ffmagazine n° 16

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rivista italiana online

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FFMAGAZINEFFMAGAZINE

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Rivista di Pesca a Mosca

n°16

Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLI-

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Maggio - Giugno 2012

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Direttore ResponsabileBaroni Franco

Direttore EditorialeMondini Alberto

GraficiMondini AlbertoBagagli Daniele

CoordinatoreRedazionaleMagliocco Massimo

CollaboratoriCastellani LucaBorriero MorenoBailey Philip

Distribuzione WEBPubblicazioneBimestrale RegistrazionePresso il Tribunale diModena n° 1963 del09/07/2009 Rivista Gratuita -

Pubblicità Alberto MondiniTel. 3318626216

e-mai:[email protected]

Tutti i Diritti RiservatiFFMagazinewww.ffmagazine.com

L’alto coeso del VelinoGabriele Zingaro Simflyfestival

Ufficio stampa S.I.M.

EmergenteLuca Santoro

Ill Noce in Val di SoleMassimo Matteuzzi

Il BacchiglioneRoberto Furlan

Corso Istruttori PievepelagoMassimo Matteuzzi

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“Patente” di pesca….

So che questo è un argomento forse un po’ inflazionato ma a mio avvisoè sempre in voga. Cosa è oggi la licenza di pesca in Italia ? Nulla, nient’al-tro che una tassa, un conto corrente e nulla più. Se andiamo a vedere cosasignifica la parola licenza, capiremmo che essendo un “permesso” dovreb-be sottostare a delle regole, un pò come succede per la patente, fai uncorso di guida, studi, passi l’esame e poi se va bene puoi portare la mac-china. La licenza invece no, chi vuole praticare il nostro sport lo può fareentrando in un ufficio postale e pagare una tassa. Da quel momento è unpescatore magari senza sapere nulla di un fiume e dei suoi abitanti, E’ nor-male questo ? E’ giusto che chiunque senza nessuna regola possa eserci-tare un diritto solo per aver pagato una tassa ?So che in alcune regioni il rilascio della licenza è una cosa seria dove peraverla si deve passare un esame, ma per il grosso delle altre no. Uno deiproblemi è stato quello di dare tutto in mano alle provincie che hanno deci-so di fare quello che in quel momento sembrava migliore per loro. Ma ènormale che un fiume che fa da confine tra una provincia e un’altra unariva ha delle regole e un’altra delle altre ? Allucinante!!!! In Gran Bretagnala licenza è Nazionale, l’apertura della trota avviene nello stesso giorno echiude nello stesso giorno e sono quattro stati diversi !!!!Vi ricordate il vecchio libretto blu ? almeno c’erano scritte delle regole cheerano valide in tutta Italia. Se dipendesse da me tornerei alla gestione Nazionale con regole uguali intutta Italia e per andare a pescare si dovrebbero passare degli esami pres-so la guardia forestale locale che rilascerebbe “l’autorizzazione” di pescasenza se e senza ma. Vuoi essere pescatore ? Bene, iscriviti al corso gratuito tenuto dalla guar-dia forestale e studia!!!!

Ma visto che sono in vena, istituirei anche una licenza speciale per salmo-nidi…. Quanti di coloro che il giorno dell’apertura si accampano la seraprima con dei falò accesi e che per un paio di settimane affollano i nostrifiumi per poi scomparire la prenderebbero ?

Massimo Magliocco

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“Il Noce in Val di Sole”“Il Noce in Val di Sole”

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“Il Noce in Val di Sole”“Il Noce in Val di Sole”

Massimomo Matteuzzi

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La Val di Sole è una delle più belle mete del Tren-tino per chi è in cerca di emozioni forti legate alla montagna,

sport per tutti i gusti e una vacanza a contatto con la natura. LaValle è contornata da gruppi montuosi molto famosi, quali l’Or-tles-Cevedale a Nord, il Gruppo del Brenta a Sud e Adamello-Pre-sanella a Ovest. All’interno della Valle scorre il Torrente Noce,

oggetto di quest’articolo e meta di una “due giorni” piscato-ria in marzo, di cui rendo conto di seguito.

