Didascalie Informa n.9-10 Settembre/Ottobre 2012

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settembre-ottobre 2012 INFORMA 08/02/2006 AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006 didascalie Rivista della scuola in Trentino Educazione Adulti La situazione, i Centri, i problemi aperti PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO n.9-10

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Dossier: dentro l'apprendimento

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08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

didascalieRivista del la scuola in Trentino

Educazione AdultiLa situazione, i Centri,i problemi aperti

PROVINCIAAUTONOMADI TRENTO

n. 9-10

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II n. 9-10 settembre-ottobre 2012

DIDASCALIE Rivista della scuola in TrentinoPeriodico mensileAnno XXI, numero 9-10 settembre-ottobre 2012

Rivista promossa dallaProvincia Autonoma di Trento(L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22)Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745dell’11.1.1992

Direttore responsabile:Giampaolo Pedrotti

Coordinatore:Mario CaroliE-mail: [email protected]

In redazione:Cinzia ZeniManuela Saltori (segreteria)

In questo numero:Felice Acquisti, Mario Caroli, Tommaso Amadei, Giovanni Bais, Mauro Calzà, Mario Caroli, Sofia Cramerotti, Domenico Cutroni, Marta Dalmaso, Mario Felicetti, Laura La Micela, Enzo Latino, Fabiano Lorandi, Michele Odorizzi, Diego Paternolli, Ilaria Pedrini, Paolo Pendenza, Antonia Romano, Elena Ruggieri, Chiara Tamanini, Adriano Tomasi, Maria Visintainer, Mara ZendronSTUDENTI: Stefania Gadotti, Alessandro Lasci, Riza Mazzocchi, Martina Pisetta, Federica Francesconi, Angela Iovinella, Maria Rakic, Anna Sirsi

Redazione: Via Gilli 3,38121 Trentotel. 0461/497268fax 0461/497267

Realizzazione e StampaLitografia Effe e Erre - Trento

Per richiedere la rivista Didascalietelefonare o mandare un fax o scrivere a:Redazione Didascalie,Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38121 TrentoE-mail: [email protected]

Le foto di questo numero sono di:archivio Didascalie e fornite dai diretti interessati, archivio Ufficio stampa Pat

In copertina: In alto, un gruppo di studenti del Trentino che hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico al Quirinale (vedi servizio nelle pagine 1-5); in basso, la copertina del libro del maestro Felice Acquisti, presen-tato nella sezione del segnaliamo (vedi pagine 46/47)

SOMMARIO

la notizia: Napolitano: legalità, rispetto delle regole 1-3 Studenti trentini al Quirinale 3-5dal trentino/L’inaugurazione del nuovo anno scolastico 6-9provincia/la delibera Incarichi: i nuovi dirigenti scolastici 10

Gli indirizzi alle scuole 2012/2014 11/il concorso Il bando anche in Trentino 12

Prove: ansia da “quiz” 13educa 2012/il punto Orientamento filo rosso dell’evento 14-16

il dossierdentro l’apprendimento

il dossierl’assessorela schedala riflessionela scuola in carceredai centri: Istituto Floriani Riva

Istituto Guetti TioneIstituto Curie Pergine V.Istituto Degasperi Borgo V.

la formazione: Centro Formazione Insegnanti

EDUCAZIONE ADULTILa situazione, i Centri e i problemi aperti di una sfida europea

Inserto a cura di Mario Caroli Interventi di: Tommaso Amadei, Mauro Calzà, Mario Caroli, Dome-nico Cutroni, Marta Dalmaso, Enzo Latino, Diego Paternolli, Ilaria Pedrini, Paolo Pendenza, Elena Ruggieri, Adriano Tomasi

Inserto 17-32

iprase università comune tn/A suon di parole 33-35dalle scuole/Ist. La Rosa Bianca Predazzo BES: un’educatrice racconta 36-38scuole dell’infanzia/provinciale di Terragnolo I pompieri a scuola 39la scuola al museo /Museo Civico Rovereto Science, Summer Camp 2012 40-41iprase/Eventi Il dirigente scolastico e la gestione della scuola 42

Competenze di cittadinanza e curricula 43la scuola a teatro/Proposte Il Centro Santa Chiara per le scuole

San Marco: a teatro con le quisquilie 44-45segnaliamo/il libro La storia di un “maestrino”: Felice Acquisti 46-47offerta varia/Liceo “Prati” Trento Le sfide dell’adolescenza 48

/Il convegno Cooperative Learning terza copertina /Il convegno Storia e confini quarta di copertina

settembre-ottobre 2012

INFORMA

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

didascalieRivista del la scuola in Trentino

Educazione AdultiLa situazione, i Centri,i problemi aperti

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1n. 9-10 settembre-ottobre 2012

LA NOTIZIA

NAPOLITANOLegalità, rispetto delle regole

La settima volta del PresidenteSaluto tutti i partecipanti a questa bella cerimonia: gli studenti (dai più piccoli ai più grandi), gli insegnanti, il personale del Ministero e degli assessorati, le autorità parlamentari e di governo. Meritano un saluto e un augurio speciale le scuole delle zone colpite dal terremoto perché sono riuscite con grande impegno a inizia-re comunque questo anno scolastico.Vedete, questa è la settima volta che ho il piacere di prendere parte alla festa per l’inaugurazione dell’anno scolastico, festa, cioè, che oggi precede di pochi mesi - come ha ricordato il Ministro Profumo - la con-clusione del mio mandato di Presidente della Repubblica. Colgo quindi l’occasione per ringraziare io a mia volta tutto il mondo dell’istruzione per le molte iniziative che abbiamo costruito insieme in diverse occasioni, sempre con calore e convinzione.I miei auguri vanno non solo agli studenti, alle loro famiglie e agli insegnanti, ma a chiunque ha opera-to per l’istruzione, da diverse posizioni, contribuendo in vari modi a un’attività così fondamentale per la crescita civile ed economica del Paese. Il fatto che questo sia il mio incontro conclusivo col mondo della scuola mi suggerisce qualche riflessione di fondo.

Progressi straordinari anche nell’istruzioneInnanzitutto non ci si può abbandonare alla sfiducia nelle nostre possibilità, sottovalutando i progressi com-piuti dall’Italia. Progressi straordinari anche nel campo dell’istruzione, se penso alle condizioni in cui eravamo quando tanto tempo fa cominciavo ad andare a scuola ; se penso a quanti fossero allora analfabeti o a quanti nemmeno completassero le elementari - e a quanti erano ancora nel 1951 secondo il censimento.Ma egualmente guardando ai cambiamenti nel corso degli ultimi anni, da quando sono diventato Presidente, vedo che l’istruzione italiana ha continuato a fare progressi in senso quantitativo e anche qualitativo. Ad esem-pio, secondo gli ultimi dati OCSE-PISA disponibili sull’apprendimento il punteggio medio degli studenti italia-ni in matematica è aumentato di 17 punti rispetto al 2003 ; e, in scienze, di 13 punti rispetto al 2006.I progressi compiuti dimostrano come l’Italia possa farcela, possa migliorare quando si impegna con sfor-zi collettivi e condivisi. E tuttavia limiti e problemi seri persistono, ed è lungo il cammino da compiere per annullare alcune distanze rispetto ad altri paesi avanzati. Cosa è dunque necessario per far progredire ulteriormente la scuola italiana?

Insegnanti, studenti, famiglie: triangolo amorosoL’insegnante-scrittore già citato dal Ministro ha suggerito di recente la necessità di rafforzare l’unico - così l’ha chiamato - “triangolo amoroso” che potrebbe e dovrebbe funzionare: quello tra insegnanti, studen-ti e famiglie nella scuola. Sappiamo che purtroppo non funziona ancora abbastanza. Aggiungo che a far parte dell’intesa necessaria al benessere dell’istruzione servono almeno altri tre soggetti : una società che creda e pratichi la superiorità dell’istruirsi bene rispetto al contare sulla raccomandazione, un mondo del lavoro che contribuisca alla formazione dei giovani e premi le loro competenze, un’azione pubblica che riconosca il ruolo cardine dell’istruzione e in essa investa idee e risorse.Non discuto la libertà e diversità dei giudizi sulle politiche dell’istruzione adottate durante il mio settennato. Ho potuto tuttavia rilevare con favore una certa costanza negli obiettivi perseguiti dai diversi governi che si sono succeduti durante la mia presidenza. Penso, ad esempio, alla comune volontà di incentivare la qualità e il merito anche attraverso meccanismi sempre più estesi di valutazione. Riscontro una costante riafferma-zione dell’obbiettivo di modernizzare la didattica rendendola più attraente, più coinvolgente per i giovani. In questi anni ho visto anche mettere in campo nuove misure per collegare l’istruzione agli sbocchi lavora-

Intervento del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico 2012-2013. Palazzo del Quirinale, 25 settembre 2012

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2 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

tivi, potenziando l’istruzione tecnica e la formazione professionale superiore in relazione alla realtà e po-tenzialità produttiva del paese.

Meno squilibri Nord-Sud: per i gio-vani!Un’attenzione crescente delle politiche dell’istru-zione è stata costantemente rivolta a ridurre i trop-pi squilibri fra le diverse parti del Paese, soprattutto fra Nord e Sud. La ridistribuzione di competenze e di capacità a favore delle zone più povere di mezzi e di saperi può rivelarsi sui tempi lunghi una stra-tegia più ricca di risultati per il Mezzogiorno: mol-to meglio che distribuire sussidi, come si è per tan-to tempo continuato a fare! Ma occorre anche che le competenze acquisite in queste aree rimaste in-dietro trovino rispondenza in una reale richiesta di lavoro qualificato.Dobbiamo costruire opportunità, dobbiamo farlo, perché questo è l’assillo di tutte le famiglie, quel che mi si dice dovunque io vada: pensate ai giovani. Sì, dobbiamo farlo se vogliamo limitare l’emigrazione dei giovani, in particolare dei giovani più ricchi di istruzione. In questi anni si è tentato di incentiva-re, il ritorno dei cervelli emigrati e si è cercato di co-struire per i ricercatori un ambiente più favorevole in patria. Mi auguro che si prosegua con decisione su questa strada, che non si facciano inversioni di marcia neanche in tempo di crisi. Un paese non può trascurare il suo capitale più importante : la cono-scenza. Abbiamo appena ascoltato i nostri fisici Ser-gio Bertolucci, Guido Tonelli, Fabiola Gianotti che hanno lavorato a una grande scoperta al Centro di Ricerca di Ginevra. Ecco di che cosa sono capaci gli italiani nel campo della ricerca scientifica. Possiamo essere orgogliosi di questi nostri ricercatori e dobbia-mo sostenerli.Nello stesso tempo, come ha ricordato il Ministro Profumo, la scuola è anche, e molto, un’istituzione che educa alla cittadinanza, promuovendo la con-divisione di quei valori sociali e civili che tengono unite le comunità vitali, le società democratiche.Penso alla tutela dell’ambiente, del territorio, de-gli equilibri naturali. Penso al rispetto della diversi-tà, ad uno sguardo curioso e amichevole per chi ha origini in altri paesi, per chi nella disabilità mostra capacità diverse e straordinarie, come ci ha dimo-strato Alex Zanardi, come ci hanno splendidamen-te dimostrato i nostri atleti paralimpici. E sono felice che tra di noi ci siano oggi alcuni di loro, in-sieme naturalmente con gli olimpici, a cominciare dalla carissima Valentina Vezzali.

Il valore della legalità Tra i valori che la scuola ha cercato di promuove-re con costanza e impegno in questi anni spicca il valore della legalità. Purtroppo, anche di recente la cronaca ci ha rivelato come nel disprezzo per la legalità si moltiplichino malversazioni e fenomeni

di corruzione inimmaginabili, vergognosi. Non è questo accettabile per persone sensibili al bene co-mune, per cittadini onesti, né per chi voglia avvia-re un’impresa. Chi si preoccupa oggi giustamente per l’antipolitica deve sapere risanare in profondità la politica. E risanare la politica, far vincere la leg-ge si può, così come si può far vincere la legge con-tro la mafia: ce lo hanno dimostrato venti anni fa, e li abbiamo ricordati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.Ma la legalità si deve praticare a tutti i livelli, e dunque anche nel nostro piccolo mondo quotidia-no. E nella vita scolastica legalità vuole dire rispet-to delle sue regole, rispetto dei compagni, specie di quelli più deboli, e soprattutto, vorrei sottolinear-lo, rispetto degli insegnanti che sono il cuore pul-sante della scuola, e guai a indebolirlo.In questo grave momento di crisi per le famiglie italiane è importante che la scuola promuova e pra-tichi un altro fondamentale valore : quello della so-lidarietà, mostrandosi capace di stare al fianco di chi ha maggiori difficoltà, e anche di sollecitare gli interventi necessari sia al livello pubblico, sia al li-vello di privato sociale, di fondazioni ed enti pri-vati. Vorrei concludere con un altro ringraziamento alla scuola e con una sollecitazione rivolta agli studen-ti, ai giovani.In occasione delle celebrazioni - ricordate, ne siete sta-ti tanti di voi attivamente partecipi - per i 150 anni dell’Unità di Italia, la scuola ha compiuto un’opera magnifica. Ha dato un contributo fondamentale per consolidare l’identità nazionale e incardinarla sui va-lori democratici della nostra Costituzione. Grazie an-cora a tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria impresa.

Più fiducia nell’Europa, anche a scuolaQuelle nostre celebrazioni hanno coinciso col radi-carsi di una grave crisi finanziaria e economica inter-nazionale che ha colpito con durezza il nostro Paese. Ebbene, dobbiamo mettere a frutto il rinnovato sen-timento di unità nazionale, scaturito da quel vasto movimento per il Centocinquantenario. E insieme dobbiamo essere fino in fondo consapevoli di come le sorti dell’Italia siano legate a quelle dell’Europa.

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Anche nel mondo della scuola c’è bisogno di raffor-zare la fiducia nell’Europa e nell’impegno comune per renderla più democratica e più forte. Sono tanti gli studenti europei che si muovono da uno Stato all’altro dell’Unione per apprendere le lin-gue, per i tirocini, per compiere un periodo di studio in Università di altri paesi europei con il programma Erasmus. Spero che questi ragazzi, così come tutti coloro che hanno fatto esperienze in Europa, si fac-ciano promotori di un’identità comune, che comu-nichino la fierezza di essere cittadini non solo delle

loro singole patrie, ma della nostra più grande patria europea. Questo, cari ragazzi e cari insegnanti, è un compito che affido a tutti voi. Al nuovo Presidente che verrà auguro di poter pro-vare la stessa emozione e lo stesso piacere che ho avuto io a stare con voi in questi anni, e alla scuola italiana auguro tutto il bene di cui ha bisogno e che merita, assicurandovi che le resterò vicino.Buon nuovo anno scolastico, studiate seriamente, guardatevi attorno e godetevi la vostra bella, verde età.

LICEO A. ROSMINI DI TRENTO

L’insegnanteQuest’anno alla nostra scuola è arrivato l’invito a partecipare ad un momento particolarmente signi-ficativo per docenti alunni e genitori, la Cerimonia di Inaugurazione dell’ anno scolastico 2012/13 che si è svolta a Roma il 25 settembre.L’Istituto Rosmini di Trento è stato rappresentato da quattro studenti e un docente. La manifestazione ha visto “la partecipazione di docenti e studenti provenien-ti dalle scuole che si sono maggiormente distinte nella re-alizzazione di progetti di significativo rilievo sui temi dell’educazione, della legalità, dell’ intercultura, della solidarietà e dell’integrazione”, questo ci ha onorato e ci reso orgogliosi del lavoro svolto con i nostri alun-ni che durante lo scorso anno scolastico in particola-re per l’attivazione del progetto U.R.L.O (Universo Ragazzi Liberi Oggi) nel quale abbiamo sperimen-tato un’idea di una scuola non intesa esclusivamente come luogo di studio, di rigore e disciplina ma anche come luogo di crescita personale ed attiva.

“Mettersi in gioco sul territorio”Per la gestione di questi momenti, tra cui anche at-tività presso enti ed associazioni del territorio, du-rante i quali i ragazzi hanno potuto mettersi in gio-co in relazioni diverse da quella scolastica, i giovani del Servizio Civile sono stati protagonisti come or-ganizzatori ed accompagnatori. Attraverso le pro-poste e l’attività del Progetto Cittadinanza Respon-

AL QUIRINALE Studenti trentini da Napolitano

Alcuni studenti delle scuole trentine, accom-pagnati da un loro insegnante, hanno rappre-sentato la scuola provinciale alla Cerimonia di Inaugurazione dell’anno scolastico 2012/13 a Roma. Riportiamo un breve resoconto dell’in-segnante e degli studenti del Liceo “A. Rosmi-ni” di Trento e quello di quattro studentesse dell’Istituto “don Milani” di Rovereto.

sabile e Solidale, attivo anche negli anni scolastici precedenti, gli alunni sono stati guidati in appro-fondimenti ed esperienze formative di forte impe-gno sociale, solidale e di educazione alla legalità e alla pace partecipando anche alla cinquantesima Marcia della Pace da Perugia ad Assisi.Ritengo che per i docenti essere presenti a Roma sia stato uno stimolo a continuare l’ impegno edu-cativo che basa la propria forza sulla convinzione che la scuola sia un luogo di esperienza e di citta-dinanza attiva così come ha esortato il Presidente Napolitano nel suo discorso .Questa cerimonia che è stata un bel momento isti-tuzionale che ci ha fatto sentire parte di un proget-to nazionale dove tutte le scuole indistintamente sono unite nell’intento formativo.

A tu per tu con grandi figure…La presenza dei Ministri, di figure di grande cari-sma ed impegno sociale come Maria Falcone, de-gli sportivi olimpici e paraolimpici, con la loro te-stimonianza, hanno richiamato all’impegno a alla perseveranza come vero motore del successo.In conclusione il Presidente Napolitano rinnovan-

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do l’invito alle scuole a tenere alta l’attenzione sui temi della legalità ha esortato....”In questo grave momento di crisi per le famiglie italiane è importan-te che la scuola promuova e pratichi un altro fonda-mentale valore: quello della solidarietà, mostrandosi capace di stare al fianco di chi ha maggiori difficoltà, e anche di sollecitare gli interventi necessari sia al li-vello pubblico, sia al livello di privato sociale, di fon-dazioni ed enti privati...... ”.Il Ministro Profumo nel suo discorso ha dato una grande importanza al ruolo e al compito dei docenti e ha parlato, citando lo scrittore Alessandro D’Ave-nia, dell’importanza di “un sistema educativo che ri-conosca nella figura dello studente la propria centrali-tà” e del fatto che “i nostri insegnanti meritano di più in termini di rispetto, formazione e carriera. Valoriz-zare e rilanciare il loro lavoro diventa una scelta ‘strut-turale’ per l’intera azione educativa”. Attraverso que-ste importanti esortazioni sono certa che soprattutto quando la fatica si farà sentire potremo come docen-ti sentirci un po’ meno soli e stimolati a dare il me-glio per i nostri ragazzi.

Maria Visintainer docente Liceo “Rosmini” Trento

NOI C’ERAVAMO…Gli studenti che hanno partecipato

Con Napolitano e ProfumoIl messaggio lanciato da entrambi si soffermava sull’uguaglianza, sull’educazione alla legalità, sulla possibilità per la scuola di progredire utilizzando le nuove tecnologie, ed infine sul rispetto verso inse-gnanti e compagni. La fiducia nel rinnovamento e nel progresso della scuola, manifestata da queste due grandi personalità, ci ha fatto sentire profondamen-te partecipi e motivati a proseguire i nostri percorsi di studi. Il clima di serenità e gioia, che ha caratteriz-zato tutta la durata della manifestazione, ha contri-buito a creare in noi, un forte senso di appartenen-za al nostro Paese, facendoci sentire membri attivi di quel patrimonio comune che è la scuola.L’Istituto Rosmini è stato invitato alla Cerimonia grazie alle iniziative alle quali abbiamo partecipato anche noi studenti e che vorremmo qui presentare.

Pensieri…Durante l’anno, insieme ad altri rappresentanti, ho organizzato la cogestione inerente alla tematica del volontariato. Gli studenti, grazie alla collaborazione del progetto U.R.L.O, hanno avuto la possibilità di vivere due giornate nei vari enti distribuiti sul terri-torio, affrontando così in maniera diretta le proble-matiche inerenti all’argomento trattato. In concomi-tanza è stata organizzata all’interno dell’istituto un’

assemblea, dove i ragazzi hanno conosciuto da vicino la disabilità. Martina La mia partecipazione alla manifestazione è stata motivata dall’adesione ad alcune delle innumerevo-li attività extra scolastiche proposte dal Liceo Rosmi-ni, come ad esempio: Il laboratorio “Una cultura di Pace” il quale si è con-cluso con la marcia della Pace (Perugia - Assisi) il 25 Settembre 2011; Il progetto “Giocando ad Arte”, attraverso il quale gli studenti hanno avuto l’opportunità di esporre i propri lavori artistici. Ho potuto così partecipare con la mia mostra fotografica, intitolata “Immagine… volto dei miei pensieri”. StefaniaIo assieme ad altri ho partecipato al progetto U.R.L.O. che è stato proposto da alcuni ragazzi dell’ Istituto Ro-smini di Trento. L’iniziativa è stata appoggiata dalla Provincia Autonoma, che ci ha supportati con il soste-gno dei ragazzi del Servizio Civile.Il progetto prevede: animazione, attività e proposte strutturate all’interno di un piano di aggregazione ri-volto ai ragazzi compresi tra i quattordici e i diciotto anni. Alessandro Durante l’anno scolastico 2010/2011 ho svolto, di mia iniziativa, l’attività di volontariato presso l’ associazio-ne “La Bussola”. Il mio ruolo era quello di aiutare i bambini della scuola elementare nello svolgimento dei loro compiti, tutti i venerdì pomeriggio. Inoltre ho par-tecipato al progetto U.R.L.O, assistendo al lavoro de-gli operatori ecologici della raccolta differenziata, che ci hanno mostrato i molti errori dei cittadini. RitaAssieme a noi hanno partecipato alla Celebrazione alunni e docenti di altre scuole della nostra Regio-ne l’Istituto Filzi di Rovereto, l’Istituto Comprensivo di Ossana, quello di Vipiteno, un Liceo linguistico di Bolzano e altri studenti venuti da tutti Italia.Per noi è stato molto importante anche l’aiuto che gli studenti dell’Istituto Tecnico per il Turismo ”G. Co-lombo” ci hanno dato durante gli accompagnamen-ti e gli spostamenti in città. In sintesi potremmo dire che ci è stata offerta una bella opportunità di parteci-pazione ad un’importante evento istituzionale del no-stro paese. Stefania Gadotti, Alessandro Lasci, Rita Mazzocchi, Martina Pisetta

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… ANCHE NOI!Quattro studentesse del “Don Milani”

Il 25 settembre 2012, alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico 2012/13, tenutasi al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Ministro dell’Istruzione Fran-cesco Profumo c’erano anche quattro studentesse della classe Terza D dell’ Istituto di Istruzione “Don Milani” di Rovereto, accompagnate dalla loro professoressa.

Grazie al recital AmoMozartLe ragazze, in rappresentanza di tutta la loro clas-se, selezionata per aver scritto, interpretato e realiz-zato un musical in lingua tedesca dedicato a Mo-zart (Amo Mozart), hanno assistito con interesse all’evento che ha coinvolto studenti provenienti da tutte le regioni d’Italia ed hanno raccontato breve-mente la loro esperienza.Le quattro studentesse sono: Federica Francesco-ni, Angela Iovinella, Maria Rakic, Anna SirsiLa professoressa che le ha accompagnate: Laura La Micela

La nostra cronaca“La cantante Noemi ha avuto l’onore di aprire la ma-nifestazione interpretando il suo nuovo singolo, seguito dall’Inno di Mameli eseguito dall’Aeronautica e Mari-na Militare assieme a un coro di bambini. Il Ministro Francesco Profumo ha sottolineato il ruolo fondamenta-le dell’istruzione scolastica in un momento delicato per la Nazione.Si sono susseguiti grandi protagonisti della musica italiana come Riccardo Cocciante e Roberto Vecchio-ni ed atleti sportivi vincitori di medaglie olimpiche.Emozionante e coinvolgente la lettura degli ideali ci-vili espressi da due figure emblematiche della lotta contro la mafia, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, lette da giovani attori.

Molto apprezzato dagli studenti è stato il discorso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha affrontato importanti tematiche come la cen-tralità della scuola nell’insegnamento dell’onestà civi-le per costruire una nazione sana e risanata,basata sulla legalità.Molto effetto hanno avuto le parole riguardanti il ri-spetto, la dignità e la professionalità dei docenti, cardi-ni dell’educazione delle nuove generazioni.Il Presidente ha poi dedicato allo studente e ai suoi doverila parte finale del discorso, dandoci tre pun-ti-chiave da seguire, ovvero: 1. il rispetto per i do-centi, 2. la curiosità e gli stimoli nel proseguimento dei propri studi , 3. l ’intelligenza. Ha poi aggiun-to che è molto importante guardare all’Europa, fare viaggi-studio, scambi interculturali, confrontarsi con altri Paesi e avvicinarsi al mondo del lavoro con l’esperienza degli stages. È stato anche detto che lo Stato deve dare più opportunità di lavoro: non si vuole più assistere alla cosidettafuga di cervelli dall’Italia in altri paesi, e se ne auspica anzi il “ri-torno in patria”.La cerimonia si è conclusa con l’augurio di un buon anno scolastico da parte del Presidente in un clima di entusiasmo generale.”

