DOPPELGANGER: il doppio che cammina a fianco · • Wilde, Il ritratto di Dorian Grey (1891) Le...

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DOPPELGANGER: il doppio che cammina a fianco

• Il doppio: dalla letteratura romantica alla psicoanalisi e al cinema• Conflittualità e polarizzazione: il dualismo bene/male, dentro

• La scoperta dell’Inconscio: c’è un altro Io• L’analisi di Otto Rank (1914)

• Il Doppio/Sosia come ritorno del rimosso• L’emergere del sosia è sempre legato a un momento di crisi o di cambiamento

LO STUDENTE DI PRAGA (1913) DI HANS HEINZ EWERS

• Il cinema e il sogno• Baldovino e il patto con il mago Scapinelli

• Per centomila fiorini, l’anima • Un persecutore invisibile

• Il fallimento dell’amore oggettuale• Le ombre e i riflessi dell’espressionismo tedesco

Le ricorrenze nell’ottocento: una struttura psichica

• Jean Paul Richter, Siebenkas, trad. it. Setteformaggi (1796)• Andersen, alcuni racconti (1805-1875)• Chamisso, La storia straordinaria di Peter Schlemihl (1814)• Hoffmann, Le avventure della notte di S. Silvestro (1815)• Poe, William Wilson (1839)• Dostoevskij, Il sosia (1846)• Stevenson, Dr. Jekyll e Mr. Hyde (1886)• Maupassant, L'Horla (1887)• Wilde, Il ritratto di Dorian Grey (1891)

Le superstizioni sull’ombra tra folklore e antropologia

• Da spirito protettore a spettro persecutore• Chi non proietta ombra, muore• I tabù legati all’ombra • Frazer e Rohde sull’ombra• L’ombra è l’oggettivazione dell’anima (nahib)• Un monismo primitivo (egiziani)• Il diavolo senza ombra• Cadaveri e specchi• L’immagine riflessa: il timore del ritratto• L’ambivalenza dell’ombra tra morte e fertilità • Tahiti e Zagreo, fino a Plotino• Il Doppio e i gemelli

La fine inaccettabile

• Il suicidio per liberarsi dalla morte• Non ho paura della morte, è il suo avvicinarsi che mi

angoscia• Non l’attaccamento nei confronti della vita terrena…• …Ma l’amore verso la propria personalità• L’illusione di potersi separare dall’io malvagio• Morte e narcisismo nel Doppio• Freud, la schizofrenia, il narcisismo (1914)

Dall’amore per sé alla morte

• Il narcisismo primario del primitivo• L’onnipotenza degli spiriti e del Doppio• I tabù sull’ombra rappresentano il valore

narcisistico che viene attribuito all’Io• L’anima è il doppio del corpo

LE VARIAZIONI DEL DOPPIO

• Doppio come personificazione dell’amore narcisistico

• Il Doppio rappresenta una fissazione narcisistica che impedisce l’amore oggettuale: il rivale

• Doppio come perturbante ritorno del rimosso: un messaggero di morte

Il doppio muta di segno

• Ciò che è patologico in uno stadio, è normale in un altro: l’ambivalenza• Il narcisismo primario nel bambino: prima dell’Altro• Lo sviluppo dell’Io consiste in un allontanamento dal narcisismo primario ma

esiste sempre un intenso anelito a riconquistarlo• La fissazione dell’amore di sé che esclude l’Altro (narcisismo secondario)• Non solo un narcisismo• Fight Club: dalla ferita narcisistica a Tyler Durden

Il perturbante e l’ombra. Il narcisismo e il complesso di inferioritÀ

• Non nuovo, non estraneo, ma nascosto: unheimlich.

• Il ritorno del rimosso• Queste rappresentazioni sono sorte sul terreno dell'

amore illimitato per se stessi, del narcisismo primario che domina la vita psichica sia del bambino che dell' uomo primitivo e, con il superamento di questa fase, muta il segno del sosia: da assicurazione di sopravvivenza esso diventa un perturbante presentimento di morte

• Il Sosia, come gli dei • Jung, l’Ombra: una parte non accetta

della personalità• Ognuno di noi è seguito da un’Ombra e, meno

questa è incorporata nella vita conscia dell’individuo, tanto più è nera e densa. Se un’inferiorità è conscia si ha sempre la possibilità di correggerla… Ma se è rimossa e isolata dalla coscienza, essa non viene mai corretta. Sussiste allora inoltre il pericolo che in un momento di disattenzione erompa improvvisamente.