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A sinistra: Gianpiero in azioneSotto: il torrente Rabbies

Con montagne di questa imponenza tutt’attorno, il Noce godedi una portata d’acqua molto abbondante nei mesi estivi; i pescatori a

mosca che vogliono affrontare con successo queste acque devono tenere contodi quest’aspetto e tentare soprattutto nei mesi di Marzo-Aprile e in Settembre,quando lo scioglimento delle nevi si arresta. La conformazione è tipica di ungrosso torrente alpino, con grandi massi nel letto del fiume a creare spazi di vitaideali per le trote, alternati a piane con meno corrente. È una situazione idealeper la pesca a ninfa e streamer, ma in determinati momenti anche la secca puòdare grandi soddisfazioni. Personalmente amo molto questo fiume, ma mi rendoconto che risulti difficile per molti pescatori, che invece prediligono ambienti cherichiedono un minor tasso tecnico; la contropartita però è molto interessante,dato che tra gli affluenti Trentini dell’Adige, il Noce presenta la popolazione

di marmorate con taglie massime maggiori. Quest’anno, poco dopo

l ’aper-tura, è statocatturato unesemplare di oltre9 kg di peso, peruna misura vicinaai 90 cm: le photopubblicate sul sitodell’AssociazionePescatori Solandri ealtri siti, possonodare un’idea delladimensione incredi-bile di questo ani-male. Trote diqualche Kg di pesosono invece abba-stanza comuni evengono catturatespesso con eschenaturali, ancoraoggi le preferite daiValligiani. Il permesso dev’es-sere fatto presso gliesercizi convenzio-nati e richiede unostudio prelimi-n a r e

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Marmorata del Noce

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Alveo del fiume

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Sopra: portasassiSotto: vita subacquea

vista la quantità di zone a disposizione. I Guardiapesca sonoestremamente cortesi ma molto attenti a vigilare sul rispetto delle regole;

questa è una garanzia per tutti i pescatori che si approcciano a queste acque.Giovedì 15 Marzo. La nostra pescata inizia con un appuntamento a Dimaro, dove ci aspetta il miocollega Giampiero Bertolini, che si è offerto di accompagnarci sul fiume e farciprovare qualche interessante “spot”. Ci rechiamo in località Cavizzana e lasciamo l’auto presso l’incubatoio gestitodall’Associazione Pescatori Solandri. Il lavoro che viene svolto è ammirevole, lagestione è improntata alla più integrale salvaguardia della trota Marmorata, cheviene selezionata attraverso campionamenti rigorosi e ripetuti. Il risultato è chele marmorate del Noce presentano una rusticità incredibile, sono estremamentediffidenti e difficili da catturare. L’attenzione non è stata posta al cestino del pe-scatore bensì alla qualità del materiale immesso.In questa zona è stata di recente istituita una nuova Zona Trofeo che si aggiungead altri tratti con regolamento speciale. Il torrente è molto vario, con belle buchee grandi tane, sicuramente adatte alla crescita di esemplari ragguardevoli. La mia giornata comincia qui e opto per una pesca classica, a risalire, con ninfein tungsteno di misure e pesi differenti: le catture non sono numerosissime mala taglia media è molto buona e le trote sono tutte ben pinnate, eviden-

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Fario

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ziando delle belle caratteristiche morfologiche. Riesco a pren-dere begli esemplari, che danno il loro da fare, vista la portata d’acqua a

centro fiume.Ad un certo punto, dentro una corrente sostenuta e profonda attacco un pesceche si difende risalendo lentamente il fiume e facendo sfrizionare il mio mulinelloin varie occasioni. Purtroppo non avrò neanche la possibilità di vederlo, perchédopo 2 minuti circa decide di slamarsi lasciandomi con la delusione dipinta involto. Peccato, sarà per la prossima volta!In giornata catturo e fotografo delle belle Marmorate e Fario a ridosso dei 40 cm,divertenti e combattive quanto basta per mettere alla prova la mia 10’ in varieoccasioni e per rendere la giornata ben riuscita.L’ambiente è comunque appagante, al di là delle catture. Una cosa in particolarelascia impressionati: la quantità di portasassi presenti nel fiume, sia per dimen-sione sia per quantità. Alcuni sassi ne sono letteralmente ricoperti, creando deglieffetti spettacolari che provo a immortalare per ricordo.Giovedì 16 Marzo. Il giorno dopo decidiamo di fare sia il Noce che di provare il bellissimo Rab-

bies, un importante affluente che scende dal parco Nazionale dello

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Un’altra Fario

Stelvio, ricco di belle trote Fario.La giornata è più per le photo che per la pesca in sé, ma comunque ab-

