FOGLIE n.19/2012

32
AGRICOLTURA Pagamenti e compravendita: le nuove norme ECONOMIA L’Italia che vogliamo da Cernobbio la proposta Coldiretti LAVORO Il 50% dei giovani preferisce la campagna FACOLTÀ DI AGRARIA - BARI Peschicoltura: analisi sulla redditività nel Sud UNA NUOVA ERA AgricolturA • AgroAlimentAre • turismo rurAle n° 19 • 1 novembre 2012 R www.foglie.tv L’ entrata in vigore dell’art.62 del decreto liberalizzazioni

description

AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

Transcript of FOGLIE n.19/2012

Page 1: FOGLIE n.19/2012

agricolturaPagamenti e compravendita: le nuove normeEcoNoMiaL’Italia che vogliamoda Cernobbio la proposta ColdirettilaVoroIl 50% dei giovanipreferisce la campagnafacoltà di agraria - bariPeschicoltura: analisisulla redditività nel Sud

unanuova

eraAgricolturA • AgroAlimentAre • turismo rurAle n° 19 • 1 novembre 2012

R

www.foglie.tv

L’ entrata in vigore dell’art.62 del decreto liberalizzazioni

Page 2: FOGLIE n.19/2012
Page 3: FOGLIE n.19/2012

’articolo 62 del De-creto Liberalizzazioni, introduce nuovi e in-derogabili obblighi di

legge riferiti ai termini di pagamento per l’acquisto di prodotti agricoli e alimentari, con evidenti ripercussio-ni sul settore dei pubblici esercizi e della ristorazione. Il provvedimento prevede, in sintesi, che a partire dal 24 ottobre (i contratti stipulati pri-ma di questa data andranno regola-rizzati entro il 31 dicembre 2012) chiunque acquisti prodotti agricoli e/o alimentari dovrà rispettare tas-sativamente i seguenti termini di pagamento: 30 giorni per le merci deteriorabili e 60 giorni per tutte le altre. I termini decorreranno dall’ul-timo giorno del mese di ricevimento della relativa fattura. Con l’entrata in vigore di questo articolo, pre-visto dal Decreto Liberalizzazioni, dunque, tutte le imprese dovranno obbligatoriamente pagare i propri fornitori di prodotti agricoli e/o ali-mentari entro i termini sopraindi-

cati, per non incorrere nel rischio di sanzioni pecuniarie, che variano da un minimo di 500 ad un massimo di 500.000 euro. Sono escluse dall’ap-plicazione dell’art.62: le cessioni di prodotti agricoli e alimentari diret-tamente al consumatore finale e la cessione di prodotti agricoli e ali-mentari effettuata con il pagamento contestuale alla consegna. Le nuove disposizioni di legge, inoltre, impon-gono anche l’obbligo di redigere in forma scritta i contratti relativi alla cessione di prodotti agricoli e/o ali-mentari, pur precisando che sono considerati contratti in forma scritta anche quelli trasmessi in forma elet-tronica, o a mezzo fax e la fattura. E’ evidente la portata dirompente di questa norma, che colpisce il settore dei pubblici esercizi, della ristora-zione e degli alimentaristi. L’obietti-vo è quello di riequilibrare il rappor-to tra grandi centrali di acquisto e la parte produttiva, fino ad ora molto penalizzata dall’incertezza sui tem-pi di pagamento.

L

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952

EditriceG.Ed.A. Giovani Editori AssociatiSoc. Coop. Via Alcide De Gasperi

11/13 - 70015 - Noci (BA)

Direttore responsabileVito Castellaneta

Grafica e impaginazione

Hanno collaboratoDonato Fanelli, Antonio Resta, Rocco

Resta, Nicola Trisolini, Giuseppe Perrotta, Paola Di Leo, Giuseppe

Rutigliano, Giuseppe Divella, Nicoletta Mirizzi, Gianni Colaianni,

Rino Pavone, Maria Fortino

Pubblicità Click On Studio

Via Q. Sella, 40 - 70122 - BariTel. 080 9755146

www.clickonstudio.it

StampaGrafica 080 - Modugno (BA)

Registratoal Registro Nazionale della Stampa

Tribunale di BariN. 61/06 del 15/11/2006

[email protected]

347 9040264

L’entrata in vigore dell’art.62 del decreto liberalizzazioni

UNA NUOVA ERA?di Vito Castellaneta

Editoriale

Seguiteci sui nostri Social

1 NOVEmbRE 2012 - N. 19 - ANNO 7

Q U i N d i c i N A l Edi AgRicOltURAAgROAlimENtAREtURiSmO RURAlE

Page 4: FOGLIE n.19/2012

agricoltura

Agroindustria, le nuove regole entrate in vigore dal 24 ottobre

cambiano pagamenti e regole di compravendita01 | LE NOVITÀe compravendite di pro-dotti agricoli e alimen-tari sono regolate dal

24 ottobre 2012 dall’articolo 62 del Dl 1/2012. Le nuove regole, senza alcu-na franchigia, sono le seguenti:- obbligo della stesura del contratto in forma scritta;- obbligo di rispettare determinati ter-mini di pagamento;- divieto di pratiche commerciali sleali02 | LE ESCLUSIONILe nuove norme non si applicano in caso di:- conferimenti di prodotti agricoli e ittici alle società cooperative agricole, com-prese le organizzazioni dei produttori di cui il produttore è socio;- cessioni istantanee e cioè quelle per le quali il pagamento è contestuale alla consegna;- cessioni nei confronti di privati consumatori03 | LA FORMAIl contratto di vendita avente per ogget-to prodotti agricoli (allegato 1 al tratta-to sulla Ue) e alimentari, ovvero quelli destinati a essere ingeriti da esseri umani, deve avere la forma scritta a pena di nullità. Il contratto deve contenere:- la durata;- la quantità del prodotto;

- le caratteristiche del prodotto;- il prezzo;- le modalità di consegna e di pagamentoIl Decreto Ministeriale in corso di regi-strazione stabilisce che se il documento di trasporto (DDT) o di consegna o le fatture, se contengono tutti gli elementi sopra specificati assolvono gli obblighi della forma scritta anche senza recare alcuna sottoscrizione delle parti, pur-chè i predetti documenti riportino la seguente dicitura “Assolve gli obblighi di cui all’art.62, comma 1, del decreto legge 24 gennaio 2012, n.1, converti-to, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n.27”.04 | LE SCADENZEI termini di pagamento sono di 30 giorni per i prodotti agricoli e ali-mentari deteriorabili e di 60 gior-ni per gli altri prodotti agricoli e alimentari. Tali termini decorrono dall’ultimo giorno del mese di ricevi-mento della fattura.Per prodotti alimentari deteriorabili si intendono i prodotti che rientrano in alcune categorie che vengono elencate.a) prodotti agricoli, ittici e alimentari pre-confezionati che riportano una data di scadenza o un termine minimo di conser-vazione non superiore a sessanta giorni;b) prodotti agricoli, ittici e alimentari

sfusi, comprese erbe e piante aromati-che, anche se posti in involucro protet-tivo o refrigerati, non sottoposti a trat-tamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a sessanta giorni;c) prodotti a base di carne che presentino le seguenti caratteristiche fisico-chimiche: aW superiore a 0,95 e pH superiore a 5,2 oppure aW superiore a 0,91 oppure pH uguale o superiore a 4,5; tutti i tipi di latte.Tale definizione è stata integralmente ri-presa dal decreto 13 maggio 2003 ema-nato a seguito della legge 231/2003 che prevedeva dei termini di pagamento nelle transazioni commerciali per i prodotti de-teriorabili.Poiché tutti i prodotti di salumeria pre-sentano un pH superiore a 4,5, in base alla lettera c) (che fa espresso riferimento ai prodotti a base di carne) sono quindi da considerarsi deteriorabili. Lo stesso dicasi per le preparazioni a base di carni e le carni fresche. Quindi, indipendentemente dalla durata complessiva del prodotto o dal Tmc, ai fini dell’applicazione della disciplina dei termini di pagamento, tutti i prodotti a base di carne, le preparazioni a base dl carne e le carni fresche sono da considerarsi deterio-rabili essendo ad essi applicabile la specifi-ca lettera c) del comma 4 dell’art. 62.