Dvojni: il caso dostoevskij

• Il Sosia: l’incontro sul ponte Anickov• La censura del Doppio e la sua persecuzione• Immagini speculari o distorte• Myskin e Stavrogin: un’origine comune• ll Doppio come rivale: anche nella vita• Un contributo di Girard• Rivalità e desiderio nell’Eterno marito• L’ossessione del ridicolo• Da Napoleone a Rotschild• Dal narcisismo al superomismo• Finalmente, questo padre: I fratelli Karamazov• Rivalità e senso di colpa con il Padre

Il doppio nella scena dei karamazov

• Il parricidio di Ivan Karamazov: il padre e Dio• Nell’infanzia, l’abbandono• La febbre cerebrale e l’incontro con quel tale• Il diavolo non veste Prada: insomma, era il ritratto del decoro associato a mezzi

economici estremamente scarsi• Lettura di alcuni brani dal capitolo XI• Il Diavolo come doppio di Ivan, ma anche di Dio• Giocare con il tema del Doppio: il Diavolo, a malincuore• L’onnipotenza di Ivan: non può sostenere la frustrazione della sofferenza

Il diavolo. L’incubo di ivan fedorovic

Il doppio, al cinema

Il doppio, al cinema

Fight club (1999) di David fincher

• Una sublimazione costante • La carica libidica sul nido Ikea• L’insonnia, il sogno, la rabbia• La cultura del narcisismo• L’ossessione per Starbucks• Un narcisismo mascherato• Con l’insonnia niente è reale… tutto è la copia di () una

copia di una copia • Quale tipo di salotto mi caratterizza come persona?• Serializzazione e spersonalizzazione

Fight club (1999) di david fincher

• Un dolore simulato: i gruppi di aiuto per malati terminali

• La malattia e il lato oscuro: ciò che divora dall’interno

• Il narcisista è anzitutto un bravo attore

• L’incontro con l’animale guida• La sua bugia rifletteva la mia• Anche il fiato, è rubato• Ti dice qualcosa il numero di

telefono di Marla? • Il Doppio compare in simultanea

dell’incontro con la donna

Fight club (1999) di david fincher

• Un’assurda e atroce normalità: la formula del grasso come arte moderna• Vuole cambiare posto? C’è chi è a fuoco e chi no• Gli amici porzione singola; una piccola gratificazione• Fotogrammi subliminali alla velocità del battito d’ali di un colibrì• Il carisma di Tyler e la morale nichilista • Un inconscio gruppale contro l’apparire e il conformismo• Sono il colon di Jack: non si può uccidere Jack• Il padre e il capoufficio: questa non mi è nuova

Fight club (1999) di david fincher

La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock star. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene!

Fight club (1999) di david fincher

• Dalla sofferenza simulata al proprio dolore• Il tema del padre è il tema di Dio: i nostri

padri per noi erano come Dio, se loro se la svignavano questo cosa ti fa pensare di Dio?

• Dall’abbandono del padre al nichilismo: devi considerare la possibilità che a Dio tu non piaccia, che non ti abbia mai voluto, che con ogni probabilità lui ti odi, non è la cosa peggiore della tua vita?

• Una preghiera negativa: al diavolo la dannazione e la redenzione! Siamo i figli indesiderati di Dio e così sia!

• Dalla preghiera capovolta al capovolgimento della società del consumo: ancora, il grasso

Fight club (1999) di david fincher

• Siamo perseguitati da Tyler: Sette anni in Tibet• Un umorismo da flashback: siamo la mente di Tyler• Da rivale in amore a persecutore a minaccia della relazione e dell’identità• Gli inaccettabili aspetti fragili• Non serve sparare all’ombra: bisogna puntare alla propria gola• Il finale di Palaniuk: Fincher ci propone un lieto fine forzato?• Nessuno sa di averlo visto ma lo abbiamo visto• Where is my mind?

Essere john malkovich (1999) di spike jonze

• 15 minuti di gloria: molto meglio essere l’altro se l’altro è John Malkovich

• Gli esiti estremi dello star system• Un imbarazzo kafkiano• Di nuovo, l’incapacità di vedere

l’Altro e i suoi desideri

• Meglio le marionette o le persone?• La danza della disperazione e della disillusione• Da burattinaio a emblema dell’impotenza• Mercificazione dell’identità – e per soli 200

dollari!• Non importa cosa si dice, ma chi lo dice: una

critica all’industria culturale

L’uomo senza sonno (2004) di brad anderson

• Se fossi un po’ più magro non esisteresti nemmeno• Ancora, l’insonnia• Un delirio persecutorio: la comparsa di Ivan• Il gioco dell’impiccato• So chi sei… so chi sei: una targa maledetta, route 66• Un tappeto vuoto• Il furto dai ricordi, il furto della vita• Le mani, con la candeggina

• L’ossessione dei deja-vu• KILLER• Devo denunciare un pirata della strada; Dobbiamo registrare

la sua deposizione. Più tardi. Ora voglio solo dormire... Voglio solo dormire.

Zelig (1983) di woody allen

• La malattia del conformismo: non solo Leonard Zelig• Il ballo del camaleonte: un merchandising mondiale• Voler solo piacere agli altri• L’impossibilità di imitare: un modello troppo debole• Il metodo Eudora Fletcher• Un tentativo di relazione autentica

• Sto seguendo un caso interessante. Ho in analisi due coppie di gemelli siamesi che soffrono di sdoppiamento della personalità. Vengo pagato da otto persone

• Dal bisogno di aiuto al riconoscimento• Di nuovo, sul narcisismo: bisogna saper

amare

Grazie per l’attenzione!