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© MIF MARKET INDEX FOOD VENDITE A VAlORE VENDITE A VOluME PREssIONE PROMOzIONAlE QuOTA VAlORE *Pl La rilevazione indica un leggero decremento dei volumi acquistati dai consumatori. Aumenta invece il valore con un trend iniziato in gennaio, causa gli incrementi della materia prima. Pesante la pressione promozionale. Il volantino conta sempre più negli acquisti. Come pure la marca privata. Che cresce ben oltre il 6%. +2,59% -0,46% 26,34% +6,24% Dati relativi all’intero comparto food confezionato Mese di Dicembre 2011 vs Dicembre 2010 in collaborazione con trend a prezzi costanti * PL = Private Label ANNO 2 - NUMERO 2 - FEBBRAIO 2012 DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5/9 Fax. +39.0362.600616 - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 18 del 12 gennaio 2011 - Poste Italiane S.P .A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) 3 Reportage Tutte le fiere di inizio anno Edizione Speciale Il salotto buono per industria e distribuzione Ism - Colonia - 29 gennaio - 1° febbraio Da pagina 5 a pagina 13 Marca - Bologna - 18 - 19 gennaio Da pagina 14 a pagina 19 Da pagina 20 a pagina 25 Sigep - Rimini - 21 - 25 gennaio Un’edizione da Guinness La Vetrina del dolciario

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©MIFMARKET INDEX FOOD

VENDITE A VAlORE VENDITE A VOluME PREssIONE PROMOzIONAlE QuOTA VAlORE *Pl La rilevazione indica un leggero decremento dei volumi acquistati dai consumatori. Aumenta invece il valore con un trend iniziato in gennaio, causa gli incrementi della materia prima.Pesante la pressione promozionale. Il volantino conta sempre più negli acquisti. Come pure la marca privata. Che cresce ben oltre il 6%.

+2,59% -0,46% 26,34% +6,24%Dati relativi all’intero comparto food confezionatoMese di Dicembre 2011 vs Dicembre 2010

in collaborazione con trend a prezzi costanti * PL = Private Label

anno 2 - numero 2 - febbraio 2012direttore responsabile: angelo frigerio

Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5/9 Fax. +39.0362.600616 - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 18 del 12 gennaio 2011 - Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB)

3Reportage

Tutte le fiere di inizio annoEdizione Speciale

Il salotto buono per industria e distribuzione

Ism - Colonia - 29 gennaio - 1° febbraio

Da pagina 5 a pagina 13

Marca - Bologna - 18 - 19 gennaio

Da pagina 14 a pagina 19

Da pagina 20 a pagina 25

Sigep - Rimini - 21 - 25 gennaio

Un’edizione da Guinness

La Vetrina del dolciario

Febbraio 2012 pole position

editoriale Angelo Frigerio

Direttore Responsabile angelo frigerioDirettore editoriale riCCardo CollettiEditore: Edizioni Turbo SrlPalazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362 600463/4/5/9Fax. +39 0362 [email protected] mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 18 del 12 gennaio 2011.Poste Italiane SpASpedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003(Conv. in legge 27/02/2004 N° 46) Art. 1 Comma D.C.B. - Milano Stampa: Ingraph - Seregno (MB)Periodico mensile anno 2 - numero 2 febbraio 2012Una copia 1,00 euroPoste Italiane S.P.A. Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MIL’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l.Responsabile dati: Riccardo Colletti

Questo numero è stato chiuso in redazione il 20 febbraio 20122

Il salamino, l’uovo e la marca privata

Marca è una bella manifestazione. Il tradizionale appuntamento fra l’industria e la distribuzione si è svolto a Bologna il 18 e 19 gennaio. Buyer, direttori vendite e agenti si sono dati appuntamento nei padiglioni della Fiera per un incontro franco e cordiale (almeno così è sembrato). A tema la questione della private label. Ma non sono mancate divagazioni di vario genere sul business prossimo venturo.

Bella Marca, dicevo, per due motivi. Il primo è che non si perde tempo. Si va per fare business. E per discutere di prezzi e promozioni. Non mancano le presentazioni di nuovi prodotti. Come pure gli incontri anche con aziende che non espongono.

Il secondo motivo è che dura due giorni. Un tempo più che sufficiente per fissare appuntamenti e approfondire le questioni.

“Un salotto buono”, come lo ha definito Marino Capelli, responsabile fiere industria e costruzioni di BolognaFiere (vedi ar ticolo a pagina 14).

Chiusi i convenevoli, doverosi, passiamo alla questione che mi sta a cuore. Proprio all’interno di questo salotto buo-no si è svolta, giovedì 19 gennaio, una tavola rotonda con a tema la presentazione dell’VIII Rapporto Annuale sull’evo-luzione della marca del distributore.

Dapprima c’è stata la relazione di Gianmaria Marzoli, vicepresidente di SymphonyIri Group. Laddove ci è stato spie-gato che la private label ha raggiunto una quota pari al 17,2% del fatturato delle catene. Quota percentuale che vale 9 miliardi di euro. Cifra considerevole dunque, anche se lontana da certi valori di altri paesi, fra cui Germania e Gran Bretagna.

Meno interessante, molto meno, il pippone successivo del professor Guido Cristini dell’Università di Parma che ha voluto leggere i dati. Troppa teoria, aria fritta. Avrebbe fatto meglio invece a lasciare subito la parola alla prima linea. Ovvero a Domenico Brisigotti, direttore marca commerciale di Coop; Giovanni Panzeri, marketing manager marca commerciale Conad e Luca Vaccaro, direttore marche commerciali Selex che hanno commentato il Rapporto.

Alla fine c’è stato lo spazio (solo 10 minuti) per le domande. E qui non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione. Ho preso dunque la parola, esponendo alcune criticità della marca privata e raccontando due piccoli episodi di cui sono stato testimone.

Il primo riguarda i salamini. In un bancone di una nota catena ho scoperto una strana anomalia. Accanto al cac-ciatorino del leader di mercato che costa 2,7 euro, ho trovato un salamino di dubbia fattura a 0,99 euro. Salamino quest’ultimo, vale la pena ricordarlo, prodotto all’estero. Marchiato con il brand della catena.

Alcune domande sorgono dunque spontanee: che senso ha un’operazione del genere? Perché collocare un antago-nista, di private label, con un range di prezzo così ampio? Che valore aggiunto si conferisce al consumatore, visto che il salamino da 0,99 euro (provato da chi scrive) è una vera e propria schifezza?

Altro esempio. In un’altra catena mi sono fermato allo scaffale delle uova. E qui ho notato il brand di riferimento posizionato a un prezzo X. Più sotto, le stesse uova, prodotte dalla stessa azienda, con brand della catena, a un prezzo inferiore del 20%.

In questo caso la domanda è ancora più semplice: ma così non si frega il consumatore?La palla è poi passata agli interlocutori di cui sopra. Che, finalmente, hanno introdotto quella parola che, sino a

quel momento, nessuno aveva pronunciato: “Qualità”. Vivaddio, era ora! Parlare della private label senza affrontare il problema di che cosa proponiamo al consumatore è un non sense. Spero siano lontani i tempi in cui si veicolava “tale quale” il prodotto aziendale rimaneggiando il packaging. La marca privata, se si vuole veramente introdurre una svolta, dev’essere studiata e proposta in funzione delle esigenze del target di riferimento della catena. Per questo occorre costruire, insieme ai fornitori, prodotti ad hoc che sappiano rispondere alle aspettative dei consumatori.

Parliamoci chiaro: non sono contro la marca privata. Anzi, credo sia una grande opportunità per le aziende in ter-mini di utilizzo ottimale degli impianti e di massa critica sul fatturato. Ma non si può, salvo rari casi, traslare pari pari la produzione marchiandola in modo diverso.

Studiare produzioni e confezioni ad hoc, ipotizzare promozioni parallele, operare nella direzione della ricerca e sviluppo: questo il compito di chi lavora nella private label.

Alla mia provocazione sul costo dell’uovo è stato invece risposto che l’incidenza del 20% è da addebitarsi ai costi di ricerca e sviluppo oltre che di adv. Va bene tutto ma sull’uovo no. Non fatemi ridere.

Ricerca e sviluppo? Da che mondo e mondo, il culo della gallina tale è. E rimane. O mi sbaglio?

[email protected]

BenvenuTo MifGrazie ad un accordo fra l’istituto di ricerca Symphonyiri Group e Tespi Mediagroup, prende il via, da

questo numero, Mif (Market index food). il monitor presenterà mensilmente i dati relativi alle vendite nel Largo consumo confezionato per il comparto food.

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Melegatti amplia la gamma per il periodo pasquale

Nuova piattaforma logistica per Wal-cor

Nuove proposte da Melegatti per il periodo pasquale in arrivo. La storica azienda veronese ha realizzato un’ampia gamma di dolci e colombe. Al gusto Classi-co della colomba pasquale tradi-zionale si affiancano quello della Colombadoro, delicata e senza canditi; della colomba Elite, ric-ca di uvetta e canditi completa con glassa, mandorle intere e granella di zucchero; della co-lomba DueDelizie, dove l’im-pasto senza canditi incontra il cacao; della colomba Tira-misù, con farcitura realizzata secondo la ricetta originale del famoso dolce: crema al mascarpone, bagna al caffè e cacao in polvere.

29mila metri quadrati, destinati ad uffici, lavorazione, stoccaggio e movimentazione di prodotti alimentari, a una temperatura di 16/18 gradi. Sono questi i numeri della nuova piattaforma logistica dell’azien¬da cremasca Wal-cor, che ha nella produzione di cioccolato il proprio core business. La struttura, attiva dall’inizio dell’anno e realiz-zata da Gse Italia, è stata consegnata con ben due mesi d’anticipo rispetto ai tempi previsti ed è stata realizzata in soli nove mesi. Particolare attenzione è stata posta alla ri-duzione del fabbisogno energetico dell’immobile, richiesta da Wal-cor.

siglata un’alleanza strategica fra fiere di Colonia, fiere di parma e federalimentare

“Un’alleanza strategica”. Così Thomas Rosolia, Ceo di Koelnmes-se Italia, ha definito l’accordo tra Fiere di Colonia, Fiere di Parma e Federalimentare.

Presentato a Ism, la grande fiera del dolciario che si è svolta a Colonia dal 29 gennaio al 1° febbraio, il deal rappresenta una grande opportunità per le aziende alimentari italiane che vogliono entrare in nuovi mercati esteri. Koelnmesse - che organizza la più grande fiera alimentare del mondo, Anuga - e Fiere di Parma, insie-me a Federalimentare/Confindustria co-organizzatori di Cibus, la più grande esposizione di prodotti Made in Italy al mondo, hanno dunque stretto un patto d’acciaio le cui ripercussioni si vedranno a breve termine. “L’alleanza di Koelnmesse con Fiere di Parma e Federalimentare è rilevante”, sottolinea Peter Grothues, vice presi-dente Food Tech & Enviroment di Koelnmesse. “E consente di co-ordinare nuovi progetti fieristici all’estero, creando una piattaforma per aprirsi a nuovi mercati quali l’Asia e il Medio Oriente”.

Ma l’accordo non si ferma qui: “Abbiamo già lanciato una prima, nuova iniziativa con il supporto di Federalimentare e di Fiere di Parma, chiamata Gusto Italia”, spiega Thomas Rosolia. “Questo nuo-vo progetto consentirà alle aziende alimentari italiane di esporre a Colonia, in Germania, dal 24 al 26 giugno 2012, in una vetrina che si rivolgerà a un target specializzato ed altamente selezionato di buyer provenienti da paesi di lingua tedesca”.

All’accordo triangolare partecipa Federalimentare, che ha visto nel deal l’occasione per promuovere ed incentivare a livello interna-zionale il food Made in Italy, che nel 2011 ha raggiunto 127 miliardi di euro di fatturato. Lo ribadisce Annibale Pancrazio, vice presidente di Federalimentare: “L’alleanza tra le due manifestazioni fieristiche europee del settore alimentare, Cibus ed Anuga, mira a costituire un punto di riferimento unico e autorevole per la promozione, a livello internazionale, delle aziende del settore. Questa collabora-

zione vuole e deve essere un sinonimo di garanzia per le aspettative delle imprese alimentari italiane e le esigenze dei buyer stranieri che troveranno nelle partecipazioni a marchio congiunto Cibus e Anuga tutta l’eccellenza dell’industria alimentare italiana e la lunga esperienza di due marchi ormai storici che mettono a sistema le reciproche competenze”.

Gli obiettivi dell’intesa tra Koelnmesse, Fiere di Parma e Fede-ralimentare li spiega Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma: “Poichè entrambi sono soggetti leader, ma non con-correnziali per calendario e posizionamento, Cibus e Anuga non solo si confermeranno gli appuntamenti di riferimento, rispettiva-mente negli anni pari e in quelli dispari, ma aiuteranno le imprese alimentari italiane a selezionare e gestire le proprie partecipazioni fieristiche anche nei paesi emergenti. Da un lato abbiamo, infatti, costituito una cabina di regia per gestire, prima, durante e dopo le nostre rispettive fiere, relazioni e appuntamenti con i buyer dei diversi paesi obiettivo del food Made in Italy: Germania ed Europa dell’Est, Giappone, Usa e Asia. Dall’altro, proprio nella prospettiva a breve del nuovo grande mercato unico del Sud Est Asiatico, stiamo lavorando insieme per una grande collettiva firmata Anuga&Cibus al Thaifex, la fiera alimentare in Thailandia, evento leader dell’Area, previsto a maggio 2013”.

A.F.

Insieme per crescere

news Febbraio 2012

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Febbraio 2012attualità

BUM, BUM, BUM CataniaIl ministro delle Politiche agricole scatena la rivoluzione.

Nel mirino i rapporti fra industria e distribuzione. A cominciare dai pagamenti.

L’aveva promesso. E l’ha mantenu-to. Ne aveva parlato anche prima, da semplice funzionario del ministero delle Politiche agricole. Una volta insediato allo stesso dicastero si è subito dato da fare. Lui è Mario Catania e la questione che gli è sempre stata a cuore riguarda i rapporti fra l’industria e la distribuzione. Ecco allora che la Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione dei prodotti agricoli e agroalimentari è diventata un articolo di un Decreto legge. Esattamente il numero 62. All’interno del più famoso Dl sulla concorrenza, le liberalizzazioni e le infrastruttu-re, varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 20 gennaio.

Innanzitutto vale la pena precisarne l’obietti-vo, come dichiarato dallo stesso ministro. Ov-vero aumentare la trasparenza e l’efficienza nei rapporti di filiera, eliminare i comportamenti scorretti e speculativi, tutelare maggiormente gli operatori, migliorare la gestione finanziaria dei rapporti tramite una più stringente regolazione dei tempi e dei ritardi dei pagamenti.

Fin qui la teoria, ma è la pratica ad essere anco-ra più interessante. La norma mette in evidenza talune pratiche scorrette e le vieta espressamen-te. Di conseguenza, è vietato imporre diretta-mente o indirettamente condizioni di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiu-stificatamente gravose, nonché condizioni ex-tracontrattuali e retroattive; applicare condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equiva-lenti; subordinare la conclusione, l’esecuzione dei contratti e la continuità e regolarità delle me-desime relazioni commerciali alla esecuzione di prestazioni da parte dei contraenti che, per loro natura e secondo gli usi commerciali, non abbia-no alcuna connessione con l’oggetto degli uni e delle altre. E ancora: conseguire indebite presta-zioni unilaterali, non giustificate dalla natura o dal contenuto delle relazioni commerciali; adottare ogni ulteriore condotta commerciale sleale che risulti tale anche tenendo conto del complesso delle relazioni commerciali che caratterizzano le condizioni di approvvigionamento.

Bum, che botta! In un solo colpo vengono spazzate; via tutti i lacci e lacciuoli imposti dalla distribuzione. Via i contributi per il volantino, la testata di gondola, le nuove aperture e chi più ne ha più ne metta.

Ma non è finita qui. Il decreto interviene anche

sui tempi e i ritardi nei pagamenti. Per le merci deteriorabili (compresi carne e salumi) il paga-mento del corrispettivo deve essere effettuato entro il termine legale di 30 giorni dalla consegna o dal ritiro dei prodotti medesimi o delle relative fatture. Il termine sale a 60 giorni per i prodotti alimentari non deteriorabili. Gli interessi legali de-

corrono automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine. In questi casi il saggio degli interessi è maggiorato di ulteriori due punti percentuali ed è inderogabile.

Bum, bum: altra botta. Addio dunque i 300 giorni di ritardo nel pagamento. Addio le lette-rine con scritto: “Per far fronte ad esigenze del

mercato, i pagamenti di fine mese vengono ri-mandati al mese successivo…”. Qui non si può più scherzare. I termini li stabilisce la legge. E guai a non rispettarli.

Ed è proprio qui la terza botta. Sono previ-ste sanzioni amministrative per gli operatori che contravvengono agli obblighi previsti. Sull’applica-zione della nuova normativa vigila l’Autorità ga-rante per la concorrenza e il mercato (Antitrust) d’ufficio o su segnalazione di qualunque sogget-to interessato. Sempre l’Antitrust è competente per irrogare le sanzioni previste dal decreto.

Ma attenzione, non è finita qui. Le Associa-zioni delle categorie imprenditoriali presenti nel CNEL (Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro) sono legittimate ad agire in giudizio per il risarcimento del danno e per l’inibitoria ai comportamenti in violazione delle nuove nor-me. Cosa vuol dire? Semplice: che non sarà più il responsabile della società a far la voce grossa nei confronti della distribuzione ma la sua associazio-ne di categoria.

Come risulta evidente, il decreto è una rivo-luzione. E, finalmente, recepisce una normativa dell’Unione Europea (Direttiva 2011/7/UE del 16 febbraio 2011).

Ma attenzione, prima di cantare vittoria biso-gnerà passare dalle forche caudine del Parlamen-to. E qui la distribuzione sta già affilando le armi. Dai documenti in nostro possesso, possiamo affermare che la strategia di Federdistribuzione passerà attraverso il depotenziamento dell’arti-colo 62.

Le ipotesi al vaglio sono quelle di limitare le norme alla piccola e media impresa o peggio alle sole aziende agricole. La prima soluzione sareb-be assurda: si verrebbero a creare aziende di se-rie A e B. Le prime avvantaggiate nei pagamenti, le seconde no. Ma scelte con quali criteri?

Nel secondo caso si verrebbe a creare una si-tuazione in cui gli agricoltori vengono pagati a 30 giorni e le aziende a 90, 120 e oltre. Una follia allo stato puro, soprattutto con le tensioni finanziarie di questi tempi.

Che succederà dunque? E’ ancora presto per dirlo. Una cosa è certa: finalmente il sasso è stato gettato nello stagno. Onore e merito al ministro Mario Catania che lo ha fatto. Finalmente un mi-nistro con le palle!

Angelo Frigerio

favorevoLi e conTrariFilippo Ferrua – presidente di Federalimentare “Condivido pienamente le parole del ministro per le Politiche agricole, alimentari e

forestali Mario Catania in difesa dei principi fissati nell’articolo 62 del decreto libera-lizzazioni, norme che portano maggiore equità nei reciproci rapporti commerciali tra le 100mila imprese agricole, le 6.500 industrie alimentari e i pochissimi attori della distri-buzione moderna. Si tratta, infatti, di principi capaci di favorire la libera concorrenza e il mercato, a tutto vantaggio del consumatore, e di tutelare in particolare le migliaia di piccole e medie imprese associate, sempre più in difficoltà nei rapporti con la Grande distribuzione moderna”.

Luigi Bordoni – presidente di Centromarca“Per la prima volta si dettano regole che riguardano le relazioni commerciali che au-

mentano la concorrenza, eliminano costi all’origine e possono determinare una riduzione dei prezzi finali”.

Vincenzo Tassinari – presidente del Comitato di gestione di Coop Italia“Se lo scopo della nuova normativa è quello di tutelare la piccola e media impresa e

l’agricoltura lo capiamo e ci stiamo, anche se non siamo stati consultati. Ma se le norme sono funzionali a privilegiare multinazionali come Lactalis, Coca Cola o Unilever allora abbiamo delle perplessità perché riteniamo che questi grandi gruppi abbiano le capacità per difendersi da soli e una leva finanziaria che le piccole e medie imprese non hanno”.

