Eterno Auriga - Novembre 2008

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NOVEMBRE 2008

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traduzione italiana del Sanathana Sarathi dell'Organizzazione Sathya Sai Italiana

Transcript of Eterno Auriga - Novembre 2008

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NOVEMBRE 2008

Edizione Speciale

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Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Nella Fausta Ricorrenza delSuo 83° Compleanno23 novembre 2008

Dedicato ai Piedi di Loto di

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VERITA’ • RETTITUDINE • PACE • AMORE • NON VIOLENZA

Dedicato all’Elevazione Morale e Spirituale dell’Umanità attraverso

NOVEMBRE 02 08© Sri Sathya Sai

Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam

Pubblicato sul Sito Web della

Organizzazione Srì Sathya Sai

d’Italia

Edizione ITALIANA

Editoriale .......................................................... 6

Tutti Sono Uno: Siate Equanimi con Tutti D. D. del 9 ottobre 2008 - Dasara

Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna ................. 7 Cronaca

Conducete una Vita Ideale e Stabilite un Esempio per gli Altri D. D. del 21 luglio 2008 - SSSWEC Le Misteriose Vie della Protezione di Bhagavan. .......................................................11Intervista

Notizie dai Centri Sai ........................................18

Dio per Primo, poi il Mondo, Io per Ultimo ..... 23Chinna Katha

Nella foto di copertinail centro sportivo internazionale

Sri Sathya Sai Sports

8 Novembre ...................Akhanda Bhajan Mondiale (dalle 18 del’8 nov. alle 18 del 9)15 –17 Novembre .......... Sahasra Poorna Chandra Darshana Santhi Mahotsava 19 Novembre ..................Giornata della Donna22 Novembre ..................27a Convocazione dell’Università Srì Sathya Sai23 Novembre ..................83° Compleanno di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

“Molte Scritture dichiarano anche che Sathyanarayana è l’Essere Supremo e un’Incarnazione del Signore Vishnu. Sebbene molte persone Lo considerino un comune essere umano, in realtà Egli non è una persona comune. Qualunque cosa dica è verità e nient’altro che verità! È la verità del Suo cuore che Egli esprime nelle Sue parole e dimostra nelle Sue azioni.”

E t e r n o A u r i g aE t e r n o A u r i g a

S O M M A R I O

Prossime Celebrazioni a Prasanthi Nilayam

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Sahasra Poorna Chandra DarshanaSanthi Mahotsava

I Devoti di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il 23 novembre 2008, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, la Divina Incarnazione del Kali Yuga, entrerà nell’83° fausto anno del Suo Avvento. Il sacro evento ci offrirà l’occasione unica di potervi partecipare e celebrarlo in modo grandioso e benaugurante.

Il sacro programma, che verrà svolto principalmente per il benessere dell’umanità e per la pace del mondo, avrà inizio la mattina di domenica 15 novembre 2008 e si concluderà lunedì 17 novembre con la celebrazione del Poornahuti. A svolgere il programma vi saranno centinaia di eruditi vedici provenienti da varie parti dell’India.

Come introduzione, il 10 novembre prenderanno il via delle conferenze sulla Sacra Scrittura Srimad Bhagavata che verranno condotte per una settimana.

La celebrazione del compimento dei 1000 giorni di luna piena di Bhagavan è un evento fausto e unico nel suo genere. Tutti dovrebbero avvalersi di questa rara opportunità di santificare la propria vita recandosi a Prasanthi Nilayam per avere il Darshan del nostro Amato Signore e ricevere le Sue benedizioni.

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SECONDO la traDiziONE SpiritualE iNDiaNa, Si pENSa ChE uNa pErSONa che compia 82 anni sulla terra abbia visto 1000 pleniluni. È un’occasione di grandi celebrazioni e alla persona viene impartito il Kanakabhishekam (la consacrazione

con l’oro), un complesso rituale sacro compiuto dai pronipoti. Si ritiene che la celebrazione di tale rituale, secondo quanto ingiungono le Scritture, conceda grande merito non solo all’individuo, ma anche a numerose generazioni della sua famiglia. L’Avatar del Kali Yuga, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, è il Divino Genitore di tutti gli esseri umani, i quali sono Suoi figli, nipoti e pronipoti. Pertanto, l’83° Genetliaco di Bhagavan, allorché Egli, il 23 novembre 2008, completa 82 anni del Suo Avvento sulla terra, è una circostanza celebrativa per l’intera umanità, unica e ricca di buoni auspici.

Che significato ha, per una persona, vedere 1000 pleniluni? In primo luogo, che cosa significa “luna piena”? Permettetemi di descrivervi in che modo Bhagavan me ne insegnò il significato, nel Suo stile inconfondibile, quando giunsi qui nel 1998 per la prima volta. In quel periodo mi trovavo a Delhi e un giorno ricevetti una telefonata da mio figlio, allora studente di M.B.A. (dottorato postlaurea in Economia e Commercio) a Prasanthi Nilayam: “Bhagavan ti sta chiamando. Vieni subito qua.” Arrivai il 9 febbraio 1998. Il giorno dopo, Baba mi chiamò a colloquio e mi parlò del lavoro che ero tenuto a fare. Al termine del colloquio, Egli all’improvviso cambiò discorso e disse: “Domani è Purnima. Sai che cosa significa Purnima?” Senza comprendere il vero senso della domanda, prontamente risposi: “Sì, Swami. Purnima significa ‘giorno di luna piena’.” Baba non aggiunse altro, ma conobbe il livello della mia comprensione! In seguito, questa domanda mi tormentò a lungo; volevo conoscere il motivo per cui Egli me l’avesse posta così all’improvviso. Continuavo a brancolare nel buio e non sapevo che cosa Baba volesse che sapessi e facessi. Un giorno, tutto d’un tratto, mentre ero intento a leggere un Suo Discorso di Guru Purnima, la risposta arrivò. Nel Discorso Baba affermava che Purnima significa “illuminazione e purezza interiori assolute”, senza alcuna oscurità dell’ignoranza e impurità delle cattive qualità. In tal modo quell’unica domanda di Baba diventò la più grande lezione della mia vita.

Bhagavan, senza dubbio, è il più grande Maestro del mondo. Il Suo modo di impartire la conoscenza delle Scritture ai devoti è assolutamente unico e senza eguali. Perciò, alla luce del Suo Insegnamento, vedere 1000 pleniluni nella vita significa illuminazione e purezza interiori assolute per un periodo di 1000 Purnima. La persona che ha trascorso la vita con tale completa purezza merita sicuramente di essere onorata e rispettata. La vita di Baba è esempio luminoso di purezza e sacralità assolute. Per l’umanità, celebrare un simile evento storico, foriero di ogni buon auspicio, è un’opportunità davvero unica ed è altresì un’occasione per riflettere su come emulare questo grande esempio di Bhagavan.

EDITORIALE

Vedere 1.000 Pleniluni

Il Redattore–

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L VEDA Purusha Saptaha Jnana Yajna, che dura una settimana durante la festa di Navaratri (nove giorni di adorazione della

Madre Divina) e che culmina col Poornahuti nel sacro giorno di Vijaya Dasami (Dasara), è una delle celebrazioni più importanti e sacre che si svolgono a Prasanthi Nilayam. Quest’anno esso è iniziato, con la tradizionale grandiosità, il 3 ottobre 2008 ed è terminato il 9 ottobre col Poornahuti (oblazione conclusiva) nel fuoco dello Yajna. Nel fausto giorno di Vijaya Dasami del 9 ottobre, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba ha rilasciato uno storico Discorso che rimarrà per sempre memorabile negli annali della storia spirituale dell’umanità poiché Egli ha rivelato la verità della Sua Incarnazione. (Il testo completo del Discorso è disponibile attraverso il sommario della presente pubblicazione).

L’adorazione di Devi (la Madre Divina) ha avuto inizio nel Bhajan Mandir a opera del bramino il 30 settembre 2008, primo giorno di Navaratri. Il mattino di tale giorno, Baba è giunto nel Sai Kulwant Hall alle 8,45 e, dopo l’abituale giro della sala per il Darshan, si è diretto al Bhajan Mandir e ha benedetto il Kalasha (vaso sacro) che simboleggia l’adorazione della Madre

I Divina nelle sue tre forme di Durga, Lakshmi e Saraswati.