L

4

Page 5: FOGLIE n.19/2012

in vigore le nuove norme sui pagamentiMarini: nessun alibi per gli acquirenti a rivedere al ribasso i compensi dei produttori

il 24 ottobre è iniziata una nuova eraFerrua (Federalimentare): “legge frutto dell’ incapacita’ di autoregolamentazione della filiera”

’entrata in vigore delle nuove norme che inter-vengono per riequilibra-re il potere contrattuale

lungo la filiera agroalimentare tra di-stribuzione e produttori e che prevedo-no il rispetto dei termini di pagamento non devono rappresentare un alibi per la parte acquirente a rivedere al ribasso i compensi che spettano ai produttori. Sarebbe questo un atto gravissimo che denunceremo con tutta la nostra forza”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini dopo l’entrata in vigore, il 24 ottobre, delle nuove re-gole previste dal decreto legge sulle li-beralizzazioni. L’articolo 62 ed il relati-vo decreto applicativo sulla cessione dei prodotti agricoli e alimentari – rileva la Coldiretti - hanno il merito di qualifi-care determinati comportamenti come illeciti a prescindere dalla dimostrazio-ne della “posizione dominante” o dello “stato di dipendenza economica” che si è rivelata nei fatti quasi impossibile. “E’ molto positivo, in particolare – pre-cisa Marini - che le nuove disposizio-ni considerino pratica commerciale sleale le condizioni contrattuali che determinano “prezzi palesemente al di sotto del costo di produzione me-dio” dei prodotti agricoli. Si tratta di

ome tutte le leggi che innovano profonda-mente anche le nor-me previste dall’ar-

ticolo 62 del provvedimento sulle liberalizzazioni richiederanno una fase di messa a punto”, afferma il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua Magliani. “Tutti ne sono consapevoli - prosegue Fer-rua - è iniziata una nuova era, che

introduce maggiore bilanciamento nei rapporti tra fornitori e clien-ti all’interno della filiera agroali-mentare. Questo dobbiamo dircelo cosi come dobbiamo ricordarci che questa legge è la risposta all’inca-pacità degli attori della filiera di trovare un equilibrio attraverso forme di autoregolamentazione più volte ricercate”.

L

C

agricoltura

Filippo Ferrua Magliani, Pres. Federalimentare

Sergio Marini, Presidente Nazionale Coldiretti

un principio – aggiunge il Presidente Marini - che trova sostegno nel re-cente regolamento comunitario sui rapporti contrattuali nel settore del latte laddove si evidenzia che biso-gna risolvere il problema della tra-smissione del prezzo lungo la filiera, in particolare per quanto riguarda i prezzi franco azienda, “il cui livello non evolve generalmente in linea con l’aumento dei costi di produzione”. La Coldiretti esprime un giudizio posi-tivo sul fatto che la normativa richieda l’obbligatorietà della forma scritta dei contratti di cessione e della presenza di

elementi essenziali in vista della realiz-zazione dei principi di trasparenza, cor-rettezza e lealtà commerciale e che fissi dei termini di pagamento legali, trenta o sessanta giorni dal ricevimento della fattura che, a differenza di prima, sono tolti dalla disponibilità contrattuale delle parti. Le nuove norme introdotte dall’art.62 – conclude la Coldiretti – de-vono essere applicate da subito, ma con intelligenza. Se necessario, potranno essere previste delle norme tecniche in grado di oliare gli ingranaggi del prov-vedimento.

5

Page 6: FOGLIE n.19/2012
Page 7: FOGLIE n.19/2012

agricoltura

4 PAGAMENTI E COMPRAVENDITA Le nuove regole in vigore dal 24 ottobre

5 NESSUN ALIBI PER GLI ACQUIRENTI Le affermazioni di Marini - Coldiretti

18 COSA SUCCEDERà IN AGRICOLTURA? Ai tempi della crisi

turiSMo ruralE

20 CICLOVIA DELL’ ACQUEDOTTO I primi 10 Km tra Locorotondo e Ceglie Messapica di Nicoletta Mirizzi

TURISMOLIO Iniziativa per le scuole d’Italia

agroaliMENtarE11 IO SONO ITALIANO Marini presenta il latte UHT di Rocco Resta

25 L’ ACCADEMIA DELL’ ASSOPROLI Seminari e attività formative di Rino Pavone

27 “SALVI” I GRANI DEL TAVOLIERE Pasta al 100% pugliese

EcoNoMia

12 L’ITALIA CHE VOGLIAMO IN 10 PUNTI Da Cernobbio la proposta di Coldiretti

14 SPESA A TAVOLA I prodotti colpiti dall’aumento dell’IVA di Antonio Resta

facoltà di agraria - bari

16 ANALISI DELLA PESCHICOLTURA La redditività nel meridione

71 ottobre 2012

laVoro

9 LAVORO IN BANCA ADDIO? Il 50% dei giovani preferisce la campagna di Nicola Trisolini

aMbiENtE

22 MONOPOLI, SI CAMBIA Obiettivo: raccolta differenziata al 65% di Paola Dileo

Sommario

27

6

18

12

20

Page 8: FOGLIE n.19/2012
Page 9: FOGLIE n.19/2012

9

lavoro in banca addio?il 50% dei giovani preferisce la campagna

Cresce la tendenza ad una vita sana in Agriturismo di Nicola Trisolini

ggi la maggioranza dei giovani italiani, a diffe-renza delle generazioni che li hanno preceduti,

non sogna piu’ un lavoro nell’ufficio di una banca magari in una grande metropoli, ma vorrebbe invece gestire un agriturismo in piena campagna. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Swg divulgata in occasione dell’inaugurazione del Salone del Gusto/ Terra Madre a Torino che evi-denzia l’affermarsi tra i piu’ giovani di una nuova cultura del cibo, dell’ambiente e in generale della qualità della vita. La metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni prefe-rirebbe infatti gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23 per cento) o anche lavorare in una multinazionale (19 per cento). Si registra dunque un profondo cambiamento rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratez-za e ritardo culturale nei confronti di quella

in città. Il contatto con la natura ed i suoi prodotti è diventato premiante rispetto all’impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale. Venute meno le garanzie del posto fisso che caratterizzavano queste occupazioni sono emerse tutte le criticità di lavori che in molti considerano ripetitivi e poco gratificanti rispetto al lavoro in campagna. Si tratta di una vera rivoluzione culturale che non riguarda in realtà solo i giovani poi-ché in generale tra tutti gli italiani ben il 28 per cento scambierebbe il proprio lavoro con quello dell’agricoltore. I motivi di tale scelta sono indicati nel fatto che per il 50 per cento così si fa una vita piu’ sana, per il 18 per cento ci si sente piu’ liberi e autonomi e per il 17 per cento per il pia-cere di vivere in campagna, mentre solo il 7 per cento ritiene che si guadagni di piu’. Sembra essersi rovesciata la scala dei valori rispetto al passato quando il denaro

sembrava guidare le scelte della stragrande maggioranza ed emergono invece sensibili-tà nuove che trovano risposte anche nell’a-gricoltura. Una inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico con gli Istituti Agrari che hanno aumen-tato dell’11 per cento il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei Licei, secondo i dati 2012 del Miur. Il risultato è il fatto che per la prima volta da almeno dieci anni in Italia aumentano i giovani agricoltori con un incremento del 4,2 per cento nel numero di imprese individuali iscritte alle Camere di Commercio nel secondo trimestre del 2012. Oggi nel nostro Paese sono attive ben 62mila imprese condotte da giovani con meno di 30 anni che, secondo l’indagine Coldiretti/Swg, nel 36,5 per cento dei casi hanno una scolarità alta (specializzato, lau-reato, laureando), nel 56 per cento media (scuole superiori) e nel 6,5 per cento bassa (scuole medie).

