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ENEL WORLD’S MAGAZINE n. 12 – feb • mar 2016 Una Convention targata Open Power Da Londra a Tel Aviv l’innovazione corre veloce 32 22 40 maps speciale Il Kenya punta sulle micro reti Start up 67.968 Il numero più importante per chi lavora in Enel: le nostre persone

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ENEL WORLD’S MAGAZINE

n. 12 – feb • mar 2016

Una Conventiontargata Open Power

Da Londra a Tel Avivl’innovazione corre veloce

3222 40

maps specialeIl Kenya puntasulle micro reti

Start up

67.968Il numero più importante per chi lavora in Enel: le nostre persone

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bimestrale del Gruppo Enel

ENEL WORLD’S MAGAZINE

n. 12 – feb • mar 2016

Direzione Relazioni Esterne EnelRegistrazione presso il Tribunale di Roma n. 39 del 10/03/2014

A CURA DELLA

Silvia BenedettiCOORDINAMENTO EDITORIALE

Dina Zanieri

COORDINAMENTO ART DIRECTION & DESIGN

Leonardo Arancibia López Michele BolognaSabrina CeccantiniRadu Cosarca Andrea FalessiIvano FerioliAlberto Fernández Torres Maria Lacasa MarquinaMaria Cristina MilanoRaffaella Poggi D’AngeloStephane Zweguintzow

COMITATO EDITORIALE

Enel SpAViale Regina Margherita 13700198 Roma

EDITORE

Redazione Internal Communications – Enel SpAViale Regina Margherita 13700198 RomaOppure inviare una e-mail: [email protected]

PER CONTATTARE

LA REDAZIONE

Il numero di persone indicate in copertina è riferito ai colleghi in organico al 28 febbraio 2016.

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Una buona classe non è un reggimento che

marcia al passo, è un’orchestra che prova

la stessa sinfonia.

Sommario

Daniel PennacDiario di scuola

(Come un’orchestra, pag. 08-09)

Uomini che capiscono le macchine 12–13

Leggere tra le righe 14–15

Facciamo luce sui guasti 16–17

Non chiamatele segretarie 18

Acquisti davvero open 19

Energia che evolve 20

L’innovazione “semplice” 21

story Come un’orchestra 08–09

Una luce sempre accesa 10–11

Cover Story

Introeditoriale La rivoluzione digitale parte da noi e non solo dalle tecnologie di Carlo Bozzoli 03

brevi Notizie flash 04–05

mondo enel Succede nei Paesi Enel 06–07

corrente continua Proattività 05

SpecialeConvention

Un miliardo di buoni motivi 24–25

Cinque percorsi in stile Open Power 26–27

2016, l’anno della semplificazione 28–29

Il mondo nuovo 22–23

istantanee Chronologo 1962 / 2016 30–31

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La sostenibilità va in goal 44–45

Youreporter 46–47

Questione di orientamento 48

Come volare 49

Una mezzaluna d’amore 50

Enel ed LG insieme per la realtàaumentata 38–39

La terra è una sola 43

innovazione Start up, si fa sul serio 40–41

E tu 6Digital? 42

Energy & Life

E Country italia 51

PanoramaSe vuoi arrivare primo corri da solo. Se vuoi

arrivare lontano cammina insieme.

Proverbio del Kenya(Kenya: micro reti, grandi opportunità pag. 32–37)

Kenya: micro reti, grandi opportunità 32–37

Maps

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— feb • mar 2016

03editoriale

LA RIVOLUZIONE DIGITALE PARTE DA NOIE NON SOLO DALLE TECNOLOGIE

Come impatterà la rivoluzione digitale sulla nostra azienda? Uno dei maggiori errori che si possono commettere nel rispondere a questa domanda è liquidare il cambiamento come un atto squisi-tamente tecnologico e di pertinenza esclusiva della Funzione ICT. Al contrario, siamo di fronte a una profonda transizione culturale, dove sarà l’atteggiamento mentale delle persone a fare la differen-za. La nostra apertura, la stessa che abbiamo al di fuori della vita professionale, per le novità che stanno modificando il nostro agire quotidiano, è ciò che permetterà a Enel di fare un salto in avanti per diventare una vera utility digitale.

Il mondo dell’energia sta cambiando molto velocemente e in modo irreversibile. Qualcuno dice che viviamo in una realtà a 4D: i fenomeni alla base del cambiamento infatti si chiamano Di-vergence, Decoupling, Devaluation e Digitalization. Osserviamo ritmi di crescita molto eterogenei nelle diverse parti del mondo (Diver-gence). Fino a pochi anni fa domanda elettrica e crescita economica erano rigidamente collegate; oggi questa relazione è ancora valida nei Paesi emergenti, ma assistiamo a realtà economiche mature in cui il reddito pro capite aumenta mentre l’intensità energetica di-minuisce grazie alla maggiore efficienza dei sistemi e alla aumen-tata sensibilità alla conservazione dell’energia (Decoupling). Altro elemento influenzatore è la Devaluation, ovvero la pressione sulle prospettive di crescita e la forte riduzione dei prezzi delle commo-dities, che ha determinato svalutazioni importanti di alcune valu-te dei Paesi emergenti e spinte deflattive sulle economie mature. Infine la Digitalization che ha messo in discussione modelli di bu-siness e mercati consolidati come quello dell’energia, rendendoli accessibili a nuovi competitor e a nuovi “ruoli” fino a pochi anni fa inimmaginabili. Si stanno affacciando nuove aziende abili a estrarre valore dai big data e ad anticipare quali siano i nuovi biso-gni dei consumatori attraverso l’intercettazione e l’aggiornamen-to continuo della loro user experience. Pensiamo a Apple, Google, Facebook, Amazon, Twitter o ai recenti successi di Airbnb, Uber o BlaBlaCar. Queste aziende sono divenute colossi mondiali per capitalizzazione di borsa, semplicemente incrociando domanda e offerta di servizi, senza detenere asset (hardware), facendo leva su informazioni (dati) fruite attraverso App (software) e abilità di proposizione innovativa per soddisfare bisogni.

Per competere in questo nuovo contesto dobbiamo rapi-damente trasformarci nell’utility digitale del futuro, diventando

sempre più bravi a capire e sfruttare abilmente quello che ci dico-no le nostre macchine e i nostri clienti e semmai provare ad antici-pare o predire. Un domani, quando chiunque sarà in grado di pro-durre, immagazzinare o vendere energia, dovremo essere pronti a rendere più semplice la sua vita con servizi tecnologici end-to-end in grado di disintermediare la complessità. In breve costrui-re il nuovo “internet delle cose” (IoT) del mondo dell’energia e dei servizi. Tra cinque-dieci anni i leader del mercato saranno coloro che sapranno anticipare questi bisogni “leggendo tra i dati”. La tecnologia è pronta, c’è già: ci sono algoritmi molto potenti, lo smartphone e molto altro ancora, ottimi strumenti per la raccolta di informazioni dai miliardi di sensori in cui saremo immersi. Si stima inoltre che entro il 2020 ce ne saranno circa 50 miliardi atti-vi, con un rapporto di 7 a 1 rispetto agli abitanti del Pianeta.

Cosa può fare ICT? Può agevolare la trasformazione digitale per migliorare il business tradizionale e osare per occupare spazi di mercato completamente nuovi, contribuendo a monetizzare la grande quantità di informazioni che si scambiano le macchine o i nostri clienti. Per analizzarli stiamo costruendo un centro di ec-cellenza su big data e analytics. In questo modo i dati diventeranno uno strumento fondamentale per prendere decisioni in modo con-sapevole (data is the new oil). Grazie a strumenti di machine learning addirittura si potranno analizzare le serie storiche per imparare dal passato e prevedere quello che avverrà in futuro. Lo abbiamo già sperimentato con successo sulle reti, nel contrasto delle fro-di di energia, e nel campo della manutenzione predittiva degli impianti: invece di aspettare che una parte meccanica si guasti possiamo sostituirla in anticipo ottimizzando tempi, costi e mo-mento dell’intervento, grazie a una serie di parametri e modelli diagnostici predicibili.

Per finire, con il progetto “6Digital?”, stiamo stimolando tutti i colleghi a sfoderare la loro dimensione “digital” per liberare la grande quantità di energia che abbiamo dentro l’azienda al fine di accelerare il percorso di cambiamento.

Quello che abbiamo davanti non è un percorso che si possa delegare alla sola Funzione ICT. Dobbiamo affrontarlo tutti insie-me. La tecnologia è pronta, noi siamo in grado di abilitarla, ma per poterla impiegare in modo efficace dobbiamo abbandonare l’ap-proccio per progetto/prodotto e imparare a ragionare secondo una logica di servizio “fully digital experienced”.

di Carlo Bozzoli, Direttore Funzione Global Information and Communication Technology

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ENEL GREEN POWER ENTRA NEL MERCATO TEDESCO

Enel Green Power ha annunciato il proprio ingresso nel mercato tedesco delle rinnovabili con l’acquisizione di una partecipa-zione pari al 78,6% del capitale sociale di Erdwärme Oberland GmbH (EO) da Erdwärme Bayern GmbH & Co. (EB), società specializzata nello sviluppo di progetti geotermici in Baviera. L’acquisizione è stata effettuata attraverso l’emissione di nuove azioni per un corrispettivo totale di 22 milioni di euro che co-prirà gli investimenti iniziali richiesti dal progetto. Con questa operazione, Enel Green Power entra nel mercato tedesco por-tando con sé la più avanzata tecnologia e l’esperienza centenaria nel campo della geotermia. “Abbiamo intenzione di costruire una solida piattaforma per future opportunità d’investimento nel Paese, sia nel settore geotermico sia in altri, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo sulla quota di rinnovabili nel portafoglio energetico europeo”, ha dichiarato Francesco Ven-turini, Amministratore Delegato di Enel Green Power.

Pedalando a Città del Capo

Lo scorso 6 marzo oltre 35mila ciclisti hanno percorso più di 100 km a Città del Capo, in Sudafrica, nell’ambito di “2016 Cape Town Cycle Tour”, una manifestazione di sensibilizzazione ambientale realizzata in partnership con Enel. Il Gruppo è impegnato a diven-tare un’azienda leader nel settore delle energie rinnovabili in Suda-

frica. Nei giorni precedenti alla gara uno stand ha esposto la nuova offerta YouPower di Enel Energy Sudafrica, la società che all’inizio di marzo ha lanciato il proprio primo progetto pilota destinato al mercato residenziale e small business di Città del Capo.Un network di installatori e agenti formati da Enel Green Power promuoverà l’offerta suddivisa in YouPower Sun, composta da un kit con batteria, inverter e pannelli fotovoltaici, e YouPower Battery con solo inverter e batteria. L’offerta rappresenta il primo passo di un progetto più ampio che spazia da servizi di plant monitoring – per permettere al cliente di monitorare i propri consumi – a servizi più evoluti verso l’home automation per una casa sempre più effi-ciente. L’offerta verrà in seguito estesa alle altre città sudafricane.

Presentati i risultati Enel del 2015I risultati del 2015 di Enel, presentati lo scorso 22 marzo, sono in linea con quanto preventivato. Si registra un buon contributo dalle efficienze (in particolare in Italia e Spagna), continua la crescita delle rinnovabili e un lieve aumento dei risultati in America Latina. La riduzione del cash cost è di circa il 3%, con efficienze pari a circa 450 milioni di euro. L’EBITDA di crescita è di 400 milioni di euro. Vengono quindi confermati gli obiettivi econo-mico-finanziari per il 2016. “Questi risultati mostrano significativi progressi nel conseguimento degli obiettivi fissati per ciascuno dei cinque princípi fondamentali del piano strategico del Gruppo, pur a fronte di un contesto macro-economico sfidante, confermando in tal modo la resilienza del modello di business di Enel”, ha com-mentato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel.

Notizie flash

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CORRENTECONTINUA

LINEA DIRETTA CON

FRANCESCO STARACE

I NOSTRI VALORI: LA PROATTIVITÀ

Quando lavoriamo insieme ai no-stri colleghi, sperimentiamo tutti i giorni, sul campo, la differenza tra un collega proattivo e uno che non lo è. Chi è proattivo anticipa le nostre ne-cessità e in qualche maniera tenta di prevedere quello che il nostro lavoro ci porterà ad affrontare.La sua propensione a fare “in antici-po” e “in più”, a guardare avanti, por-ta alcuni a considerare questo nostro collega un po’ “rompiscatole”?A volte magari può capitare che sia così, ma quanta differenza fa, sul no-stro lavoro, essere con lui ad affronta-re i problemi e tentare di risolverli!E vediamo in lui una soddisfazione diversa, un interesse maggiore degli altri nelle ore che passa con noi al lavoro. La sua proattività è per noi un beneficio, per il nostro collega una fonte di interesse e di stimolo a crescere professionalmente.Quindi non è un rompiscatole, ma una persona viva, che affronta a viso aperto i problemi e si assume anche un po’ di responsabilità “lasciata in giro” da tutti noi.La sua proattività aiuta tutti noi a cre-scere, la nostra proattività porta Enel a essere migliore della media, a essere eccellente.

Se vuoi intervenire, commenta su http://e-magazine.enelint.global

7 MILIONI DI CONTATORI PER ENDESAEndesa ha già installato in Spagna 7 milioni di contatori intelligenti, il 60% del parco complessivo di dispositivi nel Paese (attualmente sono 11,6 milioni). L’azienda terminerà l’intera procedura nel 2017, con un anno di anticipo rispet-to alla data ultima fissata dalla legisla-zione spagnola. La messa in funzione del sistema di gestione telematica è uno degli snodi chiave del progetto di

Endesa, che investirà oltre 600 milioni di euro nel periodo 2015-2017.Il Gruppo sta portando a termine la sostituzione dei contatori in tutta la Spagna. Il Piano strategico di Endesa, aggiornato per il periodo 2016-2019, prevede che al termine dell’anno in cor-so siano stati sostituiti i quattro quinti del parco contatori, molto al di sopra del 70% previsto dalla norma.

IN CILE COL SOLE IN FRONTE

Enel Green Power ha avviato i lavori per la costru-zione di un innovativo impianto fotovoltaico da 1,7 MW a La Silla, nel nord del Cile, che fornirà energia a zero emissioni all’omonimo osservatorio astrono-mico. Con un investimento di circa 3,4 milioni di dollari statunitensi, La Silla sarà il primo impian-to fotovoltaico di taglia industriale al mondo che combinerà l’utilizzo di moduli bifacciali e smart di ultima generazione con quelli convenzionali per testarne le performance nello stesso sito. I moduli smart contengono un microchip che ottimizza la produzione di ogni pannello, mentre quelli bifac-ciali catturano l’energia solare da entrambi i lati del pannello. Si prevede che l’utilizzo dei pannelli in-novativi possa aumentare la potenza di generazione tra il 5% e il 10% rispetto a un tradizionale impianto fotovoltaico della stessa taglia. Una volta operativo, sarà in grado di generare circa 4,75 GWh all’anno, equivalenti al fabbisogno energetico di quasi 2mila famiglie e a più del 50% dei consumi annuali dell’os-servatorio. L’energia generata eviterà l’emissione in atmosfera di oltre 2mila tonnellate di CO2.

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Succede nei Paesi Enel

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06mondo enel

PERÙ (LIMA)

Enel Green Power Perù si è aggiudicata il diritto a stipulare contratti ven-tennali di fornitura di energia per 126 MW di eolico, 180 MW in corrente continua, equivalenti a circa 144 MW in corrente alternata di fotovoltaico e 20 MW di idroelettrico, a seguito della gara per le energie rinnovabili in-detta dal governo peruviano attraverso il regolatore di energia OSINERG-MIN. Con 326 MW aggiudicati nella gara, Enel Green Power diventerà entro il 2018 il principale operatore di rinnovabili in Perù.

Il 3 marzo è stata inaugurata la seconda fase dell’im-pianto eolico messicano di Enel Green Power Sureste I, alla presenza del presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, e del responsabile Enel Green Power per l’America Latina, Carlo Zorzoli.Il campo eolico è composto da 34 turbine, per una potenza installata di 102 MW. Situato nella regione dell’Istmo di Tehuantepec, nello Stato di Oaxaca, sorge in un luogo molto importante per la storia energetica del Paese.

MESSICO (OAXACA)

La produzione di energia rinnovabile in Marocco è

di 2,6 GW, pari al 34% della capacità totale del Paese.

Privo di giacimenti di combustibili fossili, il Pae-se africano ha deciso già da tempo di puntare su eolico

e solare, che rappresenta l’11% del suo mix energeti-co. Attraverso il progetto

Moroccan Integrated Wind Energy Project and

Moroccan Integrated Solar Project, il Marocco si pro-pone di aumentare sino a 2 GW ciascuna la capacità eolica e quella solare entro

il 2020. Il re Muhammad VI non nasconde la sua ambizione di esportare

energia rinnovabile nel re-sto dell’area nordafricana.

34%

Il comune di Lisbona ha assegnato a Endesa il contratto di fornitura di energia della città. L’accordo, valido per un anno, include l’illuminazione pubblica, i semafori e gli espositori pubblicitari. Il contratto vale 8 milioni di euro e coprirà la spesa di circa 500mila euro di bollette di elettricità del Comune, grazie al calo dei prezzi che ha interessato il mercato libero.

PORTOGALLO (LISBONA)

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07mondo enel

Nel 2015 il Messico ha investito nel settore

delle rinnovabili ben 4,2 miliardi di euro dando

vita a un’importante crescita del settore. Lo scorso anno le energie pulite contavano nel

Paese quasi 17 GW ovvero il 25,3% del totale della capacità installata. La

parte del leone la fanno le grandi dighe (18,6% del totale) seguite a distanza

dalle centrali eoliche (4,1%) e dal geotermico

(1,3%). Il Paese centrame-ricano punta a coprire

il 35% della sua capacità installata con fonti pulite

entro il 2024.

17 GW

Enel Green Power, in consorzio con la società energetica marocchina Nareva Holding e il produttore tedesco di turbine eoliche Siemens Wind Power, si è aggiudicata la qualifica di miglior offerente nell’ambito della gara “2nd phase wind integrated project” indetta dalla utility marocchina ONEE. Al consorzio è stato preassegnato il diritto di sviluppare, proget-tare, finanziare, costruire, gestire e manutenere cinque progetti eolici in Marocco con una capacità installata totale di 850 MW.

MAROCCO (RABAT)

Enel e la finlandese Wärtsilä, leader globale in soluzioni per il mercato dell’energia, hanno stipulato un protocol-lo d’intesa. La cooperazione porterà a valutare congiunta-mente progetti con l’utilizzo di motori a combustione interna in impianti di generazione o a uso di clienti industriali che potranno essere sviluppati nei Paesi in cui le due società ope-rano (escluse Italia e Spagna) e in nuove geografie come Afri-ca, America Centrale, Medio Oriente e Asia Pacifica.

FINLANDIA (HELSINKI)

Endesa ha inaugurato la prima stazione di ricarica pubblica a gas naturale per veicoli nell’area di Madrid, precisamente nel Comune di Valdemoro. La stazione fornirà combustibile in forma sia compressa (CNG) sia liquida (GNL) ai veicoli e, inoltre, servirà la flotta di autobus Aisa nei Comuni di Pinto, Valdemoro e Ciempozuelos. Così diventeranno cinque le stazioni di Endesa nell’ambito del piano di sviluppo del gas naturale per veicoli che l’azienda porta avanti in Spagna e Francia.

SPAGNA (MADRID)

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08story

COME UN’ORCHESTRASe chiedessimo al più virtuoso dei violini di riprodurre da solo la Nona sinfonia di Beethoven il risultato sarebbe deludente, molto lontano da quanto immaginato dal compositore tedesco. Per far vivere a pieno questo capolavoro è fondamentale che l’esecuzione sia realizzata da un’intera orchestra. Servono decine di strumen-tisti tra archi, fiati, timpani e piatti, senza dimenticare coristi e solisti, per suonare quella che alcuni definiscono la più grande opera musicale che sia mai stata scritta.Anche per far funzionare la nostra azienda c’è bisogno di un’or-chestra, fatta oggi di 67.968 persone che si esibiscono in una sala da concerti grande come 32 Paesi di quattro continenti. Questi strumentisti suonano a tempo con passione e fiducia reciproca,

sulle note di uno spartito fatto di cultura, valori e obiettivi comu-ni. Chi festeggia i risultati di una gara vinta, chi celebra la cre-scita di un risultato economico, chi lavora su progetti innovativi sa che può farlo grazie anche al contributo di tanti altri colleghi: parliamo di una macchina complessa e affascinante che coinvol-ge manager, operai, impiegati, avvocati e buyer, segretarie e in-formatici, amministrativi e controller, commerciali e gestori di risorse. Senza di loro nessun capolavoro potrebbe mai vedere la luce.Su questo numero di magazine vi raccontiamo qualcuna di queste storie quotidiane. Ciascuna è preziosa per la riuscita della sinfonia. Come in un’orchestra.

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3

45

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Who is who1 Segretarie

2 Customer Relationship Management

3 Global Procurement

4 Infrastrutture e Reti

5 ICT e AFC

6 Legale e Affari Corporate

7 Generazione

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UNA LUCE SEMPRE ACCESAGrazie all’impegno degli uomini di Generazione e Distribuzione, l’energia arriva nelle nostre case senza interruzioni. Vi raccontiamo la storia di colleghi cileni abituati a lavorare anche a Capodanno

“Amo il mio lavoro, e il mio motto è che possiamo sempre dare di più, tanto a livello personale quanto a livello professionale”. Que-sta è la frase che definisce Edison Silva, un esperto operaio idraulico di 33 anni,

un terzo dei quali passati nella generazione di Endesa

Chile. Dopo dieci anni di ser-vizio nella centrale Sauzal, l’an-

no scorso ha deciso di trasferirsi in quella di Pangue, molti chilome-

tri a sud.“La mia volontà di cambiare è

nata dalla necessità di imparare, scoprire cose nuove e accettare nuove sfide”: questa la moti-vazione della sua richiesta di

trasferimento in una centrale più grande, che ha coinvolto anche sua moglie e le sue due bambine per un progetto di vita lavorativa in cui la famiglia ha fornito un supporto fondamentale.

La città di Los Ángeles si trova a oltre 500 chilometri dalla capitale Santiago; Pangue è situata ancora 100 chilometri più a sud, verso la Cordigliera delle Ande. Nell’impianto, Edison si occupa di con-trollo e monitoraggio.“Si tratta di un ruolo che richiede di essere sempre attivi e molto aggiornati, perché in alcuni casi si verificano situazioni che biso-gna affrontare con consapevolezza e sangue freddo”.Il suo lavoro consiste nel controllare la centrale, revisionare le unità in servizio, verificare lo stato di quelle di riserva perché siano pron-te se necessario, e trovare una rapida soluzione a eventuali avarie.Edison fa parte di un team di 12 persone, suddiviso in turni diurni e notturni all’opera 7 giorni su 7: ma questo non rappresenta un problema, dal momento che ormai questa scansione della giorna-ta lavorativa fa parte della sua quotidianità. “Mi trovo molto bene qui. Ho tante nuove possibilità, colleghi fantastici e superiori in gamba che mi hanno convinto dei miei mezzi e dato l’opportunità di dimostrare quanto valgo. Mi hanno messo le ali”, sottolinea ri-ferendosi alla sua esperienza all’interno dell’azienda.

