Fdc08bis agosto2013

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PAGINA 04 Dallo scontro nessuna prospettiva per la Siria PAGINA 15 Ordinazione presbiteriale di fra Jihad e Ordinazione diaconale di fra Samhar PAGINA 17 Betlemme: prossimo restauro del tetto della Basilica della Natività PAGINA 20 Ordinazione presbiterale di fra Sergey PAGINA 23 L’Egitto scrive ancora una volta la propria storia Frati della Corda F d C 08 bis AGOSTO | 2013 Notiziario della Custodia di Terra Santa

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Page 1: Fdc08bis agosto2013

PAGINA 04Dallo scontro nessuna

prospettiva per la Siria

PAGINA 15Ordinazione presbiteriale di fra Jihad e Ordinazione

diaconale di fra Samhar

PAGINA 17Betlemme: prossimo

restauro del tetto della Basilica della Natività

PAGINA 20Ordinazione presbiterale

di fra Sergey

PAGINA 23L’Egitto scrive ancora una

volta la propria storia

Frati della CordaFdC 08bisAGOSTO | 2013

Notiziario della Custodia di Terra Santa

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IndIce

Frati della CordaNotiziario della Custodia di Terra Santa

SAnTA SedeLa convivenza unica via per l’egitto 03

dallo scontro nessuna prospettiva per la Siria 04

cURIA GeneRALIZIA «Ti considero collaboratrice di dio stesso e colei 05 che rialza le membra cadenti del suo corpo ineffabile»

PATRIARcATO LATInOFesta della Beata Mariam: 09 “ella incoraggia tutti suoi fratelli orientali”

cURIA cUSTOdIALeAppello per la Siria 10

Agenda del custode 11

The challenges Facing Arab christians 12

Fra Sergio Galdi, attuale Segretario di Terra Santa 13

cOMUnIcAZIOnI SeGReTeRIA 13

SOReLLA MORTefra Franciszek (edmund) SULKOWSKI 14

ReGIOne SAn PAOLOcROnAcA SAcRA 15

cROnAcA deLLA cUSTOdIALa festa dell’Assunzione a Gerusalemme 16

Betlemme: prossimo restauro del tetto della Basilica della natività 17

esercizi Spirituali Romitaggio 19

Ordinazione presbiterale fra Sergey Loktionov 20

La Verna: Prima professione novizi 21

Montefalco: Vestizione postulanti 22

VARIeL’egitto scrive ancora una volta la propria storia 23

In egitto i fondamentalisti alzano il tiro contro la chiesa 28

Breve storia del Vicariato dell’Opera di San Giacomo 29 per i cattolici di lingua ebraica in Israele

Il Tesoro del Santo Sepolcro a Versailles, 30 «una meravigliosa avventura»

Un mese a Gerusalemme, aiutando le famiglie cristiane: 31 “Un’esperienza unica”

Kaytana a sud di Tel Aviv 2013 32

Una bomba Molotov lanciata contro il monastero 33 di Beit Jemal in Israele

dalla GMG per testimoniare 34

da Leone XIII a Papa Francesco 35 A proposito di solidarietà

FRATeRnITAS 36

FRATI deLLA cORdAnotiziario della custodia di Terra Santaedizione n. 08bis Agosto 2013

CONTATTISegreteria custodia di Terra SantaSt. Francis 1 Jerusalem - POBOX: 186 - [email protected]

STAMPAFranciscan Printing [email protected]

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Santa Sede

La convivenza unica via per l’egitto L’APPELLO DEL PONTEfICE rILANCIATO DAL PrEfETTO DELLA CONGrEGAzIONE PEr LE ChIESE OrIENTALI

La Congregazione per le Chiese Orientali «segue con viva preoccupazione la terribile situazione dell’E-

gitto, condividendo la preghiera del Santo Padre Fran-cesco per le vittime e quanti continuano a soffrire le pesanti conseguenze degli sviluppi sanguinosi del perdurante conflitto in seno alla società egiziana». Lo afferma il cardinale Leonardo Sandri, prefetto del di-castero, in una dichiarazione rilasciata al nostro gior-nale questa mattina, mercoledì 21 agosto. «In unione con il Papa» il porporato auspica per il Paese l’avvio e il consolidamento di «quel dialogo e quella riconci-liazione che portino al ripristino della pace civile, alla ripresa della vita sociale, alla ricostruzione delle aree tanto colpite dagli eventi».

Nell’esprimere «vicinanza fraterna» al patriarca copto ortodosso Tawadros ii e alla sua comunità, il cardina-le rivolge «un particolare pensiero» ai copti cattolici, guidati dal patriarca Ibrahim Sidrak, con il suo prede-cessore, il cardinale Antonios Naguib, e ai vescovi, ai sacerdoti e ai fedeli di tutte le Chiese orientali cattoli-che e di quella latina presenti in Egitto: «Il Signore — dice — li sostenga nella prova tanto dura per tutta la nazione, confortando quanti soffrono nel corpo e nello spirito, specialmente gli innocenti, e accogliendo nella

sua pace le numerose vittime. Le loro lacrime sono le lacrime di tutte le Chiese orientali sparse nel mondo».Il porporato invita soprattutto a mantenere viva la spe-ranza che «l’Egitto possa sperimentare una feconda primavera di umanità e di libertà, specialmente reli-giosa, vivendo nella giustizia e nella solidarietà, grazie al responsabile contributo di tutti i suoi abitanti». Da qui l’appello affinché «siano salvaguardate la dignità dei singoli e delle comunità, che lo arricchiscono in un intreccio ammirevole di religione, cultura e storia, e la vicendevole comprensione tra cristiani e musulma-ni. Che tutti gli egiziani, indistintamente, siano aiutati dalla comunità internazionale a trovare le strade della convivenza pacifica. A ciascuno siano garantite sereni-tà, educazione, salute, abitazione e quanto necessario a una vita umana degna di tale nome».Riprendendo l’esortazione di Papa Francesco, «il qua-le prega e soffre per l’Egitto», il cardinale Sandri si unisce alla sua «supplica fiduciosa per l’amata terra egiziana», affidando «l’Egitto e tutti i suoi abitanti alla santa Famiglia, che fu esule in quella terra, considerata lungo i secoli benedetta e santa proprio per l’ospitalità ricevuta dal Redentore».

(©L’Osservatore Romano 22 agosto 2013)

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Santa Sede

non è la logica dello scontro ma “la capacità di in-contro e di dialogo” che può offrire “prospettive

di speranza” per risolvere la drammatica crisi siriana. Profondamente scosso dall’escalation di violenza e di atrocità nel Paese, Papa Francesco ha lanciato un nuo-vo appello di pace al termine dell’Angelus di domeni-ca 25 agosto, in piazza San Pietro. In precedenza ave-va ricordato ai fedeli che la “porta stretta” di Gesù non è mai chiusa ai peccatori “bisognosi del suo perdono” e “del suo amore”.

Con grande sofferenza e preoccupazione continuo a seguire la situazione in Siria. L’aumento della violenza in una guerra tra fratelli, con il moltiplicarsi di stragi e atti atroci, che tutti abbiamo potuto vedere anche nelle terribili immagini di questi giorni, mi spinge ancora una volta a levare alta la voce perché si fermi il rumore delle armi. Non è lo scontro che offre prospettive di speranza per risolvere i problemi, ma è la capacità di incontro e di dialogo.

Dal profondo del mio cuore, vorrei manifestare la mia vicinanza con la preghiera e la solidarietà a tutte le vittime di questo conflitto, a tutti coloro che soffrono, specialmente i bambini, e invitare a tenere sempre ac-

cesa la speranza di pace. Faccio appello alla Comuni-tà Internazionale perché si mostri più sensibile verso questa tragica situazione e metta tutto il suo impegno per aiutare la amata Nazione siriana a trovare una so-luzione ad una guerra che semina distruzione e mor-te. Tutti insieme, preghiamo, tutti insieme preghiamo la Madonna, Regina della Pace: Maria, Regina della Pace, prega per noi. Tutti: Maria, Regina della Pace, prega per noi.

(©L’Osservatore Romano 26-27 agosto 2013)

dallo scontro nessuna prospettiva per la Siria PAPA frANCESCO SI APPELLA ALLA COMuNITà INTErNAzIONALE PErChé SI TrOvI SOLuzIONE AL CONfLITTO ChE CONTINuA A CAuSArE ATrOCITà E MOrTE

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Curia Generalizia

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Carissime Sorelle, desidero aprire questa mia pri-ma lettera, in occasione della festa della madre san-ta Chiara, con l’esprimervi la mia sincera e profonda gratitudine per la vostra vita donata al Signore e la gioia di condividere con voi la vocazione evangelica che Francesco e Chiara accolsero da Dio. Pertanto fac-cio mie, con umiltà e fiducia, le parole che Francesco scrisse per Chiara e le sue Sorelle di S. Damiano: «Poiché, per divina ispirazione, vi siete fatte figlie e an-celle dell’altissimo sommo Re, il Padre celeste, e vi siete sposate allo Spirito Santo, scegliendo di vivere secon-do la perfezione del santo Vangelo, voglio e prometto di avere sempre di voi come dei miei frati, per mezzo mio e per mezzo loro, cura diligente e sollecitudine speciale» (Fvit).

In questo Anno della Fede, Sorelle carissime, vor-rei condividere con voi alcune riflessioni che, a partire dall’esperienza cristiana di Chiara, ci possano aiutare a vivere la nostra vita di fede nel contesto attuale segnato da grandi cambiamenti, conflitti, povertà. Ascoltare, capire e farsi carico di questa società e di questa storia che si muovono in modo tanto veloce – e discernere con intelligenza spirituale ciò che è irrinunciabile e ciò che, proprio in fedeltà allo Spirito, è da ripensare –, co-stituiscono per noi una sfida che non possiamo disat-tendere. Ne va del senso stesso della nostra esistenza di Frati Minori e Sorelle Povere.

Come rimanere indifferenti di fronte alla violenza e all’odio che alimentano le guerre, alle tante pover-tà, allo sfruttamento del creato, alla crisi economica che rischia di farci perdere di vista che l’uomo è più importante del denaro e degli affari, ai tanti giovani privati del futuro e spesso anche della speranza, alle tante persone ridotte in schiavitù a cui è stata rubata la dignità? La nostra vita di credenti è interpellata da tut-to questo. Che risposte può dare la vita contemplativa a tutto ciò? Esiste una parola esistenziale che la vostra vita evangelica e clariana può dire all’uomo e alle don-ne di oggi? Solo un ritorno a Dio potrà aiutare l’uomo a spezzare le catene di morte che lo imprigionano. Solo uno stare dentro la storia, in profondità, ponendoci in ascolto del grido degli uomini per rispondere loro con la Parola del santo Vangelo eviterà che la nostra vita si estranei dalla compagnia degli uomini, rinnegan-

do così l’Incarnazione del Figlio di Dio che si è fatto uomo, affinché l’uomo ritorni a Dio riappropriandosi dell’immagine e somiglianza di Lui che porta in sé.

Credo che Chiara e Francesco, quindi, ci inse-gnino la prospettiva da cui partire; il principio verso cui dirigere lo sguardo, Dio: l’«altissimu, onnipotente, bon Signore (Cant 1), l’«alto e glorioso Dio» (PCr 1), l’«onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Iddio» (Lora 11) che «è creatore, redentore, consolatore e sal-vatore nostro» (Pater 1), il «Donatore, il Padre delle misericordie» (TestsC 2), l’«altissimo Padre celeste» (TestsC 24) dal quale «scaturisce ogni bene sommo e ogni dono perfetto» (2LAg 3). Non possiamo non ri-partire con lo sguardo e la vita rivolti al Signore!

Gesù, nel Vangelo che proclameremo nell’Eucari-stia della festa di santa Chiara, ci richiama proprio a questa priorità fondamentale, che è lo stare, il dimora-re in Lui: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,4-5). Dimorare, rimanere, stare sono verbi che si devono ben declinare con la fede vissuta e non solo pensata, una fede viva che può essere una risposta pro-fondamente e potentemente evangelica alla violenza e al dolore: non si tratta affatto di passività, bensì di una chiara e ferma decisione di immergere le radici in pro-fondità, perché siano unite saldamente alla «sora no-stra matre Terra» (Cant 20) e «all’onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio» (LOrd 50), e ci permet-tano di attraversare l’esperienza umana con mitezza, pazienza e speranza. Oggi più che mai abbiamo biso-gno di atteggiamenti che siano il frutto di radici solide, come quelle di Gesù: radicato nel Padre, sempre rivol-to a Lui, mai separato da Lui. È quello che ci insegna Chiara con l’esortazione scritta ad Agnese di Boemia: «Poni la tua mente nello specchio dell’eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuo-re nella figura della divina sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione, nell’immagine della sua divinità» (3LAg 12-13). Questo dimorare della mente, dell’anima e del cuore richiede un atteggiamento pro-lungato e continuo, un atteggiamento vitale non epi-

«Ti considero collaboratrice di Dio stesso e colei che

rialza le membra cadenti del suo corpo ineffabile» (3LAg 8)

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sodico, poiché l’esperienza credente di Chiara è fatta di una contemplazione trasformante, di una sequela che cambia la vita, di un Vangelo che libera e salva.

