Filippo Rapisarda - Esprimere Emozioni Attraverso La Musica

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5/26/2018 FilippoRapisarda-EsprimereEmozioniAttraversoLaMusica-slidepdf.com http://slidepdf.com/reader/full/filippo-rapisarda-esprimere-emozioni-attraverso-la-musica  Università degli Studi Milano-Bicocca Facoltà di Psicologia, Corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche Esprimere le emozioni attraverso la musica Il ruolo delle determinanti strutturali dello stimolo musicale nell’espressione emotiva attraverso la musica Relatore: Germano Rossi RAPISARDA Filippo Anno Accademico 2003-2004

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Filippo Rapisarda - Esprimere Emozioni Attraverso La Musica

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  • Universit degli Studi Milano-Bicocca

    Facolt di Psicologia, Corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche

    Esprimere le emozioni attraverso la musica

    Il ruolo delle determinanti strutturali dello stimolo musicale

    nellespressione emotiva attraverso la musica

    Relatore: Germano Rossi

    RAPISARDA Filippo

    Anno Accademico 2003-2004

  • Sommario

    ABSTRACT ................................................................................................................................................3

    INTRODUZIONE ......................................................................................................................................4

    1. IL RAPPORTO TRA MUSICA E EMOZIONI .................................................................................5

    1.1 IL PROBLEMA DELLESPRESSIVIT DELLA MUSICA: DAL PENSIERO OCCIDENTALE .........................5

    1.2 ALLA PSICOLOGIA DELLA MUSICA .................................................................................................7

    2. LO STUDIO SULLE DETERMINANTI STRUTTURALI DELLO STIMOLO MUSICALE ......9

    2.1 STUDI SULLASCOLTO.......................................................................................................................10

    2.1.1 Note storiche e metodologiche.................................................................................................10

    2.1.2 Rassegna di esperimenti ..........................................................................................................11

    2.2 STUDI SULLESECUZIONE..................................................................................................................14

    2.2.1 Note storiche e metodologiche.................................................................................................14

    2.2.2 Rassegna di esperimenti ..........................................................................................................15

    3. LA COMUNICAZIONE EMOTIVA ATTRAVERSO LA MUSICA .............................................19

    3.1 UN CODICE DI COMUNICAZIONE EMOTIVA ATTRAVERSO LA MUSICA .............................................19

    3.2 IPOTESI SULLORIGINE DEL CODICE................................................................................................22

    3.2.1 Isomorfismo tra musica e stati danimo...................................................................................22

    3.2.2. Lespressione non verbale delle emozioni fondamentali ........................................................23

    3.2.3 Alcune ipotesi sullorigine dellisomorfismo ...........................................................................24

    ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI................................................................................................28

    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ........................................................................................................29

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  • Abstract

    Sia il senso comune che la ricerca scientifica indicano che la musica un canale per

    esprimere emozioni, stati danimo e sentimenti. In questo articolo si esaminer la

    letteratura sullespressione delle emozioni attraverso la musica, tentando di rilevare se e

    come vengono espresse differenti tipi di emozioni (principalmente: rabbia, tristezza,

    felicit, paura, tenerezza) attraverso alcune dimensioni strutturali (determinanti) dello

    stimolo musicale - tempo, tono, armonia, dinamica, sviluppo del suono e, dopo aver

    riportato i profili di alcuni pattern emozione-specifici, verr descritto un vero e proprio

    codice espressivo che coinvolge in maniera speculare gli ascoltatori e gli esecutori e

    compositori. Verr poi proposta una spiegazione sullorigine del codice basata sui

    recenti sviluppi delle teorie delle emozioni.

    Both the common sense and the scientific research indicate that music is a channel to

    express emotion, moods and feelings. In this article will be examined the literature

    about the emotional expression in music, trying to point out how different kinds of

    emotion (especially: rage, sadness, happiness, fear, tenderness) are expressed through

    some structural dimensions (determinants) of the musical stimulus time, pitch,

    harmony, dynamic, envelope and, after the report of some expressive profiles, will be

    described an expressive codex that involves the listener, the performer and the

    composer. Finally will be presented an explanation about the origin of the codex based

    on the latest emotion theories.

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  • Introduzione

    La musica parte integrante della mia vita: lascolto in ogni momento, la suono

    quotidianamente, la penso, ne discuto e, a volte, la sogno. Uno dei suoi tanti aspetti che,

    pi di altri, mi ha sempre attratto la sua capacit espressiva, il suo potere di veicolare

    emozioni, di descrivere, senza parole, stati danimo anche molto profondi. Lesperienza

    di musicista e di ascoltatore mi ha portato pi volte a riflettere sul fatto che la

    comunicazione emotiva tra un esecutore e chi lo ascolta (uno spettatore di un concerto,

    un altro musicista in una jam session, ma anche chi ascolta un disco a casa propria o per

    la strada con un walkman) non sia un processo casuale, ma sia determinato da una serie

    di regole non scritte, per lo pi inconsapevoli che costituiscono un vero e proprio codice

    espressivo.

    E proprio da questa idea che nasce questo testo: il mio intento quello di

    inquadrare, allinterno di una cornice scientifica, la dimensione della comunicazione

    delle emozioni attraverso la musica e per farlo presenter alcuni importanti contributi

    sperimentali e teorici provenienti dalla Psicologia della Musica, dalla Psicologia delle

    Emozioni e della Psicologia della Comunicazione. Saranno soprattutto trattati gli aspetti

    espressivi intrinseci allo stimolo musicale, trascurando volontariamente altre modalit

    di induzione emotiva attraverso la musica e le problematiche di tipo estetico. Si parler

    pertanto degli aspetti espressivo-comunicativi, ovvero delle emozioni percepite e delle

    intenzioni comunicative, mentre non saranno considerate le risposte emotive degli

    ascoltatori: questo perch evidente che la risposta emotiva va al di l della dimensione

    comunicativa, ovvero dei processi di codifica e decodifica del messaggio musicale,

    poich implica anche fattori interni al soggetto come la personalit, la disposizione

    momentanea, ecc

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  • Nel primo capitolo, dopo un veloce excursus su alcune pareri sorti allinterno

    della speculazione filosofica occidentale, vengono proposte alcune distinzioni

    concettuali e terminologiche per introdurre il lettore alla complessit dellargomento. Il

    secondo capitolo consiste in una rassegna di studi sperimentali condotti allinterno della

    Psicologia della Musica degli ultimi settantanni che hanno esaminato il rapporto tra

    alcune determinanti strutturali dello stimolo musicale e lespressione emotiva. Nel terzo

    capitolo viene fatto il punto sui risultati degli esperimenti dei capitoli precedenti,

    descrivendo un vero e proprio codice espressivo, presentando anche alcune ipotesi sulla

    sua origine.

    1. Il rapporto tra musica e emozioni

    1.1 Il problema dellespressivit della musica: dal pensiero Occidentale

    Nel pensiero Occidentale il rapporto tra musica e emozioni da sempre stato oggetto di

    speculazioni filosofiche e dibattiti riguardanti la natura, il significato e la capacit

    espressiva della musica.