Impegno senza sostaMentre Edison svolge il suo importante lavoro nella parte meri-dionale del Paese, Omar Sanhueza ci racconta del proprio ruolo all’interno del cuore pulsante dell’edificio aziendale di Chilectra, l’azienda del Gruppo Enel che distribuisce energia in gran parte

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dell’area metropolitana di Santiago del Cile. La consapevolezza dell’im-portanza del ruolo che rive-ste non deriva solamente dallo spazio fisico in cui è si-tuato il suo reparto, ma anche dalla sua grande rilevanza: si tratta del Centro di Funzionamento del Sistema (COS), incaricato di assicurare nientemeno che il corretto an-damento del servizio di approvvigionamento elettrico. In questo reparto Omar svolge l’incarico di ripartitore principale, che si occupa del sistema di subtrasmissione e distribuzione.“Parliamo del cuore dell’azienda: da questo reparto, grazie ai sistemi di controllo e supervisione, dobbia-mo verificare che i nostri clienti ricevano il servizio regolarmente. Se ci accorgiamo che qualcosa non funziona, pren-diamo le misure necessarie per far sì che il problema venga risolto quanto prima”, racconta Sanhueza. “Dobbiamo garantire che tut-to vada al meglio e monitorare le condizioni di sicurezza di tutti gli interventi eseguiti sull’immensa rete di Chilectra”.Il COS monitora il funzionamento del sistema elettrico, esegue in-terventi di manutenzione programmata e risolve problemi legati alle differenze di tensione da remoto o grazie a team di lavoro sul campo.Omar condivide l’idea che gli altri lavoratori dell’azienda si sono fatti del COS, vale a dire che si tratti di un mondo a parte rispetto agli altri reparti: “Lavoriamo 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno,

siamo autonomi e svolgia-mo le nostre mansioni con

grande cura; il grado di impe-gno e di responsabilità nei con-

fronti del nostro lavoro è massimo. Si tratta di un sentimento spontaneo, e fa sì che

il lavoro all’interno del COS possa davvero definir-si un gioco di squadra”, commenta con orgoglio.

Nel COS, nessun collega può essere certo di riposare nei giorni di festa nazionale, a Capodanno, a Natale o

per il proprio compleanno, perché i turni sono conti-nui. “Questo lavoro fa sì che alla famiglia di ciascu-no si aggiunga la ‘famiglia’ dell’azienda; tuttavia, il Gruppo ci viene incontro organizzando alcune

attività per le famiglie dei lavoratori”. Lo scorso Ca-podanno, per esempio, Omar Sanhueza era al lavoro. “Le nostre fa-miglie hanno potuto festeggiare con noi e salutarci: le mie figlie di 8, 6 anni e di 5 mesi hanno visto il luogo dove lavoro e ho percepito quanto fossero orgogliose di sapere che il loro papà lavorava lì e che si preoccupava di controllare che la luce fosse sempre accesa. In seguito abbiamo proseguito il nostro turno con la gioia nel cuo-re, perché avevamo potuto condividere un momento di festa con le nostre famiglie. Anche durante il terremoto del 2010 ero di tur-no, e ho potuto dare il mio contributo al ripristino del servizio”.

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Avete presente quei vecchi film americani in cui, quando tutto è perduto, arriva la cavalleria a salvare tutti? Bene, c’è un gruppo all’interno del mondo Enel che svolge un po’ questo ruolo. Forse non al grido di “Arrivano i nostri!”, ma sono tante le volte in cui il loro contributo ha risolto problemi davvero critici. Parliamo dell’U-nità Technical Support della Divisione Ge-nerazione Globale: 500 persone (di cui 300 in Italia e 200 nel resto del mondo) che nel giro di 48 ore sono in grado di intervenire dalla Patagonia alla Siberia ovunque si ri-chieda una competenza specialistica su un impianto di generazione di energia.“Ogni giorno nel nostro parco centrali si pos-sono verificare inconvenienti di natura elet-trica, chimica, ambientale, meccanica, edile e chi più ne ha più ne metta”, spiega Leonar-do Arrighi, responsabile Technical Support. “Gran parte di questi problemi può essere ri-solta localmente dagli uomini che lavorano in centrale. Noi interveniamo quando le cose si complicano: la perdita di una diga o la fes-surazione di una ciminiera, la vibrazione di una turbina, ma anche la consulenza prima dell’acquisto di una centrale”. In caso di anomalia il primo intervento in tem-po reale viene realizzato in videoconferenza. “Prima di mandare una squadra in giro per il mondo studiamo il caso con sistemi molto avanzati: endoscopi che guardano dentro le macchine, droni per ispezioni che non richie-dono ponteggi, caschetti con telecamere. Ana-lizziamo i dati da distanza con i nostri speciali-sti e li discutiamo in videoconferenza”.A quel punto si decide se mandare o meno alcuni uomini sul posto. “Le nostre persone sono disponibili a muoversi all’ultimo mo-mento per raggiungere i quattro angoli del mondo Enel. In questi casi la tempestività è fondamentale”, racconta Arrighi. “Parlia-mo di colleghi molto motivati, disponibili a

partire all’improvviso o rientrare dalle ferie se c’è bisogno. Hanno grande passione per il lavoro che fanno e si sentono apprezzati per-ché sanno risolvere problemi complessi”. Proprio quello che è avvenuto lo scorso 31 dicembre. Mentre tutti si preparavano a fe-steggiare il Capodanno, alle sei del pomerig-gio nella sala monitoraggio vibrazioni T.S. di Santa Barbara, in Toscana, c’era fibrillazione. Daniele Lucci, tornato con urgenza dalle fe-rie, era stato informato che qualcosa non an-dava nella centrale a gas di Nevinnomysska-ya, in Russia. Nei giorni precedenti c’erano stati picchi di vibrazioni nella turbina a gas e per questo era stata fermata. Il costruttore della macchina, interpellato, aveva mini-mizzato il problema, suggerendo di ripar-tire a basso carico. Ma dal grafico si vedeva che le vibrazioni erano aumentate di colpo negli ultimi giorni, anche se i valori erano ancora sotto il livello d’allarme. “Mi preoc-cupava il fatto che ci fosse stato un aumento repentino delle vibrazioni, il classico grafico ‘a gradino’ che in genere è legato a distacco di materiale rotante”, spiega il collega. Qui è entrata in gioco l’esperienza di Lucci, che lavora da 37 anni in Enel e da vent’anni si oc-cupa di diagnostica delle turbine. Un lavoro interpretativo, simile a quello del dottore che analizza sintomi tutt’altro che univoci per arrivare a una diagnosi. “In questo caso la macchina aveva ‘spalettato’, come diciamo in gergo, ovvero si era rotta qualcuna delle palette della turbina. Bisognava quindi fer-marsi immediatamente. Quando abbiamo aperto la camera di combustione abbiamo trovato i resti della fusione di alcune palette. Abbiamo bloccato la ripartenza, impedendo un danno molto più grave”. Dalla sala monitoraggio di Santa Barbara si controlla lo stato di salute di tantissime cen-trali del mondo Enel, dagli impianti a carbo-ne ai cicli combinati, da quelli geotermici a

quelli idroelettrici. “Quando, sollecitati dai colleghi di un Paese, vediamo che alcuni pa-rametri come le vibrazioni, la temperatura dei cuscinetti, la pressione dell’olio sono so-spetti, per noi suona un campanello d’allar-me. Così cominciamo a seguire l’evoluzione dei valori nel tempo per capire se stia per in-

UOMINI CHE CAPISCONO LE MACCHINEPrevedere in anticipo un problema in una centrale è fondamentale. Questo è il lavoro del Technical Support di Generazione

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sorgere un eventuale guasto: in caso positivo trasmettiamo la diagnosi all’impianto dando indicazioni sul da farsi. Se non si interviene rapidamente, un problema potrebbe diven-tare critico e produrre danni gravi”, spiega Arrighi. Compreso il problema, si può pro-grammare l’intervento di manutenzione,

procurarsi i pezzi di ricambio, fermando l’impianto nel momento più opportuno ri-spetto alle necessità di mercato. Nell’Unità Technical Support lavorano per-sone con percorsi professionali molto diver-si. Daniele Lucci è un perito elettrotecnico che ha lavorato nell’esercizio della centrale

termoelettrica di Santa Barbara, prima alla strumentazione poi al controllo termodi-namico del macchinario. Esperienze fonda-mentali per la conoscenza del funzionamen-to delle macchine. Ma davanti ai sensori di una turbina a gas si possono incontrare col-leghi come Tomás Alvarez, un ingegnere considerato tra i massimi esperti del mondo di turbine a gas. Nel 2015 ha ricevuto anche un importante riconoscimento da parte dell’Electric Power Research Institute (EPRI) per un lavoro sull’estensione della vita delle turbine a gas. Alvarez lavora da 14 anni nei Servizi Tecnici di Endesa ed è un vero globetrotter. In una settimana gli può capitare di lavorare a Bue-nos Aires e dopo pochi giorni nel Caucaso, come è avvenuto in occasione di un guasto nella centrale di Sredneuralskaya. Quando sta a Madrid si occupa di tutte le problema-tiche avanzate di tipo meccanico del parco di generazione termico Endesa. Parteci-pa anche ad attività di due diligence tecnica nell’ambito delle attività di fusione e acqui-sizione per conto del Business Development, come è successo recentemente per alcuni impianti nel Nord del Brasile (Progetto Pe-nedo) oppure in Russia (Progetto NT GRES): le sue valutazioni tecniche sullo stato delle macchine sono molto utili in caso di even-tuali acquisizioni. “Adoro la tecnologia delle turbine e mi pia-ce approfondire tutti gli aspetti di queste macchine. Per me è un privilegio poterle conoscere così in profondità”, racconta a

magazine. “La cosa più bella che mi è successa qui in Enel è stata potermi con-frontare su questi temi con persone dav-vero preparate in tutto il mondo. Ciò che rende eccellente questo Gruppo è il mix tra la preparazione tecnica e l’aspetto umano”. Macchine e persone, binomio vincente.

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Gli avvocati del Gruppo permettono all’azienda di fare business secondo le regole, al riparo da spiacevoli imprevisti

Chiunque si sia mai trovato nel mezzo di una questione giudiziaria lo sa bene: senza un buon avvocato non si va lontano. Figuriamoci quando si parla di business a livello internazionale. L’assistenza di un ufficio legale è fondamentale per proteggere l’a-zienda da sorprese e imprevisti. Ne abbiamo parlato con Isabella Alessio che lavora insieme al responsabile Legal and Corporate Af-fairs, Giulio Fazio, il ponte di collegamento tra tutti gli avvocati del mondo Enel divisi per aree geografiche e linee di business.Se chiedessimo a un collega qualunque di descrivere le attività più importanti della nostra azienda difficilmente verrebbe citato l’uffi-cio legale, per quanto questa Funzione sia essenziale per il Gruppo. “Il Legale è poco visibile ma assiste il business in tutte le attività ordinarie e straordinarie”, ci spiega Alessio. “Lo accompagna nel quotidiano, accertandosi che tutto venga fatto secondo le regole. In caso di progetti speciali come le acquisizioni, le fusioni o le dismis-sioni, oppure l’implementazione di una nuova tecnologia, questo ufficio fa sì che i contratti siano gestiti nel migliore dei modi. Una grande idea non può scivolare su una buccia di banana”.Nel lavoro ordinario gli avvocati Enel gestiscono le attività di tut-te le società del Gruppo, che sono sottoposte a un gran numero di adempimenti legali. Consigli d’amministrazione, consigli sindacali, comitati, approvazione bilanci, assemblee richiedono una continua assistenza. Pensate all’assemblea degli azionisti: un evento di quattro ore che richiede sei mesi di lavoro preparatorio. Un impegno “dietro le quinte” rispetto a quello del business, ma essenziale per mostrare quanto è solida l’azienda agli azionisti e agli stakeholder.

L’ultima categoria delle attività svolte dagli avvocati dell’azienda, forse quella più conosciuta, è la gestione delle “patologie”, quando le due parti arrivano al conflitto. In questo caso gli esperti di Enel, in collaborazione con professionisti esterni specializzati, gestiscono la fase più critica, quella che si conclude davanti a un giudice. Del resto qualsiasi accordo, come un matrimonio, può andare a rotoli.L’avvocato per sua natura è abituato a pensar male. “Guardiamo i potenziali soci con un occhio mai benevolo, mettendo le pulci nell’orecchio a chi sta per stringere un accordo: un affare può sem-brare interessante, le intenzioni possono essere le migliori, ma bi-sogna sempre sapere chi c’è davvero dall’altra parte, cosa succede in casa sua, se rispetta tutti gli adempimenti di legge…”, commen-ta Alessio. “L’idea di entrare in un nuovo mercato potrebbe esse-re ottima a livello potenziale ma poi può nascondere insidie: per esempio la liberalizzazione del settore potrebbe andare a rilento, a favore del consolidamento dei monopoli di aziende che detengono le concessioni da un secolo e le terranno fino a quando non falli-scono”.Ormai il business Enel si è reso conto che gli avvocati sono impor-tanti quanto gli ingegneri e gli amministrativi. “Siamo i grilli par-lanti e non il sassolino nella scarpa”, dice ironicamente Alessio. Come è cambiato il ruolo degli avvocati Enel negli ultimi anni? “L’e-sposizione internazionale ha ovviamente cambiato lo scenario. Na-vigare in mare aperto è più pericoloso, richiede di essere più pruden-ti e l’assistenza di chi conosce tutti i rischi eventuali. E più il Gruppo cresce più lo scenario si complica: Enel è ormai un gigante a cento

LEGGERE TRA LE RIGHE

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braccia e il nostro sguar-do deve andare dalla testa fino all’ultima delle controllate”, precisa la collega. “Oggi c’è bisogno di maggiore rapidità, ci sono meno passaggi intermedi e per stare al servi-zio del business bisogna essere veloci come loro. Questa è senz’altro una rivoluzione per il Gruppo ed è entusiasmante poterla vivere da dentro”. La struttura a matrice consente di lavorare superando le barriere nazionali collaboran-do in piena libertà con i colleghi che stanno a Rio, a Bucarest o a Madrid. Nel giro di poche ore si può ottenere un’informazione in un ufficio dall’altra parte del mondo. In questo modo si può dare il proprio valore aggiunto portando le competenze maturate a li-vello locale. Comunicare è semplice, tra avvocati anche lontani si parla lo stesso linguaggio: il paradosso è che si capiscono meglio

un avvocato rumeno e uno cileno piuttosto che un ingegnere e un avvocato dello stesso Paese! Il business internazionale da anni segue criteri noti agli avvocati d’affari di tutto il mondo già a partire dalla formazione universi-

taria. Ma questo mestiere lo si impara facendo. L’esperienza nei vari ambiti giuridici (civile, penale, amministrativo, ambien-

tale ecc…) si acquisisce col tempo e non si può prescindere dalla memoria storica che i colleghi più esperti possono

mettere sul tavolo. Eppure in un Gruppo come Enel un giovane avvocato è in grado di portare un contri-

buto unico, una visione nuova di tutti gli aspetti che stanno dietro a un contratto. L’aggiornamento è diventato sempre più

importante: basti pensare a quante materie si siano aggiunte nel corso degli anni: quando

Enel è nata (1963) non esisteva lo Statuto dei lavoratori, non c’era l’Unione europea e nemmeno le leggi per la difesa dell’ambiente.“La cosa più bella di questo lavoro è quella di permettere ai colleghi del business di portare a termine il loro progetto, perché le insidie nel caso di transazioni che durano mesi sono davvero impondera-bili”. Conclude Alessio: “Quella più difficile? Saper essere d’aiuto in un mare in tempesta, quando tutto cambia di continuo come le nor-mative, le direzioni del business e le condizioni al contorno. Il timo-ne ce l’ha il business ma noi dobbiamo saper guardare lontano per segnalare tutti gli iceberg in vista. Soprattutto quelli sommersi”.

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Quando salta la luce è una bella secca-tura, a prescindere da quale sia la causa. Ep-pure tra un lieve guasto su una cabina o un problema su una linea di decine di chilome-tri c’è una bella differenza. Infatti a seconda della gravità del problema cambia il livello di impegno di un meccanismo molto com-plesso che in Italia riguarda più di diecimila persone di Enel Distribuzione. “Quello che non cambia è la necessità dei nostri clienti di riavere l’energia elettrica nel minor tem-po possibile. Per questo nel nostro lavoro è fondamentale essere tempestivi e molto efficaci”, dice Maurizio Della Corte, re-sponsabile Esercizio e Manutenzione Rete di Infrastrutture e Reti Italia. Tutto parte dalla chiamata del cliente al numero verde: in realtà la segnalazione telefonica è necessaria solo per problemi sulla rete di bassa tensione. Nei casi più gravi il sistema di telecontrollo di Enel Distribuzione rileva la criticità automati-camente prima che comincino ad arrivare le chiamate al centro operativo. Da questa sala, che è il cervello della rete, si decide come intervenire. In primo luogo si può riconfigurare la rete da remoto, isolando la porzione danneggiata. A seguire, partono le squadre operative per completare la sele-zione del guasto e ripararlo. Quando il danno è di una certa entità, so-prattutto in caso di emergenze per maltem-po, si richiede l’intervento delle task force dalle zone limitrofe o, nei casi più gravi, da altre Regioni; queste sono allertate in caso di avvisi della Protezione Civile per condizioni meteo avverse. A causare i dan-ni maggiori sono i fulmini, le nevicate e il

forte vento. “Ricordiamo ancora la nevicata del 2012 che bloccò l’Italia per settimane”, ci racconta Daniele Bini, un caposquadra che lavora da 14 anni nella Zona di Arezzo-Tortona. “Il pericolo è la neve collante che forma manicotti di ghiaccio attorno ai cavi e li appesantisce, generando le interruzio-ni. Ma soprattutto blocca le strade e rende molto difficili gli spostamenti delle squa-dre”. Parliamo ovviamente in gran parte di reti di alta e media tensione su linee che stanno al di fuori dei centri urbani, spesso in mezzo ai boschi. Anche il vento può es-sere temibile, perché provoca la caduta di alberi sui cavi elettrici. “L’anno scorso nel-la nostra zona raffiche fino a 180 km orari hanno causato interruzioni del servizio elettrico con centinaia di linee danneggia-te. Sono dovuti arrivare colleghi persino da Udine e Napoli per aiutarci”, ricorda Bini. “Non è raro dover rientrare dalle ferie per dare una mano in situazioni difficili, ma-gari durante la notte quando fa parecchio freddo. Ma c’è molto spirito di squadra, altrimenti questo lavoro non si potrebbe fare”. Oggi per semplificare la ricerca dei guasti in contesti difficili Enel sta speri-mentando l’uso dei droni. Negli anni si è assistito a un calo costan-te delle interruzioni del servizio e a una sensibile riduzione della loro durata. “Nel 2000 si contavano in media 160 minuti di interruzione all’anno per ciascun cliente”, spiega Della Corte, “oggi siamo a circa 40 minuti. Dal punto di vista numerico inve-ce registriamo in media 3 interruzioni per cliente al di sopra del secondo. Ma stiamo lavorando per ridurle ulteriormente. L’Au-

thority infatti ci chiede entro il 2023 di por-tarle a una sola nelle aree urbane con più di 50mila abitanti. I continui miglioramenti riusciamo a ottenerli con l’innovazione e grazie a una costante attività di manuten-zione”. Se un guasto su una linea aerea può essere difficile da individuare, quelli sulle linee interrate sono ancora più complessi e per localizzarli servono apparecchi particola-

FACCIAMO LUCESUI GUASTIPer ripristinare le interruzioni di energia elettrica c’è bisogno di una macchina molto complessa che coinvolge migliaia di colleghi della distribuzione

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ri. Da un capo della porzione di rete inte-ressata dal guasto si manda una scarica di tensione lungo il cavo: l’obiettivo è quello di evidenziare il punto guasto. A seguire entra in gioco uno strumento chiamato ecometro, che funziona come un “sonar”: lungo il cavo viene trasmesso un impulso leggero che quando arriva alla bruciatura viene riflesso e torna indietro. L’ecometro rileva e localizza il punto con una precisio-

ne attorno al metro. Mica male, visto che una linea sotterranea può essere lunga an-che chilometri! Occorre poi un’analisi del-la mappa della rete per capire dove agire. A quel punto può intervenire il personale dell’impresa per lo scavo. Ma non è finita qui: il cavo è spesso interrato con altri elet-trodotti o altri sottoservizi. Quindi bisogna fare attenzione a non danneggiare il resto. E, a volte, non è banale distinguere il cavo

su cui effettuare il taglio per la riparazione. Giuseppe D’Anna, impiegato presso l’U-nità Progettazione Gestione della Zona di Napoli, è entrato in Enel nel 2009. All’ini-zio del 2015 gli è stato proposto di spostar-si nella squadra che localizza i guasti: “Ho fatto dei corsi di formazione per imparare a usare la strumentazione, eppure la vera scuola si fa sul campo, guardando i colle-ghi con trent’anni di esperienza”, ci dice. “Gli strumenti sono importanti ma i grafici vanno interpretati. E ogni guasto è diverso dall’altro: ci può essere il terreno argilloso o un cunicolo a rendere tutto più compli-cato. Ecco perché trovarlo dà una grande soddisfazione!”.Per la risoluzione dei guasti in Italia lavo-rano migliaia di operai e tecnici di Enel Distribuzione. “È una filiera davvero molto complessa”, spiega Della Corte. “Ci si rende conto dell’importanza dell’energia elettri-ca solo quando manca ma non bisogna di-menticare che per il servizio elettrico ogni giorno migliaia di persone lavorano con impegno per gli interventi di manutenzio-ne programmata, per i servizi commercia-li, per lo sviluppo delle reti, per le analisi del sistema e per la pianificazione. Ci sono colleghi che gestiscono gli acquisti e gli appalti, l’amministrazione, la sicurezza, il fiscale, il legale, il regolatorio e tanti altri”. Avere l’energia elettrica è ormai diventa-to quasi scontato e non sempre ci si rende conto di quanto sia complesso il sistema che c’è dietro a un gesto semplice come quello di accendere la luce.

