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16 INGEGNERI - numero 1/2 gennaio-febbraio 2010 > fonti energetiche rinnovabiLi di Mauro Ferrarini Fotovoltaico, cosa riserva il futuro Tra speranze e timori per il Conto Energia 2011. Quali saranno gli sviluppi per il settore del solare fotovoltaico in Italia Oltre 55.000 impianti in esercizio per una potenza totale di 709 MW. Questa la situazione attua- le nel nostro Paese per quanto concerne il settore fotovoltaico. Numeri certo non impressionanti se considerati in valore assoluto (lo sfruttamento del Sole con- sente di coprire circa l’1-1,5% del fabbisogno nazionale di energia elettrica), o se paragonati a quel- li realizzati nel corso del 2009 da paesi come Spagna e Germania, tradizionalmente tra i maggiori produttori europei con una storia pluriennale nello sviluppo della filiera fotovoltaica. Ma dalla sua nascita in Italia, che si può fare risalire al 2003 con il recepimento della direttiva 2001/77/CE per la promozione degli investimenti nelle fonti alternative di energia, il fotovol- taico nel nostro Paese ha avuto una crescita impressionante. Ne- gli ultimi anni, poi, lo sviluppo ha raggiunto incrementi esponen- ziali: nel 2007 ( 1 ), per esempio, si è avuta una produzione di 87 MW, per passare ai 431 MW dell’anno successivo fino ad arri- vare agli oltre 700 MW dell’anno appena concluso. La crescita c’è, ma fin dove potrà spingersi il fotovoltaico italiano? “Potrà crescere ancora mol- tissimo”, dichiara Francesco Fiore, ingegnere responsabile marketing e sviluppo business di Conergy. “La strada intrapre- sa con il fotovoltaico in Italia è ormai segnata e non è più pen- sabile un’inversione di marcia”, continua Fiore. “Il nostro Paese sarà probabilmente il primo in Europa nel quale si raggiungerà la grid parity”. Fotovoltaico con il vento in poppa, dunque, tanto che se qualche anno fa la previsione di raggiungere nel 2020 gli 8.500 MW di potenza installata era considerata una chimera, oggi molti operatori del settore ri- tengono invece che l’obiettivo sarà realizzato perfino prima di quella data. Sulla stessa lunghezza d’onda è Agostino Galbignani, sales engineer di Martifer Solar, divi- sione del Gruppo Martifer attiva nell’energia solare: “C’è ancora molto spazio per il fotovoltaico ed è logico attendersi un ulte- riore sviluppo in prospettiva”. “Siamo soltanto all’inizio di una crescita esponenziale”, riprende Galbignani, “se fosse contrasta- ta, metterebbe a repentaglio gli studi che vengono fatti a livello internazionale per ipotizzare la composizione delle fonti di ener- gia nei prossimi decenni, in cui il fotovoltaico assumerà un’im- portanza addirittura prevalen- te”. E questo sostanzialmente grazie ai vantaggi in termini di minore impatto ambientale e di maggiore produzione nei periodi di picco della domanda: in definitiva, dunque, per una somma di ragioni che rendono il fotovoltaico così prossimo alla parità di rete. A terra o sui tetti? Se tra gli addetti ai lavori c’è dunque la convinzione che il settore possa conoscere ancora margini di crescita notevoli, ri- mane la questione del “dove”: c’è chi dice che il futuro del fotovoltaico sarà su terra con mega-impianti da migliaia di kW, chi sui tetti. “Entrambe le soluzioni hanno i loro vantaggi”, spiega Gual- tiero Seva, division manager di Mitsubishi Electric filiale per l’Italia per il fotovoltaico. “Lo sviluppo sulle coperture civili e