Frammenti di storia geologica Come è cambiata...

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Illustrazioni paleogeografiche tratte e ridisegnate da: Alfonso Bosellini “Storia Geologica d'Italia, Gli ultimi 200 milioni di anni” Zanichelli, 2005. Mappe della deriva dei continenti: Ron Blakey, NAU Geology Superiore Superiore Superiore Inferiore Inferiore Medio Medio Medio Triassico Giurassico Cretacico Paleocene Paleogene Eocene Oligocene Cenozoico Mesozoico Miocene Pliocene Neogene Quaternario* Milioni di Anni Era Olocene Pleistocene Epoca Periodo Inferiore 70 75 80 85 95 100 105 1 10 1 15 120 125 130 135 140 90 145 150 155 165 170 175 180 185 190 195 200 205 210 160 215 220 225 235 240 245 250 230 5 0 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 Durante il Pliocene la penisola italiana aveva acquisito già la direzione di allungamento e la posizione odierna. Le Alpi e l'Appennino terminavano a contatto con il mare, dove una fitta trama di arcipelaghi e isolotti emergeva da fondali marini più profondi e meno profondi. In Emilia-Romagna affiora una potente successione di rocce argillose, spesso molto fossilifere, che testimonia l’estensione dei fondali marini del vasto mare padano, le cui coste bordavano le prime alture appenniniche. Queste argille sono state coinvolte dai più recenti sollevamenti orogenetici, incorporate così nelle ultime propaggini della catena montuosa, e oggi formano ampi e spettacolari calanchi . Cenozoico (dal greco cainòn=recente e zòon=essere vivente) Frammenti di storia geologica Durante il Triassico, tra 250 e 200 milioni di anni fa, le terre emerse erano riunite in un unico grande continente, chiamato Pangea, circondate da un vastissimo oceano, detto Panthalassa. Una grande insenatura oceanica, la Tetide, separava Pangea in due parti: Eurasia a nord e Gondwana a sud. Il clima era caldo, con ridotte differenze tra equatore e poli, le terre emerse erano circondate da mari poco profondi, segnate da deserti molto estesi e fiumi imponenti. La vegetazione era dominata da grandi felci e da varie specie di gimnosperme. Superata la grande crisi che siglò la fine del Paleozoico (quando si estinse quasi il 90% delle forme viventi), la fauna si diversificò molto, con lo sviluppo di grandi anfibi e rettili: comparvero i dinosauri e i rettili-mammifero, a cui seguì l’affermazione dei primi mammiferi, simili a piccoli topi. Il Triassico terminò con l'estinzione del 35% dei gruppi animali, tra cui molti vertebrati marini e terrestri, e la scomparsa delle grandi felci. Nel Giurassico, tra 200 e 135 milioni di anni fa, iniziò la frammentazione di Pangea, con l’apertura dell’Oceano Atlantico e i primi movimenti di allontanamento delle masse continentali. I cambiamenti nelle configurazioni continentali e nella distribuzione degli oceani causarono una vera e propria rivoluzione ambientale, la geografia si fece molto più articolata e durante tutto il Giurassico andò aumentando la diversità di ambienti ed ecosistemi. La maggiore estensione di mari bassi e una nuova circolazione delle correnti oceaniche portarono a un clima più umido e meno caldo di quello Triassico. Si svilupparono grandi foreste di tipo tropicale, dominate dalle gimnosperme. I resti fossili testimoniano lo straordinario successo evolutivo di dinosauri e rettili volanti, la diffusione degli insetti e la comparsa dei primi uccelli. Nei mari si affermarono i rappresentanti dei pesci moderni ed ebbero straordinario sviluppo le ammoniti. Durante il Cretacico, tra 135 e 65 milioni di anni fa, grandi cambiamenti geologici hanno reso questo periodo uno dei più travagliati nella storia della Terra. Il Nord America si allontanò dall'Europa e dal Nord Africa, il Sud America si distanziò ancor più dall'Africa, e da questa si staccò definitivamente il Madagascar. L'India si trovava isolata al centro dell'Oceano Indiano, in movimento verso nord. La Tetide, stretta tra l'Africa e l'Europa, iniziò a restringersi. Alla fine del Cretacico i continenti e gli oceani raggiunsero una forma molto simile a quella attuale. I mutamenti ambientali conseguenti alla frammentazione di Pangea causarono la nascita dei cicli stagionali, a cui seguì il notevole sviluppo delle angiosperme. La fine del Cretacico è contrassegnata da una crisi biologica che colpì i gruppi più diffusi. In un breve arco di tempo sparirono i dinosauri e i rettili volanti, nei mari si estinsero i grandi rettili marini assieme alle ammoniti e a moltissimi altri gruppi di invertebrati e di pesci. Per spiegare la rapidità di questa estinzione sono stati ipotizzati diversi scenari, tra cui l'impatto sulla superficie terrestre di un grande