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Sino agli anni No-vanta per essere as-sunte come segretarie era fondamentale saper battere a macchina. Lucia Lodovichi, segretaria negli uffici di Enel Green Power a Pisa, racconta che durante la scuola partecipò addirittura a gare di velocità e qualità per dattilografi. “Entrai in Enel nel 1991 quando solo il direttore e le prime linee avevano un computer. Il mio lavoro consisteva praticamente nel battere documenti, pro-tocollarli e rispondere al telefono”. A venticinque anni di distanza questa pro-fessione è molto cambiata: le assistenti di direzione oggi sono delle “multitasking” che affiancano i manager nella gestione di una quotidianità frenetica.“Non è un mestiere semplice. Richiede riser-vatezza, precisione, autonomia decisionale, buone capacità comunicative, relazionali e informatiche e ottima conoscenza delle lingue. In Enel ormai si lavora in italiano, inglese e spagnolo”, dice Francesca Felici, segretaria della Funzione Risorse Umane e

tutto, un grande feeling con il manager, che si deve fidare della nostra sensibilità. Del resto per parlare con un manager bisogna sempre passare dalla segreteria, che quindi può essere considerata il suo biglietto da vi-sita”. Secondo la collega spagnola in questo lavoro è fondamentale essere “risolutive”. “Quando sorgono problemi all’improvvi-so bisogna prendere decisioni veloci. Solo così si rende tutto più semplice”, continua. Anche per Lucia Lodovichi le assistenti sono veri e propri problem solver: “Io sono un punto di riferimento per tutta l’unità e non solo per il direttore. Chi ha un proble-ma per prima cosa viene da me. Se non lo so risolvere, so chi lo può fare!”.E per avere una marcia in più bisogna esse-re proattivi. Ne è convinta Marialucia De Marco Gison, in Enel dal 2012, che in poco tempo è arrivata alla segreteria dell’Ammi-nistratore Delegato, dopo un’esperienza in Enel Green Power: “Per conquistare la fi-ducia dei propri capi bisogna darsi da fare sin da subito, esprimere opinioni, proporre idee, senza aver paura di sbagliare… Occor-re provarci e rischiare. Il lavoro è impegna-tivo ma dà tante soddisfazioni e il ricono-scimento dei colleghi ti incoraggia a fare sempre meglio!”.

Organizzazione, che lavora in Enel dal

2000. “Per poter fron-teggiare questa com-

plessità da qualche anno abbiamo intra-

preso un percorso for-mativo con Training and

Recruiting di Enel Italia, che ci aiuta a riflettere sull’evoluzione del nostro ruolo, a sviluppare auto-revolezza e leadership, a potenziare il nostro net-work. Il percorso preve-de anche una maggiore

conoscenza delle dimensioni strategiche del business e di contenuti economici cui molte di noi spesso devono far riferimento. France-sca paragona l’assistente di direzione a un vi-gile che regola il traffico delle relazioni tra il proprio capo e l’esterno. Come spiega Nivia Gonzalez Castrillon, che lavora nell’ufficio del Segretario Generale e Direttore Legale Iberia, in Endesa da 25 anni: “Ci vuole auto-controllo, conoscenza del contesto e, soprat-

NON CHIAMATELE SEGRETARIENegli ultimi anni il mestiere delle assistenti di direzione si è evoluto per tenere il passo con la complessità del ruolo

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Chi si occupa di acquisti e appalti in ambito internazionale e locale oggi deve fare i conti con un mantra quotidiano: am-pliare la propria visione con più proattività, capacità di esplorazione e coraggio creativo. L’ispirazione e l’innovazione possono arriva-re da qualunque parte. Per questo si guarda fuori dall’azienda per cercare idee, progetti e know-how. La Funzione Global Procurement sta vivendo una fase di cambiamento intenso che corre in sinergia con il nuovo approccio aziendale Open Power. Lea Tarchio-ni in Italia, così come i suoi colleghi globali e delle altre country, combatte giorno per giorno per superare la cro-nica rigidità di un settore dove per decenni ha vinto il pregiudizio del “si è sempre fatto così”. “Oggi un buyer – spiega la Tarchioni – non può più focalizzarsi su un singolo aspet-to del processo di procurement. Nei confronti dei nostri clienti interni, così come dei for-nitori di ogni settore merceologico, c’è sem-pre più l’esigenza di allargare l’orizzonte per innovare insieme”. Se prima l’atteggiamento era un po’ quello del consulente a compar-timenti stagni, ora si potrebbe immaginare una figura simile a quella del business coach.Storicamente Enel si è relazionata con le aziende fornitrici secondo i classici princípi di economicità, correttezza, pubblicità e concorrenza. Tutto perfetto, se il mondo non fosse cambiato a grande velocità. “Perché ri-manere tuttologi – osserva la responsabile Procurement Italia – quando il mondo intor-no a noi sta innovando con modalità specia-listiche? L’interazione con i fornitori va ridi-segnata in base ai cambiamenti tecnologici”. Meglio dunque abbracciare lo spirito Open

Power e ascoltare il contributo di chi ha risol-to criticità anche se in ambiti del tutto diffe-renti da quelli in cui opera Enel. Aprirsi, per esempio, al contributo di chi sa tutto sulla manutenzione degli edifici, sul mondo della ristorazione o sui cosiddetti “multi servizi” come la pulizia, il facchinaggio, la gestione delle aree verdi o la fornitura dell’acqua. In fase di gara dunque Enel non imporrà più dall’alto una serie preconfezionata di specifi-che sulla scelta dei materiali di un prodotto, sull’erogazione di un servizio o sui processi di governance. Si aprirà invece (con fiducia) alle imprese che porteranno un loro contri-buto in termini di inefficienze da aggredire o risparmi da maturare. “Un esempio? A chi partecipa alle gare di manutenzione degli edifici, Annalisa Basile ha chiesto di svol-gere un monitoraggio degli spazi sul ter-ritorio e di elaborare una proposta mirata

19ACQUISTI DAVVERO OPENLa Funzione Global Procurementsta cambiando velocemente. Parola d’ordine: ampliare la visione

con modalità e costi personalizzati. Il cliente finale poi contribuirà a definire il grado di soddisfazione del servizio e la conseguente conferma (o meno) del contratto”.Anche nella ristorazione Martina Sabelliha chiesto al fornitore di mettere in campo creatività e know-how per proporre un’ali-mentazione bilanciata in funzione degli stili di vita e delle abitudini nutrizionali. Utiliz-zando, fra l’altro, tecnologie innovative come per esempio il pagamento da smartphone già adottato da grandi catene internazionali come McDonald’s e Starbucks per eliminare le file alla cassa, offrire benefit ai clienti e mi-gliorare l’esperienza legata al servizio.

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Cambiare abitudini, idee e modo di lavorare è allo stesso tempo la causa e l’o-biettivo finale del loro impegno quotidiano: Maria Stanco, Beatrice Giorgetti e Cin-zia Verrone fanno parte del team chiama-to a realizzare il programma Evolution for Energy (E4E), lanciato a livello globale per armonizzare e integrare processi e sistemi a supporto delle Global business line e delle Funzioni Amministrazione, Finanza, Con-trollo e Global Procurement. Da circa un anno lavorano per dare ai colleghi di tutto il mondo tecnologie innovative e soluzioni in grado di semplificare le procedure, il tratta-mento dei dati e il dialogo tra le diverse real-tà aziendali in tutti i Paesi che compongono l’universo globale di Enel.I numeri che definiscono il perimetro di at-tività del programma sono sufficienti per comprenderne il livello di complessità e di sfida: l’E4E interessa 23 Paesi, tutte le so-cietà del Gruppo e coinvolge direttamente circa la metà dei nostri colleghi. Senza en-trare nel dettaglio tecnico basta dire che i 19 sistemi SAP attualmente utilizzati saranno ridotti a 4. Lavorare a E4E è stato importante per liberarsi dell’idea secondo cui la propria modalità di lavoro è la migliore solo per il fatto che la usiamo da anni. “Confrontando-si con i colleghi”, spiega Maria Stanco, EGP O&M Coordination and Performance Im-provement, “ci si rende conto che è possibi-le fare le cose in modo differente e migliore, mettendo a fattor comune le esperienze di successo raccolte all’interno del Gruppo”. Scoprire in presa diretta e nel proprio ambi-to professionale i vantaggi di un linguaggio nuovo e condiviso ha trasformato i primi interrogativi e le inevitabili preoccupazioni in motivazione e gusto per il cambiamento.

“Superate le perplessità iniziali e passato il primo periodo di adattamento – racconta Cinzia Verrone, Processi e Sistemi AFC – il cambiamento si è rivelato come una gran-de opportunità di valorizzazione, crescita personale e professionale, offrendo nuove opportunità finora inaccessibili”.E4E si sviluppa in un arco temporale di cir-ca tre anni con un approccio modulare arti-colato per Country. Oggi Enel Green Power Italia e l’Olanda sono nel pieno delle attività di implementazione, il progetto Iberia è in

fase avanzata ed è da poco partito quello della Colombia come primo Paese latinoa-mericano. “L’E4E è un’opportunità di cresci-ta che capita poche volte nella vita profes-sionale di una persona”, racconta Beatrice Giorgetti, Processi e Sistemi AFC di Gene-ration & Trading. Gli ostacoli da superare sono tanti ma “accettando la sfida dell’E4E, passo dopo passo, ci si accorge con i colle-ghi che ‘leggere il dato con gli stessi occhi’ è un obiettivo possibile e affascinante”.

ENERGIA CHE EVOLVEIl progetto E4E fornirà ai colleghi di tutto il mondo tecnologie innovative e soluzioni per semplificare le procedure, il trattamento dei dati e il dialogo tra le diverse realtà aziendali

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Guardiamoci allo specchio: tutti noi nella vita siamo clienti. Quando andiamo in un negozio, compriamo online, contattiamo un call center, vogliamo che il nostro bisogno sia soddisfatto in tempi brevi, con professionalità e cortesia e condividiamo sempre più la nostra esperienza con altri al telefono, sui social me-dia, via mail.Così oggi i nostri clienti si aspettano di esse-re al centro del processo di progettazione dei servizi e di prenderne parte attiva. Da queste semplici considerazioni nasce la necessità di rendere concreto il significato di Open Power: apertura e innovazione verso i clienti, i colle-ghi, i fornitori. Quindi non solo processi, ma persone. Soprattutto persone.Inizia da qui la “CRM Transformation”: un progetto ambizioso gestito dalle Unità di Au-rora Viola, responsabile Planning, Performan-ce and Quality Management di Mercato Italia, e di Marco Barra Caracciolo, responsabile ICT Italy. All’interno del progetto ci sono processi, prodotti e servizi, distributori, dati dei consu-mi: tutto l’Universo Enel fatto da 15mila persone che sono quotidianamente connesse alla CRM. Transformation significa evolvere verso “un si-stema proattivo e flessibile in grado di garantire il Time To Market di nuovi prodotti e servizi e rispondere velocemente alle nuove esigenze di tutti i nostri clienti, dai più tecnologici a quelli che prediligono ancora canali di contatto tra-dizionali”, spiegano i responsabili del progetto CRM Transformation, Fabio Sarcinelli, Mar-keting and Sales Solutions di ICT, e Andrea Regazzo, Business Solutions and System Im-provements. Alla base c’è la nuova piattaforma salesforce.com, che ha l’obiettivo di rendere tutto questo mondo naturale, semplice e velo-ce. Innovazione “semplice” significa semplifi-cazione gestionale, riduzione dei costi, modelli efficienti di vendita e post vendita, tutto in un progetto condiviso tra persone di business e ICT, partner e fornitori. Questa trasformazione rappresenta il presupposto essenziale del Chan-ge Management, che ha il compito di favorire il cambiamento attraverso il coinvolgimento del-

le persone che, come spiega Cinzia Tambur-rini, responsabile Processes and Knowledge Management e guida del Change Management, “sono il motivo principale del successo di pro-getti informatici che, allontanando i colleghi dalle loro zone di comfort sono il cuore dell’in-novazione delle aziende”.Il Change Management è basato quindi su tre pilastri: comunicazione per far comprendere il cambiamento, formazione per garantire l’al-lineamento teorico e pratico e partecipazione delle parti interessate. Tamburrini spiega che “la prima attività, per far confluire tutte le in-formazioni in maniera semplice e coordinata,

sarà l’integrazione dei sette portali di comu-nicazione attivi sul Mercato Italia in un’unica piattaforma. La seconda attività sarà quella della formazione, rivolta a 15mila persone che utilizzano l’attuale CRM. Costruiremo infine un cruscotto di indicatori e una cabina di mo-nitoraggio per misurare tutti i processi gestio-nali e commerciali che saranno rilasciati nelle varie fasi del progetto”. Le persone che stanno lavorando alla realiz-zazione della CRM Transformation sono oltre 200, con spirito innovativo, fiducia nell’azien-da, responsabilità e proattività per raggiunge-re gli obiettivi prefissati.

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L’INNOVAZIONE “SEMPLICE”Il Mercato sta lavorando al progetto di trasformazione del CRM, l’interfaccia per parlare in modo snello e flessibile con clienti sempre più consapevoli

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Intorno al 1870 prendeva il via in Inghilterra la seconda rivoluzione industriale, che avrebbe modifi-cato radicalmente i processi produttivi nei decenni a venire, lasciando un segno indelebile sulla civiltà contemporanea. Dall’altra parte del mondo gli Stati Uniti, reduci da una sanguinosa guerra civile, stava-no mettendo le basi per diventare una superpotenza economica globale. A quei tempi il sistema energeti-co era incentrato quasi esclusivamente sul legno. Poi venne il momento del carbone che dominò incontra-stato per circa 70 anni, sino alla Seconda guerra mon-diale, quando gradualmente cedette il passo al pe-trolio, più facile da stoccare e “movimentare”. Oggi, dopo il periodo d’oro del gas, è giunta finalmente l’ora delle rinnovabili a zero emissioni.Negli ultimi anni, dopo decenni di sostanziale stasi, il sistema energetico ha cominciato una rapida tra-sformazione, in linea con l’evoluzione di altri con-testi. Secondo le ultime stime, entro dieci anni la Terra sarà abitata da un miliardo di persone in più rispetto a oggi. La maggior parte di questi individui

IL MONDO NUOVODall’oro nero all’oro verde: la Convention Enel è stata l’occasione per ribadireche lo scenario energetico che abbiamo visto finora non esiste più

si stabilirà in alcune megalopoli, che arriveranno a ospitare nel 2050 i due terzi della popolazione mon-diale. Tutto ciò avrà un’inevitabile ricaduta in termi-ni di domanda elettrica, di servizi, di cambiamento culturale. L’aumento demografico è accompagnato da un boom tecnologico senza precedenti nella storia dell’uomo. Una forza nuova, che non può essere arrestata e che un’azienda come la nostra ha il dovere di accogliere e cavalcare. La tecnologia è infatti un organismo che si autoalimenta e influisce su tutto ciò che ci circonda: sul nostro lavoro, sulle macchine, sui clienti. Non è un caso che oggi il legame storico tra aumen-to del PIL e domanda di elettricità non sia più valido. Per molti anni le aziende elettriche sono state utiliz-zate dagli statistici come strumento per misurare la crescita di un Paese. Oggi questo rapporto non è più attendibile, proprio a causa della modifica strutturale dei sistemi economici e industriali dovuta ai cambia-menti tecnologici. In mercati maturi come l’Europa, per esempio, si consuma meno anche perché si con-

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suma meglio, grazie alla diffusione di consuetudini e strumenti per l’efficienza energetica.Questo è solo uno dei motivi della riduzione della do-manda in molte zone, che si trovano ormai da tempo in condizione di overcapacity (eccesso di produzione) e i cui ritmi di crescita demografica ed economica non possono competere con quelli dei Paesi in via di svi-luppo. Il mondo corre infatti a due velocità: mentre nei mercati maturi la crescita ormai è prevalentemente qualitativa (sviluppo di infrastrutture e reti, integra-zione della generazione distribuita), in aree come Afri-ca e Asia la crescita sarà quantitativa per soddisfare la loro grande fame di energia, ma con un diverso para-digma: un appetito che genera una crescente atten-zione all’impatto di queste attività sull’ecosistema e il ricorso a sistemi a basso contenuto di infrastruttureEsiste una soluzione in grado di conciliare le tematiche ambientali con le nuove esigenze di business, ed Enel l’ha compresa da anni: si tratta delle energie rinnova-bili, che consentono di fornire elettricità a zero emis-sioni, in tempi rapidi e a costi sempre più competitivi.

Un cambiamento di prospettiva che consente di igno-rare le cicliche oscillazioni del prezzo del petrolio. Dai conflitti arabo-israeliani all’11 settembre, l’economia globale ha finora dovuto fare i conti con il costo del combustibile. Oggi lo scenario è cambiato: un tempo il basso costo del petrolio rendeva le rinnovabili meno convenienti. Ma il trend in crescita degli investimenti in energie rinnovabili ormai prosegue indipendente-mente dal prezzo del barile. Nel 2015 le energie rinno-vabili hanno infatti registrato un record storico, men-tre il costo del petrolio era già in discesa dal 2014. Dopo l’era del legname, del carbone, del petrolio e del gas, si prospetta dunque l’era delle rinnovabili. Se-condo le previsioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), più della metà dell’energia che sarà consumata nel mondo nel 2040 proverrà da fonti gre-en. Un sorpasso che Enel prevede già di realizzare en-tro il 2019, quando le rinnovabili costituiranno oltre il 50% della sua capacità installata, a conferma del ruolo che la nostra azienda sta giocando in questa rivolu-zione globale.

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L’EVENTO DI MADRID

La Convention 2016 dal titolo “Enel is Open Power” si è tenuta lo scorso 26 gennaio presso la sede di Madrid. A dare il benvenuto ai colleghi in sala e a quelli collegati su Enel.tv da tutto il mondo Enel è stato il

presidente di Endesa, Borja Prado, che ha sottolineato come “nei momenti critici della storia, solo coloro che hanno il coraggio di guardare al futuro con ottimismo possono diventare protagonisti del cambiamento”.

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UN MILIARDO DI BUONI MOTIVILa strategia del Gruppo punta su innovazione e flessibilità per produrre energia in modo sostenibile nel rispetto del Pianeta

“Oggi oltre un miliardo di persone è ancora pri-vo dell’accesso all’elettricità. È fondamentale che ci impegniamo per costruire un mondo in cui l’energia sia un diritto e non soltanto un privilegio”. Il messag-gio lanciato dall’Amministratore Delegato Francesco Starace in occasione della Convention di Madrid è chiaro: la nostra azienda, come leader mondiale nel settore energetico, ha il dovere di mettersi in gioco per ridurre il “power divide” e rendere il Pianeta più sostenibile. Per questo Enel si è impegnata a contribu-ire direttamente al raggiungimento di quattro dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dalle Nazioni Unite. Tra gli scopi a medio termine (da conseguire en-tro il 2020), oltre a garantire l’accesso all’elettricità a 3 milioni di persone che oggi ne sono prive, Enel fornirà un’educazione basilare sui temi energetici a 400mila persone e darà il suo apporto per l’occupazione e la crescita economica di altri 500mila individui. Entro il 2050 la nostra azienda punta invece a tagliare il tra-guardo della carbon neutrality, eliminando totalmente l’emissione di CO2 in tutte le sue attività produttive. Obiettivi ambiziosi, che sarà possibile conseguire sol-tanto con l’aiuto dell’innovazione tecnologica. Per sfrut-tarne al meglio le potenzialità, Enel ha intrapreso un percorso che ha portato a innovare interagendo all’ester-no con un ecosistema ampio e variegato. È la filosofia

dell’Open Innovation, un modello basato su un para-digma di apertura a 360 gradi, che va dalle start-up alle grandi aziende, dalle università e centri di ricerca fino ai progetti di singoli innovatori. Per questo è stata creata una struttura che filtra e seleziona le idee più interessan-ti, provenienti da varie fonti, per svilupparle all’interno dell’azienda. L’innovazione sarà uno degli strumenti chiave che con-sentiranno di portare a termine con successo il Piano strategico 2016-2019, presentato agli analisti al Capital Markets Day di Londra e discusso dall’AD con i colleghi nella Convention madrilena. In cima alla lista delle prio-rità, non a caso, ancora una volta l’efficienza operativa. “Nel 2014 ci eravamo dati l’impegno di ridurre i costi specifici delle nostre attività quotidiane e finora ci stia-mo riuscendo, ma occorre continuare su questa strada. Per raggiungere l’obiettivo dobbiamo essere integrati e guardare alle best practice interne”, ha sottolineato Sta-race.Il nuovo Piano strategico dedica alla crescita 17 miliardi di investimenti, in aumento rispetto ai 14,3 miliardi pre-visti dal piano precedente. Il Gruppo torna quindi a in-vestire pesantemente sulla crescita, ma lo farà seguendo alcuni criteri ben precisi. Oggi alcune aziende elettriche nel mondo rischiano di chiudere a causa di un’accoppiata di errori fatali. Il primo

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consiste nel costruire centrali elettriche senza sapere se l’energia che produrranno potrà essere venduta e a qua-le prezzo: si tratta dei cosiddetti “impianti merchant”. Il secondo errore sta nel costruire centrali enormi, in base alla convinzione che puntare su pochi grandi progetti sia più economico e semplice che suddividere impegno e ri-sorse in tante centrali più piccole. Gli impianti di grandi dimensioni, tuttavia, necessitano di un tempo di costru-zione molto più lungo rispetto a quelli di media o piccola taglia. Una volta completati, potrebbero quindi rivelarsi inadeguati al nuovo contesto economico, sociale e tec-nologico e alle esigenze energetiche dei territori, met-tendo a rischio o addirittura vanificando l’investimento. La nuova strategia del Gruppo dice che per crescere in modo sano è necessario costruire centrali di dimensioni più piccole, per aumentare le opportunità e diminuire i rischi. Allo stesso modo, non solo l’acquisto ma anche la cessione di asset interesserà progetti medio-piccoli e av-verrà su base strutturale, per creare valore e aumentare i dividendi per gli azionisti. “Tanti impianti di piccola e media taglia ci consentono di essere più flessibili negli investimenti, oltre a generare flusso di cassa molto più velocemente. Questo fa di noi un’azienda molto grande ma anche molto agile. Oggi possiamo affermare con or-goglio che non esiste un progetto del Gruppo che non sarà portato a termine entro due anni”.Non stupisce dunque che la maggior parte degli investi-menti sia destinata allo sviluppo di rinnovabili e reti, i segmenti del business Enel che meglio soddisfano questi criteri. In particolare, il Gruppo ha conseguito un prima-to mondiale con la realizzazione di una pipeline di svilup-po delle reti elettriche. La tecnologia infatti sta offrendo enormi possibilità, soprattutto per quanto riguarda l’in-

terconnessione tra persone e cose. Già oggi Enel è il pri-mo operatore nel mondo per numero di clienti (circa 61 milioni): esplorando questo sentiero potrebbe estendere la customer base migliorando ulteriormente la qualità dei servizi offerti. Per questo è stato avviato in Italia un progetto che po-trebbe essere esteso agli altri Paesi in cui il Gruppo è presente: verrà installata la fibra ottica sulle reti elettri-che italiane, portando connessione a banda ultralarga ovunque sia assente. “Rispetto a un operatore telefonico, siamo infatti in grado di poter cablare la rete con livelli qualitativi più alti e costi fino al 50% inferiori. Le nostre linee elettriche acquisteranno così una vita parallela, di-ventando anche reti di interconnettività a banda larga”, ha spiegato Starace. La Presidente Patrizia Grieco aveva aperto di fatto la Convention soffermandosi su alcune operazioni estre-mamente importanti per la riorganizzazione di Enel a livello globale: “Il riassetto societario in America Latina, che farà del Gruppo una realtà moderna, in grado di in-terpretare con velocità ed efficienza lo sviluppo del por-tafoglio di asset in Sudamerica. L’integrazione di Enel Green Power, che consentirà di realizzare iniziative di crescita addizionali non sostenibili con l’attuale strut-tura finanziaria. Ma soprattutto la nostra capacità di coniugare Sostenibilità e Innovazione, dove siamo stati trendsetter: infatti, grazie ai nostri investimenti strate-gici in rinnovabili e reti, abbiamo aperto una strada nella quale i concorrenti europei ci stanno seguendo con un certo ritardo”.Senza dubbio le sfide che ci attendono sono impegnati-ve. “Ma abbiamo gli strumenti adatti per affrontarle al meglio”, ha concluso l’Amministratore Delegato.

