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Elenco di seguito le guide relative a tutte le fasi della coltivazione: SEMINA E GERMINAZIONE Il periodo in cui normalmente vengono seminati all'aperto i peperoncini va da Marzo a Maggio, quando cioè la temperatura minima non va al di sotto dei 15°C. Questa semplice regola fa capire che per chi vive al Nord Italia, probabilmente lo farà a Maggio, mentre chi vive al Sud, lo farà ai primi di Marzo. C'è da fare una distinzione importante tra i capsicum annuum (con dei tempi di maturazione che vanno dai 60 ai 90 giorni dopo la germinazione) e i capsicum chinense (con tempi di maturazione di 120 giorni circa). Quest'ultimi sono i peperoncini più piccanti al mondo e tra le tante varietà più note, troviamo gli Habanero, Bhut Jolokia, Naga Morich, Trinidad Moruga Scorpion ecc. Per chi ha intenzione di coltivare queste varietà, consiglio di non trascurare la sezione "metodo scottex", in quanto spiegherà come anticipare notevolmente i tempi di germinazione. Se invece volete limitarvi a coltivare i capsicum annuum, utilizzando una piccola serra (vedi foto in basso), potete anticipare di qualche mese la semina all'aperto e così facendo, riuscirete ad avere delle piante adulte e pronte alla produzione dei frutti già all'inizio dell'estate. Serra Una delle cose più importanti è il terriccio in cui seminare. Dev'essere morbido e di grana fine, in modo da non ostacolare la crescita delle radici nei primi mesi di vita. Per quanto riguarda i vasi in cui effettuare la semina, basta avere dei piccoli vasetti anche da 5 cm di diametro e seminare uno o al massimo due semi per vaso. Oppure ancora meglio nelle seminiere, cioè contenitori di plastica con tanti fori di diametro molto piccolo (anche 2 cm) dove seminare un unico seme per ogni foro. Anche i classici bicchierini da caffè sono ottimi. Una volta scelto il contenitore ed il terriccio, non si deve fare altro che interrare il seme a non più di 1 cm dalla superficie e rendere umida quest'ultima con uno spruzzino, in modo da non spostare il

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Elenco di seguito le guide relative a tutte le fasi della coltivazione:

SEMINA E GERMINAZIONE

Il periodo in cui normalmente vengono seminati all'aperto i peperoncini va da Marzo a Maggio,

quando cioè la temperatura minima non va al di sotto dei 15°C. Questa semplice regola fa capire

che per chi vive al Nord Italia, probabilmente lo farà a Maggio, mentre chi vive al Sud, lo farà ai

primi di Marzo.

C'è da fare una distinzione importante tra i capsicum annuum (con dei tempi di maturazione che

vanno dai 60 ai 90 giorni dopo la germinazione) e i capsicum chinense (con tempi di maturazione di

120 giorni circa). Quest'ultimi sono i peperoncini più piccanti al mondo e tra le tante varietà più

note, troviamo gli Habanero, Bhut Jolokia, Naga Morich, Trinidad Moruga Scorpion ecc.

Per chi ha intenzione di coltivare queste varietà, consiglio di non trascurare la sezione "metodo

scottex", in quanto spiegherà come anticipare notevolmente i tempi di germinazione.

Se invece volete limitarvi a coltivare i capsicum annuum, utilizzando una piccola serra (vedi foto in

basso), potete anticipare di qualche mese la semina all'aperto e così facendo, riuscirete ad avere

delle piante adulte e pronte alla produzione dei frutti già all'inizio dell'estate.

Serra

Una delle cose più importanti è il terriccio in cui seminare. Dev'essere morbido e di grana fine, in

modo da non ostacolare la crescita delle radici nei primi mesi di vita.

Per quanto riguarda i vasi in cui effettuare la semina, basta avere dei piccoli vasetti anche da 5 cm

di diametro e seminare uno o al massimo due semi per vaso. Oppure ancora meglio nelle seminiere,

cioè contenitori di plastica con tanti fori di diametro molto piccolo (anche 2 cm) dove seminare un

unico seme per ogni foro. Anche i classici bicchierini da caffè sono ottimi.

