ensemble vocale ROssOPORPORa EnsEMBLE · 2019. 3. 22. · se le rose che scoprite discoprite, mi...

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MERCOLEDì 6 DICEMBRE 2017, ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza DE LABYRINTHO ensemble vocale ROSSOPORPORA ENSEMBLE orchestra su strumenti antichi Walter Testolin direttore Stagione Concertistica 2017/2018 anno sociale 108 CLAUDIO MONTEVERDI nei 450 anni dalla nascita

Transcript of ensemble vocale ROssOPORPORa EnsEMBLE · 2019. 3. 22. · se le rose che scoprite discoprite, mi...

  • MERCOLEDì 6 DICEMBRE 2017, ore 20:45Teatro Comunale di Vicenza

    DE LaByRInThO ensemble vocale

    ROssOPORPORa EnsEMBLE orchestra su strumenti antichi

    Walter Testolin direttore

    Stagione Concertistica 2017/2018

    anno sociale 108

    Claudio Monteverdinei 450 anni dalla nascita

  • Programma

    PER L’IMMORTaL sEnTIERO Madrigali, arie e balli di Claudio Monteverdi (1567-1643)

    Tempro la cetraQui rise, o TirsiChiome d’oro

    Lamento della NinfaQuesti vaghi concenti

    Volgendo il ciel per l’immortal sentieroMovete al mio bel suon le piante snelle

    ***

    Altri canti d’Amor, tenero arcieroHor che ‘l ciel e la terra e ‘l vento tace

    De la bellezza le dovute lodiCon che soavità, labbra odorate

    Vago augelletto che cantando vaiArdo, avvampo

    Presso un fiume tranquillo

    I testi

    Tempro la cetra, e per cantar gli onoridi Marte alzo talor lo stil e i carmi.Ma invan la tento e impossibil parmich’ella già mai risoni altro ch’amore.Così pur tra l’arene e pur tra’ fiorinote amorose Amor torna a dettarmi,né vuol ch’io prend’ ancora a cantar d’armi,se non di quelle, ond’egli impiaga i cori.Or umil plettro a i rozzi accenti indegni,musa, qual dianzi, accorda, in fin ch’al cantode la tromba sublime il Ciel ti degni.Riedi a i teneri scherzi, e dolce intantolo Dio guerrier, temprando i feri sdegni,in grembo a Citerea dorma al tuo canto.(Giovan Battista Marino)

    Qui rise, o Tirsi, e qui ver me rivolsele due stelle d’Amor la bella Clori;Qui per ornarmi il crin, de’ più bei fiorìal suon dele mie canne un grembo colse.Qui l’angelica voce in versi sciolse,ch’umiliato i più superbi Tori;Qui le Gratie scherzar vidi, e gli Amoriquando le chiome d’or sparte raccolse.Qui con meco s’assise, e qui mi cinsedel caro braccio il fianco, e dolce intornostringendomi la man, l’alma mi strinse.Qui d’un bacio ferimmi, e ‘ l viso adornodi bel vermiglio vergognando tinse.O memoria felice, o lieto giorno.(Giovan Battista Marino)

    Chiome d’oro, bel tesoro,tu mi leghi in mille modise t’annodi, se ti snodi.Candidette perle elette,se le rose che scopritediscoprite, mi ferite.Vive stelle, che sì bellee sì vaghe risplendete,se ridete m’ancidete.Preziose, amorose,coralline labbra amate,se parlate mi beate.O bel nodo per cui godo!O soave uscir di vita!O gradita mia ferita!(Anonimo)

    De labyrintho Musica della Rinascenzanadia Caristi, alena Dantcheva, arianna Miceli cantiLucia napoli, andrés Montilla-acurero altiMassimo altieri, Gianluca Ferrarini tenoriMatteo Bellotto, Guglielmo Buonsanti bassi

    RossoPorpora Ensemble Orchestra su strumenti antichiRossella Croce, Elisa Imbalzano violini, Emanuele Marcante viola da brazzoLuigi Lupo flauto, Fabiano Martignago flauto, Claudia Pasetto viola da gambaDaniele Cernuto viola da gamba, Diana Fazzini violone basso lironeGian Giacomo Pinardi arciliuto, Gabriele Palomba tiorbanicola Lamon clavicembalo, Dario Carpanese organo

