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Finlandia - HelsinkiUna città moderna, in totale armonia con l’ambiente che la circonda

La capitale finlandese è la prova evidente di come un’architettura moderna, in genere espressione di freddezza, possa invece essere viva, bella, ricca del fascino nordico sobrio ed elegante.. e soprattutto in perfetta armonia con l’ambiente naturale entro il quale si inserisce.

Helsinki è stata definita in molti modi, “città giardino”, “metropoli a misura d’uomo”, e devo dire che tutte le espressioni mi sono apparse azzeccate…


...pur con la pioggia e il cielo grigio sono riuscita ad apprezzare i suoi palazzi monumentali...


...i viali alberati, ampi e spaziosi percorsi a tratti da pittoreschi tram.. e poi i giardini, veri e propri parchi con fontane e laghetti dove l’intensità del verde, spezzata a tratti da macchie di colore, sembrava avvolgere ogni cosa nel suo abbraccio.


E non potevo nemmeno dimenticare le vie pedonali, ricche di eleganti negozi, di caffé, ristoranti con ampie vetrate un po’ nello stile francese.. pioggia o sole, immersa nel verde d’estate o nel bianco d’inverno, il fascino era indiscutibile!


La città non ha conservato che rare tracce dell’epoca della sua fondazione, avvenuta nel XVI secolo, per opera del re svedese Gustav Vasa, allora assoluto dominatore di tutto il commercio sul Baltico.

Il suo sviluppo procedette però lentamente, fino a quando lo zar Alessandro I, granduca di Finlandia, non la scelse come capitale. Ma anche allora appariva modesta con piccole case in legno tanto che fu più volte devastata e dai Russi e dagli Svedesi.

Poi fu interamente distrutta da un terribile incendio e, nella disgrazia, questo fatto fu anche la sua fortuna perché nel XIX secolo, venne ricostruita per ordine dello zar Nicola I, su progetto di Ehrenstrom, secondo lo stile neoclassico dell’epoca, con facciate simmetriche, colonne corinzie e bei frontoni triangolari… solo allora Helsinki si trasformò in una vera e propria capitale di pietra!


Dato il tempo inclemente io ed il mio compagno ci siamo diretti al porto turistico di questa città che, affacciata sul golfo di Finlandia, sembrava quasi galleggiare per metà sull’acqua e, poi perché avevo l’impressione che la città andasse avvicinata proprio partendo dal mare…


...allora rintanati comodamente in un battello panoramico, abbiamo goduto, al riparo dalla pioggia, dello spettacolo incredibile di infinite isole ed isolette sparse nella baia attorno alla città.


Abbiamo percorso i canali, costeggiato piccoli porti e gruppi di ville, i castelli, avvolti da una leggera foschia, la fortezza di Suomenlinna che avrebbe dovuto proteggere la città e che fu invece subito abbattuta…


...il paesaggio era velato in nubi di foschia, di umidità che sembrava uscire da quella massa d’acqua… tutto, attorno a noi, acquistava un’atmosfera quasi surreale.


Nei verdi isolotti, tanto deserti e tanto bagnati, spuntavano un’infinità di ville, grandi e piccole, costruite un tempo per lo più dai russi che venivano qui in vacanza… le casette bianche o colorate, silenziose, vuote, spuntavano come piccoli gioielli e rendevano più movimentata quella massa uniforme di verde intenso.


In alcune insenature si intravedevano delle barche ancorate nelle piccole darsene, prigioniere anche loro del tempo infausto, ma veramente pittoresche, offuscate dalla pioggia, tanto da richiamare alla mente alcuni acquerelli di tardo ottocento.


Mi sembrava, sebbene fossi al riparo, di respirare l’odore intenso della resina dei pini, la sentivo spandersi nell’aria, con tutta quella umidità e mi provocava una sensazione di fresco benessere!