Una volta scelto il contenitore ed il terriccio, non si deve fare altro che interrare il seme a non più di

1 cm dalla superficie e rendere umida quest'ultima con uno spruzzino, in modo da non spostare il

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seme dalla posizione in cui si trova. Questa è una delle fasi più delicate...attenzione a tenere sempre

umido il terriccio ma non inzuppato, perchè potreste far marcire i semi.

Evitare nel modo più assoluto i ristagni, per scongiurare l'insorgere di funghi e patologie in

generale.

I vasi con i semi dovranno essere posizionati in un posto soleggiato o comunque caldo anche perchè

la temperatura ottimale per la germinazione varia dai 20°C ai 30°C. Più bassa è la temperatura, più

tempo ci vorrà per la germinazione.

In condizioni ottimali, con la temperatura mantenuta costantemente (24 ore su 24) sopra i 20°C, la

germinazione avverrà in 3 o 4 settimane al massimo (alcune specie richiedono tempi più lunghi).

Adesso dovete solamente aspettare che escano fuori le prime due foglie (chiamate cotiledoni) che

inizieranno la fotosintesi clorofilliana, dando così nutrimento alle radici e quindi, permettendo lo

sviluppo delle stesse.

METODO SCOTTEX

Per chi coltiva il peperoncino in climi freddi, oppure vuole anticipare ulteriormente i tempi, magari

per avere il piacere di coltivare le varietà che richiedono tempi molto lunghi di fruttificazione (come

i capsicum chinense menzionati sopra), può avvalersi del cosiddetto "metodo scottex", il quale

consiste nel mettere i semi di peperoncino sopra circa 10 strati di carta assorbente, bagnandola

senza esagerare.

Il tutto dev'essere messo in un contenitore di plastica trasparente, dotato di coperchio dove verranno

praticati dei piccoli fori, in modo che all'interno ci sia la giusta circolazione dell'aria che insieme

all'umidità creerà l'ambiente ideale per la germinazione. Questo contenitore che sarà l'incubatrice

dei nostri semi, lo chiameremo scottexbox (o se preferite......germbox).

In questa fase non è necessaria molta luce, quindi basta posizionare il nostro germbox vicino ad una

finestra anche senza sole diretto. Dopo qualche giorno, si formeranno delle piccole gocce di acqua

sul fondo. Questo significa che all'interno c'è presenza di umidità, quindi tutto sta funzionando nel

modo giusto. Se vi accorgete che lo scottex è troppo asciutto, bagnatelo con un contagocce,

possibilmente bagnando direttamente i semi, in modo che oltre ad inumidire lo scottex, nello stesso

tempo ammorbidirete la cuticola dei semi facilitando così la fuoriuscita della radichetta.

Come sempre, una delle cose più importanti per la germinazione è la temperatura. Se riuscite a

mantenerla per tutto il giorno, in un valore compreso tra 20°C e 30°C, la germinazione avverrà nel

giro di una settimana o poco più.

La domanda allora nasce spontanea: Come faccio a mantenere una temperatura costante dai 20°C in

su dentro casa, nei primi mesi dell'anno?

Le soluzioni possono essere due: La prima è di tenere i termosifoni (o climatizzatori) sempre accesi

facendo sì che la temperatura della stanza sia sempre costante. Questo metodo è il più efficace, ma

chiaramente è il più costoso per via del dispendio di energia elettrica.

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Il secondo metodo è quello di creare un lightbox, che consiste semplicemente nel mettere il

germbox dentro una scatola chiusa (in legno, cartone, plexiglass o vetro) e posizionare all'interno

(sopra il germbox) una luce calda.

In questo modo dovrete preoccuparvi soltanto di riscaldare l'ambiente interno alla scatola (con un

notevole risparmio di energia elettrica) e con un termometro qualsiasi potrete monitorare la

temperatura (che non dovrà mai superare i 30°C).

