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Comune di Cavriago MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 [email protected] www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago Letture con musica dal vivo. I suggerimenti di lettura del 38° appuntamento, 21 Gennaio 2016 Memorie e pagine di Eva era africana. Scritture migranti. EVA ERA AFRICANA Levi-Montalcini, Rita Veniamo tutti dall'Africa. Lo hanno scoperto gli scienziati percorrendo a ritroso la storia genetica dell'umanità, trasmessa solo per via femminile. Oggi in quel continente le ragazze subiscono più che altrove le conseguenze della miseria e dell'ignoranza. Con la scuola, Internet e il loro entusiasmo il futuro sarà migliore. ULISSE DA BAGDAD Schmitt, Eric-Emmanuel Saad è un ragazzo onesto e beneducato, ha un padre colto e stravagante, una madre protettiva e tre amatissime sorelle, studia per laurearsi in giurisprudenza e vuole sposare Leila, la ragazza di cui è innamorato. Ma Saad ha un problema, è iracheno, e quello che in altri paesi è un percorso di vita normale in Iraq è semplicemente impensabile. La feroce dittatura di Saddam Hussein, la guerra, l'embargo e l'occupazione americana hanno messo il paese in ginocchio, Baghdad è una città sconvolta da attentati terroristici, non c'è cibo, non ci sono medicine e regnano l'odio e il sospetto. Come tanti altri, Saad decide quindi di andare a cercare miglior fortuna in Europa: Londra è la sua meta. Senza soldi, senza passaporto, inizia una rocambolesca odissea attraverso il Medio Oriente, il Mar Mediterraneo e l'intero continente europeo. E lui, Saad, l'Ulisse dei nostri giorni, l'uomo che racconta i pericoli che attendono chi cerca una nuova casa, un luogo dove vivere un'esistenza serena. È una favola piena di humour e di malinconia, di momenti dolci e di momenti decisamente aspri, ed è anche il pretesto per affrontare un problema scomodo, quello degli immigrati clandestini, che troppo spesso noi europei benestanti tendiamo a ignorare o a far finta di non vedere. NON DIRMI CHE HAI PAURA

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Letture con musica dal vivo. I suggerimenti di lettura del 38° appuntamento, 21 Gennaio 2016 Memorie e pagine di Eva era africana. Scritture migranti. EVA ERA AFRICANA Levi-Montalcini, Rita Veniamo tutti dall'Africa. Lo hanno scoperto gli scienziati percorrendo a ritroso la storia genetica dell'umanità, trasmessa solo per via femminile. Oggi in quel continente le ragazze subiscono più che altrove le conseguenze della miseria e dell'ignoranza. Con la scuola, Internet e il loro entusiasmo il futuro sarà migliore.

ULISSE DA BAGDAD Schmitt, Eric-Emmanuel Saad è un ragazzo onesto e beneducato, ha un padre colto e stravagante, una madre protettiva e tre amatissime sorelle, studia per laurearsi in giurisprudenza e vuole sposare Leila, la ragazza di cui è innamorato. Ma Saad ha un problema, è iracheno, e quello che in altri paesi è un percorso di vita normale in Iraq è semplicemente impensabile. La feroce dittatura di Saddam Hussein, la guerra, l'embargo e l'occupazione americana hanno messo il paese in ginocchio, Baghdad è una città sconvolta da attentati terroristici, non c'è cibo, non ci sono medicine e regnano l'odio e il sospetto. Come tanti altri, Saad decide quindi di andare a cercare miglior fortuna in Europa: Londra è la sua meta. Senza soldi, senza passaporto, inizia una rocambolesca odissea attraverso il Medio Oriente, il Mar Mediterraneo e l'intero continente europeo. E lui, Saad, l'Ulisse dei nostri giorni, l'uomo che racconta i pericoli che attendono chi cerca una nuova casa, un luogo dove vivere un'esistenza serena. È una favola piena di humour e di malinconia, di momenti dolci e di momenti decisamente aspri, ed è anche il pretesto per affrontare un problema scomodo, quello degli immigrati clandestini, che troppo spesso noi europei benestanti tendiamo a ignorare o a far finta di non vedere.

NON DIRMI CHE HAI PAURA

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Catozzella, Giuseppe Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L'appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l'esistenza per sempre. Rimanere lì, all'improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia. Consigliato da Gabriella

SCONTRO DI CIVILTÁ PER UN ASCENSORE IN PIAZZA VITTORIO Lakhous, Amara Omicidio a piazza Vittorio: una commedia all'italiana scritta da un autore di origine algerina. Questo romanzo di Amara Lakhous è una sapiente e irresistibile miscela di satira di costume e romanzo giallo imperniata su una scoppiettante polifonia dialettale di gaddiana memoria (il "Pasticciaccio" sta sullo sfondo segreto della scena come un nume tutelare). La piccola folla multiculturale che anima le vicende di uno stabile a piazza Vittorio sorprende per la verità e la precisione dell'analisi antropologica, il brio e l'apparente leggerezza del racconto. A partire dall'omicidio di un losco personaggio soprannominato "il Gladiatore", si snoda un'indagine che ci consente di penetrare nell'universo del più multietnico dei quartieri di Roma: piazza Vittorio. Forse basta mettere in scena frammenti di vita quotidiana intrecciati attorno all'ascensore, puntualmente all'origine di tante dispute condominiali, per comprendere il nodo focale del paventato, discusso, negato o invocato scontro di civiltà che assilla il nostro presente e il nostro futuro e infiamma il dibattito politico, sociale e religioso-culturale dei nostri giorni.

BEETHOVEN ERA PER UN SEDICESIMO NERO Gordimer, Nadine Tredici racconti. Tredici frammenti di vite. Storie d'amore. Gli incontri veri o immaginati dell'autrice con alcuni grandi scrittori del ventesimo secolo. La storia che dà il titolo alla raccolta, vede un professore di biologia di Johannesburg ripercorrere la propria storia familiare. Al centro un tema paradossale e significativo: se un tempo tutti desideravano avere almeno una goccia di sangue bianco nelle vene, oggi vale l'esatto contrario, e avere almeno un sedicesimo di sangue di colore è raccomandato quasi si trattasse di un indizio di "nobiltà sociale". Con mano sicura Gordimer indaga fra le pieghe dei sentimenti e del rapporto di coppia: attraverso i sensi (udito, olfatto) i diversi protagonisti prendono coscienza di dolorose verità.