industriali sarà quella che avrà un maggiore impulso, anche grazie alle linee guida normative che verranno”. Per Seva le grandi centrali fo- tovoltaiche hanno un forte impatto mediatico, e colpiscono l’immaginario dell’opinione pubblica, però presentano due grossi handicap rispetto alla microgenerazione distribuita sul territorio che può aversi con impianti di piccola taglia su tetti di abitazioni civili e capanno- ni industriali. “Innanzitutto”, ragiona il rappresentante per l’Italia di Mitsubishi, “gli impian- ti sul costruito non gravano sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica come fanno gli impianti a terra”. Un esempio lo si ri- scontra in Puglia, dove uno dei problemi urgenti da risolvere è quello di riprogettare la rete per consentirle di sostenere il carico proveniente dai mega impianti a terra nelle ore cen- trali del giorno, cioè durante il picco massimo di produzione di energia. “E poi”, conclude Seva, “c’è l’impatto ambientale che, per taluni impianti fotovoltaici di grandi dimensioni, è signifi- cativo e che per quelli integrati architettonicamente o sulle co- perture è assente, o comunque molto minore”. Conferma e rilancia Fiore: “Lo sviluppo del fotovoltaico in Italia si avrà non con i mega impianti a terra, ma con il moltiplicarsi delle soluzioni sul costruito. Le pensiline, i tetti e, fra qualche tempo, anche le pareti verticali potranno ospitare pannelli fo- tovoltaici. Su queste superfici si potrà tranquillamente montare impianti in grado di raggiungere livelli di potenza significativi”. Conto alla rovescia al … Conto Energia 2011 A novembre 2009 Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane), aderente a Confindustria Anie, Aper e Assosolare hanno inviato al Ministero dello sviluppo eco- nomico e al Ministero dell’am- biente una posizione condivisa inerente la revisione del Conto Energia al 2011. Come previsto all’art. 6, comma 3 del d.m. 19 febbraio 2007, in- fatti, per gli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio negli anni successivi al 2010 dovranno essere ridefinite con apposito decreto le tariffe incentivanti, tenendo conto dell’andamento dei prezzi dei prodotti energetici e dei componenti per gli impian- ti fotovoltaici. L’attesa per la pubblicazione del decreto è molta ( 2 ), le aspettative pure. “Il timore di tagli drastici all’attuale Conto Energia si avverte sia da parte degli opera- tori di mercato sia dai potenziali utenti finali”, dice Sara Lauri dell’ufficio marketing di Sunerg Solar, azienda umbra presente sul mercato da oltre trent’anni e tra i pionieri del settore fo- tovoltaico. “Il fotovoltaico si è sviluppato grazie agli incentivi”, è la tesi di Lauri, “e nel caso di una forte riduzione degli stessi, probabilmente si assisterebbe a un calo della domanda”. Il Conto Energia ha rappresen- tato lo stimolo ideale per dif- fondere conoscenza e interesse sulla tecnologia fotovoltaica, facendola apprezzare a platee più vaste, e non più solo ai pochi storici appassionati. Si è struttu- rato il settore, con la nascita di numerosi soggetti che presenzia- no alle diverse fasi di proposta e realizzazione dell’impianto. “Tutti questi sono elementi che garantiscono il futuro del foto- voltaico in Italia”, puntualizza Stefano Loro, ingegnere e am- ministratore delegato della VP Solar di Crocetta del Montello (Tv). “Un futuro che potrebbe essere compromesso da una dra- stica e repentina riduzione delle