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MENSILE In caso di mancato recapito, inviare a CMP BOLOGNA per la restituzione al mittente che si impegna a versare la dovuta tassa ANNO XXXVI - N. 7/8 - 2013 - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma1, DCB - Filiale di Bologna Prova quarzi Braun T1000 Filtro passa banda per CW 6,00 NUMERO DOPPIO LUGLIO/AGOSTO 2013 n. 7-8 Tribander Ground Plane Un comb generator per le VHF/UHF FT-897D potenza di uscita regolabile FUNcube Dongle ProPlus Black wave for QRP

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Prova quarzi

Braun T1000

Filtro passa banda per CW

€ 6,00

NUMERO DOPPIO

LUGLIO/AGOSTO 2013n. 7-8

Tribander Ground Plane

Un comb generator per le VHF/UHF

FT-897D potenza di uscita regolabile

FUNcube Dongle ProPlus

Black wave for QRP

direzione tecnicaGIANFRANCO ALBIS IZ1ICI

graficaMARA CIMATTI IW4EI

SUSI RAVAIOLI IZ4DIT

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Iscrizione al R.O.C. n. 7617 del 31/11/01

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7-8/2013Luglio/Agosto

Sommario

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9 VARIE ED EVENTUALI

11 AUTOCOSTRUZIONE Un comb generator per le VHF/UHF di Luigi Premus

17 AUTOCOSTRUZIONE Semplice scrambler d’altri tempi di Francesco Mira

20 ANTENNE HF Crossed Loops Antenna - 3ª p. di Massimo Ancora

24 ANTENNE Tribander Ground Plane di Giuseppe Pomes

26 ANTENNE Un dipolo bibanda per le bande DX dei 20 e 17 metri di Luigi Premus

29 FILTRI Filtro passa banda per CW di Pierluigi Guerzoni

32 ACCESSORI Prova quarzi di Umberto Bianchi

34 ACCESSORI Provamicrofoni di Daniele Cappa

38 ACCESSORI Dalla segreteria telefonica al voice recorder di Onorio Cenni

42 COMPONENTI Led driver per 450 mA di Nico Grilloni

45 COMPONENTI Ricevitore VHF multibanda di Giuseppe Callipo

65 APPARATI-RTX FT-897D - Come regolare la potenza di uscita di Pietro Blasi

68 APPARATI - RTX Braun T1000 di Giuseppe Balletta

70 LABORATORIO-STRUMENTI Misuratore di campo Unaohm mod. 593B in avaria di Alessandro Gariano

72 A RUOTA LIBERA Collezionare tasti telegrafici e simili bagattelle... - 2ª p. di Vito Rustia

75 SDR FUNcube Dongle ProPlus di Pierluigi Poggi

79 RADIO-INFORMATICA A-APRS 2.0 di Claudio Parmigiani

86 RADIO-ASTRONOMIA Data-Logging con la scheda audio di un computer di Claudio Severi

88 L’ASPETTO TEORICO Il Rumore RF di Davide Cardesi

93 PER COMINCIARE Black wave for QRP di Alessandro Gariano

96 SURPLUS Alimentatore aggiuntivo per ricevitori Eddystone di Umberto Bianchi

100 RETROSPETTIVA Quando la TV aveva gli ingranaggi di Roberto Perotti

104 PROPAGAZIONE Previsioni ionosferiche di luglio/agosto di Fabio Bonucci

105 CORSO ELEMENTARE La televisione digitale -6ª parte di Giuseppe Puppo

11Rke 7-8/2013

Un comb generator per le VHF/UHF...ed un marker per le HF

G irando per i mercatini cu-riosando qua e là tra i va-ri banchetti del surplus

ho trovato ad un buon prezzo un oscillatore TCXO di frequenza 10.0000 MHz. Finito come tante cose comperate nel solito casset-to! Così quando me ne sono ri-cordato ho deciso di metterlo in uso per costruire un generatore di ‘pettine’ ovvero un ‘comb ge-nerator’. Che altro non è che un generatore di molte armoniche della frequenza base, nel mio ca-so di 10 MHz. Le armoniche ogni 10 MHz si estendono nello spet-tro di frequenza decrescendo in ampiezza fino a poco più di 800 MHz, Foto 1, permettono di fare delle tarature molto precise nel nostro shack, laboratorio ecc. Per assemblare tutto il circuito ho preferito ‘filarlo’ usando una ba-setta millefori, che ho sistemato in un contenitore di alluminio per avere anche una buona scher-matura.Vediamo come è costruito il comb generator osservando lo schema a blocchi di Fig. 1. Il TCXO: è l’oscillatore che è la parte più im-portante; PREAMPLIFICATORE: l’uscita sinusoidale dell’oscillato-re di circa 2 Vpp va ad un pre-

amplificatore con due transistor, un FET ed un BJT; FORMATORE: Il segnale amplificato va allo squadratore costruito con un cir-cuito integrato digitale TTL per avere un’uscita di onda quadra. COMB GENERATOR: il formato-re di impulsi veloci (spike) che genera uno spettro molto ricco di armoniche; OUT: partitore ed at-tenuatore di uscita.

