DINO TICLI: SETTE GIORNI A PIRO PIRO - Theses · 2010. 6. 19. · Il testo Sette giorni a Piro Piro...
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Univerzita Palackého v Olomouci
Filozofická fakulta
"DINO TICLI: SETTE GIORNI A PIRO PIRO"
TRADUZIONE COMMENTATA
KOMENTOVANÝ P ŘEKLAD
Magisterská diplomová práce
Studijní program: Anglická a italská f ilologie
Vedoucí práce: Mgr. Martina Pračkeová
Autor: Lenka KEZNIKLOVÁ
Olomouc 2010
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Studijní program: FilologieUniverzita Palackého v OlomouciFilozofická fakulta
Akademický rok: 2009/2010
Podklad pro zadání DIPLOMOVÉ práce studenta
Mgr. KEZNIKLOVÁ Lenka F01352Na Výsluní 29, ZábřehPŘEDKLÁDÁ: OSOBNÍ ČÍSLOADRESA
Obor/komb.: Anglická filologie - Italská filologie (AF-IT)
Forma: Prezenční
Dino Ticli: Sette giorni a Piro Piro. Komentovaný překlad
Dino Ticli: Sette giorni a Piro Piro. Commented translation.
Mgr. Martina Pračkeová - KFK
Dagmar Knittlová: Teorie překladu.Jiří Levý: Umění překladu.Olga Krijtová: Pozvání k překladatelské praxi: kapitoly o překládání beletrie
TÉMA ČESKY:
NÁZEV ANGLICKY:
VEDOUCÍ PRÁCE:
ZÁSADY PRO VYPRACOVÁNÍ:
SEZNAM DOPORUČENÉ LITERATURY:
............................................................
................................................
..............................
..............................
Podpis studenta:
Podpis vedoucího práce:
Datum:
Datum:
(c) IS/STAG , Portál - Podklad kvalifikační práce , F01352 , 09.05.2010 21:16
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Prohlášení
Místopřísežně prohlašuji, že jsem diplomovou práci na téma: "Dino Ticli: Sette giorni a Piro
Piro. Traduzione commentata" vypracovala samostatně pod odborným dohledem vedoucího
diplomové práce a uvedla jsem všechny použité podklady a literaturu.
V Olomouci dne 10.5.2010 Podpis:..........................................
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Věnováno mým rodičům...
. ..za jej ich všestrannou podporu v době mých studií.
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Úvodem bych chtě la poděkovat magistře Martině Pračkeové za vedení mé
diplomové práce a za konkrétní podnětné návrhy řešení překladových situací.
Rovněž bych chtě la poděkovat Dinu Ticlimu, autorovi knížky, za jeho vstřícný
postoj k řešení všech mých dotazů .
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II NDICENDICE
1. Introduzione ..................................................................................................................... 7
2. L´autore ............................................................................................................................ 9
3. Metodi traslatologici ......................................................................................................... 11
3.1 Sviluppo storico a secoli ................................................................................................11
3.2 Metodi contemporanei ....................................................................................................12
4. La traduzione del titolo del libro ...................................................................................... 14
5. Aspetti comuni a tutti i capitoli tradotti ............................................................................ 18
6. La traduzione del primo capitolo ...................................................................................... 22
7. Il commento della traduzione del primo capitolo ............................................................. 26
7.1 Equivalenza sul piano fonetico-fonologico ....................................................................26
7.2 Equivalenza sul piano grammatico-lessicale ................................................................. 27
7.3 Equivalenza sul piano sintattico .....................................................................................30
7.4 Equivalenza sul piano stilistico ......................................................................................32
7.5 Equivalenze parziali ....................................................................................................... 35
7.6 Equivalenze zero ............................................................................................................. 36
7.7 Aspetto pragmatico ......................................................................................................... 38
8. La traduzione del terzo capitolo ....................................................................................... 40
9. Il commento della traduzione del terzo capitolo .............................................................. 42
9.1 Equivalenza sul piano fonetico-fonologico ....................................................................42
9.2 Equivalenza sul piano grammatico-lessicale ................................................................. 44
9.3 Equivalenza sul piano sintattico .....................................................................................46
9.4 Equivalenza sul piano stilistico ......................................................................................47
10. La traduzione del quarto capitolo ................................................................................... 50
11. Il commmento della traduzione del quarto capitolo ....................................................... 54
11.1 Equivalenza sul piano fonetico-fonologico .................................................................. 54
11.2 Equivalenza sul piano grammatico-lessicale ............................................................... 57
11.3 Equivalenza sul piano sintattico ...................................................................................64
11.4 Equivalenza sul piano stilistico ....................................................................................65
12. Conclusione.................................................................................................................... 68
13. Resumé ........................................................................................................................... 69
Anotace ................................................................................................................................ 71
Bibliografia ........................................................................................................................... 72
Allegati ................................................................................................................................. I - XXII
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1. 1. INTRODUZIONEINTRODUZIONE
Dall´inizio dell´umanità i l nostro mondo è test imone di tantissimi personaggi
che hanno arricchito la nostra arte con le loro opere letterarie.
Forse per i l caso di babilonia o per un altro la gente non si unifica nel la
l ingua e cosí troviamo molt issime l ingue nel nostro mondo.
Ma il popolo non si vuole l imitare solo alla propria cultura ma vuole far
esperienze nelle culture oltre i confini della patria.
Come viaggia la gente, la merce, gl i uccel li e i l vento, cosí viaggia la nostra
conoscenza.
Ci sono dei l ibri, opere degli autori piú o meno conosciuti oppure dimenticat i
che attirano la nostra attenzione. Ci sono l ibri da tutto i l mondo di varie l ingue e
con i l profumo di culture vicine e lontane.
La traduzione come una delle discipline linguistiche piú vecchie rende possibile
leggere e capire le opere in quasi qualsiasi l ingua del mondo.
Questo lavoro di laurea è una traduzione commentata del l ibro Sette giorni a
Piro Piro, di un testo per ragazzi, scrit to da Dino Ticl i. La l ingua di partenza è
l´i tal iano e la l ingua di destinazione è i l ceco.
La tesi presenta alcune delle tecniche moderne traslatologiche applicate poi
nel testo e da punto di vista di tutti i l ivell i l inguistici (fonetico, morfologico,
lessicologico, sintattico) e sti l ist ici paragonando sempre tutte e due le l ingue e
il loro uso naturale. Non manca nemmeno l´ informazione sul l´opera e sull´ au-
tore stesso che in realtà apre la tesi.
Durante i miei studi universitari mi occorrevano le opportunità ad attendere
corsi di traduzione in tutte le tre l ingue che studi lo - l ´inglese, l´i tal iano e i l
tedesco. Avevo le possibil i tà a dare un´occhiata ai segreti di questa disciplina
con la guida delle persone esperte. Una di loro era Dagmar Knitt lová le cui
teorie e metodi concreti rappresentano la base sia delle parti teoretiche che
pratiche nel mio lavoro.
Le prime righe del testo Sette giorni a Piro Piro facevano parte delle nostre
prove traslatologiche dall ´i tal iano al ceco che facevamo durante le lezioni all ´u-
niversità. Questa piccola esperienza con effett i posit ivi è diventata piú tardi una
grande sfida per dedicarmi a questo testo piú profondamente come l´ oggetto
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del mio lavoro di laurea dove potevo real izzare la propria creativi tà nel senso
linguistico e f inalmente e soprattutto tutto ciò che avevo imparato ed ancora
imparerò durante lo stesso lavoro.
Ho cominciato la traduzione dall´iniz io totale cioè dal t i tolo e dal primo
capitolo per introdurre la trama. Ne seguono altr i capitoli però già scelt i perché
li consideravo piú interessanti per gli obiett ivi della traduzione commentata.
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2. 2. LL ´́AUTOREAUTORE
Dino Ticl i vive a Lecco dove lavora come professore di scienze in un l iceo
locale. È uno scrit tore moderno che fin dal 1986 si dedica anche alla letteratura
per ragazzi. Fino ad oggi ha pubblicato decine di testi per lettori piccoli, tra le
sue prime opere appartengono I l leone Gedeone (1986) oppure I l l ibro segreto
degl i animali piú (1987), tutte e due pubbl icate dalla casa editrice di De
Agostini. Tra le ult ime, uscite nel 2009, troviamo per esempio I l mio cane fa le
puzze, Voglio un cane oppure Mettiamo in scena i proverbi.
Dino Ticli è un laureato in scienze geologiche con la specializzazione in
campo zoologico e botanico e non per caso la sua bibliografia r ivela un certo
numero di t i tol i dove si trovano animali o piante.
Il testo Sette giorni a Piro Piro, uscito nel 1995 sotto la casa editrice
Piemme-Battello a Vapore, rappresenta una delle sue prime opere per ragazzi, e
per i l suo grande successo è stato accompagnato dalla continuazione sette anni
dopo con un titolo opportuno Ritorno a Piro Piro (2002).
Il testo non è r imasto inosservato dalle cri t iche letterarie che hanno premiato
il suo autore con i l Premio Pennino d´oro nel 1996 e con Premio Associazione
Culturale Oi-Petres nel 1998. Scendendo però dalle luci bri l lant i dei premi
uff iciali gir iamo alla voce del popolo, un fattore non meno importante. Ecco
alcune opinioni da parte dei suoi lettori che hano letto questo suo l ibro:
"Ci tengo a mostrare all ' Ital ia questo fantast ico libro. I l pr imo che ho letto e che mi haspinto a leggerne altr i ." 1 "Bel l issimo l ibro che a distanza di anni e anni mi ha colpito e rimane tutt 'oggi nel lamia mente, non solo come primo l ibro letto, ma come uno dei piu bei l ibr i che lessinel la mia infanzia." 2
"Lo consigl io davvero, specialmente ai ragazzi che fantast icano e sognano spesso :)" 3
"Sette giorni a Piro Piro" è un l ibro che non deve mancare nel le l ibrerie di ogniragazzo in cerca di storie sconvolgenti e un po' inverosimi l i . Se questo l ibro non è giàsul vostro comodino, correte in l ibreria a comprarlo!" 4
1 http://www.ciao.it/Sette_giorni_a_Piro_Piro_D_Ticli__Opinione_10039692 ibidem3 ibidem4 http://kidslink.bo.cnr.it/fahr/fahr98/msg00404.html
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"Gli alunni hanno seguito con molto interesse le strabi l iant i avventure del tur ista.Sono stati colpit i dal la stana l ingua del l ' isola i l ´piropirese´." 5
Accanto alla letteratura per i giovani troviamo nella sua bibl iografia altri
generi come testi teatrali e scientif ici per cui ha anche ricevuto vari
riconoscimenti sul piano vasto.
