E come lo annunceranno, se non sono stati...

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1 INCONTRO DIOCESANO DEI CATECHISTI LITURGIA DELLA P AROLA E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? (Rm 10,15) Domenica 10 novembre 2013 Chiesa ipogea del Seminario

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INCONTRO DIOCESANO DEI CATECHISTI

LITURGIA DELLA PAROLA

E come lo annunceranno,

se non sono stati inviati? (Rm 10,15)

Domenica 10 novembre 2013

Chiesa ipogea del Seminario

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Lettore: L'azione pastorale della Chiesa ha bisogno della coopera-

zione di molti, perché le comunità e i singoli fedeli possano giun-

gere alla maturità della fede e l'annunzino costantemente con la

celebrazione, con l'impegno formativo e con la testimonianza della

vita.

Tale cooperazione viene offerta da quanti si dedicano al servizio

della catechesi, sia nella prima iniziazione sia nella successiva

istruzione e formazione, condividendo con gli altri ciò che essi

stessi, illuminati dalla parola di Dio e dal magistero della Chiesa,

hanno imparato a vivere e a celebrare.

Per questi nostri cooperatori benediciamo ora il Signore, implo-

rando su di essi la luce e la forza dello Spirito Santo di cui hanno

bisogno per il compimento del loro servizio ecclesiale.

In copertina: Arcabas, Le mirofore, Chiesa della Resurrezione nella Comunità Nazareth a Torre de’ Roveri

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INTRODUZIONE ALLA CELEBRAZIONE

Canto JESUS CHRIST YOU ARE MY LIFE

Rit.: Cristo sei la vita mia, alleluia alleluia!

Cristo sei la vita mia, alleluia alleluia!

Tu sei via, sei verità, Tu sei la nostra vita,

camminando insieme a Te vivremo in Te per sempre. Rit.

Ci raccogli nell'unità, riuniti nell'amore,

nella gioia dinanzi a Te cantando la Tua gloria. Rit.

Nella gioia camminerem, portando il Tuo Vangelo,

testimoni di carità, figli di Dio nel mondo. Rit.

Vescovo: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Tutti: Amen.

Vescovo: La pace sia con voi.

Tutti: E con il tuo spirito.

Vescovo: O Padre, che hai mandato a noi la tua Parola di verità, il

Figlio amato, effondi nel nostro cuore lo Spirito di verità perché ci

illumini, ci purifichi e ci renda veri testimoni del Cristo verso tutti

coloro che incontreremo. Rivolgi il tuo sguardo sulle catechiste e i

catechisti perché, come donne e uomini capaci di vangelo, sappia-

no farsi generosi e competenti accompagnatori di quanti sono affi-

dati al loro servizio di insegnamento e di testimonianza.

Tutti: Amen.

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Guida: Per ascoltare la Parola il nostro cuore deve essere disponibile,

attento, obbediente. Solo così possiamo entrare in dialogo vero con il Si-

gnore, che fa delle Scritture le sue lettere d’amore rivolte all’umanità e a

ciascuno di noi, personalmente. Lo Spirito, che con il suo divino soffio ha

ispirato le Scritture, soffia ancora quando esse vengono lette ed ascoltate.

Per questo ci disponiamo ora ad invocare lo Spirito Santo, perché ci con-

duca nel giardino delle Scritture facendoci appassionare ad esse. Così an-

che noi diventeremo guide appassionate che sanno appassionare!

Il canto delle labbra diventi espressione del canto del cuore per la nostra

invocazione allo Spirito del Signore.

Canto di invocazione allo Spirito Santo

Rit.: Riempici di Te, Padre Creatore,

Riempici di Te. Figlio Salvatore,

Riempici di Te. Spirito d’Amore,

Riempici di Te. 2 v.

Sciogli il cuore dei Tuoi figli

dalle catene dell’inganno,

dalla cieca indifferenza,

dalla vanità del mondo.

Sciogli il cuore dei Tuoi figli

con la Vera Libertà,

con la dolcezza del Perdono,

con la lieta povertà. Rit.