Il mattino del 3 ottobre, Baba è giunto nel Sai Kulwant Hall, elegantemente decorato, alle 8,50 fra sacri canti vedici effettuati dagli studenti e le auspicali note del Nadaswaram suonato da un gruppo di musicisti. Dopo aver diffuso la beatitudine del Suo Divino Darshan sull’enorme folla di devoti lì riuniti, Baba si è diretto al Bhajan Mandir dove ha benedetto i Ritwik (sacerdoti vedici) e distribuito loro degli abiti che dovevano indossare durante le celebrazioni dello Yajna. Ha inoltre benedetto gli studenti che avevano il compito di recitare i Mantra vedici durante le celebrazioni di sette giorni dello Yajna.

Celebrazioni dello Yajna nel Poornachandra Auditorium

La processione dei Ritwik ha avuto inizio dal Bhajan Mandir alle 9,25. A condurre i Ritwik all’Auditorium, mentre cantavano i Veda e recavano il sacro Kalasha seguiti dagli studenti nei loro abiti color ocra, c’era Sathya Geeta, l’amato elefante di Baba elegantemente

agghindato. Il tutto fra le auspicali note del Nadaswaram. Ben presto il Poornachandra

Veda Purusha saPtaha Jnana YaJna

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ha cominciato a riecheggiare di sacri canti vedici eseguiti dai Ritwik e dagli studenti. Il “Veda Purusha” (la Persona Divina glorificata nei Veda), Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, ha onorato con la Sua Divina Presenza l’apertura del Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna. Alle 9,45, Egli ha dato il via alle celebrazioni e acceso la lampada sacra per l’adorazione di Devi. Subito dopo i sacerdoti hanno avviato le operazioni di accensione del fuoco tramite il tradizionale sfregamento di due pezzi di legno. Ad accensione avvenuta, due sacerdoti hanno passato il fuoco in un contenitore e lo hanno portato a Baba che lo ha benedetto consentendo, così, allo Yajna di avere inizio. I sacerdoti hanno successivamente deposto il fuoco nello Yajna Kunda (braciere sacrificale) fra il canto di Mantra vedici. Dopo i riti iniziali, quattro sacerdoti, seduti attorno allo Yajna Kunda, hanno dato il via allo Yajna gettando offerte di ghee nel fuoco sacrificale e cantando sacri Mantra. Simultaneamente, un altro gruppo di quattro sacerdoti ha cominciato a cantare i Mantra del Krishna Yajur Veda, tre devoti senior hanno iniziato il Parayana (recita) di testi sacri, un sacerdote ha cominciato a eseguire il Surya Namaskar (Adorazione del Sole), un altro sacerdote ha iniziato a recitare il Durga Saptashati (testo sacro dedicato alla Dea Durga), il bramino capo, assieme alla moglie, ha cominciato la Devi Puja e un altro sacerdote ha dato inizio al Sahasra Lingarchana (l’adorazione di 1000 Linga). Anche gli studenti si sono uniti ai sacerdoti nei canti vedici e nella recitazione di testi sacri. L’offerta di oblazioni nel fuoco sacrificale, il canto di Mantra vedici, la lettura di testi sacri e le celebrazioni di sacri rituali, alla Divina Presenza del “Veda Purusha” Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, ha santificato tutto l’ambiente, diffondendo in ogni direzione vibrazioni spirituali.

Lo Yajna, proseguito in questo modo sacro per sette giorni e condotto secondo le ingiunzioni delle Scritture sotto la Divina Guida del “Veda Purusha”, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, è giunto a felice e grandiosa

conclusione il 9 ottobre 2008 con l’offerta, da parte di Baba, del Poornahuti (oblazioni conclusive) nel fuoco sacrificale.

Giungendo alle 9,20 nell’Auditorium Poornachandra, Baba ha per prima cosa benedetto la conclusione dell’adorazione della Madre Divina, condotta per sette giorni dal capobramino assieme alla moglie. Al termine, alle 9,30, è stato offerto l’Arati a Bhagavan. A seguire, i sacerdoti hanno compiuto una processione guidata dai musicisti, tornando dopo alcuni minuti per sedere attorno allo Yajna Kunda per le oblazioni finali. Successivamente, è arrivato anche Baba ed è

Al canto dei Veda, gli studenti si dirigono verso l’Auditorium Poornachandra dove si uniranno al canto vedico dei Ritwik

durante le celebrazioni dello Yajna.

Il 9 ottobre 2008, a segnare la conclusione dello Yajna, Bhagavan ha offerto, nel fuoco sacrificale, il Poornahuti (le

oblazioni conclusive).

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rimasto seduto vicino allo Yajna Kunda mentre studenti e sacerdoti cantavano Mantra vedici. Alle 9,45, a segnare la conclusione di sette giorni dello Yajna, Swami ha offerto, nel fuoco sacrificale, stoffe e indumenti preziosi fra gioiose note musicali e canti vedici eseguiti ad alta voce. Dopo il Purnahuti, Baba ha benedetto i sacerdoti, li ha aspersi di Akshatra (riso santificato) e Teertham (acqua sacra) e offerto loro indumenti nuovi. Poi tutti i sacerdoti si sono seduti attorno a Baba, Gli hanno reso culto quale Veda Purusha (la Sorgente di tutti i Veda) e cantato versi sacri per adorarLo. Mentre gli studenti distribuivano Prasadam benedetto e santificato da Baba, un gruppo di bramini ha asperso acqua benedetta sui devoti riuniti nell’Auditorium Poornachandra. Il grandioso evento si è felicemente concluso alle 10,15 con l’offerta dell’Arati a Bhagavan.

Prasanthi Vidwan MahasabhaMentre il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna

veniva celebrato la mattina nel Poornachandra, durante i sette giorni era stato anche organizzato il pomeriggio, nel Sai Kulwant Hall, un programma di conferenze spirituali tenute sotto l’egida del Prasanthi Vidwan Mahasabha, grande assemblea di eruditi di testi spirituali.

La prima sessione si è tenuta il pomeriggio del 3 ottobre 2008 alla Divina Presenza di Baba. L’oratore è stato il bramino del Mandir, sri Narayana Bhatta, che ha parlato dell’importanza del Devi Bhagawat, il Purana dedicato a Devi (la Madre Divina). Questo sacro testo, composto di 18.000 Sloka (versi), non solo tratta dell’adorazione di Devi, ha osservato il dotto oratore, ma anche della vita quotidiana dell’uomo e insegna come inculcare la virtù e un buon carattere. Egli ha poi aggiunto che i Veda sono di difficile comprensione per l’uomo comune, ma Purana come il Devi Bhagawat, che contengono l’essenza dei Veda, possono essere studiati da tutti.

Sri Ajit Popat, ardente devoto di Bhagavan, proveniente da Londra, è stato l’oratore della

successiva sessione tenutasi il pomeriggio del 5 ottobre. Sri Popat ha fatto riferimento a un dialogo avvenuto fra sri Ramakrishna Paramahamsa e swami Vivekananda, e ha osservato che ciò che più conta nella vita dei devoti di Baba è di riuscire a toccare il Suo cuore, con ardente desiderio, profonda devozione, sentimenti puri e costante contemplazione. Ciò, egli ha detto, è il mezzo per essere benedetti e avere ‘esperienza della divina beatitudine. Commentando gli infiniti desideri dell’uomo moderno, sri Popat ha osservato come ciò sia del tutto inutile, giacché quello che Dio vuole dare all’uomo non può essere sottratto da nessuno, e ciò che Egli non vuole dare non può essere dato all’uomo da nessuno.

L’oratore della sessione successiva, tenutasi il pomeriggio del 6 ottobre, è stato sri B. N. Narasimha Murthy, vicerettore del Campus di Brindavan dell’Università Sri Sathya Sai. Egli ha affermato che, da 40 anni, assiste alle celebrazioni del Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna da parte del “Veda Purusha” Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, che si è incarnato sulla terra per diffondere la conoscenza dei Veda, proteggere il Dharma e liberare l’uomo dai vincoli del Samsara (la vita terrena, fatta di cicli incessanti di nascite e morti), rappresentato dalle forze malvagie dell’Adharma (l’iniquità). Narrando un episodio della vita di un devoto, il dotto oratore ha osservato che Baba ha solennemente promesso di aiutare i devoti sempre e ovunque se essi nutrono fede assoluta in Lui.

