Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia...

44
1 Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia Sociale nell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo

Transcript of Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia...

Page 1: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

1

Dino Mengozzi

Professore Ordinario

di

Storia Contemporanea e Storia Sociale

nell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo

Page 2: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

2

A. CRONOLOGIA ESSENZIALE AL 2018

Laureato con lode all’Università di Bologna nel 1978, con una tesi diretta

dal prof. Fausto Curi, correlatore il prof. Guido Guglielmi; Ricercatore di

Storia moderna nell’Università di Urbino dal 1988, con il prof. Lorenzo

Bedeschi.

Distaccato dal 1992-1994 presso l’Institut d’Histoire de la Révolution

Française, Université de Paris I, Panthéon - Sorbonne, sotto la direzione di

Michel Vovelle.

Nel 2001 chiamato come Professore Associato nell’Università degli studi

di Urbino Carlo Bo, presso la Facoltà di Scienze della Formazione.

Dal 2001 membro del collegio docenti del Dottorato in Storia

contemporanea presso l’Università degli studi di Siena e dal 2014 anche

nell’Università di Urbino.

Nel 2002 trascorre tre mesi (maggio-agosto) di formazione nell’University

of Illinois a Chicago, USA.

Dal 2013 fa parte del Comité scientifique presso le Università di Limoges

et de Poitiers, France, per lo studio delle Reliques politiques e poi delle Ruines

politiques. Dal 2018 nella Direzione della Rivista “Romagna Arte Storia”.

Dal 2018 nel Comité scientifique di Circulations Mediterranees: voies,

reseaux, modeles, Université de Toulon, 2018.

Nel 2018 chiamato come Professore Ordinario nell’Università degli studi

di Urbino Carlo Bo, presso il Dipartimento di scienze umane.

Page 3: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

3

B. ORIENTAMENTI STORIOGRAFICI

Ha inizialmente prestato attenzione alla storia delle idee, nella dialettica

fra resistenze e rotture alla modernizzazione, a partire dal periodo

napoleonico, dedicando saggi al giacobinismo e alle insorgenze nei territori

dell’Italia centrale.

Il triennio alla Sorbona – Parigi I, sotto la direzione di Michel Vovelle, gli

precisava la dialettica di rotture e continuità del processo di modernizzazione,

ampliando l’analisi verso le mentalità e le sensibilità collettive, e lo avvicinava

alle nuove prospettive offerte dalla storia sociale e ai procedimenti della

storia quantitativa.

Ha dedicato, quindi, una serie di pubblicazioni al tema della violenza, da

cogliere nel rapporto fra sicurezza e insicurezza, attraverso l’analisi dei

comportamenti irregolari e dell’ordine pubblico, allo scopo di cogliere la

disgregazione sociale, nel tramonto dello Stato pontificio.

E alla gestione laica della morte, al tempo della formazione dei primi

partiti politici, negli ultimi decenni dell’Ottocento, e la Grande guerra.

Mengozzi ripercorreva le pratiche associative e la formazione di un ventaglio

di simboli e credenze profane, con le quali si attuava la costituzione della

politica democratica in Italia, in conflitto con le autorità religiose da un lato e

i ceti liberali moderati dall’altro. Da quella soglia, dove “cadono le maschere”,

era possibile osservare l’invenzione della “morte rossa”, con l’accompagno

senza preti, le musiche e un colorito cerimoniale, che segnava la presa di

coscienza della laicità e il coinvolgimento dei ceti popolari nella dialettica

Page 4: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

4

politica dell’Italia unita.

Dai corpi morti, ai corpi vivi. Il tema della corporeità gli si imponeva

come via per cogliere all’interno della storia sociale le pubbliche sensibilità,

specie per quanto concerne i linguaggi dei corpi dei leader carismatici. La

figura di Garibaldi gli appariva essenziale, per delineare il transfert di

sacralità prima dai vecchi sovrani ai nuovi leader politici poi nel costruire un

apparato rituale, di simboli e credenze, che aveva nelle reliquie profane un

polo di legittimazione della politica democratica.

Questa tesi storiografica trovava ascolto presso un gruppo di studiosi

francesi e veniva tradotta in un ampio progetto di ricerca sulle “reliques

politiques”, presso le Università di Poitiers e Limoges, Francia. Costituito a

Poitiers un Comitato scientifico, di cui Mengozzi è parte, questo ha

organizzato tre convegni internazionali nel 2015-2016, tra Spagna, Francia e

Italia, i cui lavori sono in corso di pubblicazione, come indicato più sotto.

In quest’ottica storiografica, l’osservatorio del corpo appariva essenziale a

Mengozzi anche per ripensare il processo di “costruzione” degli italiani.

Intorno ai “corpi posseduti” (posseduti dall’ideologia patriottica) egli ha

indagato la costruzione della coscienza nazionale dagli albori del

Risorgimento fino alla pedagogia per le scuole affidata a “Pinocchio” e

“Cuore”.

Secondo una vasta letteratura trascurata dagli studi, di martirologi ed

eroizzazioni, gli italiani si sono combattuti e formati, prima da vittime poi da

eroi, identificandosi nel culto di Garibaldi. Con la formazione del “corpo

borghese”, però, una nuova dialettica si imponeva fra la celebrazione delle

memorie dei martiri e una precoce volontà di dimenticare il passato. In nome

della medicalizzazione e dell’invenzione del tempo libero, un nuovo corpo

guadagnava simpatia nelle pubbliche rappresentazioni fin dai primi del

Novecento, come Mengozzi ha illustrato con una serie di saggi dedicati al

Page 5: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

5

corpo nella cultura politica socialista, nello sport, negli intellettuali come

Carducci e Oriani.

C. ORGANIZZAZIONE DI CONVEGNI E SEMINARI DI STUDIO

In collaborazione con la Fondazione di studi storici Filippo Turati di

Firenze, ha organizzato numerosi convegni e seminari di studio, cui hanno

partecipato studiosi di università italiane e straniere. Le relazioni, rielaborate

per la pubblicazione, sono state raccolte in appositi volumi, indicati più oltre.

1991: «Politica e società in Romagna negli anni della fondazione del Psi

(Genova, 1892)».

1992: «I Battistini, una famiglia socialista alla fine dell’Ottocento».

1995: «Una società violenta. Esecuzioni, briganti e irregolari in età

moderna e contemporanea».

1996: «Lo spazio della morte laica. Funerali politici in Romagna in età

moderna e contemporanea».

1998: «Percorsi della fede rossa. La politica come religione secolare nella

Romagna contemporanea».

2003: «Le rivolte giovanili», seminario di studi, Università di Urbino, 15

aprile, con la partecipazione dei professori M. Degl’Innocenti (Università di

Siena), P. Sorcinelli (Università di Bologna), M. Baldacci (Università di Urbino).

2003: «Sviluppo e libertà. Gli anni del Centro-sinistra in Romagna (1960-

1970)», Cesena, 12 dicembre.

2004: «Il Centro-sinistra e la riforma della Scuola media, 1962»,

seminario di studi, Università di Urbino, 1 aprile, con la partecipazione dei

professori M. Baldacci (Università di Urbino), F. Cambi (Università di Firenze),

M. Degl’Innocenti (Università di Siena) e C. G. Lacaita (Università di Milano).

Page 6: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

6

2004: «Sigfrido Sozzi sindaco della liberazione. Il politico,

l’amministratore, lo studioso», Cesena, 4 dicembre, con la partecipazione dei

professori A. Riosa (Università di Milano) e M. Degl’Innocenti (Università di

Siena).

2008 “Gaetano Salvemini e la scuola”, Università di Urbino, Facoltà di

scienze della formazione-Fondazione di studi storici Filippo Turati, Firenze.

Seminario storico pedagogico, Urbino, 8 maggio 2008, con la partecipazione

dei professori M. Baldacci (Università di Urbino), S. Pivato (Università di

Urbino), C. G. Lacaita (Università di Milano), F. Cambi (Università di Firenze),

M. Degl’Innocenti (Università di Siena), S. Bucchi (Università di Roma “La

sapienza”), T. Pironi (Università di Bologna).

D. PARTECIPAZIONE A CONVEGNI E SEMINARI DI STUDIO NAZIONALI

Ha partecipato, come relatore, a numerosi convegni di studi storici, fra i

quali

2001 «Cantieri di storia. Primo incontro Sissco sulla storiografia

contemporaneistica in Italia», Urbino, 20-22 settembre 2001, con una

relazione dal titolo Laicità e sacralizzazione della politica dal Risorgimento

alla Grande guerra, pubblicata su rivista.

2002 «Pascoli socialista», organizzato dal Comune di San Mauro Pascoli,

San Mauro, 6 aprile 2002, con una relazione la titolo La morte laica di un

poeta, pubblicata con gli atti del convegno.

Page 7: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

7

2002 «La cultura delle riforme tra Otto e Novecento», organizzato dalla

Fondazione di Studi storici F. Turati, Firenze, 24-25 ottobre 2002, con una

relazione dal titolo Schiavi e le indagini sociali, pubblicata con gli atti del

convegno.

2003 «Moralizzare la morte. Riti e luoghi del morire nella società del XIX

secolo», organizzato dalla Fondazione A. Fabretti, Torino, 4 dicembre 2003,

con una relazione dal titolo Riti funebri e laicizzazione nel XIX secolo, in corso

di stampa negli «Annali» della Fondazione Fabretti.

2004 «I Garibaldi dopo Garibaldi. I figli di Garibaldi e Anita», organizzato

dal Museo civico del Risorgimento di Bologna, Bologna, 27 febbraio 2004, con

una relazione dal titolo 2 giugno 1882: l’Eroe entra nel mito, in corso di

stampa con gli atti del convegno.

2004 «Riti civili e tradizioni laiche», organizzato dall’Università Ca’

Foscari Venezia, Dipartimento di studi storici, Venezia, 1 giugno 2004, con

una relazione dal titolo Morte laica e sacralità politica nell’età liberale.

2004 «Alessandro Schiavi e le istituzioni pubbliche milanesi», organizzato

dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi

storici F. Turati, Milano, 19 novembre 2004, con una relazione dal titolo La

formazione culturale di Alessandro Schiavi indagatore sociale, in corso di

stampa con gli atti del convegno.

2004 «Il Centro-sinistra e la riforma della Scuola Media (1962)»,

Università di Urbino -Fondazione di studi storici F. Turati, Urbino, 1 aprile

Page 8: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

8

2004; Firenze, 3 dicembre 2004. Relazione: La cultura laica e la riforma della

Scuola Media in Italia

2004 “Sigfrido Sozzi, sindaco della liberazione. Il politico,

l’amministratore, lo studioso”, Cooperativa culturale G. Matteotti e

Fondazione di studi storici F. Turati, Cesena, 4 dicembre 2004. Relazione:

Sozzi e la sua storiografia militante, pubblicata nel voluem degli atti, indicato

più sotto.