Guida: Ed ora, tutti insieme, innalziamo la nostra preghiera al Risorto,

nella certezza che egli prega per noi il Padre, che fa scendere su di noi lo

Spirito di verità:

Tutti: Manda su di noi, Signore, il tuo santo Spirito

perché ci insegni a cercarti, come Maria di Magdala,

a trovarti nelle Scritture, come i discepoli di Emmaus,

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a riceverti come Pane spezzato per la nostra vita,

a dirti ancora che noi ti amiamo, come Pietro.

Lettore: Il tuo Spirito ci comunichi un soffio di risurrezione

e faccia della tua Chiesa una comunità che viva

più profondamente l’amore e la speranza

di cui deve rendere conto.

Tutti: Donaci il tuo Spirito di sapienza,

per saper leggere verità nuove intorno a noi,

proclamare con gioia la fedeltà del Padre verso i suoi figli,

accompagnare nel cammino le giovani generazioni,

affinché possano conoscere i prodigi dell’amore divino.

Lettore: Con il dono del tuo Spirito

metti nei nostri cuori e sulle nostre labbra

la Parola che risveglia e salva,

la Parola sconvolgente di un nuovo inizio,

l’annuncio del tuo Regno che viene.

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IN ASCOLTO DELLA PAROLA

Canto di accoglienza della Parola

Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo

e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra.

Così ogni mia parola non ritornerà a me

senza operare quanto desidero

senza aver compiuto ciò per cui l'avevo mandata,

ogni mia parola, ogni mia parola.

Dal Vangelo secondo Giovanni 20,11-18

Maria stava ancora all’esterno, vicino al sepolcro, e

piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e

vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte

del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo

di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Ri-

spose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so

dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vi-

de Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le dis-

se Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella,

pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Si-

gnore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io

andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si vol-

tò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa:

«Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché

non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli

e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e

Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai

discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore

Tutti: Lode a te, o Cristo.

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RISONANZA DELLA PAROLA

Guida: Dedichiamo un momento all’interiorizzazione della Parola ascol-

tata. Successivamente il nostro Vescovo ci aiuterà ad approfondirla in vi-

sta di un’attualizzazione nell’impegno del servizio catechistico. Alterne-

remo alcuni momenti di silenzio, in cui potremo avvalerci anche della bre-

ve spiegazione scritta, a brevi preghiere che eleveremo comunitariamente.

Lettore: Maria stava ancora all’esterno, vicino al sepolcro, e

piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro.

(Momento di silenzio) Maria è alla ricerca del corpo di Gesù. Non

è ancora giunta alla fede nella risurrezione. In lei riconosciamo

quanto la nostra esperienza ci insegna: il dolore e i fallimenti, con

la loro forza di devastazione, assorbono molto spesso tutte le

energie della persona, e impediscono di vedere i segni di speranza

e di aprirsi ad essi. Maria è ancora nel buio e nel pianto. Neppure i

due misteriosi personaggi che stanno seduti sulla tomba, sembrano

smuoverla dalla sua tetra desolazione.

Tutti: Signore, ti consegniamo tutti quei momenti in cui ci siamo

lasciati travolgere dai problemi e dallo sconforto. Anche nel ser-

vizio della catechesi abbiamo sperimentato situazioni di delusio-

ne, di difficoltà, tali da indurci a voler rinunciare. Ti chiediamo

perdono, Signore, perché ci siamo lasciati scoraggiare proprio a

causa del fatto di aver puntato più su di noi che su di te, più sulle

nostre forze che sul tuo aiuto. Allora non siamo stati autentici te-

stimoni della tua risurrezione. Perdonaci e risollevaci, Signore!

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L: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno

posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma

non sapeva che fosse Gesù.

(Momento di silenzio) Il cambiamento nella ricerca di Gesù da

parte di Maria di Magdala viene segnalato dal mutamento del suo

sguardo. Dal semplice iniziale scorgere la tomba, ad uno sguardo

più attento, associato ad un voltarsi. È solo l’inizio di una trasfor-

mazione, che la porterà a scoprire la presenza del Vivente.

Tutti: Signore, ti chiediamo di aiutarci a convertire i nostri sguar-

di. Infatti a volte siamo troppo concentrati su ciò che non va, che

manca, che non ci appaga. Tutto comincia a cambiare quando

sappiamo indirizzare il nostro sguardo ai segni della tua presen-

za, anche se, come Maria di Magdala, troviamo difficoltà ad indi-

viduarla e a riconoscerla con chiarezza. Converti i nostri sguardi,

Signore!

