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3 Cecconi a pag. 24 Direttore responsabile Paolo Panerai Direttore comitato di direzione Cristina Attuati Comitato di direzione Cristina Attuati Carmelo Benedetti Mauro Bossola Franco Casini Giuliano De Filippis Enrico Gavarini Valerio Poloni Lando Maria Sileoni Matteo Valenti Capo redattore Lodovico Antonini Collaboratori Sofia Cecconi consulente legale Fabi Costantino Cipolla ordinario di sociologia Università di Bologna Marco De Marco docente di Informatica generale Università Cattolica - Milano Giacomo Guerriero responsabile servizio di prevenzione ASL RMC Luciano Quaranta, direttore della Clinica oculistica Università degli Studi di Brescia Luca Riciputi esperto risorse umane e consulente aziendale Domenico Secondulfo docente di sociologia generale e di sociologia dei processi culturali Università di Verona Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, Università Cattolica - Milano Illustrazioni: Mangosi Editing: Mariapaola Diversi Grafica: ER Creativity Direzione, Redazione, Amministrazione 00198 Roma - Via Tevere 46 Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4 Fax: 06-85.52.275 - 85.59.220 Stampa Elcograf, Beverate di Brivio (Lc) Sommario N .4- A NNO LVII GIUGNO 2006 Sileoni a pag.5 Gallo a pag. 7 Gavarini a pag. 22 www.fabi.it E-mail: [email protected] [email protected] Edizione web: www.fabi.it/pubblicazioni/voce.htm La Fabi su internet D urante la grande manifestazione sin- dacale che si è tenuta a Locri il 1° Maggio scorso, i ragazzi della Cala- bria hanno chiesto a gran voce di non es- sere abbandonati.Non vanno dimenticati i ragazzi che hanno sfilato con un grande lenzuolo bianco con scritto “…e adesso ammazzateci. L'omertà è la vostra forza. Noi giovani la vostra fine”. Sono ragazzi come altri, co- me tanti, ma con un problema in più che i loro coetanei forse ignorano. Un macigno che incombe sul loro futuro e che si chiama ndrangheta, mafia, camorra. I ragazzi di Calabria ci hanno messo la faccia e i loro nomi per non doverci rimettere domani la loro vita. La morte di Fran- cesco Fortugno sta diventando per la Calabria quello che Falcone e Borsellino rappresentano per la Sicilia. Questi ragazzi hanno dato una scossa, hanno dato ener- gia. I giovani di Locri hanno compiuto la loro scelta. Di più non possiamo chiedergli: adesso sono loro che chie- dono qualcosa. Chiedono di non abbandonarli, chiedo- no che il paese non si dimentichi di loro. Su un impor- tante quotidiano avevamo letto qualche mese fa l’appel- lo di un ragazzo, Angelo di 15 anni: “sarebbe bello se i grandi nomi della cultura, dello spettacolo, del giornali- smo venissero qui a tenere conferenze, a fare spettacoli, semplicemente a farsi vedere in giro. Sarebbe un mes- saggio di fiducia”. Stavolta il sindacato ed il paese civile hanno dato retta ad Angelo e la grande manifestazione sindacale unitaria si è tenuta proprio a Locri. Ora bisogna dar continuità a quell’iniziativa, bisogna fare qualcosa per lui, per i giovani di Calabria così co- me per tutti i giovani del Sud, troppo spesso dimenticati dalla politica. Ed il sindacato deve avere un ruolo importante di stimo- lo, di vigilanza e di denuncia, ma anche di proposta per dare alla Calabria ed a tutto il Meridione le stesse op- portunità del Nord ricco ed europeo. Editoriale di Cristina Attuati Ragazzi di Calabria Filo diretto Lo scandalo calcio alla prova dei giudici 5 di Lando Sileoni Dossier Destini incrociati. Faccia a faccia Attuati-Gallo 6 di Ludovico Antonini Progetto Competence a prova di dibattito 10 Scheda pratica. I diritti della maternità 14 Focus Una casa eco-compatibile fa bene all’economia 16 di Cristina Cimato Salute. Ecco i nuovi percorsi salvacuore 20 di Elena Correggia Sindacato e Sindacato e servizi Il Censis studia l’identità del bancario 22 di Enrico Gavarini Sindacato e Europa, la lezione della Francia 23 Diritto del lavoro. L’assenza per malattia 24 di Sofia Cecconi Previdenza. Come calcolare le pensioni di coppia 25 Casa. Le tutele per chi compra sulla carta 26 di Domenico Polimeni Caaf. Vademecum per chi va in affitto 27 di Leonardo Comucci Non solo banca Agriturismo. Al mare in Gallura 30 di Lauretta Coz Consumi & simboli. L’olio extravergine 32 di Domenico Secondulfo L’appuntamento. Il viaggio annuale della Fabi 33 Altroturismo 34 di Arturo

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Cecconi a pag. 24

Direttore responsabilePaolo Panerai

Direttore comitato di direzioneCristina Attuati

Comitato di direzioneCristina AttuatiCarmelo BenedettiMauro BossolaFranco CasiniGiuliano De FilippisEnrico GavariniValerio PoloniLando Maria SileoniMatteo Valenti

Capo redattoreLodovico Antonini

CollaboratoriSofia Cecconiconsulente legale Fabi Costantino Cipollaordinario di sociologia Università diBolognaMarco De Marcodocente di Informatica generaleUniversità Cattolica - Milano Giacomo Guerrieroresponsabile servizio di prevenzioneASL RMC Luciano Quaranta, direttore della Clinica oculisticaUniversità degli Studi di Brescia Luca Riciputiesperto risorse umane e consulenteaziendaleDomenico Secondulfodocente di sociologia generale e di sociologia dei processi culturaliUniversità di Verona Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, UniversitàCattolica - Milano

Illustrazioni: MangosiEditing: Mariapaola DiversiGrafica: ER Creativity

Direzione, Redazione, Amministrazione00198 Roma - Via Tevere 46Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4Fax: 06-85.52.275 - 85.59.220StampaElcograf, Beverate di Brivio (Lc)

Sommario

N . 4 - A N N O L V I I G I U G N O 2 0 0 6

Sileoni a pag.5

Gallo a pag. 7

Gavarini a pag. 22

www.fabi.it

E-mail: [email protected]@fabi.it

Edizione web:www.fabi.it/pubblicazioni/voce.htm

La Fabi su internet

Durante la grande manifestazione sin-dacale che si è tenuta a Locri il 1°Maggio scorso, i ragazzi della Cala-

bria hanno chiesto a gran voce di non es-sere abbandonati.Non vanno dimenticatii ragazzi che hanno sfilato con un grandelenzuolo bianco con scritto “…e adessoammazzateci. L'omertà è la vostra forza.

Noi giovani la vostra fine”. Sono ragazzi come altri, co-me tanti, ma con un problema in più che i loro coetaneiforse ignorano. Un macigno che incombe sul loro futuroe che si chiama ndrangheta, mafia, camorra. I ragazzi diCalabria ci hanno messo la faccia e i loro nomi per nondoverci rimettere domani la loro vita. La morte di Fran-cesco Fortugno sta diventando per la Calabria quelloche Falcone e Borsellino rappresentano per la Sicilia. Questi ragazzi hanno dato una scossa, hanno dato ener-gia. I giovani di Locri hanno compiuto la loro scelta. Dipiù non possiamo chiedergli: adesso sono loro che chie-

dono qualcosa. Chiedono di non abbandonarli, chiedo-no che il paese non si dimentichi di loro. Su un impor-tante quotidiano avevamo letto qualche mese fa l’appel-lo di un ragazzo, Angelo di 15 anni: “sarebbe bello se igrandi nomi della cultura, dello spettacolo, del giornali-smo venissero qui a tenere conferenze, a fare spettacoli,semplicemente a farsi vedere in giro. Sarebbe un mes-saggio di fiducia”.Stavolta il sindacato ed il paese civile hanno dato rettaad Angelo e la grande manifestazione sindacale unitariasi è tenuta proprio a Locri.Ora bisogna dar continuità a quell’iniziativa, bisognafare qualcosa per lui, per i giovani di Calabria così co-me per tutti i giovani del Sud, troppo spesso dimenticatidalla politica.Ed il sindacato deve avere un ruolo importante di stimo-lo, di vigilanza e di denuncia, ma anche di proposta perdare alla Calabria ed a tutto il Meridione le stesse op-portunità del Nord ricco ed europeo.

Editoriale d i C r i s t i na A t tua t i

Ragazzi di Calabria

Filo diretto

Lo scandalo calcio allaprova dei giudici 5di Lando Sileoni

Dossier

Destini incrociati. Faccia a faccia Attuati-Gallo 6di Ludovico Antonini

Progetto Competencea prova di dibattito 10Scheda pratica. I diritti della maternità 14Focus

Una casa eco-compatibilefa bene all’economia 16di Cristina Cimato

Salute. Ecco i nuovi percorsi salvacuore 20di Elena CorreggiaSindacato e

Sindacato e servizi

Il Censis studia l’identità del bancario 22di Enrico Gavarini Sindacato e

Europa, la lezionedella Francia 23

Diritto del lavoro.L’assenza per malattia 24di Sofia Cecconi

Previdenza. Come calcolarele pensioni di coppia 25

Casa. Le tutele perchi compra sulla carta 26di Domenico Polimeni

Caaf. Vademecumper chi va in affitto 27di Leonardo Comucci

Non solo banca

Agriturismo. Al mare in Gallura 30di Lauretta Coz

Consumi & simboli. L’olio extravergine 32di Domenico Secondulfo

L’appuntamento. Ilviaggio annuale della Fabi 33

Altroturismo 34di Arturo

Fabi 03 somm ok 2_Dave 30-05-2006 14:19 Pagina 3

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IIl rischio da evitare è chetutto finisca a “tarallucci evino”. Dalle intercettazio-ni telefoniche emergonoalcune scottanti verità: undiffuso malcostume, con

una regia attenta e puntualeper gestire le partite di calciodella serie A. Giocatori espul-si, da espellere, da ammonire:tutto era organizzato scientifi-camente. Le vittime principali? I tifosi egli amanti di questo sport,quelli che la domenica spen-dono soldi per seguire la pro-pria squadra del cuore, quelliche legalmente scommettonosull’esito delle partite, quelliche pagano 60 euro al meseper abbonarsi alla televisione,quelli che ci credono e che orasi sentono traditi.Senza contare i bambini, chesognano di diventare come iloro eroi calcistici.Il sistema calcio è come un pugile suonato afine carriera, stordito, traballante; un pugileche rifiuta di prendere atto della terribile

realtà. Una pena.Come le vergini stolte delVangelo, ora tutti gli amici diMoggi, i collaboratori, gli af-filiati, i subalterni, quelli chestazionavano puntualmentesul “suo” libro paga, pensanosoprattutto a difendere la lorovirtuale verginità. Uno schifo. Il sistema calcio è marcio dal-le fondamenta: 500 euro mini-mo per iscrivere il proprio fi-glio ad una scuola calcio sonouna bestemmia; stipendi ma-scherati da rimborsi spese chevengono puntualmente elargi-ti anche al dilettante più scar-so della più infima categoria,dove personaggi di inesistentespessore comprano e vendonogiocatori, scimmiottando iprofessionisti, come fosseroanimali da cortile.Tutto questo, purtroppo, è di-ventato realtà. Pensate agli in-gaggi principeschi di calciato-

ri professionisti che, come quotidiano pro-blema da affrontare, hanno da spendere lecentinaia di euro che trovano la mattina quan-do si svegliano, sul proprio comodino: non viviene il voltastomaco?L’aspetto più inquietante, che sembra emer-gere dalla madre di tutti gli scandali, non so-no soltanto i contenuti delle intercettazioni,già di per sé, comunque, pesantissimi.Ciò che ci lascia sgomenti, se non fosse perl’italica propensione per la tragicommedia, èconstatare che si debba sempre aspettare l’in-tervento della Magistratura per riportare unminimo di chiarezza e di speranza nella no-stra società.Viviamo in un sistema dove, all’interno del-le varie istituzioni, gli organi preposti al con-trollo troppo spesso mostrano incapacitàd’intervento, se non – addirittura – mancan-za di volontà politica d’intervenire.Laissez faire, sembra la parola d’ordine,ovunque. Così, purtroppo, è stato per Tan-gentopoli, per i casi Cirio e Parmalat, per laBanca d’Italia, per la Banca Popolare Italia-na, per i finanzieri d’assalto, per i furbetti delquartierino ed ora per il calcio… Senza l’in-tervento della Magistratura tutto sarebbe an-cora rimasto nascosto. Ora aspettiamo gli svi-luppi delle inchieste, il verdetto della Magi-

stratura sportiva e di quella ordinaria.Troppi soldi girano intorno al calcio: quelloche è accaduto è la dimostrazione che quan-do il denaro diventa l’unico obiettivo da rag-giungere “il fine troppo spesso giustifica imezzi”.La nostra società è tormentata da problemi diogni genere, primo fra tutti quello del lavo-ro. Ci mancava ora anche quello del calcio:ne avremmo volentieri fatto a meno! Le persone che governano ogni settore dellanostra società, devono dimostrare con com-portamenti corretti ed equilibrati, di esseremeritevoli della delega ottenuta dai cittadini.Dimostrino di sapersi rinnovare, di saper fa-re pulizia, evitando il rischio concreto che an-che questo scandalo, come molti altri, finiscaa “tarallucci e vino”.A pagarne le conseguenze saranno le genera-zioni prossime future, cioè i nostri figli ed ifigli dei nostri figli. Quando si è costretti a vi-vere solo di speranze, significa che anchequelle poche ultime certezze cui stavamo ag-grappati sono state distrutte.

Filo

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Attualit

à Palloni comprati e venduti,ma ora i giudici si facciano sentire

di Lando SileoniSegretario Nazionale

FABI

Le vittimeprincipali?I tifosi e gliamanti diquestosport, quelliche cicredevano ...

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Filo diretto

Luciano Moggi, “Lucianone” per gli amicidella Juventus di cui era direttore generaleo “er paletta” per quelli d’altri tempi quandofaceva il capostazione a Civitavecchia

Quelli della magistratura sportiva e, soprattutto, ordinaria, con la speranzache non finisca nella sabbia l’ultimo scandalo. Che insieme a Cirio, Parmalate Bankitalia ha un punto in comune: dov’era chi doveva controllare?

Lando Sileoni

Fabi 05 Filo_Dave 30-05-2006 14:27 Pagina 5

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di Lodovico Antonini

Conclusasi la stagione dei congressi,ora FIBA CISL e FABI devonoiniziare il percorso comune di cui si èdiscusso. La Voce ne ha parlato con isegre tar i naz iona l i de l le dueorganizzazioni, Cristina Attuati e

Giuseppe Gallo.

Fabi: Come pensate di concretizzare le ideeche avete portato al dibattito e all’appro-vazione dei delegati?

Gallo: Vorremmo procedere con un’im-postazione di grande serietà. In prima istan-za scavando sulle reciproche identità, sul-la storia e culture, attraverso una serie diseminari sulla concezione dell’autonomiae dell’associazionismo sindacale e sulla laresponsabilità sociale e democrazia eco-nomica.Quest’operazione preliminare è lapremessa per provare a proiettare la nostraidentità storica su una strategia futura ecomune, che deve tener conto del momentodi grande turbolenza che investe il nostrosettore ed il Paese.Un’impostazione di questo tipo obbediscead un’esigenza di realismo e di rispetto re-ciproco; non pretende di imporre tappe edaccelerazioni per decreto, bensì – nel ri-spetto delle culture, delle sensibilità e del-le prassi – prova ad impostare un proces-so di convergenza strategica ed organiz-zativa. Questo momento di confronto do-vrebbe trovare la sua conclusione o, me-glio, l’apertura di una nuova fase, negli or-ganismi direttivi nazionali, che riuniremoinsieme il 22 e 23 di giugno.In quel momento i nostri gruppi dirigentinazionali condivideranno sia l’analisi re-trospettiva sia la proiezione strategica, cioèle grandi direttrici di marcia. Sarà per noiun momento importante, perché porteremoal vaglio del nostro gruppo dirigente il la-voro, già molto positivo, realizzato in que-sti mesi. La seconda linea operativa ri-guarderà il coordinamento fra le nostrestrutture aziendali, di gruppo e periferiche,

così da favorire l’af-finamento delle sen-sibilità e delle pras-si. È un’operazionecertamente più dif-ficile, perché cia-scuno di noi, nellasua storia ha stabi-lizzato e strutturatodelle prassi e degliatteggiamenti, ine-vitabilmente diversi,determinati dalle vi-cende successive al-la rottura del mag-gio 2003. D’altro canto, nonpossiamo dimenti-care che lealmentesiamo arrivati a con-tenziosi, a scontri, adiatribe, che hannolasciato il segno.Quindi, altrettantolealmente, per af-frontare questa nuo-va fase, dovremo di-most rare grandesensibilità ed aper-tura.La terza considera-zione riguarda il rap-porto fra il patto d’u-nità d’azione, ormaivarato tra FABI eCISL, e le politichesettoriali. Sotto que-sto profilo, credoche noi dovremo ri-badire alle altre or-ganizzazioni sinda-cali che il nostro patto favorirà la condi-visione da parte della FABI delle politicheconfederali generali: la politica concerta-tiva, la politica dei redditi, la politica diwelfare, la politica di sviluppo. Dovremoribadire che il nostro patto di unità d’a-zione non produrrà un’automatica tradu-zione sulle politiche settoriali.

Infatti, ciascuna organizzazione, sulla ba-se di una pari dignità riconosciuta, offriràil suo contributo alla sintesi delle politi-che contrattuali, nell’ambito dell’unità,che noi auspichiamo più ampia possibile,delle Organizzazioni sindacali del settore.

Fabi: Si ricomporrà il tavolo a sette?

Dossier

Dos

sier

Dos

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Nelle riunioni dei direttivi nazionali di Fabi e Fiba Cisldel 22 e 23 giugno verranno decisi i primi passi operativiverso la realizzazione del patto di unità d’azione

Destiniincrociati

Cristina Attuati è nata a Novara, 38 anni fa. Dopo la laurea in Scienzepolitiche è entrata in banca e ha fatto la scelta dell’impegno sindacalenel 1993. dal 1995 fa parte del Comitato direttivo centrale della Fabi edal luglio 2004 è diventata Segretario generale, incarico che è statoriconfermato nel recente congresso nazionale straordinario. Nel 2005è stata nominata consigliere del CNEL

Faccia a faccia tra Cristina Attuati e Giuseppe Gallo

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Gallo: Potrebbe essere a sette, forse anchead otto o a nove, a seconda delle disponi-bilità che manifesteranno le altre organiz-zazioni sindacali.

Fabi: Passo definito “coraggioso” quellocompiuto dalla FABI e che ha destatoalcune perplessità anche fra i nostridirigenti. Sei d’accordo col percorsodelineato da Gallo e che cosa rispondi alleobiezioni di chi teme l’incontro tra FABI eCISL?

Attuati: Più che coraggioso, definirei “ne-cessario” il passo che abbiamo compiuto.Non dimentichiamo che proprio la catego-ria ce lo chiedeva, e un sindacato che vaalla ricerca di ciò che unisce e non di ciòche divide risponde proprio alla sua mis-sione originaria e diventa, perciò stesso, unsindacato più forte, più incisivo, più effi-cace. Vogliamo partire da ciò che ci uni-sce, pur nel rispetto delle reciproche iden-tità, per costruire qualcosa di concreto e pergettare ponti, non per innalzare delle bar-riere.

