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    RIVISTA DI FILOSOFIA / vol. XCI, n. 1, aprile 2000

    MARIO SINA

    La Facolt filosofica dellUniversit Cattolica

    1. La fondazione dellUniversit Cattolica

    Il 9 dicembre 1921, due giorni dopo la solenne inau-gurazione dellUniversit Cattolica, i battenti delledificiodi via SantAgnese si aprirono per linizio delle lezionidei due corsi di laurea in Scienze filosofiche e in Scien-ze sociali. Quella che intendeva essere lUniversit deicattolici in Italia, eretta canonicamente con il breveCum semper di Benedetto XV del 25 dicembre 1920,

    iniziava la sua marcia. La mappa delle universit del Re-gno dItalia doveva cos registrare la presenza di unanuova universit, per molti aspetti atipica. Universit li-bera, non ancora abilitata a rilasciare diplomi con valorelegale, raccolse fin dal primo momento nelle sue due fa-colt un non trascurabile numero di matricole: 1071. Glistudenti iscritti in quel primo anno accademico alla Fa-colt di filosofia erano, secondo i dati contenuti nellarelazione redatta dallallora segretario della Facolt Um-berto A. Padovani, 27 regolari e 29 uditori; ma fre-quentarono regolarmente le lezioni in media tra i 15 e i20 allievi in totale2. I professori chiamati a insegnarenella Facolt di filosofia erano una quindicina e prove-nivano per lo pi da quel gruppo che da alcuni anni in-sieme lavorava alla Rivista di filosofia neo-scolastica.

    1 Archivio U.C., V, 44.2 Archivio U.C., I, 3, p. 1. I dati offerti dal prospetto dellArchivio

    U.C., V, 44 indicano invece 27 studenti e 26 uditori per la Facolt di filo-sofia.

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    Uno stretto legame univa fin dallorigine la Facoltfilosofica dellUniversit Cattolica e la Rivista di filoso-fia neo-scolastica. Lo stesso Gemelli nel 1934, rievocan-

    do Compiti e missione della Neoscolastica italiana dopoventicinque anni di lavoro, non aveva mancato di ricor-dare come da questa Rivista di filosofia neoscolastica nata la Universit, che con pi ampio respiro, conmaggiore forza, con pi ferma volont realizza lo stessocompito. Sono gli stessi sacrifici che durano, sono lestesse battaglie che combattiamo, gli stessi nemici chevinceremo; e tutto questo per estendere il regno di Dio

    nel mondo. Sono cio la Universit e questa Rivista tap-pe di un identico lavoro3.Recenti e documentati studi hanno messo in luce il

    programma che dalla Rivista di filosofia neo-scolasticaport al progetto e alla realizzazione della Facolt di filoso-fia dellUniversit Cattolica4, hanno seguito e presentatonel dettaglio le discussioni e lelaborazione teorica di dot-trine cui linsegnamento curriculare non fu certo estra-

    neo5, hanno approfondito la conoscenza del pensiero deiprincipali rappresentanti di questa scuola filosofica contri-buendo alla migliore comprensione della loro figura e del-la loro opera6, hanno tracciato con chiarezza i rapporti che

    3A. Gemelli, Compiti e missione della Neoscolastica italiana dopo venti-cinque anni di lavoro, in AA.VV., Indirizzi e conquiste della Filosofia Neo-scolastica italiana, Supplemento speciale al vol. XXVI della Rivista di filo-

    sofia neo-scolastica, Milano, Vita e Pensiero, 1934, p. 20.4 M. Lenoci, Le discipline filosofiche, in AA.VV., LUniversit Cattolicaa 75 anni dalla fondazione. Riflessioni sul passato e prospettive per il futuro,Milano, Vita e Pensiero, 1998, pp. 73-144.

    5 M. Mangiagalli, La Rivista di filosofia neo-scolastica (1909-1959),Milano, Vita e Pensiero, 1991, 2 voll. dedicati rispettivamente il primo alMovimento neoscolastico e la fondazione della Rivista e il secondo a Lariflessione filosofica dalle pagine della Rivista.

    6 Precise indicazioni relative ai principali studi sul pensiero dei mag-giori rappresentanti della scuola filosofica neo-scolastica milanese si posso-

    no trovare nelle schede bibliografiche pubblicate in calce ai brevi saggi de-dicati a La neoscolastica italiana: linee direttrici e personalit eminenti pub-blicati sulla Rivista di filosofia neo-scolastica, LXXXII, 1990, pp. 351-

    505: A. Molinaro, La neoscolastica italiana (ivi, pp. 453-4); A. Pertoldi,GiuseppeZamboni (ivi, pp. 462-3); G. Cenacchi, Gemelli-Olgiati (ivi, pp.468 e p. 471); A. Bonetti, Umberto Padovani (ivi, p. 479); V. Melchiorre,

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    il gruppo dei neoscolastici di Milano intrattenne con i fi-losofi italiani, e in particolare con quelli di area cattolica7.

    Meno considerate e meno note sono invece le vicen-

    de pi strettamente accademiche e lattivit quotidianasvolta allinterno di questa universit. Il loro studio misembra sia importante per capire meglio il significato eil ruolo svolto da questa particolare istituzione, anche alfine di segnare una mappa della cultura filosofica italia-na e dellinsegnamento accademico della filosofia nei de-cenni scorsi.

    Oggi laccesso alla ricca documentazione che ci pro-

    viene dagli archivi dellUniversit Cattolica rende pi fa-cile condurre questo studio. I verbali dei consigli di Fa-colt, i registri dei professori e le loro relazioni annualisullo svolgimento dei corsi di insegnamento e sugli esa-mi di profitto, i documenti pubblici e riservati relativialla formulazione dei piani di studio, le dispense deicorsi, i registri degli studenti, la documentazione relativaai lavori preparatori per la strutturazione della Facolt

    filosofica prima e la sua trasformazione poi nella Facoltdi lettere e filosofia al momento del riconoscimento sta-tale, le lettere del rettore ai docenti dellUniversit Cat-tolica e ai colleghi delle altre universit, le relazioni alMinistero sul funzionamento didattico e scientifico del-lUniversit Cattolica e dei suoi programmi di sviluppo,le pratiche per il riconoscimento statale e per lapprova-zione ministeriale del suo statuto forniscono materiale

    G.Bontadini (ivi, pp. 488-9); A. Pieretti, Cornelio Fabro (ivi, pp. 504-5).Per la figura e lopera di S. Vanni Rovighi cfr. AA.VV., Sapientiae studium.

    La giornata operosa di Sofia Vanni Rovighi (1908-1990), a cura di M. Sina,Milano, Vita e Pensiero, 1994.

    7 A. Bausola, Neoscolastica e spiritualismo, in AA.VV., La filosofia ita-liana dal dopoguerra a oggi, Roma-Bari, Laterza, 1985, pp. 273-352; A.Bausola, La cultura cattolica e il neoidealismo, in AA.VV., Il neoidealismo

    italiano, a cura di P. Di Giovanni, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 155-67;P. Prini, La filosofia cattolica del Novecento, Roma-Bari, Laterza, 1996, inparticolare le pp. 39-68. Documentato e utile per intendere il ruolo dellascuola neo-scolastica nel quadro della cultura filosofica milanese il capito-lo di E.I. Rambaldi, La cultura filosofica nel II vol. del Supplemento alla

    Storia di Milano, Roma, Istituto dellEnciclopedia Italiana, pp. 799-833.

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    non trascurabile per una pi completa ricostruzione sto-rica. Utile integrazione di questa documentazione offro-no gli archivi personali di docenti e studenti di filosofia

    dellUniversit Cattolica.

    2. Il programma culturale della nuova facolt

    Parlare dellinsegnamento della filosofia nellUniversi-t Cattolica anche nei decenni pi recenti, non possi-bile senza una considerazione attenta degli anni della

    sua fondazione, di quel modello ideologico, di quel pro-gramma culturale che ispirarono non solo il nascere diquesta universit, ma lintera sua impostazione scientificae didattica fino agli anni del suo pieno consolidamento.Non erano mutate le convinzioni sulla filosofia che ilfondatore dellUniversit Cattolica, Agostino Gemelli,aveva espresso nel suo ben noto proclama Il nostro pro-gramma, pubblicato in apertura del primo numero della

    Rivista di filosofia neo-scolastica del 13 gennaio 1909, oche lo stesso aveva riformulato nel 1914 in un altro cele-bre articolo, Medioevalismo, comparso sul primo numerodella rivista Vita e Pensiero, e quelle che lo stesso Ge-melli proclamava nella Relazione sullordinamento dellaFacolt di lettere e di filosofia inviata al Ministero, nelcorso del terzo anno di funzionamento della Facolt diFilosofia 1923-24, al fine di ottenere lauspicato ricono-scimento giuridico: Persuasi come siamo che il Cristia-nesimo ha trovato nella filosofia Scolastica la formula-zione filosofica dei suoi principi fondamentali e delle suedottrine, linsegnamento filosofico nella Universit Cattoli-ca verr impartito in guisa che il giovane studente cono-sca profondamente la dottrina Scolastica e in modo spe-ciale quella del filosofo che ci ha dato lesposizione sin-

    tetica di tale dottrina: San Tommaso dAquino8

    . La8 Relazione sullordinamento della Facolt di lettere e di filosofia, bozze

    di stampa, in Archivio U.C., V, 43, p. 64. Cfr. anche la minuta in ArchivioU.C., II, 28, f. 8.