o

lavoro

Page 10: FOGLIE n.19/2012
Page 11: FOGLIE n.19/2012

agroalimentare

Il Presidente di Coldiretti Marini presenta

latte UHt “iO SONO itAliANO”di Rocco Resta

n occasione del Forum Interna-zionale di Cernobbio dedicato all’agricoltura e all’alimenta-zione, il presidente della Col-

diretti Sergio Marini ha presentato il latte a lunga conservazione prove-niente dagli allevamenti della filiera Fai-Coldiretti. Il progetto nasce con gli obiettivi di smascherare sul mer-cato gli inganni del finto Made in Italy e frenare la chiusura delle stalle sal-vaguardando l’occupazione. Infatti “negli ultimi 20 anni - fa notare la con-federazione - hanno chiuso i battenti 60mila stalle, con la perdita di mi-gliaia di posti di lavoro causata dalla concorrenza sleale del latte spacciato come Made in Italy e dal boom dei co-sti di produzione, rincarati del 40 per cento tra il 2011 e il 2012”. Il conteni-

I

tore del latte uht, in materiale ricicla-bile e con un tappo a doppia sicurezza per garantire l’integrità del prodotto, porterà la scritta “io sono italiano” e il logo tricolore Fai.

Page 12: FOGLIE n.19/2012

Il Presidente Coldiretti Marini al Forum di Cernobbio

“l’itAliA cHE VOgliAmO” iN 10 PUNti una proposta in dieci punti quella contenuta nel documento “L’ltalia che vogliamo” presen-

tato dal presidente della Coldiretti Sergio Marini al Forum Internazio-nale dell’agricoltura e dell’alimenta-zione di Cernobbio, dove si sono dati appuntamento opinion leader, segre-tari di partito, membri dell’esecutivo, compreso il presidente del Consiglio Mario Monti. Dall’esigenza di un go-verno globale di beni comuni come il cibo contro gli effetti di una globaliz-zazione senza regole fino all’etica che deve traguardare insieme alla politica anche le forze social e tutti i cittadini.1. Un governo globale dei beni co-muni: “E’ necessario che i decisori politici ne tengano conto mettendo ai vertici della loro agenda la strategicità del cibo e promuovendo politiche che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo, l’acqua e il suolo”.2. Più Europa: “E’ necessario lavora-re alacremente alla costruzione degli Stati Uniti di Europa, dotando l’Unio-ne di forti istituzioni politiche elette democraticamente, capaci di orien-tare sia il cammino di integrazione iniziato, che di ricondurre le spinte disgreganti in atto. Dal punto di vista del sistema agroalimentare italiano dobbiamo essere in grado di portare pienamente “l’Italia in Europa”, facen-

do sì che la nuova Politica Agricola Comunitaria riconosca il valore stra-tegico del “modello italiano” e le sue straordinarie peculiarità, consenten-do che esso diventi patrimonio della comunità contaminando virtuosa-mente il pensiero comunitario”.3. L’Italia, una, sussidiaria e solida-le: “Di fronte alla ripresa - dopo quasi un secolo - di forti squilibri nella di-stribuzione della ricchezza prodotta e nel contesto di un necessario con-trappunto federale il valore della sus-sidiarietà diventa strumento cardine per gestire la semplificazione buro-cratica e i principi di solidarietà sono indispensabili per superare le dise-guaglianze. Al tempo stesso quando pensiamo a “una” Italia facciamo rife-rimento alla pletora di livelli ammini-strativi che ostacolano il dispiegarsi del potenziale dell’imprenditoria na-zionale”.4. I nostri punti di forza: “Gli as-sets su cui il nostro Paese può e deve puntare, sono di natura materiale e immateriale: patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ric-chissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e pas-sione, intuito e buonsenso. Accanto a questi fattori, siamo stati capaci di svi-luppare nel tempo un capitale sociale che rimane fortissimo; resta viva una forte capacità di relazionarci e di fare comunità, di innovare mantenendo in

vita saperi antichi. Risorse che appar-tengono al Dna del Paese e che garan-tiscono quel valore aggiunto inimi-tabile e non delocalizzabile al “saper fare” italiano. La nostra agricoltura ha fondato su tali risorse il suo successo. Se essa mette in luce elementi di com-petitività, distintività, innovazione ed eccellenza, è perché ha saputo inno-varsi ancorandosi al paradigma antico e non omologabile del Paese”. 5. Il nostro modello di sviluppo: l’I-talia che fa l’Italia: “L’Italia e il suo futuro sono legati invece alla capaci-tà di tornare a fare l’Italia, imboccan-do intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza a cui abbiamo già fatto riferimento. E’ nella nostra capacità di trasferire nei nostri prodotti e nei nostri servizi il valore materiale e immateriale della distinti-vità italiana e nel rafforzare il nostro saper “fare rete” che troveremo la for-za e l’autorevolezza per riconquistare la giusta capacità competitiva, anche nella dimensione globale”.6. Le politiche necessarie: “Per ac-compagnare la crescita, abbiamo bi-sogno di “buona politica” e ciò signifi-ca in primo luogo il ritorno a funzioni di mediazione intelligente fra ceti e in-teressi distinti e contrastanti ai fini di perseguire un più ampio interesse di carattere generale, ciò che si definisce “bene comune”. “Alla politica, forte-

È

Economia

12www.foglie.tv

Page 13: FOGLIE n.19/2012

13

Panorama di Cernobbio, sede del Forum Internazionale

1 novembre 2012

mente deficitaria, chiediamo un’ope-razione coraggiosa di verità, giustizia e legalità, aspetti la cui declinazione è diventata in questi anni via via più opaca”. “E per la nostra agricoltura chiediamo un impegno speculare, a servizio di ciò che stiamo perseguen-do con il nostro agire quotidiano:- la verità, per garantire trasparenza ai cittadini consumatori e metterli in condizione di conoscere ciò che va sulle loro tavole (lotta all’italian sounding, norme per l’informazione ai consumatori, applicazione di quelle leggi approvate dal Parlamento ma fi-nite in un binario morto);- la giustizia, per contrastare le posi-zioni di rendita e ridistribuire il valore aggiunto a vantaggio di chi lo produce (sostegno ai nostri progetti di Campa-gna Amica e della Filiera Agricola Tut-ta Italiana tesi ad accorciare e costrui-re nuove relazioni di filiera);- la legalità, per impedire i fenomeni che minacciano il valore del marchio “Italia” (continuità di impegno nella lotta alla contraffazione e sofistica-zione, condivisione della nostra de-nuncia sulle Agromafie in stretta col-laborazione con magistratura e forze dell’ordine)”.7. La molla per tornare a cresce-re: “L’Italia è un Paese in cui le scelte economiche, politiche e sociali sono fortemente condizionate da dimen-sioni emozionali. Elementi come “la fiducia” tendono a ripercuotersi in maniera più che proporzionale sui comportamenti degli individui e del-le famiglie. In stagioni congiunturali particolarmente difficili, “la fiducia” diventa una sorta di “molla” che se

