Dimmi Parole Sporche

46
DIMMI PAROLE SPORCHE Rodrigo Buchago Thedelle5emezza editore

description

Another masterpiece from the greatest poet of Uruguay. Translated in italian by Mario Selaschetti.

Transcript of Dimmi Parole Sporche

Page 1: Dimmi Parole Sporche

DIMMI PAROLE SPORCHERodrigo Buchago

Thedelle5emezza editore

Page 2: Dimmi Parole Sporche

Rodrigo Buchago nasce il 9 ottobre del 1970 a Maldonado, città situata a 95 km da Montevideo e famosa per il suo porto, dove ogni giorno arrivano e salpano le navi che tengono vive le sue industrie tessili e alimentari (in particolare l’ esportazione verso il nord America della preziosa Aringa salmistrata del mar de la plata), e per il suo museo di Arte Americana (dove sono esposte, tra le altre, le opere di Joaquin Torres Garcia e le installazioni di Ramiro Esteban Barfonzi). Scrive poesie da quando ha 6 anni e ormai dalla pubblicazione della sua prima opera, il fortunatissimo “Manuale di disegno per pensieri a mano libera” (1988) è considerato tra i più importanti poeti viventi uruguaiani.

L’autore ringrazia Mario Selaschetti per la traduzione.

Page 3: Dimmi Parole Sporche

PREMESSA

Premessa della premessa: non so scrivere premesse. Fatemi fare di tutto, scrivere articoli per altri, biografie di politici, ma non fatemi scrivere premesse e tanto meno di un autore come Rodrigo Buchago che rappresenta, probabilmente, un caso unico e raro, se non il Caso, nel mondo letterario degli ultimi vent’anni. E’ praticamente impossibile premettere qualsiasi cosa a un uomo così che da solo ha sfidato la dittatura degli uomini - i famigerati colonnelli Fabras e Vargosa tanto per fare dei nomi - e delle regole della Letteratura. Figuriamoci poi se tentiamo di mettere davanti alla sua opera proprio il racconto del suo alpha fondante. Alpha che, per intenderci, di fatto non esiste. Come vedete anche solo senza entrare nel dettaglio le parole che lo descrivono perdono di efficacia e sembrano nient'altro che una fila di termini tronfi e senza senso. Del resto, e proprio lo stesso Buchago a non fare nulla per rassicurarci mentre lo seguiamo nel suo percorso: guardate ad esempio come si fa beffa di tutti i termini e gli strumenti tecnici utilizzati dai commentatori e dai critici nel mondo della Poesia.

“La sua poetica?” Mi chiede. E la mia risposta è venga che gliela mostro. Avverto interesse nel suo modo di rispondere "volentieri". Poi però sembra folgorato da quel che vede. Devo ammettere che la mia poetica nuova fiammante fa sempre la sua porca figura.

(Tratto da “Yo no Soy lo que soy” Jorge Parnadel, El Pais de la Plata, 12.8.1996)

Ma, come spesso succede con le persone che non si lasciano conoscere e apprezzare facilmente, quando avviene il momento in cui si ha la sensazione di afferrarne il vero significato e il loro scopo ultimo è davvero un attimo di piacere intenso. Per questo motivo, confidando nel fatto che anche voi riuscirete a scoprire cosa rende Rodrigo Buchago uno dei più grandi poeti viventi, non intendo fornire molte guide alla sua lettura. Mi limiterò solamente a segnalare, diversamente da altri suoi commentatori (confronta Tulio Albelda Fuentes “Uruguay sin embargo”, 2003), come la creazione del suo posticcio moderno1 Alessio Marchetti non costituisca una protesi emozionale2 quanto un'invenzione alla Borges. Io ritengo in altre parole che la figura letteraria del Marchetti, per Buchago, esista davvero e in carne e ossa in un qualche altro universo. O per dirla meglio, se lui è riuscito a immaginarlo, vuol dir che è reale e può esistere. E Buchago assieme a Marchetti crea anche l’ universo di riferimento di questo personaggio, senza andare a imitare un qualcosa di visto. Non rappresenta quindi in nessun modo, come sostiene Fuentes, un esercizio d'immedesimazione. Questo fatto appare molto evidente da uno stralcio di una sua intervista apparsa su una rivista letteraria uruguaiana:

(Intervistatore): “..e pensare che il suo eteronimo è un impiegato italiano (Alessio Marchetti N.d.r.), ci racconta com’è nata questa cosa?”Buchago: “Dia un’occhiata in giro, questa è la mia casa. Io e lei siamo seduti nel salone e di fronte a noi, dietro questa grande vetrata c’è l’Oceano. Se solo l’aprissi sentirebbe il profumo di sale arrivarle sino ai calzini. Si sta divinamente qui, non le pare? (Effettivamente la casa di Rodrigo Buchago è una vera oasi di tranquillità, con la sua pineta, appoggiata su una collinetta che degrada dolcemente verso il mare, con tanto di piccola

1 “Eteronimi e fantasmi letterari” T. Luzzato Fegis, ediz. Yguasa 20032 Idem

Page 4: Dimmi Parole Sporche

spiaggia privata NdR). Ma la vita è un’altra cosa. Io qui, al riparo da tutto e da tutti ho così tanto tempo per pensarla…per crearla (mi fissa intensamente e I suoi due occhi azzurri diventano quasi due punte di spillo, poi ride Ndr). Mi sono detto cosa c’è di più impastoiato nella vita moderna di un impiegato pendolare in una bella città caotica?Ma questo è stato solo uno spunto. Io non ne so poi molto di quella vitaccia lì. Mi divertivo a farla nascere dal nulla.Tutto qui”

( “Podemos quedar para sabato por la noche”di Xavier Barroso - Marcia” numero 12, novembre 2007)

“Dimmi parole sporche” rappresenta l’opera della maturità per Buchago dopo qualche passaggio a vuoto come ad esempio “Scripta Volant Treni Manent” e qualche picco interessante come “Metropolitanìa”. Si ha la sensazione che essere poeta sia diventato uno scopo vero anche per l’animo che lo ospita. Si hanno segnali di questo in alcune poesie dove il fatto di essere poeta viene più o meno dichiarato direttamente (“La casa di Campiglia”) e in altre, dove la parola, che appartiene di sicuro alla cassetta degli strumenti del poeta, e in particolare il potere della parola assurge a un ruolo salvifico e diventa Logos a tutti gli effetti. La parola come principio, la parola come fine (“perché scrivo?”). Tuttavia è un processo in continua creazione e dissoluzione nella mente del poeta: un dogma di sabbia che può sempre sparire o diventare qualcos’altro sotto i colpi della vita esteriore, ma soprattutto di quella interiore con la sua creatura mortale, identificata da Buchago con la figura della “Grande Noia Nera”, che poi non è altro che la personalizzazione della depressione dell’artista o dell’uomo in genere.Rispetto a “Metropolitanìa”, dove il pendolarismo reale (e dell’anima) è il protagonista indiscusso, in “Dimmi Parole Sporche” il fatto che scatena la risposta della Poesia al mondo esteriore è la nascita del secondo figlio del protagonista posticcio (cioè Alessio Marchetti). Questo fatto di per sé pieno di significati genera una serie di considerazioni sulla vita che vanno dal micro-ordinario (“Evoluzione?”) alle consuete speculazioni sui massimi sistemi come in “16 Dicembre 2007” dove appare in tutta la sua trasparente lucidità, la capacità di Buchago di trattare argomenti seri con una leggerezza tale da renderli diversamente importanti (“Ho pensato che/ a volte/il tempo ti trascina/come una bottiglia di plastica vuota/in qualche ansa quieta/dove le ansie del cuore/non trovano più la spinta/della corrente”). E’ proprio questo suo modo di prendere il particolare debole e inutile della vita di tutti i giorni e di portarlo alla ribalta del Mondo che rende il Buchago una delle cose degne di essere incontrate prima o poi nelle proprie frequentazioni letterarie. In fin dei conti, se la Poesia è “il tentativo di descrivere l’esaltazione folle di chi crede di aver compreso il Mondo con degli strumenti rozzi come sono di fatto le parole”3, allora questo poeta ha di sicuro un sacco di emozioni da farvi provare. Oltre a questo non mi resta che augurarvi di trovare appagante questa lettura perché per dirla alla Buchago “la Poesia è come fare sesso senza sapere cosa esso sia4”.