L’oratore che ha in seguito parlato alla folla il 7 ottobre è stato sri Srinivasan, presidente panindiano delle Organizzazioni Seva Sri Sathya Sai. Spiegando il significato della festa di Navaratri, egli ha detto che, durante i nove giorni, il culto della Madre Divina, nelle tre forme di Durga, Lakshmi e Saraswati, offre protezione, prosperità e saggezza all’uomo. “Come i figli corrono dalla madre quando hanno paura, così noi, ogni volta che abbiamo dei problemi, corriamo dalla nostra Divina Madre Sai”, ha affermato sri Srinivasan e ha descritto come

Baba abbia aiutato e protetto la popolazione

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dell’Orissa dalle inondazioni. Egli ha anche annunciato che Baba ha deciso di costruire delle case solide per quelle povere persone che, proprio a causa delle conseguenti devastazioni, sono diventate dei senzatetto, e ha successivamente esortato i devoti a servire i poveri e i bisognosi per servire Sai e vederLo in tutti.

Sri S.V. Giri, ex vicerettore dell’università Sri Sathya Sai, è stato l’oratore della sessione tenutasi il pomeriggio dell’8 ottobre. Egli ha spiegato il significato della festa di Navaratri e ha affermato che il digiuno e la veglia, durante questi nove giorni, possono aiutare l’uomo a tenere a bada le tendenze animali e sotto controllo la mente. Citando alcuni versi del Rudram, ha poi osservato che il distacco dal mondo e l’attaccamento a Dio possono condurre l’uomo alla meta della realizzazione del Divino. Riferendosi poi all’annuncio fatto il giorno precedente della decisione di Baba di fornire case alla popolazione dell’Orissa rimasta senza tetto a causa delle recenti inondazioni, sri Giri ha detto che i progetti di servizio di Bhagavan per aiutare i bisognosi sono un esempio luminoso che molti milionari dovrebbero emulare.

Nella sessione tenutasi il 9 ottobre, due oratori hanno condiviso i loro pensieri con il pubblico. Il primo, sri T.G. Krishnamurthy, ex presidente dell’Organizzaione Seva Sri Sathya Sai del Tamil Nadu, narrando l’esperienza del suo incontro con un ministro di un Paese arabo, ha osservato che l’Amore di Bhagavan è universale e che i Suoi devoti sono in ogni parte del mondo. Di fatto, vi sono molti più devoti sconosciuti di quelli noti, egli ha aggiunto, esortandoli tutti a portare Swami nel cuore in ogni momento, cosa che garantirà loro purezza di cuore ovunque vadano. Il secondo oratore, dottor G. Venkataraman, ex vicerettore dell’università Sri Sathya Sai, parlando dell’attuale crisi economica che sta attanagliando l’America e il resto del mondo, ha sottolineato che la mente dell’uomo è inquinata dall’avidità e dall’egoismo, che originano un ambiente distruttivo. Egli haaggiunto che il Veda Purusha Saptaha Jnana

Yajna, conclusosi la mattina col Purnahuti, è un potente mezzo per purificare la mente dell’uomo. Il dottor Venkataraman ha terminato affermando che Bhagavan, nella Sua infinita compassione, sta mostrando al mondo il sentiero della purezza attraverso la celebrazione di questo Yajna e i Suoi divini Insegnamenti.

La sessione finale, tenutasi il pomeriggio del 10 ottobre, ha visto l’intervento di due oratori. Il primo, sri Ajit Popat, che aveva già parlato in pubblico il 5 ottobre, mettendo in luce gli Insegnamenti fondamentali di Baba, ha osservato che è dovere essenziale dell’uomo essere grato a Dio per tutto ciò che Egli dona. Ha poi aggiunto che, come insegna Bhagavan, i princìpi guida di base della vita umana devono essere Dovere, Determinazione e Discriminazione. il secondo oratore di questa sessione è stato sri Raghuram, studente dell’università Sri Sathya Sai. Raccontando di come suo padre sia stato guarito per grazia di Baba, l’oratore ha rimarcato che Dio è la Meta della vita umana e che è possibile raggiungerLo tramite il completo abbandono e una fede incrollabile. Le celebrazioni del Prasanthi Vidwan Mahasabha sono giunte, con ciò, a felice conclusione.

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S AI RAM e grazie di averci dedicato il suo prezioso tempo. Una delle cose che ai de-voti solitamente piace sentire è come le di-

verse persone arrivano a Swami. Nel suo caso, lei è con Swami da oltre tre decenni. Può raccontarci come è arrivato a Lui?

La ringrazio, dottor Venkataraman, per la possi-bilità offertami. Sono arrivato a Swami circa 32 anni fa. Come di solito accade in queste cose, qualcuno agisce da strumento scelto da Bhagavan. Nel mio caso si è trattato di un membro della mia famiglia che cercava di persuadermi a venire per incontrare Swami. E ho avuto la fortuna di vederLo a Chennai (Madras) quando Egli vi si recò nel 1970.

Il periodo in cui si verificò l’episodio della re-surrezione di Walter Cowan.

Esatto. Il periodo era quello e incontrai Bhaga-van nella dimora del defunto sri Tarapur, che era Suo grande devoto. Proprio nel primo incontro, ebbi l’ardire di porre a Bhagavan alcune domande ed Egli fu così gentile da rispondere pazientemente a ciascuna di esse. Questa circostanza in qualche modo toccò una corda del mio cuore e segnò

l’inizio del mio viaggio verso Sai. Da quel giorno non sono più tornato sui miei passi. Il mese suc-cessivo mi recai a Puttaparthi e da quel momento sono rimasto con Bhagavan: ecco la mia grande fortuna! Ogni giorno considero una benedizione il fatto di essere parte della Sua Missione Divina, che quotidianamente cresce in grandezza.

Ho trovato piuttosto divertente il suo uso del termine “ardire”. Se mi guardo indietro, certamen-te non rifarei o direi molte delle cose che stupida-mente feci e dissi quando mi recai da Swami per la prima volta. Suppongo che tutti noi facciamo tali considerazioni quando accresciamo la nostra esperienza. Parlando di crescita, in che modo lei si è trasformato nel corso di questi tre decenni e passa?

Come accade di solito, tutti noi arriviamo da Swami con un sacco di bagaglio e di nozioni pre-concette su ciò che Egli è e noi siamo. Come lei sa, sono nel mondo degli affari da un bel po’ di tempo e ho gestito molte imprese commerciali. Egli non mi ha mai chiesto di abbandonare i miei affari. Mi sono ritirato gradualmente, quando Egli me lo ha

reso possibile. Ma stare con Bhagavan mi ha

LE MISTERIOSE VIE DELLAPROTEZIONE DI BHAGAVAN

Intervista

“Le vie di Bhagavan sono misteriose. Non è dato sapere come, quando e dove interverrà per proteggerci, ma ciò di cui dovremmo costantemente essere certi è che Egli ci proteggerà sempre. Ci proteggerà nel momento in cui abbiamo davvero bisogno di protezione. Ecco ciò che dobbiamo comprendere.” Così si è espresso sri V. Srinivasan, presidente panindiano delle Organizzazioni Seva Sri Sathya Sai, nel corso di un’intervista per Radio Sai Global Harmony con il dottor Venkataraman, ex prorettore dell’università Sri Sathya Sai.”

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allo scompiglio del mondo attuale. Sono anzi sem-pre più convinto che, quanto più tumultuosa è la vita, tanto più importante è ciò che dice Bhagavan, si tratti di management, istruzione, struttura socia-le o amministrazione di governo. Ciò che Bhaga-van afferma sembra essere la soluzione ottimale per la condotta della società, per la condotta del governo e per i rapporti interpersonali tra individui e razze.