Federica Francesconi, Angela Iovinella, Maria Rakic,

Anna Sirsi

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6 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Lunedì 3 settembre 2012, cerimonia ufficiale di inaugurazione del nuovo anno scolastico per le scuole dell’infanzia del Trentino, provin-ciali ed equiparate, da tre scuole tutte collocate in città, ma ognuna a appartenente ad un ente gestore diverso: scuola provinciale “Maso Ginocchio” del quartiere S. Giuseppe di Trento, la scuola dell’in-fanzia “Virginia De Panizza – Canossiane” di piazza Venezia, la scuola dell’infanzia “S. Antonio” in Bolghera sempre a Trento.

INFANZIAIl via da tre scuole in città

DAL TRENTINO anno scolastico 2012-2013

La campanella suona “Ciao!”

Un forte “Ciao!” urlato dai bam-bini delle tre scuole cittadine assie-me all’assessore provinciale all’istru-zione e allo sport, Marta Dalmaso, ha segnato simbolicamente l’inizio ufficiale del nuovo anno scolastico 2012-2013 per 16 mila bambini del-le scuole dell’infanzia del Trentino. “Abbiamo scelto di tornare in cit-tà, in tre sedi scolastiche cittadine, dopo alcuni anni in cui l’inaugu-razione del nuovo anno scolasti-co delle scuole dell’infanzia è avve-nuta in sedi periferiche. Tre scuole profondamente radicate nel ter-ritorio e nella comunità cui ap-partengono, ricche di storia e con progetti di qualità all’insegna dell’innovazione, dell’accoglienza e dell’integrazione. Tre scuole, una provinciale, una equiparata della Federazione Scuole Materne e una equiparata dell’Associazione Coe-si, per confermare anche in tem-pi difficili la validità del nostro si-stema per questa fascia di scuola dell’infanzia, che si completa con le altre scuole autonome di Rove-reto e di Pergine”. Così, l’assessore ha motivato la scelta delle sedi per l’inaugurazione del nuovo anno scolastico, rilanciando anche un messaggio positivo e di speranza: “In questo periodo di crisi e di dif-ficoltà – ha detto in una delle tre scuole – dobbiamo lanciare mes-saggi positivi valorizzando il bene che abbiamo, a cominciare dal si-stema scolastico trentino per que-sta fascia d’età.”

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7n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Alle 8.30, la campanella è suonata al Centro di Formazione professio-nale ENAIP di Borgo Valsugana, nell’aula magna piena di studenti.Alle 9.30 circa nel Teatro all’Istituto di Istruzione “A. Degasperi” sempre a Borgo Valsugana.

SUPERIORIAnno di responsabilità e speranza

Centro di Formazioneprofessionale ENAIPDi fronte agli studenti, un tavo-lo molto significativo. Accanto all’assessore Dalmaso e al dirigen-te generale del Dipartimento To-masi, tutte le presenze del terri-torio e del mondo economico e produttivo con le quali la scuo-la già opera e si propone di farlo sempre di più per rendere quanto più pregnante possibile il percor-so di formazione: direttore (Ser-gio Bailo) e docenti del Centro, Luca Arighi (Industria), Claudio Ropelato (Artigiani ed ex alunno Enaip) con altri esponenti di im-prese del territorio, il sindaco e vicesindaco di Borgo con l’asses-sore all’istruzione del Comune, l’Enaip con il presidente Gianlu-igi Bozza. Da tutti, il richiamo ai giovani studenti a guardare avan-ti con fiducia, a lavorare sodo nel-lo studio a puntare ad essere bravi studenti per poi essere bravi la-voratori e bravi cittadini, sapen-do che la situazione è cambiata e che, ricordando un film, “il gio-co di fa duro per tutti e quando il gioco si fa duro, i duri comincia-no a giocare”.

all’Istituto di Istruzione “A. Dega-speri” sempre a Borgo Valsugana, col dirigente scolastico Paolo Pen-denza, insegnanti e studenti raduna-ti nel Teatro della scuola. La docen-te Cinzia Casna che ha coordinato la presentazione di alcuni momenti più significativi e di alcuni progetti realizzati dall’istituto, poi la testimo-nianza di tre “ex” appena usciti con il diploma di maturità (tra i quali un perito edile del corso serale Sirio). In molti passaggi, il ricordo della pro-fessoressa Anna Cassol, scomparsa da poco, “anima e mente del Cen-tro Educazione Adulti”. Un grazie speciale dall’assesore Dalmaso agli “ex studenti” che con la loro testi-monianza hanno fatto capire quan-to l’istituto Degasperi sia sulla strada giusta nell’aiutare i ragazzi a scopri-re e coltivare le proprie potenzialità.

Istituto d’Istruzione “A. Degasperi”Dalla Formazione professionale

BORGO – Cfp Enaip e Istituto “Degasperi”

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8 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

“Questo è un giorno di festa”.

Clima più festoso con scolari e alunni dell’Istituto Comprensi-vo di Levico Terme nella nuova sede di Via della Pace. Prima della visita alle meravigliose aule e loca-li luminosissimi, accanto a men-sa e palestra invidiabili, tutti riu-niti in sala grande, saluti e auguri per il nuovo anno dalla dirigente scolastica Daniela Fruet, dal sin-daco di Levico (Giampiero Passa-mani) e dall’assessore Dalmaso e, poi, dagli scolari della primaria, accompagnati dalla propria mae-stra con la chitarra, il canto “Que-sto è un giorno di festa”.Dalla sede storica che per più di 100 anni ha accompagnato gli studenti della zona, alla nuova struttura di grandi dimensioni, articolata in più corpi di fabbri-ca progettati all’interno di una va-sta area verde. ll bacino di utenza dell’Istituto è di oltre tredicimi-la abitanti distribuiti fra i comu-ni di Levico Terme, Caldonazzo, Calceranica e Tenna; alcuni alun-ni provengono anche da comuni vicini. L’assessore Marta Dalmaso ha così concluso: “È giusto insistere sulla responsa-bilità di tutti – ha detto – ognu-no per la propria parte, ma accan-to alla responsabilità va aggiunta la parola speranza rivolta ai giova-ni ed al loro futuro. Il primo gior-no di scuola – ha aggiunto - è un giorno speciale ed è bene che ven-ga dato un tono di solennità a que-sto momento; ma è un giorno spe-ciale anche per tutta la comunità educante, a cominciare dagli inse-gnanti e dal loro lavoro insostitui-bile, così come prezioso è il ruolo dei genitori e della famiglia.”

LEVICO TERME – Istituto comprensivo

L’inaugurazione ufficiale della nuova sede dell’Istituto Comprensi-vo di Levico Terme ci sarà in un secondo momento con la parteci-pazione ampia dell’utenza della scuola; intanto, nel primo giorno di scuola per la scuola primaria e secondaria di primo grado del nuovo anno scolastico 2012 - 2013 , è proprio da quella sede ampia, lumino-sa e bella che l’assessore Marta Dalmaso e il dirigente del Dipartimen-to della conoscenza, Marco Tomasi, hanno salutato studenti, genitori e docenti di tutta la scuola del primo ciclo dal Trentino.

PRIMO CICLODalla nuova bella sede di Levico

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9n. 9-10 settembre-ottobre 2012

TRENTO - Liceo “A. Rosmini”

L’inaugurazione ufficiale del nuovo anno scolastico 2012 - 2013 della scuola primaria, secondaria del primo e secondo ciclo e della forma-zione professionale, l’assessore Marta Dalmaso l’ha riservata all’aula magna del Liceo “Rosmini” di via Malfatti a Trento, dove è giunta in tarda mattinata di mercoledì 12 settembre assieme al dirigente del Dipartimento della conoscenza, Marco Tomasi.

INAUGURAZIONEAnno di responsabilità e speranza

Consapevoli del clima delicato

Verso le 12, l’accoglienza da par-te della dirigente scolastica, Matil-de Carollo, assieme ad un gruppo musicale di docenti e allieve del-la scuola, poi testi-monianze di do-centi, studenti ed ex studen-tesse su al-cuni proget-ti interessanti e significati-vi realizzati sulla legalità, sull’accoglienza, sulla interna-zionalizzazio-ne, i tiroci-ni estivi e gli stage, proget-

le rimanere grande e interessante”, come ha detto la dirigente Carol-lo.Un’ambizione riconosciuta e in-coraggiata dall’assessore Dalmaso, che s’è detta “consapevole delle vi-cissitudini e della fatica della scuo-la nella fase di passaggio dalla re-altà dello scorso anno, ma anche sicura che il Liceo Rosmini rimar-rà una scuola grande e interessan-te.” E dal Rosmini, con l’ultimo stacco musicale, l’augurio di buon anno a tutta la scuola trentina con queste parole: “Tutti siamo consa-pevoli che questo nuovo anno sco-lastico inizia in un clima delicato

di crisi e di problemi, ma la nostra ri-

sposta e l’au-gurio che io faccio a tut-ti gli studenti del Trentino è che questo sia un anno certo di re-sponsabilità, ma anche di speranza e di messaggi po-sitivi per il futuro”.

ti col servizio civile e in Kenia, con il Centro di Salute Mentale. Imma-gini, parole e video “in una scuo-la che era grande, che è stata ridot-ta nei numeri per la costola andata al nuovo linguistico, ma che vuo-

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10 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

In pensione dal nuovo anno scolastico…In pensione dall’1 settembre 2012: Maurizio Baroncini, Maria Luisa Bridi, Silvio Cattani, Dario Gelmini, Severino Papaleoni, Elia Perini, Mas-similiano Rossi, Agostino Toffoli

Per il nuovo anno scolastico 2012-2013, nel conferimento degli inari-chi dirigenziali, ce ne sono nove che sono “nuovi” del tutto, nel sen-so “alla prima volta” di un incarico come dirigenti in un istituto del Trentino: per gran parte si tratta di vincitori dell’ultimo corso-con-corso per dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche e formative della Provincia autonoma di Trento bandito nel 2009 e concluso nel 2010, per altri si tratta di “rientro” da regioni limitrofe.

INCARICHIDirigenti scolastici di nuova nomina

…in DipartimentoIncarichi presso il Dipartimento della conoscenza:Area di supporto alla valutazione del sistema scolastico e formativoLaura Froner - in aspettativa par-lamentare

Enrica Rigotti Area di supporto alla riforma del sistema scolasticoManuela BrozCrescenzo LatinoArea di supporto tecnico per l’in-ternazionalizzazionePiera Pegoretti

Nuovi incarichi (per la prima volta in Trentino)

Paola Barolo, Franca Cavasin, Ti-ziana Chemotti, Paolo Chincari-ni, Tiziana Gulli, Paola Pasqua-lin, Piera Pegoretti, Franco Vanin, Maura Zini

Paola Barolo Franca Cavasin Tiziana Chemotti

Paolo Chincarini Paola PasqualinTiziana Gulli

Piera Pegoretti Franco Vanin Maura Zini

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11n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Funzione di governo

Tra le funzioni di governo del si-stema educativo provinciale è pre-vista quella della adozione di atti di programmazione e d’indirizzo, ossia l’individuazione di linee di indirizzo e obiettivi comuni al si-stema educativo provinciale, che ciascuna istituzione scolastica e formativa è chiamata a perseguire attraverso l’elaborazione e l’attua-zione del progetto d’istituto, decli-nandoli, nella propria autonomia, in rapporto alle specificità del-la domanda formativa del proprio contesto di riferimento. Questa funzione di indirizzo ac-quista un particolare significato in relazione all’autonomia delle isti-tuzioni scolastiche, ai processi di riforma in corso e agli obiettivi del Programma di Sviluppo Provincia-le della XIV legislatura. È inoltre importante che le istituzioni sco-lastiche, come previsto dal Re-golamento del primo e secondo ciclo dei piani di studio provincia-le, includano nel curriculo la co-noscenza della storia locale e del-le istituzioni autonomistiche, con particolare attenzione alla rifles-sione sui valori e sul significato dell’autonomia provinciale.

Cinque assi prioritari

Gli indirizzi si articolano in cinque assi prioritari, a loro volta suddivi-si in dodici obiettivi di dettaglio, parte dei quali vincolanti per tutte le scuole e parte facoltativi, a scelta

autonoma da parte dell’istituzione scolastica in relazione alle proprie peculiarità ed al contesto socio-territoriale di cui fa parte. I cin-que assi prioritari rappresentano le direttrici strategiche e priorita-rie su cui le istituzioni scolastiche trentine sono chiamate a impe-gnarsi nei prossimi anni, consoli-dando i risultati fin qui raggiunti ed in parte aprendosi a nuove sfi-de. In tal modo gli indirizzi costi-tuiscono il quadro di riferimento entro cui ciascuna scuola e le isti-tuzione formative definiranno un piano di miglioramento biennale, analizzando l’attuale condizione e definendo le azioni maggiormen-te adeguate per il raggiungimen-to degli obiettivi al termine del biennio. Gli assi in cui si articola-no gli indirizzi presentano una ri-spondenza con gli obiettivi euro-pei, sono definiti coerentemente con la riforma in atto dei Piani di studio provinciali e risultano esse-re il frutto della lettura del sistema educativo evidenziata nell’ultimo rapporto provinciale di valutazio-ne. Sono individuati nei termini seguenti:1. Promuovere la qualità degli

apprendimenti, sviluppando una programmazione currico-lare che punti su una didattica orientata allo sviluppo di com-petenze ed alla realizzazione di ambienti di apprendimento co-erenti con i bisogni degli al-lievi, accentuando le forme di personalizzazione formativa e rendendo sistematica la valu-

tazione dei risultati di appren-dimento; sviluppando e poten-ziando l’’apprendimento delle lingue comunitarie.

2. Aumentare costantemente i li-velli di inclusività del sistema, contrastando la dispersione scolastica ed elevando il gra-do di inclusione degli studen-ti che partono da una posizio-ne di svantaggio sotto il profilo socio-economico, o che espri-mano fabbisogni educativi spe-cifici, correlati a bisogni educa-tivi speciali o alla condizione di soggetti immigrati. Promuove-re la partecipazione degli adulti alle attività di istruzione e for-mazione, potenziando il siste-ma dell’Educazione degli Adul-ti (EDA).

3. Potenziare le diverse forme di orientamento scolastico e professionale nell’intero si-stema dell’education, compre-so l’accompagnamento e soste-gno alla transizione tra scuola e mondo del lavoro negli isti-tuti del secondo ciclo, innovan-do le strategie didattiche impie-gate, anche mediante attività di peer learning e di mobilità degli allievi su scala internazionale.

4. Valorizzare e potenziare la pro-fessionalità del corpo do-cente, mediante pratiche che facilitino l’analisi ed il miglio-ramento della pratica profes-sionale, in rapporto sia ai fab-bisogni di sviluppo individuale che allo sviluppo dell’istituzio-ne scolastica e formativa.

5. Razionalizzare l’utilizzo effi-ciente delle risorse finanzia-rie ed umane e attuare azioni di semplificazione dei procedi-menti amministrativi.

La delibera completa suwww.vivoscuola.it

Il 14 settembre 2012, la Giunta provinciale ha approvato la delibera contenente gli Indirizzi alle istituzioni scolastiche e formative per il biennio scolastico 2012 - 2014 “tenendo conto dello sviluppo del si-stema educativo trentino che negli ultimi dieci anni ha dimostrato di sa-per affrontare sfide impegnative, raggiungendo risultati molto positivi.”

INDIRIZZI ALLE SCUOLEDalla Provincia per il biennio 2012-2014

PROVINCIA delibere

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12 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Termini e scadenzeUn concorso pubblico straordina-rio, per titoli ed esami, per la co-pertura di n. 93 cattedre per l’as-sunzione a tempo indeterminato di personale docente delle scuole secondarie provinciali a carattere statale di primo e secondo grado; anche abilitante per quei laureati che non sono già in possesso di abi-litazione e che rientrano nelle indi-cazioni dell’art. 2 del bando stes-so. Concorso, legato strettamente al bando nazionale del Ministero (MIUR) sia perché abilitante sia perché garantisce le iscrizioni onli-ne. Il bando è stato pubblicato sul BUR della Regione TAA n. 42 dd 15 ottobre 2012, per cui, a parti-re da quella data i candidati han-no potuto accedere e utilizzare la procedura informatica POLIS per le iscrizioni, che si potranno effet-

delibere

Nella seduta di venerdì 5 ottobre 2012 la Giunta ha approvato il Ban-do di “Concorso pubblico straordinario, per titoli ed esami, per la copertura di 93 cattedre per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente delle scuole secondarie provinciali a carattere sta-tale di primo e secondo grado”. Su www.vivoscuola.it, la delibera con gli allegati e le indicazioni per la procedura delle iscrizioni online dal 15 ottobre 2012 e fino alle ore 14.00 del 14 novembre 2012.

CONCORSOIl bando anche in Trentino

tuare fino alle ore 14.00 del 14 novembre 2012. La fase del rico-noscimento del candidato di fron-te ad un pubblico ufficiale “è ef-fettuata esclusivamente presso le segreterie scolastiche sia del terri-torio provinciale o nazionale.”Nel bando vengono esplicitati con chiarezza i requisiti di ammissione al concorso sia per i candidati in pos-sesso del titolo di abilitazione all’in-segnamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado sia per altre categorie “speciali” di candidati provvisti solo di un titolo di laurea.

Cattedre messe a concorsoscuola secondaria di primo gradoA028 Disegno e storia dell’arte - n. posti 12A033 Tecnologia (già educazione tec-nica nella scuola media) - n. posti 14A043 Italiano, storia ed educazio-

ne civica, geografia nella scuola media - n. posti 24A059 Scienze matematiche, chi-miche, fisiche e naturali nella scuola secondaria di primo grado - n. posti 13scuola secondaria di ii gradoA017 Discipline economico azien-dali - n. posti 7A047 Matematica nei licei e nel biennio degli istituti tecnici e de-gli istituti professionali - n. posti 3A049 Matematica e fisica nei licei, ne-gli istituti tecnici, negli istituti tecnici e negli istituti professionali - n. posti 3A050 Materie letterarie negli isti-tuti di istruzione secondaria di se-condo grado - n. posti 11A346 Lingua e letteratura inglese - n. posti 6

Il percorso e i tempiAl pari del concorso nazionale si svolgerà una preselezione, una o più prove scritte a seconda della classi di concorso, e la prova orale. Preselezione e prove scritte si svol-geranno in concomitanza con quel-le nazionali: calendario, le sedi e le specifiche modalità di svolgimento della prova di preselezione saranno resi noti mediante avviso pubblica-to sul Bollettino Ufficiale in data 26 novembre 2012. Il calendario delle prove scritte sarà pubblicato sul BUR in data 17 gennaio 2013.Al termine della procedura concor-suale la Giunta provinciale provve-derà alla proclamazione dei vinci-tori in numero pari ai posti messi a concorso ed al conseguente inseri-mento degli stessi nella pertinente graduatoria dei vincitori.

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13n. 9-10 settembre-ottobre 2012

sofia cramerotti, Ricerca e Sviluppo Centro Studi Erickson, nel pre-sentare il libro uscito in tempi di record dalla Erickson su “Come af-frontare 50 quesiti in 50 minuti e le altre prove d’esame - Strategie e tecniche per prepararsi al meglio e gestire lo stress”, suggerisce ai can-didati le modalità giuste e gli strumenti più idonei per esercitarsi in-nanzitutto alla prima prova pre-selettiva, ma più in generale anche su come affrontare e gestire lo stress.

ANSIA DA “QUIZ”Consigli per gestire lo stress

L’intervista

da dove partiamo, allora?Un aspetto importante è quello le-gato alla comprensione e alla ge-stione delle nostre emozioni e, in particolare, al controllo dell’an-sia nelle situazioni di stress. È mol-to importante, prima di cercare di modificare le fonti esterne di stress, concentrarsi su se stessi e conside-rare attentamente le proprie reazio-ni emotive alle difficoltà. Riusci-re a individuare quegli aspetti della propria emotività che possono es-sere trasformati quando ci si trova in una situazione stressante signi-fica saper essere responsabili di se stessi e delle proprie emozioni. Un consiglio può quindi essere quel-lo di esercitarsi nelle abilità meta-emotive, diventando consapevoli dei meccanismi che influenzano le nostre emozioni e imparando così a gestirli in modo funzionale. Ecco perché è importante che riflettiamo attentamente anche su questi aspet-ti, cercando di fare nostre tutte le strategie più efficaci per il control-lo di ansia e stress, affrontando così nel modo più sereno possibile la preparazione e lo svolgimento del-le prove d’esame.

sì, però, poi bisogna pur rispon-dere ai quesiti…Per prepararsi al meglio a questo importante appuntamento profes-sionale, è fondamentale poter di-sporre non solo dei materiali di

prove

studio rispetto agli aspetti contenu-tistici delineati nei vari programmi delle prove di concorso, ma risulta soprattutto utile fornire ai candida-ti gli strumenti più idonei per af-frontare in modo corretto, efficace e funzionale lo studio e la prepara-zione alle prove concorsuali.

alla fine anche l’offerta edito-riale del centro erickson è pur sempre un libro o un dvd o qual-cosa onlineIl libro Come affrontare 50 quesi-ti in 50 minuti e le altre prove d’e-same si pone come strumento che ha l’intenzione di andare nella dire-zione di fornire strategie e tecniche per prepararsi al meglio, sia nell’af-frontare lo studio e lo svolgimen-to delle prove (gestendo quindi an-che in modo efficace il poco tempo a disposizione), sia nello sviluppare le competenze richieste, ma anche nel gestire l’ansia e lo stress che ine-vitabilmente precedono e accom-pagnano un appuntamento di così grande importanza. Vista l’impo-stazione del bando, il problema per i candidati è cosa fare per prepararsi al meglio innazitutto a questa pro-va preselettiva ma anche alle pro-ve concorsuali successive nelle qua-li verrà valutata la padronanza dei settori disciplinari previsti da cia-scuna classe di concorso, ma anche dei “requisiti culturali e professio-nali” e delle competenze trasversa-li riportati nella sezione “Avverten-ze generali” del bando.

appunto: come prepararsi al me-glio?Per rispondere a queste domande nel libro vengono delineati quelli che sono i punti cardine per una preparazione adeguata e uno stu-dio efficace e significativo, volto al raggiungimento dell’obiettivo pre-fissato. Si tratta di una serie di in-put che verranno via via affrontati e approfonditi nei 50 spunti pro-posti nel testo. Nella prima parte Conoscere le prove d’esame vengono forniti alcuni spunti più “tecnici” per comprendere meglio su cosa verteranno le prove concorsuali e, in modo particolare, sul come ri-spondere correttamente ai quesiti della prova preselettiva (evitando anche gli errori più comuni), co-noscendone quindi la tipologia e le caratteristiche. La seconda (Pre-pararsi alle prove d’esame) e la ter-za parte del libro (Come affronta-re le prove d’esame) invitano invece il lettore a riflettere su quelli che sono gli aspetti metodologici, psi-cologici ed emotivi che sono ine-vitabilmente implicati quando si è chiamati a preparare e affronta-re un importante appuntamento come lo è appunto, per molti do-centi, questo concorso a cattedre.Bisogna conoscere “l’avversario” (il primo sarà proprio la prova pre-selettiva) per affrontarlo in modo consapevole ed efficace è quindi il punto di partenza per imposta-re un’adeguata preparazione anche sul piano personale. (m.c.)

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14 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Il primo consuntivo dell’ultima e quinta edizione di “Educa” l’hanno fatto gli organizzatori ed i collaboratori più stretti. Un’edizione anco-ra una volta con un palinsesto molto ricco: 110 momenti fra quelli delle Parole (54 fra seminari, incontri con l’autore, dialoghi e sessio-ni formative), quelli delle Azioni (47 laboratori creativi) ed Emozioni (9 fra spettacoli musicali, teatrali e letture animate). Un’edizione, che con la scuola ha avuto molto a che fare, innanzitutto per il contenu-to principale (l’orientamento dei ragazzi) e che vedremo di riprendere in termini di approfondimento in seguito. Intanto, proponiamo una riflessione di Fabiano Lorandi, referente per l’orientamento presso il Dipartimento della conoscenza, e un breve richiamo alla valutazione a caldo di Michele Odorizzi, presidente di Educa.

ORIENTAMENTOFilo rosso di tutto l’evento

FAbIANO LORANDIReferente orientamento, Dipartimento della cono-scenza

I nostri ragazzi hanno bisogno di essere accompagnati da adulti au-torevoli, attenti ed esperti lungo i percorsi dell’orientarsi e del pro-gettare, per riuscire ad avere le co-noscenze e le competenze utili ad abitare il mondo di domani senza sapere, oggi, come sarà.Questa è la vera sfida dei proces-si di insegnamento/apprendimen-to, come sostiene J. Bruner.Nella quinta edizione di EDUCA, fin dal titolo Cosa farà da grande?, l’o-rientamento ha costituito un filo ros-so di continuità durante tutto l’even-to sia nei seminari che nei laboratori.Ma quali indicazioni, suggerimen-ti, suggestioni sono state indirizzate alla scuola? A coloro che la vivono quotidianamente con impegno, se-rietà e competenza professionale e a coloro che ne determinano gli indi-rizzi di sviluppo, le linee politiche?