Credo che in questo atteggiamento credente si possa trovare un modo di essere che vada contro ogni violenza; si possa individuare uno stile di vita che ci porti a cercare e attendere ciò per cui siamo stati creati, che ci ponga davanti la missione di essere custodi del-la vita, di averne rispetto in ogni sua forma, di pren-derci cura dei fratelli e delle sorelle accompagnando i loro passi sui sentieri della vera vita. Attendere, ac-compagnare, curare, con un profondo senso di fidu-cia e di affidamento a Colui cui tutto appartiene e di cui siamo in qualche modo collaboratori: «per usare propriamente le parole dell’Apostolo, ti considero col-laboratrice di Dio stesso e colei che rialza le membra cadenti del suo corpo ineffabile» (3LAg 8). In questo cammino di fede e di collaborazione con Dio Chiara ci esorta a collocare continuamente i nostri occhi su Gesù, lo “specchio” nel quale scrutare e ritrovare noi stessi: «nel mezzo dello specchio poi considera l’umiltà santa, la beata povertà, le fatiche e le pene senza numero che egli sostenne per la redenzione del genere umano. Alla fine dello stesso specchio con-templa l’ineffabile carità, per la quale volle patire sull’albero della croce e su di esso morire della morte più vergo-gnosa» (4LAg 22-23). Per quell’Uomo descritto nello “specchio”, umile, po-vero e amante fino a dare la propria vita per noi sulla croce, il male è stato sconfitto. Con la sua vita donata per amore, Gesù ha spiazzato e confuso il male, apren-do a tutti la porta della salvezza mediante la fede in Lui. Dallo sguardo prolungato sull’Uomo dello “spec-chio” impariamo una risposta nuova: la pazienza, la mitezza, l’umiltà che dicono di no ad ogni forma di violenza. Questa divide la coscienza dell’uomo e la sua relazione con gli altri e con Dio stesso. Mentre la vo-stra vita unificata, carissime Sorelle, fatta di silenzio e di Parola, può essere segno di un’armonia recuperata che riconduce il caos della violenza al cosmos di Dio.

Il Signore, l’altissimo e onnipotente, si lascia tro-vare da chi lo cerca, si pone a nostro livello, si umi-lia diventando uomo. Anzi Dio scende ancora più in basso, perché desidera il nostro amore, vuole la nostra risposta. È Lui che ci cerca e ci ama per primo (cf. 1Gv 4,19). Questo è il nostro Dio, il Dio di Gesù Cristo. Dio si è fatto uno di noi, si è abbassato, fino a lavare i no-stri piedi. Dio, il Padre, ha preso dimora presso di noi attraverso il suo Figlio Gesù, che ha voluto assumere la forma del servo (cf. Fil 2,7). Gesù in croce prende su di sé il male degli uomini e in cambio dona la sua Madre all’umanità (cf. Gv 19,27), restituisce il nome di amico al suo traditore (cf. Gv 21,15-17), giustifica i colpevoli

(cf. Lc 23,34), promette il Regno al malfattore (cf. Lc 23,43), dà a noi il senso ultimo della vita dentro una relazione col Padre che rimane oltre la morte ed apre alla risurrezione (cf. Lc 23,43).

Di questa salvezza che il Signore ci ha donato gratuitamente dobbiamo fare concreta esperienza: non possiamo dare per scontati la ricerca di Dio, il desiderio di Lui e l’accoglienza del suo amore salvifi-co! Il primo dono della risurrezione di Cristo è la pace che Lui stesso dona ai suoi discepoli (cf. Lc 24,36; Gv 20,19). Il mondo di oggi ha bisogno di questa pace. Noi siamo chiamati a viverla e a custodirla prima di tutto in noi stessi e poi nelle nostre comunità, implo-randola dal Signore, per poi donarla a quanti giungono a noi chiedendoci il dono dell’ascolto, della preghiera e di un aiuto anche materiale. Come potremmo essere collaboratori di Dio nel sostenere le membra vacillanti del suo corpo (cf. 3LAg 8), se noi per primi non fa-cessimo esperienza della risurrezione e della pace di Cristo nella nostra vita personale e comunitaria?

A voi, Sorelle carissime, nel contesto storico in cui viviamo, è chiesto di vivere una maternità tutta speciale: accogliere nel vostro grem-bo «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono»; queste, infatti, «sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le

angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genui-namente umano che non trovi eco nel loro cuore» (GS 1). Accogliere e generare vita nuova attraverso un’a-micizia sincera, un’accoglienza generosa, una parola solida, una preghiera vera, un silenzio che custodisce. E ciò vi sarà possibile nella misura in cui farete spazio al Signore nella vostra vita, affidando a Lui la vostra anima, perché possa dimorare in essa. Ascoltiamo le profonde parole di Chiara: «ecco, è ormai chiaro che per la grazia di Dio la più degna tra le creature, l’ani-ma dell’uomo fedele, è più grande del cielo, poiché i cieli con tutte le altre creature non possono contenere il Creatore, mentre la sola anima fedele è sua dimora e sede, e ciò soltanto grazie alla carità di cui gli empi sono privi, come afferma la Verità stessa: Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò, e verremo a lui e faremo dimora presso di lui. Come dunque la gloriosa Vergine delle ver-gini lo portò materialmente, così anche tu, seguendo le sue orme, spe-cialmente quelle di umil-tà e povertà, senza alcun dubbio lo puoi sempre portare spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale, contenendo colui dal quale

Accogliere nel vostro grembo «le gioie e le

speranze, le tristezze e le angosce degli uomini

d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono»

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tu e tutte le cose sono contenute, possedendo ciò che si possiede più saldamente rispetto agli altri possessi transitori di questo mondo» (3LAg 21-26). Piace a Dio rendere infinitamente grande ciò che non è neppure visibile agli occhi del corpo, e così fa dell’anima fedele il luogo della sua presenza, un ponte, uno spazio di comunione, di riavvicinamento, di riconciliazione. E fa di voi, in forza dello Spirito, ancora oggi, il grembo dove si incontrano e stanno insieme umanità e divi-nità (come in Maria nella quale Dio si fa carne), dove Dio e l’uomo dimorano e vivono riconciliati. Il vostro compito è quello di stare tra l’Uno e l’altro, di apparte-nere all’Uno e all’altro, e di tenere insieme, come sem-plici e trasparenti mediatrici, Dio e l’umanità amata, portando gli uomini a Lui e Lui a loro.

Quale grande amore di Dio per voi, Sorelle ca-rissime, da essere a tal punto coinvolte nel suo esiste-re e rese capaci di portare in voi la sua vita! Questo non può che spalancare il vostro cuore alla gioia e alla speranza! Chiara ha vissuto tutta la sua esistenza con questa consapevolezza e certezza, e, prossima alla morte, ci ha lasciato la sua bella ed intensa professione di fede in Dio Padre: «la vergine santissima rivolta a se stessa in silenzio parla alla sua anima: “Va’ sicura – dice – perché hai una buona guida nel viaggio. Va’, per-ché Colui ti ha creata ti ha santificata; e, custodendoti sempre come la madre il figlio, ti ha amato di tenero amore. Tu – dice –, o Signore, sii benedetto, che mi ha creata”» (LegsC 29). Il dono che possiamo chiedere al Signore in questo Anno della Fede è di riconoscer-ci come Chiara dentro questo grande abbraccio della Trinità (cf. Proc 3,75; 14,32), il grande grembo che cu-stodisce ogni vita, e che la riempie di sé, e arrivare alla conclusione dei nostri giorni terreni riconoscendo che la nostra storia è stata santificata, custodita e amata dal Signore.

Alla fine di questa mia lettera, carissime Sorelle, desidero ritornare al punto da cui siamo partiti: la no-stra fede nel Dio di Gesù Cristo vissuta in un contesto segnato dalla povertà e dalla violenza. Riconosciamo e proclamiamo a tutti che Dio è innocente, che lui è il Dio della vita, dell’amore e della speranza. Ricordiamo all’uomo le sue responsabilità e facciamo la nostra parte per costruire un mondo migliore: con una vita

centrata sulla Risurrezione del Signore, caratterizzata dalla sobrietà e dall’essenzialità, dall’uso semplice e moderato delle cose, da relazioni vere fondate su una carità senza finzioni (cf. Rm 12,9), da gesti concreti di solidarietà, di condivisione e di servizio, da qual-che parola in meno e da più silenzio. Una vita umile che preferisca l’essere al fare, il vero all’apparire, l’at-teso all’immediato, la contemplazione all’efficienza, il silenzio e il raccoglimento alla dispersione, la miseri-cordia al puntare il dito. Viviamo «come pellegrini e forestieri in questo mondo» (Rb 6,2; RsC 8,2), senza appropriarci e trattenere nulla per noi (cf. LOrd 29). Sia la nostra vita a parlare: non siamo migliori degli altri, ma il Signore ci ha chiamati a seguirlo per es-sere come Lui. Il Signore vi ha poste come «specchio ed esempio a quanti vivono nel mondo» (TestsC 20): non abbagliate il loro cammino, ma illuminatelo e so-stenetelo con l’esempio di una vita totalmente abban-donata in Lui, affidata alla sua grazia e misericordia. Siate sorelle-madri, custodi e amanti della vita, ricer-catrici instancabili, attente, delicate, acute e rispettose della tracce di vita presenti in ogni cosa. La fede nel Signore apre alla novità della vita e degli eventi: cam-bia il modo di accogliere l’esistenza, le relazioni con le sorelle ed i fratelli, le situazioni della storia con le sue sfide e i suoi drammi. Quando rimettiamo Dio al cen-tro ci accorgiamo che nessuno può rubarci la speranza e che ci attendono giorni luminosi nella misura in cui anche noi oggi facciamo la nostra parte per generarli. Giorni di vita per noi e per l’umanità.

Sorelle carissime, vi affido alla madre santa Chiara, «immagine della Madre di Dio» (LegsC prolo-go), affinché possiate vivere con la sua stessa passione e radicalità la «perfezione del santo Vangelo» (Fvit 1) ed essere continuamente grate al Padre delle miseri-cordie per il dono della vostra vocazione (cf. TestsC 2). Come segno e impegno della reciproca cura e solleci-tudine (cf. Fvit 2), affido alla vostra preghiera il mio servizio di «ministro generale e servo di tutta la fra-ternità» (Rb 8,1), così come l’affido anche tutti i Frati Minori con i quali condividete il “sogno” di Chiara e fi Francesco, certi che la nostra comune vocazione evan-gelica è dono di un solo e medesimo Spirito (cf. 2Cel 204), dono del Signore Risorto. Auguri!

Roma, 15 luglio 2013Festa di san Bonaventura, Dottore della Chiesa

Fr. Michael Anthony Perry, ofmMinistro generale OFM

www.ofm.orgSanta Chiara d’Assisi - Kamonyi (Rwanda)Prot. 104067

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Patriarcato Latino

Festa della Beata Mariam: “ella incoraggia tutti suoi fratelli orientali”BETLEMME, 26 AGOSTO 2013

Il 26 agosto è stata celebrata la Festa della Beata Ma-riam al carmelo di Betlemme. La messa era presie-

duta dal Patriarca Latino di Gerusalemme, S.B. Mons. Fouad Twal, accompagnato da tre altri vescovi: Mons. Kamal Bathish, Vicario Generale Emerito del Patriar-cato Latino, Mons. Charles Vandame S.J., Arcive-scovo Emerito di N’Djamena (Chad) e Mons. Louis Pelâtre, Vicario apostolico di Istambul, assunzionista. Una ventina di sacerdoti ha concelebrato. Il messaggio della “piccola araba” beatificata nel 1983 (commemo-rata liturgicamente il 26 agosto) è un segno di forte in-coraggiamento per gli abitanti del Medio Oriente, nel contesto estremamente teso in merito alla questione siriana.

Mariam Baouardy nacque in un villaggio della Galilea nel 1846. Ella partecipò alla fondazione del carmelo di Betlemme. Come ha ricordato Sua Beatitudine nella sua omelia, i numerosi fenomeni “mistici” che ornano la sua vita non devono nascondere l’essenziale: la sua umiltà, una grandissima carità fraterna ed una totale abbandono di sé nelle mani dello Spirito Santo.

Numerosi fedeli si sono riuniti affollando la chiesa. Tra le personalità locali figuravano il Ministro del Turismo dell’Autorità Palestinese, Rola Ma’aia, ed anche il sin-daco di Betlemme Vera Baboun. Era anche presente P. William Marie Merchat della diocesi di Nîmes. Egli

è vissuto in Terra Santa e vi soggiorna regolarmente. Impegnato nella pastorale scolastica e delegato dell’ Œuvre d’Orient, egli è in diretto contatto con la su-periora del carmelo di Betlemme e lavora per far co-noscere il messaggio spirituale di Mariam. Autore di “Pregare 15 giorni con Maria di Gesù Crocifisso”, ha potuto offrire al Patriarca una sua traduzione in arabo!

Nell’attuale situazione del Medio Oriente e della mi-naccia di un disequilibrio regionale, il Patriarca ha ri-cordato che “Mariam, cristiana d’Oriente, si rivolge a tutti i suoi fratelli orientali. Ella li incoraggia ad essere fermi nella loro fede e a non tralasciare nulla nel prati-care la fede e nella loro appartenenza cristiana. In mez-zo alle situazioni angoscianti che i cristiani d’Oriente vivono, in Palestina, in Siria, in Egitto e in Libano, ella è un segno di fedeltà e di speranza che fa rivolgere i suoi fratelli a Cristo”. E il Patriarca aggiunge: “Conoscerla e far conoscere la sua vita e il suo messaggio, è un dono che i cristiani possono offrire, in segno di sostegno e di riconciliazio-ne”. Ha inoltre incoraggiato ciascuna delle carmelitane a pregare per la pace “il fuoco della preghiera non può che sostenere e superare le mura del chiostro, per rag-giungere le popolazioni di questo paese (NdR: la Terra Santa) e del Medio Oriente”.