Fabi: Nessuna volontà di egemonia enessuna operazione per mettere inminoranza altre organizzazioni, dunque?

Attuati: Certo che no. L’obiettivo che ciprefiggiamo è quello di dare sostanza adun lavoro d’incontro e di confronto, facendoin modo che le tappe siano il più possibi-le condivise. Questo è un messaggio di ras-sicurazioni che vogliamo dare sia a chi puòavere dei dubbi al nostro interno, sia a chimantiene un atteggiamento scettico dall’e-sterno.Comunque, la valutazione finale non saràfatta sulle parole – scritte o dette – ma suifatti.Fatti che devono partire da un dialogo se-rio e costruttivo tra le nostre strutture pe-riferiche e aziendali e che deve portare adun confronto aperto con tutte le altre orga-

nizzazioni sindacali. Certo, non ci nascon-diamo che ci sono organizzazioni con cuic’è una maggiore sintonia ed altre con cuiè più difficile trovare punti d’incontro, acausa di storie e culture diverse. Tuttavia,ciò dev’essere uno stimolo maggiore al con-fronto, per trovare delle sintesi comuni, co-sì come ci viene chiesto dalla base degliiscritti.

Fabi: Giuseppe Gallo ribadisce lanecessità di confrontarci sul territorio conle diverse realtà periferiche. Questopresuppone, nella prospettiva di unpercorso comune, un grosso cambiamentoculturale, che richiede tempi dimetabolizzazione. Quanto ci vorrà, secondote?

Attuati: Personalmente, ritengo che non sitratti di una rivoluzione copernicana. Inrealtà, non solo la nostra organizzazione,ma anche la FIBA CISL, ritengo abbianoprestato molta attenzione al territorio. Lesintesi che facciamo a livello nazionale so-no frutto di sintesi che ci vengono dalla pe-riferia, dai nostri quadri sindacali, cioè dal-le sinapsi tra sindacato ed iscritti. Proprioquesto collegamento continuo, questo dia-logo con la periferia ci è stato molto utile,soprattutto quando ci siamo trovati isolati.Proprio quel rapporto ci ha aiutato a resi-stere ed a crescere, quindi evidentemente èun canale di comunicazione sempre apertoed insostituibile. In passato, è stato usatoper mantenere la compattezza di fronte aquelle che erano considerate minacce ester-ne. In questo caso, il grande rapporto cheabbiamo con la periferia viene utilizzatoper trasferire delle idee che abbiamo ela-borato insieme e che giudichiamo buoneper l’accrescimento organizzativo e cultu-rale. Ma senza imposizioni, bensì con unconfronto che ha proprio nella periferia ilsuo banco di prova.

Fabi: Il contratto nazionale è già

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Giuseppe Gallo è nato adAlessandria nel 1952 e,laureatosi in filosofia, vieneassunto alla Cassa dirisparmio di Tortona (GruppoBanca Lombarda). Nel 1992diviene segretario nazionaledella Federazione italianabancari e assicurativi, Fiba-Cisl, occupandosi, tra l’altrodel coordinamento dell'atti-vità della formazione, studi ericerca.Nel 2004 viene eletto,in sostituzione di Eligio Boni,Segretario generale. Si èimpegnato dall'inizio nellacostituzione e nello sviluppodella Banca popolare etica edella finanza etica

abbondantemente scaduto ed i bancaricominciano a preoccuparsi per il suorinnovo e per l’adeguamento della parteeconomica, che ha un peso determinantesoprattutto in momenti in cui è sempre piùdifficile far quadrare i bilanci familiari.Che pensate di fare?Inoltre, il rinnovo del CCNL sarà unimportante banco di prova delle intenzioniche avete espresso circa la volontà di nonmettere in angolo le altre organizzazioni.Che cosa puoi dirci in proposito?

Gallo: La nostra è un’ispirazione unitaria,lo ribadiamo. Peraltro, siamo in una fase digrande apertura, perché il primo tavolo èpronto per inviare un documento politicoprogrammatico ed un documento di regoleorganizzative alle altre organizzazioni, a par-tire dalla FABI, che è l’organizzazione piùrappresentativa, alla quale è stato esplici-tamente riconosciuto di aver condotto unpercorso di ripensamento politico-strategi-co di grande serietà, giungendo sino ad uncongresso straordinario. I due documentiche ho citato ufficializzano la volontà di al-

“Le sintesi che facciamo alivello nazionale sono frutto diimpulsi che ci vengono dallaperiferia, dai nostri quadrisindacali, cioè dalle sinapsi trasindacato ed iscritti. Proprioquesto collegamentocontinuo, questo dialogo conla periferia ci è stato sempre molto utile” (Attuati)

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LA VOCE DEI Bancari

largamento e quello politico propone anchele linee di orientamento generale per il rin-novo del contratto nazionale.Penso siano linee condivisibili nella loroimpostazione, generale e tuttavia già suffi-cientemente definite. Su quelle linee chie-deremo l’adesione delle altre organizzazio-ni, a chi ci starà, per realizzare la migliorepiattaforma, la più ricca ed efficace, nel-l’interesse dei lavoratori.

Fabi: Quali saranno i temi fondamentalidel prossimo rinnovo contrattuale?

Gallo: Centrale sarà la questione distribu-tiva. Non c’è dubbio che il settore stia vi-vendo una fase positiva di espansione e didinamiche economiche patrimoniali e red-dituali particolarmente rilevanti, proprio invirtù del contributo dato dai lavoratori alriposizionamento competitivo dalla metà de-gli anni Novanta.

È altrettanto indubbio che i risultati del rie-quilibrio competitivo (che ha condotto or-mai sia il R.O.E. sia gli utili di sistema nel-la fascia europea medio-alta) siano ogget-to di una distribuzione sperequata: c’è unasproporzione crescente fra la dinamica del-le redditività e della produttività per ad-detto (valore aggiunto per addetto, ricavida servizi per addetto, fondi intermediatiper addetto ecc.) e la dinamica salariale.Tutti questi indicatori ci dicono che esisteun notevole problema distributivo. Per que-sto, dovremo affrontarlo sia per quanto at-tiene alla difesa del potere d’acquisto deinostri salari, negoziando in base all’infla-zione reale attesa, sia per quanto riguardala distribuzione degli incrementi di pro-duttività e di redditività. È un problemaprioritario a cui dobbiamo dare soluzioniadeguate ed intelligenti, perché non c’è dub-bio che la categoria è in sofferenza. Oltrea questo nodo, che è fondamentale, il CCNLdovrà fare i conti con la proiezione inter-nazionale del sistema bancario italiano. Que-sta è la grande incognita, peraltro previstada tempo, che oggi si manifesta in tutta lasua dirompenza.

Fabi: Quali effetti avrà la proiezioneinternazionale del nostro sistema bancario?

Gallo: Avrà effetti sull’area contrattuale,perché non è prevista nei nostri contrattiun’area contrattuale sovrannazionale. In-fatti, mentre il CCNL è iperpresidiato al-l’interno dei confini nazionali, è debolis-simo in presenza di proiezioni che oltre-passano le frontiere. Non dimentichiamoche l’area contrattuale è l’istituto che ha

garantito alla nostra categoria di evitare lafrantumazione dei contratti e delle tutele.Nel 1990 col famoso lodo Donat Cattin (al-lora Ministro del Lavoro N.d.R.), conqui-stammo l’area contrattuale, impedendo chele esternalizzazioni di centri servizi e diattività parabancarie determinassero la fuo-ruscita di personale con contratto dei mec-canici o del commercio, riducendo la ca-tegoria dei bancari ad una realtà sociale re-siduale, priva di potere contrattuale.Proprio per questo, l’area contrattuale è pernoi un punto strategico, perché tutela gliinteressi dei lavoratori nel lungo periodo.Che fare, allora? Abbiamo idee precise, male vogliamo discutere insieme con tutte lealtre Organizzazioni sindacali, per trovareinsieme le sintesi ottimali.C’è un’altra questione legata alle proie-zioni internazionali: le relazioni sindacali.Nei gruppi soprannazionali – per esempio,in Unicredit – come governeremo le rela-zioni sindacali nel gruppo? Il ComitatoAziendale Europeo (C.A.E.) previsto dal-la normativa comunitaria, continuerà adavere poteri informativi e consultivi o po-trà avere poteri negoziali?Noi rivendichiamo la seconda soluzione,ma nella trattativa in corso con Unicredittroviamo fortissime resistenze a far com-piere al C.A.E. un salto negoziale. Peral-tro, altre e più recenti direttive comunita-rie precisano che i diritti di informazionee consultazione del C.A.E. devono esserefinalizzati ad accordi. Ciononostante, Uni-credit mantiene una posizione di assolutachiusura. Quali relazioni sindacali, quindi,per il gruppo europeo? Infine, il gruppoeuropeo assumerà lo statuto di società eu-

“Nel prossimo rinnovo contrattuale,centrale sarà la questione distributiva.Non c’è dubbio che il settore stiavivendo una fase positiva di espansionee di dinamiche economiche patrimonialie reddituali particolarmente rilevanti,proprio in virtù del contributo dato dailavoratori” (Gallo)

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ropea, con le previsioni della connessa di-rettiva, che prevede momenti di parteci-pazione dei lavoratori anche nelle sedi am-ministrative o nei consigli di sorveglian-za? Abbiamo chiesto ad Unicredit di adot-tare lo statuto di società europea, ma la ri-sposta di Profumo (A.D. di Unicredit,N.d.R.) è stata: “I miei azionisti non sonopronti”.La vicenda offre la misura della comples-sità, delle difficoltà e delle potenzialità del-la fase attuale.Prevedo, quindi, che anche il prossimo rin-novo contrattuale non sarà di ordinaria am-ministrazione.

Fabi: Grandi difficoltà, ma anche grandiopportunità nel percorso comune tra FABIe FIBA CISL. Pensi che da questo pattod’azione possano scaturire dei vantaggi peri lavoratori nel momento del confronto conle controparti?

Attuati: Sicuramente sì. Grandi sfide ci at-tendono e, quindi, anche grandi opportu-nità. Una delle prime cose su cui ci siamotrovati d’accordo con la FIBA CISL è cheil sindacato debba governare i cambiamentie non subirli. È chiaro che, rispetto allapiattaforma rivendicativa ed alla respon-sabilità sociale dell’impresa, che sono sta-te delineate in maniera efficace nella scor-sa tornata contrattuale, ora bisogna riem-pire di contenuti le dichiarazioni. Comespesso accade in questo Paese, le regole cisono e sono all’avanguardia, ma il proble-ma è trovare il modo di farle rispettare edapplicare.Penso che l’elemento qualificante che ca-ratterizza il continuo confronto con gli ami-ci della FIBA CISL avrà un effetto positi-vo sui lavoratori, premettendo che l’obiet-tivo è quello di un reale coinvolgimentosulla partita contrattuale di tutti i bancari,continuando a sensibilizzarli non solo sul-la piattaforma, ma anche durante tutte lefasi della contrattazione. Noi, infatti, ab-biamo bisogno di una categoria compatta,che appoggi in pieno il sindacato, che cidia dei feed-back per capire se siamo sul-la strada giusta. E tutto ciò presuppone unacategoria consapevole. Quindi, una dellegrandi sfide sarà proprio quella di supera-re il muro di qualunquismo o di disinte-resse che, molto spesso, si accompagna alrinnovo contrattuale. Incredibilmente! Qua-si che il problema del rinnovo fosse di per-tinenza esclusivamente del sindacato e nondei singoli lavoratori…Per abbattere questo diaframma che ci se-para da molti lavoratori, credo che dobbia-mo coinvolgere tutti, sin dalle prime battu-te, sia in vista di eventuali mobilitazioni,sia per trasmettere alle controparti che ilsindacato va avanti, avendo dietro tutti i la-voratori.

Fabi: Non ti pare contraddittoriol’atteggiamento delle banche, che primacriticavano il sindacato per supposti ritardiculturali rispetto al cambiamento, mentreora che il sindacato è cambiato ed è più

maturo, le stesse banche esitano edoppongono resistenze antistoriche acambiamenti oltremodo necessari per lacrescita del sistema a livello nazionale edinternazionale? Perché?

Attuati: La stessa parola cambiamento,spesso abusata o usata a sproposito, fapaura. Il cambiamento mina le certezze,costringe a rimettersi in discussione. C’èun cambiamento che si ritiene di poter fa-cilmente gestire o governare e non è qua-si mai il cambiamento vero. Poi c’è il cam-biamento che va oltre, che scommette sulfuturo, sulla propria organizzazione, sul-le proprie forze e la propria capacità diguardare al di là dell’orizzonte conosciu-to. Questo è il vero cambiamento, e vin-cere questa sfida è determinante per il suc-cesso di qualsiasi impresa. Evidentemen-te, alle banche fa paura proprio un sinda-cato che ha messo in discussione le cer-tezze di un tempo e si è adeguato al nuo-vo mondo, alla transizione permanente,lavorando, studiando, aprendosi ad unacultura flessibile e adeguata ai tempi. Inquesto modo, il sindacato è pronto ad af-frontare senza pregiudizi e senza preclu-sioni ogni tema sul tappeto, ricercando lesoluzioni più intelligenti. Purtroppo, per le banche le soluzioni piùintelligenti non sono sempre le più como-de Così, se si fanno ipotesi di scuola, leaziende sono molto aperte quando si trat-ta di operare il loro cambiamento e di esi-gere la disponibilità dei lavoratori e delsindacato. Le stesse aziende, tuttavia, si richiudonoa riccio, quando – all’atto pratico – l’a-pertura mentale del sindacato conduce, peresempio, a ricercare migliori soluzioni alproblema distributivo ed all’introduzionedella filosofia della democrazia economi-ca. Insomma, le nostre aziende fanno gran-di dichiarazioni di facciata sulla loro vo-lontà di essere moderne ma, in realtà, nonhanno nel loro DNA la cultura del verocambiamento.

Fabi: Pensi, quindi, che ci sia ancoragrande distanza fra il cambiamento chesogna il sindacato e quello che immaginanole aziende?

Gallo: Cristina ha ragione. Noi e le ban-che abbiamo una concezione del cambia-mento profondamente diversa, non tantosul concetto, quanto – ad esempio – sulcambiamento che il Protocollo sulla Re-sponsabilità sociale dell’azienda (giugno2004) comporterebbe. La divergenza è re-lativa alle implicazioni di quel Protocollo.Le aziende, che l’hanno sottoscritto purcon qualche riottosità, hanno una conce-zione prevalentemente formale, centratasull’immagine e su un rilancio reputazio-nale quasi esclusivamente formale. Noi, in-vece, di quel Protocollo abbiamo una con-cezione ben più impegnativa, perché sia-mo convinti che se non si riforma la go-vernance delle imprese, vale a dire, se nonsi allarga la governance a tutti i legittimi

portatori d’interessi, a partire non solo da-gli azionisti, ma anche dai rappresentantidei lavoratori, dai rappresentanti dei con-sumatori e delle comunità di riferimento,non si può realizzare quel patto sociale che,dando stabilità ed equilibrio e condivisio-ne alla governance, realizzi la vera re-sponsabilità sociale. Non si può innovareil modo di fare banca, non si può innova-re il modo di distribuire il valore creatodall’azienda-banca, se non si modificanogli orizzonti temporali di riferimento, do-minati dall’ossessione del breve periodo.Noi, è chiaro, poniamo un problema cheimpatta direttamente sui rapporti di pote-re, e le banche - di fronte ad una richiestache deduce coerentemente dal Protocollo– si trovano in difficoltà e non hanno lacapacità di trascinare gli azionisti su que-sta prospettiva.

“ll cambiamento che scommette sulfuturo, sulla propria organizzazione,sulle proprie forze e la propriacapacità di guardare al di làdell’orizzonte conosciuto, è il verocambiamento. Vincere questa sfidaè determinante per il successodi qualsiasi impresa” (Attuati)

Fabi: Sintetizzando il senso di questa lungachiacchierata, mi pare di poter dire chesiete animati dall’ottimismo della speranza,ma trattenuti dal pessimismo della ragione.È così? Puoi dare ai nostri lettori unmessaggio positivo sul contratto e sulfuturo?

Attuati: Per natura sono molto ottimista.Poi, già quest’incontro tra le due maggioriorganizzazioni sindacali del settore, che permolto tempo hanno lavorato separate, la ca-pacità di guardarsi con occhi nuovi e di sco-prire che ci sono molti punti di comune sen-tire è un elemento per me di grande entu-siasmo. Concretamente, è giusto ritrovarsisui fatti e sui contenuti, ma è bello anchesognare ed immaginare una realtà miglio-re, un futuro diverso.Spero, sinceramente, che sia possibile tro-vare un incontro con tutte le altre organiz-zazioni sindacali e predisporre un rinnovocontrattuale in tempi celeri.In ogni caso, ritengo che l’aver riscopertotanti punti di contatto, tanti valori condivi-si, tante comuni speranze sia di buon au-spicio per affrontare le difficoltà che, nonnascondiamocelo, ancora incontreremo. Mala consapevolezza di essere tutti insieme cidà più forza e ci consente di avere meno ti-mori e maggiore determinazione.

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Si è tenuto a Roma, nella splendidacornice della sacrestia del Borro-mini attigua alla Chiesa di Sant’A-gnese in Agone, la riunione dei rap-presentanti degli otto sindacati eu-ropei, che hanno partecipato al pro-

getto “Competence” riguardante la figu-ra dei quadri di-rettivi. Circa ot-tanta i parteci-pant i , prove-nienti da ottopaesi europei,per i quali è sta-to predispostoun impeccabileservizio di tra-duzione simul-tanea in tre lin-gue. Dopo unbreve indirizzo di saluto di Enrico Gava-rini, Segretario Generale Aggiunto dellaFABI, è stato Franco Savi ad introdurrei lavori e a spiegare le finalità della ri-cerca. È toccato poi al prof. Nicola Ian-nello, docente di metodologia delle Scien-ze Sociali presso l’Università Luiss, en-trare nel vivo dell’argomento, i cui aspet-ti normativi e legali sono stati approfon-diti dagli avvocati Pietro Paolo Giampel-

legrini e Sofia Cecconi, consulente lega-le della nostra federazione. “Competen-ce si inserisce nell’attività che la Segre-teria Nazionale sta portando avanti, nelcontesto dei progetti finanziati dalla Co-munità Europea, coordinando organica-mente le strutture della FABI coinvoltein relazione alle materie progettuali: inprimo luogo i dipartimenti Internaziona-le, Formazione e Contrattualistica,” sin-

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Ottanta rappresentanti di otto sindacati europei si sono

confrontati sui problemidei quadri direttivi

Progettocompetence

Luca Panfietti,responsabile delgruppo Progettidella Fabi.Sopra, FrancoSavi, suo strettocollaboratore

A Roma all’inizio di maggio si è disccusso di

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Enrico Gavarini, segretarionazionale aggiunto della Fabi,

ha aperto i lavori a Roma il10 maggio scorso. A destra

i partecipanti al convegno

tetizza Luca Panfietti, responsabile delgruppo Progetti della FABI. “Ora stiamolavorando ad un nuovo progetto sul Dia-logo Sociale, da realizzare in collabora-zione con il coordinamento femminile, conla partecipazione di docenti universitari edil coinvolgimento delle aziende di creditoche accetteranno di affrontare, in modoscientifico e bipartisan, la trattazione deitemi ora in fase di proposta.Le altre ini-ziative riguardano l’indagine sul rischio psi-chico nel mondo bancario in collaborazionecon ISPESL, mentre prosegue l’iniziativafinanziata da ISFOL relativa allo scambiodi informazioni e studi sul salario incen-tivante con importanti partners europei”.Franco Savi, anche lui del Gruppo Progettidella FABI, ha meglio chiarito le paroledi Panfietti: “La Commissione Europea hatra gli obbiettivi alla base delle linee di fi-nanziamento, quello di creare una “citta-dinanza europea” attraverso l’integrazio-ne e, in questo caso, attraverso l’intera-zione fra organizzazioni sindacali. Non èun gioco di parole: lavorando insieme suproblemi comuni, seppure a volte emergaquanto ancora vi sia da fare su ben altri li-velli per avere un’Europa più omogeneaed integrata, si impara che le problemati-che si delineano in modo sempre più affi-ne, così come affini sono le proposte ed ilsentire comune per le azioni da realizzareinsieme”. Il dibattito, arricchito dai con-tributi di numerosi ospiti, è stato vivaceed è durato ben oltre la previsione del pro-gramma. Concludendo i lavori, Enrico Ga-varini ha evidenziato che alle origini delmovimento per i diritti dei lavoratori, ver-so la fine del XIX secolo, vi fu lo slogan:“otto ore per il lavoro, otto ore per il ri-poso, otto ore per la propria vita”. Oggi ilprogetto di Costituzione europea riaffer-ma il diritto di ogni lavoratore ad avere unorario di lavoro definito. In tal senso, “oc-corre ribadire questo diritto anche per iquadri direttivi: l’indeterminatezza dell’o-rario di lavoro per alcune categorie di la-voratori, che non possono essere assimi-late agli alti dirigenti, riporterebbe indie-tro di un secolo lo stato dei diritti di que-sti lavoratori”.