Tenete presente che le vecchie lampadine vanno benissimo per questo scopo proprio perchè

riscaldano parecchio, quindi regolatevi con i watt, in modo da trovare la giusta combinazione

(watt/grandezza lightbox).

Una volta che avverrà la germinazione e i cotiledoni saranno ben visibili, potrete trapiantarli nei

bicchierini di plastica, con il terriccio per semina, stando attenti a non danneggiare la radichetta. Io

personalmente mi aiuto con una graffetta, in modo da sollevare delicatamente la radice che di solito

è attaccata alla carta.

Di seguito trovate le immagini che illustrano un tipico germbox e la germinazione avvenuta

all'interno.

Germbox Germbox Completo Germinazione

Se volete diminuire ulteriormente di qualche giorno i tempi di germinazione, potete mettere i semi a

bagno su un infuso di camomilla per 24/48 ore massimo. Fatto questo, dovrete sciacquare i semi

con acqua dolce e posizionarli nel germbox. In questo modo, gli stessi verranno disinfettati

(scongiurando l'insorgere di muffe) e la cuticola verrà ammorbidita, velocizzando la germinazione.

Questo metodo viene chiamato "Osmopriming".

I PRIMI MESI

Una volta spuntate le prime foglioline (vedi foto), le piante hanno bisogno di più luce possibile

(evitando per adesso un'eccessiva esposizione al sole diretto).

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Germinazione all'aperto

Se avete seminato nel periodo primaverile, continuate a somministrare acqua tramite uno spruzzino,

evitando così i ristagni menzionati sopra. Nel frattempo aumentate gradualmente l'esposizione al

sole diretto, in modo da irrobustire le piantine e farle crescere nel modo migliore.

Eventuale mancanza di luce porterà alla cosiddetta "filatura" della pianta, cioè la crescita eccessiva

in altezza (proprio per cercare la luce), a discapito dello spessore del fusto. Pertanto la pianta sarà

debole e non appena farà i primi frutti, non riuscirà a sostenerne il peso con la conseguente morte.

Col passare delle settimane, vedrete le vostre piante crescere a vista d'occhio. Se avete messo più di

un seme per ogni vaso, arrivati a questo punto, potrete iniziare a selezionare le piante più robuste,

che vi garantiranno una maggiore produzione di frutti e di conseguenza dei semi migliori per l'anno

successivo.

Piante al primo mese di vita

COLTIVAZIONE INDOOR

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Se avete seminato nei primi mesi dell'anno utilizzando il metodo scottex, oppure abitate al Nord

Italia, la temperatura media sarà sotto i 15°C, quindi le piantine non potranno essere portate

all'aperto, poichè morirebbero nel giro di qualche giorno.

Per ovviare a questo problema, bisogna attrezzarsi per la cosiddetta "coltivazione indoor", ovvero

dentro casa, portando le piantine in un piccolo spazio del vostro appartamento (o uno scaffale) e

mettendo sopra di esse una luce artificiale che sostituirà la luce del sole. In questo modo, potrete

portare avanti la crescita, nell'attesa che arrivi la stagione giusta per portarle all'aperto.

Tra le varie lampade utilizzate di solito per tale scopo, troviamo i classici neon tubolari a luce

bianca (le migliori sono Day Light) oppure i pannelli LED (con luce rossa e blu) che consumano

molti meno watt, anche se costano di più ma hanno il vantaggio di produrre pochissimo calore,

quindi non c'è il rischio di danneggiare le piccole piante.

Ho specificato luce "rossa e blu" perchè sono i colori assorbiti per la fotosintesi clorofilliana. Più

precisamente, il blu per la fase di crescita vegetativa e il rosso per la fase di fioritura.

Utilizzando una presa temporizzata, potrete impostare le ore di luce che vorrete far assorbire alle

vostre piante (vi consiglio tra le 13 e le 16 ore giornaliere).

Io utilizzo sia i neon tubolari che i LED e devo dire che ho ottenuto sempre risultati soddisfacenti

con entrambi. Mi limito a posizionare le piantine in uno scaffale e piazzare sopra di esse le lampade

ad un'altezza di circa 5 cm, facendo sempre attenzione che la temperatura dell'ambiente circostante

non scenda sotto i 15°C.