Mario Selaschetti - Milano, ottobre 2008

3 “Manuale di disegno per pensieri a mano libera”, commento finale, R. Buchago, Ediz.Arroz, 19884 Tratto da “Cita con el Buchago” di Hernan De Maria, ediz. Gusman 2001

Page 5: Dimmi Parole Sporche
Page 6: Dimmi Parole Sporche

“Ad Alessio, che sicuramente

è qua dentro, da qualche parte”

(Rodrigo)

Page 7: Dimmi Parole Sporche

ALL’IMPROVVISO NON VUOL DIRE SENZA PREAVVISO

Page 8: Dimmi Parole Sporche

C'è qualcuno qui dentro?

Mi ha chiamato mia madre, poco fa.Ha cercato di fare la voce allegra ma sapevo che faceva finta.Deve avermi preso per un pezzo d'asino.Dovrebbe sapere che la conosco.Siamo carne della stessa carne,sangue dello stesso sangue.Poi me lo dice.La sera prima alle 9 e 07 (mi dice)è morto il gatto di casa.Dopo una settimana di agoniama intendiamoci, senza troppe sofferenze(certo si tratta pur sempre di morire),altrimenti dalla veterinaria gli avrebbero fatto fare la puntura, subito.Non prendetemi malenon mi ha fatto piaceree soprattutto mi spiace per lei.Era diventato, al posto mio, la sua protesi.Avrei voluto partecipare meglio,ma ho pensato al domani che è lunedì.Alle mie bollette, alla nuova creatura e a quella meno recente.A mia moglie che vuole tornare a vivere.Ho risposto vago, senza trasporto"l'importante è che abbia smesso di soffrire..."molto più lontano dei 244 km che ci dividevano.Ora mi chiedo:qui attorno c'è qualcunointeressato a quel che provo?

Page 9: Dimmi Parole Sporche

Dimmi parole sporche

Dimmi parole sporchestasera non voglio ricordaredi chi sono queste labbra a cui mi sto per attaccareDimmi parole sporchee lascia a casa il mio bel lavoro, le tue buone maniereil bucato fresco e il tuo decoroDimmi parole sporcheprima di accender la lucee far tornare di colpoil tuo viso e la tua vocecon i nostri anni passati e poi impilatia prendere polverecosì rovinaticome vecchie edizioni di cataloghi Ikea mai usati

Page 10: Dimmi Parole Sporche

16 dicembre 2007

Dicembre freddo, una sera accompagnando i miei alla corriera Ho visto il fumo uscirmi dalla bocca e puntare le stelleHo pensato che a volteil tempo ti trascinacome una bottiglia di plastica vuotain qualche ansa quietadove le ansie del cuorenon trovano più la spintadella correntee tutto ti torna con tuttiamici, lavoro, passioni e famigliae ti senti così al caldo nella tua vitada sciogliere per un attimoquel ben lungo inverno ghiacciato di noia.

Page 11: Dimmi Parole Sporche

Io, Morgan e quella notte

Dormiamo tutti questa notteio tu e la mammae nella sua panciail tuo prossimo compagnoTra pochi giorninon so ancora quantiandremo a prenderloio e teall'ospedale da dove vieni anche tuTe lo anticiponon sarà un bel giorno per teTi toccherà dividereil tuo regno di giochi e attenzionie vedere quella espressione nei miei occhiche sino ad oggi era solo per teMa verrà un giornouna mattinain cui noi 4 ci ritroveremoattorno allo stesso tavoloal principio di una giornata qualunque.E qualcuno, allora, farà qualcosaUna risata grassa ci contagerà sino alle lacrimeDurerà forse anche meno di un attimoMa quando accadràci guarderemo negli occhie ognuno di noisarà felice di essere lìin quell’istante e in quel modotra la Sua gente E ognuno di noi sentirà di essere parte di qualcosa di più grande di luiAmore mio (se mi passi il termine)volevo solo dirti che vivo per quel momentoin cui mi strizzerai l'occhio come per direok...hai ragione...è davvero così.Ebbene, da quel momentonon ti odierò se deciderai

Page 12: Dimmi Parole Sporche

di lasciarmi in qualche ospizio a finire la conta dei miei giorni.

