Federazione nazionale per le tecnologie biomediche ... · biomediche, diagnostiche, apparecchiature...

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Federazione nazionale per le tecnologie biomediche, diagnostiche, apparecchiature medicali, dispositivi medici borderline, servizi e telemedicina CARTELLA STAMPA

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◗ CHI SIAMO PAG. 2

◗ MISSION PAG. 2

◗ DATI ECONOMICI E DI MERCATO PAG. 3

◗ TEMI SALIENTI PAG. 4

◗ LA STRUTTURA PAG. 7

INDICE

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CHI SIAMO

Assobiomedica è la Federazione di Confindustria che rappresenta le imprese che forniscono alle strutture sanitarie italiane (pubbliche e private) dispositivi medici. Si tratta di una categoria amplissima che comprende migliaia di pro-dotti: dai reagenti chimici per le analisi di sangue e relative apparecchiature alla cardiochirurgia, dalle protesi impiantabili agli apparecchi elettromedi-cali, dagli strumenti operatori alle attrezzature di sale chirurgiche e unità di terapia intensiva. Sono cinque i settori a cui afferiscono le aziende ade-renti ad Assobiomedica: biomedicale (strumenti chirurgici, protesi vascolari, defibrillatori, siringhe, medicazioni, protesi ortopediche, valvole cardiache, bisturi, cateteri); diagnostica in vitro (reagenti e strumenti per analisi su cam-pioni biologici); elettromedicali (diagnostica per immagini e a ultrasuoni, strumenti di elettromedicina, soluzioni e tecnologie di healthcare-IT); servizi e telemedicina (servizi di ingegneria clinica, informatica medica e assistenza medica integrata); dispositivi medici borderline (cosmetici, erboristici, inte-gratori alimentari, apparecchiature estetiche).

MISSION

Assobiomedica, rappresentando la gran parte delle aziende del proprio set-tore di riferimento, si pone come interlocutore delle istituzioni pubbliche e private che operano nella Sanità. Promuove il valore sociale ed economico dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo tecnologico, contribuendo alla valorizzazione del Servizio sanitario nazionale. I dispositivi medici da sempre giocano un ruolo fondamentale nel migliorare la qualità e le aspet-tative di vita delle persone. Le tecnologie mediche, infatti, sono in continua evoluzione e contribuiscono in maniera determinante alla tutela della salute del cittadino, fornendo strumenti all’avanguardia per la prevenzione, la cura e la riabilitazione. Anche per questo motivo è importante che i dispositivi medici siano considerati un settore strategico per il Paese.

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DATI ECONOMICI E MERCATO*

Le imprese del settore occupano oltre 52mila addetti per un fatturato Italia pari a 16,8 miliardi di euro rispetto a un fatturato domestico di 8,6 miliardi di euro. Le aziende biomedicali sono parte integrante della filiera italiana della salute e si collocano al quarto posto tra i primi dodici settori di beni e servizi. La spesa in dispositivi medici a carico del SSN è di 6,3 miliardi di euro, pari al 5,7% della spesa sanitaria pubblica complessiva e al 19,1% della spesa sanitaria pubblica in beni e servizi. È una spesa che grava per la massima parte sugli ospedali, ma rappresenta pur sempre una percentuale minima, che se per assurdo fosse tagliata anche della metà, produrrebbe co-munque un risparmio esiguo, ma un danno enorme alle prestazioni sanitarie.Le imprese di dispositivi medici, puntando sull’innovazione tecnologica, inve-stono molto in ricerca e sviluppo: nel 2010 l’investimento è stato pari a 520 milioni di euro (rappresentati dall’8% del fatturato Italia dei produttori e dal 2,7% di quello delle multinazionali). Nella graduatoria dei maggiori investi-tori privati in R&S l’industria della salute risulta in quarta posizione, ma se si considera il rapporto tra spesa per R&S e produzione, quello dell’industria della salute è il più elevato in assoluto. Per ogni 1000 euro di produzione essa spende in ricerca quasi 25 euro, contro i 6 euro della media dell’indu-stria manifatturiera.