Francesco Pugliese – direttore generale di Conad “L’Unione europea chiedeva, da tempo, di regolamentare i rapporti all’interno della

filiera agroalimentare. In questo caso, però, con il termine dei 30 giorni per gli alimenti deperibili, mi pare si sia andati oltre alle richieste dell’Europa. Il provvedimento è senz’al-tro doveroso, ma ci sono alcune cose, nell’articolo 62, che occorre ripensare per trovare soluzioni più equilibrate. Per tutti. Per questo stiamo dialogando con il Governo, affinché si possano rivedere e regolare alcune norme. In particolare, l’indicazione dei 30 giorni, a mio avviso, mette in difficoltà anche gli stessi produttori di freschi. Il tema, inoltre, non è tanto quello di stringere i tempi di pagamento, ma di rispettarli. La nostra insegna è tra le poche a farlo. E’ chi non lo fa che andrebbe punito, senza creare tensioni lungo la filiera”.

Maniele Tasca – direttore generale di Selex“La norma è in contrasto con il percorso delle liberalizzazioni e dovrebbe essere rivista

con il contributo di tutti gli attori della filiera”.

Federdistribuzione – Ancc-Ancd“Leggiamo con stupore le affermazioni del ministro Catania a proposito dell’articolo 62

contenuto nel decreto liberalizzazioni. Pur ritenendo illegittima la norma, non abbiamo in alcun modo obiettato all’obbligatorietà del contratto scritto e dei termini di pagamento a tutela delle piccole imprese agricole e industriali. Non è questo il punto. L’art. 62, contra-riamente a quanto si vorrebbe far credere, così come impostato, fa piuttosto gli interessi dei grandi gruppi industriali”.

mario Catania

reportage ism

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Ormai è indubbio, Ism è la mani-festazione più apprezzata dai pro-duttori del comparto dolciario.

La 42° edizione della kermesse, in scena a Colonia dal 29 gennaio al 1° febbraio, an-che quest’anno si è conclusa a pieni voti. Gli espositori sono soddisfatti. Certo, gli effetti della crisi economica globale non hanno mancato di farsi sentire. In alcuni padiglio-ni, si sono notati diversi spazi vuoti che, in passato, erano occupati dagli espositori. Ma, indipendentemente da ciò, per gran parte delle aziende che, ancora una volta, hanno scelto di portare a Colonia le loro novità, Ism resta la vetrina internazionale più ade-guata per il settore dolciario. E questo per diversi motivi. In primis, il fatto che si tratta di una fiera specializzata, dove convergono solo ed esclusivamente i produttori e i bu-yer del comparto. Nessuno spazio, quindi, per i curiosi o per quanti non sono inte-ressati alle attività di business. In secondo luogo, Colonia conferma la sua vocazione internazionale. Tutte le aziende espositrici italiane interpellate non hanno mancato di ribadire quanto il Salone sia, di fatto, un’oc-casione importante per incontrare i clien-ti esteri, vecchi e nuovi. E non solo quelli provenienti dal Vecchio continente. Molti gli operatori dall’Asia, dall’America e dal Medio Oriente. Senza dimenticare le rap-presentanze dell’Europa dell’Est e dei paesi dell’Unione. I dati, diffusi da Koelnmesse a chiusura della manifestazione lo conferma-no: 35mila i visitatori, provenienti da 130

paesi, con un’impennata nel numero degli operatori da Giappone, Corea e Cina. In termini percentuali, i visitatori stranieri sono stati pari al 64% del numero comples-sivo. Analoghi i valori relativi agli espositori: 1.412 aziende, provenienti da 65 paesi.

Come ogni fiera che si rispetti, anche Ism ha messo in luce i nuovi trend che caratte-rizzano il mercato di riferimento. In questo contesto si inserisce la tradizionale esposi-zione New product showcase dove hanno trovato posto ben 112 nuovi prodotti rea-lizzati da aziende di 78 diversi paesi. A una giuria di 80 giornalisti è spettato il compito di scegliere i tre prodotti più innovativi. Sul podio sono così saliti un’azienda belga, una tedesca ed un’austriaca. Primo classificato, il cioccolato alla stevia, realizzato dalla so-cietà Cavalier and Barry Callebaut che ha presentato una gamma completa di prali-ne e barrette. Alla tedesca ultje il secondo posto, con Crispers: arachidi ricoperte con salsa al curry e aromatizzate all’hamburger. Infine, è stata premiata l’austriaca Pez inter-national per la gamma di caramelle mor-bide alla frutta, senza glutine e lattosio. Un premio che conferma un’altra importante tendenza emersa tra gli stand: il costante impegno delle aziende a realizzare prodotti in grado di rispondere alle nuove esigenze dei consumatori. Che, più che in passato, sono affetti da intolleranze: da qui i prodot-ti senza glutine o lattosio. A cui si affiancano le linee salutiste con prodotti ricchi fibre e cereali.

Continua

Wal-cor Il 2011 è stato un anno positivo per l’azienda lombarda Wal-cor. “L’anno si è chiuso con un fatturato di 60 milioni di euro, considerando sia il mer-cato interno che l’estero. L’export rappresenta il 30% del nostro giro d’af-fari”, spiega Antonio Se-ghelini, direttore vendite. Wal-cor a Ism ha portato i nuovi blocchi di cioccolato disponibili nelle versioni al latte, fondente e con nocciola. “Anche nel 2012, continueremo a sviluppare il licensing, business importante soprattutto per il periodo natalizio”, precisa Seghelini.

Antonio Seghelini

Montebovi L’export è un settore importan-te per Montebovi: Germania, Francia e Spagna i mercati più presidiati. Non mancano risultati significativi nei paesi dell’Est Europa, con la Polonia in pole position. A Ism, l’azienda di Lanuvio, in provincia di Roma, ha presentato la linea di biscotti Buon cereale: in confezioni-tu-bo da 250 grammi, sono dispo-nibili sia nella versione classica ai cereali, ai cereali tostati, alla frutta e alle fave di cacao, sia senza zucchero che bio. Una scelta, soprattutto quest’ultima, che permette all’azienda di incrementare la sua presenza sui mercati esteri e, in Italia, nei negozi specializzati.

Dulcioliva “Ism è un’ottima occasio-ne per incontrare clienti, nuovi e storici”, esordisce così Claudia Carignano, responsabile commercia-le di Dulcioliva, azienda del Cuneese che ha nella produzione delle specialità dolciarie piemontesi il suo core business. “Oggi l’export rappresenta il 30% del nostro giro d’affari. E questa è una quota che, negli ultimi anni, è cresciuta in modo costante”. Il presidio dei paesi esteri tocca mercati come Stati Uniti, Brasile, Canada. A cui si affiancano nazioni europee quali Ger-mania, Svezia, Francia, paesi dell’Est Europa e Hong Kong.

Claudia Carignano

La Vetrina del dolciario

In scena a Colonia dal 29 gennaio al 1° febbraio, la 42° edizione di Ism. Che si conferma la manifestazione di riferimento per il settore.

Più di 1.400 aziende espositrici, 35mila visitatori, il 64% dei quali esteri.

Antonio Seghelini e Laura Pini

Dai nostri inviati: Angelo Frigerio, Guido Benassi, Nunzia Capriglione, Francesco Mariano e Samanta Torchia

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reportageFebbraio 2012

Monardo Quaranta Dolciaria

Fida Vannucci

Nord Dolciaria

Venchi

Fabio Quaranta

“A Ism, quest’anno, abbiamo deciso di presentare una linea di cioccolato aromatizzato al rhum. Una soluzione pensata per offrire qualcosa di nuovo al comparto. Che, negli ultimi tempi, si è rivelato alquanto statico in fatto di novità”, afferma Do-menico Monardo, titolare dell’azienda omonima. Che ha nel presidio dei mercati esteri una voce di business importante.

Negozi di delicatessen, pasticcerie e caffetterie, ma anche hotel. Sono questi i canali di riferimento di Tartuflanghe, azienda piemontese specializ-zata nella lavorazione e nella vendita di tartufi che, cinque anni fa, ha avviato la produzione di tartufi dolci. “Nel mese di aprile, per il mercato italiano, presenteremo una pralina di tartufo dolce al caramello con sale di Ghéraud: un sale grigio dell’Oceano Atlantico”, spiega Veronica Giraudo export manager.

Falanga è una società siciliana, specializzata nella produzione della pasticceria locale. “La nostra storia è iniziata 60 anni fa. Ma è solo nell’ultimo quinquennio che abbiamo dato all’azienda una nuova dimensione in termini sia di organizzazione che di prodotti”, spiega Luigi Falanga, titolare. Sono quindi iniziate sia le vendite all’estero, sia la produzione di confezioni con grammature in linea alle richieste del mercato.

Si respira ottimismo allo stand dell’azienda lombarda Quaranta Dolciaria: “Il 2011 si è chiuso con un incremento del 25% del fatturato globale”, spiega Fabio Quaranta, direttore commerciale dell’azienda, specializzata nella produzione di tor-rone, in una versione più moderna, particolarmen-te morbida. “Un grande contributo allo sviluppo del fatturato proviene dall’estero. Siamo presenti soprattutto nei paesi del Nord Europa”.

Le caramelle di qualsiasi tipo e forma sono il core business di Mangini. “Con la linea Bye bye siamo stati i primi a introdurre in Italia le caramelle small, ”, afferma Dario Mangini, amministratore delegato. “Nel 2011 abbiamo rinnovato gli incarti dei nostri prodotti. Il pack e la qualità delle ma-terie prime sono due elementi che ci contraddi-stinguono”.

Caramelle gommose e gelatine sono le produ-zioni principali di Silagum, azienda calabrese che a Ism ha presentato la linea Le preziose. “Si tratta di un nuovo brand dedicato alle gelatine con succhi di frutta al 20% di origine calabrese, prive di coloranti, con aromi naturali”, spiega Claudio Aquino, sales manager. Le preziose è un marchio destinato sia alla Gd sia alla ristorazione autostradale.

Nata nel 2005, la produzione di Torre Bianca, società del gruppo Mangiami, si concentra su cioccolato in tavolette, prodotti cavi da ricorrenza, barrette di cereali, snack e merendine. “L’azienda ha sede a Frigento, in provincia di Avellino. Oggi la sua capacità produttiva è sfruttata al 60%. I margi-ni di crescita, quindi, sono ancora notevoli”, spiega Carmine Martire, amministratore delegato.

Le Bonelle gelées è il brand con cui nel 1973 è nata l’azienda Fida. “E’ questo il marchio più im-portante. Con un’incidenza del 60% sul fatturato complessivo”, spiega Pierluigi Gravina, direttore marketing e vendite. Nel 2007, l’azienda ha acqui-sito i brand Charms e Sanagola. “Con la nostra of-ferta, particolarmente ricca, ci proponiamo anche ai mercati stranieri. E’ questa un’area di business che vogliamo sviluppare in futuro”.

E’ la Germania il primo mercato estero per Pastiglie Leone le cui produzioni sono però diffuse in tutto il mondo. “Recentemente abbiamo avviato delle attività di business anche in Cina, Turchia e Russia. I nostri prodotti riscuotono interesse an-che in Estonia e Lituania, nazioni in cui l’acquisto della caramella è legato a un prodotto di qualità”, spiega Daniela Monero, direttore marketing e comunicazione. Che si dichiara soddisfatta dei ri-sultati raggiunti dall’azienda nel 2011: “Il fatturato è cresciuto del 25%”.

E’ la quinta volta che l’azienda perugina Vannucci partecipa a Ism. “L’export rappresenta il 35% del fatturato aziendale. Germania, Repubblica Ceca, Regno Unito, Spagna e Portogallo sono alcune delle nazioni in cui vendiamo le nostre produzioni di cioccolato. A cui si aggiungono, proprio da que-sta edizione di Ism, caramelle e marshmallow”, spiega Nicola Gentili, direttore commerciale.

Nord Dolciaria è un’azienda con sede nella provincia di Lecco guarda sempre più all’estero. “Per il 2012 puntiamo a far incidere dal 35% al 45% la quota dell’export sull’intero fatturato. Per l’estero abbiamo già realizzato due brand, tra cui Il Dolciao, destinato ai canali della Grande distribuzione con gamme di croissant ripieni al cioccolato, alla ciliegia, alla crema e all’albicocca”, spiega Vincenzo Agostini, direttore vendite.

Nuovo catologo di referenze in uscita tra il mese di marzo e aprile per Venchi che, nel 2011, ha registrato crescite a doppia cifra. “La nostra presenza all’estero è sempre più importante. Recente-mente abbiamo anche aperto un flagship store a Tianjin in Cina, all’in-terno del prestigioso outlet del lusso Made in Italy “Florentia Villa-ge”. L’elegante boutique di 125metri quadri offre la migliore produzione del nostro marchio”, dichiara Andrea Celada, export manager .

Vincenzo Agostini

Domenico Monardo

Veronica Giraudo Luigi Falanga

Dario Mangini Claudio Aquino

Carmine MartirePierluigi Gravina Daniela Monero Nicola Gentili

Andrea Celada

Pastiglie Leone

Falanga

SilagumMangini

Mangiami

Strega è un’azienda campana la cui attività inizia a Bene-vento, nel lontano 1860. La sua produzione include sia i liquori sia alcune produzioni dolciarie. “Torrone, cioccolato e lievitati rappresentano le nostre referenze più importanti del comparto dei dolci. Che, in Italia, nel 2011 ha registrato un incremento del 3%”, spiega Ken-ya Palma, direttore marketing. Buone anche le performance sui mercati stranieri. “All’estero abbiamo chiuso l’anno con un aumento del 10%. Gli Usa sono il nostro primo mercato, seguito da Brasile, Argentina, Messico e Australia. Oltreconfine, è il torrone il prodotto che registra le performance migliori”.

Kenya PalmaStrega

Dolciaria Gadeschi Amaretti e amarettini, ma anche cantuccini, meringhe e lingue di gatto. Sono il core business di Dolciaria Gadeschi, azienda lombarda nata nel 1972 che, nel 2004, è stata acquisita dal Gruppo Lameri. “L’estero rappresenta il 50% del nostro fatturato. In que-sto risultato alla Germania spetta una quota del 75%”, spiega Sara Bertolini, responsabile vendite. A Ism l’azienda ha portato anche alcune novità. “Le meringhe in vaschette, insieme ai cantucci con gocce di cioccolato sono le novità che presentiamo a Colonia. Dove abbiamo deciso di riproporre anche le gocce di meringa e di amaretto: due referenze ideali per la preparazione domestica dei dolci”, conclude Bertolini.

Sara Bertolini

Falcone C’è soddisfazione allo stand dell’azienda abruzzese Falcone. Per Lorenzo Salve-mini, export manager, Ism è una fiera assolutamente positiva: “Abbiamo sviluppato molti contatti, soprattutto con operatori provenienti da Asia e Stati Uniti”, afferma deciso. E l’export già gioca un ruolo importante sul business complessivo dell’azienda. “La quota delle vendite oltreconfine è del 30%. Anche per questo motivo presentia-mo a Ism la nuova gamma di cantucci d’Abruzzo disponibili sia al pistacchio che al cedro e in due diverse confezioni: in astuccio oppure confezione singola”.

Lorenzo Salvemini

Da sinistra: Fabio e Massimo Quaranta

Da sinistra: Claudio Aquino e Simon Coombes

Veronica Giraudo e Paolo Montanaro

Tartuflanghe

Daniele Taccone e Kenya Palma

7

Febbraio 2012

Serra GrondonaAdr La Sassellese

Sorini

Vicenzi

DelConte

Elledi

Bauli

Francesco e Andrea Grondona

Sono le caramelle il core business dell’azienda piemontese Serra che, a Ism, ha presentato una linea di buste destinata alla Gd italiana. “Il mer-cato delle caramelle è maturo, ma interessante, perché genera margine. Le novità, quindi, sono episodiche e di breve durata”, commenta Luigi Serra, titolare.

Grondona, Duca d’Alba e Bonfanti tre marchi de-stinati a canali diversi, ma accomunati da un’unica mission: la ricerca della qualità. “Duca d’Alba è un brand che Grondona ha acquisito nel 2005 per presidiare il comparto salutistico e innovativo. Bonifanti, invece, è il marchio destinato ai mercati esteri, mentre Grondona continua a essere sinoni-mo di tradizione”, precisano Francesco e Andrea Grondona.

“In questi giorni di manife-stazione, stiamo incontrando buyer provenienti dalle nazioni e dai continenti più diversi: si va dall’Europa al Nord Africa, per fare solo degli esempi”, dichia-ra Agata Gualco, responsabile marketing dell’azienda ligure Adr La Sassellese. A Colonia, sono presenti i fiori all’oc-chiello della società: dai baci di Sassello, agli amaretti, fino alle ultime novità come la Dolce dama. “Il bacio di dama è molto apprezzato nei paesi dell’Est Europa. Negli Stati Uniti, invece, registrano ottimi riscontri gli amaretti. Oggi l’export rappre-senta il 7% del nostro fatturato. Ma l’obiettivo è incrementare questa quota”.

Il 2011 è stato un anno di grandi cambiamenti per il gruppo Sorini, che da qualche anno con-trolla anche il marchio Feletti. “L’export vanta un incremento del 40% sul nostro fatturato, per un valore di 22 milioni di euro. Con l’obiettivo di rilanciare i nostri brand abbiamo rinno-vato la struttura dell’azienda, improntata, in passato, su un’organizzazione di tipo padro-nale”, spiega Filippo Benvenuto, direttore generale. “In questa mission si inseriscono nuove operazioni di marketing e licen-sing che hanno dato vita anche alle innovative barrette e praline di cioccolato firmate Winx Italia o agli ovetti di cioccolato di Geronimo Stilton”.

“Il 2011 è stato un anno altalenante per via del costo delle materie prime. Nono-stante questo, abbiamo registrato un piccolo incremento nell’export rispetto al 2010, che oggi incide per il 28% sul fatturato totale”, afferma Giuseppe Vicenzi, presidente dell’azienda omonima. “I mercati sui quali stiamo puntando di più sono il Medio e l’Estremo Oriente, nonché l’Europa.Vorremmo chiudere il 2012 con 100 milioni di fatturato”.

L’export incide per il 25% sul fatturato di DelConte, azien-da specializzata nella produzione di cioccolato. “I mer-cati che incidono maggiormente sul nostro fatturato sono i Paesi Arabi, il Nord Europa e l’Asia. Abbiamo chiuso il 2011 con 7 milioni di fatturato. In Italia, abbia-mo scelto di non affidarci ai punti vendita della Gran-de distribuzione”, spiega Enrico Catta-pan, presidente.

“Grazie a un posizionamen-to qualità/prezzo che ha favorito le rotazioni e a un miglioramento distributivo dei prodotti, il gruppo Elledi ha chiuso il 2011 con un fatturato in crescita del 5% rispetto al 2010”, afferma soddisfatto Giorgio Gianste-fani, direttore marketing. I wafer porzionati, a cubetti e la pasticceria sono le fami-glie di prodotto che hanno portato l’azienda a questi risultati. Soddisfazione anche per quel che riguarda l’estero. “La quota export è vicina al 30%. Cresciamo nell’area asiatica, nei paesi di lingua araba e nella Peni-sola iberica”.

Il 2011 è stato un anno positivo per Bauli. “In termini di quote di mercato sia con il marchio Bauli, che con Motta abbiamo regi-strato buoni risultati in tutti i segmenti. L’export incide per ora è 8% circa sull’intero fatturato. Sia-mo presenti in Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna. Fiere estere come queste rappresen-tano un buon punto di incontro e di confronto con realtà straniere, che possono rivelarsi leve per business utili”, spiega Roberto Forzato, group product manager.

Filippo Benvenuto

Giuseppe Vicenzi

Enrico Cattapan

Giorgio Gianstefani

Luigi Serra Agata Gualco

Roberto Forzato

Continua

Da sinistra: Francesco Grondona, Marco Camia, Andrea Grondona e Claudia Schubert

Da sinistra: Gastone Lago e Giorgio Gianstefani

8

Febbraio 2012

Antonelli Group

Nutkao

Walser’s

Sapori Veri Sorrisi

ValentinoStreglio Flamigni Le Cadeau

Loacker

Ghiott

Witor’s Dal Colle

At&B

Fabrizio Amerio

“Lavoriamo in 66 paesi diversi. Le fiere, in termini generali, sono una grande occasione per incontrare i nostri clienti”, esordisce così Antonio Maradini, export manager di Antonelli Group, azienda storica della provincia di Roma che ha nella produzione di croissant il suo core business.

E’ la crema di cioccolato realizzata a marca com-merciale per le più importanti insegne distributive il fiore all’occhiello di Nutkao. “Anche l’estero ricopre un ruolo di primo piano: il 40% del nostro fatturato è legato a questa voce di business”, spie-ga Tiziana Massarone, responsabile commerciale area export.

Si chiama Gelato Cremottino la novità che Perni-gotti ha presentato a Ism 2012. “Per il comparto del dolciario, invece, intendiamo valorizzare la gamma esistente”, spiega Domenico Palombo, direttore marketing. Le produzioni dell’azienda piemontese sono presenti anche in alcune piazze estere. “L’export rappresenta il 10% del nostro fatturato, ma registra incrementi a doppia cifra e, nel prossimo futuro, sarà la voce di business che riporterà gli aumenti più importanti”.