La combinazione dello sfondo scienti f ico ad una parte e la sua creatività testuale
all´ al tra rendono le sue opere le fonti didascal iche e di divertimento nello
stesso tempo per i suoi lettori di qualsiasi età.
Come un art ista moderno Dino Ticli si apre al pubbl ico e ne rimane in
contatto non solo fisicamente partecipando ai vari festival di letteratura e
conferenze in tutta l´Ital ia, ma anche virtualmente tramite i l suo sito ufficiale
www.letturegiovani.it. Là i l lettore scopre oltre altro che Ticl i è anche un poeta.
Le sue poesie chiamate Filastrocche presentano solo una parte del le cose
interessanti che questo autore fa r ivelare di sé stesso a noi.
5 http://www.icgonars.it/lettura/recensione/primaria_quart_7.htm
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3. 3. METODIMETODI TRASLATOLOGICITRASLATOLOGICI
3.1 Sviluppo storico a secol i
La discipl ina di traduzione come un prodotto di umanità ha passato tanti
svolgimenti e cambiamenti fondamentali , si deve capire che c´è una grandissima
differenza nel come si tradusse nei primi anni di Cristo, nel Trecento, Novecento
e come si traduce negli ult imi anni.
Sebbene distant i da centinaia d´anni tra di loro tutte le stagioni avevano un
problema in comune - la questione di come approcciare le proprie traduzioni. In
connessione a questi si prendevano in questione tre parole oppure tre punti di
vista: fedeltà, l ibertà, adequatezza.
Già i poeti antici furono consapevoli del bisogno di prendere in questione
tali aspetti del testo come i l suo contenuto e la sua forma. Nel processo della
traduzione i poeti come Cicero oppure Horazio furono a favore della l ibertà che
degli altri aspetti .
Il Medioevo arrivò con un nuovo approccio cio fu una traduzione letterale
che servì ad una trasmissione precisa dei testi l i turgici cristiani.
Il Rinascimento cercò ad avvicinare l´ambiente del testo originale al lettore
cio pratticò tramite la l ibertà di traduzione e negazione della letterarietà del
Medioevo. La rivoluzionarietà di questo periodo si fondò nel la formulazione
delle prime regole traslatologiche che sono val ide f in ad oggi. Una di queste
regole fondamental i dice che i l traduttore deve senza resto capire i l testo
originale, la l ingua di partenza e la l ingua di dest inazione.
L´approccio traslatologico del Classicismo fu in un certo senso estremo. La
libertà della traduzione si emfatizzò cosí tanto che la traduzione stessa diventò
una creazione di un testo quasi nuovo. Ogni particolarità locale oppure
temporale del testo di partenza fu consapevolmente negata e sostituita dal le
ideologie e caratteri estetici.
In contrasto al periodo precedente i l Romantismo cercò appunto di mantenere
le particolarità dei tratt i originali del testo di partenza e pone l´accento sul la
fedeltà e letterarietà del la traduzione.
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3.2 Metodi contemporanei
Se le centinaia precedenti quardavano la traduzione da tre punti di vista - di
fedeltà, l ibertà e adequatezza, la disciplina della età moderna, precisamente fin
dagli anni Sessanta usa i l termine di equivalenza funzionale che vuol dire che i
mezzi linguistici abbiano la stessa funzione su tutt i i piani, sia nella l ingua di
partenza che in quella di destinazione.
" Dnes považujeme funkční př ístup k překladu, funkční ekvivalenci za základní princippřekladu. Znamená to, že nezáleží na tom, použi jeme-li stejných č i j iných jazykovýchprostředků , ale na tom, aby plni ly stejnou funkci, a to pokud možno po všechstránkách, tedy nejen významové věcné, denotační, referenční, ale i konotační,expresívní , asociační a pragmatické." 6
Nella sfera dell ´equivalenza funzionale si deve emfattizare l´importanza del
cosiddetto aspetto pragmatico che si realizza praticamente in tutta la
traduzione di questa tesi.
Il suo termine ha origine nella Scuola di Lipsia e viene legato soprattutto ai
nomi di Gustav Jäger oppure Otto Kade. Secondo essi la pragmatica significa
una relazione diciamo tripolare, cioè tra i l destinatore (lettore, ascoltatore), l ´au-
tore (scri ttore, oratore) ed i mezzi l inguistici scelt i dal l´autore con rispetto al
testo.
La scelta dei mezzi l inguist ici dipende dai vari aspetti tra i quali appartiene
l´età oppure l´ambiente sociale sia del l´oratore che del destinatario; le varietà
delle situazioni, i l t ipo della communicazione (scritta o parlata) oppure anche
l´uso dello sti le l inguistico (formale e informale), dello stile funzionale, del
piano st i l ist ico ma anche delle convenzioni della società in questione.
Un altro punto di vista ci spiega l´aspetto pragmatico come la coordinazione
del piano sti l ist ico, semantico e semiotico.
Eugene Albert Nida non usa anzi i l termine dell´aspetto pragmatico ma
difende un´idea simile a quella della Scuola di Lipsia che dice che la traduzione
deve rispettare 1. la cultura del la lingua di destinazione, 2. i l contesto della
communicazione e 3. del destinatario procurati dalle giuste scelte delle parole.
Secondo Noam Chomski tutto sia traducibi le e il processo di traduzione sia
una recifrazione dei singoli elementi del la struttura di una l ingua. Ogni l ingua
esistente viene formata dal lessico che è piú o meno soffisticato e che in un
certo modo rappresenta uno specchio del la cultura di ogni nazione. 6 D.KNITTLOVÁ, Teorie překladu, Olomouc: Nakladatelství UP Olomouc, 1995, p.5.
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Ed è proprio la cultura stessa che secondo Chomski nasconde vari ostacoli .
Se la l ingua di partenza si avvicina a quel la di destinazione poi una certa parola
trova la sua traduzione equivalente su tutt i i piani l inguistici senza grandi
diff icoltà. Se, però, le due l ingue hanno poco oppure niente in comune, oppure
se i l testo di partenza contiene delle parole per le quali non esiste nessun
espressione equivalente nella l ingua di destinazione, poi chiamiamo un tale
situazione equivalenza zero. Per uscirne i l traduttore ha a sua disposizione una
serie di procedimenti. Da questi scelgo per i l lustrare i piú semplici da usare
come il cosíddetto calco cioè una traduzione letterale mantenendo la struttura
originale; la sostituzione di un elemento da un altro, per esempio un sostantivo
da un pronome e viceversa; la general izzazione o l´iperonimia ; l ´esplici tazione
quando si aggiungono delle informazioni spiegative; la riduzione del le parole; e
finalmente anche l´omissione della parola o del termine cioè però una soluzione
estrema e non spesso praticata.
Ogni singola situazione richiede un individuale modo di traduzione sia questi
piú o meno regolare o t ipico. Quel lo che alla f ine decide sulla qual ità del testo
di dest inazione come un´unità complessa é in realtà appunto la cosiddetta
equivalenza funzionale e la questione obligatoria se questa era nel processo di
traduzione rispettata e riguardata.
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4. 4. TRADUZIONETRADUZIONE DELDEL TITOLOTITOLO DELDEL LIBROLIBRO
Forse non si sbagl ia tanto quel lo che dopo una breve osservazione dice che
anche i t i tol i in generale abbiano la loro storia.
Nel passato letterario gli autori tendevano a procurare i propri test i di un titolo
lungo ed esplicativo che in poche parole faceva indovinare l´ idea principale del
l ibro.
Non di rado rivela i l patrimonio letterario esempi opposti al primo. Si hanno
in mente i ti tol i formati da una parola singola, semplici , chiari ed tematicamente
presentativi. Soprattutto i l campo poetico ha una sua specialità quando i l lettore
trova piú opere di autori diversi chiamate tutte però con lo stesso titolo di
"Poesie". In un tale caso la traduzione si mira verso uno degl i approcci di
standart cioè concretamente qui l ´equivalenza totale.
Riguardando la scala di tutt i i t itol i possibili , J iří Levý ne forma e distingue
solo due tipi fondamentali - t i tol i a communicazione e t i toli a simbolo . Il primo
tipo contiene nella sua forma il nome del protagonista, una descrizione della
trama e, nei casi piú lontani dal presente, anche il genere del testo. Nel processo
traduttivo un tale t itolo viene mantenuto nella sua lunghezza totale.
L´altro t ipo r ivela la trama tramite ai simbol i e secondo le tendenze moderne è
breve ed esatto. Gli stessi caratteri del t i tolo devono essere mantenuti anche nel
t itolo di destinazione.
Il t i tolo Sette giorni a Piro Piro non è stato cosí chiaro da tradurre come si
poteva pensare nel primo momento. Quante piú regole e teoria la disciplina di
traduzione gradualmente rivela, tante piú domande ci salgono e fanno la
chiarezza iniziale lentamente sparire.
Tenendosi alla semplice distinzione da Levý, il t i tolo in questione appart iene
al secondo tipo, cioè titolo a simbolo.
Dal punto di vista sintatt ico i l t i tolo è formato da un sintagma nominale che lo
procura della brevità, ma nel lo stesso tempo schizza al suo lettore un´ immagine
abbastanza leggibile per indovinare i l tema principale del l ibro.