    Meyer sintetizza le diverse posizioni assunte nei secoli, e presenti tuttoggi,

    distinguendo le due posizioni estreme di assolutisti e referenzialisti: i primi

    sostengono che i significati espressivi e emozionali siano dati dalla musica di per s,

    senza far riferimento alcuno a esperienze di tipo extramusicale (come afferm il

    compositore Igor Stravinsky, la musica esprime s stessa); per i secondi invece, il

    significato espressivo e emotivo della musica di tipo referenziale, si riferisce cio a

    qualcosa al di fuori della musica, ad un mondo extramusicale di concetti, azioni,

    stati emotivi e caratteri (1956, pp. 27-29).

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  • Gi nellantica Grecia la musica veniva considerata mimesis, imitazione di stati

    della mente e di caratteristiche dellessere umano; Platone afferm che questa

    particolare caratteristica permetteva di indurre particolari stati danimo negli ascoltatori,

    e che poteva venire utilizzata per scopi che potremmo definire sia terapeutici, come

    rendere allegro un individuo triste, sia psicoeducativi, come leducazione a determinati

    valori.

    Nel XIX secolo Hanslik (ed. 1968), un importante critico musicale, neg la

    possibilit che la musica potesse avere una qualche capacit intrinseca di esprimere

    emozioni: malgrado essa potesse, attraverso fenomeni arbitrari di tipo associativo,

    generare alcuni sentimenti nellascoltatore, sostenne che le propriet strutturali, come il

    ritmo, lintensit, la melodia, ecc, potessero solamente ricordare la forma delle

    emozioni, ma non esprimerle o indurle.

    Anche la filosofa Susanne Langer, che a pi riprese si occupata del significato

    dellarte e della musica (1942, 1953) ha postulato lesistenza di un generale isomorfismo

    tra la struttura della musica e la struttura dei sentimenti in una analogia tonale con la

    vita emotiva (1953), ma andata oltre sostenendo che la musica emulerebbe talmente

    bene i sentimenti da far si che la prima venga facilmente confusa con i secondi, La

    musica il nostro mito della vita interiore (1942, p. 199), ammettendo non solo la

    possibilit che si possano esprimere emozioni attraverso la musica e che essa possa

    suscitarne negli ascoltatori, ma che compositori ed esecutori possano essere in qualche

    modo competenti nellutilizzare questo tipo di analogia per esprimere determinati stati

    danimo attraverso la loro musica.

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  • 1.2 alla Psicologia della Musica

    Malgrado le emozioni vengano studiate scientificamente da circa un secolo e mezzo (fin

    dai lavori pionieristici di Darwin, Wundt e James), lo studio del rapporto tra emozioni e

    musica dal punto di vista psicologico stato un campo di ricerca particolarmente poco

    battuto, anche se, fortunatamente, non del tutto trascurato. Credo che un veloce sguardo

    su alcuni dei nodi concettuali maturati allinterno di questo filone di ricerca possa essere

    utile per introdurre ulteriormente il lettore alla complessit di un argomento tuttaltro

    che semplice.

    Innanzitutto, seguendo le indicazioni di Sloboda e Juslin (2001) bisogna tener

    presente che, bench sia per certi versi necessario considerare le emozioni correlate con

    la musica come una categoria particolare di emozioni per via di importanti differenze

    negli antecedenti e nei conseguenti dellemozione, questo non implica che le

    emozioni in s stesse siano differenti (p. 81); sempre i suddetti autori operano unutile

    distinzione tra le risposte emotive che avrebbero a che fare con il valore estetico della

    musica, ancora poco studiate dalla psicologia, e quelle che sarebbero indotte o espresse

    dalla musica indipendentemente dal suo valore estetico.

    London (2001), in una rassegna sulle diverse teorie e definizioni sulle emozioni

    nella musica descrive i quattro modi secondo cui lo stimolo musicale eliciterebbe

    emozioni nellascoltatore:

    (a) innanzitutto vi sarebbero le reazioni emotive determinate dalle propriet non

    musicali dei suoni: i suoni possono essere ad alto o basso volume, distorti o limpidi,

    e via dicendo, e ognuna di questa caratteristiche pu suscitare reazioni emotive in

    chi ascolta (ad esempio, un improvviso colpo di batteria pu farci spaventare; un

    suono gracchiante pu innervosirci);

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  • (b) un brano musicale pu suscitare emozioni nellascoltatore attraverso il meccanismo

    delle associazioni, compreso quel fenomeno definito ironicamente da Davies Cara,

    stanno suonando la nostra canzone (Davies, 1978): un brano associato ad un

    evento emotivamente carico della vita di un individuo rievocherebbe, una volta

    riascoltato, il ricordo di quellevento e come conseguenza le emozioni ad esso

    associate. Sempre attraverso il meccanismo delle associazioni si spiegherebbero

    anche le emozioni suscitate dal testo di un brano e il fatto ogni cultura possiede

    determinati brani o sequenze musicali per accompagnare determinati avvenimenti o

    rituali;

    (c) un altro modo tramite il quale la musica pu suscitare emozioni attraverso la

    conferma o la disconferma di aspettative; in breve esisterebbero, in analogia con il

    linguaggio umano, delle regole sintattico-pragmatiche che regolano gli aspetti

    strutturali del linguaggio musicale, che genererebbero, istante dopo istante,

    aspettative nellascoltatore su come pu e non pu continuare uno stimolo

    musicale: la violazione di queste aspettative provocherebbe stati di tensione, la

    conferma di tali aspettative provocherebbe distensione (vedi, ad esempio, Meyer,

    1956; Davies, 1978);

    (d) lultima modalit riguarda pi da vicino gli aspetti espressivi propri della musica:

    attraverso luso di alcune determinanti musicali (il tempo, il volume, il ritmo, il

    timbro, la tonalit, larticolazione, ecc), compositori ed esecutori, in modo pi o

    meno consapevole, esprimerebbero attraverso la loro arte emozioni a chi ascolta.

    Infine, importante ricordare che la percezione dellespressione di unemozione

    (ad esempio, ascoltando un brano musicale un soggetto riconosce che un brano musicale

    esprime gioia) e la risposta emotiva dellascoltatore (ascoltando un brano musicale il

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  • soggetto prova gioia) sono due aspetti separati: sebbene sia logico aspettarsi che

    frequentemente ci sia un legame tra queste due diverse dimensioni, anche vero che

    esse possono anche essere presenti (o assenti) indipendentemente una dallaltra: un

    soggetto pu riconoscere il tono emotivo di un brano senza esserne contagiato, mentre

    pu provare un certo tipo di emozione anche senza riconoscere (per lo meno in modo

    consapevole) il tono emotivo di un brano.

    Come gi accennato nellIntroduzione, in questo testo verranno esaminati

    soltanto i meccanismi attraverso cui un brano musicale in grado di esprimere una

    particolare emozione, escludendo per quelle emozioni che hanno a che fare con le

    dimensioni estetiche; si cercher di vedere se e in che modo gli esecutori e i compositori

    sono in grado di conferire alla musica che generano una particolare coloritura emotiva

    attraverso la manipolazione di alcuni parametri strutturali dello stimolo musicale. E

    evidente quindi che non verranno trattate le risposte emotive degli ascoltatori, ma

    soltanto la loro percezione della coloritura emotiva della stimolo musicale.