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QUATTRO VALORI

“Il concetto di Open Power si declina con le parole chiave responsabilità, innovazione, proattività e fiducia – i nostri valori – con l’etica sullo sfondo. Per realizzarlo abbiamo bisogno di voi. Oggi più che mai

le nostre persone rappresentano l’asset più impor-tante del Gruppo Enel”. Lo ha detto la Presidente Patrizia Grieco rivolgendosi alle persone intervenute alla Convention.

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CINQUE PERCORSI IN STILE OPEN POWERIl nostro ruolo di leadership globale ci impone di guardare oltre la produzione e la distribuzione di energia elettrica

Un ragazzo nato nel 1998, quando Enel lanciava il suo precedente logo, è oggi maggiorenne. In que-sti diciotto anni il mondo ha subíto una trasforma-zione a 360 gradi, e il settore energetico non ha fatto eccezione. Per questo è stato fondamentale fare una riflessione sulla missione e sui valori del Gruppo, che non possono più essere gli stessi definiti in un’epoca completamente diversa. Cosa vuol dire, dunque, lavorare in Enel oggi? A cosa dobbiamo ispirarci per svolgere al meglio il nostro ruolo? La domanda è stata rivolta direttamente ai col-leghi in un questionario, da cui sono emersi quattro valori fondamentali: responsabilità, innovazione, fi-ducia, proattività. A questi si aggiunge l’etica come valore di base, senza la quale nessuna delle nostre at-tività avrebbe senso.“Credo che Open Power, così come i valori fondamenta-li da cui nasce, ben rappresentino la nuova Enel e quel-lo che la nostra azienda vuole diventare. Ma se molto è stato fatto, ancora tanto resta da fare”, ha detto la Pre-sidente Patrizia Grieco in chiusura del suo intervento.Il ruolo di leadership globale della nostra azienda, pre-sente in quattro continenti, ci impone di andare oltre

la produzione e la distribuzione di energia elettrica. Il modo di fare energia di un’azienda moderna può con-tribuire a vincere alcune delle più importanti sfide che il mondo si trova ad affrontare. Per riuscirci il Gruppo ha delineato nella sua missione 2025 una serie di obiet-tivi a breve termine, coerenti con la filosofia Open Po-wer illustrata dall’AD Francesco Starace. Anzitutto Enel continuerà a diffondere energia al mag-gior numero di persone possibile (Open Energy to more people). Oltre un miliardo di persone che vivono in co-munità rurali e isolate nel mondo è infatti ancora privo dell’accesso all’elettricità, vettore essenziale per uscire dall’isolamento e diventare autosufficienti. Grazie al programma Enabling Electricity la vita quotidiana di centinaia di migliaia di persone è cambiata, grazie a energia sicura e sostenibile 24 ore su 24. C’è ancora molto lavoro da fare tuttavia, e per farcela c’è bisogno di aprire il mondo dell’energia all’utilizzo di nuove tecnologie (Open Energy to new technologies). Dagli impianti ibridi rinnovabili allo storage, dalle smart grid ai contatori elettronici di seconda generazione fino alla banda ultralarga che sfrutterà le reti elettriche: cavalca-re l’onda dell’innovazione è l’unico modo per rimanere

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competitivi nel sistema energetico di oggi. Ovviamente bisogna tenere conto delle grandi diffe-renze tra i cosiddetti mercati maturi e i Paesi in via di sviluppo. Diverse comunità che vivono in aree isolate non potranno, nel breve termine, essere collegate alla rete elettrica, ma hanno comunque bisogno di elettri-cità. Dobbiamo quindi immaginare nuovi modi per gestire l’energia (Open up new ways of managing energy for the people): è quello che stiamo facendo in Kenia (vedi articolo alle pagine 32-37), dove in collaborazio-ne con la società statunitense Powerhive costruiremo e gestiremo mini-grid solari per portare energia a zero emissioni a 90mila persone. Ripensare il sistema energetico comporta l’apertura dell’energia a nuovi utilizzi (Open up Energy to new uses), a partire dalla diffusione su larga scala della mobilità elettrica. La nostra azienda ha puntato con decisione sullo sviluppo di questo settore da quasi un decennio, e oggi siamo uno dei principali leader mondiali nei si-stemi di ricarica per auto elettriche (pubblici e privati) dall’Europa all’America Latina. Un percorso di innova-zione che siamo convinti possa essere più efficace se ci apriamo a collaborazioni con l’esterno (Open up to more

partnership). Enel sta stabilendo partnership in tutto il mondo con aziende, associazioni, università, centri di ricerca e start up per produrre energia a zero emissioni e garantire alle generazioni future un business sempre più sostenibile. Tra le altre, stiamo testando l’integra-zione dei sistemi di accumulo Tesla nei nostri impianti eolici e fotovoltaici, per aumentarne la produzione e per una migliore integrazione delle rinnovabili nella rete. Con Nissan lavoriamo allo sviluppo di un sistema Vehicle-to-Grid (V2G), che consentirà alle auto elettri-che di diventare vere e proprie batterie con le ruote, in grado di utilizzare, accumulare o reimmettere in rete l’elettricità quando necessario.Cinque direzioni in cui si articolerà il nostro prossimo futuro, all’insegna di Open Power. Un percorso che, secondo quanto ha detto Francesco Starace durante la Convention, potrà darci grandi soddisfazioni: “Chi è aperto è forte e non ha paura del cambiamento, a co-minciare da quello del paradigma energetico, di cui sia-mo protagonisti. Dobbiamo avere fiducia nel futuro e soprattutto divertirci. Il nostro è un lavoro bellissimo, e sarà ancora più interessante e divertente se riusciremo a farlo aprendoci alla realtà che ci circonda”.

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IDENTITÀ SVELATA

Nel corso dell’evento di Madrid è stato presentato in anteprima il nuovo brand del Gruppo e i loghi di Enel, Endesa ed Enel Green Power. La Convention è

stata anche l’occasione per presentare il nuovo por-tale Enel.com, introdotto dal direttore della Funzione Comunicazione Ryan O’Keeffe.

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2016, L’ANNO DELLA SEMPLIFICAZIONEIl CFO Alberto De Paoli spiega perché la complessità fa perdere valore al Gruppo

Per chi lavora in Enel quello attuale non sarà solo l’anno delle Olimpiadi di Rio, degli Europei di calcio o della Copa America. Nel Gruppo ricorde-remo il 2016 come l’anno della semplificazione e della execution delle strategie annunciate nel piano industriale. Di semplificazione della struttura organizzativa del Gruppo, necessaria a incrementare la creazione di valore, ha parlato il CFO Alberto De Paoli durante la Convention di Madrid, partendo da una metafora quanto mai efficace. “Il nostro Gruppo è cresciu-to a livello internazionale attraverso una serie di acquisizioni. Ciò ha comportato la stratificazione di strutture organizzative esistenti che hanno gene-rato una notevole complessità. Si potrebbe parago-nare a un appartamento ristrutturato diverse volte, in tempi diversi da architetti diversi. In genere un

appartamento su più piani ha un valore inferiore rispetto a un appartamento della stessa superficie su un unico piano. Tutto ciò per dire che la com-plessità distrugge valore”.Enel sta affrontando questa fase di semplificazio-ne con grande impegno e un duplice obiettivo: rendere più efficace la gestione e la flessibilità del business e, in parallelo, aumentare il valore perce-pito del Gruppo. Come insegnano in tutte le scuole di business: Keep it simple… Make it visible! “Queste strutture eccessivamente articolate – ha spiegato De Paoli – comportano un disallineamento degli obiet-tivi, un processo decisionale poco efficiente e una rapidità di esecuzione non allineata a un contesto in continuo mutamento. Conseguenze? Riduzione di credibilità da parte dei mercati e limitata visibilità sulla generazione dei flussi di cassa. Il mercato ha

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necessità di comprendere i flussi di cassa che un business può generare e come questi flussi sono impiegati”.Il contesto attuale è molto competitivo, richiede tempi di risposta rapidissimi e continuo adatta-mento al cambiamento. Per questo motivo il valore degli asset, soprattutto nel settore utilities, è sotto pressione. Esiste pertanto un gap di valutazione per il Gruppo Enel intorno a 9 miliardi di euro. Più o meno la metà è attribuibile alla complessità, il cosiddetto “holding discount”, per circa 3,6 miliar-di di euro. La restante parte deriva dall’incertezza connessa all’implementazione della strategia. Aggiunge il CFO: “Per ridurre questo gap e azze-rarlo nel medio termine, in America Latina stiamo lavorando su tre filoni: una struttura di governance semplificata per creare un processo decisionale più rapido; un approccio su misura per le diverse realtà locali; una strategia basata su efficienza, crescita e remunerazione per gli azionisti”.Qualche esempio di semplificazione? Nel 2013 abbiamo concluso l’aumento di capitale di Enersis rendendolo il nostro veicolo di investimento in America Latina (Progetto Easter). Nel 2014 abbiamo separato le attività di Endesa in Iberia dalle parteci-pazioni in Latam e collocato sul mercato il 22% della

nostra partecipazione in Endesa (Carter I). Nel 2015, poi, abbiamo avviato il processo di ristrutturazione delle nostre attività in Latam (Carter II) e l’integra-zione di Enel Green Power in Enel (Progetto X). E nel 2016? “Questo sarà l’anno del delivery and execution, della capacità di rispettare gli impegni presi”, conclude De Paoli. “Per questo dobbiamo focalizzarci sul concetto di credibilità. I mercati hanno accolto positivamente la presentazione delle nostre strategie: ora attendono la messa in pratica di ciò che abbiamo promesso. In un recente report un analista ha scritto che nel breve termine è fonda-mentale rinforzare la credibilità nel management. L’anno che stiamo percorrendo è quindi cruciale per il Gruppo Enel: negli ultimi mesi abbiamo avuto cinque assemblee straordinarie che hanno approva-to la ristrutturazione in America Latina, l’integra-zione di Enel Green Power e la cessione della nostra partecipazione in Slovenské elektrárne. Il processo di semplificazione richiede uno sforzo importante da parte di tutti: possiamo dire, usando la metafora del transatlantico, che stiamo attraversando le Boc-che di Bonifacio, ovvero siamo in una fase instabile e movimentata. Sta a tutti noi, ai colleghi di ogni Paese, prendere la nave e portarla definitivamente in mare aperto!”.

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UNA CASCATA DI ENERGIA

La Convention ha aperto ufficialmente il proces-so Cascade 2016. A fare da fil rouge agli oltre 200 incontri che da febbraio a maggio coinvolgeranno le Global Business Line e le Funzioni di Holding e la loro declinazione nelle Country, c’è il concept strategico

Open Power. Lo stesso processo Cascade diventa open: i colleghi potranno seguire ogni evento e informarsi grazie a un sito Intranet dedicato e rinnovato in 3 lingue e ottimizzato per dispositivi mobile. http://internalcomms.enelint.global/cascade2016.

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CHRONOLOGO 1962 / 2016

Nel 1962 nasce, dall’integrazione di 1.250 società

elettriche, l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica.

L’elegante corsivo inglese conferisce l’istituzionalità e il

blasone delle pubbliche amministrazioni dell’epoca.

1962

Nel 1988 si tiene a battesimo un nuovo marchio prima

della trasformazione dell'Ente in S.p.A. Carattere forte,

nessuna concessione alla grafica, lettere piene e definite,

colore grigio, austero a esprimere il rigore, la solidità e

l’esperienza di una realtà ormai consolidata.

1988

Dal 1975 un nuovo logo con un’ampia ‘e’ iniziale, che si

richiude in una saetta, esprime la potenza dell’energia

elettrica prodotta e l’imponenza delle opere in corso in

tutto il Paese.

1975

Nel 1998 nasce l’albero, metafora di robusta serenità e

attenzione alla natura. Il marchio, fortemente simbolico,

racconta la vitalità di uno sviluppo sostenibile e in armonia

con l’ambiente e le comunità. I rami lasciano intuire la

molteplicità dei servizi offerti ai clienti che originano da due

solide radici: la generazione e la distribuzione di energia.

1998

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Enel torna al suo core business e la molteplicità di brand

delle diverse aziende viene consolidata in un unico

modello in cui l’aggiunta de “L’energia che ti ascolta”

testimonia la nuova attitudine al dialogo con i clienti e il

rinnovato focus su elettricità e gas.

2003

2016

Cinquant’anni di Enel, 18.250 giorni di energia, milioni di

attimi vissuti al fianco delle persone.

In occasione del 50° compleanno, la cornice della

Polaroid ci riporta alle istantanee dei primi anni di vita

dell’azienda evocando i ricordi di tutti coloro che hanno

seguito Enel passo dopo passo.

2012

Con il nuovo paradigma energetico, il

modo di produrre, distribuire e usare

l’energia diventa sempre più

decentralizzato e partecipato. Più aperto

alle persone.

La nuova immagine di Enel è l’espressione

di questa visione strategica: Open Power.

Il cursore, elemento base della nuova

identità, genera l’energia che dà vita agli

elementi del logo attraverso il movimento e

i colori.

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L’economia del Paese africano è in crescita ma milioni di persone non hanno ancora accesso all’elettricità. Ecco come piccoli sistemi alimentati da rinnovabili possono risolvere il problema infrastrutturale

KENYA MICRO RETI, GRANDI OPPORTUNITÀ

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“Europa e America Latina vivono al buio”. Se navigando in rete o ascoltando un telegiornale ci im-battessimo in una notizia del ge-

nere, penseremmo subito a uno scherzo di cattivo gusto o a un errore grossolano. Ep-pure, sommando le popolazioni di tutte le regioni del Pianeta che non hanno accesso all’elettricità si supera di molto il miliardo di persone, in pratica il numero di cittadini europei e latinoamericani messi assieme. Il cosiddetto energy divide oggi interessa soprattutto l’Africa, ma colpisce anche va-ste porzioni del Sud-est asiatico, del Medio oriente, della Cina e dell’America Latina. In Paesi come Ciad e Sud Sudan, agli ultimi posti della classifica Onu per indice di svi-luppo umano e in cui l’elettricità non rag-giunge nemmeno il 10% della popolazio-ne, la profonda relazione tra le condizioni socio-economiche e la mancanza di accesso all’energia è evidente. Ma il problema è una zavorra anche per la popolazione di Paesi emergenti, che si stanno dando da fare in termini di grandi investimenti in sviluppo e di nuove infrastrutture, e persino per gli abitanti di “insospettabili” Paesi industria-lizzati che siamo abituati a considerare im-muni da scarsità di questo genere. Sino a pochi anni fa, complice anche la mancanza di consapevolezza della vastità del fenomeno, i progetti per l’accesso all’e-lettricità erano considerati appannaggio delle organizzazioni non governative, come singole iniziative di cooperazione inter-nazionale. Oggi, con un panorama globale inequivocabile in fatto di energy divide e una specifica iniziativa delle Nazione Unite dedicata all’“Energia sostenibile per tutti”, sono sempre più numerose le aziende che inseriscono progetti di accesso all’elettri-cità tra i loro programmi di responsabilità sociale. Il cambio di mentalità ha già por-tato risultati importanti, ma chi da tem-po sta seguendo questo nuovo approccio – basti pensare ai progetti del programma Enabling Electricity – sta già compiendo un

GIOVANI IN CRESCITA

La popolazione del Kenya (circa 45 milioni) continua a crescere a ritmi elevati: nel giro di vent’anni è quasi raddoppiata. Cresce soprattutto la popolazione giovane, con meno di quindici anni. La zona più

densamente popolata è quella degli altopiani.A eccezione della zona di Mombasa, la fascia costiera è invece poco abitata.

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Quasi il 50% della popolazione del Kenya è addensata in zone urbane in rapida crescita. Tra i 4 e i 4,5 mi-lioni di abitanti vivono a Nairobi, la capitale, la più

grande città dell’Africa orientale. La seconda città per importanza è Mombasa, una città araba sulla costa a Sud, dove risiede quasi un milione di abitanti.

VERSO LE CITTÀ

ulteriore passo avanti. “Oggi l’accesso all’e-lettricità per Enel sta evolvendo verso una nuova definizione che coniuga sostenibili-tà con innovazione e tecnologie smart con un approccio multi-layer in grado di dare vita a un vero e proprio modello di business di mini-utility”, commenta Manuele Bat-tisti, responsabile Business Development di Enel Green Power per l’Africa dell’Est.

Il sole e il telefonino“Dieci anni fa nel mio paese non avevamo l’elettricità. Ho ben presente cosa signifi-chi vivere senza la luce”. Bernard Gakuha, neoassunto di Enel Green Power, è il primo collega kenyota dell’intero Gruppo e un testimonial perfetto del modo innovativo con il quale Enel guarda alla sfida per ga-rantire l’accesso all’elettricità alle popola-zioni dei Paesi dove è presente. Il Kenya sta investendo in infrastrutture e progetti. Il Prodotto Interno Lordo reale di quello che molti analisti definiscono una delle “loco-motive dell’Africa” è cresciuto mediamente del 5,3% negli ultimi dieci anni, dato supe-riore alla media dell’intera regione sub-sa-hariana (5,1%), ma inferiore al 6% indicato dalla Banca Mondiale come limite minimo per migliorare le condizioni di povertà. C’è ancora molto da fare per dare energia allo sviluppo di un Paese che oggi può contare su grandi progetti. Per esempio l’elettrifi-cazione della dorsale che unisce la capitale Nairobi al porto di Mombasa, che inclu-de il tratto più turistico della costiera ma non raggiunge la maggior parte degli oltre 580mila chilometri quadrati della superfi-cie del Kenya e lascia il 75% della popolazio-ne senza accesso all’elettricità. Il Kenya produce un trentesimo dell’ener-gia elettrica dell’Italia pur avendo poco meno della sua popolazione. Per questo Paese le rinnovabili sono considerate la chiave di volta per lo sviluppo. Giovane in-gegnere trentaseienne, con alle spalle già diversi anni di esperienza in fatto di ener-

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gia pulita e sistemi di elettrificazione alter-nativi, Bernard è certo che per rispondere alle esigenze dei suoi connazionali bisogna essere “smart” tanto nelle tecnologie quan-to nell’approccio. “Abbiamo bisogno di tanta energia, deve essere rinnovabile e dobbiamo fare in modo che sia distribuita. Per questo è necessario essere innovativi e inventare nuove soluzioni adatte alle varie situazioni: sono importanti le iniziative con le quali portiamo la luce nei villaggi grazie alle lampade solari ma anche i pro-getti di micro-grid alimentate da piccoli impianti rinnovabili come quello che stia-mo realizzando nella Kisii County”.A più di 300 chilometri da Nairobi, in dire-zione del lago Vittoria, Enel Green Power ha dato vita a un progetto dove il connubio tra mini-impianti solari con storage e sistemi di pagamento via mobile può rivoluziona-re la vita di oltre 100mila persone che po-polano un centinaio di villaggi della zona,

dando vita a un modello di business vero e proprio. “Le micro-grid alimentate da im-pianti rinnovabili sono una soluzione ra-pida e sostenibile; i telefoni cellulari sono molto diffusi perché non avendo una rete fissa abbiamo sviluppato quella mobile”, spiega Bernard che non ha seguito il pro-getto ma conosce in prima persona la vita delle comunità rurali e il bisogno di ener-gia dei villaggi.La mancanza di infrastrutture elettriche nel Paese rappresenta un ostacolo enorme per un gap che non si potrebbe sanare in breve tempo e richiederebbe investimenti faraonici per risultati a lungo se non lun-ghissimo termine. I piccoli impianti solari autonomi saltano a piè pari il problema e la possibilità di pagare la bolletta utilizzando il telefonino e contatori elettrici con siste-mi di prepagamento rendono alla portata di tutti l’accesso all’elettricità. È una rivolu-zione. Non solo per gli insediamenti rurali

nella contea di Kisii, con diretti benefíci per le esigenze più semplici della vita quo-tidiana e incredibili opportunità per scuo-le, piccole imprese e ambulatori. Potenzial-mente tutti i villaggi del Kenya e persino le case di quelle città in cui la luce scompare con il calare del sole potrebbero “entrare” in questo nuovo sistema di distribuzione. E riscoprirsi “smart” in netto anticipo rispet-to persino alle più rosee previsioni. “Dopo i primi passi in America Latina e Africa sub-sahariana, e con l’intenzione di includere anche l’Asia, Enel prosegue nello sviluppo del modello mini-utility, con progetti adat-tati ai diversi contesti locali con il tratto comune di una generazione da fonti rinno-vabili e tecnologie di gestione e comunica-zione open to people”.

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DOVE LA RETE NON C’È

In Africa ci sono più di 700 milioni di telefoni cellulari per poco più di 1 miliardo di abitanti (76% della popolazione). Con-

temporaneamente il 70% degli abitanti non ha accesso all’elettricità. Il divario

tra l’accesso ai servizi di telefonia mobile e all’energia elettrica si è ampliato tra il 2000 e il2012: oggi più di 358 milioni di persone nell’Africa sub-sahariana sono

coperti da reti per cellulari, ma non sono raggiunti da infrastrutture elettriche.