2006 «Trapassato e futuro. Studiare gli Appennini: ambiente, uomini,

economie e società, istituzioni (XV-XXI)», Seminario di studi interdisciplinare,

Imola, 30 novembre 2006, con una relazione dal titolo Contrabbando,

conflittualità e vita materiale sull’Appennino tosco-romagnolo nell’Ottocento.

2007 «Garibaldi. Il mito, lo Stato unitario e la Sardegna», convegno di

studi, La Maddalena, 30 maggio - 1 giugno 2007, con una relazione dal titolo

Il “tocco” di Garibaldi. Reliquie, spazi e simboli della religione civile

garibaldina.

2007 «Garibaldi e i movimenti democratici internazionali», Università di

Urbino, Columbia South Carolina, Porto Alegre – Brasil, Convegno di studi,

Urbino, 9-11 novembre 2007, con una relazione dal titolo La contesa del

corpo e la religione politica garibaldina.

2008 «Garibaldi e l’identità italiana. La rappresentazione simbolica nella

costruzione dello Stato unitario», Università di Siena, Facoltà di scienze

politiche-Ciscam, Convegno di studi, Siena, 14 maggio 2008, con una

relazione dal titolo La gestione delle reliquie garibaldine.

Page 9: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

9

2009 «La figura e il mito di Giuseppe Garibaldi», Università di Catania,

Facoltà di Lettere e filosofia, Catania, 3 novembre 2009. Relazione: Intorno

alla leadership popolare e all’uso delle reliquie profane

2009 «Le “lunghe” idee del Risorgimento, rappresentazioni e progetti per

l’Italia contemporanea», Fondazione Casa Oriani, Ravenna, 28 novembre

2009.

Relazione: Il socialismo di Garibaldi contro la lotta di classe.

2010 «L’orizzonte del socialismo, tra Imola e l’Europa», Imola, 7-8

maggio 2010. Relazione: La memoria del pioniere del socialismo.

2010 «Giuseppe Garibaldi: il mito, la storia». Università degli studi di

Parma, 13-14 maggio 2010. Relazione: Garibaldi taumaturgo.

2010 «I Mille di Garibaldi fra storia e leggenda, centocinquant’anni

dopo», Fondazione Casa Oriani, Ravenna, 20 novembre 2010. Relazione: La

leggenda dei Mille nella storia d’Italia.

2011 «Parole e musica per il 150° dell’Unità d’Italia», Università di

Urbino, Facoltà di Sociologia e Facoltà di Scienze della Formazione, 28 marzo

2011. Relazione: L’unità d’Italia attraverso i brani e le canzoni dei

protagonisti.

2011 «Artusi 100. Il secolo artusiano». Accademia della Crusca di

Firenze, Casa Artusi di Forlimpopoli, 2 aprile 2011. Relazione: Artusi e il

brigantaggio in Romagna, pubblicata nel volume degli atti, indicato più sotto.

Page 10: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

10

2011 «150°. Riflessioni sull’identità nazionale», Università degli studi di

Parma, 15 e 16 dicembre 2011. Relazione: Gli italiani che si battono: una

questione di identità militare, pubblicata nel volume degli atti, indicato più

sotto.

2011 «La gestione dei beni culturali in 150 anni di storia d’Italia»,

Università degli studi di Siena, Firenze, 20 maggio 2011. Relazione: Bellezza e

formazione della coscienza nazionale, pubblicata nel volume degli atti,

indicato più sotto.

2012 «Urbino nel Risorgimento. L’Università e la città nella Rivoluzione

del 1831», Relazioni e recital di canti e poesie dell’epoca, Università di Urbino,

4 marzo 2012, e presentazione del volume Diario delle cose di Urbino, a cura

di D. Mengozzi, Presentazione di S. Pivato, Urbino, QuattroVenti, 2012.

2015 «Tutela, sicurezza e governo del territorio in Italia negli anni del

centro-sinistra», Università degli studi di Siena, 9-10 dicembre 2015,

relazione: Gli Angeli del fango. Morte collettiva e socialità in una catastrofe,

pubblicata nel volume degli atti, come indicato più sotto.

2016 «Alfredo Oriani. XXVIII incontro al Cardello», Casola Valsenio,

Cardello, 17 settembre 2016, relazione: L’ascetismo della modernità. L’idea

del corpo in Alfredo Oriani, in corso di stampa “I Quaderni del Cardello”,

Collana di studi dell’Ente Casa Oriani.

2016 LVII Convegno di studi romagnoli, Forlì, 22, 23, 29, 30 ottobre

2016. Relazione: Rappresentazioni del corpo dei romagnoli da Maroncelli a

Page 11: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

11

Mussolini, in corso di stampa con il volume degli atti.

E. PARTECIPAZIONE A CONVEGNI E SEMINARI DI STUDI INTERNAZIONALI

1995 Français et Italiens à l’époque révolutionnaire et imperiale,

Journées d’étude des 17 et 18 novembre 1995, Université de Haute Alsace,

Mulhouse, con una relazione dal titolo La confrontation de deux mentalités:

l’Armée française et les villes de Romagne (1796-1799).

1997 Riten, Mythen und Symbole. Die Arbeiterbewegung zwischen

«Zivilreligion» und Volkskultur, Linzer Konferenz der Internationalen Tagung

der Historikerinnen und Historiker der Arbeiterinnen - und

Arbeiterbewegung, 9-13 settembre 1999, con una relazione dal titolo

Obsèques laïques et mouvement ouvrier en Italie (Itineraires d’une recherche,

pubblicata con gli atti del convegno, come indicato più sotto.

2011 “Immortal Bodies”. Max Planck Institute for the History of Science,

Berlin, 13-15 January 2011.

Relazione: Immortal Italian Heroes.

2011 “L’Unité italienne raconté. Le Risorgimento célébré et représenté en

littérature, dans l’historiographie et les arts”. Colloquie international

Università de Caen, 20-21-22 septembre 2011.

Relazione: Garibaldi inventé par Garibaldi. Formation d’une idéologie

militaire entre l’Italie et la France de 1845 à 1882, pubblicata in

“Transalpina”, Caen, n. 15, 2012. L’Unité italienne racontée, I: Interprétations

Page 12: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

12

et commémorations, Textes recueillis et présentés par L. Fournier-Finocchiaro

et J.-Y. Frétigné, pp. 49-64.

2015 “Reliques politiques” II. Politisation des reliques du XIXe et XXe

siècle, Faculté des Sciences humaines et arts, Universités de Poitiers et

Limoges, Colloque international, Poitiers, 11-12 juin 2015. Presidente di una

seduta degli studi e relatore con uno studio intitolato Les reliques de

Garibaldi et la recherche du “corps de la patrie” dans le Risorgimento italien.

Gli atti del convegno sono in corso di stampa.

2015 «La comunicazione politica attraverso i corpi dei leaders (mausolei

e rituali funebri)», Seminario di studi, presso la cattedra del prof. Maurizio

Viroli, Università della Svizzera italiana, Facoltà di Scienze della

comunicazione, Laboratorio di studi mediterranei, Lugano, novembre 2015.

2016 «Ruines politiques”, Universités de Poitiers et Limoges, Ecole

française de Rome, Académie de France à Rome – Villa Médicis, Colloque

international, Rome, 25 et 26 février 2016, relazione: La beauté des ruines et

l’essor de la conscience nationale italienne. Du Grand Tour au vol de la

Gioconda, in corso di stampa con gli atti del convegno.

2017 «New perspectives on the secularization of funerary culture in 19th-

and 20th- century Europe». International colloquium-workshop 15 june 2017,

Liberaal Archief Ghent, Belgique.

Page 13: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

13

F. COLLABORAZIONI E INCARICHI

Collabora a “Storia e futuro”, rivista on-line di storia e storiografia,

diretta da Maurizio Degl’Innocenti e Angelo Varni, e a “Libro Aperto”, rivista

fondata da Giovanni Malagodi.

Ha coordinato dal 1988 al 1996 l’edizione dell’Opera omnia di Aldo

Spallicci (1886-1973), etnologo e senatore repubblicano, in tredici volumi,

pubblicati presso l’editore Maggiori di Rimini, nel periodo 1988-1998.

Ha coordinato per conto della Fondazione di Studi Storici Filippo Turati,

Firenze, un progetto editoriale sul riformatore socialista Alessandro Schiavi

(1872-1965). L’opera, in sette volumi, è stata pubblicata dall’Editore Piero

Lacaita, Manduria-Bari-Roma, nel periodo 2003-2007.

Ha attivato presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università

di Urbino, nell’a.a. 2001-2002, il Dottorato in Storia contemporanea «Teoria e

storia della modernizzazione in età contemporanea», consorziato con le

Università di Siena, Firenze, Milano e Messina, come coordinatore per la sede

urbinate.

Ha attivato nell’a.a. 2001-2002 la cattedra di Storia sociale nella Facoltà

di Scienze della Formazione dell’Università di Urbino.

Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Memoriale Garibaldi,

Roma, presieduta dal prof. Andrea Graziosi, e della Fondazione di studi storici

Filippo Turati di Firenze, diretta dal prof. Maurizio Degl’Innocenti

Dal 2013 fa parte del Comité scientifique presso le Università di Limoges

et de Poitiers per lo studio delle Reliques politiques. Dal 2018 fa parte della

Direzione della rivista “Romagna Arte e Storia”.

Dal 2016 è delegato del Rettore dell’Università di Urbino nel Comitato

storico-scientifico per le iniziative intorno al Centenario della prima guerra

mondiale, presso la Prefettura di Pesaro.

Page 14: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

14

G. RUOLI NELL’ATENEO URBINATE

Membro della Commissione del Riesame per l’Assicurazione della qualità;

delegato rettorale presso la Prefettura di Pesaro per le celebrazioni del

centenario della Grande guerra; membro della Commissione di Ateneo per gli

scatti stipendiali dei docenti nel 2017.

Elenco delle pubblicazioni

A. CURATELE

1. L’8.a brigata Garibaldi nella resistenza, vol. 1. Documenti, 1943-45; vol.

2. Catalogo dell’archivio, a cura di D. Mengozzi, Milano, La Pietra, 1981, due

volumi: vol. I, pp. 262; vol. 2, pp. 234.

Scelta antologica di alcuni significativi documenti inediti elaborati dalla resistenza romagnola, interessanti i rapporti politici e le conflittualità interne della brigata intorno alle strategie e all’impatto con le popolazioni residenti. In coda il regesto completo dell’archivio.

2. La Romagna e i Generali inglesi (1943-1944). Gli Alleati salvati dai

patrioti, nella storia dei luoghi e della prima resistenza romagnola, a cura di

E. Bonali e D. Mengozzi, Milano, Angeli, 1981, pp. 239.

Page 15: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

15

Undici generali e venticinque ufficiali britannici, ex prigionieri, nascosti dai civili, che – una volta liberati e fatti rientrare presso i comandi - diventeranno sostenitori della causa italiana.

3. Guglielmo Marconi, Vita e ricordi sull’8.a brigata romagnola, a cura di

D. Mengozzi, Rimini, Maggioli, 1984, pp. 204.

Cura del diario inedito del comandante della II zona dell’8.a brigata Garibaldi, operante sull’Appennino tosco-romagnolo nel corso di tutto il 1944.