    Poste queste precisazioni si pu passare dalla teoria alla ricerca empirica ed

    esaminare una serie di studi che hanno tentato di dare valore scientifico al rapporto tra

    la struttura dello stimolo musicale e lespressione emotiva.

    2. Lo studio sulle determinanti strutturali dello stimolo

    musicale

    In questa sezione riporter gli studi pi significativi che dalle origini della Psicologia

    della Musica fino ai giorni nostri hanno indagato il rapporto tra le diverse dimensioni

    dello stimolo musicale e lemozione percepita dallascoltatore. Ho preferito dividere

    questa rassegna in due diversi paragrafi, uno sugli studi sullascolto e uno sugli studi

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  • sullesecuzione dal momento che si differenziano sia per la metodologia utilizzata sia

    per la portata esplicativa dei risultati.

    2.1 Studi sullascolto

    2.1.1 Note storiche e metodologiche

    Fin dalla fine del secolo XIX arrivando ai giorni nostri gli psicologi della musica hanno

    cercato di rilevare il ruolo delle diverse determinati strutturali dello stimolo musicale

    implicate nellespressione emotiva; gli studi sullascolto consistono nellindagare, in

    soggetti sperimentali sottoposti allascolto di un determinato stimolo musicale, la loro

    percezione della coloritura emotiva.

    Presenter una selezione, il pi significativa ed eterogenea possibile, di studi

    svolti allinterno di questo filone che spesso differiscono in modo marcato sia per

    quanto riguarda il tipo di stimolo che per la scelta dei metodi di rilevazione

    dellemozione percepita. Ad esempio, per misurare la risposta affettiva ad un brano

    sono stati utilizzati diversi metodi pi o meno strutturati, dalle semplici descrizione

    fenomenologiche, alla scelta di una serie di termini descrittivi fino alluso di vere e

    proprie rating scales. Per quanto riguarda invece gli stimoli usati, essi si possono

    classificare in tre tipologie:

    (a) la vera musica, ovvero diversi pezzi appositamente scelti o composti in modo da

    suggerire diversi tipi di emozioni;

    (b) la somministrazione ripetuta di una stessa successione di suoni/note dove ad ogni

    somministrazione vengono sistematicamente variati uno o pi fattori strutturali

    (volume, tono,ecc);

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  • (c) infine una sorta di combinazione tra questi due metodi si pu trovare nelluso di

    brani di vera musica appositamente composti utilizzando variazioni sistematiche della

    struttura (una volta era determinante labilit dellesecutore, mentre attualmente per

    questo tipo di esperimenti su usano tecnologie di composizione e riproduzione audio

    digitale, come il MIDI1);

    Il metodo (a) possiede maggiore validit ecologica sugli altri due ma non permette un

    controllo rigoroso delleffetto dei fattori musicali, il (b) permette di ottenere un assoluto

    controllo dei fattori strutturali dello stimolo ma possiederebbe bassa validit ecologica,

    mentre il (c) avrebbe il vantaggio di costituire unefficace via di mezzo metodologica

    (Gabrielsson, & Lindstrm, 2001).

    2.1.2 Rassegna di esperimenti

    Hevner (1936), in una serie di esperimenti pionieristici negli anni 30 del

    Novecento, per prima utilizz in un contesto sperimentale versioni parallele di uno

    stesso brano musicale variando per ognuna un elemento per volta (ritmo, armonia,

    tonalit, linea melodica) in modo da studiarne limpatto sulla risposta affettiva

    dellascoltatore. Il soggetto, dopo aver ascoltato le differenti versioni dello stesso brano,

    doveva, per ognuna, associarne un numero a piacere di aggettivi, ordinati in gruppi

    semantici rappresentati in cerchio (Cerchio degli aggettivi di Hevner) che esprimevano

    stati danimo (ad esempio felice, eccitante, vigoroso, ecc). Ogni differenza nella

    1 Il MIDI (acronimo di Musical Instrument Digital Interface) una tecnologia nata nella prima met degli

    anni 80 che permette la traduzione digitale dei gesti compiuti da un musicista: una nota suonata su una

    tastiera pu venir tradotta in un dato digitale e eventualmente memorizzata su una sorta di partitura

    digitale; con questo sistema si possono manipolare digitalmente variabili come il tempo, la dinamica,

    lattacco e il corpo del suono, ecc

    11

  • scelta degli aggettivi per ogni brani si sarebbe dovuta ricondurre alleffetto delle

    variazioni apportate alla struttura dello stimolo. I risultati indicarono che a) la tonalit

    maggiore era connessa con aggettivi descriventi stati danimo positivi mentre la tonalit

    minore era connessa con aggettivi indicanti stati danimo negativi e onirici; b) un ritmo

    fermo era collegato al carattere vigoroso, mentre il ritmo fluttuante a sentimenti positivi;

    c) armonie semplici evocavano sentimenti positivi, per contro armonie complesse

    eccitazione, vigore, tristezza.

    Utilizzando un paradigma simile Rigg (1939), compose cinque brevi melodie,

    alcune piacevoli/felici e altre tristi/serie, e le fece ascoltare diverse volte ai soggetti

    dei suoi esperimenti manipolando di volta in volta tempo, modo, articolazione, livello

    del tono, volume, ritmo e intervalli, trovando che a) la gioia era associata a tempo

    accelerato, quarte ascendenti, modo maggiore, armonia semplice, note staccate,

    dinamiche forti, ritmo giambico o anapesto b) la tristezza era associata alle melodie con

    seconde discendenti, modo minore, fraseggio legato, dissonanza, ritmo trocaico, basso

    registro o tempo lento. Pur avendo testato altri stati danimo, le correlazioni statistiche

    tra gioia e tristezza e corrispondenti determinanti erano le uniche ad essere

    statisticamente significative.

    Un contributo sicuramente interessante quello di Imberty (1979) che ha invece

    proposto ai suoi soggetti sperimentali, non provvisti di una particolare competenza

    musicale, lascolto di alcuni estratti dei Prludes per pianoforte di Debussy, chiedendo

    loro di descriverli utilizzando qualsiasi aggettivo venisse loro in mente. Lautore, dopo

    aver ottenuto una grande variet di aggettivi (ben 1063!), cerc di individuare eventuali

    corrispondenze tra alcuni di essi e particolari elementi degli stimoli: trov che 172

    termini identificavano particolari rappresentazioni dello stimolo musicale, e tali

    12

  • rappresentazioni potevano essere individuate lungo una serie di dimensioni (tensione vs.

    rilassamento; emozioni positive vs. emozioni negative); Imberty inoltre elabor i due

    indici di complessit formale e dinamismo (Complexit e Dynamisme) e sostenne

    che: a) bassa complessit abbinata con un dinamismo medio si associava con

    lespressione di emozioni positive; b) alta complessit formale combinata con basso

    dinamismo si associava allespressione di malinconia e depressione; c) alta complessit

    formale abbinata con alto dinamismo significa disintegrazione ed associata con

    lespressione di ansia e aggressivit.

