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DOSE AL PAZIENTE IN RADIOLOGIA CONVENZIONALE: TECNOLOGIE A CONFRONTO Università degli Studi di Foggia - Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Relatore Laureanda TSRM Maggio Francesco Paolo Casoli Magda Tesi di Laurea in Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia Presidente: Prof. Giuseppe Guglielmi a.a. 2011/2012

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DOSE AL PAZIENTE IN RADIOLOGIA CONVENZIONALE:

TECNOLOGIE A CONFRONTO

Università degli Studi di Foggia - Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Relatore Laureanda

TSRM Maggio Francesco Paolo Casoli Magda

Tesi di Laurea in

Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia Presidente: Prof. Giuseppe Guglielmi

a.a. 2011/2012

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Scopo dello Studio

VALUTAZIONE DELLA DOSE SUPERFICIALE IN INGRESSO (ESD) NELL’ESAME RADIOLOGICO DIRETTO DELL’ADDOME

Confronto tra le metodiche digitali e l’analogico tradizionale

Confronto con quanto affermato dalla letteratura in ambito radiorotezionistico

Definizione del ruolo del TSRM in diagnostica per immagini secondo la normativa nazionale vigente

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Il Ruolo del TSRM nella Diagnostica per Immagini

- Legge n°42/1999 - Profilo Professionale - Codice Deontologico

Il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica è il professionista sanitario “formato, consapevole, attivo, collaborativo,

autonomo e responsabile” che opera (…) con tutte quelle figure mediche e sanitarie nell'ambito d'impiego di

radiazioni ionizzanti sia artificiali che naturali, di energie termiche, ultrasoniche, di risonanza magnetica nucleare,

interviene nella protezionistica fisica e dosimetrica.

Art. 4 D.Lgs. N°187/2000 PRINCIPIO DI OTTIMIZZAZIONE

“Tutte le dosi dovute a esposizioni mediche per scopi radiologici (…) devono essere

mantenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile e compatibile con il raggiungimento dell’informazione

diagnostica richiesta.” • Gestione dei parametri tecnici (KVp – mA – tempo di esposizione)

• Qualità delle immagini radiografiche ottenute

Ottimizzazione protocolli diagnostici

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Livelli Diagnostici di Riferimento

L’ottimizzazione dei protocolli comprende anche periodiche verifiche sulle apparecchiature in uso al TSRM

Controlli di Qualità

EFFICIENZA DELLE APPARECCHIATURE = EFFICACIA SERVIZIO RESO

Limiti di dose massimi fissati per l'esposizione dei lavoratori, degli apprendisti, degli studenti e delle persone del pubblico alle radiazioni ionizzanti causate dalle attività radiologiche.

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Radiologia Analogica

La cassetta radiografica, il “contenitore” della pellicola e degli schermi di rinforzo: - Protezione meccanica - Aumento luminescenza

La pellicola radiografica, costituita da tre elementi: un supporto rigido trasparente (la pellicola vera e propria) sul quale si trova un sottile strato di emulsione sensibile ai raggi X (fulcro della formazione dell’immagine radiografica), ricoperto da una sottilissima protezione.

Elementi indispensabili alla tradizionale radiologia analogica sono:

La serie di reazioni chimiche utilizzata per la trasformazione dell’informazione latente in immagine visibile, attraverso tre processi: Lo sviluppo: prima trasformazione dell’immagine latente in immagine radiografica Il fissaggio: rimuove i cristalli di argento non ionizzati ed indurisce l’emulsione Il risciacquo finale: allontana completamente i residui e gli eccessi di soluzione fissante.

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Radiologia Digitale

indiretta (Computed Radiography)

diretta (Direct Radiography)

Rispetto al tradizionale analogico:

- Utilizzo di Imaging Plate di fosfori a memoria (Fluoroalogenuri di Bario con impurità di Europio) - Lettura /cancellazione dell’immagine

(Selenio Amorfo - Ioduro di Cesio) - Comparsa/modifica immagine a monitor - Stampa

- Acquisizione diretta mediante detettori integrati nell’apparecchio

mediante laser - Digitalizzazione segnale elettrico - Comparsa/modifica immagine a monitor - Stampa

- Contenuto informativo decisamente superiore - Ben visibili le parti molli - Retta caratteristica lineare ed ampi intervalli di esposizione - Modifiche in post-processing: immagini sempre valutabili - No sostanze chimiche, no camera oscura - Durata d’esame inferiore

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Materiali e Metodi

Philips OmniDiagnost Eleva

Kodak DR Direct View 3500

Radiologia 1 – OO.RR. Foggia Marzo 2012 – Febbraio 2013

150 PAZIENTI

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Perché proprio l’RX Addome?

Diagnostica d’urgenza in caso di addome acuto

Se ben eseguito, le immagini ottenute riportano i profili di tutti gli organi sfruttandone piccole differenze di densità

Più infrequente rispetto ad altri distretti anatomici

Non consente una efficace protezione degli organi a rischio

Dosimetricamente più importante di oltre il 70% rispetto ad un RX Torace

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RX Addome clinostasi Radioprotezione del paziente

Ottimizzazione dei protocolli (D.Lgs. 187/2000)

- Gestione parametri espositivi - Gestione qualità dell’immagine

Analisi caratteristiche del paziente

B.M.I. vs. SPESSORE

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Perché proprio lo spessore?

