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NOTIZIARIO MENSILE DICEMBRE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO Manolo con la figlioletta Alice e, nella foto grande, impegnato in un passaggio di 9a. (archivio Lo Scarpone e foto M. Spataro) A tu per tu con Manolo, intramontabile scalatore e sensibile educatore UN MAGO PER AMICO ISSN 1590-7716 DOSSIER CAI (4) Ente pubblico o libera associazione? STATISTICHE Il CAI cresce, siamo a quota 314 mila soci Numero 12 - Dicembre 2009 - Mensile - Poste Italiane S.p.a – Sped. in A.P. – D. L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art. 1 comma 1 DCB Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone CICLOESCURSIONISMO Pedalaitalia 2009, un esordio da dieci e lode

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NOTIZIARIO MENSILE DICEMBRE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO

Manolo con la figlioletta Alice e, nella fotogrande, impegnato in un passaggio di 9a.(archivio Lo Scarpone e foto M. Spataro)

A tu per tu con Manolo,intramontabile scalatore e sensibile educatore

UN MAGOPER AMICO

ISSN

159

0-77

16

DOSSIER CAI (4)Ente pubblico o liberaassociazione?

STATISTICHEIl CAI cresce,siamo a quota314 mila soci

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CICLOESCURSIONISMO Pedalaitalia 2009,un esordioda dieci e lode

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LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 3

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro

Nazionale della Stampa con il n.01188 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984

Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini

La redazione accetta articoli, possibilmente succinti, compatibilmente con lo

spazio, riservandosi ogni decisione sul momento e la forma della pubblicazione.

Il materiale da pubblicare deve essere in redazione, possibilmente per posta

elettronica o con supporti informatici, entro l’ultimo giorno del mese.

Club Alpino Italiano fondato nel 1863

Presidente generale: Annibale Salsa

Vicepresidenti generali: Valeriano Bistoletti, Goffredo Sottile, Vincenzo Torti

Componenti del Comitato direttivo centrale: Lucio Calderone, Francesco Carrer, Gianfranco Garuzzo

Consiglieri centrali:Alberto Alliaud, Flaminio Benetti, Ettore Borsetti, Sergio Chiappin, Antonio

Colleoni, Enzo Cori, Massimo Doglioni, Luca Frezzini, Franco Giacomoni, Ugo

Griva, Luigi Grossi, Aldo Larice, Claudio Malanchini, Lorenzo Maritan, Vittorio

Pacati, Giovanni Maria Polloniato, Elio Protto, Luigi Trentini, Sergio Viatori

Revisori nazionali dei conti: Mirella Zanetti, Vincenzo Greco (in rappresentanza del Ministero dell’Economia e

Finanze), Luigi Brusadin, Roberto Ferrero (supplente)

Probiviri nazionali:Silvio Beorchia, Vincenzo Scarnati, Tullio Buzzelli, Tino Palestra, Lucia Foppoli.

Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin

Direttore: Paola Peila

Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:

4 CicloescursionismoPedalaItalia al traguardodi Claudio Coppola

5 Festività natalizieGli auguri del presidente generale

6 IntervisteMagico Manolo di Maser

8 StrategieSFE, così è cambiato di Francesco Carrer

11 Manuali tecnici CAITutto sull’ARTVA

12 IncontriMontagne e comunicazione

13 OrganizzazioneNasce il gruppo “seniores”di Dino Marcandalli

16 Alpinismo giovanileUn giorno con le unità cinofiledi Carla Ruello e Paolo Cortelli Panini

17 Soccorso alpinoOmaggio ai caduti di Cortina

20 Quota ottomilaSnow board estremodi Mattia Trotta

21 DossierCAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?A cura di Luca Calzolari

Interventi di: Gianfranco Garuzzo,

Gianluigi Montresor, Stefano Protto,

Luigi Scerrato, Goffredo Sottile,

Renata Viviani, Silvio Beorchia

29 AmbienteCIPRA Italia e le Alpi

30 CAI e AeronauticaInsieme per la sicurezza

31 EventiIl CAI alla fiera Go Slowdi Michele Mornese

32 Medicina di montagnaIl nuovo manuale del CAIIl convegno di Viterbodi Oriana Pecchio e Gian Celso Agazzi

41 CorsiCome si organizza un eventodi Piero Carlesi e Ines Millesimi

Rubriche10 BOOKSHOP

14 CIRCOLARI

18 FILO DIRETTO

28 NEWS DALLE AZIENDE

34 QUI CAI

35 I NOSTRI CARI

42 VITA DELLE SEZIONI

35 PICCOLI ANNUNCI

46 LA POSTA DELLO SCARPONE

SommarioFondato nel 1931 - Numero 12 - Dicembre 2009

Direttore editoriale: Vinicio Vatteroni

Direttore responsabile: Luca Calzolari

Coordinamento redazionale: Roberto Serafin

e-mail: [email protected]

CAI Sede Sociale 10131 Torino, Monte dei Cappuccini.

CAI Sede Legale 20124 Milano, Via Errico Petrella, 19

casella postale 10001 - 20110 Milano

Tel. 02.205723.1 (ric. aut.) - Fax 02.205723.201

CAI su Internet www.cai.it

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Club Alpino Italiano Servizio Tesoreria

Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano

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Mediterraneo € 22,92 / Africa - Asia - Americhe € 26,70 / Oceania € 28,20

Fascicoli sciolti, comprese spese postali:bimestrale+mensile (mesi pari): soci € 5,45, non soci € 8,20;

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Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978:Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc,

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Segnalazioni di mancato ricevimento vanno indirizzate alla propria Sezione.

Indirizzate tutta la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino Italiano - Ufficio

Redazione - Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Originali e illustrazioni di regola

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È vietata la riproduzione anche parziale di testi, fotografie, schizzi, figure, disegni,

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Fondi pro Abruzzo

Continua la raccolta

Continua fino al 31 gennaio lagrande iniziativa di solidarietàlanciata in aprile dal Club Alpino

Italiano per gli amici dell’Abruzzo. Èdunque possibile, per chi ancora non loavesse fatto, offrire il proprio contributointestando il versamento a: Raccolta fondi Il CAI per l’AbruzzoBanca Popolare di Sondrio Agenzia Milano 21 IBAN:IT42 F056 9601 6200 0000 0500 x36

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All’improvviso dopo l’ennesima curva della ster-rata appare il mare dello Stretto, e vien da pen-sare ai greci di Senofonte quando gridaronothalassa, thalassa. Anche per noi è un’emozio-

ne profonda. Stiamo portando nell’ultima tappa delPedalaItalia 2009 le due bandiere, quella tricolore ita-liana e quella con l’aquila azzurra del CAI, partite daTrieste tre mesi fa come testimoni in questa entusia-mante staffetta attraverso Alpi e Appennini: due sim-boli, una dell’unità nazionale e l’altra del nostro glorio-so Sodalizio, hanno viaggiato per monti e colline, attra-versato valli, affrontato pioggia e neve e portarle allameta finale senza incidenti è per noi motivo di orgoglioe di grande soddisfazione. Tutto iniziò nel 2001 quan-do, percorrendo in mountain bike i tratti possibili delSentiero Italia dagli Alburni a Reggio Calabria, ebbi l’i-dea di proseguire le esplorazioni per definire unCicloescursionismo Italia coincidente, o quasi, conquello per i camminatori. Da quell’anno migliaia di chilometri sonpassati sotto le mie ruote: ho attraversato, da solo o in compagnia, leAlpi e gli Appenini, la Sicilia e la Sardegna, per unire tra loro i per-corsi, fino al luglio 2008 quando abbiamo presentato il progetto comeGruppo di lavoro cicloescursionismo della Commissione centraleescursionismo (CCE). Da allora quasi tutto il nostro tempo libero èstato dedicato a tessere la complicata ragnatela dei contatti: e-mail,telefonate, lettere, per realizzare la grande staffetta cui hanno aderi-to ben 52 sezioni e per organizzare le 92 tappe previste. Superandomille difficoltà, e grazie anche ai consigli di Teresio Valsesia, siamoarrivati al fatidico 5 luglio a Trieste, con la piazza Unità d’Italia illu-minata dal sole a fare da splendida cornice alla partenza della caro-vana, composta da un folto gruppo di biker che si preparano in alle-gria a percorrere i primi dei 4900 e passa chilometri previsti sino aReggio. Un temerario e simpaticissimo socio ultrasettantenne diRoma, Renato Andaloro, al quale facciamo i nostri complimenti, haintenzione di percorrere tutte le frazioni previste, ma purtroppo inTrentino dovrà abbandonare e non per motivi fisici! Il maltempo delleprime due settimane non impedisce alle bandiere e ai cicloescursio-

nisti di avanzare sino allo Stelvio, per percorrere poi sotto un cieloazzurro l’alta Lombardia, scavalcare il Rosa e il Bianco, calare versosud in Piemonte ripresi dalle telecamere della RAI. Dall’alto del cri-nale ligure si intravede il mare, ma è solo una vista fugace perché leruote si dirigono verso l’interno dell’Appennino: ci saranno ancorafatica, sole, pioggia e vento lungo il crinale tosco-emiliano, il parcodelle Foreste Casentinesi (bella qui la collaborazione con il CorpoForestale dello Stato) e le alture umbre. Una volta entrati nel cuoresegreto d’Italia i parchi nazionali dei Sibillini (qui ancora la RAI inazione), del Gran Sasso-Laga e della Majella fanno da degna corniceall’avanzare della staffetta attraverso luoghi magnifici: dal Matese alPartenio, dai Picentini al Cilento. L’ultima parte è davvero da granfinale: Pollino, Orsomarso, Sila Grande e Piccola, Serre eAspromonte portano, in un crescendo verdiano di sensazioni, emo-zioni e piogge, sulla vetta del Montalto, duemila metri più in alto diReggio Calabria e dello Stretto. Qui inizia il 4 ottobre l’ultima, inter-minabile discesa per incontrarsi in un grande abbraccio finale con isoci di Reggio e Catanzaro, che sono venuti apposta sul lungomare induecento per percorrere assieme a noi gli ultimi chilometri, riportan-doci il sole.

Claudio Coppola

4 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

Cicloescursionismo Successo del gruppo CCE

PedalaItalia, 10 e lode

In sintesiTappe totali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 + 1 riposoTotale percorso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4964 kmMassima quota raggiunta . . . . . . . . . . . 2970 m al Col d’OlenNumero partecipanti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 719Sezioni organizzatrici. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52Socio con il maggior numero di tappe . . . Luisa Marchiori,

Sezione di Mestre (18 frazioni)Socio più giovane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Davide Pilotti,

Sezione di Pinerolo (14 anni)Incidenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ZERO!

E non finisce qui!Il Gruppo di lavoro ringrazia le sezioni che si sono prodigateper raggiungere l’obiettivo di arrivare a Reggio Calabriadimostrando che in tutta Italia vi sono soci che si dedicano alcicloescursionismo, che è possibile pedalare all’insegna delmotto “godere dell’ambiente e dei panorami, conoscere evivere da vicino la montagna, amarla e rispettarla” e che èpossibile coinvolgere intere comunità in manifestazioni diquesto tipo: non è di tutti i giorni arrivare in un paesinodell’entroterra di Catanzaro e trovare i suoi abitanti che tiapplaudono come se stesse passando il Giro d’Italia!Complimenti a Luisa e Davide cui è stato inviato un piccolotrofeo a ricordo del PedalaItalia. Una particolare menzione vaa quei soci che hanno percorso le loro tappe in solitudine, purdi non arrestare l’avanzare delle bandiere. Ora è tempo diprogrammi futuri e un’idea mi sta particolarmente a cuore: unaseconda edizione del PedalaItalia nel 2013. Quale miglioremanifestazione per sottolineare la vitalità del nostro Sodalizioal compimento dei centocinquant’anni?

C. C.

Una cavalcata lunga 4964 chilometri Nelle foto l’arrivo del PedalaItalia a Reggio Calabria. Il diario e le foto dell’interamanifestazione sono visualizzabili nel sito www.mtbcai.it/cce/pedalaitalia.asp. A chi volesse consultare libri sul percorso, l’autore di queste note ne suggeriscedue da lui stesso curati (vedere www.bike8000.it).

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è questo il mio ultimo Augurio di Buone Feste prima delcongedo definitivo dalla carica di Presidente Generale

del Sodalizio. Gli Auguri ed i Saluti che Vi rivolgosono velati da un comprensibile sentimento di

commozione. Ho passato con Voi sei annidifficili, molto impegnativi ma anche ricchi di

contenuti umani. Sono questi contenuti chehanno dato un senso al mio operato. Lesoddisfazioni che scaturisconodall’impegno volontaristico devonoessere soddisfazioni morali, nonmisurabili in termini materiali. Se cosìfosse, verrebbero meno le ragioni chedanno forza nel superare le non pochedelusioni ed amarezze. Esse sono,

peraltro, del tutto fisiologiche in unruolo che non è intrinsecamente

facile se si prefigge di perseguire ilrispetto del pluralismo delle ideee delle molte identità che“danno corpo all’anima” dellanostra Associazione. Conosco l’animo umano performazione professionale edesperienza. La mia missione,parola oggi obsoleta, si ètradotta nella volontà diessere vicino al territorio, inmezzo ai Soci in veste diprimus inter pares, senzadistanze gerarchiche. Pur

nel rispetto dellefunzioni che mi avete

assegnato, hoprivilegiato in ognicircostanza irapporti umanidiretti, senza reti esenza fughe,anteponendoli aquelli formali.