Christophe Lafontainehttp://it.lpj.org

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Curia Custodiale

Rimane tragica la situazione in Siria. Si moltiplicano gli appelli Vaticano perché si ponga fine alle ostilità.

Papa Francesco ha chiesto alla comunità internazionale di impegnarsi per aiutare la Siria “a trovare una soluzione ad una guerra che semina distruzione e morte”.

Da Gerusalemme gli fa eco il Custode, che lancia un invito alle altre nazioni, un augurio perché terminino le ostilità che da oltre due anni oppongono il governo di Assad alle forze dei ribelli. P. PIERBATTISTA PIZZABALLA, ofm Custode di Terra Santa:

“Quello che vediamo in Siria è atroce, è terribile. Le immagini parlano da sole, non hanno bisogno di spiegazioni. Conoscendo il Medio Oriente, è molto difficile sapere chi fa cosa, e questo vale anche per la Siria. Mi auguro che, anche se mi rendo conto che sembrano parole un po’ retoriche, si ritorni alla ragione e che immagini di questo genere non si debbano più vedere”.

“La Comunità internazionale, la Comunità politica internazionale deve trovare soluzioni immediate con pressioni, diversi modi, perché tutto questo finisca. Non credo che ci siano in Siria adesso ragioni o torti. Quando si usa la violenza hanno tutti torto”.

http://www.fmc-terrasanta.org

Appello per la SiriaGEruSALEMME, 27 AGOSTO 2013

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Settembre 2013

02/04 Amman (Giordania): Simposio: The challenges facing Arab christians

07 La Verna (Italia): Prima professione novizi.

08 Montefalco(Italia) : Ingresso nuovi postulanti della custodia

13 Montefalco: Vestizione dei nuovi novizi

27/28 Gerusalemme (San Salvatore): I sessione del discretorio di Terra Santa

OttObre 2013

03 Betlemme (caritas Baby Hospital): Benedizione di alcuni nuovi locali

03 Gerusalemme (San Salvatore): celebrazione del Transito di S. Francesco e rinnovo della professione di alcuni professi.

04 Gerusalemme (San Salvatore): Solennità di S. Francesco

05 Gerusalemme (San Salvatore): celebrazione per l’apertura del nuovo anno accademico.

05 Gerusalemme (Getsemani): Professione solenne di fr. Louay Bsharat, Alberto Pari, Tomasz dubiel, Tony choukry e Ulise Zarza.

06 Betlemme: Apertura anno accademico Università cattolica di Betlemme.

12 cafarnao: Peregrinazione annuale.

13/16 Madrid (Spagna): Incontro commissione Pontificia per il dialogo religioso con l’ebraismo.

17 Bergamo (Italia): evento di solidarietà con la chiesa in Siria

18 Vicenza (Italia): Incontro con la diocesi.

18 Roma (Italia): Presentazione del libro Latte, miele e falafel (elisa Pinna).

22 Gerusalemme: Incontro con dirigenti FAI.

25 Gerico: Visita fraterna

26 Ain Karem S. Giovanni: II Sessione del discretorio

Agenda deL cUSTOde

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Curia CustodialeCuria Custodiale

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Fra Sergio Galdi, attuale Segretario di Terra SantaNato a Salerno il 30 ottobre 1965, è Dottore in Scienze Politiche, indirizzo Politico-Internazionale. Ha conseguito il Master in: “Cittadinanza europea e Pubbliche Amministrazioni” presso la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno di Roma.

Ha emesso la sua prima professione nel settembre 2007, entrando nella provincia di Terra Santa e la professione solenne nell’ottobre del 2011. È stato ordinato sacerdote il 29 giugno 2013.

cOMUnIcAZIOnI SeGReTeRIAGEruSALEMME, 16 AGOSTO 2013

Cari fratelli,

il Signore vi doni la Sua pace.

Vengo a voi con queste poche righe per informarvi riguardo la situazione in Egitto. Al momento i nostri confratelli residenti stanno tutti bene. Purtroppo, alcune strutture francescane risultano gravemente danneggiate, in particolare la chiesa delle Stimmate ed una parte del convento in Assiut e la scuola e la chiesa dell’Immacolata Concezione a Suez, che sono state saccheggiate e bruciate.

Esprimendo la nostra vicinanza spirituale ai nostri fratelli d’Egitto, chiediamo a Maria, della quale abbiamo celebrato la solennità della Sua assunzione al cielo, di donare la pace e l’incolumità al paese d’Egitto e all’intera popolazione.

fra SergioSegretario

Dear brothers,

May the Lord give you His peace.

I come in order to inform you about the situation in Egypt. Now our resident brothers are all well.

Unfortunately few Franciscan buildings are severely damaged, in particular: the Church of the Stigmata and a part of the monastery of Assiut and the school and the Church of the Immaculate Conception in Suez have been looted and burned.

While expressing our spiritual closeness to our brothers in Egypt, we pray the Blessed Virgin Mary, of whom we have celebrated the solemnity of Her Assumption to Heaven, to give peace and safety to the country of Egypt and to the whole population.

fra Sergio Secretary

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Sorella Morte

Custodia terræ sanCtæ

Ierusalem

fra Franciszek (Edmund) sulkowski ofm

Szetlewek(Polonia) 4 Gennaio 1940† (Polonia) 5 Agosto 2013Provincia dell’Assunzione della B.M.V.

Fratelli carissimi,

Fr. Franciszek Sulkowski è tornato alla Casa del Padre.

Era nato a Szetlewek, comune di Konin.

Il 1° Agosto 1985 il P. Provinciale della Provincia dell’Assunzione della B.M.V. scriveva da Katowice (Polonia) al P. Custode di Terra Santa: “La nostra Provincia, consapevole delle responsabilità che tutto il nostro Ordine ha per la Custodia di Terra Santa, è disposta a mandare quest’anno un fratello come missio-nario nella Patria di Gesù. Il candidato si chiama Franciszek Edmund Sulkowski. Ha 45 anni. Attualmente lavora come sagrestano in uno dei nostri conventi in Austria”.

Fra Franciszek aveva trascorso nella sua Provincia gli anni di formazione e si era dedicato ai vari inca-richi assegnatigli dall’Obbedienza. Una volta in Terra Santa è stato sagrestano nella basilica di Nazareth, giardiniere, addetto al santuario ad “Dominus Flevit”, a Betlemme, a Cafarnao e a Emmaus. A Katovice il 25 luglio 1993 era stato anche ordinato Diacono Permanente. Nel 2009 chiese di poter tornare nella sua Provincia. Il P. Custode gli scrisse: “Voglio manifestarti il mio ringraziamento per il lungo servizio prestato alla Custodia. Si sono compiuti da poco i 24 anni dal tuo arrivo in Terra Santa: un lungo impegno ti ha fatto amare questa Terra, ti ha guidato nel servizio ai Luoghi santi e ai conventi dove ti ha chiamato l’obbedienza. Un lungo servizio è fatto di giorni buoni e gioiosi, e di altri che ci permettono di sperimentare la perfetta letizia che ci è stata così ben raccomandata da san Francesco”.

Rendiamo grazie al Signore per il dono di fra Franciszek; ringraziamo anche la Provincia dell’Assunzione della B.M.V. per la presenza di questo confratello nella Custodia di Terra Santa.

Fr. Franciszek aveva 73 anni di età, 51 di professione e 24 di servizio. A norma dei nostri Statuti Particolari, ogni sacerdote applichi 3 SS. Messe e gli altri frati partecipino ciascuno a 3 SS. Messe. Lodevolmente, i singoli frati pratichino 3 Viae Crucis. In ogni fraternità una Santa Messa sia celebrata in comune. Ricordiamo con sollecitudine questo fratello nella preghiera, nella gratitudine al Padre che ce l’ha donato, affinché ora la nostra unione fraterna sia piena, nella luce del Signore.

fra Sergio Galdi ofmSegretario di Terra Santa

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regione San Paolo

cROnAcA SAcRAhArISSA, 18 AGOSTO 2013

Il giardino Serafico di Harissa ha di nuovo dato dei frutti maturi. Non so chi li ha piantati, perché il con-

tadino pianta un albero, ma sono gli altri che mangiano i frutti. Alcuni giovani sono andati a Gerusalemme per continuare i loro studi, altri sono andati in Italia per la loro formazione. Uno di questi è SAMHAR proveniente dalla Siria, è stato ordinato diacono dalle mani di Mon, Pa-olo Dhadah il 18 Agosto. E’ stato ordinato nella nostra chiesa di Harissa dedicata a Sant’ Antonio di Padova. Molti parenti sono venuti per l’occasione dalla Siria, erano presenti anche molti sacerdoti che facevano co-rona al vescovo ordinante. La festa non è finita subito, perché una settimana dopo il 25 Agosto è stato ordinato sacerdote con il rito Ma-ronita il nostro confratello JIHAD. E’ stato ordinato nella chiesa parrocchiale dove è cresciuto. La chiesa era colma di persone venuti non solo per ascoltare la messa domenicale, ma anche perché tutti conoscevano questo bambino che ora è diventato sacerdote. Oltre ai padri francescani residenti in Libano, sono venuti anche dalla Siria, non molti, ma quelli che sono potuti passare per queste frontiere di guerra. Erano presenti anche molti sacerdoti maroniti, alcuni erano suoi com-pagni di infanzia, altri professori delle scuole primarie. Secondo il rito Maronita, l’ordinazione è sta-ta tenuta subito dopo la Comunione dei sacerdoti. E’ stata portata una sedia sull’altare e il vescovo stan-do seduto, senza mitria, perché faceva caldo, ha inco-minciato tutto solo a leggere le diverse orazioni con

la mano sinistra sulla testa dell’ordinando e la sinistra sul santissimo sacramento posto sull’altare. Dopo aver unto le mani con l’olio crismale, l’ordinando è stato vestito con gli abiti sacerdotali; il vescovo gli ha mes-so sul capo un calice coperto e la gente in chiesa è esplosa in un grido di gioia. Con il calice in testa, ac-compagnato dal suo “padrino” ha attraversato tutta la chiesa sempre osannato dai fedeli. Tornato all’altare è stato lui ha distribuire la comunione ai fedeli. Con la benedizione finale assieme al vescovo, la celebrazione sacerdotale è terminata. Gli altri sacerdoti sono tor-nati in sacrestia mentre il novello sacerdote è andato nella sala parrocchiale a ricevere gli auguri, mentre si passava in un’altra sala per precedere il rifresco di rito. E la festa continua. Il martedì susseguente il novello sacerdote ha celebrato la sua prima Messa so-lenne nella chiesa del convento di Harissa. Oltre ai genitori e parenti, erano presenti anche dei padri Cap-puccini. Dodici sacerdoti hanno fatto corona al novello levita. La schola cantorum , preparata come si convie-ne, oltre ai canti in arabo, ha cantato anche un canto in italiano. Il discorso di convenienza è stato tessuto con grazia dal Padre Toufic che con un nodo alla gola, ha dovuto confessare: “io sono quel contadino che ha piantato Jhad nel nostro giardino, ed ora ecco il frutto, io l’ho piantato, ma è stato Dio che con la sua grazia l’ha aiutato a crescere. Grazie a tutti voi presenti e non dimenticare di pregare per le vocazioni”.

P. Angelico Pilla

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In fila per venerare il sepolcro vuoto della Beata Vergi-ne. Nel giorno in cui si celebra l’Assunzione di Maria

al Cielo, i fedeli e i pellegrini di Gerusalemme pregano insieme nel luogo che secondo la tradizione accolse il corpo della Madre di Dio“L’Assunzione di Maria, la solennità, il Mistero che oggi celebriamo, anticipa quello che tutti saremo, grazie alla Resurrezione di Cristo”. “Se possiamo venerare il sepolcro vuoto della Beata Vergine, è grazie a un altro sepolcro vuoto, poco distante, che fa memoria della Resurrezione di Cristo”.Sono le parole di padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, che ha preseiduto nel giorno dell’As-sunzione le celebrazioni legate a questa solennità, a Gerusalemme.

Dopo i secondi vespri, nel pomeriggio, i frati e i tanti fedeli si sono messi in fila per venerare la Tomba dove secondo una tradizione tramandata da scritti apocrifi venne deposto il corpo della Madre di Dio.Nella basilica che raccoglie questa memoria, oggi offi-ciata solamente da greci ortodossi e armeni, i cattolici latini posso presiedere un breve momento di preghiera solo il 15 agosto.

La messa solenne del mattino, dunque, è stata presie-duta da padre Pizzaballa nella Basilica delle Nazioni, che sorge proprio a pochi passi dalla Tomba di Maria, presso il Getsemani.

Tantissimi i cristiani locali e i pellegrini che si sono riuniti qui per la celebrazione animata dai canti di coristi italiani, pellegrini anch’essi in occasione del trentennale di fondazione:

Di seguito brevi testimonianze di alcuni presenti:“La nostra attività prevede non solo concerti, ma tanti tanti servizi liturgici, da sempre. Veramente è un’emozione particolare cantare in questi luoghi, però è difficile descrivere che cosa proviamo, è molto diffi-cile per me descrivere ciò che io riesco a comunicare ai coristi e ciò che sento che loro rispondono… però è un’esperienza straordinaria”.