Un sistema come quello delle micro-grid permetterebbe di superare le carenze

infrastrutturali sfruttando proprio la diffusione dei telefonini. In questo modo,

pur risiedendo in zone remote, i clienti potrebbero usufruire di un’alimentazione

elettrica a 240V AC utile per l’illumi-nazione di casa, la tv, il computer e la ricarica dello stesso cellulare. Il tutto a

costi decisamente inferiori rispetto ad altre fonti d’alimentazione, come per esempio i gruppi elettrogeni alimentati con gasolio

trasportato con i camion. Inoltre la manu-tenzione dei sistemi di micro-grid sarebbe garantita da tecnici locali presenti in ogni

villaggio in cui è attivo il servizio.

KENYA

Kisii County

SOOMALIAETIOPIASUDAN

DEL SUD

UGANDA

TANZANIA

KENYA

46.749.000

KISII

1.152.282

KENYA

66

KISII

874,3

DENSITÀ (persone/km2)

POPOLAZIONE (persone)

KENYA

22,7

KISII

<20 35-39 20-34 >50

7,8

ACCESSO ALL’ELETTRICITÀ(% famiglie)

TASSO DI ELETTRIFICAZIONE(% connessi)

~900 mln.

abitanti

~600 mln.

senza accesso

all’elettricità

~3.4 mld.

abitanti

~600 mln.

senza accesso

all’elettricità

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Chi non ricorda lo speciale visore ottico che permetteva a Terminator di ri-cevere tutta una serie di informazioni sugli oggetti o sulle persone che osservava? Quel-lo che trent’anni fa era fantascienza oggi è realtà: occhiali speciali in grado di offrire a chi li indossa una percezione “aumentata” della realtà, ovvero arricchita di dettagli, come quella che si sovrapponeva alla vista del cyborg Schwarzenegger.L’innovazione è nata sul mercato dell’enter-tainment, ma offre tantissime applicazioni in altri settori. È intuendo queste potenzia-lità che Enel ha deciso di puntare sullo svi-luppo di occhiali per la realtà aumentata, in particolare per i colleghi impegnati nell’O-peration & Maintenance. Per esempio, poter disporre d’informazioni ulteriori durante l’o-peratività può agevolare e rendere più sicuro il lavoro dei nostri tecnici.“Anticipando la migrazione di queste tecno-logie dal settore entertainment a quello indu-striale”, spiega Marco Gazzino, responsabile

Partnership & Innovation Intelligence, “ab-biamo fatto scouting con le linee di business interessate, Enel Green Power, Infrastrutture e Reti, Generazione e ICT. Abbiamo siglato un accordo di co-innovation con LG, un partner ideale vista la sua esperienza e la disponibi-lità di tecnologie pronte per l’applicazione in ambito industriale che possono essere inte-grate con software già utilizzati dalle nostre linee di business. Al contrario, tecnologie come gli smartglass di Google sono pensate per l’intrattenimento e, per esempio, hanno una connettività wi-fi di tipo domestico, non utilizzabile in abito industriale”.Le applicazioni principali sono quelle di si-curezza e assistenza da remoto, con la pos-sibilità per i colleghi in campo di interagire con un operatore esperto a distanza.“La collaborazione con LG ci permette di ac-celerare lo sviluppo di smartglass industriali, ottimizzati per lavori in impianto”, spiega Ni-cola Rossi, responsabile Generation Systems, Efficiency and Flexibility in Global Genera-

tion Research and Innovation, “integrando le tecnologie di realtà aumentata e assistenza remota già in uso in generazione. L’occhiale catturerà le immagini dei componenti su cui si deve operare, ne visualizzerà lo stato recu-perando le informazioni in tempo reale dai da-tabase aziendali, segnalerà all’operatore situa-zioni di rischio e guiderà i colleghi passo dopo passo nell’esecuzione dei compiti assegnati”. In pratica l’operatore visualizzerà – sovraim-pressi alla realtà in cui opera – messaggi, do-cumentazione tecnica e compiti da eseguire, senza perdere di vista l’ambiente circostante. Inoltre potrà svolgere l’attività lavorativa a mani libere interagendo con gesti pre-confi-gurati oppure impartendo comandi vocali. La tecnologia permetterà anche di eseguire in au-tomatico l’archiviazione dei dati e la chiusura degli interventi una volta completati, sempli-ficando e velocizzando le attuali pratiche e ri-ducendo la probabilità di errori.“Sulla rete – precisa Massimo Maffeis, re-sponsabile del progetto WFM di Enel Distri-

La realtà virtuale ricrea in forma digitale una dimensione in cui la persona è immersa e vive un’esperienza al di fuori della realtà. Nella realtà

aumentata la persona continua a percepire la realtà fisica, ma usufruisce di informazioni aggiuntive sul contesto.

VIRTUALE E AUMENTATA

panorama

ENEL ED LG INSIEME PER LA REALTÀAUMENTATA

Ecco perché gli “occhi” tecnologici rendono il nostro lavoro più sicuro ed efficiente

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L’intuizione di Desislava di realizzare un simulatore 3D per la formazione è partita dalla condivisione della sua idea su “Eidos Market: do you have an idea?”, una piattaforma online per la raccolta di idee. È impor-

tante condividere idee sulla piattaforma – raggiun-gibile dalla Intranet – perché ci aiuta a svilupparle e trasformarle in azioni concrete. Fatelo anche voi, le buone idee vincono sempre.

IDEE DA TUTTI

panorama

buzione – la partnership con LG ci permette-rà di trasferire sugli smartglass applicazioni di realtà aumentata e work force management già in uso. In pratica durante particolari ope-razioni le lenti degli smartglass si sostitui-ranno al display dello smartphone per agevo-lare i nostri tecnici e aumentare la sicurezza”. Sono tre le applicazioni sperimentali che Infrastrutture e Reti sta mettendo a punto insieme a ICT. “La prima – spiega Marco Al-tigieri di Global ICT – permetterà di usufru-ire in modo immediato di pillole informative sull’oggetto che si sta guardando e su cui si deve intervenire. Una grossa semplificazione se si considera che, per esempio, nelle cabine elettriche possono essere montati quadri di comando di fornitori diversi”. Il secondo caso riguarda l’utilizzo su smartglass delle nostre applicazioni di geo-localizzazione delle componenti di rete. “In pratica si potranno visualizzare, sovrapposte al panorama che si ha davanti, le indicazioni per raggiungere una cabina o la mappa delle linee interrate e aeree”, prosegue Altigieri. “Uno strumento davvero utile quando si ope-ra in condizioni di scarsa visibilità”. Il terzo uso riguarda la programmazione dei conta-tori elettronici: i tecnici potranno visualiz-zare sugli smartglass tutte le informazioni di configurazione operando a mani libere sul contatore.Si sta sviluppando anche un quarto uso, che fa dialogare realtà aumentata e database delle linee di rete a bassa tensione. In pratica sarà possibile trasferire sul database centrale con un “copia-incolla virtuale” le nuove connes-sioni di linea effettuate sugli armadietti di telecontrollo, senza possibilità di errori.“Nel campo delle energie rinnovabili”, spiega Fabrizio Bizzarri, leader dell’Innovative Bu-siness Opportunities, “l’utilizzo di tecniche di realtà aumentata ha un grande potenziale nella formazione del personale che opera in impianto e nell’assistenza remota da parte di esperti che assistono alle operazioni senza recarsi sul sito. Per questo motivo Enel Green Power sta definendo una serie di strumenti da implementare in sistemi pilota”.

VISIONI SICURE

Da un’idea di una collega nasce un simulatore in 3D per la formazione sulla sicurezza

Chi ha idee innovative deve avere il coraggio e la pazienza di mettere tutto sé stesso nel perseguirle, condividerle e farle apprezzare. È la storia di Desislava Delistoyanova di Health and Safety Hol-ding. La nostra collega ha creduto così tanto nella possibilità di utilizzare tecnologie e strumenti per

la realtà virtuale nella formazione sulla sicurezza, da riuscire a coinvolgere un intero team e arrivare a un primo prototipo.

“L’idea – spiega Desislava – è nata due anni fa e, per promuoverla, l’ho inserita nel portale Enel per la raccolta delle idee”. Dunque, prima di tutto condividere e, grazie al supporto dell’azienda, che ne ha

colto le potenzialità, lavorare alla sua realizzazione in un gruppo di altissimo profilo. Un team Open Power che riunisce colleghi di Ricerca e Innovazione e Health and Safety di Global Generation, Global

ICT, Health & Safety Holding, e i ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Un prezioso contributo è arrivato dai colleghi operativi degli impianti termoelettrici di Montalto di Castro e La

Spezia che hanno consentito lo sviluppo di scenari in coerenza con la realtà lavorativa.Il risultato è stato la realizzazione di un primo prototipo di simulatore di realtà virtuale 3D per la

formazione sulla sicurezza, presentato a febbraio a Roma e testato tra gli altri dallo stesso Ammini-stratore Delegato, Francesco Starace.

Grazie a questo strumento, indossando un visore (head-mounted display) e le cuffie, la persona s’im-merge in un ambiente virtuale e vive sulla propria pelle le possibili conseguenze di una manovra non

svolta in sicurezza. Ed è questa la chiave dell’idea di Desislava. “Da un progetto di H&S – precisa – è emersa l’esigenza

di rafforzare la cultura della sicurezza aumentando la percezione del rischio. Ho pensato quindi che servisse qualcosa che portasse l’elemento dell’esperienza vissuta alla formazione H&S per renderla

interattiva e incisiva, promuovendo l’adozione di comportamenti sicuri e responsabili”. Un esempio di open innovation interna, dal basso verso l’alto, dove l’idea e la passione di un singolo hanno stimolato l’impegno di un team, che a sua volta ha messo risorse, tempo e passione per realiz-

zarla. E ora continua a lavorare per farne un valore aggiunto per la sicurezza di tutti i colleghi.

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A SOSTEGNO DELL’INNOVAZIONE

“Con INCENSe Enel ha confermato nuovamente il proprio impegno a sostegno dell’innovazione, dell’im-prenditorialità e dello sviluppo socio-economico”. Francesco Starace, AD e DG

START UP, SI FA SUL SERIO

Dal punto di vista dell’innovazione è difficile trovare un contesto più fertile del mondo delle start up. Queste realtà messe in piedi da giovani motivatissimi nascono e prosperano solo grazie a idee brillanti. Per questo motivo per aziende come Enel è fonda-mentale saperle individuare e ascoltare, con l’obiettivo di coltiva-re e far crescere i migliori progetti: in questo modo si crea valore, rendendo sempre più innovative e sostenibili le nostre tecnologie per la generazione e la distribuzione di elettricità. Siamo nel cuo-re della filosofia Open Power che diventa Open Innovation: le idee possono nascere dentro l’azienda, ma è molto probabile che al di fuori delle nostre mura ci siano progetti in grado di trasformare il mondo dell’energia. “Questo è uno dei compiti della Funzione In-novazione: dare la possibilità alle Divisioni del Gruppo di entrare in contatto con le migliori start up internazionali, capaci di fornire nuove idee e soluzioni in grado di migliorare il business”, spiega Luciano Tommasi, responsabile External Startup Initiatives and Business Incubator di Enel.L’ecosistema delle start up è in pieno fermento in tutto il mondo: dalla Silicon Valley a Tel Aviv, da Londra a Bangalore, idee inte-ressanti germogliano nel tessuto della ricerca e degli spin-off uni-versitari spinte da spiriti imprenditoriali. Si tratta solo di saperle trovare. È in questa prospettiva che la Funzione Innovazione si sta muovendo per “esserci”.

I magnifici 42“Per avvicinarci all’universo delle start up e dare il nostro suppor-

to alle migliori, nel 2014 abbiamo aderito a un’iniziativa europea nell’ambito del Settimo programma quadro dell’Unione Europea. È così nato il Consorzio INCENSe, INternet Cleantech ENablers Spark, coordinato da Enel che, a gennaio, ha premiato le 28 start up vincitrici del secondo bando del programma. “Uno dei risultati di INCENSe – spiega Tommasi – è stato quello di creare una rete di relazioni con imprese innovative, aziende in continuo sviluppo e con cui poter va-lutare collaborazioni in qualsiasi momento”. La selezione ha puntato su soluzioni innovative inquadrabili nelle “tecnologie pulite”, includendo tutto quello con cui una utility può avere a che fare: dalla generazione rinnovabile all’efficienza energeti-ca, dalle smart grid alla domotica, fino ai sistemi di accumulo, auto-mazione, e-mobility, digitalizzazione e cyber security. “Al di là del contributo economico, INCENSe – aggiunge Tommasi – ha permesso alle 14 giovani imprese vincitrici del primo bando di accedere a un percorso di mentoring e coaching, di essere messe in con-tatto con un grande player industriale e accompagnate sul mercato. Per poter crescere così più rapidamente. Con alcune di queste, inol-tre, abbiamo avviato collaborazioni dirette, individuando le tecnolo-gie di interesse per le nostre business line. Lo stesso percorso stiamo facendo con le 28 start up premiate a gennaio, a chiusura del secondo bando”. INCENSe, conclude Tommasi, è stato anche uno strumento per fare network. Tre delle start up selezionate del primo bando (Geratriz, Re-moni, Sensewaves), grazie a INCENSe si sono unite per partecipare a un’altra call europea, aprendo le porte allo sviluppo di nuovi progetti.

Da Londra a Israele Enel apre le sue porte al mondo dell’innovazione

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innovazione

FUORI DA ENEL

“Lavoriamo con le start up a Londra, Madrid, Roma, Rio e ora anche in Israele. Gli innovatori non sono solamente dentro Enel”. Ernesto Ciorra, direttore Sostenibilità e Innovazione

Verso la Silicon WadiFebbraio è stato il mese dell’Enel Start Up Day. Il meeting dedica-to a start up e fondi venture capital si è svolto a Londra nella sede “We Work”, lo spazio di co-working più grande d’Europa. In que-sto modo Enel ha voluto presentarsi e farsi conoscere in uno dei catalizzatori di start up più importanti al mondo. “È stato un modo – racconta Tommasi – per spiegare cosa facciamo, cosa cerchiamo e la nostra strategia di Open Innovation, mettendoci in contatto di-retto con innovatori, società di venture capital e acceleratori, ovvero tutti gli attori che operano in questo ecosistema”. L’incontro è stato aperto dal direttore di Innovazione e Sostenibilità Ernesto Cior-ra, per poi proseguire con il racconto dell’esperienza di Karim El Malki, amministratore delegato e fondatore di Athonet Smartgrid, una start up innovativa partner di Enel in diversi progetti, e con una tavola rotonda composta da ventur capitalist e incubatori.A Londra è stata anche annunciata la nascita di un incubatore Enel a Tel Aviv, in Israele: un Paese con una tale concentrazione di start up da poter vantare una versione propria di Silicon Valley, detta “Si-licon Wadi”. Con Israele, Enel aveva già un accordo di partnership con il ministero dell’economia per supportare lo sviluppo di start up. La decisione di aprire un punto di contatto fisico è nata dall’esi-genza di poter essere in diretto e continuo contatto con le migliori start up al mondo. L’incubatore potrà selezionare fino a otto start up l’anno. Queste beneficeranno di un percorso di accelerazione della durata di sei mesi, durante il quale miglioreranno le proprie competenze di bu-siness e avvieranno collaborazioni di sviluppo con le diverse busi-ness line del Gruppo.Il modello portato in Israele replica quello che il Gruppo ha messo a punto nel corso del 2015 con INCENSe e con le iniziative Energy Start, in America Latina.

ALCUNI ESEMPI DI COLLABORAZIONI ATTIVATE

Nozomi Networks - SvizzeraCybersecurity

Insieme a Nozomi, le business line ICT e Generazione stanno lavoran-do a Nozomi Scada Guardian, una soluzione per l’analisi degli impianti dal punto di vista della sicurezza informatica. Enel mette a disposizio-ne i laboratori di Livorno e i propri impianti per testarla. Grazie a questa soluzione sarà possibile gestire da un solo punto di controllo l’analisi e la protezione degli impianti e delle reti che li controllano.

www.nozominetworks.com

Snapback - Italia App per la manutenzione e la sicurezza

Sfruttando sensori e funzioni di smartphone, tablet e wearable de-vice, stiamo testando una soluzione che permetta di impartire comandi automatici tramite gesti e suoni, sen-za alcuna interazione tattile o visiva. Per esempio, lo smart device potrà avvisarci in caso di caduta oppure eseguire comandi rispondendo a un movimento o a un suono specifico. La soluzione verrà utilizzata nelle dota-zioni di sicurezza per le operazioni di manutenzione e negli interventi.

www.snapback.io

N-Join - Israele Big data - Manutenzione preventiva

Con la start up israeliana stiamo lavorando a un software per l’analisi dei dati di impianti di produzione e di macchinari. Il risultato dà informa-zioni per la manutenzione predittiva, oltre a fotografare lo status degli impianti. N-Join sta testando il software su impianti rinnovabili di Enel Green Power.

www.n-join.com

Ares2T - ItaliaMobilità elettrica

Con la Divisione Infrastrutture e Reti è in corso la sperimentazione sul campo di una tecnologia in grado di modulare la carica dei veicoli elettri-ci. In questo modo si potrà decidere come effettuare la ricarica: in tempi più lunghi, in modo da non stressare batterie e rete, se non si ha la neces-sità di utilizzo immediato del mezzo. Se invece l’esigenza è di ripartire in tempi rapidi, si potrà impostare un rifornimento più veloce.

www.ares2t.com

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panorama

In Russia, Romania e America Latina si ripercor-reranno gli stessi passi seguiti in Italia e Spagna: grazie alla piattaforma Yammer tutti i partecipanti potranno fruire dei contenuti formativi sia tramite

webinar bisettimanali, sia tramite la condivisione di contenuti editoriali e video sulle tematiche di in-novazione digitale. La prima parte del programma avrà una durata di otto settimane.

UNA SFIDA GLOBALE

Negli ultimi anni il digitale ha modificato radicalmente il nostro modo di lavorare. Per avere un’idea di come sia profondo e pervasivo questo cambiamento basta pensare a quanto sia ridotta la nostra autonomia quando rimaniamo disconnessi dalla rete per più di qualche ora. E questo vale non solo per chi lavora in ufficio: grazie ai dispositivi mobili e al cloud, infatti, facciamo ormai affidamento su un enorme quantitativo di informazioni, co-stantemente a nostra disposizione online ovunque ci troviamo. Questa potenzialità ha ovviamente portato alla dematerializ-zazione di molti dei processi che ci coin-volgono. “Tutto ciò ci obbliga a ripensare rapidamente ai nostri modelli di business e a rendere prioritaria una diffusione di cultura e competenze digitali all’interno del nostro Gruppo”: con queste parole il nostro Amministratore Delegato France-sco Starace ha lanciato a ottobre 2015 il progetto “6Digital?”, che punta proprio a valorizzare l’attitudine dei colleghi verso il digitale e quindi a stimolarne l’uso presso tutte le persone con cui si lavora.“Quello che vogliamo fare è creare un ‘contagio’ in modo da mettere in rete questa capacità. Siamo sicuri che da questo

gruppo creeremo una ragnatela sempre più grande, facendo crescere il livello digitale di tutte le nostre persone”, spiega Nicolet-ta Rocca, responsabile Human Resources and Organization Global ICT and Global Procurement. Oggi, dopo soli pochi mesi, la community digitale di Enel nata in Italia è già sbarcata in Spagna, Russia, Romania e America Latina, a partire dai colleghi delle aree Mercato, ICT, Comunicazione digitale e Innovation.

Come nella Silicon Valley Il primo risultato concreto del progetto si chiama “HackDay”: una ‘due giorni’ in cui team di colleghi con un profilo più tecnico (Hacker e Guru) si sono incontrati per condividere idee e passioni e svilup-pare soluzioni digitali innovative utili al mondo Enel. La prima tappa si è già svolta a Milano il 10-11 novembre, e una seconda è in programma il 29 e 30 marzo a Madrid presso il laboratorio di Microsoft.Nella tappa milanese ogni team si è visto assegnare per sorteggio una delle tre tema-tiche da realizzare: Enhancing the daily life of Enel’s employees (migliorare la vita quotidiana dei colleghi Enel), Consumer daily life utilities(soluzioni per la vita quotidiana dei clienti),

Transforming energy use (trasformare l’uso dell’energia). Ciascuno ha sviluppato applica-zioni degne dei migliori hacker, come quella di uno dei team vincitori pensata per gestire in maniera efficiente le sale riunioni aziendali con tecnologie innovative che ne consentano una gestione coordinata e da dispositivi mobi-li. La app è già in fase di sperimentazione nella sede italiana di via Mantova a Roma. Si tratta di un primo passo sulla strada già segnata dal progetto “6Digital?”. Tra le altre proposte anche la gestione razionalizzata dell’energia prodotta con fonti rinnovabili in eccesso rispetto al fabbisogno del produttore, oppure una piattaforma di generazione del Deal, per mettere in contatto i nostri clienti con il net-work di riparatori convenzionati con Enel. “È una rivoluzione”, continua Rocca. “Tut-to quello che era un paradigma assodato, con processi e lavori seriali segmentati, non esiste più. E non è questione di età o di professionalità, ma è un’attitudine che po-trà, da un lato, migliorare il nostro modo di funzionare e, dall’altro, aprire porte verso nuovi business e possibilità”.E la sfida non termina qui! I prossimi passi prevedono l’estensione del progetto a tutto il Gruppo e la possibilità di far interagire la community in ottica globale.

E TU 6DIGITAL?Il progetto ICT e HR, che punta a creare a promuovere una cultura digitale in azienda, oggi allarga i suoi confini verso Spagna, Russia, Romania e America Latina

R =

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panorama

Il World Wildlife Fund (in italiano “fondo mondiale per la vita selvatica”) è un’organizzazione interna-zionale non governativa dedicata alla protezione

ambientale, la cui sede è a Gland, in Svizzera. Il WWF venne costituito nel 1961 su iniziativa del biologo inglese Julian Huxley.