La differenza dipende dal fatto che ci sia unsistema contrattuale di settore o solo aziendale

Ma c’è un problema legale: vale ilmodello italiano o inglese?

In un un mercato del lavoro sempre piùesteso a livello internazionale, il set-tore del credito si colloca fra quelli inposizione più avanzata. Il sindacato di

settore deve far fronte a nuove sfide an-che attraverso una cultura comune che, par-tendo da realtà ed esperienze diverse – inquanto diversi sono i contesti in cui i sin-dacati europei hanno operato fino ad ora– ci possa rapidamente preparare ad unacrescente incidenza di relazioni aziendaliche coinvolgono lavoratori appartenenti adiversi paesi dell’Unione Europea. La tu-tela dei diritti dei lavoratori deve adeguarsiad uno scenario in continua evoluzione,in particolar modo quando si tratta di unafigura professionale emergente come quel-la dei quadri direttivi.

Con questi obbiettivi, la Segreteria na-zionale della FABI ha proposto un pro-getto formativo e di ricerca ai partner sin-dacali nel corso del primo incontro tenu-tosi a Londra il 2 agosto 2005, presiedu-to dal Segretario Generale Cristina Attuati,al quale hanno risposto con entusiasmo edimpegno i colleghi europei convenuti: Ami-cus (Gran Bretagna), ETYK (Cipro), SB-SI (Portogallo), MUBE (Malta), OSPPP(Repubblica Ceca), FeS UGT (Spagna) eFinansförbundet (Svezia), con la collabo-razione di UNI (Union Network Interna-tional), nei confronti dei quali, indispen-sabile trait d’union è stato Angelo Di Cri-sto del Dipartimento Internazionale.

Ha quindi preso il via il progetto transna-zionale “Competence”, co-finanziato dal-la DG Lavoro, Affari Sociali e Pari op-portunità della Commissione Europea,coordinato da Luca Panfietti e Franco Sa-vi per il Gruppo Progetti Finanziati dellaFABI, con la collaborazione dei sindaca-ti di categoria di un campione interessan-te di paesi europei, tanto da rendere la ri-cerca significativa, da un punto di vistadella formazione sindacale, per l’interaUnione. Coordinatore scientifico della ri-cerca è stato Nicola Iannello, docente dimetodologia delle Scienze Sociali pressol’Università Luiss.

La disciplina legale Il primo problema che il progetto “Com-petence” si è trovato ad affrontare è statoquello della diversa disciplina legale e con-trattuale che caratterizza la figura del qua-dro direttivo bancario negli otto paesi coin-volti. Non è stato semplice individuareparametri comuni in grado di connotare il“quadro direttivo” in tutti i paesi partner:una normativa specifica sia legale sia con-trattuale si riscontra solo in Italia, mentreil Regno Unito presenta la minore pattui-zione specifica; fra i due “estremi” si col-locano tutti gli altri paesi, ognuno con spe-cificità proprie. Per fornire una visione d’insieme di que-sto diversificato scenario, si è resa neces-saria un’approfondita ricerca di caratterelegale/normativo nei vari ambienti giuri-

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LA VOCE DEI Bancari

dici e soprattutto negoziali, condotta dal-l’avvocato Pietro Paolo Giampellegrini,con la collaborazione dell’avvocato SofiaCecconi. Si sono principalmente delineati due rag-gruppamenti principali: da una parte paesicome l’Italia, la Spagna, il Portogallo e Ci-pro, dov’è presente un contratto nazionaledi categoria; dall’altra parte si collocano ipaesi come Gran Bretagna, Svezia, Repub-blica Ceca e Malta, nei quali non esiste unacontrattazione di settore ma piuttosto azien-dale/di gruppo, al cui interno la figura delquadro direttivo è fra quelle che più risen-tono dei differenti contesti aziendali.

Le condizioni dei quadriPer apprezzare direttamente, sul campo,la condizione dei quadri direttivi e delleloro aspettative nei confronti del rappre-sentante sindacale, è stato condotto un son-daggio basato su una serie di domande ri-volte ai QD e, in una versione ad essocomplementare, è stata predisposta una se-conda indagine rivolta ai rappresentantisindacali. Le interviste sono state condotteper mezzo del sito Internet realizzato peril progetto dal webmaster Stefano Losi:www.competenceproject.it, direttamenteaccessibile agli intervistati che hannocompilato il form online, dopo essere sta-ti selezionati in base ad un “campione”che rispecchiasse la distribuzione territo-riale e rete/DG/BO dei quadri direttivi neirispettivi paesi. Per l’Italia, la sommini-strazione dei questionari è stata predispostada Giuliano De Filippis, in qualità di re-sponsabile del Coordinamento Quadri.

Il rapporto con il sindacato L’elaborazione dei dati ha mostrato che iquadri bancari hanno un buon rapporto colsindacato, del cui operato danno una va-lutazione sostanzialmente positiva. Que-sto rapporto, però, ha bisogno di esseremigliorato, soprattutto sul fronte della co-municazione personale: il quadro è un la-voratore altamente specializzato e dina-mico (spesso anche giovane anagrafica-mente), e tuttavia emerge la netta esigen-za di un contatto diretto con il rappre-sentante sindacale. Internet e gli altri stru-menti di ICT possono integrare, ma nonsostituire, il dialogo diretto, faccia a fac-cia col sindacato. Per venire incontro a

questo bisogno dei quadri, il progetto“Competence” ha elaborato un corso diformazione che sarà messo a disposizio-ne delle strutture formative dei sindacatipartners, destinato ai rappresentanti sin-dacali che intendono approfondire la loropreparazione specifica sui QD. Il corso,partendo da una conoscenza d’insieme del-le diverse normative europee, analizza irisultati del sondaggio negli otto paesi eu-ropei, e propone un modello formativo dibase sulla comunicazione con i quadri di-rettivi, da sviluppare secondo le specifi-cità di ogni organizzazione/paese partner. Il programma formativo, i cui contenutidi base sono consultabili sul sito Internetwww.compenceproject.it, vuole fornire airesponsabili della formazione degli ottosindacati coinvolti, gli strumenti per sta-bilire un rapporto di fiducia coi quadri,allo scopo di aumentarne la sindacalizza-zione.Il frutto di questa cooperazione transna-zionale tra sindacati è raccolto nel volu-me: “Competence: From Diversity to aUnifying Training Project. Eight EuropeanTrade Unions Cope with the Issues ofMiddle Management in the Banking Sec-tor”. La pubblicazione – che in 140 pagine rac-coglie la ricerca normativa e contrattualesugli otto paesi partner, i dati dei sondaggicon elaborazione a grafica e studio so-ciologico, oltre al corso di formazione ve-ro e proprio – è stato presentato a Romail 10 maggio, durante una giornata di la-voro cui hanno partecipato delegazioni ditutti i sindacati che hanno animato “Com-petence”.

ERRATA CORRIGE

Incarichi segreteria nazionaleNel numero scorso, per un involontario errore di trascrizione degli incarichidei Segretari Nazionali, abbiamo creato un po’ di confusione, cuidesideriamo porre rimedio, scusandoci con gli interessati e con i nostrilettori. Bankitalia è affidata alle cure di Lando Sileoni e Matteo Valenti ;mentre ad essere seguito da Enrico Gavarini e Mauro Bossola è ilCentro Studi Nazionale.I Segretari nazionali Lando Sileoni e MatteoValenti sono incaricati di seguire il Banco Popolare di Verona e Novara.

Organizzazione e gruppi di lavoroSegreteria Nazionale FABICristina Attuati – SegretarioGeneraleEnrico Gavarini – ViceSegretario Generale Carmelo BenedettiGiuliano De Filippis

FABI Gruppo ProgettoLuca Panfietti – ResponsabileGruppo ProgettiFranco Savi

ConsulentiNicola Iannello – Esperto dimetodologia sociologica /coordinatorePietro Paolo Giampellegrini –Esperto legaleSofia Cecconi – Consulentelegale FABIStefano Losi, Andrea Bianchi– Webmaster

GRUPPI DI LAVOROPARTNERS

Amicus - UKDavid FlemingCaroline Milton Ben Richards

ETYK - CiproLoizos AdjicostisStelios Stilianou

Christos ChristouLiza Shachen

FABI - ItaliaAngelo Di CristoGamba ValterLaura Spini

Fe.S U.G.T. - SpagnaJose Antonio GraciaDavid Le More Emilio De Corral

Finansförbundet - SveziaMarie SylvanCarin CederströmAnne Karin Hjortland

M.U.B.E. - MaltaWilliam PortelliAngele CamilleriMartin Mangion

OS PPP, - RepubblicaCecaRudolf KubasekEva MikulkovaKatherine Coling

S.B.S.I. - PortogalloDelmiro CarreiraMaria Teresa SeabraManuel Crespo

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La lavoratrice madre è garantita per legge◆ da discriminazioni circa l’assunzione perché in attesa di un figlio;◆ da eventuali licenziamenti, dalla data d’inizio del-

la gravidanza sino al compimento di un anno d’etàdel bambino, salvo casi particolari.

Tutela della salute La gravidanza non è una malattia, è invece un muta-mento fisico e psichico che richiede particolari atten-zioni, infatti:◆ la legge prevede il diritto all’adibizione ad altre

mansioni qualora le condizioni lavorative ed am-bientali siano pregiudizievoli alla salute della don-na e del bambino;

◆ non si può svolgere lavoro notturno dalle 24.00 al-le h 6.00;

◆ si ha diritto a permessi retribuiti per sottoporsi adesami prenatali, accertamenti clinici, visite medi-che specialistiche.

Congedo di maternità Il periodo di congedo per maternità è così definito:◆ 2 mesi precedenti la data presunta del parto o, a

scelta, 1 mese prima purché ciò non comporti ri-schi per sé o per il nascituro e sia attestato da cer-tificato medico;

◆ 3 mesi o 4 mesi successivi alla data effettiva delparto.

In caso di parto prematuro, i giorni non usufruiti devo-no essere aggiunti al periodo dopo il parto.Al padre lavoratore si riconosce il diritto ad astenersidal lavoro per tutta la durata del congedo o per la parteresidua, in caso di morte o grave infermità della madre,oppure di abbandono o di affidamento esclusivo.

Trattamento economico/previdenziale◆ l’80% dell'ultima retribuzione a carico dell’INPS;◆ il 20% a carico dell’azienda di credito;◆ ai fini pensionistici è riconosciuto l'accredito figu-

rativo.Per tutti i periodi di congedo per maternità non si per-de alcun diritto agli effetti delle ferie e dell’anzianitàdi servizio.

Cosa fare prima del congedodi maternità◆ Si deve far pervenire, almeno 15 giorni prima, al

datore di lavoro e all’Istituto previdenziale il certi-ficato medico da cui risultino la data prevista delparto e il mese di gestazione al momento della vi-sita;

◆ se si è scelto di lavorare l’ottavo mese, occorre pre-sentare anche il certificato di buona salute.

Cosa fare dopo◆ Si deve far pervenire al datore di lavoro e all’ente pre-

videnziale, entro 30 giorni dal parto, il certificato dalquale risulti la data dell’evento.

Maternità anticipata La lavoratrice può anticipare il congedo di maternitànei seguenti casi:◆ quando ha una gravidanza con gravi complicazioni;

◆ quando ha una malattia che la gestazione potreb-be aggravare;

◆ quando le condizioni di lavoro o ambientali sianopregiudizievoli alla salute della donna e del bam-bino.

Congedo parentale ◆ La lavoratrice, dopo il congedo di maternità, può

astenersi dal lavoro per un periodo massimo di 6mesi anche frazionato (10 se genitore unico), e hafacoltà di utilizzare l’astensione fino al compi-mento dell’ottavo anno di vita del bambino;

◆ la lavoratrice ha il diritto di gestire liberamente ta-le periodo con un preavviso minimo di 15 giorni;

◆ anche il padre ha diritto all’astensione facoltativain misura proporzionale alla fruizione della madre;in totale madre e padre hanno diritto a 10 mesi, ele-vabili a 11 nel caso in cui il padre eserciti tale di-ritto per almeno 3 mesi consecutivi.

In caso di parto plurimo il congedo parentale si mol-tiplica per il numero dei figli.

Trattamento economico/previdenziale◆ a carico dell’INPS, nella misura del 30% dell'ulti-

ma retribuzione, per un periodo massimo di 6 me-si complessivi tra i genitori, entro il compimentodel 3° anno di età del bambino;

◆ ai fini pensionistici è riconosciuto l'accredito figu-rativo.

I periodi di congedo parentale sono regolarmentecomputati nell'anzianità di servizio, ma non concor-rono alla maturazione delle ferie, della tredicesima,della gratifica natalizia e della progressione di carrie-ra, salvo accordi aziendali/categoriali.

Riposi giornalieri ◆ Fino al compimento di 1 anno di vita del bambino,

si ha diritto a 2 periodi di 1 ora ciascuno, anche cu-mulabili;

◆ solo 1 periodo in caso di orario giornaliero infe-

riore alle 6 ore;◆ la fruizione deve essere concordata con il datore di

lavoro;◆ tali permessi possono essere usufruiti dal padre nei

casi specifici.Il parto plurimo dà diritto al raddoppio dei permessi,fruibili anche contemporaneamente dai genitori.

Congedo per malattiadel bambino ◆ Fino all’età di 3 anni, la madre o il padre si posso-

no assentare dal lavoro presentando certificato me-dico attestante la malattia del figlio, senza limititemporali;

◆ è possibile la fruizione alternativa di questo dirit-to, con conseguente autocertificazione che l’altrogenitore non è in astensione dal lavoro negli stes-si giorni per il medesimo motivo;

◆ l’azienda non può effettuare visite di controllo;◆ dai tre fino agli otto anni, madre e padre possono

assentarsi fino a 5 giorni l’anno ciascuno, ma noncontemporaneamente per lo stesso figlio e la stes-sa malattia;

◆ se la malattia del figlio dà luogo a ricovero in ospe-dale, il genitore può chiedere l'interruzione delleferie.

I congedi per malattia del bambino non sono retri-buiti.

Interruzione di gravidanza ◆ La lavoratrice ha diritto a 3 mesi di congedo per

maternità, se l’interruzione avviene dopo 180 gior-ni di gestazione;

◆ se l’interruzione avviene prima dei 180 giorni, peri giorni di assenza si ha diritto al trattamento eco-nomico per malattia.

Anticipazione del trattamentodi fine rapporto ◆ È possibile chiedere l’anticipazione del TFR, per il

sostegno economico, durante i periodi di fruizionedei congedi parentali e per malattia del bambino;

◆ l'importo mensile corrispondente non può supera-re l'ultima retribuzione piena.

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Principali norme legislative riguardanti le lavoratrici sulla

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Trattamento Anzianità Scatti Automatismi Ferie Gratifica Eventuale eccedenzaEconomico di servizio Natalizia premio rendim.

Congedo di 100% SI SI SI SI SI SImaternità

Congedo 30% per 6 mesi SI NO NO NO NO NOParentale il 3° anno di età

Congedo per NO SI NO NO NO NO NOmalattia

Riposi 100% SI SI SI SI SI SIGiornalieri

DAL CONGEDO AI RIPOSI, CHE COSA SI PUÒ CHIEDERE

Tipo di assenza Periodo e durata soggetti interessati

Congedo di 1 o 2 mesi dalla data presunta del parto solo alla madrematernità dalla nascita fino a 3 o 4 mesi alla madre o al padre solo in caso di decesso o grave

infermità della madre, abbandono o affido esclusivo

Congedo massimo 6 mesi individualmente, entro l’8 sia alla madre che al padreParentale anno di vita del bambino, per un massimo di 10/11 mesi

Congedo per senza limite fino ai 3 anni alla madre o al padremalattia 5 giorni per genitore fino a 8 anni

Riposi 2 ore al giorno fino ad un anno di vita del bambino alla madre o al padre solo nei casi specificiGiornalieri

PADRE O MADRE, ECCO I SOGGETTI INTERESSATI

Tutela della Maternità Coordinamento Nazionale Femminile

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Isolamento, pannellisolari, caldaie speciali.Quanto costa realizzare

una casa a bassoimpatto ecologico?E quali limitazioni

ne frenano lo sviluppo in Italia?

Una casa eco-sostenibile fa bene all’economia

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Vendesi appartamento di tre vani, lumi-noso, piano alto, ristrutturato. A questeinformazioni, fondamentali per la sceltadella propria abitazione, si aggiugeràpresto la certificazione del grado di effi-cienza energetica, un’indicazione che

contribuirà a determinare il valore della casa e,eventualmente, a rivalutarne il prezzo. L’obiet-tivo è quello di avvicinarsi sempre di più al con-cetto di casa passiva, che punta a ridurre al mi-nimo lo spreco energetico principalmente per ilriscaldamento e il raffreddamento dell’abitazio-ne. I passi più importanti da fare riguardanoquindi la coibentazione dell’involucro e la suaimpermeabilità al vento, l’utilizzo di lampade abasso consumo e di elettrodomestici ad alta ef-ficienza, l’uso di caldaie a condensazione e im-pianti di ventilazione controllata, pannelli foto-voltaici e infine arredi realizzati con materialinaturali, biologici ed ecosostenibili.