LE MIE STELLE NERE Thuram, Lilian "Durante l'infanzia mi hanno indicato molte stelle. Le ho ammirate, le ho sognate: Socrate, Baudelaire, Einstein, Marie Curie, il generale De Gaulle, Madre Teresa... Ma nessuno mi ha mai parlato delle stelle nere. I muri della mia classe erano bianchi, erano bianche le pagine dei libri di storia. Non sapevo nulla dei miei antenati. Soltanto la schiavitù veniva citata. Presentata in quel modo, la storia dei neri non era altro che una valle di armi e di lacrime. Questi ritratti di donne e uomini sono il frutto delle mie letture e conversazioni con alcuni storici e studiosi. Perché il modo migliore per combattere il razzismo e l'intolleranza è arricchire le nostre conoscenze e il nostro immaginario. Da Lucy a Barack Obama, passando per Esopo, Dona Beatriz, Puskin, Anna Zingha, Aimé Césaire, Martin Luther King e molti altri: stelle che mi hanno permesso di evitare la vittimizzazione, di credere nell'Uomo e soprattutto di avere fiducia in me stesso."

OGGI FORSE NON AMMAZZO NESSUNO

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Ghazhy, Randa I jinn (un esemplare illustre: quello che abitava nella lampada di Aladino) appartengono a un mondo che non è quello degli uomini né quello degli angeli. Stanno a metà, possono essere buoni o cattivi, certo sono curiosissimi. Jasmine è come un jinn: buona, ma spesso arrabbiata, perché nessuno la capisce. Non la sua migliore amica Amira, che dopo anni di fronte comune cede (cede?) a un matrimonio combinato. Non i genitori, perplessi come tutti i genitori del mondo davanti agli scatti ribelli di una ventenne in cerca di identità. Non i ragazzi musulmani come lei, che la vorrebbero più semplice, più tranquilla. Non i ragazzi occidentali, pronti a rovesciarle addosso insopportabili, banali, disarmanti luoghi comuni sugli arabi. Sola, smarrita in un groviglio di contraddizioni, Jasmine possiede però un'arma potente: l'ironia. E in questa storia molto vera Randa Ghazy riesce a mescolare un acceso istinto polemico con la leggerezza di chi sa sorridere di sé.

VERDI COLLINE D’AFRICA Hemingway, Ernest Pubblicato a New York nell'ottobre del 1935, Verdi colline d'Africa è il diario narrativo di un safari che Hemingway fece in compagnia della moglie nel 1934. Scopo dello scrittore era di scrivere "con precisione e verità" il mondo dell'Africa e il mondo della caccia.

LE RADICI DEL CIELO Gary, Romain A Fort-Lamy, nell'Africa Equatoriale Francese, il centro d'attrazione è l'Hotel del Ciadien. Il caffè-bar-dancing è di proprietà di Habib, una canaglia col sigaro perennemente alle labbra, il sorriso beffardo che non si rivolge a nessuno in particolare, ma pare destinato alla vita stessa, e di un suo protetto: de Vries, un giovane esile, eretto, capelli biondi ondulati, che si fa vedere raramente a Fort-Lamy e trascorre il tempo a braccare la natura in tutti i suoi rifugi col suo bel fucile col calcio incrostato d'argento. Fino a qualche tempo fa il Ciaden era un luogo piuttosto desolato, poi è arrivata Minna, tedesca, bionda, un gran corpo vistoso, un passato da dimenticare alle spalle, e l'atmosfera è cambiata. Un giorno, mentre Minna è al bar intenta a scegliere i dischi per la serata, piomba sulla pista da ballo un uomo con un viso energico e un po' scuro, i capelli castani e ricciuti, che ogni tanto rigetta indietro con un gesto brusco. L'uomo ordina un rhum. Poi comincia a parlare a Minna. Non le dice né chi è né da dove viene, ma le parla degli elefanti, delle migliaia di elefanti che vengono uccisi ogni anno in Africa. Meravigliosi animali in marcia negli ultimi grandi spazi liberi rimasti al mondo, abbattuti senza pietà. E così, quasi senza accorgersene, Minna e Morel, il "francese pazzo", l'"avventuriero dello spirito" compiono l'uno verso l'altra i primi passi di un'avventura che diventerà leggenda in Ciad e in tutta l'Africa Equatoriale Francese.

LA VIA DEL PEPE. FINTA FIABA AFRICANA Carlotto, Massimo Massimo Carlotto, attraverso questa fiaba ironica e commovente, arricchita dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, racconta il dramma di migliaia di esseri umani spinti da fame e guerre alla deriva nel Mediterraneo. E quello di un'isola che deve sopportare il peso dell'indifferenza del mondo.

RACCONTI AFRICANI Lessing, Doris Lo sfondo a questi undici racconti, certamente tra i più suggestivi che siano mai stati scritti sull'Africa, è il grandioso e lussureggiante paesaggio della Rhodesia, l'attuale Zimbabwe, dove Doris Lessing trascorse l'infanzia e l'adolescenza quando questa regione faceva parte dell'impero britannico. Le vicende si svolgono in anni in cui la questione razziale, non ancora esplosiva, incomincia ad affacciarsi alla coscienza dei figli e dei nipoti dei primi coloni inglesi: emblematico è il racconto intitolato Il vecchio Capo Mshlanga, in cui una ragazza inglese nata e cresciuta sotto "l'antico sole africano" si rende conto, a poco a poco, dell'infondatezza dei pregiudizi dei bianchi e scopre l'insopportabile solitudine alla quale ella stessa è condannata dalla barriera razziale. Vi sono racconti in cui è centrale il dramma dei neri, defraudati dalle terre e costretti ad assistere impotenti alla disgregazione del loro mondo tribale e ve ne sono altri in cui è messa a fuoco l'insicurezza serpeggiante tra i bianchi, soffocati dalla meschinità di un ambiente sociale ghettizzante e

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conformista. In questa splendida raccolta, che evoca magistralmente i sintomi di una crisi di coscienza di portata storica, Doris Lessing ha saputo delineare un dramma che, infine, assume un valore universale: "L'Africa ti insegna che l'uomo è una piccola creatura, in mezzo a tante creature, in un grande panorama."