nutrita dal giusto orgoglio naziona-le e messa in tensione va a costituire un fattore rigenerativo, se trascurata si traduce in un ulteriore chiave “de-pressiva”. 8. Far crescere il Pil con il benesse-re: “E’ tempo di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavo-ro e coesione sociale. Il Pil in tal caso è strumento e non fine ultimo di una crescita sostenibile. Dentro al consu-mo di cibo c’è la cultura dei territo-ri, la tipicità e la creatività di tutta la gente che l’ha generato. Dentro al cibo c’è la sicurezza alimentare che noi abbiamo garantito. C’è la qualità e la diversificazione assicurata dalla lotta continua che facciamo per difendere la biodiversità. Si tratta di tutta una serie di componenti immateriali che quando ci fanno stare a tavola ci fanno stare bene al di là del Pil”.9. Il valore della comunità: “La cri-si ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su alcuni valori, che sono anche essi durevoli, continuativi, che non conoscono erosione: la socialità, l’amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità nelle sue va-rie espressioni culturali e religiose, la solidarietà. Nella “prossimità”, che è elemento fondante della comunità, c’è l’essenza, il concetto base del modello di sviluppo verso cui dobbiamo tende-re; c’è la chiave, per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi, conservando la solidità e la coerenza dei nostri modelli identi-tari e valoriali. Del resto l’agricoltura multifunzionale e la stessa produzio-ne agroalimentare sono nello stesso

tempo generatrici e rappresentazione di questo modello, e la stessa impresa multifunzionale, continua a rimanere al centro di questo fare “comunità””. 10. Etica prima di tutto: “Una molte-plicità di episodi in questi anni e mesi ha messo pesantemente a nudo le de-bolezze del ceto politico nazionale e locale. Ciò da un lato ha generato una diffusa indignazione all’interno dell’o-pinione pubblica, dall’altro ha dato vita a forme, movimenti e pulsioni di sapore antipolitico”. “Tutto ciò - e si tratta di un problema non trascurabile - rischia di produrre un meccanismo di rimozione individuale: se la colpa è degli “altri”, le persone nel loro quo-tidiano agire finiscono per scioglier-si da quelle responsabilità che pure hanno e dovrebbero esercitare nella sfera pubblica e in quella privata. Se tuttavia in questi anni c’è stato un ve-nir meno dei valori di trasparenza, di verità, di assunzione di responsabilità ciò, in taluni casi, ha investito anche le forze di rappresentanza. A volte, infatti, è accaduto che esse abbiano espresso scarsa progettualità, bassa propensione a rischiare, incapacità di essere punto di riferimento esem-plare per i loro associati, che siano rimaste prigioniere di logiche legate a rendite corporative. Ma soprattutto ci è parso che esse non abbiano saputo fuoriuscire dalla logica schiacciante del “presente” e a configurare quella proiezione in chiave futura di cui il Pa-ese ha bisogno. Che ciò sia il riflesso di una più generale miopia e assenza di lungimiranza della classe politica, non è motivo di consolazione”.

Page 14: FOGLIE n.19/2012

14www.foglie.tv

Economia

Legge di stabilità: con super IVA

SPESA A tAVOlA cROllA OltRE 3%di Antonio Resta

on l’entrata in vigore del-la super iva la spesa a ta-vola degli italiani crolle-rà oltre il 3 per cento, per

effetto degli aumenti stimati in mezzo miliardo di euro. E’ quanto afferma la Coldiretti in merito all’analisi dell›Istat davanti alle commissioni Bilancio di Ca-mera e Senato sugli effetti della legge di stabilità per le famiglie, secondo la qua-le l’incremento dell’aliquota interesse-rà beni e servizi relativi a quasi l›80 per cento della spesa per consumi. L’imposta sul valore aggiunto (Iva) - continua la Coldiretti - aumenterà in-fatti dal 10 per cento all›11 per cento per carne, pesce, yogurt, uova ma an-che per riso, farine, miele e zucchero, mentre il rincaro dal 21 al 22 per cento riguarderà il vino, birra, acqua minera-le ed anche specialità nostrane come il tartufo. Il provvedimento rischia dun-que di provocare effetti depressivi sui

C consumi alimentari a danno delle imprese e dei consu-matori, già provati dalla crisi e dal crollo del potere di ac-quisto, che hanno svuotato il carrello della spesa.Secondo lo studio “La crisi taglia la spesa degli italiani” realizzato da Coldiretti sulla base dei dati relativi ai primi nove mesi del 2012, elabo-rati da Coop Italia, il diffici-le momento economico ha già cambiato il menu degli italiani che a tavola portano piu’ pasta (+3,6 per cento) e meno bistecche (-5,5 per cento). Ad essere ridotti in quantità sono stati anche gli acquisti di pesce (-1 per cen-to) e ortofrutta (-0,9 per cen-to), mentre sono saliti quelli di pane (+1,3 per cento).

Prodotto AuMento deLL’IVA

Farina dal 10 all’ 11%Riso dal 10 all’ 11%Carne dal 10 all’ 11%Pesce dal 10 all’ 11%Yogurt dal 10 all’ 11%Uova dal 10 all’ 11%Miele dal 10 all’ 11%Zucchero dal 10 all’ 11%Vino dal 21 al 22%Birra dal 21 al 22%Acqua min. dal 21 al 22%Tartufo dal 21 al 22%

I ProdottI CoLPItIdA L L’ A u M e n to d e L L’I VA

Page 15: FOGLIE n.19/2012
Page 16: FOGLIE n.19/2012

Un’analisi di redditività della peschicoltura meridionaledi Pietro Caporusso, Danila Rolli, Rocco Roma Dip. Scienze Agro-ambientali e territoriali

a coltivazione delle pe-sche e delle nettarine (Prunus persica L.) è at-tualmente praticata tra i

30° e i 45° di latitudine sia nell’emisfero settentrionale che in quello australe; a latitudini maggiori le temperature in-vernali rigide ed i freddi primaverili ri-sultano i fattori limitanti. La coltura del pesco viene praticata anche in aree a clima continentale dove, però, la tempe-ratura invernale è mitigata dall’azione termoregolatrice di grandi masse d’ac-qua (Grandi Laghi negli Stati Uniti, Mar Nero e Mar Caspio in Europa e Asia). Il pesco è presente anche in alcune aree subtropicali e tropicali, soprattutto ad altitudini elevate, dove, però, produce frutti di qualità mediocre. Il primo pro-duttore mondiale è la Cina, centro di origine del pesco, con circa il 50 % della produzione mondiale, caratterizzata da un elevato numero di consumatori tale da fare ricorso all’importazione. L’Italia è il secondo produttore mondiale, con una produzione media, negli ultimi die-ci anni, di 1.650.000 t, circa il 10 % della produzione mondiale, seguita dalla Spa-gna con il 7% .Negli ultimi anni però, la generale ridu-zione dei consumi di ortofrutta, la forte crisi economica mondiale ed una globa-lizzazione poco regolamentata, hanno causato una situazione di sofferenza dell’intero comparto ortofrutticolo e della filiera peschicola in particolare.Alla luce di queste considerazioni, è stata condotta un’analisi economica, ba-sata sul costo di produzione di un kg di pesche e di nettarine e, confrontandolo con il prezzo di mercato, che ha eviden-ziato la paradossale situazione in cui vertono i produttori peschicoli.Il conto colturale è stato calcolato fa-cendo riferimento a modelli aziendali rappresentativi degli areali tipici di pro-duzione del Mezzogiorno, considerando la grande eterogeneità, in termini di fat-tori climatici, di superficie e di gestio-ne delle aziende, di cultivar utilizzate.