55 ANNI IN DIFESA DEL PIANETA

LA TERRA È UNA SOLAIl WWF riconosce l’impegno di Enel nella lotta al cambiamento climatico

Ultimamente in Enel si fanno incontri che un tempo sareb-bero stati definiti insoliti. Qualche mese fa l’AD Francesco Starace aveva ricevuto Kumi Naidoo, Direttore Esecutivo di Greenpeace International, che in quell’occasione aveva lodato la nostra azien-da per l’impegno nella decarbonizzazione del suo parco energeti-co. Una attestazione di stima simile è arrivata il 10 febbraio scorso dalla Presidente internazionale del WWF, Yolanda Kakabadse, che ha fatto visita al quartier generale del Gruppo a Roma per cono-scere più da vicino la visione “open” della strategia Enel. Sviluppo delle fonti rinnovabili, tutela dell’ambiente e della biodiversità e l’obiettivo di arrivare alla carbon neutrality entro il 2050: sono tanti i punti di incontro tra la nuova Enel e la più grande organizzazione ambientalista del Pianeta, presente in più di 80 Paesi del Mondo. “Enel si sta impegnando molto seriamente”, ha dichiarato Kaka-badse. “Abbiamo avuto uno straordinario meeting a Parigi lo scorso dicembre (durante la Conferenza sul Clima organizzata dalle Nazioni Unite, ndr). Ed Enel ha affermato con con-vinzione che bisogna cambiare, bisogna mettersi alla guida e fare qualcosa che faccia la differenza. Noi siamo il WWF, andremo a verificare questo cambiamento più da vicino”. In questo momento cruciale di transizione energetica, in cui sta cambiando velocemente il modo di produrre, distribuire e consumare energia, cambia anche il ruolo delle società elettriche. L’importante accordo internazio-nale raggiunto al vertice di Parigi è solo un punto di partenza. Secondo Kakabadse nei prossimi anni sarà fondamentale accelerare sullo sviluppo tecnologico, soprattutto nel settore delle rinnovabili. E inoltre bisognerà definitivamente relegare al passato le fonti tradizionali. “Anche se dovessimo avere a che fare con i combustibili fossili nei prossimi anni, bisogna lavorare affinché non vengano più considerati qualcosa su cui valga la pena investire. Dobbiamo convincerci che ormai fanno parte della storia”, ha commentato la Presidente del WWF. “Il futuro si gioca sull’es-sere innovativi, con la creazione di una visio-ne in cui si possa fare affidamento esclusiva-mente sulle energie rinnovabili”.

CHI È

Yolanda Kakabadse è nata nel 1948 a Quito, in Ecuador, dove ha studiato psicologia dell’educazione, prima di passare al settore della

protezione della natura nel 1979 come Direttore Esecutivo della Fundación Natura. Sotto la sua guida, la Fondazione è diventata una delle organizzazioni ambientaliste più influenti dell’America Latina,

contribuendo in larga misura alle politiche di promozione dell’uso sostenibile delle risorse naturali.

Kakabadse è stata coordinatrice delle organizzazioni non governative durante il Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992. Dal 1998

al 2000 è stata Ministro dell’Ambiente dell’Ecuador nel Governo del Presidente Jamil Mahuad. Ha inoltre co-presieduto la Task Force sulla Sostenibilità Ambientale del Progetto del Millennio delle Nazioni Unite dal 2002 al 2005. Attualmente presiede il gruppo di esperti scientifici e tecnici di consulenza (STAP) della Global Environment Facility (GEF),

l’agenzia della Banca Mondiale per il finanziamento ambientale globale. Riconosciuta a livello mondiale come uno dei maggiori esperti di

sviluppo sostenibile e di protezione della biodiversità, è stata nominata Presidente del WWF nel 2009.

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Sustainability Projects 2015

LatinAmerica

204

3,300k

North and CentralAmerica Europe

70

59.1k349

2,752k

Africa

10

19kProjects = 633

Beneficiaries = 6.1 Million

LA SOSTENIBILITÀ VA IN GOALUn tempo le aziende gestivano la sostenibilità in maniera episodica e destrutturata. Oggi invece è diventato fondamentale rendicontare i progetti, gli investimenti e i loro impatti. Per questo Enel ha messo in piedi un sistema chiamato PPM (Project Portfolio Management) che consente di avere in ogni istante il quadro chiaro dei progetti in corso e di quelli potenziali. Grazie al PPM è semplice avere un dettaglio dei 633 progetti di sostenibilità esistenti, quanti sono i beneficiari e i risultati che queste iniziative generano. In que-sto modo si pongono le basi per creare azioni efficaci anche quando ci si relaziona con stakeholder o iniziative esterne.È il caso dei Sustainable Development Goals (SDGs) adottati il 25 settembre 2015 scorso dalle Nazioni Unite per spingere le aziende a utilizzare la creatività e l’innovazione per affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile, come la povertà, la parità di genere, l’acqua e l’energia pulite, e il cambiamento climatico.

Per l’occasione, Enel ha annunciato l’intenzione del Gruppo di contribuire al raggiungimento di quattro dei 17 obiettivi: in questo modo s’impegna ad assicurare entro il 2020 l’accesso a un’energia sostenibile di cui beneficeranno 3 milioni di persone in Africa, Asia e America Latina (SDG 7); sosterrà progetti educativi per 400mila persone (SDG 4), promuoverà l’occupazione e una crescita economica inclusiva, sostenibile e duratura per 500mila persone (SDG 8) e metterà in campo azioni mirate per raggiungere la carbon neutrality entro il 2050 (SDG 13).Il Gruppo s’impegna anche a contribuire agli altri SDGs. Le ini-ziative e i progetti messi in campo sono raccontati nel Bilancio di Sostenibilità, che già da quest’anno sarà allineato con i più recenti standard di rendicontazione pubblicati nel 2015 (“SDGs Compass”).

More info at: https://sustainabledevelopment.un.org/sdgs

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SDGs Target Performance 2015

2015

500k

1M

1.5M

2M

2.5M

3M

3.5M

2016 2017 2018 2019 2020

3M

1.5M

591k

TARGET2020

ENEL

100k

200k

300k

400k

500k

600k

700k

2016 2017 2018 2019 2020

500k428k

TARGET2020

2015

ENEL

ENEL

2015

100k

200k

300k

400k

500k

600k

700k

2016 2017 2018 2019 2020

400k

84k

TARGET2020LATAM: 579k

AFRICA: 12kASIA: 0

EDUCATIONSupport school activities engaging

children, families, schools and

universities. Scholarly education, different

than professional or technical training in

the energy field.

ACCESS TO

ELECTRICITYOur program that aims to

guarantee access to

electricity to everyone. It is

developed through the

development of technological

infrastructures (e.g. mini-grid),

abating economic barriers

(program in Brazil regarding

fuel poverty), technical training

(Barefoot Collage) and

awareness on responsible use

of energy (e.g. PlayEnergy).

400,000Beneficiaries

by 2020

Adopt urgent measurements to fight climate

change and its consequences. Also thanks to

an investment plan in renewables of 8.8 bln

euro by 2019, 7 GW of new capacity, 50%

increase compared to the previous plan.

Through industrial development (e.g. fishing industry in Mexico

and Peru or the involvement of local artisans in Chile), the

completion of infrastructures (roads, networks or incubators)

and professional training (e.g. Catedra Chilectra).

3 MILLIONBeneficiaries

by 2020

CARBON

NEUTRALITYup to 2050

CLIMATE CHANGE SOCIAL ECONOMIC DEVELOPMENT

500,000Beneficiaries

by 2020

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— feb • mar 2016

L’istinto in un’immagine

YOUREPORTER

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— feb • mar 2016

Maurizio Stanca è in Enel Green Power dal 2009 e attual-mente è responsabile Acquisti Biomasse. “Nikonista” da sempre, ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia sin dall’età di 10 anni. “Da sempre ho studiato molto ma ritengo che la pratica superi sempre la teoria”, dice. Un libro che ha segnato un prima e un dopo nella sua vita e che consiglia a tutti di leggere è Il Negativo di Ansel Adams, scritto nel 1987, che Maurizio considera la “Bibbia” della fotografia. Il filo conduttore delle sue foto è la spontaneità: “Ci deve essere una connessione tra me, l’ambiente e il soggetto da fotografare; ogni volta che guardo nel mirino è come se dovessi imprimere un’interpretazione di quello che vedo”. Che siano ritratti dal mondo, ricordi di viaggio, immagini scattate in studio, quello che Maurizio aspira a trasmettere sono le emozioni. “Le foto che mi emozionano di più sono i ritratti e i primi piani. Se sono in viaggio scelgo i soggetti seguendo il mio istinto, magari per la loro espressione o per un particolare; li osservo e provo a capire se quello che vedo può restare in un’immagine”.

Visita il suo sito web: http://maurizio.zenfolio.com

“La fotografia è la capacità di guardare un po’ più in là, dove altri tirerebbero dritto”, diceva la fotografa Marga-ret Bourke-White. Sono questi occhi sensibili che stiamo cercando e che danno vita alla rubrica “Youreporter”. Si tratta di uno spazio interamente dedicato alle immagini

scattate dai colleghi in tutto il mondo Enel, con lo scopo di raccontarlo senza mediazioni. Le immagini, in alta risoluzione, devono quindi riguardare i settori di energia e ambiente e pervenire via e-mail all’indirizzo della redazione: [email protected].

DIVENTA REPORTER DI ENEL

Nella pagina a sinistra in senso orario:

Donne raccolgono alghe a Zanzibar.

Figura yoga in studio.

In questa pagina dall’alto in basso:

Donna anziana al Damnoen Saduak Floating Market in Thailandia.

Bambina Wat a Phrathat Doi Suthep, Thailandia.

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— feb • mar 2016

QUESTIONE DI ORIENTAMENTOPiergiorgio Zancaro lavora in ICT Global e nel tempo libero si dedica a uno sport poco conosciuto: il Trail-O dell’Orienteering. A giugno scorso ha indossato la maglia della Nazionale

Orientarsi nei sistemi informatici è quello che Piergiorgio Zancaro, di ICT Global con sede a San Donà (VE), fa da tempo in Enel. Ma c’è un altro campo in cui il nostro collega si orienta benissimo. Si tratta di uno sport poco noto ai più, so-prattutto in Italia: il Trail-O, una specialità dell’Orienteering in cui, servendosi solo di mappa e bussola, bisogna individuare alcu-ni luoghi fisici segnati sulla carta topogra-fica per totalizzare punti.Piergiorgio ha perso l’uso delle gambe in seguito a un incidente d’auto ma, nonostante la vita lo abbia messo a dura prova, ha scelto

di non fermarsi. Da sempre appassionato di sport, ne ha provati tanti – come il nuoto, lo sci, il tennis, il basket – prima di scoprire di avere una forte passione per le cartine topo-grafiche e per questa attività più mentale che fisica. Il Trail-O è, infatti, una nuova specia-lità dell’Orienteering (le altre sono corsa, sci e bicicletta) in cui non conta il tempo ma il risultato: “È proprio questo che mi ha colpito del Trail-O, il fatto che tutti gareggiamo alla pari. Durante le gare ci sono ragazzi giovanis-simi, adulti e disabili. Sono stati altri colleghi Enel a parlarmene e, sebbene loro lo pratichi-no di corsa, quando ho scoperto questa nuova

modalità più ‘intellettuale’ ho voluto subito provarla”. Piergiorgio pratica questo sport molto par-ticolare solo da tre anni, ma i risultati non si sono fatti attendere. Dopo essersi piazzato secondo in diverse gare tra cui i campionati italiani, a giugno dello scorso anno è stato selezionato per gareggiare a Zagabria, in Cro-azia, con la maglia della Nazionale. “In Italia questo non è uno sport seguitissi-mo – racconta – e quando si va fuori è facile rendersene conto: il livello dei giocatori è superiore e ci si scontra con realtà diverse, a partire dal terreno di gara. Nonostante questo siamo tornati da Zagabria con il Campione del Mondo di questa specialità, Michele Cera”. L’Orienteering è chiamato lo “sport dei boschi” perché i boschi sono il terreno di gara ideale, ma si può praticare in qualsiasi ambiente naturale, in parchi pubblici, in campagna e persino nei centri storici delle grandi città. A ogni livello vengono richie-ste specifiche abilità nel leggere la mappa e nell’interpretare il terreno. A livello avanzato viene messa alla prova anche la velocità dei concorrenti nel prendere decisioni.“Il terreno più difficile in cui ho gareggiato l’ho trovato in Svezia – continua Piergiorgio – intanto perché è molto diverso dal nostro e soprattutto perché c’erano le pale eoliche che, creando un campo elettromagnetico, sfasa-vano la bussola. Purtroppo nessuno mi aveva avvisato del problema e ho impiegato un sacco di tempo a capire che dovevo basarmi solo sulla mappa”. Nonostante il risultato non sia stato quello atteso, Piergiorgio la prende con filosofia: “È così che si migliora, traendo il meglio anche dalle situazioni difficili, venen-do a contatto con terreni e difficoltà diverse, confrontandosi con giocatori di alto livello”. In questo ultimo anno ha continuato ad alle-narsi con la ASD Padova Orienteering grazie alla guida di giocatori esperti e, quando non è stato possibile, simulando percorsi online sui siti specifici. La tappa più importante sarà a luglio per i campionati italiani a Castel Tesino, in Tren-tino, dove sulla base del punteggio ottenuto potrà nuovamente sognare di indossare la ma-glia azzurra. Nel frattempo continua a snob-bare il navigatore satellitare della sua auto: del resto per Piergiorgio orientarsi in una nuova città è sempre stato un gioco da ragazzi!

DAL 1919

L’anno zero per l’Orienteering fu il 1919 quando, nei dintorni di Stoccolma, venne organizzata la prima gara ufficiale alla quale presero parte 202 concorren-ti. In realtà le vere origini di questo sport risalgono al 31 ottobre 1887, quando in Norvegia, vicino a Bergen,

fu organizzata una prova di sci d’orientamento; ma è stato a partire dagli anni venti del XX secolo che si è registrato un rapido incremento di partecipazione per questa nuova disciplina.

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— feb • mar 2016

COME VOLAREPattinare sul ghiaccio in velocità è stata la specialità della collega di ICT Marcela Carmen Chiricioaia che a soli 14 anni è salita sul podio della Nazionale

Il pattinaggio di velocità su ghiaccio nasce nei Paesi Bassi e figura nel programma dei Giochi olimpici invernali. Lo sport è stato rivoluzionato negli anni novanta, con l’introduzione dei clap skate (pattini

che hanno la lama attaccata solo tramite un cardine posto sulla parte anteriore della suola) che permetto-no di ridurre drasticamente i tempi di gara.

LAME OLIMPICHE

Marcela Carmen Chiricioaia lavora nell’unità di ICT in Ro-mania. Come Piergiorgio Zancaro (nella pagina a fianco), anche Marcela coltiva, oltre a quella per i sistemi informatici, la passione per lo sport e in particolare per il pattinaggio su ghiaccio. “Per i colleghi che mi conoscono questo non è un segreto – racconta – mi piace il pattinaggio di velocità in linea e sin da piccola sono stata un’atleta professionista”.Ne ricorda con una certa nostalgia anche gli aspetti più difficili e im-pegnativi, le trasferte che la tenevano spesso lontano da casa, dalla famiglia e dagli amici, e naturalmente i duri allenamenti: “Sono stati una scuola importante, mi hanno insegnato a crescere più forte, sia mentalmente sia fisicamente”, aggiunge.Certo è curioso che una ragazza nata nella città di Costanza, sulla sponda occidentale del Mar Nero, si sia appassionata a uno sport in-vernale. “Nella mia città in effetti tutto ruota intorno al mare e agli sport acquatici, mentre io ho praticato il pattinaggio di velocità per 12 anni”, racconta. Marcela passava quattro ore al giorno ad allenarsi, ma non erano mai abbastanza. E alla fine è stata ripagata della fatica: a soli 14 anni ha infatti conquistato il terzo posto a livello nazionale. “Ricordo che quella fu la prima volta in cui mi sentii felice per ore e ore, tutto il mio impegno era valso a qualcosa!”. L’amore per questo sport, ogni mossa, ogni postura, tutto era stato perfetto e l’aveva portata a un traguardo importante. Ed è stato proprio sul podio che ha imparato la sua lezione da atleta: “Ho finalmente capito, in quel preciso mo-mento, che era con me stessa che stavo realmente gareggiando”. Per lei pattinare è stato ed è espressione di libertà, una sensazione che avverte solo quando “vola” sui pattini, senza sosta. “In quel mo-mento sono libera, sono me stessa, i miei pattini e la strada”, dice con una luce particolare negli occhi. Il pattinaggio resta la passione più grande per Marcela; tuttavia, quando il club sportivo locale è stato chiuso, ha deciso di buttarsi a capofitto nella sua seconda passione, quella che l’ha portata in Enel: la matematica e il computer. Oggi continua a pattinare per puro divertimento: percorre circa 90 km a settimana sui pattini, corre per 30 km e va in bicicletta per altri 10. “Mi sto allenando per la prima semi-maratona e per il mio primo triathlon: mi sento felice e grata per tutto quello che sto vivendo e per le barriere fisiche e psicologiche che ho attraversato grazie allo sport”, conclude. Ed è così che, sui pattini o semplicemente a piedi, Marcela continua ad assaporare il gusto della libertà.

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— feb • mar 2016

50energy & life

Ingredienti1 kg di farina

25 g di lievito di birra600 ml di acqua

20 g di olio extravergine di oliva20 g di sale

400 g di mozzarellaSalsa di pomodoro q.b.

Olive nere q.b.

Procedimento

Versare sul piano la farina e aggiungere il lievito sciolto in poca acqua tiepida, l’olio, il sale e l’acqua (tanta quanta ne serve per ottenere un

impasto morbido).Impastare e mescolare bene gli ingredienti, lasciando lievitare per circa

due ore l’impasto.Tagliare tanti dischetti, stenderli e farcirli con la mozzarella a pezzetti-

ni, il pomodoro e le olive.Chiudere bene i bordi dando la forma di mezzaluna, sigillarli facendo

pressione con le dita e poi friggerli in olio bollente.Il consiglio di Patrizia? Aggiungere l’ingrediente segreto: l’amore per il

cibo e la buona compagnia!

Ti piace cucinare? Ti senti pronto per la nuova edizione di Masterchef ? Allora manda la tua ricetta preferita a [email protected].

MANDA LA TUA RICETTA

UNA MEZZALUNA D’AMORE

Patrizia Mauro si definisce “una giovane mamma di ori-gini pugliesi emigrata a Torino per amore”. Lavora all’interno dell’unità Stakeholder in seno al Customer Management Terri-toriale della Macro Area Nord Ovest Italia e si occupa del cliente in chiave conciliativa, quando si verificano incomprensioni.“Forse è per questa mia grande capacità di adattamento che amo dedicarmi ai fornelli per trasformare gli ingredienti singo-li in prelibatezze da gustare in famiglia e con gli amici”, ci dice.Oggi ci presenta una delle sue ricette preferite: il panzerotto pugliese. “Una ricetta legata ai profumi del mio mare, ai mesi estivi trascorsi con la mia famiglia e ai ricordi di serate vissute assieme alla nonna Linda giocando con l’impasto dei panzerotti e con la meraviglia che solo una bimba può provare nel vedere la mezzaluna calarsi dal bellissimo cielo estivo al piatto di cucina”.La passione per la cucina in Patrizia nasce da queste piccole cose che contribuiscono a rendere speciale ogni momento in cui si dedica ai fornelli.

PANZEROTTO PUGLIESE

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N. 12 — FEB • MAR 2016ITALIA

mercatoBolletta 2.0: il cambiamento è open

54

sostenibilitàQuattro direttriciper creare valore

56

distribuzioneLa Basilicatasi fa smart

58

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— feb • mar 2016

2.

Cinquenotiziein breve

L’Amministratore Delegato Francesco Starace ha ricevuto, il 10 marzo a Roma, il premio “Uomo

dell’Anno 2015” da Staffetta Quotidiana, quotidiano specializzato nell’energia. Il riconoscimento,

ricevuto al termine del seminario Newtilities: le imprese dell’energia alla sfida del cambiamento, va alla

“visione profonda e originale del futuro dell’energia e al carattere innovativo di molte sue scelte alla

guida di Enel”, come si legge nelle motivazioni. Il riferimento è, tra le altre cose, “alla determinazione

nel mettere mano alla razionalizzazione della capacità produttiva convenzionale in eccesso in Europa,

focalizzando nel contempo la società sulle attività con le maggiori prospettive di crescita: Paesi

emergenti, rinnovabili, reti e retail”. Il premio va anche all’impegno di Starace “nel fare di Enel un

potenziale punto di riferimento tra le grandi utility europee, oggi più che mai obbligate a cambiare

pelle e adattare le proprie strategie alle sfide del momento: flessibilità, diversificazione, sostenibilità e

innovazione tecnologica”.

Starace nominato“Uomo dell’anno”

1.

Arriva una nuova conferma per Enel sul fronte della certificazione ISO 14001, lo

standard internazionale per la gestione delle prestazioni ambientali. Il riconoscimento è

una testimonianza dell’impegno da parte del Gruppo sui temi della sostenibilità, considerati

come asset strategici.

Arriva una nuova conferma per Enel sul fronte della certificazione ISO

14001, lo standard internazionale per la gestione delle prestazioni

ambientali. Il riconoscimento è una testimonianza dell’impegno da parte

del Gruppo sui temi della sostenibilità, considerati come asset strategici.

Con la nuova organizzazione varata nell’estate 2014 è stata intrapresa

un’attività di adeguamento del Sistema di Gestione Ambientale del Gruppo

per rispondere ai nuovi equilibri organizzativi. Il certificato è stato pertanto

trasferito ed esteso, senza soluzioni di continuità, alla nuova organizzazione,

ricomprendendo nel perimetro certificato anche le attività di ricerca,

trivellazione ed estrazione di idrocarburi.

Enel è certificata per la maggior parte dei propri asset: per oltre il 95%

delle reti (circa 1,8 milioni di chilometri) e circa il 98% della potenza

efficiente netta installata (che produce oltre il 30% di energia rinnovabile

e oltre il 50% di energia carbon free). Tutti gli asset sono sottoposti a una

efficiente gestione ambientale con alti standard di controllo, sorveglianza e

miglioramento.

Enel conferma la certificazione ISO 14001

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— feb • mar 2016

Bollette dell’energia elettrica più leggere per le piccole

e medie imprese dei sedici comuni geotermici della

Toscana. Lo stabilisce il protocollo d’intesa firmato il

7 marzo dal presidente della Regione Toscana Enrico

Rossi e dall’Amministratore Delegato di Enel Green

Power Francesco Venturini, sancendo quanto già

stabilito a maggio 2013. Enel si impegna a praticare

un’offerta di energia elettrica con una riduzione

fino a circa il 10% in bolletta per le PMI dei territori

geotermici.

Se le imprese allacciate alla media tensione che

potranno beneficiare della nuova offerta sono circa

200, le potenziali PMI sono invece diverse migliaia

(2.610 solo quelle manifatturiere secondo dati Irpet).

Bollette più leggere per la “geotermica”

4.3. A partire dallo scorso 15 marzo si può accedere a

tutte le sedi italiane dotate di sistema centralizzato

di controllo degli accessi utilizzando lo stesso

badge, senza più doversi accreditare. I varchi che

verranno abilitati sono quelli di accesso alla sede

(1° livello) e sono escluse eventuali aree interne

riservate e i garage.

Sono fuori perimetro i siti industriali, le sedi prive

di sistema di controllo accessi centralizzato o con

sistema di controllo locale.

Si parte con 31 sedi regionali, inclusa Roma, e poi

si proseguirà con le sedi territoriali minori.