tariffe incentivanti”. La variazio- ne del Conto Energia genererà comunque un rallentamento del mercato: già nel passato ogni va- riazione del sistema di incentivo (siamo a oggi alla terza versione del Conto Energia) ha compor- tato comunque la necessità di comprensione, con conseguente “stop and go” del settore. Entra nel dettaglio Franco Tra- verso, presidente e CEO della padovana Silfab: “Sul nodo delle tariffe si è proposta una riduzio- ne del 25% a livello generale con alcune necessarie modulazioni in determinati settori, per evitare un decremento indiscriminato. Anche con queste importanti riduzioni delle tariffe, peraltro avanzate dagli stessi operatori del settore, il mercato del foto- voltaico rimane interessante e conveniente, in grado di attirare l’industria e la finanza “sana”, che cercano sì la remunerazione, ma anche un certo grado di sicu- rezza nell’investimento”. Certezze e programmi chiari è anche quanto chiede la forlivese Fase Engineering per bocca del suo presidente, Luca Pantieri che indica in cinque anni il periodo minimo da coprire con il nuovo Conto Energia. Il settore fotovoltaico, infatti, non lavora su orizzonti tempo- rali brevi e un investimento in questo campo richiede tempi lunghi per diventare remune- rativo; da questa constatazione deriva l’auspicio di poter avere un quadro normativo e regola- mentare stabile. Luci e ombre Dunque non è il taglio delle tariffe a turbare il sonno degli operatori del settore, come conferma Giorgio Pucci , vice presidente di Enerqos, società di engineering specializzata nella fornitura di sistemi fotovoltaici chiavi in mano: “Il calo delle tariffe, se non generalizzato e non eccessivo, è un fatto di per sé naturale, anticiclico allo svi- luppo tecnologico degli impianti e all’incremento dell’efficienza dei pannelli”. I motivi di preoccupazione emer- gono da un’analisi, elaborata da Intellienergia, società Spin-off promossa e partecipata dall’Uni- versità degli Studi di Roma Tor Vergata, fondata sulla bozza di decreto ministeriale in conto energia che è circolata alla fine dell’anno passato ( 3 ). Al comma 2 dell’articolo 3 della bozza si legge infatti che la di- sponibilità di potenza elettrica cumulativa degli impianti foto- voltaici che possono ottenere le tariffe incentivanti è stabilita in 1.500-2.000 MW. Lo studio Intellienergia, cura- to dall’ingegner Alessandro Caffarelli, parte dallo scenario peggiore (1.500 MW di poten- za incentivabile). Sulla base di questa premessa “Partendo da un valore di potenza giornaliera entrante in esercizio pari a 1.390 kW/giorno al 1° gennaio 2011, con tendenza incrementale pari a 345 kW/bimestre/giorno (4.150 kW/giorno al diciottesimo mese), la potenza incentivabile andreb- be esaurita dopo un anno e sei mesi dall’entrata in vigore del Conto Energia 2011”. Insomma, se queste premesse fossero mantenute, non solo il livello di potenza incentivata (1.500 MW nello scenario peg- giore) sarebbe decisamente sottodimensionato, ma anche Impianto fotovoltaico Conergy da 1,7 MWp totalmente integrato sul tetto della Fiera di Parma Campo fotovoltaico da 1 MWp realizzato a Racale (LE) con inseguitori biassiali da Enerqos > fonti energetiche rinnovabiLi di Mauro Ferrarini Fotovoltaico, cosa riserva il futuro Tra speranze e timori per il Conto Energia 2011. Quali saranno gli sviluppi per il settore del solare fotovoltaico in Italia INGEGNERI 1-2/2010.indd 16 19-01-2010 12:17:52