meteorite. Durante il Paleogene e il Neogene, tra 65,5 e 1,8 milioni di anni fa, si sono formate tutte le principali catene montuose che segnano la superficie terrestre. Le Alpi, l’Appennino, i Carpazi, le montagne del Nord Africa, dell’Iran e del Caucaso sono la cicatrice lasciata dalla chiusura della Tetide, alla quale fecero seguito la collisione tra i continenti africano ed europeo e l'avvicinamento dell’Africa all’Asia. Dallo scontro tra il continente indiano e l'Asia prese il via, 55 milioni di anni fa, l‘innalzamento dell'Himalaya e del Tibet. Nel Paleogene si verificò un raffreddamento climatico generale e si affermarono piante a foglia caduca. Da un gruppo di animali di piccola taglia, prese il via la straordinaria espansione dei mammiferi. Durante il Neogene fecero la loro comparsa i più antichi ominidi. Intorno a 2,6 milioni di anni fa, ci fu un altro intenso raffreddamento climatico, in seguito al quale le foreste che ricoprivano vasti territori africani lasciarono il posto alle estese praterie della savana. La sopravvivenza degli ominidi si verificò con l'indispensabile passaggio alla posizione eretta, che rese possibile camminare e correre per lunghe distanze. Si affermò così il genere Homo. Viviamo nel Quaternario, un periodo iniziato 1,8 milioni di anni fa e caratterizzato da condizioni climatiche molto peculiari, dovute all'avvicendarsi di intervalli freddi, chiamati glaciazioni, e di fasi a clima più caldo. Durante le glaciazioni, che sono state una dozzina, le regioni che oggi definiamo temperate si coprirono di coltri di ghiaccio. Gli ambienti terrestri erano simili a quelli che si osservano oggi in Antartide e nelle steppe siberiane, con estese aree desertiche in vicinanza dei ghiacciai. La vegetazione mutò periodicamente: nel giro di alcune migliaia di anni piante tipiche di climi freddi venivano sostituite da specie tipiche di climi caldi e umidi. Si manifestò il peculiare fenomeno del gigantismo dei mammiferi. A partire dall'inizio del Quaternario Homo erectus uscì dalla sua culla africana, muovendosi in direzione della Cina e dell'Asia del sud. In seguito si diversificarono i due tipi neanderthal e sapiens. Mesozoico (dal greco mésos=medio e zòon=essere vivente) Durante il Miocene, dopo una lunga serie di vicissitudini geologiche che hanno visto l’apertura di un braccio oceanico e, dalla sua chiusura, la nascita della catena appenninica, gran parte del territorio italiano si trovava ancora sommerso. Le terre emerse formavano una penisola stretta e discontinua, bordata da un esteso mare, le cui profondità variavano molto. A nord, la catena delle Alpi era già in gran parte emersa. Nell’Appennino emiliano affiorano diverse unità rocciose che testimoniano l’estensione dei mari miocenici; tra queste, le arenarie che formano la Pietra di Bi smantova, nelle montagne reggiane, e quelle della rupe di San Leo, lungo la valle del Marecchia. Sono rocce sedimentarie che si sono depositate nel Miocene durante il sollevamento dell’Appennino, in bacini marini che cambiavano nel tempo estensione e profondità. La penisola italiana durante l’ultimo periodo glaciale (18.000 anni fa circa). Il livello del mare scese di 120 metri rispetto a quello odierno e le terre emerse aumentarono globalmente del 18% (equivalenti a tutta l'Europa e il Sud America insieme). L'alto Adriatico si trovava in condizioni subaeree e il fiume Po sfociava all'altezza di Pescara. Il crinale appenninico conserva molte tracce del modellamento avvenuto durante l’ultima fase glaciale: i circhi glaciali scavati nelle aree più elevate, a ridosso dei crinali, e le coltri detritiche trasportate a valle dal lento movimento delle lingue glaciali, a formare collinette e versanti dolcemente ondulati. Terre emerse Acque marine A L P I Dolomiti Piattaforma apulia A P P E N N I N I A N C E S T R A L I Torino Milano Trento Venezia Trieste Genova Bologna Firenze Perugia Ancona Pescara Roma Napoli Bari Palermo Reggio Calabria Cagliari Ghiacci Nel Triassico superiore frammenti di territorio italiano si trovavano sparsi tra il continente europeo, il braccio oceanico della Tetide e il continente africano. Si trattava di aree in parte emerse e in parte sommerse, dove aride pianure continentali passavano a bassi fondali marini di tipo tropicale, dai quali emergevano imponenti scogliere coralline. Testimonianza di questo lontano periodo sono le evaporiti che affiorano lungo la valle del Secchia, una complessa mescolanza di rocce diverse (anidrite, gesso e dolomia), la cui origine è legata agli ambienti di mare basso e caldo che si estendevano, durante il Triassico superiore, ai margini della Tetide. Come è cambiata l’Italia

