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COMMISSIONE LITURGICA-MUSICA SACRA- ALBA E MUSICA SACRA NELLA LITURGIA GUIDA PASTORALE PER LA DIOCESI DI ALBA

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COMMISSIONE LITURGICA-MUSICA S A C R A - ALBA

E

MUSICA SACRA

NELLA LITURGIA

GUIDA PASTORALE PER LA DIOCESIDI ALBA

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AHI DEL VESCOVO

Canto e Musica sacra nella Liturgia

GUIDA PASTORALE PER LA DIOCESI DI ALBA

I. PREMESSA

A treni'anni dalla pubblicazione della Carta Diocesana della Musica Sacra(C.L.D. 1951, Ed. Paoline), dopo le esperienze fatte in questi ultimi tempi nel cli-ma di rinnovamento secondo lo spirito del Concilio, la Commissione Liturgica Dio-cesana ritiene utile e necessario fare il punto sulla situazione per quanto riguarda lamusica e il canto sacro in diocesi, ricordare alcuni principi fondamentali e proporredelle scelte operative che consentano di lavorare con serietà ed efficacia in un setto-re della pastorale così importante, come quello del canto.

Questo documento della C.L.D. si ispira alle indicazioni della Costituzione sul-la Sacra Liturgia, degli ultimi Convegni Nazionali di Musica Sacra ed ha presente lasituazione e le esigenze delle nostre comunità parrocchiali.

Rimane inteso che quanto segue deve essere accolto come una vera e propriascelta pastorale, a cui è necessario attenersi scrupolosamente con senso di responsa-bilità, con costanza, consapevoli delle difficoltà, ma anche della validità del nostrolavoro.

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II. SITUAZIONE IN DIOCESI

Nelle nostre parrocchie nel settore del canto sacro e della musica sacra nelle ce-lebrazioni liturgiche si presentano situazioni che necessitano di una verifica.

In generale nella diocesi per 1*85% delle comunità parrocchiali si nota un impe-gno lodevole nella cura del canto e della musica liturgica educando l'assemblea apartecipare attivamente alle celebrazioni.

In particolare il:20% delle nostre comunità parrocchiali dispongono per il servizio liturgico di

una corale a più voci con un repertorio di canti che spazia da canti di media diffi-coltà a canti più impegnativi, di un responsabile organista o maestro di coro prepa-rato;

20% dispone di un gruppo di giovani che anima le messe;45% cura essenzialmente i canti assembleari;15% presenta segni di stanchezza e di trascuratezza.Per quanto riguarda gli strumenti musicali:74 parrocchie (52%) sono dotate dell'organo a canne; di questi

— 36 sono efficienti— 24 sono da revisionare— 14 sono in stato di abbandono.

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III. PRINCIPI GENERALI

1. «La liturgia è ritenuta come l'esercizio del sacerdozio di Gesù Cristo; in essa,per mezzo di segni sensibili, viene significata e realizzata la santificazione dell'uo-mo, e viene esercitato dalla Chiesa, Corpo mistico di Gesù Cristo, U culto pubblicointegrale» (S.C. n. 7).

2. La liturgia è azione comunitaria, simbolica, sacra.a) La liturgia è azione, cioè espressione di una comunità viva e attiva.b) Azione comunitaria, cioè opera di tutta l'assemblea, espressione di un sen-

tire condiviso e partecipato.e) Azione simbolica, che abbraccia, cioè, l'uòmo nella sua totalità di indivi-

duo e di membro di una comunità, di un popolo.d) Azione sacra, in quanto ci mette a contatto con la Parola di salvezza di

Dio, con la presenza liberatrice di Gesù, con il suo Spirito di comunione, di frater-nità e anticipa, facendocela pregustare, la salvezza finale, "verso la quale tendiamocome pellegrini" (S.C. n. 8).

3. « II canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria e integrante della liturgiasolenne» (n. 112). Anzi, si può dire, che esso stesso è liturgia. Il canto sacro rientratra quei «segni sensibili» che «significano e realizzano la santificazione dell'uo-mo».

Col canto, infatti, esprimiamo la fede e l'amore che ci uniscono a Gesù Cristo eai fratelli e nel canto troviamo un mezzo per arricchire ed approfondire la nostrafede e il nostro amore.