L: Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse:

«Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io

andrò a prenderlo»

(Momento di silenzio) Il Risorto è davvero il custode del giardino.

Egli è l’uomo nuovo, il primogenito dei risorti, che viene collocato

come Adamo nel giardino della nuova creazione di Dio. Ma Maria

di Magdala ancora non capisce e continua a credere di sapere già

tutto.

Tutti: Tante volte, Signore, siamo come Maria di Magdala e pen-

siamo di aver capito tutto di te, o perlomeno tutto quello che è im-

portante. Ti preghiamo allora perché ogni giorno diventi invece,

per ognuno di noi, una nuova scoperta del tuo abisso d’amore e

dell’imprevedibile stile con cui tu circondi di tenerezza le tue

creature.

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L: Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico:

«Rabbunì!».

(Momento di silenzio) In questo scambio di voci vi è l’eco del mo-

tivo biblico che attraversa gran parte della Scrittura sul tema del

dialogo festoso tra lo sposo e la sposa («Voce di gioia, voce di al-

legria, voce dello sposo, voce della sposa»). Qui nel giardino del

Risorto, lo Sposo e la sposa parlano entrambi, comunicando tra lo-

ro e scambiandosi una parola che dischiude il futuro. Il linguaggio

dell’amore nuziale diventa qui uno dei simboli più alti per dire il

mistero del dialogo d’amore che Dio intesse con la sua Chiesa, che

il Cristo scambia con l’anima di ogni credente.

Tutti: Signore, fa’ che ritroviamo il gusto del dialogare con te,

dello stare in preghiera davanti a te. Così riscopriamo quella

chiamata che sta all’origine della nostra fede e quelle parole

d’amore che tu rivolgi al cuore e che sono irripetibili, speciali per

ognuno di noi. Ti chiediamo poi di aiutarci a condurre tutti coloro

ai quali offriamo il nostro servizio della catechesi, alla scoperta di

come è bello dialogare con Te e come è prezioso sapere che Tu sei

colui che li chiama per nome.

L: Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora

salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al

Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».

(Momento di silenzio) La fede del discepolo comporta necessaria-

mente il servizio della testimonianza. Questo è evidente

nell’ordine di annunciarlo ai suoi fratelli, ordine che Maria di

Magdala riceve dal Risorto. E al centro dell’annuncio sta la pater-

nità di Dio verso Gesù e grazie a lui, crocifisso e risorto, anche

verso di noi, suoi discepoli, e verso l’intera umanità della quale è

diventato pienamente fratello nella sua morte.

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Tutti: Tu, che in Gesù crocifisso e risorto hai fatto nascere la spe-

ranza di un mondo nuovo in cui ogni violenza e dolore verranno

vinti, vieni in nostro aiuto, o Padre, perché, come Maria di Mag-

dala, possiamo seminare, in ciascuno dei nostri cammini, dei se-

gni annunciatori della tua luce.

L: Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho vi-

sto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

(Momento di silenzio) Maria di Magdala corre a dare alla comuni-

tà dei ‘fratelli’ la notizia della risurrezione di Gesù. È un Gesù che

lei ha incontrato vivo e presente, e che ora può testimoniare a tutti

con gioia incontenibile. È un andare che è un ‘traslocare’. Ogni

missione comporta infatti almeno un ‘trasloco’ interiore, un uscire

da sé, da un proprio mondo più o meno comodo, più o meno rassi-

curante, per andare incontro all’altro e fargli sapere che l’amore ha

vinto, che nella croce si è manifestato il paradosso più grande:

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché

chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna»

Tutti: Sia tu benedetto, Signore, per la gioia che ci doni, la gioia

al di sopra di tutte le gioie, la gioia della tua presenza, della tua

risurrezione, la gioia della tua parola, più preziosa di tutte le ric-

chezze, più splendente di tutti gli onori. Amen.

Riflessione del Vescovo Francesco

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Canto: COME CANTO D’AMORE

Con il mio canto, dolce Signore,

voglio danzare questa mia gioia,

voglio destare tutte le cose,

un mondo nuovo voglio cantare.