Per capire se la luce artificiale che state usando è sufficiente, basta osservare il fusto delle piantine;

se è sottile e verde pallido, significa che non è sufficiente e le piante stanno filando, mentre se è

robusto e di colore tendende al violaceo o verde scuro, allora stanno crescendo benissimo.

Di seguito trovate le foto che danno un'idea di tutto quello che ho descritto.

Ricordate sempre che la cosa migliore è sperimentare di persona i vari metodi, in modo da poter

trovare quello che per voi è il migliore.

Non esiste nessuna legge o regola ben precisa che bisogna seguire, quindi prendete tutti i miei

consigli come piccoli spunti per poi trovare il metodo ideale e più consono alle vostre possibilità.

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L LED Neon Prime settimane

TRAPIANTO IN VASO DEFINITIVO

Non appena le giovani piante avranno sviluppato almeno 4 foglie (oltre i cotiledoni), potrete

iniziare l'operazione di trapianto in quella che sarà la loro dimora fino alla morte.....

Personalmente ho avuto esperienza per la sola coltivazine in vaso, anche perchè è molto più pratico

e da la possibilità di spostare le piante nella migliore posizione. Inoltre, le piante di peperoncino non

necessitano di spazi esagerati, quindi considerando che basta un piccolo balcone o terrazzo, sarà il

tipo di coltivazione che verrà trattato.

Per prima cosa, è necessario preparare i vasi con un terriccio adeguato (quello usato per la semina

non va bene). Potreste utilizzare un terriccio universale già concimato e aggiungere del concime

liquido a basso contenuto di azoto (per evitare crescita eccessiva in altezza) ed alto contenuto di

fosforo e potassio.

In commercio si trovano tanti tipi di concimi liquidi e nella descrizione della composizione è

indicato qualcosa tipo 15-15-15. Questo indica la percentuale di Azoto (N), Fosforo (P) e

Potassio(K).

Fate attenzione quindi che il concime che andrete ad acquistare, non abbia un contenuto di N

maggiore rispetto agli altri.

In alternativa al concime liquido, potete mischiare il terriccio universale con dello stallatico che

fungerà da concime.

Un'altra cosa importante è quella di mettere uno strato di argilla espansa (circa 2 cm) nel fondo del

vaso e mischiare il terriccio con un po' di essa. Questo servirà a favorire il drenaggio dell'acqua in

eccesso, evitando i ristagni.

Il trapianto è un'operazione delicata e dev'essere fatta con cura. Per prima cosa, bagnate

leggermente il terriccio del vaso in cui è attualmente posizionata la pianta, in modo che sarà più

morbido e più facila da rimuovere. Inoltre riempite il vaso di destinazione lasciando un buco tale da

contenere la pianta con il pane di terra originale.

Fatto questo, tornando al vaso di origine, utilizzando un taglierino o qualsiasi altra cosa simile,

inseritelo fino in fondo nella parte del terriccio che è a contatto col vaso e ruotate per tutta la

circonferenza dello stesso, in modo da separare il pane di terra dalle pareti. Dopodichè non dovete

fare altro che capovolgere il vaso, tenendo con una mano il terriccio, in modo da sfilare via tutto il

pane di terra con la pianta.

Se la piantina è cresciuta abbastanza, noterete che le radici hanno preso la forma del vaso di origine.

In questo caso è molto importante sgretolare il pane di terra cercando delicatamente di liberare le

radici. Se questo non viene fatto, la pianta avrà una crescita molto lenta o (ancora peggio) non

crescerà affatto, in quanto le radici, avendo la stessa forma di prima, non riusciranno ad allungarsi e

raggiungere il nuovo terriccio, pertanto è come se rimanessero intrappolate in se stesse.

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Una volta aver liberato le radici, basta inserire il tutto nel foro del vaso di destinazione ed assestare

il terreno circostante in modo che diventi più uniforme possibile. Come ultima operazione, bisogna

innaffiare il nuovo vaso con la pianta, in modo che la stessa si riprenda e le radici vengano a

contatto con la nuova casa.

