luttuofo ar-
nefe , ha forma particolare , fecondoio ftile immutabile, che fé n'oficrva.LcggeCi un Rituale ftampato , che ap-
pretto di me fi conferva,in cui fidivifano
tutte le formole,proprie a ciafeun gradodi parentela ; attefavi anche la condizio-ne, più o men ragguardevole, dc'perfo-naggi. Quanto al figIio,non finifee in_>
quetta lugubre apparenza tutta Tefpref-
fione del fuo dolore. lìgii giaccia primanotte appiè dell'arca , nò per lungo tem-po apprefìò, ufa dormire in altro letto,
chefemplicepagliariccio. Lungi dalia»,
fua tavola ftattene ogni vivanda dilicata,
e in ifpezie tutte le carni. In vece delle*
fedie ricche , e grandi , fi vale d'una pic-
Aa 4 cioia,
376 Giro del Mondociola , e incomoda ; & ufa altre fimili
penitenze , le quali , panato un mefe, co-
minciano a poco a poco ad allentar»*.
Le cerimonicche debbono fare i con-vitati in onor del defonto, fono quattroprofondi inchini , e altrettante genuflef-
fìoni > e abbaiamenti di capo,fino a toc-
car la fronte fui molo 5 arder fiaccole.?,
profumi, ed alcune carte fmaltate d'oro,
e d'argcnto.Ciò (1 fa,perche credono che
la di lui anima nell'altro Mondo, ne avrà
altrcttato di vero, per poter pagare i fuoi
debiti,ed acquiftarfi la grazia delle guar-
die, che vegghiano alla porta delle carce-
ri di fotterrajondepoi ufcita,poiTa torna-
re in quello Mondo,e ponendoti in uil>
corpo rinafecrej e fé buona è la ventura,
chel'accompagna,divenir letterato, che
in Cina è il meglio dell'umana felicità.
Per quattro, o almeno tre di, fogliono
adunarli gli amici, e' parenti, a render
quello onore al defonto 5 finiti i quali nòfi fano fubitol'efequicma fi difTcrifcono
niciì, e fino a tre anni: che tanto , e non_»
mai mcno,dura il lutto per la morte del
Padre , in riconofeimento degli altret-
tanti anni,ch'cgli portò il figliuolo bam-bino nelle tue braccia •> e in tanto fi tiene
il cadavere dentro una fianza, onorevol-
mente
^m
Del Gè me tir," 377mente riporto . Infin che non fi fe-
pcllifce , non vi è di , che il figlio no'l
YiCiti,c vi s'inchiniitenédogli avanti qual-
che odorofo profumo, e offerendogli ci-
bi 5 che di poi fi danno inlimofina a* Sa-
cerdoti degl'Idoli, che fovente fi chia-
mano^ recitar preci fopra il corpo.
A deliberare finalmente,]! quando fot-
terrar fi debba il defonto , vi è un gran-»
lavorar di conti , e gittar di forti da'mae-
rtri di cotal mifticre ; i quali , fecondo i
precetti dell' arte, trafcclgono quel di,
quell'ora , e quel punto , che gira il Cie-
lo il più avventurofo, e benefico , ch'ef-
fer fi porta . Statuitolo, fi fa dì nuovodal figliuolo un folenne invito,di quanti
più egli può avere, per accompagna-mento , ed onore del Padre , e fuo 5 e al-
lora fi fanno di bel nuovo quei quattro
inchini , di cui i CincQ mai non fon nefazj, né rtanchi.Indi s'avviano in procef-
fione . Precede a tutti un drappello di ta-
buli* di flauti , e d'altri cotali ftrumenti;
poi feguono figure d'Elefanti,e di Tigri,
e imagini d'uomini, e di donne illuftri
nelle loro iftorie : viftofe macchine?co-
mc carri trionfali, e cartella , e piramidi
mìfteriofe, e bandiere : tavole, altre-?
con incenfieri fopra, e toavi profumi?ajtre
I——
37$- Giro del Mondoaltre co mcnfeimbadite.Indi (Segue unafrotta di Sacerdoti,in abito folenne, reci-
tanti loro preghiere , in una maniera di
canto accordato : poi tutti in filenzio , e
in gramagliai parenti, e gli amici 5 e fi-
nalmente l'arca, levata fopra un gran ta-
volatogli gli omeri di venti , trenta,e piùuomini 5 e dietro immediatamente i fi-
gliuoli fquallidi , e per h pattata tabula-zione fmorti; che fembrano,che ad ognipaflò vogliano ftramazzare . Serrano poituttala funeral pompa le donne, chiufein fedie;c fé non vedute, troppo ben udi-
te, sì difperate fono le ftrida,che gittano.
Lenti Aimo, per la maeftà è quefto anda-re, e Iunghiffimo, perche i luoghi da_»
fotterrarei defonti, fono lungi dalloCittà. Quivi finalmente arrivati, fi rifan
da capo ie cerimonie , fi ardono odori,
Carte dorate, e per fino alle macchinofunerali 5, e fottcrrafi l'infelice nella_»
grotta , di cui finalmente ferrano i'u-
feio con un picciol muro . Vanno an-
che pofcia,di quando in quàdo,a brucia-
re avanti i fcpolcri carte dorate, e innar-
gentate , cavalli , ed altri animali fatti di
carta, o tela 5 feiocca mente credendo,che la carta fi converta in monete , e
gli animali finti in viventi ,per fervire al
,mor:
^-ÌMs:^4'.-.i'..
Del Gemili. r. 579morto; e perciò gli amici portano in_,
preferite al figliuolo denari( come nelle
nozze ficoftuma) per fupplire a quellafpefa.
Seda* figli fi dee ftare in lutto tre an-
ni , niente meno bifogna che facciano le
mogli , per la morte del marito; moren-do però ella , non è'
a che di tre meli . Daquefti riti di oflequio non può andar li-
bera qualfifia condizione di perfone; in->
maniera tale ,che morendo a'Mandarinii genitori , fono obbligati di lafciare l'of-
ficio, come di fopra fi è detto.
Quefta fi è la caufa principale , perchefono tenuti in poco concetto gli ftranie-
ri da* Cinefi ; come anche l'altra , di nonpropagare il sague patcrno.Perciò in oc-
cafion di difputa di Religione, hannorinfacciato a' noftri Miflìonarj l'ingiu-
ria , e ingratitudine , che fanno a' mag-giori , lafciando i loro fepolcri; e man-cando di fare ogni annoi dovuti atti di
pietà , per venire in si rimote parti . Ibl>
Cina certamente none permetto ufeire
dall'Imperio; ed è riputato infame,e det-
to Tuxyao il figlio, che va altrove, lafcià-
do iì fepolcro paterno.I Padri Miflìonarj
però trovarono una buona rifpofta , per
ferrar loro per fempreia bocca,dicendo,che
j3o Giro del Mondoche eglino venivano comàdati,pcr fervi-
re Dio j e che ficcome i Tartari non era-
no difubbidienti , nel lafciare i loro pa-dri , pervenire in Chi:?, cosi eiTì per pro-pagare la loro Religione . Ciò che detroin prefenza d'un M andarino Tartaro 5 (i
diflfe,conapplaufo, che i Padri aveanoragione . Acciò non s'impediffe il Aiofervigio, fé venirle in mente a* faldati
Tartarici voler rimanere apprettò i fe-
polcri de'genitori;ordinò l'Imperadore,
che fé ne bruciaflfero i corpi, e lì portaf-
fcro da' figli le ceneri in Pekin , per fare
pofeia ivi le loro cerimonie.
Dalla medefima venerazione, che i
figli continuano a'ioro Padri dopo mor-te, nafee come un'obbligazione di tener
una tabella in cafa,dove fiano ferirti i
nomi del Padre , Avo, e Bifavo: e avanti
di e(Ta bruciar varj odori , e di quelle
corde, fatte di feorze d'alberi pefte , chedicemmo di fopra . Morendo il padre,!!
toglie il bifavolo , e (1 pone in fua vcce_>
il padre, fottentrando l'avo in luogo del
bifavoje cosi fi continua per fcmprc.Co-flume , che non fi può togliere a' mede-fimi Criftiani Cinefi 5 onde fono inforte
gravi ilime differenze fra* Padri della.,
Compagnia di Gicfù > che difendonopò-
m BHH1 in iv-i; •ir-'-v.'i ìvìi-'.
Del Gemelli. $81
jpotcrfi tollerare da'Cattoiici , come unJmero atto di venerazione a* loro mag-giorijc'cherici Miffionarj FràcefiDome-nicani,ed altri, che pretedono edere Ido-
latriate non poterli permettere a'Criftia-
ni; differenze, che non per anche fonofiate tcrmnate dalla Sacra Congrega-zione alla quale fé ne diede parte.
Si mole anche in Cina fondare unJTempio, pcrfervigio di tutta la fami-
glia 5 però non puote erigerli, che da»,
perfona ragguardevole , come a dire daun Mandarino della /teda . Or quelle fa-
miglie, che han Pagode, quivi eziandio
pongono la tabella del morto , per fargli
cotali cfTcquj . L'annuale però facrifi-
ciò, che tutti fono tenuti di fare a* loro
maggiori , fi coftuma differentemente-?,
fecondo la qualità dc'foggetti; perocché
rimpcradore facrifìcaa /ette maggioriantepaiTati j i Regoli a cinque ; un Man-darino a tre , e un privato folamente al
Padre , e all'Avo . Suole l'Imperadoroonorare le perfone di qualità nella mor-te de'ior genitori, fcrivendo due lette-
re, nelle quali riftringe le virtù del mor-to} e quelle fi pongono poi nel fcpolcro-
Onore , che fece nella morte de' Padri
Adamo, e Verbieft delia Compagnia di
Ciie-
Blank ìnserted to ensure correct page posìtìon
Funerali che si costumano nel/a Provincia di Qi^n-tmi del Rgono della Cina. Sciar», hien Jchcm. Kuaneeu Fmxit ,UnJreaj AfaJ^arSm/- &J, - /, .
3&4 Giro del Mondòt. Contadine congiunte del morto,'
le quali dovriano andare naf€oftc,dentro
una come cortina portatile , fecondo il
coftume;però fi tono difegnate feoperte,
acciò fi veggano gli abiti.
j£>^ Bonzi, ch'accompagnano il mor-to, toccando varj ftrumenti , e fra gli al-
tri,uno come un picciol'organo.
j^. Amici veftiti di bianco, cioè di
lutto.
S. Sepolcro nel monte , dove fi por-
ta a fepellire.
T. Antico abito Cinefe.
y. Stravagante verte dei guardianodella cafa,che fi truova dipintoin tutte le
porte de'Cinefi.
CAPITOLO QVINTO.
Ztbbondan^a , e Temperamento d'aria
della Cina,
LE due forgive del commercio fono,
fenz'alcun dubbiosa navigazione , e
l'abbondanza di tutte forti di mercanzie,chefitruovano nello Stato. Quelle le>>
poffiede la Cina in tal modo , che non vi
ha Regno,che la uguagli , non che ìa fu-
peri* La quantità d'oro, ch'ella ha in->
tutte
De l Gemei ti. 385tutte le fue Provincie, è tale , che in vecedi convertire in moneta,vien comperatoegli medefimo per mercanzia . Quindi è
nato il proverbio, che fi fénte fpcflb in
Macao : l'argento è del fmgue, e l'oro èmercanzia. A riguardo dell'argento, la
cupidigia, ed induftria in acqui (tarlo fo-
no cosi antiche, che l'Imperio 5 e perciò
la quantità, che i Cinefi ne hanno accu-
mulata, deeenere immenfa: imperoc-ché tutto quello , ch'entra una volta nel-
lo Stato, non può giammai più ufcirnej,
sì rigorofe fono le leggi, che ciò vietano.
Rade volte in Europa li ranno prefenti
di cinquecento, o mille feudi; ma neìla_>
Cina è molto ordinario il urne di mille,
di dieci, venti, trenta, e quaranta mila 5 e
fpczial mente alla Corte, fi fpcndono piùmilioni in regali, e prefenti . Ciò accade
perche non v'è carica di Prendente di
Città, che non cotti più migliaia di feu-
di, e qualche volta 20. e 30.milaj e a pro-
porzione gli altri uficj minori . Per efle-
re alcuno V.Re d'una Provincia, bifo-
gna pagare,prima d'eflernepofto in pof-
feflo , trenta, quaranta , callo fpcflb (cC-
fanta, e fettanta mila : non che il Roriceva tal danaio , o che n'abbia almenonotizia ; ma perche i Governadori dell'-
Tane IV. B b Inv-
386 Giro del MondoImperio, i Colao , o Configlieri di flato,
e i fei fupremi Tribunali della Corte*
vendono fec reta mente le cariche. Co-loro,che,có tal mezzo,divcngono V.Re,
o Mandarini delle Provincie, per rim-
borfaril Jo fpefo , prendono prefenti da'
Prcfidenti delle Cina 5 coftoro da'Prefi-
denti delle ville, e borghi;e tutti infieme
s'ingraflano a fpefe dei miferabilc popo-
lo. Qiundi è comune il proverbio nella
Cina ; che il Re, fenza faperlo, efpone il
fao popolo ad altrettanti carnefici, afiaf-
lini,cani , e lupi affamati , quanti fono i
nuovi Mandarini , che crea, per gover-
narlo . Certamente non vi è V. Re , c_>
Vifitatore di Provincia , che dopo tre_>
anni di ufficio, non ritorni a cala con>
fei, e fettecentomila, ed alle volte urumilione di feudi. Da tutto ciò fi argo-
mentarne quantunque confìderata l'in-
chinazion naturale , e l'avidità infaziabi-
Je della nazione,vi fìa poco argento den-
tro la Cina; riguardandoli nondimeno in
fé fteffe le ricchezze , ch'ella poflìedo,
non vi è Regno,che polla fìarle appetto.
Si truovano altresì in Cina molte mi-
niere di rame, ferro, fragno, e ogni forte
di metalli: la rame nondimeno è in mag-
gior copia 5 e perciò fanno tanta artiglie-
ria,
Del Gemelli? 387ria, tante fiatile d'Idoli , evali di diffe-
renti maniere . Non v'è memoria , che
giammai per l'addietro vi fia fiata in ufo
moneta di carta, come fcrifle Marco Po- L;b . 2 .cap ,
Io ; ma (blamente più fecoli fono , paga- 18.
vaTImperadorc a'foidati la metà delle-»
paghe in danajo contante , e l'altra in pò-
Jizze;Chiamate chao> che pofeia vennerodi nuovo in potere del Rè.La feta , e la cera bianca della Cina fo-
no due coie, che meritano cflere notate.
La prima è la migliore del Mondo , e ven'ha tale abbondanza , che gli antichi
chiamarono la Cina, il Regno della feta.
I moderni anche lo fanno per jfperienza;
perche molte nazioni d'Afia, Europa,edAmerica , ne traggono ogni anno quan-tità grandiilìma,e lavorata, e cruda ;eontante caravane,e numero di vafcclli,eh'è
una maraviglia . Oltreacciò è incredibi-
le la copia di drappi femplici , e con la-
vorio d'oro,e d'argento, che il con fumadentro lo fteflb Regno . L' Imperadore,
i Regoli, i Principi, i Grandi , con tutti i
loro do medici, ( fino a'Jacchè ) i Manda-rini, gli Eunuchi , i Letterari, i Cittadini,
e quafi tutte le donne, e la quarta parte
del retto degli uomini portano vefti di
feta, tanto di (òpra, che di fono. In fine
Bb 2 può
38 8 Giro del Mokdopuò ogni uno comprendere cotale-?
abbondanza dalle 575. barche, chcle_j
due fole Provincie di Nankin , e di
Ciekian mandano ogni anno alla Cor-te , cariche d'ogni /pezie di lavori di
fera ; oltre i ricchi, e prcziofi abiti per lo
Re , per la Regina, per gli Principi loro
figli , e per tutte ic dame del palagio. Alche s'aggiugne la gran copia , cosi fem-
plice , come pofta in opra , che le Pro-
vincie mandano ogni anno di tributo
al Re.Quefta feta è di due maniere , natura-
le (che dicono Kien ) ed artificiale . Lanaturale fi fa da alcuni bachi , ne' campi,
e fu gli alberi ; e raccolta fi fila , ma non
è tanto buona. L'artificiale fi fa della
mede firna maniera , che ih Europa ; nu-
trendoti i bachi con fronde di gel fi , per
40. giorni ; la migliore è quella di Nan-
kin , e Ciekian. Ione tengo dell'una, e
l'altra forte.
Quanto alla cera, è la più bella, e bian-
ca di qualunque altra, benché non fia__»
d'api ; e fi raccoglie in tal quantità > che
bada per tutto l'Imperio. Si truova in_>
più Provincie j ma quella diHùquàm_>iupera tutte l'altre , tanto per la copiai,
quanto per la bianchezza . JEUa fi racco-
glie
Del Gemelli* 3 89glie nella Provincia di Xantùm da alberi
piccioli;ma in quella di Hiiquàm,da ben
grandi, quanto quelli delle Pagodi d'In-
dia, cioè, quanto un ca fragno d'Europa.
Affai Urano a noi fembra il modo,con cui vien prodotta dalla Natura.».
Truovafi in quella Provincia un'ani-
maletto, della grandezza d'una pulice,
così inquieto,e pronto nel mordere, che
non folo penetra preda mete la pelle de-
gli uomini, e delle bellici ma anche i
rami , e i tronchi degli alberi . Sono in
gran pregio quelli della Provincia di
Xantùm ; dove gli abitanti raccolgo-
no le uova da dentro gli alberi , e le_>
portano a vedere nella Provincia di Hu-quàm . A primavera cleono dalle uovaalcuni vcrmi,che,ful principio della Sta-
te,!] pongono appiè dell'alberoje vi ino-
rano fu, ìpargcndofi maravigliofamente
per tutti i rami. Qujvicollocati,rodono,
forano , e penetrano (ino al midollo ; e'1
nutrimento preparano, e convertono in
cera bianca , come neve ; che pofcia_»
fpingono fino alla bocca citeriore del fo-
ramela em* fattole quivi dal vento,e dal
freddo congelata , retta pendente in for-
ma di goccic. Allora i padroni degli al-
beri la raccolgono , e ne formano mafie*
Bb $ co-
>oò Giro del Mondocome noi ; e la vendono , e diftribuifeo-
noper tutta la Cina.
Confumano qualche poco di lana i
Cinefi , (blamente nelle coperte da letto;
perche quanto alle vcfti, la plebe le ufa
dì tela di cottone,imbottite del medeii-
mo ;ci nobili poi ,in Inverno, le fodera-
no di varie pelli di grandiflìmo prezzo(anche le donne )
particolarmente nelle
Provincie Settentrionali , e nella Cortedi Pekln .Quando il Re vicn fuori in_»
pubblico, nella fala Reale (ciò che fi fa
quattro volte il mefe ) i quattro mila»*
.Mandarini , che vengono a fargli rive-
renza,fono tutti,coperti da capo a piedi,
di zibcllinc p re zi olì finn e. Generalmentetutti i Cinclì non folo foderano in varie
guife iloro ftivaletti , e berrette; ma_>
eziandio le felle de* loro cavalli, i ban-
chi , le fedie , e le tende.
Quei del popolo , che han comodità,
fi vertono di pelle d'agnelio;e i poveri di
pelli di montoni : di forte , che non vi è
perfona dentro Pekin, che d'Inverno nòila coperta di diverfe pelli d'animali; e
talvolta di cosi preziofe , che coltane)
due, tre, e quattrocento feudi.
A riguardo della carne, del pefce_j,
frutta >. ed altri cibi, balta dire , che han-
no
Dei, Gemelli. 301
no tutti quelli , che noi abbiamo in Eu-
ropa^ molti altri, che non abbiamo noi?
perche quàto aìi'abbonciàza,(i feorge dal
bado prezzo . Come che la lingua Cioc-
ie è molto Iaconica,e la loro fcrittura al-
ticsi; eglino efprimono quafi tutte que-
lle cole, con fei lettere , o lìllabe ; le due
prime fono ii-co , e lignificano le cinque
principali forti di grano 5 cioè tifo , tor-
mento, avena , miglio , pifelli , e favo;
a' quali fi poflbnoaggiugnere varie forti
di legumi ; come fagiuoìi, ceci , e cicer-
chie . Le due altre fono Lohio; cioè
fei forti di carne di animali demeftici,
che fono il cavaIlo.il bue, il porco (eh'
è
ccccllemiiIìmo)ilcanc,il mulo , e I&->
capra . Le due ultime , Pe-quó , figni-
ficano cento forti di frutta 5 cioè pero,
(e fra l'altre una fpezic particolare,detta
Goyavas) poma,nefpolcforbc,perfidie,
uve, melaranci, noci, caftagncmelegra-
ne, cedri, limoni, lazzcruole (però non_»
della bontà delle noftre)pinnocchi , pi-
{lacchi , ed altre. •
Proprie del paefe ve n'ha molte;come
a dire, fichi d'India , ananas , ed altro
d'Alia.altrove abbaftàzadeferitte. Uno,che chiamano Vivas , è affatto partico-
lare della Cina : eeH maturo è di color
£b 4 gial:
592 Giro del Mondògiallo,di fapor agro-dolce , di cui fi prct>
defolamente il fugo.
Tre altre frutta però fono di eccellen-
te faporc. Vno è detto Naici, o Licita,
(da'Portughcfi Lichias)della grandezza,
e figura d'una noce , con feorza dilicata,
come una fquama di pefee. Prima di
maturarli è verde ; e maturo, inchina al
colore incarnato: di fapore è dolciffimo,
e ftimatifiimoda* Cinefi, tanto che lo
confervano fecco . L'albero è alto quan-
to un pero.
Il fecódo, che vien chiamato Lungansda'Portugheiì, è dolce, e rotondo comeìa licia;però di color verderognolo. L'al-
bero è molto folto di fronde, e porta le
frutta, come grappoli d'uva.Così frefeo,
come fccco,è di maravigliofo fapore.
Il terzo,dctto Seyzu , è un frutto, che
ha la figura , e'1 colore d'un melarancio,
però co la feorza diiicata,e Iifciajdi fapo-
re è dolciffimo,ed ha alcuni noccioli de-
tro,come piftacchi. Si mangia verde, e
fecco,condito in zucchero; però bifogna
avvertire a non mangiar dopo di effa
granchi , perche fa venire terribili flufli
di ventre. Gli Spagnuoli,rirornando da
Manila nella nuova Spagna , ne portane
quantità inzuccherate. L'albero, e fron.
da,
Dst Gemei il) B93da e come d'un ciriegio noftrale. Tutti e
tre meglio fi comprenderanno nellopreferiti figure.
Come che l'erba Te, o Cià, è l'unica.»
bevanda (rimata fra' Cinefi , ficcome fra
gli Spagnuolilacioccolataj.no erTendovi
vi ri ta, dove non fé ne confumi grand ifii-
ma quantitàjnon farà perciò fuor di pro-
polito dirne alcuna cofa . Avvegnachéporti il nome d'erba , fi raccolgono Ie_»
frondi da piccioli alberi , che non ugual-
mente in ogni Provincia fono in pregio,
ma particolarmente in quella di Cie_*
Kian , ne) territorio della Città di Hoci-
cheu . Danno un fiore alquanto odo-
rofo in Eftate; però le foglie debbon fi,
con molta diligenza, raccorre d' In-
verno. Primamente fi rifcaldano un_>
poco in un caldaio, a lento fuoco 5 poi il
pongono in una ftuoja fottile , e fi avvol-
gono colle mani 5 quindi involte di nuo-vo, fi pongono al fuoco , tanto che refti-
no ben fecche ; e finalmente ù. ripongo-
no in vafidi fragno,e di legno, acciò nonjfvaporino, e per curlodirle dall'umidità*
Volendofenepofciafervirc, le pongonoinunvafo, e vi verfano acqua bollente
fopra , che fa ritornarle verdi, e diftefe
come prima j ed ella prende un'odor foa-
ve,
3<H Giro del Mondove, e un fapor non difpiacevole
; partico-
larmente quando le fiondi )a rendono di
color verde . Tanta è la varietà , e qua-lità di quefta erba, e differente la virtù,
che fc ne truova di due carlini la libbra,c
dall'altro canto di due feudi. Una fpezie
rende l'acqua di color d'oro , un'altreu
verde: e quanto al fapore , taluna la fa
amaraj e la migliore!, e più filmata e ca-
ra, amarifiima . Attribuifcono i Cincii
alla virtù di quefta crba,il non conofeerfi
nei loro Imperio, né podagra , né mal di
pietra . Dicono , che preia dopo defina-
re, toglie ogni indigeftione , e crudità di
ftomaco; giova alla concozione , libera
dall'ubbriachezza, facendo, che i vapori
del vino non ingombrino il capo 5 teglie
tutte le moleftie d'un'ecceffiva crapula,
perciocché diffecca,e diflblvc 1 fupcrfluiAtias sin!- umorj.e giova a gli ftudioii, che vonno
ilare in vigilia. La pianta, e fronda fi
vede nella feguente figura.
Si truova anche in Cina Rabarbaro,
fpczialmcnte però nelle Provincie di Su-
chuen, Xensy, e nelle vicinaze di Socicu,
Città nò molto difeofta dalla gran mura-glia.Viene quefta piata in luoghi umidi,
e dentro una fpezie di terrcno,che inchi-
na al rollo . Le foglie fono ordinaria-
mente
V
Del Gemelli^ 3$$[ mente lunghe due palmi, lanuginofe,opiù (tretre nel loro cominciamcnto . Il
gambo s'innalza un piede, e porta i fiori,
come gradi viole,da'quali,prcmuti, efeeun fugo alquanto bianco, e di odor mol-to grave , e difpiaccvole . La radice elunga talvolta tre piedi , e della grofTezzad'un braccio umano ; al di dentro è gial-
la,con alcune vene roffe,dalIe quali fgor-
ga un fugo viicofo, parimente d'un gial-
lo, che partecipa del rodò. Il tempo di
raccoglierla è tutto l'Inverno fino a_^
Maggio , prima che le frondi fpuntino;perche la State fi truova leggiera afTài , eporofa, e lenza quel fugo viicofo , in cuiconfittela virtù. Raccolta ch'è , fi tol-
gono via le barbe, e fi taglia in pezzettini
quali fi pongono fopra una tavola, e tre,
quattro volte il giorno Ci volgono , ac-ciò non pcrdano,ma s'imbevano di quelloro fugo. Indi a quattro, o cinque dìs'infilzano, e fi fanno feccare al vento , in
luogo , dove non fiano cfpofìi al raggiofolare 5 imperocché la fpcrienza ha infe-
gnato, che perdono la loro virtù • Quan-do quella radice èfrefea è amarifiìma.1 Cinefi la chiamano Tay huam, cioègialla aliai.
Sono ottimi in Cina i melloni d'ogni
ipe-
$96 Giro del Mondofpezie, le zucche, i cedruoli, le rape, i ra-
vanelli; nò vi mancano buoni cavoli , fi-
nocchi, cipolle, agli, appio , borraggini,
ed altre erbe, che abbiamo in Europa_> ;
però le loro particolari fono in maggiorquantità, e migliori» Una è detta lin-
chiò, che nafee vicino l'acqua , e produ-ce un frutrocon due corna,afTai tenero, edelfapore di mandorla. Un'erba detta
Pezzay , cotta è d'eccellente faporc . Vifono anche Batatas , e più forti di radici
di gran nutrimento.