Walser’s è un’azienda alquanto giovane. “La società si è costituita nel 1982. Inizialmente la-voravamo soprattutto con grossisti e ambulanti”, spiega Fabrizio Amerio, responsabile estero. Oggi, i prodotti Walser’s, vale a dire gianduiotti, praline, cremini, con o senza zucchero, sono esportati in diversi paesi del mondo. “L’export rappresenta il 65% del nostro fatturato”.

Il 2011 si è chiuso positivamente per Sapori Veri. L’azienda abruzzese, specializzata nella produ-zione di biscotti è in crescita: “Abbiamo registrato un fatturato di 21 milioni di euro. Con i marchi Gola, L’arte del Biscotto e La Pasticceria in casa tua siamo presenti nei punti vendita della Grande distribuzione italiana, nelle pasticcerie e nei nego-zi specializzati soprattutto in Abruzzo e Marche”, spiega Flavio Fulgenzi, marketing manager.

Le tavolette di cioccolato decorate a mano sono il core business di Sorrisi. L’azienda torinese ha re-gistrato i migliori risultati del 2011 in Germania e in Olanda. “L’export incide con una quota del 15% sul nostro fatturato. Siamo presenti soprattutto nei negozi di specialità e, in Italia, anche nei punti vendita della catena alimentare Eataly”, sottolinea Stefano Silvola, titolare.

I prodotti da ricorrenza sono il core business di Valentino. “Esportare è diventato per noi sempre più una necessità. Le nostre vendite in Italia sono diminuite rispetto al 2010. Non è un caso dunque se siamo presenti in 30 paesi stranieri. L’export rappresenta il 60% del nostro fatturato e i nostri panettoni sono molto apprezzati anche negli Stati Uniti”, racconta Giancarlo Valentino, titolare.

I liquorini fatti a mano, ricoperti di cioccolato sono tra i prodotti rinnovati da Streglio per il 2012. “Abbiamo modificato il packaging e la formula-zione di molte referenze storiche già consolidate negli anni”, spiega Enrico Dessy, sales & export manager. L’azienda, acquisita da Antonio Livio Costamagna nel 2010, ha anche avviato un nuovo negozio monomarca in Piazza Carignano, proprio nel cuore di Torino.

“Per alcune edizioni non abbiamo partecipato a Ism, sbagliando”. Esordisce così Massimo Buli, direttore marketing e comunicazione di Flamigni, azienda specializzata nella produzione di panet-toni. “Siamo entusiasti del numero di contatti acquisiti in fiera. Nel 2011 abbiamo registrato 18,5 milioni di fatturato con l’obiettivo di incrementare la nostra quota export, che oggi incide per il 9% circa sull’intero fatturato”.

Cesti da ricorrenza. Sono loro il core business di Le Cadeau, marchio dell’azienda torinese Il Rove-re. “Siamo fortemente stagionali, ma nonostante questo abbiamo chiuso il 2011 con 25 milioni di fatturato. Contiamo 140 referenze circa e per realizzare i nostri cesti ci affidiamo a marchi del calibro di Bauli, Melegatti e Sperlari”, sottolinea Paolo Lavatelli, amministratore delegato.

Lo stand Loacker ripropone al centro un estratto della Loacker Moccaria: gli shop Loacker con l’allegata pasticceria dove si offrono anche caffè realizzati dall’azienda altoatesina, dove tutte le materie prime sono scelte rigorosamente dalla proprietà della società che lega il suo nome ai wafer. “Con questo progetto creiamo un vero e proprio punto d’incontro bontà e life style Loacker. Attualmente, in Italia le LoackerMoccarie sono quattro”, spiega s Hans-Peter Dejakum, direttore marketing. Sul fronte dei risultati dell’azienda Loacker, il 2011 è stato un anno positivo. “Siamo soddisfatti. Oggi la nostra quota di mercato nel comparto dei wafer è del 60%. L’anno si è chiuso con un leggero incremento, nonostante le difficoltà eco-nomiche e l’aumento del costo delle materie prime”. Intorno ai wafer sono nate altre referenze, che hanno portato il marchio Loacker a presidiare altri impor-tanti comparti del mercato dolciario, la pasticceria in primis. “Il wafer resta l’ingrediente principe in tutte le altre elaborazioni Loacker. L’obiettivo è comunque unico: scegliere il meglio per offrire l’eccellenza”.

L’azienda toscana Ghiott ha scelto Ism per presentare il Cantuccione da 30 grammi, disponibile in due diverse ver-sioni: vaschette da sei pezzi, per il canale retail, e dispen-ser da 50 per gli operatori del canale Horeca. “Il nostro è un marchio di riferimento della pasticceria toscana. La qua-lità, da sempre, caratterizza le nostre produzioni: siamo partner in grado di realizzare soluzioni tailor made per i nostri clienti”, afferma Laura Vitagliano, presidente. E que-sto sia in Italia che all’estero: “L’export rappresenta il 40% del nostro business. In questo risultato alla Germania spetta una quota dell’8% circa”.

Due buste autoportanti di praline al cioccolato al latte, disponibili nella versione stracciatella e white. La linea di snack Chocobreak, con tre diverse referenze: due con cioc-colato al latte e stracciatella, una con riso soffiato (rise). Sono queste le novità più importanti che Witor’s ha presentato a Colonia: “Abbiamo allargato la nostra gamma di praline sia per il mercato italiano che per l’estero. Una scelta che rafforza l’eredità italiana che Witor’s da sempre persegue e sviluppa”, spiega Massimo Sacchi, general manager export e marketing. Le novità sono destinate a tutti i canali di vendita: dalla Gdo alla ristorazione.

Una linea di croissant tutta sfoglia e una di sfogliato non lievitato. Sono le due novità con cui l’azienda veneta Dal Colle è approdata a Ism, fiera che si è rivelata positiva per il business della società nata nel 1896. “Siamo soddisfat-ti. Abbiamo avviato alcuni contatti e incontrato clienti storici. Per la nostra azienda l’export rappresenta il 10% del fatturato complessivo. Siamo presenti in diversi mer-cati esteri”, afferma Iuri Ga-leotti, direttore commerciale. “Sia in Italia che all’estero vediamo grande interesse per le nostre linee senza zucchero e grassi idrogenati, ma anche per la gamma Tamburelli”.

“Abbiamo scelto Ism per presen-tare un progetto di comarketing messo a punto con altri importanti produttori piemontesi”, spiega Mauro Blandin, titolare di At&B. “In base a questa collaborazione la nostra azienda realizzerà in versione biologica alcuni fiori all’occhiello delle altre società coinvolte nel progetto. Nello specifico, si tratta di Galup, per il panettone, Barbero, per il torrone, Bodrato per il cioccolato e Salo-moni per il caffè. Tutte le nuove referenze verranno veicolate con il marchio Bocchietto, brand che At&B ha rilevato negli anni scorsi. Le referenze Bocchietto saranno in vendita nel dettaglio specializ-zato e nelle gastronomie di alta gamma”.

Massimo Sacchi

Antonio Maradini

Tiziana Massarone

Hans-Peter Dejakum

Laura Vitagliano

Iuri Galeotti

Domenico Palombo

Flavio Fulgenzi Stefano Silvola

Giancarlo ValentinoEnrico Dessy Massimo Buli Paolo Lavatelli

Mauro Blandin

Pernigotti

Flavio Fulgenzi e Eugenia Cimini

Da sinistra: Ivo Loacker e Hans-Peter Dejakum

Nella foto: Luigi Lomonaco

reportage

9

Febbraio 2012

Laica MelegattiMaina

Di Leo

Claudio Rizzi

Laica è un’azienda specializzata nella produzione di cioccolato. A Ism propone le sue novità, tra le quali cioccolatini con doppio ripieno alla panna-cotta e ai frutti rossi, con topping per gelati. “Nel 2011 abbiamo registrato 22 milioni di fatturato. Innovazione, tradizione e tecnologia sono tre direttrici strategiche su cui facciamo più leva”, spiega Andrea Saini, presidente.

“Negli ultimi anni abbiamo raddop-piato la nostra quota export. Nel 2011 questa voce di business ha, infatti, inciso per 5 milioni di euro sul nostro fatturato. Siamo presenti in Spagna, Usa, Cana-da e Svizzera. Con i nostri croissant di pasticceria e con i pandori stiamo approdando anche in Nord Africa e nei Paesi Arabi”, sottolinea Claudio Rizzi, export manager.

“Ism è la vetrina ideale per proporre il nostro panettone che, all’estero, riscuote grande attenzione”, spiega Ugo Di Gennaro, direttore marketing di Maina. E allo stand dell’azienda piemontese sono passati operatori provenienti dai più disparati paesi esteri: Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Russia. “Questo è il momento ottimale per la vendita del panettone all’estero. Anche perché in alcune nazioni, come ad esempio la Russia, viene inserito nei punti vendita in prossimità della Pasqua”.

L’export in casa Vergani tocca soprattutto i mercati extra Ue. “Stati Uniti, Libia, Australia, Giappone, Ca-nada e Brasile sono alcuni dei paesi più importanti”, spiega Marina Gritta, ex-port manager dell’azienda lombarda. “Oggi le vendite all’estero rappresenta-no il 20% del fatturato aziendale. Presidiamo anche mercati come Dubai e Singapore. Né mancano le piazze europee. In Germania, ad esempio, è molto apprezzato il torrone Vergani, fiore all’occhiello della società”, aggiunge Emanuele Bozzetti, export manager.

I savoiardi, ma anche le linee Caserecci, Fatti in casa e frollini sono le produzioni di punta dell’azienda lucana Di Leo. “La semplicità dell’ingre-dientistica, ma anche l’elevata digeribilità sono i plus che caratterizzano i nostri prodotti. Due elementi che contribui-scono a fidelizzare il cliente alla nostra marca”, spiega Alessandro Giancaspro (nella foto a sinistra), direttore com-merciale. “Le referenze della linea Fatti in casa, ad esempio, sono senza margarina e senza burro. I biscotti Caserecci, invece, sono siringati taglio fino”, aggiunge Ezio Pinto, responsabile marketing e comunicazione.

Marina Gritta ed Emanuele Bozzetti

Andrea Saini Ugo Di Gennaro

Alessandro Giancaspro ed Ezio PintoVergani

Continua

Da sinistra: Ugo Di Gennaro e Marco Brandani

10

Febbraio 2012

Mandrile & Melis

Farbo Le Monelle

Dulcis Italia

Socado Pelino Confetti

Vincenzo Di Costa

Bianco Forno

Zaini Palmisano

Diego Guma

È il terzo anno che Mandrile & Melis espone a Ism. Oltre ai consolidati tartufi dolci assortiti, cioccolatini e cioccogrissini, l’azienda, specia-lizzata nella produzione di tipicità dolciarie del Cuneese, alla fiera di Colonia presenta le novità 2012: “”Proponiamo delle rivisitazioni dei nostri prodotti più conosciuti, come le praline ai nuovi gusti zenzero, caramel e sesamo. Oggi siamo pre-senti in 19 paesi stranieri e con il nostro marchio stiamo guardando anche all’Azerbaijan”, racconta Cristina Melis, titolare.

Le caramelle senza zucchero sono il core business di Farbo. “Abbiamo chiuso il 2011 con 3 milioni di euro di fatturato. Contiamo 18 gusti diversi di caramelle, realizzate con prodotti natu-rali, senza zucchero e a temperatura. Quest’anno proponiamo le Lemonsalvia: caramelle al gusto di limone e salvia”, racconta Roberto Angelino, titolare.

È nata la scorso ottobre Le Monelle, azienda bergamasca che ha nella produzione di “spiedini” di marshmallow il suo core business. “I primi mesi di attività ci hanno dato grandi soddisfazioni. L’export rappresenta il 60% del nostro business. In Italia, il nostro prodotto è stagionale, legato principalmente alla festa di Santa Lucia. Con l’export riusciamo ad aggirare questo problema. Siamo, infatti, presenti in Francia, Regno Unito, Belgio, Finlandia, Grecia e Cipro”, conclude Paolo Piazzoni, titolare.

Ha solo sei mesi, l’azienda aretina Dulcis Italia. Specializzata nella produzione di prodotti di pasticceria secca toscana, l’azienda partecipa per la prima volta a Ism. “Puntiamo molto sull’estero. Questo mese, infatti, i nostri tozzetti all’anice artiginali approderanno per la prima volta in una pasticceria di Londra. Il nostro interesse non è ri-volto alla Grande distribuzione, ma a un posiziona-mento medio-alto, che include negozi di gourmet e specializzati”, sottolinea Diego Guma, titolare.

Socado, azienda veneta specializzata nella produzione di cioccolato, espone a Ism dal 1973. “Le praline assortite e le barrette di cioccolato rimangono i prodotti più apprezzati. Soprattutto all’estero. L’export rappresenta, infatti, il 70% del nostro business”, sottolinea Cesarina Biasi, re-sponsabile commerciale estero. “Siamo presenti in 52 paesi stranieri e vantiamo clienti consolidati ormai da 30 anni. Per il mercato asiatico, in par-ticolare Singapore e Manila, abbiamo realizzato delle nuove praline al gusto cappuccino”.

Sono i confetti il core business di Pelino Con-fetti. L’azienda abruzzese di Sulmona propone bomboniere, confezioni artistiche e composizioni realizzate su misura. “Nel 2011 abbiamo registra-to 2 milioni e mezzo di euro di fatturato. Siamo presenti solo in negozi di bomboniere e in qualche pasticceria. Realizziamo anche prodotti dolciari come bonbon, Ovetti e praline”, spiega Franca Chiaverini, sales manager.

“Il nostro obiettivo è far conoscere il marchio Marie Ange, Di Costa e le sue pro-duzioni racchiuse in scatole estremamente eleganti, deco-rate a mano. Non esagero se affermo che si tratta di vere e proprie creazioni di lusso. Che vogliamo rendere accessibili a tutti. L’obiettivo è permettere a tutte le donne italiane di acquistare un piccolo bene di lusso”, esordisce così Vin-cenzo Di Costa, socio titolare dell’azienda omonima nata nel 1986. Cioccolato, biscotti e torrone sono le produzioni della società siciliana che, nei mesi scorsi, è stata protagoni-sta di una campagna adv sulle reti Mediaset.

Il 2011 è stato un anno positivo per Bianco Forno: azienda toscana che ha nella produzione della pasticceria tipica regionale il suo fiore all’occhiello. “Abbiamo chiuso l’anno con un incremento dell’8% circa. A gennaio 2011 è stato inaugurato un nuovo stabilimento a Fornacette dove, attualmente, realizziamo tutte le nostre produzioni”, spiega Luca Lami titolare dell’azienda. Per la quale l’export rappresenta una voce di business impor-tante: “Le vendite all’estero rappresentano il 21% del nostro fatturato. E, ad oggi, la Germania è il nostro mercato più importante”.

“I prodotti Zaini, oggi, sono disponibili in 50 diversi paesi del mondo. Le fiere, Ism in particolare, sono una grande occasione per incontrare i nostri distributori”, spiega Fabio Azimonti, direttore marketing dell’azienda lombarda. E aggiunge: “L’export, infatti, rappresenta il 40% del nostro fatturato aziendale. Che, nel 2011, ha raggiunto i 45 milioni di euro. In questo risultato hanno registrato performance positive sia i prodotti a marchio Zaini, sia quelli con licenze Disney. Lo scorso anno, inoltre, abbiamo presentato la Linea Milano: un’operazione di marketing territoriale nata grazie anche alla collaborazione con il Comune di Milano che ci ha con-cesso la licenza del brand”.

A Colonia, l’azienda veneta Palmisano si presenta con un’importante novità. “Abbiamo scelto questa vetrina per presentare la nostra gamma di prodotti di ‘pasticceria nutrizionalmente evoluta’: un segmento assolutamente nuo-vo, ideato dalla nostra azienda”, afferma entusiasta Francesco Palmisano, titolare della socie-tà. La gamma include i biscotti Cookie pro 30%: “Si tratta di una produzione senza zucchero o dolcificante, con pochi grassi grazie all’impiego dell’olio extra vergine d’oliva. I canali di riferimento sono i punti vendita di alto livello, ma anche le insegne di Gd e Do attente alla qualità”.

“E’ da 20 anni che par-tecipiamo a Ism. E ogni anno ci torniamo perché è una manifestazione assolutamente proficua”, esordisce così Costanza Tironi, titolare de La Dolciaria bergamasca, azienda specializzata nella produzione di con-fetti, praline e dragée. “La nostra capacità produttiva si attesta sui 10mila chili di prodotto al giorno. Le nostre referenze in Italia sono destinate un po’ a tutti i canali: dai negozi spe-cializzati nella vendita di dolciumi alle pasticcerie, passando per la Gdo”.

Fabio Azimonti

Cristina Melis

Roberto Angelino

Di Costa

Luca Lami

Francesco Palmisano

Paolo Piazzoni

Cesarina Biasi Franca Chiaverini Costanza TironiLa Dolciaria bergamasca

CoLTE AL VoLo

Da sinistra: Diego Scoppin, Giorgia Rossi, Francesco Palmisano, Francesco Fenga e Anna Pagliro

Da sinistra: Marco Fresia e Luca Lami

Da sinistra: Laura Di Stretti e Costanza Tironi

Maddalena D’Accia e Roberto Angelino

reportage

11

Febbraio 2012

Nature Med

Dolcezze di Nanni

L’IMPoRTAToRE - Antonio Viani

Rizzati

Hosta

MasoniCabrioni

Sirea

Sweet

Paolo Lazzaroni & Figli

Lucio Ceccarelli

La liquirizia è il core business di Nature Med. L’azienda calabrese ha presentato a Ism tutte le sue novità 2012: “Proponiamo Buon Bon, deliziose praline di cioccolato fondente al 70% con l’anima di liquirizia. Il segreto, in questo momento di congiuntura non facile, sta nel creare delle varianti e guardare al di là dei confini nazionali”, racconta Antonio Massarotto, amministratore unico. “L’export rappresenta, infatti, il 70% del nostro business. I nostri prodotti sono biologici e disponibili nelle erboristerie, nelle farmacie e nel canale Horeca”.

Pasta di mandorle, Panforte e biscotti. Sono queste le referenze che Dolcezze di Nanni propone a Ism. “Per il 2012 abbiamo realizzato delle novità sia per il periodo pasquale, che per la linea Pasta di mandorle dove si distinguono i Fiori di mandorla, gli ovetti di mandorla e le Campa-nelle di mandorla. Che vogliamo proporre anche all’estero”, racconta Luca Marini, amministratore. ”L’export rappresenta il 70% del nostro business. Con i nostri prodotti a pasta di mandorle siamo già presenti in negozi specializzati come Harrod’s a Londra e Gallerie Lafayette a Parigi”.

Viani, nome italiano al 100%, è un marchio noto sul mercato tedesco. Nel 1973, infatti, Antonio Viani, ligure, dà vita, proprio in Germania, a Got-tingen, alla Antonio Viani Importe GmbH. Che, oggi, è uno degli operatori più conosciuti della distribuzione all’ingrosso. “Dettaglio tradiziona-le, gastronomie e ristorazione qualificata sono il nostro target di riferimento”, spiega Stephan Aswald, responsabile acquisti che incontriamo nello stand dell’azienda, al padiglione 4.2 dove trova posto anche la “collettiva” italiana. Oggi, Viani presidia tutto il territorio tedesco. “Dalla nostra sede, a Gottingen, possiamo raggiun-

gere ogni angolo della Germania. E siamo in grado di consegnare la merce nel giro di 24 o, al massimo, 36 ore”, precisa deciso Aswald, il cui italiano è degno di nota. Nel corso dei suoi 39 anni di attività, la Viani si è mantenuta fedele alla sua mission: “La qualità del prodotto e l’utilizzo di ingredienti naturali sono fattori im-portanti nella scelta delle referenze presenti nel nostro catalogo. Il buon rapporto qualità prezzo si colloca al terzo posto, in questa ipotetica clas-sifica degli elementi guida nell’identificazione del nostro prodotto ideale. E questo per quanto riguarda sia i dolci sia gli altri settori merceo-

logici, simbolo del Made in Italy”. Nel comparto dolciario, Viani importa soprattutto cioccolato, biscotti e prodotti da ricorrenza. “In Germa-nia, siamo distributori esclusivi di Caffarel. Trattiamo anche altri marchi importanti, come, ad esempio Majani. Per quel che riguarda i biscotti, la nostra offerta include tutti i segmenti di questo comparto: dai cantuccini ai savoiardi, fino agli amaretti. Nel caso delle referenze da ricorrenza, non mancano panettone, pandoro e colomba. Nel nostro Paese, in generale, il Made in Italy, è molto apprezzato. E da 39 anni, Viani lo rappresenta e lo diffonde al meglio”.