Ho conosciuto moltissimi di Voi,in tutte le regioni d’Italia, perparlare di problemi associativi eculturali, lontano da alienantiavvitamenti su questioniburocratiche, senza bizantinismiformali, con spirito di servizio. Voi sapete bene che il Club Alpinopossiede grandi potenzialità. Maciò non è sufficiente. Per realizzarle e porle in attooccorrono pazienti “arti maieutiche”, quelle tecnicheostetriche che consistono nel far venire alla luce ciò cheancora è latente.Sono sempre più convinto che i problemi organizzativi diogni forma di associazionismo sono, prima di tutto,culturali, poiché dalla cultura condivisa discendono lepolitiche, gli atti amministrativi, le scelte strategiche etattiche. Il mio impegno è stato rivolto, principalmente, nelporre mano e mente ad un riposizionamento dei rapporticon i mondi esterni. Ho incontrato perciò i mondi giovanilidello scoutismo, i mondi culturali delle Università e deiCentri di Ricerca, i mondi della società civile legati allamontagna ed ai suoi protagonisti. Ma ciò che mi conforta di più è sapere che il Corpo socialeè in costante crescita ed ha superato le 314.000 unità,acquisendo Soci giovani. Ciò che deve segnare la differenzae l’identità del nostro Sodalizio, rispetto ad altreAssociazioni di frequentatori della montagna è la cultura, lapreparazione, l’impegno per la sicurezza. Spero intensamente che le festività invernali possanoessere momenti di riposo e di riflessione in famiglia ed inmontagna, avendo costantemente presente ciò che vale lapena di essere vissuto. Non posso dimenticare l’invito allaprudenza ed alla pratica consapevole della montagnapoiché, per noi, la montagna è una scelta di vita e non dimorte.Vi trasmetto, con queste righe di saluto, il grande abbraccioper un cammino in salita che sia comunque un esercizio delcorpo e della mente.Excelsior!

Annibale SalsaPresidente generale del Club Alpino Italiano

Ipresidenti dei gruppi regionali e degli organi tecnicicentrali hanno partecipato il 24 ottobre a Milano a unariunione presso la Sede centrale di via Petrella. Nel corso

dell’incontro il presidente generale ha riferito sulla situazionedel CAI in merito al riordino degli enti pubblici. I consigliericentrali referenti hanno presentato le attività programmatenel 2010, mentre è stato presentato un disegno diristrutturazione degli organi tecnici.

Nella foto un momento della riunione nell’aula consiliare.

Sede centrale

Gruppi regionali e organi tecnici, incontro in via Petrella

Carissime Socie, carissimi Soci,

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La casa è piccina, un po’ isolata inmezzo al bosco a Fiera di Primiero(BL), con il tetto di scandole rifatto difresco. Una bambina mi accoglie

sulla porta. Si chiama Alice, ha quasi setteanni e gli stessi occhi azzurri di papà.“Manolo sta arrivando” mi dice con genti-lezza. Classe 1958, un mito per chi come meè cresciuto negli anni Ottanta sognandooltre il settimo grado, Manolo detto il Mago(all’anagrafe Maurizio Zanolla) mi accogliein tuta da ginnastica. Stringo la mano che hatenuto appigli infinitesimali su vie chehanno segnato l’evoluzione dell’arrampicatamoderna.

Le dita sono belle robuste, la schiena unacorazza di muscoli, per il resto quello che hodavanti è un mago assolutamente umano. Eun papà dolcissimo. La casa è piccola e ordi-nata, parecchi libri interessanti allineatisugli scaffali. Oltre ad Alice c’è Nicolò cheha da poco compiuto 10 anni, mentremamma Cristina traffica nella cucina rica-vata nella vecchia ritonda, il focolare dellecase montane. Così tra uno spaghetto eun’insalata si chiacchiera un po’ di tutto. Deibambini, della famiglia, e naturalmente dialpinismo. “Che cos’è l’arrampicata per ifigli di Manolo?”, domando a bruciapelo.“Un bel gioco che appartiene alle cose dellaloro vita”, risponde mentre i bambini miguardano con aria interrogativa vista l’as-surdità della domanda. Evidentemente perloro è qualche cosa di assolutamente nor-male: ogni tanto il loro papi scala, come unaltro può aggiustare una macchina ocostruire una casa o insegnare a scuola.

BELLEZZA E PRECARIETÀ“Arrampicano più o meno una volta all’an-

no, quando andiamo in vacanza da qualcheparte, e non lo considerano necessario, mase occorre è quasi normale, come fare ilbagno al mare”, racconta Manolo. “Del restonon hanno mai avuto nessuna pressione perla scalata; anzi ho sempre preferito portarlia camminare e far loro conoscere i luoghidove sono nati. E’ importante che acquisi-scano la consapevolezza di dove vivono e necomprendano la bellezza, l’importanza e laprecarietà”.

Poi Manolo racconta di quando era picco-lo lui, della nascita di una passione che èdiventata quasi una vocazione, di milleavventure vissute con spirito da autenticopellerossa. “E’ difficile comprendere comesia nata questa mia passione per l’arrampi-cata. Forse costretta dai contorni delle

montagne, forse molto più semplicementeperché ho seguito la strada che mi passavadavanti. Le montagne a un certo punto mihanno fatto sognare. Ma scalarle è stataun’altra cosa”, afferma enigmatico.

HA COMINCIATO PER SCHERZO“La prima volta che mi sono appeso è stato

per scherzo, così tanto per provare, matutto è sembrato facile e così oltre i sentierisi è spalancato un incredibile mondo. Hoavuto dei maestri fuori dalle righe, forse unpo’ pericolosi ma straordinari in tutti sensi,che mi hanno avvicinato agli strapiombidolomitici: come Diego Dalla Rosa, RobertoDe Bortoli e Aldo Bortolot. In montagnarespiravamo un senso di libertà che ci erasconosciuto giù in città. Ci sembrava diessere finalmente padroni di noi stessi, esoprattutto sperimentavamo una dimensio-ne selvaggia dell’esistenza in assoluta sim-biosi con l’ambiente. Ancora adesso sonoconvinto che l’arrampicata sia stata per mesolo un mezzo per entrare in questa dimen-sione magica della vita. Per vedere le cosein maniera diversa”, dice il Mago penetran-domi con quegli occhi da selvatico.

E la famiglia? Come è stato possibile con-ciliare questa vocazione con l’essere padre emarito? “A 17 anni divenni padre per laprima volta, avevo deciso di vivere in mon-tagna, e diventare guida alpina sembravauna logica conseguenza, assieme al girova-gare per l’Italia facendo disgaggi, 12 ore algiorno appeso alla corda. Poi la celebrità egli sponsor. Ero l’unico nel team Sector anon essere vincolato, avevo accettato didimezzare il guadagno pur di rimanere libe-ro di fare quello che volevo: dovevo soloindossare un orologio e farmi fotografare”,sottolinea.

Molti alpinisti una volta diventati padri

vanno in crisi, si sentono limitati nella pro-pria libertà d’azione. Quali consigli darebbeloro come guida alpina e padre di famiglia?

“Poter insegnare ai propri figli quello chenel corso degli anni abbiamo imparato inmontagna è una grande opportunità per cre-scere, per noi e per loro”, risponde Manolo.“Anche se a volte per i bambini le montagnesono ancora lontane e incomprensibili: manei giorni difficili potranno colorar loro lavita, come è successo a noi, semplicementeperché quasi tutti ogni tanto abbiamo biso-gno di sognare.

“Per chi in montagna ci vive è importanteimparare a muoversi con sicurezza in unambiente che è pur sempre imprevedibile edifficile; se non facciamo questo è come seun bambino crescesse in riva al mare senzaimparare a nuotare. Naturalmente i mieifigli, vivendo in montagna, in questo sonostati fortunati, per gli altri è indubbio cheuna struttura come il CAI possa essere digrande aiuto. Sarebbe ancora più interes-sante e utile che la materia ‘montagna’entrasse di diritto nelle scuole”.

UNA RICERCA SENZA FINELa dimensione verticale evidentemente è unmodo di esistere più che una semplice pro-fessione. “Eppure non sono uno che parlasolo di montagna. Non sono mai stato insen-sibile a quello che mi circonda, alla società,alla famiglia”, puntualizza. “In realtà hoarrampicato meno di quanto si crede. Oggi

6 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

Lezione di magiaIncontri Manolo

“A volte per i piccolile montagne sonoancora lontane eincomprensibili, ma potranno colorarloro la vita come èsuccesso a noi”,spiega il “mago” del Primiero, guidaalpina e sensibileeducatore

“Un’opportunità per crescere”Manolo con la figlioletta Alice, sette anni, che giàarrampica con naturalezza. “Poter insegnare ai proprifigli quello che nel corso degli anni abbiamoimparato dalla montagna”, spiega il magodell’arrampicata, “è una grande opportunità percrescere, per noi e per loro”.

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nemmeno una volta alla settimana. Dopol’ultima paternità poi sono diventato piùrazionale e vivo una maggior conflittualitàrispetto ai rischi”, scandisce con tono rifles-sivo. “In campo sportivo ovviamente nonposso fare più di quello che ho fatto, ma con-tinuo a vivere la montagna e l’arrampicata inuna dimensione esplorativa. Come nelle artimarziali o nello yoga, la ricerca non ha fine.Per il mio 50° compleanno mi sono regalatouna via come ‘Bimbaluna’, classificata 9a”.

L’alpinismo come ricerca interiore dunque,una ricerca di equilibrio e di espansione dise stesso. Quanto questa ricerca possa aver-lo aiutato anche nella vita ordinaria, peresempio nel rapporto con i figli e con lamoglie, è una domanda che mi sorge sponta-nea. “Credo che la montagna mi abbia aiuta-to in tutto quello ho fatto nella vita. Ha tra-sformato la paura di un bimbo in un rispet-toso timore, piegando l’arroganza dell’adole-scenza. Attraverso la fatica mi ha poi inse-gnato ad apprezzare e misurare le cose rag-giunte”, risponde il Mago. “Quanto all’equili-brio è certo stata la più grande e irraggiungi-bile ambizione della mia vita. Credo di nonavere il tempo per raggiungerlo, ma il per-corso mi ha insegnato che l’apparente inuti-le attività di scalare le montagne nascondeanche, fra le altre cose, quel germe che per-mette e permetterà all’uomo di continuare aconoscersi, e soprattutto di esplorare al di làdi ogni razionalità”.

Manolo alterna l’arrampicata al lavoro diguida e di consulenza con aziende del setto-re. “Fare la guida a tempo pieno è un impe-gno importante sia fisico che organizzativo,ed è una scelta che richiede tempo e energieche forse non ho più. A volte faccio anchevie difficili con i clienti, purché siano ingrado: preferisco accompagnare e non tra-scinare le persone in montagna”.

Alice e Nicolò sono usciti in giardino a gio-care. Il caffè è già stato bevuto. Tempo dirimettersi in movimento perché la montagnaaspetta. Prima di salutarlo riesco a distillaredal vecchio Mago un’ultima visione da anno-tare sul mio taccuino. “Da quando ho mossoi primi passi su queste montagne posso diredi averle viste cambiare, trasformarsi senzamuoversi e diventare sempre più piccole,come fossero accerchiate”, afferma con ungesto verso le Pale che svettano sul verdedei boschi sopra casa. “I loro ruscelli lenta-mente si sono rimpiccioliti, i sentieri si sonotrasformati in strade, i prati in case. Forsenon riusciremo a capire in tempo l’indispen-sabile che contengono. E pensare che infondo non è che il semplice viaggio di tantepiccole gocce d’acqua”.

Maser

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Il nono grado? È ancora il suo pane

Capita anche a un grande dellaverticalità come Manolo, al secoloMaurizio Zanolla, di arrivare al

traguardo dei cinquant’anni. Il recenteTrentoFilmfestival gli ha offerto unapreziosa occasione per fare il bilancio diuna vita trascorsa come un lampo da unappiglio all’altro. Nessun segreto, spiega,l’importante è filarsela su veloci.Un’esitazione e sei già che voli, magaricatastroficamente a testa in giù. Purconsapevole del propriovalore, Manolo tendecom’è giusto arazionalizzare ogni exploitdove la parola d’ordine è“aleatorio”, e quindi “bastaun niente, basta perdereanche solo per una frazionedi secondo scioltezza eritmo interiori e si precipitanel vuoto. Arrivare in sostadiventa molto più fisico delprevisto, gli appigli diventano difficili dadecifrare”.

Ma è possibile volare di appiglio inappiglio a cinquant’anni, tanto più se gliappigli sono pressoché invisibili, quasiinesistenti? Manolo non ha dubbi. Si puòancora farlo e si può addiritturamigliorare, anche se anni di arrampicatehanno segnato innegabilmente il fisicocon attacchi di umanissima epicondilite eindurito il volto angelico sul quale si falargo lo sguardo stupefatto di unbambino.

Quest’anno tra i suoi exploit c’è Eternit,la via “impossibile”, che ha liberato.Diciannove anni fa l’aveva considerataimpossibile, ma con il “mago” mai diremai. Si tratta della prosecuzione, valutatadi grado 9a, di “O ce l’hai...o ne haibisogno”, nella falesia del Baule, nelleVette Feltrine. Solo dopo aver liberato“Appigli ridicoli” (un altro 9a semprenella falesia del Baule), tornò a pensare aquel tratto incompiuto. E infine il 24agosto è arrivata la soluzione.

Era un talento degli anelli e delleparallele, oggi, a 51 anni, è lo specialistadi placche verticali forse più noto almondo, capace tuttora di superaredifficoltà di 9°. La palestra cancelleràl’arrampicata “vera”? “Non sarei cosìpessimista, in fondo aumenta il bacino dipotenzialità. E se anche saranno in pochia volersi cimentare sulla roccia, qualcunoci sarà sempre. Piuttosto vedo un altropericolo. I più giovani pensanosoprattutto a ripetere vie già aperte, nonhanno nuovi progetti. Sono fortissimi,Adam Ondra fa un 9° alla settimana, ma

io credo che i nuovi “mutanti”dovrebbero passare alla fase creativa”.

