DJ3LLE RIVOLUZIONI SICILIANE

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RICORDI STORICI DJ3LLE RIVOLUZIONI SICILIANE DEL SECOLO XIX

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RICORDI STORICI

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RIVOLUZIONI SICILIANEDEL SECOLO XIX

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A. S A L I N A S

RICORDI STORICI

DELLE

RIVOLUZIONI SICILIANEDEL SECOLO XIX

CONSERVATI

NHL MUSICO NAZIONALE DI PALERMO

PALERMO

(1. HUBER LITOGRAFO EDITORE

Piazza Marina, n. 32.

1885

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Assumendo la direzione del Museo Nazionale di Pa-lermo ebbi cura di dichiarare come fosse mio intendi-mento che quell'istituto, insieme ai monumenti del-l'arte antica e moderna, dovesse accogliere le operedell'industria e quei ricordi storici, che servono a te-stimoniare notevoli vicende politiche o a rendere unaimmagine perspicua della vita siciliana negli scorsitempi (1).

Quanto mi è stato fatto di raccogliere di questo ge-nere di ricordi si vedrà fra poco, quando, collocati def-finitivamente i bronzi e la ceramica greca nelle nuovesale, sarà possibile di esporre in ampio corridojo tuttequelle memorie, ordinate secondo il secolo cui appar-tengono.

Per ora, ricorrendo il ventesimo quinto anniversa-rio del 27 maggio 1860, ed evocandosi dal Municipiopalermitano le memorie gloriose delle ultime nostre

(1) Del Museo'Nazionale di Palermo e del suo avvenire. Discorsoinaugurale per la solenne apertura della R. Università di Palermo,addi 16 nov. 1873. Pai. 1873.

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riscosse, mi è parso opportuno di esporre nel Museo,come meglio si poteva in tanta ristrettezza di tempo,uria parte degli oggetti relativi a quegli avvenimenti.

E una collezione dovuta quasi tutta alla liberalitàdi egregi cittadini; i quali son certo che avranno curadi arricchirla e di completarla in modo da corrispon-dere all'importanza meritata dalla Sicilia nella storiapolitica d'Italia, e da reggere al confronto delle col-lezioni simili, raccolte in altre regioni italiane.

Con questa speranza io rimetto ad altro tempo lastampa di un catalogo particolareggiato : adesso coicenni che seguono darò ragguaglio di alcuni deglioggetti più notevoli esposti; rinunziando, come è na-turale, alla pretesa di fare una narrazione storica degliavvenimenti notissimi, a' quali quegli oggetti si rife-riscono.

Spero che i presenti Ricordi possano trovar favorepresso quanti hanno care le memorie storielle, e chele tavole qui unite siano particolarmente accette ainumerosi raccoglitori di medaglie e di ricordi del ri-sorgimento italiano.

Palermo, 24 maggio 1885.

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1820

Nei ricordi della memoranda rivoluzione del 1820si vuole significare in tutti i modi l'aspirata indipen-denza da Napoli.

Alla coccarda col tricolore de' Carbonari si aggiun-sero i nastri col giallo siciliano e con gli emblemi diPalermo (l'aquila) e di Sicilia (la trinacria), accompa-gnati dalla figura di S. Rosalia, incarnazione dellacittà di Palermo nel suo ideale politico non disgiuntodall' ideale religioso. Viva Palermu e Santa Busulia,grida il buon palermitano vantando i pregi della suacittà; e al grido di Viva /SY. Rusulia si è sempre levatoil popolo di Palermo, invocando in suo ajuto la me-moria della gentile romita, che secondo la pia leggen-da, nel secolo XII offriva la propria vita pel benedella sua patria (1).

Dal signor dottore Giuseppe Lodi, amoroso cultoredelle patrie memorie, ebbe il Museo una bella seriedi coccarde della rivoluzione palermitana del 1820; lequali dal p. Saponara, prete dell' Oratorio , furonoconservate, non dirò soltanto con cura, ma con rarocoraggio , ove si pensi alle gravi pene che , seguitala restaurazione dell'ordine, toccavano ai possessori disimili monumenti rivoluzionar]. In un pezzette di carta,

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che trovai unito alle coccarde, è scritto, di mano forsedel buon prete :

Dal giorno 15 Luglio 1820sino al giorno 10 Ottobre 1820

Epoca Memoranda

Tutti cedesti ricordi, insieme alla medaglia di gen-tile fattura, coniata per celebrare la vittoria del 17luglio 1820 (dono del senatore Fr. Di Giovanni), sonodisegnati nella tavola I. Si hanno inoltre : due inci-sioni rappresentanti, l'una il cannoneggiamento dellacasina Cattolica (oggi palazzo Forcella o Baucina),(dono Salinas), e l'altra, l'uscita dei carcerati dallaVicaria (oggi palazzo delle Finanze) , mentre nelCassaro restava ancora il così detto Carro di S. Rosa-lia ; una lastra in rame in cui è inciso un combat-timento seguito a Termini, e un Proclama della Giuntasuprema di Palermo (dono del dottor Lodi).