Per quanto riguarda la dimensione dei vasi definitivi, considerate che più grandi sono e meglio è....

In linea di massima, vi consiglio di non utilizzare vasi con diametro inferiore ai 25 cm.

Ora che la pianta è nel vaso definitivo, continuate ad annaffiare regolarmente, evitando i ristagni di

acqua, osservando di tanto in tanto le foglie per verificare eventuali anomalie nelle stesse e vedrete

che nel giro di 2 mesi inizieranno a spuntare i fiori che subito dopo (nel 90% dei casi), si

trasformeranno in peperoncini.

Molti coltivatori consigliano di potare i rami superflui. Solitamente vengono considerati tali, i rami

che si sviluppano alla base del fusto, in pratica sono quelli che non seguono la tipica forma a Y

della pianta.

Vengono eliminati perchè tolgono energia vitale alla pianta, facendo produrre meno fiori o dando

vita a frutti più piccoli del normale, per questo motivo vengono chiamati "succhioni". Per

esperienza personale, consiglio di andarci piano con la potatura, perchè spesso da questi rami, ho

ottenuto invece moltissimi fiori che si sono poi dimostrati portatori di ottimi frutti. Pertanto il mio

consiglio è di lasciare che la pianta si regoli da se, intervenendo solo nei rami meno vigorosi e

potando naturalmente i rami secchi.

Un altro motivo che spinge molti coltivatori alla potatura (soprattutto i vivaisti), è l'esigenza di dare

alla pianta delle forme ben stabilite, per esempio se si vuole che la pianta sviluppi di più in altezza

piuttosto che in larghezza. Questo potrebbe però causare uno stress tale, da farla sviluppare meno di

quanto avrebbe fatto se non fosse stato potato nulla.

Quando effettuate la potatura, ricordate di lasciare almeno 1 cm del ramo tagliato, perchè se il taglio

viene effettuato troppo a ridosso del fusto principale, potrebbero sorgere delle malattia che

colpirebbero tutta la pianta.

Spesso capita che il terriccio in superficie si indurisce a causa dell'eccessivo caldo, formando una

specie di crosta che ostacola l'ossigenazione delle radici causando un rallentamento della crescita.

In questo caso, utilizzando ad esempio una forchetta, è bene grattare la superficie smuovendo un po'

di terriccio (circa 1 cm di profondità), in modo da permettere all'ossigeno di penetrare all'interno,

ossigenando le radici e permettendo alla pianta di crescere regolarmente.

Non dimenticate di mettere un tutore per sostenere la pianta ed evitare che si spezzi in caso di forte

vento. Una semplice canna di bambù va più che bene e per legarla al fusto, potete usare un qualsiasi

nastro o fil di ferro.

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Pianta in produzione

Quando finalmente andrete a raccogliere i vostri peperoncini, ricordatevi che se nelle 48 ore

precedenti non avete dato acqua, gli stessi risulteranno molto più piccanti. Se invece avete

annaffiato da poco...la piccantezza sarà minore.

A voi la scelta...........

A proposito della piccantezza, esiste una vera e propria unità di misura per determinarla, chiamata

"scala di Scoville", che prende il nome dal suo scopritore Wilbur Scoville.

Il numero di unità di Scoville (SHU - Scoville Heat Units), indica la quantità di capsaicina

equivalente contenuta nel peperoncino, quindi più alta è.......più piccante sarà il peperoncino in

questione.

A titolo di esempio, di seguito trovate la lista delle principali varietà di peperoncini, con la relativa

piccantezza (in ordine decrescente):

- Trinidad Moruga Scorpion (da 1.067.286 a 2.000.000 SHU).

- Bhut Jolokia/Bih Jolokia (da 855.000 a 1.041.427 SHU).

- Naga Dorset/Naga Morich (da 876.000 a 970.000 SHU).

- Habanero Red Savina (da 350.000 a 855.000 SHU).