4. Aldo Spallicci, Il volto di Flora, a cura di D. Mengozzi, Rimini, Maggioli,

1985, pp. 125.

Opera sconosciuta di uno Spallicci «italiano», a lato del poeta in vernacolo, che mostra una prima coscienza ecologica nella politica repubblicana del secondo dopoguerra.

5. L’Ottantanove in Romagna. Studi e materiali degli anni giacobini,

Bologna, a cura di D. Mengozzi, Analisi, 1990, pp. 235. Introduzione di

Umberto Marcelli, ivi, pp. 9-19.

Ricostruite su documenti d’archivio le reazioni di accettazione e rifiuto di fronte all’Armata di Bonaparte. Saggi sul giacobinismo, le insorgenze, le accademie.

6. Gli uomini rossi di Romagna. Gli anni della fondazione del Psi (1892), a

cura di D. Mengozzi, Bari-Roma, Lacaita, 1994, pp. 342.

Analisi sulla formazione e diffusione del socialismo in Romagna dalla prima agitazione di Andrea Costa all’adesione al nuovo partito di Filippo Turati.

7. I Battistini, una famiglia socialista alla fine dell’Ottocento, a cura di D.

Angelini e D. Mengozzi, Rimini, Sapignoli, 1994, pp. 172.

Contributi sul ruolo d’una famiglia nella trasformazione della lotta politica: dalle iniziali

Page 16: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

16

simpatie barricadiere, alla violenta contrapposizione ai repubblicani, all’investimento nella politica municipale.

8. Aldo Spallicci, Scritti e discorsi politici, a cura di D. Mengozzi, Rimini,

Maggioli, 1996, volume 7 dell’Opera omnia, pp. 707.

Percorso politico d’un mazziniano emblematico, promotore di riviste etnologiche, agitatore politico, che da volontario nella Grande guerra, poi antifascista e costituente, approdava al seggio di senatore della Repubblica.

9. Una società violenta. Morte pubblica e brigantaggio nell’Italia moderna

e contemporanea, a cura di D. Angelini e D. Mengozzi, Manduria-Bari-Roma,

Lacaita, 1996, pp. 254.

Analisi del disciplinamento e dell’incidenza dello Stato in periferia, specie sul mondo rurale (renitenza alla leva, usi comunitari, solidarietà per bande). CITAZIONI Daniela Adorni, Il brigantaggio, in Storia d’Italia. Annali 12, La criminalità, Torino, Einaudi, 1997, p. 304.

10. Personaggi della vita pubblica di Forlì e Circondario. Dizionario

biobibliografico, 1897-1987, a cura di L. Bedeschi e D. Mengozzi, Urbino,

QuattroVenti, 1996, due volumi, pp. 938.

La pubblicazione si avvale di un ampio numero di collaboratori e offre più di mille «voci» di coloro che hanno dato un contributo politico, sociale, economico, religioso a un territorio piuttosto omogeneo lungo un secolo.

11. La Mangelli risanata. Da «fabbrica fascista» a sito contaminato (1925-

1992), a cura di D. Mengozzi, Milano, Franco Angeli, 1997, pp. 208.

Nascita, sviluppo e tramonto d’una «fabbrica fascista» per la seta artificiale. Un caso di industrializzazione «pesante», in una realtà mezzadrile e artigianale come Forlì, favorita dai rapporti fra Mussolini e il conte Mangelli per modernizzare la cosiddetta «città del duce».

Page 17: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

17

12. Il Tricolore in Romagna, opuscoli canzoni e catechismi giacobini,

1796-1799, a cura di D. Mengozzi, Imola, University Press Bologna, 1998, 2

tomi, pp. 991. Riproduzione d’un vasto materiale archivistico raccolto intorno ad alcuni nuclei tematici, di cui si segnalano i discorsi politici tenuti nei Circoli costituzionali e quelli elaborati per occasioni di ritualità civiche e patriottiche.

13. Antonio Beltramelli, Ugola il futurista, a cura di D. Mengozzi, Imola,

La Mandragora, 1999, pp. 140. Pubblicazione e cura di un inedito romanzo-commedia dello scrittore dannunziano risalente al 1913. Emblema della reazione della cultura provinciale alla provocazione avanguardista e modernizzatrice.

14. A. Schiavi, Diari e note sparse (1894-1964), a cura di C. De Maria e D.

Mengozzi, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2003, pp. 343, Saggio introduttivo di

Dino Mengozzi, pp. 5-13, 37-93.

Le carte private permettono di entrare nel laboratorio di Alessandro Schiavi (1872-1965), politico socialista riformista, senatore e studioso, dal periodo della formazione universitaria con A. Labriola, alla collaborazione con F. Turati, all’attività di traduttore durante il regime fascista, all’adesione al Partito socialista democratico di Saragat nel secondo dopoguerra.

15. A. Mambelli, Diario degli avvenimenti in Forlì e Romagna dal 1939 al

1945, a cura di D. Mengozzi, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2003, 2 volumi,

pp. 1615.

Redatto sul filo dei giorni, il diario inedito del bibliotecario Antonio Mambelli (1890-1976) offre materiali di prima mano sugli aspetti quotidiani della guerra. Si tratta di un archivio di materiali (volantini, manifesti, annotazioni dalla radio italiana e inglese) e di osservazioni sullo spirito pubblico, le paure e le regressioni d’una società disarticolata dalla violenza.

Page 18: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

18

16. Sigfrido Sozzi, politico – amministratore – studioso (1924 – 1984),

Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2005, pp. 247.

.Sigfrido Sozzi (Cesena, 1910 - Lugo 1984), figura poliedrica di politico, amministratore e storico, appartiene al “secolo delle ideologie”: figlio di una famiglia socialista, segnato dal fratello Gastone martire comunista, con il quale aderiva, quattordicenne, al partito comunista. Al seguito dei fatti del 1956 lasciava il Pci aderendo poi al Psi. In questa fase Sozzi ridefiniva il suo ruolo di “intellettuale di provincia”, scoprendo la vocazione per la ricerca storica. Il lungo saggio del curatore del volume, riprendendo carte dell’archivio privato e i diari inediti dell’autore, tenta di cogliere questo passaggio sul doppio binario della vita pubblica e privata. Muovendo da un’ipotesi di ego-storia e nel quadro del recente “biografismo” della Sinistra italiana, il saggio illustra il processo di ricostruzione del sé e della propria identità pubblica, che indusse Sozzi a cercare un sottile equilibrio fra il peso della memoria del fratello, “santo laico” della tradizione comunista, e un proprio profilo originale di militante “disincantato” e di studioso.

17. C. Fiorini, Diario delle cose di Urbino dal 1797 al 1799, Presentazione

di S. Pivato, Urbino, Quattroventi, 2012, pp. 138.

.Il diario dell'abate Fiorini, steso da un osservatorio centrale della città, come la Cattedrale di Urbino, rimasto inedito per due secoli, mostra la trasformazione politica, sociale e religiosa impressa dalle truppe di Bonaparte sulle terre dell'ex Ducato. Originale il "miracolo" del santo patrono, gestito dalle autorità religiose e laiche prima per riprendere il controllo delle campagne, percorse dall'insorgenza, poi per affermare sulla scena urbana i nuovi leader democratici.

B. LIBRI

1. Gramsci e il futurismo (1920-1922). Marinetti e una mostra all’

«Ordine nuovo», Presentazione di Lorenzo Bedeschi, Roma, Quaderni della

Fiap, 1980, pp. 136.

Page 19: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

19

Saggio di storia delle idee politiche e letterarie: il futurismo elemento positivo d’innovazione nella lotta politica e culturale del primo dopoguerra. Per fare uscire l’approccio da astratte formulazioni, lo studio prende in esame un’iniziativa concreta; che è poi una mostra di pittura e scultura, allestita a Ravenna e trasferita a Bologna e infine a Torino nel 1922. A questa mostra Gramsci guarda con interesse e sarà la fonte d’ispirazione dei suoi colloqui con Trockij nel settembre 1922 a Mosca. Si tratta di un ultimo tentativo, prima della presa del potere del fascismo, di tenere il futurismo indipendente e al centro della battaglia contro gli aspetti più tradizionalistici della cultura italiana.

2. L’epurazione nella città del duce (1943-1948), Introduzione di Lorenzo

Bedeschi, Roma, Quaderni della Fiap, 1983, pp. 173.

Basato su una minuziosa ricerca d’archivio, il lavoro è stato favorito dalle particolarità dei rapporti intercorsi durante il fascismo con Mussolini. La “città del duce” ha goduto di diversi privilegi. Ma ha avuto poi alla caduta del regime una Commissione d’epurazione piuttosto efficace, grazie alla guida dell’avv. Angeletti, azionista prestigioso, dotato di scienza giuridica e senso dello Stato, nonché scrupoloso verbalizzatore di ogni discussione e decisione, sì da lasciare – come scrive Lorenzo Bedeschi – un patrimonio archivistico ineccepibile. Il saggio intende mostrare le varie declinazioni dell’epurazione e le difficoltà determinate dall’emergere di una nuova classe dirigente politica e le vischiosità della vecchia struttura burocratica, con i suoi funzionari e i suoi tecnici. E intende sgombrare il campo da inveterati pregiudizi. Gli Alleati non ebbero preoccupazioni di censure, in questo campo. Piuttosto era la Sinistra, che rivelava carenze di cultura dello Stato, finendo spesso per trascurare le istruttori della Commissione favorendo, infine – anche involontariamente – la continuità istituzionale.

3. Santarcangelo di Romagna e la sua gente nelle fotografie degli ultimi

cento anni, Rimini, Sapignoli, 1985, pp. 423.

L’arte della fotografie è piuttosto precoce nella città, datando fin dalla metà dell’Ottocento. SI ha così l’immagine cangiante di una comunità cittadina che si autorappresenta attraverso i propri fotografi lungo un secolo. Dagli archivi di quelle botteghe è possibile ricostruire le metamorfosi architettoniche della città, l’arrivo del progresso e dell’igiene, nonché i luoghi della vita pubblica e in certa misura anche della vita privata. La comunità in “posa” è una sequenza di famiglie, di vestiti e mode, di pubbliche cerimonie religiose e festive, di esibizioni sportive e dei nuovi rituali del tempo libero.

4. Comunità e modernizzazione. Santarcangelo in età liberale (1880-

Page 20: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

20

1914), Rimini, Sapignoli, 1991, pp. 233.

Approccio di «microstoria»: radiografia della trasformazione modernizzatrice di una capitale di collegio elettorale, in epoca giolittiana, sotto il profilo politico, antropologico, culturale ed economico. In un esperimento di “storia totale”, lo studio basato su una minuziosa ricerca d’archivio, ha inteso ricostruire alcune coordinate della transizione alla modernità, seguendo le nuove tensioni sociali, politiche ed economiche. Ne emerge il passaggio dal comunitarismo antico, incentrato sull’assenza di vita privata, ai moderni modi di vita, laicizzati e resi impersonali. Anche le campagne uscivano dal letargo, con lo smembramento delle estese famiglie patriarcali e la creazione di braccianti e “casanti”, molti destinati all’emigrazione verso l’America.