    Walter Testolin direttore

  • Lamento della ninfaNon havea Febo ancorarecato al mondo il dìch’una donzella fuoradel proprio albergo uscì.Sul pallidetto voltoscorgease il suo dolor,spesso gli venia scioltoun gran sospir dal cor.Sì calpestando fiorierrava or qua or là,i suoi perduti amoricosì piangendo va:

    “Amor,” dicea, il ciel mirando il piè fermò“dove, dov’è la féche ‘l traditor giurò?Fa che ritorni il mioamor com’ei pur fu,o tu m’ancidi, ch’ionon mi tormenti più.”Miserella, ah più no,tanto gel soffrir non può.“Non vo’ più ch’ei sospirise non lontan da me,no, no, che i suoi martiripiù non dirammi, affé!Perché di lui mi struggotutt’orgoglioso sta,che sì, che sì se ‘ l fuggoancor mi pregherà?Se ciglio ha più serenocolei che ‘l mio non è,già non rinchiude in senoAmor si bella fé.Né mai si dolci bacida quella bocca havrai,né più soavi; ah, taci,taci, che troppo il sai.”

    Sì tra sdegnosi piantispargea le voci al ciel;così ne’ cori amantimesce Amor fiamma e gel.(Ottavio Rinuccini)

    Questi vaghi concentiche gli augellett’intornovanno temprando a l’apparir del giornosono, cred’io, d’amor desiri ardenti;sono pene e tormenti;e pur fanno le selv’e ‘ l ciel gioireal lor dolce languire.Deh! se potessi anch’iocosì dolce dolermiper questi poggi solitari e ermi,che quell’a cui piacer sola desiogradiss’il pianger mio,io bramerei sol per piacer a leieterni i pianti miei.(Anonimo)

    Volgendo il ciel per l’immortal sentiero,le ruote della luce alma e serena,un secolo di pace il Sol rimenasotto il Re novo del Romano Impero.Su, mi si rechi ormai del grand’Iberoprofonda tazza, inghirlandata e pienache, correndomi al cor di vena in vena,sgombri dall’alma ogni mortal pensiero.Venga la nobil cetra: il crin di fioricingimi, o Filli: io ferirò le stellecantando del mio Re gli eccelsi allori;e voi che per beltà, Donne e Donzelle,gite superbe d’immortali onori,movete al mio bel suon le piante snelle.(Ottavio Rinuccini)

    Movete al mio bel suon le piante snelle,Sparso di rose il crin leggiadro e biondo.E, lasciato dell’Istro il ricco fondo,vengan l’humide ninfe al Ballo anch’elle.Fuggano in sì bel dì nembi e procelle.D’aure odorate el mormorar giocondofatt’eco al mio cantar, rimbombi il mondol’opre di Ferdinando eccelsi e belle.Ei l’armi cinse, e su destrier alatocorse le piaggie, e su la terra durala testa riposo sul braccio armato.Le torri eccelse e le superbe muraal vento sparse, e fe’ vermiglio il prato,lasciando ogni altra gloria al mondo oscura.(Ottavio Rinuccini)

    ***

  • altri canti d’amor, tenero arciero,i dolci vezzi, e i sospirati baci;narri gli sdegni e le bramate paciquand’unisce due alme un sol pensiero.Di Marte io canto, furibondo e fiero,i duri incontri, e le battaglie audaci;strider le spade, e bombeggiar le faci,fo nel mio canto bellicoso e fiero.Tu cui tessuta han di cesareo allorola corona immortal Marte e Bellona,gradisci il verde ancor novo lavoro,che mentre guerre canta e guerre sona,oh gran Fernando, l’orgoglioso choro,del tuo sommo valor canta e ragiona.(Anonimo)

    hor che ‘l ciel et la terra e ‘l vento tacet le fere e gli augelli il sonno affrena,Notte il carro stellato in giro menaet nel suo letto il mar senz’onda giace,veggio, penso, ardo, piango; et chi mi sfacesempre m’è inanzi per mia dolce pena:guerra è ‘ l mio stato, d’ira et di duol piena,et sol di lei pensando ò qualche pace.Cosí sol d’una chiara fonte vivamove ‘l dolce et l’amaro ond’io mi pasco;una man sola mi risana et punge;e perché ‘l mio martir non giunga a riva,mille volte il dí moro et mille nasco,tanto da la salute mia son lunge.(Francesco Petrarca RVF 164)