Una giornata in cui si è pregato tanto per i popoli del Medio Oriente, sempre più duramente provati… Un’intenzione affidata all’intercessione della Vergine, insieme a quelle, grandi o piccole, di tutte le persone che si sono riunite qui e che si sono chinate a baciare il suo sepolcro vuoto“Per me è un’esperienza molto bella, anche di essere qua oggi proprio in questa giornata. E’ un momento per rimettere tutta la mia vita nelle mani di Maria. Proprio come lei ha detto il suo Sì a Dio….È un’occasione per ripetere questo sì nella vita di ogni giorno”

Servizio: Serena Picariellofmc-terrasanta.org/it

La festa dell’Assunzione a GerusalemmeGEruSALEMME, 15 AGOSTO 2013

Cronaca della Custodia

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Il Custode di Terra Santa, Fra Pierbattista Pizzaballa ha firmato, insieme al Primo Ministro Palestinese,

Rami Hamdallah e i rappresentanti delle Chiese Greco-ortodossa e Armena apostolica, ha firmato l’affida-mento dell’incarico all’Impresa italiana Piacenti, per il restauro del tetto e delle vetrate alla Basilica della Natività di Betlemme. Quest’accordo, siglato presso la residenza presidenziale di Betlemme, segna la fine di un lungo percorso decisio-nale. A fine 2008 le tre Chiese avevano trovato un’intesa e, nel 2010, sotto l’egida dell’Autorità Palestinese, sot-toscritta con la firma di un preliminare per avviare gli studi scientifici. L’esito degli studi ha consentito il lancio di un bando d’appalto per il restauro, vinto dall’Impresa Piacenti, con sede a Prato in Toscana.

Il discorso centrale della cerimonia è stato pronunciato dal Signor Ziad Al Bandak, Consigliere del Presidente Mahmoud Abbas per gli affari cristiani e Presidente del Comitato per il restauro della chiesa. Ziad Al Bandak ha ricordato l’importanza ricoperta dal sito della Nati-

vità, nel corso della storia e fino ad oggi, per l’Autorità palestinese “da sempre attenta alla presenza cristiana in Palestina, seguendo le orme del Presidente Arafat.”

Fra Pizzaballa, parlando a nome delle tre Chiese che custodiscono la Natività, ha rimarcato l’importanza degli sforzi congiunti tra le Chiese e le autorità politiche; tra Cristiani e Musulmani. “Mentre il Medio Oriente è in fuoco e vengono bruciate chiese e distrutte moschee, ciò che noi facciamo, qui, è esattamente l’opposto: musulmani e cristiani costru-iscono insieme per preservare non solo un patrimonio storico, ma un luogo simbolo di fede per miliardi di credenti nel mondo.”

Ziad Al Bandak ha voluto precisare che l’ammontare dei lavori (stimato in 2.600.000 USD), sarà coperto per il 50 % da risorse palestinesi – fondi privati e mecenati – e il rimanente da alcuni Stati, tra cui Ungheria, Francia, Russia, Vaticano e Grecia.Le Chiese che garantiscono la sacralità del luogo, “che

Betlemme: prossimo restauro del tetto della Basilica della nativitàLuNEDì 26 AGOSTO 2013

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Cronaca CustodialeCronaca della Custodia

non è un monumento nazionale – come ha ribadito Fra Pierbattista Pizzaballa– ma un luogo importante nella vita quotidiana dei credenti di tutto il mondo”, hanno voluto esprimere la loro completa collaborazione per il buon esito dell’operazione.

Secondo il parere di Fra Stéphane Milovitch, incaricato di seguire i lavori per i Francescani, il cantiere potrebbe iniziare nelle prossime settimane. Durante l’esecuzione dei lavori l’Impresa Piacenti avrà il compito di permet-tere l’accesso alla grotta ai visitatori; garantendone la sicurezza.

La prima fase dei lavori di restauro, prevede il rifaci-mento dell’intera copertura della Basilica, per rendere i tetti impermeabili alla pioggia. Seguirà il ripristino delle vetrate della Basilica.Gli studi relativi il rifacimento dei tetti realizzati nel 2010 da IVALSA (Istituto per la Valorizzazione del Le-gno e delle Specie Arboree del Consiglio Italiano della Ricerca, CNR), hanno messo in luce che la struttura attuale è costituita da cinque diverse qualità di legno. Le travi più antiche, in legno di cedro, sembrano risalire al VI e VII secolo. È stata individuata anche la presenza di legno di quercia, che pure cresce in Medio Oriente e di larice, albero assente in questa Regione. L’analisi den-drocronologica ha datato questi legni all’inizio del XV secolo, definendone la provenienza dalle Alpi Orientali italiane. Tale analisi è confermata dagli archivi che spie-gano come nel XV secolo, la Repubblica di Venezia, la cui sovranità si estendeva in quel periodo fino alle Alpi

orientali, avesse offerto il legno necessario al restauro della chiesa. (Per un approfondimento sulle analisi della struttura lignea, leggere l’articolo pubblicato in inglese, francese, italiano).

Dopo la firma, il Custode di Terra Santa, si è recato alla chiesa parrocchiale di Santa Caterina, situata ac-canto alla Natività, per costatare la fine dei lavori di sistemazione del coro. Infatti, per accogliere un numero maggiore di fedeli nella navata, l’altare è stato spostato più indietro, mentre gli stalli circondano la ringhiera dell’organo. Nella chiesa stavano terminando le pulizie e rimettendo a posto i banchi per consentire la celebra-zione della messa.

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Curia CustodialeCronaca CustodialeCronaca della Custodia

LA CUSTODIA DI TERRA SANTA

annuncia con gioia

l’Ordinazione presbiteraledi

Fra Sergey Loktionov

per l’imposizione delle mani

e la preghiera consacratoria di

S.E. Mons. Nil Yuriy LUSHCHAK, OFMVescovo ausiliare di Mukachevo (Munkács)

(Ruthenian)

Mercoledí 28 agosto 2013Tapac, UKRAINE

THE CUSTODY OF THE HOLY LAND

announces with joy

the Priestly Ordinationof

Fra Sergey Loktionov

by the laying on of hands

and through the Prayer of Consecration by

H.E. Nil Yuriy LUSHCHAK, OFMAuxiliary Bishop of Mukachevo (Munkács)

(Ruthenian)

Wednesday, August 28, 2013Tapac, UKRAINE

Mercoledì 28 agosto 2013 nella Chiesa dell’Assunta di Vinogradiv, città dell’Ucraina, Fra Sergey Loktionov OFM è stato ordinato presbitero per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Nil Yuriy LUSHCHAK, OFM Vescovo ausiliare di Mukachevo.

Secondo il calendario Giuliano proprio in quel giorno si celebrava la festa dell’ Assunta (Uspenie).Alla cerimonia hanno partecipato i confratelli della Custodia fra Sandro Tomasevic (dalla Croazia), fra Karol Svarc e fra Slavko (dalla Slovacchia).

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Cronaca CustodialeCronaca della Custodia

La Custodia di Terra Santa e la fraternità di Montefalco

ha la gioia di invitarti alla vestizione dei postulanti

Alfredo Emanuel DíazGorge Jamal

Dariusz JarosKemal kemal

Javier Ignacio Jubal LazoErnesto Luis López MinoliPaulo César José Paulista

Giorno 13 settembre alle ore 17:00presso il Convento di San Fortunato, Montefalco

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varie

con la così detta ‘’Primavera araba’’, il popolo egi-ziano ha deciso di riacquistare la propria libertà e

giustizia sociale e vivere la sua degnità, così in poco più di due anni è riuscito a fare due grandi rivoluzioni. Con la rivoluzione del 25 gennaio 2011 si è liberato del regime di Mubarak, durato 31 anni; con la seconda del 30 giugno 2013 ha deposto un regime che appena in un anno ha causato più danno e rovina dei trenta anni di Mubarak. Non si poteva immaginare di poter togliere i Fratelli musulmani dal potere perché a questo sogno essi aspiravano da quasi 80 anni. Tuttavia il grande popolo di Egitto ha dato una lezione molto forte a tutto il mondo: ha deciso di cacciare via chi non ha mante-nuto la promessa di lavorare per il bene del paese e di scegliere il proprio candidato per governarlo.

I Fratelli musulmani sono la fonte del caos All’inizio delle manifestazioni del 25 gennaio 2011 i Fratelli musulmani non presero parte, alle dimostra-zioni e ne proibirono la partecipazione ai loro adepti, ma quando la caduta del regime di Mubark era immi-nente annunciarono il loro accordo alle manifestazioni, avendo di mira la conquista del potere. Con l’aiuto di

Hamas diedero fuoco alle stazioni di polizia, aprirono le carceri, facendo fuggire prigionieri comuni e criminali e tra loro Morsi che sarà poi proposto per le elezioni presidenziali, contravvenendo alla promessa di non aspirare al governo dell’Egitto.

La gente era felice; la dittatura di Mubark era finita e tutti speravano di vedere una nuova era politica e so-ciale. Lo si doveva anche agli ottocento giovani morti per la rivoluzione di cui non si conoscevano i mandanti. La nuova era non iniziò come sperava la gente perché subito fu evidente la falsificazione dei risultati delle elezioni, che proclamò Morsi, rappresentante dei Fra-telli musulmani, a presidente della Repubblica Araba Egiziana. Il consiglio militare che aveva governato ad interim non ebbe altra scelta che convalidare le elezio-ni sotto la minaccia dei Fratelli musulmani di mettere l’Egitto a ferro e fuoco.

Morsi, dal carcere al palazzo presidenzialeQuando è stato annunciato che Morsi era il nuovo presidente, la gente sapeva che le elezioni erano state falsificate, ma ha taciuto per timore dei proclami violenti

L’egitto scrive ancora una volta la propria storia PuBBLIChIAMO DI SEGuITO uN ArTICOLO SCrITTO DA uN GIOvANE rELIGIOSO EGIzIANO E rIGuArDANTE GLI ACCADIMENTI DEGLI uLTIMI TEMPI ALL’INTErNO DEL PAESE.

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dei Fratelli e la speranza che essi avrebbero realizzato gli obiettivi della rivoluzione: libertà, democrazia, progresso, giustizia sociale, modernità e ridato della dignità al popolo. Purtroppo a pochi mesi dall’elezione di Morsi, il sogno del popolo egiziano si è tramutato in un incubo. Alla dittatura politica di Mubarak si aggiun-geva anche quella religiosa dei Fratelli musulmani. Il popolo ha visto come essi volevano riportare la società al medioevo. Per uscire da questo incubo era necessario ritornare nelle strade. In un solo anno si era assistito alla disgregazione del paese. L’economia è crollata: non si trovava più la benzina e il gasolio. File di auto ai distributori era uno spettacolo abituale. I prezzi dei beni di prima necessità aumentavano di settimana in settimana. La corrente elettrica mancava tutti i giorni per ore. La trattativa con i paesi nilotici per la quota di acqua del Nilo assegnata all’Egitto era messa in pericolo. Il governo dei Fratelli musulmani stava vendendo parte del territorio dell’Egit-to, cambiando i limiti del confine con il Sudan, con la Libia e perfino nel Sinai. Non c’erano più investimenti, il turismo è sceso ai minimi storici perché i Fratelli considerano i turisti come pagani, con la conseguente perdita di lavoro degli impiegati delle agenzie turistiche, degli alberghi, dei siti archeologici. Con un decreto di Morsi, contrario al potere giuridico, sono stati rilasciati

prigionieri per lo più appartenenti ai Fratelli musulmani, processati per grandi crimini, fra cui quelli che assas-sinarono Sadat e altri condannati per atti terroristici. La Suprema Corte costituzionale nel tentativo di ferma-re i nuovi poteri costituzionali e immunitari che il pre-sidente si attribuiva emise l’ordine di scioglimento del parlamento, ma Morsi sfidò questa decisione riunendolo, facendo affidamento sulla fedeltà degli iscritti al suo movimento. Le decisioni di Morsi misero in agitazione la Suprema Corte costituzionale, i mass media, il popolo e anche parte dei suoi elettori. I Fratelli musulmani com-plice il silenzio del presidente hanno tentato di metterli a tacere. La magistratura intanto riesce a provare che i Fratelli musulmani, membri di Hamas e i baltaghin (delinquenti comuni) erano i responsabili sia dei fatti del 28 gennaio 2011 quando vennero uccisi ottocento dimostranti, sia della fuga dal carcere di Morsi.

Di nuovo una rivoluzione La cattiva gestione degli affari del paese da parte dei Fratelli che era alla base del malcontento e rabbia gene-rale di tutte le categorie del popolo sfociò nel movimento di tamarrod (rivolta). Il movimento fu promosso da tre giovani che chiedevano di firmare una carta di rivolta, accompagnata dal numero della carta di identità. Con essa si toglieva la fiducia a Morsi. Più di 22 milioni egiziani hanno firmato questa carta di sfiducia in con-seguenza della quale fu scelto il 30 Giugno 2013 come il giorno di dimostrazione pacifica contro Morsi. Ne nacque un braccio di ferro tra la richiesta popolare di rimettere il suo mandato e il presidente che affermava la legalità della sua nomina. Tuttavia chi lo aveva scelto erano gli stessi elettori che ne chiedevano le dimissioni per incapacità politica e abuso di potere. I Fratelli mu-sulmani ancora una volta fecero ricorso alle minacce di morte contro coloro che avrebbero partecipato alle manifestazioni anti Morsi.

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Il 30 Giugno 2013 fu un grande giorno per la storia dell’Egitto: trentatre milioni di persone scesero pa-cificamente nelle strade e le piazze in tutto il paese chiedendo la partenza di Morsi. Al terzo giorno arrivò il discorso di Morsi che deluse tutti i manifestanti con la dichiarazione di rifiuto di lasciare la presidenza e che egli avrebbe difeso la legalità col suo sangue e la forza dei suoi seguaci. Dopo queste parole comincia-rono le manifestazioni violente dei fautori dei Fratelli musulmani che portarono all’uccisione di una decina di persone a Ben el-Sarayat al Cairo.