5. Politica e religione nel Rubicone giacobino. Studi e materiali (1796-

1799), Bologna, Analisi, 1991, pp. 204.

I punti di rottura che la mentalità laico illuminista opera nelle istituzioni e nel costume delle legazioni pontificie. In appendice cura e pubblicazione del diario inedito di don F. Cortini, parroco del Duomo a Forlì, sugli anni 1796-1799. Nella rottura degli antichi costumi messa in atto dalle “repubbliche sorelle” o giacobine si annunciava una nuova classe e l’”invenzione” della politica: alberi della libertà, bandiere, coccarde tricolori, matrimoni e funerali laici costituiscono i primi spazi pubblici che fondano la società laica.

6. Sicurezza e criminalità. Rivolte e comportamenti irregolari nell’Italia

centrale, 1796-1861, Milano, Franco Angeli, 1999, pp. 200.

Saggio sui comportamenti irregolari a partire dalle carte criminali. Lo studio opera quantificazioni e comparazioni fra diversi tipi di violenza (futile, sessuale, professionale). La definizione della minaccia e la percezione dell’insicurezza svolsero un ruolo politico nella crisi del 1848-49. Colpita in particolare la nuova borghesia alla Pellegrino Artusi. L’immaginario dell’insicurezza pubblica, della minaccia e della violenza risulta veicolato dalle stesse strutture di potere, attraverso grida, manifesti, taglie, e inviti alle denunce del nemico attraverso i confessionali delle chiese. La nuova borghesia finirà per distaccarsi dallo Stato pontificio, costituendo proprie squadre armate e alimentando un discorso anticlericale interclassista.

7. La morte e l’immortale. La morte laica da Garibaldi a Costa, Manduria-

Bari-Roma, Piero Lacaita, 2000, pp. 411. Prefazione di Michel Vovelle.

Secondo le parole introduttive di Vovelle: l’autore «ci conduce in un affascinante percorso sul territorio della morte, delle sue rappresentazioni e pratiche che l’accompagnano, dell’immaginario che essa produce, prestando particolare attenzione alla portata politica che questo riveste nell’Italia d’un XIX secolo che si prolunga fino al

Page 21: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

21

1920 […]. Si tratta di un contributo particolarmente originale apportato ai cantieri storiografici che da un quarto di secolo sono stati aperti, in Occidente, non soltanto sul tema generale della morte, ma su quello della memoria, del culto civico e famigliare in una società nella quale l’egemonia delle élite borghesi si trova sottoposta all’emergenza delle masse e di quelli che parlano in loro nome, sul fondo d’un ‘disincanto’ che contesta il quadro referenziale della religione tradizionale». Gesti, scenografie, discorsi, elogi, funerali con musiche e bandiere al vento, facevano da corredo al rifiuto del terrorismo intorno alla fine, diffondendo ideali di vita liberata dal pensiero del morire. La morte laica era, dunque, un discorso intorno alla vita e sul “come” vivere. Lo Stato liberale prima, liberi pensatori, radicali, repubblicani e socialisti poi hanno elaborato e popolarizzato una cultura della resistenza alla morte attraverso l’igiene, la difesa dei corpi dalle fatiche e dai pericoli. La nostra sensibilità ne ha ereditato fra l’altro l’idea d’immortalità, che ha sostituito il concetto tradizionale dell’aldilà. La prospettiva storica ricupera, per questa via, quella soggettività che restituisce all’agire politico la sua dimensione emozionale, drammatica e perfino superstiziosa. CITAZIONI Michel Vovelle, 1914: Jaurès est assassiné, in “L’Humanité”, 24 aprile 2004; Lucy Riall, Garibaldi. L’invenzione di un eroe, tr. it., Roma-Bari, Laterza, 2007, pp. 553, 557; Guri Schwarz, Tu mi devi seppellir. Riti funebri e culto nazionale alle origini della Repubblica, Torino, Utet, 2010, pp. 157, 263, 265; Barbara Bracco, La patria ferita. I corpi dei soldati italiani e la Grande guerra, Firenze, Giunti, 2012, p. 162.

8. Garibaldi taumaturgo. Reliquie laiche e politica nell’Ottocento,

Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2008, seconda edizione 2010, pp. 251.

Corpo carismatico da vedere e toccare, Garibaldi appartiene alla storia politica non meno che alla storia religiosa. Se il “tocco” del corpo era riservato ai sovrani reali, nei termini indicati da Marc Bloch, con Garibaldi divenne un gesto per investire di sacralità la politica ai suoi inizi. Attraverso le reliquie laiche (o profane) egli compensò la debole sacralità monarchica dei Savoia e fece concorrenza all’offensiva di corpi santi messa in atto dalla Chiesa cattolica. Garibaldi propose se stesso e i suoi martiri come fonti di sacralità per la nuova Italia. La rappresentazione del suo corpo mutò con l’evolvere dell’unificazione italiana, per tenere unito il partito garibaldino e rivendicare, infine, una propria individualità, indipendente dallo Stato e dalla Chiesa. L’idea di consegnare le sue spoglie alla pira, per moltiplicare il corpo con la cenere, ne avrebbe fatto una reliquia a disposizione dei seguaci, per dare loro un vantaggio cerimoniale contro l’Italia monarchica. Il sito da lui preparato, perché la cenere non andasse dispersa, è stato finalmente rintracciato, come documentano le illustrazioni all’interno. Ciò fa concludere all’autore che anche i monumenti fossero, in verità, dei reliquiari, grazie al realismo dei volti e all’organizzazione di rituali commemorativi messi in atto dai veterani. RECENSIONI Sergio Luzzatto, Il corpo di Garibaldi, in “Corriere della sera”, 28 giugno 2008 e in Id., I popoli felici non hanno storia. Interventi sul nostro passato, Roma, Manifestolibri, 2009, pp. 57-59. Alberto Mario Banti, Liturgie risorgimentali, in “Il Manifesto”, 23 luglio 2008. CITAZIONI Mario Isnenghi, Garibaldi fu ferito. Il mito, le favole, Milano, Feltrinelli, 2012, p. X; Barbara Bracco, La patria ferita. I corpi dei soldati italiani e la Grande

Page 22: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

22

guerra, Firenze, Giunti, 2012, p. 162; Paola S. Salvatori, Mussolini e la storia. Dal socialismo al fascismo (1900-1922), Roma, Viella, 2016, p. 132; Massimo Baioni, Le patrie degli italiani. Percorsi nel Novecento, Pisa, Pacini, 2017, p. 208; Silvia Cavicchioli, Anita. Storia e mito di Anita Garibaldi, Torino, Einaudi, 2017, pp. 252, 253, 254, 273.

9. Corpi posseduti. Martiri ed eroi dal Risorgimento a Pinocchio,

Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2012, pp. 300.

Corpi “posseduti” dall’ideologia, nel corso dell’Ottocento, quando si forma un duraturo patrimonio di concetti, idealizzazioni, pregiudizi intorno agli italiani. Un patrimonio simbolico nato con il Risorgimento, che li ha poi accompagnati – condizionandoli – fin quasi ai nostri giorni. Attraverso una letteratura piuttosto trascurata (martirologi e eroizzazioni), lo studio pone il corpo nella sua fisicità al centro dell’indagine. Corpi offerti alla violenza, al dolore, al supplizio, alla follia, dalla fortezza dello Spielberg alle carceri borboniche del Regno delle Due Sicilie. Corpi idealizzati (Garibaldi), virilizzati dalla retorica dello svantaggio contro un nemico costantemente più potente, demonizzati dalla “guerra civile”. L’unità della nazione segnava l’attenuazione della retorica politica intorno ai martiri, per opera dei governi Depretis e l’investimento nella costruzione del corpo “borghese”. Vi si opponeva Garibaldi con l’invenzione dei Mille, proclamando l’indipendenza dallo Stato e dal Governo. Pinocchio e Cuore completavano la svolta. Risorgendo dal suo corpo di legno nell’Isola della Capretta, cioè a Caprera, Pinocchio si affrancava dai genitori e diveniva un “uomo nuovo”. Inaugurando una democrazia di tutti i corpi, Cuore emancipava i disabili e i morti sul lavoro. L’osservatorio del corpo apre una via non convenzionale per rivedere come gli italiani si sono immaginati, combattuti e formati.

C. SAGGI IN VOLUMI E RIVISTE

1. Gramsci e il futurismo alla luce di nuovi elementi, in “Rivista abruzzese

di studi storici”, I(1980), n. 3, pp. 13-25.

Studente all’Università di Torino, Gramsci era lettore di riviste d’avanguardia, specie futuriste, dalle quali ricavava temi per il suo primo giornalismo politico e culturale.

Page 23: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

23

2. L’Unione dei lavoratori italiani e il Movimento «Popolo e Libertà» in

Romagna, in E. Bonali-D. Mengozzi ( a cura), La Romagna e i Generali inglesi

(1943-1944). Gli Alleati salvati dai patrioti, nella storia dei luoghi e della

prima resistenza romagnola, a cura di E. Bonali e D. Mengozzi, Milano, Angeli,

1981, pp. 117-182.

Analisi di un filone antifascista socialdemocratico e para-azionista di Romagna (Uli), che si innesta sul filone liberalsocialismo (PeL), per una resistenza non comunista.

3. Un periodico letterario antimodernista: «San Giorgio» (1912-1913), in

«Fonti e documenti», Università di Urbino, n. 14 (1984), pp. 389-408.

Periodico bolognese espressione d’un integralismo piagnone in cui compare Mario Missiroli.

4. L’avanguardia ‘deviata’: alcuni rapporti fra teosofia e futurismo, in

«Studi urbinati», BLXI (1988), pp. 87-106.

Ala marinettiana, insistente sull’Italia mezzadrile il futurismo dei fratelli Corradini e dei loro amici propone una cultura artistica più vicina alla teosofia piuttosto che all’utopia delle macchine.

5. Religione, politica e comunità nel triennio giacobino (1796-1799), in

«Studi romagnoli», XL(1989), pp. 471-486.

La rottura nella vecchia mentalità, nel Dipartimento del Rubicone, arrivava con il ritualismo sostitutivo di quello cattolico, con sfilate, matrimoni e funerali laici.

6. La resistenza, in P. Meldini e A. Turchini (a cura), Storia illustrata di

Rimini, Milano, Nuova editrice Aiep, 1990, pp. 417-432.

Crisi del consenso, riorganizzazione dell’antifascismo, ruolo degli ex ufficiali militari, spopolamento di Rimini sotto i bombardamenti, sono questi i principali aspetti che danno un profilo particolare alla resistenza sulla costa.

Page 24: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

24

7. Cino Macrelli, in Il Parlamento italiano, 1861-1988, Milano, Nuova Cei,

1991, vol. 18, pp. 475-477.