In effetti gli insegnamenti di Bhagavan si ap-plicano a tutta l’umanità. Ora, cambiando legger-mente argomento, lei è con Swami da molti, molti anni. Può raccontarci qualcuna delle sue prime esperienze con Lui?

Per prima cosa narrerò un’esperienza

dato il senso dei valori. Sentivo di non far parte della sfrenata corsa al successo in cui di norma restano coinvolti molti operatori commerciali. ho imparato, in qualche misura, ad accontentarmi; ho imparato che, qualunque cosa succeda, è per il nostro bene.

Parlando di valori, ho una domanda assai im-portante. Esiste, in qualche modo, la sensazione diffusa che valori e successo negli affari non va-dano insieme. Se si praticano i valori, si fallisce negli affari, e, se si vuole avere successo in campo commerciale, occorre abbandonare i valori. Corri-sponde a verità?

No, non è affatto vero. Ci tengo a sottolineare che gli affari non dovrebbero essere condotti sen-za valori. Inoltre, come dice Bhagavan, un buon leader è uno che amministra con l’esempio piut-tosto che tenendo lunghi discorsi o cercando di far fare agli altri ciò che vuole; dovrebbe guidare dalla prima linea. È il principio dell’esercito che un buon generale è quello che guida dalla prima linea. Allo stesso modo Bhagavan ha detto che, se ci si aspetta che le persone intorno a noi siano rette e oneste, si deve essere retti e onesti; se ci si aspetta che le persone intorno a noi siano disci-plinate, si deve essere disciplinati. In effetti, tutti i princìpi di governo aziendale che sono arrivati a essere accettati oggi, sono quelli che Bhagavan dette molto tempo fa ai suoi studenti e anche a in-dustriali e manager di aziende. A questo proposito è d’obbligo citare il Discorso che Bhagavan tenne per gli industriali a Chennai negli anni ’80, Discor-so che contiene lezioni preziosissime per tutti gli uomini d’affari e gli industriali. Per mia fortuna ero presente alla Conferenza.

Ciò che Bhagavan ci va insegnando è estrema-mente importante per ogni aspetto della vita così come si presenta nel mondo odierno. Non è che ciò che Bhagavan dice non sia pertinente

Ho potuto verificare personalmente, quando mi sono recato in località remote, ad esempio dell’Himachal

Pradesh o in villaggi sperduti dell’Haryana o dell’Uttar Pradesh, che

molte persone sentono oltremodo la presenza di Bhagavan nelle loro

capanne e case, anche se non Lo hanno visto fisicamente. Oltre ad aver visto la Sua fotografia e

sentito parlare di Lui, alcuni di loro Lo sognano. Altri si relazionano con Lui attraverso un’esperienza

extrasensoriale che non riescono a esprimere con precisione, eppure

sentono che Swami è con loro. Vedono segni e simboli della Sua

presenza: apparizione della Vibhuti, orme, guarigioni miracolose di

ammalati. Tutti questi segnali danno loro una certezza fondamentale:

Bhagavan è con loro in ogni momento.

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accaduta a Prasanthi Nilayam molti anni fa. Bha-gavan stava passando tra le file dei devoti. Scel-se per l’interview una signora indiana, che stava seduta assieme a un bambino piuttosto cresciuto e singhiozzava inconsolabilmente. Saltò fuori che il bambino, che doveva essere sui dieci anni, non poteva camminare. Ero in piedi a poca distanza da Bhagavan. A quei tempi il Sai Kulwant Hall non era stato ancora costruito. Devo anche dire che si trattava del periodo in cui ero ancora privo di esperienza e poco disciplinato; non sapevo come reagire. Nessuno lo sa esattamente. Ma oggi pen-so di essere un po’ migliore rispetto a come ero allora. Quando Swami la scelse, la signora non ce la faceva ad alzarsi mentre cercava di sollevare il bambino, che era alquanto pesante. Negli attimi in cui ella si sforzava di fare ciò, pensai: ”Adesso mi precipito ad aiutarla”, e, mentre tentavo di avvici-narmi, notai Swami visibilmente arrabbiato che mi invitava a tornare indietro. Fui colto di sorpresa e mi spostai. Allora Swami si rivolse al bambino e disse: “Cammina.” Ed ecco che il bambino prese a camminare, sebbene in modo ancora malfermo. Il bambino che era in grembo alla madre - non un bimbo, ma un ragazzo piuttosto cresciuto - si in-camminò verso la stanza delle “interview”, dopo essere stato incapace di deambulare, solo Dio sa per quanti anni. Tutta la folla presente scoppiò in un fragoroso applauso e dai miei occhi comincia-rono a scendere lacrime. Questa è un’esperienza ancora vivida oggi in me e dimostra che Bhagavan può fare qualsiasi cosa in qualunque momento. Talvolta non la fa istantaneamente, ma sceglie in base al Suo programma. Tuttavia, se lo desidera, può fare qualsiasi cosa in qualunque momento. Forse l’episodio che ho narrato fu una di quelle circostanze. Bhagavan non aspettò nemmeno la normale “interview”, non aspettò di materializza-re la Vibhuti; semplicemente ordinò in inglese al bambino di camminare e il bambino si mise a farlo. Fu un’esperienza molto commovente.

Anche il secondo episodio che vorrei raccon-tare si svolse alcuni anni fa, proprio una settimana prima della visita che Bhagavan aveva in program-ma a Madras (Chennai). All’improvviso seppi che dovevo recarmi a Chicago per un viaggio d’affa-ri molto urgente; consisteva di un solo incontro, che però non poteva essere rimandato: era molto, molto urgente. Si trattava letteralmente di andare e rientrare subito in aereo, ma potevo farlo solo se Egli mi dava il permesso. In quei giorni Bha-gavan stava nel vecchio edificio di Brindavan a Bangalore. Era l’edificio che si trovava lì prima del Trayee Brindavan (il mandir di Whitefield). Alcuni erano soliti chiamarlo il “bungalow”, ma aveva il suo fascino e la sua atmosfera di santità. Solo

una piccola digressione: sono stato fortunato

Ciò che Bhagavan ci va insegnando è estremamente importante per

ogni aspetto della vita così come si presenta nel mondo odierno. Non è che ciò che Bhagavan dice non sia pertinente allo scompiglio del

mondo attuale. Sono anzi sempre più convinto che, quanto più tumultuosa

è la vita, tanto più importante è ciò che dice Bhagavan, si tratti di management, istruzione, struttura

sociale o amministrazione di governo. Ciò che Bhagavan afferma sembra essere la soluzione ottimale per la condotta della società, per la

condotta del governo e per i rapporti interpersonali tra individui e razze.

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a esser testimone, per molte volte, dell’aura che circondava la testa di Bhagavan quando era solito dare il Darshan dopo il Nagar Sankirtan del mat-tino a Brindavan. Oggi non siamo così fortunati. In quei giorni, Egli era solito uscire dopo il Nagar Sankirtan. Era uno spettacolo vedere l’aureola e le onde fluire dalla chioma di Bhagavan.

Sa, lei è una delle poche persone, oltre a Frank Baranowski, ad aver visto l’aura: una cosa davvero straordinaria. Forse una volta le chiederò di rac-contarcelo. Adesso torniamo a ciò che stava per dire.

Era un edificio che tanti di noi amavano molto. Perciò mi recai da Bhagavan per avere il permesso di partire e arrivai sul posto di sera. Dovevo partire da Chennai la notte stessa. Baba, con tanto amo-re, disse: “Certo, puoi andare e rientrare. Ad ogni modo, Mi muoverò solo fra qualche giorno.” Molto carino da parte Sua.

Suppongo che fosse desideroso di non perde-re la Sua visita a Chennai.

