Drunkoressia - giovani, magri e ubriachi
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Transcript of Drunkoressia - giovani, magri e ubriachi
Istituto di Istruzione Superiore "E. Maggia"Viale Prof. Albano Mainardi, 5 - 28838 Stresa
(VB)
Esame di Stato 2012-2013
DrunkorexiaGiovani, magri e ubriachi
Gabriele ColomboV A tr
Indice
Premessa 2
Introduzione 3
Capitoli
1. I disturbi alimentari
1.1. Anoressia 4-5
1.2. Bulimia 5
1.3. Binge Eating 6
1.4. Ortoressia 6
1.5. Bigoressia 7
2. L' alcol
2.1. Aspetti generali 8
2.2. Effetti sull' organismo 8-9
2.3. Linee guida 10
3. La Drunkoressia
3.1. Caratteristiche 11
3.2. Cause 11
3.3. Sintomi ed Effetti 11
3.4. Terapia 12
Bibliografia e Sitografia 13
Premessa
La scelta di trattare i disturbi alimentari come argomento della tesina è stata condizionata dal mio
interesse per le scienze dell’alimentazione ma in particolare dalle esperienze che ho vissuto
personalmente in questi ultimi anni.
Nell'estate del 2011, infatti, sono iniziati a manifestarsi in me dei sintomi riconducibili a disturbi
alimentari, con il supporto di una psicologa e delle persone a me care sono riuscito a diagnosticare
nei miei comportamenti un disturbo alimentare atipico con comportamenti sia anoressici che
bulimici.
Sono entrato in terapia nel gennaio del 2012 e ad oggi ho presentato miglioramenti importanti.
L'argomento del mio elaborato getta un occhio di riguardo sul legame che si crea tra l'anoressia e
l'abuso di sostanze alcoliche al fine di ridurre le ansie e le depressioni che subentrano con la
malattia.
Questo rapporto con le sostanze alcoliche l'ho percepito anche io stesso nel percorso verso la
guarigione, nel momento in cui bevo, infatti, mi sento più sicuro di me stesso e smetto di percepire
quell'inadeguatezza del corpo che accompagna costantemente tutti i soggetti affetti da disturbi
alimentari nel corso della loro malattia.
Da tutto ciò nasce l'idea di parlare dei disturbi alimentari, con un occhio di riguardo alla
drunkoressia perché, oltre alla mia esperienza personale, ritengo sia importante focalizzare
l’attenzione questo tipo di malattie che sono sempre più diffuse all’interno della nostra società.
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Introduzione
L'elaborato è strutturato in modo tale da fornire al lettore le conoscenze necessarie per affrontare e
capire l'argomento in modo completo.
In una prima parte si parlerà dei disturbi alimentari in modo generale, prima spiegando cosa si
intende con disturbo alimentare e poi analizzando i disturbi dai più comuni a quelli meno
conosciuti.
Una seconda parte parlerà dell’alcol, con le relative caratteristiche nutrizionali, le linee guida
riguardanti il consumo e le patologie che possono insorgere in seguito ad un abuso di esso.
La terza parte invece combina i primi due argomenti al fine di far conoscere e comprendere il
disturbo alimentare denominato drunkoressia, analizzandone le caratteristiche generali, le cause, i
sintomi e le terapie che si possono adottare nei soggetti affetti da questo disturbo.
Ho adottato un metodo di lavoro incentrato sulla ricerca via in internet e all'interno di articoli di
giornale per poi rielaborare e riclassificare il tutto adeguandolo alle mie necessità.
Di seguito una mappa concettuale rappresenta in modo grafico il contenuto della tesina.
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1. I disturbi alimentari
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) vengono definiti come una gamma di
comportamenti anomali caratterizzati dall'alterazione delle proprie abitudini alimentari e da un
rapporto problematico con il corpo e con il processo di definizione della propria identità.
Questo tipo di disturbi colpisce principalmente i Paesi Occidentali e per la maggior parte
elementi di sesso femminile, anche se non è da trascurare il fenomeno, in costante aumento,
della “Manoressia”, l'anoressia che si manifesta nei soggetti di sesso maschile.
I DCA si presentano principalmente in età adolescenziale e sono classificati come disturbi
psichiatrici ma presentano molte interazioni con altri campi medici come appunto il campo
delle scienze dell'alimentazione.
I disturbi alimentari più conosciuti sono:
• Anoressia
• Bulimia
• Binge Eating Disorder (B.E.D)
• Ortoressia
• Bigoressia
1.1. Anoressia
Insieme alla bulimia, l'anoressia nervosa rappresenta uno dei più importanti e diffusi disturbi
alimentari psicogeni.
Ciò che caratterizza l'anoressia è il rifiuto del cibo dovuto ad una paura ossessiva d'ingrassare.