- Habanero, Scotch Bonnet, African Devil (da 100.000 a 350.000 SHU).

- Rocoto, Santaka (da 50.000 a 100.000 SHU).

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- Cayenna, Tabasco (da 30.000 a 50.000 SHU).

- Soverato (da 15.000 a 30.000 SHU).

- Serrano (da 5.000 a 15.000 SHU).

- Jalapeno (da 2.500 a 5.000 SHU).

- Numex (da 1.500 a 2.500 SHU).

- Pasilla, Ancho (da 1.000 a 1.500 SHU).

- Mexican Bell, Cherry (da 100 a 1.000 SHU).

- Sweet Bell Pepper, Pimento (da 0 a 100 SHU).

IBRIDAZIONE

Il peperoncino è una pianta autogama, cioè autofecondante. Questo significa che non è necessaria

l'impollinazione da parte di insetti per far si che il fiore si trasformi in peperoncino, infatti tutto

avverrà automaticamente.

Detto questo, purtroppo esiste il rischio della cosiddetta "ibridazione", ovvero la modificazione

genetica dei peperoncini dovuta all'impollinazione di due varietà diverse. Questo può essere causato

da insetti impollinatori che volando da un fiore all'altro o da una pianta all'altra, ne trasportano il

polline lasciandolo sul pistillo dei fiori di piante diverse (magari perchè vicine).

In questo modo, i peperoncini che nasceranno dai suddetti fiori, saranno apparentemente identici

alla varietà che rappresentano, ma i semi contenuti al loro interno, porteranno con se le mutazioni

genetiche dovute all'ibridazione. In altre parole, significa che le piante che nasceranno da questi

semi, non avranno niente a che vedere con la varietà originale e considerando il tempo e la passione

impiegata per farle crescere.......sarà una grande delusione.

Per scongiurare questo fenomeno, necessita isolare i fiori non ancora sbocciati, in modo che nessun

insetto (o il semplice vento) potrà depositare su di essi, il polline proveniente da altri fiori.

L'isolamente può essere effettuato utilizzando un semplice telo TNT. Molti coltivatori usano isolare

l'intera pianta, ma è una pratica che sconsiglio vivamente, poichè considerando l'aumento di

temperatura che porta il TNT, si rischierà di indurre la pianta ad uno stress tale da far cadere la

quasi totalità dei fiori, con la conseguente limitazione dei peperoncini prodotti (anche l'80% in

meno). Per evitare questo problema, consiglio invece di isolare i singoli rami (anche uno per

pianta).

Una volta avvenuta l'allegagione (trasformazione del fiore in peperoncino), si potrà togliere il TNT

e godersi la crescita dei frutti con la totale sicurezza che i semi in essi contenuti saranno puri.

Di seguito trovate le foto che danno l'idea di come isolare i fiori delle vostre piante.

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Isolamento Bishop's Crown Isolamento Habanero Isolamento Jalapeno Purple

CONSERVAZIONE DEI SEMI

Arrivati nel periodo di autunno, le piante sono ormai arrivate alla fine della produzione, pertanto è

consigliabile prendere i frutti rimasti per estrarre e conservare i semi.

Per fare ciò, dovete semplicemente estarrre i semi dai peperoncini maturi che avete isolato

precedentemente per evitare l'ibridazione (sempre se l'avete fatto), utilizzando un coltello appuntito

e dei guanti (in lattice per esempio), per evitare bruciore agli occhi o qualsiasi altra parte del corpo

toccata dopo aver maneggiato i frutti.

Consiglio di estrarre i semi con tutta la placenta (la parte bianca e spugnosa dove sono attaccati i

semi), in modo che continuino ancora a maturare. Inoltre la placenta rilascerà la capsaicina che oltre

a costituire una vera e propria barriera con l'ambiente esterno, gli darà quel colore dorato

caratteristico dei semi. Dopodichè dovrete mettere i semi (ancora attaccati alla placenta) in un

contenitore (ad es: i bicchierini di caffè) o su qualche foglio di carta assorbente (quella utilizzata in

cucina va benissimo) e metterli ad asciugare in un posto riparato dalle piogge. Una volta asciutti, i

semi verranno staccati dalla placenta e conservati in delle bustine di plastica o carta e riposti in un

luogo asciutto e possibilmente fresco.