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    stessa Relazione, dopo aver affermato in modo categori-co il riaggancio della scuola milanese alle dottrine dellafilosofia scolastica, continuava esponendo e teorizzando

    il metodo didattico per un riferimento vivo e attuale aquesto patrimonio di pensiero, metodo che proprio nelleaule di via SantAgnese a Milano era stato sperimentatoda quel gruppo di cultori di scienze filosofiche, psicolo-giche, biologiche, storiche che Gemelli aveva chiamato acostituire il corpo docente della nuova Facolt filosofi-ca9. Esso prevedeva innanzi tutto una esposizione storicadi queste dottrine e un confronto critico con il pensiero

    moderno e contemporaneo: Tale esposizione per nonpu essere una scheletrica e fredda descrizione del con-tenuto del pensiero Scolastico e, poich per comprende-re un sistema e cogliere il valore di esso, necessarioesporlo storicamente, cos linsegnamento impartito nellanostra Facolt avr soprattutto lo scopo di fare taleesposizione in modo che il giovane venga condotto auna comprensione e a una valutazione storica di tale

    dottrina. Il che permetter allo studente di prendere inesame e di conoscere profondamente i sistemi della filo-sofia contemporanea, e di cogliere lanima di verit chevi , pi o meno nascosta, e di procedere egli stesso,con la guida del professore a una personale ricostruzio-ne della dottrina scolastica in funzione delle esigenzedel pensiero moderno. Inoltre esso doveva offrire unospazio privilegiato allo studio sia delle scienze della na-

    9 La lettera allIll.mo ed Eminentissimo Principe il Signor Card. G. Bi-sleti, Prefetto della Congregazione dei Seminari e delle Universit degliStudi, presentava la lista dei docenti proposti dal Comitato Promotore del-la Universit Cattolica nella seduta del 25 gennaio 1921, chiedendo il pre-scritto nulla osta. Essa vedeva per la Gnoseologia il canonico GiuseppeZamboni, per la Storia ed esposizione sistematica della Scolastica il canoni-co Amato Masnovo, per la Metafisica don Francesco Olgiati, per la Psico-

    logia Padre Agostino Gemelli, per la Storia della filosofia antica il Prof.Paolo Rotta, per la Storia della filosofia moderna il prof. Guido Rossi, perla Filosofia del diritto il Prof. Giuseppe Capograssi, per la Storia delle reli-gioni Umberto Padovani, per la Biologia Lodovico Necchi, per la Teologiail padre Mariano Cordovani. Per il Greco e il Latino furono chiamati a in-segnare Aristide Calderini e Giuseppe Ghedini.

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    tura e delle scienze sperimentali, in particolare la biolo-gia e la psicologia, sia delle scienze storiche e umaneche, nellottica gemelliana ancora cos impregnata di

    convinzioni positivistiche, sembrava offrire la miglioregaranzia al realismo scolastico: E, poich il realismoche caratterizza il pensiero scolastico, obbliga quelli chene sono seguaci a concepire la filosofia come una dottri-na che d una concezione generale dellUniverso, riela-borando i dati forniti dalle scienze della natura, dallescienze storiche e dalle scienze dellio, in guisa da rin-tracciare le cause ultime del reale, cos nellinsegnamen-

    to filosofico si dovr seguire la seguente via. Lo studen-te dovr conoscere il materiale e le dottrine fornite dallescienze della natura ed avere cos unadeguata e suffi-ciente conoscenza del mondo inorganico ed organico;dovr conoscere i risultati delle indagini storiche e lette-rarie, che gli faranno conoscere la forma e i prodottivari dellattivit umana (religione, arte, scienza, incivili-mento, ecc.). Tutto questo non per costrurre una vana

    enciclopedia, ma perch dal contatto immediato con imetodi delle singole scienze, e con la conoscenza diquanto si fatto in qualcuno dei campi tipici di esse,possa acquistare quella vitale coltura generale, e quellaformazione scientifica che gli dia labito mentale neces-sario alla selezione dei materiali offerti dalle varie scien-ze e necessario per la loro elaborazione e traduzione inuna sintesi filosofica10.

    Due cose non possono non balzare agli occhi nellalettura di queste indicazioni metodologiche: 1. lo studiodella storia della filosofia proposto in modo prevalen-temente funzionale alla Scolastica, quasi una sorta di suaapologetica indiretta (appare con chiarezza la convinzio-ne che il criterio di verit sia la dottrina scolastica, eche lanima di verit ricercata sia la presenza in un siste-

    ma di qualche vestigio della filosofia scolastica); 2. lo10Relazione sullordinamento della Facolt di lettere e di filosofia, boz-

    ze di stampa, in Archivio U.C., V, 43, pp. 64-65. Cfr. anche la minuta, inArchivio U.C., II, 28, ff. 8-9.

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    studio delle scienze sperimentali, quali la psicologia e labiologia, viene esso pure concepito e teorizzato in fun-zione di una precisa concezione filosofica, a conferma

    della istanza realistica.Alcune tra le relazioni che al termine dei primi annidi insegnamento i singoli docenti inviarono al rettore sulcontenuto e sullandamento del corso e sullesito degliesami, e alcune pagine dei verbali del Consiglio di Fa-colt di quel primo anno ci permettono di registrare pida vicino le linee del confronto tra particolari prospetti-ve teoretiche e didattiche dei docenti della nuova Facol-

    t filosofica, delle quali il Gemelli, nella sua veste direttore e di preside di facolt, diede un compendio nel-la citata Relazione sullordinamento della Facolt di lette-re e di filosofia. Cos Francesco Olgiati, riferendo delsuo corso di Metafisica, osservava: Col corso di que-stanno scolastico 1921-22 io ho inteso iniziare una dife-sa dei diritti e della vitalit della metafisica nostra. Pri-ma di porla di fronte alle opposizioni radicali del pen-

    siero moderno scientifico e filosofico ho creduto ne-cessario esporre a grandi linee la metafisica dellessere.E tutta lannata fu dedicata ad una tale esposizione. Laquale a differenza di ci che finora si fatto a Lova-nio, a Roma ed altrove, nelle scuole cattoliche venneda me compiuta con metodo storico. Invece, cio, dienunciare e di discutere subito le dottrine di S. Tomma-so, io ne ho ricercato la genesi nella storia della filoso-fia, dimostrando che tutta la speculazione dellantichit ununica pianta, che, con un graduale sviluppo, giungealla metafisica dellessere tomista, quasi a ultima conclu-sione11.

    Il modo dellinsegnamento della filosofia, sistematicoo storico, divenne pure oggetto di dibattito allinternodel Consiglio di Facolt. Nella seduta del 20 giugno

    1923, fu avanzata una critica, mossa dalla commissionedi valutazione dei programmi di studio di filosofia, al

    11 Relazione del Corso di Metafisica nellanno 1921-22, in ArchivioU.C., I, 1, pp.1-2.

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    programma di Metafisica di Olgiati: Il corso di Metafi-sica si prospetta con una base eccessivamente storica,onde pu darsi il pericolo che i grandi problemi della

    metafisica rimangano esclusi dalla trattazione. Ad essaOlgiati rispose che necessaria una base storica al cor-so di metafisica, appunto perch fu nello svolgimentodella storia della filosofia che la metafisica scolastica fugradatamente colpita. Questa visione storica del resto sempre data alla luce di un punto di vista teoreti-co12. Appare chiaro che lo studio della storia della filo-sofia, in particolare di quella dellet moderna, era inte-

    so soprattutto come presentazione di sistemi avversi, de-nigratori della metafisica, e quindi oggetto di confutazio-ne e di condanna. Ecco il modo in cui la filosofia del-lUmanesimo e del Rinascimento venne presentata daOlgiati nel corso del 1922-1923: La lotta contro la me-tafisica dellessere nellUmanesimo e nel Rinascimento.La metafisica nostra fu combattuta in quellepoca (chedoveva essere il germe di tutta la civilt moderna) in

    ogni campo a) nel campo letterario, b) artistico, c) poli-tico e sociale, d) religioso, e) filosofico, f) scientifico. Ilcorso ha avuto questa preoccupazione duplice: a) coglie-re nella sua concretezza storica la lotta contro la metafi-sica antica, per poterne b) giudicare il valore. La con-clusione fu che la metafisica dellessere, non solo nellasua parte generale (lontologia), ma anche nella sua par-te speciale (teodicea, psicologia, etc.) rimase intatta: nes-sun colpo di piccone la pot colpire, nonostante che lesue applicazioni pratiche alla vita e alla storia fossero inquel periodo notevolissimamente affievolite e spesso cal-pestate13. E forse non era soltanto da una preoccupa-zione didattica e di educazione degli studenti alla chia-rezza espositiva che nasceva in Olgiati il proposito, for-mulato al termine del primo anno di corso, di seguire il

    12 Verbale del Consiglio di Facolt del 20 giugno 1923, in ArchivioU.C., XV, 141, ff. 47-48.

    13 Relazione del Corso di Metafisica dellanno accademico 1922-23, inArchivio U.C., I, 8.

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    criterio della elementarit, della semplicit massima,unito allesigenza al formalismo scolastico dellesposi-zione e della discussione delle tesi14. La semplificazione

    e la schematizzazione potevano meglio addirsi a questaoperazione di riduzione toretica di forme di pensiero ta-lora ricche e complesse.