Il ruolo dell’esercito L’esercito dopo tanti tentativi di dialogo con Morsi e i Fratelli musulmani per arrivare a una soluzione degli eventi, non poteva limitarsi ad osservare le aggressioni di un gruppo politico contro tutto il popolo. Il Generale Abd el-Fattah el-Sisi il 22 Giugno 2013 nel discorso alla nazione fece intendere che l’esercito rifiutava le pressioni dei Fratelli contro le organizzazioni civili e religiose del paese e rifiutava le minacce rivolte a gente che manifestava in modo pacifico. L’esercito invitava tutti a riunirsi e discutere per il bene del paese, tuttavia il presidente e i Fratelli musulmani restavano inamovibili nelle loro minacce rivolte a tutti coloro che sarebbero scesi nelle strade contro Morsi. Il Consiglio Supremo delle Forze Armat, forte dell’appoggio di trentatre milioni di manifestanti contro Morsi, sotto la guida del generale Sissi diede 48 ore di tempo per riunirsi e risolvere il problema, proponendo a Morsi di decidere di anticipare le elezioni. Di fronte al rifiuto di Morsi e del suo movimento ad ogni accordo, davanti al perpetrarsi di atti terroristici, l’esercito non aveva altra scelta se non aderire alla volontà del popolo che chiedeva pace, progresso sicurezza. Falliti i tentativi di riunirsi intorno a un tavolo il Consi-glio Supremo destituì di autorità Morsi e alla presenza di rappresentanti politici, religiosi e del movimento della rivoluzione propose i passi (Road Map) che avrebbero guidato il periodo di transizione fino alle prossime elezioni.1. Revisione della costituzione. 2. Nominare il presidente della Suprema Corte costitu-zionale come presidente ad interim. 3. Tenere a breve termine nuove elezioni presidenziali. L’esercito intervenuto nella situazione politica su ri-chiesta del popolo egiziano, con la nomina di Mansur a presidente ad interim della repubblica davano un segnale chiaro non avevano intenzione di governare l’Egitto.

L’asserragliamento armato dei Fratelli musulmaniDal giorno in cui è stata annunciata la Road Map e per 47 giorni i Fratelli musulmani si sono asserragliati con intenti non pacifici in due piazze: Nahda nei pressi del Giza, ed a Raba‘a el-‘Adawia nella parte est del Cairo. I fatti criminosi commessi dai Fratelli musulmani durante questi giorni sono stati tanti e ne ricordiamo alcuni.1. Violenza contro i sostenitori del generale el-Sissi. Si sono avuti casi di torture e uccisioni: taglio delle dita, crocifissioni, accoltellamenti, spari da armi da fuoco. 2. Assalti contro i palazzi governativi e della sicurezza nazionale, e la sede delle guardie repubbicane.3. Manifestazioni nelle principali strade del Cairo per bloccare la vita del paese.4. Abusi su donne e bambini prelevati dagli orfanatrofi e opere di beneficenze per metterli nelle prime file per protegersi. 5. Falsificare video che li ritraevano morti e feriti per provocare l’opinione pubblica internazionale. 6. Richiesta di intervento degli USA, della Comunità europea e di terroristi contro i militari e la polizia. 7. Atti terroristici contro i soldati di stanza nel Sinai. 8. Minacce di guerra civile se Morsi non tornava come presidente. El-Baltagy (uno dei capi dei Fratelli mu-sulmani) dichiarava che: “Gli attacchi nel Sinai contro l’esercito si sarebbero fermati nel medesimo istante in cui el-Sissi ritornava nella sua decisione di destituzione di Morsi e questi sarebbe stato reinserito al suo posto di presidente”. 9. Minacce di eleminazione contro i cristiani, di bruciare le loro chiese, case e negozi.

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10. Atti di volgarità e insulti del leader dei fratelli contro i simboli del paese. 11. Foto che mostravano come nelle barricate dei Fra-telli musulmani vi erano ogni genere di armi leggere e pesanti. 12. Distruzione del patrimonio culturale, di monumenti come a piazza Nahda di fronte all’università e nei musei. 13. Definire colpo di stato la deposizione di Morsi da parte dell’esercito.14. Rendere la vita impossibile agli abitanti della zona in cui si riunivano con controlli dei cittadini, infastidi-vano donne e ragazze, chiasso giorno e notte, sporcizia insoportabile per mancanza di servizi igienici.15. Partecipazione obbligatoria delle donne al Gihad, il Gihad del Nikah (obbligo per le donne a offrirsi ai manifestanti per incoraggiarli a resistere contro la po-lizia). Donne uccise per essersi rifiutate.16. Presenza di stranieri appartenenti al Qaeda e a Hamas. Invogliare i più poveri a prendere parte alla manifestazione con la promessa di cibo e soldi.17. Provocazione e ricerca di scontro con i militari e la polizia per apparire vittime e martiri agli occhi del popolo e del mondo. Spari contro i propri sostenitori per accusare esercito e polizia, facendo della TV al-Jazirah il loro canale di informazione falsificando video e filmati. Dopo tante pressioni esterne sull’esercito, il generale el-Sissi chiese al popolo di scendere nelle strade il 26 Luglio 2013 per delegare l’esercito a combattere contro il terrorismo. Ancora una volta oltre quaranta milioni di Egiziani dimostrarono a sostegno dell’esercito.

I tentativi di mettere fine alle barricate dei Fratelli musulmani. Il Presidente Mansur ha preso diverse iniziative per mettere fine alle barricate innalzate da uomini armati e ha chiesto a mediatori interni ed esterni di convincere i

Fratelli di accettare di negoziare, ma senza risultato. Si sono mostrati sempre intransigenti e non accettavano se non il ritorno di Morsi come presidente. Uno dei loro leader ha dichiarato: “Vi governiamo o vi uccideremo”.El-Baradey, vice presidente, che tanti ritengono fedele della politica americana, aveva l’ordine di aiutare i Fra-telli musulmani a governare per questo chiedeva di non intervenire con la forza per mettere fine alle barricate. Era stato scelto dai giovani ribelli come rappresentante della rivoluzione, ma ha tradito la rivoluzione e i giovani e ha dovuto dimettersi. Le tappe della fine dell’assedio armato. Alle ore 6.41 del mattino del 14 Agosto 2013. dopo più di otto settimane d’attesa paziente, le truppe della polizia sono intervenute per mettere fine alle barricate. Tra le 7.00 e le 8.00 ha predisposto una via di evacuazione e ha assicurato ai manifestanti un’uscita sicura. Con altoparlanti la polizia ha chiesto ai Fratelli di lasciare la piazza e ritornare alle loro case e alle loro attività in tutta sicurezza. La risposta è stata di rifiuto. La polizia ha usato il gas lacrimogeno per disperdere i manifestanti. In questo momento i Fratelli hanno agito da terroristi. I franchi tiratori hanno aperto il fuoco da diverse po-sizioni contro gli agenti della polizia, provocando una quarantina di morti e diverse decine di feriti. Dopo due ore di scontri la polizia è riuscita a sgomberare i manifestanti. Sul posto ha trovato munizioni, pistole, armi pesanti, contratti di matrimoni e ventitre cadaveri posti sotto il palco da cui i Fratelli si rivolgevano ai presenti. Molti Fratelli musulmani, tra cui vi erano de-liquenti comuni e criminali sono stati arrestati insieme a quanti hanno opposto resistenza o erano coinvolti in atti di violenza.

Il vero volto del gruppo religioso terroristico Alle 10.00 del mattino i Fratelli musulmani, agendo da veri terroristi hanno dato inizio al piano di mettere a fuoco l’Egitto, rivolgendo la loro violenza contro i cri-stiani nell’intento di iniziare una guerra civile. L’altro scopo era obbligare la polizia a nascondersi, esattamente come avvenne il 25 gennaio 2011, attaccando ventuno stazioni di polizia, uccidendo poliziotti, rubando le armi e altro dando poi fuoco ai locali, alle macchine della polizia. Al Cairo hanno gettato dal ponte Cinque Ottobre una macchina della polizia con cinque militari.

La vera chiesa sono i fedeli non le pareti Con il cuore spezzato dal dolore, con parole amare e la voce bassa per il pianto i cristiani dell’Egitto hanno guardato alla distruzione delle loro chiese in cui erano

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cresciuti. La violenza del terrorismo dei Fratelli mu-sulmani contro i cristiani è stata una punizione per la loro partecipazione alle manifestazioni del 30 Giugno. È stato dato fuoco a più di sessanta chiese, a scuole, a negozi, a case di cristiani. Tante famiglie a causa dei questi fatti hanno avuto distrutta la loro vita ed il fu-turo dei loro figli. I terroristi, tali si sono dimostrati i Fratelli musulmani sono entrati in una chiesa di Minia per pregarvi e innalzare la bandiera del Qaeda, volendo con questo gesto proclamare la loro presa di possesso del luogo sacro cristiano. Non ci sono parole con cui descrivere la loro brutalità. La violenza è l’unico lin-guaggio che questi criminali capiscono. Ci sono stati atti di violenza contro l’esercito nel Sinai, le sedi dei governatorati, specialmente in Alto Egitto. I Fratelli musulmani accecati di violenza hanno cercato di far del tutto per distruggere l’Egitto perchè non hanno il senso della patria. In tutte le città dell’Egitto hanno sparato alla cieca, uccidendo persone innocenti. In conseguenza della loro cieca violenza l’esercito è stato costretto a proclamare lo stato d’emergenza e a imporre il copri-fuoco in quindici città dalle 19.00 alle 6.00 per un mese.

La carneficina del Sinai Tra i tanti atti di violenza il più brutale è stato quello commesso nel Nord del Sinai, dove questi criminali hanno ucciso venticinque soldati che si recavano di-sarmati a ritirare il certificato di fine servizio. Undici delinquenti armati con armi pesanti per umiliarli li hanno costretti a stendersi sulla pancia con la faccia nella sabbia hanno legato loro le mani dietro la schiena e uccisi a sangue freddo. I Fratelli musulmani parlano di pace, ma la violenza scorre nelle loro vene.

Difesa incomprensibile dell’America e l’Unione eu-ropea a favore di Morsi e i Fratelli musulmaniL’opinione pubblica egiziana vede nell’America un amico e sostenitore del terrorismo in Egitto. I Fratelli musulmani non sono personaggi politici e non rap-presentano il paese. Il sostegno dell’amministrazione di Obama ai Fratelli musulmani con otto miliardi di dollari per affari sporchi nel Sinai ne farà un covo di terroristi. Il progetto di ridisegnare il Medio Oriente è l’unica ipotesi che fa da sotto fondo all’intervento dell’Occidente negli affari interni dell’Egitto. Mentre si chiudono gli occhi per non vedere i crimini compiuti dai Fratelli musulmani, si parla di diritti umani violati dal governo e rifiutano di riconoscere la volontà del popolo e insistono con il dichiarare quello dell’esercito un colpo di stato. Questo fatto ha provocato la rabbia del popolo egiziano e ha aumentato il rancore contro gli americani. Le minacce di fermare gli aiuti americani all’esercito egiziano non spaventa il popolo, sanno che gli aiuti verranno dall’Arabia Saudita, gli Emirati, il Kuwait, la Giordania, Russia e Cina. Ci sono altri che vogliono difendere i loro interessi in Egitto.

Un messaggio di speranzaNessuno potrà mai sconfiggere un popolo che ha deciso di vivere in libertà, e che con l’esercito e la polizia fanno un corpo unico a difesa della patria.

Viva Egitto che sta scrivendo la propria storia con il sangue innocente dei suoi figli uccisi, sperando in un futuro migliore.

E. K.

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In egitto i fondamentalisti alzano il tiro contro la chiesaEGITTO, 19 AGOSTO 2013

In Egitto i cristiani stanno diventando, loro malgrado, le vittime finali di un tragico «dòmino della violenza».

Il 14 agosto scorso, non appena si è sparsa la voce che le autorità stavano sgomberando i due sit-in organizzati nella capitale dai sostenitori del presidente Moham-med Morsi, gli islamici hanno attaccato molti obiettivi cristiani. Il quotidiano copto al Watani parla di ben 41 chiese (la maggior parte date alle fiamme), sei scuole cristiane, quattro tra ospedali e farmacie cristiani, quattro sedi vescovili, un monastero e numerose case, negozi, centri sociali e culturali riconducibili ai copti.Almeno quattro le vittime documentate da al Watani: Iskandar Toss, 60 anni, decapitato mentre si trovava in casa, nel distretto di Dalga (il corpo, legato con corde, è stato poi trascinato per strada); Fawzy Mureed, 46 anni, che vive al Cairo nel distretto di Ezbet al-Nakhl, ucciso con un colpo di pistola alla testa; Mina Ra’fat, 25 anni, tassista ad Alessandria, ucciso a colpi di arma da fuoco quando gli islamisti hanno notato una croce appesa

Una delle 41 chiese attaccate in Egitto negli ultimi giorni.

nell’abitacolo della sua vettura; Abanoub Maurice, 12 anni, ucciso durante l’attacco a Minya.Gli islamisti hanno anche appiccato il fuoco ai locali della Biblioteca Alessandrina, una delle più prestigiose istituzioni egiziane. Le guardie della biblioteca hanno però respinto l’attacco, impegnando gli assalitori in una sparatoria.

Uno dei motivi del recente accanimento islamico nei confronti dei cristiani andrebbe ricercato nel fatto che il papa copto Tawadros II si sia schierato pubblicamente a fianco dell’esercito in occasione della deposizione del presidente Morsi, lo scorso 30 giugno, ponendosi di fatto in contrasto con il presidente deposto e con i Fratelli musulmani. Posizione che molti islamisti non gli avrebbero perdonato. D’altra parte la scelta di Tawadros va compresa alla luce del progressivo peggioramento delle condizioni di vita dei cristiani in Egitto negli ulti-mi mesi; condizione generale di insicurezza forse poco evidente all’opinione pubblica occidentale.