    De la bellezza le dovute lodicelebriam con lieto cantoe tu Ciprign’intantode tuoi prieghi altera godi.Godi pur ch’alta vittoriasi prepara a meriti tuoionde chiara ogi fra noisplenderai per nuova gloria.E’ la bellezza un raggiode la celeste luceche quasi un Sol di Maggiotemprat’ardor n’adduce.Quinci nel nostro corenascono i fìor d’amore.Chi di tal lume non splend’ornatodirsi beato in van presumeche’ vil tesoro son gemm’et oroe valor cade contro beltade.Ben sallo Alcide il forte

    da duo begl’occhi vintoquantunque avvintotraesse il cor da le tartaree portee sallo il Dio de l’armede l’ira e del furorequando la Dea d’Amoregl’impon che si disarme.Ond’ei cangiato stilemansueto ed humilemirando il suo bel voltola spada oblia fra belle braccio accolto.Dunque a lei che di beltateottenne il pregio e’I vantoquest’altere alme ben nateconcordi al nostro cantoguidano in queste valliper far l’honor quest’amorosi balli.(Anonimo)

    Con che soavità, labbra odoratee vi bacio e v’ascolto:ma se godo un piacer, l’altro m’è tolto.Come i vostri dilettis’ancidono fra lor, se dolcementevive per ambedue l’anima mia?Che soave armoniafareste, o dolci baci, o cari detti,se foste unitamented’ambedue le dolcezze ambo capaci,baciando i detti e ragionando i baci.(Giovanni Battista Guarini)

    Vago augelletto che cantando vai,over piangendo, il tuo tempo passato,vedendoti la notte e ‘ l verno a latoe ‘l dí dopo le spalle e i mesi gai,se, come i tuoi gravosi affanni sai,cosí sapessi il mio simile stato,verresti in grembo a questo sconsolatoa partir seco i dolorosi guai.(Francesco Petrarca, RVF 353)

  • ardo, avvampo, mi struggo, ardo: accorretevicini, amici, all’infiammato locoal ladro, al ladro, al tradimento, al foci!Scale, accette, martelli, acqua prendete;e voi torri sacrate, anco tacete?Su, bronzi, su, ch’io dal gridar son roco,dite il periglio altrui non lieve o poco,e degl’incendi miei pietà chiedete.Son due belli occhi il ladro, e seco Amorel’incendiario che l’inique facidentro la rocca m’avventò del core.Ecco i rimedi omai vani e fallaci.Mi dice ogn’un “Per sì beato ardorelascia che’l cor s’incenerisca, e taci”.(Anonimo)

    Presso un fiume tranquillodisse a Filena Eurillo:“Quante son queste arene,tante son le mie pene!E quante son quelle onde,tante ho per te nel cor piaghe profonde!”Rispose, d’amor piena,ad Eurillo Filena:“Quante la terra ha foglietante son le mie doglie!E quante il cielo ha stelle,tante ho per te nel cor vive fiammelle!”Dunque con lieto coresoggiunse indi il pastore:“Quanti ha l’aria augellettisiano i nostri diletti,e quant’hai tu bellezze,tante in noi versi Amor care dolcezze!”“Sì, sì”, con voglie accesel’un e l’altro riprese,“Facciam, concordi amanti,pari le gioie ai pianti,a le guerre le paci:Se fur mille i martiri sien mille i baci!”(Giovan Battista Marino)