Quanto a'fiori, ve n'ha belli (lìmi , e in
gran copia; fpczialmente Tuberofe. De*noftrali non mancano loro i vivuoli , le_>
rofe,igelfìmini> ed altri. I loro parti-
colari fono più di veduta, che d'odore; e
fi feminano fi a le commeliure de'matto-
ni ne'cortiIi,pcr farpompofe fpallicrc. Si
pongono in Primavera, e fra due meu* fi
fanno alti quattro palmi, e durano quat-
tro in cinque meli . Sono di varie forti,
però i principali fono chiamati Kiquon,
e Laufciaye . Il primo fa come un vellu-
to di varie forme , e colori Il fecondo
non è propriamente fiore, ma le ultime
fiondi , in cima della pianta , divengonocosi vagamente , e diverfamente colori-
rebbe il (limano più di cjualfivoglia fio-
éc. La
Del Gemelli. 397La cacciagione poi è affai abbondante,
particolarmente vicino Ja Corte, ne'tromeli d'Inverno : e quindi 11 vedono in->
diverfe piazze, a ciò deftinatcfìle lunghe
due tiri di mofehetto, di diverfe forti di
animali volatili, e quatrupedi, dritti falle
loro gambe 5 cosi induriti dal freddo,chc
ne impedifee anche la corruzione . Si
veggono Orfi di tre fpezie: la prima det-
ta da'Cineiì,Gin hiùm , cioè a dire orfo
Uomo; la feconda Keu hi u in,Cane orfo;
e la terza Chu-hmm , o porco orfo , per
una certa tal flmigliàza nel capo, e bran*
che . I piedi d'orli ben cotti , e ben appa-
recchiati, fono (lima ti Himi ne'feltinide*
Cincil ; e il lor graffo è una gran deiizia
per gli Tartari , che lo mangiano cru-
do , mefcolato col miele
,
Vi è altresì gran copia d'ogni altra,,
fpezie di fiere; cioè diverfe forti di cervi,
daini, tigri,cinghiali, alci , o Elan , lepri,
conigli , gatti , farci felvaggi , ed altri.
Per quel ehe tocca a* volatili, vi è una
prodigiofa quantità di foggiani ( cornoanche in Tartina ) avendofene uno per
cinque grani della moneta di Napoli ; di
pernici, di quaglie, di oche, di grui, e
di anitre . Vi fono cornacchie ftravaganj-
ti per le piume ; poiché fé tutte l'altro
fono
39S Giro del Mondofono nere , quelle di Cina hanno h go!a>
e'1 petto bianco . Sono però di mal gu-fto a mangiare •
Per io cantoni roflTgnuoIo della Cinafupcra l'Europeo , e'1 Canario 5 cotanto
armoniofa, fonora, ed alta è la iuà voce,
colla quale si fattamente gorgheggiaci,
che fembra.averc apprrfa per arte la imi.
fica . Egli è tre volte più grande del no-
ftro, ma deH'ifteflò color di penne 3 e 1
chiamano Sa yu. Vn'altro uccello altresì,
detto Sanxò, canta affai bene. F gii fienodue macchie bianche, e ronde /otto gii
occhi, e tutte il retto del corpo nero. li
Manigno ( come dicono i Portughefi)
anch'è uccello da gabbia ; di cui facem-
mo menzione nella terza parte.
Tanto grande fpazio di paefe ( quantone mifurano i gradi , fra' quali il è detto
altrove, giacerla Cina ) fembra,all'a me-nila del terreno , all' abbondanza di frut-
ta , e alla deliziofa cultura, tutto un giar-
dino. Ciò avviene , perche quanto alla
Zona, che chiamano Torrida, non vi
foggiace,che nell'eitremirà delie Pro-
vincie di Canton , e Quanti, le quali paf-
fano il Tropico . Nel rimanejntc tutto
fta dentro la metà inferiore della Tem-perata 3 in modo però , che nelle Provin-
cie
"
Del Gemelli. 399
eie di Pekin,e Sciasi li gode di tutto quel
bene jdichefogliono abbondare Je ter-
re del più alto Settentrione; imperocché
il Verno vi dura aiTai più di quello , che
regolarmente comportano quarata foli
gradi di clcvazion polare . Tra per la pof-
ianza del freddo , e per la condizion del-
.
.l'acqua,dalla metà di Novébre il ghiac-
cio ne* fiumi , e laghi divien cesi grotto*
e duro, che regge il pefo dc'ca valli, e de*
carri 3 nò il dilegua fino a pattato Feb-
braio. Cosila Cina pertecipa,per quanto
le torna in bene, di tutte le differenze de*
Climati, fenza avere, o la barbarie del-
l'uno elhemo , o la troppo mollezza-»
dell'altro . Ella non è né tutta in piano
diftefa , né tutta full'erta de* monti ; madove l'uno, dove l'altro, con non menvaga, che utile proporzione. Le più fo-
no collinette a meni Alme , feminate ca_>
per tutto; benché vi abbia altrcsi in ogni
Provincia i tuoi a pennini , e felve di pre-
ziofi alberi, per le più fcelte opere d'in-
taglio, e per l'ufo neceflario alla fabbrica
delle caie . 11 meglio però de' monti è
coltivato ; perche i Cinefi , trudioiìlììmi
di agricoltura, ne fpianano l'erte, evi
formano campi da feminare : né manca-
no loro ingegni , e macchine facili
per.
400 Giro del Mondoper condurre a mano l'acque fin dallocime de* monti, ne* luoghi, ove abbi,
fogna innaffiamento. Vaghiflìme fonocertamente a veder da lungi cotaiì pro-
fpettive di montagne, che qua fi dal pie-
de van fufo per le pendici, fagliendo a
fcaglioni . Di pianure poi ve ne ha di
si ampie , che bafta dire , che fra le duc_>
Corti di Nankin, e Pekin ne giace una_»,
ugualmente diftefa per centinaia di mi-
glia, e fenza pai modi terreno fterile per
natura,o inculto per negiigeza . Nò po-
co a ciò còrribuiiccrinnumerabiipopo-
lospcr matenimet© del quale appena ba-
fta quello , che tanto terreno ben colti-
vato produce : e pure è cosi fecondo da
fc fletto, che fi fa raccolta due volteran-
no 5 e mentre fi miete, fi torna a fc mina-
re . Non perciò fi fianca la terra,anzi più
fruttuofa diviene, e rende moltiplicato
frutto; ficchè della Provincia di Scian-
ti!m , fra l'altre, fuol dir fi ; che un'anno
di buona raccolta, balla a nutrirla dicci,
e più. Qujndi fembra molto fìrano a'Ci-
nefi l'udire, che i noftri campi , per uil_>
fol parto l'anno divengati magri: e mol-
to più , che ci convenga lafciargli un'an-
no intero oziofi, perche ripiglin fugo.
Avve-
mmDel Gemelli* 40F
Avvegnaché la Cina fia irrigata daJinfiniti fiumi,e canali,c coperta di moltilaghi, e ftagnij non per tanto l'aria gene-ralmente è falubre , e le Magioni hannoil lor corfo regolato, come in Europa.*.
Le Provincie Settentrionali fono fred-
difiìme, le Meridionali calde, temperatel'altre . E' ben vero > che nelle parti di
Mezzodi fpira talora un vento , si pefti-
lenziale , che molti ne reca a morte 5 macontro di eflb, hanno un valevole con-troveleno , per prefervarfi j cioè , certoanella di Tumbaga , che portano ezian-
dio in dito i Portughefi di Macao $ per-
che quella Città foggiace a tai venti , co*me Manila , e la Vera Crux nella nuovaSpagna: e perciò gli Spagnuoli fannogrande (lima di quefte anel!a,e le com-prano a carifllmo prezzo .Si compone^quefta Tumbaga di più meta Ili,liquefat-
ti infieme : cioè oro una 16. parte d'on-
cia 5 rame, detta Tutunaga, che nafce inCina» altrettanto; e acciaio limato la->
fetta parte d'una ottava d'oncia. A farne
poi l'anello , che tiene tanta virtù , bifo-
gna molta diligenza , perche facilmente
fi rompe.
Tarte IV* Ce CA-
P.Adam nel
le Jet. flap.
aVicna nel
166$.P. Couplet.nelli fua-.
CronologiailelKiCIna—,
P. Martininell* Ifloria
della guerra
de* Tartari
nel prologo
del tuo AtUte.
402 Del Gemelli.
CAPITOLO SESTO.
Origine de* Tartari Orientali tftùbilimento de*
medefimi nel Trono della Cin.i, e~>
guerre indi feguitt nell'-
Imperio.
E'cosìofcura di qucfti Principi l'ori-
gine , che chiunque ha voluto par-
larne ha dato nelle favole. Eglino hannoaviuo principio in quello iecolo da unpicciolCapo d'Horda, o Capitano ài
fuorufeiti, o Tartari erranti , che fi chia-
mava Tien-mim j al quale ( per quello,
che fcrivono gli Storici ) J'Impcrador
Van He diede il Governo della Valle di
Moncheu , e de' paefi vicini, a condizio-
ne di difendergli da' Tartan Orientali,
che erano divifi in fette piccioli Princi-
pati. Morto Ticn-mim nel 1628. il Ilio
figliuolo Tien cum continuò la guerra.»
fino alla morte, che gli fopraggiunfe nel
1654. Cum tè figlio di Tiencum, chia-
mato da' Cinefi in foccorfo , termi-
nò quafi la conquida della Cina; peròegli mori nel 1644. prima di prenderne
ilpofìefib. Il fuo figlio Xun-chi, in età
di fei anni, fu riconolciuto per Impera-
tore a Pckin , e mori nei 1662. laician-
do
H--^-\^:
Del G e meli ri 40/do per fuo fuccefibre il figliuolo, appel-
lato Cambi, che di prefente regna.
Prima di narrare, come quefti Princi-
pi acquiftafiero la Corona della Cina_>,
bifogna notare , che la Tartaria ( che_?
comprende tutta l'Alia Settentrionale^)
vien divifa da' Cinefi in Orientale, ed
Occidentale . I popoli dell'una , e l'altra
vanno la più parte erranti,co' loro arme-
ri, e vivono fotto tende : gli Occiden-
tali però fono lenza comparazione più
potenti j occupando tutto il paefe , che
giace dall' eiìxemità della Provincia di
Pck'm al paefe del Mogol,di Perda , e di
Mofcovia. La Tartara Orientale fi Men-
de dal paefe di Leào-tun verfo Oriente,
lino più oltre del Giappone: ella com-prende ipaefi di Niuchè,a Tramontana
di Corea ; di Niulhan, a Settentrione di
Niuchc ; di Yupy,ad Oriente di Niuchè;
e'1 paefe di Ycco, a Greco del Giappone,
e ad Oriente di Yupy . Quefti paefì però
fono poveri , e malamente popolandoli
elTendovi chedue,o tre picciole Città,
e tutto il reftoincolto,tra bofchi,e mon-tagne. Tutta volta quefti Tartari noiu»
lafciano d'elTcr temuti,quando fono uni»
ti , perche refiftono alla fatica,comc nati
in un clima rigido; ed avvezzi a (ter fem-
Cc 2 pre
w
404 Giro del Mondoprc a cavalle, per la caccla,e per la guer-
ra . Si fecer conofecre, co loro (correrie,
dentro la Cina, più di ducento anni più
ma della nafeita di Giefu Crifto : ma nel
duodecimo fecolo occuparono la Pro-
nincia di Lcàotun,di Pekin , di Xenfi, e
diXantun. Gli antenati del Principe^
Tartaro , che regna nella Cina, non folo
non furono mai padroni della Tartaria
Orientale , ma ne anche del paefe di
Niuchè ; perche quivi , come (1 è detto,
erano fette Signori differenri. E il Padre
Adam fcrilTe, che Tien cum, Bifavolo
dell'Imperadore , che regna di prefente,
non avea, quando entrò nella Cina , che
otto mila foldati > che crebbero pofcia_>
in un fubito , concorrendovi il redo de'
Tartari Orientali , ed una moltitudine^
ìnnumerabjle d'Occidentali; allettati più
che dalla fama delle fue vittorie, dall'ab-
bondanza della preda.
Ciò premppofto , egli fi dee fapert*,
che i Tartari Orientali occuparono l'Im-
perio della Cina , nella maniera , che de-
gne . Regnandola famiglia Mim, ed ef-
fendo occupato il nerbo maggiore della
foldatefca, alla cuftodia de* confini della
T-rtaria; fipofero in campo otto Capi
di ladronipchc in brieve compofero otto
efer-
Del G bmblli. 405efcrciti . Coiloro, per ambizione dell'-
Imperiosa di loro pugnàdo,fi rid 11 fièro
a due : l'uno chiamato Li, l'altro Charmi quali l'un dall'altro divi il 5 Cham, pi-
gliò il cammino delle Provincie Occi»
dentali di Suchuen, e Huquam; e Li' del-
le Boreali . Quelli occupata la Provincia
di Xen fi, pofe ad afledio la Metropolidella Provincia di Honan ; e toltolo la_»
prima volta con perdita, vi ritornò, eoamaggiori forze,la feconda: e nondimenogli attediati il foilenncro collantemente
fei meli 5 riducendoll , per mancanza divettovaglie, a mangiar carne uman&_>.
Venne alla perfine l'efercito Imperialoin /occorro ; e fatto rompere l'argine del
fiume Croceo, per fommergere il Cam-po de'ladroni 5 fommerfe , in lor vece, la
Città, con trecento mila perfone, nel
mefe di Ottobre 1 642 . Fra quello men^tre Lì , impolTeiTatoil di tutta la Provin-
cia, e di quella di Xen 11 ; uccife prima-mente i Govcrnadori delle medellmejjricevè poi graziofa mente il popolo, zjcosi benignamente lo fgravò dalle im-pollzioni , che molti foldati Imperiali
vennero fotto le fue bandiere . Allora^Lì daconduttor di ladri fi arrogò il ti*
tolo d'Imperadore? ed entrato nel la Pro*
Ce 3 vincia
4©6 Giro del MondoVincia di Pekin , incamminoftì alla Reg-gia , ( dove avea qualche tempo prima_>
inviati di molti traditori, Tuoi confiden-
ti , per follecitar la gente, e ridurla al iuopartito ) ficuro d'entrare in Città; sì per
la gran fazione , che vi avea , come per
le difeordic, che regnavano fra'M ini feri,
ed Eunuchi . Erano fettanta mila di pre-
sidio in Pekin; con tutto ciò tre giorni
dopo l'arrivo di Li , aperte le porte da_,*
rubclli; entrovvi , con trecento mila-*
foldati , e drittamente andoflene al pala-
gio dell'Imperadore; che fenza fapere
tai novità , le ne flava fra* Bonzi , morti-
ficandoli con digiuni . A sì improvifa_»
venuta , vedendoti" da tutti tradito , confeiccnto uomini armati, tentò d'ufeire
per Je porte, e morire glorìofamentc;
ma abbandonato da tutti , a-cui non pia-
cea la rifoluzione di morire ; ritornò in
palagio, e ritiratoli nell'orto, faide nel-
i'eftrcmità della fua verte quefte parole:
/ miei mi han [tradito > di me fa quanto ti
aggrada, pur che non facci male al mìo Popolo,
Quindi prefo un pugnale , proccuròd* uccidere una Aia figlia adulta , ac.
ciò non cadeffe in mano de' ladri; maquella fc hi fato il colpo,e ferita nel brac-
cio, cadde [venuta. Alla perfine firm*
gen-
Del G e m e t l f, 407gendofi l'Imperadore il collo,con unaJiàfcia , egli medefimo fi ftrangolò,in età
di 36, anni ;e infiemecon lui l'Imperio,
e tutta la Tua famiglia, numerofa di otta-
ta mila, poco a poco venne a perire.
Col di cui efemplo il fupremo Kolaomedefimamente s'appiccò ; ed altrove la
Regina, e' fedeli Eunuchi. Il Regio ca-
davere, ricercato nel feguente giorno,
cafualmente (1 trovò; e portato inpre-
fenza del Tiranno, adito in Trono, fu
con molte ingiurie vilipefo.
A* due ultimi figliuoli ( eflfendo il pri-
mogenito fuggito) fece tagliar la teftaj
e uccifi pofeia tutti i Minimi , cfpofe UCittà al furore, e incontinenza della mi-lizia .
Cade in acconcio , in confederando il
funefto fine di quella famiglia, il detto
della Sapienza : Ver ea, quadeliquerit , perno,,P3s-J*-
ea & punietuY 5 poiché ella,da plebea con-dizione,fali al Trono Imperiale ; per in-
dustria d'un fuo Anteceflòre, il quale daabbietto fervo di Bonzi, fattoti cpndut-
tor di ladroni ,fcaccionne la famiglia»,
Yvcn,de* Tartari Occidentali ( che avearegnato 89. anni) e fondò la famiglia
Mini; che per 2i.Imperadori,in 275.an-
ni ( come altrove fi dtffc ) continuò a
Ce 4 n>
P- Con pie r.
in Pratf. ad
Sinica chro
"4.0% Giro dbl Mondoregnare, finche l'efterminò un'altro Ca-
po di ladroni.
In tanto Lì , lafciato badante prefidio
in Pekin , fi accinfe a combattere il Ge-nerale Ufanquey, che,con fuprema pote-
rà, comandava i'efercito Cinefe , com-porto di 60. mila foldati ; ed era occupa-
to cotroi Tartari nel paefedi Leao-tun.
Avanzo fiì adunque all'attacco della Cit-
tà ; dove trovato Ufan-quey , che difen-
devala gagliardamente 5 fece condurre il
di lui Padre avanti le mura ; minaccian-
do, di dargli acerbittìma morte , fé egli
la Città non rendea . Ufanqueì da fopra
le mura, in tale flato vedendo il Padre;
genufleffo gli dimandò perdono, dicen-
dogli ; eflfcr più tenuto al Re , e alla Pa-
tria , che a lui 5 e che era meglio morire,
che fervire a' ladri . Lodò ii Padre i Pen-
timenti generofi del figlio > e volontieri
piegando il collo, fu uccifo.
Per vendicare Ufanqueì la morte del-
l'I mperadore , e del Padre , mandò unafolenne ambasceria al Tartaro Curn-tè,
( accompagnata da confiderabili doni)
invitandolo^ venire col fuoefercito cò-
tro il Tiranno 5 ftabilitc fra di loro certe
condizioni. Cor/e, nò che venne quegli,
con feiTanta nula foldati in Cina ; e fece
torto
I
Del Gemelli. 409torto levare l'attedio, con perdita degli
attediami . Ritornò adunque Li nella
Reggia ; dove non ftimandofi ficuro,
preìi i tefori, e data alle fiamme la Città,
e'i paIagio;fuggi coll'efercito nella Pro-
vincia di Xensi, perfeguirato Tempre più
dal nemico.Mori frattanto il Re Tartaro Cum-tè,dopo aver quali conquiftata la Cina; la-
feiando un Tuo figlio minore, crede di-
chiarato, e la cura del Governo dell'Im-
perio , e'i pefo della guerra ad AmavamRegolo Aio fratello. Speravano i Cinefi,
che i Tartari , carichi di preda,dovittero
ritornare in Tartaria ; ma ben prcìto (1
di (ingannarono , perche giunti coloro a
Pekin , ricufarono di pattare oltre, di-
cendo : doveri! al lor braccio l'Imperio.
In tal guifa il fanciullo di fei anni , e fo-
pra l'età prudente , trionfante entrò nel-
la Città, ricevuto con giubilo dal popo-lo ; che collocatolo nel Trono , cornealiberatore della Patria, falutollo Impe-radore, gridando : Viva Vansùy Van-suij ( che vuol dire dicci e dieci mila an-
ni; colla qual voce fuol còferirfi l'Impe-
rio. Xun-chi fu fondatore di quefta nuo-
va ta miglia Imperiale , che in Tartaro, e
in Cmete, vkn detta, Tai-am , cioè di
gran
4*0 Giro del Mondogran purità 5 e principiò a regnare nel
1644.Ufan quey ( da chi fi crede uccifo in_»
battaglia Lì Tiranno ) tardi avvedutoli,
che per ifeacciare i Cani,avca impru-dentemente introdotto nell'Imperio i
Lionijricevette dal Tartaro la dignità di
Regolo , e'1 titolo di Pimsi , cioè di pa-
cificante l'Occidente ;e fugli afl!*gnata_>
per Sede la Città di Singan, Metropoli
della Provincia di Xcnsi.
Soggiogate dal Tartaro le ProvìnciaBoreali, rivolfe l'armi, e l'animo ilio
Auftrali $ aflediado la Metropoli di Nan-kin , nella quale fi era fatto dichiarare^
Imperadorc Humquam, nipote di Van-lie.Fu quefto me/chino pre(o,e con.
dottoa Pekin,e tol primogenito Cum-chim , ftrangolato . Efpugnata Nankin,
pafsò all'attedio della Metropoli di Cc-
kianj nella quale Lovam Regolo avea
ricufato il titolo d'Imperadore . Egli ve-
dendo attaccata dal Tartaro la Città,per
evitare la ftragge de' Tuoi , da ibpra le_»
mura genuftelfo, e fupplichevole dille
a* nemici ; ù mefate quel , che volete : ee*
comi vìttima, per gli miei fudditi.Dopo que-
fte parole , ufeendo dalla Città , fi diede
volontariamente in potere del Tartaro;
la
Del Gemelli. 411la cui pietà , fé non ferbò in vita il Prin-
cipe, ferbò Ja Città , e i cittadini. NelleProvincie di Fokicn,Quantum,e Quarti-
sì , ebbero varia fortuna le fu e armi:
nelle Settentrionali, con inganni, &: oro>
feminata ladifeordia fra i Capi Cinelì,
eftinfe anche felicemente i due Generali
Ho,cKiam.Nelle parti Occidentali, e Provincia
di Suchucn, un'altro famofo Capo di la-
droni, apportava fpaventevole Itragge.
Egli era detto Cham hien-chum, e per
altro nome Nerone Cincfe , e Demonioveftito di carne umana. Coftui, dopoaver dcfolata, colle me crudeltà, le Pro-
vincie di Honan , Nankin , e Kiamsi > ri-
volle tutto il Aio furore m quella di Su-
chuen . Il primo, che uccife fu il Rego-lo della pallata famiglia, con molti al-
tri 5 e più volte , per un colpevole , fece
uccidere tutti gli abitanti di una ftrada;
per un foldato, tutto uno fquadrone di
due mila; e per l'errore d'un medico,
cento , e più medici . Di feicento Mini-
flri , che teneva , finito il lor Governo di
tre anni, appena ne ferbava venti 5 e gli
altri, per leggiere caufe , con vari generi
di morte , facea perire . Fece una fiata
morire cinque mila Eunuchi, perche fra.
di
41 i Giro dil Mondòdi loro vi fu uno , che lo chiamò t non_>
con nome di Re , ma col fuo proprio di
Cham hien chum: e parimente, per l'er-
rore d'un Bonzo,venti mila Bonzi.Ghia,
mò dalle vicine Provincie per editto tut-
ti gli ftudiàtì,per refame letterarioje ve-
nuti in numero di diciotto mila, neUa_,
Città , tutti in una volta fece morirojfotto prefetto, che co' loro forìfmi folli-
citafleroil popolo alla ribellione. Al Pa-
dre Ludovico Buglio, e Gabbriele doMagailanes quattro voite deftinò Ja_»
morte; ma poi loro perdonò , come in-
chinato alla Religione Cattolica .
Nei 1646. ( terzo deirimperador Xun-chi)avendo da partire per la Provincia di
Xensi, contro i Tartari 5 tutti i Cittadini
della Metropoli di Chim-tu fece condur
ligati fuori le mura della Città, ed egli, 3
cavallo paleggiando in mezzo al popo-
lo (che genufletto fuppficava del perdo-
no ) dubbiofo flette, fulle prime ,di ciò
che far dovefle; e alla per fine comandò,fuflero ucci il come ribelli : onde lui
veggentcjtutti furono trucidati , fino al
numero di feicento mila ; de'quali molti
fanciulli, per opra de'Padri della Com-pagnia, furono battezzati . Ciò fitto,
congregati i foldati , comandò , che cia-
feuno
Del Gemelli; 41?fcuno , feguendo il fuo efemplo , laJmoglie, come d'impedimento aireferci-zio militare, ucciderte . £gli di 500. chene aveva , ferbò 20. vergini folamentc-j,per fervigio di tre Regine: e per tuttoJ'efercito efeguendofì i fuoi ordini, quà-te donne fi trovarono,furono uccife. Infine bruciata la Città, e famofa Metro-poli, entrò nella Provincia di Xensi; maeflendo quivi avvinato la terza volta, checomparivano cinque fpie deirefercitoTartaro > prettamente dalla camera, fen*za corazza,venuto fuori nel campo , perfapcre la verità; una fatai faetra,vcnuta^dai nemico, gli trafitte il cuore . Battu-to, e dirupato pofeia il moefercito , i po-poli di Suehuen lietamente ricevetteroi Tartari,come loro liberatori.
Soggiogate quafi undici Provincie,reftavano le quattro Auftrali , che ubbi-divano all'Imperadore Yum-lie. Furo-no adunque mandati dalla Corte troRegoli, con tre corpi d'eferciti 5 i qualitorto attediarono la Metropoli della Pro-vincia di Quam-tum 5 che foftenuto l'af-
fedio per un'anno , con perdita dall'una,e l'altra parte, alla per finca^Novem-bre lóso.fuprefa. Fu ellaberfaglio delmilitar furore per dieci giorni, rimanere
dovi
I
414 Giro del Mondodovi uccilì duccnto mila Cittadini . Paf-
sòpofcia l'efercito Tartaro alia Reggia
di £>ciaokin,dove Yum-lic Imperatore
non potendo refìftcre, colie fuepochoforze, fuggì nella Provincia di Quamsi,
e poi in quella di Yunan.Nell'anno ìegucnte mori Amavamo,
nuore, e zio dell' Imperadore 5 uomoprudente , amato da'Cincfì , e al quale-?
dovea il nipote l'Imperio . Pretendeva
la tutela il Rio fratello Regolo, ma fé gli
oppofero tutti i Grandi , dicendo : che
Xun-chi era già di quattordici anni , ed
ammogliato colla figlia di Tanyu Redc'Tartari Occidentali; onde da perfe
poteva governare . S'oftinarono di ma-niera i Cine (i su quefto pun tocche appe-
fc alla porta del palagio l'in/ègne delle
loro cariche , differo,di non volerle rice-
vere da altre mani, che da quelle dell'Im-
peradore; dimodoché il Regolo s'ac.
chetò.
Xun-chi d'ottimi coftumi dotato, per
acquiftarfi l'amore de'Cincfi , fi fece ve-
dere a'medclìmi familiare, contro il co-
ftume degli antichi Re.Còfervò le leggi,
fìatuti , e lettere della Politica Cinefe,
poche cofe mutate: mantenne i Tei Con-figli fupremi (da quattro mila,cpiù anni
itti-
Del Gè melli. 4Miftituiti ( però volle che fi componeflcro
di Miniftri, la metà Tartari , e la metà
Cinefi; togliendo via gli altri fei,ftabiIiU
dalla famiglia pattata nella Reggia di
Nankin. Congiunfc le armi colle lettere,
concedendo a'Filofofi Cinefi di gover-
nar la Cittì . Or^ conofeendo qucfto
prudente Imperadore, dipendere a falu-
ic o rovina della Repubblica dal {ince-
ro! ed incorrotto efame degenerati : ed
avendo faputo, e (Ter fi da alcnni,con oro,
comprato il voto degli Efaminaton jfe-
ce morire 36.di qucfti: e gli efaminati di
nuovo ordinò , che veniìlero al elame,
nel quale a* vincitori cócedette il grado,e
perdono, e a'riprovati , con tutta la lor
famiglia il bando in Tartaria .Continuo
altresì l'iftcfla condannatone con al-
tri rci,pcr popolare i deferti della mede-
fimas ficuro,chc ivi fi (arebbono accolto-
mati poi i figli, e nipoti al genio Tartaro.