Proprio ieri il Consiglio egiziano delle Chiese, a cui partecipano i rappresentanti di tutte le confessioni cri-stiane del Paese, ha condannato i «numerosi attacchi brutali contro stazioni di polizia, strutture pubbliche e rispettabili cittadini». In particolare, ha criticato nel modo più energico gli attacchi alle chiese, ai cristiani e alle loro proprietà, facendo appello alle forze dell’ordine per ristabilire sicurezza e stabilità nel Paese. Il docu-mento circolare diffuso dal Consiglio dichiara che il popolo egiziano, composto da cristiani e musulmani, è vittima di attacchi terroristici contro chiese, monasteri, edifici pubblici in tutto il Paese. Secondo il documento l’Egitto starebbe affrontando una vera e propria guerra al terrorismo. Il Consiglio ha anche dichiarato di rifiu-tare «la deliberata disinformazione diffusa dai media occidentali contro il libero popolo egiziano; di opporsi all’idea occidentale secondo cui il popolo egiziano non possa difendersi dal terrorismo e denuncia ogni inter-vento straniero negli affari del Paese».

Terrasanta.net

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Breve storia del Vicariato dell’Opera di San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica in Israele

Il Vicariato San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica in Israele, che fa parte del Patriarcato Latino

di Gerusalemme, è una comunità di cattolici di lingua ebraica che vive in Israele. Alcuni appartengono al po-polo ebraico, altri invece provengono da varie Nazioni. Insieme formano un’unica comunità in Gesù Cristo e appartengono a una sola Chiesa. L’Opera San Giacomo è presente con i suoi centri nelle principali città d’Israele.L’associazione cattolica denominata “Opera di San Giacomo” è stata fondata nel 1955 per costituire delle comunità cattoliche ebreofone nello Stato di Israele. San Giacomo era a capo dei discepoli di Gesù a Geru-salemme al tempo degli apostoli. Ebreo pio, egli si era impegnato a creare una comunità di ebrei e non ebrei, accomunati dalla fede in Gesù (cfr At 15). La tradizione cristiana lo considera il primo vescovo di Gerusalemme.Oggi esistono comunità di espressione ebraica in sei grandi città: Gerusalemme, Tel Aviv-Giaffa, Haifa, Beersheba, Tiberiade e Nazaret. Il Vicariato comprende inoltre alcune comunità di lingua russa, i cui membri fanno parte della società israeliana. Nel 2003, il vescovo Jean-Baptiste-Gurion OSB, è stato nominato vescovo ausiliare del Patriarca Michel Sabbah per la comunità cattolica di lingua ebraica. Dopo la sua morte prematura

nel 2005, è il Custode di Terra Santa, Padre Pierbattista Pizzaballa, OFM, ad essere designato responsabile di questa comunità. Egli ha rivestito tale funzione fino al 2008. Nel 2009, Padre David Neuhaus, un padre gesuita israeliano, è stato nominato Vicario Patriarcale, respon-sabile delle comunità di espressione ebraica in Israele.

I tre principali compiti del Vicariato ebraico sono:1. fondare e sviluppare comunità cattoliche di lingua

ebraica nello Stato d’Israele per fedeli cattolici che non sono integrati nelle comunità di lingua araba, non sono pellegrini o persone di passaggio, ma sono cittadini ebrei o non-ebrei che si sono integrati nella società israeliana di lingua ebraica. Essere cattolici in ebraico in una società a maggioranza ebraica è una nuova esperienza nella storia della Chiesa.

2. fungere da ponte tra la Chiesa e il popolo d’Israele, rafforzando i legami di amicizia tra ebrei e cristiani, ricordando ai cristiani le radici ebraiche della Chiesa e l’identità ebraica di Gesù e degli apostoli. I membri delle comunità ebreofone, sono pienamente impegna-ti, sia nella società israeliana sia nella vita ecclesiale.

3. testimoniare valori cristiani di pace e giustizia, di perdono e di riconciliazione in un contesto di violenza e di conflitto armato.

Il Vicariato sostiene sacerdoti, seminaristi e assistenti pastorali al fine di garantire la continuità dell’opera.Il Vicariato è presente in sei località in Israele e ha bisogno di sviluppare la sua presenza mediante la cre-azione delle infrastrutture necessarie - chiese e centri comunitari.Il Vicariato pubblica libri liturgici, newsletter e altro materiale cristiano in ebraico.Il Vicariato fornisce una educazione cattolica ai suoi giovani membri ebreofoni incoraggiandoli a ricercare il loro posto nella società israeliana e nella Chiesa. Il Vicariato si occupa inoltre dei più bisognosi e degli anziani della nostra comunità e della nostra società, in un paese devastato dalla guerra.

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Il Tesoro del Santo Sepolcro a Versailles, «una meravigliosa avventura»GEruSALEMME, 31 LuGLIO 2013

«La mostra è andata ben oltre le aspettative. Le Trésor du Saint-Sépulcre, in tre mesi, ha attirato a Parigi

200 mila visitatori, da tutta la Francia, ma anche dall’I-talia, dalla Germania, dall’Inghilterra; e chiaramente anche da Gerusalemme». A parlare è Béatrix Saule, direttore generale del museo del Castello di Versailles, giunta a Gerusalemme per portare a termine la fase conclusiva di quella che definisce «una meravigliosa avventura».Sono tornati infatti in questi giorni al convento della Custodia a San Salvatore i preziosissimi oggetti che dal 16 aprile al 14 luglio hanno affascinato Parigi e l’intera Europa. L’équipe coordinata dalla signora Saule e da fra Stéphane Milovitch, incaricato della mostra per la Custodia di Terra Santa, si è occupata di riporre ogni oggetto al proprio posto, in attesa dell’apertura del Terra Sancta Museum. Nel 2015 infatti, secondo le previsioni, il Tesoro del Santo Sepolcro tornerà a essere nuovamen-te esposto, ad incantare le migliaia di visitatori che ogni anno passano per Gerusalemme. Tornerà a raccontare i secoli di storia dei francescani in Terra Santa.«Si tratta davvero di un tesoro di inestimabile valore», afferma la Saule, che per lavoro ha quotidianamente tra le mani capolavori e di certo non si lascia impressionare molto facilmente. «Una serie di pezzi unici, non solo e non tanto per la bellezza con cui sono realizzati, ma per il valore storico che detengono. Un esempio? Il quadro d’argento sulla Risurrezione, di lavorazione napoletana finissima, è in assoluto l’unico esempio conosciuto di tale valore artistico. Oppure i paramenti liturgici in

filo d’oro e d’argento: in Francia e nel resto d’Europa andarono tutti distrutti durante le guerre, o furono fusi per recuperare l’oro, qui sono tuttora utilizzati per le celebrazioni al Santo Sepolcro, e sono di una bellezza impressionante». Prima di sapere che tesori di questo calibro erano conservati a Gerusalemme, gli storici dell’arte e i direttori dei più grandi musei d’Europa li conoscevano e li potevano studiare solo dagli archivi.L’esposizione di Parigi è stata l’occasione per condurre per la prima volta uno studio approfondito su questi oggetti, e una vera e propria campagna di restauro per molti di loro. Ogni pezzo ha una storia particolare, che è stata indagata, ricostruita, rimessa in luce. Anche se rimangono ancora tante domande aperte, e ci sarà molto lavoro da continuare in questa direzione.Sono oggetti che narrano di doni di monarchi e case reali, traversie storiche – «si pensi ai viaggi che questi capolavori anche di grandi dimensioni facevano per arrivare fino a Gerusalemme» -, e delle relazioni che la Custodia intratteneva con gli Stati europei. La loro bellezza e le loro storie avevano sorpreso e affascinato Beatrix Saule già dalle prime visite nelle sacrestie di Gerusalemme e di altri Luoghi Santi, dove questi tesori sono custoditi da secoli. «Ma - osserva - in quanto diret-trice di un museo, so benissimo che anche l’esposizione dei pezzi è fondamentale, perché vengano apprezzati appieno e mettano in risalto tutto il loro valore. Per questo abbiamo studiato con grande precisione ogni singolo dettaglio espositivo, e alla fine il risultato è stato grandioso».

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Il successo che ha riscosso un’esposizione di questo genere non era scontato, nonostante il valore storico e artistico dei pezzi. «Il tema religioso – continua Béatrix Saule – non è facile da trattare, soprattutto nella Francia secolarizzata di oggi. Per questo sono molto contenta di aver portato un tema religioso a Versailles, e che questo sia stato apprezzato per come meritava». A visitare la mostra «Il Tesoro del Santo Sepolcro» sono accorsi moltissimi religiosi, ovviamente. Dopo fra Pizzaballa e la delegazione della Custodia di Terra Santa, non sono mancati - per fare qualche esempio - una delega-zione del Vaticano, il patriarca latino di Gerusalemme mons. Fouad Twal, oltre a tanti seminaristi e diverse congregazioni religiose da vari Paesi. Ma il tema ha destato l’interesse anche di numerosi storici dell’arte. A testimonianza del fatto che quello esposto a Parigi è veramente un patrimonio dell’umanità.«Per questo – conclude la direttrice di Versailles – sono certa che quando verrà esposto qui a Gerusalemme, nel suo ambito naturale, questo patrimonio storico e

artistico sarà apprezzato da tutti, locali e internazionali, e non soltanto dai cristiani o dagli appassionati di Terra Santa. Io certamente verrò a visitarlo con grande piacere».

Terrasanta.netTesto Miriam Mezzera

Un mese a Gerusalemme, aiutando le famiglie cristiane: “Un’esperienza unica”

José Carlos è un giovane ingegnere di Albacete (Spa-gna) che ha scelto di dedicare il suo periodo di vacanza

al volontariato in Terra Santa. Per poco più di un mese è stato impegnato presso l’Ufficio tecnico della Custodia di Terra Santa nell’ambito del progetto “Gerusalemme, Pietre della Memoria”, e queste sono le sue parole al termine del servizio:Queste settimane sono state un’esperienza unica. Vor-rei che tutti potessero fare un’esperienza simile, per poter poi andare a raccontare ciò che si vede e si vive

in Terra Santa, la terra madre di quello che siamo. Non mi sarebbe stato possibile venire senza l’opportunità che mi ha dato ATS pro Terra Sancta, coinvolgendomi nei lavori di preparazione di una delle fasi del progetto “Gerusalemme, Pietre della Memoria”.Il lavoro sul campo mi ha permesso di conoscere diverse famiglie che abitano la Città Vecchia di Gerusalemme: il loro modo di vivere, e soprattutto la loro grande ospi-talità. È bello e si impara molto da chi non ha bisogno di molto per vivere, e che tutto quel che ha – poco o molto che sia – lo offre agli altri.Nel mio compito di misurare e disegnare le piante delle case, preparando il lavoro successivo di restauro, mi sono reso conto che molte di queste case sono deci-samente piccole, e necessitano urgenti interventi per evitare le infiltrazioni d’acqua, l’umidità…Credo sia molto importante questo progetto, non tanto per la conservazione delle abitazioni in sé, quanto per preservare la presenza delle famiglie che le abitano, che sono parte delle fondamenta della Città Santa.

www.jerusalemstonesofmemory.org

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Kaytana a sud di Tel Aviv 2013 16 AGOSTO 2013

Più di 40 bambini di lavoratori stranieri dalle Filip-pine hanno preso parte al campo estivo per bambini

nel sud di Tel Aviv – cinque giorni di divertimento in un’atmosfera ecclesiale ed in ebraico.

Nei quattro anni passati, il Vicariato san Giacomo per i cattolici di lingua ebraica in Israele ha lavorato con il team di sacerdoti, suore e laici che serve la comunità di lavoratori dalle Filippine. Il Vicariato ha lavorato per promuovere l’educazione religiosa dei bambini degli immigrati, che sono integrati nel sistema scolastico secolare ebraico in Israele.

Il campo estivo si è tenuto presso la Cappella della Di-vina Misericordia in via Levanda nel sud di Tel Aviv dal 12 al 16 agosto 2013. La cappella ha aperto le sue porte ogni giorno alle 7.00 per accogliere i bambini, lasciati dai genitori sulla via del lavoro. Le attività iniziavano alle 8,30 fino alle 15.00. I direttori del campo erano pa-dre David, padre Piotr, padre Roman, Claudia e Tiago, assistiti da padre Roch, Barbata, Shahaf, Davide e dalle tre sorelle che abitano la cappella, suor Rebecca, Regina ed Aurelia a dall’instancabile signora Bhea.

Bisogna sottolineare che dei più di 40 bambini, la mag-gioranza erano nuovi partecipanti alle attività cateche-

tiche della cappella. Tutti i bambini, senza eccezione, sono nati in Israele e parlano l’ebraico come prima lingua. Sono tutti cattolici e tutti esprimono identità con il loro Paese d’adozione e con il suo popolo.

Il programma quotidiano includeva: preghiera mattuti-na, catechismo sullo Spirito Santo, canto, arte, giochi, Messa quotidiana, pranzo ed un film. I bambini hanno partecipato a tutte le attività con grande entusiasmo.Giovedì tutti sono partiti per un’escursione ad Ein Ke-rem. Svolgendosi la gita nel giorno della Festa dell’As-sunzione della Beata Vergine Maria, è stato appropriato iniziare con la chiesa della Visitazione. A questa ha fatto seguito la chiesa di San Giovanni il Battista e poi un bella Messa nel convento delle Suore di Sion, seguita da un picnic.