Generalmente inizia con una dieta alla quale vengono applicate regole sempre più restrittive;
per poi essere associati atteggiamenti compensatori come il vomito autoindotto, l'uso esagerato
di lassativi o l'esagerata attività fisica.
Nelle forme più gravi si presentano gravi scompensi nutrizionali che portano a squilibri
ematologici, immunitari, metabolici, endocrini, cardiovascolari e, nei casi di vomito
autoindotto, complicanze gastroenteriche, lesioni a stomaco ed esofago e di tipo odontoiatrico.
Nelle donne, inoltre, è consequenziale il manifestarsi dell'amenorrea, ossia la scomparsa del
ciclo mestruale.
Ad accompagnare questi sintomi clinici, nella maggior parte dei casi, insorgono ansie e
depressioni dovute alla paura ossessiva d'ingrassare.
Questi squilibri dell'organismo possono portare a forme patologiche gravi e, in alcuni casi,
anche al decesso, soprattutto col continuo protrarsi negli anni della malattia.
Tra le cause identifichiamo diversi fattori: fattori predisponenti, fattori precipitanti e fattori
mantenenti (vedi figura sotto)
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Le terapie maggiormente utilizzate nell'ambito psichiatrico per curare l'anoressia associano un
percorso di psicoterapia ad una rieducazione alimentare; nei casi più gravi viene anche
associata una terapia clinica in caso subentrino altre complicanze secondarie.
La terapia psicologica mira a creare una coscienza alimentare rendendo il soggetto anoressico
un cosiddetto caso mascherato, in modo da stabilizzarne le condizioni fisiche e, nel frattempo,
rimuovere le reali cause scatenanti della patologia.
1.2. Bulimia
La bulimia è il secondo disturbo alimentare più conosciuto nel quale l’ansia e una persistente
ed eccessiva preoccupazione per il peso e la forma fisica provocano ricorrenti episodi di fame
insaziabile, in cui il soggetto consuma in breve tempo grandi quantità di cibo, alternate a
vomito autoindotto, uso di lassativi, digiuno intensa attività fisica.
I soggetti colpiti da bulimia hanno un profilo psico-sociale molto simile a quelli affetti da
anoressia con l'unica differenza che la prima si manifesta maggiormente in persone già adulte e
può insorgere anche in seguito alla seconda, nel 20-25% dei soggetti anoressici, infatti, sono
presenti manifestazioni bulimiche.
Mentre il peso risulta normale, con al massimo alcuni leggeri sovrappesi o sottopesi, i rischi
più grandi sono dati dai metodi purgativi messi in atto, infatti nei soggetti bulimici sono
comuni scompensi elettrolitici e complicanze esofago-gastrointestinali.
Come l'anoressia, la bulimia è accompagnata da stati di ansia e depressione dovuti ai sensi di
colpa e alla paura di perdere il controllo di sé stessi.
La terapia associa percorsi di psicoterapia con una terapia a livello clinico in caso le
complicanze secondarie risultino molto gravi.
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1.3. Binge Eating Disorder (B.E.D.)
Il Binge Eating Disorder (BED) sta assumendo negli ultimi anni una grande importanza a
causa dei suoi legami con l'obesità. Ciò che caratterizza il BED è un problema
dell'alimentazione per cui una persona ingurgita quantità di cibo esorbitante in modo veloce e
vorace fino a che non si sente completamente sazio.
Perché si possa parlare di Binge Eating Disorder devono coesistere i seguenti fattori:
• Abbuffate almeno due volte a settimana per un periodo di almeno 2 mesi;
• Abbuffate in solitudine e indipendenti dallo stimolo della fame;
• Assenza di gratificazione ma solo senso di colpa;
• Assenza di metodi compensatori come per la Bulimia.
Le persone affette da Bed soffrono di gravi stati di sovrappeso e obesità; le conseguenze del
sovrappeso sono l’aumento del rischio di malattie cardiocircolatorie, ipertensione, accumulo di
grassi negli organi, difficoltà nella deambulazione, artrosi, diabete mellito, gotta e
predisposizione verso alcune forme tumorali.
Tra le cause riconosciute troviamo: depressione, che può essere anche innescata in seguito al
disturbo, scarsa autostima e necessità di riempire un vuoto interiore attraverso il cibo.
Le cure si dividono in farmacologiche, antidepressivi e ansiolitici, e cure psicologiche, che
diventano indispensabili per gestire l'assunzione di cibo e creare una vera e propria coscienza
alimentare.
1.4. Ortoressia
L'ortoressia è un particolare disturbo alimentare non ancora del tutto accettato dalla comunità
psichiatrica, ciò che la caratterizza è un’attenzione maniacale al cibo che si ingerisce e alla
qualità di esso.