Il preamplificatore

Sembra impossibile ma ho in-contrato non poche difficoltà per far diventare il segnale sinusoi-dale del generatore un’onda quadra buona per pilotare la lo-gica digitale (0/+5V). Il segnale dei 10 MHz è un’onda sinusoida-le, Foto 2, di circa 2 Vpp che esce dal TCXO accoppiato in alterna-ta, cioè non ha alcun riferimento di massa, se caricato cala di am-

piezza. Ho fatto diverse prove con circuiti più o meno validi, ma non soddisfacenti. Il soccorso è arrivato quando mi sono ricorda-to di un preamplificatore che di-versi anni fa ho costruito per un frequenzimetro digitale che sta ancora funzionando. Detto fatto, saldatore e stagno in mano, ho montato il circuito ‘a cespuglio’ sul banco, vedi Foto 3. La prova mi ha dato soddisfazione: con due transistor ed un circuito in-tegrato ho potuto ottenere un’on-

Fig. 1

Foto 2

Foto 1

AUTOCOSTRUZIONE

di Luigi Premus I1LEP

20 Rke 7-8/2013

L’antenna crossed loops

Gli elementi da 82 cm di diametro della Crossed Lo-ops sono costruiti con due spezzoni di tubo in rame lunghi 2,38 m da 6 mm di diametro (Fig. 21). Così co-me le reti di adattamento anche gli elementi loop de-vono essere isolati tra loro, pertanto prima di saldare i connettori che ne permet-tono la sostituzione, sono stati infilati su ogni elemen-to tre spezzoni di guaina

HF Crossed Loops AntennaLa teoria messa in pratica

3ª parte

ANTENNE

di Massimo Ancora IZ8DMS

Fig. 21

Fig. 22

termo restringente trasparente da 10 mm di diametro. Uno di questi sarà sistemato alla sommi-tà della circonferenza, gli altri due saranno ristretti a protezione

delle saldature dei con-nettori. Questi ultimi sono degli adattatori coassiali tipo UHF SO239 / RCA maschio, chiamati AD259, le loro robuste ghiere esterne in ottone, dal lato RCA, permettono una for-te saldatura (Fig. 22). Quattro ulteriori adattato-ri coassiali doppi maschi PL259 servono per con-nettere i due elementi lo-op al contenitore stagno in plastica quadrato 100 x 100 mm (Fig. 23) che porta sui quattro lati i clas-sici connettori flangiati SO239 avvitati con sedici

viti in ottone da 3 x 15 mm (Fig. 24). Nel disegno di figura 25 è riportato il suo piano di foratura; si può notare la piccola differen-za di quota (4 mm) tra le due cop-

Fig. 23

Fig. 24

29Rke 7-8/2013

FILTRI

Filtro passa banda per CWAnalisi al simulatore e realizzazione

di Pierluigi Guerzoni IZ4AKO

Premessa

Negli ultimi contest in CW ho no-tato che ero penalizzato dalla stretta vicinanza delle varie sta-zioni. Ho speso parecchio tempo per analizzare il problema e un possibile intervento. Occorre una piccola premessa.Il mio ricetrans è il TS440S. E’ un tripla conversione con filtro CW a 500Hz. Quando è isoonda con il corrispondente genera il batti-mento a 800Hz: se la stazione A trasmette a 7010kHz e anche io sono sintonizzato a 7010, dall’al-toparlante esce una nota a 800Hz esatti. Se, contemporaneamente alla stazione A, trasmette una sta-zione B a 7010,3kHz, quindi solo 300Hz più in alto, dall’altopar-lante esce la nota a 800Hz di A e la nota a 1100Hz di B. Nei contest le bande sono molto affollate e i corrispondenti usano filtri molto stretti per cui bisogna assoluta-mente essere isoonda e concen-trati a capire se la stazione che intendiamo collegare ci sta ri-spondendo. Ovviamente in uno scenario dove interessa la stazio-ne A, per la legge di Murphy di solito con segnale basso, se si ascolta anche la stazione B con segnale più alto è molto più dif-ficile portare a casa il punto.Il problema è risolvibile con un filtro che selezioni solo la stazio-ne A, quella che è isoonda.Più i filtri sono a monte meglio è però è chiaro che separare due stazioni distanti tra loro solo 200-300Hz non è fattibile direttamen-te sul segnale proveniente dalla antenna. Si potrebbe pensare di

lavorare su qualche stadio a fre-quenza intermedia, ma con no-tevoli difficoltà.La soluzione più semplice e an-che meno invasiva è quella di la-vorare direttamente sul segnale audio.