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La seconda parte del ti tolo ci fa sapere che si tratta di un avverbio locí. La
domanda quasi intuit iva è sul genere del posto. Senza leggere i l l ibro i l t i tolo
stesso non chiarisce questa domanda perché la preposizione "a" è mult ivalente e
può introdurre i nomi sia delle città che delle isole.
Letto i l primo capitolo del l ibro si fa ovvio che Piro-Piro è un´ isola, e una
breve ricerca immedia nel campo di geografia confirma che in realtà un tale
isola non esiste.
Ogni traduzione viene accompagnata da una serie di domande da parte del
traduttore che come una parte indispensabile del processo devono esser fatte e
risposte cosí che i l t raduttore capisca l´essenza di una certa espressione. Questi
è uno dei principi fondamentali , menzionati nel capitolo 3.1, i cui origini vanno
dietro nel periodo rinascimentale ma sono sempre validi f ino ad oggi.
Non è niente di straordinario se un t itolo viene formato dai nomi geografici .
In un tale caso il t raduttore deve rispettare l´equivalente già esistente nelle
traduzioni precedenti ed implementarlo nel proprio testo di destinazione. Al
contrario, qualsiasi prova di original ità ed invenzione nel senso di rottura dell´
usus potrebbe essere ri f iutato dal pubblico letterario.
Nel la nostra si tuazione dobbiamo affrontare una part icolarità cioé la
cosiddetta equivalenza zero.7 Piro-Piro è un´ isola fantastica i l cui nome è stato
inventato con una certa intenzione del l´ autore e solo per i motivi di questo
libro. Dino Ticl i ne dice: ". .. la parola Piro non ha alcun significato in i tal iano (a
parte l´uccel lo Piro Piro.. .), l ´ho usata per descrivere un luogo geografico
fantastico e come aiuto per creare la nuova l ingua ´piropirese´, pertanto
considerala pure un gioco fonico." 8
Non avendo nessuna restrizione nella forma da un possibile equivalente già
esistente, si tendeva a sostituire i l nome Piro-Piro da un´ altra espressione che
sarebbe piú vicina all ´ambiente del la l ingua di dest inazione e coi simil i caratteri
fonici. Jiř í Levý, però, ne dice: "Po stránce obsahové je hlavním požadavkem
výraznost, t j . konktrétnost a jedinečnost symbolizujícího obrazu. Ta bývá [př i
překladu] mnohdy přehnána až na rozhraní umění a kýče." 9
7 Vedi il capitolo 3.2 8 D. TICLI, cit., Vedi Allegato I, data 15.11.20099 J. LEVÝ, Umění překladu, Praha: Panorama, 1983, p.155.
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Presa in considerazione l´idea di Levý e l´intenzione dell´autore, tutte le
altre forme sostitui t ive, come per esempio "Tramtárie" oppure "Kuru-Kuru",
sono state negate alla fine ed i l nome originale di Piro-Piro è stato nel t i tolo di
destinazione definit ivamente conservato.
La l ingua di destinazione, i l ceco, è una l ingua sintet ica f lessiva che vuol
dire che certe parti di discorso vengono decl inati , la loro forma si altera nella
desinenza secondo i sette casi grammatical i.
Piro-Piro è un´espressione nuova che tramite la propria traduzione entra nel
sistema linguistico della l ingua di dest inazione. In generale, i l piano
lessicologico definisce tali termini, come Piro-Piro, come cosiddetti esotismi
oppure forestierismi . Questi sono "parole non addomesticate [nella l ingua di
destinazione], trapiantate, generalmente per via oculare, cioè in iscritto, nella
forma straniera originaria o poco cambiata: esse da tutt i sono sentite e
riconosciute come straniere, per esempio ´slogan´." 1 0
Il traduttore può mantenere la parola Piro-Piro come un vero esotismo,
oppure la fa addattare allo sistema l inguistico del ceco, ciò significherebbe
procurarla di desinenze relative, concretamente qui della desinenza dell´ ablat i-
vo. Cosí abbiamo due versioni del t itolo a disposizione che sono: "Sedm dní na
Piro Piro" e "Sedm dní na Piro Piru". Poiché, però, i l nome geografico fantast ico
è una rif lessione fonetica e formale del l inguaggio dell´isola, si è scelta, come
la soluzione definit iva, la forma inflessiva.
Le teorie di traduzione offrono ancora un´altro aproccio che si potrebbe
appl icare sul nostro t itolo. Come ho menzionato prima, i l t i tolo solo non
specifica i l genere del posto. Perciò, i l traduttore può essere piú esplicito ed
aggiungere nel t i tolo una parola spiegativa - "ostrov" /isola. Il ti tolo sarebbe poi
"Sedm dní na ostrově Piro Piro". Il metodo della traduzione si chiama l´esplici-
tazione , già menzionata nel capitolo 3.2. Non è però un metodo universale,
anche se molto uti le e secondo le ricerche recenti anche sempre piú spesso
usato, nel nostro caso si preferisce ad evitarlo. Si segue l´idea di Lessing citata
da Jiří Levý, che è a favore di certa misteriosità nei t itol i : "Název musí být jako
jídelní lístek: č ím méně prozrazuje o obsahu, tím je lepší." 11
10 M. FOGARASI, Grammatica italiana del Novecento, Roma: Bulzoni, 1984, p.126.11 J. LEVÝ, Umění překladu, Praha: Panorama, 1983, p.154.
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Per tutt i i motivi ed argomenti descri tt i f inora, la forma definit iva del t i tolo
nel ceco è Sedm dní na Piro Piro.
Della traduzioni in altre l ingue straniere Dino Ticli ne dice: "Il l ibro è stato
tradotto in francese ... e i l t itolo ´Sept jour a Piro Piro´ ha mantenuto la parola
Piro, essendo intraducibile." 12
12 D. TICLI, cit., vedi Allegato I, data 15.11.2009
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5. 5. ASPETTIASPETTI COMUNICOMUNI AA TUTTITUTTI II CAPITOLICAPITOLI TRADOTTITRADOTTI
Il l ibro consiste da dieci capitoli dai qual i ho scelto per la traduzione
comentata solo alcuni, cioè tali che sono interessanti e ricchi dal punto di vista
traslatologico.
Ogni capitolo ha le proprie specifiche ed offre degli approcci e metodi
diversi. Nonostante questi, tutt i i capitoli hanno un paio di costanti che
attraversano tutto i l l ibro e sono valide dall´inizio fin´alla f ine.
Per non ripetere le stesse informazioni in ogni sezione teoretica sul capitolo
tradotto, ci menzioniamo dei caratteri che i capitoli scelt i hanno in comune.
Sette giorni a Piro Piro è un testo di t ipo narrativo . La storia viene formata
da tant i eventi nel´ordine naturale che significa che gli eventi si seguono
cronologicamente in un tal´ordine come sono accaduti. Nei termini l inguist ici si
vuol dire che la fabula coincide con l´intreccio.
Per quel che riguarda il punto di vista del narratore qui si tratta del tipo di
vista a focal izzazione interna 1 3. Il narratore è i l protagonista principale del
testo che racconta tutte le vicende come gl i sono accaduti . Non sa di piú o di
meno degl i altr i protagonisti , racconta e descrive tutto ciò che sente, vede e di
cui fa esperienza nei momenti di cui fa parte in persona. Da questi possiamo
trarre un altro termine che determina il narratore stesso. Il nostro narratore
viene definito come narratore presente oppure anche omodiegetico che vuol dire
che è "presente nella storia come personaggio che narra in prima persona i fatt i
di cui è (o è stato) protagonista o testimone." 1 4
Per i l traduttore una cosa piú importante è i l contesto temporale , i l periodo in
cui i l trama si svolge.
È ovvio che ogni periodo storico, sia breve o lungo, vicino o lontano, si
presenta coi propri caratteri su tutt i i campi della vita umana. Il t raduttore l i
deve riconoscere e deve essere capace di trasmetterl i nella l ingua di
destinazione mantenendo lo stesso effetto della l ingua di partenza.
Il nostro testo è attemporale , i l lettore non sa precisamente quando la storia
si svolge, non si conosce né l´anno né un periodo approssimativo.
13 M. SENSINI, Lo sistema della lingua, Milano: Mondadori, 1992, p.14 ibidem, p.
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Tutto ciò che l´autore ci fa sapere è i l mese. La storia si svolge durante i pochi
giorni verso la metà di luglio. Da questo punto di vista i l traduttore non è
limitato nella scelta del vocabolario che altrimenti dovrebbe adattare a quel lo
della l ingua di dest inazione e del periodo corrispondente.
Accanto al contesto temporale ci manca naturalmente anche i l contesto
culturale che con la dimensione spaziale fanno da sfondo agl i eventi.
Il l ibro è un testo fantast ico la cui maggior parte si svolge su un´isola
fantastica. Essa conserva in sé la propria cultura, una cultura straordinaria ed
originale che il lettore conosce solo leggendo i l libro. Cosí fa anche i l traduttore
a cui per decifrare i caratteri t ipici del la cultura e dello spazio serve i l testo solo
e niente d´altro.
Sul piano sti l istico ho preso in considerazione alcuni aspetti . Il testo, come
un testo narrativo, è diviso in sequenze di t ipo diverso, ci si alternano sequenze
descritt ive, narrative, rif lessive e dialogiche. Riguardando la struttura interna i l
testo viene formato dai capitol i, paragrafi e capoversi.
Nella mia traduzione ho mantenuto la forma originale cioè le sequenze e la
struttura interna del testo di partenza sono identiche con quelle del testo di
destinazione.
Un altro aspetto sti l istico presenta il registro dell´opera. Nel nostro caso si
tratta di un testo per ragazzi, la copertina dice precisamente "a partire dai 9
anni". Rispettando uno dei principi pragmatici della traduzione i l t raduttore
deve sapere i l massimo del destinatario, la classif icazione del lettore finale
secondo vari criteri tra cui troviamo per esempio l´età oppure lo strato sociale.