La consapevolezza di sè

“Viviamo in un’era in cui è difficile per i giovani immaginare un percor-

EDUCA 2012 il punto

so progettuale di vita lineare, dove si intrecciano scelte personali e lavo-rative”, ha affermato Anna Grimal-di - responsabile dell’Area Politiche per l’orientamento dell’Isfol (Istitu-to per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori).Ed ancora “Se chiediamo ai nostri giovani di dirci quali sono le loro competenze, non le sanno. I ragazzi non conoscono se stessi. La scuola deve educare alla scelta condividen-do una definizione di orientamen-to per metterli nella condizione di trasformare i loro sogni in proget-ti operativi, affinché diventino real-tà. Una capacità, quella di scegliere consapevolmente e intenzionalmen-te, che ad oggi non hanno. L’orien-tamento, quindi, ha in via priorita-ria una finalità maturativa.”In questo senso è assolutamente in-dispensabile promuovere e svilup-pare quelle abilità/capacità di risol-vere problemi, prendere decisioni, mettere in campo creatività – sen-so critico, saper comunicare effica-cemente, avere consapevolezza di sé e saper gestire le proprie emozioni.Queste sono le life skills che con-sentono non solo di orientarsi ma, anche di ri – orientarsi. Dovrem-mo possederle tutti, anche noi adulti quindi, in quanto il ri – pro-

gettarsi è un requisito irrinunciabi-le nella vita di ciascuno di noi, so-prattutto in questo tempo di grave crisi economica e sociale.

La definizione dell’identità

“Un tempo, orientare significa-va aiutare nella ricerca di percor-si professionali che si caratteriz-zavano come strade certe lineari e stabili. Oggi, l’obiettivo è forni-re ai giovani gli strumenti per non smettere mai di imparare e per confrontarsi con l’incertezza, valo-rizzando la creatività e l’imprendi-torialità” ha affermato la direttrice dell’IPRASE Beatrice de Gerloni in apertura del seminario dal titolo Orientamento e identità.“Per i giovani, il problema principale è quello di costruire un’identità che li caratterizzi, anche per prefigurar-si un progetto di vita personale” ha detto Annamaria Ajello, psicolo-ga dello sviluppo e dell’educazione dell’Università La Sapienza di Roma.“L’identità non è solo un fatto per-sonale ma è una costruzione corale alla quale concorrono molti fatto-ri, come ad esempio le opinioni di insegnanti, di compagni di classe le aspettative dei genitori. I ragazzi spesso si riconoscono nelle carat-teristiche che gli altri attribuisco-

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no loro nel momento stesso in cui vengono espresse” ha spiegato. “Gli adulti, nel generale disorien-tamento della società, devono as-sumersi la responsabilità della cura degli adolescenti, prestando atten-zione al rischio di un eccesso di pro-tezione - a volte dettato dal loro per-sonale bisogno di mantenere l’unico legame rimasto indissolubile oggi - quello tra genitori e figli. Infine, bi-sogna smettere di considerare l’au-tonomia e la responsabilità un tratto caratteriale. Tutti i ragazzi devono fare esperienza di autonomia fuori e dentro la scuola e la responsabilità è qualcosa che va attribuito”. Risulta evidente come la costruzio-ne dell’identità personale costitui-sca un processo corale e continuo, nutrito regolarmente dalle rela-zioni interpersonali, dentro e fuo-ri la scuola, dove è necessario che gli adolescenti trovino dei model-li proiettivi adulti di riferimento.La capacità di pensarsi in avanti nel tempo, è una dimensione fon-damentale dell’identità. Insistere sull’incertezza del futuro, rappresen-tando scenari catastrofici, corre il ri-schio di privare i giovani di una delle fonti da cui trarre fiducia e ispirazio-ne per realizzarsi: la speranza. Anche perché ciascuno di loro da grande farà quello che sarà in quanto perso-na, cittadino, lavoratore. Infatti Carlo Petracca, pedagogista e collaboratore alla stesura dei Pia-ni di studio provinciali del Trenti-no ha affermato: “le nostre azioni dipendono dal nostro essere. In un individuo dotato di equilibrio, seve-rità, fiducia in sé stesso e negli altri, la dimensione del fare seguirà auto-maticamente. L’orientamento è un processo che ci accompagna dalla nascita ed è fondamentale nella co-struzione della nostra identità, che non può prescindere dalla cono-scenza di sé. Senza il riconoscimen-to della nostra peculiarità e delle no-stre somiglianze con gli altri, non è possibile diventare persone adulte

che adottano comportamenti affi-liativi, che si scambiano doni mate-riali e immateriali come il proprio tempo, che sanno regalare sorrisi di incoraggiamento e gioire dei succes-si altrui”. “Esistiamo solo in relazio-ne agli altri” ha concluso Petracca, riportando i versi di John Don-ne, poeta inglese del 1600 “Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Conti-nente, una parte della Terra.”

Il rapporto tra orienta-mento e valutazione

Il sistema formativo e i criteri di valutazione degli studenti sono adeguati ad una società in cambia-mento e in crisi? A questa doman-da, hanno provato a dare risposta due docenti di didattica generale, Mario Castoldi dell’Università di Torino e Lucio Guasti dell’Uni-versità Cattolica di Milano, inter-vistati dal direttore del quotidiano L’Adige Pierangelo Giovanetti, che ha chiesto se, considerati i dati del Rapporto nazionale sul lavoro presentato di recente dal CNEL, la scuola sia davvero in grado di sod-disfare le esigenze della società, di valutare gli studenti e quindi di orientarli al meglio.Parrebbe di no. Guasti ha affer-mato che a suo giudizio nei pro-cessi di apprendimento e conse-guentemente nella valutazione dei risultati degli stessi “il trittico con-cettuale integrato è costituito da conoscenza, abilità, attitudini. C’è

un presupposto errato alla base del consolidato e storico predominio delle conoscenze sulle competen-ze. Queste ultime dovrebbero esse-re gli elementi fondanti il curricu-lum, ma ciò richiede un profondo cambiamento della scuola nel suo insieme”.Anche per Castoldi è necessaria “una svolta epocale. La valutazio-ne scolastica oggi non è adeguata perché ancora troppo separata dal momento formativo. L’oggettività è poi un mito fuorviante. Il con-cetto di competenza fa riferimento alla capacità di mettere in collega-mento realtà e saperi e può rimet-tere al centro la funzione orientati-va, che altro non è che la sfida di costruire un progetto di vita”. E davvero al di là di quanto affer-mato nella sede di EDUCA, uno dei nodi cruciali delle prassi didat-tiche e docimologiche è rappre-sentato dal riconoscere il processo di crescita delle persone e valuta-re il processo di apprendimento di competenze e saperi.Non sempre si riesce ad osservare e a dar conto nei processi di appren-dimento/insegnamento dei com-portamenti cognitivi quali l’uso di rappresentazioni logiche e forma-li/la formulazione di ipotesi. Anco-ra poco si valorizzano le capacità di pensiero progettuale degli studenti oppure le loro competenze in cam-po comunicativo e nell’uso dell’in-formazione multimediale che, tanto per fare un esempio, sono apprese più fuori che non dentro i percor-si d’istruzione. Anche l’utilizzo dei

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test, i quali prevedono che la rispo-sta attesa sia data in anticipo, spesso è finalizzato a rilevare conoscenze di tipo lineare- mnemonico – conver-gente, non certo a valorizzare pen-siero produttivo e divergente.Come aiutare lo studente a definire il proprio profilo cognitivo e moti-vazionale in evoluzione? Come con-cretizzare operativamente la valuta-zione in quanto parte costitutiva del percorso di apprendimento piutto-sto che come semplice strumento di controllo dell’efficacia dell’insegna-mento? La valutazione avviene sulla base di criteri esplicitati e condivi-si? Regge l’alleanza formativa giova-ni/adulti avente per oggetto la con-divisione del senso e dell’utilità di ciò che si insegna e si impara nel-la scuola? Sono domande aperte che rimangono sullo sfondo del sistema formativo e che attendono conti-nuamente nuove risposte.

Ricerca/formazione e sistema integrato di orien-tamento in Trentino

Da Francesco Pisanu ricercatore presso l’IPRASE è stato illustrato il progetto biennale di ricerca che in-tende contribuire allo sviluppo di un modello integrato dei servizi di orientamento in grado di ridurre i processi di dispersione scolastica e formativa, favorire i processi di in-clusione degli studenti, soprattutto nel passaggio tra il primo e il secondo ciclo di istruzione con l’obiettivo di corrispondere al meglio alla doman-da provienine dal mondo economico e sociale del nostro territorio.In questo contesto di riflessione si è inserito anche il Centro per la for-mazione continua del personale inse-gnante di Rovereto che ha promosso un intero pomeriggio di riflessione sul tema dell’Orientamento in rete.Luciano Covi, direttore del Cen-tro, ha affermato che “La rete non è statica, ma è legata ai vari con-

testi sociali, le cui caratteristiche influenzano le pratiche di orien-tamento. Oggi dobbiamo tener conto della mobilità, delle diffi-coltà ad immaginare il futuro, del-la dimensione professionale diven-tata sinonimo di progetto di vita, del fatto che ci attendiamo da cia-scuno che si prenda cura di sé in modo autonomo. Per questo, pur continuando a rispettare le pro-pensioni individuali, nell’orien-tamento è necessario abbandona-re l’approccio psico-attitudinale in

favore di quello formativo-educa-tivo”. E’ il concetto di auto-orien-tamento, ovvero la maturazione di competenze orientative lungo l’in-tero arco della vita dell’individuo, per poter rispondere efficacemente ad esigenze che mutano con l’età”Ha poi illustrato il progetto di for-mazione di sistema che dall’autun-no 2012 vede coinvolti i referenti per l’orientamento di tutti gli isti-tuti scolastici e formativi della pro-vincia e le reti territoriali già pre-senti soprattutto nelle valli.

MIChELE ODORIZZIPresidente di Educa

“Intensa e calda anche quest’anno la parte-cipazione a EDUCA, nonostante la piog-gia e la concomitanza di altri appunta-menti nella regione. Abbiamo avuto la conferma che EDUCA è un appuntamen-to atteso in particolar modo per insegnan-ti, educatori e genitori. Il risultato però che più ci conforta e ci stimola a proseguire è la grande partecipazione dei giovani molto più numerosi degli anni scorsi: sono stati centinaia, e da tutta Italia, quelli venuti ad ascoltare e a raccontarsi.”Ed ora “EDUCA si mette in viaggio, accettando la sfida di rimettere l’e-ducazione al centro dell’attenzione politica e sociale anche in altri ter-ritori.” Nella valigia per il viaggio metteremo dei doni per le comunità che incontreremo: il progetto pluriennale sui “Maestri dell’educazione”, curato dal filosofo Roberto Mancini e il metodo che abbiamo utilizza-to in questi anni basato sul coinvolgimento e la costruzione dal basso. EDUCA, infatti, è frutto della passione, dell’impegno, dei saperi e delle competenze delle oltre 60 organizzazioni. Un rapporto di sostegno re-ciproco perché se da un lato loro sono fondamentali per noi, EDUCA rappresenta per loro l’opportunità di perseguire la propria mission riba-dendo la centralità della questione educativa mettendosi in gioco in un contesto che propone linguaggi e approcci inediti.”

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17n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di: Tommaso Amadei, Mauro Calzà, Mario Caroli, Domenico Cutroni, Marta Dalmaso, Enzo Latino, Diego Paternolli, Ilaria Pedrini, Paolo Pendenza, Elena Ruggieri, Adriano Tomasi

La situazione, i Centri e i problemi aperti di una sfida europea

EDUCAZIONE ADULTI

il dossier

DENTRO L’AppRENDIMENTOil dossierl’assessorela schedala riflessionela scuola in carceredai centri: Istituto Floriani Riva

Istituto Guetti TioneIstituto Curie pergine V.Istituto Degasperi Borgo V.

La formazione: Centro F. I. Rovereto

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18 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

È davvero da tempo che avevamo pensato un dos-sier sull’Educazione per gli Adulti. Tema sollecitato e ripreso in lungo e in largo, ma che si finisce per confonderlo banalmente con “le vecchie 150 ore” e i corsi serali per acquisire un diploma. La questione è più complessa e la portata della proposta che pas-sa sotto la sigla “EDA” è certamente più profonda. Cominciamo a parlarne anche sulla rivista.

EDAPer tutto l’arco della vita

il dossier

La scuola di sera

Didascalie ha avuto per anni una sezione fissa sotto la testatina “La scuola di sera”, dedicata, appunto, al “racconto” delle varie realtà e di singole esperienze nei corsi serali, da quelli tradizionali ai “Sirio”; erano sem-pre gli stessi docenti (e talvolta anche i corsisti), prota-gonisti diretti, gli autori dei servizi, che – per la verità – avevano lo scopo primario di far circolare l’informa-zione su quello che c’era in giro, nella nostra provin-cia, e magari qualche confronto con la realtà nel re-sto d’Italia.Molta acqua è passata sotto i ponti, da allora. Nuove di-sposizioni, nuova struttura e organizzazione dei centri, trasformazione anche antropologica degli utenti, con l’arrivo degli stranieri/adulti e, quindi, nuova offerta e nuovi problemi. Basta partecipare ad uno degli incontri di settore per capire cosa bolle in pentola. In mezzo c’è stata la delibera della Giunta provinciale n. 2186 del 21 ottobre 2011 “Indirizzi programmatici in materia di educazione permanente e di educazione degli adulti nelle istituzioni scolastiche e formative del Trentino.”In questo dossier – diciamo subito non esaustivo – al-cuni interventi “di quadro” da parte di chi si occupa in Dipartimento di EDA e poche testimonianze da Cen-tri territoriali. Torneremo con altri “racconti”.

assessore marta dalmaso:“Una scelta di civiltà”

perché la provincia di trento ha deciso di investi-re ulteriori risorse nell’educazione della popola-zione adulta?I motivi per i quali si è deciso di investire su questo set-tore sono molteplici. Innanzitutto si tratta di una scelta di civiltà: vogliamo offrire la possibilità a tutti i cittadi-

ni di continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita, perché la crescita culturale è un diritto del singo-lo cittadino e strumento per favorire la partecipazione attiva e l’inclusione sociale. In secondo luogo ci si pro-pone di dare una risposta alle sfide che i cambiamenti demografici e i processi di immigrazione ci pongono. Tutto ciò si inserisce nella prospettiva del quadro deli-neato dall’Unione Europea con il Processo di Lisbona 2010 prima e con il Progetto ET 2020 oggi, che indica nel 15 % la percentuale della popolazione adulta coin-volta in processi di formazione come obiettivo da rag-giungere entro il 2020. Rispetto a questo il Trentino è sulla buona strada e gli impegni assunti con gli Indiriz-zi programmatici per il settore approvati lo scorso anno dalla Giunta provinciale testimoniano la volontà di im-pegnarsi pienamente ancora di più.

cosa prevedono in materia di educazione degli adulti gli indirizzi alle istituzioni scolastiche e formative per il biennio 2012-14 recentemente ap-provati dalla giunta provinciale?Sul piano generale il sistema educativo Trentino è for-temente orientato ai processi di inclusione e di contra-sto alla dispersione scolastica, che nel 2011 si attesta al 9,6% ed è notevolmente inferiore al dato nazionale (18,2%) e anche al dato relativo all’UE a 27 (13,5% ). Ciò rappresenta la premessa e la condizione indispen-sabile affinché gli adulti del futuro dispongano degli strumenti metodologici e culturali per continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita. In particola-re del settore degli adulti si parla nell’Asse B dedicato alla capacità inclusiva del sistema, dove si indica alle scuole di “Promuovere la partecipazione degli adulti alle attività di istruzione e formazione, potenziando il sistema dell’educazione degli adulti”.

quali priorità persegue la politica provinciale in questo settore?Dovendo individuare delle priorità si è scelto, per il corrente anno scolastico, di concentrare l’attenzione su due obiettivi strategici. In primo luogo il potenzia-mento della rete territoriale dei Centri EDA, amplian-do il servizio e coprendo anche quelle aree territoriali che ne erano prive, al fine di garantire pari opportuni-tà a tutti i cittadini del Trentino. In questa prospettiva si inserisce anche la scelta, unici sul territorio naziona-le, di confermare la prosecuzione di un percorso licea-le. Il secondo obiettivo è quello di portare a sistema le diverse esperienze al fine di valorizzare le buone prati-che sviluppate dalle scuole trentine e di assicurare re-gole comuni e condivise.

Mario Caroli

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19n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Il gruppo di lavoro

All’inizio del 2010 un primo gruppo di lavoro, costi-tuito dal Consiglio dei Delegati emanazione del Con-siglio delle autonomie, ha elaborato un documento per offrire un contributo per la Giunta provinciale in ordine alle nuove norme che la P.A.T. è chiamata ad emanare in attuazione dell’art. 69 della L.P. 5 del 7 agosto 2006. Poi in assessorato all’istruzione è stato costituito il gruppo di alvoro composto da: Crescen-zo Latino, Adriano Tomasi, Daniela Carlini (Di-partimento), Elina Massimo (ora dirigente Liceo del-le arti di Trento), Roberto Pennazzato (ex dirigente Istituto Istruzione Martini di Mezzolombardo), Ago-stino Toffoli (ex dirigente dell’I.C. Trento 5 per il Consiglio delle Autonomie), che, sulla base del docu-mento del Consiglio delle Autonomie, ha prosegui-to il lavoro nella stessa direzione, fino alla delibera n. 2186 approvata dalla Giunta provinciale il 21 ottobre 2011 “Indirizzi programmatici in materia di educazio-ne permanente e di educazione degli adulti nelle istitu-zioni scolastiche e formative del Trentino. “

Qualche dato

Attualmente 26 istituzioni scolastiche e formative of-frono percorsi destinati a chi ha compiuto i 18 anni: 5 Centri EDA,17 Istituti di istruzione secondaria,4 Centri o Istituti di Formazione Professionale A novembre e dicembre 2011, i referenti del Servizio istruzione hanno effettuato incontri in tutte le scuo-le dove sono presenti corsi per adulti per monitorare l’andamento dei corsi e presentare ai docenti gli indi-rizzi programmatici.

a scheda

Di Educazione Permanente parla la Legge Pro-vinciale sulla scuola n°5 del 7/8/06 al capo V in-dividuando “Interventi di educazione permanente” all’art. 68 e “Educazione degli adulti da parte di istituzioni scolastiche e formative” all’art. 69. L’at-tuazione di questi due articoli ha avuto negli ul-timi anni un’accelerazione verso il futuro assetto. Obiettivo strategico è promuovere interventi di istruzione/formazione rivolti a tutta popolazione adulta in provincia di Trento.

IN TRENTINOPassaggi, norme e numeri

Nel maggio 2012 due delibere della Giunta Provin-ciale, la 903 e la 904, indicano le prime azioni per l’anno seguente:• trasferimento dei tre Centri EDA di Mezzolombar-

do, Pergine Valsugana e Riva del Garda dalla sede nell’IC locale rispettivamente agli Istituti di Istru-zione Martini, Curie e Floriani.

• Altri quattro Istituti di Istruzione, il Guetti a Tione, il Degasperi a Borgo Valsugana, il Pilati a Cles e La Rosa Bianca a Cavalese, se ce ne saranno le condi-zioni, faranno nascere quattro nuovi centri EDA in territori dove questa offerta formativa di base anco-ra manca.

Nell’anno scolastico 2011-2012 sono rientrati in formazione 5302 adulti, di questi 1856 sono sta-ti iscritti ai corsi scolastici e rappresentano il 35,00% del totale. Poi 3446 persone (il 64,99% degli iscritti ai corsi per adulti) hanno seguito corsi liberi, cioè che non portano a titoli di studio formali ma che sono uti-li per acquisire e rinforzare competenze nei campi del-le lingue e dell’informatica.Tra questi, i corsi di Italiano L2 vedono il maggior nu-mero di iscritti in assoluto, il 55,83%. In totale sono stati attivati complessivamente 275 corsi, di cui 51 corsi scolastici e 224 corsi liberi.

Adriano TomasiFigura di sistema Educazione per gli Adulti

Dipartimento conoscenza

SETTORE EDAcorsi scolastici e corsi liberianno scolastico 2011/2012

Corsi scolastici Corsi IscrittiScuola secondaria di I° grado 12 23% 185 10%Scuola secondaria di II° grado 31 61% 1369 74%Formazione professionale 8 16% 302 16%TOTALE 51 1856

Corsi liberi Corsi IscrittiItaliano L2 113 50% 1924 56%Lingue straniere 77 34% 1008 29%Informatica 34 15% 514 15%TOTALE 224 3446 100%

Corsi IscrittiCorsi scolastici 51 19% 1856 35%Corsi liberi 224 81% 3446 65%TOTALE CORSI 275 5302 100%

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20 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

EDA: non è un lusso, ma una scelta obbli-gata della modernità

In questo contesto la necessità e la convenienza dell’investimento nella formazione del capitale uma-no e sociale diventano ancora più urgenti e strategi-che. La prospettiva del Lifelong learning non è un lusso ma una scelta non rinviabile, una necessità del-la modernità e una opportunità personale per con-sentire ai cittadini europei di attrezzarsi per fronteg-giare la crisi economica, vivere più pienamente, con più libertà, autonomia, consapevolezza e responsa-bilità.

Le indicazioni europee

“Fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizza-re una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Questo l’orizzonte culturale e politico che ha guidato le scel-te nel campo dell’istruzione in Europa. E’ nel conte-sto di questa ambiziosa sfida, lanciata con la famosa Agenda di Lisbona, che il problema dell’educazione della popolazione adulta è stato inserito in un conte-sto più ampio.Con il Programma Istruzione e Formazione 2010 veniva lanciato un messaggio forte agli stati membri: “Gli Stati membri non possono più permettersi di non avere un sistema di istruzione per gli adulti efficace, inte-grato nella strategia dell’apprendimento lungo tutto l’ar-co della vita, che permetta ai partecipanti un migliore accesso al mercato del lavoro, una migliore integrazione sociale e che li prepari ad un invecchiamento attivo per il futuro”.

Il settore dell’educazione degli adulti, già segna-to da profondi cambiamenti della domanda for-mativa a seguito dei mutamenti demografici, sociali e culturali intervenuti negli ultimi ven-ti anni, ha davanti una nuova sfida: la profonda crisi economica che ha investito l’Europa negli ultimi quattro anni e le sue ripercussioni sull’oc-cupazione.

LIFELONG LEARNINGI riferimenti in Europa e in Italia

la riflessione

Commissione europea: non solo principi, anche linee di azione concrete

La Commissione europea non si limitò a indicare un orizzonte per le politiche degli stati membri ma propose anche alcune linee di azione concrete, tra cui: 1. eliminare gli ostacoli alla partecipazione, rimuoven-

do gli ostacoli e raggiungendo soprattutto la fascia di popolazione meno istruita, che è anche la più a rischio;

2. garantire la qualità dell’educazione degli adulti, agendo sulle metodologie di insegnamento e la preparazione professionale dei docenti;

3. riconoscere e convalidare i risultati dell’apprendimen-to, anche quelli acquisiti in contesti non formali e informali (nessuna competenza, comunque acqui-sita, deve andare sprecata);

4. investire nella popolazione che invecchia e nei mi-granti, individuati come i gruppi più bisognosi di attenzione formativa ma anche più strategici per garantire competitività e coesione sociale.

L’obiettivo 2010 e i quattro per il 2020

In quel contesto, fu indicato anche un obiettivo di ri-sultato per il 2010: raggiungere un tasso di parteci-pazione della popolazione adulta all’apprendimento permanente del 12,5 % ; obiettivo, molto ambizioso, solo parzialmente raggiunto. Attualmente il riferimento fondamentale in Europa per le politiche di questo settore è costituito da “Un nuovo quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione (ET 2020)”, con il quale l’UE ha indicato quattro obiettivi stra-tegici per il 2020 e cioè:1. Coinvolgere almeno il 15 % della popolazione

adulta in attività di istruzione e formazione;2. Contrastare gli abbandoni scolastici precoci e

contenerli sotto la soglia del 10 %;3. Contenere al di sotto del 15 % la quota di quin-

dicenni con competenze insufficienti nella lingua madre, in matematica e in scienze;

4. Portare almeno il 40 % di popolazione adulta di età compresa tra i 30 e i 34 anni a un titolo post di-ploma o terziario.

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21n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Lo scenario nazionale

Rispetto al quadro europeo l’Italia sconta ancora oggi le conseguenze di un ritardo storico nello sviluppo sia del sistema scolastico generale che delle politiche spe-cifiche in favore dell’educazione degli adulti.La scolarità obbligatoria è rimasta in Italia a lun-go più bassa che negli altri paesi sviluppati, il diritto a otto anni di scolarità obbligatoria ha trovato una fa-ticosa applicazione solo a partire dalla metà degli anni 60, solo con il 2007 l’istruzione obbligatoria è sta-ta portata a 10 anni allineandoci agli standard euro-pei. Pur in presenza di significativi miglioramenti lo “spread formativo” rispetto agli altri paesi è ancora grave: oltre 28 milioni di cittadini adulti sono in pos-sesso solo della licenza media e ben 140.000 adulti “sognano” di conseguire un diploma (Corriere della Sera, 19 settembre 2012).La situazione non migliora se si fa riferimento alle competenze effettivamente possedute dai cittadini italiani: le indagini internazionali (IALS 2000 e ALL 2006 riferite alla popolazione tra i 16 e 65 anni) evi-denziano che solo il 35 % degli italiani possiede com-petenze adeguate alla società della conoscenza mentre un altro 35 % vive una condizione di sostanziale illet-teratismo e il restante 30 % possiede competenze mol-to fragili e a rischio di obsolescenza; siamo pertanto in presenza di una ampia fascia di popolazione adul-ta a rischio di esclusione. Su questo scenario già pro-blematico si innestano due nuove criticità (ma che se opportunamente sfruttate potrebbero trasformarsi in opportunità): l’invecchiamento della popolazione e la forte presenza di migranti, due soggetti che pongono al sistema formativo e all’educazione degli adulti una nuova e più impegnativa domanda formativa.