Tali aziende risultano seguire criteri di produzione, di “nuova concezione”, che tendono alla razionalizzazione e all’ot-timizzazione degli input produttivi: ciò nasce dall’esigenza del produttore di ridurre il più possibile i costi di produ-zione per poter fronteggiare al meglio la concorrenza.La tipologia di impresa considerata, uti-lizzando cultivar recenti che incontrano il gradimento del mercato, si prefigge, innanzitutto, l’obiettivo di ottenere prodotti dalle qualità organolettiche e caratteristiche (forma, dimensione, co-lorazione, consistenza) apprezzate dal consumatore.In termini di gestione colturale viene abbandonata la pratica della concima-zione minerale, dati gli elevati costi degli input e gli ottimi risultati ottenuti con la fertirrigazione; questa particola-re concimazione ottimizza l’efficienza dell’input in termini agronomici ed eco-nomici. Anche la pratica della concima-zione organica, viene sostituita dall’in-terramento dei residui di potatura, previa trinciatura, sostenuta anche da alcune normative regionali che ne vieta-no la combustione.Nella maggior parte delle tecniche cen-site, le lavorazioni si riducono in nume-ro, sino ad una sola, a media profondità nell’ interfila, per evitare il costipamen-to del terreno, seguita da diversi inter-venti di inerbimento; sulla fila, invece, si procede a lavorazioni con attrezzi idrau-lici alternati alla pratica del diserbo.La lotta integrata ha consentito una mi-gliore razionalizzazione dei prodotti fito-sanitari, con il duplice effetto di abbassa-re i costi e ridurre l’impatto sull’ambiente e, in un contesto attento alla salute del consumatore, migliorare la qualità del prodotto in termini di residui.Per ciò che concerne i sistemi di al-levamento, soprattutto nelle regioni meridionali, sono stati adottati il vaso emiliano e il vaso ritardato, sistemi che consentono una più facile gestione degli interventi sulla pianta e della raccolta.

Ciò ha permesso un’ottima razionaliz-zazione dei costi di produzione, consi-derando che, poiché il 60% del costo di produzione è dovuto alla manodopera, risulta di primaria importanza la facili-tazione delle pratiche di potatura, dira-damento e raccolta. Tale forma di alleva-mento consente di effettuare le singole operazioni direttamente da terra, senza l’ausilio di carri sollevatori o scale che causano perdita di tempo, minore pro-duttività dell’operatore, aumento dei costi di raccolta. La pratica più costosa risulta essere il diradamento manuale, che consiste nell’asportare parte dei frutti presenti sull’albero al fine di otte-nere una maggiore pezzatura per i frutti rimanenti: data la selettività dell’opera-zione, possono essere necessarie anche 100 giornate lavorative per ettaro, in dipendenza di una serie di fattori: dalla cultivar considerata, all’età dell’impian-to, alla percentuale di allegagione avve-nuta, ai problemi legati alla cascola ed alle avverse condizioni climatiche. Con il diradamento chimico e quello mecca-nico, che avrebbero consentito un note-vole risparmio, sono stati ottenuti scarsi risultati. Ovviamente la raccolta, data la delicatezza del prodotto e la tempesti-vità con la quale deve essere effettuata, rappresenta il costo più elevato. La ta-bella, mostrata di seguito, indica i costi di ogni singolo input e di ogni singola operazione, espressi in euro per ettaro, considerando una produzione media di 2,5 t per ettaro.

L

facoltà di agrariaIl futuro si coltiva nel presente

16www.agr.uniba.it

Page 17: FOGLIE n.19/2012

Dividendo il costo totale di produzione per la resa ad ettaro, otterremo il costo di pro-duzione per kg, pari a 0.47 €/kg. Conside-rando che il prezzo medio di vendita negli ultimi cinque anni, al produttore è stato di 0.50 €/ kg, facilmente comprendiamo che il risultato economico per l’imprendito-re astratto è pari a 0.03 €/kg. Nella realtà la quasi totalità dei produttori di pesche possono essere raggruppati nella figura imprenditoriale di proprietario coltivatore diretto, in cui l’imprenditore incamera an-che il beneficio fondiario (360 €), in quan-to proprietario del fondo, e parte dei salari (quantificabile all’incirca intorno al 40%), che compensano il suo apporto di manodo-pera all’azienda (3700 €) ottenendo un red-dito netto di circa 4.625 €/ha annuo. I risultati del conto economico evidenziano la particolare situazione di redditività nega-tiva in cui versano i produttori peschicoli, per cui è appare interessante valutare quan-to gli attori principali della filiera, i produt-tori di pesche, ritengano abbia un futuro la filiera e quali soluzioni è possibile prevede-re. Per questo è stata messa a unto un’analisi SWOT che renda evidenti i punti di forza e di debolezza, quali variabili interne alla filiera, e le opportunità e le minacce, quali fattori esterni non dipendenti dall’organiz-zazione aziendale, sulle quali sia possibile agire. Attraverso l’analisi delle informazioni derivanti da un questionario, articolato in sezioni che riguardavano diversi ambiti , somministrato a produttori peschicoli del-la zona di Metaponto, sono risultati punti di forza della filiera peschicola, principal-mente, la qualità e il mercato verso i Paesi dell’Europa e dell’Extra Europa. Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi, i vivaisti ed i produttori continuano a lavorare su que-sti punti, licenziando annualmente diverse

CoStI dI ProduZIone € / HaConcimi 248Fitofarmaci 473Disserbanti 50Acqua 250Gasolio 250Manodopera 7.360Beneficio fondiario 360Interessi 225Tasse e contributi 1.960Quote 759Totale 11.935

nuove cultivar che puntano alla qualità del prodotto, secondo una nuova accezione del termine qualità, che tiene conto delle carat-teristiche che assumono maggiore rilievo, quali quelle nutrizionali, organolettiche, igienico-sanitarie e commerciali. Natural-mente alla qualità di ogni singolo prodotto, contribuiscono in misura diversa le singole caratteristiche e, nell’ambito di queste, le numerose componenti spesso tra loro cor-relate ed interagenti. Inoltre, negli ultimi anni, richieste sempre maggiori di pesche e nettarine arrivano dai Paesi dell’Est-Europa, tale mercato potreb-be risultare interessante ai fini della ripresa di tale filiera.I punti di debolezza , secondo gli intervi-stati, sono più numerosi: partendo dalla redditività che, in particolari annate, risulta essere molto bassa a causa, come abbiamo evidenziato precedentemente, dell’incre-mento dei costi sostenuti per la produzione. Destano preoccupazioni, inoltre, le capacità imprenditoriali e di marketing dell’impren-ditore, nonché la preparazione della forza lavoro, che spesse volte è completamente sprovveduta rispetto alle tecniche di rac-colta manuale delle pesche. Altri punti di debolezza della filiera, risultano essere gli aspetti finanziari che affiancati dalla scar-sa redditività comportano un problema in termini di liquidità per il produttore, e la situazione amministrativa attuale, forte-mente burocratizzata, poco flessibile e poco attenta alle problematiche concrete della filiera. Anche la domanda interna del pro-dotto, affiancata da una inadeguata rete di-stributiva costituisce un punto di debolezza per la filiera. Per quanto riguarda le minacce, destano particolari preoccupazioni la congiuntura economica di breve e lungo periodo: la crisi dei redditi costringe i consumi in genere, riducendo le possibilità di rilancio della peschicoltura nazionale; inoltre, la globa-lizzazione rappresenta un’ulteriore minac-cia di rilievo per la competitività, specie di costo, che i prodotti importati hanno. I cambiamenti climatici costituiscono una pericolosa poiché provocano reazioni fe-nologiche nelle produzioni, inconsuete per i produttori ed economicamente più gravi, come l’accavallamento delle produzione tra il Settentrione ed il Meridione, che provoca un eccesso di offerta in momenti in cui la domanda è fortemente rigida, con il conse-guente repentino crollo dei prezzi.