Profilo biografico del politico repubblicano, antifascista, deputato alla Costituente, poi senatore e ministro.

8. (con L. Bedeschi), Spallicci e l’Associazione combattenti in Romagna, in

Aa..Vv., Aldo Spallicci, studi e testimonianze, Cesena, Società di studi

romagnoli, 1992, pp. 311-334.

L’uomo politico romagnolo, su posizioni salveminiane, si batte per un reducismo democratico contro il nascente fascismo.

9. Approccio allo studio dei Circoli costituzionali del Rubicone giacobino,

in «Studi romagnoli», XLI(1990), pp. 515-533.

Le prime sedi della educazione politica popolare, coi relativi rituali d’una retorica patriottica.

10. Per un’edizione critica della ‘Romagna violenta e frodolenta’ di

Guglielmo Ferrero, in «Studi romagnoli», XLII(1992), pp. 437-450.

Due saggi dimenticati del giovane antropologo, ancora studente universitario a Bologna, nei quali dava prova del suo anticarduccianesimo e fondava in gran parte lo stereotipo del romagnolo «a sangue caldo».

11. Osservazioni sull’antropologia storica del «Romagnolo», in «La Piè»,

Forlì, 61(1992), n. 1, pp. 1-11.

Evoluzione dello stereotipo, in negativo o in positivo, nella cultura umbertina fra Otto e Novecento e poi nei periodici dei partiti repubblicano e socialista.

Page 25: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

25

12. Quotidiani e periodici nella Romagna dell’800, dai fogli giacobini ai

giornali di partito, in G. Roversi (a cura), Storia del giornalismo in Emilia-

Romagna e a Pesaro, dagli albori al primo Novecento, Bologna, Grafis Edizioni,

1992, pp. 363-386.

Profilo d’un giornalismo «pagato», finanziato da enti, dalla vita piuttosto stentata, in una zona rurale, priva di grandi città, e ancora priva di un attivo mercato culturale.

13. Per l’edizione critica di “Ugola il futurista”, inedito del 1913 di

Antonio Beltramelli, in “Studi romagnoli”, XLIV(1993), pp. 709-723

Esperimento di un letterato “minore” in cui appare la fascinazione e la paura della provincia italiana verso le proposte provocatorie e novatrici dell’avanguardia futurista.

14. Fenomenologia del delitto, elaborazione del lutto e lotta politica, in D.

Angelini - D. Mengozzi (a cura), I Battistini, una famiglia socialista alla fine

dell’Ottocento, a cura di D. Angelini e D. Mengozzi, Rimini, Sapignoli, 1994,

pp. 117-148.

CITAZIONI: Paola S. Salvatori, Mussolini e la storia. Dal socialismo al fascismo (1900-1922), Roma, Viella, 2016, p. 75. La violenta competizione politica denunciava il passaggio, nell’ultimo ‘800, dal settarismo armato alla nuova sensibilità borghese, incentrata sulla pacifica convivenza, regolata dalle liste elettorali municipali.

15. Il «buon» socialista: note sulla morale e la politica nel Psi, in D.

Mengozzi (a cura), Gli uomini rossi di Romagna. Gli anni della fondazione del

Psi (1892), a cura di D. Mengozzi, Bari-Roma, Lacaita, 1994, pp. 207-236.

Analisi del condizionamento esercitato dalla morale sulla propaganda politica: due filoni (Costa e Turati) che influiranno sull’identità del nuovo partito turatiano.

Page 26: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

26

16. «Egoismo intelligente» o altruismo? Note sulla morale socialista, in M.

Ridolfi (a cura), Alessandro Schiavi. Indagine sociale, culture politiche e

tradizione socialista nel primo ‘900, Cesena, Il ponte vecchio, 1994, pp. 69-82.

Tentativo di composizione fra una morale aperta, collettivistica, e un’altra individualistica, di respiro liberale.

17. Pietro Tamburini e il giansenismo lombardo, in «Studi veneziani», ns

XXVII(1994), pp. 410-416.

Saggio-recensione sull’ipotesi di lettura d’una continuità culturale e politica, nella zona lombardo veneta, in merito alla tentazione verso l’eresia.

18. Saggio introduttivo ad Aldo Spallicci, Scritti e discorsi politici, a cura

di D. Mengozzi, Rimini, Maggioli, 1996, volume 7 dell’Opera omnia, pp. 1-56.

Esaminata la cultura politica, l’intreccio fra morale e politica in un socialista mussoliniano passato poi al mazzinianesimo e infine alla piena accettazione delle istituzioni democratiche.

19. Violenti e seduttori. Codici dell’aggressione nelle carte criminali della

Romagna toscana dell’Ottocento, in “Studi romagnoli”, XLVII(1996), pp. 571-

593

Dallo scavo archivistico di un faldone di processi per abusi sulle donne e sui minori perpetrati nell’Ottocento sulla montagna fra Romagna e Toscana.

20. Dalla morte confortata al berretto in aria. Ideologie e rituali delle

pubbliche esecuzioni a Bologna fra XVIII e XIX secolo, in D. Angelini - D.

Mengozzi (a cura), Una società violenta. Morte pubblica e brigantaggio

nell’Italia moderna e contemporanea, a cura di D. Angelini e D. Mengozzi,

Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 1996, pp. 147-191.

Page 27: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

27

I principali mutamenti delle sensibilità collettive vengono spiati attraverso le scenografie della pubblica «crudeltà» e i rituali d’espulsione del peccato, fino alla loro messa da parte per opera della laicizzazione dei costumi di metà ‘800.

21. Ultimo addio e meraviglie. Rituali giacobini nell’ex Stato pontificio

(1796-1799), in «Studi urbinati», BLXVII (1995-96), pp. 9-31.

Analisi degli strumenti organizzativi delle pubbliche ritualità, volute dai giacobini, per laicizzare i costumi cittadini (cortei, matrimoni e funerali).

22. La confrontation de deux mentalités: l’Armée française et les villes de

Romagne (1796-1799), in Français et Italiens à l’époque révolutionnaire et

imperiale, Journées d’étude des 17 et 18 novembre 1995, Université de Haute

Alsace, Mulhouse, 1996, in corso di stampa con gli atti del convegno.

Incomprensioni e scontri fra la cultura razionalistica e quella clericale miracolistica, mediata dagli stereotipi culturali diffusi dai viaggiatori e dalle gazzette, alla prova della «verità» durante l’invasione bonapartista.

23. Criminalità e violenza in una società di montagna fra Sette e

Novecento, in G.L. Corradi e N. Graziani (a cura), Il bosco e lo schioppo,

vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana, Firenze, Le lettere,

1997, pp. 207-253.

Radiografia antropologica e quantitativa condotta sulle carte criminali della società montanara dell’Appennino centrale, nella quale risalta la prevalenza d’una gradualità non omicida, ma rituale della violenza, nelle relazioni interpersonali.

24. Nascita e sviluppo di una «fabbrica fascista» (1925-1944), in D.

Mengozzi (a cura), La Mangelli risanata. Da «fabbrica fascista» a sito

contaminato (1925-1992), a cura di D. Mengozzi, Milano, Franco Angeli, 1997,

pp. 27-73.

Page 28: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

28

Progetto di storia dell’industria e dell’ambiente. Il saggio ricostruisce su documenti inediti l’impiantazione di una fabbrica per la seta artificiale a Forlì da parte del conte Mangelli, favorito dal regime fascista e da Mussolini, in cambio di ipotetici «mille» occupati.

25. Il giovane Ferrero e la «società a tipo di violenza», in L. Cedroni (a

cura), Nuovi studi su Guglielmo Ferrero, Roma, Aracne, 1998, pp. 78-93.

Un Ferrero studente all’Università di Bologna intento a tradurre in parametri lombrosiani la cronaca giornalistica offerta da alcuni casi di violenza politica in Romagna.

26. Etnotipi e formazione della politica nella Repubblica cisalpina (1796-

1799), in G. Boccolari (a cura), Il Tricolore dalla Cispadana alla Cisalpina. Il

Triennio giacobino, Modena, Aedes Muratoriana, 1998, pp. 11-34.

Il Triennio come confronto di culture e pregiudizi fra l’Armée, con i suoi alti ufficiali imbevuti della cultura dei Lumi, e la legazione pontificia alla ricerca d’una protezione religiosa e miracolistica.

27. Saggio introduttivo in D. Mengozzi (a cura), Il Tricolore in Romagna,

opuscoli canzoni e catechismi giacobini, 1796-1799, a cura di D. Mengozzi,

Imola, University Press Bologna, 1998, 2 tomi, vol. I, pp. 9-49.

Il saggio ripercorre la prima pubblicistica giacobina, i luoghi di produzione e diffusione, gli autori, le sedi dei dibattiti, le traduzioni dal francese di catechismi repubblicani e le ritualità patriottiche.

28. Miracoli e Lumi: tipologie delle resistenze alla Rivoluzione francese

nelle rivolte popolari italiane del 1796-97, in «Studi urbinati», B LXIX (1999),

pp. 9-55.

Rilettura delle insorgenze alla luce di nuovi parametri interpretativi (autonomismo, crisi del controllo delle vecchie autorità, paura), che danno spazio allo spontaneismo comunitario e riducono sensibilmente il ruolo di guida delle autorità clericali e della nobiltà.

Page 29: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

29

29. Obsèques laïques et mouvement ouvrier en Italie (Itineraires d’une

recherche), in B. Unfried und C. Schindler (Her.), Riten, Mythen und Symbole.

Die Arbeiterbewegung zwischen «Zivilreligion» und Volkskultur, Wien,

Internationalen Tagung der Historikerinnen und Historiker der Arbeiterinnen

- und Arbeiterbewegung, Akademische Verlagsanstalt, 1999, pp. 231-248.

I funerali civili come spia della laicizzazione e della formazione d’una «religione» politica, che fonda sulla morte e sull’immortalità del ricordo una comunità di credenze e una ragione di identità fra gli adepti.

30. Introduzione ad A. Beltramelli, Ugola il futurista, a cura di D.

Mengozzi, Imola, La Mandragora, 1999, pp. 7-38.

Il saggio ricostruisce un’aggiornata biografia dello scrittore dannunziano, presto dimenticato, e l’attenzione da lui prestata alle provocazioni futuriste, specie delle riviste fiorentine, in materia di costumi e matrimonio.

31. Il mito di Garibaldi e la dialettica fra integrazione e autonomia, in

«Atti e memorie», Deputazione di Storia patria per le Province di Romagna,

volume L (1999), Bologna, 2000, pp. 111-151.

Il culto civico dell’Eroe nella periferia romagnola è stato prerogativa di gruppi mazziniani e garibaldini, spesso in rivalità, i quali hanno compiuto un’appropriazione degli spazi pubblici e legittimato una nuova élite politica.

32. Il ruolo dell’individuo e la formazione del cittadino democratico nel

percorso storiografico di Umberto Marcelli, in «Atti e memorie», Deputazione

di Storia patria per le Province di Romagna, volume LI (2000), Bologna, 2001,

pp. 481-500.

