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FrancescoCarini Di Pace e di Armonia

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Di Pace e di Armoniadi Caterina Pellitta

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Le opere che presentiamo nella mostra corrente sono quelle di un artista, Francesco Carini, scomparso ormai da molti decenni ed i cui lavori sono oggi conservati alla Galleria d’Arte Moderna di Milano ed al Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio.

La sua arte, dunque, non ha bisogno di ulteriori riconoscimenti, sebbene necessiti di una riscoperta e di uno studio maggior-mente approfondito vista l’importanza che riveste per la pittura di paesaggio, in particolare in ambito lombardo.

Egli infatti, nato a Sondrio nel 1883, costituisce un importante percorso di sviluppo della corrente del Naturalismo Lombardo che si affermò nella seconda metà dell’800. Nei primi decenni del ‘900 Francesco Carini ne diventa uno dei più importanti ere-di, dipingendo in particolare i paesaggi della Valmalenco, nel cuore della Valtellina e il piccolo comune di Caspoggio, paese incastonato nelle Alpi al confine con la Svizzera.Questi posti incantevoli, frequentati da Carini inizialmente come luoghi di vacanza, vennero da lui eletti a dimora stabile e amati a tal punto da diventare soggetto quasi esclusivo dei suoi dipinti.La formazione di Carini avviene a Milano presso un importante pittore e decoratore dell’epoca di cui frequenta i corsi all’Acca-demia di Brera: è Giuseppe Palanti, vero maestro della Belle Époque, ricordato per alcuni illustri ritratti (tra cui quello di Be-nito Mussolini, dei Reali italiani e di papa Pio XI) e famoso per essere stato il cartellonista di molte opere alla Scala di Milano (tra le quali Madama Butterfly di Giacomo Puccini).

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Dunque, muovendosi da una base molto accademica per soggetto e composizione, egli sviluppa uno stile molto personale e riconoscibile, a partire dalla scelta e dalla stesura del colore.

Un cromatismo naturale ed elegante, quello di Francesco Carini, caratterizzato da una pennella-ta inizialmente compatta ma che tende a frammentarsi sempre più, rivelando densi impasti ma-terici. Questa sua caratterizzazione attraverso l’uso del colore lo rende un interessante esempio di naturalista lombardo con velature impressioniste. Ciò gli frutta da subito un certo successo che si concretizzerà sia in mostre personali presso importanti gallerie sia con la partecipazione ad alcune importanti esposizioni milanesi collettive. Il successo è anche di pubblico (soprattutto del nord Italia) che riconosce nei panorami prediletti da Carini le proprie vedute alpine e noti scorci rurali, spesso luoghi privilegiati per le vacanze.

Le immagini preferite dall’artista sono quelle quotidiane, di tranquilla vita contadina anche se l’e-lemento umano in alcuni dipinti scompare del tutto per lasciare spazio alla silenziosa e possente natura delle Alpi: le sue cime innevate, i suoi paesaggi, i suoi boschi. Negli scorci di paese si avverte il segno discreto del passaggio dell’uomo rivelato dalle bianche case con rustici steccati, ma sempre presenti sullo fondo i paesaggi montani.

L’immagine, sebbene rimanga ancorata alla verità della resa, non risulta mai essere banale o retorica poiché intrisa delle emozioni dell’artista che però non si fa dominare da esse, padroneg-giandole con una grande capacità tecnica e formale. Le forme nei dipinti di Francesco Carini paiono nascere dai colori e svilupparsi in un’armoniosa composizione e mistura che crea nuove sagome con la luce. Viene voglia di passeggiare e perdersi nei sentieri delle sue montagne, di camminare sulla spiaggia da lui dipinta durante un pomeriggio a Cavi di Lavagna e di annusare i candidi fiori recisi immersi nell’acqua dell’etereo recipiente.

Tutto in queste opere è disteso ed evanescente, riusciamo a tanti anni di distanza anche noi a percepire cosa spinse l’artista a trasferirsi in questi luoghi e a farne per sempre la sua casa.

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CASE CON PRATO OLIO SU TELA 72X93 anno 1944

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CASA IN CASPOGGIO OLIO SU TELA 72X93 anni 40

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CASETTE AL SOLE OLIO SU TAVOLA 47X41anni 40

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CAVI DI LAVAGNA OLIO SU TAVOLA 43X58 anni 40

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FIORI DI MELO OLIO TAVOLA 41X37 anni 40

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MONTAGNE INNEVATE OLIO SU TELA 65X86 anni 40

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VALTELLINA OLIO SU TELA 91X136anni 40

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BOSCO CASPOGGIO -OLIO TAVOLA 52X62 anno 1948

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Biografia

Francesco Carini(Sondrio 1883 - Sondrio 1959)

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Nato a Sondrio nel 1883, Francesco Carini è stato allievo a Milano del pittore, decoratore e caricaturista Giuseppe Palanti (1881-1926), inse-gnante dal 1907 alla Reale Accademia di Belle Arti e dal 1923 alla Scuo-la di decorazione a Brera.Frequentatore assiduo della Valmalenco durante le vacanze, si stabilisce infine stabilmente a Caspoggio, riadattando una vecchia casa di sua proprietà di cui provvederà a disegnare e a realizzare personalmente anche l’arredo e la fontana del giardino.Nel corso degli anni Quaranta tiene a Milano diverse personali, alla Gal-leria Balzani nel 1943, alla Galleria Internazionale nel 1949 e alla Galle-ria Gavioli sempre nel ’49.Alcune sue opere sono oggi conservate alla Galleria d’Arte moderna di Milano e al Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio, ma, per la maggior parte, le sue opere sono disseminate in diverse collezioni priva-te valtellinesi.L’opera di Carini - ancora poco conosciuta e studiata malgrado l’indubbio rilievo che essa riveste per la pittura di paesaggio in ambito provincia-le e regionale - costituisce un tentativo di sviluppo della tradizione del realismo naturalista lombardo della seconda metà dell’Ottocento che ha il suo capostipite in Filippo Carcano e i suoi più esponenti più noti in Leonardo Bazzaro, Eugenio Gignous, Francesco Gola, Enrico Filippini e Uberto Dell’Orto.Di una tale tradizione Carini è nella prima metà del ‘900 in Valtellina un epigono robusto, quanto appartato e solitario. E’ la Valmalenco rurale, e soprattutto l’ambiente naturale e umano di Caspoggio, quello che emer-ge nei suoi quadri come soggetto paesistico d’elezione.Sulla base di una matrice piuttosto accademica nell’impianto compositi-vo, Carini sviluppa un cromatismo volto alla resa del dato naturale con una pennellata all’inizio compatta e a vaste campiture piatte di colore, quindi sempre più mossa e sfrangiata con impasti densi e materici, parti-colarmente efficaci ed espressivi negli scorci rurali.

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