Manolo racconta e non racconta, le sueparole sembrano permeate di pudore.Lui che è nonno sente come di trovarsi alposto sbagliato in mezzo a tanti giovaniche non ce la fanno a stargli dietro.Epicondilite a parte, ha letteralmenteattraversato l’arrampicata sportiva in tuttala sua evoluzione: dalle ripetizioni inlibera delle vie classiche in Dolomiti,all’apertura di nuovi itinerari moderni con

un uso parsimonioso di chiodi,alla nascita dell’arrampicatasportiva in falesia,all’esplorazione della scaladelle difficoltà dai primi 6° finoall’impensabile 9°.

“Adesso l’arrampicata èquasi un altro sport”, spiega.“E’ un passatempo chesembra esistere solo sullelinee strapiombanti. Ma sono

convinto che i veri campioni sono ingrado di arrampicare ad altissimo livellosu tutti i terreni. Ho sempre avuto unagrande sensibilità e rispetto per la natura,e sempre di più sono affascinato dallagrandiosità delle linee inscalabili ecompletamente lisce che racchiudono,nel modo più disarmante, l’incapacità ela mortalità dell’uomo”.

Esiste un segreto per cotanti prodigi?“Nessun segreto, l’arte di salire in alto èdono degli dei e molto spesso non èelargita al pari delle fibre bianche deimuscoli”, enuncia Manolo. Ma subito sicorregge e sfiora l’outing ammettendo dinon avere scalato soltanto per il piacere,comunque innegabile, di farlo. “Spessol’ho fatto perché quello è il mio mestiere,o addirittura per arroganza. E oggi michiedo se sono riuscito a restituire allamontagna con il mio impegno e il miolavoro di guida alpina tutto quello che lamontagna mi ha regalato”.

Il momento più bello della sua vita? Ilgiorno in cui ha scoperto con sorpresa ilsuo talento e ha trovato stupido che ledifficoltà in roccia si fermassero al sestogrado. “E’ qualcosa di straordinariosentirti le ali dentro, la stessa cosa chesuccede oggi a un sedicenne, ilfuoriclasse Adam Ondra. Questoragazzino ha rivoluzionato l’arrampicatafacendo cose strepitose che anticipanodi una decina d’anni l’evoluzione delladisciplina. Anche se ha avuto la fortunadi essere preceduto da tantirompighiaccio che hanno segnato la rottagiusta per progredire”.

M.S.

Tra i suoirecentissimiexploit “Eternit”,una via chediciannove annifa consideravaimpossibile

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Il 27 novembre 1982 l’allora ConsiglioCentrale deliberò, dopo un periodo ditutela da parte della CommissioneScuole di Sci Alpinismo, la nascita di

una nuova commissione tecnica in seno al CAI, denominataCommissione Nazionale Sci Fondo Escursionistico. La delibera dice-va che ... lo sci di fondo escursionistico deve essere inteso comemezzo per effettuare escursioni sulla neve lungo percorsi liberi ...rispetto allo sci di fondo classico su pista, lo sci escursionistico richie-de una serie di presupposti e di adeguamenti per poter affrontare ilfuoripista, per cui massima importanza assume la sicurezza del singo-lo e del gruppo... lo sci di fondo escursionistico è più affine allo sci-alpinismo al quale si deve affiancare, senza peraltro interferire, comeforma complementare...

Da allora è passato più di un quarto di secolo, un periodo sufficien-temente lungo per trarre dei significati dall’esperienza fin qui portataavanti. Il percorso compiuto dalla disciplina invernale ha registratouna complessa metamorfosi, legata alle evoluzioni della pratica dellosci nordico, della tecnica del fondo e del fuoripista, dell’attrezzaturaimpiegata, delle cicliche nivologiche, tutti fattori che hanno animatouna copiosa dialettica ma hanno pure impedito, di fatto, la definizionedi un’immagine forte ed univoca.

Il percorso dall’OTCO è stato ancor più sofferto; a parte il consoli-damento di eventi frequentati, come la settimana nazionale, la forma-

zione di titolati, la nascita di scuole, il tentativo di temperare le diver-se vocazioni dell’attività e mantenere la rotta del compromesso tecni-co, pur con una Scuola centrale ispirata inizialmente allo sci di fondo,non ha sortito i risultati sperati, sfociando nella crisi profonda del2009, testimoniata dalle dimissioni di quattro componenti e del diret-tore della Scuola centrale.

Già il discorso d’insediamento fatto dal presidente generale nel 2006aveva sollevato polemiche e prese di posizione, tanto che la CoNSFEaveva dovuto adottare un proprio documento, una mozione nellaquale sosteneva la necessità di... ricontestualizzare gli indirizzi del PGnel suo discorso d’insediamento per rafforzare l’immagine e l’identitàdi una pratica sciistica fuoripista finalizzata alla conoscenza dellamontagna invernale secondo le linee operative già definite nella deli-bera costitutiva del 1982. In tal senso s’intende valorizzare e promuo-vere maggiormente l’attività escursionistica del fuori pista, pur salva-guardando le attività propedeutiche su terreni pistati…

Il Consiglio centrale era intervenuto nel merito con un atto d’indiriz-zo che porta la data del 16 giugno 2007 e recitava... sono riconfermatii contenuti disciplinari e le indicazioni operative racchiuse nel docu-mento costitutivo della CoNSFE, in particolare quelle attinenti l’ambi-to di frequentazione fuori dalle aree pistate, fatta eccezione per le esi-genze propedeutiche e formative dei livelli di base, interpretando losci come mezzo e non come fine, sviluppando tutti gli aspetti connes-si alla sicurezza nella frequentazione del terreno innevato...

Le dimissioni di alcuni componenti della CoNSFE hanno rappresen-tato l’ennesimo segnale negativo: non restava che decidere il com-missariamento dell’OTCO, affidando ad un commissario (il consiglie-re Flaminio Benetti) l’incarico di gestire l’ordinaria amministrazione evalutare una soluzione di riposizionamento della commissione in senoad un altro organo tecnico. I dati statistici degli ultimi dieci anni facen-do emergere con evidenza il declino inesorabile dell’attività, testimo-niata dal calo continuo dei titolati, delle scuole e dei gruppi in attività,dei corsi e dei corsisti.

La notizia ha iniziato a circolare al di fuori della sede centrale coin-volgendo anzitutto gli OTPO esistenti, le scuole e gli istruttori, infineanche i singoli soci praticanti. La percezione dell’evento nel CAI-pen-siero si tinge generalmente di colorazioni negative. Ma come? Dopotanti anni si scioglie la CoNSFE? Si vuol far morire una pratica? Sivogliono cancellare i soci volontari e gli istruttori che l’hanno soste-nuta? Si vuole sopprimere la settimana nazionale che ogni anno rac-

La disciplina ha registrato una complessa metamorfosi e ora nell’ambito del CAI è allo studio una nuovacollocazione ristretta a dueipotesi: o con l’escursionismoo con lo sci alpinismo

In disuso gli sci “leggeri”Qui accanto discesa a telemark e inalto, accanto al titolo, salita con pellidi foca sulle nevi nei monti Sibillini.Lo sci di fondo escursionistico non èmai diventato, come si sarebbepensato negli anni Ottanta, una sortadi sci alpinismo facile, praticato dallemasse. Grandi numeri si sonoraggiunti solo con corsi e settimanededicate al puro fondo, ma un fuoripista con sci leggeri si è rivelatodifficile, tecnicamente impegnativosoprattutto in certi ambienti montanie con gli innevamenti crostosidell’ultimo ventennio. Oggi gli sciadottati non differiscono da quellidello sci alpinismo.

Strategie Dopo il commissariamento dell’OTCO

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Sci fondo escursionismo?Più vivo che mai

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coglie circa 150 sci escursionisti? Queste ed altre affermazioni, a voltepiù turpi ed irripetibili che, come unico risultato, finivano per confer-mare in maniera inequivocabile la povertà di chi le esprimeva. Per chiconosce l’ambiente è facile immaginare l’origine di tali paure.

In realtà la crisi della disciplina va ricercata più indietro nel tempo;le cause, come spesso accade, sono molteplici e non univoche, attri-buibili a più fattori. Da un lato il declino dello sci nordico e la fre-quentazione delle piste da fondo, lo spostamento degli escursionistiinvernali dallo sci alle ciaspe, più facili ed immediate. Lo sci di fondoescursionistico non è mai diventato, come si pensava inizialmente,quella sorta di sci alpinismo facile, praticato dalle masse: grandi nume-ri si raggiungevano solo con corsi e settimane dedicate al puro fondo,ma uno sci fuori pista con sci leggeri si rivelò difficile, tecnicamenteimpegnativo perchè implicava la padronanza delle due tecniche delfondo e della discesa, soprattutto in certi ambienti montani e con gliinnevamenti crostosi dell’ultimo ventennio.

A dire il vero, nonostante i tentativi consumati, lo SFE non è maidiventato una disciplina; negli ultimi trent’anni, se evoluzione c’è stata,le distanze tra il fondo e l’escursionismo si sono fatte via via più mar-cate. L’errore stava proprio nella concezione nominalistica iniziale chevoleva conciliare, usando elementi tecnici, attività con fisionomie efinalità diverse, una meramente sportiva e non pertinente al CAI, l’al-tra ascrivibile alla sfera delle attività alpinistiche nella sua accezionepiù ampia.

Nessuno possiede la sfera che permetta di decifrare il futuro, tantopiù quello della CoNSFE da sempre nebuloso, ma certamente si pos-sono descrivere le volontà di oggi. Il commissario e con lui ilConsiglio centrale, la parte rimanente dell’OTCO e quanti, titolati omeno, vorranno collaborare in questa delicata fase di ripensamento,cercheranno di sostenere la pratica invernale studiando una nuovacollocazione che ormai si è ristretta a due ipotesi: o con l’escursioni-smo o con lo sci alpinismo. Ma anche nel perseguire questa stradaoccorre essere estremamente chiari, allo scopo di fugare ulterioritimori ed inutili speculazioni.

Il necessario riposizionamento della CoNSFE non è finalizzato allospegnimento dolce dell’attività ma, al contrario, al suo rinvigorimentoe rilancio; questo intervento, compiuto qualche anno fa, avrebbe evi-tato la crisi odierna. L’ipotesi di fusione deve significare anzitutto con-tinuità per gli istruttori che manterranno il loro titolo, per le scuole e igruppi ancora in attività, per le sezioni nelle quali la disciplina era radi-cata, per i tanti soci che da anni hanno coltivato una passione. Questesono state le disposizioni già diramate dal commissario ai presidentidelle commissioni regionali.

Oggi, ancor più di allora, valgono le riflessioni del presidente genera-le all’insediamento 2006, sulla direzione da intraprendere ... E’ neces-sario ridare una prospettiva e un senso all’attività di escursione con glisci, riscoprendo un’identità e ricercando gli attrezzi più congeniali;non possono essere gli sci di fondo che non offrono un’adeguata sicu-rezza.. È necessario operare una trasformazione che sia evoluzione enon involuzione...

Il momento attuale non va interpretato come interruzione, chiusurao smobilitazione: tutto può e deve continuare come prima. Il possibileriposizionamento e la fusione della CoNSFE devono tendere all’auspi-cato rinvigorimento e rilancio dell’immagine di un’attività che si collo-ca con tutta la sua dignità e il suo fascino nell’ambito del CAI, senzaincertezze e contenziosi, con l’obiettivo di perseguire il rinnovamentoed il rafforzamento della disciplina collocata in un ambito più forte,l’ampia diffusione all’interno delle sezioni e presso i soci, la formazio-ne di nuovi istruttori, la ricostruzione di una nuova scuola centrale.

Francesco Carrer

Comitato direttivo centrale

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TESTIMONIANZETESTIMONIANZEIL DUCA DELL’AVVENTURALe grandi esplorazioni di LuigiAmedeo di Savoia Duca degliAbruzzi (1873-1993) che fu socioonorario del CAI e al quale èdedicato il Museo nazionale dellamontagna. Con la prefazione diReinhold Messner.Testi a cura di Roberto Mantovani,Mondadori, 287 pagine formato 25x29 cm, 39 euro

SPEDIZIONE ITALIANA AL K2 – 1954Così s’intitola, semplicemente, ildiario di Pino Gallotti recuperato adue anni dalla sua scomparsa dallafiglia Paola e pubblicato dai familiaridell’accademico milanese chesvolse una parte non irrilevantenella conquista della “montagnadegli italiani”. Dopo tantepolemiche, una testimonianzacristallina che aiuta a capire comesono andate le cosedi Pino Gallotti, a cura di PaolaGallotti (libro pubblicatodall’autore), 139 pagine. Info: [email protected]

GUIDEESCURSIONI IN VALTRAMONTINA34 itinerari nell’appartata vallefriulana, impeccabilmentedocumentati con immagini e notiziestoriche e un piccolo compendio didialetto friulano. La prefazione è diLuigi Brusadin, presidente dellaFondazione “Antonio Berti”di Renato Miniutti, Edizioni

l’Omino Rosso, Pordenone(www.ominoroso.it), 128 pagne, 12 euro

PASSEGGIARE IN VALLE TESSODiciannove itinerari per conoscere ilbreve solco della Valle Tesso alleporte di Lanzo (TO) e i suoi segretigioielli: uno strumento prezioso peril turista attento e appassionato a cura di Roberto Bergamino.Neos Edizioni, tel 011.9576450,email: [email protected], 94 pagine, 13 euro

QUATTRO PASSI IN MONTAGNA…A DUE PASSI DA TORINO25 itinerari nelle valli più vicine allacittà, percorribili in ogni stagione. Il ricavato dalle vendite vienedevoluto alla costituzione di unfondo in memoria di NucciaBaroero, 1913-2009, che fupresidente onoraria di Pro Naturadi Piero Belletti. Pro NaturaTorino, 168 pagine, 12 euro

GUIDE DES VALLÈES ALPINES DU PIEMONTDal Colle di Tenda al fiume Tanaro,ecco le Alpi Liguri e il Monregaleseraccontati con parole e immaginida Chantal Crovi, scrittrice eeditrice. Per chi non ha problemicon la lingua francese, una guidacompleta e informatissima ATEZIN ED., Aix-en-Provencewww.artezin-editeur.fr223 pagine, 28 euro

MANUALIMEDICINA E MONTAGNANuovo manuale in due volumi

(vedere presentazione in questonumero dello Scarpone)Auori vari. CAi, Commissionecentrale medica, 26 euro (soci),40 euro (non soci).