Intoppi e vantaggidelle nuove normativeLa necessità di un nuovo modo di abitare sta di-ventando sempre più urgente a causa per due

di Cristina Cimato

motivi. Da un lato il 90% dell’approvvigiona-mento energetico mondiale deriva da fonti nonrinnovabili come petrolio, carbone, gas naturalee uranio. Il secondo riguarda i maggiori consu-matori di energia, responsabili di oltre il 40% del-l’utilizzo nell’Ue, ossia gli edifici. «In Italia ilquadro è analogo e con cifre ancor più pesanti»,ha commentato Attilio Carotti, docente nel di-partimento di ingegneria strutturale del Politec-nico di Milano e autore del volume La casa pas-siva in Europa, «il 68% del totale di energia vaal riscaldamento, il 12% al riscaldamento del-l’acqua sanitaria e il 20% per elettrodomestici ecucina. Per quanto riguarda la climatizzazioneestiva, l’Italia registra un aumento annuo degliimpianti nell’ordine delle 800-900 mila unità».Da una recente indagine dell’ente europeo Euri-ma, inoltre, l’Italia risulta prima su 20 paesi peremissione di Co2 e al terz’ultimo posto per qua-lità della coibenza termica dei fabbricati. «Il qua-dro negativo è scoraggiante», ha aggiunto Ca-rotti, «ma l’aspetto positivo che emerge è evi-dente: l’avvio di una strategia comune europeadi regolamenti edilizi più restrittivi può consen-tire già a breve termine enormi risparmi di ener-gia». Un passo avanti è stato compiuto con il re-

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cente recepimento, con decreto legislativon.192, della Direttiva 2002/91/Ce del Parla-mento europeo sul rendimento energetico in edi-lizia. In pratica è stata concepita una certifica-zione di efficienza energetica per tutti gli edifi-ci, istituendo una metodologia per il calcolo in-tegrato delle prestazioni generali delle costru-zioni. In Italia la direttiva è stata recepita solo pergli edifici di nuova costruzione oppure per quel-li già esistenti di dimensioni superiori ai 1.000mq che, dall’ottobre prossimo, dovranno essereadeguati alle nuove norme se soggetti a ristrut-turazione. Un’altra categoria soggetta all’appli-cazione della192 riguarda gli ampliamenti convolume superiore al 20% del totale. Nella partenuova dell’edificio la normativa si applica inte-gralmente. «Sfortunatamente», afferma Carotti,«la direttiva non ha preso in considerazione il pa-trimonio edile esistente, che costituisce gran par-te del potenziale risparmio. Se gli edifici in ri-strutturazione e quelli nuovi venissero realizza-ti con standard avanzati di efficienza energeticasi potrebbero risparmiare in Europa quasi 400milioni di tonnellate di Co2». La Germania, pro-babilmente, sarà il primo paese a chiedere l’am-modernamento dei requisiti anche per i piccoliedifici. Tra le linee guida della CE vi è anche l’i-stituzione di una sorta di targa associata all’edi-ficio, che ne certifica le prestazioni energetichee che accompagna l’immobile nella sua storia.Le classi di appartenenza, come già accade pergli elettrodomestici vanno dalla A (massimorendimento) alla G (rendimento nullo). In Eu-ropa le case ad altissima efficienza energeticasono circa 5-6.000. Queste abitazioni vengonoidentificate come case passive, o Passivhaus.

Le mille vitedelle agevolazioniUna delle soluzioni pensate per produrreenergia elettrica da fonti rinnovabili è il pan-nello fotovoltaico. Questo impianto è stato in-centivato già alcuni anni fa quando fu lancia-ta la campagna «10.000 tetti fotovoltaici». Achi installava un modulo veniva data una quo-ta per coprire la spesa. «Questa iniziativa perònon ha dato buoni esiti e anzi, ha frenato mol-

to l’installazione diquesti impianti perché inmolti casi i contributi non sonogiunti a destinazione», ha affermatoGiacomo Colombo, architetto e autore conFabio Colombo del libro “Lo stato dell’artenella progettazione degli edifici passivi”. Il si-stema dei contributi è stato di recente sosti-tuito con il programma Conto Energia, cheprevede non un aiuto economico all’atto del-l’acquisto del pannello, bensì un vera e pro-pria retribuzione come produttori. «In questomodo in meno di 10 anni si ammortizza l’im-pianto (che ha un costo di circa 7 mila europer Kwp) e in seguito si inizia a guadagnare»,ha aggiunto Colombo. Questo incentivo (ero-gato per 20 anni), che in Germania ha dato unaspinta importante all’installazione dei foto-voltaici, è pari a 0,445 euro al KWh. Nor-malmente un impianto di 1 KW di potenza

corrispon-de a 8 mq2

di pannelli eproduce, in una

cit tà come Milano,1.200 KWh annui, che a Paler-

mo salgono a 1.500. Una quantità di energiasufficiente a soddisfare le esigenze medie diuna famiglia di 4 persone si attesta intorno ai3.000 KWh. «Va tenuto presente che il van-taggio non è legato solo alla contabilizzazio-ne dell’energia prodotta», ha spiegato PaolaSavini, architetto e energy manager, «ma an-che al fatto che, mettendola in rete e pren-dendola poi dallo stesso network, la si puòconsumare in un tempo differente rispetto aquello di produzione». Anche per quanto ri-guarda il solare termico sono stati concepitiincentivi regionali volti ad aumentare le in-stallazioni di questo impianto, anche se inquesto caso i contributi si differenziano a se-conda delle regioni. I costi però sono decisa-mente più contenuti: «I tempi di ammortizza-zione», ha aggiunto Savini, «non superano idue anni». La normativa 192 prevede per lecase di nuova costruzione e per gli edifici sog-getti ad applicazione una predisposizione perun’eventuale successiva installazione. Il go-verno spagnolo, invece, ha di recente appro-vato i Technical buildings code, che preve-dono, tra le altre cose, che tutte le nuove co-struzioni e quelle in ristrutturazione debbanoinstallare impianti con pannelli solari per co-prire il 30-70% del fabbisogno di acqua cal-da a uso sanitario all’interno dell’abitazione.Questo nuovo codice di costruzione verràprobabilmente applicato già da ottobre 2006.

Dalla lana di rocciaai pannelli radiantiRivestimenti (i cosiddetti cappotti), caldaie acondensazione, pannelli radianti, ventilazionecontrollata. Le case costruite nel rispetto del-

Come si suol dire, l’occhio vuole la sua parte. La buonanotizia è che se si sceglie si trasformare la propria casa inun ambiente più vivibile per l’uomo e rispettoso dellanatura, non è necessario rinunciare alla bellezza dei

materiali e alla raffinatezza delle finiture.. Le scelte primariesono rivolte all’involucro: le pareti e i pavimenti. «I parquet biologicisono trattati con oli naturali o cera d’api e lascano la vena del legnoaperta, molto piacevole alla vista», consiglia Paola Savini, architetto,energy manager e autore del libro La casa biologica, «ma perchésiano ecosostenibili bisogna accertarsi che il legno derivi da foresteripiantumate». Anche sulle pareti la più indicata è la pittura alla calce,che permette di avere vari tipi di finiture: spatolata, a pennello,spugnato, con sfumature. Non ha solventi e quindi una volta asciugatanon emette emissioni nocive. «Per quanto riguarda i mobili, il divano

e il letto sono i focus più importantiperché sono quelli con cui ti

relazioni più spessoin modo

stazionario», aggiunge Savini,«bisogna utilizzare mobiliassemblati in legno ad incastro,quindi con un’esigua presenza dimetallo». Per quanto riguarda ilmaterasso, per esempio, Ennerev,ha realizzato con Ingeo fiber ilnuovo materasso Xtra-ordinario, unprodotto totalmente riciclabile,senza incollature e imbottituraottenuta da risorse rinnovabilicome il mais. «Tutti i rivestimentiideali sono realizzati con materiali naturali come il lino, la lana, lacanapa e il cotone. Tutte le aziende, anche quelle di design, hanno

nell’assortimento la scelta di rivestimento naturale», concludel’architetto.

Dal bioparquet al materassoin fibre naturali

A Bolzano bastano 10 KWH

Focus

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Se la casa passiva è un concetto di progettazione energetica che rispetta alcuni parametri, aBolzano è stato creato il progetto CasaClima, ossia una classificazione in base alla valutazioneenergetica dell’edificio. Vi sono tre categorie: CasaClima Oro (un esempio nella foto), CasaCli-ma A e CasaClima B. La prima ha la migliore efficienza energetica perché ha un fabbisogno

termico di soli 10KWh annui al metro quadro. Ma il progetto non punta solo alla quantità di energia,bensì alla qualità interna degli edifici. L’obiettivo è quello di avvalersi di un sistema di riscaldamentointegralmente non convenzionale. Info: www.casaclima.info

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Focus

l’ambiente si avvalgonospesso di diversi impianti perridurre al minimo le disper-sioni di calore e l’utilizzo dienergia. La casa passiva, peresempio, consuma non più di15 kWh per metro quadrato di superficie pa-vimentata e riscaldata all’anno contro i 200medi di una tradizionale. Questo perché nonc’è dispersione né dai muri, né dalle finestre enon vi è presenza di fessure o spifferi. L’a-spetto più importante quindi riguarda il cor-retto isolamento dell’edificio, che può essererealizzato con differenti materiali, tra cui il po-listirene (che però in fase di produzione con-suma molta energia e inquina), le fibre in le-gno compresso, la lana di vetro e quella di roc-cia. «Gli edifici scarsamente isolati», ha com-mentato Jacob Soresen, direttore e vice presi-dente di Rockwool international, il maggioreproduttore al mondo di lana di roccia, «porta-no anche a eccessivi sprechi per il condiziona-mento; non a caso l’efficienza energetica è lamaggiore fonte d’energia». L’azienda danese,che produce pannelli per isolamento termico eacustico, è da decenni impegnata nella pro-mozione del cosiddetto «sesto carburante», os-sia il risparmio energetico. Vicino a Cuneo èstata di recente realizzata una casa passiva conisolamento totale e predisposizione per suc-cessivi interventi di ottimizzazione del consu-mo energetico. La lana di roccia, scoperta alleHawaii, deve la sua origine a un processo di ri-solidificazione, sotto forma di fibre, della lavafusa. Il prodotto che ne deriva quindi è natura-le al 97-98%. Se un edificio monofamiliare(magari la seconda casa, al mare o in monta-

gna), consente di apportare le modifiche e leristrutturazioni desiderate, spesso negli appar-tamenti in città non è semplice proporre cam-biamenti, che sono oggetto di animate discus-sioni durante le interminabili riunioni condo-miniali. Chi desidera isolare il proprio appar-tamento, però, può farlo anche dall’interno. Ilcosiddetto placcaggio, infatti, consente di ri-solvere i problemi di condensa e di ridurre lespese di riscaldamento (a patto che sia auto-nomo, ovviamente). La struttura a celle aper-te dei pannelli in lana di roccia garantisce, ru-bando qualche centimetro di spazio , caratteri-stiche fonoassorbenti e isolanti.

Coibentazione ma non soloUno degli strumenti più efficaci per ridur-re l’inquinamento è l’utilizzo di caldaie acondensazione, dotate di un particolarescambiatore che imprigiona e condensa ilcalore derivato dai fumi di scarico. In que-sto modo si libera energia che passa al-l’impianto di riscaldamento. È opportunoche chi opta per una caldaia a condensa-zione scelga in un impianto a pannelli ra-dianti per il riscaldamento, perché il mas-simo rendimento questo tipo di caldaia lodà solo se eroga acqua a basse temperatu-re. I pannelli radianti, infatti richiedono una

temperatura dell’acqua all’interno non su-periore ai 40°. In un impianto tradiziona-le, invece, i gradi salgono a 70-80. Inoltreil calore si propaga entro i due metri di al-tezza, ossia dove è più utile. Un altro stru-mento da installare per ridurre le disper-sioni di calore nell’abitazione è il sistemameccanico di ventilazione controllata. L’a-ria esterna in questo sistema entra nell’a-bitazione attraverso bocchette autoregola-bili e allo stesso modo l’aria satura esceattraverso le stesse. Inoltre con questo si-stema è possibile recuperare, per mezzo discambiatori, parte del calore in uscita e riu-tilizzarlo. Anche la climatizzazione può es-sere realizzata con l’impianto di ventila-zione controllata alimentato da una pom-pa di calore reversibile. «Stanno iniziandoa diffondersi anche gli aggregati compat-ti», ha aggiunto Carotti, «che uniscono inun solo elemento, grande come un frigori-fero e piuttosto rumoroso, da posizionarequindi in cantina, pompe di calore, scam-biatori e moduli per la ventilazione con-trollata». Chi non può optare per un im-pianto fotovoltaico,ha però la possibilità difarsi installare un contatore elettronico: conquesto strumento è possibile consumareenergia quando costa meno, scegliendo unatariffa oraria ridotta e favorendo, allo stes-so tempo, una produzione di energia piùequilibrata.

Ma quanto costa la casa amica della natura?«Se per una ristrutturazione tradizionale il co-sto per metro quadro è di circa mille euro»,spiega Colombo, «per trasformare un edificioa rendimento energetico nullo in uno in clas-se C si spendono circa 200 euro al metro inpiù. Se però si vuole ottenere lo standard mag-giore, ossia la categoria A, i costi per lievita-no del 50%, lo meno in Italia. In Germania,per esempio, non superano il 15-20%». Il co-sto dei pannelli solari fotovoltaici è ancorapiuttosto elevato, mentre la caldaia a conden-sazione costa il doppio rispetto a una tradi-zionale. Va detto però che garantisce, se ab-binata a un riscaldamento a pannelli, un ri-sparmio del 40% in bolletta. Un isolamentodell’edificio con lana di roccia ha costi chepartono da 12 euro al metro quadro, mentre ilplaccaggio interno può variare da 24 euro a 31al metro quadro. «Una casa ecosostenibile,ma efficiente e dotata dei giusti comfort, co-sta come una casa ben fatta», commenta UgoSasso, presidente dell’Istituto nazionale dibioarchitettura, «il problema è che chi ha di-sponibilità economiche elevate non si pone ilproblema di risparmiare sulla bolletta e quin-di preferisce una lampada di design a una abasso consumo, e per chi non ha molti mezzil’abitazione realizzata con i criteri di sosteni-bilità risulta troppo cara». Ma una soluzionec’è. Si chiama Esco (Energy saving company)e raggruppa le società di servizi energetici chesi impegnano a realizzare gli interventi al po-sto dei privati. In base a un contratto stipula-to tra le società e i privati, il risparmio di cuiquesti ultimi beneficiano in bolletta viene da-to alle Esco per ripagare il costo degli inter-venti. Dopo alcuni anni chi ha effettuato mi-gliorie ricomincia a guadagnare. E ha la co-scienza a posto da subito.

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Èun bel momento per fare il trader di energia. I recruiter dipingo-no un quadro decisamente effervescente, con un aumento del40% delle ricerche di candidati per conto delle grandi bancheche, dalla City di Londra scambiano petrolio e gas sui mercati

internazionali. E sono a caccia di talenti presso le grandi societàeuropee, anche le banche italiane. «In alcuni casi», racconta ColleenQuilty, responsabile per il settore delle materie prime per AlexanderMann, «gli stipendi per gli energy trader sono saliti anche del 35-40%rispetto allo scorso anno. La domanda è enorme e le banche fanno agara per strapparsi chi ha le competenze richieste, che sono relativa-mente rare». Jakob Bloch, managing director della società dicacciatori di teste specializzata Commodity Appointments, spiega chel’appetito delle banche per i trader di prodotti e derivati energetici staspingendo molti istituti a offrire bonus in aumento del 40% rispetto al2005. E, in alcuni casi, a mettere sul tavolo anche bonus «sign-on»,cioè pagati al momento dell’assunzione, compresi fra le 50.000 e le500.000 sterline. Non è una novità che le retribuzioni siano alle stelleper gli specialisti dell’energia, con i prezzi petroliferi a record storici.Il rally è iniziato nel 2001, e da allora non si è arrestato grazie allafortissima crescita della Cina, diventata uno dei principali consumato-ri di greggio, alla mancanza di capacità produttiva in eccesso e allecrescenti tensioni geopolitiche, culminate nell’attuale crisi per la corsaal nucleare da parte dell’Iran. «Ma le plusvalenze record che moltebanche stanno realizzando sull’energia», commenta Bloch, «que-st’anno potrebbero far superare perfino il boom dello scorso anno,quando una manciata di top trader del settore ha portato a casa 10milioni di dollari». «Le banche che hanno già una presenza consolida-ta nel settore», afferma Quilty, «sono determinate ad espandersi».Lehman, per esempio, sta selezionando candidati per il suo nuovo

energy trading desk a Londra, e così anche Jp Morgan e Crédit suisse.Ma stanno assumendo anche banche già presenti come GoldmanSachs, Morgan Stanley, Deutsche bank e Barclays capital.I trader più ricercati sono quelli in grado di combinare una conoscenzadel mercato dei derivati sui prodotti energetici, con l’esperienza neltrading di prodotti «fisici» come il gas, il petrolio e il carbone. Unatendenza che sta creando qualche malumore presso le utility e societàpetrolifere europee, cioè le aziende che dispongono di trader conesperienza nei prodotti fisici, i cui migliori elementi vengono lorostrappati dalle banche attraverso offerte competitive.

Intanto in banca si fanno più carriera (e soldi), con l’energia

LA VOCE DEI Bancari

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Focus

di Elena Correggia

Tecnologie digitali tridi-mensionali, farmaci cheagiscono tempestivamen-te sui fattori di rischio esostanze tese a rigenerarele cellule danneggiate co-

stituiscono gli ultimi ritrovatidella scienza per contrastare ilnemico numero uno del cuore:l’infarto. Le malattie cardiova-scolari, fra cui l’infarto del mio-cardio e l’angina pectoris, sonotuttora la principale causa di mor-te in Italia, responsabili del 44%di tutti i decessi, come è emersodurante l’ultimo Congresso del-la società italiana di prevenzionecardiovascolare. Anche chi so-pravvive a un attacco cardiacovede compromessa notevolmen-

te la qualità della vita, diventan-do spesso un malato cronico. Laparola d’ordine è prevenzione,che oggi può fare affidamento sustrumentazioni diagnostiche so-fisticate, in grado di evidenziareanomalie o malfunzionamentiprima che sia troppo tardi.La cardiologia per immagini si èarricchita di nuovi elettrocardio-grafi tridimensionali che consen-tono di ottenere una visione com-pleta delle cavità del cuore e del-le diverse superfici delle valvolecardiache, mentre in passato erapossibile solo un’analisi per seg-menti che dovevano essere as-semblati per ricostruire un’im-magine globale coerente. «Que-sta novità permette di valutare ilgrado di rischio del paziente conpiù precisione, aiutando anche a

stabilire la terapia d’interventopiù adeguata», spiega il profes-sor Cesare Fiorentini, direttoredella cattedra e del programma dicardiologia del Centro cardiolo-gico Monzino di Milano. «In unsoggetto affetto da un prolassodella valvola mitrale, per esem-pio, il 3D ci offre un supporto neldecidere il tipo di trattamentochirurgico, cioè se sostituire lavalvola con una protesi oppure seè ancora possibile effettuare unaplastica con metodo meno inva-sivo». Le Tac di ultima genera-zione invece si rivelano adatte avalutare le patologie delle arteriecoronarie. «Oltre al minor disa-gio per il paziente rispetto alla co-ronografia tradizionale, che ri-chiede di risalire l’aorta con uncatetere e comporta inevitabil-

LA VOCE DEI Bancari

Elettrocardiogramma 3D e mappe genetiche

permettono di sconfiggere l’infarto

I percorsiSalvacuore

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Focus

mente un certo grado di rischio,le ultime Tac multistrato offrononuove informazioni preziose»,continua Fiorentini. L’esame for-nisce una visione non solo del lu-me del vaso ma anche delle alte-razioni della parete vascolare, co-me l’ispessimento. Grazie al-l’acquisizione dell’immagine inpochissimi secondi è possibile vi-sualizzare anche i contorni dellestrutture più piccole, e riuscire acomprendere le caratteristichedelle placche che restringono learterie: in particolare, se sono omeno caratterizzate dalla presen-za di numerose cellule grasse ese la capsula che contiene le cel-lule è sottile, instabile e quindipiù a rischio. Fra gli apparecchipiù sofisticati c’è la Tac multi-strato Aquilion 64 di Toshibamedical system, utile per la pre-venzione delle malattie ischemi-che anche grazie alla capacità diquantificare il volume di calciodepositato sulle arterie, segnaledi rischio rilevante pur in assen-za di dislipidemie. La Tac soma-tom definition di Siemens a dop-pia sorgente radiogena ha poi ilvantaggio di «fotografare» il cuo-re in dettaglio utilizzando il 50%in meno di radiazioni rispetto al-le Tac tradizionali. Inoltre, riescea fornire un’immagine nitida an-che se il paziente è affetto da arit-mia o ha frequenza cardiaca ele-vata, senza quindi la necessità disomministrare farmaci betabloc-canti per rallentare le pulsazionidurante l’esame.