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16 INGEGNERI - numero 1/2 gennaio-febbraio 2010

> fonti energetiche rinnovabiLi

di Mauro Ferrarini

Fotovoltaico, cosa riserva il futuroTra speranze e timori per il Conto Energia 2011. Quali saranno gli sviluppi per il settore del solare fotovoltaico in Italia

Oltre 55.000 impianti in esercizio per una potenza totale di 709 MW. Questa la situazione attua-le nel nostro Paese per quanto concerne il settore fotovoltaico. Numeri certo non impressionanti se considerati in valore assoluto (lo sfruttamento del Sole con-sente di coprire circa l’1-1,5% del fabbisogno nazionale di energia elettrica), o se paragonati a quel-li realizzati nel corso del 2009 da paesi come Spagna e Germania, tradizionalmente tra i maggiori produttori europei con una storia pluriennale nello sviluppo della filiera fotovoltaica.Ma dalla sua nascita in Italia, che si può fare risalire al 2003 con il recepimento della direttiva 2001/77/CE per la promozione degli investimenti nelle fonti alternative di energia, il fotovol-taico nel nostro Paese ha avuto una crescita impressionante. Ne-gli ultimi anni, poi, lo sviluppo ha raggiunto incrementi esponen-ziali: nel 2007 (1), per esempio, si è avuta una produzione di 87 MW, per passare ai 431 MW dell’anno successivo fino ad arri-vare agli oltre 700 MW dell’anno appena concluso. La crescita c’è, ma fin dove potrà spingersi il fotovoltaico italiano?“Potrà crescere ancora mol-tissimo”, dichiara Francesco Fiore, ingegnere responsabile marketing e sviluppo business di Conergy. “La strada intrapre-sa con il fotovoltaico in Italia è ormai segnata e non è più pen-sabile un’inversione di marcia”, continua Fiore. “Il nostro Paese sarà probabilmente il primo in Europa nel quale si raggiungerà la grid parity”. Fotovoltaico con il vento in poppa, dunque, tanto che se qualche anno fa la previsione di raggiungere nel 2020 gli 8.500 MW di potenza installata era considerata una chimera, oggi molti operatori del settore ri-tengono invece che l’obiettivo sarà realizzato perfino prima di quella data.Sulla stessa lunghezza d’onda è Agostino Galbignani, sales engineer di Martifer Solar, divi-sione del Gruppo Martifer attiva nell’energia solare: “C’è ancora molto spazio per il fotovoltaico ed è logico attendersi un ulte-riore sviluppo in prospettiva”. “Siamo soltanto all’inizio di una crescita esponenziale”, riprende Galbignani, “se fosse contrasta-ta, metterebbe a repentaglio gli studi che vengono fatti a livello internazionale per ipotizzare la composizione delle fonti di ener-gia nei prossimi decenni, in cui il fotovoltaico assumerà un’im-portanza addirittura prevalen-te”. E questo sostanzialmente grazie ai vantaggi in termini di minore impatto ambientale e di maggiore produzione nei periodi di picco della domanda: in definitiva, dunque, per una somma di ragioni che rendono il fotovoltaico così prossimo alla parità di rete.

A terra o sui tetti?Se tra gli addetti ai lavori c’è dunque la convinzione che il settore possa conoscere ancora margini di crescita notevoli, ri-mane la questione del “dove”: c’è chi dice che il futuro del fotovoltaico sarà su terra con mega-impianti da migliaia di kW, chi sui tetti.“Entrambe le soluzioni hanno i loro vantaggi”, spiega Gual-tiero Seva, division manager di Mitsubishi Electric filiale per l’Italia per il fotovoltaico. “Lo

sviluppo sulle coperture civili e industriali sarà quella che avrà un maggiore impulso, anche grazie alle linee guida normative che verranno”. Per Seva le grandi centrali fo-tovoltaiche hanno un forte impatto mediatico, e colpiscono l’immaginario dell’opinione pubblica, però presentano due grossi handicap rispetto alla microgenerazione distribuita sul territorio che può aversi con impianti di piccola taglia su tetti di abitazioni civili e capanno-ni industriali. “Innanzitutto”, ragiona il rappresentante per l’Italia di Mitsubishi, “gli impian-ti sul costruito non gravano sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica come fanno gli impianti a terra”. Un esempio lo si ri-scontra in Puglia, dove uno dei problemi urgenti da risolvere è quello di riprogettare la rete per consentirle di sostenere il carico proveniente dai mega impianti a terra nelle ore cen-trali del giorno, cioè durante il picco massimo di produzione di energia. “E poi”, conclude Seva, “c’è l’impatto ambientale che, per taluni impianti fotovoltaici di grandi dimensioni, è signifi-cativo e che per quelli integrati architettonicamente o sulle co-perture è assente, o comunque molto minore”.Conferma e rilancia Fiore: “Lo sviluppo del fotovoltaico in Italia si avrà non con i mega impianti a terra, ma con il moltiplicarsi delle soluzioni sul costruito. Le pensiline, i tetti e, fra qualche tempo, anche le pareti verticali potranno ospitare pannelli fo-tovoltaici. Su queste superfici si potrà tranquillamente montare impianti in grado di raggiungere livelli di potenza significativi”.