    N contrastavano questo modo di accesso allo studiodella storia della filosofia gli stessi corsi di storia dellafilosofia impartiti allora in facolt. La priorit della valu-tazione teoretica e lesigenza classificatrice, presentinei progetti di Olgiati, non erano assenti pure nel corso

    di Storia della filosofia antica che Paolo Rotta incomin-ci a tenere nellanno accademico 1922-23, nel quale lafilosofia jonica, eleatica, pitagorica ed eraclitea eranostate presentate collo scopo non tanto di una pura di-squisizione storico-erudita, quanto di unanalisi riguar-dante il sorgere e la maturazione dei vari problemi filo-sofici15, espressione che fu cos tradotta nella Relazionedella Facolt filosofica per il medesimo anno accademi-

    co: Il prof. Rotta ha trattato nel suo corso del primoperiodo della storia della filosofia greca da un punto divista non solo storico-erudito, ma anche critico-specula-tivo16, e che venne cos ribadita lanno successivo: ilcorso fu svolto, come richiedeva lindole sua, con uncriterio formativo pi che informativo17. E anche i cor-si di Introduzione alla filosofia e di Storia della filosofiamoderna, tenuti nei primi anni della Facolt da GuidoRossi, si inserirono, pur con una sensibilit diversa, in

    14 Relazione del Corso di Metafisica nellanno 1921-22, in ArchivioU.C., I, 1, p. 5. Questo proposito esplicitamente formulato nella convin-zione che ci abituer gli studenti alla esattezza e alla chiarezza, sia delpensiero come dellespressione.

    15 Relazione del Corso di Storia della filosofia antica nellanno 1922-23, in Archivio U.C., I, 8.

    16

    Relazione della Facolt filosofica intorno allanno accademico 1922-23, in Archivio U.C., I, 13, p. 8. Si vedano pure le pagine introduttive del-le dispense del Corso di Storia della filosofia antica, in Archivio U.C.XVII, 146.

    17 Relazione della Facolt di filosofia per lanno accademico 1923-24,in Archivio U.C., I, 19, p. 4.

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    questa prospettiva. In essi da un lato veniva data unavisione generale del sorgere e del divenire della filosofiae dei problemi filosofici, facendo poi una classificazione

    dei sistemi18

    e dallaltro la presentazione del pensieroprima di Kant e poi di Rosmini diventava utile terrenodi confronto e valutazione teoretica dei vari sistemi. Lariflessione sul pensiero di Kant diventava occasione peruna condanna della filosofia moderna: Corrente raziona-listica e corrente empiristica: Kant sente tutte le difficoltdella tesi razionalistica come pure tutte quelle della tesiempiristica: entrambe le tesi racchiudono una forma di

    scetticismo latente...19

    .Pur preoccupato della formulazione e della difesadella validit delle proprie tesi gnoseologiche, mostravauna sensibilit diversa e una maggiore apertura allascoltodelle voci dei filosofi moderni e contemporanei GiuseppeZamboni: Ho creduto opportuno anche di mostrareagli studenti tre esempii di gnoseologia [...] E tutto cisenza lintenzione di combattere avversarii, di difendere

    posizioni, di persuadere sistemi, ma solo per comprende-re il pensiero altrui e porre problemi; affinch gli stu-denti si abituassero alla lentezza e alla serenit nello stu-dio di questi argomenti fondamentali e sentissero la for-za del loro pensiero individuale che comprende e domi-na e si apparecchia a giudicare anche il pensiero di chiha raggiunto la fama nel passato e nel presente20.

    In questi primi anni della Facolt filosofica la posi-zione forse pi serena nei confronti della storia della fi-losofia fu tenuta, paradossalmente, da Amato Masnovo,professore di Filosofia Scolastica e di Logica. Soprattut-to il suo insegnamento di Filosofia Scolastica, obbligato-rio per lintero quadriennio per gli studenti iscritti alcorso di laurea in Filosofia, pur inteso come il baluardo

    18 Relazione sui Corsi di Storia della filosofia moderna e Introduzionealla filosofia nellanno accademico 1921-22, in Archivio U.C., I, 1.19 Dispense del Corso di Storia della filosofia moderna 1921-22, p. 29;

    in Archivio U.C., XVI, 145.20 Relazione del Corso di Gnoseologia per lanno accademico 1921-22,

    pp. 2-3; in Archivio U.C., I, 1.

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    dellortodossia neoscolastica e il luogo di formazioneideologico-sistematica, venne a costituire loccasione del-lintroduzione alla lettura e alla comprensione dei testi

    dei filosofi medioevali e di Tommaso dAquino in parti-colare, piuttosto che la sacrestia di catechesi neo-tomisti-ca. In questa luce il suo insegnamento appare nel ricor-do dei suoi allievi. Sofia Vanni Rovighi, riandando or-mai anziana agli anni dei suoi studi alla Cattolica (1926-1930), ricordava di aver ricevuto una formazione tomi-stica, dovuta ad un maestro, Amato Masnovo, che [la]mise subito a contatto con i testi di S. Tommaso e non

    con raccolte di tesi ad mentem Thomae. E certamentefu ancora grazie allopera di questo maestro, cui rico-nobbe il debito della sua formazione anche teoretica, seella pot affermare: Non mi sono mai sentita prigionie-ra di una filosofia elaborata sette secoli fa, perch piandavo avanti negli studi pi mi persuadevo che le filo-sofie non sono geniali costruzioni incomunicabili fraloro, ma sono avventure dello spirito in cerca della ve-

    rit, come ha detto un illustre studioso di Aristotele aproposito della Metafisica di Aristotele, alimentate dauna profonda vena comune21. Ci fu s nelle lezioni delMasnovo spazio per il confronto critico con le dottrinegnoseologiche e metafisiche di autori dellet moderna econtemporanea diverse da quelle medioevali, ma laspet-to polemico non fu quello dominante. Fin dallinizioquesto corso riserv uno spazio particolarmente vastoalla lettura dei testi degli autori, in particolare quellimedioevali, in cui le dottrine della tradizione scolasticavennero storicamente elaborate, e non tralasci nellaparte sistematica la lettura e il confronto diretto con itesti di autori moderni e contemporanei22.

    21 Cfr. AA.VV., Sapientiae studium, cit., p. 114.22

    Il corso di Scolastica fu, dietro accordi, diviso in due parti: la sto-ria e la sistematica, assegnando a quella due ore settimanali, a questaunora settimanale. a) In Storia studiai, durante la prima parte dellannoscolastico, le fonti del pensiero scolastico limitandomi a Boezio, del qualeesaminai la vita, lattivit letteraria in genere, ed analizzai principalmente idue commenti allIsagoge di Porfirio: durante la seconda parte dellanno

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    Altro filosofo del gruppo neoscolastico aperto inmodo non necessariamente polemico alla considerazionedella filosofia moderna e contemporanea fu il francesca-

    no Emilio Chiocchetti, al quale solo a partire dal 192523

    le precarie condizioni di salute permisero di iniziare labreve stagione del suo insegnamento nellUniversit Cat-tolica, destinata a concludersi nel 1930, lanno stesso delsuo passaggio a professore di ruolo24. Gemelli lo avreb-be desiderato tra i docenti dellUniversit Cattolica findal momento della sua fondazione e, in un primo elen-co di proposta di affidamento dei corsi, mise il suo

    nome accanto sia allinsegnamento della Gnoseologia siaa quello della Metafisica25.

    3. Lopposizione allidealismo

    Il riferimento polemico alle dominanti convinzioniidealistiche ispirava in particolare il secondo punto della

    citata Relazione del Gemelli, che apriva spazi privilegiatiin una Facolt filosofica allo studio delle scienze dellanatura e delle scienze sperimentali, al fine di offrire fon-damento scientifico al realismo scolastico. indubbio

    scolastico studiai Alcuino e i suoi scolari, e iniziai lo studio di Scoto Eriu-gena. b) In Sistematica trattai il problema criteriologico ne suoi due mo-menti (verit dordine di fatto; verit dordine ideale) per rapporto al Des

    Cartes, alla scuola di Lovanio, al Kant, allIdealismo moderno italiano(Relazione del Corso di Scolastica dellanno accademico 1921-22, in Archi-vio U.C., I, 1). E lanno successivo in Storia della scolastica egli si preoc-cup di tracciare sui documenti e sui testi lattivit filosofica di san Tom-maso dal 1252 al 1259, insistendo di preferenza sul commento alle Senten-ze di Pier Lombardo. Anche procurai di segnare, dentro questo periodolindirizzo e lo sviluppo del pensiero tomistico (Relazione del Corso diScolastica dellanno accademico 1922-23, in Archivio U.C., I, 16).