FOCUS: DATI ECONOMICI IN SINTESI*

*Dati 2011, Centro Studi Assobiomedica

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Investimenti in R&S l’8% del fatturato Italia dei produttori. In Italia è presente il distretto biomedicale di Mirandola, il più grande in Europa, il 2° al mondo con un fatturato di oltre 832 milioni di euro

oltre 52mila dipendenti

fatturato Italia di 16,8 miliardi di euro

mercato interno pari a 8,6 mld di euro, di cui 6,3 a domanda pubblica (73%)

settore dei dispositivimedici incide del 5,7% sulla spesa sanitaria pubblica complessiva

90% delle imprese sono PMI con un fatturato che non supera i 10 milioni, solo l’8,2% sono multinazionali

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TEMI SALIENTI

Il comparto dei dispositivi medici è, tra i vari settori industriali presenti nel nostro Paese, quello con le maggiori possibilità di sviluppo nei prossimi anni. Ciò perché la tutela e la cura della salute rappresentano un bene fondamen-tale e costituzionale a cui il cittadino non deve rinunciare. In quest’ottica l’Italia può rappresentare un’eccellenza sia per il livello mediamente elevato di preparazione della classe medica, che per la presenza di un tessuto im-prenditoriale e industriale dinamico, oltre a un bacino di giovani ricercatori e di start-up che possono garantire lo sviluppo futuro dell’innovazione. Se l’industria dei dispositivi medici è in buona salute genera benessere economi-co: le aziende in attivo pagano le tasse, assumono personale che a sua volta contribuisce allo sviluppo dell’economia; insomma produce Pil.

Ruolo sociale del settoreAssobiomedica vuole porsi al centro del rinnovamento tecnologico e cultura-le del Servizio sanitario nazionale: l’industria biomedicale e diagnostica ha un ruolo fondamentale nel migliorare la qualità e le aspettative di vita delle persone. Un traguardo da ottenere innanzitutto con la prevenzione, che rap-presenta il nuovo fronte su cui combattere le principali malattie.

SSN efficiente senza tagli lineari La realizzazione di un efficiente Ssn passa attraverso un’accelerazione del progresso tecnologico del settore, che non può quindi essere compresso da logiche di tagli lineari e che guardino al prezzo come unico fattore di valu-tazione per la scelta. La spesa in dispositivi medici, tra l’altro, incide circa il 6% sulla spesa sanitaria e la spesa sanitaria complessiva incide solo del 7,1% sul Pil, cifra nettamente inferiore rispetto a Germania, Francia e Regno Unito. I tagli lineari degli ultimi anni non sono assolutamente compatibili con il mantenimento di una qualità delle forniture di dispositivi medici a livello europeo. Assobiomedica sta collaborando con le istituzioni per una raziona-lizzazione dei criteri di acquisto che elimini sprechi e inefficienze, ma questo obiettivo sarà impossibile da perseguire se si insisterà con misure fatte solo di tagli, nel dispregio del sacrosanto diritto dei cittadini a una Sanità di qua-lità. La mancanza di una politica sanitaria sostenibile obbliga da una parte le Amministrazioni ad acquistare sempre più prodotti a prezzi bassissimi, assolutamente insostenibili per le imprese che forniscono dispositivi di buona qualità; dall’altra i cittadini rischiano di essere curati con dispositivi mediocri, provenienti da paesi favoriti dal basso costo del lavoro e dagli insufficienti controlli di qualità, con un’alta probabilità che col tempo si vada a creare un doppio mercato: uno privato, con prodotti innovativi e un altro pubblico con dispositivi medici economici e scadenti.

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Osservatorio degli acquisti e prezzi di riferimento L’inefficacia delle soluzioni trovate con i prezzi di riferimento e la rinegozia-zione dei contratti, introdotti con il Governo Monti, è stata riconosciuta anche dal Tar del Lazio che ha sospeso i prezzi di riferimento dei dispositivi medici predisposti dall’Osservatorio dell’Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici (AVCP) e quindi la rinegoziazione dei contratti in essere previsto dalla spen-ding review 2. Il problema delle differenze di prezzo dei dispositivi medici si sarebbe risolto in modo strutturale se si fosse introdotto un Osservatorio degli acquisti. Assobiomedica da tempo sottolinea quanto sia fondamentale che nel confronto tra prodotti vengano tenuti in considerazione tutti i fattori che concorrono a comporre una fornitura di gara alle Asl: le quantità vendute, le eventuali richieste di urgenza, l’assistenza tecnica, l’evoluzione tecnologica del prodotto e le specifiche caratteristiche di prodotti apparentemente simili, ma con gradi diversi di prestazione, e sono solo alcuni esempi. Non bisogna poi sottovalutare che la comparazione va fatta tra prodotti e forniture simili: all’interno della stessa tecnologia le differenze di prezzo possono essere notevoli. Una tac che consente una definizione più approfondita delle imma-gini o una minore emissione di radiazioni non costa certo quanto una meno evoluta.