I campanelli d’allarmeUn altro supporto preventivo è co-stituito dalla risonanza magneticapiù innovativa, che segnala le ca-ratteristiche del tessuto del mu-scolo cardiaco indicando peresempio se è cicatriziale o «iber-nato», ovvero si contrae poco puressendo vivo, con possibile ri-schio di ischemia. Questo esameè poi importante sia per chi ha giàaritmie sintomatiche sia per glisportivi, allo scopo di prevenire lamorte improvvisa. L’evidenza diisole di cellule grasse all’internodel tessuto muscolare del cuorecostituisce infatti un elemento ri-levante su cui agire per evitare ilsuccessivo manifestarsi di aritmiegravi. Benché la ricerca offra nuo-vi strumenti per contrastare le ma-lattie cardiovascolari con più ef-ficacia, la comunità scientificaconcorda nel sostenere che la pri-ma battaglia da vincere è quellacontro i fattori di rischio modifi-cabili. «Studi epidemiologici in-ternazionali come l’indagine “In-ter-Heart”, realizzata su di uncampione mondiale di oltre 15 mi-la pazienti, ha dimostrato ancora

una volta che il 90% di probabi-lità d’ infarto dipende da quellecomponenti negative che da tem-po si conoscono ma che si trascu-rano spesso», spiega Aldo Mag-gioni, direttore del centro studidell’Associazione nazionale me-dici cardiologi ospedalieri. Fra inoti elementi ci sono l’ipertensio-ne, i livelli elevati di colesterolo etrigliceridi che favoriscono lacreazione di placche aterosclero-tiche e l’indurimento delle arterie,l’obesità, il diabete e il fumo. Il quadro negativo è poi favoritoda stili di vita errati, legati a un’a-limentazione ricca di sale e gras-si saturi e a una scarsa o nulla at-tività fisica. «A chi intende ri-mettersi in carreggiata e fare mo-vimento occorre ricordare che èassurdo affannarsi per svolgereattività fisica mezz’ora in pale-stra e poi continuare a condurreuna vita sedentaria, usando sem-pre l’ascensore o viaggiando inmacchina anche per poche cen-tinaia di metri», prosegue Mag-gioni. È importante rendere piùdinamica la quotidianità tenendopresente che una passeggiata apiedi o in bici per mezz’ora algiorno ha effetti benefici sul cuo-re non meno rilevanti rispetto al-le attività «professionali» svoltein palestra. Gli ultimi studi sot-tolineano poi il ruolo delle stati-ne (molecole efficaci nel ridurreil livello di colesterolo «cattivo»Ldl e nell’aumentare il coleste-rolo Hdl «buono»), non solo inchi ha già avuto cardiopatie, maanche per la prevenzione prima-ria nei soggetti più a rischio.

Nuove speranzedalla farmacologiaLe ricerche di fisiologia e biome-dicina hanno aperto negli ultimitempi percorsi promettenti versola definizione di terapie farmaco-logiche più efficaci laddove la di-sfunzione o la malattia sia già con-clamata. In questo campo nuoviapporti possono provenire dall’a-zione terapeutica sul canale pace-maker del cuore. Il battito ritmi-co del cuore viene generato da unspecifico motore, ovvero il nodoseno-atriale dell’atrio destro, do-ve sono presenti le cellule dette«pacemaker». Esse possiedonouna capacità naturale di contrarsia ritmo costante, generando unostimolo elettrico spontaneo chepoi si irradia al resto del cuore dan-do il ritmo cardiaco. La peculia-rità di queste cellule, analizzatedal professor Dario Di Francesco,direttore del laboratorio di fisio-logia molecolare e neurobiologiadell’università di Milano, è quel-la di agire non solo quali genera-tori del ritmo ma anche come mo-

deratori della frequenza cardiaca.Il pacemaker rappresenta un ca-nale ionico formato cioè da pro-teine che consentono il passaggiodi correnti ioniche attraverso lamembrana, regolando quindi neltempo l’andamento dell’attivitàelettrica del cuore. In presenza diuna stimolazione del sistema ner-voso autonomo (per esempio il ri-lascio di adrenalina) che determi-na aumento di corrente, il canalepacemaker produce un’accelera-zione della frequenza cardiaca,mentre in caso di riduzione di cor-rente dovuta a stimolazione del si-stema nervoso parasimpatico, ilcanale pacemaker crea una dece-lerazione della frequenza. «Ave-re capito che il pacemaker natu-rale condiziona la frequenza car-diaca ma non produce altri effet-ti ha aperto la possibilità di svi-luppare farmaci mirati a interfe-rire con detto canale, affinché re-goli la frequenza del cuore senzacolpire con azioni collaterali altriparametri cardiaci», spiega DiFrancesco. Questa indagine haportato alla definizione della iva-bradina, che inibisce parzialmen-te la funzione del pacemaker ri-ducendo la frequenza del cuore.La sua indicazione riguarda il trat-

tamento dell’angina pectoris con-tro la quale è più efficace rispet-to ai betabloccanti, che tendono aindurre ipotensione come effettocollaterale. La molecola, prodot-ta dalla società Servier e già di-stribuita in altri paesi europei, do-vrebbe essere commercializzatain Italia fra qualche mese con ilnome di Procoralan. Interessantisperimentazioni sono in corso perverificare la sua validità anchenella cura di particolari tipi di ta-chicardie.Limitare i danni prodotti da un in-farto è anche lo scopo di un far-maco definito attraverso le speri-mentazioni degli studiosi del uni-versity college di Londra, guidatidal professor Mark Pepys. Il pro-dotto sintetizzato si chiama bis(fo-sfocolina)-exano e mira a contra-stare gli effetti negativi della pro-teina C reattiva. Quest’ultima ten-de a incrementare la sua concen-trazione nel sangue in presenza divarie malattie e aumenta notevol-mente subito dopo un infarto. Poi-ché la sua elevata presenza è unindicatore di uno stato infiamma-torio importante, che essa stessapuò aggravare, i ricercatori l’han-no considerata un valido obietti-vo terapeutico da contrastare.

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Giova al cuore e non solo all’umore. A chiarire i meccanismi alla base del potere protettivo del vi-no rosso contro l’infarto miocardico sono stati i ricercatori dell’università La Sapienza di Roma,coordinati dal professor Francesco Violi. Il loro studio, pubblicato sulla rivista Atherosclerosis, haevidenziato come gli effetti benefici dei polifenoli, molecole attive contro i radicali liberi, si espli-chino in realtà anche con modeste assunzioni di vino, sfatando la convinzione che fossero ne-cessarie alte concentrazioni di tali molecole nel sangue.Dall’indagine effettuata su 20 soggetti sani a cui sono stati somministrati due bicchieri di vino ros-

so o bianco, è emerso che ilvino rosso possiede una con-centrazione di polifenoli 10 vol-te superiore a quella del vinobianco. Il dato più importanteda sottolineare riguarda peròil comportamento delle mole-cole esaminate, cioè resvera-trolo, acido caffeico e cate-china. La loro azione combi-nata produce sinergie positiveamplificando l’effetto anti-os-sidante, e quindi preventivodell’invecchiamento, anche perpiccoli dosaggi.

Vino rosso, elisir di lunga vita

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d i En r ico Gava r in iSegretario Generale Aggiunto

La ricerca del Censis sull’i-dentità dei bancari, com-missionata dalla Segrete-ria Nazionale FABI e re-centemente pubblicatanelle edizioni Franco An-

geli, si basa sulle risposte a 1200questionari, rigorosamenteanonimi, veicolati nell’agostoscorso a lavoratrici e lavoratori bancari di ogniparte d’Italia. Le risposte hanno consentito al-l’équipe di studiosi coordinata dalla dottoressaMaria Pia Camusi, di riscontrare numerosi ele-menti di rilevante interesse, in primis per le la-voratrici ed i lavoratori del settore, ma anche pergli utenti dei servizi bancari e lo stesso mana-gement, che dovrebbe prestare grande atten-zione ai fenomeni, piuttosto che rinchiudersinella solita e solitaria “torre d’avorio”. La do-manda posta dalla Fabi era di comprendere see in quale modo le risorse umane siano consi-derate dalle banche un elemento cruciale peraccrescere la propria competitività. Da un latoè emerso chiaramente come i bancari restinolegati, quasi affettivamente, alla loro azienda,dall’altro lato non pare, tuttavia, che vi sia unacorrispondenza emozionale così intensa daparte delle singole imprese di appartenenza.Spesso questa tendenza porta ad una demoti-vazione di fondo, che va collegata anche ad unavalutazione complessiva sulla qualità del lavo-ro, piuttosto negativa. Gli intervistati ripropon-gono con una certa metodica il ritornello: pocacarriera, pochi soldi, tanto lavoro.

La maggioranza dei dipendenti non si senteneppure coinvolta nelle scelte aziendali e lastessa percezione pubblica del bancario appa-re peggiorata rispetto al passato. Questa sortadi disillusione sul presente è resa ancora piùamara dalla scelta che molti hanno fatto di en-trare in banca per coerenza con i propri studi o,semplicemente, perché credevano che il lavo-ro fosse gratificante. L’aspirazione comune èquella di ritornare all’antico prestigio. I bancarichiedono, inoltre, di essere formati e valutaticorrettamente. Emerge sulla formazione un da-to preoccupante, poiché circa il 40% degli in-tervistati afferma di non aver partecipato a nes-sun corso di formazione nell’ultimo anno. Suipremi aziendali, abbastanza inquietante è la ri-sposta che viene fornita da quasi il 50% degliintervistati alla domanda “chi viene premiato inazienda?”: “Chi è in maggiore sintonia con i ca-pi”. Capi che sono tanti, ma con scarsa attitu-dine a fare politica del personale e con il perso-nale.L’effetto finale è che il dipendente si sentepoco o nulla coinvolto nelle decisioni. Gli stes-si capi intervistati ammettono, almeno nel 30%delle frequenze, di assumere decisioni unilate-

ralmente. Infine, la responsabilità sociale del-l’impresa è vissuta come un elemento trasver-sale dalle lavoratrici e dai lavoratori, che permeatutta l’indagine e che è ritenuta irrinunciabile,per recuperare un rapporto credibile con un’u-tenza divenuta diffidente dopo i recenti casipassati dalle cronache dei giornali a quelle giu-diziarie.Recuperare questo rapporto fiduciario è il mo-tivo dominante perché – come richiamano glistessi autori dell’indagine – Einaudi sostenevache il risparmiatore ha alcune peculiarità: “cuo-re di coniglio, gambe di lepre e memoria di ele-fante”. Modificare la memoria non sarà possi-bile, ma cambiare il presente ed il futuro, sicu-ramente sì. Questa è in estrema sintesi la ricer-ca che, peraltro, non si ferma a questa primatappa, ma sta proseguendo con un’indagine ul-teriore su base provinciale, con interviste ad im-prenditori e società attiva, per verificare comel’utenza percepisce la professione del bancarioe, più complessivamente, come vive il rappor-to con le aziende di credito. La prossima pun-tata non sarà, dunque, meno interessante del-la prima.

Il profilo emerge dalla ricerca del Censis commissionata dalla Fabi “Il personale delle banche: identità e sviluppo di una risorsa intrasformazione”. Formazione e premi sono tra gli aspetti più delicati

Ecco l’identità del bancario S

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ttualità

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L’ escalation di rapine ed assalti in banca ha fatto insorgere la FABI di Palermo, che chiede ilrispetto del protocollo sulla sicurezza firmato lo scorso dicembre. «La situazione è insoste-nibile e abbiamo richiesto una riunione dell’Osservatorio sicurezza del Banco di Sicilia, visto

il ripetersi di troppi episodi criminosi, “ affermano Gabriele Urzì e Giuseppe Angelici. “Graziealla grande sensibilità del Prefetto Giosuè Marino – con cui da poco, a seguito di una nostra ri-chiesta, si è svolto un incontro alla presenza anche dei vertici provinciali di Polizia, Carabinierie Guardia di Finanza – c'è la massima attenzione delle istituzioni per fronteggiare i fenomenicriminosi a danno delle banche. Come pure bisogna riconoscere lo straordinario impegno del-le Forze dell'Ordine. Ma tutto ciò non basta. Invieremo alle direzioni delle banche operanti sulterritorio palermitano una lettera per avere la conferma del rispetto del protocollo provincialesulla sicurezza, che rappresenta lo standard minimo di sicurezza che ogni agenzia deve ri-spettare. Ma occorre che le banche reimpieghino parte degli utili negli apprestamenti di sicu-rezza». La FABI palermitana precisa che, per quanto riguarda «il Banco di Sicilia, aspettiamoun incontro dell'Osservatorio e chiederemo l'immediato ripristino della guardiania armata nel-le filiali che, logisticamente o per volume d'affari, sono considerate più a rischio».

Sicilia,SOS Rapine “Una nuova, importante vittoria”. Così Confconsumatori commenta la vicenda del

Tribunale di Milano, che ha condannato una banca, venditrice di bond argentini, arestituire alla risparmiatrice acquirente l’intero importo investito, oltre agli interessi

e alle spese legali. “Questa sentenza”, dice l’avvocato Wanda Zurlo dell’Ufficio Legale diConfconsumatori, “rappresenta un importante segnale per tutti i consumatori, perché nonsolo ’personalizza’ e rende più oneroso e vincolante il diritto ad essere adeguatamente infor-mati, ma impone alla banca di effettuare una valutazione dell’operazione nell’esclusivo inte-resse del risparmiatore, anche a prescindere dalle eventuali richieste di quest’ultimo”. La ban-ca, infatti, al momento della vendita aveva fatto sottoscrivere alla risparmiatrice una lunga di-chiarazione già predisposta, in cui questa si dichiarava consapevole del “rischio paese emer-gente, del basso rating del titolo e delle probabili forti oscillazioni nel tempo dello stesso”. Il Tri-bunale, però, ha ritenuto tale dichiarazione incompleta rispetto agli obblighi informativi dellabanca, poiché non è sufficiente “l’avvertenza della rischiosità del titolo, ma è necessaria l’av-vertenza della “inadeguatezza” del titolo stesso rispetto al profilo di rischio dell’investitore,avendo in questi casi la banca l’obbligo di rifiutarsi di eseguire l’operazione ove richiesta”.

Sui prodotti a rischio

Sindacato Banca Unità DirigenteFabi produttiva

Lodi Bcc dell’Adda Lodi Mario Nava

Cremona Bcc dell’Adda Rivolta d’Adda Gabriele Cappellini

Bologna Carisbo Zola Predosa Moreno Pagani

Rimini Carisbo Rimini Guido Fiorini

ANDANTE con brio: le nuove rappresentanze FABI

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Sindacato & Servizi

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L’unità delle 12 categorie sindacali dei lavoratori dipendenti e degli studenti coinvolte nella legge voluta dal governo ha pesato in maniera determinante sul ritirodel famoso CPE e nel ridare fiducia nella lotta contro la precarietà del lavoro

Negli ultimi mesi, la Francia haconosciuto una crisi socialesenza precedenti dal 1968.Tutto comincia il 16 gennaio,quando il Primo Ministro Do-minique de Villepin presenta

un disegno di legge che mira a “com-battere la disoccupazione giovanile”:tra le misure previste compaiono, inparticolare, l’abbassamento dell’etàdell’apprendistato a 14 anni (e dun-que il termine dell’istruzione obbliga-toria a 16 anni), l’autorizzazione al la-voro notturno a partire da 15 anni e,soprattutto, il famoso Contratto diPrimo Impiego (CPE). Si tratta di uncontratto di lavoro destinato ai mino-ri di 26 anni, che autorizza il licenzia-mento senza giusta causa nel corsodei primi 2 anni.La reazione è da subito violentementecontraria da parte dei sindacati, delleassociazioni e degli studenti. Ciò no-nostante, il governo decide di “passa-re alla forza” utilizzando l’articolo 49.3della Costituzione, che consente l’a-dozione di un testo senza il voto parla-mentare. Un primo richiamo unitario delle con-federazioni sindacali1 e dei sindacatidegli universitari e degli studenti1 sfo-cerà, il 7 febbraio, in una giornata d’a-zione nazionale, la prima di una seriedi giornate nazionali che costelleran-no la mobilitazione anti-CPE. Nel frat-tempo, universitari e studenti di scuo-la superiore moltiplicheranno le dimo-

strazioni quotidiane: blocco dei licei edelle università, operazioni mediati-che (occupazione di binari, di auto-strade e di edifici dell’amministrazio-ne). Nonostante l’opposizione cre-scente della popolazione (gli sconten-ti arrivano al 70%) e nonostante le ma-nifestazioni sempre più imponenti, ilPrimo Ministro e il Presidente della Re-pubblica s’intestardiscono… Ci vorràla giornata del 4 aprile, con circa 3 mi-lioni di manifestanti in tutto il paese, el’inquietudine dei datori di lavoro, chetemono le ripercussioni economichedi una paralisi del paese, perché il CPEsia ritirato.L’unità senza crepe delle 12 organiz-

zazioni sindacali (lavoratori dipenden-ti e studenti) ha molto pesato sulla riu-scita della mobilitazione e sul ritiro delCPE. Il ritiro del CPE, dunque, è un ve-ro e proprio successo dell’azione sin-dacale unitaria e della mobilitazione

degli studenti e dei lavoratori di tutte legenerazioni. Dall’altra parte, il movi-mento ha dimostrato il dinamismo, lacombattività e l’immaginazione deigiovani, generalmente definiti insensi-bili ai problemi della società, ostili alleorganizzazioni sindacali e ripiegati suloro stessi. Questa vittoria serve a da-re fiducia per trovare soluzioni positiveai problemi della precarietà, dell’im-piego dei giovani e di tutte le catego-rie di lavoratori dipendenti. Essa con-ferma anche l’utilità e l’efficacia delsindacalismo nel momento in cui con-duce un’azione unitaria per difenderegli interessi dei lavoratori.