L’ERBA CANTA Lessing, Doris Nel Sudafrica degli anni Quaranta, Mary e Dick, poco più che trentenni, decidono di sposarsi più per solitudine che per amore e andare a vivere in una sperduta fattoria a coltivare la terra. Mary, abituata a vivere in città, mal sopporta il caldo e la fatica, la difficoltà di far fronte alla mancanza di agio e di benessere, lontana da tutto. Il sogno di una futura ricchezza si infrange perché Dick si rivela un inetto e un sognatore: non sa adeguarsi alle dure leggi della lotta per la sopravvivenza in un ambiente ostile, una terra che in realtà appartiene ai neri, agli oppressi. È proprio l'arrivo di Moses, un nero dall'espressione indecifrabile e dalla muta devozione, che provocherà la tragedia: un delitto che apre il racconto e che si spiegherà solo alla fine.

REGINA DI FIORI E DI PERLE Ghermandi, Gabriella Debre Zeit, cinquanta chilometri da Addis Abeba, 1987: una grande famiglia patriarcale; un legame speciale tra il vecchio Yacob e Mahlet, la più piccola di casa. Lui la conosce meglio di chiunque altro: la guarda negli occhi, mentre lei divora le storie che lui le narra. Così, un giorno si mette a raccontarle del tempo degli italiani, venuti a occupare quella terra, e degli arbegnà, i fieri guerrieri che li hanno combattuti. Quel giorno, Mahlet fa una promessa: da grande andrà nella terra degli italiani e si metterà a raccontare... Un lungo viaggio nel tempo e nello spazio, in cui scorrono la vita e le vicende di una famiglia etiope nel periodo della dittatura di Mengistu Hailè Mariam, e nel decennio successivo dell'emigrazione. Un romanzo che percorre oltre cento anni di storia, dal tempo di Menelik ai giorni nostri. Una narrazione che non riguarda solo la dimensione del passato etiopico, ma è anche un modo di interrogarsi sull'identità della memoria coloniale italiana. A cavallo tra lingue ed etnie, tra nazioni e continenti, tra occupazioni militari e guerre fratricide, si dipanano le mille storie di questa Shahrazade dei nostri tempi, fiera delle sue origini etiopi ed eritree.

ADUA Scego, Igiaba Adua è oggi una donna matura e vive a Roma da quando ha diciotto anni. È una vecchia Lira, così i nuovi immigrati chiamano le donne giunte nel nostro paese durante la prima ondata di immigrazione negli anni settanta. Ha da poco sposato un giovane Titanic, un immigrato sbarcato a Lampedusa, e medita di tornare in Somalia dopo la fine della guerra civile. Ormai sola (la sua amica Lul è già rientrata in patria e il giovane marito è interessato più a Facebook che a lei), Adua si confida con la statua dell'elefante che sorregge l'obelisco in piazza Santa Maria sopra Minerva. Piano piano gli racconta la sua storia: suo padre Zoppe, ultimo discendente di una famiglia di indovini, lavorava come interprete durante il regime e negli anni trenta baratterà involontariamente la sua libertà con la libertà del suo popolo. Adua, fuggita dai rigori paterni e dalla dittatura comunista, approda a Roma inseguendo il miraggio del cinema. Purtroppo l'unico film da lei interpretato, un porno soft dal titolo "Femina somala", sarà fonte solo di umiliazione e vergogna. Solo adesso Adua sente di essere pronta a riprendere in mano la sua vita.

FIRDAUS. STORIA DI UNA DONNA EGIZIANA Al Saadawi, Nawal Firdaus è una donna spinta all'estremo, dalla sua disperazione e dal suo stesso coraggio. Il coraggio di sfidare quelle forze che strappano alle persone il diritto di vivere e di amare, oltre che il diritto alla libertà.

L’AMORE AI TEMPI DEL PETROLIO Al Saadawi, Nawal In un oscuro regno del petrolio un'archeologa scompare senza lasciare traccia. La polizia che indaga si chiede se fosse una ribelle o una donna dalla dubbia morale, in un paese nel quale nessuna donna ha mai osato abbandonare casa e

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marito, disobbedendo alle regole. Quando finalmente riappare lascia il marito per stare con un altro uomo… Una storia d'amore intrigante e insospettabile, densa di mistero. Un'educazione sentimentale e un viaggio di autocoscienza di una donna araba in un paese autoritario. Un uomo può uscire e non tornare per sette anni e solo dopo quella data la donna può chiedere il divorzio. Mentre per una donna una sola notte è sufficiente per lanciare l'allarme e gridare allo scandalo. Nella mente della donna le immagini si confondono, in un dormiveglia angosciante che non trova mai riposo, in cui le diverse figure maschili di cui è popolato il romanzo si fondono delineando un'unica figura maschile che identifica l'uomo. Uomo, verso il quale la donna prova un continuo senso di attrazione e repulsione. Uomo da cui la donna è schiacciata come se fosse oppressa dal petrolio, un liquido nero infestante, viscoso, appiccicoso che con le sue particelle nere avvolge cose e persone, e nel cui fluido rimane incastrata, e non riesce a fuggire. Uno stile allucinato e visionario conduce il lettore in questo viaggio onirico e reale in un paese autoritario, una monarchia del petrolio che pur non essendo identificata emana dei chiari riferimenti, il petrolio in generale ci riconduce all'Arabia Saudita, il riferimento a un fiume e i continui rimandi alle statue delle divinità egizie riconducono alla terra d'origine della scrittrice. Una terra incui la donna è sottomessa e può essere tranquillamente sostituita da una macchina tuttofare, in grado di cucinare, pulire, scrivere… la donna equiparata a strumento, funzionale, ma senza diritti né sentimenti, quindi intercambiabile. L'ambientazione potrebbe quindi essere l'Egitto come qualsiasi altro paese. Un libro denso di metafore e continue allusioni alla rappresentazione della donna… sottomessa, asservita, oppressa dall'uomo che ha cercato di negare con gli anni il valore storico della donna. L'incessante ricerca delle dee fatta dalla protagonista indica la ricerca interiore, di sé stessa, un sé che l'uomo vuole negare. è il suo corpo quello che sta cercando, non il corpo di antiche statue, il suo corpo che è sottoterra perché non è più suo in quanto percepito solo come vuoto strumento. Alcuni suoi romanzi, tra cui L'amore ai tempi del petrolio, sono stati banditi e censurati dalla massima istituzione religiosa egiziana, Al Azhar, che ne ha ordinato il ritiro da tutte le librerie egiziane.