Saputa l´età del destinatore, i l traduttore ne deve addattare la scelta delle
parole del registro. Nella traduzione ho scelto tali parole che sono comprensibi l i
già per ragazzi dell´età indicata.
La scelta del le parole giuste è un processo impegnativo. Perciò me ne occupo
piú profondamente nei capitoli sequenti, nei casi concreti.
Il l inguaggio del testo in generale rappresenta i l l ivel lo standart . Questi
vengono "usati nella normale communicazione, parlata e scrit ta, nei rapport i
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-
quotidiani con interlocutori con cui non si ha particolare familiarità, a scuola e
in ufficio." 15
Dino Ticl i ha procurato i l suo testo anche di un certo umorismo che
naturalmente partecipa al grande successo di Sette giorni a Piro Piro dai lettori
di qualsiasi età.
Per me come un traduttore, tenersi nella traduzione al livello standart non
era un tale difficoltà come trasmettere nel la l ingua di destinazione quell ´eccel-
lente carattere umoristico senza perdere l´effetto inteso dal l´autore.
Dalla mia esperienza traslatologica che ho fatto durante i miei studii mi
ricordo e tengo al la mente ancora una cosa abbastanza importante. Accanto a
tutt i i metodi imparati ed usati nelle traduzioni c´è ancora un gruppo
nonspecificato di piccole parole che diciamo ornamentano il l inguaggio in un
tale modo che serve a conservare oppure ad avvicinarsi al massimo all´effetto
originale anche nel testo di destinazione. Jiří Levý ne dice:
" Neumělý překladatel...přetlumočí jen slova významová a ochudí text o slova nebo stavební prvky,jejichž funkce je spíše estetická....Pro umělecký styl mají význam mnohá celkem bezobsažná slůvka jako´pak´, ´jen´, ´když´, ´tedy´, ´přece´, ´třeba´, apod., která odstiňují a subjektivně podbarvují význam ashlazují, vyrovnávají rytmus věty, prostě činí řeč plynnou a živou. Protože pro ně v originále nenípodklad, vyhýbá se jim pedantský překladatel a jeho styl je pak suchý a tvrdý." 16
Nella mia traduzione l i ho usati tanti per motivi succitati. Ecco qualche esempio
concreto:
• No, no! - Ne, to ne!; . . .non ci sarebbe qualcosa di un po´ p iú economico? -. . .nemě l byste tam přeci jen něco cenově př i ja telně jšího?; No, grazie. - To ne,
děkuj i .; Non sono meravig l iose? - No nejsou nádherné?; Che a l tre sorprese. . . -
Jakápak další překvapení. . . ;
Soprattutto nel primo e nel quarto capitolo ci incontriamo con le seguenze
dialogiche. Per essere riconosciute facilmente dal resto del testo e dal le altre
sequenze, i dialoghi vengono generalmente segnalati dalle virgolette ma nel
nostro caso la funzione dist intiva accade al le l ineette. Per la traduzione ho
deciso di mantenere le virgolette i l ciò è l´uso standart nei testi della l ingua di
destinazione.
- No, no! È t roppo per me. - "Ne, ne, to je na mě moc."
15 M. SENSINI, Lo sistema della lingua, Milano: Mondadori, 1992, p. 16 J. LEVÝ, Umění překladu, Praha: Panorama, 1983, p.151.
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-
Ogni capitolo viene commentato, tra altr i, sul piano fonetico-fonologico.
Perché si dovranno spiegare i cambiamenti e gl i adattamenti pronunciativi che ci
sono come risult i del trasferimento dalla l ingua di partenza alla l ingua di
destinazione, ho usato dei simboli di trascrizione secondo la cosiddetta IPA,
International Phonetic Alphabet.
21
-
6.6. LALA TRADUZIONETRADUZIONE DELDEL PRIMOPRIMO CAPITOLOCAPITOLO
Kapitola první, kde klienti cestovní kanceláře nejprve čekají, pak se rozčí l í
a nakonec t leskají.
"Promiň te, prosím," oslovil jsem zaměstnance jedné cestovní kanceláře, který
mě zřejmě vůbec nevidě l vstoupit a dál nerušeně čmáral jakési kl ikyháky na
zvláštně namodralý papír. Uplynulo několik minut, než mladík svou úmornou
práci ukonč i l a papír schoval. Pak se zhluboka nadechl, vykouzl il úsměv a
podíval se na mě.
"Prosím pane."
"Chtě l bych někam na dovolenou. Může mi Vaše kancelář nabídnout něco
opravdu zajímavého a zároveň ne moc drahého?"
"Dě láte si legraci?! Nikdo Vám nemůže posloužit lépe než my. Ovšem, záleží
na tom, na jak dlouho a jakou částku hodláte utratit . Předpokládám, že už
ně jakou představu máte, kam byste se chtě l podívat..."
"No, ani ne. Co byste mi doporuč i l Vy?"
Mladík nasadi l zamyšlený výraz, ale vzápětí se jeho tvář rozzář i la. Z regálu za
sebou sebral pár prospektů a řekl:
"Tady, podívejte se. Toto je velmi zajímavý zájezd: dvacet dní na Havajských
ostrovech za doslova úsměvnou cenu."
S těmito slovy mi na papíře ukázal cifru s tolika nulami, že jsem jen stěží polkl
a neubráni l se hlasitému vykř iknutí .
"Ne, ne, to je na mě moc."
Beze slov a aniž by nechal na sobě cokoli znát se mladík vráti l ke své práci.
"Podívejte se tedy na tento návrh: patnáct dní v Japonsku, s návštěvou
hlavních měst a hory Fudži."
"Pěkné, opravdu. Ale nemě l byste tam přeci jen něco cenově př i jatelně jšího?"
"Ovšemže, není problém. Naším heslem je posloužit zákazníkovi za každou
cenu. Nechte mě na okamžik popřemýšlet. . .. No j istěže! Jsem to ale hlupák!
Mám tu pro Vás opravdovou pří ležitost!"
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-
A okamžik nato se stů l ztrati l pod haldou papírů.
"Deset dní ve Španě lsku. Okružní cesta celou zemí včetně dvou dnů v
Madridu, kde můžete zhlédnout býč í zápasy."
"To ne, děkuji . Nemám moc rád nási lná představení."
To, co jsem řekl, byla pravda, ale co mě ve skutečnosti vyděsilo, byla cena
zájezdu. Byla sice menší než u předchozích nabídek, nicméně pro mě pořád dost
vysoká. Je vůbec možné, že by bylo všechno tak drahé? To jsem asi už opravdu
hodně dlouho nikde nebyl.
"Promiňte," řekl mladík za přepážkou. Z jeho tváře se začal vytrácet úsměv,
který ho až doposud doprovázel. "Kdybyste mi řekl rovnou, kolik máte v úmyslu
utrat it, snad bych Vám pak mohl navrhnout něco, co Vám bude vyhovovat, a
neztrácel i bychom tu drahocenný čas."
Nikdy jsem nebyl moc bohatý, ale nikdy jsem se také nestydě l za svů j stav. Až
teď , zřejmě kvů l i té hromadě zákazníků , co se na mě doslova nalepi l i , aby mohli
bez jakýchkoli rozpaků a sebemenší ohleduplnost i poslouchat. S jistým studem
jsem se tedy naklonil k mladíkovi a do ucha mu pošeptal cifru, kterou jsem
disponoval.
Mladík hlasitě zakašlal až zfialově l , jako bych ho tím byl urazil . Ostatní se na
mě podívali tak přísně , jako by mi vyčí tal i, že jsem je př ipravil o tu nejlepší
část rozhovoru.
"Za takové peníze Vám mohu zařídi t maximálně tak jednodenní výlet do
K ř iv ic."
Radě j i jsem se ani nerozhlížel, abych nevidě l ironické pohledy ostatních
zákazníků . Zvednul jsem se rozhořčeně od přepážky a dal se na odchod.
Kř iv ice jsou urč i t ě skvě lé místo, jenže jde o malou, zapadlou vesnici v
horách, které obklopují moje město. K tomu, abych se tam podíval, jsem zcela
urč i t ě žádnou cestovní kancelář nepotřeboval.
Už jsem mě l otevřené dveře a chystal se k odchodu, když vtom jsem uslyšel
mladíkův hlas, jak na mě udýchaně volá:
"Haló, pane! Nechoď te pryč !"
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-
Otoč i l jsem se a uvidě l ho na žebříku, jak z jednoho vysokánského regálu
stahuje ně jaké příšerně zaprášené složky.
"Tady to je!" zvolal a prašti l složkami na stů l , načež se zvedl oblak prachu a
já se na pár minut rozkašlal. "Podívejte se na tyhle fotky. No, nejsou nádherné?"
Ukázal mi vybledlé obrázky s nažloutlou patinou, což o jej ich stář í už leccos
napovídalo.
"Budou minimálně dvacet nebo tř icet let staré," pomyslel jsem si.
Jenže už to málo, co se z toho dalo vyč íst , mě přestalo zajímat.
"O co se jedná?" zeptal jsem se.
"To je Piro-Piro, jeden z nejkrásně jších ostrovů v At lantském oceánu."
Čas uč ini l obrázky ještě př i tažlivě jšími a naplnil je záhadou a poezií.
"A nebude dovolená na takovém ostrově moc stát?" zeptal jsem se se směsicí
nadě je a strachu.
"Ale ne, ne. To bych Vám ani nenabízel. Představte si, že za peníze, které
máte, strávíte na Piro-Piro celý týden."
Musel jsem se ovládnout, abych radostí nevyskoč i l . Ovšem vzápě tí zasažen
náhlým podezřením jsem se zeptal:
"Ale jaktože tak málo?"
"No, cena je jako před pětadvaceti lety. Nechtě l i jsme j i zvedat proto,
abychom čel i l i právě takovým situacím, jako je ta Vaše. A taky..."
"A taky co?"
"A také to, že pro přepravu na ostrov používáme balóny."
"Balóny?"
"Ano, ale nebojte se, žádné nebezpečí nehrozí."