    Juslin (1997b) ha utilizzato un disegno sperimentale congruente ma opposto ai

    precedenti: lautore, sulla base dei dati provenienti dalle ricerche precedenti, ha

    composto con lausilio di una periferica MIDI collegata ad un sintetizzatore, dei

    semplici brani-stimolo variando sistematicamente alcune dimensioni strutturali nello

    specifico, il tempo, il livello del suono, lo spettro della frequenza, larticolazione,

    lattacco del tono- della semplice melodia popolare Nobody Knows di Stephen Foster,

    con lintento di comunicare diverse emozioni (felicit, tristezza, rabbia, paura e

    tenerezza). I diversi pattern utilizzati ricalcano quelli che saranno descritti nella tab. 1

    del paragrafo 3.1. Dopo aver sottoposto un campione di studenti universitari con un

    minimo di preparazione musicale (ovvero che avessero suonato uno strumento per

    almeno due anni), venne chiesto loro di giudicare il tipo di emozione espressa, tra le

    cinque sopra proposte, e di giudicarne il grado di espressivit su di una scala graduata

    da zero a dieci. I risultati indicarono un accordo di oltre l80% tra il giudizio dei

    soggetti e lintenzione comunicativa di ogni composizione, confermando le ipotesi sulla

    configurazione dei pattern espressivi proposta dallautore.

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  • Si pu quindi affermare che la ricerca ha efficacemente dimostrato linfluenza

    della struttura musicale sullespressione emotiva: la combinazione di determinate indici

    espressivi, disposti in particolari configurazioni, fa si che lascoltatore percepisca in un

    brano una particolare tonalit emotiva.

    2.2 Studi sullesecuzione

    2.2.1 Note storiche e metodologiche

    Abbiamo visto come gli studi sullascolto abbiano rilevato limportanza di alcuni

    elementi strutturali dello stimolo musicale implicati nellespressivit emotiva percepita.

    Tuttavia alcuni autori, per comprendere meglio i processi sottostanti allespressione

    emotiva attraverso la musica, hanno pensato di andare oltre al semplice ascolto ed

    inserire il contributo dei principali fautori dellespressivit musicale: gli esecutori.

    E frequente, nellascolto quotidiano, constatare come, a monte delle carica

    espressiva di un particolare brano musicale, vi sia la capacit di chi esegue il brano:

    pensando alla musica leggera, un buon esempio costituito dal blues, un tipo di musica

    particolarmente espressiva, in cui per la partitura solitamente abbastanza scarna e

    labilit di un esecutore non sta tanto nella pura e semplice tecnica ma nella capacit di

    esprimere emozioni e stati danimo.

    Gli studi sullesecuzione differiscono da quelli del filone precedente per il fatto

    che si concentrano maggiormente sul processo comunicativo tra lesecutore e

    lascoltatore: partendo dallintenzione comunicativa dellesecutore, passando per

    lesecuzione e lascolto, arrivando al giudizio dellascoltatore si indaga laccuratezza

    della comunicazione (ovvero, lesecutore ha avuto successo nel comunicare una

    determinata emozione?) e il codice comunicativo utilizzato (ovvero, come ha fatto

    14

  • lesecutore a comunicare quella particolare emozione e come lascoltatore stato in

    grado di riconoscerla?).

    Generalmente la metodologia consiste nel proporre ad un gruppo di musicisti

    uno o pi brani chiedendo loro di eseguirli pi volte con lo scopo di esprimere ogni

    volta, attraverso variazioni che non ne stravolgano eccessivamente la struttura melodica,

    una diversa emozione richiesta dallo sperimentatore. Si cerca cio di esaminare in una

    situazione sperimentale quel fenomeno che Palmer (1997) ha definito performance

    expression, ovvero quelle variazioni, piccole o grandi, del tempo, delle dinamiche, del

    timbro, e del tono che costituiscono la microstruttura dellesecuzione e che la

    differenziano da unaltra dello stesso brano musicale (cit. in Juslin, 2000, p. 1797).

    2.2.2 Rassegna di esperimenti

    Per quanto riguarda gli studi sullesecuzione si dispone di una letteratura molto

    pi ristretta rispetto agli studi sullascolto, come conseguenza del fatto che linteresse

    per questo tipo di ricerche piuttosto recente e che solo un numero ristretto di autori si

    occupato di questo tema. Riporter solamente tre esperimenti che ritengo maggiormente

    significativi che possono fornire al lettore sia una vaga idea sullevoluzione

    metodologica sia fornire una serie di importanti dati empirici.

    Uno studio pionieristico pu essere considerato quello di Kotlyar e Morozov del

    1976 (cit. in Juslin, 2001b, p. 313) in cui venne chiesto a dieci cantanti dopera di

    cantare degli estratti di alcuni pezzi musicali in modo da esprimere gioia, rabbia, dolore

    e paura. Le diverse performance vennero poi giudicate da alcuni esperti di musica che si

    dimostrarono in grado di discriminare il tipo di emozione che i cantanti avrebbero

    dovuto esprimere.

    15

  • Gabrielsson e Juslin (1996), condussero due esperimenti per indagare

    laccuratezza della comunicazione espressiva e leventuale presenza di un codice

    comunicativo. Nel primo esperimento chiesero a tre musicisti professionisti (un

    flautista, un violinista, un cantante) di eseguire tre brevi melodie che vennero loro

    presentate (la sigla delleurovisione, un canto popolare svedese e una melodia composta

    appositamente per lesperimento) tentando di realizzare per ognuna differenti

    espressioni emozionali, denominate con gli aggettivi felice, triste, pauroso, tenero,

    solenne e non espressivo. Ogni musicisti aveva la possibilit di esercitarsi su ogni

    versione e successivamente venivano audioregistrate le diverse esecuzioni. Ogni brano

    venne poi fatto ascoltare ad un diverso gruppo di soggetti (i primi due a studenti, il terzo

    a musicisti) che dovevano giudicarne la tonalit emotiva attraverso luso di scale

    graduate. Nel secondo esperimento gli autori chiesero a sei chitarristi professionisti di

    eseguire diverse versioni del brano popolare americano Nobody Knows, con la stessa

    consegna dellesperimento precedente. Anche in questo caso venne chiesto a due gruppi

    di ascoltatori (uno formato da studenti di musicologia e uno formato da ascoltatori con

    competenze musicali miste) di giudicare la tonalit emotiva del brano. I risultati di

    entrambi gli esperimenti dimostrarono una buona accuratezza nella comunicazione da

    parte degli esecutori, seppur con delle variazioni tra diversi tipi di strumenti musicali e

    diversi esecutori, e lesistenza di una serie di profili espressivi propri di ogni emozione

    (che corrispondono abbastanza fedelmente a quelli che saranno pi avanti descritti nella

    tabella 1.) e indicarono inoltre che le emozioni fondamentali, come felicit, tristezza e

    rabbia sono in qualche modo pi semplici da comunicare rispetto agli altri caratteri

    emozionali. Una nota interessante di questo esperimento sta nel fatto che anche il

    carattere non espressivo trov un suo profilo espressivo, caratterizzato da una generale

    16

  • moderatezza (nel tempo, nel volume) e dalla totale mancanza di variazioni, e fu uno dei

    profili con il pi grande livello di accuratezza comunicativa.