I tempi sono dettati dalla necessità di effettuare,

sede per sede, una verifica sugli effettivi varchi da

abilitare.

Un unico badge per tutte le sedi Enel

5.Futur-E arriva in Calabria

Lo scorso 4 marzo è stato presentato il progetto per cercare proposte

innovative e sostenibili per riqualificare e acquisire il sito industriale

della centrale elettrica di Rossano Calabro. La procedura è aperta a

tutti i soggetti in possesso dei requisiti specificati sulla piattaforma

www.futur-e.enel.it. Si potrà presentare la propria manifestazione di

interesse a partire dal 22 marzo fino all’11 aprile 2016.

Lo scorso 4 marzo è stato presentato il progetto per cercare proposte innovative

e sostenibili per riqualificare e acquisire il sito industriale della centrale elettrica di

Rossano Calabro.

53italia

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— feb • mar 2016

La bolletta è uno strumento fondamentale per indiriz-zare i clienti verso un uso dell’energia sempre più efficiente e consapevole. La bolletta 2.0 di Enel Energia, ultima tappa di un percorso di re-styling pluriennale volto a garantire una

maggiore trasparenza, fa della chiarezza e della facilità di

lettura la propria bandiera. “Open Power”, ap-punto, con un nuovo approccio al cliente e una relazione

più partecipativa, in sintonia con i tempi digitali. Enel ha colto l’occasione fornita dalla delibera 501 del 2014, con la quale l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico in-vitava gli operatori a fornire ai clienti finali una comunicazione chiara e sintetica delle informazioni. “Con 200 milioni di bollette emesse ogni anno – spiega Stefania Sammartano, responsabile Marketing and Supply Enel Italia – e oltre 31 milioni di clienti, fra mercato libero e servizio di maggior tutela, abbiamo subito sposato l’idea del cambiamento, andando an-che oltre le istruzioni dell’Authority. Se nei decenni passati la nostra bolletta era, per volontà del Regolatore, un documento con norme stratificate nel tempo, quella nuova è stata completamente ripensata per diventare uno strumento di comunicazione più trasparente, con un layout essenzialmente grafico e con spazi di personalizzazione”.Maggiore attenzione ai consumi e alle singole voci di spesa, quin-di, con una riduzione anche del numero di fogli inviati, nell’ottica di una fatturazione più sostenibile e della preferenza dei canali di invio digitali.

SEMPRE PIÙ VICINICon la bolletta 2.0 e il programma fedeltà EnelPremia 3.0

la relazione con i clienti è sempre più diretta

La partecipazione è uno degli elementi decisivi in un mon-do sempre più interconnesso: di conseguenza, trasparenza, inno-vazione e condivisione sono valori che non possono mancare nella strategia commerciale della nostra azienda. Ecco quindi che Enel Energia presenta due novità che avranno riflessi importanti nelle relazioni con i clienti: la nuova bolletta 2.0 e il nuovo programma fedeltà EnelPremia 3.0.

La bfonzardeeL

fa della chlettura la propria band

punto, con un nuovo approccio apiù partecipativa, in sintonia con i tempi dEnel ha colto l’occasione fornita dalla delibquale l’Autorità per l’energia elettrica, il gvitava gli operatori a fornire ai clienti fin

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SIMILEILMI

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SIMMIMIMSIM

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DATI FORNITURA

Forniamo energia in

Via Roma 1,

00100 Roma

Denominazione contratto

Energia Pura Bioraria

Tipologia cliente

Domestico residente

Tipologia pagamento

In allegato trovi il bollettino per il

pagamento

Data di attivazione

della fornitura

01/07/2014

Tensione di fornitura

220 V - bassa tensione

Potenza contrattualmente

impegnata

3,0 kW (chilowatt)

Potenza disponibile

3,3 kW (chilowatt)

Enel Energia - Mercato libero dell'energia

Casella postale 8080 - 85100 Potenza

Fornitura energia elettrica

N. Fattura 8652041323

Del 10.02.2016

PERIODO

DIC. 2015 - GEN. 2016

TOTALE DA PAGARE

DATI BOLLETTAEntro il 25.02.201689,00 €

TIPO FATTURA

ORDINARIA

MARIO ROSSI

c/o MARIO ROSSI

VIA ROMA 1

00100 ROMA

PER SEGNALAZIONI

Numero Verde Enel

Distribuzione 803 500,

attivo h24, da rete fissa

o cellulari

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AUTOLETTURA

Puoi comunicarla dal 01.03.2016

al 20.03.2016 sul sito enelenergia.it,

con l’App Enel Energia, chiamando

il numero gratuito 800.900.837 o

inviando un SMS al 3202043860.

Totale spesa (A)

80,00 €

Totale imposte e IVA (B)

Accisa sull’energia elettrica su kWh 10 a 0,1 €/kWh

1,00 €

IVA 10% su imponibile di € 80

8,00 €

Totale Bolletta

89,00 €

DETTAGLIO FISCALE

Spesa per

l'energia (A) 45,00 €

Fascia Arancione10,00 €

Fascia Blu30,00 €

Altri importi materia

energia

5,00 €

Spesa trasporto

e gestione del

contatore (A)

20,00 €

Spesa oneri

di sistema (A)15,00 €

Totale imposte

e IVA (B)

9,00 €

89,00 €Totalebolletta

N° CLIENTE

800 000 000

CODICE POD

IT00000000000

CODICE FISCALE

RSSMRO03L07H501T

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Dal “Lei” al “tu”Che i clienti fossero già stati coinvolti nell’operazione lo dimostra il grande lavoro di user experience fatto dietro le quinte: una proget-tazione orientata grazie anche ai consigli dell’utente finale, che nei focus group ha potuto esprimere i propri gusti in materia di chia-rezza, priorità e posizionamento delle informazioni. Si è data così una maggiore rilevanza alle voci di costo e di consumo, ai dati sulla fornitura, a un linguaggio semplificato che passa dal “Lei” al “tu”. Nella bolletta 2.0 trovano spazio anche promozioni mirate, campa-gne istituzionali e di engagement. “Siamo partiti – aggiunge Sam-martano – dall’analisi delle principali richieste di chiarimento fat-te dai clienti sulle voci della bolletta. Se pensiamo che più del 50% delle chiamate ricevute ha a che fare con dubbi e precisazioni su consumi e letture, si capisce l’importanza e la portata di tutta l’at-tività. Con un piano a tappe abbiamo accompagnato il cliente nel cambiamento attraverso messaggi in sequenza: prima un anticipo senza svelare le novità, poi da febbraio a maggio con un facsimile della nuova bolletta. Ad aprile parte inoltre la campagna televisiva per presentare il nuovo brand Enel: novità su novità!”.In questo nuovo approccio si sono rivelati fondamentali i canali di-gitali e i siti internet di Enel Energia e di Enel Servizio Elettrico, dove troviamo le guide interattive alla lettura delle nuove voci, i glossari con le definizioni e le immagini della bolletta 2.0. E soprattutto un rinnovato programma di edutainment, per imparare divertendosi.

Enel Premia 3.0, con divertimentoA inizi 2016 Enel Energia ha superato il traguardo dei 10 milioni di clienti, diventando il primo operatore in Italia sul mercato elet-trico e dimostrando di aver colto appieno le opportunità offerte dall’apertura alla concorrenza. Una crescita che sarebbe stata im-possibile senza un accurato processo di fidelizzazione, che oggi diventa una vera e propria attività di engagement. Chiarisce la re-sponsabile Marketing: “Anche EnelPremia, il nostro programma loyalty, si è rinnovato in chiave 3.0”. Con EnelPremia 3.0, Enel Energia si fa portavoce di una nuova energia, incoraggiando le buone abitudini dei clienti e anche ricompensandole: con punti, premi e tutti i vantaggi che derivano da queste azioni positive, per il singolo e per la collettività. Un programma dinamico che coinvolge i clienti attraverso sei aree tematiche – mi appassiono, mi rispetto, esploro, condivido, partecipo, risparmio – ricche di attività e messe online ogni due mesi circa.E sono state proprio le molteplici attività – “Per fare un albero ci vuole ingegno”, “E-Quiz”, “Ogni dolce vale” e “Mangiar bene ci conviene” – che ci hanno permesso di raggiungere, in soli quattro

EnelPremia 3.0 incoraggia le buone abitudini dei clienti. Il nuovo programma infatti incentiva la partecipazione dei clienti attraverso quiz, giochi e concorsi con l’obiettivo di promuovere, in modo divertente, il rispetto e la sostenibilità ambien-tale e sociale. Un’iniziativa tutta da scoprire sul sito enelenergia.it/enelpremia e sulla app di Enel Energia.

LE BUONE ABITUDINI PAGANO

mesi, il numero di circa 500mila clienti per il nuovo programma. In più, attraverso la partecipazione, questi clienti hanno accumulato punti energia, ricevuto in omaggio biglietti del cinema e partecipato all’estrazione di cinque biciclette elettriche Atala e di card Eataly. I clienti sono sempre più incentivati a partecipare attraverso quiz, giochi e concorsi orientati ai temi del rispetto e della sostenibilità, sia ambientale sia sociale. Per rispondere ai nuovi stili di comunicazione, EnelPremia 3.0 ha sposato le logiche digitali, con un sito web dedicato, un’app per seguire tutto da smartphone e iPad, e strumenti più conosciuti, come le newsletter, i social network e la Intranet. Il punto di contatto con la nuova bolletta? I clienti possono accumulare punti EnelPremia non solo partecipando alle attività ma anche adottando comportamenti virtuosi come l’attivazione della bolletta web o del servizio di domiciliazione bancaria, e pagando puntualmente la propria fattura. I punti ‘puntualità’ sono infatti un segno tangibile del fatto che il cliente è visto sempre meno come utente passivo e sempre più come un consumatore consapevole e partecipe alla vita dell’azienda.

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Per Enel essere sostenibile oggi signi-fica prima di tutto integrare il proprio busi-ness nella società. Esattamente quanto pre-scritto dalla Creating Shared Value (CSV), un approccio inclusivo che permette di creare valore condiviso e duraturo nel tempo, stabi-lendo una relazione trasparente e aperta con gli stakeholder. In questo modo le informa-zioni circolano all’interno di Enel e tra Enel e il mondo esterno dando l’opportunità di unire le energie per essere competitivi oggi e domani. La continua interazione consente di anticipare i cambiamenti e tracciare le li-nee di azione in sintonia con la transizione sempre più veloce del settore energetico, che richiede elevati standard di qualità e soluzio-

ni innovative, efficienti e affidabili. Da oltre cinquant’anni la nostra azienda ac-compagna lo sviluppo socio-economico del Paese ed è attenta a privilegiare gli investi-menti che danno maggiori opportunità di crescita anche al territorio e alle comunità. “Comprendere il contesto e analizzare la per-cezione che gli stakeholder hanno di noi e di quello che facciamo – sottolinea Cinzia Cor-setti, responsabile Sostenibilità Italia – è il punto di partenza per innovare nell’offerta di prodotti e servizi energetici e per valorizzare gli asset aziendali, favorendo lo sviluppo so-ciale e ambientale delle comunità”. Il piano di sostenibilità in Italia si sviluppa lungo quattro direttrici prioritarie. Inno-

vazione ed efficienza operativa, ovvero mo-bilità elettrica, isole verdi, porti verdi, fibra ottica, contatore elettronico di nuova gene-razione. Qualità nella relazione con i clienti, quindi servizi per un consumo più consape-vole ed efficiente, offerte “sostenibili” perso-nalizzate rivolte ai clienti residenziali, della Pubblica Amministrazione e del segmento business. Relazione responsabile con le co-munità, cioè volontariato aziendale, offerte e servizi dedicati a fasce vulnerabili, riqualifi-cazione asset non più produttivi, alternanza scuola-lavoro. Infine decarbonizzazione del mix energetico, con la creazione di prodotti e servizi di efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili.

SOSTENIBILITÀ DI CASA NOSTRALa CSV è ormai una leva per dare nuova energia alla crescita dell’azienda.

Andiamo a scoprire verso quali direttrici si muove nel nostro Paese

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La sostenibilità ha tre dimensioni: economico-finan-ziaria, sociale e ambientale. L’impegno di Enel verso i più alti standard di sostenibilità è premiato dalla

crescita dei fondi di investimento socialmente respon-sabili (8,6% del capitale flottante) e dagli investitori istituzionali di lungo termine.

FONDI RESPONSABILI

Dentro la societàIn linea con questa impostazione è il pro-getto Futur-E, che Enel ha lanciato a par-tire dall’anno scorso per ridare nuova vita a centrali elettriche ormai inutilizzate che rappresentano comunque per l’Italia un pa-trimonio industriale da valorizzare. Il team di Sostenibilità è coinvolto nel Comitato Guida e in tutti i tavoli operativi del pro-getto, che nasce nel segno della massima trasparenza e condivisione per individua-re, insieme alle comunità locali e a tutti gli stakeholder interessati, le opportunità di rilancio di questi impianti.Anche lo sviluppo della mobilità elettrica si articola nella prospettiva di condivisione di

CHE COSA È LA CSV

La Creating Shared Value è stata teorizzata nel 2011 dagli economisti Michael E. Porter e Mark R. Kramer. Si tratta di un supporto strutturato alla catena del valore aziendale nei

processi di pianificazione, realizzazio-ne e monitoraggio di azioni. Alla base

c’è l’ascolto di stakeholder, interni ed esterni, coinvolti nei processi.

L’obiettivo è valutare ogni rischio, per minimizzarne gli effetti, massimiz-

zando il valore condiviso. La CSV punta a ottenere da ogni progetto di business non solo il più alto valore

economico per l’azienda, ma ricadute positive a lungo termine per comunità

e ambiente, investendo in azioni in linea con le necessità del contesto

in cui si opera. Per mettere in moto questo circolo virtuoso è necessario un cambio di paradigma nel modo

di comprendere le esigenze degli stakeholder, la produttività e i fattori esterni che influenzano il successo del business, trasformandoli da criticità

in opportunità.

valore con la collettività. Un progetto che, oltre ai benefíci tecnici ed economici per le aziende coinvolte, è destinato a portare si-gnificativi risultati per il Paese, dal miglio-ramento della qualità dell’aria nelle città alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Enel dal 2010 ha investito nell’e-mobility su ampia scala e continua a inno-vare per accompagnare la diffusione di uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente. Da qui ai prossimi anni Enel potrà contribu-ire alla trasformazione del Paese in questo settore, con la realizzazione di una rete di stazioni di ricarica adeguate alle esigenze di chi vorrà privilegiare mezzi di trasporto più sostenibili che contribuiscono a ridurre anche l’inquinamento acustico. Migliorare la qualità del servizio offerto ai clienti, rendere più efficaci le partnership con le imprese esterne e prestare attenzio-ne al welfare aziendale sono impegni su cui la Sostenibilità non abbassa mai la guardia. In questo ambito infatti è stata lanciata a di-cembre 2014 la raccolta differenziata dei ri-fiuti. L’attività ha interessato 89 sedi Enel che sono state dotate di ecobox di diverso colore a seconda del rifiuto raccolto. In parallelo è stata avviata una campagna per sensibilizza-re i 13.500 colleghi coinvolti. Nel 2016 il pro-getto interesserà anche altre 80 sedi italiane.Dall’anno scorso Enel, convinta che il be-nessere e la salute delle persone siano anche il risultato di azioni svolte per gli altri, ha avviato al proprio interno un percorso per sperimentare forme di volontariato azien-dale in collaborazione con realtà esterne, in particolare onlus. La prima esperienza è stata l’adesione al programma “Illuminia-mo le Tavole”, promosso dall’associazione Quartieri Tranquilli di Milano, per offrire sostegno alimentare a famiglie in difficoltà della città. Enel ha messo a disposizione un appoggio logistico e la manodopera di dodi-ci colleghi attraverso il “volontariato azien-dale”. A oggi, sono stati distribuiti oltre 700 chili di alimenti nel quartiere San Siro. A partire da marzo il progetto interesserà un nuovo quartiere del capoluogo lombardo.

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Realizzare una smart region richiede sinergie tra tanti attori: aziende energetiche, istituzioni pubbliche, università, ammini-strazioni locali, industrie all’avanguardia tecnologica. Enel Distribuzione gioca da anni un ruolo di primo piano nella sperimentazio-ne di questo nuovo modello evoluto di rete, la “smart grid”, sia in contesti urbani sia in aree extraurbane. Dopo Bari, Bologna, Cosenza, L’Aquila, Pisa, Isernia e vaste aree soprattutto del Mezzogiorno – per citare solo alcuni dei progetti italiani di Enel Distribuzione – un’al-tra regione, dopo la Puglia, vede iniziare la sua evoluzione “intelligente”: la Basilicata. Il progetto “Smart Basilicata”, del valore di circa 18 milioni di euro parzialmente finanziati dal MIUR, rientra tra i vincitori del bando “Smart Cities and Communities and Social Innovation” del 2012 e convoglia le sinergie di CNR, Enea, Università della Basi-licata, piccole e medie imprese locali ed Enel Distribuzione. Obiettivo: il miglioramento del controllo del territorio dal punto di vista ambientale, attraverso il monitoraggio degli impianti tecnologici e le interazioni con l’ambiente circostante. Ma quali traguardi si prefigge Enel Distribu-zione nel progetto? Lo scopo è di migliorare l’efficienza della gestione della rete elettrica sotto il profilo progettuale, manutentivo, del-la sicurezza e della salvaguardia dell’ambien-te, con possibilità di replica su larga scala, anche al di fuori della regione Basilicata. “Quello che vogliamo è sostituire l’attuale si-stema di valutazione delle distanze, per esem-

pio tra vegetazione o case e i nostri impianti, con una misurazione più oggettiva, grazie all’insieme di tecniche innovative che stiamo sperimentando e a un software avanzato per il trattamento e la gestione dei dati rilevati che è il cuore innovativo del progetto”, ci spiega Nicola Genco di Infrastrutture e Reti Italia.Attualmente, infatti, le ispezioni sulle linee vengono eseguite attraverso immagi-ni scattate dagli elicotteri che forniscono semplicemente un’indicazione di massima quando tali distanze si riducono al di sotto della soglia di accettabilità.“Di conseguenza, a oggi, è necessario manda-re una squadra sul campo per fare un’ulteriore valutazione prima di intervenire – continua Genco – con evidente dispendio di risorse”.

Cosa cambierà Facciamo un esempio concreto: lungo una linea elettrica che passa vicino alla vegetazio-ne si verifica spesso che le piante, crescendo, arrivino a toccare i cavi, aumentando il rischio di incendio e di interruzione del servizio. Per non parlare di case o edifici costruiti abu-sivamente che possono costituire un serio pericolo per le persone. Per intervenire tempestivamente in maniera efficiente e, possibilmente, prevenire possi-bili guasti, diventa importante misurare le distanze in modo oggettivo e con una certa frequenza. A questo penserà il software che viene elaborato, a cura dell’ICT, nell’ambito del progetto e che consentirà di gestire una notevole mole di informazioni – acqui-

site dall’elicottero, ma anche con droni e tecniche di rendering innovative, come il point cloud computing – che vengono visua-lizzate con un Navigatore Integrato Grafico Elettrico (NIGE): una sorta di street view che consente di immergerci nell’impianto e nell’ambiente circostante attraverso la realtà virtuale ottenuta scansionando la linea elet-trica con dispositivi 3D. “In questo modo saranno i colleghi delle unità operative di Enel Distribuzione a controllare visivamente le rilevazioni e tutte le informazioni contenute nel software, che saranno a loro volta messe in rete e integrate con gli altri sistemi già presenti sulle piatta-forme Enel”, aggiunge Genco. In pratica sarà possibile disporre di una topografia aggior-nata con dati reali della rete e di ciò che sta nelle immediate vicinanze.“Smart Basilicata” è a metà del proprio per-corso: sono già state realizzate le attività di campo su 5mila km di rete elettrica aerea in conduttori nudi, su un totale di circa 8mila km. Altre attività sperimentali con l’uso di droni saranno avviate quest’anno e il tutto sarà completato entro maggio 2017. “Grazie a questo progetto – conclude Genco – saremo in grado di fare piani di manutenzione più mirati, basati su misurazioni certe che ci consentiranno di monitorare meglio la si-tuazione degli impianti rispetto all’ambiente circostante, agire sulla prevenzione dei guasti e migliorare l’efficienza dei processi”.

BASILICATA COAST TO COASTDopo la Puglia, un’altra regione del Mezzogiorno diventa “smart” e vede in prima linea Enel Distribuzione

TRE OBIETTIVI

Il programma del MIUR ha tre obiettivi strategici: sviluppare soluzioni per lo sviluppo sostenibile delle aree urbane, con particolare enfasi alle politiche energetiche; invitare le autorità locali ad adottare un approccio integrato alla gestione urbana; adottare un

modello di governance multilivello in ambito energe-tico ambientale. L’iniziativa si ricollega a sua volta al progetto “Smart Cities & Communities” approvato a Bruxelles nel 2010 nell’ambito dell’European Strategic Energy Technology Plan.

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Soltanto in Italia e in Romania Enel impiega operai propri sull’infrastruttura di distribuzione. In pratica più della metà dei lavori sulle nostre reti nel mondo viene realizzata da imprese appaltatrici. Di conseguenza, se si vogliono azzerare gli infortuni gravi e mortali, ci deve essere una piena collaborazione tra lavoratori interni ed esterni. A ricordarlo è stata Anna Brogi, responsabile Salute, Sicurezza, Am-biente e Qualità IR Global, a margine del “Safety Contractor’s Day”, una giornata promossa da Infrastrutture e Reti Italia per sensibilizzare le imprese appaltatrici sul tema della salute e sicurezza sul lavoro. Il 2015 ha fatto registrare un trend positivo in fatto di diminuzione degli infortuni, come racconta il responsabile Infrastrutture e Reti Italia Gianluigi Fioriti. Ma non basta: “Abbiamo avuto in generale una riduzione importante, di oltre il 20%. Abbiamo raggiunto i valori più bassi di sempre in un trend di miglioramento continuo negli anni, tuttavia riscontriamo ancora infortuni gravi e mortali che non devono assolutamente più verificarsi”. La Safety resta alla base di tutte le attività di Enel e una giornata come quella dedicata ai contractors è l’occasione per incontrarsi e cooperare al fine di raggiungere insieme i risultati attesi. “Collaborazione, integra-zione, cooperazione sono i valori alla base del rapporto tra Enel e le im-prese”, afferma Andrea Caregari, responsabile Sviluppo Rete IR Italia. “Noi dobbiamo raggiungere i nostri obiettivi in sicurezza lavorando e curando in particolare la qualità delle nostre opere”.