Neil 659. Architalaflb Qucfim figlio
di Nicolò(che fino aU'ora,con continua-
te mbericavea infettato i luoghi marit-
timi, con firagge, e prcdcsfebbcneil pre-
cedete anno,a vifta di Nankin,ave Ile per-
dute <oo. navi ivenne di bel nuovo ,
con
tre mila, all'attedio di effa ; occupan-
do nel cammino varie Città, e Fortezze,
men-
41
6
Giro del Mondomentre governava la Città , e Provincia
Lam giovane Cinefe . Nel configlio di
guerra, che fi tenne, il General de'Tarta-
ri fu di parere, non poterli difendere la-»
Città, ogniqualvolta non (lavano ficu-
ri dalla moltitudine di tanti Cittadini j e
che perciò dovevano tutti trucidarli.
S'oppofe il Lama tanta crudeltà,e dirle:
fé altamente non fi può rimediare alla
(ìcurezza della Città, prima di tutti tru-
cidate me : eolla qual voce ammolli il
petto de'barbari. Appena erano parlati
venti dì d'afledio , che cadde il giorno
del nafeimento di Quefim; periocchè
da tutto Tefercito fi follennizò, con cra-
pule, e giuochi. Conofciuta adunqueda'Tartari l'opportunità , mentre l'eier-
cito nemico dava fepolto nelfonno, ed
ubbriachezza; nel filenzio della nottc,co-
si prudentemente , e fortemente l'attac-
carono, che appena tre mila fifalvarono
nelle navi slacciando tutta la preda in->
manode'vincitorì.
Volendo Quefim vendicare tanta.»
ftragge, e la morte di Nicolò fuo padre,
e de'fratclli , accadute per inganno de*
Tartari ; non molto tempo dopo, com-battè coll'armata navale di coftoro,e do-
pò un' oftinata pugna la disfece ; parte
aven-
i
Del Gemelli- 4.T7
avendola fommerfa , parte affogata , e
parte preft. Uccife Ipezfaimentc quat-
tro mila Tartari , e ragliare loro ì'erec-
chic,nafo,e capi,rimandò! bufìi a terra.».
Non potendo {offrire il Requcftoarrìò-to, ordinò , che tutti gli alni ibldati fuf-
fero trucidati5perche o vincere , o glo-
riofamentc morire per la patria dove-vano.
Nel 1661. l'ifteflb Qucfim, per terra, e
mare, attaccò la Città,e'l Calvello dell'i-
fola Formofa , ben gucrnita dagli Olan-de!! ,che Taveano tolta agli Spagnuoli.
Dopo quattro meli d' ai]edìo,opprclìì
dalla fame gli alTediati, e divenuti vani i
foccorfi,la rendettero,con tutta l'Itola al
Quefìm,il quale vi ftabili la fedia del fuoDominio. Contale acquifto,il refe sì
fuperbo, etemerario,che ardi di manda-re ambafceria,pcr lo P.Vittorio Riccio,
Milionario Domenicano , al Governa-dor di Manila ; che gli pagaffe un* an-
nua! tributo , altrimente avrebbe furoun ponte di barche dall'Ifoìa Fcrmofa a
Manila, per farne acqualo. Polefi in_>
tal timore il Governadore,e la Citrà tut-
ta, che tenutoli con figlio, per deliberare,
qual rifpofta dar fé gli dovelfe ; l'Arcive-
Icovo fu di parerebbe s'eiponefle il San-arne W. D d tifìì-
4T$ Cjiro del Mondotifiamo . Ciò fatto affai divotamcnte, fii
rimandato il Padre, con intrepida rifpo-
fta;ma che! giunto appena di ritorno all'
Ifoia Formofa ( oh giudi giudizi di Dio)
vi trovò morto il Tiranno di rabbia^;
avendoli (frappare le dita co'denti , per
aver apprefa la lega fatta dal Tartaro, ed
Olandefi a fuo danno: e che nelle Filippi-
ne era ftata fcoperta la congiura del Go-vernadore , e uccife molte migliaia di
Cineli 5 come anche l'incedo, commettodal figlio con una fua donna.
Per terminar l'i fioria di quella fanaofa
famiglia di ladri, deefi faperc , che ella_»
ebbe principio da un Capo Corfalodetto Ciuciium , originario di Fokien_5.
Coitili prima fervi in Macao i Portu-
ghefi , da'quali battezzato, gli fu pofto
nome Nicolò. Da tai principi, per l'ami-
cizia con gli Spagnuoli, ed Olandefi, fat-
to famofo,primamente all'Imperadore
Lum vù, e pofeia al Tartaro fintamente
il ìottopofcj talché creato Regolo, coningannevoli l'peranzc, fu chiamato alla__>
Corte, Allora Qucfim Tuo figlio fuc-
cedette al comàdo dell'Armata paterna;
e prendendone molta gelofia il Tartaro,
obbligò il padre a chiamarlo, per mezzod'una lettera appretto di iè. Fece quegli
una
Del Gemelli. 419una lettera, e confegnolia all'Imperadq-
rej e un'altra , nella quale avvertiva il fi-
glio, che non vcnifle,diede in mano d'unbarbiere fuo confidente ; il quale lo ra-dicandola in mano dell'Impcradore.Fc-
cequefti morire ilNicolò padrcjeQuefimbenché non fi ruffe lafciato vincere dall'
efortazioni paterne, e meno dalle belle
promefle del Tartaro, ebbe pure lo fven-
turato fine riferito.
Il figliuolo di Quefim continuò la_»
guerra coirimperadore regnante j peròquefti,mediante l'ajuto degli Olandefi,
che vennero,con 25. vafcelli , lo fcacciò
dalle piazze marittime di Fukicn , e Ci-
na. Nel 16S5. lo privò anche dell'Ifola
Formofa, cflendovi andato con podcro-
fa Armata s e corrotti avédo co promeflei Mandarini, e Grandi del paeic.Fece menarcl'Imperad.quei parenti,che reftava-
no, nella Corte di Pckin ; dove io ne vidi
uno,chiamato,Cincilum , che per politi-
ca gelofa, teneva onorato con titolo di
Conte.Mentre in tante guerre intcfline,ardc-
va l'Imperio, e fra le fortunofe vicende-»
dell'armi Tartare; l'infelice ImperadorcYumiierifugioffi nel Regno di Mìeiu»
que, volgarmente detto Pegu . Il Tar-
D d z taro
M420 Giro del Mondo
taro di mandoIlo,con minaccevoli lette-
re, a quel R e 5 ed avutolo tantofto,coiLj>
tuttala famigliatecelo nella Metropoliftrangolare . Le due Regine, condottoin Pekin,furono convenienremente trat-
tate; e tuttavia fi (lima , che continuino
nella Fede Cattolica. Si eftinfe perciò
nel 1 66 1. l'ultima fcintilla delia pallata-»
famiglia Mim.Quello rnedeflmo anno (imperocché
non tempre la fortuna è propizia ) fu fa-
tale all'Impcrador Xun chi . Invaghitoli
egli d'una belJiilìma donna , per poterla
con libertà godere, chiamò il marito 5 e
riprelòio d'aver malamente amminiftra-
to il fuo officio, lo pereo (Te con una_»
guanciataslicchè il mcfchino,per doglia,
moriffene indi a tre di Chiamò pofeia la
donna in palagio, e fuor del coitume, fe-
ccia feconda Regina, vivente la prima-».
Partorì la novella fpofa un figlio, per lo
cui nafeimento grandinarne furono k_>
fetrejma dopo tre meli fé ne mori il bam-bino, e poco appretto la madre . Cotan-to dolore ebbe il Re di tal perdita , chodivenutone fu riofo; già fi farebbe uccifo
con un pugnale* fé la Regina madre , t^gli Eunuchi non l'ave/Tero impedito:
volle però con rito efecrando, imitato
poitia
Del (jemeii^ 427pofciadal fuo fucceflbre, che la fpoura*
«ca morte di 50. uomini placadè Jo fpi-
rito della Concubina,che in ifpaventevoi
guifa gli parca di vedere. I mpofe a tutti 2
Grandi, e Miniftri dell'Imperio , cornoanche alla plebe, tre meli di continuolutto,con abito lugubre, in onor dell'Im-
peradrice ; che tale dopo morte intito-
ìolla* L'apparato dell'erequie fu moltomaggiore della di lei dignità . L'iflefìb
Impcradorcpiangcntc qual donna^chiu-
fc le ceneri entro un'urna d'argento , fìc-
come ella fpirantelo avea pregato. L'ur-
na fu riporta entro un ricchi (limo fepol-
cro , ali ufo Tartaro ; e frattanto féce fi
dal fuoco con fuma re incredibil copia di
preziou* arnesi di fcra,cò oro,ed argento?
diftribuironfi duccntomila feudi a po-veri; e due mila Bonzi,conifi:omachevo-
li fuperftizioni,pcr molte ore cantarono*
L'Imperadorc a tai cofe, in maniera ufc i
di fenno , che invitava gli Eunuchi , e le
verginea prender l'abito di Bonzi . Egli
fteflb>fcordarofi della fu a dignitosa guifa
de' medefimi veftito , li rafe la tefta ; edcreflfcnel proprio palagio,tre Templi al
culto degl'Idoli , che per l'addictro aveadifpregiatijoltre l'andar per la Città ado-
rando or quefto , or qucll o.
D d 5 II
Libro ì ntì-
roIDe Inlc.
& pro^refiu
Milton. Sl-
nenfis.
P. Roiipem.de hift.nov»
TaitajoSin.
422 Giro del Mondo11 Padre Adamo Gefuita non mancò
d'atfìftergli ; ma nulla giovarono i tuoiconfigli , perche efrendorimperadoie-*
fuor di [enfi, dopo averlo inteib,fenz'al-
tro dire , gli fece dar commiato col
Già . In fìnc,fcnundofi mancar le forze,
fece chiamare quattro Grandi; in pre-fenza de'quali fece come una confezio-ne di lue colpe , dicendo : aver governa-to malamente l'Imperio; che al Padre,
e all' Avo, ottimi Regoli , non avea_,
predato quel rifpetto , che fi dovea ; e di
più, aver di/pregiati i configli di fua_.
madre : che , per cupidigia dell'oro,avca
fraudato de* loro fiipendj i Grandi, efpefolo pofeia inutilmente ; che avea fa-
vorito troppo gli Eunuchi ; e che la Re-gina ultimamente morta, cosi inordi-
natamente ave/Te amata; che in pianger-
la a le ficrTo, e a'fudditi era fiato nojofas
Finalmente il figliuolo di otto anni Ja-
iciò lotto la loro tutela ; e quindi vefii-
tofi , ed acconciateli le braccia,diccndo;
Io vado : fòlla mezza notte, refe io spiri-
to in età di 24. anni
.
Scacciati tutti i Bonzi dal palagio , fu
rinferrato circa mezzodì il cadavcrejpcr
bruciarli pofeia ( per effe* morto di va-
juoli ) rafiati i cento dì . Fu falutato
Del G bmel t li 425(biennemente da tutti Imperadore,dopotre giorni,Carnhi (nel T662.) benché fé-
condogenito , e di otto anni,giufta lft_>
volontà del Padre 3 consumandoli fr*u>*
Tartari , ofTcrvare la volontà paterna,
come dettata dal Cielo.
Sul principio fu governato l'Imperio
da' quattro Grandi pacificamente . AIPrincipe degli Eunuchi fecero mozzarla tefta , come caufa di tanti mali 5 quat-
tro mila di efìì far banditi ; e mille deiti-
natia vili efercizj.
A cagion de' Pirati, fu ordinato* fotto
pena di morte, a'cittadini di tutte le Cit-
tà marittime di fei Provincie, che mu-taflero abitazione, e fi ritiraflero nove_>
miglia dentro terra ; di modo che i giar-
dini , Cartella , e Città marittime , furo-
no affatto fpianate; e vietato in tutto il
commercio del Mare. Morirono p crei òdi fame molte migliaia di peribnc , che->
viveano colla pefeagionc
.
Nel 1664. fu pubblicato editto controla Religione Cattolica, quafi macura di
malvagia dottrina, e di ribellione. Fucarcerato , come capo di cfìfa, i 1 P. Ada-mo , con tre compagni , e giudicati rei
da vari Tribunali . Furono citati tutti t
Sacerdoti .Europei alla Corte 5 e conden-
D d 4 nati
424 Giro del Mondnati i libri de' Criftianì alle fiamme. Nei1665. in pieno Configiiodi tutti i Mini-ftri,venne condannato li Padre Adamoalla forca; e quindi ad efler tagliato in_»
pezzi ; ma ali'improvifo,pcr tutta la Cit-
tà , fentendofi varie fcoiìe di tremuoti,
(fecondo il consume Cinefe) fu perdona-
to a tutti, fuorché al Padre fuddetto.
Con tutto ciò indi a un mefe,erTendoil dì natale del Re,fu liberatoje mori poiplacidamente, nel mefe di Agofto, in.»
Cantori*
Nel 1666. venne a morte Sony» il più
vecchio de' quattro Tutori 5 onde Cam-hf ìòìenncmcRte entrò nel Governo del-
l'Imperio.
Nuova tempefta nel 167 '.turbò Tlm-peuo ; imperocché Ufan quey (del qua-
le \\ è p 1
' n fopra) potentinimo Rego-lo nella Provincia diYun-nanjChe impru-
dentemetc ivca introdotti i Tartari nel-
la Cina; chiamato dall'Imperadorc, ri-
cusò di venire , fé non con ottanta mila
fòldati . Licenziati pofeia gl'Inviati,
{coffe U rartaro giogo ; fece il Kalenda-
rio Cinefe , e mnndolio a' vicini , e col-
legati Re : però quello di Tunchin ricu-
follo, e mandollo all'Imperadore. Ufan-
qucy frattanto ioggiegò le tre Provin*
eie
Dbl Gemelli. 425eie di Yun-nan , Su-chuen^Quei-cheu , e
quafi mezza la Provincia di Hu-quam;pcrlochè l'Imperadore fece mozzare il
capo al maggiore fuo figlio, e tagliare^
in pezzi tutti i ribelli > feopertafi la con-
giura.
Due anni dopo ribellarontl i Regoli dì
Fokien, eQuam-tum; imperocché ef-
fóndo morti j loro genitori , fi pofero if
cappello Cinefe . Al che fi aggiunfe la_>
nuova potenza del Regolo dell' Ifoia-»
Formofa, riabilita col discacciamentadegli Olande fi 5 come di fopra ho di vifa-
to . Avrebbe mal fatto i fatti fuoì il Tar-
taro , fc unire le armi , eglianimi,3vef-
fer tutti voluto combattere , per la liber-
tà della patria ; ma il Regolo della For-
mofa , vedendofì dispregiato da quello
di Fokien , gli morìe contro ; e in più di
una zuffa , rimate fuperiore .
Dalla Corre intanto furono mandatieferciti, Tetto il comando di Regoli Tar-
tari .In Hu-quam andò un Zio dell'Im-
pcradorcjunoin Ciekiam , e Fokien; e
un'altro in Qua 111-tu ni , e Quam-si. II
Re diFokien,inpiù incontri abbattuto,
non fidandoli più de'iìioi , rafoii il capo,
il diede in potere del Tartaro; dal quale
benignamente fu ricevuto.
Il
426 Giro del MondòIl Regolo di Quam-tum , trattato da
tjfan queyconinferior titolo di quello,
che al Tuo flato fi convenia; rotta la lega,
ridufie anch'egli la Provincia tutta all'
obbediéza del Tartaro. Gonfio, per tan-
ti felici fucceffi , l'Imperadore , venne(a* 1 2. di Luglio del 1 67 5 . ) a vifitare in
cafai Padri Gemiti di Pekin;equivi col
pennello Regio, fcrifle due caratteri,
Kim tien ; cioè , adorare il Cielo , che èquanto il dire, il Signore del Cielo; edappoftovi iifuggelio Rcaìe,gli diede a'
Padri . Le copie di eflì caratteri, podi datre ordini di Religiofi nelle loro Chiefc;
vengono (limate una tacita a^pprovagio-
ne della Religion Cattolica.
Venne a morte Ufan-quey nel 1679.
e fu acclamato Imperadore Hurnhoa»*fuo tiglio. Nell'i fletto anno a* 2. di Set-
tembre, due ore prima di mezzodì , un_>
terribile trcmuoto,fco(Te tutta la Reggiadi Pckin,ei luoghi vicini; fpianando piùpalagi , e Templi , colla morte di predòa jo.mila perfone : e ripetendo, obbligò
rimperadore,e i Grandi, ad abitare fotto
tende
.
A' Gennaio i68o.fu confumato d'im-provifo incendio,in poche ore,il palagio
Imperiale, con danno di due milioni, e
mez,
ìbh
Del G e m e z. i i. ^.27
mezzo di Taes. L'jfteiTo anno il Regolodelia Provincia di Quam tum,bèche fuf-
fe fuddito del Tartaro,eiTendo divenuto"
fofpetto per lo tuo genio torbido,e per la
corrifpondenza,che tenea per via di ma-re con gli Spagnuoli , & Olandefi , con-
tro il divieto Imperiale (oltre che arma-to con 40. mila ioìdatii era divenuto po-tente, e dava non leggieri indizj di voler
diftruggere Macao)fugli dall'Imperado-
rc,per rovinarlo , ordinato, cheportaiTc
Ja lue armi contro i rubelli , nella Pro-
vincia di Quam sìjdove avendolo buonaparte de' iuoi abbandonato, gli fu di me-iìieri ritirarli nella fua Provincia . Fini
quivi la vita a* 9. d'Ottobre dello fteiTo
anno; in quell'ora appunto, che ducjInviati dairimperadorc, erano venuti di
fua parrc,aprefentargli (per onore) un_>
laccio , acciò con quello fi ftringefle la_»
gola. Kon mancarono però di far moz-zare la tefìa a 1 12. compagni delia fazio-
ne 5 fra' quali tre fratelli . Era però de-
gno quello Principe di miglior fortuna,
eflendo molto inchinato allaLegge Evan-
gelica $ e favoreggiando molto i Miflìo-
tìarj , e omc altrove ho deito.
Mentre fi trattava della ccnfifeazicnc
delle tue i ir.maiic facoltà? pai vi lur.c->
ai
428 Girò del Mondò&l Tartaro > di fare aprire la tomba del
Padre del Regolo, non ancor fepellito,
per vedere , fé alla Cinefe era veftito il
cadavere: ma trovatolo in abito al!a_»
Tartara 5 lafciò i beni a' fratelli , fra'qua-
]i era il Genero deii'Imperadore.In quel-
Piiteiìb anno entrarono in Ciaa i Padri
Agoftiniani Spagnuoli, dalla parte delle
Filippine , e Macao.Nel fe^uète anno il Redolo di Fokicn
(the fi era volontariamente rcnduto al
Tartaro) per le crudeltà , efereitate con-
tro vari Miniftri,a lui fofpetti , allor che
lì ribellò j fu nella Corte,in prefenza di
tutto il popolo, fitto in quartine le carni
buttate a' cani. I fratelli ancora, quan-
tunque innocenti , ebbero tagliate le te.
{te 5 e cosi il Tartaro, fenza veruna op^
porzione » occupò Yun nan , Metropoli
della Provincia. Huni hoa Imperadore,
fpontaneamente appiccandoli , preven-
ne la crudeltà del nemico 5 il quale fatte
pofeia cavar le oda di VTan quey dal fe-
polcro;lcfece portare a Pekin,epnrtc,a
terrore degli altri, porre ignominiofa-
mente in vari luoghi 5 e parte, ridotte in
polvere, fpargerc al venteranno 1681.
iiconta il centeiìmo,dopo il comincia-
mento delia Miflìone de* Padri della
Compagnia in Cina. Alia
-*%<S<-^.'
Del Gemelli? 429Alla per fine , collo fpargimento di
tanto fangue, e crudeltà pofte jn opra.,,
rimafeil Tartaro,neI i682..pacifico pof-
feflbre di tutte le 1 5.Provincie cirsi vailo
Imperio; che per Pinteirine difcordie,cra
flato da pochi brutali uomini tolto a unainnumerabile , prudente, epoliticana-
isione . Quindi Cam-hi, (labilità la pace,
e volendo rivedere il natio Aiolo, efe-
polcri de'iuoi maggiori; incamminofli
verfo la Tartaria Orientale, a 2j.di Mar-zo, col Principe erede dichiarato , tre_>
Regine, alcuni Nobili,e Minjftri dc'Tri-
bunali,e circa fettanta mila foldatùVolle
anche feco il P.Ferdinando Verbieft Ge-suita Fiammengo,
Ritornò poi,con più grande apparato
nella TartariaOccidentale,ncl ióSj.vétc-
firno 2, anno del fuo Iniferio:nè còduilè
feco men di 70. mila foldati a cavallo 5
non volendo che l'oziose dilicatezza del-
la Cina gli renderle pigri ; ma (i accoitn-
maficro a'difagi , ed efercizj di guerra-?,
colle fpefie caccie, e uccisioni di fiere. In
cotal guifa, parte col terribile apparato
delie lue armi, parte colla bcnignrtà,cle-
snenza, liberalità, e conceder di Titoli; li
redette tributarie nella Tartaria 40. Pro-
vincie.In quello fecondo viaggio volle
icco il P.Filippo Grimaldi. CA:
'430 Giro del Mondo
CAPITOLO settimo:
Mobili qualità dell'animo dì Cam-hi, Impera*dor della Cina,
CAm-hi,di preferite Imperador della
Cina,è d'ingegno fablime , e penc-trevole, di memoria felice , e d'una fer-
mezza d'animo , che non cede a qualsi-
voglia finiftro accidente . Tutte le me-»inchinazioni fono nobili, e degne d'un_>
gran Re; amando molto la giudiziale la
virtù . S'applica egli ugualmente alle
faenze, e agli efercizj cavallerefchi; cori
ammirazione de'Tartari , che fanno al-
trettanta ftima della fua de/ìrezza , chedella forza; poiché non vi è Signore, chepolla piegare l'arco , del quale egli fi fer-
ve, né maneggiarlo colla fua leggiadria:
tanto a delira, quanto a imifìra ; a caval-
lo, e a piedi; e fermo , o correndo a bri-
glia fciolta . Maneggia parimente le ar-
mi da fuoco, meglio di quaifi voglia Eu-ropeo.
Gli efercizj militari però non gli tol-
gono il gufto della mufica , fpczialmente«ti quella d'Europa , della quale ama i
jpriacipj , il metodo, e gl'iftrumenti : e al
certo
Del G e m e l l u 43 *
certo, fé le grandi applicazioni dell'Im-
perio gli aveller dato luogo d'apprendere
j toccargli 5 vi averebbe fatta riufcitft-*»
cojrifteifa perfezione, che ha fatto de"
Cinefi.Ma come che l'arte di regnare è
a prima qualità drunSovrano,s'jmpiega
regolarmente ogni mattina, al nafeer del
Sole,adar audienzaatutti i Tribunali di
Pekiftj de'quali i primi Ufficiali vengo-
no a prefentargli i loro memoriali. Qna-
do l'affare è d'importanza, io rimette al
Configlio de'Colao ( che fono propria-
mente i Miniftri dell'Imperio) colla con-
sulta de'quali egli poi iblo determina,co-
me gli pare a propofito : non avendo
niun valore le determinazioni d'alcuno
de'Ti-ibunali, né de'Miniftri , o del Con-PortilIt hI-
figlio dell'ImperiOjfenza la fua approva-ft r.deWm-
«Ione . Ciò è perche il Governo della_> f«-^ ^& '
\ ~- • i ili j Chine» a"
Cina è cosi aflbluto, che alllmperadore PefC Bou-
vien dato nome di Tienzu , cioè figliuo- jec pag.?*;
lo del Cielo 5 ed Hoanti, cioè fupremo hift. aliiL
Monarca. Quefto titolo non gli farebbe CInaar
1Ib
;
1
;
fcòvenevole, se mite vero ciò che dice ilJ
8
"
4 f,r ' pas
P.Bartoli,cioè: aver per l'addietroiRe Aiinogod-
della Cinalòggiogati, o rendutifi tribù-s^lQ
l
9,'
1
tarj cento , e quattordici Regni nell'In-
diajftendendoleloro conquide in mol-
te, e grandi Itole Orientali, ed Auftrali
5J.J2 Giro nst Mondodell'Arcipelago, e fino a Bengala?
Ufcendo Cam-hi a caccia , o altrove,
chiunque fi fen te aggravato da'Manda-xini, lo viene ad afpettare fui cammino;e fi pone inginocchione,col memorialenelle mani aperto ; né egli manca di far
pronta giuftizia . Non ha avuto giam-mai alcun favorito appreiTo di fé , maiempre ha governato folo ; e perciò niu-
no ardifee di parlargli d'affare, che non_>
gli appartcnga,o del quale non fia richie-
do . 11 fuo collume è d'informar fi mol-te volte privatamente (quando l'affare lo
mcrita)da differenti perfone; nel mentrei Tribunali ne prendono pubbliche tcfli-
monianze. Oltreché egli ha una me-moria felicc,per ricordarli di qualunqueaffare parlato ; onde fi è ben difficile ma-fcherarfi la verità , fenza che fé n'avveg-
ga fubito-
Quantunque gì' Imperadori Cinefi
abbiano di (pregiato in ogni tempo tutte
le nazioni ftranicre,nè meno /limandole
degne,d'aver con effe loro alcuna conni-
ideazione; Cam-hi nondimeno gencro-
famente, e con amore trattagli A mbà-feiadori de'Principi ftranieri , per tutto
il fuo Imperio , provvedendogli di qua-
lunque cofa loro bifogni ; ficcomc pon-ilo
Dei Gemelli^ %3
J
ino far teftimonianza i Portughefi, Mo-scoviti, ed Oiandefi . Parimente,controjl coftume Cinefe ( che non mandavanoAmbafciadori a'Principi (tranieri , fc n òcon comandamento dell' Imperadore
)
mandò due volte ambasceria a'Mofco-
viri, per l'accomodamento della pace.
Ciò (Idee certamente a' PP. Gemiti , i
Duali gli han fatto formare baftante idea
de'Rcgni d'Europa, colle molte rarità
donategli; e molto più coli'iftruirlo nel-
le noftre feienze ,ed arti ; facendolo re-
Itar perfuafo , che fuori della Cina hi
truovano anche nomini dotti , ed abili.
Per la buona amminiftrazione della,
gìuftizia,ha particolarmente l'occhio fo-
pra i Miniftri; imperocché dopo avergli
reciti, col parere de* Configli , gli gaftiga
Severamente* quando non fanno il lor
dovere, ponendo altri in lor luogo . Hatanta compaflìone delle miferie de* fuoi
Sudditi , che accadendo alcuna Sterilità:,
rilafcia loro non folo trenta , e quaranta
milioni di tributo, ma talvolta ha egli
aperti i Tuoi granaj,per alimentargli.
£' fervitoda una innumera bile molti-
tudine di Cortigiani , ed Ufficiali, che
vivono a fue fpefes in che fupera di gran
unga le migliori Corti d'Europa. Per
Tartc IV. E e quello
4?