    Lesperimento sopra citato stato ripetuto diverse volte negli ultimi anni (ad es

    Juslin, 2000) nel tentativo di verificare di volta in volta ipotesi sempre pi precise

    riguardo le caratteristiche dei diversi profili espressivi. Oltre ad ottenere dei profili

    espressivi analoghi a quelli degli esperimenti precedenti (che verranno riportati nella

    tabella 1. della sezione successiva), lautore ha studiato pi a fondo, attraverso tecniche

    di analisi della regressione, i diversi pesi degli indici espressivi, trovando una notevole

    variabilit sia tra i diversi esecutori che tra gli ascoltatori. Pur in presenza di un codice

    condiviso (maggiori informazioni verranno date nel paragrafo 3.1) sia dagli esecutori

    che dagli ascoltatori, si nota sia che le specifiche strategie di espressione possono

    variare da esecutore a esecutore sia che mentre gli esecutori possono dare pi

    importanza ad una determinata dimensione nellespressione (ad es. il tempo) gli

    ascoltatori possono basare il loro giudizio su dimensioni diverse (ad es. il volume). La

    figura 1. propone due esempi esplicativi.

    0102030405060708090

    Tem po Livello delsuono

    Spettro Articolazione ArticolazioneSD

    Esecutore 1

    Esecutore 2

    Esecutore 3

    Figura 1.a: differenze nel peso attribuito a diverse dimensioni dello stimolo musicale, da parte di tre

    diversi esecutori, nellespressione della paura.

    17

  • 0102030405060708090

    Tempo Livello delsuono

    Spettro Articolazione ArticolazioneSD

    Esecutori

    Ascoltatori

    Figura 1.b: differenze nel peso attribuito a diverse dimensioni dello stimolo musicale da parte degli

    esecutori, per quanto riguarda la codifica, e da parte degli ascoltatori, per quanto riguarda la decodifica,

    della paura.

    Si pu quindi affermare in basi ai risultati esposti, che integrano quelli riportati

    nel paragrafo precedente, che i musicisti sono in grado di comunicare specifiche

    emozioni agli ascoltatori e che per farlo utilizzano delle strategie che consistono nel

    variare alcuni elementi strutturali dello stimolo musicale secondo determinate

    configurazioni, o profili espressivi; gli ascoltatori, coerentemente rispetto a quanto

    dimostrato dagli studi sullascolto, sono in grado di giudicare con efficace accuratezza il

    carattere espressivo del brano interpretando la variazione di queste dimensioni; inoltre,

    mentre v a livello generale una certa condivisione di questi profili, il peso specifico

    che assume ogni singola dimensione strutturale allinterno del processo di

    codifica/decodifica individuale variabile.

    18

  • 3. La comunicazione emotiva attraverso la musica

    3.1 Un codice di comunicazione emotiva attraverso la musica

    Nella sezione precedente sono stati riportati i risultati di alcuni importanti studi che,

    anche se con metodi diversi, hanno trovato una serie di pattern di determinanti

    espressive correlate con specifici astati emotivi; Gabrielsson e Juslin (2002), in una

    revisione esaustiva della letteratura, riassumono i risultati di oltre settantanni

    desperimenti (tabella 1.):

    Tabella 1. Elenco delle variabili strutturali correlate con le emozioni fondamentali

    Emozione/affetto Variabili della struttura musicale correlate con lemozione

    Felicit, gioia,

    gaiezza.

    Tempo veloce con moderate variazioni. Modo maggiore. Consonanze.

    Volume alto con lievi variazioni. Toni alti, basse variazioni di tono /

    del range di toni. Melodia ascendente, intonazione crescente. Ritmo

    regolare, variegato, fluente. Articolazione per staccati con grandi

    variazioni. Uso di molti armonici. Timbro brillante. Rapido sviluppo

    del suono. Contrasti marcati tra note lunghe e brevi. Bassa

    complessit formale e dinamismo medio.

    Tristezza,

    malinconia

    Tempo lento, grandi variazioni. Modo minore. Dissonanze. Volume

    basso con lievi o moderate variazioni. Toni gravi e stretta gamma di

    toni. Melodia discendente. Ritmo fermo. Articolazione per legati

    con poche variazioni. Morbido sviluppo del suono. Contrasto

    diminuito tra note lunghe e corte. Vibrato lento. Grande complessit

    formale associata a basso dinamismo.

    19

  • Attivit, energia,

    eccitazione

    Tempo veloce. Dissonanze. Volume alto con basse variazioni. Grande

    variabilit tonale. Salti dintervallo. Articolazione per staccati. Molti

    armonici. Brusco sviluppo del suono. Ampia estensione del vibrato.

    Tensione Dissonanze. Dinamiche forti. Melodia ascendente. Grande intensit di

    note. Complessit armonica. Complessit ritmica. mancanza di

    melodia.

    Tranquillit, calma,

    delicatezza, pace

    Tempo lento. Consonanze. Volume basso. Gamma tonale ristretta.

    Ritmo regolare e fluente. Articolazione per legati. Breve estensione

    del vibrato. Bassa complessit formale.

    Rabbia Tempo veloce. Modo minore. Dissonanze. Volume alto, lievi

    variazioni di volume. Toni alti, lievi variazioni di tono. Toni

    crescenti. Ritmo complesso. Articolazione staccata, legata, moderate

    variazioni. Molti armonici / timbro acuto. Brusco sviluppo del suono.

    Lievi variazioni nel timing. Evidenziati i contrasti tra note lunghe e

    corte. Grande estensione del vibrato. Grande complessit combinata

    con alto dinamismo.

    Paura Tempo veloce con grandi variazioni. Dissonanze. Volume basso e

    moderato con grandi e rapide variazioni. Toni alti, ascendenti con

    lievi variazioni e grandi contrasti. Articolazione staccata con grandi

    variazioni. Grandi variazioni del timing. Vibrato irregolare o veloce.

    Tenerezza, amore Tempo lento o moderato. Volume basso, con poche variazioni.

    Intonazione crescente. Morbido viluppo del suono. Articolazione per

    legati; Pochi armonici / timbro soft. Grandi variazioni di timing.

    Contrasto diminuito tra note lunghe e corte.

    20

  • Ad ogni emozione/affetto fondamentale corrisponderebbe una particolare

    configurazione di determinanti che vengono impiegati da compositori ed esecutori,

    coloro che generano il messaggio musicale, per esprimere determinate emozioni e dagli

    ascoltatori, i destinatari della musica, per giudicarne la tonalit affettiva: si pu quindi

    parlare dellesistenza di un vero e proprio codice di comunicazione non verbale.