SOLO ANDATA. RIGHE CHE VANNO TROPPO SPESSO A CAPO De Luca, Erri Il drammatico viaggio di un gruppo di emigranti clandestini verso i "porti del nord". Un poema scabro e tragico. La scommessa della parola poetica di fronte a una materia (umana, civile, sociale) quasi "intrattabile" ma che qui diventa disegno delle sorti del mondo. Erri De Luca obbedisce all'urgenza lirico-tragica ampiamente presente nella sua scrittura e disegna un paesaggio sociale e umano profondamente interiorizzato.

DESERTO Le Clezio, Jean-Marie Un romanzo dal respiro epico che celebra, attraverso personaggi memorabili, la grandezza di una cultura perduta, di fronte alla quale è l'Europa ad apparire una landa sterile e desolata. Lalla è una figlia del Sahara, nata all'ombra di un albero e vicino a una sorgente. Nelle sue vene scorre il sangue degli "uomini blu", i Tuareg sconfitti ma non domati dai conquistatori francesi. È cresciuta in una squallida bidonville, e sulle dune che guardano il mare, dove l'unico odore, e l'unico suono, è quello del vento, attende la rivelazione di Es Ser, il Segreto, il cui sguardo viene dal cuore del deserto e "brilla come una luce che non può scomparire". Lalla arriva, come molti disperati, a Marsiglia, a fare i lavori più umili, ma la sua bellezza le spalanca un destino diverso. Più forte di ogni cosa, però, è il richiamo del deserto, l'unico luogo in cui potrà ritrovare se stessa.

L’AFRICANO Le Clezio, Jean-Marie Nel 1948, a otto anni, J.M.G. Le Clézio lascia Nizza, la sua città natale, e con la madre e il fratello parte per la Nigeria, dove il padre, che non ha mai conosciuto, è medico nell'esercito britannico. Inizia così uno straordinario viaggio che, più di cinquant'anni dopo, sarà oggetto di questo libro. Le Clézio racconta il continente nero attraverso gli occhi di un bambino che entra in contatto con un mondo dove tutto - natura, sole, temporali, insetti "esiste" con intensità e violenza, un mondo che gli regala una sensazione di libertà fisica e mentale per lui fino a quel momento sconosciuta. Fondamentale è l'incontro con il padre, uomo duro, abituato alla solitudine cui lo ha costretto la guerra. È dalla prospettiva del bambino che viene descritta la sua severità, il suo modo di vestire e i tentativi di ricuperare il tempo perduto con i figli. E sempre dalla stessa prospettiva emerge l'ammirazione verso quest'uomo misterioso, cui Le Clézio

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tenta di "avvicinarsi" per tutto il libro. Ad accompagnarlo nella sua indagine ci sono le foto scattate proprio dal padre, immagini piene di suggestione, non professionali e, forse per questo, assolutamente autentiche.

MAROCCO Ben Jelloun, Tahar Il Marocco bisogna intuirlo, immaginarlo, fare attenzione ai particolari, è un enigma da sedurre con garbo: per affrontarlo non serve una guida da scorrere distrattamente ma un libro che ci accolga con la stessa ospitalità dei suoi abitanti. E dato che la vita privata di un paese passa anche per l'immaginario e per le storie che ha ispirato, questo libro dovrebbe essere come un romanzo che ne contiene altri mille - alcuni fedeli alla sua anima, altri splendidamente infedeli. Sembrerebbe un libro impossibile, eppure è esattamente quello che ha scritto Tahar Ben Jelloun: l'autore di "Creatura di sabbia" accompagna il lettore verso l'anima più autentica del Marocco, in un itinerario le cui tappe sono le città e i deserti, i ricordi personali e la storia ufficiale, le leggende della sua terra e le tracce lasciate dagli stranieri che l'hanno attraversata. Si parte da Tangeri, per poi proseguire verso Casablanca, Fes, Marrakech, fino ai sentieri meno battuti della Chaouia o a uno sperduto accampamento ai piedi dell'Atlante. Lo sguardo partecipe e affettuoso di Ben Jelloun non ignora nemmeno le ineguaglianze che ancora feriscono il Marocco. Perché se è vero "che ci sono paesi che ci incantano e altri che ci maltrattano o che sono una pena per gli occhi e ci danno l'emicrania", è anche vero che molto dipende dalla nostra disposizione ad accogliere quello che ci viene presentato: "L'anima non si dà, non si concede, non svela niente della sua intimità. È in noi o non è."

DIO D’ACQUA. INCONTRI CON OGOTEMMELI Griaule, Marcel Il singolare incontro di un etnologo con il vecchio saggio Ogotemmeli, che in una serie di colloqui svoltisi nel 1946 rivela tutto il sistema di pensiero del popolo dogon dotato di una cosmogonia, di una metafisica e di una religione tutt'altro che primitive. Il libro, pubblicato in Italia per la prima volta nel 1968, è qui riproposto in una nuova edizione curata da Barbara Fiore.

