Escursione alle zone umide

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Escursione alle zone umide Foci Aloisa, Carmosina e Casa di Ramsar

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Escursione alle zone umide

Foci Aloisa, Carmosina e Casa di Ramsar

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Il primo aprile la classe I° B con la docente di Scienze ha effettuato una visita guidata alle foci Aloisa e Carmosina presso le Saline di Margherita di Savoia e al Centro di educazione ambientale “CASA DI RAMSAR” di Trinitapoli.

Questa visita è stata realizzata nell’ambito del progetto Life finalizzato al rispetto e alla tutela delle zone umide.

Durante la visita abbiamo fatto due soste: nella prima ci siamo fermati alla foce Carmosina dove con dei binocoli che ci sono stati forniti da guide esperte e con un cannocchiale altamente professionale abbiamo fatto BIRDWATCHING, cioè abbiamo osservato e identificato vari tipi di uccelli come il Gabbiano reale, il Cavaliere d’Italia e alcuni Fenicotteri rosa come vivevano nel proprio habitat, cioè un canale di acqua salmastra poco profondo.

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La seconda sosta è stata alla foce Aloisa dove abbiamo fatto sempre BIRDWATCHING, qui abbiamo visto altri uccelli come le Falaghe, i Piropiro piccoli, le Volpoche e le Avocette che svolgevano le loro abitudinarie azioni sempre in un fiumiciattolo di acqua salata.

La cosa che le due foci avevano in comune era che erano tutte e due zone umide e paludose di acqua salata ricche di tante specie di uccelli e di insetti che trovavano in quell’ambiente il loro habitat naturale ed erano ricche di tanto verde come delle piante ombrellifere (ferule) fiori, erbe, cespugli ecc..

L’uccello che più mi è piaciuto è stato il cavaliere d’Italia con lunghe e sottili zampe arancioni, un becco appuntito ed un piumaggio nero e bianco; anche i fenicotteri “rosa” denominati così per la loro alimentazione a base di gamberetti actemia ed infine le falaghe con piumaggio nero, marrone e bianco.

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Nel viaggio abbiamo ammirato dal pullman le saline di Margherita di Savoia (le più grandi d’Europa) e abbiamo visto grandi montagne di sale delle quali la guida ci ha parlato ; ci ha detto per esempio che la parola salario cioè la paga di un operaio si chiama così dal fatto che prima le paghe erano in sale.

La nostra ultima tappa è stata al centro di educazione ambientale “CASA DI RAMSAR” nel quale un esperto, con l’ausilio di un power point che ci ha mostrato, ci ha spiegato molte cose.

Il professore ci ha chiarito per primo il perché del nome della casa cioè perché nel 1971 a Ramsar (città dell’Iran) fu preso un accordo nel quale si decideva di tutelare e proteggere le zone umide che si è capito possono servire alla vita dell’uomo per dei legami con gli esseri viventi.

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Ci ha spiegato cos’è un ecosistema e che è formato dalla biocenosi, cioè il grande insieme degli esseri viventi e il biotipo cioè l’insieme dei fattore ambientali.

Anche la zona umida che abbiamo visitato è un ecosistema di acqua salata che sta ferma su un suolo impermeabile poco profondo ( max 6 mt) e talvolta nei periodi di secca vuoto; è anche l’autogrill degli uccelli che migrando si fermano lì a sostare e a nidificare.

A questo punto ci ha detto che una specie vivente vive in un habitat dove può svilupparsi e vivere e nel quale ci devono essere quattro elementi: acqua, cibo, spazio vitale e un compagno/a e che gli esseri viventi sono legati fra loro. L’acqua è fondamentale e fortunatamente presente in abbondanza sulla terra (per questo viene chiamato pianeta azzurro); essa è una fonte di vita e quindi dove c’è acqua c’è vita, alcune volte la vita degli esseri viventi.

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Esiste la CATENA ALIMENTARE nella quale ci devono essere produttori consumatori sole che dà l’energia e dei compositori. Le catene alimentari formano intersecandosi fra loro la rete alimentare o trofica. In seguito ci ha fornito notizie sulla Puglia che è una regione carsica con pochi corsi d’acqua e dalla Puglia in generale è passato alla salina di Margherita che è la più grande d’Europa ed è formata da 500 specie di animali diverse di cui 200 uccelli e 5.000 fenicotteri che formano l’1 % della fauna totale del pianeta.

Abbiamo capito che le zone umide sono dei posti dove gli uccelli si fermano per fare le soste durante i periodi di nidificazione (sono ovipari) e volano liberamente con due tipi di voli: quello battuto che richiede più energia perché si sbattono le ali e quello planato meno faticoso.

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Il problema però è quello che oggi giorno stiamo “bucando” la rete trofica facendole perdere qualcosa e portando all’estinzione di 3.800 specie annuali.

Dopo l’interessante lezione siamo usciti dalla sala e siamo andati a vedere dei sedimenti dell’Ofanto, dei tronchi e degli uccelli imbalsamati con alle zampe degli anelli o in ferro o laccetti che ci hanno detto servono a riconoscerli.

L’ uscita è stata molto divertente, interessante ed istruttiva perciò spero di ripetere un’esperienza come questa. MARIAEUGENIA ROBBE

CLASSE IB

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