    23 Cfr. Verbale del Consiglio di Facolt di Lettere e Filosofia del 25marzo 1925, vol. I, p. 5 ove gli viene attribuito lincarico di un corso se-

    mestrale di Storia della filosofia moderna (Lettura di Kant e di Hegel).24 Cfr. verbale del Consiglio di Facolt di Lettere e Filosofia del 30ottobre 1933, ove si prende atto con vivo dolore delle sue dimissionidallinsegnamento a causa del protrarsi e dellaggravarsi della malattia.

    25 Elenco annesso al verbale della seduta del 25 gennaio 1921 del Co-mitato Promotore dellUniversit Cattolica, in Archivio U.C., XXX, 181.

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    che le dottrine idealistiche in quegli anni suscitavanoviva attenzione nellambiente culturale italiano, ma dalleannotazioni dei docenti noi veniamo a sapere quanto

    esse affascinavano anche le menti dei primi studentiiscritti allUniversit Cattolica. Nella relazione del corsodi Metafisica del 1921-22, Olgiati registr questa simpa-tia dei suoi studenti: I giovani, in generale, hanno unatendenza spiccata verso lidealismo nella sua formaestrema (Gentile), rassicurando subito che verso gliultimi mesi dellanno, per, hanno cominciato a modifi-carsi26. Zamboni invece, nella relazione del corso di

    Gnoseologia dello stesso anno, mostr maggiori preoc-cupazioni per questo fatto, del quale non solo si lamen-t, ma cerc di dare una spiegazione, vedendo in alcunistudenti una prevenzione di stima e di simpatia o al-meno di intensa curiosit per lidealismo contemporaneoitaliano, conseguenza dellambiente e forse anche diquellaria di mistero, di profondit, di superiorit che diffusa negli scritti degli idealisti e di quella facilit che

    lidealismo offre di parlar molto e con apparenza digrande acume sopra ogni argomento27.La condanna di questa superficialit filosofica favori-

    ta dallidealismo, di questo atteggiamento di pensieroche egli definiva tendenza filosofico-poetica, era unacondanna non solo e non tanto di contenuti, quanto dimetodo, poich essa cancellava labitudine alla ricercapersonale introspettiva28. Egli ribad con pi forza que-sta condanna lanno successivo, esponendo le sue vedutesullidealismo in una lettera a Gemelli: Lidealismo siappoggia soprattutto alla critica del metodo introspetti-vo, analitico e sperimentale, e adotta il metodo trascen-dentale; lavora con termini vaghi e imprecisi, sentenziacon grande risolutezza e con grande disinvoltura; inter-

    26 Relazione del Corso di Metafisica nellanno 1921-22, in ArchivioU.C., I, 1, p. 4.

    27 Relazione del Corso di Gnoseologia per lanno accademico 1921-22,p. 2; in Archivio U.C., I, 1.

    28Ibidem.

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    preta a suo modo la storia e lesperienza; forma un co-modissimo abito mentale con dei loci communes bons tout faire. A me sembra pericoloso combattere lideali-

    smo con le stesse armi, cio opporre metodo trascen-dentale a metodo trascendentale; pi efficace e razio-nale combattere il metodo stesso mostrando in pratica ein concreto lefficacia e il valore dellesperienza scientifi-ca, dellintrospezione e dellanalisi; perci io rendereiobbligatori per tutti, nei primi due anni, dei corsi scien-tifici: di biologia, di psicologia sperimentale, di psicofi-siologia; quando lo studente si sar appassionato per

    queste scienze non comprender neppure come si possamettere in dubbio la possibilit delle scienze sperimenta-li, e si sar abituato alla disciplina intellettuale29.

    Inutile dire che questa era una riformulazione diconvinzioni ben radicate anche nel cuore del fondatoredellUniversit Cattolica, ribadite soltanto nel timore chela lotta allidealismo potesse portare insensibilmente laricerca e linsegnamento della filosofia dellAteneo catto-

    lico entro il pericoloso terreno dellavversario. Gi apartire dal primo anno Gemelli aveva voluto che oltreal suo corso di Psicologia, basato su salde basi speri-mentali, venissero impartiti nella Facolt filosofica queicorsi scientifici che Zamboni caldamente approvava eche avrebbe desiderato incrementare. Linsegnamentodella Biologia, affidato a Lodovico Necchi, fu seguitocon interesse dagli studenti e non si accontent di con-siderazioni generali metodologiche: prima di venire a in-dicare i rapporti tra filosofia e biologia si ferm a tratta-re lungamente di chimica degli organismi, della cellulain generale, istologia (tessuto muscolare e nervoso), atti-vit vitali fondamentali (tropismi, moltiplicazione cellula-re, sviluppo, eredit etc.)30. Anche linsegnamento dellaCosmologia, pur nella consapevolezza di rivestire il ruo-

    29 Lettera di Zamboni a Gemelli del 1 aprile 1923, in Archivio U.C.,XLVI, 355.

    30 Relazione della Facolt filosofica dellanno accademico 1921-22, inArchivio U.C., I, 3, pp. 7-8.

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    lo di insegnamento filosofico, dedic notevole attenzioneproprio alla presentazione delle dottrine scientifiche eallo studio delle scienze sperimentali, tant che questa

    impostazione attir le critiche di alcuni docenti della Fa-colt, come appare dal verbale del Consiglio di Facoltdel 20 giugno 1923: Il corso di Cosmologia si presentacome un corso di fisica e non di filosofia naturale qualedovrebbe essere in una Facolt filosofica, critiche cheottennero per soltanto la raccomandazione che il pro-fessore di Cosmologia e gli altri di scienze abbiano al-meno a prospettare i problemi filosofici che le varie

    questioni e dottrine e ipotesi fisiche implicano31

    . Pre-zioso documento per intendere da vicino il modo del-linsegnamento della Cosmologia e il ruolo di questa di-sciplina nella formazione culturale degli studenti dei pri-mi anni dellUniversit Cattolica risultano gli appuntipresi nellanno accademico 1926-27 dallallora matricolaSofia Vanni Rovighi alle lezioni di questo corso. In essitroviamo indicati i compiti della Cosmologia e ribaditi i

    suoi stretti e necessari rapporti con le scienze sperimen-tali, in particolar modo la fisica: la Cosmologia nonpu per fare a meno assolutamente delle scienze speri-mentali, altrimenti essa sarebbe Metafisica32.

    La lotta di Gemelli allidealismo non si limit a se-guire una tattica di prevenzione ripiegata nel potenzia-mento degli insegnamenti scientifici e nello sviluppo del-le ricerche del suo laboratorio di psicologia sperimenta-le. Gemelli pass presto allattacco, cercando di mobili-tare in questa crociata lintero corpo docente della Fa-colt filosofica. Nella primavera del 1923, prendendooccasione dalle critiche mosse allo studio del Chiocchet-ti sulla filosofia di Giovanni Gentile33, egli scrisse questalettera ai colleghi della Facolt:

    31 Archivio U.C., XV, 141, p. 48.32 Archivio Sofia Vanni Rovighi, 44. E. 01, ff. 1-1v.33 E. Chiocchetti, La filosofia di Giovanni Gentile, Milano, Vita e Pen-

    siero, 1922.

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    Ch.mo professore, dalle ultime discussioni fatte in seno alla facolt come daconversazioni avute con qualcuno di voi, io ho maturato in me alcuni pensierisullo indirizzo della ricerca filosofica nella nostra facolt. Questi pensieri hoesposto nella breve nota che accludo. E avrei caro che sulla impostazione delproblema cos posto avessimo a discutere in una seduta della facolt. Mi hadeciso a questo il tono e il contenuto di alcune recenti critiche fatte da idea-listi al volume del Chiocchetti. Se anche le idee di P. Chiocchetti non sonoaccettate da molti di voi per le critiche vanno non tanto a lui e alle posizionipersonali da lui prese (che anzi queste sono ragione e motivo di lodi sospet-te), quanto a quelle idee che pi ci sono care. Fino ad oggi lidealismo italia-no ci ha ignorato. O non ci temeva o riteneva di averci addomesticato. Il sor-gere della facolt lo ha fatto avvertito dello inganno in cui era caduto. Noipossiamo quindi ora prevedere lattacco in forma. Questa nota avrebbe loscopo di prevenire. Desidero che i colleghi la considerino e poscia la discu-tano. Le idee programmatiche che fisseremo converr le esponiamo poscianella rivista. Frattanto sar grato a quelli che prima della seduta mi farannopervenire un breve cenno scritto delle loro osservazioni. Collaugurio a tutti ea ciascuno che il Signore ci dia di vincere la battaglia che in suo nome com-battiamo, mi segno [...]34.