Nell’ultimo giorno, i bambini hanno cantato la loro gratitudine in una Messa festiva ed anche gli assistenti hanno ringraziato per la meravigliosa kaytana. Già prepariamo il prossimo campo nella speranza di riunire ancor più bambini, e di raggiungere gli altri bambini cattolici nei dintorni.

www.catholic.co.il

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Una bomba Molotov lanciata contro il monastero di Beit Jemal in IsraeleBEIT JEMAL, 20 AGOSTO 2013

Una bottiglia Molotov è stata lanciata contro il mona-stero cattolico di Beit Jemal, vicino a Beit Shemesh

(dove vivono le Suore di Betlemme) in Israele, nella notte tra il 19 e il 20 agosto. L’attacco non ha avuto nessun ferito, inoltre la parola “vendetta” e minacce di morte “morte ai Goim” in ebraico sono state tracciate sui muri dell’edificio. Il Patriarca latino di Gerusalemme, S.B. Mons. Fouad Twal, si è recato, mercoledì 21 agosto, sul posto e ha condannato l’incidente. Da parte sua il Ministero degli Affari Esteri francese ha pubblicato a nome della Francia il seguente comunicato:

“Durante la notte tra il 19 e il 20 agosto, una bomba Mo-lotov è stata lanciata contro una delle porte di accesso al monastero di Beit Jemal in Israele. La Francia condanna fermamente questo atto di vandalismo, contro un luogo di culto e di pace. Essa esprime la sua totale solidarietà con la comunità delle religiose. Siamo particolarmente preoccupati per il costante aumento di atti di vandalismo e di intolleranza contro gli edifici religiosi.

La Francia fa appello alle autorità israeliane affinché facciano luce su questi gravi atti e consegnino alla giustizia i responsabili.

Il nostro Console Generale a Gerusalemme si è imme-diatamente recato sul luogo”.

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Andate, pregate e non abbiate pauraGEruSALEMME, 25 AGOSTO 2013

A quALChE SETTIMANA DAL TErMINE DELLA GIOrNATA MONDIALE DELLA GIOvENTù A rIO, I GIOvANI CrISTIANI DI TErrA SANTA CONTINuANO A SEGuIrE LE INDICAzIONI DI PAPA frANCESCO

Siamo andati là, abbiamo ricevuto un regalo e tor-niamo qui per diffondere la buona notizia ovunque,

nelle nostre vite, nei nostri gruppi giovanili, nelle nostre parrocchie e comunità’.Hanno ancora il sorriso sulle labbra i ragazzi di Ge-rusalemme che, insieme a quelli di Ramallah e Haifa, sono stati alla Gmg di Rio e ora si ritrovano, a qualche settimana di distanza, nella parrocchia cattolica latina di San Salvatore. Ci raccontano di come la giornata mondiale sia stata un’occasione per stare con il Papa e con i giovani di tutto il mondo, compresi quelli tanto vicini quanto lontani: C’erano giovani dal Medioriente: dalla Giordania, dall’Egitto, dalla Siria, dal Libano... E abbiamo avuto la possibilità di pregare insieme, di condividere momenti fantastici, confessarci, fare insieme la Santa Comunio-ne. E questo è’ difficile, specialmente qui in Terra Santa: non è possibile incontrare i ragazzi, i giovani come noi, dei Paesi vicini. Sono lontani a causa dei confini.La gioventù è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo, ha detto Papa Francesco. E la respon-sabilità dei giovani è quella della testimonianza: anche qui, con i modi e i tempi della terra di Gesù, c’è bisogno di riscoprire la gioia semplice della fede.

Le impressioni di P. FERAS HEJAZINParroco di Gerusalemme:Qui in Terra Santa non è facile, perché la situazione

generalmente non ti permette di fare cio’ che faresti in altri posti. Oggi sentiamo questo spirito del Signore, a essere testimoni in questa terra. Forse non ci è chiesto di prendere una Bibbia e andare in strada a pregare, forse non in questo modo. Ma ci è chiesto di essere in preghiera attraverso il modo in cui viviamo, in cui viviamo la vita di Gesù Cristo sulla terra.La speranza del Santo Padre dopo la Giornata della Gioventù era che ci fosse chiasso, e non è stata disattesa.

Continua P. FERAS:La nostra gioia era per tutte le strade, in metropo-litana... dappertutto! Chiasso ce n’era! Il messaggio del Papa ai giovani è stato semplice ma chiarissimo: andate, pregate e non abbiate paura. Scommetto che ogni ragazzo che è stato a Rio conserverà queste pa-role nella sua mente e nel suo cuore e porterà questo messaggio nella sua vita.Anche il Patriarca Latino di Gerusalemme si augura che la fantastica esperienza di Rio continui e porti i suoi frutti fino alla Terra Santa.

S. B. MONS. FOUAD TAWALPatriarca Latino di Gerusalemme dichiara:Io vorrei che il pellegrinaggio in Brasile del Santo Padre con tanti giovani non sia finito con il ritorno del santo Padre a Roma. Che sia l’inizio di un program-ma di vita per un maggiore attaccamento alla Chiesa, alla fede. Che sia un programma di partenza, e non un programma che finisce.

Conclude P. FERAS HEJAZINParroco di Gerusalemme: Noi abbiamo finito la giornata mondiale ma abbiamo cominciato, e grazie a Dio abbiamo sempre, un grup-po di giovani che fa arricchire l’esperienza degli altri gruppi che ci sono nella parrocchia. E penso sia questo il guadagno che abbiamo da queste giornate.

Servizio: Giovanni Giardinawww.fmc-terrasanta.org/it/

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da Leone XIII a Papa Francesco A proposito di solidarietà

commentando la Giornata mondiale della gioventù, molti hanno lasciato trasparire una certa sorpresa

per l’insistenza con la quale Papa Francesco è tornato sul dovere della solidarietà verso poveri e bisognosi. Sorpresa che in vero a sua volta sorprende, ove solo si consideri come nella dottrina sociale della Chiesa la solidarietà sia sempre stata un valore portante, co-stantemente ripensato ed efficacemente inverato nella pluralità delle sue forme storiche.

In che senso ripensato? In due sensi, come ha spiegato lo stesso Papa il 25 maggio alla Fondazione Centesimus annus. Il primo riguarda la necessità di “coniugare il magistero con l’evoluzione socio-economica, che, essen-do costante e rapida, presenta aspetti sempre nuovi”. Il secondo concerne l’approfondimento per riuscire a far emergere dalla solidarietà tutta la sua “fecondità”, che trae origine dal Vangelo. L’attualizzazione di queste po-tenzialità non interpella solo le coscienze, ma chiama in causa le diverse culture, perché concorrano a elaborare soluzioni adeguate ai problemi del presente, congiuntu-rali e non. Una tale lectio del verbo ripensare consente di dire che la solidarietà implica sempre un riferimento al noi, inteso come “intorno sociale””, del quale si è parte ed entro il quale le relazioni si storicizzano. Sul piano del magistero pontificio, Pio XI, ad esem-pio, considera compito naturale della società l’aiuto suppletivo; in linea con la Quadragesimo anno, Pio XII riprende il concetto di destinazione universale dei

beni, facendone l’elemento fondamentale della questio-ne sociale. Con la Mater et magistra Giovanni XXIII getta nuova luce sul rapporto tra capitale e lavoro, alla base del quale non pone l’efficienza economica, ma l’equità. E Paolo VI nella Populorum progressio mette in guardia dal ritenere che lo sviluppo possa ridursi alla semplice crescita economica. Prospettiva rinvenibile anche nella Octogesima adveniens, che a giudizio di taluni costituirebbe l’estremo passo verso l’accettazione del principio che di fronte ai problemi socio-politici e socio-economici la Chiesa non vuole offrire risposte univoche, ma piuttosto accompagnare gli uomini nella loro ricerca. L’orizzonte si amplia ancora con la Cari-tas in veritate, nella quale Benedetto XVI tratta dello sviluppo umano nella sua pienezza.

Nessuna meraviglia allora se Papa Francesco richiama oggi con speciale insistenza al dovere della solidarietà, soprattutto là dove l’immagine integrale dell’uomo è proposta come obiettivo di ogni serio sforzo che cerchi di inverare storicamente e cristianamente, in sintesi sempre nuove, libero mercato e difesa del lavoro, cor-retta gestione delle risorse e condizioni accettabili di vita, efficienza economica e solidarietà.

Nessuna meraviglia, perché nel suo richiamo il nuovo si salda all’antico e trova parole di “carità nella verità” che specialmente i giovani mostrano di voler accogliere.

di Paolo Pecorari

Eugène Laermans, «Gli emigranti» (1893-1894)

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agosto - settembre 2013VoLUme XLVI • eDIZIoNe 203

Notiziario Internazionale OFMFraternitas

Fr. Julio César Bunader, della Provincia dell’Assunzione in Argentina, è il nuovo Vicario generale dell’Ordine dei Frati Minori ‘ad complendum sessennio’. Nato a Mendoza (Argentina) nel 1961, Fr. Julio era Definitore generale dell’Ordine per l’America Latina. Ha fatto il noviziato nel 1984-1985, ha emesso la Professione temporanea nel 1985, quella solenne nel 1988 ed è stato ordinato nel 1992.

Come incarichi precedenti ha svolto il servizio di Ministro provinciale, Presidente della Conf. Cono Sur e UCLAF, Definitore provinciale, Visita-tore generale Assistente. Ha lavorato anche nel campi della formazio-ne iniziale, Pastorale Parrocchiale e dei Centri Educativi. È stato Rettore dell’Istituto Teologico Francescano, Decano della Facoltà Francescana e Professore di Teologia Morale.

Ha conseguito i seguenti titoli Accademici: Professore di Filosofia, B. S. in Teologia, Licenza in Teologia Morale (Alfonsiana – Roma)

Fr. Julio succede a Fr. Michael Perry, eletto Ministro generale il 22 maggio de 2013.

Fr. Julio César Bunader:il nuovo Vicario generale OFM

dalle Lettere del Ministro Generale ➤Lettera per la festa di

S. Chiara

In questo Anno della Fede, sorelle carissime, vorrei condi-videre con voi alcune riflessio-ni che, a partire dall’esperienza cristiana di Chiara, ci possano aiutare a vivere la nostra vita di fede nel contesto attuale se-gnato da grandi cambiamen-ti, conflitti, povertà. Ascoltare, capire e farsi carico di questa società e di questa storia che si muovono in modo tanto veloce, e discernere con intelligenza spirituale ciò che è irrinunciabile e ciò che, proprio in fedeltà allo Spirito, è da ripensare, è oggi per noi una sfida che non possiamo disattendere. Ne va del senso stesso della nostra esistenza di frati Minori e sorelle Povere.

Come rimanere indifferenti di fronte alla violenza e all’odio che alimentano le guerre, alle tante povertà, allo sfruttamento del creato, alla crisi economica che rischia di farci perdere di vista che l’uomo è più importante del denaro e degli affari, ai tanti giovani privati del futuro e spesso anche della speranza, alle tante persone ridotte in schiavitù a cui è stata rubata la dignità?

Lettera per la festa diS. Beatrice

Con la vostra vita orante e con-templativa, avendo carismatica-mente Maria Immacolata come cammino di sequela (cf. CCGG 12), siete chiamate ad accom-pagnare e sostenere con la vo-stra fede la fede della Chiesa. In una “esistenza umile” in presen-ze che mediante l’accoglienza

amorevole, la parola compassionevole, l’ascolto compren-sivo..., siano trasparenza del Signore e canale della sua salvezza. La “ umile esistenza” è quella che meglio lascia trasparire e intravedere il mistero che la sostiene e la vivi-fica. Se vi convertite in testimoni viventi della bellezza del vostro Sposo Gesù Cristo, la vostra fede sarà rafforzata e accresciuta.Termino raccogliendo di nuovo le parole della lettera: La porta della fede: “Durante questo tempo [l’Anno della fede], fissiamo lo sguardo su Gesù Cristo, “Colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2): in lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuo-re umano”. Il Signore Gesù Cristo vi accompagni e porti a compimento la vostra fede.

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Il MG con i giovani in Polonia

Dal 23-26 Giugno il Ministro genera-le Fr. Michael ha incontrato i giovani frati della Conferenza Nord-Slavi-ca (Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ucraina, Russia-Kazakistan), riuniti presso il Santuario Francesca-no di Sant’Anna in Polonia sul tema: “Ravviva in te il dono della fede” . Si sono fatti i seguenti interventi:• Presentazioni di ogni Provincia fatta dai giovani frati.• Quantità e qualità della formazio-ne temporanea nella Conferenza Nord-Slavica.• Salire sul monte: una metafora della formazione francescana”• Essere segno e strumento della co-munione.• L’importanza dello studio nella for-mazione francescana.• La Formazione in un’era digitale.• Ravviva il dono di Dio che è in te.• Crisi della vocazione: cause e solu-zioni.