biamo modo di divertirci con qualche cattura degna di nota. Rispetto al giornoprima la pescosità è diminuita, complice il meteo di alta pressione: in questigiorni la temperatura diurna è stata eccessiva e fuori dalla norma stagionale e ilivelli sono comunque troppo bassi per il periodo; le montagne circostanti nonhanno molta neve e la pioggia è stata scarsissima nei mesi precedenti.Detto questo, risalire la Val di Rabbi merita anche solo per gli scenari da carto-lina che si offrono al visitatore. Il torrente è il tipico ambiente alpino di larghezzacontenuta, con massi e correnti che scavano tane profonde. La presenza di osta-coli semi-sommersi come tronchi e rami, rende l’ambiente ideale per le trote.Portata e regime sono soggetti alle normali variazioni stagionali, ma il colore èsempre chiaro, il che rende il Rabbies una buona alternativa al Noce, in alcuniperiodi dell’anno.RIFLESSIONIIl Noce non è un fiume facile, la gestione attuale rifugge dalla logica “prontapesca”, le trote sono scaltre, diffidenti e molto selvatiche. Tutto ciò, a ben pen-sarci, è proprio il motivo per cui scegliere questa destinazione. Per fortuna l’am-biente è molto bello, in particolare le valli dei torrenti tributari sono dei gioiellida apprezzare al di là della pesca. Quindi mi sentirei di consigliare questo itine-rario a chi vuole gustare la pesca “al naturale”.Nel caso siate accompagnati da non pescatori la valle offre numerose attivitàalternative, adatte a tutti.

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Zona trofeo

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Incubatoio

ATTREZZATURALa pesca a ninfa è la prima scelta viste le caratteristiche dell’alveo del Noce; sel’acqua è molto chiara conviene scendere con i diametri, altrimenti meglio un tiprobusto, nel caso incorriate in una cattura di dimensioni generose. Come cannaconsiglio una 10’ per coda 3/4, per gestire al meglio ambienti vari. Per la secca anche una 7’,6’’ coda 3 può essere usata con soddisfazione al postodella classica scelta di una 9’, sempre valida in torrenti come questo.VITTO/ALLOGGIOIn zona Dimaro ci sono molte Pensioni e Ristoranti; noi siamo stati presso il BarAffittacamere Jolly, ambiente semplice ma accogliente, vicinissimo al fiume econ la possibilità di fare i permessi della Riserva.Vi consiglio di provare anche la Grappa prodotta dalla “casa”, rende gioviali le se-rate in compagnia, anche se i pesci tendono a lievitare nei racconti via via chesi alza il gomito.Massimo Matteuzzi è Istruttore FFM, vive a Bologna. Per contatti: www.flyfishingmasters.it

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AKTIV HOTEL

in collaborazione con

FLYFISHINGMASTERS SCUOLA DI PESCA A MOSCA

organizza nei mesi di Luglio e

Settembre corsi di lancio con

attrezzature leggere,

pesanti e con canne a due mani.

Corsi di pesca a mosca, secca, ninfa

e costruzione artificiali.

Per info: [email protected]

Tel 0043-6645307670

0043-6643951805

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Il BacchiglioneIl Bacchiglione

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Il BacchiglioneIl Bacchiglione

Roberto Furlan

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La provincia di Vicenza, a mio parere, è il simbolo di una gestione lungi-mirante del suo patrimonio ittico. Tutti conoscono la realtà del fiume Brenta,ma ci sono altri itinerari altrettanto entusiasmanti, come per esempio le acquein concessione alla P.A.B.A.T.Questa associazione gestisce oltre 100 Km di corsi d’ acqua come il Bacchi-glione, l’Astichello e il Tesina, ma non sono da sottovalutare la miriade di pic-cole risorgive dove sono ancora presenti pesci come lo Spinarello e la Cobite,che, anche se non interessanti per il flyfishing, sono sinonimo di acque di altopregio.Quando Francesco mi chiama per una pescatina insieme in queste zone, ionon posso esimermi dal mancare all’appuntamento perché so che con lui midiverto sempre, come quella volta in Irlanda, ma questa è un’altra avventura

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A questo punto vi chiederete chi è Francesco. Francesco Nassiè stato allievo del famoso Stanislao Kuckiewicz negli anni 70 e da trent’anni