4
Giro del Mondoquello che tocca alla fua tavola , è fer-
vito in bacini d'oro, e d'argento, fecon-
do il coftumc del paefe ; però egli anche
in ciò fa rifpicndere lama modeiìia , pe-
rocché abborrifee la fovcrchia fpefa nel
mangiare (non che nel veftirc) rigorofa-
mcnte oiTcrvandouna delle leggi fonda-
mentali della Monarchia , cioè : che fia
lun£>i da'Grandi,e da'Sovrani ogni forte
diluflb. I fuoi appartamenti partecipa-
no della ftefla medeftia ; perche oltre
qualche dipintura, e doratura, e qualche
fempiice drappo di feta; non vi fi vede
cofa,che agguagli la grandezza del Prin-
cipe.
per divifarc ora partita mente le fue
velli Reali, egli fi dee fapere , che in In-
verno le porta di feta fempiice , foderate
di Zcbelline, o d'Armellini: ne'giorni di
pioggia , fi vede qualche volta con uru*
giubbone di lana:altrc volte in Eftarccó
una fempiice di tela d'ortica , fenz'altro
ornamento, che una grotta perla nella
berretta, fecondo il coitume de'Tarrari.
Lafedia medefima , che ferve pd por-
tarlo , cosi per dentro , come fuori del
palagio; non è che una fpezie di bara di
fempiice legno inverniciato, con qual-
che laminata di ottone , o intaglio di le-
gno
Del Gemelli^ 435'gnodorato, La magnificenza degli ar-
nefi de'cavalli, ch'egli monta , confidafolamcntein (hffe di ferro dorato , e re-
dini di feta gialla . Quella moderila nonè mica mcfcolata con avarizia ; perche.*
quando fi tratta di giovare al pubblico,
gcncroiamente fpcnde i milioni 5 facen-
do nettar canali , fabbricar ponti , acco-
modare ftradc , e lòvvcnirc largamente
i fuoi fudditi, e foldati bifognoii.
E'così inchinato allacaccia, che vi li
efercita ogni anno, non già per pochi
giorni, ma più mefi; andando una,e due-
volte nelle montagne della Tartaria . In
quefta guifa non iolo prende diletto, maimpedi/ce anche, che la foldatefca non-»
s'accoftumi alla vita de'Cinefì; ben veg-
gendo egli aver foggiogate,co un pugnodi gete indurita alle fatiche,tante miglia-
ia, e migliaja d'effeminati Cinedi ed cflfe»
re affatto imponibile di mantener l'ac-
quietato, fé i fuoj vengono a cader nello
ftelfo vizio . Indi è , che egli medefimo(per dar efemplo ad infinito numero di
ibldatijche feco conduce a caccia) il po-ne un giorno continuo a correre appref-
fo un cinghiale, feoccandofempre /net-
te, fino a ftraccare fei, e /ette cavalli.Tal-
volta, per ben lungo fpazio,cammina a_^
£ e 2 piedi,
4?
6
Giro del Mondopiedi; e coperto tutto di polvere , e fu-'
dorè continua a cacciare fino al luogodeterminato, lenza mutare abito j edefpofk>,per più ore, a un Sole ardcntifiì-
mo , fenza volerfi fervire di ombrella .
Da tanta fatica pure va tempre lungi la
dilicatezza delle vivande, e fi riduce benfpefife volte,per mancanza d'aitro,a man-giar carne di montone, odi bue, di cui
abbonda la Tartaria . Quindi il fuo fe^
guitonon lafcia di fegnaiarfi; veggen-
do , che ii Principe moftra un partico-
lare affetto a coloro , che l'imitano , ed
abbonimento a gli amatori del loro pro-
prio guflo.
Per remenza, chei figliuoli dc'Gran-
di,ede'Mandarini più ragguardevoli fra*
Tartari , e fra'Cinefì, polli fotto lo flen-
dardo Tartaro, non fi diano all'ozio , e
luflb 5 egli l'applica aglioffic; più fatico-
iì, e penofi . Agli uni dà la cura de'cani,
per menargli alla caccia ; agli altri di go-
vernare uccelli di rapina , e portargli in_»
pugno; alcuni ne applica a preparar !e_>
carni, o il Te,per la fuu bocca ; altri a ier-
vire a tavola; altri a fare archi , e freccie,
e portare quelle, che fervono per fuo
ufo, e de'Principi fuoi figli; e in fine i più.
diletti fono impiegati alia guardia, co*
Mandarini. Eafte*
Del Geme ili.' 437Batterebbero tante virtù,appreflb Tal*
tre nazioni , pcrcoftituire quello Princi-
pe in un grado d'Eroe ; però appreflb ì
Cinell, dove le cariche , e dignità fi dan-
no per merito di lettere , non patterebbe
?er ungrand'Imperadore , s'egli non fi
iitTe fegnalato, anche in quefto genere,
per conformarli al genio de'fuoi popoli.
Datoli allo (tudio delle lettere , e feienze
Cincfi, pochi libri vi fono, ch'egli non-»
abbia letti . Sa una buona parte dell'o-
pere di Cornilo a memoria.Fcce tradur-
re in lingua Tartara le medefime, facen-
dovi egli i proemi , per coilocarfi fui
principio : e la Moria univerfale dclla_*
Cina altresì . E' verfato oltreacciò nella
Poefia dell'una , e l'altra lingua ; parlan-
do, e ferivendo cosi bene Tartaro, choCinefc.
Quanto alle feienze Europee, il Padre
Vcrbieft cfplicogli l'ufo de' principali
iltrumenti di Matematica; il P,Pereyra-»
ì principi della noftra Mulìca 5 e'1 P»Ger-
oillon gli Elementi d'Euclide, tradottigli
|n lingua Tartara . Ogni mattina perejò
quelli, ed altri Padri doveano andare in
palagio, a dargli lezione; mandandoeglidi buon'ora dalla fua dalla i cavalline*
ceffarf . Col continuato ftudio di più
£ e 3 meli
4.? 8 Giro del Mondomcfi (I fece molto capace di tutte le pro-
porzioni più neceffarie , ed utili d'Eucli-
de, e d'Archimede, e delle loro dimo-(trazioni . Dopo aver apprefo gli cle-
menti , volle, che il P.Thomas gl'info-
gnaffe 1*Aritmetica, e quanto appartiene
alla Geometria.Morirà particolare inchi-
nazionc per la Medicina Europea; tanto
più ,che fu guarito d'una fua indifpofi-
zionc, per mezzo della Kinkina , che gli
diede il P.Fontaney . La medefima cu-
rioilrà, che indurle l'Imperadorealloicienze Europee , lo portò eziandio ad
iftruiril della noflra Religione, per mez»zo de'medefimi 5 e ne concepì sì buona^opinione, che più volte ha detto , elioella dovrà effere un giorno la Religion
dominante.Benché i Tartari abbiano in co fiume,
anzi (timino, come un* articolo di Reli-
gione, di prefentar la prima figliuola all'
Impcradore, in poter del quale fra l'ac-
cettare^ ritenerli quclle,che più gli piac-
ciono j Cauvhi nondimeno, conolccn-
do, che un tal collume avea renduri pur
troppo effeminati i fuoi predeceffori , è
così lontano da ogni disordinato appe-
tito, che occupandoli e tre, e quattro
aneli alia cacciagione; e pefeagìone, non»
con*
Del Gemelli? 4?9conduce giammai feco donne; e fai voltaeffendogliene (late prefentate belli ffimc,
Je ha ricufate.Sa egli molto bene, che lodiiTolutezzc rendono il cuor mo!le,c mal(le tira la fai Lite ; e che finalmente hannoJuogole rivoluzioni , dove chi governafra ferrato, con una frotta di donne, fen-
za prender cura degli affari dello Stato.
In alcuni tempi deil anno , oltre cuci-
lo della caccia , fa che la foldatefca ftia_>
occupata in efercizj militari 5 e premiagencrofamente i migliori , per accender
sii altri dei defidcrio di divenir valorofi.
Fra le altre fne beile doti , ha una ibfFc-
renza inimitabile, in tutte le lue occupa-zioni , fenza giammai entrare in colera.
Dapoicheebbefaputoil modo, conioin Europa fi fondono i cannoni, e i mor-tari ; ne fece fare ben molti , per fervl-
gio de* fuoi eferciri 5 e ad alcuni de'fuoi
bombardieri fece apprendere a tirar lobombe. Per 1* amore, che porta alle
feienze , fono già fei anni , che ha erette,
dentro il proprio palagio Accademie, di
Pittori, Intagliatori, e maeflri da fire
orinoli, premiando chi meglio riefee
nel Aio mefticre. E^li avea a niio tem-
pò quattordici figli mafchi,e più femmi-ne- » quali tutti facca rigidamente educa-
li e 4 i'v,
440 Giro del Mondore , obbligandogli ad apprender le fcicn<
ze , e tutti gli elercizj cavallercfchi ; cj
benehe Ila coftume,di darli titolo di Rea'fìglideirimperadore, allor che giun-
gono all'età di Tedici anni, e dar loro
appartamento feparato, con corteggio
convenevole 5 nondimeno efìcndo già il
fuo primogenito di 24. anni, e non folo
ammogliato , ma con figli , non ha vo-
luto ciò concedergli, avvegnaché il Tri-
bunale de' Principi, e gli uficiali delia.,
Corona ne ì'avcrTcro richiedo più volte.
Con particolarcura ibpra tutti fi educail fecondo, ch'egli ha dichiarato Hoang.tay-tsè , cioè a dire, Principe Erede del-
l'I mperio; per efier quelli il primo, cheebbe dairimperadrice fila prima moglie,
(anteponendoli lemprc i figli delia Prin-
cipelfa ,che ha titolo d'Impcradrico.)
Quefto fecondo figlio è medellmamcn-te in età di 24. anni, di buone qualità,
molto applicato alle virtù , e fopratutto
bene affetto alia noltra Religione Catto-
lica , e Miflionarj.
CA-
Del Gemelli? 44*
CAPITOLO OTTAVO.
Bjccbc^c dell''Impeyador della Cina»
CHiunque ha fior di ferino, non potrà
dubbirare , che l'Impcrador della
Cina fia il più ricco Monarca del Mòdo>no foloper la gradezza del fuo Imperio,
ma perche i vafialli,n6 che l'ubbidifcono
alla cieca,ma l'adorano.Di ili, l'adorano, p - ***gaiu.
\ r ~ r \ • 1 j« nouvell Re-ne lenza gra rondamentojpoicne di pie- ]ac . (j e !*_<
fcnte , gl'Imperadori della Cina fono in ciijn. c.s,
poflfefTo di deificare chi più ioro aggra-pa2> a i%-
dai ìiccomc anticamete faceva il Senato
Romano . Nel tempo, ch'entrò in Cinail Padre Matteo Ricci , vidi quella em*pietà dell'Imperador Vàn-Lié, allora re-
gnante. Avea egli fatto morire unCo-lao, detto Cium Kiu chem, per una_*
prattica tenuta ceti fua madre. La Da*ma dolente della morte del Colao, e per
lo timore d'un ffmi!efine;caddc inferma*
& indi a pochi giorni fé ne mori. Adun-que l'Imperadorc, per rifìabiìire , con_>
qualche onore ftraordinario ,la riputa*
zione di fua madre , la dichiarò folennomente Kicù Lién pufa ; cioè Dea di novefiori ; ficchè oggidi iì veggono Templi,
cretti
I
442 Giro del Mondocretti in onor di lei, per tutto l'Imperlo:
in cui ella è adorata, fotto quefto titolo»
della medefima maniera , che Flora cor-
tigiana fu onorata da' PvOmani, comeDea de' fiori . Un Bonzo parimente, di
quelli della fcrta di Taósu (che (ì ammo-gliano, e non fi radono la tetta ) fono or-
mai più di quattrocento anni, fi avanzòtalmente nella grazia del Re, per mezzodella chimica , e magia ; che qucfti, noncontento d'averlo (limato più che uomoin vita , voile morto dichiararlo Dio, e
Signore del Cielo, del Soie,della Limsu,e delle Stelle . Si può feorgere da quefti
due efcmpli , quanta cieca lia l'ubbidien-
za de' fudditi ; poiché credono, che l'Im-
peradore abbia potere,di fare d'un'uomodcboIe,emiferabilc,un Dio potcntiilì-
mo : e palla si avanti l'adulazione de'lct-
teratì, che non folamente ciò apprno va-no, ma perfuadono anche al Re ,di fare
azioni, ranto contrarie a* dettami della
ragione.
Or per dare un picciol faggio degl'i m-menfi Tefori dell'I mperador della Cina,
farò un picciol catalogo delle rendite^,
ch'entrano ne! fuo Erario; cavato da
uno Scrittore di grande autorità fra' Ci-
ne.fi, idi cui libri fono chiamati ù hio
pién, , En«
Del Gemeul 443
Entrano primamente ogni anno nel
Tefovo Reale diciotto milioni, e feicen-
to mila feudi d'argento? fra* quali nonvengono comprefì i diritti,che fi pagano
ài tutto quello , che fi compra , e vende
in tutto l'Imperio ; né le rendite delle-»
terre, bofehi, e giardini Reali , che fono
in gran numero ; né il danajo delle con*
fifcazioni,chc monta qualche volta a più
milioni : né in fine le rendite di beni im-
mobili, confifeatì a'ribelli; a coloro, che
occupano le rendite Regiejo che eflendo
in uficio, rubano a' particolari fino alla
fomma di mille feudi; oche han com-mcfli enormi delitti.
Entrano anche nel Teforo , fotto tito-
lo di rendite della Regina, un milione^?,
ottocento venture mila, novecento fcf-
fantadue feudi : e dentro i magazzini
Reali quarantatre milioni,trecento ven-
ti otto mila, ottocento tretaquattro Tac-
chi dirifo, e grano.
IL Un milione, trecento quindici mi-
la, novecento trentafette pani di falc di
3 8.libbre l'uno.
III. Duecnto cinquantotto libbre di
minio fìniflìmo
.
IV. Novantaquattro mila,fettcccnto
crcntaicttc libbre di vernice." ~ "* V.Trcn-
444 Giro dèi Mo*m6V. Trent otto mila, cinquecento cin-
quanta libbre di frutta fecche, cioè d'uve,
fichi, noci , e caftagne.
Nella guardarobba Pveale poi vengo-
no primieramente feicento cinquanta-
cinque mila, quattrocento trentadue_?
libbre di diverti drappi.di feta,e di diveril
colori ; oltre gli abiti Reali, portati dalie
barche , come li è detto»
II. Quattrocento fettantafei miìa_>,
ducento fettanta pezze di drappi di fe-
ta leggiera , di cui i Cinefì veitono nella
State»
III. Ducento lettanta due mila, no-
vecento e tre libbre di feta cruda.
IV» Trecento novantafei mila,quat-
trocento ottanta pezze di tela di cot-
tone.V. Quattrocento fefiantaquatrro mi-
la, ducento e diccifette libbre di cottone.
VI. Cinquantafei mila, ducento oottanta pezze di tela di canapa.
VII» Ventuno mila,quattrocento fet*
tanta facchi di fave, che fi danno a* ca-
valli del Re, in luogo d'avena.
In fine due milioni, cinquecento no-
vantotto mila , cinquecento ottantatr<L?
falcetti di paglia,di quindici libbre l'uno.
Quelle due ultime rendite erano cosi
fotto
Del Gemelli. 445^ottoiRcCineh"; ma di preferire fono
tre volte più , a cagion della gran quan-
tità di cavalli, che il Re Tartaro man-tiene.
Oltre turte quelle cofe, riportate dal
citato Padre Magaillans , fi conducono
alla Corte bovi , montoni , porci , oche,
anitre, polli, ed altri animali dimettici; e
quantità d'ogni fpezie di cacciagione ,e
parimente di pefei . Tutte forti d' erbolative , e frutta; cosi verdi , e frefche in cì
\l?'™\
mezzo del Verno , che in Primavera-.^p,l<
tanta è l'induftria della nazione, in con-
iervarle,in luoghi a ciò deteinati . Si por-
ta anche olio , putirò , aceto, e tutte for-
ti di fpezierie; vini prezìofi di diverd
luoghi; differenti forti di farine,di pane,
e di bifcotti.3 e perciò fi rende imponi-
bile fapere la quantità di tutte le cote-*,
che ogni giorno entrano nel Real pala-
gio.Sin qui hotraferitto ciò, chenarrano confuc.im-
j Padri Magaillans, e Cuplet; però io,JjfjJJJ*
con meno parole farò capire a chi legge
l'immenfe ricchezze di quello Monarca.
I fuoi fudditi( quando anche voleflimo
tòglierne cento milioni, da'trecento,chc
fcriveil P. Bartolj ) fono ducento milio-
ni , fecondo le comuni relazioni . Or dacui
MMMM
446 Giro del Mondoeflì cCigge l'Imperadore di tributo uàTaes per ciafcheduno ( cioè 15. carlini
Napoletani)giunti che Inno in età di
18. anni, e che non abbiano parlato i fcf-
fanta . Da tutti quefti tolte le donne , edaltre perfone franche, fàcilmente potrà
farli il calcolo, da quanti milioni riceve
tributo pedonale . Si aggiugne poi il
reale 5 perocché tutto il terreno dc!la_»
Cina è dell'Imperadorc,o pofifeduto conannuo canone ; e per confeguenza noiu»
ve n'ha palmo , che non gli ria profitte-
vole. Conliderata adunque la fpaziofità
dell'Imperio , di facile potrà capirti, len-
za troppo aritmetica, quanti milioni en-
trano nell'Erario Regio ; a cui aggiunte
le dogane , e quanto di l'opra è detto,po-
trà ognuno iettar peritiate; che,(ìccome
non vi è Monarca nel Mondo, che l'u-
guagli nel numero de- fudditi , e de' ibl-
dati , cosi non vi fìa chi polla ftarvi ap-
petto, per le ricchezze.
LIBRO
Del Gemelli. 447
LIBRO TERZOCAPITOLO PRIMO.
Ritorno in T^ancianftt per terra.
S fendo per me troppo rigido
il freddo di Pekin , determi-
nai dì partirle ripigliare feri-
vendo il filo dell'interrotto
diario.
IiSab. 19. di Novemb.adunque andai
dal P.Grimaldi,acciò mi fi cefìfe provve-dere di tre mule, per Jo viaggio ; che fu-
rono patteggiate dal fuo fcrvidore , ogni
una per cinque lean,e due zicn d'argento
raffinato di Cina ; che vai quanto (ettopezze, e mezze da otto; prezzo viliflìmo
per ini mefe, e quattro giorni di ftrada.
Ebbe poi la bontà il fuddetto Padrc,di
farmi vedere molti beiliffimi iftrumenti
Ottici, per ingrandire, e moltiplicare gli
oggetti j Geometrici per misurare ; &Aritmetici, per moltiplicare , e fottrarre
prcftamente,fenza bifogno di penna; da_»
lui inventati,per fcrvigio dell'Imperado-
re, dirai cofe ftudioiiifimo. Mi difìc-/,
che nei palagio Imperiale flava riduccn*
do
44& Giro del Mondodo a perfezione un'ingegno, per estin-
guere il fuoco, chc,a forza di uomini> e.
di vento, buttava l'acqua cento palmi in
alto.
Quello Padre erano trent' anni , che-$
dimoiava in Cina;e come pedona dilet-
ta dall'Imperadore, ebbe l'onore d'ac-
compagnarlo quattro volte nella Tar.
tarla . Avea egli corfo per più parti
del Mondo, da Europa in Cina , & indi
di nuovo in ini opa, accompagnato dsL*
varie difavvéture.Rimafe una fiata fchia-
Vode'Malaj, perdutoli il vascello nello
tiretto del Governador;nell'Indie di Por-
togallo più tépo flette affediato dal Sava-
gì,cò pericolo di perder la vita,e la liber-
tà : e perciò non v'era uomo al Mondo,che potetfe,più di lui, dar buone notizie
degl'Imper) di Cina,e Tartaria, e di tut-
ta T'Afiajtanto più, che parlava perfètta-
mente la lingua Tarrara, e Cincfe . Io lo
pregaijCheproccuraiTedi giovare il pub*biico, dando in iftampa qualche relazio-
ne delle cole da lui vedute; ma mi rifpo-
le,che havendo lette (l'ultima voltai,
chepafsò in Europa) tante buggiejche^s'erano pubblicate della Cina ;
per no-n_j
rimproverar moltiautori di menfogna,
s'era attenuto di dare alcuna cofa in-»
iftam-
D e t G e m e
l
i!£ 449iftampa, come era flato Aio proponi-'
mento di fare; particolarmente per gli
Olandefi , che aveano /rampata ia loro
foJennc ambasceria al Gran Kam de*
Tartari fdella quale egli medefimo era
flato l'Interprete appreiìò l'Impcradore
in Pekin) con più bugie , che lince ; in_*
quello, che non appartiene alla delinea-
zione delle Città . Ciò era avvenuto,perche aveano /eco mcnati,per Interpre-
ti, Cinefì delle Provincie .Meridionali,
che giammai non aveano veduta la Cor-te, ed inefperti delia lingua Portughefe:
onde dimandatilo non Capevano le cofe,
o rapendole, non potevano efpiicarle 5 e
così venero gli Olandefi a feri vere il quid
prò quo, interpretando ia confu fa favella
degl'Interpreti.
La Domenica 20. andai camminandoper la Città nuova j e pattai pofeia nella
vecchia de'Tartari , per vedere il Tem-pio,chiamato, Ti vam miao, o Tempiodi tutti i Re pattati. Quefto è un gran-
de, e magnifico palagio , con molti ap-
partamenti^ cortili. L'ultima fala è cosi
bella, grande, e ben ornata, come quella
del palagio Rcale.Vi fi vedono in ricchi
Troni, le (fatue di tutti gì' Imperadoribuoni,c cattivi, che fono flati in quattro
T>arte IV. Ff mila
PHM450 Giro »Et Mondo
mila cinquecento quaranta anniidal pri-
mo, detto F6 M,fino all'uItimo,nomato
X un chi , padre del regnante Impcrado-re . Quefto Tempio è limato nei mez20 d'una delle più belle lìrade della Cit
tà; nella quale, da' due lati, ove fono loporte del Tempio , fi veggono due ai
chi trionfali, ciafeuno co tre porte mae-fìofc,e degne d'efler vedute. Tutti colo
to,che pallano per quella iìrada, di qual
(ìvoglia qualità, giunti a gli archi , mettono,per ri('petto,il piede a terra 5 e carri
minano cosi a piedi, fino parlato il fron
tifpizio del Tempio . Quivi fa il Re,ogni anno infinite cerimoniejn onorde'luoi Predeccfibri ; che troppo lungo , e
rincrefcevole farebbe il riferirle partita
hiente.
11 Lunedi 21. andai a prender conge-do da'Padri della Compagnia , e in par
ticolare dal Grimaldi ; che menatominella ma carcerami fece vedere moltoraritàje fra l'altre una cintola,datagli dal-
l'Imperadore . Ella fra gialla , ch'è il coJore Imperiale, con una guaina appefi
d'una pelle di pefee finilTima ; dove andavano ripofli i due ballon-celli, ed altro
ch'u Uno i CinclI a tavola - Non vi ha_»
dubbio, ch'è un gran dono in Cina, poi-
che
r
Del G e mei i il 45 i
che chi Io riceve,vien rifpettatoda tutti i
Miniftri, e Grandi , nonché dal Comu-ne;e ciafcheduno,a vifta di tal colore, è
di bifogno porfiin ginocchionc, e toc-
car femprc colla fronte il Aiolo, fino a
tanto, che colui, che lo tiene, non lo na-
feonda; come l'iftcfìb P-Gtimaldi,venen-
do d'Eu ropa,ptaticò in Canfon con un_»
Mandarino . Quelli avea richiedo un*
orinolo al P. Xaimc Tarin Valenziano,
Milionario Riformato;c non avendolo
iJ povero Religioso, fi fdegnò in tal mar-
niera, ch'ardi di porre una dichiarazio-
ne nell'iftefla (uà Città , dove il Padre-?
era Capo della Millione , nella quale fa-
cea fa pere ; che la Religione Cattolica-»
era tal fa ,e ch'infegnava un mal cammi-no per la fallite eterna . Si commofiero i
Crifliani Cinefi a tal novità, e fattone^
consapevole il Padre; quefti,coll'ardore
Spagnuolo,andò nella piazza , e in vece
di cattare , lacerò la dichiarazione del
Miniitro . S'infuriò a fpramente il Man-darino
(poiché in Cina fono venerati i
loro ordini ) e prefe a perfcguitare,in tal
modo, il Padre Tarin, che obbligolloa
ritirarli in Canton. Pafsò in quello men-tre il Padre Grimaldi , e venuto il Man-darino iuddetto, a fargli riverenza,come
F f 2 per-
452 Giro del Mondoperfona tanto (limata dall'lmperadoic^;
Jo ricevè coll'efhemità della cintola in
mano, /gridandolo dei mal Aio procede-
re ? della poco ftima, che faceva de'fuoi
fratelli ; e che avea ardimento di biafi-
mar la Religione Cattolica, quàdo l'Im-
peradore tanto onorava i Criftiani, con_>
quel dono . Diede tante volte il poveroMandarino colla fronte a terra, ch'alia.*
per finegl'iftefTì Padri pregarono il Gri-
xnaldi,a non mortificarlo di vantaggio;
onde fattolo alzare, gli diflfcchc per l'av-
venire avvertile, di trattar bene i Aioi
fratelli-: fé non voleva , che fapeffe l'Ini-
peradore il Aio mal procedere , e lo ga-
Itigaffc féveramente. Il colore giallo, e
la cintola cosi fatta , foio l'Imperadore,
e' Principi del fangue, nati per linea ma-
fchilc, ponno portare , ed alcuno altro,
per grazia fpeziale dell'Imperadore: per-
che quelli della femminile l'hanno roda.
Mi fece il P. Grimaldi un paffaporto,
deirifteflfo tenore, che l'avca avuto M5-iìgnor Sifaro,quàdo andò in Macao,per
cfier coniecratoVefcovo diNankimcondichìarazione,che andàdo io a Fukien,a
portar libri, per fcrvigio dell'Imperado-
re, niuno ardiffe di indettarmi, a cagion
delle armi , e d'un Nero ? che portava., $
anzi
Del Gemeui,' 451anzi ogni potàbile ajuto, e favore sòmi-
niflrafle .Mi diceva il Padre mddetto,che febbene,in venendo alla Corte , nonavea ricevuto alcun faftidio da'Governa-
dori delle Cittàjnondimeno in ritornan-
do, forfè mi avrebbon fatto del male:e
che perciò mi facea d'uopo il fuo patta-
porto , ftimatifIìmo,e ben conofeiuto da
tutti i Miniftri dell'Imperio . Confervoanche oggidi tal pafTaporto in lingua Ci-
nefe,mercèdi cui non ebbi, per lo cam-mino, impedimento veruno . Il Lionc_>
mandato daGoa,come dilli nel terza
volume, non per anche era giunto alla
Corte; nondimeno mi diiTc il mcdeiimoPadre, che avea faputo,eiTerfì imbar-
cato a Macao, a'io.di Settembre; e chol'attendeva con impazienza, per prefen-
tarlo in fuo nome all'Imperadore.
Dovendo partire il di feguente , mi li-
cenziai da' Padri tutti , rendendo loro
grazie del buon trattamento fattomi
.
Mi diede il P. Grimaldi il Kalendario,da
lui £itto,per l'anno 1696. , in lingua Tar-
tara, e Cincfe 5 e quattro altri libri inlin
gua Tartara mi diede il Padre OttonoPortughefe , con una buona provvigio-
ne di cofe dolci.