(traduzione di Mariapaola Diversi)Euro

pa

Francia: la lezione sulContratto di Primo Impiego

In occasione del Consiglio Nazio-nale di Abano Terme, si è costitui-to il Sindacato Autonomo dei Diri-

genti del Credito Cooperativo(SI.A.DI.C.C. ). Questa nuova Orga-nizzazione intende riempire un vuo-to nell’ambito del settore Bcc, poi-ché la categoria dei dirigenti da tem-po non riusciva ad individuare unasigla di riferimento che potesse rap-presentare i propri interessi in modoadeguato. Il SI.A.DI.C.C. considera

fondamentale riportare al centro deldibattito sindacale la peculiarità delDirigente del Credito Cooperativo,inteso come referente tecnico del-l’Azienda nel raggiungimento deisuoi obiettivi gestionali, da perse-guire nel rispetto dei valori etici di ri-ferimento del Movimento.Il SI.A.DI.C.C. è aderente alla FABI,e perciò offre le migliori garanzie diaffidabilità e di coerenza, qualità cheil primo grande sindacato del setto-re esprime, da sempre, in ogni oc-casione. La Segreteria nazionale ditale sindacato è composta daiSigg.ri: Giorgio Mollica (nella foto),Segretario Generale (giorgio.molli-ca@ fvg.bcc.it), Alvaro Gasparrini([email protected]) e Franco Spinelli Se-gretari nazionali, Paolo Quaglino

([email protected]) SegretarioAmministrativo, ai quali si può fareriferimento per ogni esigenza. Lemodalità di iscrizione al SI.A.DI.C.C.e la fruizione dei servizi offerti daiSab sono state studiate in modo dafavorire al massimo le nostre strut-ture territoriali (su questo tema invie-remo circolare organizzativa).Invitiamo tutte le strutture ad attivar-si per divulgare sul territorio i terminidi tale nuova costituzione, ed per al-largare la base di consenso nei con-fronti dei dirigenti del settore. Unabrochure contiene un riassunto del-le motivazioni che stanno alla basedella nascita del SI.A.DI.C.C.. Perogni ulteriore informazione, potretefare riferimento ad Alessandra Pani-co dell’esecutivo nazionale B.C.C.

Dirigenti nella FabiSi è costituito il SI.A.DI.C.C. per i dipendenti BCC

L’articolo pubblicato in questa pagina è la traduzione di una dichiarazione al-la stampa di Bernard Dufil, segretario generale del sindacato francese del cre-dito, FSPBA CGT, che illustra quanto è successo sino alla vittoria degli stu-denti e del sindacato. Dal maggio francese del '68 al marzo francese del 2006:a partire da Parigi si infiammano le piazze. Dalle banlieues, universitari e licealiinsieme contro il contratto di primo impiego, che prevedeva per i minori di 26anni la possibilità di licenziamento in tronco nei primi due anni di prova. Nelmirino il governo del premier De Villepin, che si contrapponeva ai sindacatischierati con gli studenti. Una protesta che, dopo trentotto anni dal maggio1968, è ricominciata proprio dove era iniziata allora, con l'occupazione dell'U-niversità di Parigi della Sorbona. Non solo un atto simbolico. Ma le proteste sisono estese ed hanno coinvolto anche i casseurs che, con crescenti episodidi violenza e vandalismo, hanno fatto salire la tensione di questa crisi sociale,così com’era successo nel novembre scorso nelle periferie parigine.

Dal 1968 al 2006

Così ne ha parlato la stampa francese

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LA VOCE DEI Bancari

L’avv

ocato

ris

ponde

Sono un dipendente bancario edespleto le mansioni di cassiere e,fra i miei compiti, vi è quello del-la detenzione delle chiavi dei «lo-cali forti». Due giorni fa mi sonoammalato e, come da regola-mento, ho comunicato all’azien-da il mio impedimento a recarmial lavoro; la banca mi ha richie-sto di presentarmi in agenzia perconsegnare le chiavi (...); a fron-te del mio rifiuto, il direttore mi hafatto capire che provvederà a se-gnalare questo comportamentoagli organi competenti. Vorrei sa-pere se corro o meno il rischio diessere sanzionato per tale vicen-da (...).

Lettera firmata

DomandaDomanda

L’articolo 33 del contratto collettivonazionale (12 febbraio 2005) preve-de che i detentori di chiavi debbo-no garantirne la consegna per l’e-strazione dei valori all’apertura del-lo sportello. Tale norma deve essere ovviamen-te interpretata coordinandola con ladisciplina legale (art. 2110 c.c. e 32Cost.), convenzionale (capitolo VIIICCNL 12 febbraio 2005), nonché conla pressoché unanime giurispruden-za sul punto, che assicurano al la-voratore il diritto alla tutela della pro-pria salute in costanza del rapportodi lavoro ed addirittura il dovere dinon compiere atti che possano pre-giudicare o ritardare la guarigione edil rientro in servizio.Pertanto, se da un lato risulta stret-tamente connaturato alla natura del-

le prestazioni di taluni cassieri l’ob-bligo di consegnare le chiavi per l’e-strazione dei valori all’apertura de-gli sportelli (v. Pret. Roma, 16 di-cembre 1988 RIDL, 1989, II, 451),dall’altro lato non può essere di-menticato che, in caso di malattia, ilrapporto resta in tutto e per tutto so-speso, venendo ovviamente menogli obblighi conseguenti, fra cui an-che quello in questione.Il cassiere, nella specie, sarà tenu-to esclusivamente ad un comporta-mento collaborativo, improntato aidoveri di correttezza e buona fede

(artt. 1175 e 1375 c.c.); ciò significache questi dovrà semplicementemettere a disposizione presso la suaabitazione le chiavi in questione, nonpotendo certo pretendersi dal me-desimo l’adempimento di alcunaprestazione lavorativa come appun-to è quella di recarsi presso l’agen-zia.Non incorre dunque in alcun com-portamento sanzionabile discipli-narmente il dipendente malato cherifiuti di recarsi in agenzia per con-segnare le chiavi dallo stesso dete-nute.

Come tutelare lapropria salute e il

servizio al pubblico

d i So f ia Ceccon iConsulente legale Fabi nazionale

Rispostaisposta

Quando il cassiere èassente per malattia

Fac simile richiesta pareri legali

La sentenza della Corte sopra se-gnalata offre lo spunto per fare al-cune osservazioni in tema di ferie e

sulla loro fruibilità. Anzitutto si segnalache, secondo la Corte di Giustizia, ècontraria all’art. 7 della direttiva delC o n s i g l i o 2 3 n o v e m b r e 1 9 9 3 ,93/104/CE, una disposizione naziona-le che consenta, in costanza del con-tratto di lavoro, che i giorni di ferie an-nuali, non goduti nel corso di un datoanno, siano sostituiti da un’indennitàfinanziaria nel corso di un anno suc-cessivo; tale orientamento si pone,

Novità giurisprudenziali

Spett.leLa Voce dei BancariMensile di FABI – Federazione Autonoma Bancari ItalianiVia Tevere n. 46 – 00198 Roma

Data ……………………..

Il/La sig./sig.ra .…………………………, iscritto/a alla FABI (n. tessera .…………),pone un quesito sul seguente argomento inerente al proprio rapporto di lavoro:

Allega copia della normativa convenzionale di riferimento.

Firma del lavoratore

Informativa e richiesta di consenso a norma del d.lgs. 196 del 2003 (codice in materiadi protezione dei dati personali). I dati della presente scheda saranno oggetto ditrattamento informatico e manuale da parte della rivista “La Voce dei Bancari” per leseguenti finalità: a) analisi giuridico-legale; b) risposta al quesito; c) pubblicazione informa anonima sulla rivista “La Voce dei Bancari” del quesito e della risposta.Titolare del trattamento dei dati è la rivista “La Voce dei Bancari” ed il Responsabileè il Direttore della Rivista, Paolo Panerai. Le chiediamo di prestare il consenso per iltrattamento dei dati anche sensibili contenuti nella presente scheda e nell’allegatopromemoria per finalità editoriali relativamente alla pubblicazione di quesiti e dirisposte su “La Voce dei Bancari”.

Firma del lavoratore

N.B. Si informano i lettori che la Redazione si riserva di rispondere e di pubblicare soloi quesiti e le risposte di interesse generale.

tutela del diritto alle ferie nei contratti atermine, avendo il Ministero del Lavoro(v. circ. n. 8/2005) previsto – nei casi dirapporti di durata inferiore ai dodicimesi – la loro monetizzazione al termi-ne del rapporto. Occorre segnalare,per completezza, che in base all’orien-

La sentenzaDirettiva del Consiglio Europeo

del 23/11/93 n. 93/104

L’art. 7, n. 1, direttiva del consiglio23 novembre 1993 n. 93/104/Ce,concernente taluni aspetti del-

l’organizzazione dell’orario di lavo-ro deve essere interpretato nel sen-so di escludere la legittimità dellamonetizzazione nel corso dell’annosuccessivo delle ferie annuali nonfruite dal dipendente.

tamento ministeriale sussiste un vero eproprio diritto del lavoratore di fruire –se richiesto – di due settimane conse-cutive di ferie nel corso dell’anno dimaturazione, mentre il restante perio-do può essere posticipato nei diciottomesi successivi.

Sentenza della Corte di giustizia delleComunità europee del 6 aprile 2006

Le ferie non si monetizzanotutto sommato, in linea con quanto pre-visto dall’ordinamento italiano che, condecorrenza 29 aprile 2003, ha introdot-to il divieto di monetizzare le ferie (art.10, comma 2, del d.lgs. n. 66/2003) neilimiti del periodo feriale annuo minimodi quattro settimane. È fatta salva lapossibilità di monetizzare l’ulteriore pe-riodo eccedente quello minimo, non-ché la possibilità di pagamento dellestesse in occasione della risoluzionedel rapporto di lavoro (su cui v. pure art.47 CCNL 12 febbraio 2005). Meno co-gente appare – sotto tale aspetto – la

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Se non ci fossero gli anziani(in Italia vivono 12 milioni diultra65enni, che divente-ranno 18 – cioè il 34% del-la popolazione – di qui al2050), sarebbe un dramma

per molte giovani coppie. Sebbene non navighino nell'oro,infatti, i nonni rappresentanoun'ancora di salvezza: grazie allapensione media di 900 euro men-sili, aiutano il 76 per cento dei figli,donando loro almeno una pensio-ne l'anno soprattutto per regali,per la rata della macchina nuova oper il divano e l'abbigliamento del-

la famiglia. L'annuale rapporto sulla condizio-ne ed il pensiero degli anziani rea-lizzato dall'OTE, Osservatorio dellaTerza Età, fotografa un universo incui la maggior parte di loro (il 63 percento) vive in casa di proprietà ed incui la stessa percentuale collaboraall'educazione dei nipoti, soste-nendoli anche economicamente. Ma è anche vero che, per quanto ri-guarda quelli non autosufficienti(che sono oltre 2 milioni), solo l'1%è assistito dal servizio sanitario na-zionale, mentre nel 75% dei casisono i figli a pensare a loro, in casao altrove. Gli anziani non usano il computer(solo il 6%); avendo più tempo a di-sposizione, leggono attentamente iquotidiani (ma pochi libri), e in tele-visione vorrebbero meno pubbli-cità e spettacoli banali. E anche questo spiega perché vec-chiaia è sinonimo di saggezza.

Il ruolo sociale degli anziani

Pensi

oni &

pre

videnza

L’Osservatorio delle terza età ha fotografato la realtà deisessantacinquenni che aiutano ancora i figli e se stessi

Come calcolarle per adeguare i minimi

Pensioni in coppia

Spesso i limiti reddituali previsti dalla leg-ge impediscono l’accesso al minimo dipensione. I minimi di pensione sono col-legati all’entità del reddito: individuale dal1983, di coppia dal 1994. L’aggancio alreddito ha penalizzato coloro (prevalen-

temente le casalinghe) che avevano versatocontributi previdenziali, obbligatori o volontari,con la prospettiva di maturare i requisiti per lapensione minima.

IL TRATTAMENTO MINIMO GARANTITO È costituito da due parti:- una quota determinata dal calcolo derivante

dai versamenti dei contributi effettuati;- l’altra quota, nel caso in cui l’importo di cui so-

pra non raggiunga il minimo di legge, definitada un’apposita erogazione chiamata, appunto,integrazione al minimo.

Quest’ultima è un’aggiunta di carattere assi-stenziale, del tutto gratuita, ed è concessa a co-loro che hanno totalizzato pochi contributi.L’ammontare di tale aggiunta è dato dalla diffe-renza tra il minimo di legge (fissato per il 2006 in427,58 euro) e la pensione calcolata sui contri-buti versati.

DOPPIA BARRIERAFino alla riforma Amato, D. Lgs. 503/92, il limitedi reddito annuo individuale è rimasto come uni-co condizionamento. Dal 1994, il limite di reddito è diventato coniuga-le e da allora si cumulano i redditi individuali deidue coniugi; ne consegue che, se uno dei coniu-gi non ha alcun reddito o ne ha uno molto basso,ma l’altro coniuge è benestante, l’importo com-plessivo può bloccare in tutto o in parte l’inte-

grazione al minimo (vedi tabelle).Nel tempo vi sono stati dei “ripensamenti” legi-slativi:- nel 1994 il reddito di coppia è stato portato a 5

volte il minimo;

- nel 1995 la soglia è stata portata a 4 volte il mi-nimo ed è rimasta tale.

Le ripetute modifiche hanno così creato dispa-rità di trattamento, erogando pensioni secondol’anno di inizio (le c.d. pensioni d’annata); si so-no salvate dal condizionamento del reddito co-niugale solo le pensioni erogate prima del 1994.Su pressioni dei sindacati e di varie associazio-ni, è stata emanata la legge n° 385 del 2000, cheha consentito a coloro che nel 1992 hanno ma-turato il diritto alla pensione di beneficiare del-l’integrazione al minimo, poiché ne erano esclu-si. Si tratta di poche decine di migliaia di perso-ne, per le quali è stato, opportunamente, elevatoil tetto di reddito coniugale.

Reddito di coppia da non superarePer le pensioni con decorrenza tra l’1/1 e il 31/12/1994

Integrazione intera integrazione parziale Nessuna integrazioneAnno fino a da a oltre1994 £ 31.249.900 £ 31.249.901 £ 39.152.750 £ 39.152.7501995 £ 32.575.400 £ 32.750.401 £ 40.719.250 £ 40.719.2501996 £ 34.335.600 £ 34.335.601 £ 42.919.500 £ 42.919.5001997 £ 35.674.600 £ 35.674.501 £ 44.593.250 £ 44.593.2501998 £ 36.280.400 £ 36.280.401 £ 45.350.500 £ 45.350.5001999 £ 36.933.000 £ 36.933.001 £ 46.166.250 £ 46.166.2502000 £ 37.523.200 £ 37.523.201 £ 46.904.000 £ 46.904.0002001 £ 38.498.200 £ 38.498.201 £ 48.122.750 £ 48.722.1502002 € 20.419,88 € 20.419,89 € 25.524,85 € 25.524,852003 € 20.910,24 € 20.910,25 € 26.137,80 € 26.137,802004 € 21.433,36 € 21.433,37 € 26.791,70 € 26.791,702005 € 21.862,36 € 21.862,37 € 27.327,95 € 27.327,952006 € 22.234,16 € 22.234,17 € 27.792,70 € 27.792,70

Per le pensioni con decorrenza successiva all’anno 1994

Integrazione intera integrazione parziale Nessuna integrazioneAnno fino a da a oltre1995 £ 24.431.550 £ 24.431.551 £ 32.575.400 £ 32.575.4001996 £ 25.751.700 £ 25.751.701 £ 34.335.600 £ 34.335.6001997 £ 26.755.950 £ 26.755.951 £ 35.674.600 £ 35.674.6001998 £ 27.210.300 £ 27.210.301 £ 36.280.400 £ 36.280.4001999 £ 27.699.750 £ 27.699.751 £ 36.933.000 £ 36.933.0002000 £ 28.142.400 £ 28.142.401 £ 37.523.200 £ 37.523.2002001 £ 28.873.650 £ 28.873.651 £ 38.498.200 £ 38.498.2002002 € 15.317,91 € 15.314,92 € 20.419,88 € 20.419,882003 € 15.682,68 € 15.682,69 € 20.910,24 € 20.910,242004 € 16.075,02 € 16.075,03 € 21.433,36 € 21.433,362005 € 16.396,77 € 16.396,78 € 21.862,36 € 21.862,362006 € 16.675,62 € 16.675,63 € 22.234,16 € 22.234,16Dal computo dei redditi si esclude: il trattamento di fine rapporto (TFR); il reddito della casa diabitazione; gli arretrati a tassazione separata; la pensione da integrare al minimo.

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d i Domen ico Po l imen iAvvocato - Dirigente Aler Brescia

In qualche precedente occasione, abbiamo avu-to modo di vedere come sia delicata la posi-zione di chi acquista un immobile, soprattut-to nel periodo intercorrente fra la stipula delcontratto preliminare, con pagamento di som-me, ed il rogito notarile definitivo. Abbiamo,

quindi, raccomandato di non firmare contratti oanche solo proposte di acquisto senza avere benriflettuto sul contenuto delle varie clausole. Fra irischi che si corrono nella posizione di acquirentesussiste quello, potenzialmente molto grave, diincorrere nel fallimento dell'impresa edile o, co-munque, venditrice che si è impegnata a cede-re l'immobile ed alla quale sono state pagatesomme per caparra, acconti sulla base dello sta-to di avanzamento dei lavori e quant'altro. Nonè questa la sede per descrivere gli infiniti pro-blemi, anche tecnico-giuridici, di queste ipotesi.Si consideri solo che, in passato, vi sono statiacquirenti costretti a pagare due volte il prezzo:una volta all'impresa ed una volta alle banchecreditrici dell’impresa medesima ormai fallita. Equesto, per chi magari ha investito i risparmi diuna vita nell'acquisto della prima ed unica casa,rappresenta un sacrificio ben immaginabile dainostri lettori che, statisticamente, in maggioran-za dovrebbero aver già affrontato il problema del-l'acquisto di un immobile. Recentemente, il legi-slatore italiano si è fatto carico del problema, an-che perché pressato dall'Unione europea per unadeguamento della normativa agli standard de-gli altri paesi che hanno emanato da molti annileggi di tutela del risparmio, anche immobiliare(la nostra stessa Costituzione repubblicana, art.47, prevede programmaticamente che la Re-pubblica “favorisce l'accesso del risparmio po-polare alla proprietà dell’abitazione”). Ne è sca-turito il decreto legislativo n. 122 del 2005, cheha tentato di dare qualche tutela al cittadino cheacquista un immobile che debba essere realiz-zato. Già da queste definizioni, l'esperto dedu-ce che restano scoperte molte situazioni, ma cer-chiamo di individuare le garanzie esistenti allostato, in modo da capire poi quelle che sareb-bero necessarie, in modo da procurarcele even-tualmente “in proprio”, mediante l'inserimento diopportune clausole nei contratti.

I SOGGETTI TUTELATIChiariamo subito che sono solo le persone fisi-che, che stipulino impegni di acquisto per sé oper parenti entro il primo grado (vale a dire i fi-gli o genitori dello stipulante). La previsione del-le "persone fisiche" non indica, evidentemente,un'attenzione per la fisicità corporea ma, in sen-

so tecnico-giuridico, implica l'esclusione dellepersone giuridiche, vale a dire le società ed al-tre collettività di persone cui l'ordinamento ri-conosce la personalità giuridica, intesa come ca-pacità di essere soggetto di diritti. La ragione èchiara, in quanto il legislatore presume che leorganizzazioni di persone o di beni, soprattuttoquelle con finalità commerciali, debbano esse-re strutturate per difendersi autonomamente daeventuali raggiri o situazioni a rischio.

LE OPERAZIONI GARANTITESi tratta ovviamente degli acquisti della pienaproprietà, ma anche di altri diritti reali di godi-mento così detti minori rispetto alla proprietàcome l'usufrutto o la superficie (quest’ultimaconsiste nella proprietà della costruzione se-parata dal suolo, come accade frequentemen-te nel mondo dell'edilizia economica per la ca-sa di abitazione principale). Rientrano in que-sta tutela anche le assegnazioni in proprietà fat-te da cooperative edilizie, fruenti o non di con-tributo dello Stato, ed anche i contratti di lea-sing applicati agli immobili.