Solitamente la vita media dei semi, se posti nei luoghi adatti, può superare anche i 2 anni.

POSSIBILI PATOLOGIE

Questa sezione è forse la più importante di tutte, in quanto descrive alcune delle possibili patologie

che possono colpire le nostre piante e aiuta a riconoscerne i sintomi, in modo da poter intervenire in

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tempo e nel giusto modo. La capacità di fare questo, cresce con il crescere della propria esperienza,

ma per chi parte da zero, credo che troverà questa parte molto interessante e soprattutto....utile!

Partiamo dal fatto (scontato) che le piante non possono parlare (ma va??), quindi chi può segnalarci

eventuali patologie o infezioni?? Le foglie naturalmente.

Queste sono alcune tra le tante segnalazioni che le foglie possono darci:

- Foglie gialle: mancanza di luce, azoto oppure molto più probabilmente si tratta di un eccesso di

annaffiatura.

Per porre rimedio a tale patologia, necessita ridurre le annaffiature, verificare se il terriccio non

drena l'acqua in eccesso e quindi crea dei ristagni che possono far marcire le radici, oppure nel caso

di poca esposizione alla luce...cambiare la posizione della pianta e metterla in un luogo più

soleggiato.

- Foglie accartocciate: terriccio troppo secco, esposizione troppo calda, danni alle radici oppure

presenza di parassiti.

Per porre rimedio necessita aumentare l'annaffiatura, migliorare l'esposizione o se necessario,

rinvasare. Oppure nel caso di parassiti, utilizzare un anti parassitario apposito (Vedi la sezione

sottostante).

- Foglie sbiadite: in questo caso il colore della foglia è verde pallido ma le nervature sono ancora

verdi. Questo è dovuto alla mancanza di sostanze nutrienti nel terriccio (ad es: ferro e magnesio).

Per porre rimedio, potrebbe essere necessario concimanre settimanalmente con concime liquido ad

alto contenuto di ferro e magnesio.

- Foglie scottate: colorazione della foglia rossiccia, marrone o grigia, dovuto ad una errata

acclimatazione o esposizione troppo soleggiata..

Per porre rimedio necessita migliorare l'esposizione della pianta.

Oltre alle patologie di cui sopra, dobbiamo anche stare attenti ai parassiti. Questa parte verrà

descritta nella sezione sottostante.

NEMICI DELLE PIANTE

Numerosi sono i nemici che possono minare la salute delle nostre piante. Quelli più pericolosi e che

personalmente ho dovuto combattere sono gli Afidi.

Essi sono insetti di piccolissime dimensioni, comunemente conosciuti come pidocchi, di colore

variabile dal verde chiaro al bruno. Vivono in colonie, preferibilmente sulla pagina inferiore delle

foglie, e si nutrono dei succhi floematici, pungendo la pianta con il proprio apparato boccale

pungente e succhiante ed iniettando contemporaneamente una sostanza che la danneggia. Le foglie

apicali sono le prime ad essere colpite e, osservandole superficialmente, i piccoli parassiti non si

vedono. Le foglie si deformano, diventano corrugate e compaiono bolle ed accartocciamenti (Vedi

foto in basso).

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E' importantissimo osservare le piante con attenzione in modo da poter intervenire nel più breve

tempo possibile. Infatti osservando la pagina inferiore delle foglie, noterete tali micidiali insetti che,

se lasciati fare, possono ridurre la pianta in condizioni gravissime.

Gli afidi rilasciano una sostanza chiamata "melata" di cui vanno ghiotte le formiche, pertanto se le

notate gironzolare nei vostri vasi o nelle vostre piante, iniziate ad allarmarvi e ad osservare la

pagina inferiore delle foglie con attenzione. Inoltre eliminando le formiche, potrete limitare la

diffusione degli afidi, perchè spesso sono proprio loro che le trasportano da una pianta all'altra.

