Etica della donazione a cuore non battente Cultrera.pdf · c) HBD che vanno in ACC irreversibile in...
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Azienda Sanitaria Firenze
Etica della donazione a cuore non battente
dr. D. Cultrera UO Anestesia e RianimazioneOspedale S. Maria Nuova
Firenze
Firenze, 28 maggio 2009
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La guarigione del diacono Giustiniano Beato Angelico 1443 – Museo Nazionale di S. Marco- Firenze
Affresco del XVII sec
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Standard accertamento morte
L’ANTICO
1) CRITERIO CARDIO CIRCOLATORIO
ECG piatto per 20’
Criterio per NHBD
IL MODERNO
2) CRITERIO NEUROLOGICO
Morte cerebrale - CAM
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Morte cardiaca
Dal XIX sec inizia a prevalere la prospettiva secondo cui il corpo è una totalità organica le cui parti sono tra loro coordinate e governate da un sistema critico che presiede al mantenimento della integrazione necessaria alla vita. Questo è individuato nel cosidetto tripode vitale: cervello, polmone e cuore. La cessazione del battito cardiaco è il segno dell’avvenuta dissoluzione del tripode
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Il tripode vitale
CERVELLO
POLMONICUORE
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Anni 50
Nasce la RCP. Se il cuore può ripartire dopo essersi fermato, la cessazione delle funzioni cardiache non può più indicare l’avvenuta dissoluzione definitiva del tripode vitale
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3 dicembre 1967
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Documento di Harvard 1968 – UDDA 1980
L’individuo che presenti la cessazione irreversibile delle funzioni respiratoria e circolatoria, oppure la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’intero cervello, incluso il tronco encefalico, è morto
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Morte cardiaca
Non esiste un consenso sulla determinazione dei tempi di osservazione della cessazione della circolazione e della respirazione che siano necessari ma anche prudenziali per dichiarare l’irreversibilità della avvenuta morte. La variabilità oscilla tra i 2 e i 20’. La determinazione di tale tempo di osservazione varia nei vari Paesi, anche in relazione alle varie categorie di donatori.
Documento CNB 24/6/2010
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Accertamento morte cardiaca
USA: protoc. di Pittsburgh 2’ (anche se molti centri hanno esteso a 5’)
Olanda e Svizzera 10’
Spagna non meno di 5’ (dopo adeguato periodo di RCP)
Francia (solo rene e fegato) 5’ dopo arresto della RCP
UK non meno di 5’
Italia 20’
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Le categorie NHBD- Maastrcht 1994, Madrid e Pavia 2008
I - Deceduti all’arrivo in ospedale
II - Rianimati senza successo
III - Arresto cardiaco atteso
IV - AC in donatore in corso di accertamento morte
V - AC o insuff. cardiaca non attesa in TI
VI – AC in corso di ECMO
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2-5’ di ACC ci danno la certezza dell’avvenuta perdita
irreversibile delle funzioni dell’encefalo?
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CNB 2010
Nell’accertamento della morte cardiaca si devono eleborare criteri certi indipendenti dalla donazione di organi. La riduzione dei tempi di osservazione, funzionale al prelievo di organi, non è ritenuta eticamente accettabile……..non è sufficiente una prognosi di morte ma è indispensabile una evidenza scientifica di diagnosi dell’avvenuta morte cardiaca (analogamente alla morte cerebrale) in modo irreversibile.
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CNB 2010
Il problema bioetico è dunque legato essenzialmente all’accertamento clinico temporale dell’AC che, se non si vuole aggirare la regola del donatore morto (dead donor rule) nell’ambito dei trapainti e sostituirla con altro paradigma quello del “donatore in procinto di morire” (dying donor rule), deve essere così protratto da garantire con assoluta certezza, la morte cerebrale per anossia.
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CNB 2010
Sebbene un intervallo di 10’ di AC sicuramente accertato sia da considerarsi elemento di elevata presunzione della avvenuta morte, ragioni di prudenza impongono di non ridurre al di sotto di 20’ l’attesa prima di iniziare le procedure tecniche sul corpo del defunto che potranno consentire il successivo prelievo di organi
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Controllati - CNHBD
Pazienti terminali non ancora in morte encefalica che abbiano manifestato la volontà di sospendere il sostegno vitale
NO IN ITALIA
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Non controllati-UNHBDMorte cardiaca in modo improvviso
a) Pz giunti in PS già in ACC
b) ACC improvviso durante la degenza
c) HBD che vanno in ACC irreversibile in corso di accertamento morte con criteri neurologici
d) ACC in corso di ECMO
Nei gruppi a, b e d la volontà rispetto alla donazione è quasi sempre ignota quindi il team di prelievo non è allertato e i tempi di ischemia inevitabilmente più lunghi
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Controllati - CNHBD
Pazienti ricoverati in TI clinicamente compatibili con eventuale donazione di organi a scopo di trapianto. L’ACC è in questi casi prevedibile anche se non programmabile e la non opposizione al prelievo consente di considerare questi pazienti in questa categoria
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Donatori e Potenziali donatori
NHBD – Paziente con morte per ACC irreversibile, idoneo alla donazione, con volontà espressa in vita (o non opposizione dei parenti) alla donazione di organi
NHBDp – Paziente morto (o nell’imminenza della morte) per ACC su cui siano iniziate le manovre di rianimazione
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NHBDp
Condizione operativamente necessaria è la disponibilità di informazioni sulla identità del pz e la consapevolezza di poter contattare i parenti in tempi brevi. In tale senso rientrano nella categoria gli NHBD nel periodo che intercorre tra l’accertamento della morte e quello della volontà del soggetto e/o la non opposizione dei parenti
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NHBDp
Per tali pazienti che possono quindi evolvere verso NHBD, non è necessario l’accertamento della morte per essere inclusi in questa categoria. E’ indispensabile la precocità della loro individuazione dato che vanno messe in atto azioni organizzative e tecniche idonee alla preservazione degli organi
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Tempi di ischemia
Calda pura – Tempo in cui la circolazione è ferma e gli organi non sono perfusi dal flusso ematico né fisiologico né sostenuto artificialmente. Non dovrebbe superare i 30’-40’
Calda totale – tempo di ICP + tempo delle manovre rianimatorie. Non dovrebbe superare i 150’
Ischemia fredda- tempo di perfusione con liquido refrigerato
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Preservazione organi nel cadavere
1) Perfusione in situ con soluzioni fredde
2) ECMO (vantaggi: trattamento prolungabile fino a 6 h, minore incidenza di DGF)
In entrambi i casi è necessario incannulare una vena centrale. E’ etico farlo nel NHBDp nel quale la morte non è ancora intervenuta?
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CNB 2010
Anche prima dell’accertamento della morte con criteri CC (ECG piatto per 20’) e solo dopo l’evidente refrattarietà alle manovre avanzate di RCP, si ritengono lecite alcune azioni tecniche che non danneggino il pz, mirate al “controllo della donazione dopo la morte cardiaca” e nella misura in cui siano necessarie a realizzare la positiva volontà del pz già manifestata alla donazione.