Agire sui comportamentiDopo l’evento di Roma, ci saranno altri incontri dedicati agli appalta-

tori su tutto il territorio nazionale. Per il 2016 sono previste diverse ini-ziative, di cui ci parla Alfonso Sturchio, responsabile Salute, Sicurez-za, Ambiente e Qualità IR Italia: “Tra i primi progetti che svilupperemo quest’anno c’è quello in cooperazione con l’Università di Genova per sviluppare nel nostro personale comportamenti auto-protetti”. E se è vero che la madre di tutte le battaglie è agire sui comportamenti delle persone, la tecnologia può essere un prezioso supporto: “Per que-sto daremo seguito ad altri progetti, come il ‘Virtual Checkpoint Con-tractor’ che consente ai capisquadra delle imprese di rilevare, mediante una semplice app, il personale e i mezzi presenti nei cantieri. Il tutto sarà collegato ai nostri sistemi informativi e sarà visibile in tempo reale”, continua Sturchio. Sulla stessa linea anche il “Safety Field Test” con cui nei centri di addestramento, in collaborazione con l’impresa, verranno effettuate verifiche di congruenza dei profili professionali mediante simulazioni in campo. Grande attenzione sarà rivolta ai rischi fondamentali, con l’obiettivo di eliminare tutte le non conformità rilevate sui rischi per elettrocuzione (ovvero la scossa elettrica), caduta dall’alto, urto e schiacciamento, che sono le principali cause di infortuni gravi e mortali. Allo stesso tempo, però, insieme al rigore e alla sorveglianza, si punterà alla cooperazione per il raggiungimento dell’azzeramento completo degli infortuni. Per mantenere sempre alta la guardia, alle oltre 5mila persone che lavorano con le imprese appaltatrici è stato consegnato il book “Ricor-dare per prevenire”, di cui sono già in possesso i 17mila colleghi di Enel Distribuzione Italia, che raccoglie tutti gli infortuni gravi e mortali avvenuti negli ultimi dieci anni. Con la speranza che non si ripetano.

SICURI SENZA DIFFERENZEOltre la metà dei lavori sulle reti elettriche Enel nel mondo è svolta dai contrattisti. Per garantire a tutti salute e sicurezza serve grande collaborazione

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— feb • mar 2016

VIS À VIS HR Support Point: un patrimonio comune da condividere nell’ottica di un’Enel sempre più vicina ai colleghi, sempre più Open Power

C’è un luogo in cui i colleghi Enel possono avere risposte a tutte le domande sulla propria vita lavorativa. Si chiama HR Support Point e lo si può trovare in sei città italiane: Roma, Fi-renze, Napoli, Milano, Torino e Palermo. “Nell’ambito dell’HR c’è un gruppo di per-sone che da sempre si occupa di assistenza e supporto ai colleghi sulle diverse tematiche e problematiche che si possono incontrare nella vita lavorativa. Con l’apertura di questi punti di contatto abbiamo reso più vicina l’azienda ai colleghi che potranno usufruire di una consulenza, veloce o più approfondi-ta, fino a essere indirizzati agli attori di volta in volta competenti”, ha spiegato Alda Pa-ola Baldi, HR Business Partner Holding, in un’intervista su Enel.tv.Il progetto pilota è partito nella sede centrale di viale Regina Margherita, a Roma, e ha subi-to attratto centinaia di colleghi. “Il rapporto di lavoro è regolamentato da norme e procedure sia esterne sia interne all’azienda, ma purtrop-po non tutto è di facile lettura da parte dei col-leghi. Il nostro obiettivo principale è quindi quello di favorire al massimo la comunicazio-ne, offrendo loro la possibilità di entrare in un ambiente accogliente e totalmente dedicato ai loro problemi”, ha spiegato Bernardo Qua-ranta, HR and Organization Italy.

Part-time o telelavoro?“Quando un collega viene a chiederti qual-cosa puoi cercare di capire la sua esigenza e aiutarlo a trovare una soluzione”, ci spiega Enrico Fermo, HR supporter di Roma. Tra le tematiche emerse in questi mesi, per esem-pio, c’è quella della flessibilità del lavoro e la richiesta di un orario part-time. “Questo però ha degli impatti sulla retribuzione a fronte

di una maggiore disponibilità di tempo. In alcuni casi quale soluzione potrebbe invece essere preferibile il telelavoro”, aggiunge. Il compito di Fermo è delicato: “I colleghi che vengono da noi sono in qualche modo lo specchio dell’azienda. Quando chiedono più tempo, di fatto, stanno esprimendo un’e-sigenza reale, e noi non facciamo altro che lanciare il cuore oltre l’ostacolo, cercando di capire se è possibile realizzare quello che ci viene chiesto”. A volte, come racconta l’HR supporter Massi-mo Leopardi, c’è bisogno di avviare un dialo-go con altre anime dell’azienda per arrivare a una flessibilità che superi gli ostacoli burocra-tici. Spesso sono le donne a chiedere informa-zioni sulla maternità ma, recentemente, anche qualche papà si è rivolto all’HR Support Point per avere informazioni sul congedo parentale. Uno dei primi è stato il collega dell’ufficio stampa internazionale, Terry Daley: “Avevo al-cuni dubbi da sciogliere e poco tempo a dispo-sizione. Sono stato accolto con estrema genti-

lezza e professionalità e nel giro di tre giorni ho ricevuto una e-mail con informazioni certe e dettagliate. È stato utilissimo, il corner mi ha indirizzato sulla strada giusta e così ho potuto avviare tutta la procedura a colpo sicuro”.E poi ci sono i colleghi cui mancano quattro anni al raggiungimento dell’età pensionabile e che, in vista del nuovo piano pensionistico, si rivolgono al punto di contatto per compren-dere bene le prospettive future. “Molti di loro vogliono innanzitutto essere ascoltati”, continua Fermo. “C’è un grande bisogno di avvicinamento all’azienda e tutto questo era inevitabile. Forse abbiamo ruba-to un po’ di tempo alle cose meno utili, che tutti noi facciamo nell’arco di una giornata, ma per qualcosa che vale la pena fare”.L’intenzione è quella di valicare i confini nazionali e rendere il progetto patrimonio comune di tutte le realtà Enel. Un’iniziativa totalmente in linea con l’approccio Open Po-wer, basato sulla comunicazione e sul contat-to tra le persone.

DOVE TROVARCI

Tutti i colleghi che vogliono fare domande, ricevere informazioni o semplicemente inviare suggerimenti possono scrivere alla casella di posta [email protected]. Le sedi fisiche si trovano a Roma, in viale Regina Margherita, 137; a Firenze, su lungarno Colombo, 54

e in via Sella, 81; a Napoli, in via Galileo Ferraris, 59; a Milano, in via Carducci, 1/3; a Torino, in corso Regina Margherita, 267; a Palermo, in via Marchese di Villabianca, 121.

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— feb • mar 2016

UN ACCORDO EQUILIBRATOIl superamento degli accordi sindacali sullo sconto energia per gli ex colleghi libererà risorse per le nuove assunzioni e per consentire l’uscita a chi non ha ancora maturato i diritti per la pensione

Con le misure economiche adottate dai governi per contenere l’effetto della crisi e il crescente invecchiamento della popolazio-ne, molte aziende europee hanno cominciato a sentire il problema del ricambio generazio-nale della forza lavoro: come si può garantire l’assunzione di nuovi giovani se le riforme previdenziali puntano a estendere l’età pen-sionabile? Questo tema è ancora più cruciale se si pensa ad aziende come la nostra, com-poste in gran parte da tecnici impiegati sul territorio in operazioni manuali e fisiche (gli operai rappresentano circa il 70% delle nuove assunzioni). È quindi fondamentale pensare a soluzioni innovative che permettano di man-tenere bassa l’età media dei lavoratori e gestire il turn over con strumenti adatti a tutte le fasce di popolazione aziendale. Un esempio è dato dal sistema di accordi stipulati con i sindacati a novembre 2015, che comprende l’eliminazione dell’agevolazione tariffaria per i pensionati Enel, un istituto risalente nel tem-po, non più sostenibile nel nuovo scenario di mercato libero. L’obiettivo era quello di libera-

re risorse economiche per sostenere il nuovo consistente piano di assunzioni in azienda nei prossimi cinque anni, ma anche per aiuta-re quei lavoratori che, in seguito alla legge Fornero, hanno visto allontanarsi la data della pensione. Invece di ricorrere a soluzioni di maggior impatto, come la cassa integrazione o gli ammortizzatori sociali, Enel ha tracciato un percorso garantito per i colleghi che sono arrivati a quattro anni dall’età pensionabile ma ancora non avrebbero diritto a uscire: a partire dal 2013 la nostra azienda, prima in Italia, ha deciso, con accordo sindacale, di ero-gare al lavoratore (tramite l’INPS) un importo equivalente alla pensione che gli spetterebbe più i contributi necessari a raggiungere i requisiti minimi per il pensionamento. In aggiunta è previsto un incentivo all’esodo. L’eliminazione dello sconto energia ha per-messo inoltre di creare le condizioni per un importante piano da 3mila nuove assunzioni sino al 2020. Alla luce dei dati sulla disoccu-pazione giovanile in Italia l’iniziativa risulta ancor più importante, e va ad aggiungersi ad

altri progetti di Enel in questo ambito, come l’apprendistato in alternanza nelle scuole superiori.

L’accordoL’accordo siglato il 27 novembre scorso prevede che a decorrere dal 1° gennaio 2016, a compensazione dell’eliminazione delle agevo-lazioni tariffarie sull’energia, per i pensionati sia previsto un contributo economico una tantum proporzionale all’età: si parte da un minimo di 1.800 euro per gli ex dipendenti più anziani per arrivare a più di 6mila euro per quelli più giovani. Per ricevere il contributo, riservato a tutti coloro che aderiscono all’accordo e non intra-prendono iniziative giudiziarie, è necessario sottoscrivere un verbale individuale di conci-liazione entro il 31 dicembre 2016. Al momen-to ci sono state tante adesioni: nei primi due mesi hanno manifestato il loro interesse più di 25mila pensionati. Le modalità per poter ri-cevere la compensazione verranno annunciate a breve con una comunicazione dedicata.

DAL 1996

Già dal contratto collettivo del 1996 non era più previsto lo sconto energia per i nuovi assunti.Quattro anni fa lo sconto energia era stato eliminato per tutti i colleghi in servizio tramite un accordo

sindacale. L’agevolazione tariffaria era rimasta ormai soltanto per i pensionati assunti in Enel prima del 1996.

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— feb • mar 2016

Ha esordito lo scorso 14 marzo contro la Sidigas Avellino in un Pala Pentassuglia davvero gremito la maglia del Basket Brin-disi su cui campeggia il nuovo logo Enel. Per la cronaca hanno vinto gli ospiti, dopo un’emozionante battaglia col risultato in

equilibrio fino alla fine. Ma la gara per i playoff è ancora aperta. Da qui alla fine del campionato Enel farà il tifo per la New Ba-sket Brindisi di cui da sei anni è lo sponsor principale. Un’alleanza che si rafforza con la nuova maglia che è stata presentata ai ti-

fosi, alle istituzioni e alla stampa lo scorso 8 marzo al Punto Enel di viale Commenda a Brindisi. Pur conservando struttura e colori delle precedenti, le nuove maglie sono state di-segnate per allinearsi al nuovo logo di Enel,

Il Basket Brindisi ha giocato la sua prima partita con il nuovo logo del Gruppo sulla maglia

IL NUOVO LOGO VA A CANESTRO

David Reginald Cournooh, play/guardia della squadra brindisina

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presentato il 26 gen-naio scorso a Madrid dalla Presidente Patri-zia Grieco e dall’Am-ministratore Delegato Francesco Starace. Il cambio di brand è stato voluto per adattare l’immagine societaria ai cambiamenti in corso all’interno del Gruppo e alla rapida evoluzione del settore energetico. Da qui la necessità di condivi-dere con la Enel Basket la nuova strategia di comunicazione che trasmette l’immagine di Enel come moderna utility aperta, flessibi-le, reattiva e in grado di guidare la transizio-ne energetica. Il nuovo logo introdu-ce un diverso sistema visivo attraente e colorato che riprende i princípi flessibili e dinamici della filo-sofia “Open Power” cui Enel si ispira. La nuova identità visiva e il nuovo logo sono

composti da molti colori per riflettere la varietà dello spettro energetico, la natura poliedrica di un Gruppo presente in oltre 30 Paesi e la crescente diversificazione dei servizi offerti dall’azienda nell’ambito del sistema energetico globale.

Forte legame col territorioEnergia sulle maglie, energia in campo, come dice a magazine Andrea Zerini, il capitano della squadra: “Per giocare in un campionato come quello di Serie A ci vuole il massimo impegno. Non si può lasciare nulla al caso, i dettagli fanno la differenza”.

Per Zerini il sostegno dall’esterno è fonda-mentale. “Il pubblico, gli sponsor e tutto il territorio garantiscono la sostenibilità di una squadra di basket, non solo sul campo. Farne a meno non è possibile. Ognuno ha la sua forza: il club lavora per far sì che gli spettatori aumentino, gli sponsor perché crescano nel numero e nell’impegno e il territorio per far sentire la sua presenza”.La New Basket Brindisi è da sempre espres-sione di eccellenza di un territorio che rive-ste un’importanza strategica per l’azienda. Enel è sponsor della squadra dal 2007 con un livello di partecipazione economica che si è incrementato nel tempo. Dal 2010 è diven-tata title sponsor e la squadra ha così preso il nome di Enel Basket Brindisi. Gli obiettivi della sponsorizzazione in corso (fino al 2017) puntano a rafforzare la presenza sul mercato di Enel Energia e sull’evoluzione di un rapporto che integri maggiormente l’azienda con i tifosi e il territorio. Alla presentazione presso il Punto Enel sono intervenuti Augusto Raggi, respon-sabile mercato area Sud di Enel, Fausto Bassi, responsabile Unità di Business Brin-disi della Generazione Italia, il presidente della Enel Basket Brindisi Ferdinando Ma-rino assieme all’allenatore Piero Bucchi, al capitano Andrea Zerini e alla guardia Adrian Banks, oltre a Giuseppe Marinò, presidente Confindustria Brindisi, e Don Rocco Iacovera, della Diocesi di Brindisi.“Siamo fieri di vedere il nostro nuovo logo sulla maglia di una società sportiva che continua a dare prova di grande passione e determinazione”, ha dichiarato Bassi a mar-gine della presentazione della nuova maglia. “Enel sostiene da tempo lo sport brindisino. In particolare quello che porta con sé valori quali la lealtà sportiva, il rispetto delle rego-le, l’impegno alla sana competizione. Tutte qualità che sono dimostrate anche dall’o-spitalità e dall’incontro festoso del pubblico che a ogni occasione riempie i palazzetti ita-liani e il Pala Pentassuglia. Siamo orgogliosi di aver scelto il basket brindisino per essere vicini alla città che ospita uno tra i nostri

più importanti impianti di produzione e il centro ricerche”. “Il nostro sostegno a questa squadra è un segno di attenzione ai suoi cittadini, ai nostri clienti”, ha sottolineato Raggi. “La scelta di presentare la nuova maglia dell’Enel Basket Brindisi nel nostro Punto Enel non è casuale. Questo per noi è un punto di contatto con la città. Qui ogni giorno i nostri consulenti specializzati incontrano centinaia di persone che ven-gono a trovarci per avere risposte concrete alle loro esigenze, conoscere le vantaggio-se offerte del libero mercato dell’energia, le soluzioni per la smart home, l’efficienza energetica e la mobilità elettrica. Soste-nere il basket a Brindisi significa per noi sostenere un’eccellenza cittadina all’inse-gna di valori comuni”. I benefit della sponsorship di Enel sono su vasta scala: istituzionali e di visibilità su abbigliamento, sui materiali, sul palazzet-to. Le sinergie con la squadra sono tantis-sime, come le presenze degli atleti a eventi targati Enel.La New Basket Brindisi è una realtà caratte-rizzata da una forte identificazione con la città ma è allo stesso tempo un fenomeno nazionale. Va detto inoltre che il numero di tifosi e simpatizzanti è superiore a più della metà dei club di calcio di Serie A.

Un aiuto di cuoreA margine dell’incontro di presentazione della maglia i responsabili Enel hanno annunciato anche l’intenzione di offrire il proprio sostengo a un’iniziativa molto importante per lo sport principe cittadi-no. Scatta da quest’anno, infatti, l’obbligo per le strutture che ospitano associazioni sportive di avere a disposizione un defi-brillatore semiautomatico. Un impegno economico importante per le strutture comunali che Enel ha deciso di sostenere economicamente. Le apparecchiature saranno acquistate da Enel Energia e messe a disposizione del Comune di Brindisi nei prossimi mesi.

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Un nuovo logo che “raccoglie e racconta quello che siamo”, “la trasformazione che stiamo guidando”, “un’azienda dinamica e attiva”. Sono alcuni dei commenti raccolti a caldo nel corso della serata di presenta-zione del nuovo brand Enel al Museo Maxxi di Roma, lo scorso 25 febbraio.Il marchio era stato già presentato ai col-leghi e alla stampa durante la Convention aziendale, nella sede Endesa a Madrid, e racconta il grande cambiamento dell’a-zienda nel rapportarsi ai suoi partner e al mondo dell’energia, ispirato dalla filosofia Open Power.La nuova espressione visiva dà più valo-re ai clienti di Enel e alle loro esigenze in continuo cambiamento. Il logo permette di sviluppare una nuova “brand experience” in tutte le interazioni con gli stakeholder, in tutte le linee di business, in tutte le aree geografiche. “Abbiamo 68mila persone che illuminano ogni giorno la vita di 61 milioni di clienti. È un lavoro che cambia continuamente e il nuovo logo supporta questo impegno co-stante”, ha detto il direttore Comunicazio-ne Enel, Ryan O’Keeffe.Abbiamo raccolto alcune delle opinioni di direttori e colleghi al termine degli eventi di Roma e Madrid:

Enel presenta il rebranding al Museo Maxxi di Roma. Ecco cosa ne pensano i colleghi

Da sinistra: R. O’ Keeffe, F. Starace, P. Grieco, C. Tamburi

IL NUOVO LOGO SI METTE IN MOSTRA

“Fresco, vivo, dinamico e aperto: il nuovo brand riflette perfettamente i nuovi valori dell’azienda”.Monica de la Mata, assistente AD per gli affari internazionali

“Il nuovo logo riflette il processo di profonda trasformazione del Gruppo, delle persone che ci lavorano, perché il mondo cui eravamo abituati sta cambiando velocemente e noi vogliamo supportare il business attraverso questo cambiamento”.Alberto De Paoli, direttore Amministrazione, Finanza e Controllo

“È il simbolo della nostra speranza, del nostro orgoglio e dei nostri valori”.Severino Di Marco, Affari Istituzionali

“Per poter stare al passo con il cambiamento bisogna essere aperti alla curiosità, all’inno-vazione, alla ricerca e ai suggerimenti che ci vengono dal mondo esterno”.Andrea Falessi, responsabile Comunicazione Country Italia

“Aperti all’innovazione, all’evoluzione tecnologica, alla digitalizzazione delle Reti, in due parole: Open Power”.Livio Gallo, direttore Infrastrutture e Reti Globale

“Il nuovo brand raccoglie e racconta quello che siamo e che vogliamo ancor più essere: allegri, nuovi, veloci e snelli”. Nicola Lanzetta, responsabile Mercato Italia

“Ci apre al futuro e ci accompagna con questi nuovi colori simbolo di passione e apertura al domani”.Laura Sanzi, Comunicazione Italia

“Ascoltare le esigenze dei portatori di interesse, delle comunità locali, delle istituzioni, dei clienti stessi è la nostra nuova strada che si sposa perfettamente con il nuovo logo”.Carlo Tamburi, direttore Country Italia

“Il marchio rinnovato rispecchia il cambiamento in atto, che vedo riflesso anche nell’entu-siasmo dei colleghi”. Michele Tassini, Risorse Umane e Organizzazione

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Raccontare la complessità per immagini è il mio mestiere. Lo faccio con passione da sei anni per riviste, quotidiani e qualche volta anche per aziende italiane e straniere. Un lavoro complesso che ine-vitabilmente mi porta a entrare dentro le realtà che sto raccontando. Sono giornate dedicate allo studio, al confronto, alla ricerca e ovviamente anche al disegno. Farlo per Enel è stato emozionante. Mi ha permesso di scoprire un ecosistema vastissimo di cui ignoravo l’esistenza, fatto di persone che ogni giorno lavorano insieme unite da un unico filo ideale, per soddisfare milioni di clienti sparsi per il globo. È stato bello scoprirlo e compren-derlo, mi ha donato una nuova consa-pevolezza che spero di aver trasmesso ai lettori di magazine.Mi chiamo Marco Goran Romano e sono un illustratore freelance, classe ‘86. Dopo aver trascorso un terzo della mia vita tra Firenze e Milano, mi sono trasferito a Jesi, nelle Marche, dove insieme alla mia compagna porto avanti la mia attività professionale e la mia ricerca artistica.

Le illustrazioni di Marco sono alle pagine:Cover, 8-9, 10-11, 12-13, 14-15, 16-17, 18-19, 20-21.

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n. 12 – feb • mar 2016

Se chiedessimo al più virtuoso dei violini di riprodur-re da solo la Nona sinfonia di Beethoven il risultato sarebbe molto lontano da quanto immaginato dal compositore tedesco. L’esecuzione di questo capolavoro infatti dev’essere realizzata da un’intera orchestra. Servono decine di strumentisti tra archi, fiati, timpani e piatti, senza dimenticare coristi e solisti, per suonare quella che alcuni definiscono la più grande opera musicale di sempre.Anche per far funzionare la nostra azienda c’è bisogno di un’orchestra, fatta oggi di 67.968 persone che si esibi-scono in una sala da concerti grande come 32 Paesi. Que-sti strumentisti suonano a tempo con passione e fiducia reciproca, sulle note di uno spartito fatto di cultura, valori e obiettivi comuni. Parliamo di manager, operai, impiegati, avvocati e buyer, segretarie e informatici, amministrativi e controller, commerciali e gestori di

risorse. Su questo numero di magazine vi raccontia-mo qualcuna delle loro storie quotidiane, preziosa per la riuscita della sinfonia. Come in un’orchestra.Dedichiamo inoltre uno Speciale alla Convention che si è tenuta a Madrid lo scorso 26 gennaio: otto pagine per rileggere insieme le strategie del Gruppo che traggono ispirazione dalla filosofia Open Power.Per cavalcare la rivoluzione digitale servono menti aperte e curiose prima che le tecnologie. Ce lo spiega nel suo editoriale Carlo Bozzoli, direttore della Fun-zione ICT. Infine voliamo in Kenya, una realtà in forte crescita eco-nomica in cui però milioni di persone non hanno ancora accesso all’elettricità. Enel Green Power sta lanciando una strategia di sviluppo di micro reti alimentate dalle rinnovabili in grado di garantire l’energia anche ai villaggi più remoti, in tutto il mondo.