fa parte della Polizia provinciale settore caccia e pesca e da qualche anno è di-ventato responsabile per tutta la provincia, ed è grazie a lui e a persone comelui che Vicenza è secondo me il territorio italiano con il più alto numero di NOKILL, volti non solo alla protezione di trote e temoli, ma anche di lucci, carpe,persici reali, pesci che trovano in queste acque sempre fresche luoghi ideali pervivere e riprodursi.Ma parliamo di pesca.Il tratto di Bacchiglione che Francesco mi voleva far vedere va dal ponte di Vi-varo al ponte di Cresole.Così in compagnia di un altro Francesco, che la combriccola FFM conosce bene,ci siamo recati all’appuntamento con Nassi che ci ha accompagnati sul luogo dipesca. Appena superato l’argine ci è apparso il fiume, che, anche se con livellimolto bassi, faceva bella mostra di sé con le sue correntine e le sue piane, dovenon passavano inosservate alcune bollate. Come sempre al cospetto di tali in-confondibili segnali, mi sale la “scimmia” e devo urgentemente portarla in acqua.I due Francesco ed io iniziamo a pescare con il classico approccio light che è do-veroso in acque piatte. Io come sempre monto come prima mosca la mia “cia-pona”e inanelliamo così un elevato numero di trote sia fario che iridee di discretedimensioni e sporadici cavedani. Purtroppo non siamo riusciti a catturare dei te-moli che Nassi dice di essere presenti in buona quantità con taglie che sfioranoi 50 cm. In compenso ad ogni fine piana, dove la corrente ritorna a ridere, in-teri branchi di barbi iniziavano i preparativi per la frega. Se avessi avuto con meuna canna più lunga due giri a ninfa li avrei fatti più che volentieri, il barbo è unpesce che mi piace molto, perché non è mai domo finché non entra nel guadino. Le mosche che hanno funzionato meglio oltre alla “ciapona” sono state dellesedge in pelo di cervo e quella che Nassi chiamava “il bruco”su amo del 14 lan-ciate con canne 7e6 coda 3. Questo tratto di fiume non è particolarmente diffi-coltoso, basta essere in grado realizzare dei lanci curvi e un avvicinamento

cauto ed il gioco è fatto.

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Non voglio tediarvi con descrizioni di ogni singola cattura, per-ché vi assicuro ce ne sono state tantissime, ma solo fare cadere la vostra

attenzione sul fatto che a volte dietro l’ angolo o quasi ci sono posti di pescapoco conosciuti, ma che possono regalare alcune ore di puro divertimento, spe-cie se condivise con gli amici Ho inserito due foto anche se non di ottima qualità delle mosche utilizzate,manca solo la “ciapona” che vi farò vedere in futuro.Per pescare in Bacchiglione o in qualunque altra acqua di questo comprensoriovi mando al sito www.pabat.it .Qui troverete tutto, viabilità, permessi e mappemolto dettagliate. Come per altre zone del vicentino i permessi giornalieri sonorilasciati dal 1 Maggio. Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna di accedervia fine marzo grazie a Nassi, che facendo parte del direttivo dalla P.A.B.A.T. miha fornito i permessi di pesca riservati agli ospiti.

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EmergenteEmergenteLuca Santoro

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Amo daichii 1270 del 16Filo 8/0 iron grayCode MarabouAddome dubbing sintetico e di coniglioRib tinsel oroSacca alare due piume di cdcTorace dubbing di lepre argentina

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edizioninuma.com

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“Corsi FFM a Pievepelago”59° Corso di Perfezionamento – 8° Corso

Istruttori FFM

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Massimo Matteuzzi

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Dimostrazione

Dal 28 Aprile al 02 Maggio 2012, la FFM ha organizzato il con-sueto Corso Annuale Istruttori, quest’anno arrivato alla 8° Edizione. In con-

temporanea, come da tradizione, è stato affiancato il Corso di Perfezionamentogiunto ormai alla 59° Edizione. Il tempo non è stato clemente, avendo piovuto per 3 giorni su 4, ma le attivitàdelle Scuola si sono svolte con grande efficacia, grazie alle ottime strutture a di-sposizione ed al Torrente Scoltenna, raggiungibile a piedi dai campi sportivi di al-lenamento. L’eccellente mix di strutture indoor (palestre comunali) e outdoor,l’albergo organizzato con spazi a disposizione per la discussione e gli esami,l’ospitalità Emiliana condita con cene eccellenti, spiega bene perché la Scuolaabbia qui la sua Sede Nazionale.

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Quest’anno la FFM ha accolto tra le sue fila 3 nuovi AspirantiIstruttori che provengono da varie parti d’Italia: Francesco Gastaldi, di Pa-

dova, Lorenzo Ferrari di Firenze e Claudio Anselmo di Genova. Tre giorni e mezzo molto intensi che hanno permesso a tutti di provare nuovesoluzioni di lancio, migliorare la tecnica individuale e provare con assiduità i lancifondamentali del proprio bagaglio tecnico.All’interno del programma è stato dato ampio spazio alla dimostrazione sia suprato sia in acqua, alla componente teorica, con i commenti delle numerose ri-prese Video e Photo effettuate ed infine allo scambio di opinioni tra i parteci-panti, sempre molto utili per aumentare la consapevolezza delle dinamiche dellancio tecnico.

Spiegazione

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Loop

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Alla fine di questa lunga 3 giorni e ½ la consegna dei Brevettie Attestati di Partecipazione ha sancito la chiusura dei lavori e ha ritratto

la soddisfazione nel volto di tutti.Arrivederci al prossimo anno a Pievepelago!