Page 13: Dimmi Parole Sporche

La cosa più vicina alla passione

E' giunto il momento di lasciar staretutti gli orpelli e gli stucchi da scrittore da 4 soldiche cerca d'impressionare il lettore e un po' se stessoperché adesso si deve raccontare la propria vitasenza gonfiarla troppomaneggiandone anche il più piccolo granello,senza rovinarloe se alla fine avrò fatto un bel lavoroci penserà lei a risplenderedi quella luce semplicee per questo così verae piena di significati da restare Viva anche quando la rileggerò tra mesi, anni, epoche.Scrivo tutto questo s'un foglio rimediatoda un blocco appunti del lavoromentre ti guardo, sul lettinoin attesa che il monitora cui ti hanno collegatomostri la prossima contrazionesono le 5 del mattinodel giorno in cui nascerà Juliane proprio adesso ti metti a sbuffareguardando un punto indefinitodavanti a te, nella posizione del gatto in piediUn'ora fa mi guardavi dormirenel nostro lettola tua valigia già pronta ti aspettava lì a fiancoPoi di colpo il segnale"Andiamo!"detto sottovoce per non svegliare Morganche quando lo farà, più tardi,troverà solo la nonna a dirgli una piccola bugiamentre noi saremo quiad aspettare il suo primo dispiacere.Prima, camminavo nel lungo corridoio

Page 14: Dimmi Parole Sporche

deserto su cui si affacciano gli ingressidei vari repartiHo acceso il mio iPod a casoE l’ho carezzatosperando in un pezzo adeguatoMi ha ricambiato pescando quello che volevol'ho preso come un buon auspicioWaterloo sunset dei Kinksun vecchio pezzo che conoscosolo da due giorniscoperto per casodurante la ricerca di qualcosa dei Blursu YoutubeDovrebbero scaricarlo tutti,gli devo moltoperché mentre camminavoin quel corridoio lungodesolato e mal illuminatoda quei neon che esistono solo negli ospedalidi notte.m'ha levato di dossol'impressione di essere in qualche film del terrore.Come sei buffa con quel pancionee quelle ciabatte chepenzolano dai tuoi piediseduta sul letto nella tua vestagliaormai strettissimaScherzi.Mi chiedi il gameboy per distrarti un po'Non sei molto sexy adessoNonostante le mutandine tigrateche tornerò a desiderareA essere sinceroanch'io non sono al massimocon i capelli sfatti e gli occhi rossi di sonnoNon mi faccio la barba da una settimana perché nell'ansia dei preparativison rimasto senza lamettema questi sono i momentisu cui investire

Page 15: Dimmi Parole Sporche

per chi, come noivuole stare ancora tanto assiemeo almeno ci proveràche poi è la cosa più vicina alla passionequando il momento in cui si può anche non aver più paura d’invecchiareassiemeè quasi in silenzioarrivato.

Page 16: Dimmi Parole Sporche

Julian

Io e te non ci conosciamo ancora Ti vedo mentre passi, di braccia in braccia,dalla mamma alle nonne, dalle nonne alle zie,dalle zie alla mamma.Tuo fratello ti gira al largocome il topo dall'esca avvelenataHa già detto che puzzimentre ti osservava piangeredurante il cambio del pannolinoAvremo tempo e modo di annusarcicon tutti quei lunghi pomeriggiche diventano sera e che si spegnerannoprima o poi davanti alla televisioneNon mi fido di te, come di tuo fratello.So già che ti amerò alla folliae che mi farai soffrire.perché mi farai gioire tanto.Ma già così,dai primi momentidevo dire che mi sei piaciuto tanto.E se continuerai a mangiare ogni 4 oree a non farti sentire troppotra una poppata e l'altra.Allora sono un uomo davvero fortunato.