Certo, non me lo sarei mai perso. avrei piut-tosto cancellato il viaggio se, il farlo, avesse reso impossibile vederLo. Ma Bhagavan rende pos-sibile qualunque cosa. Attendevo là con le mani giunte. Egli mi chiese di fermarmi in un posto particolare nel viaggio di ritorno e di incontrare una determinata persona, di cui, per correttezza, non rivelerò il nome. Risposi: “Va bene, Swami, lo farò.” Aspettavo che mi dicesse quali erano le altre istruzioni, ma Egli andò nella Sua stanza e l’incontro si concluse. Ero attonito. Stavo per fare un viaggio lunghissimo per incontrare un indivi-duo senza sapere per quale motivo stessi andan-do lì e che cosa avrei dovuto dirgli. In ogni caso, pensai, Bhagavan avrebbe sistemato tutto e quella notte volai a Chicago. Finito l’incontro che avevo in quella città, durante il giorno chiamai la

persona da cui avrei dovuto recarmi e dissi: “Sto venendo a trovarla.” Sarebbe stato un volo di 14 ore da Chicago. Aveva un tono piuttosto brusco al telefono e disse: “Per quale motivo viene?” Rispo-si: “Glielo dirò quando arrivo.” Pensai: “Se gli dico che non so perché vado da lui, metterà immedia-tamente fine alla conversazione.” Di nuovo la sua voce sembrò piuttosto secca. Tuttavia lo salutai con “Sai Ram”, dicendogli che sarei arrivato con il tal volo. Partii da Chicago la sera e volai 14 ore con una sosta per il rifornimento. Finalmente raggiunsi la città dove dovevo recarmi. Ero piuttosto stanco. Quando uscii dalla dogana, trovai quel signore ad aspettarmi. Sembrava una persona molto ricca, al-quanto aristocratica nel contegno. Si trattava di un devoto e mi disse “Sai Ram”. Non parlammo più e ci recammo al parcheggio dove si trovava la sua Rolls Royce. Salimmo e ci fu un silenzio mortale per tutto il viaggio. Raggiungemmo la sua splen-dida dimora alle 2,30 del mattino. Quando arrivam-mo, nemmeno mi offrì di ritirarmi in camera e ripo-sarmi, anzi mi portò direttamente nel suo salotto e chiuse le porte. Si sedette di fronte a me e chiese: “Bene, qual è il motivo della sua visita?”

Eravate solo voi due?

Solo noi, nessun altro alle 2,30 del mattino. La mia risposta fu: ”Sono venuto perché Swami mi ha chiesto di venire a trovarla.” “Sì, sì, sì; che cosa le ha detto di dirmi? Quali messaggi ha portato?”, domandò. Risposi: “Non ho portato alcun messag-gio.” Egli allora disse: “Accidenti, lei è venuto da così lontano senza un messaggio, senza sapere perché doveva venire a trovarmi? È sicuro o mi sta nascondendo qualcosa?” “No, non le sto nascon-dendo nulla; sto incondizionatamente eseguendo le istruzioni di Swami, che prevedevano che venis-si a trovarla”, risposi. Mi pose domande e mi tor-chiò a più riprese, e io restai fedele a ciò che dove-vo dire, che era la verità. Quindi egli ricadde in un

silenzio mortale ed entrò in un cupo torpore.

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Era come se fosse lontano, perso nei pensieri.

Rimase assorto nei suoi pensieri piuttosto a lungo?

Direi almeno 15 minuti.

Quindici minuti! Piuttosto a lungo. E lei era se-duto là.

Può ben immaginarsi due persone sedute come noi adesso, ma qui siamo in condizioni ben più piacevoli. Lì non si parlava affatto e l’uomo era immerso nei suoi pensieri. All’improvviso vidi che sembrava piegarsi in avanti per arrivare alla sua scarpa destra. Mi chiedevo che cosa mi sarebbe accaduto. D’un tratto mi accorsi che tirava fuori qualcosa dai calzini e vidi che si trattava di un re-volver tascabile, che scintillava di un blu acciaio. Me lo mostrò e chiese: “Sa che cos’è?” Risposi: “So esattamente che cos’è, ma la prego di non puntarmelo contro.” Mentalmente cominciai a pen-sare: “Forse è giunto il mio ultimo momento”, e nel cuore continuai a ripetere: “Sai Ram, Sai Ram, Sai Ram.” Non sapevo dove mi trovassi e dove mi fossi cacciato. Egli disse: “È un revolver completa-mente carico. Voglio dirglielo: proprio stanotte sta-vo per uccidermi.” Successivamente, egli fu come un fiume in piena, una diga che straripava quando cominciò a raccontare la sua storia, come era arri-vato a contrarre enormi debiti nella sua attività e le difficoltà che aveva incontrato ad affrontarli. Aveva così deciso di prendere la cosiddetta “via d’uscita” facile. Egli stesso mi disse: “Bhagavan sapeva che stavo per farlo; ecco perché le ha chiesto di venire a trovarmi.” Proseguimmo la conversazione ancora per un po’. Avevo l’aereo per Chennai quel giorno intorno alle 12 ed ebbi appena il tempo di lavarmi e di fare una leggerissima colazione a casa del mio ospite per poi precipitarmi all’aeroporto. Gli dis-si che Swami sarebbe stato a Chennai nei giorni successivi. rispose che ci sarebbe stato an-

che lui. In quell’occasione potei comprendere che Swami conosce passato, presente e futuro, e che ogni devoto è sotto la Sua protezione. Lei mi ha chiesto se si trattasse di un devoto e io ho rispo-sto che sì, l’individuo era un devoto. Sono stato molto attento nella scelta delle parole, perché egli sembrava essersi un po’ allontanato dal gregge, ma Bhagavan non lo aveva dimenticato.

Swami talvolta dice: “Tu puoi allontanarti da Me, ma Io non ti abbandono.”

“Non permetterò che ti allontani” è ciò che esattamente dice. Nonostante non si fosse recato da Bhagavan per un periodo piuttosto lungo, Bha-gavan si ricordava di lui e lo ha salvato; così egli si recò a Chennai quando Baba era là. Sofferman-domi ancora un po’ su questo episodio, vorrei dire

che, quando giunse a Chennai, dapprima

Allora Swami si rivolse al bambino e disse: “Cammina.” Ed ecco che il bambino prese a camminare,

sebbene in modo ancora malfermo. Il bambino che era in grembo alla

madre - non un bimbo, ma un ragazzo piuttosto cresciuto - si incamminò verso la stanza delle “interview”, dopo essere stato

incapace di deambulare, solo Dio sa per quanti anni. Tutta la folla presente

scoppiò in un fragoroso applauso e dai miei occhi cominciarono a scendere lacrime. Questa è

un’esperienza ancora vivida oggi in me e dimostra che Bhagavan può

fare qualsiasi cosa in qualunque momento.

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Swami neppure lo guardò e, quando ormai pen-savamo che Swami non avrebbe affatto incontrato quella persona, improvvisamente Egli lo chiamò nella stanza delle “interview” e chiese anche a me di entrare. Ero di nuovo confuso su ciò che avrei dovuto fare in quel momento, ma Baba ha i Suoi metodi e sa chi usare come strumento e in quale momento. Fu allora che cominciò a fare una vera reprimenda a quella persona. Mi sentivo davvero imbarazzato a tradurre alcune delle parole di Bha-gavan e quando cercavo di tralasciare qualcosa, Swami si arrabbiava con me e mi diceva: “Sei solo un altoparlante. Il tuo ruolo è di dire esattamente ciò che dico di riferire.” Seguii allora con precisio-ne le istruzioni di Bhagavan. L’uomo scoppiò in lacrime e pianse come un bambino. Alla fine Baba, nella Sua infinita misericordia, disse: “Il passato è passato, dimenticalo! Ogni cosa andrà a posto.”

Questa storia ha un lieto fine; l’uomo aveva numerose proprietà che non si riusciva a vende-re a causa del crollo dei prezzi verificatosi in quel periodo. Ed ecco qua! I compratori arrivarono misteriosamente da chissà dove ed egli poté rac-cogliere abbastanza fondi da far fronte a tutte le obbligazioni. Per me si è trattato di un’esperien-za unica e mi ha insegnato la lezione che le vie di Bhagavan sono misteriose. Non è dato sapere come, quando e dove giungerà la Sua protezione, ma ciò di cui dobbiamo essere certi è che Egli ci protegge sempre e che ci proteggerà nel momen-to in cui avremo davvero bisogno. Ecco che cosa dobbiamo comprendere.