Conto alla rovescia al … Conto Energia 2011A novembre 2009 Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane), aderente a Confindustria Anie, Aper e Assosolare hanno inviato al Ministero dello sviluppo eco-nomico e al Ministero dell’am-biente una posizione condivisa inerente la revisione del Conto Energia al 2011. Come previsto all’art. 6, comma 3 del d.m. 19 febbraio 2007, in-fatti, per gli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio negli anni successivi al 2010 dovranno essere ridefinite con apposito decreto le tariffe incentivanti, tenendo conto dell’andamento dei prezzi dei prodotti energetici e dei componenti per gli impian-ti fotovoltaici.L’attesa per la pubblicazione del decreto è molta (2), le aspettative pure. “Il timore di tagli drastici all’attuale Conto Energia si avverte sia da parte degli opera-tori di mercato sia dai potenziali utenti finali”, dice Sara Lauri dell’ufficio marketing di Sunerg Solar, azienda umbra presente sul mercato da oltre trent’anni e tra i pionieri del settore fo-tovoltaico. “Il fotovoltaico si è sviluppato grazie agli incentivi”, è la tesi di Lauri, “e nel caso di una forte riduzione degli stessi, probabilmente si assisterebbe a un calo della domanda”.

Il Conto Energia ha rappresen-tato lo stimolo ideale per dif-fondere conoscenza e interesse sulla tecnologia fotovoltaica, facendola apprezzare a platee più vaste, e non più solo ai pochi storici appassionati. Si è struttu-rato il settore, con la nascita di numerosi soggetti che presenzia-

no alle diverse fasi di proposta e realizzazione dell’impianto. “Tutti questi sono elementi che garantiscono il futuro del foto-voltaico in Italia”, puntualizza Stefano Loro, ingegnere e am-ministratore delegato della VP Solar di Crocetta del Montello (Tv). “Un futuro che potrebbe essere compromesso da una dra-stica e repentina riduzione delle tariffe incentivanti”. La variazio-ne del Conto Energia genererà comunque un rallentamento del mercato: già nel passato ogni va-riazione del sistema di incentivo (siamo a oggi alla terza versione del Conto Energia) ha compor-tato comunque la necessità di comprensione, con conseguente “stop and go” del settore.Entra nel dettaglio Franco Tra-verso, presidente e CEO della padovana Silfab: “Sul nodo delle tariffe si è proposta una riduzio-ne del 25% a livello generale con alcune necessarie modulazioni in

determinati settori, per evitare un decremento indiscriminato. Anche con queste importanti riduzioni delle tariffe, peraltro avanzate dagli stessi operatori del settore, il mercato del foto-voltaico rimane interessante e conveniente, in grado di attirare l’industria e la finanza “sana”, che cercano sì la remunerazione, ma anche un certo grado di sicu-rezza nell’investimento”.Certezze e programmi chiari è anche quanto chiede la forlivese Fase Engineering per bocca del suo presidente, Luca Pantieri che indica in cinque anni il periodo minimo da coprire con il nuovo Conto Energia. Il settore fotovoltaico, infatti, non lavora su orizzonti tempo-rali brevi e un investimento in questo campo richiede tempi lunghi per diventare remune-rativo; da questa constatazione deriva l’auspicio di poter avere un quadro normativo e regola-

mentare stabile.Luci e ombreDunque non è il taglio delle tariffe a turbare il sonno degli operatori del settore, come conferma Giorgio Pucci, vice presidente di Enerqos, società di engineering specializzata nella fornitura di sistemi fotovoltaici chiavi in mano: “Il calo delle tariffe, se non generalizzato e non eccessivo, è un fatto di per sé naturale, anticiclico allo svi-luppo tecnologico degli impianti e all’incremento dell’efficienza dei pannelli”. I motivi di preoccupazione emer-gono da un’analisi, elaborata da Intellienergia, società Spin-off promossa e partecipata dall’Uni-versità degli Studi di Roma Tor Vergata, fondata sulla bozza di decreto ministeriale in conto energia che è circolata alla fine dell’anno passato (3).Al comma 2 dell’articolo 3 della bozza si legge infatti che la di-