Progetto

Il progetto che vado ad illustrare non è niente di nuovo, tuttavia come elemento di novità vorrei spendere più tempo sul tool di simulazione che, opportuna-mente istruito, può essere usato per progettare filtri con caratte-ristiche diverse da quello in esa-me.Il simulatore usato è LTSPICE(1), di uso gratuito, liberamente sca-ricabile dal sito della LINEAR TECHNOLOGY. Personalmente

consiglio di leggere l’ottimo tuto-rial scritto dal radioamatore DG-8GB(2) che, a mio avviso, rappre-senta la via più breve per usare il simulatore.Il fatto che il prodotto sia offerto da una casa di componenti elet-tronici non deve far pensare che la libreria sia limitata solo ai com-ponenti di quella casa. Di fatto il motore è SPICE e i modelli dei componenti si trovano pratica-mente dappertutto. A chi volesse approfondire l’uso del simulatore consiglio anche l’iscrizione al gruppo YAHOO dedicato.Presso il sito della redazione è possibile scaricare il file FILTRO-PASSABANDA-IZ4AKO.zip che contiene tre sottoarchivi. Il pro-getto SPICE si trova nel file MFBP-LTSPICE.ZIP. Dopo averlo scompattato in una cartella si deve aprire con LTSPI-

Fig. 1

Rke 7-8/201338

Dalla segreteria telefonica al voice recorderUn accessorio utile durante i contest

Premessa

Nei mercatini per OM capita spesso di trovare delle occasioni a prezzi vantaggiosi per acqui-stare accessori utili all’attività ra-dioamatoriale. Recentemente, in uno di questi mercatini, ho avuto modo di comprare, per pochi eu-ro, una segreteria telefonica di-gitale, nuova e di piccole dimen-sioni. Il mio intento era quello di poterla utilizzare per le mie radio come dispositivo di chiamata au-tomatica. E’ noto infatti la como-dità di avere un Voice Recorder in grado di sostituire la viva voce dell’operatore quando si svolge attività sulle bande VHF e supe-riori dove, purtroppo, c’e poco traffico, oppure in HF, o durante i contest.La segreteria marcata CRIMP – DENMARK mod. Play-it 8110 è provvista di marcatura CE, ed è contenuta in un robusto conteni-tore metallico a basso profilo, verniciato di bianco delle dimen-sioni di mm 137 x 124 x 32 (foto 1). La costruzione è altamente professionale in quanto fa uso di componenti di ottima qualità e di note marche. Il circuito stampato è a doppia faccia con fori metal-lizzati ed è serigrafato oltre che verniciato con una sostanza pro-tettiva trasparente; un esecuzio-ne di questo tipo presuppone pregevoli risultati in termini di qualità vocale. Il cuore del circu-ito della segreteria è l’integrato

ISD 1416P che si trova montato quasi al centro dello stampato ed ha come contorno diversi circui-ti intergrati dedicati alla gestione delle sue principali funzioni (foto

2). Il pannello frontale si presen-ta nel seguente modo; partendo dal lato sinistro vi è una presa te-lefonica a quattro contatti, un pulsante PLAY con relativo LED

ACCESSORI

di Onorio Cenni I4CIV

Foto 1

Foto 2

Rke 7-8/2013 45

COMPONENTI

Ricevitore VHF MultibandaUna mini radio in un chip…

di Giuseppe Callipo IK8YFW

Introduzione

Molti ricorderanno le fortunate serie di circuiti integrati che per-mettevano di realizzare, con po-chi componenti, completi ricevi-tori AM/FM e ad onde corte. Di-versi costruttori: Philips, Motoro-la, Sony, Toshiba, hanno realiz-zato diverse serie di chip basati su schemi classici di ricevitori su-pereterodina, che comprendeva-no tutti gli stadi necessari alla ri-cezione di segnali in modulazio-ne di frequenza ed ampiezza, destinati alla produzione di mas-sa, ed a basso costo, di ricevitori tascabili, ma con caratteristiche di tutto rispetto.Ripercorrendo una breve croni-storia di questi circuiti, ricordia-mo alcune pietre miliari assolute protagoniste di diverse realizza-zioni, molto valide, che ritorne-ranno alla memoria di diversi let-tori. Allora, vediamoli!Il TBA120S originariamente co-struito da Siemens, realizzava un amplificatore IF & detector TV FM disponibile dall’inizio degli an-ni ‘70 e fino alla metà degli an-ni '80, veniva usato con succes-so anche per la demodulazio-ne della SSB&AM, avendo il mixer accessibile. Successiva-mente anche altre case, come Philips e Telefunken produsse-ro il chip per l’utilizzo all’inter-no dei propri televisori. Philips lo mantenne a catalogo fino al-la fine degli anni '90, infatti l’ul-timo datasheet disponibile è del 1996.Quindi, se i primi tentativi si orientavano a concentrare nei chip solo alcuni degli stadi di un