Spending review e manovreLe manovre 2012-2014 sottendono misure che nel complesso mettono a ri-schio le fondamenta del Servizio sanitario nazionale. Si tratta di un definan-ziamento statale pari a 14.320 milioni di euro nel triennio 2012-2014, di cui 8.520 milioni solo nel 2014. In particolare, il Centro studi di Assobiomedica ha stimato che la manovra possa avere un impatto sulla spesa pubblica in dispositivi medici del -33% nel biennio 2013-2014, quando il nostro Paese risulta già sottofinanziato rispetto ai principali Paesi europei.

Ritardi nei pagamenti È necessario risolvere il problema cronico dei ritardi nei pagamenti che stan-no uccidendo un settore che investe in ricerca e sviluppo e potrebbe contri-buire alla crescita del Paese. Il decreto legge n.35/2013 non risolverà di fatto il problema considerando che dei 40 miliardi di debito del SSN, stimati dalla Corte dei Conti, ne verranno sbloccati solo 14, che verranno ripartiti proporzionalmente tra i fornitori del SSN. Assobiomedica ha stimato che dei 5 miliardi di crediti vantati dalle imprese di dispositivi medici, nella migliore delle ipotesi ne verranno saldati solo un terzo a fine 2015, ovvero 1,7 miliar-di di euro. Ciò significherebbe che il restante 70% del debito del SSN non verrebbe estinto nel prossimo triennio con conseguenze catastrofiche per le imprese, soprattutto le PMI. Questo ammesso che vi sarà un’effettiva eroga-

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zione dei primi 5 miliardi nel 2013 e dei successivi 9 miliardi nel 2014 e che queste somme riducano il debito verso le imprese del settore dei dispositivi medici in misura proporzionale rispetto al totale.Secondo i dati elaborati mensilmente dal Centro Studi di Assobiomedica i ri-tardi nei pagamenti solo per le imprese associate sono in media di 278 gior-ni con uno scoperto di 5 miliardi di euro (dati aggiornati ad Aprile 2013). Dopo che i tagli lineari hanno messo in seria difficoltà il sistema salute e il settore dei dispositivi medici, non è possibile che non si siano ancora trovate soluzioni immediate per dare ossigeno alle imprese e che il Governo ab-bia dovuto emanare un decreto apposito sui tempi di pagamento dopo che l’Italia ha recepito ben due direttive a riguardo. Tra l’altro in regioni come Campania, Calabria, Lazio, Abruzzo e Molise, che hanno raggiunto ritardi record nei pagamenti, viene reiterata da quattro anni la norma che stabilisce il blocco dei pignoramenti perché commissariate, oltre ad essere escluse, insieme alle altre Regioni sotto piano di rientro, dai flussi di cassa messi a disposizione dal Governo per il dl n.35/2013.

HTA e gestione della SanitàAssobiomedica è convinta che la via da percorrere per utilizzare al meglio le risorse a disposizione in Sanità sia quella di una seria valutazione clinico-economica delle tecnologie mediche, utilizzando la metodologia, già adot-tata in altri paesi, dell’HTA (Health Technology Assessment). L’innovazione tecnologica è un aspetto di fondamentale importanza all’interno del Ssn, eppure troppo spesso vengono riservati scarsi incentivi per la ricerca e un limitato impiego di risorse. Sarebbe fondamentale definire linee guida na-zionali di programmazione sanitaria che tengano in considerazione gli stru-menti di valutazione dell’HTA: le singole regioni dovrebbero porsi l’obiettivo di cogliere le possibili sinergie e opportunità di collaborazione con le altre realtà regionali. Assobiomedica da tempo sostiene con fermezza la necessità di un coordinamento nazionale di HTA, in mancanza del quale si verificano sprechi e una grande disuguaglianza territoriale nell’accesso alle prestazioni da parte dei pazienti e nei percorsi clinici.

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LE SEDI

Roma - Viale Pasteur, 10Milano - Via Marostica, 1

CONTATTI

Comunicazione: Nives Murgia 366.6319538 [email protected] Stampa: Sara Robibaro 393.9976490 [email protected]

LA STRUTTURA

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Sede Legale: Viale Pasteur, 10 - 00144 Roma - Tel. 06.5903962 - C.F. 97123730158 Uffici di Milano: Via Marostica, 1 - 20146 Milano - Tel. 02.34531165