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Durante il Pliocenela penisola italiana avevaacquisito già la direzionedi allungamento e la posizione odierna. Le Alpi e l'Appenninoterminavano a contattocon il mare, dove una fittatrama di arcipelaghi e isolotti emergeva da fondali marini piùprofondi e meno profondi.

In Emilia-Romagna affiorauna potente successione di rocce argillose, spessomolto fossilifere, chetestimonia l’estensione dei fondali marini delvasto mare padano, le cui coste bordavano le prime alture appenniniche.Queste argille sono statecoinvolte dai più recentisollevamenti orogenetici,incorporate così nelle ultimepropaggini della catenamontuosa, e oggi formanoampi e spettacolaricalanchi.

Ceno

zoico

(dal greco cainòn=recente e zòon=

essere vivente)

Frammenti di storia geologicaDurante il Triassico, tra 250 e 200 milioni di anni fa,

le terre emerse erano riunite in un unico grandecontinente, chiamato Pangea, circondate da un

vastissimo oceano, detto Panthalassa. Una grandeinsenatura oceanica, la Tetide, separava Pangea in dueparti: Eurasia a nord e Gondwana a sud. Il clima era

caldo, con ridotte differenze tra equatore e poli, le terreemerse erano circondate da mari poco profondi, segnate

da deserti molto estesi e fiumi imponenti.

La vegetazione era dominata da grandi felci e da variespecie di gimnosperme. Superata la grande crisi che siglò

la fine del Paleozoico (quando si estinse quasi il 90%delle forme viventi), la fauna si diversificò molto, con lo

sviluppo di grandi anfibi e rettili: comparvero idinosauri e i rettili-mammifero, a cui seguì

l’affermazione dei primi mammiferi, simili a piccolitopi. Il Triassico terminò con l'estinzione del 35% dei

gruppi animali, tra cui molti vertebrati marini e terrestri,e la scomparsa delle grandi felci.

Nel Giurassico, tra 200 e 135 milioni di anni fa, iniziò laframmentazione di Pangea, con l’apertura dell’OceanoAtlantico e i primi movimenti di allontanamento dellemasse continentali. I cambiamenti nelle configurazioni

continentali e nella distribuzione degli oceani causaronouna vera e propria rivoluzione ambientale, la geografia

si fece molto più articolata e durante tutto il Giurassicoandò aumentando la diversità di ambienti ed ecosistemi.

La maggiore estensione di mari bassi e una nuovacircolazione delle correnti oceaniche portarono a un clima

più umido e meno caldo di quello Triassico. Si svilupparonograndi foreste di tipo tropicale, dominate dalle

gimnosperme. I resti fossili testimoniano lo straordinariosuccesso evolutivo di dinosauri e rettili volanti,

la diffusione degli insetti e la comparsa dei primi uccelli.Nei mari si affermarono i rappresentanti dei pesci moderni

ed ebbero straordinario sviluppo le ammoniti.

Durante il Cretacico, tra 135 e 65 milioni di anni fa, grandicambiamenti geologici hanno reso questo periodo uno dei

più travagliati nella storia della Terra. Il Nord America siallontanò dall'Europa e dal Nord Africa, il Sud America si

distanziò ancor più dall'Africa, e da questa si staccòdefinitivamente il Madagascar. L'India si trovava isolata alcentro dell'Oceano Indiano, in movimento verso nord. LaTetide, stretta tra l'Africa e l'Europa, iniziò a restringersi.

Alla fine del Cretacico i continenti e gli oceaniraggiunsero una forma molto simile a quella attuale.

I mutamenti ambientali conseguenti alla frammentazionedi Pangea causarono la nascita dei cicli stagionali, a cuiseguì il notevole sviluppo delle angiosperme. La fine del

Cretacico è contrassegnata da una crisi biologica che colpìi gruppi più diffusi. In un breve arco di tempo sparirono i

dinosauri e i rettili volanti, nei mari si estinsero i grandirettili marini assieme alle ammoniti e a moltissimi altri

gruppi di invertebrati e di pesci. Per spiegare la rapidità diquesta estinzione sono stati ipotizzati diversi scenari, tra

cui l'impatto sulla superficie terrestre di un grande meteorite.