ricevitore, il TCA440, sempre de-gli anni ‘70 e disponibile fino al-la fine degli anni ‘90 (molto ver-satile), include uno stadio RF con AGC, un mixer bilanciato, un oscillatore ed uno stadio IF. Que-sto IC è stato utilizzato con suc-cesso in molte realizzazioni di ra-dio per OM&CB. Anche se ora non è più prodotto, è disponibile sul mercato l’equivalente: A244D.Finalmente nel 1983 arriva la prima serie TDA7000 che sarà prodotta fino al 2004 da Phi-lips, quindi a metà degli anni ’90 la fortunata serie TDA 7088 ancora oggi prodotta, ma pur-troppo non più da Philips: infatti, quando nel 2006 nasce la NXP, come divisione della Philips de-dicata allo sviluppo di nuove tec-nologie RF, all’analisi dei segnali ed altro ancora, si assiste ad uno svecchiamento dei prodotti a ca-talogo. Data la diffusione e la ri-chiesta di pezzi di ricambio ed i crescenti investimenti delle fab-briche orientali nel settore dell’elettronica, riusciamo anco-ra oggi a trovare i cloni della for-tunata serie TDA 7XXX. In parti-colare, le produzioni asiatiche del chip TDA7088T compaiono sul mercato con le seguenti no-menclature equivalenti: SC1088/SA1088, CD9088, D7088 ed YD9088ID Nome del produttoreCD9088 Wuxi China Resources Semico

Co.,Ltd SC1088/SA1088 Hangzhou Silan Microelectro-

nics CO.,LTD.YD9088 WuXi YouDa Electronics Co.,

LtdD7088 SHAOXING SILICORE TECH-

NOLOGY CO.,LTD

Tutti i chip sono equivalenti: tutti riportano le medesime informa-zioni disponibili sulla specifica originale di Philips. In questo ar-ticolo vedremo la versatilità di questi chip, che vanno ben oltre le caratteristiche dichiarate nei datasheet. Dopo questa dovuta introduzio-ne, veniamo all’oggetto dell’arti-colo: qualche tempo fa, acqui-stando un prodotto casalingo, trovai in regalo una miniradio per ricevere la FM, ricordo che rima-si colpito dalla stabilità ed il mi-nimo consumo. Ovviamente mi interessai subito all’oggetto: aperto il contenitore, compaiono pochi componenti attorno al chip CD9088. Era una di quelle radio-line gadget, alimentate da un pa-io di pilette all’ossido di argento: un gadget tipicamente usa & get-ta!Effettuando un po’ di ricerche, ho iniziato a pensare come riutiliz-zare i componenti, per realizzare qualcosa di più interessante per il nostro hobby. Ed ecco, allora, dopo qualche settimana la pic-cola radiolina trovata in uno shampoo, si trasforma in un rice-vitore VHF a quattro bande che copre da 80 MHz a circa 170 MHz, dotata di squelch automa-tico, selettore per la larghezza di banda WFM, NFM, e sintonia elettronica.La radio è stata completamente ricostruita avendo modificato gran parte del circuito originale: la parte di sintonia, di filtraggio, front-end ed alimentazione, pra-ticamente è stato riutilizzato il so-lo controllo di BF. Il nuovo ricevi-tore, necessitando di ulteriori co-

50 Rke 7-8/2013

Nel 70° anniversario dell'affon-damento della Regia Corazzata ROMA, l'Associazione Radioa-matori Marinai Italiani con il con-senso dell'A.R.I. ed il patrocinio dell'Associazione Regia Nave ROMA, organizza l'award "Regia Corazzata Roma".