Stipulato ch'ebbi col vetturino , e da-
Ff 3 togli
454 Giro del Mondotogli quafi tutto il danajo dell'affitto del-
le tre mule (poiché in Cina , fia per ac-qua,© per tèrra, vogliono effer pagati
prima ) Io attefi il Martedì 22. , fino a_>
mezzo dì, per pormi in cammino ; e_>
montai pofeia a cavallo , accompagnatodal fervidore del Padre Grimaldi fin fuori
la porta . Pallai per M Villa di Lupuxau, (che nel venire avea laiciata a de-
ftra,per avere /mari ito il cammino) nonpiù di due tiri di mofehetto lunga,e uno,e mezzo larga;però co buone mura,e dueporte ferrate aliai ben fatte. Ivi vicino
ilpafla il fiumc(chcnoi avevamo parlato
a guazzo nel vcnirc)fopra un bel potè di
pietrajungo mezzo miglio , $t adorno,
ogni due palli, di belli Jioncinl di pietra,
per ambo ilari. Ileftammo la fera in_j
Lcan xkn xiè ; dopo 70. ly di cammino.La cena, e'1 ietto furono malizimi ; però
io rimediai al primo male ccn un buonfaggiano,compratomi in Pekin, non più
d'un carlino delia moneta ài JNapoli.
Qnivi trovai un Tartaro,fcrvito da uji_*
lacchè, e da un paggio ; e varj fervidori,
che dovevano fàrcrifteiTa lìrada ; ondepofeia andammo in compagnia.
Il Alercordi 23, vicino la Villa di Tan-tiemi vidi una buona Pagode,dctta di Xicn
ghen/u.
Del Gemelli. 455ghenfu. Ella è ferrata di aite mura , per
un quarto dì miglio , che ha di circuito;
|e tiene Conventi, con piùXofcian, oBonzi . Nella prima Miau,o Pagode era
un'Idolo,fedente alla maniera Orientale,
dorato tutto, con più Idolctti,intorno le
nicchie delle mura. Nella feconda era-
no tre dònnc,fcdute fopra un lioncc duedragoni; il tutto a color d'oro : quivi
trovai di già imbandita la menfa, perche
i Bonzi mangiano a buon'ora . Nella-»
terza era un'ldolo,come un Bri areo ( fe-
dente come il primo)perche oltre i moi
piedi, e mani , teneva 20. mani per ogni
lato, e due piedi alzati in aria ; e ben cin-
que tede, 1 uaa fopra l'altra . Vi erano
più cortili, e danze, per abitazione de*
Religiofi, e viftofi alberi . Andammo a
defìnare nella Villa di Lixoa ; e la fera_j,
dopo 1 i3.Iy,venimmoin Sanchinxicn.Il Giovedì 24. ripofammo nella Villa
di pecuxo. Prima d'entrarvi, vidi pafla-
re più Bonzi , che andavano a prendere
un morto, a due a due proceUìonalmen-te , con piviali fu Ile fpalle 5 alcuni fonan-
do certi loro i finimenti , ed altri portan-
do ombrelle, con lunghe conine di feta
all'intorno > banderuole, ed altri orna-
menti. Pattammo pofeia per ladifibi-
Ff 4 tata
45^ Giro del Mondotata Villa di Xiun xyen ; e quindi pcrlo
fuo borgo,ben grande , e popolato j in_>
mezzo al quale, fotto due archi,erano più
Idoli, e più Bonzi Verificanti 5 per andar
poi a divorare un'ottimo palio , ivi da_»
pretto preparato da'parenti del defonto
.
Quivi reftammo la fera, dopo aver fatti
80. ly.
Prima di nafeere il Solc,il Venerdì 25.
facemmo collazione nella Villa diCiopecuu , a cagion del buon pefee , che (ì
truova ne'circoitanti laghi. Vicino il
ponte fi vede una faoiofa ifcrizionc,fatta
per lo paiTaggiodeirimperadore.Dciina-
moquindinel Borgo della Villa di Gin
chycu xycn,che non ha cosi buone piaz-
ze, e botteghe , come il borgo dell'altra-»
Villa;ma fòlo è ragguardevole, per cfter
murato,perdue miglia di circuito, con.»
foflb pieno d'acqua.Dopoi 20.I y refìam-
mo in Refcilipù.
Il Sabato 26. ripofammo nella Villa-*
di Scian Jcelin; e poi andammo a pernot-
tare in quella di Fuciany,a capo di 120.
ly. Avendo fatto lo (teffo cammino nel
venire, tralafcio di notare le Ville , e per
meglio dirc,Città,ailora nominate,llno a
Nancianfu;e per ora farò menzione fola-
méte di quelle dove mi fermava mattina,
e fera, colla diftanza dc'ly* J-a
Del Gemelli.' 457La Domenica 27. delinammo nella
Villa di Manxo; e poi la fera fatti 150.
Jy,albergammo in quella di Dùci miau.
Si patifeegran freddo su quefta ftrada,
non trovandoli né carboni, né legna;
onde il noftro ofte la fera bruciò erbe^fecchc,e paglia,per apparecchiar la cena.
II Lunedi 28. definammo nella Villa
di Cufcipi ; e dormimmo in quella di
Jau cioen, dopo 1 20. ly di cammino. Il
Martedì 29. parimente, la mattina.*
Iremmo in Cautan ccu ; e la fera,a capodi 1 io.ly , nel borgo della picciola Villa
di Scipin-xyen
.
Il Mercordì jo.fummo a definare nel-
la Villa di Tuncen-y , e pernottammo in
quella di Chycn-xyen, dopo r 20. ly.
Il Giovedì, primo di Decembrc , ve-
nimmo nella Villa di Xùangua biena ; e
la fera in quella di Sciagoccn; non aven-
do fatti , che 1 io. ly di Jlrada . Si può di-
re, che facevamo viaggio fempre per uncampo ben coltivato ; tanta è la diligen-
za de' Cinen* nella cultura . Vedemmoquivi,che al vomero aggiungono un'al-
tra pia/tra rotonda di ferro , per meglio{tritolar la terra.
La mattina del Venerdì 2- pofammonei borgo della Villa di Vuà fcian-xvcn,e
la
45? Giro del Mondola fera,dopo90. ly,reftammoin Cauxiò.11 Sabato $, de {loamo nella Città di Jen-
cifu, affai ben popolata, e con buone-»
botteghe; e circondata d'ottime mura, e
foiTo d'acqua. Abbonda tanto di raggia-
rli laCina,chc ne comprai quivi quattro,
.per quattro carlini , e mezzo di Napoli.
Dopo 60. ly pernottammo nella Villa di
Tun tan tien.
La Domenica ^pattammo per la Vii-
la di Zuxicn ( picciolo luogo, fenza cofa
ragguardevole ) e poi per lo Tuo borgo»
dove eia una buona Pagode . S'entra in
prima in un luogo quadrato ( idi cui lati
iòno ciafeuno lungo un tiro di Schiop-
po) adorno d'alti ciprefìi ; indi fi pafla in
un'altro fimile cortile murato, e con Ci-
mili alberi; a fronte del quale fi veggonotre porte, che conducono in altrettanti
corrili,cinti aneh'efsi di mura . A quello
di mezzo corrifpondono tre porte,prciTo
alle quali è un fa molò epitaffio, e tombad'un Signore Cinefe quivi fepolto , fo-
ftenuta da un gran Coccodrillo: negli
altri due cortili non vi è , che una porta.
.Entrandoti per quella di mezzo delle.*
tre metovatefi truova un*atrio(eziand'
j
concipreiTì, che non mancano mai ne'
Ciaiitcrj Cincfi ) che conduce alla prìn-
cipal
Del Gemelli. 459cipal Pagode . In cfla fono due grandiIdoli, uno nella nicchia maggiore, l'altro
a (ini (Ira : amendue (tanno fedenti, ri-
guardando un fegno, che tengono nelle
mani. Dalla teda pende loro un diademal'antica , al quale d'avanti, e da dietro
ftannoappefe filze di palle colorite. Qui-vi da prcfTo è un'altra Pagode, quali
uguale, dove per Idolo ita una donna»*(educa, che tiene in tefta,per ornamento,cinque uccelli fculpiti, in atto di vola-
re, con coda lunga.
Entrandoli per la porta fìniftra,!] truo-
va nell'atrio una Pagode; dove è un'Ido-
lo ièduto,con lunga barba , come Sfigu-
ra da noi il tempo . Più dietro un' altra,
dove s'adora una figura di donna, fimi le
alla mentovata di fop.ra ; ma con tre foli
uccelli; U dicono Mamon . Sono altrc_>
ftatue avanti la porta, e a piedi delle fud-
dette;però tutte fpaventevoli , ed arma-te , come le fuifero fgherri, per difender
l'entrata . Tutte ugualmente fono fat-
te di loto,coperto di calce, o gettò, conPortatura di legno.
Nella delira porta fono due altre Pa-godi; ed altri cortili,con cipreffi , ed epi-
taffi; e due buone loggie coperte , nc'lati
Venimmo a definare in Chyay xgy tè
dopo
4<5o Giro del Mondodopo efler pattati per la picciola Villa di
Vyà; che quantunque ferrata di murafangoie , tiene un' ottimo borgo . Re-filmo la fera in Sciaxotien,dopo 1 20. ly.
Prima d'entrare in quefto luogo, in-
contrammo moltiflìme mule cariche^,
con buona feorta di Soldati;e quindi una
bara in ifpalla a 30. uomini, sulla quale
era una carta, col corpo d'un Sig.Cinefe.
In fegno di ciò vi portavano legato su
un Gallo bianco ( ch'è il color d i lutto )
fecondo il coiìurne, che alie volte il traf-
gredifee, non avendolo di tal colore.
Veniva appreflb una Dama, veftita ài
bianco, con un panno in tetta dell'iftefib
colore , e portata da quattro per/one en-
tro una fedia, eziandio bianca. L'accom-pagnavano due fantefchc,con manto , ocappello bianco in teda, come le veiTij
però col volto coperto d'un velo nero.
Ali dittero, che colei era la moglie del
morto . Seguivano circa venti lettighe^?,
dentro le quali erano le donne delmorto,
accompagnate da molti Soldati.
Il Lunedi 5. definammoin Sciacucian,
ereftammola fera in Niuij, dopo 120.
ly di ftrada . E' si abbondante il luogo di
Lepri,che fé n'ha uno per 20. zicn ; cioè
otto grana , e mezzo dellarnoncta Na-poletana. Il
Del Gemelli. 461
II Martedì 6. ripofammo nella Villa-»
ài Luyala , dove è un lungo ponte fopra
jl fiume. Pattato pofeia inifeafa il rapido
fiume di Sueeù, venimmo la fera in San-
ni,dopo no.ly.
II MercordÌ7.,di buon'ora poftia^
cavallo, venimmo a detonare in Senfun,
e poi la fera a dormire in Nanfuceù , do-
->o 1 20. lv.NeH'oiìeric vi farebbe roba-»
,
?er mangiar lautamente 5 mai Cinefi,
lon volendo alterare il folito pagamen-
to^ fei grani per lo dcilnareA altrettan-
ti per lo letto , e cena; fanno che V Olle-
loro dia le peggiori galline, e carne di
porco : però io le facea uccidere in mia
prefenza , pagandole più del folito; per.
che non pollo in alcun modo mangiare
la carne di animali, che fiano ucciiida_»
molto tempo.
Il Giovedì S.una pioggia,fìmilc a quel-
la,che nell'andare mi avea tenuto a bada,
mi trattenne nel ritornoje perciò partim-
mo tardi ; né potemmo parlare Sancian,
dopo 50. ly.
Il Venerdì 9. definimmo in Cucen ; e
la fera,dopo 80. ly di ftrada,albergammo
in Leaneèn.Il Sabato io.,lafciata la ftrada di Nan-
Jun,ed avviatici inNancianm a finiftra^,
paf-
462 Giro del Mondopattammo il fiume diXùayxòin ifcafa;
nella quale ci conduflcro iti ifpalla al-
cuni Villani ( forniti di navali) , che all'-
una, e l'altra riva danno continuamenteper quello affare; perocché la fcafa noiupuò accollava (i . Tardi deiìnammoin Ciancingoy , Villa pofta alla riva
dei medefimo, e la notte reftanimo nella
Villa di Funiar,iru,dopo 90. iy . Ella ben-
ché lenza mura, è grande, ed ha buonopiazze . Vi Tono eziandio Tribunali; on-de vi fi vede nel mezzo una /ala ben.»
grande,con più danze di legno, l'una fo-
pra l'altra: nondimeno fino al primo pia-
no è tutta buona fabbrica. Nelle porte di
quella fala erano più carcerati , con cate-
na al piede, e una grolla tavola quadrataai collo, che pefava circa cento libbre.
La Domenica 11. non li tece cammi-no, per far ripofarc i cavalli ; onde, fatta
prendere una fedia da' fervidori, andai a
vedere la Villa di Xùàncen. il circuito
delle fue mura è di mezzo miglio inqua-dro , e dentro non vi ha,che calette" co-
perte di paglia . DceCi però fapere, che il
lato riguardante Settentrione jà chiulodalle cime de' monti , ed è più lungo de-
gli altri tutti. Da quella parte fono al-
tresì le poche cafe j perche nel rimanen-te
Del Gemelli. 46*te fi veggono campi coltivati.
Il Lunedi 1 2.definammo nella Villa di
Hyn chiechyen j ed avendo poi tutto il
giorno viaggiato per piani , e monti,la_*
fera in fine reftammo, dopo 90. Iy , nella
Villa di Tinganxyen . Il circuito delle-»
mura non è più d'un miglio 5 né in tutta
la (uà lunghezza v'ha , che una ftrada
buona,dove fi fa mercato,e vi fono buo-ne botteghe, come ne' Tuoi Borghi.
11 Martedi 1$. ci rìpofammola matti-
na in. Cianciati-yen; e camminando fem-prc perpaefi piani,giugncmmo la fera in
Pa.tein. Per cosi buona ftrada però , le
taverne fono molto cattive 5 e mi con-
venne dormire in una medefima fianza
con un Tartaro ; il quale poftofi, a letto
fi fece batter ja pancia dal iuo paggio, a_*
modo di tamburo a fine di préder Tonno;e cotai mufica replicofii la mattina trej
ore prima del giorno . Si fecero in tutto
cento ly.
Il Mcrcordì 14. fidefinò nella Villa»,
di Lcanx-yen; cflfendo paiTati prima per
quella di Tienpù, ( ben grande, maaper»ta) dove fi refiò il Tartaro,amico d'eflef
battuto da' ragazzi . Ufcendo da Tiea-
pù incontrai un Mandarino, con grandeaccompagnamento. Precedevano gratu
car?
464 CSiiio del Mondocarriaggi,cu (loditi da più foldati: veni-
vano appretto molti famigliari , ed Offi-
ciali in Tediatila sfilata ; e paggi, e fervi-
dori a cavallo. Seguiva il Mandarino, in
una Tedia, portata da otto perfone, e cir-
condata da quantità di foldati , che por-
tavano molte bandiere picciolo, e una_>
grandc;e in fine venivano molti altri fol-
dati, e fcrvidori, fino al numero di mille.
Bifogna confeflare il vero, che quelli
Mandarini fi trattano affai più fplendida-
.mente,chequalfivoglia V.Re in Euro-
pa - Rimali la fera, fatti uo.ly, nelia_»
Città di Lucifu, la cinta delle cui muraintorniate d'acqua, è ben picciolas noiucflendovi che un terzo di miglio da por-
ta apporta.Vi fono non per tanto buone-»
botteghe, e i borghi fono ben grandi.
Il Giovedì 1 5.,per piani ben coltivati,
giugnemmoa definarein PaxoyjeJafe-
ra,dopo cento ìy, Ci venne alla Villa di
Taucen ; la quale avvegnaché fcnza_*
mura, è nondimeno grande , ed ha buo-
ne botteghe . PalTato il Aio fiume,fopra
un ponte di barche pernottammo nel
Borgo.A buon'ora il Venerdì 16. pattammo
la Villa diLucicin-xyen;laquale,benehe
ferrata di mura , non ha cofa di buono.Pren-
Del Gemelli. 465Prendémo ripofo a Nanzian ; e poi fatto
alquanto di camino fra monti, ufeimmoin un piano, tra valli abitate.In fine, aven-
do fatti cento Iy,reftammo in Tacuon.
Si truova fra'queftì monti una fpczio
di tartufi , detti da Cincfi maxi 5 però
piccioli , che hanno la figura d'una pic-
ciola rapa , c'1 ìapore di caftagna frefea.
Il Sabato i7.camminato avendo per
piani, e monti , venimmo a definare nel-
la Villa di Tuncin-xyen. Ella ò porta ap-
piè di alcuni monti , però è ben murata >
e popolata, con buone botteghe 5 quan»
tunque i borghi (lano molto maggiori.
Nelle botteghe di qucfti vidi àppefe, per
la parte fottìle , alcune rape, dentro loquali era germogliato il grano . Ciò fa-
cevano ponendo dentro un forame,fatto
nelle medeiimc,alquàto terreno,& innaf-
fiandolo ogni giorno . Pervenimmo 1sl_»
fera nella Villa di Tauceny, dopo ioo.ly.
La Domenica 18. camminando fra^,
fclve di ciprefli , e corteggiando le mon-tagne a deftra> andammo a dellnare iru»
Sialucheùje quindi fi pafsò in un piano di
molte miglia, feminato di rtiftici abituri,
e di vaghi giardinetti,c poderi . Rimanè-
nio la fera nella Villa di Zenxyan-xyen
,
ferrata di bafle mura ( in parte dirupate )
Tarte IV. e eoa
àf66 Giro del Mondoecon miferabili cafette dentro '.avendo
fitti, in tutto quel giorno,90. ly.
Per confimlle ftrada il Lunedi 19. ve-
nimmo a definare in Seauci-y . Sul tardi
pattammo perla Villa di Tayxuxyen ; la
quale da una porta all'altra è lunga duemiglia. Nelie abitazioni non hacofa,che
appaghi l'occhioivifono besi buone bot-
teghe, dentro, e fuori i Borghi; i quali fi
veggono ben popolati,per lo commercioche porta la navigazione d'un picciol
fiume vicino . Reftammo la fera , dopo95.1y,in Fun xyanyjultima villa della
provincia diNankin, nella quale erava-
mo entrati da Suceù.
Il Martedì 20. entrammo in un'anno-
lo della Provincia di Huquam,per piani
co!tivati,non lungi da' monti . Si definò
in Tin zan y 5 e la fera fi pernottò nella_*
Villa di Xùan may xyen.,cinta,per tre mi-
glia di circuitoci mezzane mura, con-j
buoni borghi . Dentro vi erano botteghe
non difpregievoU . Si fecero in tutto
cento ly
.
Dilungatici da'monti il Mercordi 21.
e camminando per piani aperti , venim-mo a definare nella Villa di Cunlungà ,
poftaalla riva d'un picciol fiume. Ella
iebbene apertala nódimeno buone bot-
teghe
Del Gemelli. 467^
teghe. La fera reftammo a Siauci cheli,
dopoaverfattÌ9S.Iy.QneftaCittàè porta
alla finiftra riva dei fiume Kian-xo,ch'è
il più grande della Cina, come altrove fi
è detto ; e fepara la Provincia di Hu-quam , da quella di Kiansi . La Città è
picciola, fènza mura; ma ben popolata, e
con buone botteghe.
- UGiovcdi 22. al fardelgiorno,fipofe-
ro le mule, e la roba in una barca , e par-
lammo all'altra riva . Si pagano 20. zicn
per lopaflb d'ogni Animale ; ma non_»
per le pedone :evi è Dogana (blamen-
te per le fonie 5 perche le valige non 1<l>
riconofeono . Il fiume farà largo duomiglia Italiane.Poftici a Cavallo entram-
monella Città di Chyùchya-fu fituata
alia delira rfva del fuddetto fiumc.Le Tue
mura comprendono lo ipazio d'otto mi-
glia; però più che abitazioni, vi fi veggo.
no dentro molti campi . Il Borgo folo è
ben grande, è circa tre miglia lungo, or-
nato di ricche botteghe, e ben popolato.
Fra la Città, e'1 Borgo vi è un gran la*
go,dal quale efee un fiu micelio. An-dammo a definare in Tunlùeny , luogo
pofto fra montagne, dopo aver fatti
6o.lv. Non può immaginarfi la gran-»
quantità di buon peice,comeStorioni,e
G g 2 fimi-
468 Giro del Mondo{iniiii , che fi prendono ne' fiumi, e laghi
di quefìa firada :onde gli Orti, per dieci
zien , e meno , danno il letto, e la cena di
pcfce,migIiore,chc fc la d afferò di carne.
li Venerdì 23 . continuando il cammi-no fra montagne, prendemmo ripofo la
mattina ad Uicimen : e poi parìa ti per
dentro la picciola Città di Tengan xyen,
( che febbene in parte disabitata, vi refra
pure qualche cola di buono)giugnem-
mo la fera in Ynanpu, dopo fatti 90. ! ydi firada.
Il Sabato 24. per piani coltivati , e per
vaghe collinette, pervenimmo alla Villa
di Sinchyenxycn j la quale parimente-*
benché gràde di circuito, è però in parte
difabitata , né vi fi vede coia ragguarde-
vole . Si pafsò in ifcafa il fiume , un mi-
glio quindi difeofto ; e venimmo a dcfi-
nare nella Villa di Saniarù, dove di nuo-
vo pafìammo in barca riiteffo fiunie,fcn-
za pagamentojclfendo i barcaiuoli paga-
ti da'luoghicoviani.Si fecero quel gior-
no cento ly, e la fera reftammo a Coxoa.La Domenica 25., uni 30. ly,giu-
gnemmo in Nancianfu , dopo 54' giorni
di viaggio, e 5215. ly da Pekin : e per-
che la Città è circodata tutta dal fiume,
vi pattai in barca 5 rimanendo le mulejdai-
Del Gemelli. 469dall'altra parte . Alloggiai nella Cafa de*
Padri Gefuiti , il di cui Superiore non->
era per anche ritornato da Cantonj ondefolo, e molto malinconico pallai un tal
giorno, quale fi è quello della Nafcita di
Noftro Signore, lenza nò meno fentir
Meflfa, per difetto di Sacerdoti . Sul tardi
andai in un gran Palagio , appellato
Scuola , o Accademia di Conflitto . En-
trato nella fala, un de' miei fervidori
Cattolico fi pofe inginocchionc,adoran-
doil ritratto , che quivi era del Filoibfo :
ed avendolo io gravemente riprefo a'un
limile atto d'abominevole Idolatria 5 mirifpofe il mefchino,che i Padri Miiiiona-
rii delia Compagnia permettevano, che
ciò fi faceflfe, come un'atto di venerazio-
ne; onde io mi tacqui, ricordatomi della
queftioncche perciò aveano con i Vica-
ri Apoitolici Franee il.
CAPITOLO SECONDO.Si continua il viaggio fino a Kuan-ceu
t
Canton,
FAtra prendere da' fervidori in affitto
una barca, per proseguire il cammi-no, (ciò ch'eglino fecero per due lean, efette zien , che fono quattro ducati , c_>
5. grani di Napoli ,precedente autentica
Gg 3 fcrjt.
470 Giro del Mondofcrittura,ih prefenza di perfonc,dcputare
alle barche) il Lunedi 26. provvedutomidel bifognevoIc,partii prima di mezzo dì.
In tutto il giorno non fi fecero che 50.lv;
onde ci fermammo la fera nella Villa di
Seri mi.
li Martedì 27. fi vcnne,dopo 50. ly, in
Ciangutu , Villa di poche Cafe : ma il
.Mercordì 28. fatti 80. Jy , ne bifognò
refiare in una fpiaggia . Il Giovedì poj29. ci fermammo nella Villa di Xòpudopo 80, ly di cammino.Venimmo il Venerdì 30. nella Vilifc_>
di Sciakian xyen , ferrata di mura, anchejfulla lommità de' monti . Si fecero fola-
mente 80. ly > perche il vento era debole;
quantunque i marina; Cincfi, per farlo
rinforzare, fu perfiiziofamente facefiero
delle nielliate.
Il Sabato 31.un vento Settentrionale*
forte ci fece andare 140. ly; con tutto
che Ci perdettero alcune ore di tempo at-
tendendo, che fi rimetterle un poco ; fio
che fu d'uopo , ch'io gli faceflì partire a
forza . Giugnemmo la fera in Kinangfuj
g non avendo voluto andare nella ca/à
dei P. Gregorio Ybanes Francescano,
venne egli a vedermi nella barca; dove fi
trattenne fino a mezza notte.
La
Del Gemelli.1
47 1
La Domenica,primo di Gennajo 1 696.dopo 85. ly, rimanemmo la fera neila_>
Villa di luynfun.
Il Lunedi 2. dopo 70. ly, giugnemmonella Villa di Pechiazun . Si fece cosi
poco cammino , perche Tacque eranobaiTejquantunque al fiume di Nanganfu,inCanceufu,s'unifca un'altro,pcr lo qua-
le fi va malamente in Fukien.
Martedì 3* reftammo nella Villa di
Hùenlon, dopo 1 20. ly ; e*l Mercordì 4.
fatti folamcnte 70. ly,nella Villa di/Taii-
chian.
A buona ora giugnemmofn Canceu-fu il Giovedì 5. dopo 90. ly di ftrada.La-
feiato un fervidore nella barca, mi poli
in fedia , e andai nella Chiefade* Padri
Gèfu iti , in cui era Superiore il PadroGrillon Francefe. Vi trovai il Padre Pro-
vana di Turino , col quale era venuto daGoa, Il Padre Vanderbech Fiammengodi Melines, e'1 Padre Amiarù Piemonte-
se 5 foggetti ragguardevoli, detonati per
la Miflìone della Cina. Fu grande la con-iazione, ch'ebbi in quefto incontro di
tanti amici . La notre fu nella Chiefa
gran concorfo di Crifiiani Cinefi.pcr la
feguente Pafqiude' Re; e tanti furonoGg 4 «ri'
\iz Giro del Mondogì' iitrumenti, che toccarono, che io nonpotei prender fònno. A cagion dellfL..»
medefima folennità , non partii il Ve-nerdì 6.
U Sabato 7. a ora di Ve/pro , mi ripofi
in barca ; ma non potemmo fare che 20.
ly, perle tortuosità del fiume; e ci fer-
mammo nel borso dell'iftefTa Città di
Canee u fu , detto Namcn, un mi olio di-
feofto per terra . Andai quivi a vedere-*
una Pagode, in uno /pazioib Campo*Primamente li truova un' Idolo coil>
due fpade alle mani , e d uè altre {tatuoallato. Nell'interiore Pagode, pafiato
un cortile, (i truova un grande Idolo do-
rato ( con una fpada in mano) porto nel-
la nicehia maggiore , e due altre ilntue_>
a* iuoi piedi. Sopra il folajo ne fonoquattro (due per fianco) bruttiflìme , e_>
grandinarne , annate, come fé difendef-
~?ro l'entrata.
La Domenica s. giugnemmo nella_>
Guardia, e Villa di Kiàniù,dopo 80. ly
di cammino . Il Lunedi 9. rimanemmola mattina nel Tanfu , e Guardia di lalu-
tan ; e poi entrammo fra le montagne di
Nanganfu ; dove il fiume è cosi tortuo-
iò , che rende la ftrada per la metà più
lunga , che le fi facefie per terra.
Ve-
Del Gemelli." 473Venimmo il Martedì io. dopo ot-
tanta iy, nella Guardia di Lanzun . Il
Mercordì 1 1 . dopo Settanta ly , in Nan-ganfu; dove fui ofpiziato dai P.Fr.Pietro
delia Pignuola di Mexico , Religioso
Milionario di S. Francesco, che mi trat-
tò affai bene; onde fenza farmi troppo
pregare, vi rimai! anche ilGiovcdi 12.
c'1 Venerdì 1 3, Prefi in afritto quel gior-
no tre fedie, per cento feflànta zien l'ima
(una pezza d'otto fi cambia in Nanganfuper mille, e più zien) e molti facchini,
per portar le robe , a ragione di 80. zien
l'uno.
