Dott.ssa Maria Vittoria Montano - idipsi.it · "L'inconscio non sprecail «fiato»dicendo ciò che...

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Dott.ssa Maria Vittoria Montano

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"L'inconscio non spreca il «fiato» dicendo ciò che già si sa."

(Marie-Louise Von Franz)

2Jung e l'interpretazione dei sogni

<<Il sogno è un fenomeno normale, naturale, che certamente è quel che è e non significa nulla di diverso. Noi definiamo simbolici i suoi contenuti perché ovviamente non hanno un solo significato, ma si svolgono in direzioni diverse e perciò devono denotare qualcosa che è inconscio, o perlomeno non cosciente in tutti i suoi aspetti>>. (C. G. Jung, Simboli e interpretazione dei sogni)

3Jung e l'interpretazione dei sogni

<<Il nostro metodo tratta il sogno come un prodotto spontaneo della psiche a proposito del quale non esiste nessun assunto precostituito se non che, in un modo o nell’altro, esso trasmette un suo messaggio>>. (C. G. Jung, Simboli e interpretazione dei sogni)

4Jung e l'interpretazione dei sogni

o Un sogno diventa tale solo al momento del risveglio. Si tratta di un’esperienza vissuta nel sonno che ha lasciato il segno, e che riusciremo a ricordare solo in una certa misura.

o Questa esperienza ci comunica qualcosa sullo stato attuale della nostra vita emozionale e provoca l’eccitazione di molteplici connessioni cognitive ed emotive, causando un mutamento. In altre parole, il sogno è espressione del proprio sé. Jung ci dice in proposito: <<Il sogno è un frammento di attività psichica “involontaria” che è cosciente quel tanto che gli occorre per essere riprodotto in stato di veglia>>.

o I sogni ripristinano il collegamento con la base istintuale, facendo riemergere alla coscienza le immagini e le emozioni che esprimono lo stato dell’inconscio.

5Jung e l'interpretazione dei sogni

I principali fattori da tenere in considerazione per la memorizzazione del sogno sono i seguenti:a) Il ricordo onirico dipende da fattori esterni.È più facile ricordare quando possiamo svegliarci con calma, senza essere immediatamente disturbati da una sveglia, dal pensiero delle cose da fare e così via. Solitamente, in vacanza ricorderemo più sogni rispetto ai periodi di stress lavorativo.b) Il ricordo del sogno dipende dal tipo di sogno.I sogni in cui la pressione emotiva è particolarmente alta sono più facili da ricordare.c) Il ricordo del sogno dipende dall’interesse ai sogni.d) Il ricordo dei sogni dipende dalle caratteristiche della personalità.e) Il ricordo del sogno dipende dalle circostanze di vita.In periodi di crisi, momenti di transizione e situazioni pesantemente conflittuali, i sogni vengono ricordati e anche capiti meglio.

6Jung e l'interpretazione dei sogni

Anche se vi sono sogni e sporadicamente anche motivi tipici e frequenti, perlopiù i sogni sono individuali e atipici. Motivi tipici sono quelli di cadere, volare, essere inseguiti da uomini e animali pericolosi, di essere vestiti in modo insufficiente o assurdo in luoghi pubblici, di essere presi da una gran fretta oppure di essere smarriti in un turbine di folla, di essere assaliti da ogni sorta di angoscia, di combattere con armi inutili o di essere totalmente indifesi, di correre senza arrivare da nessuna parte e così via.

7Jung e l'interpretazione dei sogni

o Il processo di interpretazione consiste nel confronto tra due mentalità, quella dell’analista e quella dell’analizzato, e non nell’applicazione di una teoria precostituita. La mentalità dell’analista è caratterizzata da diverse particolarità individuali, forse quanto lo è la mentalità dell’analizzato, che hanno l’effetto di pregiudizi.

o L’esperienza e la conoscenza psicologiche pongono semplicemente l’analista in una situazione professionalmente vantaggiosa, ma non lo mettono certo al di sopra della mischia, poiché verrà messo alla prova tanto quanto l’analizzato.