(1) Nel presente lutto per la morte del Mamiani, ricorrono alpensiero quei versi dello stupendo Inno a S. Rosalia, ne' quali poe-ticamente si accenna al carattere politico del culto alla Patrona diPalermo :

Poscia ai miseri dì, quando ogni segnoTrascorse la francese oltracotanzaE giustizia di Dio più noi sostenne,Per mezzo i minacciosi accorrimenti,Fra i notturni colloqui e le soppiatteCongreghe ti mescevi, o generosa,Com'elettrica fiamma, ed i più schiviPetti temprando alle magnanim' ire,Maturavi nei cor la gran vendetta.

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1837

Nel nefasto anno 1837 , alla sciagura della inva-sione colerica in Sicilia, si aggiunsero i moti politiciin gran parte prodotti dalla volgare e sempre vivacredenza che il governo spargesse il male per via diveleno. Catania e Siracusa furono principali vittimedi quei moti; e la Sentenza della Commissione Mili-tare del Vallo di Noto data a Siracusa li 27 Novem-bre 1837 (dono del prof. Bart. Lagumina), è su que-sto argomento di un'importanza capitale. Come provacuriosa e dolorosa delle condizioni de' tempi, si noteràla medaglia fatta coniare da Catania in onore di DelCarretto, inandato appunto a desolare con le fucilazioniquell'infelice città.

1848-1849

Fra i monumenti che si riferiscono ai prodromi dellarivoluzione del 1848 vaii ricordati :

Un avviso della Prefettura di Polizia del 29 no-vembre 1847 (dono del IX Lodi), col quale sono e-spressamente proibite le pubbliche manifestazioni e leriunioni popolari potendo esser causa d inconvenientida parte dei malvaggi dediti sempre al furto e allarapina. La medaglia che il governo borbonico fececoniare per le truppe, che respinsero a Messina l'as-salto coraggioso del primo settembre 1847 (vedi ta-vola II) spiega come si avesse ben ragione temen-do quelle pubbliche manifestazioni. Di altri monu-menti numismatici della rivolta del 1848 si hanno iconj della medaglia eseguita dall' incisore Barone in

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onore di Euggiero Settimo Presidente del Comitato ge-nerale di Sicilia (dono della signora Marchesa di TorreArsa) ; una testa di Pio nono improntata su laminadi argento, da servire come centro di coccarda; e duemedaglie militari borboniche (dono Salinas) combi-nate con un certo carattere artistico, da servire l'unaper gii assediati della cittadella di Messina e l'altraper tutti quelli che presero parte alla Campagna diSicilia. Le quali tutte sono riprodotte nella tavola' II.Nella tavola III, si scorgono due cassette per le vo-tazioni del parlamento siciliano, e i calarnaj e i portapenne della presidenza dello stesso (doni del signorbarone Milazzo), non che una sciabola della cavalle-ria siciliana, con l'impronta della trinacria sulla lama(dono del signor barone V. Merlo), e una medagliabattuta dopo il 1860 a ricordo della rivoluzione del1848, come inizio del risorgimento d'Italia.

Una bandiera è stata data dalla Società dell'alba del12 gennaro e uria serie preziosa di stampati ufficialie privati dal Dottore Lodi; diverse stampe e ritrattioffersero varj cittadini.

1860I preparativi allo scoppio del 4 aprile son ricor-

dati con varj e importanti oggetti. La bandiera chesventolò in quel giorno memorando, il berretto por-tato da' congiurati (doni del cavaliere Salvatore Cap-pello); il cannone di legno che fu poi sequestrato edepositato nella fortezza di Castellammare, (offerto alMuseo del signor Avvocato Antonio Marinuzzi); unametà di quelle bombe all'Orsini (dono del fu IsidoroLa Lumia) la cui fabbricazione ha fornito argomento

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ra recenti polemiche. Tutti codesti oggetti sono dise-gnati nella tavola IV, insieme alla medaglia che ilMunicipio palermitano decretò Ai Superstiti del IVAprile 1860— (Dono del Municipio).

In parte della tavola III si scorgono altri due im-portanti ricordi dei Mille'- un fucile che il generaleGaribaldi sul Lombardo, che viaggiava alla volta diSicilia, diede al cavaliere Alessandro Giaccio capitanodella VI compagnia dei Mille, addì 6 maggio 1860 (dono dello stesso Giaccio) ; e la medaglia che ai Millefu data dal Municipio palermitano.

Nella stessa tavola è disegnata una medaglia diGaribaldi incisa dal signor Carlo Natoli, i cui conjdonò lo stesso incisore, e la medaglia commemorati-va della campagna di Sicilia, lavoro dell'incisore Ba-rone (Dono del sig. G. Fazio).

Disegni e fotografie (doni del principe di Scaleae del barone B. Starrabba) ritraggono alcune partidella città di Palermo durante i primi tempi dellarivoluzione: e in una serie di stampati (donati da' si-gnori prof. B. Lagurnina e D.r G. Lodi) si hanno car-tellini rivoluzionarj e proclami clandestini del Comita-to : affissi originali dalle autorità borboniche, fra i quali,notevolissimo, uno degli 11 maggio 1860, col quale ilMaresciallo Salzano proclama lo stato di assedio, anntm-ziando che : ottocento avventurieri provenienti dal Pie-monte sui due Piroscafi Sardi il Lombardo ed il Pie-monte, militarmente vestiti ed armati con a capo unoStato Maggiore ed un generale, sonasi disbarcati aMarsala il giorno 11 dello stante, col disegno di pro-vocare la rivolta ed avvolgere il paese nell' anarchia.

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