Questo disturbo alimentare crea problemi a livello sociale in quanto i soggetti che ne sono
affetti tendono ad isolarsi e a trarre piacere solamente dal controllo sul cibo. Il pericolo
maggiore è dato dal fatto che col passare del tempo i soggetti ortoressici mettono al centro del
proprio mondo il cibo, trascurando tutto il resto.
La causa fondamentale di questo disturbo è lo stress, in quanto il soggetto affetto da ortoressia
cerca tranquillità e senso di benessere nel controllo sul cibo.
La terapia consigliata è quella psicologica che mira al riequilibrio dei valori nella vita della
persona, diminuendo la cura maniacale sulla scelta dei cibi.
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1.5. Bigoressia
La bigoressia, chiamata anche anoressia riversa in quanto l'immagine distorta della persona è
opposta a quella dell'anoressia, è caratterizzata da un’estrema attenzione alla propria massa
muscolare anche a discapito della salute.
I soggetti affetti da anoressia riversa tendono ad effettuare un’attività fisica esagerata e ad
assumere troppe proteine ed anabolizzanti. Le conseguenze di questi comportamenti errati
sono l’affaticamento di fegato e reni e la deformazione della muscolatura e delle ossa.
I soggetti bigoressici soffrono di un forte senso d'inferiorità e spesso il disturbo è
accompagnato da stati depressivi dovuti alla sensazione di non aver raggiunto i risultati
prefissati.
Le cause sono fondamentalmente di tipo sociale e dovute ai mass-media che propongono
modelli sempre più artificiosi e irreali.
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2. L' alcol
Il termine alcol, in alimentazione, indica in forma generica l’alcol etilico contenuto all’interno
di bevande classificate come alcoliche e fondamentalmente distinte in:
• Vini
• Birre
• Distillati
• Liquori
Tutte queste bevande sono anche considerate psicoattive in quanto contenenti una certa
quantità di alcol etilico, composto definito stupefacente con svariati effetti di diversa natura
sull’organismo. I distillati e i liquori vengono inoltre classificati come superalcolici se
superano i 40% vol.
2.1. Aspetti generali
L'alcol etilico (nome IUPAC), o etanolo, è un alcol a catena libera la cui formula è
CH3CH2OH, è una sostanza volatile ed infiammabile e a temperatura ambiente e pressione
atmosferica si presenta in stato liquido, è incolore e distinguibile dal caratteristico odore
pungente e dal gusto leggermente dolce.
Di seguito è rappresentata la formula di struttura.
L'etanolo conferisce 7 kcal per grammo, denominate vuote in quanto non forniscono sostanze
edibili all'organismo.
2.2. Effetti sull'organismo
Come detto in precedenza, l’alcol etilico ha svariati effetti sull’organismo:
Effetti sul sistema nervoso:In questo caso ha un effetto depressivo sul sistema nervoso centrale ed un effetto ansiolitico;
provoca in generale disinibizione comportamentale.
Effetti sul sistema cardiocircolatorio:L'ingestione di alcol etilico provoca una vasodilatazione cutanea e un aumento del flusso
sanguigno a livello gastrico con conseguente perdita di calore interna, che causa
un’ingannevole sensazione di calore. Provoca anche aritmie e deprime la contrattilità del
muscolo cardiaco.
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Effetti sul sistema urinario:L'alcol stimola la diuresi e inibisce la produzione di vasopressina da parte dell'ipofisi.
Effetti sull'apparato gastroenterico:L'assunzione di etanolo provoca una produzione aumentata di saliva e succhi gastrici, con
conseguente irritazione della mucosa gastrica. Nei consumatori abituali si presentano difficoltà
nell'assorbimento dei nutrienti a livello intestinale dovuto ad una modifica strutturale degli
epiteli. L'alcol produce effetti tossici su pancreas e fegato che si manifestano con pancreatiti e
cirrosi epatiche.
Effetti sull'apparato genitale:Causa impotenza nell'uomo e modifica del ciclo mestruale nella donna, con una diminuzione
della libido nei rapporti sessuali; inoltre il consumo di alcol riduce la secrezione di ossitocina
creando ritardi nel parto.
Effetti psicologici:Gli effetti psicologici dovuti all’assunzione di alcol possono essere di due tipi:
1) Ubriachezza
Nei soggetti ubriachi è comunemente presente uno stato di euforia, il parlare in modo
sconclusionato, la perdita di equilibrio, eccitazione e irritabilità. Questo stato è caratterizzato
da una maggiore fiducia in sé stessi e da disinibizione. In genere i soggetti sono rumorosi ed
estroversi anche se altri diventano più chiusi e solitari; l'umore rimane comunque labile, con
atteggiamenti alternati di aggressività, sottomissione, euforia e malinconia.
