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ANNO II n° 69 - Lunedì 6 novembre2017 ECONOMIA >jm& LEGAVOLLEY FEMMINILE

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ANNO II n° 69 - Lunedì 6 novembre2017

ECONOMIA >jm&

LEGAVOLLEY FEMMINILE

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«Un anno vissuto pericolosamente Ma Samsung trasforma le crisi in oro»

Carlo Barlocco, presidente della filiale italiana del colosso coreano, sbandiera fatturati e profitti cresciuti a doppia cifra. «La reputazione del marchio è cresciuta dopo l'incidente del Note7. Siamo leader nella telefonia, nell'audiovideo e nella divisione bianco. Non indichiamo mai la nuova strada, ma siamo i più veloci a percorrerla».

Pino Di Biasio MILANO

CHE TU POSSA vivere in tempi interessanti. Per i cinesi è una maledizione, più che un augurio. O

quantomeno è un proverbio a doppia faccia. Che fotografa in maniera didascalica l'anno vissu­to pericolosamente da un colosso come Samsung. Sia per la condan­na per corruzione dell'erede dell'impero Lee Jae-yong e le di­missioni del ceo Kwon Oh-Yun, sia per i difetti del Note7. Carlo Barlocco, 46 anni, presidente di Samsung Electronics Italia, tra­sforma, seguendo la tradizione delle arti marziali, i colpi in occa­sioni formidabili per il gruppo. «È stato un anno particolare - am­mette Barlocco - che si chiude con risultati straordinari per tutta la galassia Samsung e per la filiale italiana. Le vendite dei prodotti e i profitti hanno registrato aumen­ti a doppia cifra. In Italia il fattura­to ha superato quota 3 miliardi di euro, merito di tutti i settori. Sam­sung Italia non ha semicondutto­ri; per il resto siamo leader di mer­cato nelle tv, negli smartphone, nei monitor e nei frigoriferi».

Quali sono le fette della tor­ta?

«Il 67% del nostro fatturato viene dalla telefonia, il 18% dall'audiovi-deo, il 14-15% dalla divisione bianco, ovvero dagli elettrodome­stici».

Nessuna conseguenza quin­di per le due crisi...

«Con il lancio del Note8 abbiamo conquistato la leadership anche nella fascia di mercato di prodotti oltre i 600 euro. Un segmento do­minato da Apple per lungo tem­po, ora invece in vetta ci siamo noi. Così come Samsung guida la classifica delle altre due fasce di prezzo, quella sotto i 300 euro e quella tra 300 e 600. Siamo sereni, anche se ci aspettiamo che Apple

potrà riguadagnare quote con i nuovi prodotti».

Come si trasforma un anno complicato in uno da record?

«I consumatori hanno apprezzato la trasparenza e la correttezza. Non avevamo nessun obbligo di ritirare i Note7, su 3 milioni di de­vice prodotti solo qualche centina­io aveva registrato difetti. Abbia­mo assorbito i costi di un ritiro globale, cambiato i prodotti ai clienti e restituito i soldi. Contem­poraneamente abbiamo rafforza­to il brand e guadagnato in reputa­zione».

All'inizio però i conti non tor­navano affatto...

«Non nego che l'incidente abbia creato problemi nei bilanci. Ma abbiamo alzato ulteriormente l'asticella della qualità, eliminan­do fornitori non all'altezza. Così un flop si è trasformato in una sto­ria di successo e di trasparenza».

Lei sembra interpretare il dogma del presidente di Sam­sung, quel «Cambiate tutto

fuorché moglie e figli», lo sto­rico discorso del Kempinski...

«Sono in Samsung da 17 anni, ho sposato quest'azienda e la filoso­fia del fondatore, di innovazione continua. Non ho cambiato nem­meno la moglie».

Ma non c'è un limite al dover sempre innovare?

«L'informatica può essere cambia­ta costantemente, un'applicazio­ne può mutare velocemente, così come la connessione. Il motto del nostro chairman riflette la caratte­ristica principale dell'elettronica: arrivare prima degli altri ti fa di­ventare leader di mercato».

Quanto pesa l'Italia nel fattu­rato Samsung che sfiora i 180 miliardi di dollari?

«Il mercato italiano rappresenta l'I 1% delle vendite in Europa, e quasi il 2% del fatturato mondia­le. Come popolazione dovremmo essere il quarto mercato europeo,

invece siamo terzi, avendo supera­to la Francia. E le quote di merca­to in Italia, per Samsung, sono tra le più alte nel mondo».

Traduca in cifre questi prima­ti...

«Più del 40% degli smartphone venduti è Samsung, quasi il 50% delle tv è nostro. Nella divisione elettrodomestici, dove ci sono player con più marchi, noi abbia­mo il 13-14%, ma siamo leader nei frigoriferi».

Negli anni avete cannibaliz­zato molti concorrenti, nelle tv...

«Perché siamo bravi a cavalcare il cambiamento tecnologico. Sony e Philips erano le regine delle tv, ma quando lo schermo è diventa­to piatto, Samsung è diventata lea­der. Quando le stampanti a getto d'inchiostro sono passate al laser, noi siamo diventati primi sul mer­cato. Quando i frigoriferi sono di­ventati no frost, Samsung è salita in vetta. Questo vuol dire applica­re il dogma del fondatore».

Per anticipare il mercato biso­gna capire dove sta andan­do...

«Gli investimenti miliardari in ri­cerca e sviluppo servono a questo. Noi abbiamo i prodotti quando il mercato è maturo per la nuova tec­nologia. Non siamo mai i pionie­ri, non indichiamo la strada, ma siamo i più veloci a percorrerla».

Come giudica il Sistema Ita­lia?

«Vedo il Paese in modo molto po­sitivo. È capace di risolvere molti suoi problemi, ha una creatività che non ha eguali al mondo. Ma paga duramente un'incapacità di programmare a medio e lungo ter­mine, una dote che per altri Paesi è stata decisiva. La Corea del Sud ha una storia non molto dissimile da quella dell'Italia; è diventata uno dei Paesi più avanzati al mon­do grazie ai suoi investimenti nel­le infrastrutture e nelle tecnolo­gie. A me piacerebbe che gli im-

LEGAVOLLEY FEMMINILE

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prenditori italiani avessero più lungimiranza. E non smettessero di investire alla prima difficoltà».

Temete i concorrenti cinesi? «Non è per arroganza, ma non bi­sogna guardare ai concorrenti. Se ci preoccupiamo di vedere cosa fa

il competitor, perdiamo di vista il consumatore. A me interessa sape­re cosa si aspetta un ragazzo di 10 anni, dal telefono del futuro».

Cosa vorrà, secondo lei? «La novità più grande saranno gli schermi flessibili, simili a quelli oled delle tv. Sottilissimi ma in­

frangibili. Abbiamo già la tecnolo­gia, aspettiamo il momento giu­sto per metterli sul mercato. Lan­ceremo il Samsung Pay, il siste­ma di pagamento con i telefonini. Abbiamo firmato accordi con la maggior parte delle banche, fun­zionerà su tutti i bancomat».

UN MANAGER CHE AMA LO SPORT Carlo Barlocco, 46 anni, presiden­te di Samsung Electro­nics Italia. In alto con il presiden­te della Lega Volley Mauro Fabris: Samsung sponsoriz­za il volley femminile oltre alla Juventus

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