ARTVA. APPARECCHI PER LA RICERCA DI TRAVOLTI IN VALANGAFondamenti e metodi di ricerca(vedere presentazione in questonumero dello Scarpone)Autori vari. CAI. Servizio Valanghe Italiano, 16 euro (soci), 24 euro (non soci)

RAGAZZIA TORDIO PER BOSCHI E CREPEUndici itinerari tra natura, storia etradizioni in questo volumerealizzato dall’Istituto Comprensivodi Cencenighe (Belluno) con testidegli alunni e degli insegnanti, lasupervisione scientifica di PaolaFavero, le illustrazioni di DunioPiccolin su progetto grafico diFederico Palazzin e LucianoSerafini. “In giro per boschi emontagne” è la traduzione del titolocon il contributo di BIM, CassaRurale e Artigiana di Fassa e Agordino, MIUR, e la collabo-razione del Corpo Forestale delloStato. Carte topografiche Tabacco

SAGGINOTIZIE STORICHE SUL PARCONATURALE ADAMELLO BRENTADal 1919 ai giorni nostri storia diuna problematica area protetta, condocumenti anche inediti, cronache,lettere, relazioni, interventi,proposte, polemiche.

In attesa di una “pace ecologica”tutt’altro che scontatadi Franco Pedrotti, TEMI sas,Trento, 872 pagine,30 euro

SULLE VETTE DELLA PATRIAPolitica, guerra e nazione nel Club Alpino Italiano (1863-1922),prefazione di Alessadro Pastoredi Stefano Morosini, FrancoAngeli (www.francoangeli.it), 268 pagine, 27 euro

ALPI, ALPIGIANI E FORMAGGIDal Mottarone alla Formazza iprodotti dell’alpe, frutto dellefatiche di chi ancora “vive”realmente la vita degli alpeggi.Prefazione di Annibale Salsadi Daniele Barbaglio, RenatoCresta, Claudio Monti. AlbertiLibraio Editore Verbania Intra, 446 pagine 25 x 33 cm

TRISTI MONTAGNE. GUIDA AI MALESSERI ALPINIFollie e drammi di individui efamiglie che vivono una montagnatriste fatta di angosce e solitudinimaturate per lo più dentro le muradomestiche di Christian Arnoldi, Priuli &Verlucca, collana Paradigma, 288 pagine, 16,50 euro

ABITARE MOLTO IN ALTO. LE ALPI E L’ARCHITETTURAIl meglio e il peggio della modernaarchitettura alpina nell’analisi di unostudioso milanese di Luciano Bolzoni. Priuli &Verlucca. Collana Paradigma, 208 pagine, 14.50 euro ■

BOOKSHOPCosa c’è di nuovo

Nelle pagine dellaRivista del CAI lerecensioni dei libri dimontagna più attuali e interessanti

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Molto atteso da appassionati e pro-fessionisti della neve, è in distri-buzione il manuale del CAI sugliapparecchi di ricerca in valanga

ARTVA, frutto della particolare attenzione esensibilità che il Servizio valanghe del ClubAlpino Italiano nutre per una frequentazionein piena sicurezza degli ambienti innevati.“In realtà non si tratta soltanto di un sempli-ce manuale”, spiega il presidente delServizio valanghe Alessandro Sterpini,“bensì del (forse) primo libro su questi appa-recchi, che ci racconta la storia dalle originisino ai giorni nostri, le tecniche di ricerca, leprincipali caratteristiche e funzioni di tuttoquanto ad oggi è possibile reperire sul mer-cato. Lo scopo di quest’opera non è metterea confronto gli apparecchi tra di loro, nétanto meno quello di trasmettere tutte le tec-niche possibili di ricerca, ma spiegare edivulgare quelle metodiche da tempo ritenu-te particolarmente efficaci”.

Pur non esistendo ancora l’apparecchioperfetto, e anche se il futuro tecnologicodell’ARTVA è indiscutibilmente rappresenta-to dagli apparecchi digitali a tre antenne, èaltrettanto vero che non si potrà ancora, perqualche tempo, prescindere dalla padronan-za delle tecniche di ricerca proprie degliapparecchi esclusivamente analogici. “Giàdiversi anni orsono”, osserva ancoraSterpini, “fu emessa dalla CISA–IKAR unaraccomandazione con cui si invitavano i fre-quentatori della montagna innevata a munir-si di ARTVA, pala e sonda, in quanto senza di

essi non risulta possibile attivare alcuna pro-cedura efficace di autosoccorso in valanga.Ritenendo ancora valido e sempre attualequesto invito, vorrei che non dimenticassi-mo l’importanza della prevenzione perchésolo attraverso di essa sarà possibile limita-re e ridurre i rischi legati alle attività inambiente innevato. Di fatto solo con unabuona conoscenza della neve e delle valan-

ghe, con la giusta preparazione della gita,con la consapevolezza che il rischio zeronon può esistere ed infine con la tenuta di uncorretto comportamento durante le nostreescursioni, si riusciranno a prevenire i rischied a garantirsi un adeguato ed accettabilestandard di sicurezza”.

Maggiori dettagli e informazioni sul sitowww.cai-svi.it ■

Tutto sull’ARTVAIl volumeIl manuale si apre con la presentazione delpresidente del Servizio Valanghe Italiano eun’introduzione del dottor Hermann Brugger. Ecco,capitolo per capitolo, gli argomenti trattati:1) Storia dei sistemi di ricerca e nascita degli

ARTVA. Nascita degli ARTVA e i nuovi ARTVAdigitali (L. Filippi / E. Bassetti / G. Stauder)

2) Generalità e principi di funzionamento (A.Calderoli, I. Chiambretti, C. Dian, G. Stauder)

3) La ricerca del segnale ARTVA (A. Calderoli) 4) Fase finale o di precisione (A. Calderoli) 5) La ricerca in presenza di più segnali (A.

Calderoli, M. Lutzenberger, A. Panza) 6) Seppellimenti multipli in aree ristrette (A.

Calderoli, M. Lutzenberger, A. Panza) 7) La ricerca del segnale nei seppellimenti profondi

(A. Calderoli, M. Genswein, A. Panza) 8) Gli ARTVA a 3 antenne (A. Calderoli, G. Perelli Ercolini) 9) Esercizi di apprendimento e test di valutazione (E. Bassetti / C. Dian) Appendice 1: normativa europea sugli ARTVA Appendice 2: ARTVA presenti sul mercato (G. Stauder, A. Sterpini) Prezzo ai soci 16 euro, prezzo al pubblico 24 euro.

Sicurezza e prevenzione Nuovo manuale tecnico del CAI

Al delicato argomento della sicurezza negli sport invernali èstato dedicato il 21 novembre al Palamonti di Bergamo unimportante convegno coordinato dal vicepresidente

generale del CAI Vincenzo Torti sul quale si riferirà ampiamentenel prossimo numero del notiziario. “La libertà inmontagna...sotto una valanga di limiti” era il titolo, con riferimentoalla legge quadro sulla sicurezza nella pratica degli sportinvernali approvata dal Consiglio regionale del Piemonte (LS 3/0),che obbliga gli amanti del fuori pista ad avere con sé pala, sondae ARTVA. Il provvedimento ha suscitato le proteste di 91 gestori dirifugi alpini e 81 presidenti di sezione in rappresentanza deglioltre 50.000 soci sparsi sul territorio della regione.

Oggetto della contestazione è il comma 2 dell’articolo 30 dellal.r. Piemonte 2/2009, come modificato dalla legge regionale 12marzo 2009, n. 7, che è stato sostituito dal seguente: “I soggettiche praticano lo sci alpinismo, lo sci fuori pista e le attivitàescursionistiche, in ambienti innevati, anche mediante leracchette da neve, al di fuori dell’area sciabile e dei percorsiindividuati e segnalati dai Comuni, sono tenuti a munirsi diappositi sistemi elettronici di segnalazione e ricerca, pala e sonda

da neve per garantire un idoneo intervento di soccorso”. È stato quindi lo stesso presidente generale Annibale Salsa,

sentito il parere degli organi tecnici, in particolare dellaCommissione nazionale scuole di alpinismo scialpinismoarrampicata libera e del Servizio Valanghe Italiano, a esprimerela posizione ufficiale del CAI.

In una lettera al presidente del Gruppo regionale Gino Geninattiil CAI suggerisce di riscrivere l’articolo in questione come segue:“I soggetti che praticano lo sci alpinismo, il fuori pista con sci ocon snowboard, e le attività escursionistiche, sui pendii ripidiinnevati aventi inclinazione di almeno 25°, situati in prossimitàdelle piste e presenti nelle aree sciabili attrezzate, sono tenuti amunirsi di appositi apparecchi elettronici di segnalazione ericerca per garantire un idoneo intervento di soccorso”.

In mancanza comunque dei criteri di attuazione le sanzioni perquesto inverno sono sospese, spiega Marco Travaglini,presidente del Gruppo Amici della Montagna dl ConsiglioRegionale del Piemonte, proponendo di rinviare di un annoquesto punto della legge per consentire un ampio confronto euna più larga condivisione. ■

Attenzione alle…valanghe di limiti

LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 11

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L’Associazione Dislivelli, che ha tra isuoi obiettivi quello di promuovereuna comunicazione meno stereotipatadella montagna, si è riunita martedì 29

settembre alla RAI di Torino nella Salamuseo della radio e televisione. Numerosi eillustri gli ospiti al convegno sul tema“Conoscere e comunicare la montagna”: traquesti la presidente della Regione PiemonteMercedes Bresso e il presidente generale delClub Alpino Italiano Annibale Salsa.L’interesse nei confronti della montagna èrisultato, in base alle relazioni, schematizza-

bile in due modelli: il primo fa riferimentoalla tradizione e al suo patrimonio (arte,architettura, artigianato, costumi, cibo, festepopolari); il secondo a una montagna trasfi-gurata, arricchita di caratteristiche che inorigine non le appartenevano. E’ questa lamontagna del turismo di massa, che si nutredi sport invernali e discipline “outdoor”,imprese di uomini “al limite” e turismoverde, infrastrutture e comodità.

Si tratta, nell’ultimo caso, di una montagna“inventata”, come ha ricordato il direttoreeditoriale di Piemonte Parchi EnricoCamanni: un luogo generalizzato che ripro-duce i connotati delle città, e solo in partedescrive realmente le comunità di monta-gna. Il convegno ha preso il via da questaultima considerazione e dalla necessità didiffondere un’immagine più veritiera dei ter-ritori montuosi e delle popolazioni che li abi-tano.

Durante la discussione è emerso un datofacilmente osservabile: la montagna non

possiede “un microfono suo”, ha un acces-so limitato ai canali dell’informazione e neipochi casi in cui raggiunge i media questine danno una rappresentazione spesso dis-torta. Chi ha a cuore la montagna si trova afronteggiare così una sfida particolarmentedifficile: rompere la cortina di indifferenzada una parte, dall’altra “educare” un pub-blico sempre più ampio a leggere conocchio più critico gli elementi distintividelle terre alte.

A questo proposito, il presidente generaleha sottolineato come il CAI si occupi di mon-tagna a 360 gradi e sia portatore di interessea favore della montagna e delle sue genti. Inquesto senso, nella sua qualità di cernieraculturale tra montagna e non montagna, èattivo su tutto il territorio nazionale nell’o-pera di studio e comunicazione delle istanzedelle terre alte. Sia attraverso l’attività delleproprie sezioni, sia tramite i propri canali dicomunicazione, il Sodalizio rappresenta unadelle poche voci nazionali “a disposizione”della montagna.

E’ facile, ha osservato Salsa, riferirsi ai ter-ritori montuosi usando delle etichette preco-stituite: la montagna-barriera, la montagna-riserva, la montagna-loisir, la montagnacome spazio vuoto di fuga e abbandono.Tuttavia questi cliché non descrivono lamontagna come territorio storicamente abi-tato, aperto e “intercomunicante”, in conti-nuo – seppur problematico – cambiamento.

Proprio sul cambiamento era focalizzatol’intervento della presidente della RegionePiemonte che ha esortato gli operatori delsettore ad aiutare la politica, perché dati piùoggettivi sostituiscano i triti luoghi comuni.

Il convegno si è concluso con una riflessio-ne di stimolo per il futuro: solo cambiandol’approccio nei confronti della montagna ericercando nuove condizioni di sviluppo sipotrà ottenere quella che l’urbanistaRoberto Gambino ha chiamato “conserva-zione innovativa”, che consiste nel non dissi-pare il patrimonio tradizionale delle monta-gne ma neppure rimanere ingabbiati al suointerno. In definitiva l’AssociazioneDislivelli, costituita di recente da un gruppodi studiosi, di pubblicisti e di operatori pro-fessionali, è aperta a chi intende mettere adisposizione le proprie competenze per trat-tare i problemi della montagna. Promuoveinoltre una maggior conoscenza reciprocatra chi si occupa - a diverso titolo - di mon-tagna, attraverso scambi di informazioni edeventualmente forme di cooperazione.