Corazzata Roma

Costruita ed allestita a Trieste ed entrata in servizio il 14 giugno del '42, lasciò il 21 agosto il porto di allestimento per trasferirsi a Ta-ranto. Qui giunta, entrò subito a far parte della 9ª Divisione Nava-le. Sino al novembre del '42 ri-mane a Taranto effettuando usci-te per addestramento al tiro diur-no e notturno. Il 13 novembre si trasferì a Napoli dove, nei giorni 3 e 4 dicembre, aprì il fuoco con-tro aerei nemici abbattendo-ne, probabilmente, uno. Il 7 dicembre fu dislocata a La Spezia e quindi, il 12 febbraio '43, a Genova dove si trattenne sino al giorno 20.Tornata a La Spezia riprese le esercitazioni. Il 5 ed il 23 giugno '43, durante due massici attac-chi aerei, fu colpita da bombe che le produssero danni abba-stanza sensibili per la cui ripara-zione l'unità fu costretta, il 1° lu-glio, a portarsi a Genova ove le avarie vennero riparate. Rientrò a La Spezia il 13 agosto. In se-guito alla conclusione dell'armi-stizio, il 9 settembre la Corazzata Roma, Nave ammiraglia del Co-mandante in Capo della Forze Navali, Ammiraglio Carlo Berga-mini, lasciò La Spezia per Malta. Nelle acque del Golfo dell'Asina-

ra (Sardegna), alle ore 16,00 circa, venne colpita da due bombe razzo sganciate da ae-rei tedeschi.Una bomba esplose presso la murata di dritta e l'altra sul tor-rione. La Corazzata Roma, per l'allaga-mento dei locali, per gli effetti dell'esplosio-ne dei depositi muni-zioni prodieri e per l'azione degli incendi che la de-vastavano, dopo essersi notevol-mente sbandata, si spezzò in chi-glia e affondò divisa in due tron-coni. Ingentissima fu la perdita di vite umane, 1393 marinai fra le quali quella dello stesso Coman-dante in Capo, Ammiraglio di Squadra Carlo Bergamini, e del Comandante della Corazzata Roma, Capitano di Vascello Ado-ne Del Cima.Punto presunto dell'affondament-o: Latitudine 41°10' Nord, Longi-tudine 008° 00' Est.Ai sensi amministrativi la Coraz-zata Roma venne radiata dal quadro del naviglio militare con decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 18 ottobre 1946.Nel breve periodo del suo servi-zio, la Corazzata Roma effettuò otto missioni per trasferimento e dodici per esercitazioni.

Percorse 2492 miglia in 133 ore di moto, consumando 3320 ton-nellate di nafta. Fu inattiva per lavori ed altre cause per 63 gior-ni.L'ARMI e l'ARI e con il patrocinio dell'Associazione Regia Nave Ro-ma, vuole ricordare l'avvenimen-to e portare a conoscenza del mondo radiantistico il sacrificio

fatto dai marinai italini periti du-rante la II Guerra Mondiale.

RegolamentoL'award è valido dalle ore 00:01 del 1 settembre 2013 sino alle ore 23:59 del 9 settembre 2013.Saranno attive le seguenti stazio-ni speciali:

IRØMA (Roma, da cui prende •il nome);II3ROMA (Monfalcone dove la •nave è stata costruita e vara-ta);II7ROMA (Taranto, dove la na-•ve venne consegnata alla Ma-rina);II1ROMA (La Spezia, dove la •nave venne danneggiata da bombe sganciate da aerei americani);IR1OMA (Genova, nel cui ar-•senale venne riparata dopo il bombardamento americano);IIØROMA (Il golfo dell’Asina-•ra, dove la nave è stata affon-data dalla Luftwaffe);

EA6ROMA (Minorca, nelle •isole Baleari, dove furono in-ternati in prigionia i supersti-ti).

Sono consentiti i seguenti modi di emissione: CW - SSB – DIGI (PSK31 – RTTY)Sono valide tutte le bande HF, secondo il Band Plan IARUIl Diploma andrà richiesto all'

Award manager: IT9MRM Alber-to Mattei [email protected] richieste per il diploma do-vranno pervenire non oltre il 30. 09. 2013.Eventuali informazioni in merito alle stazioni partecipanti ed al di-ploma possono essere prelevate dal sito ufficiale dell’A.R.M.I.

http://www.assoradiomarinai.it

65Rke 7-8/2013

FT-897D - Come regolare la potenza di uscitaOvvero come ottenere meno di 5 W

Premessa

Torno ancora a parlare dell’FT-897D della Yaesu che è ritenuto al momento tra i più diffusi RTX Multi-banda e certamente tra quelli che presentano le migliori performances anche sulle fre-quenze “alte” (VHF e UHF).Come da specifiche, la potenza di uscita proprio sulle VHF, arriva a circa 50W (25W in UHF)… ed è vero. Ma il problema è la po-tenza minima …settabile dal me-nu a 5W. Perché è un proble-ma?L’utilizzo dell’apparato abbinato ad un amplificatore lineare (det-to anche P.A. cioè Power Ampli-fier) è tranquilla ed “indolore” quando quest’ultimo è del tipo a “transistor” in quanto, specie quelli più moderni, accettano potenze di pilotaggio dell’ordine di 7W … 15W o più, spesso ad-dirittura programmabile. Quan-do invece l’amplificatore è a valvola/e e non recentissimo, i 5W minimi dell’apparato posso-

no essere troppi e c’è il rischio che nella/e valvola/e scorra trop-pa corrente in G1 (griglia con-trollo); ciò comporta un anda-mento non del tutto “lineare” dell’amplificatore producendo “splatter”, distorsioni, larghezza di banda eccessiva e comunque disturbi e fastidi per chi si trova ad operare su frequenze anche non vicinissime alla nostra emis-sione; mi riferisco alla famiglia di amplificatori più diffusa cioè quelli che utilizzano valvole di ti-

