Fare lItalia Capitolo I. Introduzione Il processo di State building e di Nation building La...
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Fare l’ItaliaCapitolo I
Introduzione
Il processo di State building e di Nation building
La periodizzazione: 1861-1887
Le realizzazioni del 1861-1887
Luci e ombre
Un regno fragile
La nascita del nuovo Stato: un processo rapido e “inaspettato”
L’iniziativa dall’alto e dal basso: la borghesia provinciale
Progressi (istituzioni rappresentative) e limiti (classe dirigente ristretta)
I capisaldi dello Stato moderno: finanze, esercito, territorio nazionale, scuole
Parlamento, Costituzione, Re Vittorio Emanuele II
Una monarchia costituzionale
Una èlite ristretta (censo e istruzione)
I gruppi parlamentari regionali
Lo Statuto albertino
L’economia
Un paese agricolo e analfabeta
Il divario economico e infrastrutturale tra Nord e Sud
Le “tre Italie”
L’agricoltura intensiva e produttiva del Sud
L’unificazione monetaria e tributaria
La mancanza di una Banca d’Italia
La lira
La rivoluzione bancaria
La politica fiscale: imposte dirette e indirette
Il debito pubblico: da 1 a 2 MLD e mezzo
Quintino Sella: credito, alienazioni, riduzione spese, aumento entrate fiscali
La guerra contro l’Austria e l’aumento del debito pubblico (72% del PIL)
Il corso forzoso: l’abitudine alla cartamoneta
L’eversione dell’asse ecllesiastico
1869: la tassa sul macinato>moti per il pane
1870: 8 MLD di debito
Aumento della pressione fiscale
1875: pareggio del bulancio
L’apertura di credito in Europa
La politica doganale liberista
I trattati commerciali
Vantaggi per l’agricoltura da esportazione
Romeo: l’integrazione nel contesto economico europeo e l’accumulazione di capitali
Luigi Luzzatti e la lenta conversione dal liberismo al protezionismo
Le Camere di commercio: razionalizzazione economica e coinvolgimento della borghesia provinciale nei processi decisionali e di innovazione economica (proposte, pareri, informazioni, compiti amministrativi)
Uno stimolo alla iniziativa imprenditoriale, alla cultura tecnica
La difficile unità
La “scoperta del Sud”: dal decentramento all’accentramento
La “piemontesizzazione”: comprensibile ma a volte eccessiva
Gli esuli
Il brigantaggio: avversione al nuovo Stato, malcontento sociale e lealismo borbonico
La ferocia dei briganti
La dura repressione militare: da 50.000 a 120.000 soldati
Una guerra civile
Pontelandolfo e Casalduni
Aspromonte
La commissione parlamentare d’inchiesta
La legge Pica
La renitenza alla leva in Sicilia
La rivolta del Sette e mezzo
1867: Mentana
I complotti mazziniani
La breccia di Porta Pia
La storiografia sul brigantaggio
Bevilacqua, Lepre e Petraccone: una guerra civile e una rivolta rurale con tendenze legittimiste e clericali e aspirazioni deluse di giustizia sociale dei contadini meridionali
L’incapacità di comprensione del governo delle ragioni di fondo
Pecout: la trasformazione dei briganti in eroi e l’uso della forza
La visione critica di Martucci
Villari: la ferocia dei briganti e l’inadeguatezza delle classi dirigenti meridionali
Dickie, Moe, Del Boca: un atteggiamento coloniale dei piemontesi nei confronti del Sud
• I protagonisti: Ricasoli, Rattazzi, Minghetti, Sella, Di Rudinì