8Jung e l'interpretazione dei sogni

o Se vogliamo interpretare i sogni di un altro, dovremo sacrificare le nostre predilezioni e soffocare i nostri pregiudizi, almeno temporaneamente, il che non è né facile né agevole perché comporta uno sforzo morale che non è da tutti. Ma, se non ci sforzeremo di sottoporre a giudizio critico il nostro punto di vista, riconoscendone la sua relatività, non otterremo le giuste informazioni sul nostro analizzato né avremo una sufficiente penetrazione nella sua psiche.

o Non è detto che le resistenze del paziente alle interpretazioni dell’analista siano ingiustificate; anzi, sono sicuramente il segno che qualcosa non “funziona”. Forse il paziente non ha ancora raggiunto lo stadio in cui è in grado di capire, oppure l’interpretazione non è appropriata.

o L’interpretazione corretta dipende dal contesto, e cioè dalle associazioni collegate all’immagine onirica e dalla reale condizione psichica del sognatore.

9Jung e l'interpretazione dei sogni

Si definisce interpretazione al piano oggettuale ogni interpretazione nella quale le espressioni oniriche vengono considerate equivalenti a oggetti reali. L’interpretazione sul piano oggettuale, o anche oggettivo, riguarda dunque persone o circostanze note nel mondo cosciente o la proiezione che il sognatore ha di esse; è un livello interpretativo che prende in considerazione il rapporto con la realtà e l’aspetto relazionale. Se sogniamo una persona cui ci lega un interesse vitale, il sogno dovrà essere inquadrato innanzitutto dal punto di vista oggettivo.

10Jung e l'interpretazione dei sogni

Nell’interpretazione soggettiva tutti gli aspetti del sogno vengono invece ricondotti al sognatore.<<Le nostre images sono componenti del nostro spirito, e se il nostro sogno riproduce qualsiasi rappresentazione, si tratta in primissimo luogo di nostre rappresentazioni, per la cui formazione è coinvolta la totalità del nostro essere; sono fattori soggettivi che si raggruppano nel sogno in un modo o nell’altro non per motivi esterni, ma obbedendo agli stimoli più intimi della nostra psiche, ed esprimono perciò questo o quel senso. Tutta la creazione onirica è sostanzialmente soggettiva, e il sogno è un teatro in cui chi sogna è scena, attore, suggeritore, regista, autore, pubblico e critico insieme. Questa semplice verità è la base della concezione del significato del sogno definita con il termine di interpretazione al livello del soggetto. Come dice il termine, questa interpretazione concepisce tutte le figure del sogno come tratti personificati della personalità di chi sogna>>. (C. G. Jung, Considerazioni generali sulla psicologia del sogno)

11Jung e l'interpretazione dei sogni

Esistono delle regole fondamentali e utili, che sono essenzialmente tecniche e scientifiche, alle quali si può far riferimento quando mi succede di non capire un sogno. Ci si chiede: <<Com’è l’esposizione del sogno? Qual è l’ambiente? A che cosa è associato?>>. (M. L. von Franz, Il mondo dei sogni)

12Jung e l'interpretazione dei sogni

La psicologia junghiana dispone di una tecnica per avvicinarsi al sogno e riuscire a scoprirne il significato: paragoniamo il sogno ad un’opera teatrale e lo esaminiamo nelle sue tre componenti strutturali. - Primo, l’introduzione o esposizione (ambientazione del sogno e definizione del problema); - secondo, lo svolgersi dell’azione (la crisi); - in ultimo, la lisi (la conclusione, che indica sempre l’obiettivo del sogno).