2) Dipendenza
Può essere sia fisica che psicologica. La crisi di astinenza si manifesta in due stadi: nel primo i
sintomi principali sono tremore, nausea, aumento della sudorazione, febbre e qualche volta
allucinazioni (della durata di 24 ore circa). La seconda fase, delirium tremens, è caratterizzata
da tremori, convulsioni e allucinazioni tipiche del male epilettico e può avere esito fatale.
Questa fase può avere una durata da 4/5
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2.3. Linee Guida
I LARN (livelli di assunzione giornaliera di nutrienti raccomanda) consigliano di limitare il più
possibile l'assunzione di alcol, in particolare indicano che il suo apporto energetico non deve
superare il 10% delle kcal della giornata, in particolare non deve essere assunto
quotidianamente per più di 40 giorni per gli uomini e 30 giorni per le donne.
Di seguito una tabella che indica il contenuto alcolico (capacità, peso, kcal e unità alcoliche)
di alcune bevande comuni:
Il tasso alcolemico per mettersi alla guida di autoveicoli e motocicli è fissato dal codice della
strada a 0,5g/l e ai 0,0g/l per i neopatentati.
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3. La Drunkoressia
Il termine drunkoressia è un neologismo inventato da alcuni giornalisti del New York Times volto
ad indicare un comportamento errato nel consumo di alcol legato al disturbo alimentare anoressico e
bulimico. Il termine non è ancora riconosciuto dalla comunità scientifica ma gli effetti di questo
disturbo sono ben noti e presenti nella cultura occidentale.
3.1. Caratteristiche
Il disturbo drunkoressico si presenta in modalità differenti e a sé stanti.
La prima modalità è riconducibile ad un metodo compensatorio simile a quello del digiuno attuato
nella bulimia, infatti i soggetti affetti da questo disturbo, spinti dalla società, digiunano per l'intera
giornata al fine di poter ingerire quantità esagerate di alcol alla sera evitando d'ingrassare. Questa
prima modalità degenera in un'attenzione estrema per il proprio aspetto con conseguente insorgenza
di Anoressia.
La seconda modalità con cui la drunkoressia si manifesta insorge in fase di anoressia già avviata,
infatti i soggetti ammalati seppur evitino le calorie fornite dagli alcolici sono spinti al consumo di
alcol al fine di inibire le ansie e le depressioni dovute alla visione distorta della propria immagine.
Vi è inoltre una terza modalità che si manifesta nei soggetti affetti da bulimia, i quali consumano
quantità esagerate di alcol per indurre il vomito.
3.2. Cause
Le cause di questo disturbo sono analoghe a quelle degli altri DCA ossia scarsa autostima, fattori
culturali, fattori personali e fattori famigliari ma in particolare la associazione del DCA all'alcol è
dovuta ad un modello errato fornito dalla società, i giovani, infatti, vedono nel consumo di bevande
alcoliche un mezzo per eliminare timidezza e sentirsi a proprio agio con i coetanei e spesso
utilizzano questo metodo già in preadolescenza.
Inoltre una delle cause imputabili di questo disturbo può essere l'assenza di una personalità
affermata.
3.3. Sintomi ed effetti
Il disturbo drunkoressico si presenta con gli stessi sintomi dell'anoressia ossia estrema magrezza,
depressione e incapacità a gestire le relazioni umane e sviluppa malattie tipiche del disturbo quali
osteoporosi, alterazioni cardiache e amenorrea. Oltre ai sintomi dell'anoressia la drunkoressia
procura una serie di sintomi dovuti al consumo esagerato di alcol, nei casi più gravi questo diventa
l'unica fonte di calorie nell'arco della giornata; inoltre l’assunzione di alcol a stomaco vuoto
raddoppia gli effetti negativi procurando in breve tempo problemi renali, dentali, all’esofago,
cardiocircolatori, neuropatie, tremori.
L’organo più danneggiato resta il fegato che ha la funzione di metabolizzare l’alcol e può sviluppare
forme di epatite alcolica, steatosi, cirrosi e tumori.
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3.4. Terapia
La terapia è analoga a quelle degli altri DCA; si combina terapia di nutrizione, in caso di sottopeso
rilevante, psicoterapie individuali o di gruppo e in caso si fosse sviluppata una dipendenza vera e
propria da alcol vengono effettuate terapie farmacologiche.
In tutti i casi un aspetto importante è la prevenzione.
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Bibliografia:-”Nutrizione Oggi” di Silvano Rodato e Isabella Gola, edizioni Clitt
-”Il messaggiero” di Mercoledì 6 Febbraio 2013
Sitografia:-https://it.wikipedia.org
.http://www.benessere.com
-http://www.sinu.it
-http://www.lastampa.it
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