RACCONTI DEI SAGGI D’AFRICA Ba, Amadou Hampete Il volume presenta 15 racconti inediti del grande scrittore africano. Amadou Hampâté Bâ, storico, narratore, poeta, è soprattutto noto nel mondo per la lotta che condusse all'Unesco in favore della riabilitazione delle tradizioni orali africane. Fu in tale sede che nel 1962, invocando un'azione urgente per la raccolta e la salvaguardia di quelle tradizioni orali prima che scomparissero i loro ultimi depositari, pronunciò la frase divenuta in seguito così celebre da essere citata talvolta come un proverbio africano: «In Africa, quando un vecchio muore è una biblioteca che brucia».

A TESTA IN GIÚ Galeano, Eduardo Nei paesi più poveri della Terra i bambini, per imparare a vivere, devono frequentare la "scuola del mondo alla rovescia", dove apprendono che la povertà è il giusto castigo per l'inefficienza; che la disuguaglianza è una legge naturale che ha come corollari il razzismo e il maschilismo; che la realtà è quella che si vede in televisione; che il crimine è nero o giallo o di altri colori, ma mai - o quasi - bianco, e così via. Il piano di studi prevede corsi obbligatori di impotenza, amnesia e rassegnazione, grazie ai quali gli oppressi del pianeta imparano a subire la realtà invece di cambiarla, a dimenticare il passato, ad accettare passivamente il futuro.

METÁ DI UN SOLE GIALLO Adichie, Chimamanda Ngozi Metà di un sole giallo racconta un drammatico periodo della storia contemporanea africana: la lotta del Biafra per raggiungere l'indipendenza dalla Nigeria, con la conseguente guerra civile che costò la vita a più di un milione di persone. Con empatia e naturalezza Chimamanda Ngozi Adichie narra la vita di alcuni personaggi toccati dalle terribili vicende della guerra: il giovane Ugwu, domestico nella casa di Odenigbo, un professore universitario animato da un

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sacro fervore per il suo Paese e per la causa dell'anticolonialismo; Olanna, la bellissima moglie del professore, che per amor suo ha abbandonato la ricca famiglia di Lagos e si è trasferita nella polverosa città universitaria di Nsukka; Richard, uno scrittore inglese che è innamorato della sorella gemella di Olanna, Kainene, una donna misteriosa che non vuole impegnarsi con nessuno. Mentre le truppe nigeriane avanzano, i protagonisti del romanzo devono difendere ciò in cui credono e riaffermare gli affetti che li tengono uniti.

UN’INFANZIA AFRICANA Zweig, Stefanie 1938. L'avvocato Walter Redlich emigra in Kenya con la famiglia: da anni in Germania gli viene impedito di esercitare la professione perché ebreo. I Redlich dovranno scontrarsi con la dura realtà dell'esilio africano: mancano le comodità della vita europea e i coloni inglesi sono ostili nei loro confronti. Ma fin dal suo arrivo la piccola Regina vive l'esperienza africana come un'avventura fantastica: grazie all'amicizia con Owuor, che lavora per la sua famiglia, prende confidenza con l'ambiente naturale ancora incontaminato e impara i rudimenti dell'idioma indigeno. Quando le condizioni economiche dei suoi migliorano potrà anche frequentare un'esclusiva scuola per bianchi con ottimi risultati e, ancora acerba adolescente, s'innamorerà perdutamente di un affascinante amico dei genitori. Al termine della guerra l'incantesimo si spezza e Regina, che ormai stenta a comprendere il tedesco, farà ritorno in Germania al seguito del padre.

INFANZIA. SCENE DI VITA DI PROVINCIA Coetzee, J.M. Di rado Coetzee ha parlato di sé. Ora, con pudore e insieme spietata sincerità, racconta la propria infanzia e il proprio mondo interiore lasciandoci percepire il rapporto doloroso con il padre, l'algido risentimento per una madre troppo amata, i primi incontri con la letteratura e la sessualità, l'affacciarsi di una vocazione.

L’AFRICANO Cavatore, Mario Bébert, ex della Legione Straniera ed ex mercenario, stanco di guerre, s'innamora di una bellissima tutsi e per lei torna al vecchio mestiere di vignaiolo, ma in Ruanda. Un'impiegata dell'assistenza sociale del comune, vive a Bruxelles, immalinconita dalla solitudine e tormentata dalle difficoltà dell'ambiente ostile di un quartiere, Matonge, pieno di immigrati neri: cerca di aiutare un uomo che ha perso la memoria e la voglia di recuperarla. Un giovane etologo, P'tipò, deluso dagli uomini, cerca religiosamente nelle scimmie antropomorfe il senso delle leggi di madre natura ma trova invece il dramma e la violenza. Sono queste tre vite, così lontane e diverse, a incrociarsi e a confrontarsi nell'Africa dell'anno del genocidio in Ruanda, in un percorso costellato di tragici.

GENTE IN CAMMINO Mokeddem, Malika In un villaggio del deserto algerino si è fermata Zohra, la nomade Tuareg che il destino ha costretto a farsi sedentaria. Per evadere dall'immobilità, Zohra ricorre alle sue doti di narratrice e cerca di riportare nella vita quotidiana tracce di fiaba e di magia, ricordando le tradizioni e i racconti della sua "gente in cammino". Da quello stesso villaggio partirà la nipote della vecchia Zohra, Leyla, che fin da bambina ha sognato di evadere dai confini del mondo patriarcale in cui è nata. Mentre la resistenza algerina lotta contro il colonialismo francese, Leyla conduce la sua battaglia personale per studiare, per viaggiare, per amare secondo la propria vocazione.