L’Ufficio stampa del CAI

Il CAI rappresenta una dellepoche voci nazionali “adisposizione” della montagna:lo ha sottolineato il presidentegenerale intervenendo aTorino a un simposiodell’Associazione Dislivelli

Incontri Montagne e comunicazione

Rompere la cortina d’indifferenza

Trenta eventi in undici giorni, incontri con alpinisti, serate dicinema, conferenze e tavole rotonde, presentazioni di libri,mostre di pittura e di fotografia: Belluno si è trasformata in

una grande vetrina della montagna in occasione della rassegna“Oltre le vette”, chiusa l’11 ottobre da un appassionante incontrocon l’alpinista tedesco Alexander Huber (foto) che ha mostrato lesequenze-brivido della sua scalata free solo della via HasseBrandler sulla Cima Grande di Lavaredo. Le sale dell’AuditoriumComunale, del Teatro, di Palazzo Crepadona sono statecostantemente affollate. Vanno segnalate la grandepartecipazione e l’originalità della maratona di lettura – parte initaliano e parte in tedesco – del libro “La parete” della scrittriceaustriaca Marlen Haushofer. O la conferenza di Milena Dalla

Piazza e Valerio Sani sulla loro grande traversata delle Alpi. Oppure, ancora, ilconvegno del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico edell’associazione Penelope sulle migliaia di persone scomparse in Italia. Importantepoi è stata la giornata di studio, di alto livello, sulla frana del Tessina in Alpago, con lapartecipazione di molti studiosi e operatori tecnici, organizzata in collaborazione conla Fondazione Giovanni Angelini. Tra i convegni da citare anche l’alto livello di quellosulle grandi vie a piedi europee, i “Cammini dello spirito”, e la conferenza finaledell’astrofisico Piero Rafanelli con un importante coinvolgimento delle scuole.

Costante la partecipazione alle serate di cinema, con i due appuntamenti con leopere del TrentoFilmfestival. L’Auditorium non è bastato a contenere i bambini (e iloro genitori) co-autori del libro di Beatrice Da Vià sul Cammino delle Dolomiti,presentato con le musiche al pianoforte del giovane Paolo Fornasier. Quasi venti sonostati infine gli iscritti al laboratorio sull’orientamento nella natura senza mezzitecnologici: tre giornate condotte dal geografo e giornalista Franco Michieli.Soddisfazione inoltre per la direzione artistica, affidata anche in questa tredicesimaedizione a Flavio Faoro e per l’organizzazione curata da Roberta Olivotto del Comunedi Belluno e dai collaboratori Simone Favero e Marco Furmenti.

Rassegne

Oltre le vette appassionatamente

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La Commissione Centrale Escursionismo (CCE) hainsediato il nuovo Gruppo di lavoro Seniores(GLS) che riunisce attorno a un tavolo sei sociseniores in rappresentanza dei gruppi sezionali

seniores costituito o in via di costituzione nelle RegioniCAI di Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia,Piemonte e Triveneto. Referente per la CCE è l’AE lom-bardo Carlo Bonisoli, sponsor del GLSeniores lo stessoLuigi Cavallaro, presidente della CCE. La missione è di dare attua-zione concreta e organizzata in tutti suoi aspetti, a livello nazionale,alle indicazioni sulle “nuove forme di approccio tecnico alla monta-gna” preconizzate dal presidente generale fin dall’assemblea diVarese del mese di maggio 2006.

L’associazionismo dei soci seniores in ambito CAI è infatti una diqueste “nuove forme” (l’altra per esempio è il ciclo escursionismo);risponde a una domanda esplosiva di “mobilità dolce”, e lo fa in modovincente, differenziandosi dall’agguerrita concorrenza, rispetto aibisogni e alle specificità di quel segmento di popolazione che, preva-lentemente in età matura, si avvicina (o si ri-avvicina) alla monta-gna.Può contare su un’esperienza ormai collau-data, sia pure a macchia di leopardo in variesezioni e in un paio di regioni CAI.Un’esperienza sulla quale come CCE si vuolecapitalizzare e anche ulteriormente costruire,per offrire, alle sezioni interessate, delle lineeguida per la costituzione e l’organizzazione diun gruppo sezionale di soci CAI seniores.

Operativo da giugno 2009, il GL Seniores si èdato per il suo primo anno di vita tre prioritàche vale la pena di condividere da subito con isoci interessati alle attività CAI per seniores, oin esse comunque coinvolti. Il primo e piùurgente obiettivo è un censimento dei gruppiseniores sezionali (vedere il portale ww.cai.it).Un’operazione per il cui tramite, più che conta-re i numeri, vogliamo capire “dove siamo e ache punto siamo”. Si vuole tracciare una mappaaggiornata a livello nazionale di come sonoorganizzate le varie sezioni CAI in relazione allapresenza e alle attività di soci seniores. Insostanza, il censimento chiede se a livello dellasingola sezione esiste già un gruppo seniorcostituito; o se in alternativa esiste un gruppo“spontaneo”; o se comunque c’è una certapopolazione di soci seniores che partecipa avarie attività sezionali non specifiche, ma per laquale si ritiene sarebbero maturi i tempi per laformazione di un gruppo seniores entro un paiod’anni; o se infine non c’è, né si prevede, alcunainiziativa CAI, ma magari è localmente attivauna “concorrenza” per offerte di mobilità dolce.In ognuno dei casi interesanti citati, si chiedealla sezione di rispondere indicando un referen-te sezionale, con il quale il GLS possa stabilireun canale di comunicazione. Un grazie antici-pato ai presidenti sezionali sulla cui fattiva col-laborazione siamo certi di poter contare.

Il secondo importante obiettivo è lavorare per

il 1° Convegno nazionale seniores, che prevediamo aOttobre 2010 (sede ipotizzata il Palamonti del CAIBergamo). Nel convegno confluirà anche il 7° Convegnolombardo seniores. I referenti sezionali di gruppi senio-res già costituiti o anche “spontanei” saranno gli interlo-cutori privilegiati con cui il GLS della CCE lavorerà perpreparare un 1° Convegno rappresentativo a livellonazionale. Un terzo obiettivo è l’edizione entro il 2010 da

parte della CCE di un Quaderno dei seniores, che riprenda e comple-ti i contenuti del “Quaderno dei seniores, Esperienze di CAILombardia” (edito nell’aprile 2009) a cura del Gruppo regionale CAILombardia. Il Gruppo di lavoro seniores si impegna in tale completa-mento: in particolare dovrà condividere e porre all’attenzione dellaCCE l’opportunità di una figura di accompagnatore sezionale escur-sionismo (ASE) a cui proporre una preparazione specifica per l’ac-compagnamento di gruppi senior.

Dino Marcandalli

Gruppo di lavoro Seniores CCE

e presidente Commissione seniores Lombardia

LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 13

Organizzazione Novità nella Commissione Centrale Escursionismo

Il primo e piùurgenteobiettivo è uncensimento deigruppi sezionali

INVITO AI PRESIDENTI SEZIONALIQuesto il testo della lettera inviata ai presidenti delle sezioni, ai reggenti delle

sottosezioni e, per conoscenza, ai presidenti del gruppi regionali.

Carissimi presidenti, il nuovo Gruppo di lavoro seniores (GL Seniores), costituito inambito OTCO Commissione centrale di escursionismo (CCE), vi chiede collaborazionee supporto per conoscere in dettaglio quello che il nostro Sodalizio già promuove e orga-nizza come attività escursionistica rivolta ai seniores.

Per meglio promuovere e coordinare le iniziative escursionistiche riconducibili aiseniores, il GL Seniores intende partire dalla base dati acquisiti con il sondaggio cono-scitivo per le attività dei soci seniores del 2006; ma gli occorre ulteriormente acquisire,con la vostra collaborazione, una fotografia aggiornata della effettiva presenza e opera-tività dei gruppi Seniores presso le varie sezioni e sottosezioni.

Queste importanti informazioni serviranno al GL Seniores per conseguire due obiettivi:creare una mappa aggiornata dei gruppi sezionali di soci seniores del CAI, sia già costi-

tuiti, sia spontanei o in fase di costituzione, o quantomeno di quelle sezioni che ne veda-no il potenziale in base alla presenza di soci seniores;

identificare per ogni sezione o sottosezione di tale mappa un referente con cui stabili-re un canale di comunicazione e di circolazione delle informazioni utili al gruppo seniorsezionale costituito o in via di costituzione.

I risultati che emergeranno dal questionario, insieme con quelli dei progetti che il GLSeniores porterà avanti in collegamento e con la collaborazione dei referenti sezionaliindividuati, saranno resi noti tramite gli organi della stampa sociale e il sito del nostroSodalizio; essi verranno inoltre presentati e discussi nel 1° Convegno nazionale senioresche sarà organizzato nell’autunno 2010 (in data e luogo ancora da definire) e cui i refe-renti dei gruppi seniores sezionali saranno invitati a partecipare come delegati

Luigi Cavallaro

Presidente Commissione centrale per l’escursionismo

Carlo Bonisoli

Coordinatore per CCE del Gruppo lavoro Seniores

NB. Scaricate dal sito www.cai.it il modulo

“1° Questionario Nazionale Seniores”

Il CAI ➔ Organi Tecnici Centrali ➔ Commissione Centrale per l’Escursionismo ➔Documentazione ➔ Gruppo di Lavoro Seniores. Rispedite il questionario entro il 15 gen-naio 2010 tramite posta elettronica a [email protected]. Per ulteriori informazionipotete contattare il coordinatore per CCE del GL Seniores Carlo Bonisoli 339.3438255.

Nasce il Gruppo “Seniores”

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E’ fatto obbligo di redigere il suddettoTariffario sullo stampato CAI (scaricabile dalsito internet del CAI : www.cai.it) che ripor-ta sul frontespizio la seguente dicitura:Club Alpino Italiano – Sezione di…In un distinto specchietto devono essereelencate le tariffe imposte dallaCommissione Centrale (tabella in questapagina).In calce al predetto:Il Presidente della Commissione CentraleRifugi e Opere Alpine(f.to Samuele Manzotti)In calce allo stampato deve essere apposto iltimbro e la firma del Presidente dellaSezione.Le Sezioni, nelle persone del Presidente edegli Ispettori, devono responsabilmentecollaborare con i Gestori/Custodi, affinchésia garantito agli ospiti, Soci e non Soci, ilrispetto del Regolamento Generale Rifugi.N.B. Ricordiamo che il Tariffario e ilRegolamento devono essere obbligatoria-mente esposti in posizione da permetterel’immediata consultazione da parte dei frui-tori del rifugio.

Si rende noto il prospetto 1/6/2010 –31/5/2011 indicante i prezzi relativi a:Pernottamenti – Riscaldamento (supplemen-to applicabile solo sul pernottamento) eConsumazioni fondamentali, ricordandol’obbligo che dette tariffe vengano integral-

mente applicate a tutti, al fine di ottenereuna omogeneità nei prezzi in tutti i rifugi delCAI conformemente alla categoria di appar-tenenza. Le Sezioni sono libere di fissare le tariffe, perquant’altro non contemplato nell’allegatoprospetto sotto la propria responsabilità,con l’invito a mantenere gli importi entro ivalori compatibili con le finalità delSodalizio, in un unico prezziario per tutti ifruitori. Qualora le Sezioni volessero attuare il tratta-mento di “mezza pensione” (cena, pernotta-mento, prima colazione) la differenza delprezzo tra soci e non soci deve corrisponde-re ad un importo non inferiore alla differen-za del pernottamento soci e non soci. I soci giovani (inferiori ai diciotto anni)avranno una ulteriore riduzione del 50% sullaquota del pernottamento. I prezzi indicati per il pernottamento sono imassimi consentiti. Deve essere comunquegarantito lo sconto effettivo del 50% ai soci.Qualora la sezione applicasse per i non socitariffe inferiori, essa deve comunque garanti-re lo sconto effettivo del 50% ai soci.

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EmittenteCommissione CentraleRifugi e Opere Alpine Oggetto TARIFFARIO RIFUGI 2010DestinatariSezioni e Sottosezioni CAI, SociCAI, alle Commissioni RegionaliRifugi e Opere AlpineDataMilano, 30 ottobre 2009FirmataIl Presidente della CommissioneCentrale Rifugi e Opere Alpine,Samuele Manzotti

CircolariComunicazioni dalla Sede centrale

Circolare n. 13/2009

Cat. A/B Cat. C Cat. D Cat. ECapannaReginaMargherita

Soci NonSoci Soci Non

Soci Soci NonSoci Soci Non

Soci Soci NonSoci

Pernottamento

Posto letto con materassoe coperte

10,00 20,00 10,00 20,00 11,00 22,00 13,00 26,00 15,00 30,00

Posto letto con materassoe coperte in cameretta finoa 4 posti

12,00 24,00 12,00 24,00 13,00 26,00 15,00 30,00

Posto emergenza 3,00 6,00 3,00 6,00 4,00 8,00

ConsumazioniThe (1/3 litro) 1,50 2,00 1,50 2,00 1,50 2,00 1,50 2,50 1,80 2,80

The (1 litro) 4,00 5,00 4,00 5,00 4,00 5,00 4,00 5,00 4,50 5,50Minestrone o pasta asciutta 5,50 7,00 5,50 7,00 5,50 7,00 6,00 7,50 6,50 8,00

Acqua minerale 0,5 l. 1,20 1,50 1,50 1,70 1,50 1,70 1,80 2,00 2,20 2,50

Acqua minerale 1,5 l. 1,70 2,20 2,00 2,50 2,00 2,50 2,50 3,00 3,00 3,50

Mezza Pensione + 10,00 + 10,00 + 11,00 +13,00 +15,00Pernottamento socigiovani 5,00 5,00 5,50 6,50 7,50

TARIFFARIO 2010NEI RIFUGI DEL CLUB ALPINO

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LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 15

Al riguardo si notifica che in caso di inosser-vanza la Commissione Centrale disporrà lasospensione del contributo per la manuten-zione, con la pubblicazione sulla stampasociale dell’elenco delle Sezioni che nonhanno adempiuto alle disposizioni regola-mentari.Nel presente Tariffario viene ribadita l’obbli-gatorietà del “sacco lenzuolo personale”.Analogamente a quanto viene fatto dagli altriClub Alpini Europei, il CAI è ormai da tempoimpegnato su questa operazione che, oltre acontribuire al miglioramento delle condizio-ni igieniche del singolo, favorisce il rispar-mio delle risorse idriche ed energeticheimpegnate nelle operazioni di lavaggio conconseguente sostanziale diminuzione delladispersione nell’ambiente dei detersivi. Unulteriore contributo a rendere la montagnapiù pulita. Nella parte del Tariffario a curadelle Sezioni dovranno essere inserite levoci: “sacco lenzuolo di cotone” e “sacco len-zuolo monouso”. Il Gestore/Custode avràcura di tenerne l’assortimento.Si ricorda infine che nel periodo invernale(1/12-30/4) è applicabile, per i non soci, unaumento del 30% della quota riscaldamento.