Per le capacità imprenditoriali si aspetta il ricambio generazionale, sperando che i giovani riescano a razionalizzare ulterior-mente l’uso degli input produttivi, e che, soprattutto, credano, più di quanto abbiano fatto i loro predecessori, alle “sane” forme di associazionismo, caratterizzate da Organiz-zazioni di Produttori (OP) o Cooperative che valorizzino le produzioni dal punto di vista del loro miglior collocamento sul mer-cato tale da esaltare sia il raggiungimento di standard produttivi di qualità che il forte legame con il territorio; un modello di asso-ciazionismo che abbia la “fase agricola” del-la produzione in primo piano, coniugando gli interessi dei produttori con le esigenze dei consumatori. Queste OP dovrebbero essere in grado di concentrare l’offerta del prodotto al fine di avere maggiore pote-re contrattuale nei confronti della GDO e delle sue logiche di mercato. Naturalmente questa funzione centrale delle OP decade nel momento in cui queste crescono in nu-mero, poiché sostituiscono la concorren-za tra produttori, che si vuole evitare, con quella tra OP. Questo è accaduto soprattut-to nelle regioni meridionali, dove le scarse capacità imprenditoriali ed associative dei produttori hanno favorito da un lato, la na-scita di numerose OP, dal fatturato modesto che, il più delle volte, si sono limitate alla individuazione di sbocchi commerciali per il prodotto senza avere una strategia di va-lorizzazione; e dall’altro ha consentito l’in-tromissione, sui mercati locali, di OP delle regioni del Nord, ben strutturate ed in gra-do di ritirare ingenti quantità di prodotto, specie le “primizie”, ed in modo tale da oc-cupare i mercati in periodi molto redditizi e impossibili, dato il clima, per le loro varietà. L’imposizione di una dimensione minima delle OP è un importante strumento di con-centrazione dell’offerta dei prodotti preso in seria considerazione già dalla nuova OCM 2013, secondo la quale le OP giocano un ruolo di centralità nel mercato nazionale ed internazionale grazie alla capacità di:- assicurare la programmazione della pro-duzione e l’adeguamento quanti/qualitativo alla domanda- promuovere la concentrazione dell’offerta e la commercializzazione del prodotto degli aderenti;- ottimizzare i costi di produzione e stabiliz-zare i prezzi alla produzione;- promuovere pratiche colturali e tecniche di gestione dei rifiuti eco-sostenibili.

17www.agr.uniba.it

Page 18: FOGLIE n.19/2012

agricoltura

Ai tempi della crisi

cosa succederà in Agricoltura?Come ogni anno è andato in scena a Cernobbio il forum internazionale

della Coldiretti. di seguito i principali interventi.

m ARIO MONTI,Presidente del ConsiglioIl Presidente del Consiglio “e’ venuto

qui perchè vuole capire meglio una parte importante non solo dell’eco-nomia italiana, ma anche della so-cieta’ italiana e della civilta’ italiana”, ha detto Mario Monti concludendo i lavori del Forum Coldiretti. Monti ha sottolineato il ruolo del Ministro Catania all’interno del Consiglio dei Ministri, che e’ non solo di persona competente della materia, “ma anche di portatore di quei valori e di quegli aspetti di societa’ e civilta’ di cui voi siete interpreti”. “I successi dell’agro-alimentare Made in Italy sono ascri-vibili ad una precisa scelta strategi-ca compiuta dalle imprese agricole ed agroalimentari”, ha commentato Monti, citando i risultati dell’export “in un anno difficile come il 2012”, nonostante la crisi e nonostante il fenomeno dell’italian sounding, “ma non italian tasting”, come ha precisa-to scherzando. “L’agricoltura e’ molto presente nell’attenzione del Gover-no”, ha rassicurato Monti - “e’ giusto che chiediate di esserlo molto di piu’ e non escludo che cio’ possa avveni-re”, ha aggiunto, ricordando alcuni dei provvedimenti presi dal Governo, come il disegno di legge sul consumo di suolo che costituisce un ricono-scimento del “ruolo multifunzionale dell’agricoltura”. Quanto alla tutela del Made in Italy, il Presidente del Consiglio ha sottolineato “l’attenzio-ne e insistenza sul tema delle barriere non tariffarie”, che spesso finiscono col colpire i prodotti agroalimentari. Monti e’ poi passato a parlare dell’Eu-ropa, un tema - ha detto - “importante per l’Italia e doppiamente importante per l’agroalimentare”.

Da sinistra, il Ministro Mario Catania, il Premier Mario Monti e il Presidente Coldiretti Sergio Marini

18 www.foglie.tv

SERGIO MARINI,Presidente Nazionale ColdirettiMarini rivolgendosi a Monti ha di-chiarato che “nonostante un ottimo Ministro dell’Agricoltura, non erava-mo convinti che l’agricoltura fosse in cima ai pensieri del governo, ma la sua presenza qui ci dice che forse sbaglia-vamo”. Marini ha sostenuto che “non mettere in cima all’agenda agricola il tema agricolo sarebbe stato un erro-re” ed ha intrattenuto Monti con una serie di osservazioni sulla nuova Pac e sull’assenza italiana al momento della presentazione della proposta di riforma della Pac. marini ha poi sot-tolineato il ruolo positivo in termini di qualita’ della vita che la Coldiretti sta giocando in Italia ed ha invitato il governo ad un sostegno piu’ marcato ad un settore ed alle sue potenzialita’. Marini ha infine ricordado al Presi-dente del Consiglio che la Coldiretti rappresenta un milione e seicentomi-la agricoltori veri. MARIO CATANIA,Ministro alle Politiche AgricoleIl responsabile del Dicastero delle politiche agricole ha tracciato una pa-noramica delle principali tematiche

legate al comparto agricolo, partendo dal calo dei consumi e dalla globaliz-zazione dei mercati, che “ha avuto un impatto asimmetrico” sulla filiera: il mondo della trasformazione - ha spiegato Catania - ha colto le “grandi opportunita’ legate all’export”, men-tre il comparto primario ha subito le conseguenze dello “schiacciamento dei prezzi” causato dall’ingresso nel mercato di materie prime dall’este-ro. in Italia c’e’ un sistema produttivo che, seppur “troppo frammentato”, “reagisce” puntando sull’innovazione e la qualita’ dei prodotti, anche se “per troppo tempo e’ mancata una politica agricola nazionale” e molti temi sono stati “rimossi” dalle riflessioni del go-verno, ha proseguito il Ministro, rife-rendosi al tema dell’erosione del suo-lo, della gestione idrica, delle energie rinnovabili e del funzionamento della filiera, che e’ “troppo lunga e funzio-na male”. Catania ha fatto notare che “la partita piu’ importante” e’ legata alla redditivita’ delle imprese, che e’ “al centro dell’attenzione del gover-no”. il Ministro dell’agricoltura ha poi parlato di “origine e tracciabilita’ dei prodotti agricoli”, tema questo che “se

Page 19: FOGLIE n.19/2012

ben affrontato e risolto” puo’ creare valore per l’impresa, anche se “molte altre sono le cose da affrontare”: la po-litica relativa al credito, che deve far si’ che le banche tornino a trattare le imprese con “un approccio ad hoc”, il tema dell’export, sul quale “il governo sta lavorando con grande impegno”, e quello delle assicurazioni, che “devo-no coprire il rischio metereologico e di mercato” e non solo agire “ex post”.PIERLUIGI BERSANI,Segretario del Partito DemocraticoE’ stato incentrato sul ruolo della po-litica e delle forze sociali l’intervento del segretario del Pd, chiuso con un appello a trasformare la concertazione in partnership per realizzare progetti concreti in tempi ragionevoli. Bersani ha parlato della congiuntura, sottoli-neando che “il paese non percepisce affatto che stiamo uscendo dalla crisi” e la necessita’ che l’Europa cambi rot-ta, per evitare un avvitamento reces-sione-austerita’, concedendo spazio a politiche di investimento e per l’occu-pazione.” RENZO ARBORE, ShowmanPer fortuna c’e’ discrasia tra l’imma-gine della politica italiana all’estero e

quella della nostra creativita’, ha detto Renzo Arbore. C’e’ una grande ammi-razione per le eccellenze del nostro paese, ha aggiunto, sottolineando che “tra l’altro nei paesi lontani le nostre vicende politiche non arrivano men-tre arrivano i nostri cibi, il design, Renzo Piano...l’immagine del gusto”. CORRADO PASSERA,Ministro dello Sviluppo Economico Secondo Passera, il mondo dell’agri-coltura, insieme con i mondi che da essa dipendono o sono strettamente collegati, e’ uno dei settori dove l’italia sta e puo’ crescere di piu’, ma “bisogna che la politica crei le condizioni”. in questo senso il Ministro ha citato una serie di interventi fatti dal governo monti che a suo avviso vanno in tale direzione. in particolare, sull’interna-zionalizzazione, Passera ha parlato del “collo di bottiglia” costituito dal-la “debolezza fortissima” del paese in termini di presenza e piattaforme commerciali fuori d’italia, che e’ “la ragione principale di una quota all’e-stero dell’agricoltura e dell’agribusi-ness al di sotto di quello che potrebbe essere”. Parlando della lotta anti-con-traffazione, il Ministro ha citato lo