PIEVEPELAGO (2.276 ab./781 mt. S.l.m.)Pievepelago è posto sulle rive del torrente Scoltenna, nell'angolo dell'Appen-nino Modenese che confina con la Toscana, nei pressi del Monte Giovo (1991 m)e del Monte Rondinaio (1964 m). Tra i monti circostanti si trovano alcuni laghi,tra cui il Lago Santo (1501 m s.l.m.), di origine glaciale, il lago Baccio, il Lago Tur-chino, il Lago Piatto e il Lago Nero. Il territorio si presenta ricco di boschi di ca-stagni, faggi e conifere, percorsi da numerosi sentieri. È un centro di primariaimportanza per gli sport estivi, con un’ampia dotazione impiantistica per calcio,tennis e vari altri sport, con una bella piscina e impianti coperti. E’ sede di unodei principali centri federali tennis giovanile FIT ed ospita vari corsi giovanili

di calcio e altri sport.

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Prove di lancio

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PIEVEPELAGO I.A.T. (Ufficio Infor-mazioni e Accoglienza Turistica)

PIAZZA V. VENETO, 16 - 41027PIEVEPELAGO (MO)Tel.: (+) 39-053671322 FAX: 053672025Torrente Scoltenna (33 km)Lo Scoltenna è un grosso torrente dell'Emilia-Roma-gna, principale ramo sorgentizio del fiume Panaro.Nasce a sua volta dall'unione di svariati torrenti mi-nori, tra i quali il più lungo è il Rio delle Tagliole (10km), che sgorga sullo spartiacque appenninico dal ver-sante nord del Monte Rondinaio, scendendo a valle indirezione nord-est dopo aver ricevuto gli emissari delLago Santo modenese e del Lago Baccio, fino in loca-lità Ponte Modino, alla periferia sud di Pievepelago.Zone di Pescall Torrente Scoltenna ed affluenti è uno dei più bei tor-renti dell’Appennino Settentrionale. Ricco di una popo-lazione di Trote Fario di buona rusticità, presentaalcuni tratti a gestione “No Kill”. Per esercitare lapesca bisogna essere muniti di Licenza di Pesca, Tes-serino Regionale (Segnacatture) valido per l’Emilia/Romagna e di permesso giornaliero per la zona“No KIll”. I permessi sono prenotabili presso:•Pasticceria ``La dolce vita``, Via Roma 98, Pievepe-lago tel. 053672060.•Bar Ristorante ``la Tavernetta`` in via statale a Rio-lunato (Mo) tel. 053675085 (chiuso il mercoledì).Il rilascio delle autorizzazioni avviene nei limiti dellacapienza massima giornaliera. Vitto/AlloggioAlbergo Ristorante "Bucaneve", Via Giardini Sud 3141027 - Pievepelago (MO)Telefono: + 39 0536 71383 - WEB: http://www.alber-gobucaneve.com/L'albergo Bucaneve è situato a 1 km dal centro di Pie-vepelago lungo la statale del Brennero a 6 km dagliimpianti di risalita di Sant'Anna Pelago e 9 km da quellidell'Abetone e del CimoneMassimo Matteuzzi è Istruttore FFM, vive a Bologna.

Per contatti:http://ffmmassimomatteuzzi.wordpress.com/

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Photo di fine corso

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L'alto corso del Velino

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L'alto corso del Velino

Gabriele Zingarowww.pamgea.com

www.gabrielezingaro.it

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La sabinia è tra lezone europee con mag-

giore densità di acqua in rap-porto all'estensioneterritoriale; all'interno dellaprovincia di Rieti sono bennote ai pescatori le quattrozone No Kill di pesca a moscaistituite dall'amministrazione.Tuttavia il fiume Velino a risa-lire dall'abitato di Canetra èaperto a tutte le tecniche dipesca essendo un fiume,come si suol dire, "libero" espesso può regalare emozioniinaspettate e catture di tuttorispetto considerata la portatatorrentizia del corso d'acqua.