    Veniva allegato a questa lettera il riassunto della re-lazione che Gemelli avrebbe tenuto alla Facolt nellariunione del 2 maggio 1923. In essa egli cercava di chia-rire i motivi della fortuna dellidealismo e dellascoltoanche da parte cattolica delle sue dottrine, insisteva sul-la necessit di combatterlo contrapponendogli il sanorealismo cristiano; egli poi segnalava ai colleghi lop-portunit di separarci nettamente dagli idealisti graziead una soluzione realistica del problema della conoscen-za e di portare questa battaglia su di un terreno diver-so dal suo, obbligandolo a seguirci nella costruzione

    che noi facciamo del nostro sistema, partendo cio daunanalisi del processo psicologico grazie al quale noiarriviamo alla formazione del concetto. Fare una crite-riologia che cerchi la giustificazione delloggettivit del-la conoscenza. E in particolare egli si sentiva impe-gnato contro lidealismo sul versante della sua discipli-na, la psicologia, poich lidealismo nega valore qualsia-si alla psicologia e ne ricaccia i risultati tra i pseudocon-

    cetti; quindi si assuma la sensazione, come la psicolo-gia ci dimostra, come un contenuto di coscienza origina-

    34 Archivio U.C., XLVI, 354.

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    le, che destato da una stimolazione degli organi nervo-si, e si vedr come, in primo luogo, si obbligati a por-re questa concezione a base di ogni ulteriore analisi del-

    la vita psichica e come, pur riconoscendo al pensiero lacaratteristica sua naturale relazione, e con questa affer-mandosi la natura immateriale del pensiero, si riconosceanche che esso non pu elaborarsi senza il materiale of-ferto dalla sensazione che viene ad essere un ponte tra ilmondo della natura e il mondo dello spirito. Di guisache da una tal concezione della psicologia non solo sia-mo costretti ad accettare una concezione dualista del-

    luniverso e dellio ma, e soprattutto, siamo condotti aquesta concezione dei rapporti di scienza e della filo-sofia che ci permette di armonizzare i dati delle scienzee le leggi che essa pone nelle elaborazioni ulteriori dellafilosofia35.

    I vari professori della Facolt filosofica raccolsero lin-vito di guerra del magnifico rettore contro lidealismo, econ a capo Zamboni paventando il fatto che in un

    prossimo avvenire avverr un urto su tutta la linea tra lafilosofia dellessere e la filosofia dellio trascendentale; eche naturalmente la curiosit e, forse, la simpatia sponta-nea dei giovani va verso lidealismo di Croce e Gentile36 elaborarono progetti didattici e scientifici per fronteg-giare il nemico. E tra le varie proposte non va dimenti-cata quella di Olgiati di curare non solo gli studi stretta-mente filosofici secondo lispirazione scolastica, ma anche,proprio sullesempio di Gentile e di Giuseppe LombardoRadice, le ricerche e lo studio della pedagogia37.

    35 Archivio U.C., XLVI, 354.36 Lettera di Zamboni a Gemelli del 1o aprile 1923, cit., in Archivio

    U.C., XLVI, 355.37 Lettera di Olgiati a Gemelli del 3 aprile 1923, in Archivio U.C.,

    XLVI, 355. In essa si legge: Parlo in vista del momento attuale. Gentile eLombardo Radice non aboliranno mai la Pedagogia; ed io son daccordoche essa non ha una indipendenza dalla religione e dalla filosofia, ma riten-go che praticamente il problema educativo sia qualcosa di diverso dal pro-blema speculativo. Ritengo inoltre che la cattedra di Pedagogia sia la veracattedra di religione nellUniversit, perch essa si propone il problema:

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    4. In nome dellortodossia

    Questo conflitto sempre pi esplicitamente dichiarato

    tra il gruppo dei docenti di filosofia dellUniversit Cat-tolica e i rappresentanti dellidealismo italiano ci porta aconsiderare i rapporti della Facolt filosofica con lam-biente culturale e filosofico esterno, e in primo luogoquelli con la cultura cattolica ed ecclesiastica. Natacome universit Cattolica, essa doveva rispondere allaCongregazione romana dei Seminari e delle Universit;presentandosi come universit dei cattolici italiani do-

    veva venire incontro alle aspettative dellepiscopato ita-liano; operando nella Chiesa milanese doveva tener con-to delle direttive e delle esigenze della curia locale. I le-gami con le universit pontificie, con gli studentati reli-giosi, con i seminari avrebbero potuto condizionare nonpoco le scelte e gli indirizzi anche in campo filosoficodel nuovo ateneo milanese. Fu proprio per il tempera-mento autoritario di Gemelli, il suo forte desiderio di

    continuare ad ogni costo quellindirizzo di studi filosofi-ci sorto intorno alla Rivista di filosofia neo-scolastica,a impedire forme di condizionamento. Gli fu di grandeaiuto il cordiale rapporto di amicizia e di fiducia chemantenne con il papa Pio XI, quellAchille Ratti checome cardinale di Milano aveva incoraggiato e favoritoil sorgere dellUniversit Cattolica. Sul versante localegiovarono molto i buoni rapporti di Olgiati con la curiamilanese, e la cura di Gemelli, frate di un ordine esen-te, di garantire le condizioni di unautonomia decisiona-le dallordinario locale. Se i pur buoni rapporti conlUniversit Cattolica di Lovanio non comportarono una

    come formare le anime (autoeducazione ed educazione altrui; perci nonpu prescindere dal soprannaturale, dal dogma, dalla morale, dal senso

    dellapostolato e via dicendo). Insomma, il disprezzo che voi avete per lapedagogia, mi sembra basarsi sulla pedagogia come oggi , non sulla peda-gogia come dovrebbe essere per noi. E dico per noi, cattolici, per noi chedobbiamo plasmare con la cultura le anime, formandole non solo religiosa-mente e moralmente, ma soprannaturalmente e che non possiamo trascura-re perci neppure i problemi della didattica.

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    dipendenza culturale, le universit pontificie non trova-rono mai particolare spazio nei chiostri milanesi. Anzi,fin dallinizio lo stesso cautissimo Olgiati andava riven-

    dicando la piena autonomia metodologica per il proprioinsegnamento filosofico e si vantava di procedere a dif-ferenza di ci che finora si fatto a Lovanio, a Romaed altrove, nelle scuole cattoliche38.

    Non desta meraviglia che questo atteggiamento diforte autonomia abbia causato diffidenza in alcuni am-bienti cattolici di Roma contro la scuola filosofica neosco-lastica milanese, e che dai sospetti si sia passati alle ac-

    cuse. Ricordiamo lattacco del gesuita P. Guido Mattiussi,la cui pericolosit fu considerata tale da far convocareun Consiglio della Facolt filosofica: Il Rettore fa notoalla Facolt come nel numero della Scuola cattolica,pubblicato in occasione del cinquantennio di fondazionedella medesima, vi sia un articolo del P.G. MattiussiS.J., in cui criticato esplicitamente il pensiero del Prof.Zamboni e velatamente quello dellUniversit Cattolica.

    Il Rettore a fine di evitare ogni equivoco dichiara anco-ra una volta il programma cui si ispira la Facolt filoso-fica dellU.C. di dispensare il pensiero cristiano-scolasti-co in rapporto al pensiero moderno e non in base alpensiero moderno. Chiede quindi alla Facolt qualiprovvedimenti creda opportuni per difendersi dallarti-colo sopraindicato39. Fu concordato in quella sede ad-dirittura il ricorso al giudizio del Santo Padre, ritenen-dosi in pericolo non solo lautonomia ma addirittura lasopravvivenza di questa Universit Cattolica: Si convie-ne che venga reso noto lincrescioso incidente al S. Pa-dre, cui la Facolt disposta a presentare un indirizzocon una formale dichiarazione della sua ortodossia filoso-fica, e cos pure ai Superiori dellordine del P. Mattiussi,i quali a pi riprese hanno dimostrato la loro benevo-

    lenza in riguardo allUniversit Cattolica. Si eviti invece38 Archivio U.C., I, 1.39 Verbale del Consiglio della Facolt filosofica del 17 gennaio 1923,

    in Archivio U.C., XIV, 141, pp. 37-38.

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    ogni pubblicit: la Rivista di filosofia neoscolasticanon far parola della cosa, la Scuola cattolica facciacome crede40.

    Solo laffermazione di una rigorosa ortodossia po-teva evitare eventuali attacchi da parte di istituzioni cat-toliche e consentire lattuazione di un ambizioso proget-to che mirava a incidere sulla formazione culturale deicattolici italiani. Un clima di fiducia e di serenit ideolo-gica doveva essere assicurato perch questa universitrestasse non solo ununiversit milanese, ma continuassea svolgere il suo ruolo di universit dei cattolici di tutta

    Italia. Fin dal suo inizio, come si pu vedere nel regi-stro degli studenti dellanno accademico 1922-2341, icorsi dellUniversit Cattolica, e in particolare quelli difilosofia, avevano richiamato a Milano una percentualeparticolarmente alta di studenti delle varie regioni dIta-lia, desiderosi di conseguire la loro formazione filosoficaproprio in una universit cattolica. Quanto poi premessealla Facolt filosofica di rivolgere il proprio insegnamen-

    to anche ai giovani sacerdoti, dando quindi loro unal-ternativa alla formazione che avrebbero potuto riceverenelle Facolt pontificie, appare evidente sia dagli invitiai vescovi a mandare a studiare in questa sede alcuniloro giovani sacerdoti42, sia dalla creazione, negli annisuccessivi, del corso di Perfezionamento in Filosofia sco-lastica, aperto anche ai licenziati e laureati in teologiadelle varie Universit pontificie o straniere43.