Page 17: Dimmi Parole Sporche

La casa di Campiglia

Le nuvole si avvicinanosembrano un pullover blu scuro arrotolatoe buttato sul mare senza troppa curaLe luci di una nave mi arrivanoportate dal vento che sa di postidall'altra parte del mareDi coste ignote e sale di pioggia.Di freddo checerca di approdare al caldo.Annuso fortepoi mi raccolgo sotto la coperta di lana che ci siamo portati dalla nostra casa con il giardino che vede il mare.E da qui in altodal suo giardinoappuntopenso di essere un naufrago su una piccola barcalà sotto vicino a quella nave imponente.Sul mare scuro.Mi aggrappo alla mia tazza di tèancora caldo e torno salvoe inebetito da questo miostupido giochino mentale.La mia piccola isola calda mi proteggerà. Mi chiedi a cosa pensoe io ti rispondoa nullapoi mi massaggi le spalleda dietro lo schienalecosì vedo la tua faccia al rovescio che si avvicinae mi bacia.Ma c'è il bambino che piangecosì mi ritrovo di nuovo quiti vedo che combatti con lui

Page 18: Dimmi Parole Sporche

mentre torno a vedere CSIche è riniziato dopo la pubblicità.A parte la lotterianon vedo proprio altri mezzi.Mi dovrò accontentaredi mettere giù a parolela vita in cuiè davvero nostrala casa dei milanesidalle parti di Campigliail cui giardinoconfina con il mare.

Page 19: Dimmi Parole Sporche

Che mi manca, stamani?

Penso sia lì dietroCerco l’ultimo ingredienteDomenica mattinaCucino un piatto per tuttiPer Julian anche se ancora non ne ha bisognoPer me che vivo assentePer Michela che lo sta allattandoMentre guarda un cartone animatoE si commuove, assieme a MorganPer lo stesso orsetto. Non trovo l’ingredienteMa non importa

Page 20: Dimmi Parole Sporche

METTI I TELETUBBIES E SALIAMO UN PO’ IN CAMERA, DAI..

Page 21: Dimmi Parole Sporche

Evoluzione?

Cosa ne direbbe Professor DarwinDi un esemplare che si tocca in bagnoIn piedi davanti allo specchioMentre il resto della famiglia dorme?Ma soprattutto..perché in quel momentomi è venuto in mente proprio lei?

Page 22: Dimmi Parole Sporche

Disordine

Mattina, per Dio, no!Sono in bagnoE mentre finisco di lavarmiNon trovo da dove iniziareA sbrogliare questa matassa Di cuiTengo in manoLa Maglietta che non sai dove mettereChe mi resta in mano senza appoggiMentre nell’altra ho il deodorante del giornoQuesto ti dice che il tuo Mondo non ha ordineMentre mia moglie da sottoPer superare il rumore della centrifugaMi grida che devo affrettarmiA uscire Devo comprare I pannolini.

Page 23: Dimmi Parole Sporche

Black

Ho mio figlio in braccioDeve fare il ruttinoSono di fronte al mio MacItunes aperto Ho bevuto un po’ a pranzoMa ora sono già le 19Sento Black dei Pearl Jam da una cuffiaE inizio a cantare a squarcia golaNel pezzo in cui dice “ai nou sandei iu gat a biutiful ai” Canto senza steccare, credo, e mio figlio a un centimetro da me non piangeRutta forteMentre mia moglie riconosce il pezzo e mi guarda come mi guardava anni fa, per un secondo.O forse è contenta per il rutto.Mezza lacrima mi esce e mi sento da Dio.Ero io 10 anni fa, ma adesso.

Page 24: Dimmi Parole Sporche

Al MiO RESento un nodo dolce E di colpo sono di nuovo làA rifar dei kilometri a piediDi notte tra una curva e l’altraDi quella strada in mezzo ai boschiDi mezza collinaDistanza tra la casa dei miei e la casa dei tuoiA bere alcolici per non farmi venire le strizze alla pancianel bar della piazza18enne colitico che ti amava tantocon una mezza cicca nella taschina dei jeanssempre prontaQuel pomeriggio giù al fiume le mie mani freddeNella tua camicia a righe semiapertaLa gioia folle del sentirsi grandeVedere la tua mascolinità sciogliersiSino alla resaQuella notte nella 126 di mia madre.Mie entrambe per una notte.E poi per desiderio e voglia di farloPosammo i nostri occhi sulle stesse cosesugli stessi mondisugli stessi sogni per molti anniinsiemeSino alla libera scelta improvvisadi essere di nuovo individuiAnche a rischio di restare soliTi guardo che guardi la tv.Siamo ancora quiNonostante tuttoNonostante noi.L’elastico frusto che si tende99 su 100 si spezza.