4. Il canto e la musica sono un grande mezzo di «comunicazione», il più impor-tante dopo quello della parola. Essi aiutano ad esprimere i sentimenti, specialmentequelli della gioia, dell'amore, della sofferenza e del dolore, potenziano il segno del-la festa, aiutano a sentirsi uniti.

5. «La musica sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unitaall'azione liturgica» (n. 112) e saprà diventare autentica preghiera e strumento dicomunione.

6. Di conseguenza, la musica e il canto sacro dovranno essere trattati come cosa«santa», dovranno adattarsi al ritmo e alle esigenze dell'azione liturgica e possede-re quelle «qualità necessarie» (validità del testo, dignità nella forma e nella esecu-zione, autenticità, accessibilità) per raggiungere il loro fine, che è la gloria di Dio ela santificazione dei fedeli (n. 112).

IV. DIVERSITÀ DEI CANTI

I canti nella liturgia sono diversi per struttura, contenuto, forma e importanza.Di conseguenza vanno scelti ed eseguiti opportunamente.

Alcuni canti sono "Acclamazioni" come l'Alleluia, il Santo, il Mistero della fe-de, Tuo è il regno, gli Amen...; vanno eseguiti con spontaneità e slancio e in formacomunitaria.

Molti altri canti sono "Salmi" o frammenti di Salmi, musicati ed eseguiti inmodo "antifonico" o "responsoriale". Sono utilizzati nella Liturgia delle Ore enella Liturgia della Parola in genere, talvolta come canti processionali e peniten-ziali.

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Gli "Inni", sono canti metrico-strofici, musicati con un'unica melodia per tuttele strofe. Sono composizioni tipicamente "popolari" e facili, di origine molto anti-ca nella liturgia. Eseguiti con solennità, servono come canti di apertura e processio-nali.

Altri canti sono "Litanie" e "Suppliche", come il Signore Pietà e l'Agnello diDio nella Messa: il primo esprime l'atteggiamento penitenziale dell'assemblea; il se-condo accompagna il gesto della frazione del pane. Il "Responsorio" ha una suastruttura particolare ed è usato nella Liturgia delle Ore per «portare nuova luce acomprendere la lettura appena fatta».

V. ASSEMBLEA ARTICOLATA

L'assemblea cristiana, nel momento liturgico, ha una sua unità, ma anche unaarticolazione che va rispettata.

1. Il Sacerdote presiede l'assemblea «nella persona di Cristo» (S.C.n. 93; P.O.n. 5) in forza del suo sacerdozio ministeriale. Tipicamente presidenziali sono: ilcanto del Prefazio, l'annuncio Mistero della fede, l'acclamazione Per Cristo alla fi-ne del Canone, l'embolismo dopo il Padre Nostro.

Per le melodie dei canti propri del celebrante, attenersi a quelle indicate dalmessale ed utilizzarle sempre, quando la messa è cantata.

2. Il Cantore-Solista o Cantore-Guida, canta i versi del Salmo responsoriale, iversetti dei responsori e il verso dell'Alleluia e supplisce l'assenza di un Coro-Guida, intonando e guidando i canti comuni a tutta l'assemblea.

3. Un compito importantissimo è affidato alla "Schola Cantorum", chiamataoggi spesso Coro Parrocchiale o Gruppo Corale. È bene sia formata da persone cherappresentano l'intera assemblea, quindi da fanciulli, da giovani e adulti, da uomi-ni e donne, e si ricordi che essa è chiamata a partecipare pienamente a tutta la cele-brazione liturgica. La collocazione faciliti questa partecipazione.

a) Prima funzione di un Coro Parrocchiale è intonare e guidare tutti i cantidell'assemblea, perché esso stesso è assemblea. Deve essere perciò un vero gruppo-animatore delle Messe domenicali e delle Celebrazioni liturgiche più importanti, co-me le Messe di Matrimonio e di Esequie, le Celebrazioni Battesimali e Penitenziali.

b) Una seconda funzione, altrettanto importante, è di eseguire da solo o in al-ternanza con l'assemblea canti, anche a più voci, che possono essere eseguiti in mo-do dignitoso solo da un gruppo ben addestrato.

e) II Coro, se preparato, può dare il suo apporto specifico nelle Celebrazionidella Parola di Dio, Pii Esercizi, Concerti Spirituali, Paraliturgie, Recitals, Dram-matizzazioni, Sacre Rappresentazioni, valorizzando così il grande repertorio di mu-sica religiosa antica e moderna.