Leggi tutto

Cattura a ninfa

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Fario del Velino

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Acque cristalline

Il fiume Velino nasce dal monte Pozzoni a (1903 mt) e dopocirca 90 km si getta nel Nera grazie alla spettacolare Cascata delle Mar-

more, create a seguito di ripetuti interventi in epoca romana. Il tratto che ciinteressa è la parte compresa tra le Gole del Velino e Canetra, paese non moltodistante dal tratto No Kill di Vasche, nella provincia di Rieti; qui il fiume ha unletto ghiaioso e non particolarmente largo, che consente l'uso di canne corte ecode leggere. La stagione di pesca rispetta un bioritmo ben preciso, a secondadella quantità di acqua che il fiume ha nel corso delle stagioni e (volendo essereschematici) i mesi che vanno da marzo a maggio, quelli primaverili per inten-derci, sono i più proficui, in quanto lo scioglimento delle nevi e le piogge garan-tiscono una portata tale da mettere in attività le trote tutta la giornata; nei mesiestivi, invece, meglio concentrarsi nel classico coup de soir, che può renderepossibili interessanti catture in dry fly.Ecdyonurus, Isoperla e Baetis sono gli insetti maggiormente presenti du-

rante gli sfarfallamenti, mentre i terrestrial con l'arrivo dei primi

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Una Fario oversize di Canet

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caldi, iniziano ad affacciarsi sulle sponde, rendendo possibilicatture con grilli ed imenotteri lanciati e fatti pattinare in prossimità della

vegetazione. Ovviamente la taglia media delle catture non è così elevata, maspesso si tratta di trote immesse da avannotti o addirittura autoctone, ben ri-conoscibili dallo sviluppo accentuato delle pinne e dai colori assolutamente mi-metici col fondale. Tutto ciò rende la pesca a volte anche abbastanza complessadurante la schiusa, trattandosi di trote che sanno perfettamente ciò di cui sistanno cibando, aggiungendo quel pizzico di tecnica e malizia necessarie chea fine giornata renderanno l'angler soddisfatto pur non avendo (molto proba-bilmente) catturato la trota della vita.E' difficile generalizzare una tecnica valida per tutto il corso del Velino di cuistiamo parlando, in quanto molte sono le situazioni che si possono trovare, daposti aperti e senza ostacoli, a punti in cui si fa fatica a stendere la coda ob-bligandoci ai roller; il fiume in alcuni punti può avere 25 cm di acqua ed in altri1 metro e mezzo, rendendo in questo caso più restie le trote a salire in super-ficie in assenza di schiuse. In linea generale il sistema che ad inizio stagionerende di più è la pesca in dropper, ovvero una secca ed una ninfa collegata conun bracciolo sul gambo della prima. Per eseguire correttamente questa pesca,spesso micidiale, meglio non utilizzare attrezzi eccessivamente corti e ricorreread una canna 8' (o anche 8,6') nei tratti più aperti, agevolano il controllo delledue imitazioni, da effettuare a canna alta e pescando upstream. Altro sistemaabbastanza valido, soprattutto in acque basse, è la pesca con la sommersa;tecnica sempre più in disuso, forse anche per le difficoltà che comporta

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Profilo basso di avvicinamento

saper eseguire correttamente l'azione, ma può essere un vero jolly, da poter sfoderare in particolari momenti della giornata.Le imitazioni migliori per la pesca in dropper, come dry fly, sono una Klinkhamer o una Royal Wulff dalle generose dimensioni e ben visibili, per la stagione inoltrata,

mentre una bella March Brown (meglio se Parachute) nei primi mesi è una garanzia di successo. Le ninfe migliori sono tutte quelle con la testina non eccessivamentepesante, così da non compromettere la galleggiabilità della montatura; una piccola Copper John, o le classiche Pheasant Tail o Hare's Ear, in tutte le loro varianti, sannosvolgere egregiamente il loro lavoro. Molto utili sono anche la DaGa Special e la Gab Opt White Spot (presentate in qualche articolo fa), soprattutto per la pesca in caccia nei punti in cui la corrente crea dei raschi di acqua cristallina, non particolarmente profondi.I coup estivi a volte possono essere davvero divertenti, ma anche impegnativi, in quanto le trote spesso sono in attività nei punti strategici della corrente, e sanno benissimo, come detto in precedenza, cosa stanno cercando. Di solito le mosche con le quali si hanno maggiori catture, sono delle parachute di colore yellow (o sulphurorange) di misura calante col passare dei mesi, partendo dal #14 in giugno, per finire al #18 in Settembre. Meglio avere con se comunque varie imitazioni dello stessoinsetto, così da non rimanere delusi da continui rifiuti che spesso possono portare la trota a smettere completamente di bollare.Non ho menzionato in alcun modo le sedge, ma non è un caso. Pochissime volte capita di assistere a sfarfallamenti di tricotteri in questo tratto di Velino, al punto

che l'uso delle imitazioni di questa specie diventa occasionale; personalmente uso una Elk Hair Caddis solo come mosca da caccia, durante il pomeriggio e