Con il mio canto, dolce Signore,

voglio riempire lunghi silenzi

voglio abitare sguardi di pace

il tuo perdono voglio cantare.

Rit.: Tu sei per me come canto d'amore.

Resta con noi fino al nuovo mattino.

Con il mio canto, dolce Signore,

voglio plasmare gesti d'amore

voglio arrivare oltre la morte

la tua speranza voglio cantare.

Con il mio canto, dolce Signore,

voglio gettare semi di luce

voglio sognare cose mai viste

la tua bellezza voglio cantare.

Se tu mi ascolti, dolce Signore,

questo mio canto sarà una vita

e sarà bello vivere insieme

finché la vita un canto sarà...

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Preghiera dei fedeli

Lettore: Il Vangelo è potenza di Dio per la salvezza di coloro che

credono. Animati da questa certezza, rivolgiamo al Padre la nostra

preghiera.

Tutti: Attira tutti a te, o Signore

Fa’ che tutte le nazioni riconoscano in te, o Padre, l'unico vero Dio

e in Gesù Cristo il Figlio che tu hai inviato. Rit.

Manda operai nella tua messe, perché il tuo nome sia glorificato

tra le genti. Rit.

Tu che hai mandato i discepoli a predicare il Vangelo, aiutaci a

portare a tutti la vittoria della croce. Rit.

Rendici attenti e docili alla predicazione degli Apostoli, e coerenti

con gli insegnamenti della nostra fede. Rit.

Tu che oggi ci chiami al tuo servizio per i fratelli, fa' che siamo

ministri della tua verità. Rit.

Confermaci nell'umile dedizione alla tua Chiesa, perché mentre te-

stimoniamo agli altri siamo sempre pronti a imparare e a servire.

Rit.

La grazia dello Spirito Santo guidi le nostre parole e i nostri cuori,

perché rimaniamo sempre nel tuo amore e nella tua lode. Rit.

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MANDATO E BENEDIZIONE

Vescovo: Guarda con bontà, o Padre, questi tuoi figli

che si offrono per il servizio della catechesi;

confermali nel loro proposito con la tua benedizione,

perché nell'ascolto assiduo della tua parola,

docili all'insegnamento della Chiesa,

si impegnino a istruire i fratelli,

e tutti insieme ti servano con generosa dedizione,

a lode e gloria del tuo nome.

Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

Vescovo: Ed ora, obbedienti al comando del nostro salvatore e al

suo divino insegnamento noi osiamo dire:

Tutti: Padre nostro

Vescovo: Il Signore sia con voi.

Tutti: E con il tuo Spirito.

Vescovo: Dio, che ha rivelato in Cristo

la sua verità e il suo amore,

vi faccia testimoni nel mondo

della sua carità e del suo Vangelo.

Tutti: Amen.

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Vescovo: Il Signore Gesù che ha promesso

di rimanere con la sua Chiesa

sino alla fine dei secoli,

renda efficaci le vostre parole e le vostre opere.

Tutti: Amen.

Vescovo:

Lo Spirito Santo sia sopra di voi,

perché siate veri cooperatori

e ministri della parola.

Tutti: Amen.

Vescovo: E su voi tutti qui presenti,

scenda la benedizione di Dio onnipotente,

Padre e Figlio e Spirito Santo.

Tutti: Amen.

Durante il canto di congedo viene consegnata un’immagine-ricordo con

preghiera del catechista

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Canto di congedo

O Signore fa' di me un tuo strumento

fa' di me uno strumento della tua pace,

dov'è odio che io porti l'amore

dov'è offesa che io porti il perdono

dov'è dubbio che io porti la fede

dov'è discordia che io porti l'unione

dov'è errore che io porti verità

a chi dispera che io porti la speranza. (bis)

Rit. O Maestro dammi tu un cuore grande

che sia goccia di rugiada per il mondo,

che sia voce di speranza, che sia un buon mattino

per il giorno d'ogni uomo

e con gli ultimi del mondo sia il mio passo lieto

nella povertà, nella povertà. (bis)

O Signore fa' di me il tuo canto

fa' di me il tuo canto di pace

a chi è triste che io porti la gioia

a chi è nel buio che io porti la luce.

E' donando che si ama la vita

è servendo che si vive con gioia

perdonando che si trova il perdono

è morendo che si vive in eterno. (bis)