13Jung e l'interpretazione dei sogni

Benché Jung affermi di non avere una vera e propria teoria sui sogni, si possono individuare in lui almeno due pensieri ben strutturati. Il primo si basa sul principio: i complessi provocano i sogni.La seconda teoria si basa sull’affermazione che i sogni compensano il comportamento cosciente. Si tratta della cosiddetta teoria della compensazione, che stabilisce in altre parole che il sogno può mostrarci aspetti della nostra personalità che al momento ci sfuggono o che devono essere sviluppati. Ecco di seguito una prima spiegazione del concetto data da Jung: <<Più l’atteggiamento cosciente è unilaterale e più svia dalla linea ottimale della possibilità vitale, più è possibile che sogni vivaci dal contenuto fortemente contrastante, ma capaci di realizzare una compensazione finalistica, affiorino come espressione dell’autogoverno psicologico dell’individuo>>.

14Jung e l'interpretazione dei sogni

o I complessi sono i motori della psiche. Agiscono come centri nucleari diversi che forniscono energia, impulso e vitalità alla psiche. Senza complessi saremmo morti. Possiamo sperimentare un complesso quando, per esempio, dopo esserci terribilmente annoiati, sentiamo che qualcosa suscita improvvisamente il nostro interesse: la noia ha fine e subentra l’impegno. Significa che un complesso è stato toccato. I complessi sono semplicemente dei centri di energia della psiche.

o In generale, nel linguaggio colloquiale, “complesso” viene usato soltanto nella sua accezione negativa. Si parla allora di qualcuno affetto da un complesso sessuale, o del denaro, o da un complesso paterno, intendendo con ciò che tale complesso sollecita l’energia della persona, ma soltanto in senso negativo.

15Jung e l'interpretazione dei sogni

Secondo Jung, i complessi sono esperienze conflittuali interiorizzate, consolidatesi attraverso relazioni esperite sempre seguendo lo stesso identico modello e contraddistinte da una o più emozioni problematiche. Se nel presente facciamo un’esperienza che somiglia all’esperienza conflittuale, ecco che reagiamo in maniera complessuale: ci comportiamo in modo estremamente emotivo, non adeguato alla situazione. In altre parole, non riusciamo a percepire correttamente la situazione e la interpretiamo solo in relazione al complesso, come quando per esempio ci diciamo: <<Mi trattano sempre male…>>.

16Jung e l'interpretazione dei sogni

Qualunque avvenimento carico di affetto, di dolore che ci riguarda da vicino può diventare un complesso. Se i temi o i sentimenti collegati al complesso vengono eccitati, allo stesso tempo si attiva – o per usare la terminologia junghiana, si costella – una serie di collegamenti inconsci a situazioni tratte dalla propria storia di vita e dominate dalla stessa emozione, e alle classiche strategie di difesa già sviluppate durante quegli eventi.Quanto più grandi sono l’emozione e il campo di associazione semantica a esso correlato, tanto più verranno spinti in disparte altri comparti psichici, in particolare il complesso dell’Io. Ciò vuol dire che non siamo più capaci di decidere liberamente, non riusciamo più a percepire i nostri sentimenti in modo differenziato, e ci comportiamo come non vorremmo affatto comportarci, cominciando a dubitare di noi stessi: in altre parole, perdiamo transitoriamente la percezione solida che generalmente abbiamo di noi stessi.

17Jung e l'interpretazione dei sogni

Avere dei complessi è un normale fenomeno vitale perché i complessi sono <<le unità viventi della psiche inconscia>>. Questo significa che i complessi sono da un lato espressione di problemi vitali che occupano un posto centrale all’interno della nostra vita; dall’altro sono espressione di problemi evolutivi che occupano un posto centrale all’interno del nostro sviluppo. I complessi ci permettono di individuare la nostra disposizione psichica, e, se rimossi o dissociati, portano a nevrosi.Un ‘complesso a tonalità affettiva’ è l’immagine di una determinata situazione psichica caratterizzata in senso vivacemente emotivo che si dimostra inoltre incompatibile con l’abituale condizione o atteggiamento della coscienza. Questa immagine possiede una forte compattezza interna, ha una sua propria completezza e dispone inoltre di grado relativamente alto di autonomia, il che significa che è sottoposta soltanto in misura limitata alle disposizioni della coscienza e si comporta perciò, nell’ambito della coscienza, come un ‘corpus alienum’ animato.Di conseguenza, qualsiasi esperienza commensurabile viene interpretata alla luce del complesso e lo amplifica, ovvero rafforza l’emozione che contraddistingue il complesso in questione. Quindi, sempre più esperienze di vita vengono correlate al primo evento e vissute in modo complessuale.