“sforzo comune sull’etichettatura”, tema - ha detto - “molto complesso da far passare in Europa”, ma “Mario Ca-tania ed io abbiamo deciso di andare comunque avanti”. Sul tema del credi-to, delle risorse, dell’accumulo dello scaduto, Passera ha parlato dell’art. 62 che, ha affermato, contiene “regole molto forti” a tutela dell’”anello debo-le della catena”. GIANNI ALEMANNO,Sindaco di RomaIl Sindaco di Roma ha espresso ap-prezzamento per il documento pre-sentato dalla Coldiretti e ha sottoli-neato con forza il valore del Made in Italy, “tratto distintivo del Paese”. Per favorire lo sviluppo - ha detto Aleman-no - bisogna puntare sulle “competen-ze distintive” del paese, sui “modelli che stanno nei territori”. Il primo cit-tadino della capitale ha poi ricordato il suo passato da Ministro dell’Agricol-tura, spiegando che quello del Mipaaf e’ un lavoro “di indirizzo” e che sta ai territori “attuarlo per farlo diventare realta’”; per questo - ha aggiunto - nel-la riforma del titolo quinto della co-stituzione “bisognerebbe allargare le competenze” dei governi locali”.

Page 20: FOGLIE n.19/2012

20www.foglie.tv

turismo rurale

Al via i lavori dei primi 10 chilometri

“ciclovia dell’Acquedotto”di Nicoletta Mirizzi

Importante iniziativa rivolta alle scuole d’Italia

A Ostuni, turismolio

S

L

ono partiti i lavori per realizzare i primi 10 km della “Ciclovia dell’Acquedotto”. La

consegna è prevista entro un anno. Si arricchisce in modo sostanziale l’of-ferta cicloturistica della Puglia grazie ad un percorso che attraverserà uno dei tratti più belli della nostra regione, nel rispetto del paesaggio e del territorio. Si tratta di una porzione del cana-le dell’Acquedotto Pugliese tra Lo-corotondo e Ceglie Messapica, in piena Valle d’Itria. La Regione Puglia per la ciclovia ha finanziato ben 1,8 milioni di euro. I lavori interesseranno la strada di servizio dell’Aqp, lungo il canale principale, che finalmente sarà sicura nonché ciclabile. La pavimen-tazione del percorso ciclabile per una larghezza di circa 2.50 – 3 metri sarà di due tipologie a seconda dei tratti: in misto stabilizzato con leganti natu-rali per le parti sub pianeggianti; con-glomerato ecologico, per i tratti con

’Oleificio Cooperativo di Ostuni (Br), nell’ambito delle sue attività promo-zionali riguardanti l’olio

extravergine di oliva, ha pensato di rea-lizzare per il quarto anno consecutivo, un progetto interamente dedicato al mondo della scuola, denominato “Turismolio: dall’Olivo all’Olio”, un progetto che punta a far riscoprire e valorizzare la Dieta Medi-terranea tramite percorsi turistici dedicati a tutti gli istituti scolastici del territorio nazionale. Il “tour” fornisce l’opportunità di conoscere appieno tutte le fasi di tra-sformazione, dall’olivo all’olio. Nell’ambito dell’attività, gli studenti saranno chiamati ad intraprendere un viaggio nel mondo dell’olivicoltura: dalla raccolta delle olive all’estrazione dell’olio, potranno visiona-

maggiori pendenze. Saranno inoltre realizzate aree di sosta e cartellonistica informativa e sarà attivato un sistema di webcam e conteggio elettronico dei flussi di bici da collegare ai siti web. Il piano complessivo, inserito nell’inizia-tiva “Cyronmed”, avrà 250 km percorri-bili in bicicletta da Venosa a Grottaglie.

Cresce sempre più l’impegno dell’Am-ministrazione regionale per sostenere e proporre un turismo sostenibile, grazie appunto al cicloturismo e all’escursio-nismo e, contestualmente, aumentano i servizi collegati, dalle ciclofficine diffu-se in tutta la regione agli accompagna-tori sempre più qualificati.

re direttamente le fasi operative e stabi-lire un contatto diretto con il prodotto. Le attività proposte diventano un viaggio di scoperta “dal campo alla tavola”, compren-dendo laboratori e degustazioni, oltre che visite in campagna e in frantoio. Partendo dagli aspetti storici si approfondiranno anche gli aspetti culturali, ambientali e ali-mentari legati all’olivo e alla filiera dell’olio.

L’iniziativa premia i prodotti di qua-lità dell’agricoltura pugliese, in par-ticolare dell’olio extravergine di oli-va DOP “Collina di Brindisi” e lega indissolubilmente una sana alimenta-zione a una migliore qualità della vita. Tutte le scuole d’Italia sono, quindi, invitate a venire in Puglia per partecipare a questo viaggio di scoperta non solo alimentare.

Page 21: FOGLIE n.19/2012
Page 22: FOGLIE n.19/2012

ambiente

monopoli, si cambiaObiettivi: raccolta differenziata al 65% e recupero dei rifiuti

di Paola Dileo

r accolta differenziata al 65% e riduzione dei costi legati alla gestione dei rifiuti: è quanto il

Comune di Monopoli intende perseguire a medio termine, avvalendosi della preziosa collaborazione CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi). Il nuovo piano di raccolta differenziata andrà a pieno regime dal prossimo 3 dicembre. Sarà l’Aimeri Ambiente (aggiudicataria del nuovo servizio di igiene urbana) a fornire mezzi e risorse umane utili alla raccolta domiciliare dei rifiuti. “Il 3 dicembre sarà una data importante per la città di Monopoli perchè s’inaugura una vera e propria rivoluzione culturale nel sistema di raccolta dei rifiuti, per la cui riuscita sarà fondamentale il rispetto assoluto delle modalità di conferimento – pena sanzioni amministrative -. Per questo insieme alla Società Aimeri Ambiente abbiamo previsto per il prossimo mese di novembre, una serie di incontri utili a presentare alla città il nuovo servizio “. Ha esordito il sindaco di Monopoli, Emilio Romani, che ha aggiunto :”Determinante sarà per il raggiungimento degli obbiettivi

la sinergica collaborazione tra cittadini, organi d’informazione, impresa esecutrice e amministrazione comunale”. “Il CONAI oltre ad aver supportato il Comune di Monopoli nell’elaborazione del piano di raccolta differenziata, garantirà attraverso i consorzi di filiera, l’avvio a riciclo dei rifiuti d’imballaggio di carta, vetro, plastica e metalli, legno differenziati dai cittadini – ha dichiarato Fabio Costarella responsabile Area sud CONAI - . L’obbiettivo primario oltre alla differenziata, è permettere il riciclo dei rifiuti raccolti e, per questo, la qualità della raccolta è imprescindibile. Solo raccogliendo materiale di qualità è possibile garantire il successivo ed effettivo riciclo. La raccolta differenziata è solo un mezzo, il fine ultimo è il riciclo. Questo è l’unico comune pugliese – ha aggiunto ancora Costarella – dove il CONAI è riuscito ad intervenire nel progetto e quindi anche nelle attività informativa e formativa, ai fini di una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti che prevede anche il ristoro ai comuni attraverso i consorzi di filiera”. Il nuovo piano rifiuti prevede la raccolta porta a porta nel centro urbano e periferie (fino alla statale 16). Pertanto