Da noi, troppa attenzione ai titoli formali

L’educazione degli adulti in Italia, dopo le prime espe-rienze pionieristiche volte a combattere l’analfabeti-smo, si è connotata come “istruzione per gli adulti” finalizzata all’acquisizione di titoli di studio formali; solo in anni recenti l’offerta formativa si è fatta carico di altri bisogni emergenti, in particolare nell’ambito dell’educazione linguistica e informatica.Il modello organizzativo attuale è vecchio e ha eviden-ziato molte criticità che non lo rendono adeguato alle nuove necessità formative. In particolare si segnalano:• L’eccessivarigiditàdegliordinamentiedell’organizza-

zione dei percorsi, che hanno impianti troppo simili a quelli dei corsi diurni;

• Lacarenzadiunchiaroeorganicosistemadicrediti

in grado di valorizzare le competenze già possedute e comunque acquisite;

• L’assenzadiunsistemaintegratodiformazioneadi-stanza che consentirebbe di coinvolgere anche chi è lontano o desidera praticare forme più o meno este-se di autoformazione assistita.

Settore in riorganizzazaione, ma…

La riorganizzazione del settore è allo studio da mol-to tempo. Il nuovo Regolamento, appena approva-to in via definitiva (8 ottobre 2012), punta sull’istitu-zione dei cosiddetti Centri per l’istruzione degli adulti (CPIA), dotati di una propria autonomia amministra-tiva, organizzativa e didattica. Se ne prevedono 150 in tutta Italia.Il loro limite sta già nel nome. Si parla di istruzione e di attività mirata al rilascio di titoli di studio for-mali e non di Educazione degli Adulti in un sen-so più ampio. I bisogni formativi della popolazione adulta, in una società in rapido cambiamento, van-no oltre il diploma; l’inclusione e la partecipazione attiva, soprattutto delle fasce più deboli, passa attra-verso una continua “manutenzione” dei saperi e delle competenze di base. Il desiderio di migliorare le pro-prie competenze, anche culturali, andrebbe sostenu-to con investimenti adeguati. Il nuovo Regolamento è molto attento ai risparmi e al contenimento del-la spesa.

Servono scelte coraggiose, malgrado la crisi

Certo la crisi economica non aiuta. Si sa che l’edu-cazione costa. Purtroppo si sa e si considera meno quanto costa l’ignoranza. Eppure è proprio quando le risorse sono scarse che andrebbero fatte le scelte più coraggiose, strategiche e lungimiranti, quelle in grado di produrre risultati nel futuro; su questo aspetto gli economisti concordano nell’indicare l’investimento in istruzione e formazione come il più redditizio sul me-dio e lungo periodo.Rispetto a questi scenari l’impegno della Provincia di investire nello sviluppo dell’Educazione degli Adulti programmando una estensione e un potenziamento della rete territoriale dedicata all’Educazione della po-polazione adulta acquista ancora più valore.

Enzo Latinocoordinatore settore educazione permanente e per gli adulti

Servizio istruzione – Dipartimento della conoscenza

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22 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Nella vecchia strutturaFino agli anni ’90, la casa circondariale di via Pilati ha vissuto secondo gli standard dei vecchi istituti circon-dariali urbani: struttura obsoleta, sovraffollamento, una preoccupazione custodiale prevalente: è di quegli anni il sistema dei lavoranti fissi, una scuola elementa-re e media incentrate su due classi uniche, la ridottis-sima formazione professionale. Con l’evoluzione della cultura dell’umanizzazione della pena, l’arrivo di nuovi dirigenti dalle vedute più aperte ed una migliore sensibilità del territorio, anche il vec-chio carcere di via Pilati è infine “cresciuto” e ha pro-dotto momenti trattamentali di non secondaria impor-tanza. Nel giro di qualche anno si è riusciti a impegnare con opportune attività migliorative non più qualche decina ma un paio di centinaia di detenuti all’anno. Si-tuazione che oggi nel nuovo carcere si è consolidata.

La scuola tra vecchio e nuovoAlla metà degli anni ’90 il personale docente del Isti-tuto Comprensivo territoriale ha iniziato a proporre i contenuti dell’alfabetizzazione per adulti, diversi dal-le classi fisse e curricolari ma finalizzati all’offerta del-lo studio della lingua italiana e di varie stimolazioni a persone adulte da “agganciare” a un percorso culturale giunto in ritardo nella loro storia. il bilancio fino al 2010I detenuti complessivamente frequentanti attività sco-lastiche, formative e di altro tipo (teatro, pilates, auto mutuo aiuto, ecc.) sono dunque risultati per anno sco-lastico e formativo: 170 (2005/’06), 100 (2006/’07), 148 (2007/’08), 183 (2008/’09), 213 (2009/’10).Il 17 dicembre 2010 chiude la vecchia struttura di via Pilati ed i circa 150 detenuti ivi presenti vengono tra-

La rieducazione dei detenuti passa attraverso il tri-nomio lavoro – istruzione – formazione.il lavoro è particolarmente ambito dai detenu-ti perché garantisce guadagno e dunque autono-mia nell’acquisto di generi di conforto, negli invii ai familiari, ecc..la scuola negli ultimi anni, anche grazie al parti-colare impegno e al livello qualitativo dei docenti, ha coinvolto un numero enorme di detenuti; in-fatti la struttura modulare dei corsi ed il turn over garantiscono comunque accessi numerosi.la formazione professionale, per molti motivi, riesce a raggiungere ancora solo una piccola parte dell’utenza detenuta.

EDA SPECIALELa situazione a Trento

sferiti nel nuovo grande complesso di Spini di Gardolo.Anno scolastico 2010-2011La scuola è ripartita lunedì 10-1-2011: grazie all’aiu-to della chiusura natalizia, i detenuti non hanno perso neppure un solo giorno di lezione.L’anno scolastico 2010-2011 si è concluso con:• 152 frequentanti l’alfabetizzazione• 35 frequentanti la scuola media, di cui 6 diplomati• 40 frequentanti il corso geometri Il totale dei detenuti coinvolti in attività scolasti-che, formative e di tempo libero organizzato nell’a. s. 2010-2011 (un quadrimestre in via Pilati, il resto a Spini di Gardolo) è di 230 unità, Anno scolastico e formativo 2011-2012Il totale dei detenuti coinvolti in attività scolastiche e formative organizzate nell’anno scolastico 2011-2012, (interamente a Spini di Gardolo) è stato di 326 unità.Nello specifico:• 171 frequentanti complessivi nell’alfabetizzazione• 29frequentanti la scuola media, di cui 4 licenziatiistituto tecnico per geometri “A. Pozzo” di Trento:un inizio tardivo delle lezioni (solo l’1 marzo 2012) ha causato una riduzione degli iscritti• 20 persone diverse che hanno seguito i moduli te-

matici attivati• 2detenuti, a settembre 2012, hanno sostenuto esa-

mi per la promozione dal primo al secondo anno.corsi di formazione professionaleTra il settembre 2011 e l’agosto 2012 si sono svolti numerosi corsi formativi: finanziati FSE: bibliotecarcere, cucina, pulizie (corso doppio), pet therapy, pannelli solari, ceramica e pittura finanziamento provinciale: acconciatura (corso doppio te-nuto da docenti dell’Istituto di F. P. “S. Pertini” di Trento)laboratori vari: scacchi, auto mutuo aiuto, teatro, musica.sezione femminile:22 hanno seguito i moduli dell’alfabetizzazione4 hanno seguito il corso geometri.formazione professionale: 4 corsi di cura del corpo.laboratori vari: un doppio laboratorio teatrale, un corso musicale ed uno di pittura.il totale dei detenuti coinvolti, tra maschile e fem-minile, in attività scolastiche, formative e di tempo libero organizzate nell’anno scolastico e formativo 2011-2012 (interamente a Spini di Gardolo, Sezione Femminile compresa) è stato di 326 unità.

Tommaso AmadeiEducatore nel carcere di Spini di Gardolo

la scuola in carcere

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23n. 9-10 settembre-ottobre 2012

STORIA DELLE DUE ANIME DELL’EDAUn inizio

1 settembre 2012: una data che sancisce il passaggio di 2 dei 3 centri provinciali dedicati all’Educazione degli Adulti (EDA) dalla struttura di Istituto Com-prensivo a quella di un Istituto di Istruzione Seconda-ria secondo quanto previsto dagli Indirizzi program-matici della Giunta provinciale con Delibera n. 2186 del 21/10/2011. La novità non è assoluta in Provincia di Trento, ma partire da quest’anno con questo mo-dello organizzativo diventa un privilegio per tradur-re il Lifelong learning all’interno di un sistema forma-le di istruzione.

Ieri, alle superiori…

Negli Istituti di Istruzione secondaria superiore veniva riservata un’offerta formativa dedicata agli adulti con gli stessi profili d’uscita dei corsi diurni ma differente nei tempi e nei modi di fruizione.

In questo servizio, la dirigente scolastica e un docen-te ci guidano nel passaggio verso il Centro Territoria-le EDA dell’istituto d’istruzione Floriani di Riva del Garda. Con un po’ di storia delle due anime dell’E-DA, quella nei comprensivi e quella nelle superiori e la riflessione sulla nuova sfida territoriale e sul signi-ficato per Riva di avere un centro unico per adulti.

PASSAGGIODai comprensivi alle superiori

Istituto “ G.Floriani “ - Riva del Garda

La modularità didattica ed organizzativa ed il ri-conoscimento di crediti formativi, presenti come punto cardine nei storici percorsi SIRIO degli Istitu-ti Tecnici e negli analoghi percorsi degli Istituti Pro-fessionali, permetteva di coniugare i bisogni formativi degli adulti secondo un effettivo principio di flessibi-lità. E’ opportuno ricordare che la maggioranza degli studenti dei percorsi serali doveva (e deve) conciliare i tempi della propria vita fra scuola, famiglia (spesso a carico) e lavoro non sempre continuo e spesso artico-lato secondo i tempi delle stagioni lavorative.La finalità principale dichiarata da parte di chi si iscrive-va ai corsi serali era quella di ottenere il Diploma di scuo-la superiore alla fine del percorso quinquennale. Quella che la scuola si prefiggeva era di permettere il rientro in formazione di tutti quegli adulti che per varie ragioni avevano abbandonato il loro percorso di studio dopo il loro ingresso alle “superiori” e si trovavano, per piacere o per dovere, a ricollocarsi dal punto di vista formativo.

…e alle medie

Di precedente istituzione, erano attivi i percorsi sco-lastici che con l’etichetta delle “150 ore” portavano al raggiungimento della Licenza media. Questi percorsi erano attivati in alcuni Istituti Comprensivi (eredi del-le originarie Scuole medie) strategicamente individua-ti sul territorio provinciale.Unitamente a ciò esisteva un’offerta formativa costruita allo scopo di fornire gli elementi base per potersi orientare nella comunità so-ciale italiana: corsi di italiano come L2 a vario livello, di inglese e di informatica a livello minimale.Nel tempo vi sono stati Centri che hanno arricchito la loro offerta, sempre ispirati dal principio della pri-ma “alfabetizzazione”, specialmente nel campo delle lingue straniere. Sul territorio nazionale vi sono esperienze di aggrega-zione formativa che portano ad unire materie anche molto distanti fra loro, quasi una sintesi fra Centri territoriali, Università dell’Età libera e corsi vari. La spinta europea e gli obiettivi del Lifelong learning, l’apprendimento lungo tutto il corso della vita, han-

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24 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

no portato questi Centri a diventare un vero e proprio riferimento culturale per gli adulti, radicato sul terri-torio e aperto alla lettura dei bisogni formativi emer-genti.

Oggi, negli istituti superiori

Riunire presso un’unica sede queste due storie dell’e-ducazione formale costituisce un primo passo per ave-re un orientamento più efficace rivolto all’adulto e un’offerta formativa più razionale e funzionale ai biso-gni di formazione rilevati sul territorio. Il territorio dell’Alto Garda è un bacino che al mat-tino raccoglie studenti di tre Regioni, Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia, confinanti lungo il filo delle onde del Lago.L’utenza dei corsi pomeridiani e serali diventa più cir-coscritta come residenza ma molto molto più estesa come provenienza: nei corridoi del “Floriani”, ex ca-serma austrungarica ora Istituto Tecnico Economico e Tecnologico e Centro Eda, si raccolgono studenti adulti di cinque continenti. Presumibilmente, sul-la base dei dati storici e degli attuali iscritti, nell’as. 2012-13 si intrecceranno in questi corridoi i confini di 450 - 500 studenti-adulti.Colori e suoni nati da esperienze personali e messi in gioco sui banchi di scuola vengono aiutati di professio-nisti dell’educazione degli adulti a crescere e diventare sapere consapevole; un sapere che avvicina chi affronta la sfida dell’entrare nei meccanismi misteriosi del leggere scrivere e far di conto in una lingua che non è la propria a chi si preoccupa di affrontare gestione di bilanci, can-ti della divina commedia o rilievi topografici in una lin-gua che è diventata una delle proprie (lo studio di ita-liano e inglese è ormai indiscutibile).

E ora: la vera sfida

Se la scuola deve essere un luogo di apprendimento, motivante e privilegiato, la sfida dell’educazione degli adulti ora è quella di poter offrire percorsi differenzia-ti, molteplici e con alto grado di personalizzazione nella rispetto dei ruolo formativo della scuola nel territorio: le richieste dei singoli vanno coniugate con le istanze emergenti dall’intera comunità locale, le risorse dei sin-goli vanno integrate con quelle disponibili nel territorio.La vocazione turistica del Basso Sarca, la stagionalità di molte occupazioni, la sempre più instabilità delle forme lavorative unite alle ormai fin troppo note con-seguenze di una crisi economica tutt’altro che risolta conduce la scuola a considerare con dovuta elasticità tutte le fasi del ciclo di vita scolastico: offerta, orien-tamento, iscrizione, frequenza, promozione, accerta-menti, certificazione, diploma…A volte questo non collima con le rigidità insite nel si-stema educativo-formativo e, probabilmente, necessa-rie al suo funzionamento; le soluzioni operative vanno comunque ricercate ma non sono sempre facili, ogni studente del serale fa caso a sé.Credo che siamo ancora in una fase di transizione nel-la quale l’educazione rivolta agli adulti è ancora in par-te imbrigliata nelle strutture della scuola pensata per gli adolescenti, dove vi sono altri bisogni di crescita e altri stili di apprendimento. Il traguardo prossimo è quel-lo di superare la difficile conciliazione fra anima nuo-va in un vestito vecchio evitando però di indossare abi-ti fuori taglia. Fuor di metafora: la professionalità degli insegnanti nei corsi per adulti si è evoluta, la scuola ha acquisito il concetto di apprendimento lungo il corso della vita, l’utenza ha acquistato fiducia nelle offerte formative del territorio, il territorio stesso si rivolge alla scuola per possibili richieste di riqualificazione, tanto è ancora migliorabile e promuovibile, il quadro normati-vo prossimo venturo deve tenerne conto.

Elena RuggieriDirigente scolastico

Istituto tecnico economico e tecnologico e centro eda “G. Floriani” Riva del Garda.

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25n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Il CTP erogatore di un diritto per tutti

Il CTP non era più solo la sede di compensazione di insuccessi scolastici precedenti o di primo soccorso linguistico per i migranti, ma diventava l’erogatore di un diritto esigibile da tutti: mantenere e acquisire i sa-peri e le conoscenze necessarie per collocarsi adegua-tamente nella vita sociale e produttiva Adottando criteri organizzativi basati sull’alfabetizza-zione funzionale il nostro CTP (o CPIA?) è passato nel giro di pochi anni da un flusso annuale di 250 utenti ad uno di 350/400 pur mantenendo lo stesso organico e senza corsi a pagamento. Abbiamo mante-nuto un’idea della formazione centrata sia sul valore attribuito ai bisogni del soggetto, sia sulla necessi-tà di promuovere per un numero sempre più ampio di individui, l’acquisizione, lo sviluppo e la possibili-tà di manutenzione per tutta la vita delle competenze strategiche (saper apprendere, literacy, numeracy, com-petenze digitali, competenze sociali, ecc.) con la possibi-lità di progettare e realizzare un percorso personaliz-zato; in sostanza una possibilità ed una opportunità reale di costruire un percorso, attraverso “passaggi” da un livello all’altro, da un corso all’altro.

Da “Riva1” al “Floriani”: problemi aperti

Il trasferimento da “Riva1” al “Floriani”, rientra per-fettamente in questa logica ma questo non significa che non richieda comunque la soluzione di diversi problemi e francamente, al momento, non è mi è pos-sibile valutare gli effetti del cambiamento. Credo che i problemi attuali saranno risolti ma questo sforzo ri-schia di essere inutile se non si interviene su problemi che prescindono dalla collocazione fisica dell’EDA:in primo luogo, gli orientamenti espressi a livello nazionale con il “regolamento recante norme per la ridefinizione dell’assetto organizzativo e di-dattico dei cpia”:• L’istituzione dei Centri è possibile solo in presenza

di una corrispondente riduzione di autonomie sco-lastiche.

• L’offerta formativa è finalizzata al conseguimento di titoli di studio (o di certificazioni riferite a tale sco-po). Quindi sono aboliti tutti gli interventi di alfa-

betizzazione funzionale.• L’assetto didattico e organizzativo dei percorsi, a tut-

ti i livelli, è predefinito e, in particolare per i percorsi di secondo livello, del tutto simile a quello in vigore negli “ordinari percorsi scolastici” destinati ai ragazzi.

• L’accesso ai Centri è limitato agli adulti che siano in età lavorativa e che non posseggano titoli di studio.

• Se i prossimi CPIA avranno queste premesse tutto quel-lo che ho scritto e che state leggendo è tempo perso!

il problema del curricolo per gli adulti, la definizio-ne delle competenze e dei saperi, il diritto alla certi-ficazione degli apprendimenti formali e non formali Finché i sistemi di istruzione cosiddetti “formali” con-tinuano a prevedere corsi per adulti basati solo sul re-cupero del “titolo di studio”, riferita cioè ad adulti “dispersi e ritrovati” comunque in situazione di “mar-ginalità” non ci potrà essere né ruolo né prospettiva per il Lifelong Learning.Tutti i percorsi EDA andrebbero finalizzati ad una certi-ficazione ; ma non basta, se si vuole garantire un processo di formazione che continui lungo l’intero arco della vita delle persone, tutto il sistema dell’istruzione deve rivedere i curriculi in termini di competenze. Oggi i curricoli sono progettati per andare a scuola una volta sola nella vita e all’età giusta; i nuovi curricoli dovrebbero rappresentare una garanzia di successo per chiunque si ripresenti a scuo-la con nuovi bisogni, ma anche nuove potenzialità ed un patrimonio di conoscenze ed esperienze personali. la necessità di sviluppare un’attenta riflessione sulle reali necessità degli istituti che comprendo-no i ctp in termini di spazi , risorse professionali e risorse economiche. Un CTP non può prescindere da una propria autono-mia didattica, organizzativa e finanziaria; non è solo per stranieri, non è solo serali, non è solo diploma.È necessario intervenire sulla dipendenza della Istruzio-ne degli Adulti dalle strutture deputate all’’Istruzione or-dinaria e assumere un modello di governabilità maggior-mente orientato al raccordo con i diversi enti o soggetti con cui si possano realizzare interventi di formazione.un concreto e diffuso sistema di “informazione ed orientamento”, soprattutto in sede locale, delle diverse tipologie di offerte formative, soprattut-to con un impegno straordinario sul territorio volto ad incoraggiare l’utenza più debole .Probabilmente oggi è pura utopia ma, prima o dopo, bisognerà passare dalla fase della partecipazione “vo-lontaria” dei soggetti adulti al processo di formazione permanente a quella della partecipazione “incentiva-ta” (o, almeno “incoraggiata”) per i progetti personali più impegnativi (diplomi). Non lo penso io, è una delle strategie di apprendimen-to permanente indicate dalla Commissione delle Co-munità Europee nel novembre 2005.

Domenico Cutroni docente EDA Istituto “ G.Floriani “ - Riva del Garda

NON SOLO DIPLOMAMa ancora tanti i nodi da sciogliere

Nel giugno 2005 DIDASCALIE aveva dedicato il suo inserto all’Educazione degli Adulti e il titolo di presentazione dell’inserto era “Non solo il diploma…” Quel titolo era la giusta sintesi del contenuto che esplicitamente sottolineava il ruolo dei 5 CTP dell’ EDA del Trentino nel garantire il diritto “universale” di accesso alla formazione per tutti i cittadini .

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26 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Istituto di Istruzione“Lorenzo Guetti” Tione

Anche a Tione arriva il Centro Territoriale unico per l’Educazione degli Adulti, collocato presso l’Istitu-to d’istruzione del secondo ciclo “Lorenzo Guetti”. Ilaria Pedrini, docente presso l’Istituto, “affonda” le radici di una formazione rivolta agli adulti nel lon-tano 1800, quando “il titolare dell’attuale istituto” (nel senso del nome cui la scuola è stata intitolata), don Lorenzo Guetti, “il curato della Quadra, nel Bleggio, si sobbarcò una capillare opera formativa dei soci delle cooperative, di quei contadini poveri individualmente, ma…”

ARRIVA IL CENTRORadici lontane anche per l’EDA

Ebbene sì, già don Lorenzo…

Come si sa, una silenziosa e poderosa riforma econo-mico–sociale partì dalle Giudicarie alla fine dell’800. Tutti conoscono la vicenda della nascita della coope-razione in Trentino e il ruolo che vi giocò Lorenzo Guetti, il curato della Quadra, nel Bleggio. Pochi in-vece sanno che per sostenere quel processo di affranca-mento dalla miseria e dalla necessità di emigrare, egli si sobbarcò una capillare opera formativa dei soci delle cooperative, di quei contadini poveri individualmen-te, ma divenuti forti collettivamente che accettarono di studiare, cavando fuori da sé stessi quelle doti che li fecero abili gestori di un patrimonio comune, lavo-ratori esperti di zootecnia, agronomia e contabilità, e anzitutto “galantuomini” per mettere radici di fiducia reciproca alla nuova costruzione.Anche per questo motivo, per questa opera educati-va rivolta agli adulti che contraddistinse il fondatore della cooperazione, la scuola che riunisce in un unico polo di quasi 1000 studenti gli indirizzi di istruzione pubblica superiore delle Giudicarie si è voluta intito-lare a lui e si chiama “Lorenzo Guetti”.L’attenzione che l’Istituto di Istruzione rivolge alla formazione degli adulti è stata una costante della sua presenza nel territorio, fin dalla sua origine.

Si cominciò con i corsi serali… per lavo-ratori

Lo è stata con gli storici “corsi serali per lavoratori”, finalizzati al conseguimento dei diplomi di geometra e

ragioniere. Tale offerta accoglie ogni anno mediamen-te una trentina di adulti, prevalentemente concentra-ti nel triennio che conduce al diploma. I principi che ispirano i corsi serali a differenza di quelli per i mino-ri sono la modularità e la flessibilità, il riconoscimen-to di crediti formativi maturati in altri percorsi, l’assi-stenza personalizzata da parte dei docenti che a questi momenti dedicano parte del loro orario di lavoroPiù recentemente gli adulti arrivano al Guetti anche grazie ai “corsi liberi” che offrono loro la possibi-lità di brevi percorsi per l’acquisizione di competen-ze informatiche e linguistiche, anche certificate, oltre ad un discreto ventaglio di corsi culturali. Negli anni l’utenza è andata crescendo con una progressione che ha portato a scuola in media 250 persone ogni anno. Fa premio in questa opportunità la “leggerezza” in ter-mini di orario e di costo (al massimo 60€ per i corsi più lunghi), le due sessioni – autunnale e primaverile – interessanti per una popolazione adulta che spesso è occupata stagionalmente, e sempre il valore della qua-lità dei docenti e la possibilità di crescita personale e professionale in un mondo in rapida trasformazione. Novità per l’anno 2012/13 è un ampliamento dei corsi liberi di lingue straniere: all’inglese e al tedesco, allo spagnolo e al francese, si aggiungono il russo e l’a-rabo, nonché un corso di italiano per stranieri che af-frontano il test della patente di guida. Per gli artigiani interessati al disegno tecnico al computer parte il nuo-vo corso di SketchUp. A tutti, specie ai genitori, si ri-volge l’atteso corso sui social network (face book, you-tube, twitter). Non manca l’arte, a grande richiesta, con il disegno in bianco e nero e il teatro. Di anno in anno, in rapporto alle sollecitazioni dell’at-tualità, cambiano le proposte di corsi liberi “cultura-li”. Insomma, un menù a cui non è facile restare in-differenti.

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27n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Attenzione anche al diploma di licenza…

Non è mancata l’attenzione a chi, adulto, era sprov-visto di licenza media e alcune iniziative sono state avviate in collaborazione con l’Istituto comprensivo, benchè limitate nel tempo e nell’efficacia dalla man-canza di personale specificamente formato per l’inse-gnamento rivolto a questa fascia di persone.Un’attenzione crescente è stata rivolta alla popolazio-ne straniera, per la quale sono stati predisposti nel tem-po “corsi di italiano come seconda lingua”: momenti per apprendere il mezzo comunicativo, ma anche aspet-ti di cultura e di civiltà italiana. Fra gli stranieri una pre-senza significativa è stata quella delle donne, alle quali si è andati incontro con corsi collocati in orari compatibi-li con il lavoro, di cura dei propri bambini o degli anzia-ni, nel caso di donne badanti. Riguardo alla necessità e all’importanza di tale offerta, basti dire che in Giudica-rie la presenza di immigrati (dati di fine 2010) supera le 3.000 unità, ossia si avvicina al 10% della popolazione residente, in linea con la media provinciale. E’ una pre-senza necessaria al tessuto produttivo, tanto in quello industriale della valle del Chiese, quanto a quello agri-colo delle zone del Bleggio e del Lomaso.