    I contributi pi rilevanti sullesistenza del codice sono offerti dal gi citato

    Patrik Juslin (1997a, 2001a): allinterno di una prospettiva funzionalista allo studio

    della comunicazione emozionale nellesecuzione musicale, propone una versione

    modificata del modello a lente di Egon Brunswik per descrivere il processo di

    comunicazione delle emozioni dallesecutore allascoltatore. Secondo tale modello

    lesecutore, partendo dallintenzione di comunicare una certa emozione, codifica,

    suonando, il proprio messaggio espressivo utilizzando una combinazione di svariati

    espressive cues (indici espressivi) che poi verrebbero utilizzati in modo speculare

    dallascoltatore per giudicare la tonalit emotiva espressa dal messaggio musicale

    (figura 2.); inoltre tali cues verrebbero impiegati in modo ridondante, cio usandone pi

    di quanti siano mediamente necessari alla comprensione, e probabilistico, ovvero,

    partendo dal presupposto che un cue possa venire utilizzato per diverse emozioni,

    usando quelle pi probabilmente associati allemozione. In sintesi, sostiene Juslin, la

    comunicazione implica molti indici espressivi in parte intercambiabili che gli ascoltatori

    combinano in modo flessibile per giungere ad un giudizio efficace sul tipo di emozione

    espressa (Juslin, 2001a, p. 428).

    21

  • Risultato Risultato

    Esecutore Esecutore Intenzioni espressive Intenzioni espressive

    Performance Performance Indici espressivi Indici espressivi

    Ascoltatore Ascoltatore Giudizio Giudizio

    Codifica Codifica Decodifica Decodifica

    Es.

    rabbia

    Es.

    rabbia

    Rabbia

    Tempo, Tempo, volume, volume, spettro, spettro, vibrato, vibrato,

    ecc. ecc.

    Validit ecologica Validit ecologica Validit funzionale Validit funzionale

    Corrispondenza

    dersi quale

    mo

    ono espresse attraverso la musica proprio

    igura 2. Il modello a lente della comunicazione emotiva durante lesecuzione musicale. F

    Una volta documentata lesistenza del codice vale la pena di chie

    possa esserne lorigine, e per quale motivo una particolare emozione/affetto verrebbe

    espressa da una particolare configurazione e non da unaltra.

    3.2 Ipotesi sullorigine del codice

    3.2.1 Isomorfismo tra musica e stati dani

    Per quale motivo determinate emozioni veng

    in un certo modo e non in un altro? Perch un musicista che vuol esprimere rabbia, ad

    esempio un chitarrista punk, suona in modo vigoroso, accelerato e dissonante, e

    lascoltatore percepisce questa rabbia? Forse perch, in qualche modo, ci aspettiamo che

    la rabbia si estrinsechi in un comportamento vigoroso, brusco, veloce, dinamico e

    disarmonico. Esempi analoghi si potrebbero fare anche per felicit, paura, e tristezza.

    Sembra quindi che vi sia una sorta di analogia, o riprendendo la gi citata Langer (v. par

    1), un isomorfismo tra la musica e gli stati psicofisiologici che caratterizzano le

    22 22

  • emozioni di base, ipotesi sostenuta, nellambito della Psicologia della Musica, anche dal

    cosiddetto filone cognitivista: la teoria cognitivista dellespressione emotiva nella

    musica sostiene che in un brano musicale esprime unemozione E se un ascoltatore

    adeguatamente disposto in grado di riconoscere corrispondenze tra un gesto musicale

    (in un particolare contesto musicale) e un comportamento sociale umano che la

    manifestazione esteriore di un particolare stato emotivo (London, 2001, p. 29).

    E interessante notare che la ricerca ha rilevato questo isomorfismo solo per

    3.2.2. Lespressione non verbale delle emozioni fondamentali

    a Darwin fino ai giorni

    quegli stati emotivi che generalmente vengono classificati tra le cosiddette emozioni

    fondamentali, mentre sarebbe pi complicato farne per altri tipi di stati emozionali

    secondari come la vergogna, la frustrazione o lorgoglio. Vale la pensa quindi

    accennare brevemente a qualche nozione su questo tipo di emozioni e sulla loro

    espressione.

    Nellambito dello studio scientifico delle emozioni, d

    nostri, ha preso corpo lidea che vi sia un numero limitato di stati della mente

    differenziati e ben definiti detti emozioni fondamentali (o emozioni di base),

    sviluppatisi nellontogenesi della nostra specie come pattern di attivazione specifici (si

    veda, ad esempio, Siegel, 1999): il numero esatto di questo emozioni varia a seconda di

    diversi autori, ma generalmente la lista composta da gioia, tristezza, paura, rabbia, a

    cui si aggiungono sorpresa e disgusto. Esiste invece un generale consenso nel ritenere

    che vi siano per quanto riguarda lespressione di queste emozioni di base (diversamente

    da quanto si ritiene per le cosiddette emozioni secondarie, come la vergogna, lorgoglio,

    ecc, la cui espressione e fortemente mediata da parametri sociali) delle componenti

    innate e universali nellespressione emotiva, componenti di natura non verbale: il

    23

  • repertorio delle risposte emozionali elaborato [] e contiene un gruppo di modalit di

    risposta qualitativamente diverse che appartengono alle capacit innate della specie.

    Queste varie modalit di risposta sono multicomponenziali, cio contengono

    componenti facciali, posturali, vocali e autonome... (Frijda, 1988).

    Queste considerazioni hanno portato diversi studiosi a ipotizzare che a monte del

    3.2.3 Alcune ipotesi sullorigine dellisomorfismo

    usica, Clynes stato il primo autore

    ltati incerti degli studi di Clynes per non hanno spinto i ricercatori ad

    codice espressivo musicale vi sia, per quanto riguarda le emozioni fondamentali, una

    fortissima influenza di fattori biologici e innati.

    Tornando allo studio delle emozioni nella m

    che in ambito scientifico ha tentato di rilevare un qualche tipo disomorfismo tra alcuni

    aspetti dinamici della musica e lespressione emotiva: egli ha spiegato tale analogia

    sostenendo lesistenza di pattern spaziotemporali biologicamente preprogrammati, detti

    essentic forms che sovraintendono alla comunicazione delle emozioni (Clynes &

    Walker, 1982). Lautore tent di dimostrare la propria teoria attraverso luso di uno

    strumento da lui creato, chiamato sentografo, ma le repliche degli studi che avrebbero

    dovuto dimostrare lesistenza di queste forme spaziotemporali hanno dato risultati

    controversi.

    I risu

    abbandonare il proposito di rintracciare degli schemi despressione innati a monte del

    codice espressivo musicale. Semplicemente stato ridimensionato il campo di ricerca,

    andando ad indagare una dimensione espressiva pi limitata ma che presenta molte

    caratteristiche in comune con la musica: il canale espressivo vocale non verbale. Lidea

    di fondo che la possibilit delle strutture musicali di esprimere contenuti emotivi

    24

  • collegata al fatto che una delle dimensioni espressive delle emozioni passa attraverso il

    medium sonoro, ossia la voce (Cano, 1998).

    Le ricerche sullespressione non verbale delle emozioni hanno dimostrato come

    il canale vocale sia largamente impiegato nellespressione non verbale delle emozioni, e

    come ogni emozione fondamentale sia caratterizzata da uno specifico profilo vocale.