È in un periodo di transizione Rizzati. L’azienda emiliana, infatti, ha da poco cambiato il suo assetto societario e, a Ism propone cioccolatini e canditi. “Il cioccolatino alla birra è la prima nostra grande creazione, un connubio affascinante e unico tra birra e cioccolato. Abbiamo cercato di affidarci a una continua sperimentazione riuscendo a realizzare anche creme e canditi che destiniamo solo a canali di vendita specializzati, come enoteche e gastronomie”, racconta Matteo Mosca, direttore aziendale. “Per il 2012 proponiamo anche la torta al Tenerino, senza farina né conservanti, ma con una shelf life di otto mesi.

Hosta propone a Ism una vasta gamma di prodotti che comprende cioccolato, snack, dolci e salati, creme spalmabili e grissini. ” Recentemente, siamo stati acquisiti da un gruppo tedesco. Questo ci porta oggi sempre più a guardare all’este-ro. L’export rappresenta il 30% del nostro business. Per il 2012 abbiamo previsto il lancio della nuova linea Benessere, che include referenze sia dolci che salate a base di fibre”, dichiara Lucio Ceccarelli, marketing & export manager.

“Nel 2011 abbiamo registrato un incremento del 3% del nostro fatturato”. E’ soddisfatto Massimiliano Arnecchi, titolare di Masoni, a Ism in un sodalizio di presenza con Masini e Rinati, compagni di stand. L’azienda toscana espone i suoi prodotti senesi come il panforte, i ricciarelli, cantuccini e panpepati. “Nel 2011 siamo entrati a far parte dell’Associazione produttori di cantuccini toscani alle mandorle, con lo scopo di tutelare e valorizzare uno dei biscotti tipici della regione e certamente il più conosciuto ed apprezzato al mondo”, aggiunge Arnecchi.

“Nel 2011 abbiamo registrato un incremento del 20% rispetto all’anno precedente”. Esordisce così Loren-zo Vaschetto, responsabile commerciale di Cabrioni, azienda emiliana specializzata nella produzione di biscotti. “Contiamo 15 referenze e l’export incide marginalmente sul nostro fatturato per una questio-ne di cultura alimentare. Non sempre all’estero è presente nella dieta alimentare la prima colazione. I nostri biscotti sono condolidati, grazie principalmen-te a un giusto rapporto qualità-prezzo”.

In casa Sirea, l’export è una voce di busi-ness che, nel 2011, ha registrato trend interessanti. “Le vendite oltre confine rappresentano il 10% del nostro fatturato. Lo scorso anno, sui mercati stranieri, abbiamo registrato un incremento del 30%”, spiega Barbara Cavatorti, export manager. I prodotti Sirea, dalle liquirizie al cioccolato, passan-do per le caramelle e gli snack, oggi sono presenti in diversi paesi europei.

Il licensing rappresenta un elemento di rilievo per Sweet. Che a settembre ha lanciato la sua nuova linea di uova al cioccolato con sorpresa, firmata Ape Maya. “Il 2011 si è chiuso in linea con il 2010. L’export incide per il 90% sul nostro fatturato. La Germania è uno dei nostri punti focali, ma anche la Russia e il Benelux svolgono un ruolo importante. Sweet conta su un ufficio licensing e grafico interno all’azienda, nonché sull’esperienza maturata nel business to business nel corso degli anni”, spiega Mario Manga-nelli, product manager.

“Ism, da sempre, rappresenta un importante momento di esposizione internazionale, per far conoscere e testare la qualità dei nostri prodotti. Per questo motivo, gli incontri con i potenziali clienti interna-zionali sono focalizzati sul prodotto in sé più che sulla presentazione delle novità che pure non mancano”, afferma decisa Lucia Viale, respon-sabile marketing di Bistefani Gruppo Dolciario. Che ha chiuso il 2011 in crescita. “Siamo molto soddisfatti del risultato conseguito. Un ruolo importante è stato svolto dalla gamma Krumiri, rinnovata, e dalla pasticceria, dove si distinguono i baci di dama”.

“Il 2011 si è chiuso con un incremento del 10%, grazie alle performance registrate all’estero”. Esordisce così Luca Lazzaroni, Ceo di Paolo Lazza-roni & Figli, azienda con sede a Saronno, in provincia di Varese, specializzata nella produzione di baci del chiostro, prodotti da forno e bagne. ”Ma il vero incremento è venuto dall’este-ro, che rappresenta l’80% del nostro business. A Ism abbiamo presentato una linea di Baci del Chiostro tutto burro, incartati a caramella, in packaging di window box e lattina. A queste si aggiungono alcune nuove grafie di latte di amaretti e panettoni, tutti prodotti destinati al canale speciality food”, conclude il Ceo.

Lucia Viale

Antonio Massarotto

Luca Marini

Barbara Cavatorti

Mario Manganelli

Luca Lazzaroni

Matteo Mosca

Massimiliano ArnecchiLorenzo VaschettoMasini

“Nonostante il 2011 sia stato per noi un anno non facile, da marzo 2012 proponiamo 5 nuove linee di prodotto con un nuovo marchio creato per questa gamma”. È questa una della novità rese note da Daniele Margheri, export manager di Masini, azienda fiorentina specializzata nella produzio-ne di dolci toscani. “Abbiamo lanciato il nuovo marchio Biscotti Masini con l’intento di aumentare le nostre referenze di biscotteria con cinque nuovi prodotti in astuccio”, conclude l’export manager.

Daniele Margheri

Bistefani Gruppo Dolciario

“Da 39 anni diffondiamo il Made in Italy in Germania”

Continua

Giovanni Tosi e Barbara Cavatorti

Stephan Aswald

Gecchele

“Abbiamo chiuso il 2011 con 23 milioni di euro di fatturato e un incremento del 10% circa rispetto all’anno precedente”. È entusiasta Darix Gecche-le, tra i titolari di Gecchele, azienda di Treviso spe-cializzata nella realizzazione di prodotti da forno dolci e salati. “Per il Carnevale 2012 abbiamo realizzato I Pettegolezzi di Colombina: chiacchie-re in bocconcini, ideali per i bambini”, aggiunge Gecchele.

Darix Gecchele

Antonio e Annarita Massarotto

12

Febbraio 2012

Rinati

Giraudi

Sanges e Associati

IncapVisibilia Dolcificio Veneto

Indaco

Bulgari Paluani

Massimo Sanges

“Siamo alla quarta generazione e nonostante questo, la nostra passione è rimasta invariata”. Esordisce così Michela Rinati, titolare della società omonima, storica azienda specializzata nella produzione di cenci toscani, brigidini, torrone e noc-ciolato. “Siamo l’unica azienda toscana leader nella produzione di torrone. Per il 2012, proponiamo oltre alle uova di cioccolato per la Pasqua, i nostri cenci di carnevale, ricoperti di cioccolato, nonché le cialde di Montecatini, disponibili nei punti vendita della Grande distribuzione italiana”, aggiunge Rinati.

“Abbiamo chiuso il 2011 con 16 milioni di euro di fatturato e un incremento del 30% rispetto all’anno precedente”. E’ entusiasta Massimo Sanges, titolare di Sanges e Associati, azienda campana specializzata nella realizzazione di prodotti al cioccolato e di pa-sticceria. “Oggi contiamo 22 referenze. A settembre lanciamo quattro nuovi prodotti di pasticceria e quattro per il cioccolato, con il nostro marchio “Un attimo” tra cui i biscotti ricoperti con il cioccolato, Fiocchi delicati e golosi, praline e tortine”.

Specializzata nella produzione di chewing-gum e caramelle di alta qualità (con e senza zucchero) Indaco ha chiuso il 2011 con 7,5 milioni di fatturato. “Con il marchio Col-Fresh siamo presenti in molti mercati in-ternazionali. L’export rappresenta il 40% del nostro giro d’affari. Grazie alla nostra flessibilità siamo anche partner di importanti realtà industriali e distributive in progetti a marca privata”, spiega Silvio Cola, managing director.

“Abbiamo chiuso il 2011 con un incremen-to del 17% rispetto al 2010”. Esordisce così Grazia Mantovani di Bulgari. “Con l’ esperienza centenaria tramandata di genera-zione in generazione, la professionalità e l’avanguardia nelle tecnologie, creiamo una ricca varietà di dolcezze apprezzate da sempre sia in Italia, che nel mondo. Primi tra tutti nostri Marsch Mallow, sia in versione tridimensionale Jelly o Choc, che classica estrusa”.

C’è soddisfazione allo stand Paluani per i risultati del 2011. “Abbiamo chiuso bene l’anno con un incremento dell’11% sul-la quota export. Si è rafforzata la nostra presenza in Germania, Spagna e Sud America. Nella nostra strategia commerciale si inseriscono anche gli Stati Uniti dove abbiamo deciso di sostenere forti investimenti”, afferma Gabriele Ferrarese, export manager. Per il periodo pasquale, Paluani ha ideato di-verse iniziative tra cui una con i negozi Game Stop. “Presentando in qualsiasi punto vendita il cou-pon all’interno delle confezioni Paluani si può usufruire di un vantaggio esclusivo”, conclude l’export manager.

Grazia Mantovani

Michela Rinati Silvio Cola

Gabriele Ferrarese

CoLTE AL VoLo

Claudio Monti e Michela Rinati

New product showcase: l’esposizione dedicata a 112 nuovi prodotti I tre prodotti più innovativi del New product showcase selezionati dalla giuria di 80 giornalisti

reportage

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Cavanna

Chr. Hansen

Novacart

Cama

Il flowpack per il cioccolatoLa storia di Cavanna Packaging Group inizia negli anni 60. Da allora l’azienda piemontese, si è specializzata nella produzione di soluzioni integrate per il confeziona-mento alimentare e farma-cosmetico in flowpack. Nel comparto alimentare, Cavanna ha nella produzione di macchine per l’incarto del cioccolato uno dei suoi fiori all’occhiello. A ProSweets 2012, l’azienda è arrivata dopo aver portato a termine importanti progetti. Non da ultimo il nuovo logo che meglio esprime il nuovo assetto societario. Cavanna, infatti, oltre all’headquarter italiano vanta anche alcune filiali all’estero, in primis in Brasile e negli Stati Uniti. Sul fronte della apparecchiature, alla mani-festazione tedesca Cavanna ha catalizzato l’attenzione degli operatori su un sistema per l’incarto del cioccolato, particolarmente innovativo in termini sia di lavorazione e di velocità della stessa (con mille prodotti al minuto) sia di design e di dimensioni. Più dettagliatamente, si tratta di un sistema che unisce quattro robot “pick and place” alla macchina per packaging Cavanna Zero5.

Coloranti alimentari con FruitMaxSoluzioni e ingredienti naturali per le industrie alimen-tari, farmaceutiche e agricole. È questo il core business di Chr. Hansen, multinazionale con sede in Danimarca che fornisce culture alimentari, probiotici, enzimi e colo-ri naturali ai produttori di pasticceria come alternativa ai tanto discussi colori sintetici. I suoi ingredienti trovano applicazione nella produzione di preparati a base di frutta, gelati, dolci, referenze di pasticceria, creme spalmabili, prodotti da forno e snack. A ProSweets 2012, il Gruppo presenta FruitMax, una nuova gamma di colo-ranti alimentari dai toni brillanti e vivaci, realizzata gra-zie a un’importante ricerca bioscentifica e a significativi investimenti tecnologici. Dal giallo brillante all’aran-cione, dal rosso vivo al viola fino al marrone: le nuove tonalità rappresentano una significativa estensione della gamma dei prodotti alimentari coloranti FruitMax da Chr. Hansen, lanciata nel 2007. I nuovi coloranti vengono considerati ingredienti alimentari non additivi, derivanti da frutta, verdura, erbe, spezie o altre materie prime commestibili.

Stampi e vassoi ecologiciPirottini, stampi per la cottura, sac-chetti e vassoi cartonati. Sono solo alcuni dei prodotti che, quotidiana-mente, escono dagli stabilimenti di Novacart, azienda lombarda che a ProSweets ha presentato il nuovo catalogo Ecos Optima: una gamma innovativa ed ecologica che offre un’immagine tradizionale ai prodotti dolci e salati. La linea comprende sia contenitori rotondi per monoporzioni, sia soluzioni multiporzione, fino a quelle di forma rettangolare. Tutti i prodotti sono resistenti alla cottura nel forno tradizionale e microonde, nonché alla surgelazione. Inoltre, possono essere utilizzati sia come stampi per cuocere che come vassoio.

La macchina incassatrice display-boxCama è un’azienda del Lecchese il cui core business è la progettazione e la produzione di sistemi completi ad alta tecnologia per il confezionamento secondario. A Colonia l’azienda presenta l’ultima packaging machine serie 750 incassatrice display-box. La macchina è ca-pace di automatizzare la produzione di ogni tipo di im-ballo fondo e di coperchio fino ad una velocità massima di dieci casse al minuto. Il nuovo modello ripropone in versione più compatta i principi della serie 749 ideata da Cama. Le dimensioni ridotte dell’incassatrice e la media velocità di produzione non penalizzano l’elevata qualità della nuova macchina. Che è elettronica e viene azionata da servomotori indipendenti grazie a un’inter-faccia operatore avanzato.

ProSweets 2012, il successo della quinta edizione17mila visitatori, il 60% dei quali stranieri. Più di 300 aziende espositrici, provenienti da 33 paesi.

E’ stato un successo l’edizione 2012, la quinta, di ProSweets, in scena nel padiglione 10.1 della fiera, nei giorni in cui si è svol-ta Ism. Sono stati 17mila, provenienti da 96 paesi, gli operatori che hanno visitato la manifestazione. Impor-tante, anche per la kermesse dedicata ai produttori di confezioni per prodotti dolciari, tecnologie di packaging, macchine e impianti per l’industria dolciaria, la quota de-gli operatori stranieri, pari al 60% dei visitatori. Olanda, Belgio, Turchia, Svizzera e Regno Unito le nazioni meglio rappresentante, ma non sono mancati all’appello i paesi dell’ Est Europa e del Medio Oriente. Altrettanto signi-ficativo, per l’ente organizzatore, il dato che il 15% dei visitatori ha deciso di visitare ProSweets, indipendente-

mente dal fatto che negli stessi giorni andasse in scena Ism.

Per quel che riguarda gli espositori, 334 aziende da 33 paesi hanno portato le loro produzioni nei padiglioni della Fiera di Colonia. Quest’anno, inoltre, rispetto all’edizione precedente, la superficie espositiva dedicata alla kermesse è aumentata del 10%. Oltre alla qualità del parco esposi-tori, grande interesse ha catturato il calendario di eventi e incontri. ProSweets è iniziata, infatti, con il “Robotik – pack – line show” dove sono stati messi in luce alcune soluzioni alle maggiori criticità nel processo di confezionamento. Il terzo giorno, invece, è stata la volta del conferenza de-dicata agli ingredienti, con stevia e latte in pole position.

Nunzia Capriglione

Fine

CoLTE AL VoLo ALTRI ESPoSIToRI

Selmi Group Comas Carlemont

reportage

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Febbraio 2012

Il salotto buono per industria e distribuzione

Prosegue la crescita del-la marca commerciale. In Italia, nel largo consumo confezionato, la quota di mercato del brand del di-stributore è salita al 17,2%. A valore, si parla di un giro d’affari stimato a miliardi di euro.

Risultati importanti, in crescita: del 7% a valore e del 3,9% a vo-lume. I dati sono quelli dell’ottavo Rapporto della marca commer-ciale, presentato a Marca, la ma-nifestazione dedicata alla private label, in scena a Bologna dal 18 al 19 gennaio. Che, in linea con i trend del mercato di riferimen-to, si è chiusa con un incremento dell’8,37% per quel che riguarda il numero degli operatori professio-nali e del 7,8% per gli operatori esteri (534).

Marino Capelli, responsabile fiere industria e costruzio-ni di BolognaFiere, è soddisfatto. I numeri gli danno ragio-ne. Con lui approfondiamo le ragioni di questo successo.

Ingegner Capelli, ancora un goal per Marca!E che bel goal! Fin dalla prima edizione ci siamo mossi

con un obiettivo preciso: realizzare una manifestazione semplice, snella. Quasi un salotto per gli operatori di mercato. Ci siamo sempre preoccupati di mantenere una ‘dimensione umana’, evitando gli eccessi. Abbiamo tenuto fede alle promesse fatte. Certo, negli anni ci sono stati dei cambiamenti che hanno portato a un miglioramento

dell’immagine della manifestazione. Ma se i risultati sono questi, vuol dire che la formula di Marca è quella giusta.

Quali cambiamenti?Abbiamo lavorato su due fronti. Innanzitutto sono stati

apportati, gradualmente, importanti variazioni in termini di design. Si è lavorato per rendere più piacevole e acco-gliente l’ambiente della manifestazione. Il nostro sforzo, in questa direzione, si è sviluppato parallelamente a quello sostenuto dai produttori. Oggi, gli stand degli esposito-ri, pur mantenendo le dimensioni tipiche di Marca, sono molto più caratterizzati rispetto al passato. Ogni azienda, ha realizzato spazi espositivi che valorizzassero il posizio-

namento del brand sul mercato.Ci sono poi i convegni.Certo. In questo senso è fon-

damentale la collaborazione con Adm (Associazione distribuzione moderna). Che ha permesso di avere in questi momenti forma-tivi/informativi relatori che sono dei veri e propri opinion maker del mercato. Non dimentichiamo che questa fiera resta un mo-mento privilegiato di incontro/confronto tra la produzione e la distribuzione. Inoltre, è altrettanto importante e significativa, la pre-senza degli operatori stranieri.

Il cui numero è aumentato rispetto al 2011…

Certo. Con piacere constatiamo che alcuni operatori, già in passato invitati dall’ente fiera, quest’anno hanno deciso di par tecipare au-tonomamente all’evento, sebbe-

ne non fossero coinvolti in convegni o eventi dedicati ai mercati stranieri. Hanno preferito muoversi “in incogni-to”. E dunque quest’anno, tra gli stand, giravano i buyer di importanti insegne estere, come Tesco e Mercadona, per citarne solo alcuni. L’appeal del Made in Italy è for te. E a Marca questi buyer sanno di poter incontrare gli in-terlocutori giusti.

Farete il verso alla Plma di Amsterdam?Assolutamente no. Non abbiamo ambizioni europee.

La nostra missio è crescere in termini qualitativi. Lo ri-peto: vogliamo continuare a essere il salotto buono per l’industria e la distribuzione.

L’ottava edizione di Marca, la kermesse dedicata alla private label, si è chiusa con un incremento dell’8% nel numero degli operatori presenti. Buona anche la presenza estera. Parla Marino Capelli, responsabile fiere industria e costruzioni di BolognaFiere.

Un business da 9 miliardiNel 2011 la quota di mercato della marca commerciale nel Largo consumo confezionato (Lcc) si è attestata al 17,2%. La marca insegna resta la più importante. Ma crescono i segmenti premium (+23,5%) e bio (+9,1%).

un valore stimato di 9 miliardi di euro, per una market share del 17,2%, in crescita del 7,1%. sono i tratti distintivi della private label in italia, nel largo consumo confezionato (lcc) per il 2011. i dati sono quelli dell’ottavo rap-porto della marca commerciale, presentato lo scorso 19 gennaio a marca ed elaborato da symphonyiri group.

nell’ambito delle diverse tipologie di private label, il rapporto mostra che sia a volume che a valore a farla da padrona è ancora la mar-ca insegna. Che, allo scorso agosto, nel largo consumo confezionato rappresentava l’82,7% delle vendite a quantità e l’82,8% di quelle a valore. segue il posizionamento premium, con una quota del 5% a volume e del 3,2% a valore. rispetto al 2010, le vendite dei prodotti che si collocano in questo segmento hanno segnato un +23,5% a valore e un +22,2% a volume. e sono proprio le referenze con marche pre-mium quelle che, più di altre, sono protagoni-ste di operazioni promozionali. per questo seg-mento, infatti, la pressione promozionale è del 27,6%, contro il 26,3% dell’lcc nel suo com-plesso e del 22,2% della marca commerciale.

positive anche le performance delle mar-che commerciali per il comparto bio. infatti, le vendite di questa tipologia di brand hanno segnato un aumento del 9,1% del fatturato e del 10,3% dei volumi. Certo, si tratta, ancora, di una nicchia di mercato, in quanto l’inci-denza sul business complessivo della marca commerciale è di poco superiore al 4% a valore e al 3,4% a volume. anche in questo caso, la pressione promozionale è importan-te: l’incidenza è del 22,9%.

le elaborazioni di symphonyiri group per il rapporto della marca commerciale rivela-no, inoltre, che anche l’offerta della private label di primo prezzo registra trend miglio-ri a valore. nel 2011, infatti, il sell out dei prodotti che si collocano in questa fascia di prezzo (sempre a marca commerciale) mo-stra un +9,8% per quel che riguarda il giro d’affari e un +4,9% per i volumi.