MARE AL MATTINO Mazzantini, Margaret "Pensava soltanto a quello. Riportare la sua vita a quel punto. Nel punto dove si era interrotta. Si trattava di unire due lembi di terra, due lembi di tempo. In mezzo c'era il mare. Si metteva i fichi aperti sugli occhi per ricordarsi quel sapore di dolce e di grumi. Vedeva rosso attraverso quei semi. Cercava il cuore del suo mondo lasciato". Farid e Jamila fuggono da una guerra che corre più veloce di loro. Angelina insegna a Vito che ogni patria può essere terra di

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tempesta, lei che è stata araba fino a undici anni. Sono due figli, due madri, due mondi. A guardarlo dalla riva, il mare che li divide è un tappeto volante, oppure una lastra di cristallo che si richiude sopra le cose. Ma sulla terra resta l'impronta di ogni passaggio, partenza o ritorno che la scrittura, come argilla fresca, conserva e restituisce. Un romanzo di promesse e di abbandoni, forte e luminoso come una favola.

BILAL. VIAGGIARE, LAVORARE, MORIRE DA CLANDESTINI Gatti, Fabrizio "Bilal" è un'avventura contemporanea attraverso i deserti e il mare, dall'Africa all'Europa, dalle bidonville al mercato dei nuovi schiavi, vissuta in prima persona dall'autore. Fabrizio Gatti ha attraversato il Sahara sui camion e si è fatto arrestare come immigrato clandestino per raccontare gli atti eroici e le tragedie che accompagnano i protagonisti di una conquista incompiuta.

IMMIGRATO Fortunato, Mario Trascritta da Mario Fortunato, la storia vera di Salah Methnani è il lungo viaggio di un ragazzo di Tunisi attraverso un'Italia tollerante e insieme razzista, generosa eppure violenta: da Palermo a Napoli, Roma, Firenze, Padova, Torino, e finalmente a Milano, nel cuore di un Occidente che non è poi così ricco e civile come si fantasticava. La sua è la storia di una disillusione ma anche di una presa di coscienza finale, che lo porterà a guardare i nuovi fenomeni dell'integralismo islamico e del terrorismo internazionale con gli occhi di chi crede che lo scontro di civiltà sia solo un'invenzione dei potenti della terra: nel Nord come nel Sud del mondo.

STORIA DI ISMAEL CHE HA ATTRAVERSATO IL MARE D’Adamo, Francesco Ismael fa il pescatore lungo le coste del Nord Africa, a pochi chilometri dalla tanto vagheggiata "Talia". Il mare è parte integrante della sua vita, fonte di sostentamento e simbolo di appartenenza insieme; ma quando il mare, all'improvviso, gli strappa il padre, a Ismael non resta altro che abbandonare tutto quello che conosce e che gli è caro, e intraprendere un viaggio disperato, alla ricerca di fortuna e di un luogo che possa veramente chiamare casa.

ORIGINI. 365 PENSIERI DEI SAGGI D’AFRICA Follmi Olivier, Follmi Danielle "Origini" propone un viaggio spirituale nel cuore del continente nero, attraverso la sua tradizione orale e alcune grandi figure morali e letterarie, come Léopold Sédar Senghor, Amadou Hampaté Bâ e Nelson Mandela.

PECORE NERE Kuruvilla, Gabriella – Mubiayi, Ingy - Scego, Igiaba La prima generazione di figlie di immigrati, nata o cresciuta in Italia, racconta la propria identità divisa, a cavallo tra il nuovo e la tradizione, una identità obliqua, preziosa, su misura. Quattro voci, Otto storie, molte culture. L'incrocio dei mondi e delle esperienze, tra integrazione e diversità, accoglienza e rifiuto. Tra noi e loro. DENTI BIANCHI Smith, Zadie Due famiglie, i Jones e gli Iqbal, le cui vite sconclusionate racchiudono gli ottimismi e le contraddizioni del secolo appena concluso. Archie Jones è un tipico proletario inglese, mentre il suo migliore amico è il bengalese e mussulmano Samad Iqbal. Si sono conosciuti su un carrarmato alla fine della Seconda guerra mondiale, diretti a Istanbul e ignari del fatto che la guerra era già finita. Riunitasi a Londra trent'anni dopo, questa coppia improbabile si ritrova coinvolta nel ciclone politico, razziale e sessuale di quei tempi.

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IMBARAZZISMI. QUOTIDIANI IMBARAZZI IN BIANCO E NERO Komla-Ebri Kossi Episodi esilaranti, e inquietanti, di quotidiano razzismo spesso inconsapevole, raccontati da un cittadino italo-toghese: Kossi Komla-Ebri è nato in Togo nel 1954 e dal 1974 è in Italia, dove si è laureato in medicina e chirurgia, specializzandosi in chirurgia generale. Medico all'Ospedale Fatebenefratelli di Erba, ha scritto numerosi racconti, articoli e saggi, e opera come mediatore interculturale per il mondo della scuola e della sanità. CATTIVE RAGAZZE Petricelli, Alessia Premio Andersen 2014, miglior libro a fumetti. Per un libro che coniuga perfettamente la struttura narrativa del fumetto con i registri della biografia. Per una narrazione che, scegliendo di raccontare un universo femminile, va oltre stereotipi e questioni di genere e, con un approccio accattivante e incisivo, invita alla riflessione, emozionando e coinvolgendo.

AFRICA Soyinka, Wole "La storia ha sbagliato. Le dichiarazioni secondo cui l'Africa è stata esplorata sono avventate come le notizie della sua morte imminente. Un'indagine davvero illuminante sull'Africa deve ancora avere luogo, e non finge di accadere neanche nelle pagine di questo libro, che si limita a raccogliere qualche seme fecondo abbandonato sull'aia dell'esistenza africana nel suo complesso. Spero che da questi semi nasca una nuova stirpe di esploratori per la corsa alla necessaria Età della Comprensione Universale, ispirata dall'Africa."

AMATISSIMA Morrison, Toni Il tragico percorso di Sethe, indomabile donna nera all'epoca della guerra civile americana, per la conquista della libertà. Attraverso la schiavitù, l'amore materno e il peso di un indicibile segreto.