sponibilità di potenza elettrica cumulativa degli impianti foto-voltaici che possono ottenere le tariffe incentivanti è stabilita in 1.500-2.000 MW.Lo studio Intellienergia, cura-to dall’ingegner Alessandro Caffarelli, parte dallo scenario peggiore (1.500 MW di poten-za incentivabile). Sulla base di questa premessa “Partendo da un valore di potenza giornaliera entrante in esercizio pari a 1.390 kW/giorno al 1° gennaio 2011, con tendenza incrementale pari a 345 kW/bimestre/giorno (4.150 kW/giorno al diciottesimo mese), la potenza incentivabile andreb-be esaurita dopo un anno e sei mesi dall’entrata in vigore del Conto Energia 2011”.Insomma, se queste premesse fossero mantenute, non solo il livello di potenza incentivata (1.500 MW nello scenario peg-giore) sarebbe decisamente sottodimensionato, ma anche

Impianto fotovoltaico Conergy da 1,7 MWp totalmente integrato sul tetto della Fiera di Parma

Campo fotovoltaico da 1 MWp realizzato a Racale (LE) con inseguitori biassiali da Enerqos

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di Mauro Ferrarini

Fotovoltaico, cosa riserva il futuroTra speranze e timori per il Conto Energia 2011. Quali saranno gli sviluppi per il settore del solare fotovoltaico in Italia

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l’obiettivo nazionale di installare entro il 2020 una potenza nomi-nale fotovoltaica di 5.000 MW (4) risulterebbe ben al di sotto delle possibilità produttive italiane: un harakiri bello e buono.

Il mix energetico:il ruolo del fotovoltaicoMentre si discute dello sviluppo degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, fotovoltaico incluso, la politica del governo non scarta l’opzione di utilizzare l’energia dell’atomo per ridurre la dipen-denza del Paese dalle fluttuazio-ni del prezzo del petrolio o dalle tentazioni di “chiudere i rubinet-ti del gas” da parte della Russia per approfittare della debolezza europea sul versante energetico. Recentemente il Ministro Scajola ha dichiarato che la costruzione della prima centrale atomica ita-liana inizierà nel 2013, dopo il via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legislativo che prevede la localizzazione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica e nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccag-gio, di misure compensative e campagne informative (5).Dunque la politica “gioca spor-co”, da un lato dichiarando il proprio sostegno alle energie rinnovabili e dall’altro spingen-do per il nucleare?“Il punto è un altro”, chiarisce Pucci. “Sul nucleare, personal-mente non sono affatto contra-rio. Il discorso però è che non è possibile pensare di raggiungere l’autosufficienza energetica solo con l’atomo.Il fotovoltaico rappresenta per l’Italia un’opportunità strategica fondamentale. Siamo un Paese senza petrolio ma con una potenzialità enor-me per sviluppare una forte industria del fotovoltaico; non possiamo permetterci di perdere il treno con decisioni politiche er-rate”, conclude il vice presidente di Enerqos.Di tutt’altro avviso è invece Pan-tieri di Fase: “L’opzione energe-tica basata sul ricorso all’atomo è ben lontana dal realizzarsi e dichiarazioni del genere sono rischiose”.“Secondo un detto comune nel mondo borsistico, i rumors creano più confusione del fatto stesso. C’è il rischio di disorien-tare chi desidera investire sulle rinnovabili, allontanando pos-sibili fonti di finanziamento dal nostro Paese”, teme Pantieri.Quale che sia la scelta del mix energetico che dovrà adottare l’Italia nel futuro, il punto su cui tutti sono d’accordo è che quelle che vengono chiamate energie “alternative”, sono in realtà “in-tegrative” a quelle tradizionali. L’eolico, il geotermico, il solare stesso rappresentano delle fonti energetiche interessanti: sono strumenti di sviluppo strategico da coltivare per ampliare il pa-niere d’offerta delle energie e rendere il sistema Paese meno sensibile alle fluttuazioni dei prezzi del petrolio. Ma da que-sto ad affermare che da sole potrebbero sostenere i ritmi di produzione e il benessere rag-giunti dalla nostra società è una forzatura.