Page 25: Dimmi Parole Sporche

Gasolio per relazioniIn casaDue nuovi sconosciutiIo che ti accuso di aver aperto l’acqua Mentre facevo la docciaFredda per tua colpaTu che mi accusi di aver svegliato il bambinoCosì tanti anni per imparare Che la rabbia è quella che ci fa andare avanti?

Page 26: Dimmi Parole Sporche

Andate tutti a fanculo...I power rangersSono sempre più lontaniEco della televisioneAffondo la testa nel cuscinoChe sa di altri miei respiriLa Domenica pomeriggio.Mi gusto il suo fresco e questa voglia di arrendermiPrima di mollare la presa sul mondo.Ogni animaleGiunto il MomentoSi disponeverso il NullaCon impazienza

Page 27: Dimmi Parole Sporche

5 minuti tra la vita e la morteSessione pomeridiana di sesso clandestinoperché un bambino è all’asilo e l’altro dormeNella stanza a fiancoSento un sordo sentimento di bellezza (?)Venirmi dal bassoLà in fondo Da qualche parte nel mio universo.La mia espressione è slegata.Quando mia moglie risaleSono già tornato.

Page 28: Dimmi Parole Sporche

E’ così?

Se la vita non ha sensoforseAnche queste righe non han sensoAnche se sembranoIn qualche modoOrganizzateOppure mi sbaglioE solo questi trattipossono darmi un appigliosu questo baratromentre ascolto musicae guardo senza sentirlauna trasmissionesoft-pornoalla tv

Page 29: Dimmi Parole Sporche

Perché scrivo?

Ma perché diamineVi butto giù cosìUna dietro l’altraCome tessere di un puzzleForse per sentirmi meno inutileQuando qualcuno mi chiedeChi sei? Che ci fai qui?Piccole parole sparseQuando vi lascio sul foglioSiete già più vere di meE allora lo chiedo a voi.Che ci fate qui? Chi siete?

Page 30: Dimmi Parole Sporche

S’un libro di Carver lasciato a fianco del cessoI

Praticare il casoCercare il nome di qualcosaO di qualcunoSu WikipediaPoi guardare solo la voce prima o la voce dopoE’ così che si sconfigge la realtà..

II

13 e 07, agostoL’ombra è svanitaSotto i morsi di questo sole enormeSiamo nel suo regno immobile quiAttraverso questo paeseSenza famaSulla statale che lo tagliaAnche il bar nella piazza sfocataOra è chiusoSento il brivido dell’esistenzaChiedermi di spegnere L’aria condizionata

III

Sono sedutoSul gradino della scalaA chiocciolaGuardo la canzone della buonanotte in tvCon mio figlio sul divano assieme alla mammaE mia sua suocera sulla poltrona.Sono inquietoE fuoriposto.

Page 31: Dimmi Parole Sporche

InerziaSopra quei tettiNuvole lenteSi ammassano verso il nullaLà forse c’è il mareA kilometri e kilometri di pensiero da qui.Il caffè è prontoMa io non so che fare.

Page 32: Dimmi Parole Sporche

EpifaniaHo in mano un bicchiere serioDi quelli che ci metti dentro il vinoe lo fai girarevorticosoper estrarne gli aromie provare a indovinare a cosa somiglianodentro un vino sudafricanotrovato al supermercatonello scaffalo in bassoguardo fuori: una giornata assurdasole caldocielo azzurrodi un azzurro senza finemi sento allegromi sento scaldatofinisco la bottigliascende l’ultimo rivolo giallo quasi bianco.per un istantementre tutto intorno mi bastatemo di scordarmi l’inizio di questa poesiache dovrebbe fare una cosa del tipoHo in mano un bicchiere serio…

Page 33: Dimmi Parole Sporche

DAL MOLESKINE, CON UNA MATITA ROTTA

Page 34: Dimmi Parole Sporche

(I) AristoTeleFuori da qualche partela gente muoreper qualche guerraper la solita fameper natural scadenzaMa io ho appena finitodi mettere a postociascuno nei suoi alloggiamentile robe sporche nella lavastovigliee così la lascio partirecontentovedo che il resto della famiglia è al riparociascuno nei suoi giusti binariverso il sonnoAdesso posso chiudere e lasciare fuorila grande noia neraIl telecomando è a vista.