APPARATI-RTX

di Pietro Blasi I0YLI

Fig. 1

Rke 7-8/201368

APPARATI-RTX

BRAUN T1000Aggiungiamo un filtro di antenna

di Giuseppe Balletta I8SKG

Premessa

Questo lavoro, che mi accingo a descrivere per i lettori di RK Elet-tronica, sembrerà quasi super-fluo per un apparato di tal gene-re e di tal livello qualitativo.Ma, c’è sempre un ma su tutto, anche su un apparecchio che è stato una ICONA nella storia de-gli apparecchi Radio Portatili con copertura continua delle gamme dai 150 kHz ai 30 MHzUn attento ascoltatore delle onde corte, allorquando esplora le gamme, si accorgerà che tale apparecchio, nel traffico attuale, presenta qualche problema a causa dei ripetitori in FM 88-108 che devastano, con le notevoli potenze impiegate, le gamme delle onde corte degli apparec-chi costruiti negli anni ’60, tranne quelle di qualche rara eccezio-ne.Il Braun T1000 presenta dei pro-blemi di intermodulazione, e in particolare modo per chi risiede in città, sulle ultime tre gamme, e cioè sulle frequenze dai 12 MHz ai 30 MHz ove le broadcast in FM entrano, con segnale spu-rio, senza pudore a disturbarne l’ascolto.Negli anni ’60 questi inconve-nienti non esistevano in quanto le frequenze FM 88 – 108, in Ita-lia, erano riservate ai soli tre pro-grammi RAI, che, peraltro, ave-vano emissioni di relativa bassa

potenza di emissione.Inoltre il ricevitore presen-ta frequenza immagine fra i 16 MHz e i 18 MHzL’apparecchio sarebbe stato perfetto se avesse avuto uno stadio in più co-me amplificatore accordato in al-ta frequenza.In tale caso sia le stazioni in FM che la frequenza immagine avrebbero avuto una vita molto difficile nei confronti del BRAUN T1000. La sensibilità dell’apparecchio è ottima, con buona selettività, e buon comportamento del C.A.V. (Controllo Automatico di Guada-gno).

Descrizione del filtro e del montaggio

A questo punto ho ritenuto op-portuno costruire, per il mio ap-parecchio, un filtro Passa-Basso (vedi schena elettrico) da inseri-re fra l’antenna a stilo per le onde corte e l’ingresso dell’apparec-chio sì da attenuare abbastanza bene i disturbi sopra menzionati, senza assolutamente alterarne la sua integrità.

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Qualche esempio di possibile collezione

Giusto per dare un’idea di quel‑li che potrebbero essere dei “fi‑loni di ricerca”...I tasti militari americani della “serie J”Realizzare una collezione il più possibile completa di tasti della “serie J”, costruiti nel periodo dal‑la Prima Guerra Mondiale alla Guerra di Corea, dà sicuramen‑te soddisfazione e non è nemme‑no troppo difficile, sia perché molti di essi sono già giunti in Eu‑ropa e anche in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, sia perché furono realizzati in gran‑di quantità e sul mercato ameri‑cano se ne trovano facilmente a ottimi prezzi. In questo caso na‑turalmente occorre mettere in conto le spese di spedizione e la dogana...Non tutti questi tasti sono però egualmente reperibili: mentre i classici modelli a pianta ovale (ti‑po J‑37 e suoi derivati con ag‑giunte di basi, carter ecc.) sono piuttosto facili a trovarsi, quelli più antichi come il J‑3 o il J‑6, e quelli speciali come il J‑51 per le segnalazioni luminose non ven‑gono proposti in vendita tanto frequentemente, e di solito rag‑giungono cifre abbastanza alte.Chi volesse saperne di più su questi tasti può cominciare dal mio articolo (ah, ancora il vizio dell’autocitazione!) “Born in the USA” pubblicato in due parti su

RadioKit Elettronica di ottobre e novembre 2008, o cercare di re‑perire il compendioso libro di Larry Nutting: “J‑Series Telegra‑ph Keys of the U.S. Army Signal Corps.”, pubblicato nel 1993 di‑rettamente dall’Autore, che con‑tiene informazioni dettagliatissi‑me su tutte le tipologie note di tasti militari statunitensi della “se‑rie J”.