Na okamžik jsem nevědě l , co říci. Koneckonců , ten nápad byl originální. Kdoví,
jak by mi kamarádi závidě l i , kdybych j im o tom vyprávě l .
"Dobrá," řekl jsem nadšeně , "tak poletím na Piro-Piro balónem!"
Toto rozhodnutí rozpoutalo dlouhý potlesk čekajících zákazníků , kteří mezitím
stač i l i vytvo ř i t už docela pěkný hlouček.
"Kdy chcete odjet, pane?"
"Příšt í týden."
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"Jestl i chcete strávit na Piro-Piro celý týden, vezmě te si čtrnáct dní dovo-
lené."
"Č trnáct dní? A proč?"
"Víte, balony nejsou moc rychlé. Cesta trvá asi čtyř i dny tam a další čtyř i
zpě t."
"Ach ták!" zamyšleně jsem zvolal. Jakápak další překvapení na mě na
dovolené asi čekají?
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-
7. 7. ILIL COMMENTOCOMMENTO DELLADELLA TRADUZIONETRADUZIONE DELDEL PRIMOPRIMO CAPITOLOCAPITOLO
7.1 Equivalenza sul piano fonetico - fonologico
Nel primo capitolo i l piano della discipl ina di fonetica e fonologia trova le
proprie soluzioni solo in pochi casi.
Il primo riguarda i l nome geografico cioè i l Fujiyama. Si tratta di un nome
topografico che è generalmente conosciuto. Perciò come un traduttore dovevo
seguire e rispettare le traduzioni ceche di questo nome già in un certo modo
adattate dal sistema linguistico. La l ingua di destinazione ne conosce ed usa due
forme. La prima è Fuji con la pronunciazione trascritta come [fuʤɪ] . L´altra si è
formata tramite la cosìddetta trascrizione cioè l´adattamento della forma
straniera al sistema di dest inazione. Per la traduzione ho usato quell´ altra
forma, Fudži, particolarmente in r ispetto alla età dei lettori e la loro capacità di
leggere.
Il r itmo , come uno dei aspetti di questo piano, si deve rispettare in quasi
ogni frase. Al ritmo dela frase partecipano sia le piccole parole, descritte in
capitolo 5, che l´ordine delle parole oppure anche la scelta stessa del le parole.
I sinonimi fanno parte del piano lessicologico, la loro relazione con i l ri tmo
non si può ignorare. Con i l seguente esempio prat ico preso da questa traduzione
voglio presentare i l modo in cui procedevo per tutto i l lavoro avendo piú parole
sinonime da scegliere e non essendo l imitata per esempio dalle col locazioni, dai
fraseologismi ed altri.
Per la mia scelta delle parole sotto le condizioni menzionate sopra era
importante il numero delle si l labe e la loro qualità con cui si capisce la
lunghezza (―), oppure brevità (•) delle vocali compresi in esse.
Il sintagma un foglio di carta dallo strano colore azzurrino l ´ho tradotto
come zvláštně namodralý papír. Alla parola "zvláštně" corrispondono sinonimi
come "divně" oppure "podivně". Semanticamente tutte e due alternative
andrebbero bene in questa situazione, non però per i l r i tmo.
26
-
namodralý papír ⇒ •••― /•―
1. zvláštně namodralý papír ⇒ ―•/•••― /•―
2. divně namodralý papír ⇒ ••/•••― /•―
3. podivně namodralý papír ⇒ •••/•••― /•―
Mentre nel la prima combinazione, che ho al la fine usato, i l r itmo sembra
perfetto, nella seconda e terza il ri tmo e la f luidi tà suonano ostacolat i dai suoni
che o mancano o eccedono.
A questo metodo di scelta delle parole si deve però notare che si tratta di un
approccio esclusivamente soggettivo e dipende dal sentimento del traduttore
stesso.
7.2 Equivalenza sul piano grammatico-lessicale
Nel testo di destinazione trovano i l loro posto anche i cosiddetti
rafforzativi . Le parole come "příšerně", "pekelně", "strašně" modificano ed
intensif icano i l significato, sia posit ivo che negativo, degl i aggett ivi o degli
avverbi, e l i incontriamo soprattutto sul piano informale.
I rafforzat ivi l i ho usati prevalmente per esprimere i l superlativo assoluto
che nel la l ingua ceca non esiste.
• buste impolvera t iss ime - př íšerně zaprášené s ložky
La forma del superlativo assoluto si trova in ital iano molto spesso. Il ceco
offre ancora un altro modo di come esprimerlo. Si tratta del suffisso aggettivale
-ánský che possiede la capacità di esprimere una grandezza enorme.
• da un a l t iss imo scaffa le - z vysokánského regálu
In contrasto al la l ingua ceca, nella l ingua ital iana ci incontriamo molto
spesso con le forme implicite che rappresentano gli infinit ivi , i gerundi ed i
participi . Traducendo nel la l ingua ceca uno preferisce ad evitare tali forme,
soprattutto quelle del gerundio, e le sost ituisce con le forme finite siano le frasi
principali o subordinate, o i loro complementi. Tutte e due soluzioni si
27
-
realizzano anche in questo testo senza qualche difficoltà.
• Non avevo cer to b isogno del l ´agenzia per andarci . - K tomu, abych se tampodíva l , jsem zcela urč i t ě . . .
• Così d icendo mi mostrò su un fogl io. . . - S těmito slovy mi na papíře ukázal. . .
• . . .esc lamò sbat tendo le buste sul bancone e facendo sol levare. . . - . . .zvolal aprašt i l s ložkami na stů l , načež se zvedl . . .
Il testo originale presenta la ricchezza dei tempi propria al la l ingua i tal iana.
In confronto al ceco che consiste solamente da tre tempi verbali - dal passato,
dal presente e dal futuro, i l sistema linguistico ital iano ne distingue di piú. Cosí
i l primo capitolo porta da tradurre i verbi nella forma del imperfetto, passato
prossimo, trapassato prossimo e passato remoto. Tutte le forme possibil i del
testo di partenza le ho trasmesso nell´unica forma esistente del sistema
grammaticale del la l ingua di dest inazione. Questo vale anche per le forme
presenti.
• Quello che diss i era vero, però ciò che mi aveva spaventa to era in real tà. . . - To,co jsem řekl , by la p ravda, ale co mě ve skutečnost i vyděsi lo , by la . . .
• Non sono mai s tato t roppo r icco, . .. - Nikdy jsem nebyl moc bohatý, . . .
• Sta scherzando ? - Dě lá te si srandu?
A volte ho usato le piccole parole che hanno indicato l´ordine o compiutezza
delle azioni.
• Avevo g ià aperto la por ta e stavo uscendo . . . - Už jsem mě l o tevřené dveře achystal se k odchodu . . .
• Quella decisione scaten ò un lungo applauso tra i c l ien t i . . . , che nel f rat tempoerano diventat i una picco la fo l la. - Toto rozhodnutí rozpouta lo d louhý
pot lesk. . .zákazníků , kteř í mezit ím s tač i l i vytvoř i t už docela pěkný hlouček.
La problematica del trasferimento dei tempi verbali Dagmar Knitt lová com-
menta con la citazione sequente con la quale nello stesso tempo si conferma la
giustezza del la mia traduzione soprattutto del trapassato prossimo:
28
-
"V oblast i časové a způsobové kategorie nejčastě jší chybou překladatelů je nesprávnáinterpretace časů , které čeština nemá, př ípadně zanedbání jej ich kompenzace, zejménapředminulého času např . časovým adverbiem (j .tehdy, předtím apod.), dokonavýmvidem, patř i čným sledem dě jů s expl icitním konektorem (a pak jsem..) nebo vazbou(mě l jsem napsáno)." 17
Nel primo capitolo incontriamo anche un unico caso del modo grammaticale
che non ha trovato i l suo equivalente assoluto nel testo di dest inazione. Si tratta
del modo condizionale un cui i l condizionale passato nel testo di partenza è
diventato condizionale presente nel testo di dest inazione. Ció che mi ha portato
ad un tale soluzione è i l fatto che nella l ingua di destinazione si preferisce ad
usare la forma presente soprattutto nella comunicazione quotidiana anche se dal
punto di vista grammaticale è un tale uso incorretto. L´esempio è seguente:
• Non gl ie lo avre i nemmeno proposto . - To bych Vám ani nenabíze l .
La questione della scelta delle parole l´ abbiamo parzialmente toccata già
sul piano fonetico. Su questo posto la prendiamo dal vero aspetto lessicale.
Salvo un paio delle eccezioni tutto i l testo del primo capitolo contiene
parole monosemantiche che vuol dire che queste hanno un significato solo,
chiaro e definito. Da questo motivo il processo di traduzione non rivela niente
difficoltà. S´è possibile, i l traduttore può poi scegliere dal gruppo dei sinonimi
la parola piú giusta.
A volte il traduttore si serve dalle collocazioni, f isse combinazioni di parole
che escludono qualsiasi processo di scelta piú o meno soggetiva. L´esempio
tratto dal testo presenta i l verbo scarabocchiare che nel dizionario corrisponde
con cinque equivalenti sinonimici. Questo numero si r iduce immediatamente ad
un solo quando preso in considerazione i l suo complemento cioè nel nostro caso
con call igraf ia indecifrabile, tradotto come klikyháky. Dopo una tale analisi
breve l ´uscita finale è seguente:
• . . .cont inuò a scarabocch iare con cal l ig raf ia indec if rab i le . . . - . . .a dál nerušeněčmára l jakési k l ikyháky . . .
17 D. KNITTLOVÁ, K teorii i praxi překladu, Olomouc: Nakladatelství UP, 2000, p. 93.
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-
Come già detto prima, nella maggioranza prevalente delle parole monose-
mantiche, ci si trova solo un paio di parole pol isemantiche dalle quali la piú
interessante dal punto di vista traslatologico è i l sostantivo pallone.