Durante il Paleogene e il Neogene, tra 65,5 e 1,8milioni di anni fa, si sono formate tutte le principali

catene montuose che segnano la superficie terrestre. LeAlpi, l’Appennino, i Carpazi, le montagne del Nord

Africa, dell’Iran e del Caucaso sono la cicatrice lasciatadalla chiusura della Tetide, alla quale fecero seguito la

collisione tra i continenti africano ed europeo el'avvicinamento dell’Africa all’Asia. Dallo scontro tra il

continente indiano e l'Asia prese il via, 55 milioni di anni fa,l‘innalzamento dell'Himalaya e del Tibet.

Nel Paleogene si verificò un raffreddamento climaticogenerale e si affermarono piante a foglia caduca. Da un

gruppo di animali di piccola taglia, prese il via lastraordinaria espansione dei mammiferi. Durante il

Neogene fecero la loro comparsa i più antichi ominidi.Intorno a 2,6 milioni di anni fa, ci fu un altro intenso

raffreddamento climatico, in seguito al quale le foreste chericoprivano vasti territori africani lasciarono il posto alle

estese praterie della savana. La sopravvivenza degliominidi si verificò con l'indispensabile passaggio alla

posizione eretta, che rese possibile camminare e correreper lunghe distanze. Si affermò così il genere Homo.

Viviamo nel Quaternario, un periodo iniziato 1,8 milionidi anni fa e caratterizzato da condizioni climatiche molto

peculiari, dovute all'avvicendarsi di intervalli freddi,chiamati glaciazioni, e di fasi a clima più caldo. Durante le

glaciazioni, che sono state una dozzina, le regioni cheoggi definiamo temperate si coprirono di coltri di ghiaccio.

Gli ambienti terrestri erano simili a quelli che si osservanooggi in Antartide e nelle steppe siberiane, con estese aree

desertiche in vicinanza dei ghiacciai.

La vegetazione mutò periodicamente: nel giro di alcunemigliaia di anni piante tipiche di climi freddi venivano

sostituite da specie tipiche di climi caldi e umidi. Si manifestò il peculiare fenomeno del gigantismo dei

mammiferi. A partire dall'inizio del Quaternario Homo erectus uscì dalla sua culla africana, muovendosi

in direzione della Cina e dell'Asia del sud. In seguito si diversificarono i due tipi neanderthal e sapiens.

Meso

zoico

(dal greco mésos=

medio e zòon=

essere vivente)

Durante il Miocene,dopo una lunga serie di vicissitudini geologicheche hanno visto l’aperturadi un braccio oceanico e, dalla sua chiusura, la nascita della catenaappenninica, gran partedel territorio italiano si trovava ancora sommerso.Le terre emerseformavano una penisolastretta e discontinua,bordata da un estesomare, le cui profonditàvariavano molto. A nord,la catena delle Alpi eragià in gran parte emersa.

Nell’Appennino emilianoaffiorano diverse unitàrocciose che testimonianol’estensione dei marimiocenici; tra queste, le arenarie che formano la Pietra di Bismantova,nelle montagne reggiane,e quelle della rupe diSan Leo, lungo la valledel Marecchia. Sono roccesedimentarie che si sonodepositate nel Miocenedurante il sollevamentodell’Appennino,in bacini marini checambiavano nel tempoestensione e profondità.

La penisola italianadurante l’ultimo periodoglaciale (18.000 anni facirca). Il livello del mare scese di120 metri rispetto a quelloodierno e le terre emerseaumentarono globalmentedel 18% (equivalenti a tutta l'Europa e il SudAmerica insieme). L'altoAdriatico si trovava in condizioni subaeree e il fiume Po sfociavaall'altezza di Pescara.

Il crinale appenninicoconserva molte tracce del modellamentoavvenuto durante l’ultimafase glaciale: i circhiglaciali scavati nelle areepiù elevate, a ridosso deicrinali, e le coltri detritichetrasportate a valle dallento movimento dellelingue glaciali, a formarecollinette e versantidolcemente ondulati.

Terre emerse

Acque marine

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Nel Triassico superioreframmenti di territorioitaliano si trovavano sparsitra il continente europeo,il braccio oceanico dellaTetide e il continenteafricano. Si trattava diaree in parte emerse e in parte sommerse, dovearide pianure continentalipassavano a bassi fondalimarini di tipo tropicale,dai quali emergevanoimponenti scoglierecoralline.

Testimonianza di questolontano periodo sono leevaporiti che affioranolungo la valle delSecchia, una complessamescolanza di roccediverse (anidrite, gesso e dolomia), la cui origine è legata agli ambienti di mare basso e caldo chesi estendevano, duranteil Triassico superiore, ai margini della Tetide.

Come è cambiata l’Italia