4. Ma è tutta l'assemblea che deve poter esprimere i canti che le sono propri. Lapartecipazione attiva di tutti al canto nella liturgia è l'obiettivo fondamentaledell'attività liturgico-musicale più illuminata per il quale non possono essere rispar-miate energie.

Specificamente assembleari sono: l'Amen, il Signore Pietà, la risposta al Salmoresponsoriale, l'Alleluia, il Santo, la risposta all'annuncio «Mistero della fede», ilPadre Nostro e l'acclamazione dopo il suo embolismo «Tuo è il Regno»....

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È opportuno che l'assemblea partecipi anche al canto di Ingresso, al canto Of-fertoriale (se c'è il "gesto" della presentazione delle offerte) e al canto di Comunio-ne.

VI. GLI STRUMENTI MUSICALI

Gli strumenti musicali sono in funzione dell'assemblea liturgica e servono peraccompagnare, sostenere le voci e facilitare la partecipazione di tutti.

1. La Chiesa predilige, fra tutti gli strumenti musicali, l'organo a canne.Solo dove non è possibile avere l'organo a canne si può supplire con un decoro-

so organo elettronico di tipo liturgico.2. In quanto agli altri strumenti, non esistono delle pregiudiziali che ne escluda-

no alcuni e ne permettano altri. Nessun strumento musicale ha bisogno di essereesorcizzato.

Ci sono tuttavia delle motivazioni tecnico-artistiche e delle considerazioni di or-dine pastorale che ne consigliano un uso più che parsimonioso e a certe condizioni.

a) Un complesso musicale e certi strumenti, per garantire un servizio almeno di-screto, richiedono in chi li usa una preparazione tecnica che non si riscontra, né perlo più è possibile nella maggior parte delle nostre comunità. E il pressapochismo ela faciloneria sono sempre da evitarsi, tanto più nel servizio liturgico.

Questo vale, naturalmente, anche per l'uso dell'organo.b) Alcuni strumenti poi sono talmente compromessi con certi ambienti e con

certe forme musicali che la loro adozione indiscriminata, oggi, non farebbe che in-coraggiare quelle dissacrazioni, quegli abusi e .quel malcostume, per liberarci daiquali, in passato, è stato necessario intervenire d'autorità (cfr. Motu proprio «InterPastoralis Officii» di Pio X - 22 novembre 1903) e intraprendere una lunga e fati-cosa azione di riforma e di rieducazione liturgico-musicale.

e) A giustificare l'uso di certi strumenti musicali si adduce talvolta il motivo chequesto piace ai giovani e facilita la loro partecipazione all'azione liturgica. Da partenostra, ci permettiamo di ricordare che, soprattutto oggi, non tutto quello che pia-ce è di sicuro valore ed edificante. I giovani, inoltre, stanno dimostrando un cre-scente interesse proprio per l'organo tradizionale e tornano ad apprezzare la buonamusica, solo che noi siamo in grado di fargliela conoscere e sappiamo insegnarlacon una sufficiente competenza.

È bene, comunque, ricordare sempre che la Liturgia non è soltanto espressionedel costume e del gusto di un'epoca, ma anche una buona scuola di educazioneumana e spirituale.

E tale deve continuare ad essere.d) Riteniamo che non sia opportuno redigere un elenco degli strumenti musicali

che sono permessi in chiesa e che sono esclusi. Piuttosto è necessario insistere suuna buona preparazione dei responsabili parrocchiali della musica sacra, perchésoltanto una seria cultura liturgico-musicale e una adeguata formazione spirituale,possono consentire scelte intelligenti, equilibrate e di buon gusto.

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VII. INDICAZIONI PASTORALI

1. La liturgia esige canti specifici e non generici. Si deve prestare perciò moltaattenzione al contenuto dei testi e della forma della musica per verificare se il cantoè in sintonia con il momento della celebrazione, la festa, il tempo liturgico, la tema-tica della Messa.

2. I canti devono essere sa misura dell'assemblea. Nel predisporre la scelta sitenga conto se è numerosa o di piccole proporzioni, se è composta prevalentementedi giovani o di adulti; si rispetti la sensibilità della maggioranza; si educhi gradual-mente senza imporre.