Quando le parole pol isemantiche vengono tradotte, il t raduttore deve
osservare i l contesto in cui la parola si trova per specificare con precisione i l
significato giusto. Nel caso del pallone si vede che l´autore approfitta la
polisemia ed intenzionalmente porta i l suo protagonista ad un malinteso
fondamentale. Sostenendo una tale si tuazione l´autore in piú usa i l sostantivo
nella forma plurale, palloni. Il compito del traduttore è nel suo capire dell´au-
tore e nel mantenere dell´intenzione anche nel testo di destinazione. Anche io
ho mantenuto l´espressione in plurale cioè balony.
7.3 Equivalenza sul piano sintatt ico
La traduzione stessa comincia con una modifica sintattica. Le prime righe
del testo di partenza vengono formate da due periodi che nel testo di
destinazione l i ho collegati in un periodo solo tramite una congiunzione
copulat iva . L´intenzione di questo passo era di mantenere la fluidità dell
´immagine della si tuazione.
• Senta, scusi. . . - d issi a l l ´ impiegato d i un´agenzia di v iagg i che sembrava nonavermi v is to entrare. Ma i l giovane cont inuò. . . - Promiň te, prosím - oslov i l jsem
zaměstnance jedné cestovní kanceláře, který mě zřejmě vůbec nevidě l vstoupit a
dá l . . .
• . . .da farmi deglut i re a fat ica. Non r iusci i a t rat tenere un´esclamazione. . . - . . . , žejsem jen stěží spolk l a neubrán i l se hlasi tému vykř iknutí .
Per gli stessi motivi ho inseri to nel testo tradotto ancora certe parole la cui
funzione qui è di emfatizzare e sostenere i l significato del le parole ri levanti .
Come i primi ho usato le parole vůbec e nerušeně che intesificano la negazione
della frase per dire che qualcosa di naturale ed aspettato come notare i l cl iente
non è mica successo.
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-
Un altro paragrafo offre la possibil i tà di col legare due frasi indipendenti
tramite una congiunzione avversativa . Originalmente queste formano una
coordinazione assindeta.
• . . .assunse un´aria pensierosa, poi i l vol to. . . - . . .nasadi l zamyšlený výraz, a le vzápě t í . .
In contrasto al primo metodo del piano sintattico dove ho creato un periodo
da due frasi indipendenti , qui presento un approccio completamente opposto. In
rispetto all ´ età dei lettori giovani ho preferito isolare certe frasi di una
coordinazione assindeta e renderle proposizioni indipendenti . Con questi volevo
evitare le strutture complesse, a volte complicate, e poi anche elevare l´effetto
delle situazioni descri tte.
• . . . asco ltare senza i l minimo r i tegno e imbarazzo, mi ch inai con una cer tavergogna. . . - . . .poslouchat . S j istým studem jsem se tedy nak loni l . . .
• Ma sì, che stupido, ho qui per le i una vera occasione! - No j istěže ! Jsem to aleh lupák! Mám tu pro Vás opravdovou př í lež i tost!
• . . . i l costo del v iaggio, infer iore ai precedent i , . . . - . . .cena zájezdu. B y la s icemenší . . .
Il cambiamento seguente è di t ipo sintattico-sti l istico che tocca sempre i l
primo paragrafo del capitolo. Qui ho interrotto la sintassi di due frasi
indipendenti avuto trasferi to un elemento dall´una frasi all ´altra. Tramite questo
passo non solo che si é conservato i l significato originale, ma in piú, le due
frasi nouvamente formate sono sti l ist icamente e semanticamente piú equi l ibrate
e piú cariche d´azione.
• Di l í a pochi minut i terminó i l suo fat icoso lavoro . R ipose i l fog l io , t i ró unlungo sosp iro . . . - Uplynulo někol ik minut , než mladík svou úmornou práci
ukonč i l a papír schoval . Pak se zh luboka nadechl . . .
Rimanendo ancora sul piano sintatt ico-sti l ist ico si deve presentare un proce-
dimento particolare che avevo in mente formando quasi tutte le frasi nella
l ingua di destinazione. Si parla del la teoria di Hal liday fondata su due termini:
tema - rema che determinano la posizione degl i elementi in una frase.
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-
Il "tema" rappresenta un´ informazione già nota dal contesto precedente, mentre
il "rema" presenta un´ informazione assolutamente nuova. Il ruolo del tema e
del rema può portare qualsiasi complemento della frasi, dipende solo dall´in-
tenzione comunicativa che complemento ne sarà. Nel la l ingua di destinazione i l
rema di solito occupa la posizione f inale della frasi.
• Si f iguri che con i sold i d i cu i le i d ispone pot rà pagarsi un´ in tera set t imanaPiro-Pi ro. - Představte si , že za peníze, k teré máte, st ráví te na Piro-Pi ro celý
týden .
• Non avevo cer to b isogno del l ´agenzia per andarci . - K tomu, abych se tampodíva l, jsem zcela urč i t ě žádnou cestovní kancelář nepotřebova l .
In un solo caso ho cambiato la modalità delle frasi . La frase volit iva del
testo di partenza è diventata una frase interrogativa.
• Mi suggerisca qualcosa le i . - Co byste mi doporuč i l Vy?
Nel testo troviamo anche una frase esclamativa nominale la cui forma non si
usa nella l ingua di destinazione. Traducendola la forma originale è stata
sosti tui ta da una frase esclamativa verbale .
• Ma sì, che stupido , ho qui . . . - No j istěžě ! Jsem to ale h lupák ! Mám tu. ..
7.4 Equivalenza sul piano sti l istico
Dal punto di vista del contenuto i testi narrat ivi vengono generalmente
formati dalle sezioni di t ipi diversi. La presenza di queste sezioni proccura i l
testo di una certa dinamicità, f luidità e vivacità. Secondo Sensini, tal i sezioni
sono portatrici di significato ed in termini st i l ist ici sono chiamate sequenze .
Nel capitolo in questione ce ne troviamo tutt i i t ipi esistent i che si presentano
in modo piú o meno proporzionato. In riguardo al risulto del processo traduttivo
ogni sequenza del testo di partenza trova la sua equivalente inalterata anche nel
testo di destinazione.
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Sequenze narrat ive presentano "le azioni dei personaggi e gli avvenimenti in
cui sono coinvolt i e che quindi determinano lo sviluppo del racconto". 1 8
• I l g iovane impiegato assunse un´aria pensierosa, poi i l vol to g l i s i i l luminò.Racco lse a lcuni fogl i i l lust rat iv i da uno scaffa le a l le sue spa l le e d isse: . . .
Un altro t ipo di sequenze sono le sequenze dialogiche che, come il loro nome
chiaramente r ivela, arr icchiscono i l testo dei dialoghi tra i personaggi e
contribuiscono allo sviluppo della trama stessa. Esse vengono formate dal le frasi
di dialogo in discorso diretto. Nel primo capitolo le sequenze dialogiche
prevalgono sugli al tri t ipi.
• - Non sarà troppo costoso un viaggio in quest´ iso la? - ch ies i con un misto di . . . -Ma no, ma no. Non gl ie lo avrei nemmeno proposto . - "A nebude dovo lená na
takovém ostrově moc stá t?" zeptal jsem se se směsic í . . . . "A le ne, ne. To bych
Vám an i nenabíze l."
Dal capitolo 5 sappiamo che tutta la trama ci si presenta tramite i l narratore
omodiegetico. Per i l lettore è lui "l ´architetto" del testo e della composizione
delle sequenze, e i l creatore dei pensieri. E proprio le sue opinioni, i pensieri
oppure anche i giudizi i fanno la parte di un altro t ipo - delle cosiddette sequenze
ri flessive .
• Che a l tre sorprese mi avrebbe r iservato quel lo st rano viaggio?
• Chissà come sarebbero sta t i inv id iosi i mie i amic i quando gl ie lo avre i raccontato.
L´ult imo tipo di sequenze elencate da Sensini e presenti anche in questo
primo capitolo sono le sequenze descri tt ive la cui funzione consiste dal
descrivere sia i personaggi che l´ambiente di una scena particolare. In confronto
ai t ipi di sequenze precedenti nel primo capitolo ce ne troviamo pochi.
• I l tempo aveva reso quel le immagini ancora p iú af fascinant i , r iempiendole dimistero e poesia.
• Ma i l g iovane cont inuó a scarabocch iare con cal l ig raf ia indec if rabi le su unfog l io d i carta dal lo strano co lore azzurr ino.
1 8 M. SENSINI, Lo sistema della lingua, Milano: Mondadori, 1992, p.521.
33
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La punteggiatura rappresenta un aspetto d´importanza minore in rispetto a
tutt i al tri descrit t i in questo lavoro. Comunque, la traduzione del primo capitolo
riconosce un paio delle alterazioni di questo tipo che toccano due punti cambiati
ad una virgola, oppure l´inserimento di punti per emfatizzare una pausa da
ri flettere.
• Ma si f igur i : non c´è alcun prob lema. - Ovšemže, není problém.
• . . . non s i preoccup i : non c´è a lcun per icolo. - . . .nebojte se , žádné nebezpeč ínehrozí.
Nella l ingua di destinazione i due punti si usano per introdurre un´elenca-
zione degli oggetti , ma non per collegare due frasi.
• Mi lasc i solo pensare un at t imo. Ma sì, . . . - Nechte mě na okamžikpopřemýšlet. . . No j is těže!
Sul la copertina del l ibro il nome dell´isola non porta la l ineetta che
altrimenti apparisce in tutto i l testo nella forma di Piro-Piro, cioè con una
lineetta nel mezzo delle due parole. Il s istema tipografico della l ingua di
destinazione permette un tal uso del la l ineetta e cosí, analogicamente sia con la
forma originale che con quelle del sistema ceco, mantengo per la traduzione la
forma con la lineetta , nel sistema tipografico ceco si tratta piú precisamente del
cosiddetto "spojovník".