    Nel momento in cui si verifica unemozione avvengono una serie di cambiamenti

    fisiologici e di movimenti involontari provocati dal Sistema Nervoso Autonomo (come,

    ad esempio il cambiamento della tensione dei muscoli che controllano la fonazione,

    lapertura delle fauci, la respirazione, movimenti involontari della bocca e della faccia)

    che determinano delle modificazioni delle qualit vocali che possono essere misurate

    attraverso lesame di svariati parametri acustici e sonori (analoghi a quelli utilizzati per

    analizzare gli stimoli musicali) come lintensit, il ritmo, il timbro, ecc (figura 3)

    (Cano, 1998; Anolli 2002; Balconi 2004). Questo tipo di profili sono utilizzati sia per le

    operazioni di codifica che per quelle di decodifica, in modo analogo a quanto abbiamo

    gi visto per lespressione tramite il canale musicale.

    deter NA:

    Cambiamenti

    fisiologici minati dal S

    modificazione tensione

    dei muscoli che

    controllano la fonazione,

    della respirazione, ecc

    Cambiamento deiparametri sonori: intonazione, intensit, ritmo delleloquio, ecc

    Emozione

    Figura 3 : lespressione vocale non verbale delle emozioni.

    Per quanto riguarda la fase di decodifica interessante notare come studi di

    carattere neuropsicologico abbiano rilevato in diversi pazienti cerebrolesi la presenza di

    alcune interessanti dissociazioni: a) tra il riconoscimento di emozioni nei volti e negli

    25

  • stimoli vocali: alcuni pazienti riconoscono il tono emotivo espresso dalla voce ma non

    dalla faccia e viceversa; b) tra la comprensione degli elementi acustici verbali non-

    emotivi e gli elementi acustici emotivi: alcuni pazienti riconoscono una frase

    pronunciata in modo interrogativo, ma non discriminano il tono emotivo e viceversa.

    Questi dati farebbero pensare allesistenza di una specifica via neurale specializzata per

    il riconoscimento delle emozioni attraverso il canale sonoro (per una rassegna, vedi

    Peretz, 2001).

    Il punto di vista pi completo e esplicativo sembra essere quello di Gabrielsson e

    Juslin (2002), che hanno sostenuto lipotesi secondo cui il codice musicale della

    comunicazione emotiva si creerebbe in base a due fattori in reciproca interazione,

    ovvero a) il gi citato codice vocale innato, b) e lapprendimento sociale. Per quanto

    riguarda il primo fattore Juslin ha sostenuto che: si pu ipotizzare che chi esegue un

    brano musicale comunichi emozioni agli ascoltatori usando lo stesso codice acustico

    usato nellespressione vocale delle emozioni. Il codice implementato da innati

    programmi cerebrali la cui funzione quella di dare il via e di organizzare lespressione

    emotiva. [] Il codice in parte riflette modificazioni fisiologiche nel corpo associate

    con specifiche reazioni emotive. (Juslin, 2001a, p. 427). Invece per quanto riguarda il

    secondo, gli autori ricordano che tutti siamo esposti a stimoli vocali e musicali fin dalla

    nascita; a sostegno di questo assunto citano alcuni studi condotti da Papousk (cit. in

    Gabrielsson e Juslin, 2002), il quale ha sostenuto limportanza della comunicazione che

    si struttura nella relazione primaria tra la madre e il bambino: quando le madri parlano

    ai loro bambini piccoli, ad esempio per calmarli, esse riducono la velocit e lintensit

    del parlato e parlano con toni discendenti.

    26

  • Un contributo per certi versi simile ai precedenti, ma che se ne discosta per il

    fatto di non utilizzare la teoria delle emozioni fondamentali, quello dello psicoanalista

    e studioso dellet evolutiva Daniel Stern. Lautore, che ha studiato a fondo la relazione

    primaria madre-bambino con metodi di microanalisi, ha sostenuto che, per riferirsi

    allesperienza affettiva non sufficiente riferirsi alle semplici emozioni fondamentali

    e alla combinazione di queste, ma che necessario prendere in considerazione un

    diverso tipo di dimensione affettiva, non ancora strutturata in emozioni distinte: sarebbe

    la dimensione dei cosiddetti vitality affects, descritti come quelle qualit dei

    sentimenti che non trovano posto nel nostro lessico o tassonomia degli effetti. Queste

    qualit elusive sono meglio comprese tramite termini dinamici e cinetici, come

    sorgente, che sfuma, fugace, esplosivo, crescendo, decrescendo, a raffica, e

    cos via. (Stern, 1985, p. 54). I vitalit affects sono intesi come rappresentazioni

    astratte dellesperienza affettiva, e comprendono qualit amodali come il tempo e

    lintensit. Lespressivit musicale potrebbe quindi trarre origine proprio

    dallestrinsecazione degli affetti vitali attraverso il canale musicale: nellesecuzione, a

    partire da una rappresentazione amodale, ad esempio laffetto vitale del crescendo, si

    attiverebbero dei particolari schemi di comportamento musicale che rispondo a

    determinati parametri dinamici, nel caso del crescendo si pu immaginare un aumento

    costante della velocit e dellintensit fino ad un culmine; nellascolto si farebbe sempre

    ricorso agli affetti vitali per classificare la qualit espressiva dello stimolo musicale

    attraverso la percezione delle caratteristiche dinamiche dello stimolo.

    27

  • Alcune considerazioni finali

    Fa parte del senso comune valutare il lavoro di un compositore o giudicare una

    performance musicale riferendosi alla sua espressivit: si sente dire, ad esempio, che

    un dato musicista mediamente pi espressivo di un altro, o che in grado di

    esprimere molto bene una certa emozione mentre ci non accade per una altra.

    Generalmente per, quando si chiede su che base vengano espressi questi giudizi,

    difficile trovare una spiegazione convincente che vada al di l del mero giudizio estetico

    soggettivo.

    I risultati dalla ricerca e le teorie esposte in questo testo possono fornire una

    chiave di lettura scientifica per interpretare il mistero dellespressivit musicale:

    abbiamo visto come, in fin dei conti, a monte dellespressivit di uno stimolo musicale

    vi sia labilit, da parte di chi esegue e compone musica, di utilizzare con efficacia

    diversi indici espressivi. Si pu quindi pensare che un musicista sia pi espressivo di un

    altro perch in grado di utilizzare pi parametri espressivi in modo da arricchire lo

    stimolo musicale di un maggiore salienza emotiva.

    Inoltre abbiamo visto come le particolari caratteristiche dei diversi profili

    espressivi musicali suggeriscano analogie talmente forti con le modalit espressive non

    verbali vocali e posturali che pi che plausibile ipotizzare una comune origine innata

    (nella nuova concezione del connessionismo). In fin dei conti, il segreto espressivo della

    musica sarebbe insito nella sua capacit di emulare stati corporei e esperienze affettive

    utilizzando un canale tutto suo, fatto di suoni organizzati secondo determinate propriet

    dinamiche, amodali e universali.

    Per concludere, lascer il lettore con una frase del filosofo George Santayana:

    La musica un mezzo per dare forma ai nostri sentimenti

    senza legarli agli eventi o agli oggetti del mondo.