3. Nella programmazione dei canti è buona norma tenere presenti due esigenze:la varietà del repertorio e la necessità che i canti diventino "popolari", patrimoniodella comunità. A questo scopo suggeriamo di fare in modo che ogni tempo liturgi-co, ogni solennità abbia i "suoi" canti e che non si cambino per un certo tempo(anche per alcuni anni). Così nel corso dell'anno si avrà una ragionevole varietà dicanti e, nello stesso tempo, la comunità avrà modo di impararli e di farli propri.

4. Anche la corresponsabilità nella scelta e nella programmazione è importante.La comunità parrocchiale sia interessata e i canti siano presentati e spiegati.

Questa partecipazione è concretamente possibile dove c'è un vero gruppo litur-gico che si riunisce settimanalmente per preparare con il sacerdote la liturgia dome-nicale e le più importanti celebrazioni infrasettimanali.

Vili. SCELTA DEI REPERTORI

In concreto, data la novità e la varietà della nuova produzione musicale, ci sipuò attenere alle seguenti indicazioni.

I .Siano conservati alcuni canti in lingua latina, come segno di comunione con laChiesa universale e come segno di continuità della tradizione liturgica.

II nostro popolo conosce ancora abbastanza bene alcuni canti latini. Si cerchi diconservare nell'uso almeno il Kyrie, il Gloria della Missa De Angelis, l'Alleluia, ilCredo III, il Sanctus e l'Agnus Dei della messa feriale (prò defunctis), il Pater no-ster; i canti eucaristici: Adoro te devote, Tantum Ergo; gli inni: Pange Lingua, Ve-ni Creator, Ave Maris Stella; i canti mariani: Salve Regina, Regina Coeli, altri cantida conservare possono essere: Farce Domine, Ubi Carìtas, In Paradisum.

Il Coro parrocchiale può mantenere in repertorio anche qualche altro canto lati-no sia a una che a più voci.

2. Per sicurezza conviene attenersi ai canti indicati dalla Commissione LiturgicaDiocesana di Musica Sacra.

IX. IL CANTO IN TUTTE LE CELEBRAZIONI

II canto sia presente nel limite del possibile in ogni celebrazione liturgica(Messa e Sacramenti) secondo alcuni criteri comuni

1. I canti nella MessaAlmeno tre canti siano eseguiti in ogni Messa domenicale e festiva (tanto meglio

se ciò avviene anche in quelle feriali): l'Alleluia al Vangelo, il Santo e il Mistero

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della fede, perché sono tre acclamazioni in tre momenti molto importanti della ce-lebrazione e come "acclamazioni" richiedono il genere "cantato" più che quello"recitato".

In tutte le Messe domenicali e festive e in quelle di Matrimonio e di Esequie siaggiungano almeno due canti processionali: Ingresso e Comunione.

Almeno ad una Messa domenicale sia presente un piccolo coro-guida e ai cantiprecedenti si aggiungano: II Signore Pietà, il Salmo responsor i ale (lasciando ai fe-deli il "responsum"), un terzo canto processionale se c'è una significativa proces-sione offertoriale, il Padre Nostro e l'Agnello di Dio.

Nelle maggiori solennità il Coro parrocchiale può eseguire a più voci, anche al-ternandosi con l'assemblea, il Kyrie e il Gloria e i canti di Ingresso, all'Offertone,alla Comunione e al termine della Messa.

L'Organo ha il compito di accompagnare tutti i canti del coro e dell'assemblea(mai quelli del celebrante); può suonare prima della Messa, all'Offertorio, alla Co-munione e alla fine. Ciò vale anche per le altre celebrazioni liturgiche.

L'Istruzione Generale del Messale Romano proibisce il suono dell'organo e dialtri strumenti durante tutte le preghiere presidenziali, compreso ovviamente il Ca-none, a meno che l'organo sia tecnicamente dotato di registri tali da non disturba-re, tanto meno coprire, la preghiera del celebrante. Dove questo non sia possibile,ci si deve attenere alla norma dell'Istruzione Generale del Messale Romano, cioè,l'organo taccia.

2. Il canto deve essere presenteanche nella celebrazione dei sacramentia) Nelle celebrazioni comunitarie del Battesimo conviene eseguire possibilmente

il canto iniziale, un canto processionale quando si procede verso l'ambone, il Sal-mo responsoriale dopo la Lettura, un altro canto processionale durante la Proces-sione al Fonte e poi all'Altare, il Padre Nostro e un canto finale.