Page 30: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

30

Ricostruzione della formazione di un protagonista della storiografia sul Risorgimento italiano, dagli esordi filosofici alla maturazione d’una visione storica originale, incentrata sul ruolo degli individui.

33. La ‘trafila’ per il salvataggio dei generali inglesi. Sguardo straniero

sull’Appennino tosco-romagnolo, in N. Graziani (a cura), Romagna toscana.

Storia e civiltà di una terra di confine, Firenze, Le Lettere, 2001, tomo II, pp.

1265-1274.

I diari di alcuni ufficiali inglesi, che hanno percorso l’Appennino tosco-romagnolo, fra il 1943 e il 1944, per gran parte inediti in lingua italiana, costituiscono l’occasione per gettare uno sguardo storico antropologico fra atteggiamenti e culture diverse.

34. Antonio Mambelli diarista della “resistenza dei civili”, in “Studi

romagnoli”, LII(2001), pp. 263-291

Dalla narrazione sul filo dei giorni del diarista, la verifica di alcune recenti ipotesi storiografiche sulla guerra ai civili, la disgregazione e ricomposizione delle solidarietà comunitarie, la paura.

35. Laicità e sacralizzazione della politica democratica nel ‘lungo’

Ottocento, in «Memoria e Ricerca», n. 10, maggio-agosto 2002, pp. 103-117.

Il transfert del sacro dalla religione tradizionale alla politica era guidato dalle nuove élite liberali e democratiche, grazie alla gestione della morte e ai rituali pubblici connessi alle cerimonie funebri dei grandi uomini.

36. Giovanni Pascoli 1912: la morte laica di un poeta socialista.

Immaginario e rappresentazioni, in G. M. Gori (a cura), Pascoli socialista,

Bologna, Pàtron, 2003, pp. 173-200.

Caso di studio di storia delle «rappresentazioni» su fonti trascurate di un luogo di conflitto, per costruire l’immagine pubblica del poeta, conteso fra gli amici laici, come Zanichelli, e la religiosa sorella Mariù.

Page 31: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

31

37. Alessandro Schiavi e le indagini sociali, in M. Degl’Innocenti (a cura),

La cultura delle riforme tra Otto e Novecento, Manduria-Bari-Roma, Lacaita,

2003, pp. 247-267.

L’approccio statistico alle nuove realtà sociali urbane (disoccupati, panettieri, lavoratori a domicilio) è funzionale alla politica riformista di un tecnico-politico come Schiavi, dirigente dell’Umanitaria a Milano.

38. Saggio introduttivo ad A. Schiavi, Diari e note sparse (1894-1964), a

cura di C. De Maria e D. Mengozzi, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2003, pp. 5-

13, 37-93.

Raccolti per la prima volta, i diari inediti di Schiavi consentono di ripercorrere la formazione culturale e le motivazioni personali di un protagonista del riformismo turatiano prima e della socialdemocrazia poi, passando per la sua attività di cura dei carteggi Turati-Kuliscioff e dell’osservatore della vita fascista. Lo spiato spiava a sua volta.

39. Saggio introduttivo, ad A. Schiavi, Carteggi. Tomo primo, 1892-1926,

a cura di C. De Maria, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2003, pp. 5-89.

Il saggio ricostruisce il consolidarsi nella storiografia di un’immagine di Schiavi come cultore di Turati, per rilevare poi che tale interpretazione riduttiva ha trascurato la sua originale personalità di tecnico-politico e di osservatore internazionale, sprovincializzatore del socialismo italiano.

40. Saggio introduttivo ad A. Mambelli, Diario degli avvenimenti in Forlì e

Romagna dal 1939 al 1945, a cura di Dino Mengozzi, Manduria-Bari-Roma,

Lacaita, 2003, vol. I, pp. 11-97.

Il saggio ricostruire la «fabbrica» del diario e le motivazione della sua mancata ricezione nel dopoguerra. Sviluppa poi alcuni approcci alla «cultura della guerra», il fatalismo, la violenza contro i civili, il disgregarsi della società e la difficile ricomposizione del tessuto sociale nella ricostruzione.

Page 32: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

32

41. Presentazione, ad A. Schiavi, Carteggi. Tomo secondo, 1927-1965, a

cura di C. De Maria, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2004, pp. 5-30.

Il saggio si ricollega allo studio premesso al primo tomo delle lettere mettendo a fuoco il ruolo di Schiavi come traduttore di «eretici» pensatori politici presso Laterza, negli anni ’30, poi in qualità di fondatore della socialdemocrazia, senatore e protagonista nel Consiglio dei comuni d’Europa.

42. Immaginario e «anacronismi». Un incontro fra storia e letteratura, in

M. Baldacci, P. Gaspari, A. Giallongo, C. Marini, R. Travaglini (a cura),

Educazione e civiltà. Studi in onore di Nando Filograsso, Roma, Anicia, 2004,

pp. 337-342.

Può la letteratura essere fonte per gli studi storici? Su questo interrogativo il saggio sviluppa alcune ipotesi positive prendendo in esame il presunto manoscritto usato da Manzoni e recenti prove narrative di Nando Fligrasso.

43. Recensione-saggio a V. Fiorino, Matti, indemoniate e vagabondi.

Dinamiche di internamento manicomiale tra Otto e Novecento, Venezia,

Marsilio, 2000, in «Journal of Modern Italian Studies», University of

Connecticut, USA, 9(1) 2004, pp. 114-116.

L’articolo prende spunto dal volume recensito per connettere la realtà sociale offerta dalle fonti psichiatriche con le strutture di «micropotere» individuate e studiate da John A. Davis e David I. Kertzer.

44. Riti funebri e laicizzazione nell’Italia del XIX secolo, in “Studi

tanatologici/Thanatological Studies/Etudes thanatologiques”, Milano, Bruno

Mondadori, I (2005), n. 1, pp. 57-74

Il saggio ripercorre il processo di esproprio alla Chiesa dei corpi e dei rituali della morte da parte dello Stato, le cui élite liberali eguagliano la figura del martire religioso a quella dell’eroe politico, caduto nella rivoluzione nazionale.

Page 33: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

33

45. 2 giugno 1882: Garibaldi entra nel mito, in M. Gavelli e O. Sangiorgi

(a cura), Dai campi di battaglia a Caprera, Bologna, Museo civico del

Risorgimento, 2005, pp. 123-132

Saggio di storia delle «rappresentazioni» nel quale il corpo morto di Garibaldi funge da simbolo delle virtù laiche e patriottiche e da fonte di sacralizzazione della politica democratica.

46. Saggio introduttivo, a F. Oppioli, La “contrattazione” del combattente.

Lettere di soldati savignanesi dal fronte della Grande guerra (1915-1918),

Imola, La Mandragora, 2005, pp. 9-28

Il saggio si occupa di un fondo archivistico costituito da documenti destinati a figurare in un museo della guerra. I combattenti coinvolti «contrattavano» la loro collaborazione con un notabile del posto declinando piccoli favori, racconti di eroismo e richieste d’informazioni sul paese natale.

47. Ego e ideologia politica in uno storico militante, in D. Mengozzi (a

cura), Sigfrido Sozzi, politico –amministratore-studioso (1924-1984),

Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2005, pp. 87-122.

Ricostruito sulle carte private il percorso umano e politico di un singolare “figlio delle ideologie”: dalla militanza comunista, Sozzi maturava attraverso un lungo processo interiore, tormentato e doloroso, l’approdo al Partito socialista, tra il 1958 e il 1964, ricostruendo la propria identità attraverso la ricerca storica e l’attività di amministratore.

48. Cultura politica, religiosità e revisionismo in un socialdemocratico, in

G. Silei (a cura), Alessandro Schiavi, il socialista riformista, Manduria-Bari-

Roma, Lacaita, 2006, pp. 23-42

Page 34: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

34

Il saggio accosta due radici della formazione di Schiavi all’Università di Roma, quella statistica con Messedaglia e quella marxista con Labriola, portando l’attenzione sulla sintesi fra le due nella nozione di «incivilimento».

49. “Volontari del lager”. Memorie di internati militari italiani, in Scritti e

opere in onore di Padre Stefano Troiani nell’ottantesimo genetliaco, a cura di

G. Crinella, Urbino, QuattroVenti, 2007, pp. 397-404

Comparazione fra memorie e diari di militari italiani internati nei campi di concentramento nazisti. Casi di elaborazione segreta e privata del lutto e di memorie ritenute a lungo da nascondere.

50. Reliquie, cimeli e souvenir della religione politica garibaldina, in C.

Ceccuti e M. Degl’Innocenti (a cura), Giuseppe Garibaldi tra storia e mito,

Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2007, pp. 130-142.

Una varia oggettistica garibaldina mostra la traduzione del mito dell’eroe a misura del quotidiano e della dimensione intima, a conferma della forza e del culto di Garibaldi in diversi strati borghesi e popolari.

51. Un corpo grande come l’Italia. La moltiplicazione del corpo di

Garibaldi e le reliquie di cenere, in “Storia e futuro”, 2007, pp. 1-36

Dall’esame dei testamenti e da una ricerca eseguita a Caprera, per rintracciare il sito della pira, si fa strada l’ipotesi che le ultime volontà di Garibaldi riguardassero la costituzione di reliquie di se stesso da consegnare ai seguaci, per dare loro un vantaggio cerimoniale sugli altri protagonisti del Risorgimento.

52. Saggio introduttivo, in E. Gallavotti, Giornale di notizie risguardanti

Santarcangelo di Romagna 1700-1905, Cesena, Il Ponte vecchio, 2009, pp. 7-

27.

Page 35: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

35

.Saggio per ricostruire il contesto di formazione del diario bisecolare e isolamento di alcuni nuclei tematici, comparati poi con l'andamento della vita privata e di fenomeni di mentalità, secondo la storiografia recente. Ne emerge una dialettica fra mondo della campagna e mondo della città, specie intorno alla considerazione della violenza, della messa a morte degli animali, della percezione delle stagioni e dei fenomeni atmosferici.

53. Alberto Aramini storico e intellettuale militante nella provincia

"rossa". Note per una biografia (1920-1988), in “Studi romagnoli”, vol. LX

(2009), pp. 813-853.

.Il saggio analizza un intellettuale di provincia, guadagnato dall'ideologia comunista nel 1944-1948. Iniziava di qui un percorso di maturazione, che lo porterà ad allontanarsi dal Partito comunista divenendo uno storico di vaglia e un saggista brillante. Originale la sua evoluzione dalla storia politica alla storia sociale, intesa come storia "totale", dei costumi e delle credenze collettive.

54. Il bottone di Garibaldi. Trofei e reliquie nella cultura della morte del

Risorgimento, in A. Ragusa (a cura di), Giuseppe Garibaldi, un eroe popolare

nell'Europa dell'Ottocento, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2009, pp. 25-47.