    note al programma

    Claudio Monteverdi è uno dei più grandi maestri della civiltà musicale.Nato a Cremona nel 1567, fu avviato giovanissimo agli studi musicali sotto la guida del maestro di cappella del Duomo, Marc’Antonio Ingegneri, che gli impartì lezioni di canto, strumenti ad arco e contrappunto. Seppure non si sappia molto dei suoi primi vent’anni trascorsi a Cremona, è certo che manifestò il suo talento musicale fin dall’adolescenza: risalgono infatti alla prima metà degli anni ‘80, quando aveva dai 15 ai 18 anni, le Sacrae Cantiunculae per coro misto a cappella, i Madrigali spirituali a 4 voci e una serie di canzonette a 3 voci. Fra il 1587 e il 1590 vengono alla luce i primi due libri di Madrigali che gettano i semi per le opere future: compositioni giovenili – scrive lo stesso autore nella dedica – che non desiderano altra lode che quella che si suole dare ai fiori di primavera, in rispetto di quella che si dà ai frutti dell’està e dell’autunno”.Nel 1590 Monteverdi viene assunto alla corte di Vincenzo Gonzaga duca di Mantova come suonatore di viola nella cappella diretta da Giaches de Wert; un decennio più tardi il ruolo di maestro di musica del serenissimo signor duca di Mantova sarà finalmente suo.Il periodo mantovano fu assai stimolante dal punto di vista artistico. Come responsabile di un piccolo gruppo a cappella al seguito del duca Vincenzo, Monteverdi ha modo di viaggiare spesso all’estero, cosa che gli dà l’opportunità di allargare i propri orizzonti, di farsi conoscere e di confrontarsi con altri importanti ambienti musicali.Nel frattempo, nel 1592, era stato dato alle stampe il terzo libro di Madrigali, grazie al quale il nome di Monteverdi cominciò a circolare negli ambienti delle corti italiane ed europee. Il successo fu così strepitoso che fino al 1611 la raccolta viene ristampata altre 5 volte. Culmine del periodo mantovano sono però i due spettacoli L’Orfeo e L’Arianna, venuti alla luce fra il 1607 e il 1608.Alla morte del duca, Monteverdi cade in disgrazia ed è costretto a cercare occupazione altrove. Dopo un lungo peregrinare di città in città, alla fine trova ospitalità a Venezia, dove nell’agosto del 1613 viene assunto come Maestro di Cappella della Cattedrale di San Marco.I trent’anni passati in laguna, durante i quali sono nati quasi tutti i brani in programma questa sera, furono altrettanto esaltanti, grazie anche a un ambiente vivace, libero, ricco di committenze e aperto alle novità. Nascono in questo contesto gli ultimi sontuosi libri di Madrigali nei quali il “divo Claudio” sperimenta nuove tecniche e nuovi stili alla perenne ricerca della meraviglia e della maestosità sonora, ma soprattutto dell’espressione degli affetti. La sua vena inesauribile si esprime, nonostante l’età che avanza, anche in decine di altri capolavori (molti purtroppo andati perduti) che spaziano dalla musica sacra a quella profana. Il 1643 vede l’esordio, al Teatro SS. Giovanni e Paolo di Venezia, dell’Incoronazione di Poppea; nell’autunno dello stesso anno Monteverdi morirà dopo breve malattia lasciando ai posteri un’incredibile esempio di virtù.

  • I protagonisti

    De labyrinthoL’ensemble vocale De labyrintho nasce nel 2001, sotto la direzione del maestro Walter Testolin, dall’unione di alcuni fra i più validi interpreti italiani del repertorio vocale rinascimentale. L’ensemble si è rapidamente affermato come uno dei più significativi gruppi vocali a cappella della scena musicale europea, grazie alla partecipazione a festival e rassegne in tutto il continente.Nelle scelte interpretative di De labyrintho risulta determinante il percepire la Musica come risultato quintessenziale di suono, parola, pensiero e simbolo. La particolare ricerca espressiva e il rapporto col testo cantato hanno più volte fatto rilevare dalla critica l’intensità, l’ispirazione e la toccante partecipazione che caratterizzano le esecuzioni dal vivo del gruppo.In campo discografico ha ottenuto lusinghieri consensi da parte della critica – 4 cd premiati come “Disco del Mese” dalla rivista Amadeus e varie segnalazioni su riviste inglesi, tedesche, portoghesi, spagnole e statunitensi – e tra questi spiccano il “Premio Amadeus” 2008 per il miglior disco dell’anno (Prophetiæ Sibyllarum di Orlando di Lasso), la segnalazione ai prestigiosi “Klaraprijzen” della radio belga nel 2007 e il “Gramophone Critic’s Choice” nel 2004.De labyrintho è stato inoltre incluso – unico gruppo vocale e assieme a musicisti come Gustav Leonhardt, Frans Brüggen e Jordi Savall – nell’album che raccoglie il meglio di 60 edizioni di Musica e Poesia a San Maurizio, il più prestigioso festival italiano di Musica Antica.De labyrintho ha recentemente partecipato al lungometraggio “O dolorosa gioia” del regista Francesco Leprino, incentrato sulla vicenda umana di Carlo Gesualdo da Venosa ed è stato protagonista della puntata dedicata allo stesso Gesualdo della trasmissione di Rai 5 “Inventare il tempo” condotta da Sandro Cappelletto. È attesa l’esecuzione in prima assoluta di “Qohelet”, opera che il compositore inglese Ivan Moody ha scritto espressamente per il gruppo.