LA TERRAZZA PROIBITA. VITA NELL’HAREM Mernissi, Fatima “Venni al mondo nel 1940 in un harem di Fez, città marocchina...". Così Fatima Mernissi, una della voci femminili più eloquenti del mondo musulmano, apre quest'intensa memoria d'infanzia. Il contrasto fra tradizione e modernizzazione che sovverte la società marocchina in quegli anni è ben presente nella narrazione di Fatima, dove la vita privata e quella pubblica s'intrecciano costantemente e felicemente: ne è nato un libro seducente e provocatorio, delicato e drammatico al tempo stesso, che fa giustizia degli stereotipi negativi così come delle visioni idealizzanti dell'harem e ci coinvolge in una dimensione affascinante, in cui il desiderio di una piena libertà femminile si mescola all'orgogliosa difesa della propria cultura d'origine. Consigliato da Beatrice

ISOLE GALLEGGIANTI. POESIA FEMMINILE SUDAFRICANA Il volume presenta un'ampia scelta di voci poetiche femminili sudafricane di lingua inglese e afrikaans dagli anni dell'apartheid ad oggi. Si tratta di una produzione largamente inedita in italiano, da collocarsi accanto a quella di scrittori importanti e internazionalmente noti come J. M. Coetzee e Nadine Gordimer, che rivela una grande ricchezza di voci, tematiche e registri. L'antologia riporta i testi nell'originale inglese e nella traduzione italiana ed è corredata da un'introduzione di Jane Wilkinson che inquadra le poesie nella storia del Sudafrica "segnata da sempre da perdite e ferite, interruzioni, espropri e scomparse, esilii e migrazioni, ma anche resistenze, ricomparse, ritorni e rinascite; da una tensione continua a riscoprirsi e riraccontarsi diversamente".

LA MIA AFRICA

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Blixen, Karen Vissuta fino al 1931 in una fattoria dentro una piantagione di caffè sugli altipiani del Ngong, Karen Blixen ha descritto con una limpidezza senza pari il suo rapporto d'amore con l'Africa. Sovranamente digiuna di politica, ci ha dato il ritratto forse più bello del continente nero, della sua natura, dei suoi colori, dei suoi abitanti. I Kikuyu che nulla più può stupire, i fieri e appassionati Somali del deserto, i Masai che guardano, dalla loro riserva di prigionieri in cui sono condannati a estinguersi, l'avanzata di una civiltà "che nel profondo del loro cuore odiano più di qualsiasi cosa al mondo". Uomini, alberi, animali si compongono nelle pagine della Blixen in arabeschi non evasivi, in una fitta trama di descrizioni e sensazioni che, oltre il loro valore documentario, rimandano alla saggezza favolosa di questa grande scrittrice, influenzando in modo determinante i contenuti della sua arte: "I bianchi cercano in tutti i modi di proteggersi dall'ignoto e dagli assalti del fato; l'indigeno, invece, considera il destino un amico, perché è nelle sue mani da sempre; per lui, in un certo senso, è la sua casa, l'oscurità familiare della capanna, il solco profondo delle sue radici". Consigliato da Federica

NEL CUORE DELLA NOTTE ALGERINA Djebar, Assia

I Una serie di racconti che ci rivelano l’Algeria dei morti, quelli della guerra di liberazione e quelli degli anni dell’indipendenza, maestri e uomini di cultura uccisi, città che suonano al maschile, impossibilità di sorridere in quella che un tempo fu la ‘Orano gioiosa’. Olivia torna da Parigi per la morte della zia che l’ha allevata dopo l’uccisione dei suoi, impegnati nella guerra contro i francesi. Il desiderio disperato di un marito di dimenticare nell’amore la morte che incombe ovunque ed il sogno d’amore della moglie, un volo dalla tragica fine, raccontato in uno scritto ad un’amica che non si vuole credere morta. La rievocazione di una tragedia della gelosia nella Baghdad delle Mille e una notte, rievocata da una giovane insegnante dei nostri funesti giorni. Il difficile rapporto di una francese con la figlia avuta da un algerino e che lei rivede dopo dieci anni.. Il monologo dei figli, soprattutto del primogenito, intorno alla madre in coma, una francese che ha tanto amato il marito algerino e la sua terra. E qui finalmente, su questo senso di morte continua ed incombente, esplode l’amore per la vita, per Orano la bella, per l’Algeria, per la possibilità di integrare culture diverse nel rispetto reciproco e con la forza dell’amore. Consigliato da Sonia

AMERICANAH Adichie, Chimamanda Ngozi La distanza tra la Nigeria e gli Stati Uniti è enorme, e non solo in termini di chilometri. Partire alla volta di un mondo nuovo abbandonando la propria vita è difficile, anche se quel mondo ha i tratti di un paradiso, ma per Ifemelu è necessario. Il suo paese è asfittico, l'università in sciopero. E poi, in fondo, sa che ad accoglierla troverà zia Uju e che Obinze, il suo ragazzo dai tempi del liceo, presto la raggiungerà. Arrivata in America, Ifemelu deve imparare un'altra volta a parlare e comportarsi. Diverso è l'accento, ma anche il significato delle parole. Ciò che era normale viene guardato con sospetto. Ciò che era un lusso viene dato per scontato. La nuova realtà, inclemente e fatta di conti da pagare, impone scelte estreme. A complicare tutto c'è la questione della pelle. Ifemelu non aveva mai saputo di essere nera: lo scopre negli Stati Uniti, dove la società sembra stratificata in base al colore. Esasperata, Ifemelu decide di dare voce al proprio scontento dalle pagine di un blog. I suoi post si conquistano velocemente un folto pubblico di lettori, che cresce fino ad aprire a Ifemelu imprevisti e fortunati sbocchi sul piano professionale e privato. Ma tra le pieghe del successo e di una relazione con tutte le carte in regola si fa strada un'insoddisfazione strisciante. Ifemelu si sente estranea alla sua stessa vita e, lì dov'è, non riesce ad affondare le radici, pur sapendo che in Nigeria il nuovo modo di guardare il mondo le guadagnerebbero l'epiteto di "Americanah".