.Saggio sull'uso di reliquie profane durante il Risorgimento e sul loro precario statuto di sacralità. A seconda delle circostanze le reliquie diventano trofei del nemico ucciso. In questa cultura della morte, che attraversa il Risorgimento, viene spesso celato un quantum di aggressività, che va fino al piacere di uccidere. Talvolta vittima e carnefice si ritrovano uniti nel ricordo familiare, come attestano altarini domestici, che conservano reliquie e trofei.

55. Il corpo del ciclista, dalla fatica alla galleria del vento, in G. Silei (a

cura di), Il Giro d'Italia e la società italiana, Manduria-Bari-Roma, Lacaita,

2010, pp. 199-224.

.Saggio sulle metamorfosi del corpo dello sportivo, dalle origini del Giro d'Italia ai recenti anni '90. Un arco di mutamento delle sensibilità collettive si disegna, dall'esaltazione della fatica e dei segni della sofferenza alla loro progressiva espulsione, nascosti sotto caschi e magliette che nascondo il sudore. La considerazione della velocità e del pericolo, della performance individuale, si stacca sempre più da una pretesa naturalità per divenire sempre più immagine di un corpo-macchina.

Page 36: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

36

56. Il socialismo di Garibaldi: l'individuo e la morale sociale contro la

lotta di classe, in “Libro aperto”, vol. 60 (2010), pp. 41-54.

.Il saggio ripercorre la cultura politica di Garibaldi fin dalle origini saint-simoniane, l'adesione all'Internazionale e la simpatia per la Comune. Organizza le idee in materia secondo un "canone" socialista, formato da riferimenti a testi teorici e diari. In questo "canone" rientra l'esperienza del "Clorinda", documentata da un diario recentemente ritrovato, e conferma l'originalità di Garibaldi, non solo uomo d'azione, ma capace di far sue le idee con le quali veniva a contatto.

57. Garibaldi: corpi virili e nazione ovvero gli italiani che si battono, in

“Libro aperto”, vol. 64(2011), pp. 89-97.

.Saggio sullo stereotipo, che attraversa il Risorgimento e la vita collettiva dell'Italia unita: "gli italiani non si battono". Il saggio ne ripercorre la genesi (già presente negli anni 1830) e individua nella figura di Garibaldi l'emblema di una "virilità" capace di debellarlo. Si formava così una retorica dei "pochi contro i molti", degli italiani "svantaggiati", che faceva risaltare le vittorie e di fatto cancellava dalle competizioni la sconfitta.

58. Un "mistero" laico: Garibaldi e l'incarnazione del grand'uomo, in

J.M.I. Klaver, G. Morisco, G. Piccinini (a cura di), Garibaldi e gli ideali

democratici internazionali, München, Martin Meidenbauer, 2011, pp. 197-

218.

.Saggio sulla varia letteratura prodotta dalla morte di Garibaldi. Uno dei principali nuclei tematici è la messa in rilievo del fenomeno della ricerca dei successori dell'eroe. Di qui il ragionare sulla sua "incarnazione": i figli, chi gli somiglia, la ripresa del nome. Viene delineandosi un fenomeno di religiosità civile, che non crede alla morte del grand'uomo e non rinuncia ad andare sulla tomba a "chiamarlo" di nuovo in vita, il che ingenera un rimando nella elaborazione del lutto dai significati sociali.

59. Il corpo e la camicia rossa. Eroismo garibaldino e virilità degli

italiani, in P. Genovesi (a cura), Giuseppe Garibaldi. Il mito, la storia, Milano,

Franco Angeli, 2011, pp. 51-64.

Page 37: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

37

Saggio sulla retorica della virilità nel Risorgimento e nella descrizione del corpo di Garibaldi. Il modo di affrontare i nemici è costantemente descritto secondo la regola dello svantaggio, dei pochi contro i molti. Anche i Mille, solo mille? Il meccanismo descrittivo espunge la sconfitta dal campo garibaldino.

60. La guerra delle reliquie fra gli eredi Garibaldi e la gestione di

Caprera, in A. Nieddu, G. Zichi (a cura), Giuseppe Garibaldi, il mito, l’Unità

d’Italia e la Sardegna, Cagliari, AM&D Edizioni, 2011, pp. 594-631.

.Saggio sulla formazione del Museo di Caprera e sulle liti nate fra i due principali rami della famiglia Garibaldi. Prima la cessione gratuita allo Stato, poi il pentimento e la vendita, infine la sistemazione del cimitero. Il centro di sacralità, dato dal sepolcro di Garibaldi, suscita una guerra fra gli eredi, che vogliono definire gli spazi di prossimità per se stessi. In gioco anche la gestione dell'isola, meta del turismo ma soggetta al costante controllo dello Stato, sospettoso delle iniziative del "partito" garibaldino.

61. Il corpo socialista e l’etica del cittadino in Zibordi, in L. Cavazzoli (a

cura), Giovanni Zibordi. Le idee e l’opera di un riformista, Manduria-Bari-

Roma, Lacaita, 2012, pp. 97-118.

.Saggio sul dirigente socialista riformista dai molteplici interessi sociali e attento osservatore della vita sociale del suo tempo, specie mantovana e reggiana. Zibordi delineava un proprio profilo intellettuale approfondendo i temi dell'etica del lavoro, la critica dei costumi, dello sport e della moda. Mostrava ampia apertura culturale cercando di accordare l'etica individualistica con i doveri sociali, le prime forme di consumo con il primo tempo libero degli operai.

62. Bellezza e coscienza nazionale. Dalle requisizioni napoleoniche al

“furto” della Gioconda, in A. Ragusa (a cura), La Nazione allo specchio. Il bene

culturale nell’Italia unita (1861-2011), Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2012,

pp. 121-153.

.Saggio sulla formazione della coscienza del patrimonio artistico italiano dal XIX secolo ai primi del XX secolo. Il furto della Gioconda al Louvre segnava un momento catalizzatore, in quanto faceva emergere il senso di precarietà in cui giacevano le ricchezze d'arte italiane, ma segnava anche il punto d'arrivo di una rivendicazione che risaliva a Canova e ai sequestri napoleonici. In questo senso il saggio ripercorre come il senso della bellezza

Page 38: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

38

si sia intrecciato con il senso di individuazione degli italiani, da Foscolo in poi. 63. Pellegrino Artusi: la famiglia borghese, i briganti e la famiglia ideale,

in G. Frosini e M. Montanari (a cura), Il secolo artusiano. Atti del convegno,

Firenze-Forlimpopoli, 30 marzo-2 aprile 2011, Firenze, Accademia della

Crusca, 2012, pp. 211-225.

Saggio sulla formazione di una famiglia borghese nella Romagna degli anni ’40 e ’50 del XIX secolo, fra la violenza dei briganti e le resistenze del comunitarismo locale. Una nuova socialità di apriva per Pellegrino nella Firenze dei primi decenni unitari, nella quale progettava una famiglia ideale mediante il suo celebre manuale di cucina.

64. Un saggio marxista di Alessandro Schiavi su Fiumana (1893). In

“Studi Romagnoli”, vol. LXIII (2012), pp. 151-175.

Il giovane allievo di Antonio Labriola all’Università di Roma metteva alla prova sulla realtà locale, ovvero la tenuta del padre medico condotto, fra Predappio e Forlì, gli strumenti di analisi critica forniti dal primo marxismo italiano.

65. Garibaldi inventé par Garibaldi. Formation d'une idéologie militaire

entre l'Italie et la France de 1845 à 1882, in “Transalpina”, France, n. 15, 2012,

pp. 49-64.

Saggio sulla formazione del mito garibaldino, a partire dalle narrazioni stese dallo stesso Garibaldi, che diventa in questa prospettiva il primo costruttore del proprio mito. Il saggio si discosta, perciò, da quelle recenti “letture” che hanno fatto del personaggio di Garibaldi il frutto di una “costruzione” essenzialmente a opera di Mazzini.

66. L'io di un impiegato imprenditore (1820-1909), in E. Gallavotti, La

vita, le fiere e i mercati di Santarcangelo, a cura di S. Beretta, P.A. Fontana,

Cesena, Il Ponte Vecchio, 2013, pp. 9-24.

Saggio sulla costruzione dell’identità di un borghese di provincia, sulla sua famiglia dall’inventiva imprenditoriale, dove primeggiano la moglie e le figlie nell’arte della fotografia e dell’imbalsamazione di piccoli animali. Le due donne divennero animatrici di una fiorente e duratura attività.

Page 39: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

39

67. Fabio Cusin, in Maestri di Ateneo. I docenti dell’Università di Urbino

nel Novecento, a cura di A. Tonelli, Urbino, Università degli studi di Urbino

Carlo Bo, 2013, pp. 227-229.

Articolo sulla formazione culturale e la militanza politica e intellettuale di un noto docente dell’Università di Urbino, nei primi decenni del secondo dopoguerra.

68. Andrea Costa, la memoria del precursore, in M. Ridolfi (a cura),

L'orizzonte del socialismo. Andrea Costa tra Imola e l'Europa, Imola, Repertori

8, Biblioteca Comunale di Imola, La Mandragora, 2014, pp. 221-237.

Dalla morte nel 1910, la memoria di Costa, il precursore o il maestro del socialismo italiano, è presa in eredità dalla cultura riformista, che fa del precursore un simbolo dell'attivo inserimento del socialismo nelle istituzioni dello Stato borghese. Tale caratterizzazione, però, passava nell'inattualità all'epoca del trionfo delle grandi ideologie novecentesche. Costa sarà riscoperto da Nenni solo nel secondo dopoguerra quale precursore del "socialismo di sinistra" e poi del socialismo inserito nello Stato all'epoca del primo governo di centro-sinistra. Memorie e contromemorie coinvolgono, però, non solo il leader politico ma l'intera figura morale. Dal "convertito" in extremis, al deputato ingrassato, un'ampia batteria di polemiche è messa in atto per alienargli la posterità, fino alla caratterizzazione del leader tutta azione, ma sprovvisto di dottrina marxista, che da Turati passa in Togliatti. Solo alcuni intellettuali come Bosio opereranno un primo ritorno alle fonti, ma occorrerà attendere l'attenuarsi della ideologizzazione perché la memoria del precursore passi dai politici agli storici e si faccia più aderente alle fonti d'archivio. 69. La carcassa del poeta. Carducci e la difficile scoperta del corpo, A.

Malfitano, A. Preti, F. Tarozzi (a cura), Per continuare il dialogo … gli amici ad

Angelo Varni, Bologna, Bononia University Press, 2014, pp. 331-347.

La fisicità del corpo è costantemente trascurata da Carducci, cantore della preminenza dei grandi valori patriottici. Anche i corpi ideali degli eroi e delle eroine, da lui creati artisticamente, non sanguinano né soffrono, in quanto fasci di virtù, immortali e disincarnate. La Sinistra, con Carducci, scoprirà molto tardi e con monta difficoltà le ragioni del corpo, il suo benessere, la sua individualità. 70. Martiri eroi e disertori: i romagnoli nel Risorgimento nazionale, in A:

Turchini (a cura), Dalla Romagna alle Romagne, 1815-1860. Le quattro

Legazioni di Romagna e i loro archivi fra Restaurazione e Risorgimento. Atti

Page 40: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

40

del convegno internazionale, Ravenna 2011, per il 150° dell’unità d’Italia,

Cesena, Il Ponte vecchio, 2015, pp. 293-316.