Il Presidente della Commissione

Centrale Rifugi e Opere Alpine

Samuele Manzotti

Vi indichiamo i prezzi per coloro che inten-dono sottoscrivere l’abbonamento alla stam-pa sociale La Rivista-Lo Scarpone del Clubalpino italiano:

- Soci familiari € 10,90 - Sezioni, sottosezioni,

rifugi, organi tecnici. € 10,90- Non Soci € 35,40

supplemento spese postali per recapito all’e-stero secondo tariffe Poste Italiane in vigore- zona 1:

Europa-Bacino del Mediterraneo € 44,40- zona 2: Africa-Asia-Americhe € 63,30- zona 3: Oceania € 82,80

Fascicoli sciolti, comprese spese postali:- Soci:

(La Rivista-Lo Scarpone) € 5,45(Lo Scarpone) € 1,90

- Non Soci (La Rivista-Lo Scarpone) € 8,20(Lo Scarpone) € 3,30

“Mozione giovani”: invio della stampa socia-le ai soci giovani non familiariA seguito della “Mozione Giovani” approvatadall’Assemblea dei delegati Mestre 2007, ilComitato centrale di indirizzo e controllo hadeciso che i Soci Giovani, al momento dell’i-scrizione o rinnovo, possano espressamenterichiedere l’invio della stampa sociale gratui-tamente.

Chiediamo la collaborazione alle Sezioniaffinché verifichino la condizione della nonfamiliarità e inseriscano direttamente il codi-ce pubblicazioni 3 per l’invio della stampasociale.

Il Direttore CAI

Paola Peila

Gli importi indicati nel tariffario 2010 sono quelli massimi applicabili. Le Sezioni sono invitate a sensibiliz-zare i gestori dei rifugi affinchè venga fornito un servizio di ristorazione semplice e genuina e che tengaconto della promozione dei prodotti tipici locali. I non Soci che intendono usufruire dei servizi mensa del rifu-gio, consumando solamente cibi propri sono tenuti al pagamento di una quota (sino a max, di € 3,00), adiscrezione della Sezione proprietaria o affidataria del rifugio, quale contributo per il servizio di riassetto esmaltimento rifiuti. Per questo servizio non deve essere richiesto ai soci alcun contributo.Per il pernottamento è d’obbligo l’uso del sacco-lenzuolo personale in tutti i rifugi senza alcuna eccezione.Le Sezioni devono curare che questo accessorio, determinante per le condizioni igieniche delle nostre strut-ture, sia sempre disponibile per gli ospiti che ne siano sprovvisti.Eccezioni. Sono esclusi dall’applicazione del tariffario i rifugi: Baita Gimont, Baita Omegna, Monte Bianco,Passo Sella, Plan de Corones, Parete Rossa, Auronzo, Divisione Julia, C. Marini, G. Sapienza (circolareCommissione Centrale Rifugi n. 2056 del 27/6/96), per i quali la Commissione ha invitato Sezioni proprieta-rie e gestori a riservare ai Soci per i servizi prestati un trattamento economico mantenuto entro i valori com-patibili con le finalità del Club Alpino Italiano. Le leggi locali (regionali o provinciali) possono modificare ledifferenze tariffarie tra socio e non socio.Altre osservazioni. Eventuali reclami devono essere indirizzati alla Sezione titolare/responsabile del rifugio.• Tutte le Sezioni devono consegnare ai propri gestori il Tariffario con indicato l’anno in corso completato

delle tariffe espresse in Euro. La Sezione che sarà ritenuta inosservante sarà penalizzata con l’immediatasospensione di eventuali contributi per la manutenzione. Le richieste di stampati relativi al nuovo Tariffariodevono essere indirizzate a questa Commissione o in alternativa alle Commissioni Zonali.

• Si rammenta che nei rifugi Capanna Regina Margherita, G. Gnifetti e Marco e Rosa deve essere versatauna quota supplementare sul pernottamento di € 3,00 quale contributo alle spese di trasporto a valle deireflui.

• Si precisa che per i Soci giovani la mezza pensione deve essere scontata della differenza sulla quota delpernottamento (Es. € 5,00 per Rifugi A/B, C; € 5,50 per Rifugi D; € 6,50 per Rifugi E; € 7,50 per laCapanna Regina Margherita)

■■ 1/09 marzo Coperture assicurative2009 – condizioni e costi

■■ 2/09 marzo Memorandum scadenzesezioni

■■ 3/09 marzo Richiesta di bollinianteriori al 1998

■■ 4/09 marzo Assemblea delegati 2009 ■■ 5/09 maggio Abbonamento Vita

delle sezioni anno 2009■■ 6/09 maggio Definizione attività

sezionali ■■ 7/09 giugno Fondo stabile pro rifugi

2009■■ 8/09 giugno Abbonamenti stampa

sociale■■ 9/09 settembre Chiusura

tesseramento 2009 e quote 2010■■ 10/09 novembre Vita delle sezioni

2010, ■■ 11/09 novembre Coperture

assicurative 2010 ■■ 12/09 novembre Prezzo cessione

bollini e mancato reso■■ 13/09 dicembre Tariffario rifugi 2010■■ 14/09 dicembre Abbonamento

Stampa sociale 2010

Tutte le circolari pubblicate nel 2009

CHIARIMENTI SUL TARIFFARIO

EmittenteDirezione – Ufficio SezioniOggetto ABBONAMENTI STAMPASOCIALE ANNO 2010DestinatariSezioni e Sottosezioni CAI, Soci CAIDataMilano, 30 ottobre 2009FirmataIl Direttore CAI, Paola Peila

Circolare n. 14/2009

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16 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

Nello splendido scenario del monteAmandola in provincia di Fermo,presso il rifugio “Città diAmandola”, i ragazzi dell’alpinismo

giovanile del CAI Marche, e precisamentedelle sezioni di Senigallia, Macerata eAmandola, si sono confrontati il 27 settem-bre con due unità cinofile del CorpoNazionale Soccorso Alpino e Speleologicodel SASM: un festoso incontro al qualehanno partecipato con entusiasmo anchegiovani diversamente abili di Macerata. Intutto circa quaranta ragazzi che hanno tra-scorso ore piacevoli con Piero, un esempla-re di “Nova Scotia retriever” di quasi quattroanni, brevettato e operativo per soccorso insuperficie e valanga, e Piergiorgio, un blood-hound di quindici mesi addestrato per unaricerca altamente specializzata definitamolecolare. Dopo molte carezze e una breveprecisa descrizione del lavoro delle unitàcinofile da parte dell’istruttore nazionaleUCRS (unità cinofila ricerca in superficie)Stefano Macciò, i ragazzi hanno toccato conmano, in alcuni casi simulando essi stessi siail cercare sia “l’essere trovati”, la straordina-ria capacità operativa degli amici a quattrozampe: diversi gli scenari, per Piero e perPiergiorgio, e con risultato sempre positivo!

Ogni anno la Commissione di alpinismogiovanile organizza simili raduni a tema. Nel2009 è stata privilegiata la prevenzione sce-gliendo, grazie alla sensibilità della presiden-tessa del Gruppo regionale Paola Riccio, ciòche nel Soccorso alpino per certo colpisce i

ragazzi in modo diret-to. Piero e Pier-gior-gio, esperti soccorri-tori e docili compagnidi giochi, si sono pre-stati con gioia epazienza non solo alladimostrazione delleloro capacità, ma soprattutto a carezze efoto ricordo. Già nel mese di marzo, con lamontagna innevata, un gruppo di ragazzihanno trascorso mezza giornata al CampoArva di Frontignano di Ussita, dove i tecnicidel Soccorso alpino hanno consentito di“cercare sotto la neve” con l’aiuto dell’appa-recchio ricerca in valanga ed è stata fattauna dimostrazione da parte di Piero che inuna manciata di secondi ha trovato unasepolta (una giovane e coraggiosa ragazzina

dell’alpinismo giovanile) riempiendola difeste.

Un piccolo grande tassello per la crescitadei giovani alpinisti del futuro, un piccologrande obiettivo del disegno della preven-zione attuata dal CNSAS.

Carla Ruello

Presidente commissione regionale

Alpinismo giovanile CAI Marche

Paolo Cortelli Panini

Addetto stampa SASM

Alpinismo giovanile Un giorno con le unità cinofile

Nuovi amici con… la codaCoccole e fiutoinfallibileL’incontro fra i ragazzidelle Marche e unesemplare di cane daricerca in superficie,testimone dell’impegnodel Corpo NazionaleSoccorso Alpino eSpeleologico anche nelcampo della cinofilia.

Il Servizio Valanghe Italiano per la stagione 2009/2010 organizza i seguenti corsi:

Neve e valanghe di baseNeve e valanghe avanzato

MeteorologiaAutosoccorso in valanga

Nivologia di base

Maggiori dettagli e informazioni reperibili sul sito www.cai-svi.it

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Ma chi erano questi amici straordinari chenon ci sono più, ma che in realtà ci sarannoper sempre?

Dario De Filip era nato a San Gallo (CH) il10 novembre 1960. Era pilota della ditta InaerHelicopter Italia esercente il servizio di eli-soccorso presso il SUEM 118 di Pieve diCadore (BL) dell’USSL n 1 di Belluno.

Fabrizio Spaziani era nato a Frosinone il 3gennaio 1963. Medico anestesista dell’USSL n1 di Belluno e turnista presso il SUEM 118 diPieve di Cadore in qualità di medico del ser-

vizio di elisoccorso, era volontario dellaStazione CNSAS di Pieve di Cadore e tecnicodi soccorso alpino. Dirigeva la Scuola sanita-ria del veneto.

Marco Zago era nato a Belluno il 6 settem-bre 1967. Tecnico aeronautico della dittaINAER Helicopter Italia, era volontario dellaStazione CNSAS di Belluno e tecnico di soc-corso alpino.

Stefano Da Forno era nato a Bernsheim (D)il 4 dicembre 1969. Volontario della StazioneCNSAS di Feltre, era tecnico di soccorso alpi-no, istruttore regionale tecnici e tecnico dielisoccorso. Dirigeva la Scuola soccorso alpi-no del Veneto.

Un grande abbraccio alle famiglie di questivalorosi insieme con un profondo ringrazia-mento per tutto ciò che hanno sempre fattocon cura, impegno e generosità e all’oscuroda onori e gloria. ■

Insieme con indimenticabili momenti digloria, l’anno che se ne va resta scolpitonegli annali del Soccorso alpino per unevento tragico ed eroico che il 22 agosto

è costato la vita a quattro giovani e valentitecnici. A bordo dell’elicottero del SUEM 118i quattro stavano recandosi a Cortinad’Ampezzo a controllare se c’erano turisti daaiutare, in difficoltà per il maltempo. Il desti-no ha però voluto che quel giorno l’elicotte-ro Falco finisse contro i cavi dell’alta tensio-ne tra il Faloria e il Cristallo.

Sfuggito al controllo, il velivolo è precipita-to e non c’è stato scampo per i quattro occu-panti: il pilota Dario De Filip, Marco Zago,tecnico aeronautico e membro del Soccorsoalpino di Belluno, Fabrizio Spaziani, medicoe membro del Soccorso alpino di Pieve diCadore, e Stefano Da Forno, tecnico di eli-soccorso del CNSAS. Un lutto gravissimoper il Corpo Nazionale Soccorso Alpino eSpeleologico che si è idealmente strettoattorno alle vittime, ai loro familiarie agli uomini del Soccorso alpinobellunese a cui spetta il duro com-pito di colmare questo vuoto e dicontinuare l’attività di sempre.

Ora a Dario, Marco, Fabrizio eStefano rende omaggio il SUEM 118di Pieve di Cadore con un opuscolodi 24 pagine, che dei tecnici scom-parsi illustra con numerose immagi-ni la passione, l’entusiasmo e ladedizione per un servizio “che sen-tivano nel cuore e nella quotidianitàdi tante azioni svolte in silenzio”,come annotano Fabio Bristot eGianni Mezzomo della 2° ZonaDelegazione Bellunese. “Se ne sonoandati nel fragore di un silenzio chenon riesce più a scaldarci di gioia erisa perdutamente ormai lontane”,scrivono, “ma che in ogni attimo ciricorda, ci insegna e ci ammoniscea dover mantenere inalterata la pas-sione per la montagna e per le suecomunità, la solidarietà e lo stessospirito che ci farà proseguire nel servizio”.

Agli scomparsi ha reso omaggio anche ilComune di Belluno assegnando il PremioSan Martino 2009 al Corpo NazionaleSoccorso Alpino e Speleologico 2° Zona e alSUEM 118 di Belluno. L’assegnazione harivestito un particolare significato alla lucedella tragica scomparsa dell’equipaggio delSUEM. “Un sacrificio”, ha detto il presiden-te del Consiglio comunale di Belluno OresteCugnach, “che la nostra città non può dimen-ticare”.

LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 17

Soccorso alpino Omaggio ai caduti di Cortina

“Riverso a terra con il suo carico di morte”“Quel giorno è stato orribile vedere Falco riverso aterra con il suo carico di morte”, scrivono gli amicidel SUEM 118 di Pieve di Cadore (Belluno) nelricordare in un opuscolo le quattro vittime di Cortinaai quali rivolgono un accorato ringraziamento per“aver donato il seme dell’amore che non morirà mai”.

Nelle foto Dario, Fabrizio, Stefano, Marco e l’elicotteroFalco precipitato nel corso di una delicata missione.

Stefano

Fabrizio

Marco

Dario

Non vi dimenticheremo

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18 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

Catherine Destivelle(foto), una delle piùestroverse e capaci rap-presentanti dell’alpini-

smo femminile di tutti i tempi, èl’autrice di un manuale fresco distampa che si rivolge a un pub-blico particolare, quello deiragazzini affascinati dalle primearrampicate e vogliosi di met-tersi alla prova sulle vie alpini-stiche. “Il piccolo alpinista”,pubblicato dalle edizioniGuérin ([email protected]) di Chamonix, celebriper le copertine rosse che acco-munano i loro libri, si rivolge auna fascia di lettori compresafra 9 e 13 anni.

In 112 pagine, con oltre 100foto a colori e disegni (20 euro ilprezzo di copertina), Catherinecon Erik Décamp svela i segreti

della scalata: i nodi per legarsi,le tecniche di bivacco, comescegliere gli appigli giusti e cosìvia. Lei stessa racconta come,giovanissima parigina, scoprì ilfascino della scalata e ne restòcontagiata: un racconto antici-pato nel 1992 nelle pagine di“Montagna primo amore”, unlibro del CAI ormai introvabilededicato a “infanzia, vocazione,prime esperienze di 21 protago-nisti dell’alpinismo moderno”.Tutto cominciò per Catherine a14 anni, il “tempo delle mele”,con la prima tessera del CAF intasca. E con una grinta che sem-pre l’ha sorretta nelle sue ormaimitiche scalate, dalla prima soli-taria femminile alla Norddell’Eiger alle grandi paretidell’Himalaya.

Elicotteri■ La mostra interattiva “Searchand rescue, 50 anni del Nucleoelicotteri trentino” è aperta alMuseo dell’Aeronautica GianniCaproni di Trento, con le testi-monianze fotografiche e a stam-pa delle imprese dei primi pilotie l’esposizione di alcuni compo-nenti degli elicotteri Dauphin edÉcureuil che compongono laflotta attuale del Nucleo, graziealla collaborazione diHelicopters Italia. In esposizio-ne anche un elicottero AgustaBell 47 G3, uno dei primi pro-

dotti industrialmente nel nostroPaese. Info tel 0461.270 307.

Bard■ Domenica 6 dicembre le pic-cole vie in pietra di Bard (AO),ai piedi del Forte, saranno ani-mate dal ‘’Nöel au Bourg’’ conbancarelle dedicate all’artigia-nato locale fra presepi d’autorein ogni cortile, musica e giochidi luce; alle 21 suggestive musi-che natalizie saranno eseguitedal Coro di Verres presso laChiesa Parrocchiale.

In onda e on line■ In onda ogni venerdì alle 9.10su RaiDue le puntate della tra-smissione TGR Montagne sonodisponibili on-line su:www.montagne.rai.it Anche inquesta edizione la sigla di coda èconfezionata con le immaginiinviate dagli spettatori: pertantochi dispone di riprese di buonaqualità potrà mandarle unita-mente a un breve commento, sucd o dvd al seguente indirizzo:TGRMontagne, via Verdi 16,10124 Torino.■ L’Eco delle Valli, voce indi-pendente dell’editoria valtelline-se, si sdoppia e va on-line. E’infatti attivo www.ecodelleval-li.it. Con una veste essenziale edi facile consultazione, offre lapossibilità ai lettori di saperetutto ciò che succede in provin-cia in tempo reale.

Acque■ Lo sfruttamento capillaredelle acque sulle nostre monta-gne, favorito da una discutibilepolitica di incentivi (vedere LS8/09), crea problemi non indiffe-renti anche in Austria dove ilWWF ha condotto la campagnaa livello nazionale “Un cuore peri fiumi”, con l’obiettivo di salva-re i fiumi e i torrenti. Il motivo difondo della campagna sono lecritiche espresse da molte asso-ciazioni ambientaliste, tra cuil’Umweltdachverband austria-co, per lo sfruttamento dei corsid’acqua rimasti in condizioni

naturali o quasi naturali. Fonte:[email protected]

80 anni ■ L’associazione GiovaneMontagna ha compiuto 80 anniorganizzando un convegno inti-tolato “Il tempo della monta-gna” e pubblicando il libro“Passi nel silenzio” di OresteValdinoci e Micaela Voltan.

Foliage

■ Lungo i sentieri per ammirarela straordinaria muta autunnaledei boschi di aceri, betulle, quer-ce, faggi, ciliegi: uno show chia-mato “foliage” che negli Statesmuove l’industria del turismo.Ogni giorno il New York Times,nella pagina del meteo, ha unasezione dedicata allo spettacolodel Northeast Foliage. E perosservare lo splendore autunna-le delle foreste del New Englandle agenzie turistiche offronopercorsi di trekking, gite intreno, appostamenti fotografici.Per fortuna non occorre andarenegli Stati Uniti per godere ditali suggestioni: Alpi eAppennini traboccano di “folia-ge” da sfruttare, proprio mentretutte le risorse dell’industriaturistica sono rivolte all’immi-nente stagione dello sci.

Relitti■ CIPRA Italia, in collaborazio-ne con altre associazioni comePro Natura e Mountain

Filo diretto Echi e notizie dal mondo della montagna

Presso l’Università degli Studi di Milano il 15 ottobre haconseguito la laurea magistrale in Analisi e gestione degliambienti naturali Antonella Senese con voto 110 lode. La

tesi, il cui titolo era “Tre anni di bilancio energetico e calcolodell’ablazione sul ghiacciaio dei Forni, Gruppo Ortles-Cevedale(Parco Nazionale dello Stelvio, Lombardia) è stataparticolarmente festeggiata dato che è stata la centesima tesi dilaurea svolta nell’ambito del gruppo di glaciologia delDipartimento di scienze della terra “Ardito Desio” costituito daClaudio Smiraglia, Manuela Pelfini e Guglielmina Diolaiuti. Inun quindicennio le tesi hanno riguardato i ghiacciai di tutto ilmondo, dalle Alpi all’Appennino, dall’Himalaya all’Islanda,dall’Antartide all’Africa, con argomenti sempre più aggiornati emetodologie moderne, come i bilanci energetici dei ghiacciai ola dendroglaciologia.

Ghiacciai

Tesi di laurea, quota record

L’alpinismo spiegato da Catherine

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LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 19

Wilderness, sta effettuando uncensimento degli impianti scii-stici abbandonati nelle diverselocalità alpine. E’ già stata com-pletata l’indagine sulle monta-gne della Provincia di Torino(dove sono state individuateotto località con impianti abban-donati, anche con gravi situazio-ni di degrado). Si sta ora proce-dendo nel resto del Piemonte.MW ha nel frattempo svolto unlavoro analogo per le montagnedi Lombardia.Info: www.cipra.org

Clima■ Il 62% delle specie delle pian-te montane è minacciata diestinzione entro il 2080. È quan-to emerge da un rapporto del-l’Agenzia europea dell’ambientesui cambiamenti climatici nelleAlpi (fonte: Corriere della sera1° novembre).■ La Rete di comuni Alleanzanelle Alpi ([email protected])organizza, nell’ambito del nuovoprogramma dynAlp-climate, unconvegno internazionale sulclima dal 21 al 22 gennaio aMäder (Austria).

Pellegrini■ 150.000 persone hannoaffrontato quest’anno il Cam-mino di Santiago e tra loro 683hanno compilato un questiona-rio preparato dall’organizzazio-ne “Il movimento lento”

([email protected]) ed elabo-rato in collaborazione con ilCentro studi del Touring ClubItaliano, che chiedeva di asse-gnare un voto da 0 (non impor-tante) a 5 (molto importante), asette possibili motivazioni. Lavotazione più alta è stata conse-guita da “Natura e paesaggio”con una media di 3,7; seguono apari punteggio “Spiritualità”,“Mi piace viaggiare a piedi”,“Incontrare nuove persone”(media 3,4), e leggermente stac-cato “Beni storici e culturalilungo il Cammino” (media 3,2).

“Motivi religiosi” è solo al sestoposto con una media di 2,4, ilche conferma l’impressione di“trasversalità” dell’aspetto spiri-tuale del Cammino.

Sculture■ Un catalogo virtuale per rac-cogliere informazioni sulle scul-ture medioevali nelle Alpi occi-dentali comprende 360 schederealizzate con la collaborazionedi diversi musei italiani, svizzerie francesi. Info: tel o11.442911;www.sculpturealpes.com

Focobon■ Un boato fortissimo e poi, perun’ora, una nuvola bianca. Insettembre Falcade (BL) si è sve-

gliata quando il Focobon (foto)ha suonato la sveglia sgancian-do dalla sua cima centrale ungran pezzo di roccia. LaCampido del Focobon, nel grup-po delle Pale di San Martino, ègià stata interessata negli anniscorsi da eventi simili di cuiporta ancora le cicatrici.

Val di Mello■ La struttura di Casera Piodanella nuovissima Riserva natu-rale regionale della Val di Mello(SO), situata nel primo circo gla-ciale di testa della Val di Mello(1560 m), dopo la ristrutturazio-ne diventerà centro di serviziinformativi per gli utenti dellariserva. Mountain Wilder-

“Eroismi dimenticati dallo Stato”, così definìIndro Montanelli le azioni dei venti ragazzi delSoccorso alpino di Cortina citandoli uno per unoe invocando un riconoscimento che sarà poiassegnato nel ‘69 sotto forma di medaglia d’oroal valor civile. Fu una delle tappe più luminosenella storia degli Scoiattoli che quest’annofesteggiano il settantesimo anniversario. “E’tutta gente che vive del proprio lavoro”, scrisse ilgrande giornalista sulla Domenica del Corriere.“Alcuni di essi fanno d’inverno i maestri di sci ele guide d’estate, ma la maggior parte sonoartigiani e negozianti, che alla montagna sidedicano nei ritagli di tempo e solo perpassione. Ma di passione ce ne mettono tantache in tutta Europa sono conosciuti come i piùesperti, agili e spericolati “scoiattoli”.

“E questo è il loro guaio”, scrive ancoraMontanelli, “perché su qualunque parete delle

Dolomiti ci sia una cordata in pericolo, anche sesi tratta di una zona che fa parte di altri comuni,la stazione del Soccorso a cui viene suonatol’allarme è quella di Cortina. E Cortina mettesubito in campo la squadra dei soccorritori.Nessuno si tira indietro, nemmeno se è nottefonda, il temporale infuria e sulle cime dascalare c’è la tormenta”.

Ma chi sono, che cosa rappresentano oggi gliScoiattoli di Cortina? A incontrarli nelle paginedel suo appassionante libro “La montagna diMare Verticale” (Mursia, 557 pagine, 24 euro) èCecilia Carreri, alpinista e skipper, che inappendice al volume ci regala i ritratti di BibiGhedina, Stefano Dibona, Lino Lacedelli,Lorenzo Lorenzi, Mario Dibona. L’attività ècomunque sempre intensa sulle pareti di tutto ilmondo. Le energie ci sono e la passione nonconosce flessioni. Auguri, cari Scoiattoli!

Cortina in festa

Settant’anni da Scoiattoli

La storia dello sci in Trentino attraverso una collezionedonata da Ugo Caola: è quanto propone il nuovissimoMuseo dello sci e della montagna ospitato nella bellissima

Casa Cüs di Daré (Val Rendena, Trento, email:[email protected]). Casa Cüs è anche la Casa dei senatoridella Marcialonga e dei soci del “Club dei Trenta …e piùMarcialonghe” che hanno disputato “almeno” trenta edizionidella mitica maratona delle valli di Fiemme e Fassa. Un invitoagli irriducibili appassionati dello sci di fondo perché prima o poiriescano a raggiungere questo ambito traguardo.

La casa dei “senatori”

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Sale in alto la Sezione di Saluzzo del CAI, talmente in alto daraggiungere gli 8201 metri del Cho Oyu. Ebbene sì, la sestamontagna al mondo per altezza ora annovera nel suo libro divetta anche il nome di un alpinista della città, Marco Galliano.

Trentott’anni, restauratore di professione con un amore sfrenato perla montagna, Marco coltivava un sogno: raggiungere la vetta del ChoOyu per ridiscenderlo con lo snowboard. Finalmente il 24 settembreè arrivato sulla vetta della “dea turchese” e ha potuto vedere, gli occhilucidi per l’emozione, il profilo dell’Everest. La scalata, in collabora-zione con la compagnia Mountain Kingdom, si è accompagnata con laprima discesa italiana in snowboard.

Dal campo base a quota 5734 la spedizione, capitanata dalla guidaalpina Cesare Cesa Bianchi, si è mossa lungo una morena trasportan-do il materiale per i campi alti: il primo a quota 6400 metri su un pia-noro all’ombra di una seraccata, il secondo a 7200 metri, il terzo e ulti-mo, un vero e proprio bivacco per consentire un fugace riposo, a 7400metri di fronte al caratteristico salto di roccia soprannominato yellowband. I punti più difficili della salita sono stati la seraccata e la pareterocciosa di oltre 50° di pendenza che “protegge” la vetta. E siamo allefasi decisive dell’impresa: il 21 settembre quattro membri della spedi-zione (erano partiti in sei dall’Italia) hanno dato il via alla salita.Galliano, senza aiuto di portatori, ha tenuto un ritmo molto alto sul-l’intero percorso e alle undici circa del 24 settembre ha raggiunto lavetta, dove il sogno si è realizzato: allacciata la tavola ai piedi, il cunee-se ha iniziato la discesa più bella della sua vita fino al campo 2. “Hopassato molto bene la yellow band”, spiega, “infilandomi in un canalemolto stretto, ma arrivato ai 7200 metri non me la sono più sentita discendere. Ho preferito fermarmi in tenda per trascorrere la notte egodermi la discesa finale il giorno seguente. Nel frattempo Cesare e glialtri due componenti della comitiva hanno raggiunto la vetta e sonotornati anche loro al campo 2. Particolare importante. Solamente noiquattro, esclusi gli sherpa, siamo riusciti a salire fino in cima senza uti-lizzare nemmeno una bombola d’ossigeno”.