Quindi i canali di vendita. sono senza dubbio i supermercati i negozi in cui la pri-vate label registra le performance migliori, con una quota del 16,5%. Valore che sale al 16,7% nel caso dei punti vendita con una su-

perficie tra i 1.300 e i 2.499 metri quadrati e al 17,1% per quelli tra gli 800 e i 1.299 metri quadrati. negli ipermercati, invece, la market share è del 14,8%, con una punta del 15,2% nelle superfici tra i 5.500 e i 9.999 metri quadrati.

per quel che riguarda invece i comparti merceologici, è la drogheria alimentare il settore in cui la marca commerciale è più si-gnificativamente presente: qui i prodotti con private label rappresentano il 30,9% delle vendite a valore. nonostante ciò, in questo settore è la marca industriale a farla anco-ra da padrona, con un’incidenza del 35,4%. diverso è il caso del fresco. la quota della private label è del 23,3%, un dato che supera del 4,7% quello relativo ai prodotti dell’indu-stria (18,6%). bevande e cura della persona, invece, ripropongono un quadro analogo a quello della drogheria alimentare.

infine, le aree di mercato. il nord ovest è la zona in cui le vendite di lcc a marca commerciale vantano una quota del 35,4%, segue il Centro e sardegna con un’incidenza del 26,8%, fanalino di coda il sud, con il 13%.

Private label sotto la lente9 miliardi

17,2%

+7,1%

fatturato 2011 per il lcc con marca commerciale nel canale super/iper e libero servizio piccolo

quota della marca commerciale nel lcc

incremento registrato nel 2011

incremento registrato dalle vendite a valore dei prodotti con brand premium

pressione promozionale per il segmento della marca commerciale premium

incremento registrato dalle vendite a valore dei prodotti con brand bio

pressione promozionale per il segmento bio

+23,5%

27,6%

+9,1%

22,9%

marino Capelli

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l’industriaEurovo Mangiarsano Germinal

Crich

Montebovi

Ghiott Dolciaria Maina

Federico Lionello Paolo Pisano

Luciano Furlanetto

Stefano Montebovi

Chiara TuracchiMarco Brandani

C’è soddisfazione allo stand di Eurovo, anche per quel che riguarda la partecipazione a Marca. “Questa è una fiera molto positiva. I contatti sono ottimi e anche l’affluenza è notevole”, spiega Federico Lionello, direttore vendite, mar-keting e ricerca & sviluppo. Per il Gruppo, che ha chiuso il 2011 con un fatturato di 300 milioni di euro, la marca com-merciale rappresenta il 50% del proprio fatturato. “Lavoria-mo con tutte le insegne distributive. Oggi il 40% del giro d’affari è legato alla Grande distribuzione, considerando sia i prodotti con private label, sia quelli a marchio. Una quota analoga spetta al canale industria, grossisti e catering”. Alla manifestazione dedicata alla marca commerciale l’azienda ha portato anche la sua ultima novità: Eggy, la mousse d’uovo in spray. “Si tratta di un prodotto innovativo, che abbiamo presentato al mercato alla fine del 2011. E che, ad oggi, sta registrando performance interessanti. Indubbiamente è una referenza che cattura l’attenzione dei consumatori. Come hanno dimostrato anche alcune ricerche effettuate prima di inserirla nei punti vendita”, continua Lionello. Proprio questo mese, inoltre, l’azienda inizierà una campagna pubblicitaria che affianca la pianificazione sui più importanti periodici femminili, ad alcune in store promotion volte, appunto, a dimostrare ai consumatori la praticità del prodotto e le sue caratteristiche principali.

Da oltre 30 anni Germinal ha scelto di presidiare il segmen-to salutistico. Impegno che, per l’azienda veneta, si è concretiz-zato nella realizzazione di prodotti biologici, funzionali e senza glutine. “La produzione delle referenze gluten free avviene, dal 2001, in uno stabilimento creato ad hoc per questa gamma, così da evitare qualsiasi tipo di cross contamination. Non solo. Per tutti “i prodotti senza”, privi cioè di glutine, zucchero, latte o uova, abbiamo creato il brand Mangiarsano”, spiega Paolo Pisano, direttore vendite. “Soprattutto per quel che riguarda i privi di glutine, la nostra missio è rendere meno punitiva que-sta scelta. Il che significa realizzare prodotti gustosi”. Il brand Germinal, identifica prevalentemente le produzioni bio. Oggi, sia le referenze biologiche, sia quelle salutistiche sono realizza-te anche per la marca commerciale di alcune insegne distribu-tive. “Attualmente, la private label rappresenta l’8% del nostro fatturato aziendale. Che, nel 2011, ha raggiunto i 19 milioni di euro”. A Marca, l’azienda veneta ha focalizzato l’attenzione degli interlocutori anche su alcune novità di prodotto senza glutine, presentate al mercato proprio a ridosso della manife-stazione: il tortino agli agrumi; la barretta di grano saraceno e mirtillo, il biscotto allo yogurt e il plumcake con gocce di cioc-colato. “Abbiamo rinnovato anche il pack di questi prodotti, rendendolo più fresco e accattivante. Contemporaneamente, abbiamo modificato anche il nostro sito web e abbiamo rea-lizzato lo spazio online nutri la tua salute”, conclude Pisano.

Crich è uno di quei marchi che ha fatto la storia del mer-cato dolciario. L’azienda, infatti, è nata nel 1870 dall’iniziativa di alcuni panettieri trevigiani. Nel 2002 è stata rilevata dal-la famiglia Rossetto, già proprietaria di Quality food group, azienda che lega il suo nome al marchio Dalsen. “Oggi il 50% del fatturato aziendale è legato alla marca commerciale. E’ una scelta che abbiamo adottato anche a fronte delle nuo-ve tendenze, che vedono una crescita costante dei prodotti con il marchio delle insegne distributive. Tutte le referenze delle nostre tre linee di prodotto (cracker, wafer e biscotti) sono disponibili anche con il marchio del distributore”, spie-ga Luciano Furlanetto, direttore generale di Crich. La marca commerciale viene realizzata anche per i mercati esteri, ma in questo caso si tratta di produzioni destinate soprattutto al canale dei grossisti. “L’export rappresenta il 35% del nostro fatturato. Su questo risultato, la private label vanta un’inciden-za superiore al 20%. Tuttavia, fuori dall’Italia nei punti vendita della Gd siamo presenti solo con il nostro marchio. Siamo espressione del Made in Italy, e i nostri prodotti, nei 60 paesi in cui siamo presenti, vengono scelti per la loro qualità. Su questo siamo veramente fiscali. Non dimentichiamo, inoltre, che Crich vanta anche una linea biologica, molto apprezzata sia all’estero che in Italia”, conclude il direttore generale.

Stefano Montebovi, amministratore unico dell’azienda omonima, è assolutamente certo della validità di Marca. “Par-tecipiamo a questa manifestazione fin dalle sue prime edizio-ni. E, nel tempo, il giudizio positivo, iniziale, è stato confermato. Marca è un’ottima occasione sia per presentare le novità dedicate alla private label, sia per incontrare i player della distribuzione e capire quali sono le loro necessità”. L’azienda laziale ha così scelto la kermesse di Bologna per presentare la nuova linea di biscotti Buon cereale, nonché le referenze nel comparto delle torte. “La private label vanta un’incidenza importante sul nostro fatturato. Il marchio Montebovi, infatti, è utilizzato soprattutto per i prodotti di nicchia e per il det-taglio tradizionale. La nostra offerta è molto profonda. I fiori all’occhiello, però, sono i prodotti tipici della tradizione dol-ciaria italiana: torte, crostate, savoiardi e amaretti. Realizziamo anche alcune referenze biologiche, segmento che riscuote un interesse crescente tra gli operatori della distribuzione moderna sia in Italia, che all’estero”. L’export è un altro set-tore interessante per Montebovi, che presidia i paesi del Vec-chio Continente. “La Germania è un mercato molto impor-tante. Nel corso degli ultimi anni, però, siamo cresciuti anche nei paesi dell’Est Europa, in particolare in Polonia. Anche in queste nazioni lavoriamo con la Gdo e con gli operatori del dettaglio tradizionale. All’estero, la qualità dei nostri prodotti è l’elemento che ci permette di contraddistinguerci. La no-stra azienda vanta tutte le certificazioni più importanti che attestano la qualità del nostro processo produttivo”.

Cantuccini, pasticceria secca toscana e amaretti sono il core business di Ghiott Dolciaria. “I cantuccini sono indubbia-mente il nostro fiore all’occhiello. Non a caso è la referenza di cui, recentemente, abbiamo rinnovato il packaging. Ora più fresco e moderno”, spiega Chiara Turacchi, responsabile marketing e vendite dell’azienda. I prodotti Ghiott Dolciaria sono presenti in tutti i canali di vendita: dal normal trade all’Horeca. “La Gdo resta, però, il canale più importante. Che presidiamo con particolare attenzione, sia in Italia che all’este-ro. Abbiamo portato i nostri cantuccini anche nel Middle e nel Far East. Germania e Regno Unito restano, comunque, i nostri mercati di riferimento”, precisa la responsabile marke-ting. è la qualità dei prodotti l’elemento che ha permesso a Ghiott Dolciaria di registrare risultati interessanti. “Le nostre creazioni sono prive di grassi idrogenati e coloranti. Vengono realizzati con latte fresco, burro e miele toscano. Le uova, invece, provengono da galline allevate a terra. E’ la combina-zione di questi fattori che consente ai nostri prodotti di con-tinuare ad essere scelti dai consumatori. E, conseguentemen-te, dai nostri partner della distribuzione”. Ghiott Dolciaria, inoltre, vanta anche in assortimento una linea di salatini per aperitivo. “Per questa gamma è allo studio un’innovazione che ci auguriamo di presentare a breve al mercato”, conclu-de Chiara Turacchi.

Per la piemontese Maina, la marca commerciale è una voce di business importante. “Il 50% della nostra produ-zione è veicolata con private label. E in questo risultato consideriamo non solo i prodotti destinati alla distribuzio-ne moderna, ma anche quelli realizzati per altre aziende. Siamo una delle poche società specializzate nella produ-zione di prodotti da ricorrenza che ha deciso di focaliz-zare l’attenzione solo ed esclusivamente sulle referenze stagionali di questo segmento: attualmente, il panettone e il pandoro rappresentano il 65% del nostro business. La colomba, invece, incide per il 35%. Sono proprio queste le referenze destinate alla marca commerciale”, spiega Marco Brandani, amministratore delegato. Nello stand a Marca, accanto ai prodotti realizzati per le più importanti insegne distributive italiane, si distinguono anche quelli dedicati ad altrettanto significative società estere: da Sainsbury’s a Te-sco. “Oggi la produzione destinata alla private label delle insegne distributive nazionali incide per il 25% sul nostro fatturato complessivo. L’export rappresenta il 15% circa. Abbiamo registrato ottime performance negli Usa e nel Regno Unito. Negli Stati Uniti, la nostra quota di mercato, per quel che riguarda il prodotto italiano, è del 40%. Il dato sale al 65% se si guarda al mercato inglese”.

Febbraio 2012

Continua

da sinistra: ugo di gennaro e marco brandani

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Febbraio 2012

Esseoquattro

Campiello – Panealba

Deco Industrie

FreshFood ServiceR&R Ice Cream

Silvia Ortolani

Gabriele Tesio

Andrea Liboa

Giancarlo Cavagnini

Marcus-Dominic Hauck

“Chiudiamo Marca con un bilancio positivo” afferma soddisfatta Silvia Ortolani, direttore commerciale di Esseo-quattro. “I nostri partner, anche i grossisti, che per tipologia di mercato sarebbero i meno interessati a una fiera dedicata alla private label, sono venuti a farci visita. I contatti sono stati più numerosi rispetto all’anno scorso. L’unica osservazione in contrasto con quanto affermato dall’Ente fiera è la pre-senza degli operatori stranieri: ne abbiamo visti pochissimi e solo quelli invitati da noi”. Idealmente, la fiera bolognese ha chiuso un 2011 ricco di soddisfazioni, che ha visto rafforzarsi partnership importanti (Veroni, Carrefour per i punti ven-dita Planet e Sigma…) e ha confermato l’importanza del business legato a Ideabrill, come veicolo pubblicitario. Inoltre, l’inizio dell’anno ha portato in dote a Esseoquattro una ve-trina d’eccellenza: l’incarto salvafreschezza Ideabrill è entrato in Peck grazie un grossista specializzato . “Questo risultato rappresenta un esempio concreto dell’utilità del lavoro del Consorzio Union Cart. Attraverso i grossisti consorziati e af-filiati, infatti, i nostri prodotti si stanno diffondendo su tutto il territorio nazionale”.

“Puntiamo tutto sulla qualità del prodotto. Questo ci ha permesso di fidelizzare il cliente che, di fatto, si è affeziona-to al nostro marchio e alle sue produzioni”, spiega Gabriele Tesio, export manager di Campiello, l’azienda piemontese che lega il suo nome a un prodotto che ha fatto la storia delle colazioni italiane: il Novellino. “E’ proprio questa la no-stra referenza più richiesta anche per la marca commerciale. Business che, comunque, continua a mantenere un’incidenza contenuta sul nostro giro d’affari. Anche all’estero, ad esem-pio, presidiamo i diversi canali di vendita solo ed esclusiva-mente con il nostro brand”.

“La marca commerciale incide sul business di Deco In-dustrie circa il 60%. Con i nostri marchi copriamo il 40% del nostro fatturato, il resto della produzione avviene invece per conto terzi. L’export ha un’importanza ancora margina-le, con una quota del 5%. Oltre a progettare, realizzare e confezionare detersivi liquidi e in polvere ad uso domestico, produciamo prodotti da forno, utilizzando esclusivamente le nostre strutture. Ci confrontiamo direttamente con le esi-genze della grande distribuzione, con gli standard qualitativi dei grandi marchi nazionali studiando le abitudini dei con-sumatori, analizzando le logiche compositive dei prodotti e impiegando un’elevata cultura del processo e di prodotto, spiega Andrea Liboa, marketing manager di Deco Industrie. L’azienda ha sede in provincia di Ravenna e i due stabilimenti alimentari riproducono per lo più il gusto caratteristico dei dolci romagnoli. “Per quanto riguarda i prodotti dolciari, sia-mo sul mercato con il nostro marchio Pineta, che realizza sia biscotti per la prima colazione, che dolci da ricorrenza come panettoni, colombe, frollini o l’originario Panfrutto e il Gran Cioccolato. Tutti i nostri prodotti sono disponibili in versioni per l’acquisto da consumo o in raffinate e più ric-che confezioni regalo”, prosegue Liboa. Deco Industrie ha recentemente rinnovato la sua linea di frollini. “I gusti preesi-stenti sono arricchiti e resi più friabili e due ricette ampliano la scelta per la prima colazione e per le pause giornaliere. Gli Amorosi ai cereali e yogurt e i Coccolosi con panna e cacao sono le new entry della linea Sapore. Composta anche da frollini al grano saraceno, con panna e cacao, con gocce di cioccolato, con farina di riso, ai cereali e yogurt”.

Con più di 51 referenze nelle categorie dei dolci de-stinate alla prima colazione o alla pasticceria, per Fre-shFood Service la private label incide quasi per il 60%. Nata per rispondere alle esigenze riscontrate nei reparti di panetteria e pasticceria delle superfici medie e medio-piccole della Gdo italiana, Freshfood Service è un’azienda del gruppo Unigel, che ha chiuso il 2011 con 14 milioni di fatturato. “Nei punti vendita con superfici ridotte, le problematiche rilevate dai tecnici delle diverse insegne nella preparazione di prodotti da forno sono varie: man-canza di personale specializzato e difficoltà di formazione spesso a causa dell’alto turnover, difficoltà nella gestione delle promozioni, non conformità di gamma fra i diversi punti vendita, non corrispondenza nelle dorature e finitu-re, assortimento ristretto dei prodotti gestibili sul punto vendita, mancanza di attrezzature. Fresh Food Service sopperisce a queste lacune con un servizio di prepara-zione, cottura, finitura e confezionamento di una vasta gamma di prodotti. Grazie alle piattaforme logistiche, inoltre, offriamo la possibilità di ricevere ogni giorno gli stessi prodotti freschi in ogni punto vendita, senza diffi-coltà di gestione di picchi d’ordine”.

Nata da un’iniziativa dell’imprenditrice italiana, Regina Roncadin, che nel 1932 decise di aprire con l’acronimo del suo nome una gelateria Made in Italy in Germania, la R&R Ice Cream conta oggi otto stabilimenti produttivi tra Gran Bretagna, Francia, Polonia e Germania. Con sede centrale in Germania, l’insieme degli stabilimenti del Gruppo pro-duce più di 750 litri di gelato all’anno. “Molti di questi sono destinati alla Gdo come private label. Tra le varie si conta-no Tesco, Asda, Aldi e Carrefour. L’azienda produce anche gelati che portano il marchio del colosso Nestlé e Lactalis. Non solo, recentemente ha siglato anche una partnership con il gruppo Disney e ha creato una nuova linea di gelati dedicati a Cars e Mikey Mouse”, spiega Marcus-Dominic Hauck, sales director del Gruppo. R&R ha registrato solo in Europa 350 milioni di fatturato nel 2011. “Il primo impatto per l’ultimo anno è stato positivo nonostante l’aumento del costo delle materie prime, Il 2011 ha evidenziato dei buoni risultati soprattutto per la nostra linea Landliebe, che ha registrato una crescita di fatturato del 11,9% ri-spetto al 2010”.

F.B.F.

Diego Spessotto

Croissant, trecce, fagottini con gocce di cioccolato e fa-gottini a doppio impasto rappresentano le maggiori refe-renze di F.b.f., società del gruppo Bauli specializzata nella produzione di pasta sfogliata a lievitazione naturale. Presso gli stabilimenti della Capogruppo, l’azienda produce anche pandoro, panettoni e colombe. “Per F.b.f. la marca com-merciale rappresenta oggi il 90%”. Unitamente alle pro-duzioni a marchio del distributore, l’azienda vanta anche il marchio Casalini con il quale si posiziona in una fascia di primo prezzo per la pasta sfogliata a lievitazione natu-rale. In seguito all’acquisizione nel 2004 di uno dei nostri due stabilimenti a Romanengo, in provincia di Cremona, da parte della Capogruppo, e con l’integrazione nei due anni successivi dei siti produttivi con linee dedicate a treccine e croissant zuccherati, il Gruppo Bauli ricopre una quota del 34% del mercato croissanterie con una produzione che supera 22mila tonnellate l’anno”, spiega Diego Spes-sotto, junior product manager per Marchi Terzi e Casalini dell’azienda. L’estero rimane per F.b.f. un canale da appro-fondire: “La private label all’estero incide per il 15% e co-mincia a interessare la Repubblica Ceca e la Bulgaria. Con il marchio Casalini siamo già presenti in Est Europa e Gran Bretagna”, conclude Spessotto.

Dolcificio Gi&sseMaurizio Galli

Krapfen e ciambelle. Sono loro il core business di Dolcificio Gi&sse. “Una costante attenzione nella scelta delle materie prime, nella cura degli impasti e nel procedimento di frit-tura, fanno sì che i nostri prodotti presentino carat-teristiche qualitative pro-prie della produzione artigianale. Con le nostre ciambelle fritte e i krapfen farciti siamo presenti su tutto il territorio nazionale: serviamo soprattutto sia grossisti, che importan-ti industrie dolciarie ed esportiamo in Austria e in Spagna”, spiega Maurizio Galli, titolare dell’azienda con sede nel Bo-lognese.

da sinistra: edith pider e marcus-dominic Hauck

reportage

Febbraio 2012

Lucky Dolciaria

Vergani

Biscottificio Rossi

Molino Rossetto F.lli Rebecchi

Pedon

Prime In

Capuzzo

Casa del gelato

Marco Biscaldi

Stefano Vergani

Chiara Rossi

Chiara Rossetto

Niko Cocconi

Loris Pedon

Desiderio Nigro

Lisa Bettarello

Corrado Giovanardi

E’ importante il business della private la-bel per l’azienda lombarda Lucky Dolciaria. “La marca commerciale incide per il 34% sul nostro fatturato aziendale”, spiega Mar-co Biscaldi, responsabile vendite. L’offerta va dai croissant alla linea Dolce panetto fino alla gamma Quadrò. “La linea Dolce panet-to è l’unica in vaschetta destinata alla marca commerciale. Per le altre referenze, infatti, produciamo soprattutto sacchi. Con il no-stro marchio, inoltre, l’offerta in vaschetta include anche le confezioni da cinque pez-zi. Una grammatura pensata per ridurre la battuta di cassa e agevolare il sell out”. Oltre alla Gdo, tra gli altri canali di vendita presi-diati dall’azienda, un posto importante spet-ta ai discount (41,7%), ai distributori auto-matici (17%) e al canale ingrosso (12,8 %).