18Jung e l'interpretazione dei sogni

I complessi contrassegnano i punti dell’individuo soggetti a crisi; essendo centri di energia, riconoscono l’attività della vita psicologica. Da un lato, provocano un impedimento alla vita, che si palesa in reazioni emozionali esagerate, stereotipate, non adeguate alla situazione attuale bensì eccessive, e condizionate dalla propria storia. Dal rifiuto dell’emozione complessuale nascono modalità stereotipiche di comportamento e di esperienza. Nei complessi, però, possiamo trovare anche nuove possibilità di vita allo stato embrionale. Essi, infatti, continuano a influenzare la percezione del mondo, le emozioni, la formazione delle idee, ma anche i processi somatici.

19Jung e l'interpretazione dei sogni

Il nucleo dei complessi è costituito sempre da un tema archetipico, ossia condiviso da qualunque altra persona sulla faccia della terra. Perché l’essere umano possa stare bene, i suoi desideri archetipici devono essere esauditi. Ogni bambino, per esempio, necessita di uno spirito materno sufficientemente grande. Se questo è insufficiente o addirittura assente, si sviluppano i cosiddetti <<complessi materni>> e le loro varie ramificazioni.

20Jung e l'interpretazione dei sogni

Se i complessi costellati non affiorano alla coscienza, ce li ritroveremo proiettati davanti. Quando l’Io non riesce a stabilire un contatto con l’evento che ha scatenato il complesso, a responsabilizzarsi per quanto accaduto e a sviluppare empatia per il se stesso dell’accadimento, si potrà normalmente osservare un ritorno dei simboli che esprimono il complesso, o manifestazioni occasionali di reazioni fisiche che si lasciano tradurre in simboli. Se i simboli e le fantasie ad essi correlati prendono forma e vita, l’energia implicita nel complesso può diventare un’energia capace di rianimare interamente l’individuo e di iniziarlo a nuove possibilità comportamentali.

21Jung e l'interpretazione dei sogni

Anche nel sogno è possibile rivivere e rivedere il complesso, come se fosse un vero proprio attore. Possiamo immaginare un processo del genere tenendo conto delle seguenti linee guida:1) L’emozione dominante del sogno richiama un complesso.2) Gli episodi complessuali sono rappresentati o trasformati in sogno.3) Gli episodi complessuali sono rappresentati in forma simbolica.

22Jung e l'interpretazione dei sogni

Sarebbe errato pensare che i sogni capaci di compensare l’azione cosciente siano esclusivamente quelli che rinfrancano l’umore o rappresentano aspetti meravigliosi e tuttora inespressi del nostro io. Anche i sogni che portano in prossimità della propria ombra, o, se così si vuole chiamarlo, del proprio lato oscuro, sono da considerarsi spesso e volentieri sogni di compensazione.Nella psicologia junghiana, per ombra si intendono aspetti della nostra personalità che non riusciamo a far rientrare nel quadro in qualche modo abbellito che abbiamo di noi stessi. Naturalmente si tratta di sogni che non ci riempiono di soddisfazione, ma che possono nonostante tutto costituire una forma di compensazione.

23Jung e l'interpretazione dei sogni

Quando uno psicologo parla di ombra può riferirsi almeno ad uno dei tre seguenti significati:1) Ombra come parte della personalità;2) Ombra come archetipo;3) Ombra come immagine archetipica.