Ora si parte col Centro EDA

La partenza a breve di un “Centro per l’Educazione degli Adulti” può contare così su un retroterra ben preparato e tuttavia bisognoso di veder integrarsi que-sta varietà di iniziative formative, focalizzando al me-glio l’obiettivo principale: dare ad ognuno – nell’ot-tica del diritto allo studio e quindi all’interno di una cornice pubblica – la possibilità di sviluppare i propri talenti e partecipare a pieno titolo alla vita economica, sociale e politica del territorio.Anche oggi, seppur in modo molto dissimile dai tem-pi di don Guetti, si è confrontati con una crisi e una sfida. Non è tanto, come allora, l’emigrazione delle persone a preoccupare, quanto piuttosto la fuga delle imprese e la domanda di un futuro per le produzioni locali. Come risalire la china, senza per questo sven-dere dignità e integrità del territorio? La scommessa di un Centro EDA è giocata sul terreno della formazio-ne, di una formazione continua – “lungo tutto l’arco

della vita” - per continuare a vivere da protagonisti i cambiamenti che investono il mondo, meno intimo-riti, più consapevoli e dunque più attivi.

La testimonianza di Sandra…

Il miglior riconoscimento al nostro lavoro con gli adulti ci viene quando qualcuno, come ha fatto San-dra, raggiunto il diploma, ci conferma: “Un tempo non capivo di cosa stesse parlando il personale della banca quando mi proponeva un contratto. Oggi non ho più bisogno di rivolgermi al commercialista, so in-terloquire direttamente e con cognizione di causa … vivo nel mio mondo a testa alta”.Con molti adulti, questo passaggio è agevole: non è raro incontrare persone di grandi capacità, affinate dall’esperienza. Quel che serve è un sistema che le ri-conosca, le valorizzi, le certifichi.

Dare dignità a “giacimenti di saperi e di abilità”

Un’offerta formativa come quella di un Centro EDA, organizzata in percorsi modulari, flessibili, dinami-ci, capace di esplicitare e certificare le competenze già presenti o acquisite, fa un grande servizio alle persone e al sistema economico nel suo complesso. Opera in quella zona che precede il mercato del lavoro in sen-so stretto, dando dignità a quei “giacimenti” di sape-ri e di abilità di cui molti sono portatori e che tuttavia aspettano le parole per essere espressi e uno “specchio” in cui venir riconosciuti pubblicamente.

Centro, luogo d’incontro

In questo senso il Centro potrà offrirsi come luogo di in-contro di iniziative formative promosse da diversi sogget-ti e per diverse finalità, come avviene altrove: nell’EDA troveranno spazio adeguato i percorsi per raggiungere la licenza media e non solo, come i corsi proposti da Cin-formi per l’integrazione delle persone straniere o i corsi di riqualificazione professionale dell’Agenzia del Lavoro. Una scuola aperta dalle 7 alle 23 riesce a dare un buon messaggio: dire che apprendere è una attività vitale, non confinata in un tempo della vita, ma possibile e utile sempre.Buona nascita e lunga vita, quindi, al Centro EDA di Tione!

Ilaria PedriniInsegnante istituto istruzione “Lorenzo Guetti” Tione

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28 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

PERITO SPECIALEUn traguardo raggiunto con successo

Istituto “Marie Curie” pergine Valsugana

Il lavoro all’estero

Da ragazzo era uno studente con tante idee per la testa e la passione per i computer. Insomma era uno di quel-li che passavano le ore davanti a Commodore e Spec-trum, non solo per giocare, ma anche per cercare di ca-pire ciò che succedeva dentro quegli strani apparecchi.Certo la scuola non lo appassionava come i compu-ter e, per questo, il suo percorso scolastico si è presto interrotto, per quelle bizzarre combinazioni che mol-to spesso rivoluzionano la vita di uno studente “non proprio modello”. La scuola, infatti, quando era un ragazzo, non era certo la sua priorità e, complice an-che qualche insegnante un po’ “rigido”, è diventata un peso e sono arrivati i primi insuccessi. Certo aveva le sue materie preferite, italiano, storia e matematica, ma le altre non gli andavano proprio a genio. Chiaramen-te i genitori non potevano accettare la sua mancanza di voglia di studiare e ben presto inevitabile fu la scel-ta di abbandonare la scuola.Trova lavoro nella cava di porfido: un lavoro molto fa-ticoso, ma anche abbastanza remunerato, e guadagnare bene in giovane età non fa certo venire voglia di torna-re sui banchi di scuola. D’altra parte ad Ivo non man-cavano certo le energie e la voglia di far sempre meglio. In breve tempo, infatti, il nostro Ivo trova un secondo impiego come posatore di pietre per una ditta italiana che lo ha portato a lavorare in Svizzera ed in Germa-nia. Ancora una volta si trattava di un lavoro faticoso e ben remunerato. E la voglia di rimettersi a studiare era ancora lontana. In tutti questi anni ha comunque sempre coltivato la sua passione per l’informatica, ma ovviamente solo nei ritagli di tempo.

Voglia di casa, voglia di famiglia

A metà degli anni Novanta Ivo comincia a pensare alla famiglia e si trova un lavoro più tranquillo presso una

Oggi vogliamo raccontarvi una delle tante storie di uno studente un po’ speciale che è riuscito a conse-guire il diploma di Perito Informatico grazie al Cor-so Serale presente presso l’ Istituto “Marie Curie” di Pergine Valsugana. Il nostro protagonista si chiama:ivo moser, classe 1967, residente a Pergine Valsugana, sposato e padre di un bel bambino.

falegnameria nei dintorni di Pergine Valsugana, che gli consente di dedicarsi un po’ anche a Morena, l’amore della sua vita, e di sposarla. In questo periodo ha anche cominciato a mettere a frutto le sue abilità in campo di elettronica proponendosi come fornitore di service au-dio, ovvero quell’attività che consiste nel noleggiare ed installare tutte le apparecchiature (microfoni, amplifica-tori, mixer, casse, …) che fanno funzionare feste cam-pestri, concerti e sagre paesane. Per dedicare più tempo all’attività in proprio, decide di lavorare part time in fa-legnameria; lo sostiene in questa scelta la moglie More-na, anche lei appassionata di informatica, e sua compa-gna di lavoro. Lui scrive software, lei progetta siti web. Ivo progetta, scrive e vende programmi di contabili-tà costruiti su misura per il cliente e comincia ad en-trare in contatto con la realtà locale, e, grazie alle sue buone competenze relazionali, riesce ad ottenere pa-recchi incarichi.

Di nuovo sui banchi di scuola

A questo punto della sua vita comincia a pensare che un titolo di studio non guasterebbe; si informa un po’ e scopre che proprio a Pergine, presso l’Istituto Marie Curie, c’è il corso serale I.T.I. ad indirizzo in-formatico, a partire dalla terza. “Sembra fatto appo-sta”, pensa, e dopo averne parlato con Morena, si iscri-ve al corso. Inizialmente Morena lo affianca anche in questa avventura, poi decide di lasciare per potersi de-dicare a lavoro e famiglia. Lui, questa volta convinto e fortemente motivato, prosegue.Nella classe si instaura fin da subito un forte spirito di gruppo, grazie al quale gli studenti si aiutano a vicenda. Data la sua esperienza di programmatore, Ivo assume un ruolo particolare, come persona di riferimento per i mo-menti di difficoltà. E si fa coinvolgere talmente in que-sto ruolo, da rifiutare la proposta di accelerare il percorso scolastico, visti gli ottimi risultati, e accedere direttamen-te alla classe quarta dopo aver sostenuto il colloquio. La terza è quasi una passeggiata per lui; la quarta comincia a diventare più impegnativa, ma i risultati sono sempre stati molto buoni. In quinta anche Ivo comincia a senti-re la fatica. È pur vero che lavora in falegnameria solo la mattina, ma le attività che svolge in proprio, l’attenzione che la famiglia richiede e la fatica dei due anni precedenti iniziano a pesare anche per lui. La classe però ha reagito bene, ed il piccolo gruppo rimasto (gli iscritti da 17 ini-ziali della terza sono diventati cinque) ha dato prova di grande affiatamento e solidarietà. Non stiamo a raccon-tarvi i commenti che certe sere, verso mezzanotte, nasce-vano spontanei nella classe durante la spiegazione di in-tegrali, amplificatori, e comandi SQL!

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29n. 9-10 settembre-ottobre 2012

La tenacia premia

Ivo arriva al traguardo, l’esame di Stato, con un’ otti-ma preparazione e con una straordinaria voglia di ri-scattarsi come studente. Purtroppo non sempre la vita va come noi l’abbiamo programmata e Ivo si ammala proprio pochi giorni prima di iniziare l’esame. Deter-minato a non mollare proprio in vista del traguardo, sostiene le prove scritte con la febbre alta. Alla vista dei risultati conseguiti nelle tre prove scritte, che lo portano già oltre il sessanta, la tensione cala un pochi-no e la malattia prende il sopravvento e Morena non può far altro che portarlo d’urgenza in ospedale, dove viene ricoverato con una grave polmonite. La progno-si fa sfumare ogni speranza di concludere l’esame en-tro luglio. L’esame orale viene rinviato a settembre.Ivo rimane ricoverato fino ai primi di agosto e poi, con gran fatica e un po’ di invidia per i compagni che han-no già finito, comincia a riprendere i libri in mano.Il 12 settembre la Commissione si riunisce per il col-loquio dell’unico candidato rimasto. Ivo presenta il suo asso nella manica: una tesina dal titolo “Aggiornamento dei contenuti nei siti web”! Nella presentazione del suo lavoro dà prova di cono-scere non solo le tecniche attuali, ma anche tutte quel-le che si sono succedute nell’arco di un ventennio. La commissione riesce a fatica a contenere il suo entusia-smo, e rimane impressionata dal lavoro svolto e dall’a-bilità con la quale Ivo riesce a presentarlo.La votazione riportata, 98/100, è un successo straor-dinario che va oltre il significato che uno studente di un corso diurno potrebbe attribuire a quel voto a cui mancano solo due punti per il massimo.

Nuove idee per il futuro

Qualche giorno fa lo abbiamo rivisto ed abbiamo ri-vissuto il suo percorso scolastico con qualche risata e un po’ di nostalgia. Ivo avrebbe tanta voglia ancora di mettersi in gioco e di lanciare a se stesso una nuova sfi-da! “Quest’anno lo devo dedicare alla famiglia” ci ha detto, “ma non è escluso che in futuro possa iscriver-mi all’università. L’ideale sarebbe Informatica o Inge-gneria, ma sono scelte poco conciliabili con la mia si-tuazione”. Alla nostra domanda: “Cosa ti ha dato la forza e la motivazione per raggiungere questo obiettivo?, lui ha risposto senza pensarci un attimo. “L’appoggio di Mo-rena, lo spirito di gruppo nella classe, la disponibili-tà degli insegnanti a fornire aiuti mirati agli studenti sono stati la carta vincente per il mio successo perso-nale e professionale! Aggiunge che ritiene fondamen-

tale, soprattutto nei corsi serali, la continuità didattica e rimpiange ancora alcuni docenti che hanno dovu-to cambiare scuola. Certo non nasconde che solo una forte motivazione e convinzione debbano essere alla base della scelta di frequentare un corso serale perché, conciliare gli impegni di lavoro con le lezioni serali, è molto faticoso e impegnativo.

Un testimonial d’eccezione

Quando si è arrivati a parlare di futuro lavorativo, Ivo ci ha raccontato di non aver intenzione di fare il pro-grammatore per tutta la vita, ma di essere piuttosto in-teressato a trovare un ambiente più stimolante, legato ovviamente alle nuove tecnologie, ma non necessaria-mente all’informatica. L’incontro è stato piacevole ed Ivo, come sempre, ave-va molto da raccontare; ci ha dato anche qualche con-siglio sui contenuti da inserire nei programmi didatti-ci di informatica per coinvolgere i più giovani. Prima di salutarci gli abbiamo proposto di entrare in clas-se con noi, la “campanella “ è già suonata per i nostri nuovi studenti di Terza e forse chissà ascoltare la storia di Ivo, un pezzetto della sua esperienza, e leggere nei suoi occhi la gioia per il successo ottenuto potrà essere di sprone per tutti coloro che stanno affrontando una nuova avventura! Noi lo speriamo di cuore e così si-curamente anche Ivo!

Diego PaternolliDocente referente del corso serale

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30 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Dal 2003 presso l’Istituto di Istruzione “A. Dega-speri” di Borgo Valsugana sono attivi i corsi di istru-zione secondaria di secondo grado di Dirigente di Co-munità, Geometra e Ragioniere, grazie ai quali hanno finora raggiunto il diploma oltre 400 studenti. Con la riforma dei corsi di studio, l’offerta formativa se-rale del Degasperi è stata modificata con l’attivazione dei seguenti indirizzi: Tecnico dei Servizi Socio Sani-tari, Istituto Tecnico Costruzione Ambiente e Territorio, Istituto Tecnico Amministrazione Finanza e Marketing.

SERALEVerso il Centro EDA

Al centro la persona

I profondi cambiamenti determinatisi nella società con-temporanea e la necessità di garantire sempre più una formazione continua (lifelong learning), trovano una ri-sposta forte ed esaustiva in questi corsi serali, che con-sentono sia la qualificazione di giovani e adulti privi di una professionalità specifica, che la riconversione pro-fessionale di adulti già inseriti in ambito lavorativo. I corsi del Degasperi sono caratterizzati da una didattica modulare che mette al centro la persona e il suo vissuto, non solo scolastico, ma anche professionale e di vita. È con tale criterio che si procede all’attribuzione dei cre-diti formativi, che permettono di abbreviare il percorso scolastico nel rispetto della qualità dei risultati.Dal prossimo anno scolastico, al fine di ampliare l’offer-ta formativa rispetto alle esigenze di formazione sul ter-ritorio, il Degasperi attiverà un Centro EDA per l’Edu-cazione degli Adulti. A tal fine è stato incaricato Giorgio Galvan, docente di musica presso l’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana, in modo da creare relazioni di col-laborazione con le istituzioni e gli enti interessati che si trovano nella Bassa Valsugana, nel Tesino e nel Primiero.In particolare a breve inizierà un corso di Italiano L2 per stranieri adulti in collaborazione con il Cinformi di Trento.

Anna Cassol

Non si può parlare di SI-RIO al “Degasperi” e non ricordare Anna Cassol, la docente scomparsa lo scor-so 30 luglio dopo aver lot-tato con tenacia e coraggio esemplari, per più di un anno, contro un male rive-latosi poi incurabile. Aveva solamente 53 anni, ma ha

Istituto di Istruzione “A. Degasperi” di Borgo Valsugana

lasciato un segno indelebile e profondo nella vita cul-turale della Valsugana, un vuoto incolmabile.La sua visione della scuola l’aveva portata, nel 2003, ad introdurre nell’offerta formativa dell’Istituto “De-gasperi” di Borgo Valsugana, i corsi serali SIRIO.SIRIO non l’aveva inventato Lei, ma assolutamente sua è l’interpretazione che più lo ha reso efficace e capace di dare la possibilità, a centinaia di persone, di trovare un percorso scolastico che poteva e sapeva accompagnarli verso il diploma. L’entusiasmo, la passione e la profes-sionalità che hanno contraddistinto Anna nella com-plessa attività di organizzazione dei corsi, erano, e sono ancora, un esempio ed un punto di riferimento per tut-ta la Provincia di Trento; per questo proprio Anna era invitata in varie sedi per riferire e raccontare dell’espe-rienza che qui aveva saputo realizzare.Donna estremamente colta, si nutriva di letteratura e filosofia, riuscendo in maniera straordinaria a trasfe-rire questa sua passione agli studenti che, con entu-siasmo, frequentavano i suoi corsi, scoprendo la bel-lezza ed il fascino della cultura. E da qui l’attenzione per ogni singolo studente, l’ascolto dei problemi, delle difficoltà degli studenti lavoratori che la sera si rimet-tevano in auto per raggiungere il “Degasperi”, lo sfor-zo di creare a scuola un clima sereno e familiare, l’in-coraggiamento ad andare avanti. Diversi gli studenti che si erano iscritti al SIRIO per il puro gusto di im-parare. Spesso era stata proprio lei, a trovare le parole giuste per convincere qualcuno a riprendere gli studi.A volte si dice che un buon insegnante deve portare nel-la vita la propria materia. Anna, con la sua sensibilità, con la sua competenza e con il suo coinvolgimento, era lei stessa letteratura, era lei stessa poesia. Questa proba-bilmente è una delle testimonianze più profonde che ci ha lasciato: i pensieri e gli stati d’animo che la gran-de letteratura ci ha tramandato continuano a parlarci di noi, e ci danno le parole e i concetti con i quali cerca-re di esprimere noi stessi e il nostro desiderio di essere sempre un po’ più di quel che siamo. (S.I.)

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31n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Il Centro Formazione Insegnanti di Rovereto si è assunto, fin dal primo anno di attività, l’impegno a valorizzare la portata ed il ruolo dell’insegnamento degli adulti , cercando di farlo uscire da una condi-zione di isolamento e di insegretimento che lo ridu-ce ad appendice del sistema scuola e sottovalutando e non riconoscendo il generoso contributo che esso può dare allo sviluppo socio-culturale: dal primo se-minario del 2010 alle ultime azioni di quest’anno.

FORMAZIONEL’intervento del Centro dal 2010

Centro Formazione Insegnanti - Rovereto

Dalle 150 ore alla Lifelong learning

Se negli anni Settanta l’educazione degli adulti era ri-conducibile ai corsi delle “150 ore” come garanzia del diritto allo studio per tutti, come risarcimento per gli esclusi, oggi si riconnette apertamente agli obietti-vi della Lifelong learning ad una visione cioè che mira ed integrare istruzione e formazione per favorire, per l’appunto,“l’apprendimento in tutto l’arco della vita”. Ciò non significa ovviamente che sia venuta meno la funzione di compensazione di deficit di titolo di stu-dio di base (specie in considerazione della fascia di re-cente immigrazione) che l’EDA è in grado di garan-tire, ma è certo marginale ed una concezione che la releghi a tale ruolo risulta anacronistica e riduttiva. La progressiva transizione verso la società della cono-scenza che, mentre dematerializza il lavoro lo va arric-chendo di componenti intellettuali, ha imposto la ne-cessità di centrare la formazione, in particolare degli adulti, sull’acquisizione di competenze non solo legate

alle nuove richieste professionali, ma in particolare di quelle che permettano all’individuo di sviluppare pie-namente le proprie potenzialità e così facendo di con-tribuire allo sviluppo della società nel suo complesso.

Apprendimento nell’arco della vita

Tema centrale di questa nuova prospettiva della for-mazione è quello dell’apprendimento, riconosciuto come pervasivo nell’esperienza umana durante tutto l’arco della vita e se all’individuo viene riconosciuta una diretta responsabilità nella scelta dei tempi, dei modi, nella gestione dello stesso, alle istituzioni for-mative delegate all’istruzione tout-court viene attribu-ito il compito di saper valorizzare, integrare e corre-lare gli apporti di apprendimento derivanti da attività non formali ed informali che negli adulti rappresenta-no quote di sapere sommerso di straordinaria ricchezza.Risulta evidente che la scuola se non si attrezza in modo adeguato per far fronte alle nuove sfide corre il rischio di essere come chi, in terra straniera, non sapendo leggere le diversità subisce l’estraneazione e si rifugia nei rassicu-ranti non luoghi o come chi, rispetto alle nuove tecnolo-gie, non sapendo coglierne la potenzailità le sottoutiliz-za limitandosi agli usi consueti. Ora, pare evidente che i docenti che lavorano nei corsi serali e nei centri EDA necessitano più di altri di una formazione specifica che li accompagni nell’espletamento della funzione educativa, di un aggiornamento della formazione che contribuisca fattivamente al loro sviluppo professionale.

Il primo seminario nel 2010

Le azioni che il Centro ha realizzato trovano il loro co-

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mun denominatore nell’obiettivo di supportare i do-centi nell’adeguare la pratica didattica ai bisogni di quell’utente particolare che è l’adulto. Attraverso la pro-mozione delle attività formative ha offerto agli insegna-ti l’occasione di costituire progressivamente una comu-nità di pratica che a partire dal comune arricchimento della preparazione e dagli stimoli acquisiti dalle lezioni teoriche fosse capace di elaborazioni di strumenti didat-tici da utilizzare nella quotidianità del lavoro in aula.L’impegno del Centro nella formazione degli adulti inizia con un primo seminario nel 2010 organizza-to con lo scopo di mandare un segnale di attenzione e interesse ai docenti del settore e per registrarne at-tese e bisogni. La scelta del titolo del workshop che si collocava significativamente nelle giornate di Educa, Cambio generazionale-scambio di stili di apprendimen-to, non fu un vezzo o una concessione nei confronti del contesto ospitante ma voleva enfatizzare la inter-relazione funzionale, nei processi educativi, fra inno-vazione e tradizione. Con la formula della tavola ro-tonda, otto insegnanti impegnati nell’EDA, misero a confronto le nuove teorie della pedagogia e dell’andra-gogia in rapporto al tema dell’evoluzione dei saperi e delle trasformazioni indotte sul piano della trasmissio-ne e dell’acquisizione delle conoscenze.

Il Corso L’EDA e il CILS

Qualche mese dopo (e fu la risposta ad un preciso bi-sogno di aggiornamento su un’area tematica di gran-de attualità vale a dire quello della Certificazione di Italiano come Lingua Straniera), il Corso L’EDA e il CILS ebbe l’obiettivo di supportare i docenti im-pegnati nell’insegnamento di italiano L2 per adulti, nella progettazione di percorsi personalizzati coerenti con i bisogni e il livello di preparazione del gruppo di utenti destinatari dell’attività didattica.Nel 2011 c’è un percorso organico ed articolato con la finalità di integrare i molteplici elementi che entrano in gioco nel lavoro dei docente degli adulti. Muoven-do dalla considerazione che insegnare a tali soggetti si-gnifica misurarsi con persone che non solo presentano una caratterizzazione psicologica diversa da quella dei giovani studenti, ma che, e soprattutto, sono immerse in un universo di problematiche specifiche che incido-no sul loro modo di stare dentro l’aula, condizionano il loro stile di apprendimento la motivazione, l’atten-

zione, l’apprendimento ecc., è stato organizzato il per-corso Insegnamento e apprendimento nell’educazione de-gli adulti. Tale iniziativa ha proposto un aggiornamento circa la letteratura scientifica e le metodologie didatti-che più recenti espresse in questo ambito, approfon-dendo i temi delle nuove frontiere della andragogia, del profilo professionale del docente che opera con gli adul-ti, della gestione dell’aula, dei modelli di programma-zione didattica in un’ottica orientativa, dei nuovi Pia-ni di studio Provinciali e delle competenze orientative.

2012: Adulti in formazione

Il percorso 2012, Adulti in formazione, si colloca in stretta continuità con l’esperienze pregresse e vuole rap-presentarne lo sviluppo coerente e maturo. Nello spe-cifico vuole dare risposta alle istanze che nel corso del-le attività promosse negli anni scorsi sono emerse dai docenti che le hanno frequentate. Da parte dei docen-ti quest’anno è stata sottolineata la domanda di spen-dibilità della formazione, di una prossimità stretta con la pratica didattica, con il vissuto esperienziale dei la-voratori della scuola che segnano significativamente l’impostazione del corso di quest’anno. Per altro que-sta prospettiva riflette la piena coerenza con il modello formativo proprio della mission del Centro che, nell’al-lestimento dei suoi percorsi formativi, elegge la moda-lità della comunità di pratica strategia privilegiata. Co-erentemente con tale impostazione, il percorso prevede una articolazione che a due momenti teorici dedicati al tema delle competenze fa seguire un’importante se-quenza di attività laboratoriale dedicata a sei diversi ambiti specifici (italiano L2, licenza media, discipline umanistiche, discipline scientifiche – tecniche e disci-pline giuridico economiche) guidata da altrettanti do-centi che da anni insegnano in quei settori e che per svolgere la funzione di coordinatori hanno avuto dal Centro una formazione peculiare sul fare programma-zione e sulla conduzione e gestione del gruppo.

Dal confronto alla rete

A dare le coordinate teoriche e le consegne per il lavoro dei docenti è stato chiamato Dario Nicoli, docente dell’Uni-versità Cattolica di Milano che per il Miur ha già diretto vari corsi per insegnanti e dirigenti dedicati al tema del-le competenze, tra i quali recentemente La didattica per competenze e Valutazione e certificazione delle competenze.La conclusione delle attività e la restituzione dei lavo-ri dei laboratori è stata pensata come evento pubblico sul tema “Dal confronto alla rete”, per far dialogare i vari soggetti che, a diverso titolo, operano sul territo-rio nel settore della educazione degli adulti, nella pro-spettiva di una collaborazione effettiva che razionaliz-zi e rafforzi gli interventi in tale ambito.

Mauro Calzà

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A SUON DI PAROLE… contro il “parlare a vanvera”

La seconda edizione del torneo di dibattito “A suon di parole” si è con-clusa il 4 giugno con la vittoria del Liceo “L. da Vinci”, che si era già aggiudicato la finale del 2011. Le classi che si sono affrontate presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, assistite da un folto pubblico e da tifoserie contrapposte, sono state la III scientifi-co per le professioni del turismo di montagna del Liceo “L. Guet-ti” di Tione e la IVE scientifico del Liceo “L. Da Vinci” di Trento.