E’ la prima volta che l’azienda milanese Vergani partecipa a MarcabyBolognafiere. “Il 50% del nostro fatturato globale è lega-to ai prodotti da ricorrenza, panettone in primis”, spiega Stefano Vergani, responsabile commerciale dell’azienda. “Ed è proprio il panettone la referenza più utilizzata anche per il catalogo a marca commerciale delle insegne distributive. Le nostre produzioni vengono scelte soprattutto per il posizio-namento premium. Il panettone Vergani è realizzato a Milano, nel rispetto della ricetta originale, questi aspetti, insieme alla qualità sia delle materie prime utilizzate sia del pro-cesso di lavorazione, lo rendono la referen-za ideale per le private label che valorizzano le specialità e le tipicità del territorio”.

Biscotti e pro-dotti da forno sono il core busi-ness del Biscottifi-cio Rossi. “Oggi la marca commer-ciale rappresenta il 10% del nostro fatturato”, spiega Chiara Rossi, titolare dell’azienda. “Attualmente, la-voriamo con alcune delle più importanti in-segne distributive, discount inclusi. I biscotti di Novara, insieme ai Dolcetti, sono alcune delle referenze più richieste per la marca commerciale. Il nostro prodotto vanta un posizionamento medio-alto, quindi anche le nostre proposte vengono scelte soprattut-to per i brand premium delle insegne distri-butive”, conclude la titolare.

E’ stato un anno positivo, il 2011, per Molino Rossetto. “Abbiamo avviato nuove relazioni di business e i nostri prodotti sono stati inseriti in altre importanti insegne na-zionali”, spiega Chiara Rossetto, responsa-bile marketing. “A valore l’anno si è chiuso con un incremento del 22%. Sono soprat-tutto i prodotti nuovi, innovativi, quelli che ci hanno regalato le migliori soddisfazioni. Il 50% del nostro fatturato è legato alla pri-vate label. Per queste produzioni puntiamo molto sui prodotti speciali, come la farina di mais, i preparati per dolci e pizze. Solo per citare qualche esempio”.

La F.lli Rebecchi è un’azienda specializzata nella creazione di decorazioni per dolci. “In Italia siamo stati i primi a proporre le de-corazioni per torte. Non a caso il nostro è un assortimento completo, ricco di prodotti decorativi e di “pasticceria creativa”, ancora ineguagliato dalla concorrenza”, spiega Niko Cocconi, direttore vendite dell’azienda pia-centina. Che ha chiuso il 2011 con risultati interessanti. “Nei momenti di crisi, il mercato che presidiamo registra crescite importan-ti. Perché aumenta il numero di torte rea-lizzate tra le mura domestiche”. La marca commerciale per la F.lli Rebecchi è ancora di una voce di business contenuta. “L’incidenza della marca commerciale sul nostro fattura-to è del 6%. Gli aromi per i dolci e i prodotti da decorazione sono le referenze destinate a questo settore”.

“La private la-bel rappresenta il 70% del nostro fatturato”, spiega Loris Pedon, re-sponsabile ven-dite dell’azienda omonima che presidia cinque differenti aree di business tra cui anche i preparati per dolci. “La fecola, lo zucchero e la vaniglia, ma anche il cacao sono alcune delle referenze che producia-mo anche a marca commerciale. Oggi sia-mo presenti in tutte le più importanti strut-ture della Grande distribuzione”. Né manca il presidio dei più significativi mercati esteri: Regno Unito, Scandinavia, Israele, Francia e Stati Uniti sono le nazioni in cui l’azienda veneta distribuisce i suoi prodotti.

Prime In è un’azienda che da 30 anni di-stribuisce in Italia alcuni importanti marchi tedeschi, danesi e belgi del mercato dol-ciario. “Le torte a marchio Kuchen Meister, le latte di biscotti al burro della Jacobsens Bakery danese, il finissimo cioccolato del-la Rubezahl Schokoladen l’alta qualità del cioccolato della Gubor tedesca, l’eleganza e la prelibatezza del cioccolato della Hamlet belga e la raffinata pasticceria della Freitag rappresentano una parte del nostro miglior assortimento”, spiega Desiderio Nigro, tito-lare dell’azienda.

Capuzzo, azienda veronese specializ-zata nella produ-zione di un’ampia gamma di ingredienti di frutta e verdura per tutte le applicazioni, guarda all’export. “Dal 1989 il core business della nostra azienda è la produzione di frutta e verdura in pezzi, in polvere ed in fiocchi; frutta allo sciroppo e semilavorati per l’industria dei prodotti da forno, biologici e baby food, nonché referen-ze pronte al consumo”, spiega Lisa Bettarello. “Con il nostro marchio siamo presenti nella Gd solo con Le Fruttine e con Hop, prepa-rati e creme a base di frutta in pezzi o intera”.

Con 3 milioni di euro di fatturato regi-strati nel 2011 la Casa del gelato esporta il 50% della sua produzione e la private label ricopre una quota del 70% sull’intero fattu-rato. “Alta qualità e capacità di rispondere anche a richieste particolari con soluzioni realmente su misura sono i nostri principali punti di forza. Per la produzione di gelati e dessert utilizziamo esclusivamente ingre-dienti di primissima qualità e, nel corso degli anni, abbiamo sviluppato competenze e metodi produttivi di assoluta affidabilità”, spiega Corrado Giovanardi. “La qualità è la nostra priorità. In questa logica rientra il no-stro nuovo marchio “Il gelato di Maranello”, una gamma di prodotti di qualità, confezio-nati con metodologie che ne garantiscono la freschezza e non per ultimo il “Gusto” definito e intenso, che rimane il desiderio principale del nostro consumatore”.

DelConteIce Cream Factory

Torre Bianca

Enrico Cattapan Gabriele Di Bella

Antonello Manfredonio

“La private label per DelConte incide per il 50%. Nel 2011 abbiamo deciso di restare sul mercato come co-packer, individuando delle nicchie ben precise. Produciamo uova di cioccolato per la Pasqua, che sono dispo-nibili sugli scaffali della Gd. Ma, soprattutto, cioccolatini ripieni che realizziamo per conto terzi”, spiega Enrico Cattapan, titolare unico dell’azienda. Da anni DelConte esporta in varie regioni del Regno Unito, della Scandi-navia, della Spagna e del Portogallo.

Ice Cream Factory è un’azienda spagnola che, da più di 30 anni, presidia il mercato del gelato. “Sono nove le linee produttive di Ice Cream Factory: bon ton, ristorazione, snack, barre, linea light, bambini, coppe e vaschette, tavola e coni. I nostri stabilimenti produttivi hanno sede ad Alzira, 40 chilometri a sud di Valencia. Produciamo per conto terzi e realizziamo referenze tailor-made”, spiega Gabriele Di Bella, sales manager Italia del Gruppo.

C’è soddisfazione allo stand Torrebianca, azienda del gruppo Mangiami, specializzata nella produzione di cioccolato e barrette di cereali, per i risultati ottenuti nel 2011. “La private label vanta un’incidenza del 30% per il nostro gruppo e, nel secondo semestre del 2011, abbiamo registrato un incremen-to nel fatturato del 26%. Guardiamo molto all’estero perché siamo convinti offra ampi margini di crescita. Anche per nuovi prodotti, come ad esempio le barrette Kozmo Ciok. Per le nostre referenze scegliamo le migliori materie prime, utilizziamo le più funzionali e sicure forme di packaging, in modo che il prodotto conservi tutta la sua fragranza”, spiega Antonello Manfredonio.

l’industria

17Continua

elisa pelizzoli e marco biscaldi

da sinistra: fred schandel, gianpietro e desiderio nigro

18

Febbraio 2012

Gruppo C3 Crai

Coralis

Sisa

Dico

Selex

Ugo Silva Silvana Russo

Alain Mizrahi

Tecla Ardizzoni

Niccolò Arrigoni e Diana Scanferla

Luca Vaccaro

“Il nostro Gruppo opera con diverse inse-gne pertanto utilizza un marchio ombrello, che non corrisponde all’inse-gna e segue la filosofia dell’Every day low price. Non abbiamo un obiet-tivo di crescita del busi-ness della private label. Tanto che, nel Gruppo, non esiste l’obbligo di trattare questa tipologia di prodotto”, esordisce Ugo Silva, direttore generale del Gruppo C3. L’insegna, oggi, conta 23 associati, per una superficie di vendita di 350.772 metri quadrati, e vanta un totale di 31 centri di-stributivi, 18 Cash&Carry, 50 iper, 233 supermarket e 473 superette, tra punti vendita diretti e affiliati. Ma qual è la filosofia di Noi&Voi, la marca commerciale del Gruppo? “Ottimo rapporto qualità/prezzo, che verifichiamo perio-dicamente e che è assoggettata ad un severo capitolato stabilito dal Gruppo. E’ questo, in sintesi, l’obiettivo delle 753 referenze del marchio ombrello Noi&Voi, di cui 528 food e 225 non food. Noi&Voi si prefigge, in sostanza, di colmare la differenza tra i prodotti di primo prezzo e la marca leader, laddove questa differenza esiste. Diversa-mente, la referenza a marchio non ha ragion d’essere sugli scaffali”. Quali risultati ha conseguito Noi&Voi nel 2011? “Le referenze del marchio hanno registrato un deciso in-cremento, legato in particolare alla situazione economica attuale”, conclude Silva.

Crai si presenta sul palcoscenico di Marca con molte novità in ma-teria di private label. “La marca commerciale è al centro di un’attività im-portante, in questi mesi. Oltre ai risultati econo-mici, che a settembre indicavano una crescita dell’11% per Crai, è in corso un restyling com-pleto del packaging, con l’introduzione di un nuo-vo sistema di etichettatura che ha un duplice obiettivo: informare il consumatore e rendere più forte l’identità del marchio”, commenta Silvana Russo, responsabile marketing strategico private label. “La nuova etichettatu-ra nutrizionale, studiata e sviluppata con un team di nu-trizionisti, vuole rispondere e anticipare le esigenze di un consumatore sempre più attento, per scelta o necessità, a mantenere o migliorare la propria forma fisica. Pre-sente già su 130 referenze, la nuova etichettatura andrà progressivamente a vestire tutti gli altri 800 prodotti ali-mentari a marchio Crai, cuore di gamma” precisa Russo. Inoltre, nel quadro della ricerca di soluzioni innovative in grado di rispondere ai nuovi bisogni nutrizionali e sa-lutistici, Crai ha presentato la linea di prodotti salutistici inArmonia. “A questo si aggiunge Crai InForma, uno stru-mento innovativo molto utile per chi soffre di allergie e intolleranze alimentari, perché in grado di riconoscere in ogni prodotto a marchio Crai gli ingredienti problematici per la salute o il benessere di quello specifico consuma-tore. In sostanza, Crai ha deciso di presidiare in modo importante e organico il settore salutistico, che riveste un’importanza sempre maggiore”, commenta Silvana Russo. L’insegna, oltre al marchio Crai, vanta la linea pre-mium Piaceri italiani, dedicata alle eccellenze nostrane. “Il lavoro su questo brand è cominciato con referenze di salumi e formaggi, Dop e non, poi è stato esteso ai prodotti grocery”, conclude Russo.

“La private label ha un’incidenza piutto-sto ridotta sul fattura-to Coralis. Si parla di valori intorno al 2%, anche in ragione del contenuto numero di referenze del marchio insegna SeiMio”, esor-disce Alain Mizrahi, responsabile marke-ting e comunicazione. Diverse le ragioni di questo dato, legato alla struttura del Con-sorzio Coralis, alla mancanza di una piattaforma logistica centralizzata, in particolare per le referenze del fresco, e alle abitudini dei consumatori del territorio presidiato dall’insegna. “Più precisamente, nella Do, il consumatore delle regioni del Centro-Sud ha una diversa attitudine e non percepisce ancora del tutto l’idea della marca com-merciale”, precisa infatti Mizrahi. Ma il 2012 porterà di-verse novità in casa Coralis. “Quest’anno lavoreremo in modo deciso sullo sviluppo del marchio SeiMio. A questo proposito abbiamo istituito una commissione di soci con l’obiettivo di lavorare proprio sulla private label. Inoltre, saremo impegnati in un riesame di tutto l’assortimento e in una operazione di restyling del packaging, per dare più spazio all’immagine del prodotto e alle informazioni nutrizionali e di prodotto. Ogni referenza sarà, inoltre, fa-cilmente individuabile dal consumatore grazie ad appositi codici colore”, conclude Mizrahi.

“Nel 2011 la private la-bel, per Sisa, ha registrato un incremento dell’8% a valore e del 17% a volume, grazie alla promozione 1+1. In particolare, sono proprio le referenze food ad averci regalato le soddisfazioni più importanti”, esordisce Te-cla Ardizzoni, responsabile private label Sisa. Il Gruppo, nel 2011, ha incrementato le referenze a marchio insegna, che oggi sono più di mille. “A Marca presentiamo nuovi prodotti nel settore dolciario, che presidiamo in modo importante, e nel fresco e freddo, reparti dove vogliamo incrementare la nostra offerta. In generale, l’obiettivo per il 2012 sarà quello di far crescere il marchio insegna e Primo, il brand dedicato ai prodotti di primo prezzo”, precisa Ardizzoni. L’insegna, che vanta la presenza di prodotti a marca commerciale già dal 1994, presidia il mercato anche con il brand premium Gusto & passione, dedicato alle specialità regionali. Quanto alle stra-tegie di sviluppo, Ardizzoni è molto chiara. “Il passaparola è fondamentale. I consumatori che scelgono i nostri prodotti a marchio non li abbandonano. E sono loro il nostro primo e fondamentale veicolo di promozione. Anche per sfatare la convinzione, che ancora diversi consumatori hanno, che i prodotti della private label siano assimilabili a quelli del discount”.

“Il nostro core business è la vendita della marca privata, sia a marchio Dico che con brand di fantasia”, esordisce Niccolò Arrigoni, responsabile marketing Dico. Che, per i prossimi due anni, ha in cantiere un’importante revisio-ne. “Stiamo gettando le basi per una rivoluzione completa. Entro due anni prevediamo di portare le referenze della marca privata dalle attuali 400 ad 800, inserendo in as-sortimento anche prodotti, come i formaggi, che fino ad oggi mancavano. Questo per dare una risposta sempre più puntuale ai nuovi bisogni del consumatore, che la crisi sta mutando radicalmente”. Ma qual è la filosofia Dico? ”La parola d’ordine è coccolare il cliente. Il consumatore, in-fatti, non deve sentirsi penalizzato dalla scelta del discount. Anche il pack deve andare in questa direzione, e non far pensare costantemente alla crisi”, commenta Diana Scan-ferla, responsabili prodotto freschi surgelati vini liquori. ”Ed è per questo che il nostro assortimento prevede anche una linea premium, con specialità della tradizione italiana. Il consumatore, infatti, vive l’alta gamma Dico come un pre-mio”, precisa Arrigoni.

“Nel 2011 le marche commerciali Selex hanno regi-strato un incremento delle vendite superiore al 15%, con punte del 20% nei reparti fresco, surgelati e ortofrutta. Quest’anno lanceremo tre nuove linee specializzate: Na-tura Chiama Selex, con prodotti naturali bio o di filiera controllata, Primi Anni Selex, dedicata ai bambini di età inferiore a tre anni e Vivi Bene Selex, con un assortimen-to di prodotti salutistici. L’obiettivo è soddisfare specifiche esigenze di consumo”, racconta Luca Vaccaro, direttore marche commerciali Selex. I risultati conseguiti dall’inse-gna sono frutto di un lavoro mirato di rilancio, sia del marchio basico, che di quelli di fantasia. “Incremento delle referenze e inserimento di prodotti strategici in categorie che non presidiavamo: sono queste, in sintesi, le direttrici che stanno guidando il lavoro sulla private label”, com-menta Vaccaro. Oggi, l’offerta Selex comprende il marchio basico Selex, presente in tutti i mercati, anche non food, vanta in assortimento prodotti di qualità simile a quelli di marca, offerti ad un prezzo concorrenziale e Selex Più, con prodotti qualitativamente superiori e tipicità regio-nali. A cui si aggiunge la gamma primo prezzo, Prodotto Risparmio, con 80 referenze e Vale, la marca commerciale adottata dalle imprese che operano in aree di sovrappo-sizione territoriale e che oggi conta circa mille referenze”, conclude Vaccaro.

reportage

Coop Italia Despar

Simply

Conad

Il co-packer ideale? La distribuzione risponde

Ugo Silva, direttore generale - C3

Tecla Ardizzoniresponsabile private label - Sisa

Domenico Brisigottidirettore prodotti a marchio - Coop

Luca Vaccaroresponsabile marche commerciali - Selex

Luigi Borrellicategory manager prodotti a marchio - Despar

Niccolò Arrigoniresponsabile marketing - Dico

Alain Mizrahiresponsabile marketing e comunicazione - Coralis

Silvana Russoresponsabile marketing strategico private label - Crai

Erica Fioreresponsabile marca privata - Simply

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Domenico Brisigotti

Luigi Borrelli

Erica Fiore

Giuseppe Zuliani

“Oggi, per Coop, la marca privata vale il 25% delle vendite. Nel 2012 contiamo di incrementare questa quota di due punti”, esordisce così Domenico Brisigotti, direttore prodot-ti a marchio dell’insegna. L’offerta di prodotti della marca commerciale Coop è molto variegata. “Da qualche anno, però, siamo concentrati in modo particolare sullo sviluppo del marchio Fior Fiore, un’offerta di prodotti premium che rappresentano il meglio della cultura gastronomica. Non si tratta di sole tipicità italiane, ma la linea raccoglie sia prodotti della tradizione, che eccellenze gourmet. Inoltre, questa filo-sofia ci consente la libertà di inserire nella gamma Fior Fio-re referenze che rappresentano l’elaborazione di prodotti ‘antichi. Ovvero eccellenze, che fanno parte della tradizio-ne, elaborate in chiave moderna’”. Quasi un consiglio alle aziende, in modo particolare a quelle di piccole dimensioni? ”Proprio così. Nel nostro Paese, infatti, c’è una miriade di produttori che non hanno la forza di affrontare la Gd. Fior Fiore è una grande opportunità per queste aziende. E an-che per noi, che possiamo differenziare la nostra offerta. In questo modo, la Pmi finisce per avere i nostri stessi obiettivi. Il consiglio, per queste realtà, è quello di unire le forze, per ovviare ai limiti, come quello logistico, che le piccole dimen-sioni comportano”, conclude Brisigotti.

“E’ quello che offre un prodotto in grado di posizionarsi lontano dal-la marca leader e di poco sopra il segmento del primo prezzo. Qualità

dei prodotti, capacità di servire tutti i punti vendita del Gruppo ed efficienza logistica completano l’identikit del partner ideale Noi&Voi”.

“Un’azienda flessibile, che ha nel ruolo di co-packer il proprio core business. O, in alternativa, in grado di differenziare in modo

significativo le referenze a marca da quelle per private label , of-frendo alle insegne prodotti non confrontabili con quelli a marchio”.

“I co-packer di Coop sono, ovviamente, numerosi. E vanno dal grande gruppo industriale alle piccole imprese artigiane. In generale, i nostri fornitori sono per il 95% italiani. Perché Coop è una realtà ita-liana, che vive ed opera sul territorio italiano. Inoltre, questa scelta ha un’ovvia ricaduta sociale, tema non secondario nella filosofia Coop”.

“Il co-packer ideale? E’ quello che anticipa le risposte. Oggi, il partner ideale della Gdo è chiamato ad offrire un prodotto

qualitativamente ineccepibile e costante nel tempo. Inoltre, deve controllare il mercato, le innovazioni e le tendenze di consumo

ed essere veloce a reagire ai cambiamenti del mercato, con pro-dotti in grado di anticipare i tempi. Insomma, aiutarci ad essere sempre innovativi. Senza tralasciare gli aspetti logistici, che risul-tano ovviamente fondamentali: consegnare al costo più basso e

nel pieno rispetto dei tempi stabiliti deve essere la priorità”.