Quale futuro per il fotovoltaicoLe premesse per un ulteriore sviluppo del mercato ci sono tutte. Anche la ricerca applicata alla tecnologia procede spedita, come spiega Seva: “La ricerca si muove su un doppio binario. Da un lato il miglioramento incrementale delle tecnologie esistenti e, dall’altro, lo studio di nuove soluzioni.Riguardo il primo aspetto, per esempio, la ricerca è concentrata sull’aumento dell’efficienza della cella in silicio, attualmente la tec-nologia che ha ancora notevoli margini di miglioramento”. Nonostante la vivacità del setto-re, in Italia il fotovoltaico non è ancora in grado di camminare da solo senza strumenti di incenti-vazione concertati.Come fa notare Traverso, infatti, la situazione cambierà quando si raggiungerà la grid parity, ossia quando il prezzo per kWh da fonte fossile e quello da

Assosolare e Gifi, le associazioni a difesa delle impreseCon la proposta comune di riforma del Conto Energia presentata nel novembre scorso, le associazioni di categoria hanno voluto dare un segnale forte di una posizione finalmente condivisa, almeno per quanto riguarda i nodi cruciali del settore. “Durante il PV Rome del 2008 ho proposto agli amici di Assosolare di lavorare insieme”, ci dice l’ingegner Gert Gremes, presidente del Gruppo imprese fotovoltaiche italiane. “Il sasso lanciato oltre un anno fa ha iniziato a dare i suoi frutti e la recente proposta comune è un risultato concreto in questo sen-so”. Tra le istanze che più stanno a cuore delle imprese del settore, spiega Gremes, vi è la necessità di garantire una continuità della politica di sostegno e sviluppo del settore per garantire la certezza degli investimenti. Questo obiettivo, nelle parole del rappresenta tante del Gifi, si può raggiungere tramite l’aumento della durata del meccanismo di incentivazione (cinque anni) e l’introduzione di nuovi scaglioni di potenza. “C’è ancora molto lavoro da fare”, puntualizza Gianni Chianetta, presidente di Assosolare. “Secondo uno studio da noi commissionato all’Energy & Strategy Group del Politec-nico di Milano, in Italia sono mediamente installati 10,3 kW ogni mille abitanti, un valore molto inferiore agli altri Paesi europei. Al 31 dicembre 2008, in Germania i kW installati ogni mille abitanti erano 63,5, mentre in Spagna erano 67,6”. “Siamo partiti da zero”, riprende Chianetta, “e la fase di start up è stata piuttosto lunga.

L’incentivo ha sicuramente motivato gli operatori che hanno continuato a lavorare e a investire nonostante le tante difficoltà che ancora si incontrano nel nostro Paese. Oggi in Italia, per far partire una centrale, ci sono ben 71 documenti diversi da sottoscrivere oltre alle differenze normative da regione a regione”.

GifiIl Gruppo imprese fotovoltaiche italiane (GIFI) ha ormai una storia decennale. Le basi della sua costituzione fu-rono gettate infatti nel 1999. Da allora l’associazione, federata ANIE, ha aggregato alcune tra le più importanti imprese operanti in Italia nel campo della produzione, progettazione e installazione di componenti e sistemi fotovoltaici, e rappresenta nell’ambito di Confindustria la sola realtà che copre l’intera filiera del mercato: dalla produzione alla progettazione, all’installazione di sistemi fotovoltaici.

AssosolareAssosolare, Associazione nazionale dell’industria so-lare fotovoltaica, conta oltre cinquanta associati tra i principali produttori italiani del settore. Dedicata allo sviluppo di importanti progetti per la promozione del fotovoltaico in Italia, ha recentemente presentato insie-me a GIFI e Aper una proposta comune per la revisione del Conto Energia.