Due sono le cose che mi hanno colpito del suo discorso. Una è il modo in cui ha obbedito incondizionatamente all’ordine di Swami. Que-sto è ciò che Swami, molto spesso, ci chiede di fare e che noi, immancabilmente, disattendiamo. Sono rimasto molto impressionato del fatto che, in una missione delicata come quella e per la quale non aveva indicazioni, lei abbia seguito alla

lettera le istruzioni di Swami e questa è, credo, una grande lezione. La seconda cosa è che Egli dice, a coloro che tendono a dimenticarsene, che è sem-pre presente. Egli afferma: “Sono con voi, dentro di voi, intorno a voi, dietro di voi, sotto di voi, so-pra di voi.” Non siamo mai soli; Egli è sempre con noi. Prima lei ha detto che la Missione di Swami è entrata in una nuova fase allo scopo di guidare l’umanità tutta, di spiritualizzare il mondo intero e così via. In qualità di presidente panindiano delle Organizzazioni Seva Sathya Sai, lei è andato in giro per il Paese e ha visitato molti luoghi remoti. Può raccontarci qualcosa sulla crescita del movimen-to Sai e di come le persone comuni si relazionino con Swami, soprattutto coloro che non sono mai venuti qui e non Lo hanno mai visto? Hanno solo sentito parlare di Swami, eppure Lo portano nel

cuore. Come può accadere tutto ciò?

Inoltre, come dice Bhagavan, un buon leader è uno che amministra

con l’esempio piuttosto che tenendo lunghi discorsi o cercando

di far fare agli altri ciò che vuole; dovrebbe guidare dalla prima

linea. È il principio dell’esercito che un buon generale è quello

che guida dalla prima linea. Allo stesso modo Bhagavan ha detto

che, se ci si aspetta che le persone intorno a noi siano rette e oneste,

si deve essere retti e onesti; se ci si aspetta che le persone intorno a noi

siano disciplinate, si deve essere disciplinati.

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Ho potuto verificare personalmente, quando mi sono recato in località remote, ad esempio dell’Hi-machal Pradesh o in villaggi sperduti dell’Haryana o dell’Uttar Pradesh, che molte persone sentono oltremodo la presenza di Bhagavan nelle loro ca-panne e case, anche se non Lo hanno visto fisica-mente. Oltre ad aver visto la Sua fotografia e sen-tito parlare di Lui, alcuni di loro Lo sognano. Altri si relazionano con Lui attraverso un’esperienza extrasensoriale che non riescono a esprimere con precisione, eppure sentono che Swami è con loro. Vedono segni e simboli della Sua presenza: appa-rizione della Vibhuti, orme, guarigioni miracolose di ammalati. Tutti questi segnali danno loro una certezza fondamentale: Bhagavan è con loro in ogni momento.

Ora, se c’è un’ultima osservazione che vorreb-be fare ai nostri ascoltatori, di che cosa si tratta? Ricordi che essi sono sparsi in tutta l’Asia e non hanno l’opportunità di vedere Bhagavan quotidia-namente. Ma lei che si trova così spesso vicino a Swami, almeno fisicamente, che cosa vorrebbe dire agli ascoltatori e condividere con loro?

La cosa più importante che vorrei dire a ogni singola persona, compreso me stesso, è la se-guente: abbiate fede in Bhagavan e tenete un collegamento cuore a cuore con Lui. Accendete quella Radio Sai che è una radio con collegamen-to senza fili e che va dal vostro cuore a quello di Bhagavan. PregateLo con fede piena e sono certo che otterrete quella fiducia che porterà felicità e appagamento nella vostra vita. Penso che questo sia ciò che dovremmo ricercare. In sostanza c’è un unico messaggio: fede, fede, fede e preghiera.

Grazie per averci dedicato il suo tempo. Spe-ro di averla qui di nuovo, perché sono certo che, nel corso del suo lungo rapporto con Bhagavan, lei deve aver visto molte cose e anche aver fatto esperienze in posti diversi.

Grazie a lei, dottor Venkataraman. Sai Ram.

- Tratto dalle interviste a sri V. Srinivasan tra-smesse su Radio Sai Global Harmony il 6 ottobre 2002 e il 10 aprile 2003.

Col presente avviso si informano coloro che giungono a Prasanthi Nilayam che, per ottenere alloggio all’interno dell’Ashram, dovranno produrre la Carta d’Identità dell’Elettore (il documento di identità rilasciato dal Comitato Elettorale dell’India).In sostituzione di tale documento, saranno accettati altri documenti attendibili con relativa fotografia come Carta PAN, Patente di Guida, Passaporto, Libretto Bancario (con fotografia autenticata), ecc.Nel caso si tratti di un Gruppo (rappresentante un’Ala dell’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva) o di una famiglia, solo il capo Gruppo/Famiglia dovrà esibire un documento con fotografia.Vi preghiamo di trasmettere la suddetta informazione a tutti coloro che desiderino recarsi a Prasanthi Nilayam in modo che non abbiano inconvenienti al loro arrivo nell’Ashram.

- L’Amministratore dell’Ashram

AV V I S O I M P O R T A N T E P E R G L I O S P I T I

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n Congresso Medico internazionale, sponsorizzato congiuntamente dall’uni-versità delle Fiji e dalle Organizzazioni

Sri Sathya Sai di Australia e Fiji, è stato condotto nel campus universitario il 12 luglio 2008 e ha vi-sto la partecipazione di amministratori sanitari, di medici generici, del personale medico dell’ospe-dale Latouka e di 43 studenti in medicina. Il tema del congresso era “Fai la Differenza”. Esso ha avuto inizio ad opera dell’Alto Commissario dell’India nelle Fiji. In apertura, il professor Rajesh Chandra, vicerettore dell’università, ha fatto delle osservazioni introduttive relative al congresso. Quindi, il professor Umanand Prasad, Preside del-la Scuola Medica, ha introdotto i temi dell’incontro. L’oratore successivo, dottor K. Nadanachandran, coordinatore medico della Zona 3 dell’Organizza-zione Sri Sathya Sai, ha fatto una presentazione sull’Assistenza Sanitaria Sai, descrivendo gli Inse-gnamenti di Bhagavan sull’amorevole servizio reso dagli operatori sanitari. Altri eminenti oratori comprendevano il dottor Ami Chand, Direttore dei Servizi Medici delle Fiji, il dottor Gyaneswar Rao, Medico Senior all’Ospedale CWM di Suva, Fiji, e medici dell’unità medica australiana Sri Sathya Sai in visita. Alcuni degli argomenti trattati hanno ri-guardato i difetti della valvola neurale, l’osteopo-rosi, l’invecchiamento dell’occhio, la necessità della ricerca di qualità nell’assistenza sanitaria, la salute della donna, l’infertilità, il labbro leporino/la gola di lupo e HIV/AIDS.

Al congresso hanno fatto seguito campi medi-ci tenutisi dal 13 al 18 luglio 2008 nelle zone rurali di Viti Levu, Fiji. Una squadra di medici e volontari Sai provenienti da Australia, Fiji e Nuova Zelanda, assieme al gruppo sanitario locale e a studenti universitari di medicina, hanno fornito assistenza medica gratuita a oltre 3270 persone.

F I J I

U

I campi medici sono stati allestiti in un college e in scuole locali di Tavua, Raki Raki, Toge, Ba e Sigatoka. Si sono proiettati video sull’educazione sanitaria che raccomandavano la prevenzione e la gestione di alcune situazioni comuni. L’assistenza medica fornita nei campi comprendeva consulen-ze, esami fisici, test diagnostici come esami per diabetici, pressione sanguigna alta e disturbi car-diaci. Sono stati distribuiti medicinali gratuiti. I servizi odontoiatrici comprendevano estrazioni, otturazioni e cure preventive. Essi hanno anche fornito riparazioni e aggiunte alle dentiere già esi-stenti e provveduto a protesi parziali. A seconda delle necessità, sono stati offerti check-up oculari completi, occhiali da vista con prescrizione medi-ca e colliri. Numerosi pazienti sono stati sottoposti a controlli multipli comprendenti accertamenti me-dici, odontoiatrici, oftalmici e ginecologici. Al ter-mine dei campi, l’équipe medica ha partecipato alle celebrazioni del Guru Purnima disposte

dall’Organizzazione Sri Sathya Sai delle Fiji.