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Cattura con Royal Wulff

saper eseguire correttamente l'azione, ma può essere un vero jolly, da poter sfoderare in particolari momenti della giornata.Le imitazioni migliori per la pesca in dropper, come dry fly, sono una Klinkhamer o una Royal Wulff dalle generose dimensioni e ben visibili, per la stagione inoltrata,

mentre una bella March Brown (meglio se Parachute) nei primi mesi è una garanzia di successo. Le ninfe migliori sono tutte quelle con la testina non eccessivamentepesante, così da non compromettere la galleggiabilità della montatura; una piccola Copper John, o le classiche Pheasant Tail o Hare's Ear, in tutte le loro varianti, sannosvolgere egregiamente il loro lavoro. Molto utili sono anche la DaGa Special e la Gab Opt White Spot (presentate in qualche articolo fa), soprattutto per la pesca in cac-cia nei punti in cui la corrente crea dei raschi di acqua cristallina, non particolarmente profondi.I coup estivi a volte possono essere davvero divertenti, ma anche impegnativi, in quanto le trote spesso sono in attività nei punti strategici della corrente, e sanno be-nissimo, come detto in precedenza, cosa stanno cercando. Di solito le mosche con le quali si hanno maggiori catture, sono delle parachute di colore yellow (o sulphurorange) di misura calante col passare dei mesi, partendo dal #14 in giugno, per finire al #18 in Settembre. Meglio avere con se comunque varie imitazioni dello stessoinsetto, così da non rimanere delusi da continui rifiuti che spesso possono portare la trota a smettere completamente di bollare.Non ho menzionato in alcun modo le sedge, ma non è un caso. Pochissime volte capita di assistere a sfarfallamenti di tricotteri in questo tratto di Velino, al punto

che l'uso delle imitazioni di questa specie diventa occasionale; personalmente uso una Elk Hair Caddis solo come mosca da caccia, durante il pomeriggio e

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Cattura con prtridge orang

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solo nei punti in cui la vegetazione ripa-ria può offrire alle sedge un luogo di "riposo". Credo

che la quasi assenza di caddis adulte sia riconducibile pro-prio al fatto che il tratto in questione, per lunghi tratti èquasi totalmente privo di alberi, non offrendo un adeguatohabitat per i tricotteri che tanto amano stazionare sulle fo-glie al riparo durante il giorno. Notizie Utili ed Informazioni TuristichePrima di partire per il Velino Alto è bene informarsi sullostato dei livelli del fiume; può capitare infatti che in annatesecche, caratterizzate da poca pioggia (come quella attuale,ndr) la parte a monte di Borgo Velino sia di fatto imprati-cabile per la pochezza d’acqua. Per poter esercitare la pescanella provincia di Rieti è necessario munirsi del tesserinosegna catture, reperibile in loco alla provincia (previo bol-lettino postale) o nei pochi negozi che hanno la possibilitàdi averli. Da due anni infatti le istituzioni hanno attuato unsistema diverso per il rilascio dei suddetti tesserini, ovverola necessità del pagamento anticipato degli stessi da partedei rivenditori, per evitare situazioni truffaldine verificatesiin passato. Per contro tutto ciò ha portato ad una effettivadifficoltà da parte dei non residenti di trovare disponibilesubito qualche permesso a causa della reticenza dei ne-gozianti (che prima dovevano pagare solo a fine

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Raschio a Borgo Velino

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Altra cattura a ninfa

anno quelliemessi), senza dover atten-

dere dei giorni prima di averlo. Ilcosto è di € 20,00 all’anno per inon residenti e € 10,00 a coloroche abitano nella provincia di Rieti;importante capire che si tratta diun permesso diverso da quello NoKill che sono soliti fare i pescatori amosca, che peraltro ha un costo edelle modalità di rilascio analoghi. Per gli amanti del turismo nellazona è possibile usufruire delle ce-leberrime “Terme di Cotilia” (CastelSant’Angelo) dove concedersi unpo’ di relax e benessere, aspet-tando magari il momento propizioper cercare le magnifiche fario delVelino; in delle caratteristiche trat-torie a fine giornata sarà infinepossibile trovare il giusto ristorodalle fatiche del giorno. Chiunque volesse maggiori infor-mazioni, o necessiti di una guidaper il tratto in questione, non esitia contattarmi tramite uno dei

miei siti web.