Nel caso in cui notate la presenza di questi parassiti, allora agite in tempo. Personalmente ho sempre

risolto il problema utilizzando dei prodotti appositi a base di piretro. Quest'ultimo, essendo un

insetticida naturale, oltre ad essere molto efficace, non rovina il raccolto (e soprattutto la nostra

salute).

Una volta eliminati, non abbassate mai la guardia e non cantate vittoria. Il mio consiglio è di

controllate le vostre piante ogni giorno, in quanto, anche utilizzando un insetticida efficace, gli

Afidi nella maggior parte dei casi tornano, quindi bisogna stanarli sul nascere, onde evitare di

perdere il controllo della situazione e farli moltiplicare troppo, rendendo il problema ingestibile.

Pianta Colpita Da Afidi Pianta Colpita Da Afidi

Uno dei principali predatori degli afidi è la coccinella, pertanto se vi capita di vederla gironzolare

nelle vostre piante, siatene più che contenti e soprattutto non allontanatela, anche perchè non reca

alcun danno.

Non tutti sanno che la coccinella quando nasce, non ha la forma ed il colorito rosso (o marrone) con

i puntini neri che la caratterizzano e che siamo abituati a vedere. Come tantissimi altri insetti, nasce

allo stato larvale per poi passare allo stato di "pupa" e definitivamente alla coccinella che

conosciamo.

Già allo stato larvale è una vorace ed agguerrita predatrice di afidi, quindi anche se esteticamente

non ha niente a che vedere con quella adulta, vi consiglio vivamente di non allontanarla.

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Per facilitarvi nel riconoscerle, ho inserito di seguito due foto. La prima ritrae una larva di

coccinella (colore nero) e tre pupe (colore marroncino), mentre nella seconda trovate una coccinella

adulta.

Larva e Pupa Di Coccinella Coccinella Adulta

CURE AUTUNNALI ED INVERNALI

Alcune varietà di peperoncino, soprattutto i capsicum chinense (tipo l'Habanero, Bhut Jolokia ecc.),

raggiungono il massimo splendore proprio in autunno e portano con se i colori dei loro frutti anche

in una parte della cattiva stagione, pertanto bisogna avere un po' di cure particolari per far sì che

riescano a sopravvivere fino alla primavera successiva.

Per prima cosa, è necessario trovare un posto dove tenerli al riparo dalle intemperie ed evitare di

annaffiare più del dovuto. Basta stare attenti che il terriccio sia appena umido e spesso significa

annaffiare una volta ogni due settimane. Dare troppa acqua significherebbe creare ristagni nel

substrato e favorire l'insorgere di malattie o funghi.

Per quanto riguarda invece il posto per ripararli, io personalmente utilizzo una serra. E' chiaro che

per motivi di spazio non tutte le piante a nostra disposizione potranno essere messe al riparo,

pertanto consiglio di selezionare quelle più robuste (magari una per tipologia).

Per chi non ha la possibilità di utilizzare una piccola serra, può mettere le piante in un luogo al

chiuso, purchè sia abbastanza luminoso, ad esempio in casa su un davanzale o sulle scale a patto

che ci sia qualche vetrata che possa illuminarle. Chiaramente per chi coltiva in terra, dovrà prima

spiantarle e metterle nei vasi (per questo motivo preferisco la coltivazione in vaso).

Fatto questo, dovrete controllare le vostre piante periodicamente ed eliminare eventuali frutti e rami

secchi. Non abbiate paura.....la prossima primavera la pianta emettera nuovi rami e quindi....nuovi

frutti (Vedi foto sottostanti).

Page 15: Elenco di seguito le guide relative a tutte le fasi della … · SEMINA E GERMINAZIONE Il periodo in cui normalmente vengono seminati all'aperto i peperoncini va da Marzo a Maggio,

Ripresa Vegetativa Ripresa Vegetativa

Adesso sapete tutto il necessario per poter iniziare a coltivare il peperoncino piccante.

Buona coltivazione!!!