“La scelta dei nostri partner è guidata da diversi elementi tutti ugualmente importati nel processo decisionale. Siamo interessati a sviluppare prodotti che siano più di una semplice alternativa al prodotto leader. Sono importanti quindi le garanzie che in questo senso il fornitore riesce ad assicurare. Effettuiamo audit e controlli

regolari. Nel corso dell’anno i nostri prodotti vengono sottoposti a numerose analisi per verificare il costante rispetto dei valori di capitolato. Solidità economica e finanziaria è un altro elemento

guida nella scelta del co-packer. Infine, capacità di sviluppo e ricerca. Perché i nostri partner devono essere parte attiva

del processo di sviluppo della nostra offerta”.

“Disponibile, propositivo e partner dell’insegna. Senza dimen-ticare l’ottimizzazione degli aspetti logistici, fondamentali nel rapporto con la Gdo. Inoltre, è importante che il co-packer sia attento e rapido nel proporre prodotti particolari, studiati ad hoc per le esigenze dei clienti dell’insegna”.

“I partner ideali? Aziende di medie dimensioni, come Coralis, che abbiano voglia di crescere insieme a noi e che soddisfino requisiti di affidabilità e flessibilità, con un assortimento di prodotti in linea con i canoni del consumatore tipo dei nostri punti vendita”.

“Innovativo, collaborativo e in grado di fornire un prodotto ottimale sullo scaffale dal punto di vista dello standard e del posizionamento grazie alla continua ricerca del miglioramento e di sistemi di efficienza aziendale. Crai, per scelta, è abbastanza fedele ai propri fornitori. Ogni anno, insieme a loro, verifichiamo le eventuali criticità e valutiamo le soluzioni da adottare”.

“Per Simply il co-packer ideale è quello che condivide i valori dell’insegna in termini di qualità, convenienza e modernità. Tutto ciò si traduce nella proposta di soluzioni distintive per quanto riguarda il packaging e lo sviluppo del prodotto. Queste innovazioni consentono di fidelizzare la clientela aumentando la fiducia nell’insegna”.

In casa Despar, la marca commerciale vanta un’incidenza del 14%. “In questo risultato, al comparto dolciario va una quota del 14% circa”, spiega Luigi Borrelli, category manager prodotti a marchio. “Negli ultimi anni è stato sviluppato un progetto che ha colmato il gap che Despar aveva accumula-to negli anni passati. Tutte le principali categorie sono ormai ampiamente presidiate e lo sviluppo ha coinvolto anche al-cune nicchie di mercato interessanti”. Oltre al marchio “De-spar”, infatti, sono stati introdotti brand specifici: Ca Dolce (Ricorrenze), Vital (prodotti funzionali), Free From (prodotti per chi ha particolari intolleranze), Despar Premium (spe-cialità e prodotti tipici ), Scelta verde Bio,logico (prodotti biologici) e Sbudget (linea di primo prezzo). “Per il 2012 non sono previsti programmi particolari. Intendiamo razionaliz-zare il nostro assortimento e completare, dove necessario, la nostra offerta”.

Simply, l’insegna del Groupe Auchan presente in Italia con 1.700 supermercati diretti e in franchising, presenta a Marca di-verse novità in tema di private label.

Al centro delle strategie commerciali dell’azienda, l’aumento delle referenze di private label Simply non solo in ampiezza ma anche in profondità. “Una strategia che si rivelata vincente, regi-strando un incremento a valore nel grocery del 5%, con punte a due cifre in alcune categorie. - commenta Erica Fiore, Respon-sabile Marca Privata Simply - Nel caso dei comparti salumi, for-maggi e dolci, l’incidenza è rispettivamente dell’8,6%, del 7,6% e del 13%. In generale, oggi la marca privata Simply vanta una quo-ta del 15,4% nel grocery. Ma l’obiettivo è quello di incrementare il dato. Per questo, anche nel 2012, i prodotti a marchio Simply saranno supportati da un’intensa attività di comunicazione”, In particolare, a Marca l’insegna presenta i prodotti della nuova li-nea primo prezzo Simply Basic: 180 referenze che garantiscono il prezzo più conveniente dello scaffale e che si differenziano per colore in base alla categoria di appartenenza. L’assortimento completo della marca commerciale Simply conta 2000 referen-ze. Alla linea Simply Basic e ai 1.550 prodotti grocery della linea standard Simply, si aggiungono i 45 prodotti della linea premium Passioni Simply e le 160 referenze delle lineespecialistiche: Bio, Equosolidale, Sapori delle Regioni, Vita&Gioia, Bimbo Bel, Eco.

2,2 miliardi di euro di fatturato. Una quota sul largo con-sumo confezionato del 24,5%, ben al di sopra della media nazionale, che si attesta a quota 17,3%. Un prodotto su tre leader nella propria categoria. Sono i numeri della mar-ca commerciale Conad che, nel 2012, punta sulle novità e sull’extralimentare. “Nel 2012 continueremo a lavorare sulle singole marche commerciali, con piani di marketing dedicati, attenzione agli aspetti di innovazione e manutenzione del-lo scaffale e soprattutto alla scelta delle meccaniche e delle categorie da mettere in promozione per assicurare conve-nienza ai consumatori, ma anche margini adeguati ai punti vendita”, commenta Giuseppe Zuliani, direttore marketing e private label dell’insegna. Tutti i brand Conad registrano dati importanti; la punta di eccellenza è rappresentata da Sa-pori & Dintorni, la gamma di 220 specialità alimentari della tradizione italiana, che registra un trend di crescita del 25%, a cui si aggiungono le performance di Conad il biologico, cresciuto del 48%. I programmi per il 2012, per i brand della marca commerciale Conad, toccano tutti i settori. “Valoriz-zeremo il ruolo chiave del prodotto a marchio nei freschi, supportando le numerose novità in previsione: dall’ulteriore evoluzione del take away alla segmentazione del mercato delle carni e dell’ortofrutta. Un nuovo ambito di lavoro sarà quello dell’extralimentare, che vedrà l’ingresso di Conad in altre categorie”, conclude Zuliani.

la distribuzione

Fine

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20

reportageSigep: fiera da Guinness

Quella del 2012, la 33°, è stata un’edizione da record per Sigep: il Salone internazionale gelateria, pasticceria e panificazione artigianali, in scena a Rimini dal 21 al 25 gennaio.

Diversi i fattori che hanno contribuito a questo risultato. Innanzitutto il numero dei visitatori, che ha raggiunto quota 122.697, in crescita del 15% rispetto all’edizione 2011. Ot-tima anche l’affluenza dall’estero: 23.854 operatori stranie-ri, il 21% in più di quanto registrato lo scorso anno, hanno partecipato alla manifestazione. Che si è svolta, almeno per quel che riguarda la parte expo, su una superficie di 90mila metri quadrati con 850 aziende espositrici.

“Il giudizio delle imprese premia Sigep. Fra gli stand s’è respirato un clima orientato al business. In tanti hanno rife-

rito di aver recepito un desiderio diffuso di tornare ad in-vestire nelle proprie attività”, ha commentato, a manifesta-zione conclusa, Patrizia Cecchi, direttore di business unit di Rimini Fiera. “Nel settore del dolce artigianale l’Italia ha in questa manifestazione un grande patrimonio spendibile nel mondo, un’immagine positiva, alta. Anche in questa edizio-ne abbiamo visto concentrarsi il top dell’innovazione, della creatività e del dinamismo imprenditoriale, a stretto con-tatto con una domanda internazionale in crescita costante. Aver risposto completamente a questo compito conferma la bontà della formula di Sigep così come lo straordinario appeal che manifesta a tutti i livelli di interesse”.

Sigep 2012 ha, infatti, mantenuto la formula, vincente, che affianca l’area dedicata alle aziende espositrici a quella per

i grandi eventi. E’ qui che sono andati in scena i tradizionali appuntamenti che da sempre accompagnano la kermes-se: la Coppa del mondo della gelateria, il Gran gala della pasticceria e Sigep bread cup, con nazioni provenienti da cinque continenti per un centinaio di squadre a conten-dersi i titoli.

A Sigep 2012, inoltre, è stato realizzato anche il ciocco-latino da Guiness dei primati: una produzione da 802 chili di cioccolatino, opera del cioccolatiere Mirco Della Vecchia e del suo team.

L’appuntamento per il 2013, da segnare in agenda, è dal 19 al 23 gennaio. In contemporanea si svolgerà A.B. Tech Expo, la manifestazione dedicata alla filiera dell’arte bianca. Che va così a completare l’offerta fieristica.

Più di 122mila visitatori, oltre 23mila operatori stranieri,

il successo dei grandi eventi.In scena a Rimini

dal 21 al 25 gennaio.

dai nostri inviati Francesco Mariano, Matteo Napolitano, Luca Sormani

Associazione italiana gelatieri – Alberto Pica Sipan – Paolo Zarontonello

A tutela della produzione artigianale “Ab Tech Expo 2012 sarà un successo”27.680 associati in tutta Italia, con uffici per il coordinamento regionali. La volontà di difendere, e diffondere, il gelato artigianale. E, ancora, la Festa del gelato, in scena ogni anno, in primavera, Sono queste le priorità dell’Associazione italiana gelatieri. Il cui presidente, Alberto Pica, incontriamo a Sigep. “Partecipiamo a questa fiera sin dalla prima edizione. Dove, ormai da diversi anni, organizziamo un concorso dedicato a un gusto preciso. Quest’anno è la volta del caffè”, afferma entusiasta. E, soprattutto, sicuro della missio dell’associazione che guida: “L’Associazione italiana gelatieri è l’erede del Comitato nazionale per la difesa e la diffusione del gelato artigianale. Siamo nati proprio negli anni in cui cominciava a diffondersi il gelato industriale. La nostra associazione, quindi, si è costituita proprio con l’intento di valorizzare e far conoscere il gelato realizzato con materie prime fresche”. E qui, il presidente Pica non

esita a ribadire quali sono gli ingredienti per un vero gelato artigianale Made in Italy: “Per ogni litro di gelato artigianale sono necessari 800 grammi di latte, 200 di panna, 250 grammi di zucchero e 200 grammi del gusto con cui si vuole produrre il gelato. Questa è la ricetta che contraddistingue, da sempre, il vero gelato italiano, artigianale”. E quale vetrina migliore, se non Sigep, per proporre agli operatori di questo comparto nuovi gusti, realizzati nel rispetto della ricetta tradizionale? “Si tratta di un vero e proprio universo, in continuo movimento. Basti pensare che oggi, mediamente, ogni gelateria vanta almeno 55 gusti”.

“Se il buon giorno si vede dal mattino, Ab Tech Expo 2013 sarà un successo”. E’ ottimista, e a ragione, Paolo Zarontonello, presidente di Sipan, Consorzio che, dal 2006, riunisce e rappresenta le imprese della filiera panificazione, pasticceria e pizzeria. Come è noto, nel corso del 2011, Sipan ha siglato un accordo con Rimini Fiera per portare nella città romagnola Ab Tech Expo, la kermesse dedicata alla filiera dell’arte bianca. “Si respira grande entusiasmo negli stand dei nostri associati. Fatto che ci spinge a continuare lungo la strada intrapresa nei mesi scorsi. L’obiettivo è chiaro: vogliamo che Ab Tech Expo diventi, dopo Iba, la manifestazione europea di riferimento per il settore del pane. Non dimentichiamo che se la

Germania è il maggior produttore di questo bene primario, e, Iba, in scena a Monaco a cadenza triennale ha tutte le carte in regola per mantenere la sua leadership, l’Italia è leader nel settore della panificazione artigianale. Quindi, Ab Tech Expo merita il suo posto nel panorama fieristico europeo”.

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Febbraio 2012

Mimac

Fbm

Mec 3 Lippolis

Comprital

Isa

Eraclea

CiamTechfood by SogabeAgugiaro & FignaGio Ice

Adelio Mioni

Giuseppe Di Chiano

Maurizio Raggi Roberto Lippolis

Francesco Osti

Federica Frenguelli

Daniela Dimiccoli

Alberto CagolAngelo IoriMarco DorigoWolf Ruffo

Dosatrici e colatrici computerizzate, ma anche macchine rotative per frollini stampati e fondi di crostate. Dosatrici per frollini ripieni e linee di dosaggio, farcitura e deco-razione. Tutto questo è Mimac: società veneta che vanta un’esperienza pluridecennale nella produzione di macchine per la pasticceria. A Sigep 2012 l’azienda è arrivata con diverse novità. In primo piano la nuova versione della macchina colatrice Maxidrop. “Il modello Maxidrop è uno dei nostri cavalli di battaglia”, spiega Adelio Mioni, am-ministratore unico di Mimac. “Si tratta di una macchina estremamente versatile e creativa e, grazie alle numerosissime opportunità di produzione e scelta della forma del prodotto, è ideale anche per un grande laboratorio di pasticceria. A Sigep 2012 presentiamo la nuova versione, rinnovata nel design e nelle prestazioni. Il nuovo modello, infatti, vanta un nuovo sistema elettronico ed è corredato di pannelli touch screen”.

Macchine per la lavorazione del cioccolato e per la produzione di biscotti rappresentano il core business dell’azienda lombarda Fbm che, dal 1997, fa parte del Gruppo Boscolo. Operazione che le ha permesso di crescere ulteriormente sia sul mercato interno, dove lavora soprattutto con i laboratori artigianali di medie dimensioni, sia all’estero. “A Sigep presentiamo una temperatrice di medie dimensioni, completa di accessori”, afferma Giuseppe Di Chiano, coordinatore vendite. Per quel che riguarda i mercati stranieri Di Chiano è soddisfastto: “Oggi l’export rappresenta il 45% del nostro business. Presidiamo soprattutto Francia, Spagna, Inghilterra e Sud America. Vantiamo anche qualche attività in estremo oriente”.

“Il 2011 è stato un anno positivo”, esordisce così Maurizio Raggi, direttore generale di Mec3, azienda specializzata nella produzione di ingredienti per la gelateria e la pasticceria. “Lo scorso anno abbiamo registrato un incremento di fatturato del 20%. Il giro d’affari ha toccato i 70 milioni di euro”. Tra le varie proposte firmate Mec3 è la crema per gelateria Quella ad aver trainato le vendite. “Questa referenza nel giro di due anni ha registrato una vera e propria escalation delle vendite. E’ un prodotto molto richiesto”. Sulla scia di questi risultati, anche il 2012 sarà ricco di novità. “Abbiamo pen-sato a una serie di gusti nuovi, che rappresentano, per il consumatore, un vero e proprio viaggio senso-riale. Le proposte vanno dal gusto Macaron, a quello tipico dei Caraibi Mamma que buena, fino al gusto Sultano, alla rosa”. Le produzioni Mec3 sono apprezzate anche oltre i confini nazionali: “Esportiamo in 120 diversi paesi sia in area Ue che in zone extra Ue come Brasile, Cina, India”.

C’è grande soddisfazione allo stand di Lippolis per i risultati del 2011. “Lo scorso anno si è concluso con un incremento importante. Una performance dovuta all’alta qualità dei nostri prodotti che hanno conqui-stato anche nuovi clienti”, spiega Roberto Lippolis titolare dell’azienda specializzata nella produzione di basi e paste per gelaterie e pasticcerie.

“L’obiettivo 2012 per Comprital è esportare Giubileo Experience: un programma che integra prodotti, tecnologie e servizi esclusivi, per i professionisti che vogliono un gelato artigianale contraddistinto dall’eccellenza della qualità italiana”, spiega Francesco Osti, titolare dell’azienda.

Isa è un’azienda che ha nella refrigerazione profes-sionale e nell’arredamento per pubblici esercizi il suo core business. “Il 2011 è stato un anno in cresci-ta. Una performance relativa sia al mercato italiano che a quello estero”, spiega Federica Frenguelli, responsabile marketing.

Le crêpe e la crema al cocco per granitore sono le due novità in programma in casa Eraclea per il 2012. “Nei mesi estivi presenteremo la base pronta per le crêpe, disponibile in quattro versioni: classica, al cioccolato, al caffè e al cremino. La crema al cocco, invece, è una crema/granita fresca, con pezzi di cocco”, spiega Daniela Dimiccoli, responsabile eventi e comunicazione.

Ciam, per il 2012, ha in programma diverse novità nel comparto sia delle vetrine, che delle tecnolo-gie del freddo. “Presenteremo delle innovazioni sia per quanto riguarda i banchi refrigerati sia per quelli ventilati”, spiega Alberto Cagol, responsabile marketing.

“Il 2011 si è chiuso con un incremento dell’11%”, spiega Angelo Iori, titolare di Techfood by Sogabe. “I risultati migliori derivano da Chocokebab. Nel 2012, però, presenteremo un gelato rivoluzionario”.

Sono due le novità portate a Sigep da Agugiaro & Figna: una farina per sfoglia e quella denominata Sottozero. “Sottozero è una farina ideale per le lavorazioni che impiegano abbattitori di temperatura e tecniche di surgelazione”, spiega Marco Dorigo, responsabile commerciale canale pasticcerie.

Si chiama Coccobello la novità 2012 di Gio.Ice: “Si tratta di un nuovo gusto con pasta di cocco e micro-sfere di cioccolato, il più desiderato dai bambini e dai meno piccoli”, spiega Wolf Ruffo, titolare dell’azienda che opera nel mercato dei semilavorati per gelateria e pasticceria.

Da sinistra: Chiara Zanon, Adelio Mioni e Silvia Zaltron

Continua

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reportageFebbraio 2012

Cascina Italia

Rondo

Babbi Galatea

Tagliavini

Angelo Po

Frigomat

Simone GattoMolino QuagliaBravoZanolli

Ruggero Moretti

Corrado Furlotti

Elisa Brunacci Olga Pillot

Monica Merusi

Angelo Po

William Foppiani

Rovena RaymoPiero GabrieliGiuseppe BravoStefano Dal Palú

Cascina Italia opera in due settori distinti: uova in guscio, le cui vendite si attestano sulle 500mila uova/giorno, e ovoprodotti per circa 1.000.000 uova/giorno. “Nel corso del 2011 abbiamo sostenuto diversi investimenti per migliorare gli standard di benessere dei nostri allevamenti. La nostra azienda, infatti, vanta una filiera completa: dal mangimificio al semilavorato”, spiega Ruggero Moretti, rappresentante della terza generazione della famiglia che, nel 1922, avviò l’attività. “In termini economici, abbiamo chiuso l’anno con un incremento del 15%, per un fatturato com-plessivo di 40 milioni di euro”. Le novità in programma per il 2012 si chiamano Ovo Snello e Ovo Easy. “Ovo Snello è pensato per quei consumatori che cercano prodotti sani e leggeri. Si tratta, infatti, di un tortino di albume cotto, ideale per condire le insalate. Ovo Easy, invece, è destinato al canale delle pasticcerie”.

Da oltre 60 anni, Rondo sviluppa e realizza macchine e impianti per la produzione di prodotti di pasticce-ria di ogni genere. Presso la sede principale di Burgdorf, in Svizzera, vengono realizzate prevalente-mente macchine per la produzione artigianale e semi-industriale. A a Schio, in Italia, vengono creati veri e propri impianti industriali. “Il 2011 è stato un anno particolar-mente positivo”, afferma Corrado Furlotti, responsabile commercia-le della sede italiana. “Le ragioni del successo sono da ricercarsi soprattutto nei plus delle nostre macchine le cui parti meccaniche, a contatto con la pasta, vantano un sistema di tracciabilità. A questo si deve aggiungere che sono semplici da pulire”. Per il 2012, l’azienda ha in programma il lancio di alcune importanti novità di prodotto. Che verranno presentate in occasione di Iba, la manifestazione in scena a Monaco dal 16 al 21 settembre. “Al momento non possiamo fare anticipazioni perché si tratta di apparecchiature coperte da brevetto”.

Babbi è un marchio legato a prodotti di alta pasticceria, coni e cialde, semilavorati per la gelateria artigianale. “Nel comparto della gelateria, i gusti pistacchio e nocciola sono i nostri cavalli di battaglia”, spiega Elisa Brunacci, responsabile marketing. “Nel 2011 si è rivelato particolarmente performante, il gusto ideato per Ducati caffè: una delicata base bianca abbinata a una morbida farcitura di piccoli frutti rossi, il tutto ricoperto da cioccolato fondente, extra dark”. Altrettanto importanti i progetti in vista per il 2012. Si parla, infatti, di quattro nuove referenze. “Abbiamo in programma una nuova linea di coperture per stecchi gelato, una pasta di mandorla, un variegato al cocco e la Golosa bianca che va ad affiancare la versione in vaschetta presentata nel 2011”, conclude Brunacci.

“Dal 2005 Galatea propone una gamma di prodotti con aromi e colori naturali. Due le novità più importanti: Spirulì, un gusto naturale, ma azzurro, ricavato dall’alga spirulina e il gusto ‘Dei Cuccioli’”, spiega Olga Pillot, responsabile marketing.