VOLEVO DIVENTARE BIANCA Chohra, Nassera Il paradosso di questo libro - la storia di una ragazza algerina immigrata a Marsiglia - è che si tratta innanzitutto di un divertente romanzo. Infatti, alcune drammatiche questioni dei nostri giorni – l’Islam e il conflitto con l’Occidente, l’identità femminile nelle culture del terzo mondo, il Sud che preme sui paesi del benessere - sono affrontate

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attraverso episodi divertenti e significativi della vita di una bambina prima, di una donna poi, alla ricerca di un’identità femminile, culturale ed etnica nel mondo dei bianchi.

DONNE DI ALGERI NEI LORO APPARTAMENTI Djebar, Assia Un affresco dedicato alle donne algerine sullo sfondo di un secolo di storia: dalla fine dell'Ottocento al presente, in un coro di voci, grida, preghiere, risate e sussurri che chiedono ascolto. La Djebar ci offre la realtà complessa di un paese islamico dove le donne hanno lottato per liberare la patria dal dominio coloniale, episodi e frammenti in cui la riflessione critica si alterna alla suggestione del racconto e l'onda emotiva s'intreccia con la lucidità analitica.

FIORE DEL DESERTO. STORIA DI UNA DONNA Dirie, Waris - Miller, Cathleen Quella di Waris Dirie è una testimonianza straordinaria. La sua vita, ricca di momenti dolorosi ma anche di grandi felicità e successi, insieme avventurosa ed esemplare, l'ha portata dai deserti africani all'esclusivo mondo delle top model. È nata in un villaggio della Somalia, ha circa trent'anni: ma nessuno, nella sua famiglia di nomadi con dodici figli, annotò la data della sua nascita. Quando aveva più o meno cinque anni, suo padre decise che era giunto il tempo di infibularla: le pagine in cui Waris ricorda oggi quella mutilazione atroce sono assolutamente strazianti. Aveva tredici anni quando suo padre la vendette per cinque cammelli a un uomo di sessant'anni: Waris non accettò quel destino, fuggì da una zia a Mogadiscio, e poi a Londra, nella residenza di uno zio ambasciatore, come cameriera, a lavorare 18 ore al giorno 7 giorni su 7. Sempre meglio di quello che l'aspettava in patria, pensava. Così, quando lo zio, concluso il suo mandato, fu richiamato in Somalia, decise di restare in Inghilterra. Sola, iniziò a guadagnarsi da vivere lavando i pavimenti da McDonald's. Analfabeta, si iscrisse a una scuola serale.

LA SCHIAVA BAMBINA Diaryatou È l'ottobre del 2003. In un monolocale di quindici metri quadri, in un sobborgo alle porte di Parigi, una ragazza infreddolita fissa assente un piccolo televisore. Sullo schermo scorrono le immagini, ma lei non le vede, i suoi occhi sono vuoti, il suo cuore batte ma non sente più nulla. Persino i lividi non le fanno più male. Passano i giorni. Nella dispensa c'è solo pane e latte. E quello che resta di cento euro che - così ha detto partendo il marito della donna - devono durare due mesi. D'un tratto, la ragazza sente una voce. È una voce che potrebbe essere la sua, e racconta la sua stessa vita. Sposata dai genitori a 14 anni a un uomo di trent'anni più vecchio di lei, deportata in Europa dall'Africa per essere stuprata, picchiata e umiliata, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, in un incubo senza fine. Ma la voce di donna che viene dalla televisione racconta anche qualcosa di inimmaginabile: da una vita così si può fuggire. Si può chiedere aiuto, si può scappare. La giovane donna ora sa cosa deve fare. Deve alzarsi, uscire, parlare, piangere, spiegare. E ricominciare a vivere. Solo così potrà ricordare chi è, ritornare al suo villaggio in Guinea, chiudere gli occhi e rivivere i giorni felici con la nonna, che l'ha cresciuta come una vera madre, anche se non ha saputo evitare che le venisse inflitta l'usanza spietata dell'infibulazione. Solo così potrà cercare di curare quelle ferite che urlano tutto il suo dolore.

NO Capriolo, Paola È il 1955. In molti stati del Sud degli Stati Uniti, le persone di colore non godono ancora di diritti pari ai bianchi. Sembra impossibile, ma quasi cento anni dopo l'abolizione della schiavitù, regole rigidissime dividono nettamente gli uni e gli altri. E un giorno come tanti altri, dopo essere salita sull'autobus dalla porta anteriore, aver pagato il biglietto, essere scesa e risalita dalla porta posteriore, Rosa Parks, per rispettare queste regole, dovrebbe alzarsi per cedere il posto a sedere a un bianco nel bus affollato. Ma dice no. Da questa semplice parola scoppia un caso, e Rosa viene arrestata. La comunità nera locale guidata da un giovane pastore di nome Martin Luther King organizza un boicottaggio alla società dei trasporti, e porta la vicenda di Rosa fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Alla fine, la segregazione sugli autobus viene dichiarata incostituzionale, e comincia così una pagina nuova della storia americana.

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L’AUTOBUS DI ROSA Silei, Fabrizio Detroit. Henry Ford Museum. Su un autobus d'altri tempi, al centro di un grande salone, sono seduti un vecchio afroamericano e un ragazzino, il nipote. È l'autobus di Rosa Parks, quello sul quale, a Montgomery in Alabama, lei si rifiutò di cedere il posto a un bianco. La storia il vecchio la conosce bene: su quell'autobus, quel primo dicembre del 1955, c'era anche lui. E comincia a raccontare. Di quando nelle scuole c'erano classi per bianchi e neri; di quando nei locali pubblici, proprio come ai cani, era vietato l'ingresso alle persone di colore; di quegli uomini incappucciati di bianco che picchiavano, bruciavano, uccidevano. Il bambino sgrana gli occhi incredulo, il vecchio è commosso. Ma non è tanto il dolore di quei ricordi a bruciargli, quanto la memoria di quel giorno. Di quando non solo non assecondò il rifiuto di Rosa, ma di tutto fece per distoglierla. Con il sostegno di Amnesty International, una grande coedizione internazionale per raccontare ai più piccoli la donna che cambiò la storia dei neri d'America.