Dal 13 al 18 luglio 2008, l’Organizzazione Sri Sathya Sai delle Fiji ha tenuto campi medici nelle zone rurali

di Viti Levu, Fiji. Sono stati forniti servizi medici gratuiti a 3270 persone da specialisti di Australia,

Nuova Zelanda e Fiji.

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i N D O N E S i a

Nell’ambito delle celebrazioni del Guru Purni-ma il 20 luglio 2008, il Gruppo Studio Sai di Jakar-ta ha organizzato un campo medico e servito 869 persone nell’area di Dadap nel Tangerang, Jakarta, dove è difficoltoso mantenere l’igiene personale per carenza di acqua pulita. Diarrea e disturbi cu-tanei affliggono giovani e anziani.

Devoti Sai, dottori, infermieri, assieme a perso-ne locali, hanno formato un gruppo di 75 elementi per fornire servizi medici ai residenti. A tutti i pazienti sono state prescritte e fornite me-dicine gratuite.

Nel costante impegno di ridurre l’incidenza di epatiti B nei bambini indonesiani, i giovani Sai del Gruppo Studio Sai di Jakarta hanno effettuato una serie di vaccinazioni a Cilincing, nel nord di Jakar-ta. Dal 13 aprile al 29 giugno 2008, sono stati vac-cinati complessivamente 232 bambini fino a 10 anni di età. I genitori di tali bambini sono felici che i loro figli siano stati protetti dall’infezione del virus dell’epatite B.

Il 20 luglio 2008, il Gruppo Studio Sai di Jakarta, Indonesia, ha organizzato un campo medico nell’area

di Dadap nel Tangerang, Jakarta, e servito 869 residenti di tale località dove, per carenza di acqua

potabile, sono massicciamente diffusi disturbi cutanei e diarrea.

C a N a D a

Il 16 agosto 2008, i Centri Sri Sathya Sai Baba di London e Windsor hanno ospitato l’annuale riti-ro spirituale del Centro Comunitario di Komoka vicino a London, Ontario, Canada. Hanno parteci-pato oltre 250 devoti, compresi adulti, giovani e bambini. Il tema del ritiro era “Il Cibo è Dio; non sciupate Cibo”.

Il programma devozionale comprendeva melo-diose musiche eseguite da due eminenti artisti, sri T.V. Hariharan, ex studente dell’università Sri Sath-ya Sai, e sri Sean McDonald, musicista e direttore d’orchestra. Un’incisiva presentazione sul tema del ritiro ha organicamente riguardato gli aspetti della fame, lo spreco di cibo, le catastrofi naturali, la rapida crescita dei prezzi e il contributo dell’Or-ganizzazione Sai per alleviare la fame e la soffe-renza durante le calamità naturali. Citando diffusa-mente Bhagavan, la presentazione ha sottolineato la necessità di una cospicua azione affinché gli individui, le famiglie e i Centri Sai facciano cessa-re lo spreco di cibo e diano nutrimento ai poveri e agli affamati.

– Fondazione Mondiale Sri Sathya Sai

Il 16 agosto 2008, i Centri Sri Sathya Sai Baba di London e Windsor, Ontario, Canada, hanno organizzato

un ritiro spirituale sul tema “Il Cibo è Dio; non sciupate Cibo”. Le presentazioni fatte nel ritiro hanno

sottolineato la necessità di una cospicua azione, affinché gli individui, le famiglie e i Centri Sai facciano cessare lo spreco di cibo e diano nutrimento ai poveri

e agli affamati.

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i N D i a

Andhra Pradesh – Il distretto di Medak, il 21 e 22 settembre 2008, ha condotto un Parthi Yatra (pelle-grinaggio a Puttaparthi) con 1500 devoti e messo in scena, alla Divina Presenza di Bhagavan, la commedia “Sai Rama Nauka”, che ne sottolineava gli Insegnamenti. Il 22 settembre, ha organizzato una cerimonia nel Sai Kulwant Hall in cui, con le benedizioni di Bhagavan, sono stati distribuiti vari utensili a 108 persone bisognose per renderle in grado di provvedere al proprio mantenimento. Gli utensili comprendevano irroratori, macchine per cucire e ricamare, macine ad acqua, ferri da stiro, aratri, kit per vasai, carpentieri, falegnami, elettrici-sti ecc. e biciclette. Inoltre, questi devoti hanno organizzato un Nagar Sankirtan con diversi pro-grammi culturali nel villaggio di Puttaparthi, con-dotto uno Yajna e organizzato conferenze spiritua-li sul Messaggio di Bhagavan per i devoti del di-stretto di Medak.

Bihar e Jharkhand – Il 18 agosto 2008, il fiume Kosi, da sempre conosciuto come “croce del Bihar”, ha causato grandi distruzioni in otto di-stretti del Bihar quando ha cambiato il suo corso e rotto gli argini a Kusaha, località situata a monte del Nepal, causando in Bihar le peggiori inonda-zioni in 50 anni. Esso ha colpito, in circa 1000 vil-laggi, 2,5 milioni di persone insieme con 1 milione di animali.

L’Organizzazione Seva Sri Sathya Sai di Bihar e Jharkhand ha dato il via ai soccorsi dal 21 agosto 2008, quando l’inondazione era ancora minaccio-sa a causa delle forti correnti.

È stato allestito un campo base a Saharsa per raccogliere gli aiuti materiali. Operatori Sai hanno trasportato tali aiuti in cliniche mobili e battelli, percorrendo parecchi chilometri di strade inonda-te al fine di trovare gli abitanti nelle zone abbando-nate. I volontari Seva Dal si sono diretti in quel-le zone dove non erano giunti aiuti,

percorrendo a volte fino a 30 o 40 chilometri per portare soccorso.

Nel pieno delle devastanti alluvioni, sono co-minciati ad arrivare aiuti dai Sai Samithi di diversi distretti di Bihar e Jharkhand. Anche l’Organizza-zione Sai del Bihar ha ricevuto carichi di aiuti dalle Organizzazioni Sai di Karnataka, Delhi, Punjab, Ha-ryana e Chandigarh, Uttar Pradesh e Uttarakhand, Bengala Occidentale, Madhya Pradesh, Chhattis-garh e Maharashtra. I Giovani Sai di diversi distret-ti del Bihar hanno prontamente consegnato aiuti materiali direttamente nelle mani delle vittime del-la piena. Le operazioni di soccorso sono state condotte simultaneamente nelle zone più colpite dei distretti di Saharsa, Madhepura, Supaul e Pur-nea. In molti luoghi, specialmente in Saharsa e Ma-dhepura, tali operazioni sono ancora in corso.

Orissa – Nel settembre del 2008, l’Orissa è stata testimone di una delle più gravi devastazioni degli ultimi 40 anni. Dei 30 distretti dell’Orissa, 18 sono stati severamente colpiti dalle alluvioni. Durante questa calamità, gli operatori Sai si sono impegna-ti giorno e notte nel salvare, alimentare e conforta-re le vittime.

Volontari Seva Dal dell’Organizzazione Sai del Bihar impegnati nella distribuzione del materiale di soccorso per la gente

del villaggio di Kushewar, nel distretto di Saharsa nel Bihar, colpita dall’inondazione.

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Punjab ha adottato il villaggio di Dhagana e orga-nizzato un campo medico in cui sono stati serviti 386 pazienti. Nella scuola del villaggio è stato dato avvio a corsi Bal Vikas. Come risultato di ciò, in due mesi, il numero degli studenti è salito da 45 a 74 e si è ottenuto un rimarchevole cambiamento nel comportamento dei bambini. Essi hanno ini-ziato ad andare quotidianamente al Gurdwara

(luogo di preghiera) e a pregare al suo interno. Hanno anche cominciato a rendere reverente omaggio ai loro genitori e agli anziani. Hanno poi avviato Bhajan non solo nelle loro case, ma anche a scuola e in strada. Tutti i problemi scolastici sono stati risolti. Vedendo ciò, i nove villaggi del circon-dario hanno avvicinato il Patti Samithi perché fa-cesse cose simili anche nelle loro zone. il Samithi ha allora adottato quei nove villaggi con identici risultati.