IPRASE UNIVERSITÀ COMUNE TN il torneo

La controversia

Le due squadre hanno sostenuto una controversia attorno alle tesi: “Il processo di integrazione euro-pea deve essere più coraggioso” (II-ISM del Liceo “Guetti”) e “Il pro-cesso di integrazione europea deve essere più prudente” (IVSE del Li-ceo “da Vinci”). Sia la tesi da soste-nere, sia l’ordine di esposizione era-no state precedentemente estratte a sorte e comunicate agli studenti dal gruppo di coordinamento del progetto circa due settimane prima dello scontro. Ogni oratore o ora-trice hanno avuto durante la gara un tempo massimo di tre minuti per esporre il proprio ragionamen-to. Sei oratori (tre per classe) si sono avvicendati nella fase argomentati-va e altrettanti nella fase contro ar-gomentativa. Tra una fase e l’altra e alla conclusione dello scontro una giuria esterna, composta dal diret-tore del dipartimento di Scienze Giuridiche G. Santucci, dalla diri-

gente del Comune C. Campestrini e dal ricercatore di Giurisprudenza T. Beggio, ha valutato sulla base di criteri condivisi ogni intervento e attribuito dei punteggio ad ogni in-tervento. La giuria ha altresì segna-lato i migliori oratori che per la fase argomentativa sono stati Elisa Pari-si, (Liceo “Guetti”) e Martina Nar-delli (Liceo “Da Vinci”) e, per la fase controargomentativa, Alessan-dro Giovannini, (Liceo “Da Vinci”) e Nicola Castagna (Liceo “Guetti”).

Un punto di vista che sappia mediare

Gli studenti hanno disputato un problema attuale e complesso che ha ripreso un tema che era stato ampia-mente discusso nel Festival dell’E-conomia appena concluso, come ha osservato l’assessore alla Cultu-ra, turismo e giovani del Comune di Trento Lucia Maestri nel suo in-tervento iniziale. In esso, dopo avere sollecitato negli studenti una rifles-sione sulla giornata di lutto nazio-nale per il terremoto dell’Emilia Ro-magna, l’assessore ha auspicato che il metodo del dialogo, pur basato su opinioni divergenti ma esposte in modo civile e argomentato, pos-sa diventare un modo di essere co-stante per gli studenti, augurandosi anche che il torneo per la sua qua-lità educativa possa coinvolgere un numero sempre maggiore di giovani e scuole, magari non solo trentine.

L’abilità retorica e la capacità di af-frontare in modo approfondito e documentato il dibattito da parte dei giovani è stata sottolineata nel momento della consegna dei trofei anche dall’assessore all’Istruzione e sport della PAT, Marta Dalmaso, che ha osservato come proprio dal confronto tra posizioni contrappo-ste possa generarsi un punto di vi-sta che sappia mediare e fare sintesi di idee diverse.

Il torneo di dibattito

La sfida finale di giugno rappre-senta la conclusione di un lungo percorso iniziato nell’autunno del 2011 con l’organizzazione del tor-neo che, grazie al successo della prima esperienza pilota del proget-to “A suon di parole” è cresciuto e ha coinvolto 5 Licei, 23 classi, 470 studenti, circa 70 insegnanti e 20 giudici. In tutto sono state dispu-tate 24 gare e sono stati discussi 23 argomenti. Il torneo è stato reso possibile grazie ad una partnership tra l’IPRASE, il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Trento e l’Assessorato alla Cul-tura, turismo e giovani del Comu-ne di Trento. Il team che ha gestito le gare è composto da Chiara Ta-manini e Francesco Bailo, coor-dinatori del progetto per l’IPRA-SE, Paolo Sommaggio e Tomaso Beggio, referenti per la Facoltà di Giurisprudenza, Rosanna We-gher, rappresentante per Comune di Trento, Laura Simeon e Miche-le Dossi, docenti rispettivamente del Liceo “G. Galilei” e del Liceo “L. da Vinci” e che hanno lavorato al progetto fin dalle sue prime fasi.

Il modello processuale dialettico

Nella seconda edizione, vista la maggiore partecipazione e con-seguente complessità del torneo, sono stati coinvolti maggiormen-

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te i docenti delle varie scuole, sia in qualità di allenatori-tutores del-le proprie classi, sia in qualità di giudici, avendo ovviamente cura per questa funzione di fare rife-rimento a docenti che non fosse-ro coinvolti con proprie classi nel torneo. È stata organizzata pertan-to una formazione esplicitamente dedicata ai docenti, oltre a quella per gli studenti. La formazione nel suo complesso è stata curata dal Dipartimento di Scienze Giuridi-che. I formatori, sfruttando alcuni concetti fondamentali della retori-ca classica e dell’argomentazione contemporanea, hanno presenta-to il modello processuale dialettico - secondo cui due tesi in opposi-zione si scontrano di fronte ad un terzo giudicante - come modello di risoluzione razionale della con-troversia. In particolare, l’attività formativa ha fatto riferimento alle metafore del discorso come: • “percorso” per cui l’ascoltatore vie-

ne condotto dal punto di parten-za del luogo comune all’adesione ad una tesi, attraverso argomenta-zioni e contro-argomentazioni co-struite secondo regole tecniche e logiche ben precise;

• “edificio” per cui il discorso vie-ne costruito per gradi e di livello in livello, superando le obiezio-ni dell’avversario attraverso una retorica che sappia coinvolgere con discorsi esposti in modo at-traente, esplicativo, motivante e confutativo.

Un lavoro di equipe

I concetti affrontati, come si può constatare, sono abbastanza com-plessi e tecnici, ma sono stati co-municati agli studenti in modo immediato e concreto, facendo ri-ferimento a situazioni vicine all’e-sperienza dei giovani e utilizzando esercitazioni pratiche. Tanto è vero che le classi hanno appreso rapi-damente il metodo del dibattere e hanno iniziato subito a gareggiare. Alle classi sono stati indicati anche i ruoli che potevano essere svolti sia per costruire le argomentazioni e le contro argomentazioni nel modo più efficace, sia al fine di permet-tere la partecipazione alla gara degli studenti sulla base delle loro carat-teristiche personali. Si è fatto così riferimento al ruolo dei “cercatori” tipico di chi cerca le informazioni, le fonti e gli argomenti; degli “orga-nizzatori-estensori”, che organizza-no il materiale progettando l’argo-

mentazione; degli “attori-oratori” che presentano il discorso al pub-blico e alla giuria; dei “confutatori” che ascoltano l’argomentazione de-gli avversari al fine di trovare con-traddizioni o fallacie.

L’individuazione della giuria

La prima fase del torneo si è svol-ta tra dicembre e febbraio all’in-terno delle varie scuole; lo scontro tra le classi finaliste di ogni Istitu-to è stato invece gestito dal gruppo di coordinamento che ha indicato come tema da dibattere la questio-ne: “Essere giovani oggi è più facile che in passato” e “Essere giovani oggi è più difficile che in passato”.A marzo le classi vincitrici dei Li-cei “G. Prati”, “G. Galilei” e “L. da Vinci” di Trento erano pronte a confrontarsi tra di loro per fare emergere la classe finalista; lo stes-so è avvenuto per le classi vincitri-ci dei due Licei non cittadini, cioè il Liceo “A. Maffei” di Riva del Gar-da e il Liceo “L. Guetti” di Tione. Le semifinali del torneo sono state organizzate dal gruppo di coordina-mento che anche in questo caso ha indicato gli argomenti degli scontri: “La cura di sé serve a stare bene con se stessi/La cura di sé serve ad essere accettati”; Le regole rappresentano un limite/Le regole rappresentano un’op-portunità”; “La street art è arte/La street art non è arte”; “Lo svago not-turno in città è un problema/Lo svago notturno in città è un’opportunità”. Un aspetto delicato del torneo è sta-ta l’individuazione della giuria che deve garantire l’aspetto della ter-zietà e imparzialità e che deve inol-

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tre condividere i criteri di giudizio che sono stati individuati e defini-ti dal gruppo di coordinamento. Tali criteri riguardano l’equilibro tra il contenuto e la forma dei di-scorsi. Il contenuto è giudicato in riferimento alla quantità e qualità dell’argomentazione e della contro-argomentazione e alla pertinenza dell’intervento; la forma dei discorsi si riferisce invece alla lucidità espo-sitiva, all’appropriatezza lessicale e all’actio, cioè alla capacità di coin-volgere e convincere l’uditorio.

L’importanza del dibattere

Tra i molti aspetti educativi del tor-neo si sceglie qui di fare riferimento a sei concetti chiave che mostrano come attraverso il torneo possano essere perseguiti alcune finalità e obiettivi indicati come centrali dai “Piani di studio provinciali”.Confronto civico. Il dibattito per-mette agli studenti di confrontarsi su tematiche di carattere civico e sociale in modo pacato e rispettoso del pun-to di vista degli altri. In questo modo si evidenzia che esiste un modo di presentare le proprie opinioni diver-so da quello a cui ci hanno abitua-to molti mezzi di comunicazione di massa (basti pensare al talk show te-levisivi) o alcune degenerazioni del confronto democratico. Analizzare temi complessi. Per sua natura la discussione su ar-gomenti che prevedono posizio-ni opposte permette di mettere in

luce come le questioni che carat-terizzano nostra realtà globalizzata e carente di teorie che la sappiano adeguatamente interpretare siano complesse e multiformi. Una scel-ta ben precisa del progetto “A suon di parole” è stata quella di propor-re agli studenti tematiche attuali e controverse, per lo più non trat-tate nei curricoli disciplinari, ma ben presenti nel contesto sociale ed esperienziale di ogni cittadino.Attivare competenze. Durante le gare gli studenti devono dimostra-re in pubblico la propria capacità di esposizione orale, di argomen-tare su temi complessi, di analiz-zare le posizioni degli altri al fine di confutarle. Devono individua-re il momento migliore per espor-re le proprie posizioni e il modo migliore per farlo e devono inol-tre reagire a situazioni impreviste. Il contesto del dibattito permette dunque agli studenti di “agire” le proprie competenze, di dimostra-

re, citando Wig-gins, ciò che sono in grado di fare con ciò che sanno.Orientamento. Nella squadra e nel momento del di-battito gli studenti mettono in gioco le proprie attitu-dini e caratteristi-che individuali, testando sé stes-si, sbagliando, cor-reggendosi o pro-grammando di correggersi, met-tendo così in moto

un percorso di orientamento perso-nale autentico. A questo proposito si può citare la testimonianza di una studentessa del Liceo “G. Prati” che scrive: “Un progetto come ‘A suon di parole’ può essere davvero mol-to utile per chi vuole mettersi alla prova in qualcosa di nuovo, ma an-che per vivere una nuova esperien-za che, chissà, potrebbe rivelarsi una vocazione per una futura professio-ne, e consente di farsi sentire in una veste nuova e a volte del tutto ina-spettata anche a chi magari, in mez-zo al coro, non ha una voce forte”.Cooperare per vincere. Non c’è solo una crescita personale durante il torneo, ma c’è anche l’acquisizione che per vincere una controversia bi-sogna collaborare, lasciando da par-te personalismi e superando le inevi-tabili delusioni. Scrive in una e-mail la II D del Liceo “Prati”: “….Il no-stro è stato un percorso in continua crescita. Se infatti ci siamo presen-tati al primo incontro come singoli, impacciati, timidi, insicuri, la fina-le ci ha visti disinvolti, sicuri, buo-ni “attori” e soprattutto uniti come una vera squadra. Ci siamo resi con-to che per vincere è necessaria la coo-perazione. Abbiamo ritrovato un po’ di quell’unità di classe che ci manca-va. Anche quando abbiamo perso, la classe ha saputo trovare il lato positi-vo accogliendo le critiche in manie-ra matura e consapevole, dimostran-do, nella seconda semifinale, di aver appreso i consigli ricevuti e di averli messi in pratica al meglio”.Imparare un metodo. È forse l’a-spetto principale del dibattere ed è quello che comprende forse tutti gli altri. Perché nella controversia i gio-vani imparano ad esporre in modo controllato e logico le proprie po-sizioni, imparano ad aprirsi alle ra-gioni degli altri, a sintetizzare con-cetti, ad utilizzare un lessico preciso e adatto al contesto. Imparano so-prattutto, parafrasando I. Kant, a pensare con la propria testa e che, secondo il noto aforisma di M. de Montaigne, “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”.

Chiara TamaniniIPRASE

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BES Un’educatrice racconta…

Non abbiamo mai pensato, ne lo pensiamo con la pubblicazione di questo articolo, che l’esperienza ed il percorso di crescita e formazione di un alunno possa essere “narrato” solo da uno dei soggetti coinvolti negli anni scolastici. A maggior ragione, questo non è possibile quan-do si tratta di un esperienza legata ad un caso di BES (Bisogni Educa-tivi Speciali). C’è la scuola, la famiglia, il consiglio di classe, i singoli insegnanti, eventuali docenti di sostegno, l’educatrice, i compagni di classe, l’altro personale della scuola ecc.; insomma: c’è tutto il contesto, lo sfondo integratore come da anni dice Andrea Canevaro. Per avere, quindi, una narrazione completa di un percorso individuale a scuola di un ragazzo, i soggetti e “le voci” da sentire devono essere proprio tutte. Ciò premesso, a scanso di equivoci, ci sembra comunque interessan-te ed utile la pubblicazione di un “racconto” che è giunto a didascalie, fatto da un’educatrice che ha seguito per cinque anni un ragazzo pres-so l’istituto tecnico “La Rosa Bianca” di Cavalese e, precisamente, nella sede di Predazzo, concluso con il conseguimento della maturità. Inte-ressante, perché si sente il coinvolgimento diretto a “la passione” educa-tiva dell’educatrice, perché riguarda un intero quinquennio del secon-do ciclo, perché fa continui rimandi anche alle competenze disciplinari e perché… è scorrevole e piacevole nello stile della narrazione. (m.c.)

“Signorina Mara, lei è la mia nuova educatrice?”

“Signorina Mara, lei è la mia nuova educatrice?” sono queste le parole con cui Luca mi ha ac-colto il primo giorno di scuola all’Istituto “La Rosa Bianca” di Predazzo. È iniziato così un per-

corso di collaborazione e di ami-cizia che in questi giorni è arriva-to ad una tappa fondamentale: la maturità.Quando l’ho conosciuto, le diffi-coltà di Luca erano quelle di un ra-gazzo con un PEI individualizzato, con necessità continua di doman-de guidate e di stare spesso in aula

di sostegno, e la tendenza a stan-carsi molto facilmente e a proiet-tarsi di continuo nel futuro: fin dal primo giorno, aveva già segna-to sulla sua agenda quanti giorni mancavano alla fine della scuola, quanti al suo compleanno... C’era da rimboccarsi le maniche, ma ero molto fiduciosa, perché Luca ave-va anche molti assi nella manica: una vita emotiva molto ricca, una grande memoria per quello che gli veniva detto, amore per la lettura, la musica, e un carattere simpati-co e aperto: ogni giorno, insieme ai suoi conti alla rovescia sui giorni che mancavano al suo complean-no o alla fine della scuola o a que-sto o quel tema in classe, Luca mi raccontava piccole barzellette. Ne conosce un’infinità, e ancora oggi questi piccoli momenti di buonu-more scandiscono la nostra giorna-ta a scuola.“Sai perché i gatti vedono al buio? Perché non sanno accendere l’in-terruttore.”

In prima classe…

Fin dal primo anno, ho cercato di tenerlo il più possibile in clas-se cercando di coinvolgere anche i compagni per creare un clima di aggregazione, in modo che po-tesse sentirsi parte integrante del contesto di classe. L’aiuto degli insegnanti in questo percorso di inserimento è stato molto produt-tivo e positivo, non solo per Luca ma anche per la classe.

DALLE SCUOLE Istituto “La Rosa Bianca” predazzo

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Uno dei punti di for-za di Luca sono senz’al-tro le materie umani-stiche. Lui ama molto leggere e si appassiona anche allo studio del-la storia. In seconda, insieme all’insegnante di italiano, insieme a tutta la clas-se Luca ha partecipato al Proget-to Poesia. È stata sottoposta alla classe una poesia; dopo averla let-ta, i ragazzi sono usciti per la scuo-la con un foglio sul quale disegnare un simbolo che per loro era lega-to alla poesia. Quando poi sono ri-entrati e si è discusso insieme sui vari disegni, sono emersi moltissi-mi punti di vista, emozioni... Luca ha dimostrato di avere una sensibi-lità emotiva molto ricca e sfaccet-tata. Per lui le emozioni sono un fatto fondamentale dell’esistenza, e nei cinque anni insieme abbia-mo fatto un lavoro approfondito di presa di contatto ed espressio-ne delle proprie emozioni. Ci sia-mo ritagliati alcuni momenti nella settimana dedicati ad attività volte a prendere contatto con la propria sfera emotiva; ricordo ad esem-pio il “dado delle emozioni”: ab-biamo costruito un grosso dado, ogni faccia del quale rappresenta-va un’emozione (tristezza, gioia, rabbia, gratitudine...); tiravamo il dado e a turno descrivevamo un fatto legato a quella certa emozio-ne. Anch’io mi sono messa in gio-co, tirando fuori le mie emozioni e il mio vissuto, a dimostrazione che in questo lavoro le cose non vanno mai a senso unico.

In seconda classe…

In seconda la classe di Luca ha partecipato al Progetto Affetti-vità; si è parlato dell’educazione sessuale, e da lì è partito un per-corso che è durato fino adesso. Luca aveva una visione dell’uo-

mo e della donna molto legati alla tradizione cristiana, e uno de-gli aspetti di questo percorso ha portato Luca ad accettare anche modi di concepire l’affettività di-versi dal suo. Una collega che un giorno mi ha sostituito mi ha rac-contato che, quando lui ha visto il seggiolino per il bambino dentro la sua macchina, le ha chiesto se era sposata, e quando lei gli ha ri-sposto di no lui le ha detto: “Però tu sei brava, non finirai all’Infer-no”.L’insegnante di educazione fisi-ca in prima ha promosso un cor-so di arrampicata per la classe, anche Luca ha partecipato. All’ini-zio i genitori erano comprensibil-mente preoccupati, ma con l’aiuto dell’insegnante, il mio e l’incita-mento dei compagni Luca è riu-scito ad arrivare fino in cima alla parete. È stato un momento mol-to importante: Luca quel gior-no ha scoperto di poter superare i propri limiti e ha riversato que-sta maggiore fiducia in se stesso in molti altri aspetti della vita. Sem-pre con l’insegnante di educazione fisica, in seconda abbiamo pensato di far partecipare la classe al Proget-to Scuola Danza promosso dall’I-stituto Rosa Bianca con un piccolo spettacolo, e lui ha contribuito con grande entusiasmo nell’organizza-zione, nella regia e nell’assistenza dietro le quinte.Sul versante matematico Luca aveva grosse difficoltà, per cui il primo anno è stato di osservazio-ne e pianificazione degli obiettivi.In seconda classe, visti i suoi pro-blemi nell’utilizzo del dena-

ro (Luca confonde-va il valore del denaro con la pura e sempli-ce quantità: molte mo-netine valevano più di una sola banconota) abbiamo creato il Pro-getto Euro, un per-

corso concluso in terza e svolto in collaborazione con l’insegnante di matematica. Luca ha sperimenta-to concretamente l’uso del denaro uscendo e facendo acquisti in pae-se, confrontando i prezzi, impa-rando a gestire i soldi che aveva in tasca; in classe, attraverso schede ed esercitazioni Luca ha preso con-fidenza con il valore del denaro, e oggi è in grado di gestire i propri soldi in modo indipendente.“Dov’è finito lo scolapasta? Era tutto bucato: l’ho buttato via.”

Terzo anno…

Il terzo anno di scuola è stato fon-damentale. Ho attivato dei proget-ti di orientamento, stage nei qua-li Luca si recava al di fuori della scuola in altri contesti per speri-mentare un’esperienza lavorativa. Gli obiettivi erano di renderlo più autonomo, consapevole dell’am-biente e degli orari di lavoro, e ca-pire le proprie attitudini manuali, non evidenziate in contesto scola-stico. Prendere un primo contat-to con la realtà del lavoro e con la vita adulta è stato per Luca un pas-so importantissimo. Un altro grande risultato è stato il viaggio di istruzione. Nei primi due anni Luca non aveva voluto parte-cipare ai viaggi d’istruzione perché viveva con sofferenza e preoccupa-zione il distacco per più giorni da casa; le frasi con cui di solito liqui-dava l’argomento erano “Non par-larmi della gita” o “Mi vuoi costrin-gere a andare in gita”. In terza ha vinto i suoi timori e ha seguito la classe nel viaggio di istruzione a

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Viareggio, divertendosi moltissimo con i suoi compagni e seguendo il viaggio fino in fondo, tornando as-solutamente entusiasta, più sicuro di sé e cosciente che le novità non portano con sé soltanto pericoli, ma anche molte sorprese.“Mamma, mamma, mi è caduto un cubetto di ghiaccio nell’acqua calda e non riesco più a trovarlo!”

In quarta…

In quarta Luca era ormai perfet-tamente integrato non solo nella classe, ma nella scuola: con la sua curiosità, la sua simpatia e la sua espansività era diventato amico di molti ragazzi di tutte le classi.Ha seguito con grandissimo entu-siasmo la settimana linguistica con i suoi compagni a Londra. Era la pri-ma volta che prendeva l’aereo, che stava così tanto lontano da casa in una città così grande, eppure non era minimamente turbato, e ad ogni oc-casione dimostrava la propria cono-scenza della lingua scambiando qual-che parola con i passanti londinesi.Sempre in quarta ha partecipa-to alla cooperativa scolastica (del-la quale è stato eletto sindaco), che ha indetto un concorso di fotogra-fia culminato in una mostra. La Cassa Rurale ha scelto le migliori foto della mostra per fare il calen-

dario del 2012. In quanto sindaco, Luca era detentore dei valori della cooperativa, ed è stato lui a presen-tare ufficialmente la cooperativa al presidente della cooperazione.Nello stesso anno abbiamo prose-guito il percorso nel mondo del la-voro. Da questa attività è nata una ricerca sulle aziende no profit che lui ha riportato in classe durante le lezioni di economia aziendale. Vi-sta la sua grande passione per i li-bri, Luca è stato accolto nella Bi-blioteca Comunale, naturalmente sempre sotto il mio tutoraggio.“Cosa fa una lumaca sopra una tartaruga? Due lenti a contatto”

In quinta, la maturità e…

Quest’anno Luca è stato in viag-gio di istruzione ad Amsterdam e Den Haag (L’Aja) senza di me, con il solo insegnante di sostegno: un ulteriore passo verso l’autonomia e la sicurezza in se stesso.Per la maturità, il suo grande in-teresse per la storia lo ha spinto ha scrivere un tesina che riguarda l’im-plicazione dell’IBM nell’organizza-zione dei lager nazisti, un lavoro che ha richiesto molti approfondimen-ti e ricerche in biblioteca, nel quale ha dimostrato di aver raggiunto un grande livello di autonomia. Questo interesse di Luca per gli avvenimenti

della Seconda Guerra Mondiale ha coinvolto tutta la classe, e d’accor-do con l’insegnante di storia ho in-vitato nella scuola un ex partigiano che ha raccontato alle classi quinte le proprie esperienze di guerra. Sia per Luca che per i propri compagni que-sto contatto tra generazioni è stato un momento importantissimo.

… in mare aperto!

Nessuno di noi può prevedere cosa ci riserva il futuro, ma quello che è certo è che Luca uscirà da questa scuola con alle spalle un percorso di grande crescita, su tutti i piani. Dopo le esperienze di stage si cer-cherà, in collaborazione con la fa-miglia, con gli enti locali e con la vicaria della scuola sempre molto disponibile nei suoi confronti, tra le risorse del territorio un qualcosa che possa valorizzare le sue potenzialità. Ma forse la cosa più importante è che Luca in questi anni ha supera-to le sue paure, e oggi è una persona autonoma, sicura di sé. Un esem-pio? La frase con cui si è presentato quest’anno ad un ragazzo che l’anno prossimo frequenterà l’Istituto “La Rosa Bianca”: “Ciao, io sono Luca e insieme ai miei compagni di classe sono il boss della scuola.”

Mara Zendron,educatrice Progetto ‘92

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39n. 9-10 settembre-ottobre 2012

IL FUOCOI bambini lo scoprono coi pompieri

Dopo aver conosciuto negli anni scolastici precedenti gli elementi na-turali terra, acqua e aria i bambini della scuola dell’infanzia di Terra-gnolo sono andati ad “affrontare” il potente e attraente fuoco, a volte pericoloso ma anche indispensabile. Il progetto didattico non è sta-to però finalizzato solo all’apprendimento di nuovi contenuti, ma so-prattutto a sviluppare nei bambini le capacità di osservazione, rifles-sione, di formulazione di ipotesi e di verifica. Le proposte operative hanno inoltre stimolato la riflessione anche sui problemi relativi alla salvaguardia del nostro pianeta invitando ad assumere atteggiamen-ti responsabili e di tutela dei vari ambienti fisici e dell’essere umano.