Ma anche la visita della città, in cui predominava la mano dell’architetto tedesco Engel, mi è piaciuta…

...la ricca stazione, opera dell’architetto Eliel Saarinen del 1914, era uno degli esempi più interessanti di architettura moderna, mi ha colpito il suo ingresso gigantesco, fatto di portali monumentali ai cui lati statue di individui muscolosi coi lunghi capelli, reggevano in mano una palla di luce per illuminare la piazza antistante nelle lunghe notti invernali.. il tutto mi dava l’idea di un remake futurista di una cattedrale più che di una vera e propria stazione!


Ma arrivati in quello che poteva essere definito il centro, spiccavano le belle cupole della cattedrale luterana di Uspenski (1852), la più grande chiesa luterana della Scandinavia, con il suo interno molto austero... al di sopra dei tetti bagnati, anche il campanile sembrava puntato verso il cielo come un indice ammonitore.


E poi i portici a colonne del Municipio nella piazza del Senato, la biblioteca universitaria… gli architetti finlandesi avevano espresso nelle loro costruzioni quel sentimento nazionale che non potevano esprimere in campo politico.


Abbiamo ammirato allora lo stile lineare di molti palazzi tra cui il teatro nazionale, un po’ scuro, forse apparentemente cupo, ideato secondo lo stile Jugend, o art nouveau o, meglio ancora, secondo il “Romanticismo Nazionale”, che sembrava affiancarsi al criterio di essenzialità e di funzionalità. Mi ha colpito molto l’evidente contrasto tra il bianco, il rosso scuro del granito degli edifici ed il verde intenso dei viali, il colore esplosivo dei fiori dei giardini!


Mi sono apparsi suggestivi anche alcuni palazzi di marmo bianco, costruiti lungo la baia, in cui l’architetto Aalto aveva saputo equilibrare, nel suo funzionalismo radicale, i concetti di spazio e luce, perché qui a Helsinki, come in tutti i paesi del nord, la luce era assolutamente preziosa, se si teneva conto del lungo periodo invernale di quasi totale buio!


In tutta la città i diversi materiali usati, vetro, legno e cemento si compenetravano armoniosamente, si inserivano tra gli alberi e i blocchi di granito, senza mai alterare l’ambiente naturale..


Bella anche la chiesa ortodossa con le sue caratteristiche cupole a cipolla, un po’ oscurate dalla pioggia e con il suo interno impreziosito da icone, che dominava da un’altura la baia.. ai suoi piedi gli edifici un po’ antichi e un po’ moderni la circondavano, come una schiera di servitori in eleganti livree..


Immerso poi in un verde parco ci siamo spostati per andare a visitare l’originale, anche se un po’ discusso, monumento a Sibelius, il più grande compositore finlandese, opera della famosa scultrice Eila Hiltunem.. il monumento con i suoi 580 tubi in acciaio, evocava, a prima vista, l’immagine di un organo gigantesco, anche se il musicista non aveva mai composto nulla per organo…


...altri vi hanno visto invece un bosco di betulle omaggio alla natia Finlandia.. ma al di là del suo significato simbolico il monumento era suggestivo, inserito in un parco colorato ed allegro dove la gente poteva passeggiare, distendersi nell’erba quando arrivava un fugace raggio di sole, ed ascoltare il lieve suono delle canne dell’organo che, ci hanno detto, si poteva sentire vibrare al soffio del vento, tra il frusciare delle betulle.


Helsinki, la città unica, moderna e cosmopolita, dove l’est si incontrava con l’ovest, avrebbe richiesto altri giorni, perché andava scoperta a piedi…

...bisognava avere il tempo di camminare lungo le strade alberate e tra le betulle, in quelle chiare serate estive, per essere conquistati dal suo fascino discreto..

...bisognava assaporare gli squarci della sua storia sparsi qua e là, mentre la moderna architettura e il design d’avanguardia protendevano la città verso il futuro..

...bisognava scoprire tanti altri angoli, ma la pioggia, il tempo inclemente e il proseguimento del nostro viaggio verso le province baltiche ce lo hanno impedito.. ci è rimasto il desiderio di tornare.. ma con il sole!

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