I tasti militari britannici WT 8AMPAnche una collezione di questi tasti può dare soddisfazione e ac‑crescersi con facilità e spesa li‑mitata, dato che si tratta di tasti tecnicamente raffinati (ben più di quelli americani!) ma piuttosto comuni, prodotti in molti esem‑plari e soprattutto in numerosis‑sime varianti, ancorché spesso marginali. Si ritiene che ne siano

state realizzate oltre cento versio‑ni, ad opera di venti costruttori di sei diverse nazioni (Gran Breta‑gna, Stati Uniti, Canada, Austra‑lia, Nuova Zelanda, Sud Africa). Insomma, se si vuole averle tutte, c’è un bel daffare!In ogni caso le tipologie di base sono limitate (fig. 4), e tra queste diciamo che quella “a tre ponti” è la più raffinata tecnicamente, mentre quella in lamiera ripiega‑ta della canadese Westclox è si‑curamente la più rozza (che per un oggetto destinato alla guerra non è necessariamente un difet‑to) ma anche tra le meno reperi‑bili.Chi volesse approfondire sappia che il tasto WT 8AMP è stato og‑getto di vari articoli pubblicati sulla rivista specialistica Morsum Magnificat (MM), che ha cessato le proprie pubblicazioni nel

Fig. 4 - Quattro tipologie di base dei tasti britannici WT 8AMP. Da sinistra: n° 2 MK II (W.E.R., Londra); n° 2 MK III completamente in bachelite leva compresa (fabbricante non definito); n° 2 a tre ponti (TMC, Londra); di costruzione americana in lamiera ripiegata (Westclox, Canada).

Collezionare tasti telegrafici e simili bagattelle...Consigli per chi comincia...

Seconda parte

A RUOTA LIBERA

di Vito Rustia, IZØGNY, IQRP 656

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A-APRS 2.0“Migliorie, aggiunte e ottimizzazioni per rendere A-APRS un oggetto “tuttofare”, pseudo-multitasking, non orientato solamente al mondo APRS.”

di Claudio Parmigiani IZ2FER

RADIO-INFORMATICA

N el numero di dicembre 2012 di questa rivista ho presentato un progetto

per la trasmissione automatica dei beacon APRS tramite uno o più server APRS-IS usando Ardu-ino Uno abbinato al suo Shield Ethernet.Dato che però Arduino risultava secondo me un po’ sottoutilizzato ho ritenuto opportuno aggiunge-re altre funzionalità, in particola-re:

WEB SERVER che riporti i valo-•ri letti dalle linee analogiche e molte altre informazioniWATCHDOG per monitorare a •intervalli regolari lo stato di una linea digitale, con notifica via e-mail di un eventuale cambio di stato TERMOSTATO, ossia un con-•trollo a intervalli regolari di una linea analogica e conseguente azionamento di una linea digi-tale in funzione del valore let-toPUBLIC IP MONITOR per con-•trollare periodicamente l’indi-rizzo IP pubblico assegnato al vostro modem/router ADSL e notificare via e-mail eventuali variazioniIrrobustimento delle procedu-•re di query DNS per evitare switch tra i server APRS-IS non dovuti a vere irraggiungibilità dei server stessiImplementazione di contatori •di utilizzo dei server APRS, DNS, pagine web etc.

Autenticazione al server SMTP •mediante codifica BASE64Controllo attivo dello stack •TCP/IP per correggere even-tuali problemi di connettività.

I servizi principali sono attivabili/disattivabili dall’utente in fase di compilazione in modo da garan-tire la massima flessibilità nell’uti-lizzo. Vediamo come è stato pos-sibile integrare tutte queste fun-zioni con l’aiuto di un diagramma di flusso (Fig. 1)Dopo la fase di inizializzazione Arduino esegue la void loop()

che come si può immaginare è costantemente in esecuzione. Dato che le operazioni che vo-gliamo gestire sono scadenzate nel tempo avremo che in questa funzione esisteranno dei “trig-ger” che decideranno se è tempo di eseguire una delle funzioni di-sponibili.Il servizio di web server invece viene ingaggiato al termine di ogni loop, senza alcun vincolo temporale. Questo ha un effetto di pseudo-multitasking: all’apparenza sembrerà che il web server sia sempre in esecuzione.Perché questo effetto sia credibi-le è essenziale che le funzioni scadenzate siano il più brevi pos-sibile. Durante l’esecuzione di ta-li funzioni infatti il web server ri-sulterà “sordo” ad ogni richiesta. Quindi: niente calcoli delle cifre del Pi greco tra un beacon e l’al-tro ma piuttosto controlli basici di stati di linee digitali/analogiche (ad esempio per accendere/spegnere delle ventole su base temperatura, o attivazione di im-pianti di irrigazione, accensione luci su base luce ambientale, ter-mostati, controllo tende da sole elettriche in funzione della lumi-nosità etc.).Prima di descrivere le aggiunte al codice vorrei descrivere le mi-gliorie apportate alle query DNS dato che esse impattano diverse funzioni.