Il Sabato i4«di buon'ora accomiatato»
mi dal P. Pietro , mi poli in tedia, e feci-
mi portare fililo feofecfo monte , per più
di tre miglia, fenza por piede a terra 5 che
perciò (blamente arebbono meritato unapezza d'otto,non due carlini Napoletani.
Circa il mezzo di quello monte, fi vedej
una Pagode,che divide le due Provincie;
e vi prendono poffefio delle loro cariche
il Vice Rè, il Czanchyun Generale della**
Milizia Tartara ; e'1 Tini Generale della
Milizia del Pacfe ; confegnandofi loro,ia
detta Pagode i fuggelli da perfone , a
ciò defluiate dagl* ifteffi Tribunali di
Cantori.»
La
474 Giro del MondoLa Pagode (fcrvita da'Bonzi ) ridivi-
de in inferiore , e fupcriore . Nella pri-
ma fta fedente un'Idolo doratoci figura
gigantefea, e lenza barba . I Cincfi , cheaflàilìimo lo venerano, lo dicono Fu, edaltri Foè.Sagliedo alcuni fcalini 11 nuovanella fupcriore un'Idolo, detto Vucn-»fein-tìan, con corona in teda, e un co-
me manto Reale su gli omeri . La ftatua
Umilmente è dorata, e fedente; e da pref-
fo ne tiene altre due in piedi . Entran-
doli, a man defrra, fi vede la (tatua di
Cian-lao-ie, che fu un gran Mandarino;oggidi venerato come Dio,e tenuto perProtettore de'Tribunali.
In tutta quella montagna, e nella vici-
na di Nanyunfu, nafeono certi alberi
piccioli, detti MufciùjChc producono unfrutto, quanto una picciola noce, roton-
do, e nero; con alcuni femi dentro, da'
quali fpremuti fi cava il migliore olio,
che vi fìa in Cina . Chiamano ii frutto
Muzù, e l'olio Mu-yeu, cioè olio d'albe»
ro, a differenza degli altri , che fi fannoda erbe, e varj femi, e fervono per le lu-
cerne . Scefo dalia montagna, incontrai
varie truppe di foldati,& altre perfone_>
ragguardevoli , che andavano in Kan-ganfu, all'incontro al Titù $ che veniva a
prenT
Dil Gemelli^ 475prendere il pofleffo della fua carica , per
pafl"are pofeia in Canton. Poco dopoveniva la moglie d'un gran Mandarino,preceduta da gioite perfone a cavallo > CMiniftri di giiiftizia, con baffoni , e bac-
chette in mano 5 deli'iftcfla maniera , chefarebbe andato il marito, facendo fer-
mare chiunque veniva a cavallo, o in Te-
dia . Ella era portata in una fcdla da otto
perfone, e feguita da altre, nelle quali
andavano le fue damigelle. Un ino fi-
gliuolo di tre anni, bizzarro , e fpiritoib
andava iolo a cavallo. Definai a mezzaftrada ; e portomi pofeia in cammino,giunti a Nanyunfu,con due ore di gior-
no; non ottante che mi fufli partito tar-
di^ le giorna te fu (fero breviflime.Certa-
mente 1 Cincfì,portatori di fedie, non ce-
dono a un cavallo Tartaro , facendo di
trotto cinque miglia adora. Contava-no tal giornata per dodici leghe; perònon furono che otto, e 104. ly , facendoogni lega di 1 3. ìy . Ciò fuccede in tutti
i cammini Reali , dove per la mercede-»de* corrieri, i Cinefì fanno brievi i ly ; e
in altre parti lunghi.
Il Padre Fr. Juan Nicolas dcRjbcra_*Reiigìofo Agoftiniano, e Millìonario
Apostolico in detta Città, mi regalò eoaxììoU
476 Giro del Mondomolta corrcfia , e particolarmete di buo-
na cioccolata; ficcome anche avca fatto
quello di Nanganfu. EiTendovi fcarfez-
za di barche, perche s'afpettava il Titù,
c5 difficultà ne trovai ad affitto una,tino
a Cantori , per 3 .?oo. zien , che fono tre
pezze d'otto 5 quandoin quella Città fo-
gliono darfenc per ogni una fino a mil-
le, e mille e cento.
La Domenica 1 5. dopo definarc (rin-
graziato il P. F.Juan ) mi polì in fedia_>,
per andarmi ad imbarcare. Trovai unagran barca, che, per la poc'acqua,ben fà-
pea dover etfer pigra; ma perche mi tro-
vai di già aver pagato il padroncini ebbi
pazienza, e m'accommodai col tempo .
Remavano due donne , aditi meglio chegli uomini 5 non ottante che tenevano i
bambini Tulle /'palle. Pattati i due ponti
(per fotto all'uno, e vicino all'altro ) chefin comunicare i due piccioli borghicolla Città, dopo 20. Jy, rimanemmonella guardia di Peyentan.
Il Lunedi 16. non facemmo ? che 60.
ly, per la grandezza della barca, chelifermava dov'era poc'acqua 5 onde ci re-.
fhmmo tardi nella Villa , e Guardia di
Xuàn-tan. Parimente il Martedì 17. ri-
tnanasmo nella Guardia , e Villa di Sin-
cian
\
Del Gemelli. 477ciati fciuy, dopo 6o.lv. Entrafi quivi
jn maggior fondo d'acqua , perche nella
Villa di Chiankeu,s'unifce col fuddetto
un'altro fiume, che viene da'monti.
Giu^nemmo in Sciaceufu a buon'ora
il Meicordi 18. dopo averfatti 120. ly
.
Pallai nella cafade'PP. Francesi , e ben-
ché non vi Ci trovaiTe il Prete Miflìona-
rio, fui ben ricevuto da'fervidori. Po-
rtomi in fedia il Giovedì 19. andai vede-
do la Città . Ella tiene buoniflìme mura,
fatte in modo , che vi fi può andare all'
intorno tempre coperto . Il circuito è
più di quattro miglia , fenza i borghi.
Le fìrade fono dritte, lunghe, ben la-
ftricate , e con buone botteghe . Dal-
ì'eftremità Meridionale della medesi-
ma , entra un fiume navigabile, ad unir-
li col grande , che viene da Occidente^.
Dopo definare m'imbarcai nella por-
ta di Mezzo di, con buon vento 5 ma ef-
fendo pofeia celiato, non potemmo fate
più di 40. ly, fino alla Villa , e guardia di
Perù.
Il Venerdì 20. facemmo no. ly, fino
alla guardia di Vanfucan; remando fem-
prele due donne, della medefima manie-
ra , che i cinque marinai . Continuando
jl buon vento Tramontana, il Sabato 21.
fa-
478 Giro de lMondofacemmo 140. ly; onde la fcragiugnem-mo alla Guardia di Xyàcchèu. Paflato
la Domenica 22. il fecondo metto de*
monti (dove è una Pagode grande,con_j
altre piceiole,fra le rupi , e l'ombra d'alti
alberi ) continuammo il cammino,con_>poco vento, ma con gran caldo 5 benchéfuflìmo nel rigore del verno. S'ofser-
va ciò nella Cina , per gli differenti cli-
mati. In vicinanza de'monti Settentrio-
nali , faffi molto fentire il freddo^fino a
Nanganfu ; e quindi il caldo verfo Mez-zo dì . Sul tramontar del Sole incontram-
mo tre grandi barche,ben coperte, con_*
varie bandiere,ed in(ègnc,airufodel pae-
fe; perche vi andavan dentro Mandarini.
Ulano anche i noftri Mifsionarj Europeidi quefteapparenze,perfar la mifsione_»
con frutto , e decoro ; perche i Criftiani
Cinefi fono molto affezionati a tai pom-pe citeriori . Rimanemmo dopo T4o.ly
in Quanti keu, dove parimente lì ferma*
rono 1 fuddetti Mandarini,che andavanoincontro al Titù . Salutaronglii foldati,
che gli (lavano attendendo a terra, con-»
pù tiri di fpingardi.
Intolcrabile fu il caldo del Lunedi 2?.
Lafciata a fini ftra,fra l'ombra d'infiniti
alberala ben popolata Villa diSeuran^ifer-
Del Gemelli. 479fermammo nella Guardia di Liei Iuen-*>
dopo 100. ly di cammino . Quindi par-
titici il Martedì 24,quattro ore prima di
giorno (a fined'efler predo in Kuan ceu-
fu, o Canton, al parlare de'Portugheiì)
prima di nafeere il Sole, giugnemmo in
Fufcian. Prefa una Tedia, andai a vedere
il P.Capaccio,Miffionariodella Compa-gnia di Giesìuattraversàdo per Io fpazio
di tre migliaia larghezza della Città, per
arrivarvi; e fempre fra buone , e ricche-*
bott%he d'ogni genere di mercanzia , e
vettovaglie, e di ogni forte di meftieri
del paefe . Quefto luogo in Italia palle-
rebbe per un Cafalejeirendo lenza mura,
e fottopofto a Canton . £' lungo cinque
migliale tre largo, per mezzo pacandovi
il fiume; e corrifponde alle cale di terra-»
altrettanto numero di barche , ch'occu-
pano tutto il Canale. La governa uil.
Mandarino , che non può determinar
nulla, fenza parteciparne i Tribunali di
Canton : e per la milizia, vi afsiftc un'al-
tro picciolo Mandarino d'armi. Diconocomunemente tutti iMifsionarj, cht->
Fufcian faccia un milione d'abitanti.
Licenziatomi dal Padre Capaccio> fe-
guitai il cammino; e grazie al Signoreo,
dopo 8o.ly,giunlldi ritorno in Cantori?
in
480 Giro del Mondoin tempo che i PP. Mifsionarj di S.Fran-
cefco Stimavano, che o fufl? flato arre-
flato per iftrada,o che avefsl patito qual-
che travaglio m Pekin; poiché a'PP. Gè*filiti non aggrada , che colà pafsino Eu-
ropei . Contermava quella loro temen-za il non faperc io la lingua , nò ì due ier-
vidori una fola parola Portughefe 5 per
farmi intendere, nella mutazione di tan-
te barche,e in si lungo cammino per ter-
ra: al che s'aggiugea la grave mia infer-
mità , e debolezza , dalla quale giammainon mi riebbi . Dico tutto ciò, affinchè
fi fappia, che giammai i pericoli , e* di-
fagi mi trattennero; ma di/pregiandogli
tutti,alla fine,col divino ajuto,gli limerai;
cperifperienza comprefi, che dall'invi*
diofi Tempre li rappresétano maggiori di
queho,che fono,per fraftornare le impre-se più gloriofe. Contarono i vetrurini,
da Pekin a Nanciaufu, jau.ly : e* Bar-
ca/uoli da Nancianfu a Canton 2179.che fanno in tutto 5392. ly , di 260. pafsi
l'uno; che ridotti a miglia Italiane ,ne~»
fanno mille quattrocento e due.
CA
'Del Gemelli, 48 r
CAPITOLO TERZO.
olmo nuovo Cinefé , e celebre fcfta
delle lanterne.
ERa io venuto in Cantori , rifoluto
di pattare in Emuy della Provincia
di Fukien,e quindi imbarcarmi per Ma-nila; ma perche ritrovai di già ritornata
lafoma diCanton, e poi nel porro di
Macao un vafcello dell'ideila Ifola 5 mu-tai penderò , e attefi l'imbarco fui mede-fimo: tanto più , che nell'iftefla Cafa de'
PP. Francefcani, trovai tre Spagnuoli,che erano venuti in Canton,ad impiega-re cento ottanta mila pezze d'otto,porta-
te dal vafcello. Con effi adunque con-
tratta amiftà , io mi ridca della maravi-glia, che fi faceano della mia intrepidez-
za,neH'efler parlato in Canton, fenza pa-
gar pafifaporto , epoiinPekin; quandolo Xupù , o Doganiere avea loro rolto
trenta pezze per lo parlò.
Vennero molti amici il Mercordì 25.
a rallegrarli meco del mio felice ritorno:
onde il Giovedì 26. per non aver limile
complimento,anaai vedendo la Città,e'l
preparamelo della fella del nuovo anno.
Tane IV. H h Si
/
482 Giro del MondoSi ferrarono le porte della Città vec-
chia,detta Laucin,il Venerdì 27. per te-
ma di fedizione $ vietandoli fino alle fe-
die dalle guardie delle porte. Fu carce-
rato uno, che d iflfero effere Capo di fedi-
zioii,con venti complici ; e tuttavia fi
continuavano le diligenze, per aflìcurar-
(ì degli altri j perche fi temea , che con_»
gran numero di barche, nonvenifiero ad
attediar Canton . Certamente egli è op-
prefib il popolo dalle tante imposizioni,
e taire, dopo il Governo del Tartaro,che
non puote lungamente durar la pace in
Cina.
Il Sabato 28. partì per Europa M de
Scfle,Prete Franccfe,e Milionario Àpo-ftolìco in Cina . La Domenica 29. fi có-
tinuarono le diligenze contro i fediziofi,
non folo nella Città vecchia ? ma anche
in Sancin, o nella nuova.
Il Lunedi 30. prefa una barca , pafiai
dall'altra parte del fiume, a vedere una^>
famofa Pagode. Alla porta dei primoCortile trovai due ftatue gigàtefche,per
parte, come fé cuftodiflero l'entrata^.
Nella feconda porta del fecondo Cortile
quattro limili, orribili a vedere; una del-
ie cjuali tenea nelle mani una chitarra.
Dirimpetto era una gran Pagode , nella
nic-
Dei Gemelli.' 4$
?
nicchia maggior della quale fi vedeanofedenti tre Idoli doratici fmimrata gran-
dezza . In ciafeun de' lati ve n'erano ot-
to altri, fotti di gefiò colorito ; e più die-
tro uno di brozo.Ne'lati del Cortile era-
no due altre Pagodi, in ciafeuna delle-*
quali era un grande Idolo in piedi, di co-
lor d'oro, ben lavorato, Nel terzo cor-
tile era una picciola piramide di marmo,alta 50. piedi, con figure intagliate da_*
per tutto : e dietro di effa un'altra Pa-
gode , con più Idoli . All'intorno l'edifi-
cio erano le ftanze per ducento Bonzi,
che vivono delle rendite delia Pagode.
Il Cin y ve , o anno nuovo Cincfe co.
mincia dalla nuova Luna , che accader
più vicina a'einque di Fcbbrajo , o al de-
cimoquinto grado d'Aquario 5 che divi-
de in due uguali parti lo fpaziò fra' duepunti dell'Equinozio, e del $olftizio:e in
tal di, fecondo eflì, entra il Sole in un fe-
gno, che chiamano,Lie ciun, overo il ri-
sorgere di Primavera. Contano dodi-
ci meli lunari ; uno detto picciolo, di
ventinove di, e l'altro grande,di trenta: e
ogni cinque anni torna l'intercalare, conuna giunta degli avanzi paiTati ; onde poi
vengono ad agguagliarli co'lblari . J-Ofettimane le dividono^ come noi 9 fecon-
H h z do
/
\
484 Giro del Mondodo il numero de'pianeti, a ciafcun de*quali afftgnano quattro loro proprie co-ftellazioni, una per di; talché dopo quat-tro fettenar; ritornano alla prima . Con-tano il di da mezza notte a mezza notte,
dividendolo, non in a4.ore, come da noifi fa , ma folo in dodici parti uguali ;oquefte tutte infoine , cioè tutto intero il
di naturale, vien divifo in cento parti , e
ogni cotal parte di nuovo in cento mi-miti; talché dicci migliaia d'eflì ne com-piono un'intero . Le ore poi non le con-tano per numeri, una, due, tre; ma pernome, e carattere proprio di ciafeuna: e
ne han tre oflervatiffime , e di gran mi-fterj,pcr la politura del Ciclo, che dee lo-
ro corrifpondere . La prima fi è il puntodella mezzanotte, perche in effò dico-
no, che tu creato il Cielo : poi Ja fecon-
da, e la terza; perche in quella ebbe effe-
re, e forma la terra , e in quefta l'uomo.Cadde quefto nuovo anno Cinele a' 5,
diFebbraicgiorno di Venerdi;onde par-
ve bene a'Jvliflìonarj Apoftolici difpen-
fare a'Crifliani Cinefi i cibi di carne, co-
me anche nei feguente Sabato; perchealtrimente s'averebbero da per loro tolta
la licenza . Fu cagione tal difpcnfnzione
di nuovi difturbi fra il Vcfcovo di Ma-cao*
_*
Del Gemeui. 48$cao , e Vicarj Apoftolici Francefi 5 men-tre avendola quegli mandata, per eserci-
tare quello atto di giurifdizione 5 i Vica-ri rifpofero, che non ne avevano di bifo-
gno , perche dalla Sede Apoftolica tene-vano facoltà di ciò fare.
IlMartcdi 31. andai prendendo pia-
cere per la Città, tutta fuperbamente ap-parata^ rifonante d'allegrezza; eflendofi
di già ferrati i Tribunali, e porto fotto
chiave il (agnello Regio, molti giornrprima,in tutto l'Imperio , per dar luogoa quetta gran fefta . Non vi è ora , e dideterminato , cosi per chiuderli , corneaper aprirti" il fuggello , e* Tribunali ; mali fegnano daIlaCorte,colla direzione de-gli A urologi; acciò l'imperadore ripigli
a regnare nel nuovo anno , in giorno, &ora di benigno influirò. Si ferrarono per-
ciò quell'anno I696.a'22.di Gennajo,adore ai. Come che inquefti giorni non fi
regge giuftizia, è molto pericolofo l'an-
dar viaggiando; ufeendo allora fuoritutti i ladri, per la ilcurczza di non pote-re etfer fubito gaitigati . Per altro nelle
ftrade, in tal tempo, (I raddoppiano le_>
guardie,per prendere tai ladri 5 a'quaii fi
d :rTerifce il gaftigo fino all'aprirli de'Tri-. Ab unali.
H h ^ Ogni
486 Giro del MondoOgni miferabi!c,ful principio del miol
vo anno,fì vede d'un'abiro nuovo 5 cuo-
pre di nuova catta le fineftre di Tua cafa,
e le pareti; rifa gli epitaffi! , & ifcrizioni,
che fono nella medefima ; né lafcia di
fard buona provvilìone di vino , e roba
da mangiare, per banchettare con gli
amici.
la fera dei Mercordi, primo di Feb-
braio,andai,accompagnato da' fervidori
di cafa, a vedere la quantità di lumi, che
fi vedevano per tutta la Città.
Il Giovedì 2. ultimo deli' anno fi
principiarono le folennità dei nuovo,per dar commiato al vecchio. Elleno
fono le feguenti. La fera, in tutte le cafe,
i figli a vati al Padre, e Madre; il fratello
minore al maggiore, il fervo al Padronegcnuneflì, battono la fronte a terra; ofanno le cerimonie , fecondo l'ufo dei
Paefc,altrove riferito. Le Donne fra di
. loro fanno lo ftefiò; poich'in Cina è così
vietata la comunicazione delle donno,ch'il fuocero giammai non può vedere-»
la nuora nobile; e fòlamcntc in tal dì vacol figlio, a far quello ufficio. Prima_>
però di eiìggcrc quefto debito da'fìgli , i
padri di famiglia lo rendono a'ioro mag-giori;battendo tre volte la fronte a terra,
avan-
Del Gemelli. 487avanti la tabella de'medelimi morti(cioèdelpadre,avo,ebiflivo)e bruciando odo-ri . Si follazzano il redo della notte 3n_»
mangiare, e berc,giocare , & in altri paf-fa tempi.
La mattina del Venerdì t» ben dì not-te, i più fcrupulofi andarono nci'o Pago»di di loro divozione, a batter la fronte,
e bruciare odori ,edi quelle corderà tte
di cortcccie d'albero peite . Soglion paf-
fare pofcla a far levilite a gli umici, a'
quali bada lafciare fcritto,in un pezzo di
carta rofia, effervi perciò andato: e ciòper togliere la foggezione de' compli-menti nel ricevere . I parenti però , edamici di ftretta confidenza fi vedono $
nò nelle loro vilìte alcuno può fcufarli
di bere tre bicchieri di vino di rifo; e co-si chi ha molti parenti,ed amici,per mol-to che Ila ufeito di cafa comporto, vi
torna colia teda carica , e vacillante.
Dilli comporto, perche in quelli dì i
Cineli vanno,come tanti Religiofl, len-
za punto feomponerfij avendo opinio-ne, che rìdendo, piangendo, giocando,efacendo Ieggierezze, tutto l'anno pois'abbia inchinazionea far lo dello. In fi-
nequedo principio dclnuovo anno 1.1 fo-
ienniza con ifeambie voli vi(ite,crapnle,
Uh 4 e 4,
488 Giro del Mondoed allegrezze ; fentendofi, per tutti 1 tre
giorni, un tediofo rumore di tamburiCinefi, e d'altri iftrumenti; non menoche di fuochi artificiofi (de' quali fi par-
lerà appretto) . Còmmafi molto danaioin polvere, e carta; tanto per porre alloCafe, quanto per bruciare nelle loro
Pagodi, dopo il facrificio , ed offerta di
carne , di galline corte, e frutta ; che poi
riportano a cafa, per magiare co Amici.L'iftcfla mattina de* 5. di buon* ora.»
andai a vedere una gran freddura, fe-
condo il mio genio, nell'opinione pe-
rò de* Cinefi (limata gran, cofa. Ufci-
to fuori la porta di Laudo . dalla*
parte d'Oriente, trovai una gran vaccadi terra colorita , circondata da una infi-
nità di Cinefi ; i quali con lunghi bario-
ni rottala ( in che confitte la iblennità
della fetta ) fecero a pugni,a chi megliopoteva avere le picciole vitelle,della ftef-
ia. materia, che erano nel ventre di quel-la : e ciò in ricordanza d'un antico loroImpcradore , che il volgo crede , fi furie
convcrtito in vacca ; la quale non era
buona, che per l'aratro . Mi differo, ebele vitelle le prefenravano poi a* Signori,
per avere buone mancie
.
Nei ritorno entrai a vedere due bcru»
gran*
Dei Gè me hi.' 489grandi Pagodi ; la prima fabbricata in_*
onor di Cianlaoye;Dcità, per cui ftannofempre, avanti la porta del Tempio > ca-
valli in ordine , perche con eflì narrano,
che faceva mille leghe il giorno . Vi fo-
no anche,per gli cortili, molte ftatue di
gettò di varie , ed orribili forme. A capodella Pagode ira il fuddetto Idolo Cian-
laoye fedente , e tiene in tefla un corneadiadema. Trovai molti Idolatri , che fta-
vano offrendo carne apparecchiata, efrutta ; bruciando odori , e carte da con-
vertirfi in oro , e argento , per fcrvire aJ
loro morti . Prendevano altri un pezzodi legno , partito in due , e quelle parti
buttavano in aria. Se cadevano a ferrai
una , o tutte due dalla parte fupcriore-?,
era buon fegno , e che l'Idolo flava bene
con eflì ; ma fé la corteccia era voltata
verfoil Cielo in amenduc , era cattivo
prefagio. Tante volte però le gettava-
no , che alla perfine avevano da cadérle
legna a lor gufto. Altri rivolgendomol-
te Jegna,infieme ligate, ne tiravano uno,per fapere la buona , o mala influenza ; eripetevano ciò, fino a tanto, che ne vcni-i
va uno, con fegnale fortunato.
La feconda Pagode era vicina al pala-
gio , che già fu del Regolo , &allora_>
fcr-
490 Giro del Mondoferviva al Capitan Generale de* Tartari.
Si divide in tre , l'una dietro l'altra; nella
prima vidi tre Idoli nella nicchia, con-»
tefta feoperta, e fui fuolo altre ftatue
molto grandi .Nella fecondavano me.defimamentc tre Idoli nella nicchia , e
quattro (lavano nel Aiolo, a'fianchi.Nel-
la terza erano cinque orribili figure fui
fuoio , e nella nicchia un grande Idolo,a
color d'oro , e un'altro più picciolo.
Incontrai, in ritornando a cafa , quan-
tità di Mandarini in fedia,e a cavallo,ve-
ftiti di abiti ricchiflinii , ne' quali erano
ricamate l'infcgne del loro uficio, e gra*
do . Andavano eglino a far le folite ado-
razioni nelle Pagodije pofeia a far le vi-
fite a' loro amici.
Il Sabato 4. coloro , che aveano rice-
vuti i complimenti per Tanno nuovo,prefero a reftituir le vifite inperfona, ocolle carte roffe, all'ufo del paefe . Ciòs'intende de' Mandarini inferiori ; per-
che i cinque maggiori le ricevono, e rc-
ilituifcono per mezzo dc'Mandarinetti,
o altre perfonc del loro Tribunale ; e fo-
Jamente fra di loro fi vibrano di perfona.
Quclìi cinque principali Miniftridi Can-ton , fono il Fuyen , o Viceré; il Pucien-
su ; o Deputato per Tefazjone de' tributi
Jmpc:
Del Gè meii-i 49 t
Imperiali di tutta la Provincia 5 il Ziai>chyun,o Generale della milìzia Tartara;
e due fuoi compagni , detti Tu turi , chechiamàn\braccia drittone finiftro del fuocorpo :cquefti fono d'uguale autoirità;
efiendo portati infedia da ottoperfone,
col tamburo Cinefe avanti , battuto con13. colpi.
La Domenica 5,nella Chiefa dc'Padri
Riformati Spagnuoli venero molti Cri-
fìiani Cinefila far le loto devozioni.
Il Lunedi 6. mi convitò in cafa un_>
mercante Cinefe ; però mi diede troppoa buon'ora il definare , fecondo il lor co-fiume. Erano nella menfa da venti de-
fchetti di differenti frutta , e cofe dolci,
ed altri con polli, e carne di porco. II
Martedì 7.andai a vedere il ViceProvin-cialede'MifIìonar;Agoi1:iniani,ch*erave-
nuto a favorirmi nel mio ritorno : ma il
JVlercoledi 8. convenne ame ftare in ca-
ia ; perche vennero molti amici a darmiil ben venuto , né potei far di meno di ri*
cevergli . Andai il Giovedì 9. a vedere il
Padre Turcotti , Superiore de' PadriGefuiti di Canton.
11 Venerdì io.andai a diporto In barcaper lo canale . Il Sabato n. parimenteandai nella Città nuova, eoli'Intcrprete,
ckc
492 Giro del Mondoche trovai molto curiofo di vederJ'Europa,ed avrebbe voluto venir meco.La Domenica 12. dcfinaicol V.Provin-ciale de* Padri Agoftiniani,che mi trattò
aflai bene.