Non sempre è necessario e opportuno fare tutti questi canti, la cui esecuzionedipende da diversi fattori (partecipazione dei fedeli, effettivi spostamenti in chiesa.Qualche canto si faccia sempre, almeno al Padre Nostro.

b) Nelle celebrazioni della Cresima, oltre ai canti richiesti dalla celebrazionedella Messa (ben preparati e guidati dal coro parrocchiale) nella quale è inserita laConfermazione, si esegua un canto di proclamazione della fede dopo la rinnovazio-ne delle promesse battesimali, un canto che accompagni la presentazione delle of-ferte e un canto finale adatti alla circostanza.

e) È anche auspicabile che la Messa di Matrimonio interessi non solo gli sposi ei loro parenti ed amici, ma tutta la comunità parrocchiale. Si cerchi di convinceregli sposi a celebrarla in momenti che facilitano la partecipazione dei fedeli; possibil-mente non ci si accontenti del solo suono dell'organo, ma si eseguano alcuni canticome nelle messe domenicali. Se suona solo l'organo, l'organista scelga musiche li-turgiche e lo faccia solo nei momenti consentiti (Ingresso, Off ertorio, Comunione eFinale), rispettando il ritmo della celebrazione e la natura del momento liturgico. Èopportuno evitare quei canti e quelle musiche che per la loro origine e il loro carat-tere sono estranei alla finalità e al significato della celebrazione. Si abbia cura dievitare ogni forma di esibizionismo.

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d) Nelle Celebrazioni comunitarie della Penitenza possono essere eseguiti: uncanto iniziale, il Salmo responsoriale dopo la Lettura biblica, l'Acclamazione alVangelo, il Padre Nostro, un canto di rendimento di grazie.

e) Nelle Messe di Esequie si scelgano i canti adatti: Ingresso, Signore Pietà, Sal-mo responsoriale, Alleluia, Santo, Mistero della fede, Padre Nostro, Canto di Co-munione, Commiato.

Anche in queste Messe sia sempre presente un piccolo coro-guida.

3. I Canti nella Liturgia delle OreÈ importante impegnarsi perché il canto di Lodi e Vespro siano diffusi almeno

tra i gruppi ecclesiali, come autentiche preghiere del mattino e della sera, soprattut-to in occasione di incontri settimanali, ritiri, convegni e nei gruppi familiari. Si ab-bia cura di cantare l'Inno iniziale e il Cantico, meglio se si riesce a cantare anchequalche salmo e il Padre Nostro.

4. I Canti nei Pii Esercizi e nelle Pratiche devozionaliLa vita spirituale non si esaurisce nella partecipazione alla sola Liturgia.I Pii Esercizi completano e dispongono alla preghiera liturgica e quindi vanno

mantenuti e valorizzati. Nelle parrocchie si coltivino celebrazioni penitenziali, cele-brazioni comunitarie della Parola di Dio, la Via Crucis (celebrata come punto cul-minante della storia della salvezza, alla luce dei testi evangelici), l'Adorazione da-vanti al Santissimo (in unione a Cristo che continua incessantemente la sua lode alPadre iniziata nella Messa, in unione a tutti i fedeli membra del suo Corpo), il Ro-sario (contemplando le tappe più importanti della vita di Gesù e di Maria, in conti-nuo atteggiamento di obbedienza e disponibilità alla volontà del Padre), qualcheTriduo o Novena (coltivando l'atteggiamento di «attesa» della vita del cristiano neiconfronti del Signore «che viene»).

Anche in queste celebrazioni il canto è molto importante.

X. MOMENTI E LUOGHI DI EDUCAZIONE

Ogni educazione ha bisogno di alcuni momenti e luoghi privilegiati.Per l'educazione al canto liturgico i principali sono:1 .La Scuola di Catechismo parrocchiale che, essendo un momento forte e privi-

legiato di educazione alla fede e alla vita sacramentale ed ecclesiale, deve considera-re l'educazione liturgica come parte integrante della catechesi.

2. Il Coro parrocchiale deve qualificarsi come vero gruppo di animazione litur-gica, essere presente in tutte le parrocchie, seguito con amore dai sacerdoti, curan-do non solo la parte musicale ma anche la propria crescita nella fede, la compren-sione e partecipazione piena alle azioni liturgiche, lo spirito di servizio alla comu-nità.