Pur essendo stato dedicato ai ragazzi e scri tto nella lingua informale, i l testo
rivela anche un paio di f igure retoriche . Tra queste ho trovato:
* personificazione
• . . . i l sorr iso che lo aveva accompagnato f ino ad a l lora - . . .úsměv, který ho aždoposud doprovázel . . .
• I l tempo aveva reso quel le immagin i ancora piú af fasc inant i , . . . - Čas uč in i lobrázky ještě př i tažl ivě jšími a napln i l je záhadou a poezií .
* anafora
La figura retorica d´anafora non si trova nel testo di partenza. La figura
stessa è un prodotto della traduzione.
• Non sono mai s tato troppo r icco, ma nemmeno mi sono mai vergognato . . . -Nikdy jsem nebyl moc bohatý, a le n ikdy jsem se také nestydě l . . .
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-
Su un posto nel testo si può sentire anche i l tono ironico con cui i l narratore
descrive la situazione.
• . . . i l suo fat icoso lavoro [scr ivere]
7.5 Equivalenze parziali
L´equivalenza parziale e le soluzioni ri levanti si pongono in pratica sul nome
geografico di Fujiyama di cui ci occupiamo parzialmente qià nel capitolo 7.1
dal punto di vista fonetico-fonologico.
A questo posto la parola di Fujiyama viene ricercata dal punto di vista prag-
matico che vuol dire che si devono prendere in considerazione delle esperienze
fuori l inguist iche del lettore destinatario.
Al la soluzione finale si legano due fattori. Il primo e nello stesso tempo
anche principale si afferma dal iniz io alla fine del lavoro, cioè l´età dei lettori
destinatari. L´altro fattore tocca i l r itmo stesso di tutta la frase di cui la parola
fa parte.
Presa in considerazione la minima età del lettore, segnalata dall´ autore
stesso e la sua conoscenza geografica piú o meno l imitata, nel processo della
trasmissione dall´una l ingua nell´altra ho usato il metodo dell´ esplicitazione
che significa di aggiungere delle informazioni spiegative che el iminano le
differenze pragmatiche tra l´ambiente di partenza e quello di destinazione.
D. Knitt lová ne dice: " Zejména v př ípadech našemu č tenář i neznámých názvů
př idávají překladatelé obecný klasifikátor, který název zařadí do příslušné
pojmové oblast i." 19
Seguita l´idea di Knitt lová ho procurato la parola Fujiyama di un classif ica-
tore generale, ciò nel nostro caso è la parola "hora", nella sua forma declinata di
"hory". Tramite una back-translation nel testo originale ci sarebbe poi monte
Fuj iyama.
• .. .quindic i g iorni in Giappone, con visi ta a l le pr inc ipal i c i t tà e a l Fuj iyama . -patnáct dní v Japonsku, s návštěvou hlavních měst a hory Fudži .
1 9 D. KNITTLOVÁ, Teorie překladu, Olomouc: Nakladatelství UP, 1995, p.49.
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-
7.6 Equivalenze zero
Nel capitolo precedente sui metodi contemporanei ho menzionato brevemente
una situazione che può accadere in ogni processo di traduzione. Con i termini
traslatologici si tratta della cosiddetta equivalenza zero. Questa è causata dalle
grandi di fferenze tra due l ingue nelle quali si proiettano caratteri fondamentali
nazional i. Quanto piú lontane sono due l ingue da se stesse tanto piú spesso si
può aspettare questo fenomeno. E viceversa, quanto piú vicine sono le l ingue a
se stesse, rispetto al loro svolgimento storico, la cultura del popolo oppure
anche la posizione geografica, tanto meno si dovrebbe incontrare questa
situazione, ed i l traduttore ha una piú grande probabi ltà a trovare equivalenti
ri levanti, sia assoluti o parziali.
Comunque, i l traduttore si deve aspettare anche ad un tale condizione e deve
essere capace di solverla nel modo giusto seguendo dei metodi generalmente
conosciuti e provati.
Nel primo capitolo del l ibro troviamo un esempio eccelente di equivalenza
zero cioè i l nome geografico di Roccastorta.
Per la mia traduzione avevo bisogno di sapere se "Roccastorta" esiste in
realtà o no per o escludere o confirmare l´esistenza di un equivalente già
presente nella l ingua di dest inazione.
Dopo una ricerca si è capito che "Roccastorta" è un paese reale, si trova in
provincia di Frosinone nella Regione Lazio, in Italia. Per la sua scelta appunto
di questo luogo l´ho chiesto all´autore stesso, che ne dice: ". .. tuttavia non è a
quel paese che faccio riferimento nel mio testo ma a un luogo assolutamente
inventato e non reale." 20
Per formare un equivalente corrispondente avevo a disposizione solo un paio
di metodi trasformativi . Poiché la mia intenzione era di assimilare tutte le
situazioni possibi l i nell´ ambiente del la lingua di destinazione, che signif ica di
trasmettere tutte le variabil i nell´area ceca, non era possibile usare i l metodo del
trapianto tramite i l cui la parola di "Roccastorta", anche se sarebbe trascri tta
secondo i l sistema ceco con "Rokastorta", sembrerebbe e suonerebbe come un
vero forestierismo privo da qualsiasi validità della sua presenza.
2 0 D. TICLI, cit., vedi Allegato II, data 2.1.2010
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Non sembrava efficace neanche un altro metodo, i l metodo di calco,
"traduzione di parole straniere nei loro elementi morfematici". 2 1
Anche se Dino Ticl i conferma che "la parola è infatt i composta dal sostantivo
´rocca´ e dal l´aggettivo ´storta´" 22, per certi motivi ri f iutavo un risulto di due
parole, che sarebbero uscite dal sistema ceco.
Presa in considerazione la situazione e la scena, in cui i l protagonista si
trova, e sentito i l bisogno di un nome geografico contrastante con gl i al tri a lui
offert i, come la "Spagna", "Giappone", ho deciso a creare un nome di una parola
sola per produrre un ritmo di colpa r if lettendo lo stato d´anima del giovane
impiegato.
Un altro carattere da notare ed occuparsene è la sonorità dell´espressione di
"Roccastorta". Leggendola ad alta voce si sente una certa durezza. Questa è
causata dalla presenza del le consonanti prevalenti, dal la loro pronuncia [r] , [k],
[s] e [t] e dalla combinazione tra di loro.
Nei termini poetici si tratta del la cosiddetta cacofonia che ho deciso ad
appl icare anche nel la mia soluzione f inale riguardando la traduzione del la parola
in questione.
Tutto sommato, la versione finale della traduzione di "Roccastorta" porta i l
nome di Kř ivice.
• - Con quei so ld i posso organ izzarle a l massimo una gi ta d i un giorno aRoccastor ta .- Za takové peníze Vám mohu zař íd i t maximálně tak jednodenní
výle t do Kř iv ic .
A favore di questa decisione definit iva stanno anche altri motivi che quei no-
minati di sopra. Tra questi appart iene i l metodo d´analogia al la quale si col lega
il carattere d´ironia.
Dopo una breve osservazione sensibile si può sentire l´i ronia nel tono del
impiegato sulla situazione f in a quel punto senza uscita. Nell´ ambiente della
l ingua di dest inazione esiste la parola Prč ice. Si tratta di un nome di una ci ttà
reale, ma nello stesso tempo essa viene percepita come una parola astratta che
indica un posto indefinito per cui non c´è bisogno dei soldi o qualsiasi impegno
21 M. FOGARÁSI, Grammatica italiana del Novecento, Roma: Bulzoni, 1984, p.1272 2 D. TICLI, cit., vedi Allegato II, data 2.1.2010
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per raggiungerlo. Con un tal significato la troviamo solo sul l ivello informale
espressivo.
La parola fa parte di un paio di collocazioni come per esempio jí t do prč ic/
běž do prč ic - "andare a prč ice"/ "vai a prč ice"; e poslat někoho do prčic -
"mandare qc. a prč ice".
La nostra forma di Kř ivice si assimila in certi aspetti a "Prč ice". Tutte le due
consistono da tre sil labe brevi e tutte le due stanno nel la forma del numero
plurale. La loro decl inazione è perciò anche uguale.
La parola di "Roccastorta" consiste, come già detto prima, da due parole-
basi, dalle quali ho usato per la formazione solo quel la aggettivale, cioè "storto"
-"k ř ivý". Nelle prime fasi del la formazione ci si offriva la parola
"K ř ivoskaliny", che contiene ambedue parti mantenendo i l signif icato originale,
però questi veniva gradualmente negato prendendo in considerazione tutt i gl i
altri argomenti menzionati di sopra.
Facendo un ponte virtuale nella letteratura mondiale, sia i l nome dell´ isola
di "Piro-Piro" oppure della città di "Roccastorta", in tutt i e due casi si può
osservare un t ipico carattere della scrittura real istica, specialmente dello
scri ttore inglese ottocentesco, di Daniel Defoe. Scrivendo dei testi realistici, lo
scri ttore infi l t rò dei nomi, persone, cose, luoghi ed altri, tutt i però di fantasia,
negli ambienti veri. Grazie a quei veri e generalmente conosciuti , i l lettore
tendeva a credere nella esistenza reale anche di quei inventati . Nel primo
capitolo, lo scrit tore fa suonare tal i nomi come "Hawai", "Giappone",
"Fuj iyama", "Spagna" oppure "oceano Atlantico". Nell´ ult imo, nell´ At lant ico,
lui inserisce un´ isola del nome di Piro-Piro e fa i suoi lettori giovani pensare
che questa esiste senza dubbio.
7.7. L´aspetto pragmatico
Dell´importanza della conoscenza del contesto culturale ne abbiamo teoretica-
mente parlato già in un capitolo precedente. 23 In questo capitolo si trova un
esempio prattico che i llustra le nostre teorie nel modo eccellente. Si tratta della
concezione del numero dei giorni di vacanze. Nel testo è la frase seguente:
• .. . , s i prenda quindic i g iorni d i fer ie .