Arduino e l’affaire DNSIl servizio DNS (Domain Name Server) nasce per risolvere gli in-dirizzi mnemonici (URL) dei siti internet che vogliamo visitare in indirizzi IP. Questi indirizzi IP ri-sultano comprensibili ai vari rou-ter nel mondo e mediante delle regole di routing appropriate ci consentono di raggiungere i no-stri siti preferiti. Il servizio DNS risparmia quindi a noi umani di ricordare sequen-ze di numeri invece dei più co-modi indirizzi come, ad esempio, www.radiokitelettronica.it.Fig. 1

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Foto 11 Foto 12

P arliamo adesso dei modu-latori digitali DTT. Il mer-cato offre una vasta gam-

ma, personalmente ho scelto quattro modelli che ritengo siano i più belli come rapporto prezzo / prestazioni. Cominciamo con il modello IKUSI foto 11 e foto 12. La IKUSI produce due modelli: uno con due ingressi video e re-lativi audio e l'altro con quattro ingressi video e relativi audio. Tutti i modelli offerti sul mercato hanno un ingresso video e due audio, questo per dare la possi-bilità di usarli in modo stereo / duale / mono / Joing Stereo, ecc. il modello della foto 12, come si vede ha quattro video e natural-mente quattro audio relativi. I vantaggi di questo tipo di modu-li è di avere il programmatore a bordo, per cui non necessità nes-sun collegamento ad un compu-ter esterno di programmazione, ma basta navigare con i relativi pulsantini presenti sul lato dell'ap-parecchio e leggere sul display i dati da noi inseriti. Metteremo dunque sull'ingresso video la no-stra telecamera (o qualsiasi altra fonte) i relativi audio e il gioco è

La televisione digitaleCosa offre il mercato

Sesta parte

di Giuseppe Puppo IW2AQB

CORSO ELEMENTARE

fatto. Si può programmare anche l'LCN (List Control Network) e cioè su che numero di canale del televisore vogliamo avere il no-stro MUX.Parliamo adesso del modello del-la LEM e precisamente il DM 200 foto 13. Questo modulatore DTT ha il programmatore a bordo per poter programmare tutti i para-metri necessari al suo funziona-mento senza necessità di compu-ter esterni. Inoltre il programma inserito consente la navigazione rapida e precisa. Tutti i parametri da noi scelti vengono rappresen-tati su un ampio display (FEC - INT. GUARDIA - NUMERO POR-TANTI - COSTELLAZIONE - BAN-DA 6/7/8 MHz - LCN da 1 a 999 ecc. ecc.). L'unico inconvenien-te, se così vogliamo chiamarlo, è la limitazione dei canali d'uscita che vanno da E05 a E12 (Banda III) e da E21 a E69 (UHF) perciò non consente la copertura conti-nua mancando così i canali di Banda S e YPER. Comunque non è un grosso problema in quanto si troverà senz'altro un canale vuoto dove alloggiare il nostro MUX. Il grande pregio di questo

modulatore è il suo costo molto contenuto con la possibilità di es-sere alloggiato in qualsiasi parte molto facilmente. Naturalmente questo modello ha solamente un ingresso video e due audio. Que-sto modulatore è reperibile, co-me detto prima, presso Antenna Club e Antenna Plus.Altro modello interessante è quel-lo della SR SYSTEMS.DE che for-nisce o il Kit montato o le piastri-ne da montare. Bisogna specifi-care però se si vuole montare un modulatore DTT/DVBC/DVBS.La foto 14 mostra il Kit montato che è quello della www.d-atv-org che viene completamente as-semblato in un mobile con varie frequenze di uscita a scelta (fino a 1 GHz - banda 1,2 GHz - ban-da 2,4 GHz - Banda 5 GHz - ecc.). Nel caso della foto 14 il modulatore è in QPSK con po-tenza di uscita di ½ watt e fre-quenza d'uscita programmabile da 1150 a 1400 MHz. La foto 14a mostra il MUX d'uscita con l'ETL Rodhe & Schwarz.L'ultimo modello che vi presento è quello della TECNOROLL BMB di Vedano Olona (VA). Questo per noi radioamatori è il più ver-satile in quanto può essere pro-grammato per trasmettere in QP-SK (SAT) QAM (cavo) o DTT (Di-gitale Terrestre) per cui dispone

Foto 13

Foto 14