24Jung e l'interpretazione dei sogni

Il tipico il sogno in cui il soggetto viene a trovarsi a confronto o comunque in presenza di un personaggio particolarmente sgradevole, perlopiù di ugual sesso e con connotazioni morali del tutto o in parte negative, contiene una classica raffigurazione d’Ombra che dobbiamo considerare come il prodotto dell’attività dell’archetipo in sé sul materiale rimosso e su quello represso o comunque più o meno inconscio. La figura sgradevole o moralmente difettosa si compone, a ben guardare, proprio degli aspetti negativi inammissibili del sognatore, che in questo modo è posto di fronte a una parte di sé che meno vorrebbe riconoscere nello stato di veglia.

25Jung e l'interpretazione dei sogni

Nella vita quotidiana, nell’incessante lavoro dell’immaginazione conscia o inconscia, nella vita onirica che occupa buona parte del nostro sonno, nella fenomenologia del mito, della fiaba, del racconto fantastico, del romanzo realistico e della poesia, le parti inferiori della personalità non si offrono – almeno nella percezione sentimentale e intuitiva – come una serie disgregata di elementi o mera molteplicità inorganica, o come un’unità complessa o molteplicità organica dotata di una sua vitalità autonoma, di una sua presenza unitaria e inconfondibile. In altre parole, noi avvertiamo il negativo in noi come una realtà unitaria, anche se, nella riflessione, siamo capaci di scinderlo nei suoi costituenti: aspetti moralmente riprovevoli, funzioni non sviluppate o poco differenziate, elementi infantili, aspetti irrazionali e distruttivi del destino individuale, eccetera. Tutto ciò che è incompatibile con la forma di vita scelta, pur costituendo in sé una molteplicità, si fonde, nell’esperienza quotidiana, in una vera e propria personalità dotata di relativa e talvolta altissima autonomia.La fusione degli elementi negativi e la loro <<personificazione>> corrisponde a una precisa esperienza universale, all’inconfondibile sentimento dell’“altro” in noi.

26Jung e l'interpretazione dei sogni

Jung distingue chiaramente la funzione prospettica del sogno da quella compensatoria. Secondo lui, la funzione compensatoria è correlata agli elementi non emersi durante la giornata trascorsa, non affiorati alla coscienza perché in qualche modo soppressi o semplicemente perché troppo deboli per essere percepiti; dal punto di vista dell’autocontrollo si tratta di una funzione “conveniente”. La funzione prospettica viene invece vista da Jung come “un’anticipazione di future azioni consce che affiora nell’inconscio” e che “può essere l’abbozzo di una soluzione conflittuale”.

27Jung e l'interpretazione dei sogni

L’inconscio collettivo è un costrutto che può essere inteso come fondamento biologico generale, di natura impersonale, disponibile in qualunque essere umano. Esso si mostra nelle immagini archetipiche, come per esempio il cerchio, la sfera, la spirale, le divinità bambine, i vecchi saggi, gli stranieri misteriosi, eroine ed eroi, o anche animali, colori e così via.Le immagini archetipiche possono a loro volta essere intese come modelli basilari di vita aventi ripercussioni su ciascun individuo. Si tratta delle forze operative della nostra memoria genetica, e solo con tale forza alla mano è possibile proiettare l’esistenza di un inconscio collettivo. Il riferimento esistenziale alle immagini archetipiche nasce dal fatto che in situazioni esistenzialmente significative reagiamo tutti con immagini e aspettative simili che fanno sì che ci comportiamo in modi paragonabili. Possono essere dovunque esistenzialmente significative, per esempio, situazioni di minaccia e di rottura: la morte, un amore, una separazione, un nuovo inizio, la scoperta della propria identità, la perdita d’identità, il ritrovamento o la perdita di senso.