Il Lunedi rj.poi andai vedendo i pre-
paramenti , che per tutta la Città fi face-
vano,per la fefta di Liim chiìen , o delle
lanterne , ficcome quella , ch'è una delle
principali de* Cinefi ; e veramente vi tro-
vai invenzioni maravigliofe. Narranoi Cincd l'origine della medefima^,della maniera feguente. Dicono, chenon guari dopo lo ftabilimento del loro
Imperio, un Mandarino amato dal po-polo, per le fuc virtù , perde nella riva
d'un fiume una Aia figlia , ch'egli amavagrandemente; ed eflendo andato cercan-
dola lungo la riva, tutti per Io grande.*
affetto , che gli portavano, lo feguitaro-
no,con torchi accefi, e lanterne,piangen-
do con lui : ma benché i'averTcro lun^otempo riccrcara,in tutte le parti della ri-
va ( della mcdeuTiia maniera, che Cerere
la fu a figlia Proferpina)giammai non.*
la trovarono. I Letterati poi afTegnano
altra origine, ne'loro libri : cioè , che tre
mila e cinquecento anni addietro,rcgna-
do l'ultimo Re della famiglia Hià,noma-to
Del GÈuzìif. '493
foKie,uomo crudele , e in tutto da-
to alle fenfualità ; efiendo un giorno col- Nouvci. Re-
la fua Regina più amata , fi lagnavacche iaJ:
Ac.
la?. O *
.*J ' Chine dn P.
i piaceri di quella vita erano poco dure- Magaiiians
voli 5 che vi erano pochi, cheviveano c**p*s«»j»
cento anni 5 checffendo cosi veloce il
tempo, non poteva render^ /atollo di
quei piaceri, che tanto amava; e biafi-
mava finalmente la natura di rigorofa, e
crudele . Vedendolo in tali angofeie ia_»
Regina , gli dirle : Io so un tal modeperprolungare il tempo, che batterà per iod»
disfarvi. Fate d'un mefe un giorno, d'un
anno un mefe ; e cosi gli anni, i meli, e i
giorni faranno si lunghi, che vivendo
dieci anni , voi avrete cento anni di pia-
cere, e di gio/'a. Perfuafe quindi l'infenfa-
to , e fenfuale Imperadore,a fare un pa-
lagio , nel quale non flirterò né porte , néfìneftre , onde poterle entrar lume . Poi
vi fece porre oro , argento , pietre pre-
ziofe, ed altro ricco mobile: vi introduf-
fc quantità di ragazzi, e di belliflìmo
dòne,tutti nudile per fine vi fi fepelli ella
e'1 marito vivi, e fani; non con altro lu-
me quivi trattenendocene di torchi, e_j
di moltitudine infinita di lanterne,in luo-
go di Sole, di Luna, e di Pianeti. Vi flet-
te un'anno intero l'ImperadorcKie, col-
l'jnv
'494 Giro del Mondol'impudica Regina , dandoli a tutte fort i
di piaceri difonelh' 5 e dimenticatiti* del
tempo , de' Cieli , e d'ogni altra cola»,,
( fingendoli nuovi tempi , e nuovi Cieli
ideali ) eziandio della ior Corte, e del-
l'Imperio.
Di quelle pazzie, ed altre crudeltà
molili fudditi,fcofiero il giogo , ed elef.
fero, infuo luogo l'Imperadore Chim-tam, capo d'una nuova famiglia. Dopola morte di Kie,di Umifero il fuo palagio.»
e cattarono tutte le fue ordinanze; fuor ~
che l'invenzione delle lanterne,e torchi,
che confervarono, per celebrare la fella.
Raccontano ancora , che circa dutjmila anni dopo, un' altro Imperado-re della decima famìglia , chiamata^,
Tarn; tanta era la fede, che predava a
un faltimbanco, della fetta di Taófu ,
(che fa. profelììone d'ingannare il Mon-do , colle operazioni chimiche 5 pro-
mettendo un'infinità d'oro,e d'argento;
una vita, quali eterna , e di far in pochi
momenti volar le montagne d'un luogoin un'altro) che un giorno gli di.Te , cheavea dellderio di vedere le lanterne ac-
cefe della Città di Yamcheu, nella Pro-vincia di Nan-kin, ch'erano le più bel-
le, e le Più celebri di tutto l'Impe rio;e la
fella
Del Giunti? 49$fetta fidoveafare lanortefeguente.Ri-
fpofe il Mago,che la ftefià notte gli a reb-
be fatto fare un tal viaggio , vedere lc_?
lanterne, e ritornare alla Corte,con ognipiacere , fenza eiporfi ad alcun inconve-
niente . In fatti , comparvero, poco tem-
po dopo,in aria Carri , e Troni , fatti di
nuvole, che fembrava fuflero veloceme-
te rirati da' Cigni; efopra di elTì portili
il Re, e la Reg'ina,con già novero di da-
me, e muficidel palagio 5 in un batter di
ciglio, giunfero a Yam-cheu, che dalle_>
nubi dirtele fu coperta tutta intera^.
Vide il Re le lanterne ; e per ricom-penfarca'cittadini, il piacere prefo nella
loro Città , fece fare una finfonia da'
fuoi mutici; e quindi ritornoffene^n un_>
momcnto,alla Reggia . Un mefe dopo,
fecondo il coftume, venne un corriere^
da quella Città , con lettere, contenenti
ciò che la notte delle lanterne fi era qui-
vi veduto.
Dicono in fine, che cinquecento anni
addietro vi fu un Re,della famiglia Sum,che avea per coftume,ogni anno in tal
tempo farfi vedere, perotto notti, fami-
liarmente da tutti i Grandi , e Signori, a
porte aperte -, facendo loro godere delle
viflofè lanterne ? fuochi d'anificio ,ofoa-
496 Giro del Mondofoavemufica, che facea fare dentro il
palagio :che è quanto raccontano i Ci-
nefi dell'origine, <5c accrefci mento della
fefta delle lanrer ne.
Il Martedì adunque 14. di Febbraio, e
i 2. della Luna Cinefe,andai di notte ve-
dendo,per la Città di Canton, quefta ce-
lebre fcfta . In ogni contrada ài efla era
collocata qualche figura de' loro Idoli;
intorno alla quale vedeanu* più perfonc^
traveftite , chi da donna , e chi in altra_j
forma; con abiti , e mafehere {travasan-
ti , e varj ftrumenti nelle mani . In cotal
forma andavano anche camminando per
la Città Copra afini , o a piedi ( come fi
coftumanel Carnafciale in Italia) prece-
duti da una lunga proceffionc di lanter-
ne,appefe ad alti legni .Elleno erano fat-
te o di carta,o taffetà di vari colori;e con
figure diverfe d'animali, come pefei , ca-
ni, cavalli, lioni, ed altro, che col lumeera molto dilettevole a vedere : ciò che
era tutto accompagnato da ftrepitofi
.finimenti di bronzo , e tamburi . Il bello
fi era,che alcuni andavano nudi,per fare
più al naturale la loro rapprefentazione.
Il meglio però di tal fefta fi vede nelle
Pagodi,e palagi de* Signori, dove fi fan-
no lanteme,che coftano quindicine venti
dop-
Del Gemelli. 497doppie 5 e in quelli de* Vicerè,e Princi-
pi, che non fi faranno meno di cento,
ducento, e trecento feudi. Si appendononelle fale più magnifiche,a cagion di lo-
ro grandezza ;poiché ve ne ha taluna^,
che ha venti, e più gombiti di diametro.
Dentro di effe fta porla una infinità di
lampane, e candele , il lume delle quali
dà grazia alla pittura ; e'1 fumo anima , e
fpirito alle figure , che con ammirabile
artificio vanno girando, fagliendo ,oScendendo dentro ella lanterna . Vi fi
veggono cavalli correre > tirar carri , fa-
ticar fui terreno ; vafcelli navigalo,Mandarini , e Principi entrare , ed ufei-
re, con grande accompagnamento;mar-ciare Eferciti 5 rapprefentarfì Comme-die} fard balli, ed altri pafsatempi, con-*
movimenti diverfi . Tutto il popolo per-
ciò la notte intera va godendo di tai
Spettacoli, al fuono di più iftrumenti,
portati dalle compagnie, che ogni unofa colla fua famiglia, parenti , ed amici .
Non vi è certamente cafa povera , o ric-
ca,dovc non fi veda in quella notte alcu-
na lanterna appefa , o nel cortile , o nella
fala, o nelle fineftre. Si vedono anche»*
rapprefentar commedie, per mezzo dì
picciole figure, molle con fili nafeoftij oTarte IV. li di
498 Ciro del Mondodi ombre, che fi fan comparire fopra_>
finiilimi, e traiparenti drappi di feta_>j
biacca ; e rapprefentano maravigliofa-
mcnte Re, Regine, Capitani, Soldati,
buffoni , ed altri personaggi da Teatro.
Lo ftupore confìtte in vederle efprimere
il pianto,l'allegrezza, la colera , ed altre_>
paflioni; co tanta proprietà, quàto facil-
ménte fàno muovere tutte le figure. Prof-
fole Pagodi,oltre lefuddetrerapprefen-
tazioni, e figure , fi alzano più arcate co-
perte di fetino , con varie pitture , che iì
lume di dentro fa comparire vagamente
colorite, e capricciofe . In fine fi confu-
mano, per tal cagione, più milioni per
tutto l'Imperio,tanto in carta colorita ,
per apparare lecafe,cjuato per bruciare,
e far iàntcrne,c fuochi artificiali . A mepare , che fé fi porcile vedere,per impof-
fibile,inunaocchiata,tutto l'imperio da
qualche luogo eminente,egli fembrercb-
be tutto avvampante, come un gran fuo-
co artificiale : non elTendovi uomoin_>
Città , o in campagna , o ne* fiumi , che
non allumi lanterne dipinte , e fatte in_>
differenti maniere; e che non confumi
macchine da fuoco, rapprefentanti di-
Verfe forme d'animali.
Non pollo immaginarmi al Mondona-
Del Gemelli^ 490naz!one> che,su cjuefto meftieredifar
fuochi artificiali, pofTa imitare i Cinefi*
poiché fi è vifta talvolta da efli fare unapergola d'uva rotta , che tutta ardeva-*
fenza confumarfi; anzi al contrario il
tronco della vite, i rami,lc foglie, i grap-
poli , e gli acini, nello fteflfo tempo,che a poco a poco fi bruciavano , pu-re fi vedeano del lor colore , o rof-
io, o verde 1
, od altro: ficchè a riguar-
danti,non finte, ma vere, e naturali fem-
bravano. Ma quello, che reca più mara-viglia fi è, il vederc,che il fuoco,ch'è unelemento si attivo , e terribile; operi poi
si lentamente, che par che abbia iafeiato
la Jfua natura,per obbedire all'arte; e nonferva, che a rapprefentareal vivo la per-
gola,in vece di bruciarla.
CAPITOLO QVARTO.
Si deferire il pubblico accompagnamento del
Leamquam Tfnntò>o Sicario di due 'Pro-
vincie , ed altre cofe ragguardevoli
vedute in Kuxn ceou ,
Cantori,
IL Mercordi t 5. di Febbraio, e 1 ?. del
nuovo anno Cinefe, andai a vedere il
Tfun tcV, che li trovava in Canton , per
I i 2 affa-
I
382 Giro del MondoGiefu , e Prefidenti del Tribunale della
Matematica in. Pekin.
S'uccidono,ne*fuddetti facrifkj pac-che, porci, capre, uccelli , ed altro , chefi mangia da' parenti , ed amici nel me-defimo monte , dove fono i fepolcri. Maeflendo famiglia , che tiene propria Pa-
gode \9 ramminiftratorc delle rendite»
della medefima fa tutta la fpefa . Si ve-
dono anche continuamente di quelli,
che nelle Pagodi buttano fuperftiziofe-»
forti,con certi legni , perciò fatti j e nonriufeendo la prima,c feconda volta a ior
modo, s'ingegnano di placar l'Idolo col-
le preghiere, con facrific; di carne cotta,
uccelli, pane, vino, ed altro . Alla perfi-
ne tante volte le gittano , che calcanogiuda il lor defiderio;e allora Mimando-li ftare in grazia degl'Idoli , per ottenere
la graziajbruciano, per gradimento, car.
te miniate d'oro, o d'argento; e ritor-
nando a cafa contenti , fi mangiano alle-
gramente le cofe fuddette, con gli ami»
ci , e parenti.
Per maggior intelligenza di quefto
Capitolo, ho (limato bene far la Figura..»
della pompa, ed accompagnamento,chcvidi in Canton,nell'efequie d'un poveroCinefe,
In-
Funerali oslitjnano nella Provincia di Quan-tim del Regna della Cina Sciam. hien «cii™ Kuanetu Pinxit
,
UnJrea; AtedUrSnJ- A'^/z .
Blank ìnserted to ensure correct page posìtìon
' > W'*1"
Dei Gemelli? 3&3Zi. Infegne di lutto.
b. Stendardo di taffetà , o carta di
varj colori
.
C. Tamburi Cinefi di due piatiròrotonde di bronzo.
D. Arca, oincenficre, dove d bru-
ciano odori.
E. Offerte di cofe da mangiare,cheù dano poi per limofina a'Bonzi,che ac-compagnano il morto.
F. Trombe all'ufo di Cina.
G. Strumento di nove picciole la-
minette d'ottone , che fi toccano armo-nio/amente con un martellino.
H. Altri (frumenti.
/. Di verfé forti di ftendardi.
I. Tabernacolo , dove fi porta Ia_»
tabella, nella qualeèfcrittoilnome del
Padre , Avo, eBifavo.M. Carte , che fi bruciano, fulla va.'
na credenza, che il convertano, le do-rate in oro , e l'argentate in argento, per
fervire al morto nell'altra vita.
3^. Tavolato, o bara , dentro la qua-le è pofta la caffa col cadavere.
o. Parenti più tiretti del morto , ve-
diti di facco, e cinti d'una groffa fune* >
con calzari di paglia a'piedi, e cenci di
cottone all'orecchie.
Con-
502 Gino del MondoVifto l'apparato feerici dal mote; peroc-
ché dovea quegli paflar tardi , e alIora__>
aveanfi a bruciare alcuni fuochi artifi-
ciali . Eflendoa piedi della montagna^-,
entrai a vedere un Convento di Bonze.
Le buone Rcligiofc mi presentarono il
Cià , e mi conduflero a vedere la Pago-de, c'1 loro Monifrcro . La fera poi fi fc-
1
cero per la Città allegrezze , con lanter-
ne, e altre fuperftiziofe baje.
Il Giovedì 16. mi convitò adefìnarj
(eco D. Gio: Baflfet . Il Venerdì 1 7. an-
dai a diporto per lo Canale , con piace-
re mai limile avuto a' miei dì. £'1 Sa-
bato 18. andai a render la vifita al Pa-
dre Supcriore degli Agoftiniani Spa-
gnuoli.
La Domenica 19. nella Chiefa de' Pa-
dri Riformati Spagnuoli , vi fu un gran
concorfodi Crifliani Cinefi . Riputan-
doli giorno fortunato il Lunedì 20. fi ce-
lebrarono molte nozze . Stando io avan-
ti la cafa, vidi paflare una Spofa . Prece-
devano (ci donne,con altrettante Bandi-
nelle Cinefi (che noi diciamo guantiere)
bene inverniciate , e dorate , nelle quali
recavano coperti i prefenti . Seguivanoda 20. Sonatori, con var; frumenti, <lj
molti Ilédardi di carta colorita, inalbe-rati
Dsl Gemelli. 50*
rati su lunghi legni. Veniva apprettò la»>
Spola in una fedia coperta, e riccamente
ornata di taffetà, con vai j lavori ; e po-
feia quattro parenti , che l'accompagna-
vano. Dieci facchini portavano altret-
tante catte,dove erano i mobili(per ef-
fer la Spofa di condizione ordinaria . )
Lo Spofo l'attendeva in caia , con altri
parenti, per riceverla avanti la porta.
II Martedì ì i. andai a vifitare il Padre
Turcotti .Nel Mcrcordi 22. vfdi pattare
unapompofa efequie. Precedevano do-dici ftendardi di carta , ftatue , ed altro
cofe, appefe a certe afte; venivano ap-
prettò da 20. Sonatori, e Tei arche da_»
bruciare odori, e portar le offerte a'bon-
zi . Seguivano fette grandi ombrel!e,con
cortine all'intorno, e più Bonzi,co* loro
piviali,accompagnando il morto.Termi-navano la pompa circa cento Cinefi,che
portavano in mano ciafeuno una corda,
di quelle fatte di feone d'albero pefte,
che ardevano lentamente.Fia'medeiimi
andavano i più tiretti parenti , vettiti di
lacco , colla perfona incurvata verfo il
Aiolo.
Il Giovedi 2.?. pattai la giornata col-
la dolce convenzione di D. Gio:Baffct,
Il Venerdì 24.poi (limando efier gior.
li 4 »o
504 Giro del Mondòno a propofito , per vedere parte del pa*
lagio del Tfun tò 5 a cagione delle vifitc,
che gli facevano tutti i Mandarini. della
Città , e Provincia , come a lor luperio-
re nel politico , e militare (eiTendo egli
Capitan Generale , o Vicario delle Pro-
vincie di Canton, e Kianu") vi andai di
buon'ora . Il primo cortile era lungo untiro e mezzo di moschetto, e a propor-
zion largo ; dove lòtto tende , erano
molti foldati . A due lunghe travi , che
vi {lavano confitte, erano appefe duebandiere quadrateci color giallo , con-»
loro lettere j della medefima maniera^,
che fono in quella del Viceré. Alla porta
del fecondo cortile ftavano più nficiali,
e fra gli altri 40. con vaghi abiti di fera;
fui quali tenevano ricamati, chi un'uc-
cello > e chi un lione , una tigre , o altro,.
Entrato in queito fecondo cortile , (ch'è
mezzo tiro di mofehetto in quadro ) ed
innoitratomi alla terza porta , trovai le
guardie, che non mi permifero paflarc
più avanti, però quindi odervai il terzo,
e quarto cortile, dell'iftefiTa grandezza.»
del fecondo , a capo del quale era la lai adel ricevimento, aifai bene ornata.DopocrTervi (tato un'ora , vidi licenziarli il
Fuy en , o Viceré , il Zanchyun, coi altri
Man-
Dei. Gemeiu. 505
Mandarini; quali accópagnò il Tfun tò*
(vecchio, ma di buona cornplefiìone , e
vcftitoalla Tartara) con maniere affai
correli , fino alla quarta porta, con gran
riverenza : poi attefe , che ( per unoftradonc ben laftricato, che divide il
cortile ) veniffero alla terza portaje qui-
vi giunti,!! reiterarono le riveréze.L/ac-
compagnamentodel Viceré era più nu-
merofo di quello del Zanchyun; poiché
precedevano ledici bandiere; altrettante
tavolette , dove erano fcritte le preroga-
tive della Aia dignità ; più ombrellaio.
foldati a cavallo; più di 50. baffi miniftri
carnefici, e manigoldi,con legni,catene,
e bacchette in mano; appretto a* quali
veniva egli in una ledia , portata da otto
perfone . DirTero, ch'era venuto il TAin.
to , e due Ta-gin ( Ta , vuol dir grande,gin, uomo , in lingua Cinefe) inviati dal-
ì'Imperadore, a noverare le milizie della
Provincia ; che vai tanto, che ad empier
la boria.
Un' altra pompa nuzziale vidi dopodefinare. frano portate prima d'ogni al-
tro 20. lanterne grandi , appefe a legni;
però le candele non ardevano. Apprettò
venivano quantità, e varietà di doni,
e dodici donne con prefcnti;quindi altre
lan-
HHIHI
'506* Giro del Mondolanterne , portate da' giovanetti ;'varj la-
vori dì feta, e di carta 5 e in fine la Spofa,
in una Tedia coperta vagamente.Il Sabato 25. pattando avanti il Tribu-
nale dei Quanccufu (ch'è il Governado-re della Città) trovacene (lavano batten-
do un miferabfle; e dimandatane la cau-
fa, mi dittero , che colui era baftonato
per colpa altrui 5 cffendo in coftume,cheun reo condennato a ricevere tante ba-
ronate, con danari frvova chi le (of-
fra in fua vece;cotentadofi colui d'cflTcr
crudele con fé medesimo ,per fovvenirc
la fua povertà . Fa di mefticri però tener
contento anche il carceriere, e'1 carnefi-
ce , acciò riefea lo fcambio . Il Padre.*
Agoftino>Superiore della cafa, dove io
dimorava , mi riferi ; che si fatto abufoera giunto a tal (egno gli anni paffati,che
effendo flati condennati a morte alcuni
ladri , i protettoli di crTì, dando ad inten-
dere ad alcuni poveri villani, che avef-
fero a ricevere baftonatc,pcr un tal prez-
zo; coli'intendimcnto del carceriere cor-
rotto , fecero ufeir fuori i veri condan-nati ; e quei mefehini furono pofeia dal
Mandarino fatti morire , come coloro,
chcs'aveanoaddofratoilnome, e' delitti
de' malfattori • Scopertali pofeia tale , e
tan-
Del Gemelli. 50?tanta malvagità ? furono menati a mortegli autori •
La Domenica 26. andai a diporto iru
barca per Io Canale.
Dal Governadore della Città, il Lune-di 27., fu ordinato un digiuno di quindici
giorni , a fine d'ottenere dal Cielo la_»
pioggia, per fecondarci campi di rifo;
sì grande era la ficcità , che fi fperimen-
tava . Il buono fi era , che faccano digiu-
nare a forza anche i Criftiani, e far Qua-refima fulla fine del carnafciale > ef-
fendofi fotto pene rigorofe vietato, di
venderfi carne di vacca,o di porco,polli,
uova,e cofe fimilij ma folamente crbe,e
legumi . Quafi ogni anno accade di full
qucfti digiuni,in tutte le Città,dovema-ca la pioggia: e proccurano oltreacciò di
impetrarla colle orazioni , e procefiìoni;
e coll'accendere quantità di lumi nellc_>
loro Pagodi, e bruciare carte innargen-
tatc j e dorate . Non piovendo fra quin-
dici , fi proroga il digiuno per altrettanti
giorni
.
11 Martedì' 28. andai da D.Gio.BafTet,
per comltarmi feco intorno al viaggio,e
al ritorno in Europa . Il Mercordi 29.ac-
compagnato dall'Interprete, andai nella
Città nuova, a comprare alcune rarità.
CA-
3 08 Giro del Mondò
CAPITOLO QUINTO.
Brieve viaggio fino a Macao»
AVendo determinato , col parere del
fuddetto Baflet,di pafiare in Mani-
la , iòpra il petacchio Spagnuolo , che fi
trovava full'ancore in Macao 5 mi parve
bene di fare una vifita al Capitano del
medefimo , e dimandargli i'imbarco:on-
de il Giovedì 1. di Marzo, difpofi ciò,
che mi facea di bifogno per sì bricve_>
cammino-II Venerdì 2. feci imbarcare una mia_»
valige fopra un ciampan , o grande bar-
ca , che trafportava in Macao le caffè di
drappi,comprati da' mercanti Spagnuo-ii, fono la cura dell'Alfiere Barrio,e
Contrcras
.
Il Sabato 3. fi fece vela molto tardi,
orde poco cammino potemmo fare: e
parimente la Domenica 4.eflendo il ven-
tocontrario, appena potemmo eflerc a
Vifta della Villa di Sciuntè (dove tengo-
no una Chicfa, e cafa i Padri Francescani
Spagnuoli ) né il Lunedi 5. a cagion del-
lo (tefib vento, potemmo parlare la Villa
di Aonfon
.
Pri-
Del Gemelli* 509Prima di comparire il Sole il Martedi
6. fi difpofero gl'Idolatri marinaj, a far il
loro facrificio. Fece l'ufìcio di Sacerdote
lofcellerato Piloto, fatto un'ombrella^,
per render più decentro per dir meglio,
deteftabile l'idolatrica cerimonia. Soprauna tavola erano,in piatti Cine(ì,pofte le
vivande : cioè, carne di porco cotta, pe-
fce, e canne di zucchero in pezzetti, col
vino.Colie mani giunte , diede in primapiù colpi colla tefta fui Aiolo , a fuonoditamburo; quindi cominciò a mormora-re alcune parole ; e finalmente versò al-
quanto di vino fulle vivande ; e bruciò(giufta il co(tume)carte coloritesi divife
pofeia fra gl'Idolatri il mangiare,e'l vinoj
che ingoiarono avidamente , fu ila falfa_»
credenza , d'eifer cosi benedetti.
Una azione sì empia non potea parto-
rire,che effetti cattivi.Di due ciampan di
ladroni, che (lavano nell'Itala* ne venneuno (òpra di noi . Lo ricevettero i noftri
marinaj , come amico ( credendo, che_>
furie guardia del canale) e falutaronlo,
col tuono di tamburo,o vatica. Corrifpo-
fero i ladroni,coll'i(te(Tacortefia,alzando
le mani in aria , in fegno d'amicizia : poi
fattili da prerTo alla poppa della no(tra_»
barca,dimandandole avevamo falcane (i
fé-
510 Giro del Mondofc cero allato , per invertirci. A tal vedu-
ta infofpettitici noi , prendemmo le ar-
mi , e tirammo loro due colpi di piftola,
per atterrirgli. Come che fono di cuorvile , (paventati, fi diedero fubito in die-
tro ; & andarono a prendere una loro
{pia, che avevano Ja/ciata full'eminenza
dell'Itola. Pofcia amenduei ciampan_*
fi ritirarono fra'l folto deii'lfolajtemen-
do, che avendone notizia il Mandarinodi Cafa Bianca,nò gli averte a perfeguita-
rc. Nel difenderci da' ladroni , non potei
evitare la furberia de' noftri barca* uolij
che approfittandoil del tempo,ncl calor
della mifchia, mi rubarono un picciolo
oriuolo , che portava al Padre Filippo
Fiefchi
.
Vollero por l'ancora, a vifta de' Pirati,
i marinai Cinefì ; col pretefto , che la»,
correte txzVafìznte (come dicono i Por-
tughefi ) e non badante l'acqua del ca-
nale, per farci andare avanti ; ma richie-
di di tirar avanti (ino a Cafabianca , permetterci a coverto del mentovato peri-
colo i e oftinatofì il Piloto a non voler
pattar più oltre,ebbe alcune baftonatc ; e
allora ridendo, alzò fubito tutte duole vele.
Prima di mezzodì giugnemmo in_j
Ma-
Del Gemelii. 511Macao . Quivi pofto piede a terra, andai
dal Padre Giufeppe della Concezione*,Priore del Convento di S. Agoftino;chemi ofpiziò , con altrettanta cortefìa, chenel mio primo arrivo ; tanto egli fi era
virtuofo, e gentile. Effóndo quella l'ul-
tima fera di carnovale , fummo,col fud-
detto P. Priore, a cenare in cafa di D.Antonio Bafarte , Capitano del petac-
chio Spagnuolo . La cena fu ottima, ap-
parecchiata per mano d'un'otti mo cuo-
co 5 ed allegra , per lo numero de' con*
vitati; eiTendovi intervenuti tutti i mer-canti Spagnuoli.
IlMercordiy. primo di Quaresimaandai a prenderla cenere, in ricordanza
del noftro efler caducoje il dopo deiìna?
re andai ad udire il fermone, nel Colle-
gio di S. Paolo de' PP. Gefuiri.
Il Giovedi 8. andai la mattina in San_>
Domcnico,a fentireilSermonein lode di
S. Tommafo d'Aquino 5 e al dopo de-
gnare un'altro, che fu recitato nella
Chiefa di 6. Agoftino.