I SOGGETTI TENUTI A FORNIRE LA GARANZIARientrano fra i "costruttori" (così si esprime lalegge), come abbiamo appena detto, anche lecooperative edilizie, il che è comprensibile sesolo si considerano le frequenti disavventure incui incappano molti soci di cooperativa. In pri-mo luogo bisogna, infatti, considerare che si stapurtroppo dilatando il fenomeno delle coope-rative che nascondono effettive attività di im-presa e, inoltre, frequenti sono i casi di gestio-ne, per così dire "allegra", di cooperative che

tali sono anche nella sostanza ma che, pur-troppo, hanno la ventura di scegliersi ammini-stratori poco accorti o, addirittura peggio, ma-lintenzionati verso gli altri soci.Comunque, nella maggior parte dei casi, "co-struttori" saranno imprese edili che vogliono pro-porre immobili o direttamente mediante i lorouffici vendite e commerciali, ovvero mediantel'ausilio di agenti immobiliari, vale a dire me-diatori professionisti. Tuttavia, nella prassi il con-cetto di costruttore sarà probabilmente intesoin senso più lato, fino a ricomprendere il ven-ditore che affida in appalto ad un imprenditoreedile la costruzione di appartamenti da avviarealla vendita "sulla carta".

LA GARANZIA E LE ALTRE CAUTELE Al momento della stipula di un qualsiasi accordoche preveda un trasferimento successivo dellaproprietà, il costruttore deve fornire una fidejussio-ne pari all'importo che egli riceve in quella sede o inun momento successivo ed anteriore al trasferi-mento della proprietà (ad esempio quando vengo-no effettuati pagamenti su "stato di avanzamentodei lavori"). La fidejussione può essere rilasciatanon solo da una banca, ma anche da intermediarifinanziari autorizzati o da assicurazioni (caso di po-lizza fidejussoria che, salvo la logica aleatoria suapropria, è in tutto simile alla fidejussione bancaria).Quindi, nel caso in cui il costruttore dovesse entra-re in crisi causa esecuzioni immobiliari (ad esem-pio pignoramenti sull'area) o procedure fallimenta-ri intentate nei suoi confronti, l'acquirente potràpresentarsi presso il fidejussore per recuperare lesomme versate. Sussistono, poi, altre garanzie infavore dell'acquirente. Molto importante è l'obbli-go di assicurazione dell'immobile, gravante sem-pre sul costruttore, contro i gravi vizi di rovina e de-grado che possono presentarsi nell'immobile finoa dieci anni dall'ultimazione dei lavori. Inoltre, il le-gislatore ha previsto, con notevole limitazione del-l’autonomia contrattuale delle parti, alcuni impor-tantissimi dettami per il contenuto del contrattopreliminare o similare, in modo che sia maggior-mente garantito il promissario acquirente: dovran-no essere esplicitati gli estremi della fidejussioneprestata, le modalità di pagamento, i termini tassa-tivi per l'ultimazione dell'immobile, le caratteristi-che tecniche dell'immobile, dei suoi impianti, dellestrutture portanti, degli isolamenti (così dette cap-pottature), delle fondamenta, del tetto e degli infis-si. Al contratto devono poi essere allegati anche ilcapitolato, nonché gli elaborati progettuali, in baseai quali è stata ottenuta dal costruttore la conces-sione edilizia. Per chi poi sia, in particolare, acqui-rente di "prima casa", la normativa detta un'ulterio-re tutela, consistente nel diritto di prelazione in ca-so di vendita all'asta dell'immobile a seguito dellostato di crisi che abbia colpito il costruttore. Già aduna prima lettura della legge, gli argomenti scot-tanti si presentano in quantità, per cui dobbiamorinviare ad un’altra occasione qualche approfondi-mento, non cessando mai di raccomandare estre-ma cautela nel contrattare l’acquisto di qualsiasiimmobile.

Il periodo che va dal versamento dellacaparra al rogito è delicato: ecco comeproteggersi dai possibili incidenti di percorso

Come tutelarsi quandosi compera casa sulla carta

Sindacato & ServiziLA VOCE DEI Bancari

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LLa disciplina delle locazioni ad uso abi-tativo è dettata principalmente dalla leg-ge 431 del 1998 che ha abolito la prece-dente legge sull’equo canone (si ricordache dal 30 dicembre 1998 non è più pos-sibile stipulare o rinnovare contratti di ta-

le tipo), che obbligava ad affittare gli immobiliad un canone prestabilito.In generale, chi decide di concedere o pren-dere in affitto una casa ha a disposizione va-rie tipologie di contratti. Vediamo insieme i prin-cipali:

• “canone libero”: con questo tipo di contrat-to i contraenti possono decidere liberamen-te l’ammontare del canone e le altre condi-zioni della locazione con l’unico obbligo dirispettare la durata minima.

• “canone concordato”: in questo caso, il cor-rispettivo è pattuito in base ad alcuni criteristabiliti in accordi stipulati tra le organizza-zioni degli inquilini e quelle dei proprietari.

Le locazioni a canone libero sono così deno-minate in quanto il canone è contrattato libe-ramente dalle parti. Hanno una durata minimadi 4 anni + 4 di rinnovo obbligatorio (tranne neicasi tassativamente previsti, tra i quali il su-bentro del proprietario, la vendita o la ristrut-turazione integrale dell’immobile ecc.).

Per i contratti a canone concordato, ovviamente,il canone di locazione è inferiore alla misura deicanoni correnti di mercato. Al fine di incenti-vare l’utilizzo di questa forma di contratti, in-trodotto principalmente con lo scopo di con-tenere i prezzi di mercato e venire incontro al-le esigenze di chi è costretto a prendere in lo-cazione un immobile, il legislatore ha pensatodi concedere sia al locatore sia all’inquilino al-cuni non trascurabili vantaggi fiscali.Infatti, ai proprietari che stipulano un contrat-to di locazione a canone concordato per al-loggi che si trovano in uno dei comuni ad ele-vata “tensione abitativa” è riconosciuta una ri-duzione dell’imposta di registro dovuta e, ai fi-ni Irpef, un ulteriore abbattimento del 30% delcanone di affitto da denunciare in sede di di-chiarazione dei redditi, che si va ad aggiunge-re al 15% previsto per tutti i redditi derivantidalla locazione. Le agevolazioni per gli inquilini saranno tratta-te nel prossimo numero.È possibile stipulare i contratti a canone con-cordato – per effetto di un recente provvedi-

mento – anche nei comuni dove le organizza-zioni dei proprietari e degli inquilini non hannoancora concluso gli accordi territoriali, facen-do riferimento alle condizioni dell’accordo ter-ritoriale vigente nel comune demograficamen-te omogeneo di minore distanza territoriale, an-che situato in altra regione.Le agevolazioni fiscali sono previste, comun-que, solo per i proprietari (e gli inquilini) degliimmobili situati nei comuni ad alta tensione abi-tativa. Non sono previste agevolazioni Irpef oriduzioni dell’imposta di registro per le loca-zioni transitorie, la cui convenienza per il loca-tore è, pertanto, unicamente quella della bre-ve durata del contratto.Le locazioni a canone concordato si possonosuddividere in tre ulteriori tipi: • i contratti di durata pari a 3 anni più 2 anni

di rinnovo obbligatorio (salvo facoltà del lo-catore di negarlo per specifici motivi);

• i contratti per studenti universitari di duratada 6 mesi a 3 anni con rinnovo automaticodella stessa durata, salvo disdetta dell’in-quilino;

• i contratti transitori con durata da 1 a 18 me-si a canone libero.

COME REGISTRARE IL CONTRATTO DILOCAZIONE E QUANTO SI PAGAI contratti di locazione di immobili urbani, diqualsiasi ammontare, purché di durata supe-riore ai 30 giorni complessivo nell’anno, devo-no essere registrati.La registrazione va effettuata entro 30 giornidalla data di stipula del contratto (o dalla suadecorrenza, se antecedente) presso gli ufficilocali dell’Agenzia delle Entrate, dopo aver prov-veduto al versamento dell’imposta di registro.A meno che non si sia obbligati (possessori dialmeno cento immobili), si può anche sceglie-re di registrare i contratti in via telematica: inquesto caso, il pagamento delle imposte è con-testuale alla registrazione del contratto.L’importo dovuto è pari al 2% del canone com-plessivo della locazione, arrotondato all’unitàdi euro, con un minimo di 67 euro.Per i contratti pluriennali, il versamento del-l’imposta di registro può essere effettuato:• in un’unica soluzione calcolando il 2% sul

corrispettivo dovuto per l’intera durata delcontratto, usufruendo di una riduzione del-l’imposta, in misura percentuale, pari alla metàdel tasso annuale di interesse legale molti-plicato per il numero delle annualità.

• anno per anno, applicando il 2% sul cano-ne relativo a ciascuna annualità (per i paga-menti di quelle successive alla prima si de-

ve tener conto degli aumenti Istat).I versamenti sono a carico del locatore e delconduttore in parti uguali, ma entrambi ri-spondono in solido del pagamento dell’interasomma, con la conseguenza che se l’Agenziadelle Entrate accerta il mancato versamentodell’imposta di registro, potrà chiedere la cor-responsione, comprensiva di interessi e san-zioni, ad entrambi, ed il pagamento di uno deidue libererà anche l’altro.Va specificato che non è dovuta l’imposta diregistro sul deposito cauzionale versato dal-l’inquilino, mentre è dovuta l’imposta (nella mi-sura dello 0,50%) se il deposito o altre formedi garanzia sono prestate da un terzo estraneoal rapporto di locazione.

Nel caso in cui si sia scelto di pagare l’impo-sta di registro anno per anno, per le annualitàsuccessive alla prima il pagamento (2% del ca-none annuo) va effettuato entro 30 giorni dal-la scadenza del precedente anno e, in tali oc-casioni, può essere anche inferiore al versa-mento minimo previsto per la prima registra-zione (67 euro).Per le risoluzioni, come le disdette anticipatedel contratto, l’imposta di registro si paga nel-la misura fissa di 67 euro.Per le cessioni, proroghe e risoluzioni di con-tratti già registrati, i contraenti devono versarel’imposta dovuta entro 30 giorni utilizzando ilmod. F23, in cui vanno indicati gli estremi diregistrazione del contratto stesso (anno, seriee numero di registrazione).

(continua sul prossimo numero)

Sindacato & Servizi

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Chi decide di concedere o prendere in affitto un’abitazione ha adisposizione varie tipologie di contratti, ma i principali sono quelli acanone libero e a canone concordato. Di seguito un vademecum

Tutto quello che devisapere quando vuoi affittare

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di Lauretta CozFoto di Tiziano Canu

Chi, arrivato in Sardegna, si ad-dentra in Gallura, la regionenord-orientale, ha la sensazionedi trovarsi di in un luogo anco-ra vergine. Eppure non c’è zo-na dell’isola che abbia subito un

attacco immobiliare più di questa. Mala natura prevarica qualsiasi altra for-ma, e lo fa con le rocce modellate dalmaestrale che soffia da ovest, con glialberi piegati verso il mare quasi a fer-mare le mareggiate imponenti, con lespiagge dove, nelle stagioni primave-rili, nidificano ancora gli uccelli di pas-so e le dune sono in perenne movi-mento. A sud di Olbia, a poca distanza da Ca-la Girgolu, vicino a Punta Molara, im-

mersi nel verde si ammira l’isola di Ta-volara, proprio di fronte. La zona è do-minata dal Monte Pitrosu, dove per ini-ziativa del comune di San Teodoro èpossibile percorrere un sentiero im-merso nella macchia mediterranea chesi apre su panorami da lasciare senzafiato, circondati da siepi di mirto e len-tisco, da asfodeli e dai frutti rossi e dol-cissimi del corbezzolo. L’Isola di Ta-volara è fonte di grande interesse per iritrovamenti di archelogia subacqueadi età punica, ma ancora di più incu-riosiscono la sua storia e le sue leg-gende. Nel museo reale di Buckin-gham Palace, a Londra, c’è una rac-colta fotografica di tutte le dinastie re-gnanti e, fra i reali del mondo si scoprela foto di Carlo Berteleoni, proclama-to, forse per gioco, re di Tavolara da re

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Carlo Alberto di Savoia. Oggi è diven-tata una meta da gourmet, da quandoTonino e Maddalena, ultimi discen-denti, hanno aperto un bel ristorante,Da Tonino, sulla spiaggia di Spalmato-re (tel. 0789/958570, prezzo medio 25euro), ideale per gustare piatti della cu-

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cina sarda e farsi raccontare l’interastoria dai protagonisti, compresa laleggenda che vuole che tra le falesiedell’isola viva la capra dai denti d’oro:la patina gialla non ha ovviamente nul-la di prezioso, è dovuta all’erba di eli-criso di cui si nutre.

Qui c’è un mare smeraldinoDalla costa di fronte alla Tavolara su fino alle Bocche di Bonifacio sisusseguono spiagge e calette rocciose, in una delle parti più belle della Sardegna. Ecco gli indirizzi per godersela, meglio fuori stagione

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Non solo banca

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Per proseguire il nostro itinerario si ri-sale verso Olbia e poi a nord fino in Co-sta Smeralda. La fortuna di questa lo-calità iniziò nel 1961 quando due in-glesi, John Duncan Miller, banchiere,e Patrick Guiness, produttore di birra,in viaggio sull’isola rimasero affasci-nati dal colore del mare. Quando rien-trarono dal viaggio, raccontarono a unamico, il principe ismaelita Karim AgaKhan, di questo paradiso. Il resto è sto-ria. La Costa Smeralda, come fu ribat-tezzata, sarebbe poi diventata il palco-scenico di vacanze ideale del jet-set in-ternazionale. Poco distante, a 2 chilometri dalla fa-mosa piazzetta, si può soggiornare alGrand Hotel Porto Cervo (località Ca-la Granu, tel. 0789/91533, da 100 euroa persona), ma per chi ama invece i sa-pori più country è ideale il B&B LaMeSenda nell’agriturismo Malchittuvicino ad Arzachena, un antico stazzuristrutturato (tel. 0789/81950, da 30euro a persona con prima colazione). Iproprietari Mario e Judith sono dispo-nibili anche per escursioni naturalisti-che e archeologiche. Proprio nei pres-

La natura debordante circondaogni cosa, ville e stazzu, lecaratteristiche stalle della zona,lungo la costa della Gallura. Qui asinistra l’isola della Tavolara e, inapertura, le acque cristalline dellaCosta Smeralda. Le proposte diqueste pagine sono tratte daCase&Country una pubblicazionedi Class Editori.

C’è l’erede della Campagnola Una volta c’era la Campagnola, un po’ vissuta e bella anche per questo. Oggi l’erede si chiamaSedici, come il prodotto della moltiplicazione 4x4, che contraddistingue la trazione sulle quattroruote. La Sedici è una Fiat di nicchia molto versatile. Merito anche della matita di Giugiaro, che neha tracciato le linee, riuscendo a fare stare, in 4,11 metri di lunghezza, un’auto versatile, comple-ta, pratica, con una grande finestratura per godersi il panorama. La meccanica è all’altezza dellostile. Due sono i motori tra cui scegliere, uno a benzina e uno a gasolio. Il primo è un 1,6 litri 16

valvole da 107 cavalli, indicato per chi non percorre molti chilometri. Ha il sistema di fasatura varia-bile delle valvole di aspirazione e di scarico, checonsente un miglioramento sia di emissioni inqui-nanti sia di prestazioni. Il fiore all’occhiello dellaSedici è però il motore a gasolio, l’1,9 litri due val-vole per cilindro da 120 cavalli, che sviluppa unacoppia di 280 Newton metri. Dotato di un turbo-compressore a geometria variabile a controlloelettronico, è in grado di migliorare l’erogazione dipotenza al punto da fornire il 90% della coppiamassima già da 1.750 giri al minuto. Ciò lo rendeun motore versatile ma anche adatto ai lunghiviaggi, dati i consumi bassi. La trazione, è sulle quattro ruote solo quando serve, grazie a un diffe-renziale centrale che trasferisce la coppia sui due assi a seconda delle necessità. In modo automa-tico si passa quindi da una trazione a due ruote motrici (anteriori) a una integrale.

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La schedaFiat Sedici 1.9 MultijetMotore: 4 cil. in linea, dieselCilindrata: 1.910 ccPotenza: 120 cavalliLunghezza: 4,11 metriLarghezza: 1,75 metriAltezza: 1,62 metriVelocità max: 180 km/hAcc. 0-100 km/h: 11,2 sec.Consumo: 19 km/litroPrezzo: 21.970 euro

Le Torri di Bagnara (tel. 075-5792001- oppure www.letorridibagnara.it) èuna dimora medievale all’interno di

un’abbazia del XI secolo. Nel 1900 è sta-ta la proprietà di un pronipote di Napo-leone Bonaparte, oggi è un relais di char-me con quattro camere, tre suite e quat-tro appartamenti arredati con gusto. Ci sirilassa nella piscina panoramica con vi-sta sulla valle del Tevere o passeggiandofra i giardini della tenuta che ha un ortobotanico con piante officinali e un frut-teto. Ancora in Umbria, a Montecastellodi Vibio, la Fattoria di Vibio (tel. 075-8749607)propone soggiorni all’insegnadel benessere del fisico e della mente at-traverso la cromoterapia, massaggi e ti-sane purificanti. Programmi anti-età sioffrono con la complicità di un luogo in-contaminato posto a 600 metri sul livel-lo del mare.

Dormire alle TorriIn Umbria in un borgo vicino a Perugia

Una delle camere deiquatto appartamentiarredati con mobili d’epocaal Il resort Le Torri diBagnara nella Pieve di SanQuirico (sopra), vicino aPerugia

si di Arzachena si prende la direzione diBassacutena e, dopo 3 chilometri, si ar-riva alla Tomba dei Giganti di Li Loj-ghi, che si trova in cima a una collina edomina il paesaggio circostante. Già dalontano si vede la sua grande stele mo-nolitica, la più bella di tutta l’isola, esembra quasi sfidare la legge di gravità.Le case di campagna caratteristiche diquesta zona sono gli stazzu (foto nellapagina accanto) in origine ricovero perle pecore dopo il pascolo, con un pic-colo alloggio anche per il pastore. Pic-cole costruzioni di solito a un piano,isolate nella campagna, ora, poco allavolta, vengono ristrutturate e rese abi-tabili. Passato il Golfo delle Saline ci si im-merge in una zona di natura incontami-nata: un grande stagno, paradiso per ibirdwatchers, che in stagione possonoammirare stormi di fenicotteri rosa ap-pollaiati su una sola zampa che riposa-no fra la salicornia, l’erba lacustre dalsapore salmastro e il Pollo sultano, pic-colo trampoliere dallo scintillante piu-maggio blu con riflessi turchesi e zam-pe rosse. Per dormire in zona, un indi-

rizzo particolare, l’albergo di PeterGabriel, ex leader del gruppo Genesis,Li Capanni. È rimasto chiuso per dueanni ma ora le 22 stanze immerse nelverde e nel silenzio riaprono per gliospi t i (per in formazioni , te l .0789/86041). Sulla strada che costeg-gia il mare, un cartello indica Costa Pa-radiso, una località sorta negli anni 70nel rispetto della natura con le ville in-castonate fra le rocce e le falesie rossea strapiombo sul mare. Giunti a Ca-stelsardo, dopo avere visitato la roccadei Doria che domina dall’alto le tem-pestose Bocche di Bonifacio, si puògustare la cucina di Fofò, dagli ane-moni di mare al risotto alla corsara, suuna terrazza davanti al profilo mon-tuoso della vicina Corsica (tel.079/470143, prezzo medio da 30 eu-ro). Dopo colazione vi consigliamo unmomento di riflessione nel Logodoro,a pochi chilometri nell’interno, respi-rando l’aria carica di spiritualità e di si-lenzio in una valle battuta dal vento,davanti alla facciata della basilica del-la Santissima Trinità di Saccargia,maestosa bellezza romanico-pisana.