Il MG visita due Prov. in Polonia

Dopo l’incontro con i giovani, il 27 giugno, il Ministro generale si è in-contrato con il Governo della Pro-vincia di San Francesco d’Assisi. Il 28 giugno, il Ministro generale è arriva-to a Toruń, insieme al Definitore ge-nerale, Ernest Siekierka; al Ministro provinciale, Fr. Filemon Janka, e ad altri frati che lo accompagnavano. Qui il Ministro generale ha incontra-

ALTRE NOTIzIE to tutti i frati della Provincia, ha pre-sieduto la messa solenne, ha tenuto una conferenza su temi legati alla d’identità e alla crisi della fraternità e della missione, seguita dal dialogo con i fratelli.La sera, tornando a Poznań, Fr. Mi-chael si è fermato a Pakość, dove ha incontrato i frati della comunità, vi-sitando e pregando nella Calvaria di Pakość.Sabato, 29 giugno 2013, salutato dalla comunità di Poznań, il Ministro generale ripartiva per visitare la Pro-vincia di Sant’Edvige. Gli ospiti sono stati salutati dai frati accorsi in gran numero e dalla delegazione dell’OFS.Alle ore 11.00 nella basilica è stata ce-

lebrata la Messa solenne, presieduta dall’ordinario della diocesi di Opole, Mons. Andrzej Czaja. L’omelia è stata tenuta da Fr. Michael. Nel pomerig-gio, gli ospiti si sono recati a Prudnik per un momento di preghiera, pre-sieduto da Fr. Michael ed organizzato dai giovani. Il Ministro, poi, ha fatto una visita alle Fraternità di Nysa e di Wambierzyce. La mattina successiva, il Ministro ge-nerale, accompagnato dal Definitore Generale e dal Ministro provinciale Fr. Alan, si è recato al convento della Beata Vergine Maria, Madre del Buon Consiglio di Kłodzko, per celebrare l’Eucarestia con i frati e con il Popolo di Dio.Nel pomeriggio nella basilica maria-na sono iniziati i vespri solenni, pre-sieduti dal Ministro provinciale, Fr. Alan Brzyski, con l’omelia tenuta dal Ministro generale. Durante i vespri, il Ministro generale ha consegnato i crocifissi ai nuovi Missionari. Verso sera, il Ministro ha visitato ancora le due Fraternità di zieleniec e Dusz-niki.

Nuovi Provinciali

Fr. Cornelius BohlProv. S. Elisabetta , Germania

Fr. Dennis VavrekProv. Christ the King, Canada

Fr. Felix Jungco Jr. Cust. S. Antonio di Padua, Filippine

Agenda del Ministro generaleAgosto:1-2 Assisi - Perdono di Assisi

Settembre:1-4 Stati-Uniti - Incontri7-8 Peschiera 9-20 Tempo Forte9 Apertura Congresso Internazionale SGFS - Assisi13-15 Ucraina - 250 anni della presenza francana. 21 Chiusura Congresso Internazionale SGFS - Assisi21-30 India

Nuove Forme - Sussidio

All’indomani del Seminario di Grec-cio sulle Nuove Forme, il Definitorio generale ha nominato una Commis-sione col compito di preparare un Sussidio che delinei il volto di queste nuove presenze di vita e missione, e che potrà servire anche all’interno di ogni Entità per regolarne le dinami-che e le relazioni. La commissione si è ritrovata per la prima volta a Ge-nova, presso la Nuova Forma che la Provincia ligure ha costituito da circa ➤

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Libri Francescani

Hans-Ferdinand Angel – Paul Zahner (ed.), Erinnerung und Prophetie. 800 Jahre fran-ziskanisches Leben: Wirkungsgeschichte und aktuelle Impulse. Beiträge zum Grazer Symposium vom 2.-3. Oktober 2009 (Grazer franziskanische Beiträge 1) [Memoria e Profezia. 800 Anni di vita francescana: la storia e l’attualità], Noderstedt 2013, pp. 160 (ISBN 978-3-7322-4007-4).La Facoltà Teologica cattolica dell’Università di Graz e la Provincia francescana d’Austria hanno organizzato un Simposio, in occasione degli 800 anni della fondazione dell’Ordine francescano (1209-2009), per studiare il carisma francescano che si articola tra memoria e profezia. Il presente volume riporta l’apporto dei Relatori che hanno indagato sui vari aspetti del carisma francescano (vita, pensiero, arte e spiritualità).

“San Francisco en la escuela de Asís”. Autores: Laura Simone y Fr. Natalio Saludes Edi-torial: Colegio Franciscanos Coruña. Coruña 2013.Un materiale per la proposta, il carisma e la persona di Francesco d’AssisiDopo anni di lavoro educativo, partendo da una visione francescana della vita e dell’inse-gnamento e dalla nostra umile esperienza, offriamo del materiale, redatto in forma di 6 libretti, per lavorare in tutti i corsi di istruzione obbligatoria (www.sanfranciscoenlaescuela.es).

FRANCESCO DELLA MARCA O.F.M., Questioni sulla Metafisica, traduzione di Nazareno Mariani ofm. Editio-nes Collegii S. Bonaventurae ad Claras Aquas - Grottaferrata (Roma) 2013, pag. 789. (Spicilegium Bonaven-turianum - Tom. XXXVIII. ISBN 978-88-7013-290-8).Il 20 marzo 2013 è stato pubblicato il volume della traduzione della Metafisica di Francesco della Marca, frate mino-re e dottore alla Sorbona, vissuto nella prima metà del secolo XIV. Si tratta dell’edizione in lingua italiana del testo latino recentemente edito in edizione critica (dicembre 2012). La Pubblicazione è un invito alla lettura rivolto a tutti coloro che, interessati all’autore, ai problemi metafisici e alla conoscenza dei nostri classici medievali, non possono rivolgersi al testo latino, ma, avendo ora una versione nella lingua parlata, sono lieti di poterne usufruire. Il volume è la traduzione fedele del testo originale: riporta infatti esattamente i numeri dei libri, i numeri e i titoli delle questioni, gli articoli, il testo e le note, le diverse citazioni o autorità, con le aggiunte, compreso l’ampio indice, il tutto tradotto in italiano, mentre sono state omesse solo le varianti; la prefazione è stata ridotta, pur lasciando l’ampia cronologia della vita e dei fatti salienti verificatisi nel periodo.Chi ricerca la lettura seria di un testo profondo e sottile, opera di pensiero e non di fantasia, sarà soddisfatto di in-contrare il nostro Francesco, detto dai contemporanei Doctor Succinctus, cioè colui che non adopera parole inutili.(Ufficio vendite: [email protected])

SEGNALIBRO FRANCESCANO

Avete qualche frate della vostra provincia che ha pubblicato un libro o un ebook? inviateci tutte le informazioni su e-mail: [email protected]

tredici anni, si è stilato lo schema del documento, affidando le singole par-ti ai fratelli incaricati, i quali sperano di poter concludere il Documento prima della fine del 2013.

Seminario Interno Servizio FePIl 6 Luglio, presso la Curia generale

OFM in Roma, si è tenuto un Semi-nario Interno del Servizio Fedeltà e Perseveranza, in chiave di formazio-ne permanente. Lo scopo di questa giornata è stato quello di illuminare il tema della fedeltà e della perse-veranza, da prospettive diverse, per fornire degli orientamenti, come ri-chiesto dal Capitolo generale OFM di Assisi del 2009 (mandato n. 48).

Terra Santa: Nuovo CustodeIl 21 Giugio il Ministro generale, Fr. Michael Perry, ha comunicato che, dopo avere ottenuto l’approvazione della Sede Apostolica, il Definitorio generale ha eletto come Custode di

Terra Santa per i prossimi tre anni Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm.

Terra Santa: Nuovo MuseoLa Custodia di Terra Santa intende re-alizzare, nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme il TERRA SANCTA MUSEUM, l’unico museo al mondo sulle radici del Cristianesimo e la con-servazione dei Luoghi Santi.Un’esposizione permanente per sco-prire la storia di questa terra straordi-naria in cui da millenni s’intrecciano, in modo misterioso, i destini di molti popoli che convivono nei luoghi sacri delle tre grandi religioni monoteiste.(www.terrasanctamuseum.org)

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Novant’anni di Fr. Alberto Montealegre Gonzalez

Fr. Alberto Montealegre Gonzalez è membro della Provincia di Santa Fe in Colombia. È nato il 21 giugno 1923 in Florida-Valle del Cauca-Co-lombia. È entrato nell’Ordine dei Frati Minori nel 1940, ha professato nel 1941 ed è stato or-dinato sacerdote nel 1948. Fr. Alberto è Dottore in Scienze Pedagogiche presso l’Università Cat-

tolica di Lovanio. È stato Professore e Rettore dell’Istituto Pedagogico Internazionale di Roma Grottaferrata. È stato Definitore provinciale e Vicario provinciale della sua Entità, Definitore generale dell’Ordine (1965-1967); Segretario dei Capitoli generali di Assisi (1967) e di Ma-drid (1973); Perito durante il Capitolo generale dell’Ordine tenutosi a Medellín, Colombia (1971); Visitatore generale di 9 Entità dell’Ordine. È Fondatore dell’Università San Bonaventura a Cali e Cartagena de In-dias (Colombia); Rettore dell’Università di San Bonaventura in Colom-bia; Rettore dell’Università San Bonaventura con sede in Bogotà e della sezione locale di Cartagena de Indias; membro della Commissione In-ternazionale per la Pontificia Università “Antonianum” di Roma (1999-2000). Congratulazioni fra Alberto!

PICCOLE NOTIzIESI GIRA IL FILM SuLLA VITA DELLA SANTA EBREA DIVENuTA SuORAE MORTA AD AuSCHWITZ - Il fran-cescano padre Francesco Alfieri, docente alla Pontificia Università La-teranense e all’Università di Bari, ha curato la bibliografia mondiale della santa filosofa. E fu un Francescano, Fr. Herman Leo Van Breda, a ritrovare gli scritti della filosofa carmelitana tra le rovine del monastero di Echt.

FESTIVAL FRANCESCANO - Il Mo-vimento Francescano dell’Emilia-Ro-magna, in collaborazione con il Movi-mento Francescano italiano, intende riportare sulle piazze, tra la gente, i valori Francescani con il Festival Fran-cesco, giunto ormai alla quinta edi-zione (www.festivalfrancescano.it).

GIORNATA DI STuDIO - 26 ottobre.Nel convento San Francesco di Fi-renze si terrà una “Giornata di studio: Margherita da Cortona”. Temi che verranno trattati: Le religiosae mulie-res nel sec. XIII; Strutture politiche, eco-nomiche ed ecclesiastiche dell’aretino nel sec. XIII; Modelli e linguaggio della santità nella Legenda di Margherita da Cortona; Margherita da Cortona, Angela da Foligno, Chiara da Monte-falco; Il linguaggio di Margherita da Cortona: dalla devozione alla mistica;

L’iconografia di Margherita da Corto-na; Aspetti civici del culto di Margherita da Cortona; Un erudito del Settecento, studioso di Margherita da Cortona: pa-dre Ludovico da Pelago.

PuA - 15 novembre. Si terrà un Semi-nario di studio su “San Francesco tra le righe” riguardante il libro di Felice Accrocca, Un santo di carta. Le fonti biografiche di san Francesco d’Assisi.

PuA - 18 - 21 novembre: VIII stage di archivistica per operatori negli archivi delle famiglie francescane. (www.an-tonianum.eu)

PuA - Proposta formativa per l’anno 2013-2014Nelle pagine dedicate alle facoltà e agli istituti della PUA è possibile pren-dere visione dell’offerta formativa proposta presso la sede romana in vi-sta dell’anno accademico 2013-2014. Descrizioni più approfondite sono contenute nell’Annuario accademico 2013-2014. Per informazioni sull’offerta formativa proposta presso la Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia, l’Istituto di Studi Ecumenici e l’Instituto Teológ-ico de Murcia si rimanda alle rispetti-ve pagine web.

Fraternitas notiziario internazionale OFM

editore: Fr. Joseph Magro OFM

eMail: [email protected]: +39 0668491 339

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Nuovi Visitatori generali

Fr. Francisco Gearoid O’Conaire - Prov. N.D. de Guadalupe in GUATEMALA, Visitatore per la Prov. St. John the Baptist, USA.

Fr. Thomas Luczak, ofm - Prov. Assumptionis B.V.M. negli USA, Visitatore per la Prov. N. Dominae de Guadalupe, USA.

Fr. Mario Favretto, ofm - Prov. Veneta S. Antonii Patavini in ITALIA, Visitatore per il Collegio Int. S. Antonio, ROMA.

Fr. César Külkamp - Prov. Immac. Conc. B.M.V. in BRASILE, Visitatore per la Cust. N.D. Septem Gaudiorum, BRASILE.

Fr. Edward Tlucek - Prov. Assumptionis B.M.V. negli USA, Visitatore per la Prov. Immac. Conc. B.M.V., INGHILTERRA.

Fr. František Xaversky Olbert - Prov. SS. Salvatoris in SLOVACCHIA, Visitatore per la Prov. Bohemiae et Moravieae S. Venceslai, REPUBBLICA CECA.

Fr. Ivan Sesar - Prov. Hercegovinae Assumpt. B.M.V. in BOSNIA-ERzEGOVINA, Visitatore per la Prov. SS. Cyrilli et Methodii, CROAzIA.

Fr. Petrus Kanisius Aman- Prov. S. Michaëlis Archangeli in INDONESIA, Visitatore per la Cust. Aut. S. Joannis Baptistae, PAKISTAN.

Fr. Ramiro de la Serna - Prov. S. Francisci Solano in ARGENTINA, Visitatore per la Prov. S. Evangelii Prov., MESSICO.

Fr. Mario Rafael Toro Puerta - Prov. S. Pauli Apostoli in COLOMBIA, Visitatore per la Prov. Santa Fidei, COLOMBIA.

Fr. Salvatore Ferro- Prov. Sss. Nome di Gesù in Italia, Visitatore della Prov. S. Pauli Apostoli in Malta

Fr. Léo Páll - Prov. S. Stefano re di Transilvania, in Romania, Visitatore della Prov. Magnae Dominae Hungarorum, in Ungheria

Fr. Patryk L. Olikh - Prov. S. Michele in Ucraina, Visitatore della Fond. S. Francesco, in Kazakistan

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