    28

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    Universit degli Studi Milano-BicoccaFacolt di Psicologia, Corso di laurea in ScienzEsprimere le emozioni attraverso la musicaIl ruolo delle determinanti strutturali dello stiRelatore: Germano RossiRapisarda FilippoAnno Accademico 2003-2004SommarioABSTRACT3INTRODUZIONE41. IL RAPPORTO TRA MUSICA E EMOZIONI51.1 Il problema dellespressivit della musica: 1.2 alla Psicologia della Musica72. LO STUDIO SULLE DETERMINANTI STRUTTURALI DELLO STIMOLO MUSICALE92.1 Studi sullascolto102.1.1 Note storiche e metodologiche102.1.2 Rassegna di esperimenti112.2 Studi sullesecuzione142.2.1 Note storiche e metodologiche142.2.2 Rassegna di esperimenti153. LA COMUNICAZIONE EMOTIVA ATTRAVERSO LA MUSICA193.1 Un codice di comunicazione emotiva attraver3.2 Ipotesi sullorigine del codice223.2.1 Isomorfismo tra musica e stati danimo223.2.2. Lespressione non verbale delle emozioni f3.2.3 Alcune ipotesi sullorigine dellisomorfismALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI28RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI29Abstract

    Sia il senso comune che la ricerca scientifica inBoth the common sense and the scientific research indicate that music is a channel to express emotion, moods and feelings. In this article will be examined the literature about the emotional expression in music, trying to point out how different kinds oIntroduzione

    La musica parte integrante della mia vita: laE proprio da questa idea che nasce questo testo:Nel primo capitolo, dopo un veloce excursus su al1. Il rapporto tra musica e emozioni1.1 Il problema dellespressivit della musica:

    Nel pensiero Occidentale il rapporto tra musica eMeyer sintetizza le diverse posizioni assunte neiGi nellantica Grecia la musica veniva considerNel XIX secolo Hanslik \(ed. 1968\), un importAnche la filosofa Susanne Langer, che a pi ripr1.2 alla Psicologia della Musica

    Malgrado le emozioni vengano studiate scientificaInnanzitutto, seguendo le indicazioni di Sloboda London \(2001\), in una rassegna sulle diverseinnanzitutto vi sarebbero le reazioni emotive detun brano musicale pu suscitare emozioni nellasun altro modo tramite il quale la musica pu suslultima modalit riguarda pi da vicino gli aspInfine, importante ricordare che la percezioneCome gi accennato nellIntroduzione, in questo Poste queste precisazioni si pu passare dalla t2. Lo studio sulle determinanti strutturali dello stimolo musicale

    In questa sezione riporter gli studi pi signif2.1 Studi sullascolto2.1.1 Note storiche e metodologiche

    Fin dalla fine del secolo XIX arrivando ai giorniPresenter una selezione, il pi significativa e\(a\) la vera musica, ovvero diversi pezzi \(b\) la somministrazione ripetuta di una ste\(c\) infine una sorta di combinazione tra quIl metodo \(a\) possiede maggiore validit eco2.1.2 Rassegna di esperimenti

    Hevner \(1936\), in una serie di esperimenti pUtilizzando un paradigma simile Rigg \(1939\),Un contributo sicuramente interessante quello Juslin \(1997b\) ha utilizzato un disegno sperSi pu quindi affermare che la ricerca ha effica2.2 Studi sullesecuzione2.2.1 Note storiche e metodologiche

    Abbiamo visto come gli studi sullascolto abbianoE frequente, nellascolto quotidiano, constatareGli studi sullesecuzione differiscono da quelli Generalmente la metodologia consiste nel proporre2.2.2 Rassegna di esperimenti

    Per quanto riguarda gli studi sullesecuzione si Uno studio pionieristico pu essere considerato Gabrielsson e Juslin \(1996\), condussero due Lesperimento sopra citato stato ripetuto diveFigura 1.a: differenze nel peso attribuito a diveFigura 1.b: differenze nel peso attribuito a diverse dimensioni dello stimolo musicale da parte degli esecutori, per quanto riguarda la codifica, e da parte degli ascoltatori, per quanto riguarda la decodifica, della paura.Si pu quindi affermare in basi ai risultati esp3. La comunicazione emotiva attraverso la musica3.1 Un codice di comunicazione emotiva attraver

    Nella sezione precedente sono stati riportati i risultati di alcuni importanti studi che, anche se con metodi diversi, hanno trovato una serie di pattern di determinanti espressive correlate con specifici astati emotivi; Gabrielsson e Juslin (2002), inTabella 1. Elenco delle variabili strutturali correlate con le emozioni fondamentaliEmozione/affetto

    Variabili della struttura musicale correlate con Felicit, gioia, gaiezza.Tempo veloce con moderate variazioni. Modo maggioTristezza, malinconiaTempo lento, grandi variazioni. Modo minore. DissAttivit, energia, eccitazioneTempo veloce. Dissonanze. Volume alto con basse vTensioneDissonanze. Dinamiche forti. Melodia ascendente. Tranquillit, calma, delicatezza, paceTempo lento. Consonanze. Volume basso. Gamma tonaRabbiaTempo veloce. Modo minore. Dissonanze. Volume alto, lievi variazioni di volume. Toni alti, lievi variazioni di tono. Toni crescenti. Ritmo complesso. Articolazione staccata, legata, moderate variazioni. Molti armonici / timbro acuto. Brusco sviluppo delPauraTempo veloce con grandi variazioni. Dissonanze. Volume basso e moderato con grandi e rapide variazioni. Toni alti, ascendenti con lievi variazioni e grandi contrasti. Articolazione staccata con grandi variazioni. Grandi variazioni del timing. Vibrato irrTenerezza, amoreTempo lento o moderato. Volume basso, con poche vAd ogni emozione/affetto fondamentale corrisponderebbe una particolare configurazione di determinanti che vengono impiegati da compositori ed esecutori, coloro che generano il messaggio musicale, per esprimere determinate emozioni e dagli ascoltatori, iI contributi pi rilevanti sullesistenza del coFigura 2. Il modello a lente della comunicazionUna volta documentata lesistenza del codice vale3.2 Ipotesi sullorigine del codice3.2.1 Isomorfismo tra musica e stati danimo

    Per quale motivo determinate emozioni vengono espE interessante notare che la ricerca ha rilevato3.2.2. Lespressione non verbale delle emozioni f

    Nellambito dello studio scientifico delle emozioQueste considerazioni hanno portato diversi studiosi a ipotizzare che a monte del codice espressivo musicale vi sia, per quanto riguarda le emozioni fondamentali, una fortissima influenza di fattori biologici e innati.3.2.3 Alcune ipotesi sullorigine dellisomorfism

    Tornando allo studio delle emozioni nella musica,I risultati incerti degli studi di Clynes per nLe ricerche sullespressione non verbale delle emFigura 3 : lespressione vocale non verbale dellePer quanto riguarda la fase di decodifica inteIl punto di vista pi completo e esplicativo semUn contributo per certi versi simile ai precedentAlcune considerazioni finali

    Fa parte del senso comune valutare il lavoro di uI risultati dalla ricerca e le teorie esposte in Inoltre abbiamo visto come le particolari carattePer concludere, lascer il lettore con una fraseLa musica un mezzo per dare forma ai nostri ssenza legarli agli eventi o agli oggetti del mondRiferimenti Bibliografici

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