    La preoccupazione della salvaguardia dellortodossia,unita allardore del convertito e alla nota vivacit di ca-rattere, divenne una miscela che innesc alcune opera-zioni polemiche del Gemelli, e non soltanto quelle con-

    40Ibidem.41 Cfr. Archivio U.C., I, 12.42

    Il prof. Gemelli si propone di fare una intensa propaganda perso-nale presso i Vescovi, per avere dei chierici allUniversit Cattolica. Ver-bale del Consiglio della Facolt filosofica del 14 luglio 1922, in ArchivioU.C., XIV, 141, p. 28.

    43 Cfr. Verbale della seduta del Consiglio della Facolt di Lettere e Fi-losofia del 20 giugno 1927.

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    tro lidealismo. Pensiamo alla guerra contro il moderni-smo e Buonaiuti in particolare, e alle vicende relative alVI Congresso nazionale di Filosofia di Milano del

    192644

    . Inutile dire quanto ne uscirono compromessi irapporti tra i due atenei milanesi, e in particolare quellicon Piero Martinetti, rapporti gi per altro tesi dopo leaccuse rivolte a Gemelli, colpevole di aver nel 1923, du-rante le lezioni del corso libero di psicologia sperimen-tale tenuto allAccademia Scientifico-Letteraria, invitatonel suo istituto dellUniversit Cattolica gli studenti perun ciclo di dimostrazioni sperimentali.

    La scuola filosofica voluta da Gemelli si veniva costi-tuendo cos con connotati eminentemente formativi al-linterno e fortemente polemici allesterno. Ma per com-battere, per vincere, come abbiamo letto nei suoi pro-clami, bisognava prima di tutto essere presenti; bisogna-va conquistare un posto per poter agire sulla scena dellacultura filosofica italiana e internazionale. E la Facoltfilosofica divenne il luogo per preparare queste opera-

    zioni di politica culturale. Nella sua veste di rettore e dipreside di facolt, il 13 luglio 1923 Gemelli precett,con tono alquanto deciso, i docenti di filosofia per il VCongresso italiano di filosofia di Firenze dellottobre diquellanno: Dobbiamo dimostrare che siamo un mani-polo forte e coraggioso e sappiamo superare ogni diffi-colt quando si tratti di difendere la nostra filosofia [...]Le faccio noto che dallesito della nostra partecipazioneal Congresso di Firenze dipender anche la nostra par-tecipazione al Congresso Internazionale di Napoli del1925, nel quale i Neoscolastici debbono avere il postoche loro compete. La Battaglia ingaggiata. Nessunodeve mancare alle armi. Attendo quindi senzaltro laSua preziosa assicurazione, cio la scheda di adesione eil tema della comunicazione. Con profondo ossequio45.

    44 Cfr. il recente e documentato studio di E.I. Rambaldi, Eventi dellaFacolt di Lettere di Milano negli anni del trapasso dallAccademia allUni-versit, Rivista di storia della filosofia, LII, 1997, pp. 517-562.

    45 Lettera del 13 luglio 1923, in Archivio U.C., XLVI, 355.

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    E, subito dopo questo congresso, ben sei sedute delConsiglio della Facolt filosofica furono dedicate, perespressa volont del preside Gemelli, alla preparazione

    del Congresso internazionale di filosofia di Napoli del1925. In quella del 5 dicembre 1923 si discusse sultema della relazione (che venne indicato nellassoluto)e sui motivi di opportunit della scelta di un taglio sto-rico oppure etico-psicologico della relazione; in quelladel 30 gennaio 1924 Masnovo raccolse in una tracciaorientativa le indicazioni emerse per questa relazione; inquella del 6 febbraio seguente Masnovo propose la di-

    scussione sul tema del divenire; questa discussionecontinu nelle riunioni del 13 febbraio, 20 febbraio, 12marzo 192446. Ugualmente collegiale e frutto di deliberadella Facolt fu la partecipazione al congresso tomisticoche si tenne a Roma nella primavera del 192547.

    Altro modo per comparire sullo scenario degli studifilosofici fu quello di affiancare alla produzione scientifi-ca della Rivista di filosofia neo-scolastica ledizione di

    volumi monografici in occasione di significative ricorren-ze. Uscirono volumi su S. Tommaso dAquino (1923),Kant (1924), Vico (1926), santAgostino (1931), Hegel(1932), Spinoza (1934), Cartesio (1937), Malebranche(1938), Galilei (1942), Leibniz (1947), talora con impor-tanti contributi storiografici. Lintento dichiarato di Ge-melli era quello di mettere avanti, anche in queste occa-sioni, il pensiero o le interpretazioni della neoscolastica.Esplicita dichiarazione di questo scopo troviamo ad esem-pio nella lettera inviata nel 1931 da Gemelli per illustrareil progetto del volume su Hegel e per chiedere la colla-borazione: Nellanno in corso, come certo Le bennoto, cade il Centenario di Hegel. Ho pensato che po-trebbe essere buona cosa da parte dei cultori della Scola-stica il pubblicare un volume a carattere internazionale

    per illustrare la nostra posizione di fronte alla filosofia46 Cfr. Archivio U.C., XIV, 141 ff. 55 ss.47 Cfr. Verbale del Consiglio della Facolt filosofica del 9 luglio 1924,

    in Archivio U.C., XIV, 141.

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    hegeliana. Affinch il volume possa riuscire interessante atutti, e quindi essere letto anche dai filosofi dellaltrasponda, conviene che esso riesca utile: avrei perci pensa-

    to che il volume dovrebbe essere unillustrazione di ciche attualmente lhegelismo nei vari paesi. Natural-mente lesposizione dello stato dellhegelismo nei singolipaesi non deve solo essere una rassegna degli uomini edelle dottrine e delle pubblicazioni principali, ma deveessere fatta con spirito critico, in modo che il lettore ab-bia unidea della posizione nostra di pensiero di fronteallhegelismo in singoli paesi48. Lo stesso Gemelli poi ne

    avrebbe curato lIntroduzione dedicata a mettere in luceLa posizione del pensiero scolastico di fronte allhegelismoattuale. E parimenti alcuni anni dopo, nella lettera di in-vito a collaborare al volume del centenario cartesiano, da-tata 22 dicembre 1936, Gemelli cos scrisse: Ho pensatodi farmi iniziatore di un volume che raccolga scritti dicattolici cultori di filosofia, che risulti dimostrazione effi-cace dellattivit dei pensatori cattolici49.

    5. La seconda generazione: forme di dialogo

    In questo ambiente, che la documentazione esamina-ta presenta cos ben definito da un punto di vista ideo-logico, e cos orientato da un punto di vista culturale,crebbe un numero sempre maggiore di studenti. Nelleaule di via SantAgnese, nonostante le battaglie ideologi-che dichiarate su vari fronti dal rettore, non doveva cer-to grondare eccessivo sangue apologetico, se tra le pre-occupazioni principali del canonico Masnovo, espresseal Rettore e alla Facolt dopo il primo anno, vi era

    48

    Archivio U.C., XLIX,402.49 Archivio U.C., L, 406. Una valutazione critica degli studi condotti

    dai neo-scolastici milanesi nel settore della storiografia filosofica viene datada Paolo Rossi nel suo saggio La filosofia neoscolastica e i suoi orientamentistoriografici, edito in P. Rossi, Storia e filosofia. Saggi sulla storiografia filo-sofica, Torino, Einaudi, 1975, pp. 70-91.

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    quella che le signorine abbiano fino dal principio del-lanno assegnati i loro banchi a parte: e a ogni modonon seggano mai nel medesimo banco con giovani seco-

    lari od ecclesiastici50

    . Al di l del buon umore giovani-le e di un pizzico di goliardia, cui forse non era avvezzoil Masnovo, gi professore nel seminario di Parma, lerelazioni dei docenti sul comportamento degli studentiesprimono una piena soddisfazione per il loro impegnonello studio. Una percentuale notevole degli studentiche si iscriveva in Cattolica era seriamente motivata allostudio, anche per ragioni religiose e apostoliche. Essi,

    soprattutto nei primi anni dellUniversit Cattolica, veni-vano seguiti singolarmente e molti di essi, una volta lau-reati, andarono a occupare posti di insegnamento inscuole sia confessionali, sia statali. La scuola di filosofiadella Cattolica incominci cos a incidere su quella piestesa mappa della filosofia italiana costituita dai licei.Fu infatti una delle prime preoccupazioni della Facolt che a partire dallanno accademico 1924-25 divenne la

    Facolt di Lettere e Filosofia riconosciuta dallo Statoitaliano e abilitata cos a rilasciare titoli di studio convalore legale quella di preparare con appositi corsi isuoi studenti dellultimo anno allesame di Stato perlabilitazione allinsegnamento51.