Un genitore racconta…

“Papà, guarda che se c’è un incendio devi fare subito il numero 115!”. Lo sanno tutti i bambini del-la scuola d’infanzia di Terragno-lo. E non è un semplice gioco o una sequenza di numeri a memo-ria. Questa riflessione, apparen-temente semplice, è il risultato di un percorso sull’elemento fuoco. E parlando di fuoco l’attività non poteva che prevedere la preziosa collaborazione dei V.V.F.F. opera-tivi e presenti sul territorio.Le maestre, attraverso gli ambiti educativi-didattici, hanno condot-to i bambini alla scoperta del fuoco, delle sue caratteristiche, dei vivaci movimenti e colori che da sempre affascinano l’uomo, dell’impor-tanza ed utilità, ma soprattutto dei

pericoli legati a questo elemento. Per farlo hanno coinvolto i nostri Vigili del Fuoco dimostrando reali possibilità di progettazione e con-testuale valorizzazione di risorse e competenze preziose e accessibili. Di spessore il percorso progettuale programmato e straordinario l’im-patto delle attività realizzate. Da pic-coli noi avevamo il draghetto Grisù, felice invenzione dei fratelli Pagot (già padri di Calimero), che prende-va proprio il nome dal temutissimo “proto-carburo di idrogeno”. Drago avvampatore che contravvenendo le leggi della natura e incurante della disperazione del padre, dichiarava il suo grande desiderio: “Da gran-de farò il pompiere!”. I nostri picco-li hanno conosciuto, invece, la ma-scotte Dino (Bodo, per l’occasione, come un loro amato personaggio della fantasia). Dino/Bodo è venu-to proprio a scuola a prenderli per accompagnarli alla scoperta del fuo-co e di chi il fuoco riesce a domi-narlo. D’effetto il corteo, aperto dal pick-up del Vigili, che si è snoda-to festante per le vie del paese alla volta della caserma. Lì i piccoli, stu-piti ed emozionati, come la grande mascotte, hanno visto l’equipaggia-mento dei nostri “custodi del fuo-co” e ne hanno indossato caschi e divise.

Arriva il comandante…

È stato poi il comandante Marco Lanaro che, con notevole perizia e disponibilità, ha guidato i piccoli a visitare la caserma e a salire, con l’aiuto di altri volontari, sulle au-topompe. Tutto sembra procedere per il me-glio, ma Dino/Bodo inizia a ma-nifestare un’evidente irrequietez-za: fuoco e fumo sul piazzale! Per fortuna ci sono i pompieri che prontamente lo spengono con l’e-stintore e la lancia. I piccoli sono elettrizzati. Parlano, raccontano e disegnano la loro meraviglio-sa ed affascinante esperienza. Po-chi giorni per decantare emozioni (forti) e conoscenze (tante) ed ecco di nuovo i nostri vigili a scuola… ancora fumo e fuoco!Scatta l’allarme. Sono le 10.15 di una qualsiasi giornata di scuola. I bimbi fanno la catena e, tenendo-si per mano, raggiungono il pun-to di raccolta. Giusto il tempo per l’arrivo dei Vigili immediatamente accorsi a salvare i nostri piccoli, la loro scuola e a domare l’incendio. Ottima simulazione. Eccitazione alle stelle. Si può insegnare anche così; si può apprendere anche privilegiando un processo d’insegnamento-appren-dimento che restituisca al bambi-no il ruolo di protagonista consa-pevole e attivo interlocutore. Ed è attraverso queste esperienze che si promuove la cultura della sicu-rezza e l’interiorizzazione di atteg-giamenti corretti e comportamen-ti responsabili verso quel “frate focu… bello et iocundo et robu-stoso et forte”.

Gianni Bais

SCUOLE DELL’INFANZIA scuola dell’infanzia provinciale - Terragnolo

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40 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Il Museo Civico di Rovereto (MCR), da anni impegnato nella forma-zione di insegnanti, con particolare attenzione alla didattica informale delle scienze e delle tecnologie, ha organizzato un campo estivo residen-ziale, Science Summer Camp (SSC), per studenti con ottimo profitto. Sono stati organizzati due turni, nella seconda metà di agosto 2012, rivolti a studenti provenienti da tutte le regioni italiane, che avevano ap-pena frequentato il terzo o il quarto anno di scuola secondaria di secon-do grado. Ad ogni turno sono stati ammessi ventiquattro studenti, ospitati in due strutture residenziali dotate di laboratori e aule didatti-che, il Maso San Giuseppe e l’Antica Segheria di Terragnolo.

SCIENCESummer Camp 2012

Ricercatori non si nasce ma si può diventare

Lo sviluppo delle tecnologie e le scoperte scientifiche plasmano, in modo irreversibile, il nostro am-biente, condizionando anche l’e-voluzione culturale dei popoli. La comprensione corretta delle rela-zioni negli ecosistemi e dei feno-meni fisici e chimici, appartenen-ti all’esperienza quotidiana, è parte essenziale della formazione cultu-rale di futuri cittadini, che costrui-scono il loro pensiero per collocarsi attivamente nella società. Diventa indispensabile conferire all’insegna-mento delle scienze un’impostazio-ne non nozionistica, che superi l’e-pistemologia positivista e fornisca agli studenti gli strumenti mentali per osservare, investigare, scoprire.

La selezione dei partecipanti

Per prendere parte a Science Sum-mer Camp 2012 era richiesta ad ogni studente una lettera o un vi-deo di presentazione, in cui de-scrivere studi e interessi cultura-li, sportivi, artistici, lingue parlate, partecipazioni a progetti, soggior-ni all’estero, attività di volontaria-to, gare ed in cui esplicitare la mo-

tivazione a partecipare al campus e le relative attese. Era richiesta anche una lettera di presentazione inviata dalla scuola di provenienza. Dopo la selezione, i partecipanti sono stati suddivisi in quattro squadre, etero-genee per genere e per provenienza territoriale. Ogni squadra è stata or-ganizzata in tre coppie, ognuna do-tata di un portatile con i software necessari per raccogliere ed elabora-re i dati degli esperimenti.

Le attività

Progettazione, organizzazione e conduzione scientifica delle atti-vità sono state curate da operato-ri del MCR con la collaborazione di esperti della Commissione Ita-liana per l’Insegnamento della Matematica (CIIM). Gli studen-

ti hanno lavorato con l’aiuto di tu-tor del MCR. Non erano richieste nozioni scientifiche enciclopediche, ma è stata messa alla prova la capa-cità di osservare, porsi e porre do-mande, rilevare problemi, descri-vere, confrontare, elaborare ipotesi e spiegazioni di fenomeni concre-ti, progettare esperimenti per veri-ficare le proprie ipotesi; interpreta-re fenomeni collegati alle esperienze proposte; effettuare stime e misu-re; utilizzare strumenti tecnologici avanzati; rappresentare con grafici i dati raccolti, ma anche ricavare in-formazioni da grafici; fare sintesi tra informazioni provenienti da diver-se fonti; analizzare e interpretare gli eventuali errori; usare terminologia specifica nelle comunicazioni.

Quattro situazioni sperimentali

Sono state proposte agli studenti quattro situazioni sperimentali: l’os-servazione di sedimenti utilizzando lo stereomicroscopio, l’analisi del comportamento di alcuni animali, il disegno della curva dendrocrono-logica degli alberi, l’individuazione della presenza, nel primo sottosuo-lo, di reperti archeologici, utilizzan-do attrezzature geofisiche specialisti-che. L’associazione Mensa ha messo a disposizione del progetto venti-quattro borse di studio. La coper-tura economica degli altri parteci-panti è stata garantita dal MCR e da

LA SCUOLA AL MUSEO Museo Civico di Rovereto - MCR

Provenienza regionale

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41n. 9-10 settembre-ottobre 2012

enti locali. Durante la restituzione finale dei lavori, mentre apprezzavo l’alternarsi dei diversi accenti regio-nali man mano che si alternavano i relatori, ho constatato la coerenza del progetto con quanto definito nei Piani di Studio Provinciali.

Il legame con i Piani di Studio Provinciali

Lo sviluppo di competenze non può, infatti, prescindere da espe-rienze di laboratorio, che consen-tono di dare risposte a domande e che richiedono una successiva, al-trettanto importante, fase di con-cettualizzazione, perché si giun-ga all’elaborazione di teorie valide dal punto di vista scientifico. Spes-so incontro insegnanti, di diversi ordini di scuola, che si pongono il problema di come favorire lo svi-luppo di alti livelli di competenze scientifiche in studenti che mani-festano particolari interessi e atti-tudini alla ricerca.

Sviluppare competenze in ambito scientifico

Un’altra preoccupazione dei colle-ghi è riuscire a proporre agli stu-denti i numerosi temi che si trovano esposti nei libri di testo scolastici. Il progetto SSC fornisce una risposta a molte questioni legate alla didat-tica delle scienze, dimostrando, in-nanzitutto, che la chiave di volta necessaria per un efficace apprendi-mento delle scienze consiste in un diverso approccio allo studio. Non occorre conoscere tante informa-zioni. È importante assumere un atteggiamento scientifico e orien-tarsi con senso critico tra le varie informazioni… E se essere compe-tente vuol dire affrontare e risolve-re, con autonomia e responsabilità, situazioni problematiche comples-se e nuove, utilizzando conoscenze, abilità e capacità di lavorare anche in gruppo, la proposta del MCR ha dimostrato che è possibile sviluppa-re competenze in ambito scientifico riducendo il tempo da dedicare alla trattazione di un dato argomento perché si è dato spazio alla labora-torialità, alla ricerca, alla scoperta, che coinvolgono, motivano e favo-riscono la comprensione.

I commenti dagli studenti

Tutto ciò trova riscontro nei bre-vi positivi commenti lasciati dagli studenti al termine del percorso.

Ne cito alcuni significativi perché mettono in evidenza come l’espe-rienza sia considerata molto di-stante da quanto avviene quotidia-namente a scuola e utile anche per le relazioni che si sono costruite: “Mi è piaciuta più che altro la diffe-renza che ho notato tra questa espe-rienza e il solito apprendimento scola-stico, dove non si impara “per scoperta” come invece abbiamo fatto noi” “Chiedo solamente, qualora orga-nizzaste altri camp, di inserire nel sito del Museo una graduatoria con i nomi dei ragazzi/e partecipanti. Ciò permette ai partecipanti di cercarsi su facebook twitter e in tal caso co-noscersi prima. Noi abbiamo fatto ciò appena rientrati a casa creando un gruppo su facebook dove possia-mo incrementare le nostre amicizie e tenerci in contatto sempre”“Paleontologia, dendrocronologia, geofisica e neuroscienze sono ambi-ti scientifici extrascolastici e interes-santi, ideali per mettere i ragazzi in contatto con qualcosa di altrettanto nuovo come la ricerca sul campo”.

Contributo alla didattica delle scienze

ll progetto Science Summer Camp (SSC) ha dato un contri-buto alla riflessione profonda sul-la didattica delle scienze che da qualche anno coinvolge i docenti trentini e che dovrebbe approda-re anche alle case editrici, affinché nozionismo e dogmatismo cedano il posto a investigazione e scoper-ta anche per i tanti studenti che af-frontano ogni giorno la scuola con minor profitto e che potrebbero trovare motivazione e coinvolgi-mento in attività di ricerca e spe-rimentazione, attribuendo un sen-so a ciò che viene loro proposto e richiesto.

Antonia RomanoIPRASE

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42 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

eventi

Workshop – Peer Learning Assessment

La scuola è un’organizzazione che apprende? Il Dirigente scolastico e la gestione delle risorse umane nella scuola

Venerdì 26 ottobre 2012Sede: Aula Magna -Palazzo dell’Istruzione via Gilli 3, Trento

PROGRAMMA8.30 Registrazione partecipanti 9.00 Saluti autorità:

Marta Dalmaso, Assessore all’Istruzione e SportMarco Tomasi, Dirigente generale Dipartimento della conoscenza

9.15 Presentazione workshop: Beatrice de Gerloni, Direttrice Iprase (Trento)

Sezione I Gestire e sviluppare le risorse umane nella scuola. Introduce e modera: Arduino Salatin 9.30 - 10.15 La scuola è un’organizzazione capace di apprendere. Per una gestione efficace delle risorse umane e degli inter-

locutori. Franco Civelli, Presidente Emme Delta Consulting 10.15 - 10.45 Gli strumenti “per” gestire, organizzare, valorizzare, valutare. Vito Piccinni, partner Emme Delta Consulting 10.45 Coffee Break Sezione II Esperienze e Confronti. Introduce e modera: Arduino Salatin 11.00 1. Gestire il turnover e realizzare un efficace accompagnamento dei neo inseriti.

Presentazione del tema: Lauro Mattalucci, esperto in formazioneEsperienza di riferimento: dott.ssa Simona Ragazzini Direzione risorse umane/Selezione e Sviluppo Camst scarlDiscussant: Roberto Trolli, Dirigente scolastico I.C. Cembra2. Valorizzare le differenze e promuovere l’identità dell’istitutoPresentazione del tema: Renato Anoè, già ispettore tecnico del MIUREsperienza di riferimento: prof. Davide Chiappelli, Dirigente scolastico Istituto Comprensivo – Castelnuovo Rangone (Mo)Discussant: Lorenzo Pierazzi, Dirigente scolastico I.C. Arco 3. Gestire la delega e valorizzare il teamPresentazione del tema: Vito Piccinni, Emme Delta ConsultingEsperienza di riferimento: prof. Omer Bonezzi, Dirigente scolastico Direzione Didattica di Vignola (Mo)Discussant: Laura Zoller, dirigente scolastico ITT Marconi di Rovereto

13,15 Lunch breakSezione III Lavori in gruppo. Introduce: Arduino Salatin 14.15 Lavori in gruppo (Sessioni parallele)

1. Gestire il turnover e realizzare un efficace accompagnamento dei neo inseritiIntroduce e coordina Lauro Mattalucci, esperto in formazione2. Valorizzare le differenze e promuovere l’identità dell’istitutoIntroduce e coordina Renato Anoè, già ispettore tecnico del MIUR3. Gestire la delega e valorizzare il teamIntroduce e coordina Vito Piccinni, Emme Delta Consulting

16.15 Presentazione prodotto dell’attività dei gruppi - a cura dei 3 coordinatoriPlenaria

16.45 Intervento dott. Mario Dutto, già dirigente generale del MIUR e coordinatore scientifico del programma di formazione Diorigenti scolastici per il Centro di formazione di Rovereto.17.15-17.30 Conclusione lavoriIscrizione da effettuarsi sul sito di Iprase www.iprase.tn.it.

17.15 Conclusione lavori

Iscrizione da effettuarsi sul sito di Iprase www.iprase.tn.it. Per informazioni: Desj Carli ([email protected]., tel. 0461-494360) Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di frequenza.

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43n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Iscrizione da effettuarsi sul sito di Iprase www.iprase.tn.it. Per informazioni: Desj Carli ([email protected]., tel. 0461-494360) Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di frequenza.

Workshop

LEGGERE, SCRIVERE, FAR DI CONTO E POI?COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA E CURRICULA

DEL PRIMO E SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE Giovedì 15 novembre 2012

Sede: Palazzo dell’Istruzione Via Gilli 3, Trento

8.30 Registrazione dei partecipanti9.00 Saluti delle autorità - Marta Dalmaso, Assessore Provinciale all’Istruzione e allo Sport9.15 Presentazione del workshop - Beatrice De Gerloni, direttrice Iprase (Trento)SEZIONE I – LE COMPETENZE ChIAVE DI CITTADINANZA: QUADRO DI RIFERIMENTO

Introduce e modera: Arduino Salatin, Preside IUSVE (Venezia)9.30 Sviluppare le competenze di cittadinanza: contesti, scenari evolutivi e questioni emergenti

Anna Maria Ajello, ordinario di psicologia dell’educazione e dello sviluppo, Università di Roma “La Sapienza”Le competenze chiave nei nuovi piani di studio provinciali per il primo cicloCarlo Petracca, esperto, già dirigente generale MIUR e Direttore USR Abruzzo

10.45 Coffee-breakSEZIONE II - LE LEZIONI DELL’ESPERIENZA: CONFRONTI TRA IL TRENTINO E ALTRE REGIONI ITALIANE

Introduce e modera: Cristiana Pauletti, coordinatrice ISRE (Venezia)11.10 Competenze chiave e discipline nella costruzione dei curricula scolastici

Presentazione del tema: Luciano Rondanini, dirigente tecnico MIUR, USR – Emilia Romagna, Reggio EmiliaEsperienza di riferimentoMarco Zambelli, dirigente scolastico - Istituto Pascal di Reggio EmiliaEnzo Zecchi, insegnante – Progetto Lepida Scuola di Reggio EmiliaDiscussant: Marco Felicetti (dirigente I.C. Cavalese)

Progetto FSE 2007 – 2008, P.O. Ob. 2, Asse IV, ob. spec. H Modellizzazione e sperimentazione dei nuovi piani di studio fortemente ancorati all’obiettivo del rafforzamento della qualità dei percorsi di formazione/apprendimento in stretta connessione con le esigenze provenienti dal mercato del lavoro. L’operazione riceve un sostegno finanziario da parte del Fondo sociale europeo in quanto è stata selezionata nel quadro del Programma Operativo Fondo sociale europeo 2007 2013 della Provincia autonoma di Trento.

Le competenze di cittadinanza nell’obbligo di istruzionePresentazione del tema: Maria Grazia Accorsi, Studio Accorsi, BolognaEsperienza di riferimento, Daniela De Zan, insegnante, ISIS”PAOLO SARPI”. PordenoneDiscussant: Antonia Zamboni (dirigente Liceo Maffei, Riva del Garda)L’acquisizione delle competenze di cittadinanza tra scuola e territorioPresentazione del tema: Franco Azzali, docente IUSVE (Venezia)Esperienza di riferimento, Serenella Perotti, dirigente scolastico IC Stefanini - Progetto QWERT di Treviso (http://qwert.ulss.tv.it/per-saperne-di-piu/)Discussant: Mirella Florian (dirigente Istituto “Ladino di Fassa”)

13.30 Lunch breakSEZIONE III14.30 LAVORI DI GRUPPO (SESSIONI PARALLELE DI APPROFONDIMENTO A PARTIRE DAI CASI

PRESENTATI)1) Competenze chiave e discipline nella costruzione dei curricula scolastici, Introduce e coordina: Luciano Rondanini2) Le competenze di cittadinanza nell’obbligo di istruzione, Introduce e coordina: Maria Grazia Accorsi3) L’acquisizione delle competenze di cittadinanza tra scuola e territorio, Introduce e coordina: Franco Azzali

16.3017.30

Presentazione degli esiti dei lavori di gruppo a cura dei 3 coordinatoriDiscussione plenaria Conclusioni - Anna Maria Ajello – Arduino Salatin

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44 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Progetti e spettacoli

teatro musicaleProgetto didattico “Il teatro dei suoni” - La Ballata del re silen-zioso Fascia d’età: bambini della scuola dell’infanzia (3-6 anni)Il progetto ha come obiettivo prin-cipale un contatto precoce con il mondo del teatro musicale e preve-de: un percorso didattico sull’ascol-to dei suoni rivolto agli insegnan-ti, con lavoro in classe supportato da docenti delle scuole musicali del territorio trentino, la messa a di-sposizione di materiali di lavoro, la visione dello spettacolo musica-le prodotto appositamente per un pubblico di bambini dai 3 ai 6 anni.As.Li.Co-Opera Domani – “Der fliegende Holländer”Coproduzione di un opera Wa-gneriana per giovane pubblico Fascia d’età (6-13 anni)Il progetto si aprirà con una gior-nata preparatoria, dedicata agli in-segnanti. Successivamente ai do-centi sarà chiesto di condurre, con i loro alunni, attività creative preli-minari all’ascolto dell’opera lirica. Gli alunni interverranno con canti e azioni sceniche che saranno par-te integrante dello spettacolo che si terrà il 21 e 22 maggio.teatro ragazziScappo a teatroFascia d’età (10-17 anni)Quattro proposte di spettacolo che si distinguono per fasce d’età e per tematiche quali:- l’apprendimento della lingua in-glese con lo spettacolo “Sherlock

proposteLA SCUOLA A TEATRO

Un percorso pensato per facilitare l’accesso al teatro di nuovi utenti, dai più piccoli agli adulti.Approfondimenti e materiale didattico riferiti ai percorsi e alle propo-ste didattiche sono reperibili all’indirizzo web www.iocentro.net.

IOCENTROIl Centro S. Chiara per le scuole

Holmes” della Compagnia Play Group (14 dicembre 2012) con un laboratorio gratuito per gli in-segnanti di lingua inglese;- l’idea di futuro, con “Somari”, della Compagnia Kilodrammi, (25 gennaio 2013) affiancato dal labo-ratorio “E io dove vado” condotto da Maria Consagra e gli attori del-la Compagnia;- le dipendenze, con “Giovani Spiriti” della Compagnia La Pul-ce – PKD (20 febbraio 2013 ) al quale seguirà un confronto tra ra-gazzi, attori e un operatore dell’A-zienda Sanitaria della Provincia di Trento - Servizio Alcologia;- l’equilibrio e salvaguardia dell’am-biente con “La grande foresta” spettacolo della Compagnia Thalas-sia Teatro e successivo laboratorio in collaborazione con il Museo delle Scienze di Trento (5-6 marzo 2013).scappo a danzaFascia d’età (13-20 anni)Tre proposte di danza rivolte ai ragazzi: - “Nik” - lecture demonstration su Alwin NiKolais ( possibilità di La-boratorio Master Class “Il pensiero del gesto”, con la danzatrice Simona Bucci; (29.30 novembre e 1 dicem-bre 2012) a cura del CID Centro In-ternazionale della Danza di Rovereto- “Circhio lume” preceduto da un incontro della compagnia con i ra-gazzi del Liceo Coreutico di Tren-to sulle poetiche e l’approccio alla danza da parte dei danzatori della compagnia;- “Trajectory” della UCSB Dance Company. Possibilità di un Labora-torio Master Class di danza contem-

poranea con la tecnica Limòn curato dal CID Centro Internazionale della Danza di Rovereto e dal liceo Musica-le e Coreutico F. Bonporti di Trento.stagione di prosaQuest’anno la Stagione di Prosa del Centro S. Chiara presta una particolare attenzione alla contem-poraneità. Per facilitare la scelta degli spettacoli (proposti alle scuo-le sia con abbonamenti a 5 o a 8 spettacoli, sia attraverso l’acqui-sto di biglietti) vengono suggeriti percorsi culturali, attraverso aree tematiche diversificate e legate ai programmi scolastici. i percorsi culturali della stagioneLa Storia siamo NoiQuattro spettacoli teatrali per sfo-gliare pagine importanti della nostra storia moderna contemporanea: Italianesi di Saverio La Ruina (31 gennaio e 1 febbraio)Il Principe di Homburg di von Kleist (7-10 febbraio)History Boys di Alan Bennet (4-7 aprile)Esequie Solenni di Antonio Taran-tino (12-13 aprile)I Classici rivisitati Cinque grandi classici che presen-tano riscritture testuali e sceniche:Radio Argo sull’Oresteia (20-21 no-vembre)Le Troiane di Euripide (6-9 dicembre)Il Principe di Homburg di von Kleist (7-10 febbraio)Hedda Gabler di Ibsen (28 febbra-io- 3 marzo)Il Ventaglio di Goldoni (18-21 aprile)Adattamenti letterariDue spettacoli nati dall’adatta-mento di romanzi:Colazione da Tiffany di Truman Capote (15-18 novembre)Oscura Immensità di Massimo Car-lotto (21-24 febbraio)Le convenzioni e la società mo-dernaTre spettacoli all’insegna dello hu-mour britannico e della società:Due di Noi di Michael Frayn (24-27 gennaio)Servo di Scena di Ronald Harwood (21-24 marzo)History Boys di Alan Bennet (4-7 aprile)Il valore e la percezione dell’ope-

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45n. 9-10 settembre-ottobre 2012

ra d’arte (e dell’amicizia)Spettacolo di apparente satira sull’arte contemporanea che af-fronta in chiave tragicomica il tema dell’amicizia:Art di Yasmina Reza (14-17 marzo) Tendenze ProsaTre spettacoli di regia contempora-nea che rappresentano alcune ten-denze importanti della scena italiana: Un Tram che si chiama Desiderio, regia di Antonio Latella (15-16 gennaio)Trilogia degli Occhiali, regia di Emma Dante (12-13 febbraio)La semplicità ingannata, regia di Marta Cuscunà (25-26 marzo)

La FormazionePer supportare e sviluppare i temi proposti nella Stagione di Prosa di quest’anno il Centro propone per-corsi di approfondimento per gli insegnanti e per i gruppi classe:Per gli insegnanti: presso il Centro S. Chiara, due incontri-laboratorio sugli spettacoli della stagione tenuti da un critico teatrale e docente dello spettacolo dal titolo: “Metodo di let-tura e analisi dello spettacolo”. I la-boratori si terranno nei mesi di no-vembre e gennaio-febbraio (al lunedì o al giovedì) in date da concordare e saranno attivati con un numero mi-nimo di 10 insegnanti.Per gruppi classe: - presso gli Isti-tuti, su prenotazione, per un mi-nimo di due/tre classi, nei mesi di ottobre-dicembre, conferenza di presentazione e approfondimento della Stagione con supporto video, dal titolo “Linguaggi del teatro contemporaneo”. Per un minimo di due/tre classi.- in teatro, nei pomeriggi dei gior-ni di spettacolo (il venerdì pome-riggio o, per spettacoli con due repliche, il secondo giorno di spet-tacolo), si terranno alcuni “In-contri sugli spettacoli”, tenuti da esperti di teatro e, se disponibili, con le Compagnie ospiti.

Prenotazioni e informazioni.Ufficio Attività di Formazione, presso il Centro Servizi Culturali S.Chiara di Trento, Tel. 0461 213815/821, dal lunedì al venerdì 8.30-12.30.email: [email protected]

SAN MARCOAl teatro con le quisquilie

La rassegna della stagione 2012/2013 al teatro S. Marco di via San Ber-nardino, 8 a Trento propone alle scuole 18 spettacoli dal 5 novembre 2012 al 24 aprile 2013 e altre tre attività sul teatro diversificate per classi.