È anche opportuno ed utile far partecipare il Coro ai Convegni Diocesani.3. Le Associazioni e i Gruppi ecclesiali, specialmente giovanili e familiari, sono

un luogo di formazione importante. Ogni gruppo per essere veramente ecclesiale

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deve considerare il momento della celebrazione liturgica come culmine e fonte dellapropria vita e l'animazione dell'assemblea eucaristica parrocchiale come sua prima-ria attività. I gruppi siano perciò educati a realizzare delle buone «azioni liturgi-che » in aderenza alle proprie esigenze e insieme in sintonia con le norme della Chie-sa ed imparino a curare il canto per queste loro celebrazioni.

4. Scuola Diocesana Organisti. Per poter educare, occorrono gli educatori. Atale scopo la C.L.D. ha già promosso e continuerà a promuovere il Corso per Or-ganisti parrocchiali e per Direttori di Coro. Ogni parrocchia deve sentire il doveredi scegliere un giovane od un uomo di particolari attitudini musicali ed inviarlo alcorso.

Sacerdoti e Maestri di canto si uniscano nella difficile opera di educare il popoloal canto. Non deve essere considerato tempo perso, quello che si spende a curarel'insegnamento del canto liturgico al popolo.

XI. PRECISAZIONI IN MARGINE ALLA GUIDA PASTORALE DIOCESANA

1. In merito al recupero degli organi a canne, sono possibili le più svariate solu-zioni tecniche.

Trattandosi, in genere, di opere di una certa importanza, è indispensabile inter-pellare prima la Commissione Liturgica Diocesana.

2. Nella celebrazione del Matrimonio sono da escludersi canti del tipo delle«Ave Maria» di Schubert, di Gounod, «La Vergine degli Angeli» ecc...

Per la musica suonata, si abbia cura di scegliere composizioni liturgiche e siescludano tutti quei brani e quelle forme musicali che sono di origine canzonettisti-ca e operistico-teatrale.

Il contenuto e lo spirito delle celebrazioni liturgiche rifiutano qualsiasi tipo diesibizionismo.

3. Circa l'utilizzo di apparecchiature elettroniche di riproduzione di canti e mu-siche in chiesa (ad es. Multi-Sound...) si presisa:

a) sono utili soltanto per scopi didattici;b) in nessun caso devono sostituire l'assemblea e l'organista.

4. Il ricupero delle melodie gregoriane non solo è buona cosa, ma auspicabile,purché si conservi il testo latino originale. Per la salmodia è possibile recuperare itoni gregoriani, anche con testi in italiano dell'Ufficio e del Messale.

Nel canto dei salmi è preferibile la forma antifonale (cori alternati), a meno chesi tratti di un vero e proprio salmo responsoriale.

5. Per la novena di Natale si possono utilizzare diverse forme:a) la tradizionale in latinob) la tradizionale con testo in italianoe) inserita nella celebrazione della Messad) celebrazione della Parola.

6. Per la celebrazione dei funerali, dei battesimi, dei matrimoni, attenersi scru-polosamente al nuovo Rituale. Per quanto riguarda i canti, ispirarsi a quelli che la

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Comm. Liturgica Diocesana della Musica Sacra pubblica, via via, con delle apposi-te cartelline.

Questa norma, oltre che facilitare la scelta di canti validi e adeguati, contribui-sce a creare quella unione tra le comunità che rende sempre più incisiva e più effica-ce ogni attività pastorale.

UFFICIO LITURGICO

Direttore: D. Gianni BurdeseSegretario: D. Luigi Mazza

Musica sacra:Direzione:D. Antonio ValsaniaProf. Giuseppe TarabraMembri:D. Andrea BernoccoD. Giovanni CiravegnaD. Dario SagliettiD. Carlo Squillar!

D. Italo VignolaSig. Messa PasqualinoSig. Sartore AndreaSr. Assunta Cerri

N.B. - Questa Guida, anche se non si è voluto chiamarla Direttorio, ha valoreesecutivo e chiedo a tutti i sacerdoti e a tutte le comunità parrocchialidi porta in esecuzione.

+ Fausto, VescovoAlba, 21 novembre 1980 - S. Cecilia

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