Ripercorrendo una serie di fonti poco note, il saggio si propone di sottoporre a revisione critica un’immagine piuttosto oleografica della Romagna mazziniana e garibaldina. In primo luogo mostrando le rivalità e perfino gli atti di reciproco sabotaggio dei due gruppi che condividevano l’ideologia repubblicana, in secondo luogo mettendo in luce come siano state soprattutto le ultime opere di Garibaldi, dalle memorie ai romanzi storici, la via della formazione, piuttosto tardiva, della “Romagna garibaldina”.

71. Il fascino di Garibaldi sul Clero italiano, in “Storia e futuro”, rivista

online dell’Università di Bologna, n. 39 (novembre) 2015.

Garibaldi ha affascinato anche molti uomini di chiesa, costituendo per certi versi una figura di separazione fra clero conservatore e clero nazionale fin oltre l’unificazione nazionale. L’immagine ereditata del campione dell’anticlericalismo e dell’irreligione, è dunque da riconsiderare. Inizialmente il suo mito si forma all’interno di un discorso “unico” del Risorgimento, né anticattolico né anticlericale. Lo stesso Garibaldi, nel 1847, metteva le sue armi a disposizione di Pio IX. Con la dissociazione del papa dalla guerra all’Austria, la storia del “clero affascinato da Garibaldi” diventa una storia di singole personalità, almeno fino al 1859-1860, quando l’unificazione del nord Italia e soprattutto l’impresa dei Mille riaprivano un’adesione di tipo quarantottesco fra il clero meridionale. La rottura si aveva più tardi. Diversamente da coloro che l’avevano datata al 1848-1849, il saggio riporta le ragioni della separazione fra Garibaldi e il clero a dopo il 1860, quando il radicalismo garibaldino, accentuato dalla volontà di prendere Roma, conduce Garibaldi verso una contro religione laica, di cui egli si propone quale fonte di sacralità autonoma, fondata sul culto della sua persona. Allora, con un Garibaldi “papa laico”, non ci saranno più preti in camicia rossa, ma preti garibaldini che lasciano la tonaca o vivono piuttosto emarginati.

72. Pelloni Stefano, detto il Passatore, in Dizionario biografico degli

italiani, Enciclopedia Treccani, vol. 82 (2015), online.

Rivisitazione critica della figura storica del celebre brigante, ucciso dalla polizia pontificia nel 1851. Il saggio ne ripercorre la biografia, le imprese crudeli e temerarie nel quadro del precario ordine pubblico, che trova le sue ragioni nella crisi finale dello Stato pontificio. Nella seconda parte, il saggio ripercorre la mitizzazione del brigante, illustrando l'invenzione, operata da una varia pubblicistica fino al fascismo, di tratti socialistici e anticlericali.

Page 41: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

41

73. "Malati di carta stampata". Natale Graziani nell'ultimo fascismo: da

gufino a repubblicano (1936 - 1943), in “Libro Aperto”, vol. 83 (2016), pp.

142 – 151.

Natale Graziani fondatore di due riviste per giovani delle scuole superiori e poi per studenti universitari (Guf) appartiene alla generazione figlia del fascismo e che cura in modo particolare l'auto educazione fascista. L'ipotesi maggiore di lettura è, appunto, il concetto di "autofascistizzazione". Attraverso le riviste, dal 1940 al 1943, Graziani appare come guida di un gruppo di giovani che si avvicinano alla letteratura e alla rievocazione folklorica della Romagna di Mussolini, al fine di creare il nuovo poeta per la più grande Italia, che uscirà vittoriosa dalla guerra. Il crollo del fascismo portava Graziani e il suo gruppo a riscoprire Mazzini e un vecchio testimone dell'Italia prefascista come Aldo Spallicci, repubblicano e poeta in dialetto. 74. “Angeli del fango” e putredine. Vulnerabilità e socialità nelle

catastrofi, in G. Silei (a cura), Tutela, sicurezza e governo del territorio in Italia

negli anni del centro-sinistra, Milano, Franco Angeli, 2016, pp. 183-208.

Le catastrofi naturali italiane dal 1951 al 1966, ovvero dal Vajont all'alluvione di Firenze e dell'Alta Italia, vengono assunte come rivelatrici di fratture e ricomposizioni della socialità, del mutare delle sensibilità collettive verso l'ambiente e l'idea di natura: tutti elementi osservabili simbolicamente nella nuova percezione del fango. Il quale figura volta a volta sia come un nemico esterno che penetra in città, sia come un nemico in ritirata, come l'acqua limacciosa. Diverse sono le fasi della reazione contro un tale nemico: prima il mondo alla rovescia, la morte "sporca", poi la solidarietà nazionale e del Governo, culminata simbolicamente negli Angeli del fango (i giovani accorsi volontariamente a Firenze), che soccorsero gli dei (opere d'arte e libri) aggrediti dalla putredine. Infine la melma viene rigettata in Arno e il fango putredine torna a essere semplice fango.

75. Giuseppe Rosaroll eroe del Risorgimento. Note per una biografia, in

“Storia e Futuro”, n. 44 (2017), Università di Bologna, rivista online.

Giuseppe Rosaroll (1775 – 1825) ha figurato fin da subito nei martirologi del Risorgimento, per la sua tragica fine, che ha coinvolto la sua famiglia (cinque figli orfani) e la rovina di un cospicuo patrimonio economico. Di gente svizzera italianizzata, Rosaroll è stato un uomo d’armi salito ai vertici dell’esercito borbonico, passato poi fra i maggiori collaboratori di Gioacchino Murat e quindi alla causa nazionale italiana. Barone declassato per vendetta politica, governatore di Messina, esule in Spagna e in Grecia a difesa della libertà, la sua vicenda è qui rivista alla luce delle carte d’archivio, per una moderna biografia.

Page 42: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

42

76. Rosaroll, Cesare, in Dizionario biografico degli italiani, 88 (2017),

Roma, Enciclopedia Treccani, online. Patriota italiano, figlio di Giuseppe, ufficiale di Gioacchino Murat a Napoli. Cospiratore contro il sovrano borbonico Ferdinando II nel 1833, era scoperto e imprigionato fino al 1848, quando rimesso in libertà aderiva all'appello di Enrico Poerio e si univa ai volontari napoletani per la campagna di Lombardia. Vicecomandante del battaglione, si recava in seguito a Venezia, dove ferito a morte spirava il 27 giugno 1849. I suoi fratelli superstiti, nel 1860, nella Napoli liberata dai Borboni, chiederanno un risarcimento "per motivi di sofferenze politiche". 77. D. Mengozzi, Una comunità entra nella storia. “Sul “fare storia locale”, in

“Storia e Problemi Contemporanei”, 2017, 76, pp. 185-190

Saggio sul libro di Maurizio Ridolfi, Una comunità entra nella storia. Melodia e la Romagna nell'Italia unita (1859-1911), Cesena, Il Ponte Vecchio, 2017. Il saggio privilegia l'ipotesi del comunitarismo, il suo smantellamento a opera dell'associazionismo sociale e politico moderno, e il suo riformarsi, con nuove regole, entro i partiti politici. Il saggio analizza ancora la metodologia storica e l'approccio dell'autore alla luce di alcune nuove categorie storiografiche.

78. La violenza e la formazione della società borghese nella Romagna

dell'Ottocento. Note per una rilettura, in Studi rosettiani. La violenza in

Romagna dallo Stato della Chiesa allo Stato unitario, Fondazione Italia-

Argentina Emilio Rosetti, 2018, online. Il saggio analizza il formarsi della società borghese nella Romagna fra il Risorgimento e la formazione dei partiti politici alla fine dell'Ottocento, mettendo in luce i conflitti che suddividono il vario fronte patriottico, specie fra mazziniani e garibaldini, fino al ricomporsi di un "fronte democratico" sotto gli auspici di Giuseppe Garibaldi nei decenni 1870-1880. In questo percorso, l'immagine della regione e dei romagnoli si costituisce intorno al colore rosso, come emblema dell'opposizione al nuovo Stato unitario.

Page 43: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

43

79. Aldo Spallicci in un diario inedito, tra adolescenza e gioventù, in

“Libro Aperto”, Supplemento al n. 91 (2018), pp. 97-104. Diario di uno studente fra i quindici e i ventidue anni, dal liceo all'università, nel quale è possibile cogliere la formazione della gioventù fra il 1902 e il 1907. Un laboratorio di vita intima, l'io di un giovane e delle sue rappresentazioni, prima ancora che abbiano imboccato la via delle scelte definitive. Fatiche dello studio, flirt, lutti famigliari, tentazioni letterarie e "scoperta" della politica. Quanto c'è del poeta e etnologo maturo nell'adolescente? Queste pagine di diario, rimaste sconosciute, permettono di intravedere la costruzione del sé, le ritualità pubbliche educanti, la formazione di una visione laica della vita.

80. Andrea Costa, l'uomo e il rivoluzionario, in S. Visciola (a cura) La

storia secondo passione. Pagine per Zeffiro Ciuffoletti, Arcidosso (Grosseto),

Effigi, 2018, pp. 126 – 136.

Ricostruzione di aspetti biografici e sociali della figura del leader politico Andrea Costa (1851-1910) e delle sue relazioni con i militanti, per mettere in rilievo la dipendenza economica e amicale. A partire dalla contrastata ma mai compiuta rottura con la famiglia del padre, il giovane leader entra attraverso la politica in una nuova "famiglia", un circolo amicale, che lo sostiene nella sua vita pubblica e privata. Tale comunità politica si approprierà del corpo all'atto della morte organizzando funerali grandiosi, a Imola e Bologna nel 1910.

81. Il corpo della Rivoluzione. Il Mausoleo di Lenin e il culto del capo, in

A. Ragusa (a cura), Memorie della Rivoluzione d'Ottobre, Manduria-Bari-Roma,

Piero Lacaita, 2018, pp. 65-95.

Il corpo di Lenin come reliquia profana dotata di sacralità, usato dal potere bolscevico, nella Russia sovietica, come base della religione politica comunista. L'imbalsamazione rientra nel processo di costruzione di un'etica collettivista, che espropria il corpo privato dei singoli a garanzia del suo antindividualismo borghese. La fondazione dello Stato sovietico avviene su base diversa dai due corpi del re, bensì sulla doppia immortalità (fisica e spirituale) del fondatore. Un corpo sottratto al tempo e alla mortalità, che si trasforma in un monumento a

Page 44: Dino Mengozzi Professore Ordinario di Storia Contemporanea e Storia ... · dal Museo di storia contemporanea – Milano e dalla Fondazione di Studi storici F. Turati, Milano, 19 novembre

44

se stesso, nell'epoca del trionfo del corpo individuale, al quale accede, infine, anche la Russia post sovietica.