GLI SPETTACOLI

Lunedì 5 nov. ’12-10,15: Biancaneve (primaria )Venerdì 9 nov. ’12-10.15: Nella vecchia fattoria (scuole infanzia e primaria)Martedì 13 nov. ’12-11.00: Orlando in Technicolor (secondaria di 2° grado)Venerdì 23 nov. ’12-9/11/21: Sotto Spirito (classe III secondaria di 1° e 2° grado)Lunedì 26 nov. ‘12-10,15: La Picco-la Orchestra Lumière e il Pubblico (cl. III, IV, V primaria. I e II secondaria 1° grado) Giovedì 17 e venerdì 18 gennaio 2013 – 9/11: Fuga Da Auschwitz (cl. III se-condaria 1° e 2° grado)Sabato 19 gen. 2013 - 9/11/21: Fuga Da Auschwitz (classe III della seconda-ria di I grado e secondaria di II grado )Lunedì 28/29 gen. ’13 - 11: Si trattava della pace ( cl. III, IV,V primaria, cl. I e II secondaria di 1°grado )Giovedì 31 gen. /venerdì 1 feb. ’13 – 10,15: L’isola che c’è (sc. infanzia, cl. I, II, III primaria)Lunedì 4 feb. ’13 – 10,15: Il segreto dei monti pallidi (cl. IV,V primaria, I e II se-condaria di 1° grado)Martedì 19 feb. ‘13 – 9/11: La Man-dragola (secondaria 2° grado)Martedì 26/mercoledì 27 feb. - 10,15: I Giovani d’oggi (secondaria 1°grado)Lunedì 4/martedì 5 marzo - 10,15: The Great Gulliver Show (sc. infanzia,

classi I, II, III primaria)Giovedì 14 marzo – 9,30 e 20,30: Vita di Galileo (secondaria 2°grado)Lunedì 18/martedì 19 marzo 10,15: Cuore di Pezza (cl. IV, V primaria e I se-condaria 1°grado)Giovedì 21 marzo – 10,15: Rossini Jazz Remix (cl. III, IV e V primaria e classe I secondaria 1°grado)Martedì 16 aprile - 10,15 / 08,45: Pi-ratesse (sc. infanzia e primaria)Giovedì 18/venerdì 19 aprile - 10,45: Il Giorno della Civetta Vent’Anni Dopo (secondaria 2° grado)Mercoledì 24 aprile – 10,15: Il Gioco delle Parti (secondaria 2° grado)

ALTRI PROGETTI

Alla scoperta del teatroUna “visita guidata” davvero speciale per capire “come funziona” il teatro!Un libro per amicoÈ un programma TV per ragazzi che si sfideranno a suon di libri!Mangiafuoco 2013Un progetto attraverso il quale classi o gruppi di classi della scuola primaria e secondaria di primo grado realizzano uno spettacolo con soggetto e dramma-turgia originali

INFORMAZIONI: web: www.teatrosanmarco.ite-mail: [email protected]

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46 n. 9-10 settembre-ottobre 2012

SEgNALIAMO

il libro

46

Scheda

LA STORIA DI UN “MAESTRI-NO” dalla Val Tiberina alla Val di Fiemme. Questa è la storia di un “ma-estrino” (così impropriamente si auto-definisce), diventato un esempio di vita per intere generazioni di ragazzi, poi diventati uomini, anche sulla spinta dei suoi insegnamenti e del suo messaggio di civiltà. È il maestro Felice Acquisti, nato nel 1940 ad Anghiari, in provin-cia di Arezzo, splendido borgo medieva-le reso famoso dalla omonima battaglia del 1440, consegnata alla storia anche grazie allo straordinario, drammatico dipinto di Leonardo Da Vinci…

Felice Acquisti – “Sono nato in un borgo medioevale: Anghiari (Arezzo) che s’innalza su uno sperone, un co-cuzzolo tra il torrente Sovara e la Val Tiberina. “…Per non raccontare altri episodi della mia vita, che potrebbero annoiare, termino l’autobiografia con la mente rivolta a Cavalese (Il lavo-ro, la mia maturazione, la famiglia, la casa, la salute, la serenità, il rispetto) ed il cuore che batte per il mio paesel-lo natio.”

Felice Acquisti, LA STORIA DI UN “MAESTRINO” dalla Val Tiberi-na alla Val di Fiemme. Trento 2012, pagine 322

“Il libro si può trovare presso le libre-rie di Anghiari e di Cavalese e viene consegnato mediante un’offerta in de-naro, la cui raccolta viene devoluta in beneficenza per due omaggi di pub-blica utilità ai Comuni di Anghiari e Cavalese”

“MAESTRINO”Una storia, in tempi di concorso…

“Un viaggio, una vita lunga, in complesso fortunata, che è scorsa da un borgo medioevale toscano: Anghiari, lungo diversi paesi montani della Val-le di Fiemme fino al suo centro: Cavalese nel Trentino, allora lontanissimo dalle mie radici e dalle mie aspettative da ragazzo, da studente. Vivendo nel periodo storico del dopoguerra, anni cinquanta e sessanta, vi era una generale miseria, diffusa in tutta Italia con molta incertezza per i giovani, per l’occupazione giovanile che spingeva molti miei paesani e coetanei ad emigrare sia nelle regioni italiane che all’estero, specialmente in Francia, in Svizzera o in Germania, per cercare un’occupazione. Pensavo di sfrut-tare il diploma magistrale cogliendo l’occasione, verificatasi poi molto po-sitiva, della probabile, possibile vincita al concorso magistrale nel Trenti-no, però nel Nord, lontano dal mio caro paese, dai miei amici, dalle mie tradizioni affettive. Riuscivo, con il superamento del concorso, a realizzare finalnente il mio sogno per un lavoro sicuro, per tutta la vita, pur essendo timoroso ad affrontare l’impegno della professione di insegnante elementa-re, in località sconosciute, molto diverse per ambiente e cultura dalla mia Toscana”. (pagina 15)

Una generosa storia di vitapp. 11-13“La prima parte raccoglie le par-ticolarità del paese d’origine (An-ghiari), con tanti ricordi d’infanzia e una avvincente serie di immagi-ni scolpite nella storia personale dell’autore: episodi, fatti, racconti che fanno sorridere il cuore e rie-mergere la nostalgia di tempi lonta-ni, rimasti indelebili nella memoria e tramandati ai giovani perché ne facciano un motivo di conoscenza e di rispetto. Balzano così in primo piano le tradizioni, i giochi di una volta, la vita di campagna, il primo approccio con la scuola, le usanze, i passatempi, le feste contadine, an-che qualche scappatella dettata da-gli stimoli, a volte incontrollati, della giovane età, gli insegnanti, l’o-ratorio della domenica lo sport… […] E poi le scuole superiori a San Sepolcro, in Alta Valtiberina, il di-ploma di maestro, il “Cardellino Guzzi” regalatogli dal padre nel 1960, due anni prima della sua pre-matura scomparsa. E ancora l’ini-zio dell’insegnamento il 7 gennaio

1962, le supplenze e quindi, final-mente, il primo incarico annuale nella sede del Ponte alla Piera.Ma il destino aveva scritto che il maestro Acquisti sarebbe arrivato in Trentino. E così è stato, dopo la sua partecipazione al concorso-magistrale di Trento, la prova d’e-same, la conquista del posto fisso, la scelta di Lago di Tesero, dovu-ta anche al fatto di poter contare sull’ospitalità di una conoscente e di una famiglia amica.

A questo punto inizia la seconda parte del libro, che offre all’auto-re l’occasione ideale per parlare di questa nuova terra, dei suoi paesi, della sua economia, del territorio e delle tradizioni, della Magnifi-ca Comunità, andando a conosce-re anche storie dai risvolti ancora indefiniti (la vicenda della Mene-ghina di Capriana, tanto per fare un esempio) o vivere fatti dram-matici, come la immane tragedia di Stava del 19 luglio 1985. A Ca-valese ha vissuto ininterrottamen-te dal 1966, con la parentesi di un

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anno a Masi e di un paio di stagio-ni ancora al Ponte della Piera, per stare vicino alla madre malata. Qui ha trovato l’amore (si è sposato nel 1968) e in questo paese ha avuto modo di vivere un’esperienza di vita lunga e per molti aspetti indi-menticabile. Sono raccconti preci-si, puntuali, circostanziati di fatti, avvenimenti, episodi, personaggi, esperienze raccontate in modo fre-sco e brillante, con dovizia di par-ticolare e con il gusto di chi sen-te di essere diventato testimone di qualcosa di suo, anche se destina-to a diventare patrimonio di tutti. Qui il maestro Acquisti è diventa-to uno di noi… […]Poi, al termine dell’anno scolastico 2000/2001, dopo 40 anni di inse-gnamento (33 dei quali in val di Fiemme), l’addio alla scuola e la meritata pensione, con l’emozio-ne di chi vede chiudersi una im-portante parentesi di vita vissuta, i messaggi, i regali, il commiato, gli auguri, qualche lacrima repres-sa a fatica. Ma la storia del maestro Acquisti non si è fermata qui, vi-sto che ha continuato a documen-tare in modo concreto la propria, straordinaria disponibilità perso-nale, offrendo una impegnata, di-sinteressata, volontaria collabo-razione nel sociale, in particolare presso il Centro di Salute Menta-le e con l’Anffas. E’ la generosità di un uomo che non conosce confi-ni e che continua tuttora. La men-te a Cavalese, un pezzetto di cuo-re ad Anghiari. Una storia tutta da leggere e da gustare fino in fondo.”

Mario Felicetti,giornalista

Le parole per dirlo…pag. 15-16

“Dalla Val Tiberina (Arezzo) alla Val di Fiemme (Trento)

“Vivendo o lavorando in piccoli centri montani: Castello di Fiemme, Lago di Tesero, Capriana, Masi di Cavalese, Cavalese, che assomiglia-vano alle frazioni di campagna, allora popolate, di Anghiari, un po’ iso-late, un po’ chiuse, cercavo di superare il momento dell’ambientazione, dei rapporti sociali nuovi, dedicandomi soprattutto al mio impegno sco-lastico, che era gratificante per il rispetto da parte delle persone e per il lavoro riconosciuto dagli scolari, dai loro genitori e dai superiori scola-stici. Contemporaneamente mi mancavano, soprattutto durante i primi anni, il comportamento scherzoso, burlone dei miei amici e della gente anghiarese, con le chiacchiere paesane e quelle ironiche delle macchiette simpatiche, insieme alle tradizioni storiche, alle usanse a cui ero affezio-nato fin da bambino. Sono tanti i fotogrammi conservati nel mio cuo-re e nella mia mente durante gli anni scolastici, sia in Toscana che nel Trentino, per cui, da poco tempo, finchè mi assiste la memoria, ho deci-so di raccontare una semplice, ma significativa storia di un giovane in-segnante di montagna, con il suo impegno ed amore per gli scolari, sen-za pretendere di insegnare qualcosa a qualcuno. Così aneddoti, ricordi, riferimenti storici specie ad Anghiari e a Cavalese, con il lavoro scolasti-co, sono degli sprazzi di luce che evidenziano la bella e gratificante pro-fessione di un maestro che, dalla sua Anghiari si è trasferito, come forse Qualcuno ha voluto, in Val di Fiemme.”

p. 322

“Durante il pensionamento, fino a 70 anni, davo le ripetizioni a qualche scolaro delle elementari ed a qualche studente delle medie e, su suggerimento del mio ex dirigente scolastico, per un breve periodo segui-vo una bimba tunisina, frequentante la prima media, per approfondire l’italiano in cui rivelava molte lacune, ma anche scarso impegno, meri-tando risultati insoddisfacenti.Adesso continuo a seguire gli utenti del laboratorio sociale, perché ti re-galano la serenità, poi si affezionano tanto e, come testimonianza, ri-cordo solo un episodio accaduto recentemente: un giovane, frequentan-te il laboratorio, un giorno, mentre con la corriera stava arrivando dal suo paese a Cavalese per il normale servizio, intravvedendomi cammi-nare lungo un marciapiede, faceva subito dei segni con le braccia alza-te e con il sorriso sulle labbra per salutarmi. Sarebbe un bellissimo segno di maturità civile e sociale se i centri Anffas, presenti quasi dappertutto in Italia, fossero funzionanti, utilissimi alle famiglie dei giovani o meno giovani, diversamente abili, come qui nel Trentino, aiutati dalle istitu-zioni, in particolare provinciali, poi dagli istituti bancari, soprattutto dalle Casse rurali e dalla popolazione delle Valli.Per non raccontare altri episodi della mia vita, che potrebbero annoia-re, termino l’autobiografia con la mente rivolta a Cavalese (il lavoro, la mia maturazione, la famiglia, la casa, la salute, la serenità, il rispetto) ed il cuore che batte per il mio paesello natio (affetto, amicizia, attacca-mento alle tradizioni, l’ironia toscana, la memoria del passato povero, ma sereno, felice e ricco di aiuti reciproci).”

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presentano il ciclo di conferenze dal titolo:

“LE SFIDE DELL’ADOLESCENZA,TRA SCUOLA E FAMIGLIA”

presso l’Aula Magna del Liceo Classico ‘Giovanni Prati’

Via SS. Trinità 38 - Trento

18 ottobre 2012 - ore 17.00Adolescenti, genitori e società che cambiaProf. Carlo Buzzi(Docente di Sociologia delle generazioni e Direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, Facoltà di Sociologia, Università di Trento)

6 novembre 2012 - ore 17.00“Volevo essere una farfalla”. Un tempo sospeso fra infanzia e età adultaDott. Aldo Genovese(Neurologo e psicoterapeuta, responsabile del Centro di riferimento provinciale per iDisturbi del Comportamento Alimentare, APSS - Trento)

8 novembre 2012 - ore 17.30“Fragile e spavaldo”: l’adolescente di oggiProf. Gustavo Pietropolli Charmet(Psicanalista e psichiatra, già Docente di Psicologia Dinamica, Università Bicocca di Milano)

22 novembre 2012 - ore 17.00Crescere lottando, lottare crescendo: l’adolescente di fronte alle dif�icoltàProf.ssa Paola Venuti(Docente di Psicopatologia Clinica, Facoltà di Scienze Cognitive, Università di Trento)

26 novembre 2012 - ore 14.30EDUCAZIONE E SCUOLA NEL MONDO ANTICOLa scuola greca in età ellenistica - Prof.ssa Maria Pia Pattoni(Docente di Letteratura Greca, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia)L’educazione a Roma - Prof. Roberto Gazich(Docente di Letteratura Latina, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia)

5 dicembre 2012 - ore 17.00Studiare con metodo e gusto: missione impossibile? Ai giovani la s�idaProf. Rosario Mazzeo(Dirigente scolastico, autore di testi sul metodo di studio)

13 dicembre 2012 - ore 20.45L’adolescenza non è una malattiaDott. Osvaldo Poli(Psicologo e Psicoterapeuta)

Tutta la cittadinanza è cordialmente invitata.Il ciclo di conferenze è valido ai �ini dell’aggiornamento dei docenti.

Con il gentile contributo di:

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n. 9-10 settembre-ottobre 2012

L’Università degli Studi di Trento, l’Università degli Studi di Verona e C.I.R.C.L.E. (Centro Internazionale di Ricerca sul Cooperative Learning) organizzano il:

CONVEGNO COOPERATIVE LEARNING15 anni di Cooperative Learning and Cooperative Working in Italia e a Trento: incontro con i pionieri americani.

29-30 novembre 2012Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale via Verdi, 26 - Trento

Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale

Università degli Studi di Verona

RelatoriDavid Johnson University of Minnesota (Minneapolis, Mn)

Roger Johnson University of Minnesota (Minneapolis, Mn)

Robert Slavin Johns Hopkins University (Baltimore, Md)

Yael Sharan G.R.I.P. Tel Aviv

Michael Schratz Leopold-Franzens-Universitat, Innsbruck

Giorgio Chiari Università di Trento, Facoltà di Sociologia

Stefania Lamberti Università di Verona

Agostino Portera Università di Verona

Giorgio Albertini IRCCS, San Raffaele Pisana - Roma

Chairman: Giorgio Chiari Università di Trento

Traduttore: Daniel Cerrato

Segreteria ScientificaDipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Trento tel. 0461 281367-1322 fax. 0461 281348 [email protected]

www.unitn.it/evento/gcl2012

A metà degli anni ’90 arriva in territorio trentino una innovativa modalità di lavoro e di apprendimento che non solo rende più efficaci le attività e i prodotti dei partecipanti, migliorando altresì i ‘tempi di reazione’ degli stessi, ma ottimizza fortemente il Clima di Lavoro e di Apprendimento (Working Climate and Classroom Climate) con conseguenti positive ricadute nella sfera psicofisica di tutto il personale coinvolto in questi metodi (Mental Health Improvement).

Tale metodo si basa sul lavoro di piccoli gruppi, imitando la naturale acquisizione di nuovi comportamenti attuata dall’ambiente nel mondo reale, già oggetto di vasti studi e sperimentazioni durante il secolo scorso.

L’iniziativa proposta prevede un seminario-convegno su due giornate di incontri con alcuni padri fondatori di tale metodologia, giornate nelle quali oltre alla teoria si svolgeranno - già dalle prime battute - lavori pratici che coinvolgeranno tutti i partecipanti.

A quasi quindici anni dal primo Convegno organizzato dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale su finanziamento della Regione Trentino-Alto Adige (“Cooperative Learning: ricerca e formazione nella scuola e nel mondo economico”, Trento, 29 agosto1998), sembra opportuno fornire un’altra occasione di riflessione teorica e applicativa, un follow-up delle applicazioni della metodologia di Cooperative Learning in Italia e in Trentino.

Obiettivo principale del convegno sarà quello di raccogliere le testimonianze dei protagonisti, riguardo alle applicazioni realizzate nei vari ambiti educativi e imprenditoriali internazionali, i vantaggi e i risultati positivi riscontrati da un lato, le difficoltà e i limiti dall’altro, i suggerimenti, i progetti e le proposte da elaborare nel prossimo decennio.

con il supporto di

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16:30 Coffee Break

17:00 Cooperative Learning e Pedagogia Interculturale Agostino Portera

17:30 Fondamenti neuroscientifici del Cooperative Learning Giorgio Albertini

18:00 Cooperative Learning e gestione efficace dei conflitti: un progetto di Ricerca-azione Stefania Lamberti

18:30 Intervento di Giorgio Chiari sul tema Perché il Cooperative Learning e commiato

3. Educare i gruppi di Costruttori di pace - The Training of Peace_Making Groups coordinatori: David W. Johnson and Roger T. Johnson

4. Integrazione e conflitti nella cultura, nell’educazione e nel mondo del lavoro - Integration and Conflict in Culture, Education, and the Working World coordinatore: Agostino Portera

9:00 Potenziare la scuola: abilità cognitive e abilità sociali coordinatori: Robert E. Slavin and Nancy Madden

11:00 Coffee Break

11:30 L’integrazione degli stranieri a scuola coordinatore: Yael Sharan

13:30 Lunch Break

15:00 Educare i gruppi di Costruttori di pace coordinatori: David W. Johnson and Roger T. Johnson

17:00 Coffee Break

17:30 Integrazione e conflitti nella cultura, nell’educazione e nel mondo del lavoro coordinatore: Agostino Portera

19:00 Sintesi e Commiato Giorgio Chiari

E’ previsto il servizio di traduzione e interpretariato (dr. Daniel Cerrato).

Su richiesta verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per gli insegnanti è previsto l’esonero dal servizio ai sensi dell’art. 61 del CCNLS.

Per motivi organizzativi verrà richiesta la compilazione di una scheda di iscrizione da spedire preferibilmente via mail a QuiEdit, [email protected], allegando copia del pagamento effettuato.

La Quota di iscrizione al Convegno è di 30 euro (IVA compresa) per le 2 giornate, 20 euro per 1 giornata bonifico su IBAN IT 47 N 02008 11704 000012853538 (causale: Convegno Internazionale Trento 2012).

Programma29 novembre 201215 anni di Cooperative Learning e di Cooperative Working in Italia e a Trento: incontro con i pionieri americani - 15 years of Cooperative Learning and Cooperative Working in Italy and Trento: Meeting the American Pioneers

Aula Kessler, Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale, via Verdi 26 - Trento

9:00 Accoglienza e registrazione dei partecipanti

9:20 Saluti da parte del prof. Giuseppe Sciortino, direttore del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento e presentazione del Convegno

9:30 Il Cooperative Learning non morirà mai - Cooperative Learning will Never Die David W. Johnson e Roger T. Johnson

11:00 Coffee Break

11:30 Il progetto “Success for All” negli USA - The Project:“Success for All” in the USA Robert E. Slavin

13:00 Lunch Break

15:00 Cooperative Learning: pedagogia preziosa, pratica problematica - Cooperative Learning: Valued Pedagogy, Problematic Practice Yael Sharan

30 novembre 2012Vecchi e nuovi valori per un mondo migliore: esplorare il ruolo del Cooperative Learning - Old and New Values for a Better World: Exploring the Role of Cooperative Learning

Aula Kessler, Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale, via Verdi 26 - Trento

Sessioni di approfondimento

1. Potenziare la scuola: abilità cognitive e abilità sociali - School improvement: Cognitive and Social Skills coordinatori: Robert E. Slavin and Nancy Madden

2. L’integrazione degli stranieri a scuola - Integration of Foreigners at School coordinatore: Yael Sharan

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OFFERTA VARIA il convegno

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n. 9-10 settembre-ottobre 2012

VENERDì 23Ore 9,00 - Indirizzi di saluto Introduzione, Luigi Blanco - Presiede: Giuseppe Ferrandi9,30: Alessandro Cavalli, L’insegnamento della storia nelle aree di confine: problemi e prospettive

I sessione: Questioni confinarie tra storiografia e didattica10.00: Marco Cuaz (Aosta), L’insegnamento della storia locale nelle scuole valdostane10.20: Mauro Pitteri (Venezia), La nascita di un confine. La linea di Stato tra Falcade veneta e i domi-ni della Casa d’Austria10.40: Mario Albrigoni – Alessandra Ferraresi (Pa-via), Confini incerti, territori controversi, uomini con-tesi: Lomellino e Siccomario nel XVIII secolo* ore 11-11,15 Pausa caffè11.15: Franco Cecotti (Trieste), Confini adriatici: una sfida didattica11.35: Hans Heiss – Carlo Romeo (Bolzano), Aspet-ti dell’insegnamento della storia locale in Alto Adige11.55: Stefano Petrungaro (Regensburg), Il confine sfuggente: il caso dei Balcaniore 12,20: discussione* Pausa pranzo 13,00-14,30

Ore 14,30 - Presiede: Beatrice De Gerloni14,30: Irmgard Plattner, Der ent-grenzte Raum. Re-gionalgeschichte als sinnvoller Bezugsrahmen des Ge-schichtsunterrichts im europäischen und globalen Kontext

II sessione: Confini e didattica della storia: espe-rienze a confronto 15: Sami Adwan (Bethlehem), Teaching each other history in times of Conflict: A model of Palestinian and Israeli15.30: Melita Richter (Trieste), Raccontare il confine15.50: Olga Bombardelli (Trento), I libri scolastici di storia oltre i confini16.10: Brigitte Dotzauer - Stefano Oss (Trento), Mitteleuropa tra storia e memoria: “Di che reggimen-to siete, fratelli?”* 16,30: Pausa caffè16.45: Rainer Bendick (Osnabruck), Das deutsch-französische Geschichtsbuch: Ursprünge, Entwicklun-gen, Probleme17.15: Walter Pichler - Chiara Tamanini (Bolzano-Trento), Costruire storia: dalla dimensione locale alla prospettiva europea17.35: Natascia Rosmarini (Trento), I luoghi del-la memoria. Dante a Trento, Vogelweide a Bolzano, Marberger a Silz

17.55: Alessandro Cattunar (Udine), “Le vite degli altri”: percorsi di confine tra storia e memoria. Inse-gnare il confine italo-sloveno tra “media education”, storia orale e multimedialità18.15: discussione

SABATO 24Ore 9,00 - Presiede: Alessandro CavalliLuigi Cajani, La storia insegnata fra biografia della nazione e storia dell’umanità

III sessione: Tra stati nazionali e regioni stori-che: storia e memoria in aree di confine9.30: Polina Verbiytska (Ukraine), Search for social consensus in the issue of historical memory through Teaching History in border post-Soviet areas. Case of Moldova, Russia and Ukraine10.00: Fulvio Salimbeni (Udine), Per giungere a una storia condivisa: l’esperienza della commissione mista storico-culturale italo-slovena10.20: Michele Gangale (Trieste), Laboratorio mul-ticulturale – Percorsi del convivere10.40: Maurizio Binaghi (Lugano), L’Associazione ticinese degli insegnanti di storia: un ponte didattico tra Svizzera e Italia* 11.00 Pausa caffè11.15: Andrea Passannante (Berlin), Insegnare storia “fra i confini” nella sezione bilingue italo-tedesca della Scuola Statale Europea di Berlino11.35: Emanuele Curzel (Trento), Identità trentina e “grandi narrazioni”11.55: Giorgio Mezzalira (Bolzano), “Passaggi e prospettive/Übergänge und Perspektiven”: il progetto di un manuale scolastico per la storia locale dell’Al-to Adige/Südtirol12.15: Roberto Spazzali (Trieste), Una storia che non si insegna. Il difficile dialogo educativo tra Italia, Slovenia e Croazia12.35: discussione

Organizzazione:Università degli Studi di Trento - Dipartimen-to di Sociologia e Ricerca Sociale; IPRASE; Fondazione Museo Storico del Trentino; Lan-desschulrat für Tirol; Provincia Autonoma Bol-zano - Dipartimento formazione e istruzione in lingua tedesca - Area innovazione e consulenza Patrocinio: Euregio

Informazioni: Ufficio Convegni, Periodici e ComunicazioneUniversità degli studi di Trentotel. +39 [email protected] - http://events.unitn.it/storiaconfini

Convegno internazionale«La storia attraversa i confini. Esperienze e prospettive

per l’insegnamento della storia»23-24 novembre 2012 Aula Kessler – Facoltà di Sociologia