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Costruttori

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Pesca a mosca, centinaia di appassionati da tutto il mondosi sono ritrovati a Castel di Sangro per il nono S.I.M. Fly Festi-valPremiati un costruttore di esche statunitense e uno romagnolo.Saranno devoluti 800 euro alle popolazioni colpite dal terre-moto in Emilia Romagna.Oltre 300 persone, tra costruttori di esche (fly tier), pescatoriabituali, apprendisti pescatori e semplici curiosi si sono ritro-vate a Castel di Sangro nel fine settimana del 23 e del 24 giu-gno 2012 per il nono S.I.M. Fly Festival, organizzatodall’associazione “Scuola italiana di pesca a mosca” nel 25esimoanniversario della sua fondazione.Diciotto artisti hanno inoltre partecipato alla dodicesima rasse-gna internazionale d’arte contemporanea a cura di Lino Alvianie patrocinata dalla Presidenza del Consiglio regionale abruz-zese “L’arte della pesca… la pesca nell’arte”. I loro lavori, in-sieme alle opere realizzate in estemporanea il 24 giugno da 12di loro, potranno essere visitati fino al 22 luglio (10-13 e 17-20,tranne il lunedì) nel chiostro del convento della Maddalena, cheoltre al museo civico Aufidenate ospita dal 2000 il Museo in-ternazionale della pesca a mosca “Stanislao Kuckiewicz”, unicoin Italia. La manifestazione si è conclusa con una piccola lotteria bene-fica, e quindi con la raccolta di 800 euro che confluiranno inuna delle principali iniziative nazionali a sostegno delle popola-zioni terremotate dell’Emilia.Due giornate a stretto contatto con natura, arte e prodotti delterritorio, minicorsi di apprendimento di lancio, laboratori di co-struzione di mosche e di canne in bamboo hanno reso l’Abruzzoscenario di un evento internazionale, che ha goduto della par-tecipazione di decine di appassionati provenienti anche dal-l’estero, come l’Australia, la Svizzera, la Gran Bretagna, gli StatiUniti e la Spagna, grazie all’intervento degli istruttori S.I.M.,G.A.I.A. (Game Angling Instructors Association), e dei costrut-tori I.B.R.A. (Italian Bamboo Rodmakers Association). Un pa-norama internazionale confermato dal gemellaggio suggellatoil 23 giugno tra il museo “Stanislao Kuckiewicz” di Castel di San-gro e il Catskill Fly Fishing Center and Museum (CFFCM) di Li-vingston Manor, NY.Molto toccante è stato il momento di consegna del secondoPremio internazionale “Claudio D’Angelo Award 2012”, istituitoper ricordare il socio fondatore ed istruttore S.I.M. scomparso

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Da sin: Cavatorti Caruso Negozi Galizia

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Pesca

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Legambiente Marche Leonello Negozi e il direttore delmuseo “Kuckiewicz” Giorgio Cavatorti. Il progetto nazionaleconsiste nella creazione di un network di servizi, in un iti-nerario ideale che sia in grado di guidare e assistere gli ap-passionati di pesca a mosca per generare un nuovo indottoeconomico e allo stesso tempo preservare il patrimonio na-turale. Il fiume Sangro e quindi Castel di Sangro si inseriscecosì in un circuito nazionale di partenza che conta anche ilfiume Sele con l’Ars Sele (Contursi Terme, Sa); il fiume Te-vere con la Tail Water Tevere a San Sepolcro (Ar); il fiumeNera con Cerreto di Spoleto (Pg); e il Fiume Volturno a Collial Volturno (Is). A questo scopo è stata sollecitata la colla-borazione dell’amministrazione comunale, rappresentatadal vicesindaco Angelo Caruso, e dell’associazione sportivadilettantistica “Sangro”, che oggi gestisce un tratto del fiume.

Ufficio stampa S.I.M Fly Festival: Cristina Mosca – Modiv snc – [email protected] – 328/9379969

Lancio

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prematuramente nel gennaio 2011. Le due sculture del maestro AlbertoCoppini, amico di Claudio e pescatore a mosca, sono state assegnate al flytier statunitense Ted Patlen e al romagnolo Ezio Celeschi per aver contri-buito, per i loro studi in materia, alla diffusione dell’arte della costruzionecon passione ed innovazione, interpretando l’amore per l’ambiente acqua-tico e per la natura che lo circonda.Il programma complesso di iniziative di sensibilizzazione e di divulgazionedi questa disciplina sportiva ha permesso a costruttori di esche e pescatoridi tutte le età e di tutti i Paesi di ritrovarsi, confrontarsi e condividere la loroattività preferita nel pieno rispetto della natura. La pesca a moscaè infatti uno sport che agisce secondo i principi di tutela della bio-diversità: i pesci vengono catturati e rilasciati, secondo la regoladel Catch & Release (o No Kill), e non feriti, in quanto pescati conun amo privo di ardiglione. Questi valori saranno portati avantianche nel progetto di turismo ecosostenibile “Le strade dellapesca a mosca”, presentato domenica 24 giugno da Osvaldo Ga-lizia, presidente dell’associazione S.I.M., insieme al direttore di

Gruppo Artisti estemporanea

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