“Per Tagliavini il 2011 è stato un anno in crescita, sia in Italia che all’estero”, spiega Monica Merusi, responsabile marketing. L’azienda fuori dai confini nazionali vanta una presenza capillare. Il 50% del nostro business è legato all’export”. Nel 2012, Tagliavini presenterà una nuova versione del forno termoventilato.

Sarà ricco di novità il 2012 per il gruppo Angelo Po. “Nel corso del nuovo anno, a marchio Angelo Po, infatti, verrà presentata una nuova gamma di abbattitori con design firmato Zagato. Mentre per Sagi le nuove referenze riguardano i frigoriferi e le vetrine refrigeranti”, spiega Alberto Po, responsabile marketing.

A Sigep 2012, Frigomat ha proposto una nuova macchina soft da banco. “Si tratta di un modello della serie Kikka, che sostituisce una referenza storica, in gamma da ben 22 anni”, spiega William Foppiani, di-rettore ufficio servizi. “Con questo modello entriamo in un nuovo mercato, quello dei neofiti del gelato”.

“Per scelta aziendale concentriamo i nostri sforzi sul miglioramento costante della qualità della nostra gamma prodotti: olii essenziali e succhi che derivano dalla lavorazione dei migliori agrumi di Calabria e Sicilia”, spiega Rovena Raymo, responsabile vendite di Simone Gatto.

E’ la farina Petra la novità intorno alla quale si con-centreranno gli sforzi di Molino Quaglia nel 2012. “E’ una farina di alta qualità. Un segmento, quest’ultimo, che nel 2011 ci ha permesso di crescere sia a volume che a valore”, spiega Piero Gabrieli, responsabile marketing.

“Il 2011 è stato un anno positivo per il comparto del gelato. Il cioccolato e le nicchie di mercato, come i prodotti bio, sono stati il valore aggiunto della nostra società”, spiega Giuseppe Bravo, amministratore delegato dell’azienda omonima. Che a Sigep ha pre-sentato una nuova temperatrice per cioccolato.

Nel 2012, l’azienda veneta Zanolli presenterà anche le nuove versioni, migliorate nel design, dei forni più performanti in termini di vendita. “L’evoluzione è una costante per la nostra azienda. Che ha nei laboratori di pasticceria e di panifacazione, nonché nelle pizze-rie, il suo target di riferimento”, spiega Stefano Dal Palú, responsabile qualità.

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Febbraio 2012

Forno D’Asolo Molino Naldoni

Lithopack

Ecopack

Aziende Campobasso

MedacScotton (1979)TecnoboxIrinox

Mario Laddaga Alberto Naldoni

Barbara Sereni

Giorgia Saldari

Pasquale Campobasso

Paola MendozziAlessandro PerliGiorgio TrapaniSilvia Tonon

Un incremento nel numero di clienti, le performance positive delle referenze conso-lidate e l’aumento delle vendite a volume sono i tre fattori che hanno guidato il business di Forno d’Asolo nel corso del 2011. “L’anno si è chiuso con un aumento del 15%”, spiega Mario Laddaga, direttore vendite dell’azienda veneta che ha nella produzione di cornetti e semilavorati il suo core business. “Nel corso del 2012, presentere-mo nuovi prodotti con grammature e farciture importanti. Una scelta volta a soddisfare le richieste della nostra clientela, costituita prevalentemente dagli operatori del canale Horeca, i panifici e le pasticcerie”, continua il direttore vendite.

Il mercato della panificazione, l’industria e il canale Horeca sono i tre principali target di Molino Naldoni: azienda di Brisighella, in provincia di Ravenna, che affonda le sue radici nel 1800.

“Lithopack è un’azienda nata e cresciuta con l’obiet-tivo di progettare e realizzare espositori e strutture promozionali creative e sicure. Per questo le novità nascono di volta in volta, in base alle richieste dei nostri clienti”, spiega Barbara Sereni, responsabile commerciale.

Ecopack è specializzata nella produzione di imballi specifici per l’industria dolciaria. “Nel 2011 abbiamo registrato incrementi importanti anche con la linea Plumpy: stampi rettangolari realizzati con bordo e carta siliconata per garantire il rilascio del prodotto”, spiega Giorgia Saldari, responsabile commerciale.

L’industria dolciaria, ma anche i grossisti di materie prime per le pasticcerie, sono i due canali di vendita privilegiati per Aziende Campobasso, società puglie-se che ha nella coltivazione, selezione e lavorazione delle mandorle il suo core business.

“Dopo il successo di E-cup, la coppetta in materiale bio, nel 2012 proponiamo i contenitori Flower: un vero e proprio packaging per caramelle e cioccolati-ni, destinato al canale delle pasticcerie”, spiega Pao-la Mendozzi, responsabile commerciale e marketing di Medac.

“Le confezioni regalo insieme a quelle destinate alle bottiglie sono le due famiglie di prodotto che, nel 2011, hanno registrato le migliori performance di vendita”, spiega Alessandro Perli, direttore vendite di Scotton.

Nel 2012 Tecnobox arricchirà la propria offerta con una nuova gamma di vaschette per gelato. “La linea è stata realizzata all’insegna della praticità. Sarà inol-tre possibile personalizzarla in base alle esigenze del cliente”, spiega Giorgio Trapani direttore qualità dell’azienda.

“E’ l’abbattitore Multifresh la macchina che, nel 2011, ci ha regalato le migliori soddisfazioni”, spiega Silvia Tonon, responsabile marketing di Irinox. L’azienda veneta, specializzata nella produzione di abbattitori e surgelatori rapidi, ha chiuso l’anno con un incremen-to di fatturato del 10%.

Molino DallagiovannaMartina Romanoni

Molino Dallagiovanna nel corso del 2011 ha rinnovato la propria immagine aziendale: è stato creato un nuovo logo, il sito internet è stato aggiornato, ha preso il via la campagna stampa I maestri del gusto. “Il progetto di marketing, elaborato in collaborazione con Drg comunicazione, ha dato i suoi frutti. Non a caso abbiamo registrato un importante incremento della produzione”, spiega Martina Roma-noni, responsabile ufficio stampa dell’azienda. Sul fronte delle novità, nel 2012, l’attenzione di Molino Dallagiovanna si concentra sulla linea di farine Far focaccia. “Si tratta di una farina a tre grani, molto dolce ed elastica, studiata appositamente, per tutti i tipi di focaccia: genovese e di Recco. La farina Far focaccia è proposta in due varianti: la prima, un po’ più debole, è da privilegiarsi nelle lavorazioni dirette. La seconda, con forza maggiore, è ottima anche nel-la produzione di focaccia di Recco e per lavorazioni che richiedono riposi lunghi, anche oltre le quattro ore”, sottolinea Romanoni.

A Sigep 2012, il maître chocolatier Mirco Della Vecchia, insieme al suo team, ha realizzato il cioccolatino da 802 chili, entrato a pieno titolo nel Guinness dei primati

Da sinistra: Sabrina Dallagiovanna, Achille Zoia, il noto pasticciere lombardo e Martina Romanoni

Continua

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reportageFebbraio 2012

Elenka

Fabbri 1905

Carpigiani Silikomart

Fructital

Luxardo

Rational Italia

Selmi GroupAgrimontanaRollermacProdotti Rubicone 1959

Rocco Niro

Nicola Fabbri

Achille Sassoli Silvia Rasi

Stefano Collino

Filippo Luxardo

Marco Ferroni

Paolo SelmiLuigi BardiniDaniela RomanòSilvano Zanoni

Gelateria e pasticceria rappresentano il core business dell’azienda siciliana Elenka. Che partecipa a Sigep ormai da 30 anni. “Crediamo molto in questa manifestazione. Che, negli anni, ci ha portato risultati concreti in termini di notorietà e nuovi contatti”, afferma soddisfatto Rocco Niro, direttore marketing. E aggiunge: “Quest’anno abbia-mo realizzato uno stand molto importante, a conferma del ruolo di primo piano che questa kermesse gioca all’interno della nostra azienda”. E Sigep è anche l’occasione per mostrare in anteprima le novità che caratterizzeranno l’offerta dell’azienda nel corso del 2012. “Nei prossimi mesi presenteremo il gusto mascarpone, variegato e arricchito con frutta, ideale per le cheese cake. Novità importanti riguardano il comparto del variegato nel suo complesso: la linea, infatti, si arricchirà di nuove referenze. Inoltre abbiamo pensato a una gamma di gelati stecco pensati per il canale gelateria, dove vogliamo erodere quote di mercato alle produzioni industriali”.

“Abbiamo chiuso il 2011 in grande stile”, afferma entusiasta Nicola Fabbri, direttore generale dell’azienda omonima. “Lo sviluppo è avvenuto soprattutto all’estero, ma anche il mercato interno ci ha regalato delle ottime performance”. Nel corso dell’anno che si è appena concluso, in casa Fabbri 1905 si è distinto il gusto zucchero filato, pensato per le gelaterie artigianali. “E’ un prodotto ideato per i più piccini, ma che ha ottenuto il consenso anche dei consumatori adulti. A fronte di questo successo abbiamo deciso di declinare questo gusto anche per le granite”. Per quel che riguarda invece il 2012, l’azienda bolognese, le cui produzioni sono destinate a quattro diversi canali di vendita (largo consumo, con l’amarena, gli sciroppi, i topping e la frutta al liquore; circuito Horeca, con gli sciroppi professionali di frutta per cocktail, le bibite e le granite; pasticceria e gelateria, con una vasta gamma di decorazioni e farciture e preparati specifici per l’alta pasticceria; per le industrie alimentari), ha in programma la produzione di nuovi variegati. “Stiamo pensando a una versione rosa del gusto zucchero filato anche come glassa per torte da pasticceria”, sottolinea il direttore generale dell’azienda la cui attività è ben radicata anche sui mercati esteri: “Presidiamo 100 paesi stranieri. Grazie anche ad una rete di 11 filiali. Con orgoglio, inoltre, posso affer-mare che Fabbri è l’unica azienda a vantare centinaia di prodotti certificati Kosher e Halal. Fattore che ci consente di vendere le nostre referenze anche in quei paesi in cui il numero di consumatori ebrei e mussulmani è molto alto”, conclude Nicola Fabbri.

E’ la macchina per gelato soft Evd la vera protagonista dello stand Carpigiani. “La macchina Evd rappresenta il punto di svolta nel mondo delle apparecchiature per gelato soft, perché è progettata con una nuova filosofia: per la prima volta, infatti, una macchina di questo tipo risponde a tutte le esigenze ergonomiche, qualitative ed estetiche che, oggi, gli operatori professionisti ricercano in una macchina da gelato soft da inserire nei loro locali”, spiega Achille Sassoli, re-sponsabile marketing dell’azienda. Che non esita ad elencare gli altri plus importanti dell’ultima nata in casa Carpigiani. “La parte più rivoluzionaria della macchina Evd è il gruppo di erogazione che può essere portato all’altezza più comoda per l’operatore. Inoltre, per agevolare al massimo le azioni di riempimento e pulizia delle vasche, può scendere fino al piano di lavoro, a 130 cm d’altezza. La macchina Evd consen-te di realizzare contemporaneamente prodotti molto diversi fra loro. Le motorizzazioni indipendenti (ogni vasca, pompa, cilindro e agitatore hanno un proprio motore e impianto frigorifero) consentono, infatti, la preparazione di gelati alla crema così come freschi gelati frutta”. Carpigiani è sinonimo di gelato, non solo in Italia. “L’estero rappresenta l’85% del nostro business. Vantiamo più di 350 concessionari in tutto il mondo. Questo spiega anche i riscontri, davvero notevoli, che il progetto Gelato university ha ottenuto nel corso del 2011, suo primo anno di attività. Gli iscritti sono più di 12mila, provenienti da tutti e cinque i continenti. E questo è indub-biamente uno strumento importante sia per incrementare la nostra notorietà sia, ma direi soprattutto, per conquistare nuovi clienti. Gli iscritti alla Carpigiani University, in futuro, potrebbero diventare nostri partner”.

“Steccoflex, la tecnologia messa a punto per rea-lizzare gelati su stecco con gli stampi in silicone, e Tortaflex, stampi per torte tonde, sono due referenze che nel 2011 hanno registrato performance impor-tanti”, spiega Silvia Rasi, responsabile marketing di Silikomart. Che, nel 2012, presenta la gamma Multiflex ed amplia la linea Steccoflex.

Il 2011 è stato un anno positivo per Fructital. “La capacità di personalizzare il prodotto e di creare soluzioni tailor made ci ha permesso di crescere”, spiega Stefano Collino, responsabile vendite. Nel corso del 2012 l’azienda, attiva nella produzione di semilavorati per gelateria, propone una gamma di creme pronte per pasticceria fredda.

“Sono state le vendite all’estero ad aver trainato la crescita nel 2011”, spiega Filippo Luxardo, responsa-bile marketing e commerciale dell’azienda omonima. Che presidia il mercato interno soprattutto con le confetture per pasticceria. Mentre all’estero è nota per la gamma di liquori.

Il sistema Selfcookingcenter è il fiore all’occhiello di Rational. Che ha ampliato la sua offerta con la versio-ne white efficiency. “Le nuove prestazioni di questo apparecchio, che sostituisce su una superficie ridotta il 40-50% di tutti gli apparecchi di cottura tradizionali, garantiscono una qualità eccelsa e costante”, spiega Marco Ferroni, amministratore delegato dell’azienda.

“A Sigep presentiamo Tuttuno: una dosatrice simul-tanea per creare in una sola operazione prodotti ripieni, tra cui praline su stampo in policarbonato, bastoncini ripieni e boules”, afferma Paolo Selmi, ti-tolare dell’azienda omonima, che ha nella produzione di macchine per la lavorazione del cioccolato il suo core business.

Nuove variegature per il gelato, glasse alla frutta, ma anche l’incarico di distributore del cioccolato Domori. Sono queste le novità in vista nel 2012 per l’azienda Agrimontana. Che, recentemente, sta focalizzando la sua attenzione sulla ristorazione di alta gamma.

“Il 50% del nostro giro d’affari è legato ad aziende del mondo dolciario: Condorelli, Pernigotti e Oliverio sono alcuni dei nostri clienti più importanti”, spiega Daniela Romanò di Rollermac, che realizza macchine e impianti per la produzione dolciaria e del torrone in particolare. Nel 2012 presenterà una nuova linea di tostatori.

L’estero è un mercato importante per Prodotti Rubico-ne 1959, società specializzata nella produzione di re-ferenze per macchine soft e basi per gelato. “L’export rappresenta il 70% del nostro fatturato. Negli ultimi anni si è distinta l’Asia, un mercato in forte espansio-ne”, dichiara Silvano Zanoni, dell’ufficio tecnico.

Tetra Pak

SolChim

Real Forni

Fattorie NovelliCartoprintMolino PivettiProgeo Molini

Ivo Zametti e Fabrizio Massari

Gianni Taschera

Christian Restivo

Alena SantarelliLuca LolliriVeronica MoschettaLuca Felisetti

In casa Tetra Pak per il 2012 è in programma la presentazione di un nuovo freezer, il modello SF 700 N. “Si tratta di un’apparecchiatura molto performan-te, completamente automatico”, spiega Ivo Zametti del servizio tecnico. “E’ questo, tra l’altro, uno dei comparti merceologici che, nel 2011, ci ha regalato le maggiori soddisfazioni”, aggiunge Fabrizio Massari, del servizio post vendita.

Prodotti spray alimentari. E’ questo il core business della divisione food di SolChim, azienda del Cremonw-se che, dal 2005, ha ottenuto l’Autorizzazione sanitaria per la produzione e il confezionamento di additivi alimentari, alimenti e preparati per la pasticceria professionale. “Il nostro segmento destinato alla pa-sticceria è sempre più in crescita. Nel 2011 sono stati completati anche i lavori di ampliamento del nostro laboratorio di produzione alimentare. Questo ci per-metterà di consolidare la nostra presenza all’estero”, racconta Gianni Taschera, direttore commerciale.

“A Sigep presentiamo sia un forno elettrico, che un forno statico coperto da brevetto”. Esordisce così Christian Restivo, titolare di Real Forni, azienda veronese specia-lizzata nella produzione e commercializzazione di forni e attrezzature per panifici. “L’export rappresenta il 70% del nostro business. Siamo presenti in Europa, Nord Africa e sempre più in Medioriente”.

“Il 2011 si è chiuso con segno positivo, nonostante i periodi altalenanti tipici del settore ovicolo”, spiega Alena Santarelli, product manager di Fattorie Novelli, azienda che lega il suo nome a brand come Ovito, Interpan e Spiga.

La storia di Cartoprint inizia nel 1939: “Da allora la produzione di bicchieri e coppe in carta si è sempre rinnovata. Coppe per gelato, mini coni salva igiene, bicchieri per bibite calde e fredde ed una linea di cucchiai granita e cannucce sono le nostre produzioni principali”, spiega Luca Lolliri, direttore vendite dell’azienda. “Nel 2012, arricchiamo l’offerta con la linea di eco-cup, completamente biologica”.

“Nel 2012 presentiamo Mater, una farina decorticata ideale per crostate e frolle”, spiega Veronica Mo-schetta, della divisione marketing di Molino Pivetti. “Siamo l’unica azienda italiana a brevettare un siste-ma di decorticazione che consente di ottenere una farina più ricca di proteine, friabile e profumata”.

“Nel 2012 presenteremo al mercato nuove farine ad uso domestico. E’ questo, di fatto, il settore su cui stiamo concentrando i nostri sforzi”, spiega Luca Felisetti, responsabile vendite Gd di Poggio Molini.

RMM

Area Bio

A. Gandola

Loredana Colianni

Anna Maria Ratta

Sebastiano Giove

Il 2011 è stato un anno intenso per Rmm, società italiana di Délifrance. “Lo scorso anno abbiamo acquisito Sefa, azienda specializzata nella produzione di ciabatte precotte e surgelate”, afferma Loredana Colianni, direttore marketing e comunicazione. “In seguito all’operazione abbiamo avviato un processo di restilyng del marchio e delle sue proposte”. A Sigep 2012, l’azienda ha portato due nuove gamme di prodotto: le linee Aurea e Benessere. “Aurea è una gamma di pane con crosta scura. La linea Benesse-re, invece, vanta referenze ricche di fibre”, precisa Colianni. A settembre l’azienda ha in programma il lancio di un’altra novità di prodotto. “Puntiamo molto sulla ricerca, sia nel campo del benessere che del biologico. Oggi la nostra proposta è completa: il marchio Panitaly offre referenze destinate al canale Gd. Délifrance, invece, è il brand con cui presidiamo il canale Horeca, mentre Rmm è pensato per il comparto della panificazione e della pasticceria”.

Area Bio è un’azienda che, nel 2002, ha sviluppato un importante progetto di franchising con i ristoranti che hanno nell’offerta bio il proprio core business. Oltre all’in-segna, Bioscafè - restaurant e pizzeria, il programma prevede anche la fornitura di prodotti: “Il primo locale con questa insegna è stato aperto a Castiglione di Cervia, in provincia di Ravenna. Siamo in grado di rispondere ai vari momenti di consumo: dalla colazione alla cena”, spiega Anna Maria Ratta, responsabile franchising. L’insegna Bioscafè ha anche vinto il primo premio al concorso Bravo bio, indetto dalla manifestazione Sana. “Sono diversi i primati raggiunti con questo progetto. Non dimentichiamo che Bioscafè è stato il primo locale certificato bio in Italia”, continua Ratta. Per quel che riguarda il 2011, c’è soddisfazione allo stand di Area Bio. “Abbiamo chiuso l’anno con segno positivo. Tra le varie famiglie di prodotto si sono distinti i cracker. Che hanno registrato un incremento del 50%. Si sono rivelate positive anche le performance dei prodotti Azimut”, sottolinea Renzo Agostini, direttore vendite.

“Il 2011 è stato un anno posi-tivo abbiamo registrato degli incrementi, sia per Gandola biscotti che per la società A. Gandola, specializzata nella produzione di creme”, affer-ma soddisfatto Sebastiano Giove, responsabile vendite e marketing dell’azienda. “La società che ha nella pro-duzione di biscotti il suo core business ha chiuso l’anno con un aumento di fatturato del 26%. Più contenuta la crescita per quanto riguarda le creme: +5%”. I prodotti Gandola sono disponibili nei punti vendita di Gd e Do na-zionali. Nell’ambito di que-ste partnership la società ha avviato anche un’importante attività di copacking: “Oggi la private label rappresenta il 60% del nostro fatturato. In questo risultato sono inclusi sia gli accordi stipulati con la distribuzione sia quelli relativi al comparto indu-striale”.

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Febbraio 2012

fine

Alcune produzioni esposte allo stand di Con.pa.it: un’associazione che rappresenta i pasticceri