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Non solo bancaLA VOCE DEI Bancari

Extravergine ma popolare

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a l l ’Un i ve r s i t à d i Ve rona

Che all'interno dei prodotti che compongono la or-mai mitica dieta mediterranea l'olio d’oliva abbiasempre rappresentato uno degli elementi più affa-scinanti e più collegati a quest’idea – spesso piùastratta che reale – di Mediterraneo, è qualcosa diormai consolidato. Il concetto di dieta mediterra-

nea nasce in un certo momento della storia abbastanza re-cente e non certo ad opera di una persona che nel Mediter-raneo ci abitasse: è il solito americano ad associarealla salute particolarmente buona, soprattutto sottol'aspetto cardiocircolatorio, dei contadini del Cilen-to, se ben ricordo, il tipo di dieta estremamente sem-plice e legata ai prodotti del Mediterraneo da questiseguita. A parte l'ovvia notazione che risulta alquanto diffici-le per dei contadini del Cilento seguire una dieta chenon sia a base di prodotti mediterranei, questa ideadiede poi luogo ad una serie di indagini comparatetra stili di alimentazione e malattie, arrivando a di-mostrare, secondo quegli studiosi, una relazionemolto forte tra l'utilizzo di certi prodotti nell’alimen-tazione ed il rischio di malattie di tipo cardiocircola-torio. Sia detto per inciso: è qui che nasce tutta la misticadei grassi saturi ed insaturi e del colesterolo. Gli ali-menti magici erano naturalmente quelli delle dietamediterranea, cioè frutta, verdura, ortaggi, pasta edolio d'oliva. Per quel che ne so, a questi ricercatoriamericani non venne in mente di analizzare anche lostile di vita di questi contadini, denso di quell’attivitàfisica che, in seguito, sarebbe stata individuata comeuna componente – forse ancora più forte della dieta –della prevenzione non soltanto delle malattie cardio-circolatorie, ma anche di una messe enorme di ma-lattie degenerative. Un'altra osservazione che mi permetto di sollevare èche, probabilmente, vista la vita media dei contadinidel Cilento all'epoca della ricerca, forse non moltipotevano permettersi il lusso di sviluppare delle ma-lattie di tipo degenerativo. Comunque, che fosse ilmoto o che fosse la dieta, le indagini di quell'epoca sifocalizzarono soprattutto sulla dieta e, in particolare, sul-l'uso dell'olio e della verdura fresca. Successivamente, ladieta mediterranea, soprattutto in Italia, non ha acquisitoquel genere di valore simbolico e comunicativo che altri ti-pi di caratteristiche degli alimenti hanno assunto per la co-municazione pubblicitaria, ed è quindi difficilissimo, og-gi, vedere cibi pubblicizzati in quanto caratteristici delladieta mediterranea. È rimasto molto vivo, invece, il concetto che alcuni ali-menti particolari siano dotati di una capacità preventiva ri-spetto ad alcune malattie degenerative ed in particolare aquelle cardiocircolatorie. Tra questi c'è sicuramente l'oliod'oliva che, muovendosi in quello spazio fortemente carat-

terizzato in modo salutista dei grassi saturi ed insaturi, èstato per anni pubblicizzato soprattutto come l'alimentocapace di preservare le arterie ed il sistema cardiocircola-torio dalla degenerazione derivante dall'età. Chi non ricor-da le pubblicità degli oli che avevano benefici effetti nonsoltanto sulla forma fisica, ma anche sulla salute di attem-pati signori di mezz’età? Per lunghi anni, questo è stato ilrichiamo simbolico unico per l'olio, che era venduto so-prattutto come alimento base, senza grandi specificazionirispetto al tipo di olio o alle sue caratteristiche organoletti-che; neppure sulla differenza tra olio in generale ed olioextravergine d'oliva ci si soffermava più di tanto, anche

perché questo avrebbe costretto le aziende produttrici a di-versificare i cicli produttivi, mentre finché si parlava diolio in generale si potevano versare in questo indifferentecalderone tantissimi e diversi tipi di olio. Dobbiamo aspettare gli anni '90, la riqualificazione dellanatura in senso lato come forza curativa, nonché l'avviodei prodotti ad origine controllata, per vedere qualche mo-vimento anche nel campo dell'olio. Ed è soprattutto il mec-canismo legato alla denominazione di origine quello che sisviluppa nel campo dell'olio, una volta che, naturalmente,la differenziazione tra olio in generale ed olio extravergineè data per acquisita, con la conseguenza che, in termini disalute e natura, si parla in realtà soltanto di olio extravergi-

ne. All'interno di questo settore merceologico, c'è stato iltentativo, sinora poco fruttuoso, di avviare una differen-ziazione ed una valorizzazione rispetto ai luoghi d'origine,in cui l'olio cerca di ricalcare il modello seguito dal vino.Tuttavia, probabilmente, le caratteristiche organolettichedell'olio non hanno favorito questa linea di differenziazio-ne. Infatti, mentre il vino può affidarsi al colore, alla sfu-matura e ad un insieme molto complesso di sapori ed odo-ri per sottolineare anche dal punto di vista organolettico levarie nobiltà di origine, l'olio si presenta sostanzialmentetutto uguale, almeno alla vista ed in larga parte anche al gu-sto, e gli mancano quindi caratteri sufficientemente forti

che possano sostenerne la valorizzazione sulla base deilignaggi territoriali. Infatti, se guardiamo le pubblicità ele etichette dei migliori oli in commercio, troviamo untentativo di differenziazione legato ad aspetti soprattut-to di status, con il richiamo ad etichette di vini pregiati,soprattutto nella forma e nel colore, oppure con il ri-chiamo ad un prodotto raffinato e genuino attraverso unuso di carta e di scrittura di tipo "naif", ma non troviamotutta quella declinazione di nomi, luoghi, castelli e po-deri che invece affolla le etichette e le pubblicità dei vi-ni. Anche il tentativo di differenziare vari tipi di olio dalpunto di vista organolettico è fallito. Lo sforzo di co-struire delle categorie legate al gusto più o meno fortedei vari oli, suggerendo poi accoppiamenti privilegiaticon alcuni cibi, sul modello seguito dai vini, è misera-mente fallito. Sotto quest’aspetto, l'olio ha mantenuto lasua caratteristica di prodotto popolare di largo consumotalmente, profondamente ed essenzialmente mediterra-neo da rifiutare qualsiasi altra declinazione e differen-ziazione. Questo almeno nel Mediterraneo, dove l'usodell'olio è stratificato – direi – nei millenni. In altre areegeografiche, dove l'olio è entrato come prodotto di nic-chia rispetto all'uso di grassi di origine diversa, la strate-gia di differenziazione ha funzionato un pochino me-glio, soprattutto collegandosi all'universo immaginariocostruito dalla differenziazione dei vini, con un’equiva-lenza tra valorizzazione in base all'origine dei vini e va-lorizzazione in base all'origine degli oli. Non a caso,nelle fiere vinicole vediamo sempre più spesso deglistand dedicati ai vari oli, con tutto l'apparato di assag-giatori e di calibrazione organolettica che riproduceesattamente il meccanismo utilizzato per il vino.

Ma riuscirà a questo fratello contadino degli ormai nobili-tati vini a scalare la piramide sociale del successo? Dalpunto di vista del suo consumo nell'area mediterranea, cre-diamo che questo sarà molto, ma molto difficile: l'oliomantiene tuttora una caratteristica trasversale, tradiziona-le, popolare e di largo consumo e difficilmente in quest’a-rea potrà essere sviluppato un consumo di nicchia tale daprodurre anche negli oli quella valorizzazione ormai ac-quisita – ma anche estremizzata – in ambito vinicolo. For-se questo sarà possibile in alcuni mercati esteri, ma perprodotti mirati che, molto probabilmente, poco avrannodella tradizione popolare e contadina che ancora da noitraspare attraverso il colore dorato della spremuta di olive.

Per l’olio, il tentativo di avviarne una valorizzazione sulla basedella provenienza geografica o del gusto non è riuscito, ancora.Resta così un prodotto a diffusione schiettamente popolare

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L’appunta

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Non solo banca

Eccoci puntuali al nostro appun-tamento annuale: si tratta del-l’atteso viaggio estivo che, que-sta volta, si rivolgerà verso lebellezze della penisola iberica.Infatti, saranno Spagna e Porto-

gallo le mete di questo lungo viaggioche ci vedrà impegnati per ben cin-que settimane, esattamente da venerdì21 luglio fino a sabato 26 agosto. Inquesto periodo di tempo avremo mo-do di conoscere da vicino le caratte-ristiche salienti di questi due paesi chemolto hanno da offrire al camperista.Per coloro che potessero contare “so-lo” su quattro settimane di ferie, sipotrà valutare – a seguito di un con-tatto telefonico – le possibilità di uninserimento “in marcia”… Come no-stra consuetudine, anche questo saràun viaggio “intenso” e poco “como-doso”, proprio per poter cogliere ilpiù possibile le atmosfere e gli stili divita di popolazioni che, specie in Por-togallo, continuano ad essere sostan-zialmente differenti da quelli a cui sia-mo abituati.

Particolare attenzione sarà riservata,come sempre, ai percorsi meno bat-tuti e alle cittadine meno conosciute:anche in questo senso vorremmo chefosse un’esperienza di vita, oltre cheun’occasione di vacanza, di quelle in-dimenticabili…Naturalmente, come sempre in questicasi, occorrerà poter contare su uncamper in perfette condizioni mecca-niche: occorrerà dunque che ogni par-tecipante sottoponga il proprio vei-colo ad un approfondito check-up, co-sì da poter garantire, a tutti i parteci-panti, il rispetto dei tempi di marcia

previsti. I contatti tra tutti i campersaranno assicurati, durante la marcia,dal CB, che sarà utilizzato per ognicomunicazione (dal bisogno di faregasolio alla necessità di doversi ac-codare alla colonna per fermarsi unistante). Data la complessità dell’ini-ziativa, dovremo necessariamente re-stringere i numeri dei veicoli parteci-panti: chi dovesse dunque essere in-teressato è pregato di contattare im-mediatamente il Presidente del Cam-per Club Fabi, Salvatore Braccialar-ghe del SAB di Genova, direttamen-te al numero 335 7073795.

Spagna e Portogallo sono le mete del nostroviaggio annuale dal 21 luglio al 26 agosto

Pronti, in camper!

Integrare web e carta?Bazar ci è riuscitohttp://www.bazarweb.info

Dal giugno del 2004, Bazar, mensile di intrattenimento èsul web. Autonomo, frizzante, alternativo, Bazar espri-me le tendenze più nuove del giornalismo multimedia-

le e concretizza una nuova strategia editoriale, tentando unapromiscuità tra web e carta. Bazar, con cervello a Roma econ uno staff di direzione tutto al femminile, è una rivistaconcepita in Internet, ma sviluppata in Pdf e quindi pronta

per la stampa. Le sezioni sono quelle già ampiamente spe-rimentate nelle riviste di moda e di tendenza, ma è l’orga-nizzazione ad avere delle caratteristiche originali e a confi-gurare il nuovo prodotto editoriale come reale strumentodidattico (Bazar nasce negli ambienti della Facoltà diScienze della Comunicazione di Roma): ai più giovani,spesso studenti, è affidata la gestione, l’organizzazione e lacucina del giornale. Molti i VIP (che i giovani coordinanocon solerzia) come Claudio Amendola (che ogni mese re-censisce un libro), Nancy Brilli, Alessandro Benvenuti (peril cinema, naturalmente) ed altri. Dal sito si apprende che damaggio 2006 Bazar diventa di carta e si può trovare in li-breria. Edito da Rai-ERI in coedizione con la società di co-municazione integrata ACT! e Pellegrini Editore, patroci-

nato dal Ministero delle Pari Opportunità, il Bazarcollec-tion raccoglie le più belle rubriche dell’anno 2005 dellawebzine Bazar, fondata dalla giornalista e scrittrice Euge-nia Romanelli .

Per scoprire il piacere diviaggiare c’è VIAMICHELINhttp://www.viamichelin.it

Questo sito completamente gratuito facilita all’inter-nauta gli spostamenti attraverso l’Europa intera, loaiuta a trovare soluzioni semplici ed intuitive per la

navigazione con il GPS, e fornisce molte altre utiliinformazioni e curiosità per viaggiare. La pagina per lericerche è ben strutturata e di facile accesso, numerosele sezioni per accedere alle informazioni utili, alcunedelle quali sono riportate qui di seguito:Itinerari, Prepara il tuo itinerario stradale da città a città

o porta a porta, in Italia e in Europa. Mappe - Consulta le mappe stradali e le piante dellecittà italiane ed europee. Ristoranti - Scopri la selezione completa dei ristorantidella Guida Michelin® in Italia e in Europa. Alberghi - Scopri la selezione completa degli alberghidella Guida Michelin® in Italia e in Europa. Turismo - Scopri i luoghi turistici su tutte le destina-zioni europee. Meteo - Consulta le previsioni meteo in Italia e in Eu-ropa, relative ad un paese, una regione o una città.

Buon viaggio e buone vacanze.

AVVISO ai naviganti di Bruno Pastorelli

Segnalibro di Luca Riciputi

Lavoroe dirittiIl testo (Lavoro e diritt, a cura di PietroCurzio, Cacucci Editore - Bari 2006,pagg. 743 - 40 euro), sottotitolato “a treanni dalla legge 30/2003”, prende lemosse da un’importante iniziativaformativa effettuata a caldo, subitodopo l’approvazione della più rilevante econtestata riforma del mercato dellavoro degli ultimi 20 anni.Difatti, proprio nell’immediatezzadell’approvazione del famoso decretolegislativo n.276 del 2003, la benemeritasezione di Bari del prestigioso CentroStudi di diritto del lavoro “DomenicoNapoletano”, in collaborazione con il“Master per esperto in gestione dellavoro e delle relazioni sindacali”dell’ateneo barese, coinvolgendo i

referenti per laformazione dellecategorie giudiziariee forensi, hapromosso conapprezzabilerapidità unaparentesi formativa,strutturata ed

organica, tesa ad illustrare nonsuperficialmente le nuove disposizioni.Dalla prima analisi, ulteriormenteraffinata ed approfondita, ha preso lemosse questo testo, ora presentatonell’edizione 2006 in una veste ancorpiù aggiornata ed approfondita.

Fabi 30-34 Agriturismo 2_Dave 27-05-2006 10:44 Pagina 33

Page 26: Editoriale di Cristina Attuati Ragazzi di Calabria - fabi.it · lenzuolo bianco con scritto “…e adesso ammazzateci. L'omertà è la vostra forza. Noi giovani la vostra fine”.

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Non solo bancaLA VOCE DEI Bancari

di Arturo

La Romagna, si sa, i motori li ha nelsangue. Questo scampolo di terratra mare e colline ha visto cresce-re campioni di ieri e di oggi, comeOtello Buscherini, campione dellaMototemporada Romagnola, Ren-

zo Pasolini, Manuel Poggiali, Marco Me-landri, Loris Capirossi e Valentino Ros-si. In questa terra, nelle giornate di ven-to garbino si sente sino al mare il suo-no dei motori che si misurano a MisanoAdriatico o ad Imola. Naturale, quindi, che il Comune di Ric-cione abbia scelto, per i nuovi spazi espo-sitivi di Villa Mussolini, una mostra de-dicata alle moto, che racconta 100 anni

di storia della moto in Italia attraversol’arte, il costume e il design. Un per-corso lungo un secolo illustrato da ma-nifesti d’epoca, fotografie storiche e dauna spettacolare sequenza di opere d’ar-te ispirate alle moto e al loro mito, fracui spiccano artisti di eccellenza comeBalla, Dottori, Sironi, Funi e Depero. Ma

le vere protagoniste sono loro, le moto:la MV 4 cilindri 600cc, la Moto Morinibialbero 250cc, la Moto Guzzi normale500cc del 1920, la Moto Guzzi 8 cilin-dri 500cc, la Lambretta, la Vespa e al-tre ancora. Un secolo di storia italianache ha visto la moto diventare molto piùdi un puro mezzo di locomozione ed as-surgere a fenomeno di costume, inter-pretando aspirazioni e sogni della gen-te, agendo da cardine mentale attraver-so il quale poter entrare nel futuro, nelmondo “moderno”.All’inizio del Novecento, la rapida dif-fusione delle forme di comunicazione edei mezzi di trasporto cambia la perce-zione del tempo: la motorizzazione de-gli spostamenti modifica radicalmente ilmodo di pensare e di vivere. La bici-cletta cede il passo alla roboante, chias-sosa, maleodorante, ma ultra moderna

motocicletta. E mentre l’automobile ri-mane ancora per molto tempo appan-naggio e privilegio di una classe agiatae il sogno irrealizzabile della maggiorparte della gente comune, la motociclettaè più accessibile ai ceti medi, mante-nendo intatto tutto il significato simbo-lico di veicolo “maschile” per eccellen-za. Ma anche simbolo di gioventù, li-bertà, coraggio, anticonformismo. Un simbolo che non sfugge al cinema,che fa delle moto le coprotagoniste dimolte celebri pellicole, come la mostra

puntualmente documenta. La moto di-venta il testimone pulsante di quel fer-mento culturale che ha percorso l’Italianel corso del Novecento, della spinta pro-pulsiva in campo tecnologico che ha por-tato alla nascita di prodotti non solo al-tamente innovativi, ma anche di grandebellezza, che hanno saputo affascinarele generazioni passate e, ancor oggi, con-tinuano a sedurre uomini e donne.

Vroooom! Così corre l’Italia

“VROOOOOM! L’ITALIA IN MOTO. 100Anni di Arte, Costume e Design”.

Riccione, Villa Mussolini (via Milano, 31).Fino al 3 settembre 2006. Orario: tutti i giorni dalle 18 alle 23. Ingresso: intero 5 euro, ridotto 3 euro, gruppi 2,50 euro. Per informazioni e prenotazioni: IAT Comune diRiccione tel. 0541.605627/693302www.comune.riccione.rm.it

A Riccione, 100 Anni di Arte, Costume e Design su 2 ruote

Altr

o turis

mo

� Fortunato Depero, motociclista(solido in velocità), 1944. Litografia,collezione privata.� Gagliardo Ossani, Faenza GranPremio Motociclistico delle Nazioni,1948. Manifesto, Massimo e SoniaCirulli Archive, New York. � Romeo Bevilacqua, (produzioneLa Fenice), Motociclista 1938. Piastrain ceramica policroma. Collezioneprivata, Novi Ligure.� Frera Bicilindrica, anno 1916.Cilindrata 1140 cc. Potenza 8/10 hp.Collezione Luigi Lazzaroni,Saronno (MI).� GILERA VTN 4 bulloni, anno 1937.Cilindrata 500cc. Potenza 20 cv.Museo del Sidecar, Cingoli, MC.� MILLER BALSAMO 200, anno1939. Cilindrata 200 cc. Potenza 7 CV.Museo del Sidecar, Cingoli, MC

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