    RossoPorpora EnsembleRossoPorpora è un collettivo di giovani musicisti nato nel 2010 per dare la propria interpretazione al repertorio musicale sacro e profano che va dal tardo Rinascimento al Barocco. Cifra stilistica del gruppo è una profonda attenzione nei confronti del testo, sia esso verbale che musicale. Dal 2011 ha affidato la direzione artistica a Walter Testolin il quale, oltre a dirigere il gruppo nella sua formazione originaria, nel corso degli anni ha sviluppato le qualità individuali creando una formazione parallela, dedita al repertorio madrigalistico.Nel 2013 RossoPorpora è stato selezionato fra 80 ensemble emergenti per partecipare al REMA Showcase di Marsiglia, importante kermesse europea dedicata alla Musica Antica. Ospite di importanti festival e associazioni (Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli, Pavia Barocca, Invaghite note, Passie van de Stemmen di Lovanio, Laus Polyphoniae di Anversa, Amici della Musica di Padova, Oude Muziek di Utrecht) l’ensemble ha inciso per la rivista Classic Voice il ciclo di cantate Membra Jesu nostri di Dietrich Buxtehude (riedito nel 2015 da Stradivarius). Sempre nel 2015 ha dato vita per gli Amici della Musica di Padova al ciclo triennale “Italia mia, storia del madrigale italiano”

    che si concluderà con un concerto che ripercorre l’intera vita creativa di Monteverdi.Nell’agosto del 2017 RossoPorpora è tornato al Festival Laus Polyphoniae di Anversa con un programma di madrigali su versi del Petrarca dedicati alla figura di Laura, che è stato salutato dai critici come “uno dei momenti di massima intensità emotiva del Festival”.In primavera uscirà il cd dedicato a Luca Marenzio dal titolo L’amoroso & crudo stile, per l’etichetta parigina Arcana.

    Walter TestolinCantante e direttore, dedica gran parte del suo impegno musicale alla conoscenza e diffusione del repertorio vocale polifonico del Rinascimento, del quale è considerato uno dei più attenti e significativi esecutori.Nel 2001 ha fondato De labyrintho e dal 2011 dirige il giovane ensemble vocale e strumentale RossoPorpora.Ha cantato con i principali direttori della scena musicale rinascimentale e barocca europea e collabora in concerti e registrazioni discografiche con l’orchestra belga La Petite Bande diretta da Sigiswald Kuijken e da oltre vent’anni con il Coro della Radio Svizzera Italiana. Al Salzburg Festspiele del 2015 ha cantato nell’Iphigenie en Tauride di Gluck con la direzione di Diego Fasolis, la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier e con Cecilia Bartoli nel ruolo della protagonista. Attivo anche nel repertorio contemporaneo, ha cantato e diretto opere di alcuni tra i principali compositori dei nostri giorni e ha recentemente partecipato alla messa in scena delle opere “Cuore di Cane” di Alexander Raskatov e “Die Soldaten” di Bernd Alois Zimmermann al Teatro alla Scala di Milano.Walter Testolin tiene corsi, conferenze e masterclass presso prestigiose istituzioni italiane ed estere. È autore di uno studio – presentato Symposium Josquin & the Sublime dell’Università di Utrecht e pubblicato dalla Rivista Italiana di Musicologia – che propone il compositore rinascimentale Josquin Desprez come soggetto del “Ritratto di Musico” di Leonardo da Vinci conservato nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Suoi articoli sono stati pubblicati dagli editori italiani Olschki, De Agostini, Paragon e dal belga Brepols. Convinto divulgatore musicale, è stato protagonista con De labyrintho della trasmissione di Rai 5 Come un’alma rapita dedicata alla figura di Carlo Gesualdo da Venosa, oltre ai film di Francesco Leprino O dolorosa gioia, ancora su Gesualdo e Sul nome Bach. Ha curato inoltre la ricostruzione delle musiche contenute nei quadri di Caravaggio per la monografia Dentro Caravaggio di Tomaso Montanari con la regia di Luca Criscenti, trasmessa da Rai 5.Per l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani ha scritto la parte dedicata al Madrigale all’interno del grande progetto editoriale Il contributo italiano alla storia del Pensiero che verrà edito nel 2018.

    IL PROssIMO COnCERTO giovedì 14 dicembre ore 20:45, Teatro Comunale di Vicenza ThE KInG’s sInGERs ensemble vocale LE nOZZE D’ORODEI KInG’s sInGERs Brani della tradizione natalizia e una selezione dei successi del sestetto vocale britannico

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