I NUMERI DEL FOTOVOLTAICO

60.218Impianti fotovoltaici in esercizio (comprensivi del primo e del nuovo Conto Energia)

758.926Potenza installata in kW (comprensivadel primo e del nuovo Conto Energia)

250.000Addetti (occupati diretti e indirettidel settore)

356.000.000Milioni di euro dei fondi governativi destinati a famiglie e imprese

3.500.000.000Miliardi di euro il giro di affaridella filiera del fotovoltaico

fotovoltaico raggiungeranno il pareggio. “Il sostegno derivante dal sistema di incentivazione tariffario è ancora necessario”, concorda Seva, “ma si tratta di un mezzo non di un fine. In altre parole, è sbagliato pensare alle tariffe come a uno strumento per arricchire un determinato sog-getto economico; esse rappre-sentano un utile dispositivo per sostenere il mercato italiano”.Mercato italiano che ha dovuto fronteggiare nell’anno passato la concorrenza di Francia, Ger-mania e Spagna nazioni con una esperienza lunga dieci anni: un periodo in cui i nostri vicini han-no costruito una filiera produt-tiva e un insieme di competenze in grado di contenere i costi di produzione dell’intero settore. “E non dimentichiamo”, chiosa Seva, “che la diminuzione dei co-sti sul mercato italiano nel corso del 2009 è stata dovuta non solo al progresso tecnico e all’aumen-to dell’efficienza, ma anche al fatto che abbiamo dovuto assor-bire un extra stock proveniente dal mercato iberico”.Un altro nodo da sciogliere, infine, è lo snellimento delle procedure burocratiche tanto lunghe e laboriose in Italia, quanto semplici e lineari appena varcate le Alpi. Solo a titolo di esempio, in Germania i permessi necessari per iniziare i lavori su un impianto fotovoltaico si risolvono in’unica richiesta di sette pagine, quando in Italia, per la medesima struttura e solo per imbastire la pratica da inol-trare al GSE, occorre preparare un tomo di cinquanta pagine in triplice copia … Dunque quello

Parco fotovoltaico realizzato da Silfab. L’anno scorso i parchi solari dell’azienda padovana in Puglia hanno raggiunto i 60 MW di potenza installata

Realizzazione su residenziale a opera di VP Solar

Foto aerea dell’impianto fotovoltaico da 2,8 MW realizzato con la tecnologia Mitsubishi Electric sulla copertura del polo logistico di COOP Italia non food di Prato

Gianni Chianetta, presidente di Assosolare

Gert Gremes, presidente Gifi

Note1. Anno della conferma da parte del governo Prodi, con il decreto 19 febbraio 2007, degli incentivi del Conto Energia 2005 varato dal governo Berlusconi.2. Al momento in cui Ingegneri 1-2/2010 è andato in stampa, non si è ancora avuta notizia della pubblica-zione in Gazzetta Ufficiale del decreto. I commenti e le analisi presentate nell’articolo si basano su una bozza predisposta dal Ministero dello sviluppo economico. In-gegneri tornerà sull’argomento con un’analisi puntuale del decreto definitivo non appena pubblicato.3. L’analisi completa può essere scaricata gratuitamente dalla sezione “Energia” del sito www.ingegneri.cc.4. Comma 1, art. 3 della bozza del decreto oggetto dell’analisi.5. Corriere della Sera del 23 dicembre 2009.

che incide veramente sui costi del fotovoltaico è un apparato burocratico che richiede tempi lunghi e risorse dedicate.Nel frattempo, sperando che la politica non perda per stra-da l’opportunità di costruire nel Paese del Sole una forte industria che, dal Sole, riceve energia abbondante, gratuita e illimitata, la ricerca va avanti. Allo stato attuale la tecnologia più promettente per il “dopo silicio” è quella a film sottile, ma già si pensa a sfruttare le nano-tecnologie cercando di mimare il comportamento del sistema di trasformazione dell’energia solare più efficiente al mondo: la fotosintesi clorofilliana.

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