Quale pegno di apprezzamento per il buon la-voro svolto dall’Organizzazione Sai a Dhagana e nei circostanti villaggi (aree di confine), il Comita-to Shiromani Gurdwara Parbandhak (S.G.P.C.), il più alto ente spirituale dei Sikh, ha invitato i re-sponsabili dell’Organizzazione Sai al Tempio d’Oro (Golden Temple) di Amritsar e offerto un Saropa (onorificenza) e un modellino del Tempio d’Oro fra i sacri canti del “Sat Sri Akal”.

Oltre 500 persone, compresi i bambini Bal

Alle centinaia di migliaia di persone colpite, sono stati forniti aiuti sotto forma di cibo secco, cibo cotto, teli impermeabili, acqua potabile, abiti, medicinali e altri articoli di uso quotidiano. L’Orga-nizzazione Sai ha aperto centri di soccorso in Bhubaneswar, Cuttack, Kendrapara, Salipur, Puri, Nimapara, Paradeep, Kujanga, Nayagarh, Jatani e Sonepur. L’opera di soccorso ha avuto inizio il 20

settembre 2008 ed è continuata senza sosta per 15 giorni. Le Organizzazioni Sai degli Stati di Tamil Nadu, Maharashtra, Haryana e Chandigarh, Uttar Pradesh e Uttarakhand hanno fornito tempestivo aiuto e inviato carichi di materiale da distribuire ai centri allestiti dall’Organizzazione Sai dell’Orissa.. Il Presidente Panindiano delle Organizzazioni Seva Sri Sathya Sai, sri V. Srinivasan, ha personalmente visitato l’Orissa per verificare l’entità della deva-stazione causata dalle alluvioni e per supervisio-nare le misure di soccorso messe in atto.

Nella Sua compassione, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba ha deciso di fornire nuove case a quella povera popolazione resa senza tetto dalle inonda-zioni. Ha messo a disposizione dieci crore di rupie e inviato un alto comitato per lavorare sui dettagli di tale progetto di ospitalità in collaborazione con l’Organizzazione Sai dell’Orissa.

Punjab – Nel giugno del 2008, il Patti Samithi dell’Organizzazione Seva Sri Sathya Sai del

Per nulla intimoriti dalla furia delle alluvioni, membri SevaDal e Giovani dell’Organizzazione Sai hanno utilizzato anche battelli per portare soccorsi agli abitanti dei villaggi abbandonati.

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Vikas, hanno visitato il Tempio d’Oro su invito del S.G.P.C. che ha provveduto al trasporto dalla sta-zione ferroviaria al Tempio, dato una copia del Jap-ji Sahib a tutti i bambini e distribuito letteratura Sikh ai presenti. A tutti è stato servito il pranzo (Langar).

Tamil Nadu – Il 1° ottobre 2008, lo Sri Sathya Sai Seva Samithi, Cooperative Colony, Mettupalayam,

distretto di Coimbatore, ha organizzato una ceri-monia per la sacra ricorrenza dell’Id Ul Fitr 2008, invitando i fratelli mussulmani nei locali del Sai Seva Samithi. 30 fratelli mussulmani hanno pre-senziato alla cerimonia, eseguito il loro Namaz di fronte alla fotografia del nostro amato Bhagavan posta sull’altare del Samithi e rotto il loro digiuno con piccoli rinfreschi serviti dai membri del Sai Samithi di Mettupalayam. Essi hanno espresso il loro profondo apprezzamento e offerto sinceri rin-graziamenti ai fratelli Sai per il loro gentile gesto.

I Giovani Sai dell’Organizzazione Sri Sathya Sai, Chennai Metro (distretto occidentale), hanno anche celebrato la sacra festività dell’Id Ul Fitr e distribuito dolci bibite ghiacciate a circa 1600

fratelli e sorelle salutandoli con un “Sai Ram”. I fratelli mussulmani sono stati estremamente felici per il servizio reso loro dai volontari Sai e hanno profuso ringraziamenti a Bhagavan Baba e all’Or-ganizzazione Sai.

Quale pegno di apprezzamento per il lavoro svolto dall’Organizzazione Sai ai Dhagana e nei circostanti

villaggi (aree di confine), il Comitato Shiromani Gurdwara Parbandhak (S.G.P.C.) ha invitato i

responsabili dell’Organizzazione Sai al Tempio d’Oro (Golden Temple) e offerto a essi un Saropa (onorificenza) e un modellino del Tempio stesso.

Nella sacra festività dell’Id Ul Fitr, 36 fratelli mussulmani hanno eseguito Namaz nei locali dello Sri Sathya Sai

Seva Samithi, Cooperative Colony, Mettupalayam, e hanno condiviso un piccolo rinfresco servito dai membri del Sai

Samithi per rompere il loro digiuno.

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Dio per Primo, Poi il Mondo, Io per Ultimo

RIMA DELLA GUERRA DEL Mahabharata, Arjuna e Duryodhana andarono dal Signore Krishna a

chiederGli aiuto. Attore e Regista della commedia cosmica quale era, Krishna chiuse gli occhi e finse

di dormire non appena essi si recarono da Lui. Dopo l’entrata nella sala del Suo palazzo, Arjuna si sedette ai Suoi piedi con grande devozione e umiltà, mentre Duryodhana, pieno d’orgoglio, occupò un posto vicino alla Sua testa.

Dopo qualche attimo, Krishna aprì gli occhi. Poiché Arjuna sedeva a lato dei Suoi piedi, Egli lo guardò per primo e chiese: “Arjuna! Quando sei arrivato? Che cosa c’è?” Duryodhana fu assalito da gelosia, cattiveria ed ego ferito quando vide che Krishna aveva parlato prima ad Arjuna che a lui. In risposta alla domanda postagli, Arjuna disse: “Krishna! Sono venuto a implorare il Tuo aiuto.” Krishna, allora, chiese ancora: “Che cosa vuoi?” In preda alla paura e alla gelosia che Krishna aiutasse Arjuna per primo, Duryodhana esclamò: “Krishna! Anch’io sono venuto a implorare il Tuo aiuto.” Dicendo ciò, egli stava in piedi di fronte a

Krishna. “Quando sei arrivato, cognato?”, chiese allora Krishna a Duryodhana, poi aggiunse: “Fra voi due, Io starò da una parte da solo e il Mio esercito dall’altra.” Poi si rivolse ad Arjuna e gli chiese: “Vuoi Me o il Mio esercito?” Arjuna replicò: “Non voglio altro che te, Krishna.” Immediatamente Duryodhana esclamò estremamente soddisfatto: “Krishna! Io voglio tutto il Tuo esercito.” Krishna, allora, congedò Duryodhana e lo mandò col Suo esercito, poi batté affettuosamente la Mano sulla schiena di Arjuna in segno di ammirazione per la sua scelta.

Che cosa si può imparare da questo episodio? Che la persona che nella vita tiene in considerazione prima Dio, poi il mondo e per ultimo l’“io” è sempre vittoriosa.

I Pandava, nella vita, dettero a Krishna la precedenza assoluta. I Kaurava, invece, misero al primo posto l’“io”, poi il mondo e per ultimo Dio. In tal modo, si distanziarono da Dio e finirono in rovina.

Chinna Katha

P

“Non voglio altro che Te”, disse Arjuna a Krishna quando Egli gli chiese se volesse Lui o il Suo esercito.

Arjuna sedette ai piedi di Krishna con grande devozione e umiltà, mentre Duryodhana, pieno d’orgoglio, occupò un

posto vicino alla Sua testa.

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Il Mio Nome non è distinto dalla Mia Forma. Il Nome, non appena venga pronunciato o udito, richiama la Forma. Nell’istante stesso in cui la Forma viene vista, il Nome arriva alla coscienza. Pertanto, se il Nome danza continuamente sulla vostra lingua, anche la Forma dovrà essere davanti e accanto a voi. Che bisogno c’è di parlarne come di un Mio dono? Io devo manifestare la Forma ogni volta che il Mio Nome venga ripetuto con fede e devozione.

Il Nome e la Forma sono Inseparabili

– Baba

I t a l i a n e d i t i o n o f S a n a t h a n a S a r a t h i