B.M.I. Misura indiretta

SPESSORE DELL’ADDOME Misura diretta

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fattore di retrodiffusione

Dose efficace

Lettura della dose mediante camera a ionizzazione - Misura DFF e area collimazione - Unità di misura: milliGraycm² - Cumulazione dati durante fluoroscopia e scatto

- Effetti delle radiazioni sugli individui - Unità di misura: Sievert - Dose erogata dalla macchina · fattore di ponderazione tipico di ogni organo

Caratteristiche costruttive Dimensioni del paziente

Tecnica dell'operatore

Area di collimazione 35x43cm sul Philips 45x45cm sul Kodak

distanza fuoco – detettore (130cm)

distanza fuoco - paziente

D.A.P.

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Risultati

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0

5

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20

25

30

35

40

45

25 30 35 40 45 50

E.S

.D.

SPESSORE PAZIENTI - ANALOGICO

0

10

20

30

40

50

60

25 30 35 40 45 50

E.S

.D.

SPESSORE PAZIENTI - CR

Risultati

0

5

10

15

20

25

30

35

25 30 35 40 45

E.S

.D.

SPESSORE PAZIENTI - DR

ANALOGICO 7,374

CR 11,057

DR 4,715

DEVIAZIONE STANDARD

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-31% rispetto alla pellicola tradizionale -44% rispetto al CR

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Criticità

Considerare la refertabilità delle immagini, tenuto conto della frenesia e delle condizioni di una diagnostica di PS

Considerare il campione di riferimento ragionevolmente omogeneo e rappresentativo di tutti gli individui della popolazione

uomini e donne dai 19 agli 80 anni, di cui quasi la metà in ambedue i sessi in età fertile

50 pazienti per apparecchio sono comunque sufficienti ad omogeneizzare il campione?

Necessità tecnica e tempistica di utilizzare l’AEC

aumento dose al paziente

particolarmente sensibile ai movimenti peristaltici

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Conclusioni L’evoluzione tecnologica ha considerato la produttività e la qualità

diagnostica, prescindendo dal fondamentale tema radioprotezionistico

Nessun superamento dei limiti di dose previsti dagli LDR, nonostante ad essi si siano avvicinati pericolosamente, soprattutto nelle valutazioni dosimetriche

dell’apparecchio CR

L’esecuzione di un RX Addome comporta un’inevitabile esposizione delle gonadi ed il 47% dei pazienti di cui sono state misurate le esposizioni, ha un’età

compresa tra i 19 ed i 45 anni

La CR eroga con dosi elevatissime per spessori addominali molto piccoli e un importante dose creep a spessori maggiori

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Conclusioni Con il progresso ormai il TSRM deve solo occuparsi

del corretto posizionamento del paziente, disponendo di AEC e protocolli ad hoc per ogni esame

Ma la radioprotezione? Mismatch tra qualità e risparmio di dose: se vogliamo immagini eccellenti dobbiamo

farlo a scapito della salute del paziente

OTTIMIZZAZIONE DELLE PROCEDURE grazie alla conoscenza delle apparecchiature

L’ottimizzazione di un protocollo diagnostico deve essere efficiente e necessita di impegno e collaborazione da parte di tutte le figure

professionali costituenti il sistema, primo tra tutti lo stesso TSRM, anello di congiunzione tra il clinico ed il paziente.

Se l’esame è ottimizzato, la dose si mantiene bassa ed il rischio di arrecare danno si riduce

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Grazie per l’attenzione!

“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano.

Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.”

(S. Francesco d’Assisi)

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Bibliografia •ICRP Official Site: http://www.icrp.org •E. Neri, P. Marcheschi, D. Caramella, “Produrre ed elaborare immagini diagnostiche”, Springer – Milano, 2008 •L. Pierotti, M. Bertolini, A. Nitrosi (et al.), “Le Linee guida AIFM per i Controlli di Qualità in Radiografia Digitale: stato dell’arte” •Federazione Nazionale dei Collegi Professionali TSRM, “Codice Deontologico del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica”, 2004 •Decreto Ministeriale 26 settembre 1994, n. 746, “PROFILO PROFESSIONALE TECNICO SANITARIO DI RADIOLOGIA MEDICA” •US National Library of Medicine National Institutes of Health: www.pubmed.gov •M. Doronzo, R. Terlizzi, “Sistemi digitali: analisi valutativa sui potenziali aumenti di dose da “dose creep”e saturazione dei rivelatori”, Articolo di Revisione – “Healthcare Professional Journal” Vol.1, N. 1-4, 2012 •M. Mazzilli, “OTTIMIZZAZIONE DEL PROTOCOLLO DI STUDIO RADIOLOGICO DEL TORACE”, tesi di laurea in TRMIR, Università degli Studi di Foggia, a.a. 2010/2011