    Alcuni tra questi studenti trovarono in questa giova-ne Facolt anche il luogo idoneo per la loro piena for-mazione scientifica in campo filosofico. Ricordiamo su-bito Gustavo Bontadini. Lo troviamo in primissima po-sizione tra gli studenti menzionati per il loro impegno eprofitto nelle relazioni dei docenti del primo anno52, se-

    50 Archivio U.C., I, 1.51 Cfr. Verbale del Consiglio di Facolt di Lettere e Filosofia del 4

    febbraio 1925.52

    Olgiati lo dichiara, fin dal primo anno degno di una speciale notadi lode, e aggiunge che quantunque la sua cultura filosofica non sia an-cora un quid di organico, per notevole per profondit e per estensione,rese pi feconde ancora da una volont seria e tenace, Archivio U.C., I,1. Tale giudizio viene confermato nelle relazioni di tutti gli altri professori(cfr. ibidem).

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    guito di qualche lunghezza da Ernesto Grassi53. Que-stultimo avrebbe per lasciato presto lUniversit Catto-lica per dissensi con il Gemelli, cui per altro era unito

    da legami damicizia familiari. Furono in particolare duestudenti di questa prima generazione, Gustavo Bontadinie Sofia Vanni Rovighi, coloro che, prima come collabora-tori dellIstituto di filosofia e incaricati di vari corsi diinsegnamento, e poi, a partire dagli inizi degli anni cin-quanta, come professori ordinari e successori dei docen-ti che avevano fondato questa Facolt filosofica, porta-rono avanti leredit di questa scuola fino alla fine degli

    anni settanta.Linteresse per lidealismo, specie nella versione del-lattualismo che aveva destato preoccupazione in Olgiatie Zamboni nei primi anni della Facolt filosofica, restvivo e operante nella speculazione filosofica di Bontadi-ni e continu, come punto di riferimento non solo pole-mico, a condizionare le sue indagini. Il merito che Bon-tadini riconosceva allidealismo era di aver contribuito a

    eliminare il presupposto naturalistico, il realismodualistico che egli vedeva alla base della filosofia mo-derna e che portava a considerare lessere come con-trapposto al pensiero. Egli era convinto che la filosofiamoderna, a partire da Cartesio, avesse perso lessenzialeriferimento del pensiero allessere, perch per essa iltermine immediato della conoscenza lidea, non comequella in cui o attraverso cui si attinge lessere, ma dacui lessere si argomenta, come causa. questa la con-cezione fenomenistica del conoscere. Concezione mala-ta54. Per, se lidealismo aveva riaffermato la non estra-neit dellessere al pensiero, cosa che Bontadini apprez-zava in quanto vedeva riaperte le porte alla metafisica,esso poteva inclinarsi pericolosamente verso limmanenti-

    53 Sempre lOlgiati riferisce: Anche il sig. Grassi un buon elementoe diventerebbe migliore, qualora acquistasse maggior ordine e chiarezza nelsuo ragionamento e nel modo di esporre (ibidem).

    54 G. Bontadini, Studi di filosofia moderna, Brescia, La Scuola, 1966,p. 50.

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    ulteriore rigorizzazione delle codificate prove tomisti-che della dimostrazione dellesistenza di Dio, e alla for-mulazione di quello che egli ebbe a definire principio

    di creazione. Continu fino ai suoi ultimi anni a ritor-nare, ora in forma espositiva, ora in forma polemica, suquesti temi, sollecitato anche dalle riflessioni critiche chea partire dagli anni sessanta venne facendo il suo allievoEmanuele Severino. Rispondendo a questi nel 1964 nelsaggio , egli si propose di mostra-re che la contraddizione del divenire superata con ladottrina della creazione, in quanto quella identificazione

    dellessere e del non-essere, che riscontriamo nellespe-rienza, ora vista come risultato dellazione dellEssere(azione indiveniente dellEssere indiveniente). Di quel-lEssere che diciamo anche onnipotente, non perchpossa fare il contraddittorio, ma perch ci che apparecontraddittorio si rivela non essere pi tale allorch visto come opera dellazione creatrice [...] Giacch les-sere non si identifica pi col nulla per se stesso, ma per

    lintervento dellEssere; o, in altri termini, perch quel-lenergia che lessere vinta non pi dal nulla (nelche lassurdo di ogni concezione ateistica o panteisti-ca), ma dalla superiore anzi suprema energia del-lEssere puro57.

    Linsegnamento di Bontadini che continu sullacattedra di Filosofia teoretica fino al 1973, successiva-mente fino al 1978 nel corso di Istituzioni di filosofia, epoi fino alla fine degli anni ottanta nel Seminario diapologetica fu seguito con viva partecipazione daglistudenti della Cattolica, anche grazie alle sue doti uma-ne e didattiche, che troviamo riconosciute nel giudizioformulato dalla Facolt per la sua promozione a ordina-rio: Altro grande pregio dellinsegnamento del Bontadi-ni che egli non si limita ad esporre una dottrina, ma

    impegna gli studenti a pensarla e a prender posizione difronte ad essa. Egli insegna veramente a filosofare ed

    57 G. Bontadini, , Rivista di filosofia neo-scola-stica, LIV, 1964, p. 448.

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    educa alla ricerca [...] Infine la cordialit e la compren-sione del Bontadini verso i discepoli, invitando questi aldialogo e alla discussione, li aiutano nella ricerca e nella

    formazione filosofica58

    .Nello stesso 1951, vincitrice del concorso banditodallUniversit Cattolica, fu chiamata sulla cattedra diStoria della filosofia medioevale Sofia Vanni Rovighi.Ella continu il suo insegnamento in questa Universitfino al 1982, passando nel 1959 alla cattedra di Storiadella filosofia e nel 1973 alla cattedra di Filosofia teore-tica e tenendo dal 1978, come fuori ruolo, il corso di

    Istituzioni di filosofia.Ho gi accennato agli anni della sua formazione allascuola di Masnovo, che la educarono da un lato a tene-re unite nel suo studio e nel suo insegnamento listanzateoretica con una rigorosa disciplina storico-critica, edallaltro a confrontare con serena fiducia le dottrinescolastiche con le tesi del pensiero moderno e contem-poraneo. Ella dunque, appena laureata con una tesi in

    storia della filosofia medioevale, inizi tra il 1931 e il1932 lo studio delle opere di Husserl, e segu nel seme-stre estivo del 1932 a Friburgo le lezioni di Heidegger,e ancora nel 1938 a Berlino ascolt le lezioni di Hart-mann. Anche se specialista della filosofia medioevale,ella non tralasci mai lo studio dei filosofi dellet mo-derna: Cartesio, Spinoza, Leibniz, e in particolare Kant,che le lezioni di Zamboni le avevano fatto amare, e He-gel, conosciuto grazie alle lezioni e agli studi di RichardKroner59.

    Le ampie e approfondite letture delle opere deigrandi filosofi dellet moderna e contemporanea nonerano solo in funzione di un confronto critico; esse na-scevano dalla persuasione che il cammino di ricerca nelcampo della filosofia deve procedere sotto la guida dei

    grandi pensatori e in dialogo con essi. Convinta, come58 Verbale del Consiglio di Facolt di Lettere e Filosofia del 18 gennaio

    1952.59 Cfr. AA.VV., Sapientiae studium, cit., pp. 82 e 112.

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    Galilei, che il sonar lorgano [...] simpara da chi gli sasonare; la poesia simpara dalla continua lettura dei poe-ti [...]60 ella si rivolgeva, incoraggiata a questo ancora

    da Masnovo, alla scuola dei grandi maestri per impararea filosofare, per sentire, vagliare criticamente, e poi ac-cogliere o rifiutare le soluzioni proposte da questi filoso-fi secondo levidenza delle ragioni. In tale ottica va col-locato e compreso il suo continuo riferimento ai testi elapprofondimento filologico, che diventavano condizio-ne essenziale per un serio lavoro filosofico.

    Era indirizzata e sorretta in queste sue ampie indagi-

    ni storiografiche dalla fiducia nel valore dello strumen-to razionale per la ricerca della verit, che aveva rice-vuto dalla sua formazione tomistica. Di questo si ac-corsero anche i colleghi della facolt quando la chiama-rono a ricoprire la cattedra di Storia della filosofia me-dioevale. Essi sapevano che la sua competenza storica,vasta e sicura, [che] abbraccia non solo la filosofia me-dioevale, ma anche quella moderna e contemporanea

    era sorretta da una solida e chiara coscienza teoreti-ca61. Proprio questa sua coscienza teoretica la spinse auna paziente e intelligente opera di approfondimento,ripensamento e riformulazione delle principali dottrinefilosofiche della scolastica, grazie alla quale listanza deifondatori dellUniversit Cattolica continu a orientarequesta scuola filosofica. Frutto di questo lavoro furono itre volumi degli Elementi difilosofia, che dal 1941 han-no ricevuto numerose edizioni, e che successivamentesono stati sintetizzati nel volume Istituzioni difilosofia62.Fu la volta poi del ricco manuale dedicato alla Gnoseo-logia63, e dei pi recenti e agili volumi: Uomo e natura.Appunti per una antropologia filosofica64 e La filosofia e il

    60 G. Galilei, Dialogo sui massimi sistemi, giornata prima, in Opere,

    VII, p. 59.61 Verbale del Consiglio di Facolt di Lettere e Filosofia del 12 no-vembre 1951.