ogni stabile sarà dotato di appositi contenitori, che una volta pieni devono essere collocati nei luoghi pertinenza privata ed esposti nei giorni del ritiro, prima del passaggio dell’operatore. Per i cittadini che risiedono nelle contrade, la raccolta sarà di prossimità, con la previsione di 300 punti ecologici, con cassonetti diversi per tipologia di rifiuto. Ogni cittadino verrà fornito di kit gratuito per il conferimento nei punti stradali. Imboccata quindi la strada verso quelle politiche ambientali sostenibili, di grande civiltà, che l’Unione Europea ci chiede da tempo, il Comune di Monopoli può e deve distinguersi in altri adempimenti come l’adozione di una TARIFFA PUNTUALE, un sistema di calcolo più equo della bolletta, basato sull’effettiva produzione dei rifiuti di ogni singola utenza – in vigore dal prossimo primo gennaio - ; l’estensione del sistema di raccolta domiciliare nell’agro; l’opzione di una mobilità a basso impatto ambientale; la predisposizione di opere per il risparmio energetico; l’adozione di sistemi per la prevenzione dei rifiuti.

La conferenza di presentazione

Page 23: FOGLIE n.19/2012
Page 24: FOGLIE n.19/2012
Page 25: FOGLIE n.19/2012

251 novembre 2012

agroalimentare

l’Accademia dell’Assoprolidi Rino Pavone

arte l’ultimo ambizioso progetto dell’Assoproli: contribuire, attraver-so le proprie attività, a

creare quella tanto auspicata cultura di prodotto che restituirà la digni-tà perduta a quel succo straordina-rio che è l’olio extra-vergine di oliva. L’Accademia Assoproli, così giovane, già si fa sentire con un programma strutturato di seminari, corsi di avvi-cinamento, corsi di assaggio, sedute pratiche di assaggio e tutte una serie di attività formative dirette a consu-matori, operatori della ristorazione, semplici appassionati ed a chiunque voglia avvicinarsi con interesse all’o-lio extra-vergine di oliva. Il primo in-

contro si terrà presso il Centro Servizi Culturali del Comune di Cano-sa di Puglia il 13 novem-bre 2012. A seguire il 17 novembre 2012 presso l’Oleificio Cooperativo Col-tivatori Diretti di Capurso, e il 24 novembre 2012 presso l’Oleovini-cola Cooperativa Coldiretti di Triggia-no. Per ulteriori infor-mazioni e per iscrizio-ni telefonare al N. VERDE 800.270327 oppure consul-tare il sito: www.assoproli.it .

P

il corsodell’Associazione

Arcobaleno

L’Associazione Arcobaleno comunica quanto segue: Il 26 novembre p.v. si terrà c/o la ns. sede a Rutigliano in Via Dante, 41, il corso per l’ac-quisto e l’utilizzo dei pro-dotti fitosanitari, tossici, molto tossici o nocivi per uso agricolo, come da D.P.R. n. 290/01, -D.P.R. n. 223/88. Per ulteriori informazioni gli interessati possono con-tattarci all’indirizzo e-mail:[email protected]. cell. 3494409603.

La vetrina mondiale del food quest’anno conta 26 aziende pu-gliesi, dal 21 al 25 ottobre. La partecipazione è stata organizzata da Unioncamere Puglia in conven-zione operativa con l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia. La manifestazione, giunta alla 27.a edizione, si rivolge esclusivamente agli operatori del settore ed è ormai diventata un autentico punto di riferimento per tutto il comparto del food.

Il salone del gusto giunge alla nona edizione, raccontando la straordinaria diversità agroalimentare di ogni con-tinente e dà voce a chi coltiva, alleva e trasforma i propri prodotti. La Puglia si propone con un protagonismo che deri-va da questa antica tradizione, metten-do in evidenza i risultati del lavoro fatto in questi anni e gli importanti primati produttivi con un marchio di qualità territoriale, Prodotti di Qualità Puglia che consente di supportare i nostri pro-duttori e di difenderci dalle imitazioni.

L’AgroALIMentAre PugLIeSeAL SIAL 2012 dI PArIgI

LA regIone PugLIA AL SALonedeL guSto 2012 dI torIno

Scarica l’ APP gratuita sul tuo smartphone o tablet e guarda i video.

www.foglie.tv

Page 26: FOGLIE n.19/2012
Page 27: FOGLIE n.19/2012

in Puglia, la pasta autentica“salva” i grani del tavoliereStefàno: “Ora ci auguriamo che la scelta di Granoro venga emulata da altri”

ore, Ignazio, Iride, Sa-ragolla e Sfinge: ecco i grani della Capitanata per la prima pasta al

100% pugliese. E’ stata presentata, e degustata, nella Città Slow della Daunia che è Orsara, con il tocco dello chef Pep-pe Zullo. Insieme a strascinati, rigatoni, linguine e spaghetti – per la prima vol-ta – la pasta del “Granaio d’Italia” - non ha parlato canadese ma una varietà di dialetti della zona di Apricena. Sono oltre 25 i coltivatori della Cooperativa fra Produttori, aderenti alla Legaco-op, che con entusiasmo hanno aderito all’accordo di filiera con i Molini De Vita e lo storico pastificio Granoro di Corato. Al bando le mode e le tenden-ze del momento, per la linea Dedicato si è cercato, setacciato fra le 130 varie-tà del territorio pugliese scegliendo le varietà più vocate alla produzione di pasta di qualità. Insomma, non è stato facile armonizzare le produzioni di 25 produttori ma i livelli di proteine del grano duro raggiunti sono stati ottima-li, ha evidenziato Fernando Di Chio, l’a-gronomo che ha seguito in campo tutte le attività. Petruzzella, vice presidente nazionale di Legacoop Agroalimentare, insieme al direttore della Cooperati-va di Apricena Michele Narciso, hanno sottolineato come il mondo agricolo sia

C

agroalimentare

271 novembre 2012

pronto a fare di più: oggi sono 14.000 quintali di semola di grano duro dati a Granoro per la pasta 100% pugliese, ma loro ne producono 600.000. Il punto delicato sono le proteine, indispensa-bili per la pasta che non scuoce, e su questo fattore è tornata la dottoressa Marina Mastromauro (amministratore delegato di Granoro). “Nel percorso che ha portato al Marchio Prodotti di qua-lità Puglia ci siamo battuti per elevare le proteine”, ha ricordato Mastromauro e l’assessore Dario Stefàno ha aggiunto che”la strada della qualità è oramai se-gnata”. “Oggi è una giornata altamente significativa. Col progetto di Granoro diventato realtà con la prima pasta cer-

tificata al 100% pugliese – ha eviden-ziato l’assessore regionale alla Risorse Agroalimentari Dario Stefàno – trova conferma l’idea di una filiera tutta pu-gliese e del valore aggiunto che porta al territorio. Mi auguro che dopo l’inizia-tiva di Granoro possano poi essercene altre”. Al momento di storica impor-tanza hanno partecipato l’assessore provinciale della BAT Franco Caputo, lo chef stella Michelin Vinod Sookar, una delegazione delle Associazioni cuochi del foggiano guidati da Pietro Martinel-li, Piero Conte del ristorante Terranima di Bari (premiato dal Gastronauta come miglior ristorante d’Italia 2012) il regi-sta di “Focaccia Blues” Nico Cirasola.

Page 28: FOGLIE n.19/2012
Page 29: FOGLIE n.19/2012
Page 30: FOGLIE n.19/2012
Page 31: FOGLIE n.19/2012
Page 32: FOGLIE n.19/2012