Il Venerdì 9. predicò in San Paolo il
Padre Gio; Laureati, Italiano , con coh-
corfo di molto popolo; perocché in Ma-cao è grande la divozione, eie Chiefomolto rrequen(ate,tanto da* mafehi, chedalle femmine. JL'abi-
'5T2 Giro del MondoL'abito diquefte femmine è ftravà-
gantejperchc due pezzi di teladella Co-
ita, fupplifcono al tutto, fenza che il Sar-
to vi abbia ad impiegar forbice , o agu-
glia. Uno ne avvolgono intorno la cin-
ta , e ferve di gonna ; e l'altro cuopre la
tetta , c'1 petto : rcftando le gambe, colle
calze , che loro diede la natnra,e il piede
con certe pianelle.Queit'abito quantun-
que mal concio, non lafcia d'efler molto
modello . Le Dame però vanno veftite
affai meglio, e decentemente.Coftuma-
no di andare in una fedia di legno, ben_>
dorato , e ferrata da per tuttoj fedine al-
la Turchefca, colle gambe incrocicchia-
te ; non permettendo altrimente la pic-
ciolezza delle fedie.Si portano quefte,co-
me tante gabbie, appefe per un'anello di
ferro,che ftà nella sòmità,per cui fi paffa
Ja ftanga .Gii uomini portano certe bra-
che lunghe , fino al collo del piedejonde
paiono tanti bracchi pelofi . £* compaf-
iionevole lo flato de' poveri Portughefi
di Macao , per la mancanza degli averi,e
del commercio , maffime del popolo
bafso . Mentre fioriva il traffico col
Giappone, i Cittadini avrebbono potuto
Jaltricare le ftrade di argento ; ma cefia-
to, che fu , caddero nella povertà , in cui
fi vedono. Quan-
Quantunque II vafcello fuffe picciolo;
mi concedette, con molta gentilezza, il
Capitan Bafarte il paflaggio fino a Mani-la; onde non avendo altri affari in Macao,m'andai licenziando dagli amici , per ri-
tornare in Canton, a prender le mie va*Vige.
CAPITOLO SESTO.
Ritorno in Canton,per altro cammino*
TOlta in affitto una fedia per 850.
ciappe , mi po(ì in cammino il Sa-
bato io. prima di mezzo di. Paffai pri-
ma per Cafa bianca, Villa picciola , e refi-
denza d'un Mandarinetto; e la fera venninel Calale d'Iumà,dopo 18. miglia . Ebbi
cattiva ftanza, e peggio cena nell'ofteria,
non trovandovi^ che comprare.
La Domenica 1 1. , a buon'ora » io » CI
un Cinefe, che s'accompagnò meco» ri-
pigliammo la ftrada,fempre fra monti , ecolline . I facchini , che portavano la Te-
dia,per debolezza,benefpeflb fi ripofava-
sio;onde,per compaflìone,feci buona par-
te del cammino a piedi. Erano eglino
ben differenti da quelli di Nanganfu » che
mi portarono^per una dirupata monta-Tane iv. Kk gna^j
514 Giro del Mondogna, fenza farmi toccar mai piede a ter-
ra . Giugnemmo,dopo mezzo dì,in Aon-fon, fatte altrettante miglia. M'imbar-cai fubito, per poche ciappe, nella barca
di paflaggio, che al cader del Sole fpiegò
le vele, e camminò tutta la notte.
Il Lunedi 12. paffammo perSciuntè,
continuando ancora il buon vento . In_*
quello Canale ( benché d'acqua dolce) fi
prendono infinite oftriche, cosi grandi,
che la loro polpa alle volte pefa una lib-
bra;però ordinariamente pefano la metà;
ne il faporeècosì efqui Cito, come delle
noftrali. Delle feorze i Cinefi fi fervono
nelle fabbriche, come fé fufler pietre ; e i
Portugheu* le aflbttigliano , per farne co-
me invetriate alle loro fineftrc.
li Martedì 1 3. dopo Vefpro, giunto in
Canton, andai alla folita mia ftanzadc"
PP. Riformati Spagnuoli,
Il Mercordi i4.mentre andava dal pit-
tore, che lavorava per me, incontrai unaproceflìone di Tauzuj che veftiti dc'loro
piviali,gucrniti d'oro, andavano a un fu-
nerale . Precedevano più ombrelle, bare
d'Idoli^banderuole di feta , e di carta co-
lorita, profumi, ed altro.
Il Giovedì 1 5. vidi partire il Fuyen , oyiccrè,con un fuperbo accompagnamé-
to
D 1 L G I M | L £ ì» 51 5
todi 200. grandi barche dorate, e ben di-
pinte; appai tenenti, cosi a lui, come a*
Mandarini, che l'accompagnavano fino
a Fufcian . Vi andava egli, per provvede-re alla cu ftodia d'una terza parte della.»
fua Provincia, dove fi temeva di qualche
tumulto, o inva (Ione di ladri. L'Impe-radore avea ordinato, che, per maggiorsicurezza, fi dividefle la cura della Pro-
vincia a tre: una a lui; una al Titù , o Ca.pitan Generale della milizia del paefe ;
l'altra parte al Tfuntò;e a ciafcheduno di
dar conto di quello,che accadere nel luo-
go loro aflegnato.
Il Venerdì 16. parti il Mandarinettodi Tunlan ( che fignifica fponda d'Orien-
te) mandato dal Vicerè,con commeflìo-ne di comporre le differenze , che patta-
vano fra i villani di detta Villa ,e i Padri
di S.Francefco Spagnuoli; i quali avendocomprato il terreno , per alzare una pic-
ciola Chiefa, per ufo delle donne Criftia-
ne dei luogo; quelli tumultuantì,impedi-
vano la fabbrica, quafi che,a!zandofi la~*
Chiefa , fi morirebber tutti ; togliendoli
loro intalguifa il Fuen Scry (cioè il
vento, e l'acqua) o Fortuna, come altro-
ve èdetto.
Avendo io deliberato di partire, andai
JKk 2 il
5i£ Giro dei Mondoil Sabato 17. a prender congedo dal Pa*
dreTurcotti .La Domenica 18. feci l*i-
(tetto dovere con M * Gio:Baffet,Prcte-»
Milionario Francefe -, e'1 Lunedi 19. fi-
railmente andai nella Città vecchia, a_*
render le dovute grazie al Padre Com-mettano Provinciale di S.Franeefco , per
lo cortefe albergo, datomi per più mefi:
ficcome feci anche co'Padri della Cafa,
doveavea dimorato.
CAPITOLO SETTIMO.
'Ritorno dell\4utote a Macao,
ESfendo pronto il tutto, feci porre le
mierobce'iNeroin barc«.ii Mar-tedi 20. e dopo defmarc vi montai suanche io.Quantunque fi camminale tut-
to il retto di quel giorno , e la feguentonottejfi fece poco cammino.U Mercordì21 . però pattammo per la Villa di Sciun-
tè , e la notre ci facemmo molto avanti
.
Di nuovo il Giovedì 22., per la contra-
rietà del vento, facemmo poco cammi-no - Il Venerdì 2$. rifletto Piloto fece
un limile facrifìcio , e colle medefimecerimonie, che l'altra volta . Non volea
egli, che fi urinatte per quel Iato dettai
bar-
Del Geme ni '517
barca,rifervato a tal fuperft/zione . En-trati a buon'ora in Macao j i doganierivietarono diligentemente le caffè de'
drappi >e pelarono tanto quello con oro,quanto i fchietti; e la feta la vorata,e nonlavorata , benché con differente paga-mento . Peraltro il diritto è una bagat-tella, cioè l'uno, o al più l'uno , e mezzopercento. Fui alloggiato dal P. Priore
di S. Agoftino. Il Sabato 24. udij un.»
buon fermone,nclla Chielà di S. France.
feo de'Padri Riformati.
La Domenica 25. fummo io, e'I Pa-
dre Priore a definare in cafa del Capitan
D. Antonio Bafarte , che ci trattò affai
bene.II Lunedi 2ó;nel Collegio di S.Pao-Jo,venerai parte del braccio del Gloriofò
S. Francefco Saverio , che i padri del-
la Compagnia tengono collocata in-»
una ricca Cappella. Ella è del braccio
deliro , che fi tagliò al fanto corpo , per
mandarli in Roma, cioè dal gombitò fi-
no all'omero . Il rimanentccolla mano,li conferva in Roma nella Cafa ProfelTa.
Andai il Martedì 27.a riverire Monfi-gnor Sifaro,Vefcovo di Nankin:c' 1 Mer-cordi 28. a licenziarmi da D.Pedro Vaysde Figuera, Cavaliere dell'abito di Cri-
fto . Di là poi montaUper vedere la For-
K k ì tcz.
51 S Girò del Mondotezza Settentrionale ; dove giuntoci Ca«pitano, ch'era di Guardia , non miper-mife l'entrata : e lamentandomi di ciò
con alcuni Portughefi, mi diflfero, che_>
non la (limarti inconfidenza, ma pruden-
za 5 perche ciò fi facea,affinehe non fi ve.
deffe il cattivo flato dell'artiglieria; cheoltre l'efler poca, flava tutta /montata,
perla povertà della Città . Quindi non»»Km. «kilt,
vegg conqual fondamento il P. Gio:Guerre del oq ^Enfile par. Ginfeppc di S.Tcrefa dica,chc la Citta diajjb.i.pag. Macao £ ricchiffima; e ehe in tempo del-
la coronazione di Gio:IV. Redi Porto-
gallo, ella gli mandò un gran predente di
f>ar.i.in>.7. contanti, e 200. cannoni di bronzo. Il
t>ag-«?7- buon Frate avea tanto amore all'artiglie-
ria,chcperlei arebbe detto qualfivoglia
menfogna . lp non ho udito il più bel
campanile lanciato in aria , che quandoegli dice,eflerfi trovati in Malaca (allor
che i Portughefi la tolfero a'barbari)trej
mila pezzi di cannone di bronzojquandofi fa , che molte Piazze d'Europa , uni-
te in(ìeme>non ne han tanto novero ; e-*
che Malaca in fine altro non è, che un->
picciol villaggio, comporlo di cafe di lo-
to, legna, e palme ; e'i fuo Cartello cosi
picciolo,che non farebbe flato capace di
tanti cannonane anche polli i'un foprtus
l'ai-
I>*l Gemella 519i'altro. pa quelli tremila forfè ( che inJtutte V Indie non faranno , tra quei di
bronzo, e quei di ferro)fur tolti i ducen-
to,che mandò Macao al Re di Portogal-
lo.Ma che s'ha a fare? cadauno è padrone
di fcriver, ciò che gli aggrada ; nò perche
un qualche autore sbalestra, e ftrafalcia-»
in una cofa , non farà di buona fede , c->
veritiere in un'altra.
Il Giovedì 29 .andai ator congedo da
GeronimoVafconcello,parimente Cava-liere dell'abito di Crifto- e credendo do-
ver partire di brieve,andai il Venerdì 30.
a far lo fteflo col P. Gio: Laureati , Pre-
dicatore Evangelico nel Collegio di Ma-caone Miflìonario in Cina.
CAPITOLO OTTAVO.Naufragio d' un Tetaccbìo , e maraviglio^
jeampo d'akuni marina) del medcjimo,
TOIta una barca il Sabato 31. andai a
veder rifola verde (appartenente
a'Padri della Compagnia) difeofta non-»
più d'un miglio dalla Città. Ella ha un-»
miglio di circuitole con tuttoché il fila-
lo fra una iterile rocca, vi è nondimeno,
per diporto de'PP. una comoda cafa* e»
all'intorno d'effa alquàti alberi fruttiferi,
Kk 4 di
%iò Giro del Mondodi liciclungans, e vivasj come anche pò»
chi piantarli, e ananas.
In quefta Ifola trovai un Fratello , ii
quale mi riferi un cafo ben (travagante,
(che prima io avea udito da altri) d'un.*
Petacchio della Cofta di Cormandel, fo-
fra al quale egli era (lato marinaio . Nel
1682. parti egli dalla Città di Manila^,
cportodiCavitc;con circa óo.perfone,
fra Mori,Gentili,e Portughefi . Il Piloto
poco pratico di due (ecchc,che fono a_*
fróte dell'Ifole di Kalamianes, urtò inav-
vedutamente in una di efle;onde G ruppe,
e fi perdettero le merci . Volendoli (ai-
vare in unitola vicina i Mori , e Gentili,
fopravvenne un temporale,e gli fommer-fe,con tutta la barca , nella quale andava-
no > ma gli altri,afpettata la calma, al me-glio che poterono , compofero di tavole
un calTone;e dentro di elfo a poco a poco,in più voltc,paflarcnonell'Ifola, ncn più
di due miglia di/cofta . Non avendo qui-
vi trovato acqua, andarono in un'altra-.,
tre miglia dittante? la quale trovaronougualmente ba(Ta , piccioliffìma , e fenza
legna ,& acqua; ficchè convenne loro
per quattro giorni berefanguedi tarta-
rughe. Alla fincia neceflìtà aguzzandoTintendimenro, fecero foiTe nella medefi-
ma
Db i/Gemelli. i$ìtana Ifola,flno al livello dell'acqua 3 ehe^quantunque faima lira > per mancanza di
migliore , pure la bevettero . La provvi-
denza divina ( che giammai non abban-dona) gli nutriva intanto di tartarughe;
poiché venendo elleno a far le uova ( ciò
che accade per 6. continui meli) nc_>
uccidevano tal prodigiofa quantità ,
che loro naftava per fòftentamento . Paf-
fatoil tempo delle tartarughe, vennero•ncirifola grandi uccelli di A4are(chiamatì
da gli Spagnuoli,c fpezialmétcda'Portu-
ghctiTaxaros Bobos) a fare i loro nidij ocome che erano molto femplici ( come il
nome fieno dinota ) i marinai ne uccide-
vano fimilmente,a colpi di legna,baftantc
numeroje cosi tutti i 1 8.panati ncil'l/òla,
li nutrivaneper fei mefi dell'anno di tar-
tarughe, c'1 rimanente d'uccelli; de'quali
facevano anche provviilone,feccandoglial Sole . Non aveano pentole per cuo-cergli , onde la neceflìtà infegnò loro , afarne di terra, che però fervivano una fol
volta . EfTendo già logore le vefti (in fet-
te anni , che menarono sì penofa vita.»)
feorricavano gli uccelli,e cucendo le pel-
li in freme, con aguglie, e filo,fatto di pic-
eiolc palme, coprivano la lor nudità.la
Inverno poi fi diièndcvano,in qualche-?
modo
r
522 Giro DEt Mondomodo dal freddo , fotto grottecavate daeffi colle mani . Pattarono in quello fpa.
zio molte navi ; ma niuna , per molti le-
gni,ch'c ili faceflcro,con fuochi,chiaman-
do foccorfo,volle giammai venire ad aju-
targii,per timore forfè delle fccche; e co-
si convertivafi tempre in triftezza la»*
conceputa fperanza . Si riioiiero alla fine
o di morire , o di ufeire da tante miferic;
poiché gli uccelli /paventati , più non ve-
nivano in quella quantità di prima,ed eflì
cran divenuti tate fantafime,per macanzadi cibo , e di fuoco( che s'erano ridotti a
far di paglia ) e per l'acqua , ch'era peflì-
xna . Fecero adunque una picciola bar-
chetta, oper dir meglio , caffa di tavole*
calafatandola colla bambagia d'una Bla-
terarla, che tenevano , e ponendovi, in.»
luogo di pece, graffo di tartarughe . Fe-
cero le corde di certi nervi delle medefi-mej e le vele delle pelli degli uccelli,cucl-te infieme . Partirono in fine fenza la ba-
cante provviflone d'uccelli , e d'acqua;riponendo ogni lor fperanza nella mife-ricordia divina;e dopo otto giorni,apprc-darono nell'Ifola d'Aynan.
Porto piede a terra da'i6.marinaj (poi-che due fi erano morti nell'lfoletta
) pre-fero a fuggire i Cincil, in vedendogli co.
me
Ine fantafime , e con sì ftravaganti abiti •
ma narrata ia loro difavventura , il Man-: darino dell'Itola fece ri fiorargli, con cibi,
e gii providde del ncceflario, per ritorna-
re alle loro cafe • Giunti quelli , ch'erano
Portughefi,in Macao , uno di eflì trovò,
che la moglie, credendolo già morto,avea tolto un'altro marito ; però la rieb-
be^ il iecodo s'ebbe la pazienza di prov-
vederli d'altra , e forfè non gli feppomale.
Prima di porre il piede fuori della Ci-
na è dovere(poiché qui mi rammenta)
dì dar contezza al lettore : che molto at- Re jat.de
tono viene intaccata la moderna dello v <rs - v°
donne Cincfi dall'Autor della RelazioneJ*g,
pì£
dell'AmbafceriaOlandcfe a Pekinjil quale »*>
primamere hafognato,che inCina vi fiano
pubbliche meretrici; e poi,ch'clIeno fiano
còdottc per laCittà, (òpra un'afino,da chi
ne fa trafficoje che cortili vàgridando;C/;*
fé la toglie, della medefima maniera, che fi
fi delle altre cofe neceflarie alla vita : ag-
giungendo nel libro la figura di ciTa don-
na. Certamente io in tanti Imperi, e Re-gni, c'ho veduti, eziandio di Mori (
più
degli altri barbari) non mi fono incontra-
to in fimile sfacciatezza : e quanto alla»,
Cina,cfiendo andato alle due Corrigli Pc»
jkin,
di-ya-
3»
1 11.
*524 Giro del Mondokin, e Nankin,per l'i ftefiò cammino, che
fecero gli Ambafciadori OIandeiì;non houdito (non che veduto) far menzione di
sì abbominevol mercato; anzi non v'è né
il nome, né l'ufanza delle meretrici,acciò
non fi corrompa la gioventù 5 e fé vi tuf-
ferò, farebbono gaftigate feveramente*.Quindi con molta ragione mi diceva in
Pekin il Padre Filippo Grimaldi (ch'era_*
(lato Interprete di quefta ambafceria__»)
che l'Autor «Mia Relazione avea fcrittc
più menfogne, che parole.
La Domenica primo di Marzo vennel'ultimo Ciampan, carico di drappi. Lotolfe in affitto Domenico Seila, Fattore^del PetacchioSpagnuolo , per non tener
più a bada la nave , afpettando il carico.
Convenne nondimeno , che fi trattenere
anche il Lunedi 2. sì perche era attente*
Simea,fervidoredel Tfuntò, il quale s*a-
vea tolta la cura del negozio , che impor-tava 28. m. pezze da otto;c perche un fuocompagno, in poter del quale era venutoil rimanente de'drappi, non volea confe-gnargli fenza di lui; come anche > percheTHupù , o doganiere Cinefe , per in-
tcreffcdifferivala fpedizione della Ciap-pa,o licenza, che il Capitan Bafartc gli
chiedea infamemente, per poter partirete
ciò
Dei. GemeluT ^25ciò perche il Generale Portughefe nonJlopermette,fénza licenza dell'Hupù*
Finalmente il Martedì 5. vennero incafa del fudderto Capitano alcuni Scri-
vani del Doganiere>co'quali s'accomodòl'affare per ducati cinquanta » oltre il pa*.
gamentodi tutti i diritti : e così il Mer-cordÌ4.ritornò loScrivano maggioreròmolti portieri , e fottoferivani , a confe-
gnar la Ciappa al Bafarte , chcricompcn*so il lor travaglio.
Il Giovedì 5. venuto Simea, fece pun-ral mente Ja confegna , per la fomma di
28. mila pezze da otto; e ricevette lo1 5. mila, che fé gli reilavano dovendo.
Effendo il Venerdì 6. fui punto di far
vela il petacchio , io , ch'era flato tropponeghi ttofo, non durai poca fatica, a far
così all'infrena le provvifioni neceffarie
per l'imbarco.E qui nò abbia a male LI let-
tore, che faccia alquanto di fofta nel rac-
conto de'miei viaggi; per ricominciarne,
a Dio piacendo , in brieve > il filo nel fc-
guentc volume.
fine della Quarta Parìe*
INDI-
INDICEDELLE COSE PIV NOTABILI
Della Quarta Parsec
A
A Bitanti di Nankin. j<ft
DiPehn. n 8.
Di tutto l'Imperio di Cina * 2 2 jì
adorazione de1
Cnfiiani Cinefi a Con*
fufio.tfp.Anno nuovo Cinefi. /fi$.
Antichità del Reame di Cina. 203»
Audienza data all'Autore dell'Impera-
dor della Cina. 129.
Autore è riputato Inviato Apoftolico in
Cina. 27.
Bar-
I N D I C E.
£
BArche di differenti forti in Ci*
na.314.Bellezza delle Donne Cinefi. 336.367*Bever caldo ? e mangiarfreddo de
1Ci»
nefi. 351.Ronzi> e Templi infiniti in Cina, 16
'pi
C Accia d'Ochefelvaggie. 361.Cam -hi Imperator di Cina , efuoì
nobili coturni. 430.Campane ben grandi dì Kankin.%3 ,$j;
Canale maravigliofo di Cina. 49.Canton yfuofito>> e governo. 29*30^Caratteri de
7
Cinefi 283.
Carichefi danno aforte. 277I
Cera di Cina , differente dal? Euro*
pea. 388.Cerimonie de* conviti Cinefi. 331»Chyuchya-fà , efua grandezza. 467]Ctnefi venerano il color giallo. 450.
Loro Religione 138.fino a x6p.
Lo*
IND-IC E.
l$ro caratteri. 283.
Jian poche parole > e molti Carat*
feri, 284.Ingegno/allevato. }oz*
Induftria. 509.
Opinione cb' han del loro Paefel
32$.toro vifite. 326»
Loro conviti . 3$ tm
Mangian caldo* e bevonfreddo*
Non ufan mr.nete. $70.Efequte.372.
Anno nuovo. 483.Come plachino i loro Idoli. 48g\Nozze. 505.
Commedia alla Cine/e. 8.
Comparfa in pubblico dell' Impcrado?della Cina. 147.
D'un V.Rc in Cina. $00.
Cqftumi barbari nel Reame di Baranti**
la, e Tanguth. 157.
Criftiani) e lor numero in Cina. i$6*
Do;
Indiced
DOgana di Xucbeu rigoroja. 6jl
Donne Ginefi , e loro bellezza»
33$'~3 6 7-Torto-» chefa loro PAutor dell'Am-
ba/ceria Olande/e. 52^.
Loro modeJtia> e ritiratezza. $37*<
E Sanie rigoro/o per lo grado di Bac-
celliere) e Licenziato, zjqajj.
FAgiani di Cina. 397.Famiglia di Confuso. $z il
Favolo/a quantità di cannoni in Ma\laca' pag. $18.
Fe/la delle lanterne. 492.Freddo orribile di FeKin. 133.
Fuochi artificiali di Cina. 4jjj*Fu/eia n> efua grandezza. 479.
L
1
Giap*
14
I NDI CCG
Giappone/! ubbidientìfimi a* loro
Mandarini 13.
Alcuni loro cqftumi* 19.Ge/uiti , /ebbene onorate
, pati/cono ftsu*
Cina. 194.Qiudici Cinefi nonficurano,ehe altri-per
mercede , /offra le baftonate > che fidanno al reo, j 06'.
IMperador della Cina , ejue/attez-ze. t$2*
Cerimonie f che /eco praticano $
Grandi, e Miniflru 137.Sua Comparfa in pubblico. 147.Suo Palagio, tig.finoaizó.Suoi coftumi.414.
?*WS* cìn* > t/n+grandezza. 21$.
£*•
INDICE
LAdrìfeveramente puniti. 360I
Lama GSacerdote de'Tartari.ts3*Lanzù Ftlofofo antico Cine/e , efua dot-*
trina. 16 1-
// lor Tempio è quello di Confufio*
161.
Libridey
Cinefi.2p6.
M
MAcao, e fua fondazione. }i
Suogoverno. 5.
Mandarini di Cina, e lorogradi. 131I
Sono metà Cinefi* e metà Tarta*
ri. 415.Medici di Cina. 289.
Modeflia , e ritiratezza delle Donne Ci*
nefi.ai.Mogli , chefi comprano* e vendono. 339*
Monarchia di Cina, e fua durazione.
207»
Monete non stufano da' Cinefi. 3 70-
Ll 2 Mu-
INDICEMuragli* maraviglio/a > che dividtZ
la Cina dalla Tartaria. 14$%
Mufica de* Qinefi. }of
N
NAncianfu Città Metropoli d'una
Provincia. 6$.
Nanganfu, efuagrandezza. 48.
Nangafacche , fuo Canale 5 e porto* 1 8*
NanKin, efuagrandezza. 74»
Quantità , e qualità delle fue fé-te. 7p.
Nanyunfu*efuofito. 4$.Naufragio d'un vafcelloy efcampo d'al-
cuni Mori.pag. 520.
Nobiltà non v'è altra in Cina> che della
famiglia dì Confu/ìo. 321.
Nomi ) che fi coftumano dare a'figliuoli
in Cina. 356.Nomi di difpregio > che dannoiCinefid*
RegniJlranieri. 208.
Numero delle Città 3 e Villaggi di Cina*
217.
Degli abitanti di Cina. 227-De*
INDICEDe9 Mandarini di lettere \ e d^ar^
mi. 279.Come ejfl alberghino da per tutto)
mentre fono in viaggio. 220.
OAnJon Città-* efuofito. 23.
Olandefi nel Giasone niegano dì
ejjer Criftiani. io.
Origine de* Tartari Orientali 9 eftabilì-
mento del loro dominio in Cina* 492.
fino a 430.
Orfidi tre/pezie $97*
PAce conchiufa,per mezzo de9 QefuitU
fra, gì9 lmperadori di Cina > e di
Mofcovia. 198.
Palagio dell* lmperador di Cina. 1 1$*
fino a. 126.
?eKin,fua magnificenza, efito. 114»
Vrejenti , comefimandino inCina. 330.
Di gran valore. 385.
—
—
INDICER
RElìgiótte Cattolica^ ristabilita ilU»
Cina, dopo l'ultimapsrfecuzione
*
179*Religion de
9
Cinefi. z j<$\ fino a 174.
"Ricchezze dell'imperador di Cina.442446.
SAluto de'Cinefi.j 2y.
Sedie portatili de* Citte//. 3$.
Seta di NanKin. jf.Sorti de' Cinefi* per renderfi benevoli
gl'Idoli. 489,
T Artari Orientali* e loro orìginey£jJlabil intento nell'Imperio di Cina*
40 2.fino a 430.Tè erba* efua virtù. $94.Templi dedicati a Confujio in ogni Cit-
tà. i6i % Tor-
INDICETorrefamofa di NanKin. SS.
Tribunalifupremi di lettere. 235.D'Armi. 250.
Vi PeRin. 233.Delle Provincie. 77 x»
VEnerazione de* Cine/t a9loro mag-
giori. 380.
Venti Tifoni violenti in Cina. 8.
Viaggio fatto da* Por tughe/i nel Giap*
pone. xi.
Vicar] Apoftolici di Cina. 27'•
Vijite dty
Cine/i.^ 2 6.
»
(or tentoni*
l'Imperio
3. 1. 14. perfuo proprio £er loro proprio
9» 1* 19. ferono
Erróri pia notabili
pag. 1. 1 • 5. Impero
11. 1. ix. Fé15. 1. 12. de* fchiavi
14. 1. 12. invigilano
19. 1. 7- fuora
14. fciable
2.1. 1. 7- borza
22. 1. 1. fei
I.28. tredeci
44. 1. 15. diemmo35. I. 14. Coco25.I.24. vitriere
26. I.21. Peninfola
34. I. 27. intiere
38. I.26. fopragiunta
I.27. barcaroli
40. 1. 3* diece
4$. l. 12. zucca ro
46. 1. 15. Nanunyfu83. 1. 16. Pekin
89» £**• alte
$2. 1. 14. dal Minciau del Minciau
*J9- I.27. dui mila diecimila
S50. 1. IS- ombrelli ombrelle
I52. 1. 12. Cocincefi Cocincmefi
193.I.22. oglio o!'»o#
201. I. 9. accommiatofi acomiatatou
^69- 1. 19. 266- *76«
555. I.22. perper per
418. 1. 9. delGovernador dal Govemador
419. I. 19. Fece fece
4(52.1. o-accoltavafi accodarvi fi
fecero
fece
degli fchiavi
invigilavanofuori
fci mi carré
borfa
feci •
tredici
demmoCuocoinvetriate.
Ifola
intere
fopraggiunwbarcajuolt
dieci
zucchero^
Nanyunfù.Nankinalti
"X
iftrKW*-.
ÌU
— r
* •