28Jung e l'interpretazione dei sogni

<<L’archetipo è una sorta di disposizione a riprodurre sempre le stesse, o analoghe, rappresentazioni mitiche. […] gli archetipi non sono soltanto, a quanto pare, impronte di esperienze tipiche sempre ripetute, ma al tempo stesso si comportano anche empiricamente come forze o tendenze a ripetere le stesse esperienze. Infatti ogni volta che un archetipo appare nel sogno, nella fantasia e nella vita, reca con sé un certo ‘influsso’ o una forza, grazie alla quale agisce numinosamente, ossia come forza fascinatrice o come incitamento all’azione>>.Gli archetipi vengono esperiti sotto forma di rappresentazioni e immagini archetipiche. Queste ultime sono intese da Jung come raffigurazioni interne che si affacciano nei sogni, nelle fantasticherie, nei miti, e da un lato danno forma all’emozione, dall’altro permettono l’attuazione di nuovi comportamenti come contrappeso a quelli già noti. gli archetipi però, concedono solo alcune forme di fantasie ed emozioni, dunque le ingabbiano in una struttura. Perché se è vero che appartengono alla nostra impostazione biologica di base, è anche vero che si tratta di prodotti plasmati culturalmente. È quindi necessario rimodellare le immagini archetipiche per tradurle nella lingua della contemporaneità. Quando entriamo in contatto con immagini archetipiche viviamo un’intensa scarica emozionale, una sensazione di libertà, o, ancora, la sensazione di essere afferrati da qualcosa di possente. <<In tali momenti non siamo più degli individui, noi siamo la specie, ed è la voce dell’umanità che risuona in noi>>.

29Jung e l'interpretazione dei sogni

Se partiamo dal presupposto che l’inconscio collettivo sia un inconscio che tutti abbiamo in comune – ragione per cui troviamo per esempio emozioni analoghe – allora è evidente che determinati sogni archetipici saranno capaci di commuovere, ispirare, toccare, oltre al sognatore, anche persone i cui archetipi o campi archetipici corrispondenti siano costellati. Oltre a regolare le emozioni, tali sogni consentono un’esperienza di senso.Al di là dell’esperienza quotidiana, i sogni archetipici contengono argomenti che conosciamo prevalentemente dalla storia culturale e che colleghiamo a emozioni forti. Essi hanno un contenuto <<numinoso>>, e vengono recepiti in modo spesso anche spirituale. Generalmente sono trasmessi dall’inconscio personale con l’interferenza dei complessi; ecco perché anche nell’interpretazione dei sogni archetipici deve sempre esistere un piano personale. Se interpretiamo i simboli collettivi solo così come ce li ha consegnati la storia spirituale o la cultura, si verificherà facilmente una restrizione della comprensione.

30Jung e l'interpretazione dei sogni

Il processo di individuazione stabilisce che nel corso della vita dovremmo divenire sempre di più ciò che siamo realmente, sempre più autentici, sempre più noi, e sempre più in accordo con noi stessi.Il processo di individuazione è però anche un processo di delimitazione e di conquista di una sempre maggiore autonomia e libertà. Per <<delimitazione>> si intende da un lato un rapportarsi consapevole alla coscienza collettiva, all’autorità, a ruoli e norme; dall’altro, il distacco dal complesso genitoriale correlato all’età, e più in generale un confronto con i complessi che non ci permettono di vivere ciò che vorremmo vivere, ma che ci riportano in un circolo vizioso di comportamenti sempre uguali. Il processo di individuazione implica dunque la ricerca del <<me stesso>> in relazione al mio inconscio, ai miei prossimi, al mondo in cui io vivo.

31Jung e l'interpretazione dei sogni

L’individuazione è un processo e in ultima analisi anche un obiettivo. Il fine ultimo dal diventare completi è un’utopia; nel migliore dei casi saremo sulla strada giusta per diventare tali, ma è una strada che ogni tanto impone qualche blocco forzato. Il processo, invece, può riempire la vita di senso per tutta la sua durata; esso consiste in un confronto continuo tra i lati consci e inconsci che affiorano nei modelli relazionali e nelle tensioni interpersonali. Sono scontri che dovremo sopportare finché non si costruiranno dei nuovi sistemi, che solitamente mostreranno la loro comparsa mediante simboli.Jung postula inoltre l’esistenza di un centro, all’interno dell’uomo, responsabile dell’attivazione del coordinamento del processo di individuazione: si tratta del Sé, contrapposto al complesso dell’Io.Strutturalmente, il Sé è considerato un archetipo dell’ordine e dell’autoaccentramento, dal punto di vista dinamico è invece l’archetipo che incita al divenire se stessi e al progresso creativo. Il rapporto tra Sé e complesso dell’Io è pensato come rapporto di consolidamento reciproco; se da un lato il Sé ha un influsso sulla costruzione e sullo sviluppo del complesso dell’Io, questo a sua volta ha un influsso trasformato sul Sé.Il Sé dunque non è, il Sé diviene continuamente.