Page 35: Dimmi Parole Sporche

(XI) Lib-Ero

Trasformo il bianco abbaglianteche impregna delle figure indefinite(passanti?)che mi vengono incontro,in un mondo più caldoquasi bello blu nel suo cielo da Chroma Key,mettendo la mano sopra agli occhia bloccare il sole.Sono a un tiro di guinzaglio dal lavoronella pausa pranzoSuona il cellularema io sono impegnato con la linguaa levigare questo pezzo di cioccolatoa scolpirlo come un osso di seppia fuori dal bianco della stracciatelladi un pomeriggio di tanti tanti anni faE' buono mi dicomentre penso a una cosa come tante altresenza importanza

Page 36: Dimmi Parole Sporche

(XII) G.N.N.

Mi ha presodevo prendere tempoma sento che mi ha preso ormaiè su di mecon le sue unghie d’ombral'ho capito perché rileggendomil'ho sentito berciare"banale troppo banale"mi sto buttando giùmentre anche l'ultimo Scopo che mi era rimasto si scioglietorno a casa e mi sentocome quei pomeriggi la domenicaprima di rientrare a casaper fare quei compiti dimenticati cercando un cestino dove buttarela carta di quel gelatoultimo trastullo di quella inutile giornatacon le dita appiccicate

Page 37: Dimmi Parole Sporche

(XVI) Parole ben temperateEcco quisolo qualche rigasenza senso evidentetornerò a leggervidomanie poi dopodomanie poi tra giorni, chissà quando.Amiche mievoglio proprio vederecome vi tratteràil tempo

Page 38: Dimmi Parole Sporche

(XVIII) PappasorciLa mia sera questa serasarà vedertiaddormentaresognando pappasorci e videogiochimentre cerco un qualcosache mi allontani il lunedì mattinaè ben duro il mestiere di figlio...

Page 39: Dimmi Parole Sporche

(XIX) Qui dove non sono più, adessoLieve come le tue carezzeun soffio di vento tiepidoapre una vecchia finestrac'era l'eco dell'autostrada lontanagiugno senza più scuolemattina in attesa del nulla in arrivoun refolo anima la tendae si porta via i miei pensiericosì lontani

Page 40: Dimmi Parole Sporche

(XXI) Via da me4 o 5 cose vanno di merdasuccede ma bruciavorrei non riconoscermi + allo specchionon sentire + la mia vocenon capire + i miei pensierima non per moltosolo il tempo di sentire un po' la mia mancanza

Page 41: Dimmi Parole Sporche

(XXII) IncantoD'un tratto i pensierisi ammonticchiano lievicome miele di nevee sul cuore restano quietiin silenzio.fisso un particolaresenza importanzadev'esserci stato qualcosa primama ora non è più qui.

Page 42: Dimmi Parole Sporche

(XXVI) Nemico caroNemmeno il prontomi urli la tua rabbia assurdafatta di noia edepressione post partoMe la faccio scivolare addossoMa non ci riescoCome quandoti tagli le unghie in bagnoe un pezzo ti finisce per terrada qualche parte

Page 43: Dimmi Parole Sporche

(XXIX) Stanco di nullaDietro alle braccia nude dei platanipròtesiverso il grigiodi questa domenica mattinapiovosavedo le nuvole mangiarsi le collinee rendermi viscoso e pesanteogni mio movimentocome aprire questo quadernoe scrivereHo la sensazione che il pomeriggio sia già inutile

Page 44: Dimmi Parole Sporche

(XXX) Alcoolismo ai tempi del Global WarmingStrano AprileChe sembri marzo e anche un po’ febbraio.Indugio ancora con il mio bicchiere di vino rossoDentro al frigoNello scompartimento più basso.Lì sottoAttendono ancora sonnacchioseDue bottiglie di birraVerrà pure il vostro tempoCredo

Page 45: Dimmi Parole Sporche

Porco ParcoBloccato da un amico di mio figlio al parco. Devo stare qui ancora un po'. Moscerini mi danzano in bocca e sulle ciglia. Non posso muovere le mani, cariche del suo giubbotto e un Gormito doppio. Per favore Satana, fa il tuo mestiere. Ma lontano da qui.

Page 46: Dimmi Parole Sporche

Titolo originale “No hay que confundir la velocidad con el tocino”

CopyLeft - thedelle5mezza.blogspot.com

Finito di stampare il 3.11.08