2 3 Vedi il capitolo 3.2
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-
Nel contesto culturale i tal iano quindici giorni di ferie signif ica in realtà due
settimane che nel contesto culturale ceco fa solo quattordici giorni. Presa in
considerazione questa discordanza tra le due culture, ho tradotto la frase
secondo l´uso prattico della cultura ceca.
• . . . , s i p renda quindic i g iorn i d i fer ie. - . . . , vezmě te si č t rnáct dní dovolené.
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8. 8. LALA TRADUZIONETRADUZIONE DELDEL TERZOTERZO CAPITOLOCAPITOLO
Kapitola t řetí, ve které zač íná deník mého pobytu na Piro-Piro.
Středa 14. července
Právě jsem dorazil na Piro-Piro. Obyvatelé ostrova mě př ivítal i s velkým
nadšením.
Musím zde však zmínit jednu malou nepří jemnost. Holubi, kterým má
pochvala zřejmě stoupla do hlavy, se nechtě l i snést k zemi. Asi mi chtě l i
prokázat další laskavost, a tak neustále kroužil i nad celým ostrovem, že jsem si
s maximální přesností mohl prohlédnout všechny zdejší pláže a všimnout si, jak
jsou všechny podivně opuštěné. Kdoví!? Třeba tu trvají na dodržování přísného
režimu slunění a koupání. Hned zítra se na to zeptám.
Domorodci už mezitím př iš l i na úč inný způsob, jak mě dostat dolů . Z ničeho
nic jsem se tak ocit l v poli hvízdajících střel nespočetných praků, které během
několika málo minut a s vražednou přesností zasáhly jeden balonek za druhým a
způsobily, že jsem se tak ze značné výšky zřít i l p římo do moře.
Navzdory mým veškerým snahám zaujmout správnou pozici , jsem dopadl na
hladinu hýžděmi, která mě bohužel bolí ještě teď . S neuvěř itelnou rychlostí a
horl ivostí místní obyvatelé př iběhli, aby mě vylovil i .
Pozdě j i jsem se dozvědě l , že jsem mě l vel iké štěstí, neboť moře je doslova
zamořeno žraloky. Z jej ich popisu se domnívám, že se jedná o děsivé a věčně
nenasytné tvory, které patří k druhu žijícímu pouze v okolí ostrova Piro-Piro. I
obyvatelé tohoto ostrova musí mít urč i t ě pořád hlad, vzhledem k tomu, za jakého
nebezpečí ho chodí chytat, aby ho pak vůbec mohli sníst.
Hned poté mě zavedli do hotelu, kde jsem se mohl usušit a převléci se. Kvů l i
své roztrži tost i jsem si musel pů j č i t oblečení od vrátného. Upřímně řečeno, do
tak malého zavazadla, jaké jsem mě l , se tam toho beztak moc nevešlo.
V olivovězelených šortkách a pruhovaném tr ičku, které tu kdoví jak dlouho
zpátky zanechal ně jaký projíždě j ící námořník, si př ipadám tak trochu k smíchu.
Stejně na tom nezáleží. Nezdá se mi totiž, že bych tu vidě l někoho lépe
oblečeného než jsem já. A pak, mám úplně j iné zájmy - tento ostrov mi př ipadá
nádherný. A když si navíc pomyslím, za jak nízkou cenu jsem vše pořídi l, jeho
půvab ještě vzrůstá.
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Č tvrtek 15. července
Obyvatelé ostrova mluví zvláštní řeč í. Tlumočník, který hovoří př íšernou
češtinou, kterou se nauč i l od jednoho Čechoameričana, mi ale vysvět l i l , že se
jedná o jazyk, který se dá velmi snadno nauč i t . Také mi řekl, že mě dnes
odpoledne vezme do školy, kde mě jeden místní uč i tel , proslulý svou převratnou
metodou, naučí tuto řeč za pár hodin.
PRÁVĚ JSEM SE VRÁTIL z vyučování, kde mě během někol ika málo hodin
nauč i l i skutečně všechno.
Musím říct, že piropirština vypadá vskutku jednoduše. Jak jsem zjisti l ,
pochází ze slovního základu "píro", což znamená č lověk, ostrov, žralok a
spoustu dalších věcí. Může ovšem mít i formu "piró", s dlouhým o na konci,
která má řadu zase j iných významů . Kromě toho se obě slova mohou mezi sebou
kombinovat a tak až donekonečna násobit možnosti tvoření nových slov. Tak
například, "ne" se překládá jako píro, zatímco "ano" jako piró; ano i ne,
píropiró. "Chatrč" jako píro, "moře" jako piró; chatrč u moře, píropiró. "Jíst"
jako píro, "maso" jako piró; jíst maso, píropiró. A tak dále. Myslím ale, že zítra
zaskoč ím znovu do školy, protože mi jedna věc stále vrtá hlavou. Nechápu totiž,
jak rozlišují jedno píropiró od druhého.
Jakmile jsem se vráti l z výuky do hotelu, ihned jsem začal používat, co mě
nauč i l i . Pamatoval jsem si, že "dobrý" se překládá jako píro, zatímco "večer"
jako piró. S úsměvem a správně vysloveným píropiró jsem pozdravil vrátného.
Ten se na mě ale zamrač i l a za doprovodu složitého máchání rukama brumlal
jedno píropiró za druhým. Nemyslím, že se jednalo o odpověď na mů j pozdrav.
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9.9. ILIL COMMENTOCOMMENTO DELLADELLA TRADUZIONETRADUZIONE DELDEL TERZOTERZO CAPITOLOCAPITOLO
9.1 Equivalenza sul piano fonetico-fonologico
Sul piano fonetico i l terzo capitolo ci porta l´aspetto probabilmente piú
interessante dal punto di vista traslatologico, cioè la differenza nei sistemi
fonetici tra la l ingua di partenza e la l ingua di destinazione. Nel nostro caso ci
dedicheremo al sistema vocalico , particolarmente alla qualità e la pronuncia
delle vocal i, che sono crucial i per i l giusto trasferimento delle parole base di
"piro" e "pirò" dal l´uno sistema linguist ico all´altro.
Cominciamo con i l sistema linguistico i tal iano. La parola di "piro" è una
parola piana che significa che l´accento si trova sulla penultima silaba. Invece,
la parola di "pirò", con un accento grafico grave sulla vocale finale, è una parola
tronca , che vuol dire che l´accento si trova sull´ult ima silaba. In ital iano, le
vocali nelle si labe toniche sono pronunciate lunghe. Perció, la parola di "piro"
viene pronunciata come [pi:ro] e quell ´ al tra, di "pirò", come [pɪro:].
In contrasto al sistema linguistico di partenza, dove l´accento è variabile , per
quel lo del la destinazione è tipico l´accento fisso che si trova sempre sulla prima
silaba delle parole. Peró, una sil laba tonica non deve essere sempre ed
automaticamente lunga. Un altra differenza tra le due l ingue è che i l sistema
ceco non conosce l´accento grafico grave di à, è, ì, ò, ù.
Il sistema ceco pronuncerebbe la parola di "piro" breve, come [pɪro].
Trasmessa la parola nella l ingua di destinazione l´ho perciò procurata dei
caratteri t ipici per la l ingua ceca per mantenere la qualità della vocale in cui
l ´ho resa lunga con l´accento grafico. La forma finale è quindi "píro".
Lo stesso procedimento si osserva anche nel caso della parola di "pirò", i l
cui risulto sta nella forma di "piró".
• Ad esempio ´no´s i t raduce con p iro , mentre ´sì ´ con pirò ; sì e no, p iropi rò . - Tak např ík lad, ´ne´ se překládá jako p íro , zat ímco ´ano´ jako p iró ; ano i ne,
p íropi ró .
Il metodo qui usato si chiama la trascrizione quando la forma di parole
straniere si trascrive secondo i l sistema fonetico della l ingua di dest inazione.
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Sebbene i due sistemi l inguist ici siano storicamente e geograficamente
lontani da sé, per i l sistema di destinazione non c´era nessuna difficoltà a
procurare i l testo dei tal i equivalenti dal proprio repertorio cosí che le qualità
delle vocali originali siano state conservate senza resto. Sulla base di questi si
può quindi parlare dell´ equivalenza parziale .
Chiari ta brevemente la pronuncia del le parole basi in tutte e due sistemi
fonetici, ital iano e ceco, a questo posto e da questo punto di vista devo
menzionare i l mio approccio traslatologico r iguardando il t i tolo stesso del l ibro.
Il ti tolo "Sette giorni a Piro Piro" consiste di due parole ugual i, come già
sapiamo, da due parole piane che signif ica che la vocale nella prima silaba si
pronuncia lunga. In contrasto al modo del trasferimento delle parole basi nel
sistema ceco, per quel che i l t i tolo riguarda, non ho mantenuto la qual ità
originale delle vocali e le ho trasferite nel testo di destinazione nella loro forma
originale.
Come già menzionato prima, in ceco, una tale forma si pronuncerebbe breve,
ció era anche la mia intenzione. Pur essendo consapevole del la rottura dell´ana-
logia nella pronuncia della parola di "piro", "Piro Piro", pronunciato breve,
suona semplicemente meglio che la doppia forma della vocale lunga nella
variante di "Píro Píro".
La finale forma scritta del t i tolo è quindi seguente:
• Sette g iorni a Pi ro Piro - Sedm dní na Piro-Pi ro.
Al sistema linguistico di destinazione non sono inerenti le forme nominali
che finiscono a una vocale lunga come si vede per esempio sul l´una parola base
della l ingua di piropirese, cioè "piró". Nello stesso modo in cui i l protagonista
spiega le forme delle parole basi, cosí anche io, come il traduttore, approccio la
traduzione e mi permetto ad usare un modo spiegativo in cui aggiungo ancora un
´altra informazione in piú, che, nei confronti del testo di destinazione, nel testo
originale non esiste. Il metodo qui usato si chiama l ´esplicitazione la cui forma
risultante emfatizza l ´uso atipico della vocale lunga al la f ine delle parole al lo
sfondo del sistema fonetico di destinazione.
• può però essere accentata e diventa cosí "p i rò" . . . -