32Jung e l'interpretazione dei sogni

Nel processo di individuazione terapeuticamente indotto impariamo a prestare attenzione ai processi inconsci. Ciò significa che ci dedicheremo a simboli, sogni, emozioni, ma soprattutto alle esperienze fatte all’interno delle relazioni – inclusa la stessa relazione analitica – perché è nel confronto con il Tu, con i modelli e i desideri relazionali che si mostra una parte consistente del nostro inconscio.

33Jung e l'interpretazione dei sogni

I sogni importanti vengono spesso sognati durante crisi e fasi di transizione, momenti, insomma, in cui emergono dei grandi cambiamenti. Probabilmente, in situazioni del genere ricordiamo meglio cosa abbiamo sognato perché siamo ovunque e costantemente la ricerca di orientamento.Anche all’inizio di una psicoterapia si è soliti fare sogni significativi, perché il principio dell’analisi può rappresentare una fase transitoria importante nella vita di un uomo; tali manifestazioni prendono il nome di “sogni iniziali”. Per Jung i sogni iniziali erano fondamentali, perché in essi vedeva non solo i fondamenti delle difficoltà psichiche e rimandi a un materiale vitale ormai perduto, ma anche indizi su come continuare lo sviluppo dell’individuo; per lui, essi contenevano “accenni di possibilità”.

34Jung e l'interpretazione dei sogni

I sogni iniziali possono essere prospettici, tracciare un percorso, ma possono anche contenere simboli archetipici con un grande potenziale fantastico, capaci di instaurare continuamente nuove connessioni.Esistono anche sogni iniziali in cui vengono raffigurate soluzioni: in essi è possibile collegare un problema attuale a un problema biografico, ma senza riuscire a riconoscere né risorse né possibili mete cui indirizzarsi. Il fenomeno è particolarmente evidente nei sogni bassamente strutturati, ovvero quei sogni che non contengono un vero e proprio racconto e che generalmente rappresentano l’istantanea di un momento concreto, senza riferimenti al passato o al futuro.I sogni iniziali assumono inoltre un’importanza del tutto particolare per via del contotransfert che avviene tra analista e analizzato. Del resto, a ogni resoconto onirico corrisponde una reazione emozionale: il sogno iniziale può interessare, affascinare, oppure farci provare paura, repulsione, addirittura indifferenza. L’impressione che l’analista ricava dal materiale presentato e il modo in cui tale materiale parla al suo mondo simbolico determinano la prospettiva dalla quale il sogni iniziale viene visto e compreso.

35Jung e l'interpretazione dei sogni

Essendo trasmessi mediante i complessi, i simboli archetipici hanno una parentela con i nostri conflitti più caratteristici e con i punti nodali focali del nostro sviluppo psichico; in corrispondenza di tali punti, i temi di vita sono giunti a una fase di stallo, trasformandosi infine in temi di dolore.Sono i complessi a renderci ricettivi nei confronti dei temi archetipici che sono alla base; per questa ragione, non basta lavorare semplicemente sui simboli archetipici, ma sarà necessario prima di tutto collegare i simboli personali in una rete, e poi osservare la loro risonanza con i simboli archetipici. Vivere questa risonanza modifica lo stato d’animo e apre nuove prospettive: temi di vita sopiti si risvegliano, e con essi si attiva solitamente un’esperienza di senso.

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