    62 Brescia, La Scuola, 1982.63Brescia, Morcelliana, 1963.64 Milano, Vita e Pensiero, 1980.

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    problema di Dio65. In particolare gli Elementi difilosofiahanno introdotto allo studio della filosofia molti giovaninon solo dellUniversit Cattolica. Essi sono stati il com-

    pendio dellinsegnamento filosofico della Vanni Rovighi,attenta in pari misura sia alla esatta comprensione delledottrine elaborate dalla filosofia greca e assunte dalla sco-lastica, sia agli apporti della filosofia moderna e contem-poranea. Essi infatti come ebbe ancora a rilevare lastessa autrice intendono esporre la filosofia scolasticarivissuta secondo le esigenze del pensiero moderno econtemporaneo. In questo quadro le dottrine logiche,

    gnoseologiche, metafisiche, etiche della scolastica riac-quistano volto e linguaggio comprensibili al lettore delnostro secolo. La stessa filosofia della natura la parteche pi di ogni altra potrebbe venir considerata superatadalla scienza moderna rivive nella pagina di questoperacon uninattesa vivacit: Nella Filosofia della natura simette in rilievo il significato della concezione ilemorficadel mondo corporeo. Tale concezione afferma che il

    mondo corporeo, fin dai suoi pi bassi gradini forma-to, ossia pervaso da un elemento di intelligibilit. Essa sioppone quindi alla concezione cartesiana e meccanicisticadel mondo corporeo come pura estensione amorfa edinerte concezione contro la quale hanno pieno valore lecritiche di Berkeley e dellidealismo . La teoria ilemorfi-ca afferma inoltre la profonda unit pur nella diversitdelle sue forme del mondo corporeo. Il vivente non un corpo toto coelo diverso dal non vivente, ma un corpoche ha una forma sostanziale pi perfetta (specificamentepi perfetta); luomo stesso, che pure porta in s unprincipio spirituale, non separato da un abisso dagli al-tri corpi; uno di essi. E ci spiega perch luomo sitrovi bene nel mondo e lo trovi bello, ossia affine a s66.La sua attenzione poi ai problemi antropologici (la me-

    tafisica delluomo, come ella la definiva) fu massima, e65 Milano, Vita e Pensiero, 1986.66 S. Vanni Rovighi, Notizie sulloperosit scientifica e sulla carriera di-

    dattica di Sofia Vanni Rovighi, in AA.VV., Sapientiae studium, cit., p. 97.

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    anche in questo campo il riferimento alle dottrine tomi-stiche fu costante. Questo riferimento a san Tommasonon fu per mai condizionato da motivi estranei allevi-

    denza argomentativa. Ad esempio, la dottrina dellanimacome forma sostanziale delluomo fu da lei accettata eriproposta, non gi perch presente in san Tommaso,ma perch, adeguatamente intesa, era lunica ritenutacapace di spiegare luomo, la complessit del suo esserepur nella profonda e intima unit: Ora la tesi chelanima umana forma del corpo non vuol dire, in fon-do, altro che questo: il principio per cui luomo uomo

    lo stesso per cui sente fame, freddo, fatica ecc. Equando dico: il principio per cui luomo uomo vo-glio dire: il principio per cui luomo svolge le attivitcaratteristiche delluomo fra le quali ci sono anchequelle di studiare filosofia o matematica, fare operedarte o almeno contemplare la bellezza . Questo prin-cipio stato chiamato tradizionalmente anima e, perluomo, anima razionale o anima intellettiva [...] Qua-

    lunque cosa esso sia, chiamo anima ci per cui luomovive o ha coscienza. Affermare che lanima umana for-ma del corpo vuol dire affermare che ci per cui luo-mo vive ed cosciente lo stesso principio, la medesi-ma realt per cui ha un determinato corpo. Nella termi-nologia aristotelica, infatti, ereditata dalla scolastica, laforma sostanziale (lentelechia prima, nel linguaggio diAristotele) ci per cui una cosa quello che (uomo,gatto, quercia...) per cui ha una determinata natura.Dire quindi che lanima umana forma del corpo vuoldire affermare che ci per cui luomo vive e pensa ciper cui il suo corpo cos e cos determinato67.

    Agli stessi colleghi della facolt non sfuggiva infineun altro importante tratto della personalit umana escientifica di Sofia Vanni Rovighi, che rest immutato

    nel corso di oltre mezzo secolo di insegnamento univer-sitario: il suo rigoroso impegno didattico. Tali doti e

    67 S. Vanni Rovighi, Uomo e natura, cit., pp. 175-76.

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    tale competenza hanno avuto modo di farsi valere e difruttificare anche nel campo didattico [...] Anche inquesta parte della sua attivit la Vanni Rovighi ha pro-

    fuso le sue energie senza risparmio, nellassistenza aglistudenti, nella cura delle tesi di laurea, ottenendo i pilusinghieri risultati. Lefficacia del suo insegnamento,per la chiarezza e pazienza dellesposizione, per la dovi-zia delle informazioni, risultata in grado eminente, co-stituendo un prezioso contributo allopera di questa Fa-colt68. Il rigore con il quale adempiva i suoi doveri di-dattici era un rigore oserei dire ascetico, che ritrovava la

    sua ragione nel dovere del cristiano di ricercare e di co-municare la verit, dovere illustrato proprio da sanTommaso: contemplata aliis tradere69.

    Sotto la guida di questi due maestri che, con sensibi-lit e metodologie tra di loro tanto diverse, seppero, purnel costante riferimento al patrimonio originario di con-vinzioni filosofiche di questa universit, instaurare undialogo pi sereno con le diverse voci del panorama fi-

    losofico italiano ed europeo, inizi una stagione proficuaper gli studi di filosofia nellUniversit Cattolica.Con gli anni 60 incomincia ad affacciarsi la terza

    generazione, e compaiono i nomi di Efrem Bettoni,Emanuele Severino, Carlo Arata, Elisa Oberti, AdrianoBausola, Giovanni Reale, Angelo Pupi, Virgilio Mel-chiorre, Carla Calvetti, Italo Mancini, Evandro Agazzi,Francesca Rivetti Barb...

    Una continuit di convinzioni leg, seppure in mododifferenziato e articolato, i docenti di questa scuola, e lepermise cos di mantenere, nel passare degli anni, unasua peculiare fisionomia. Questi studiosi condividevanola fiducia nelle possibilit conoscitive della ragione e ri-conoscevano la perenne validit di quel patrimonio filo-

    68 Verbale del Consiglio di Facolt di Lettere e Filosofia del 12 no-vembre 1951.

    69 Cfr. il saggio in commento di Summa theol. IIa IIae, q. 188, a. 6, inS. Vanni Rovighi, Studi di filosofia medioevale, Milano, Vita e Pensiero,1978, vol. II, pp. 203-06.

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    sofico che, sorto dalla speculazione greca, and confron-tandosi e integrandosi, nella patristica e nella scolasticamedioevale, con le dottrine della rivelazione cristiana.

    Essi guardavano inoltre con attenzione agli sviluppi del-la ricerca filosofica dellet moderna e contemporanea,per aprirsi a un confronto che divenne via via meno po-lemico, rendendo cos meno astratto il programma diispirazione ficiniana a bono in bonum che Gemelliaveva proposto nel 1924 nel delineare la sua visione del-la philosophia perennis70.

    Negli anni che seguirono la contestazione del 68 So-

    fia Vanni Rovighi, consapevole della profonda identitdi questa scuola filosofica, oppose un rifiuto al desiderioespresso dallallora rettore dellUniversit Cattolica, Giu-seppe Lazzati, di proporne unimmagine pi moderna,mutando il titolo della rivista ritenuto ormai datato.La scelta di consegnare alle future generazioni la Rivi-sta di filosofia neo-scolastica con il suo titolo originarioappare ancora oggi densa di significato.

    70 Cfr. A. Gemelli, Il mio contributo alla filosofia neoscolastica, Milano,

    Summary. The year 1921 witnessed the opening of the CatholicUniversity and the inauguration of courses and lectures in the Fa-culty of Philosophy. The present work intends to trace the develop-ment and the evolution of the philosophical school which sprangfrom programmes drafted in connection with the Rivista di filoso-fia neo-scolastica. Drawing from unpublished documentation in

    the Archives of the Catholic University itself, it focuses on the pre-sence of this institution on the philosophical scene, analysingmethods and contents of syllabuses, following design patterns inthe contributions of the teaching staff to the Italian philosophicaldebate, and hinting at publications promoted by this Faculty. Thisessay wishes to offer new elements for the evaluation of the anti-idealistic controversy led on by teachers of this University, of theirpreoccupations about orthodoxy and of their privileged referenceto doctrines of Medieval Scholasticism in connection with the study

    of modern and contemporary philosophy.