Mattia Trotta

20 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

ness ([email protected]) annuncia il propositodi gestire la struttura utilizzan-dola anche per fini sociali.

Valanghe■ Si è svolto in settembre aDavos (Svizzera) un congressoorientato all’esperienza praticasulla neve e sulle valanghe“ISSW” (International SnowScience Workshop). Organiz-zato dal WSL, Istituto per lo stu-dio della neve e delle valangheSLF e dalla Sciente City Davos,ha visto la partecipazione dioltre 500 esperti. Obiettivo delWSL è quello di creare un puntod’incontro per gli esperti dei varisettori che si occupano di neve evalanghe, di favorire uno scam-bio tra teoria e pratica e di illu-strare le più importanti proble-matiche dal punto di vista prati-co. Per maggiori informazioni:www.issw.ch/index_IT

Foreste■ Gli ultimi rilevamenti globaliconfermano una tendenza inatto da tempo: le aree forestalicontinuano ad estendersi inEuropa. E in Italia più che inqualsiasi altro paese. Un fenomeno dovuto all’abban-dono delle terre alte, che spessocausa ulteriore dissesto del ter-ritorio con frane, incendi, allu-vioni. Sull’argomento si èespresso in un lungo reportage ilgiornalista Paolo Rumiz nel quo-tidiano La Repubblica del 20 set-tembre. Da cui si apprende che la Liguria- la regione più verde d’Italia inrapporto alla sua superficie,anche più del Trentino - frana ebrucia perché il bosco ha invasoi terrazzamenti secolari costruitidall’uomo.

Vulcano■ In Valsesia è stato scoperto unvulcano fossile che circa 290milioni di anni fa era attivo e inseguito è collassato su se stessosprofondando su una superficiecon un diametro vicino ai 15 km. Lo ha annunciato un gruppo di

scienziati composto da ricerca-tori italiani e americani, guidatodal geologo James Quickdell’Università di Dallas e daSilvano Sinigoi dell’Università diTrieste. La notizia è stata diffusadalla rivista Geology.

Mercatini■ In Carnia lo sci e gli sportinvernali si coniugano con anti-che tradizioni, folclore, buonatavola. A dare l’avvio alle feste èSauris dove dal 6 all’8 dicembresi svolge il tradizionaleMercatino dell’Avvento che tra-sforma l’intera frazione di Saurisdi Sopra in un incantevole“paese del Natale”.

Pio XI■ Papa Ratzinger ha incontratonell’udienza generale del merco-ledì l’editore Paolo Bellavite e loscrittore Domenico FlavioRonzoni che gli hanno conse-gnato una copia del volume“Achille Ratti, il prete alpinistache diventò papa”, con la prefa-zione di monsignor AlbertoMaria Careggio vescovo diVentimiglia-Sanremo e con lepresentazioni del presidentegenerale del CAI Annibale Salsae del presidente della Sezionedel CAI Milano Carlo Lucioni. Ratti divenne papa, come noto,con il nome di Pio XI.

Sculture■ Dal 2 al 6 dicembre a Livigno(SO) dieci artisti provenienti datutto il mondo, compresa India eArabia Saudita, si misurano conle sculture di neve di Art in Ice. Con raspe e picconi modellanodieci cubi di neve pressata di tremetri per lato, trasformandoli inopere d’arte contemporanea.

Ferrate■ È in corso di realizzazione aTarvisio la ristrutturazione dellavia Ferrata Julia del MonteCanin. All’opera stanno provve-dendo gli alpini Brigata Julia conla guida del maggiore AntonioScarano per sottolineare il 60°dell’istituzione del reparto. ■

Quota ottomila Snowboard estremo

Il Cho Oyu “surfato”

A Saluzzo festeggiato come un eroeMarco Galliano del CAI di Saluzzo in vetta al Cho Oyu (8201 m).Prima di lui soltanto lo svizzero Marco Siffredi e un ragazzospagnolo erano riusciti a “surfare” sulla “dea turchese”.

Filo diretto

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In questa quarta parte del dossier contributi di: Gianfranco Garuzzo (pag.22), Stefano Protto (22), GianluigiMontresor (23), Luigi Scerrato (24), Goffredo Sottile (24), SilvioBeorchia (25), Renata Viviani (27). A pagina 26 una lettera diMario Vaccarella, presidente del Gr Sicilia.

CAI:ente pubblico

o libera associazione

nazionale?

Care Socie, cari Soci,il dibattito avviato in settembre con il primo dossierprosegue con nuovi contributi.

In questo speciale ospitiamo con grande piacere gliinterventi di Gianfranco Garuzzo, Gianluigi Montresor,Stefano Protto, Luigi Scerrato, Goffredo Sottile, RenataViviani, Silvio Beorchia. Volentieri pubblichiamo ancheuna lettera del presidente del Gr Sicilia Mario Vaccarellaoffrendo risposta su alcuni punti riguardanti il ruolo dellaStampa sociale.

Non mi resta che augurarvi buona lettura.

Luca Calzolari,

Direttore responsabile Lo Scarpone La Rivista

LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 21

DOSSIER

LO SCARPONE 012 10-11-2009 9:16 Pagina 21

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Partecipo volentieri, con alcune rifles-sioni, al vivace dibattito in corsoincentrato sulla natura ed il regimegiuridico del nostro sodalizio avva-

lendomi del supporto degli interventi diautorevoli personaggi e dei pareri di insignigiuristi sull’argomento.

Giova ricordare che, in base alla legisla-zione ed allo statuto vigenti, il CAI è attual-mente così configurato: dal punto di vistagiuridico il CAI Centrale è ente pubbliconon economico, mentre le strutture territo-riali (sezioni e sottosezioni, gruppi regionalie provinciali) sono soggetti di diritto priva-to; dal punto di vista strutturale il CAI è unente a base essenzialmente associativa conorgani di governo, di amministrazione e dicontrollo a carattere elettivo e volontario;dal punto di vista funzionale il CAI è un entepreposto a svolgere, in primis, compiti e ser-vizi a favore dei propri soci oltre che di altrisoggetti; dal punto di vista finanziario il CAIè ente ad alto tasso di autonomia finanziariache utilizza soprattutto risorse proprie pro-venienti dai soci o derivanti dall’attivitàsvolta, mentre è minoritaria (intorno al 30%)la quota proveniente dal contributo pubbli-co.

Per la sua natura di ente pubblico non eco-nomico, il CAI si trova pertanto ad essereassoggettato, in mancanza di specifichederoghe, a tutte le norme ed a tutti i vincoliriguardanti le amministrazioni pubbliche ogli enti pubblici in generale (amministrazio-ne, contabilità, gestione del personaledipendente) che contraddicono, di fatto, leesigenze di piena autonomia e snellezzaoperativa proprie di un ente a base associa-tiva che opera sul territorio attraverso strut-ture di carattere schiettamente privatistico.

Se a tali incombenze aggiungiamo le perio-diche peregrinazioni di questi ultimi annidella dirigenza CAI presso i ministeri com-petenti, specie in occasione del varo delleleggi finanziarie, per perorare dapprimal’aumento e poi il mantenimento del contri-buto statale, o, più recentemente, il com-plesso iter, peraltro tuttora in corso e conesili prospettive di risoluzione, volto a supe-rare in senso favorevole per il CAI la nor-mativa “taglia-enti”, il quadro è veramentesconfortante. Ben si comprende quindi ilpresidente generale quando si richiama effi-cacemente alle “fatiche di Sisifo” per defini-re tutto ciò.

Un ritorno alle origini si impone per torna-

re allo spirito dei nostri padri fondatori: unalibera associazione nazionale di natura pri-vatistica. La trasformazione consentirebbedi adeguare il regime giuridico del CAI aisuoi caratteri sostanziali, di liberarlo da vin-coli scarsamente compatibili con tali carat-teri e di sviluppare pienamente le potenzia-lità insite nella sua natura associativa.

L’esercizio di funzioni di interesse pubbli-co da parte del CAI come soggetto di dirittoprivato non verrebbe meno e si potrebbeconcretizzare attraverso la stipula di appo-site convenzioni. In tal modo il CAI potreb-be conservare la possibilità di avvalersi dirisorse finanziarie pubbliche non più nellaforma del finanziamento ordinario, che ver-rebbe abrogato a seguito della trasformazio-ne, ma nella forma di corrispettivi o contri-buti finalizzati per le attività di interessepubblico convenzionate.

Per quanto riguarda invece il contributoche il CAI percepisce per la specifica attività

istituzionale espletata dal CNSAS, esso ver-rebbe mantenuto anche a seguito della tra-sformazione in quanto trattasi di collabora-zione fornita all’esercizio di funzioni di pro-tezione civile che può essere garantita ade-guatamente anche da un soggetto privato.

In merito infine al regime di proprietà deibeni del CAI come soggetto di diritto priva-to, mentre nulla cambia per la proprietà deibeni delle strutture territoriali, in quanto giàsoggetti di diritto privato, per il CAICentrale non è ipotizzabile, in linea di prin-cipio, il rischio di perdita della piena dispo-nibilità dei beni facenti parte del suo attualepatrimonio.

Un ritorno alle origini si impone. Dopo ilCongresso nazionale di Predazzo e l’ampiodibattito in corso sull’argomento, le decisio-ni non sono più rinviabili. Meditate, cariconsoci ed intervenite sulla stampa socialecon i vostri preziosi contributi.

*Componente Comitato direttivo centrale

Quante volte sin dagli anni ‘90, nei mieiinterventi in Assemblea dei Delegatiho sostenuto la necessità di privatiz-zarci, quante volte ne ho parlato a

soci autorevoli, quante volte ho registratotimore, scetticismo o contrarietà. Due lemotivazioni di tali atteggiamenti: “perdiamoil contributo statale” e “essere ente pubblicofacilita i rapporti con gli altri enti”. I tempinon erano maturi per proposte così rivolu-zionarie, ma negli anni recenti i tempi sonomaturati molto rapidamente: il problema èd’attualità. Le mie risposte sono sempre lestesse: il contributo è una percentuale delleentrate del Club piccola e in continua con-trazione; a giudicare dai fatti non si vedonoquesti grandi vantaggi nei rapporti con glialtri enti. Come già in passato, pur cono-scendolo pochissimo, mi trovo in perfettasintonia con le idee di Tirinzoni, magistral-mente espresse nel suo contributo alla dis-cussione. Provo qui di seguito a portare ulte-riori considerazioni.

Circa la scarsa consistenza del contributopubblico, qualcuno, dopo averne diviso l’im-porto per il numero di soci e memore diaspre discussioni assembleari avvenute inpassato circa ben più esigui aumenti dellaquota sociale, ritiene che l’aumento di quota

– piccolo - sia comunque improponibile epreconizza una cospicua diminuzione deglieffettivi del Club; e peggio ancora se si man-tenessero i rapporti tra le quote relative alletre categorie sociali. In realtà non sarebbeproprio così perché dalla privatizzazionederiverebbe una diminuzione dei costi dellaSede centrale, non solo per la soppressionedei costi direttamente prodotti dalle regoledella Pubblica amministrazione (non rilevan-ti in assoluto, ma pesanti rispetto al solo con-tributo pubblico), ma anche dei costi indottidall’attrito organizzativo prodotto dalla rigi-dità di tali regole sull’operatività corrente,costi, questi, ben più importanti anche se dif-ficili da rilevare contabilmente, costi chiara-mente percepiti dalla dirigenza del Club e dachiunque in periferia abbia rapporti con laSede centrale. Benchè vi sia stata una certaderegolamentazione in tempi recenti, anco-ra molte regole restano comuni per tutti glienti pubblici dai colossi quali l’INPS aimicrobi quali la nostra Sede Centrale, il chespiega bene come i piccoli enti pubblicisiano costretti ad essere inefficienti.

Circa la l’idea che l’essere ente pubblicogarantisca al CAI una maggiore considera-zione da parte del resto della Pubblicaamministrazione, ha già ben risposto Carlesinel suo contributo, portando l’esempio delTouring Club, privato. Io ho sempre portato

CAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?

Un ritorno alle origini si impone

22 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

DOSSIER

di Gianfranco Garuzzo*

Alla ricerca di assetti innovatividi Stefano Protto*

LO SCARPONE 012 6-11-2009 18:02 Pagina 22

Page 23: DICEMBRE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO · come per quasi per tutti i prodotti Marmot, il capo si ripiega su una tasca. Ideale per il viaggio, uso tecnico o semplicemente

Sono un socio quasi quarantennale eattento alla vita associativa del CAI.Non sono esperto di questioni buro-cratiche e/o legislative, pertanto il

mio parere è unicamente quello di un appas-sionato di montagna. Francamente nonsaprei dire quale sia la soluzione tecnica-mente più giusta, ma credo che alcuni puntifondamentali vadano salvaguardati. In primoluogo la forza del volontariato dei soci, a tuttii livelli. Se al decentramento regionale ope-rato recentemente dal CAI corrisponderàanche una più forte autonomia delle Regioni(il cosiddetto Stato Federale) sembra logicopensare che l’annuale “fatica di Sisifo” delPresidente possa essere utilmente ripartitatra più soggetti.

A questo punto, anche una struttura priva-tistica può tranquillamente interagire conl’Ente pubblico locale, parlando lo stesso lin-

guaggio (o magari dialetto!) e mostrandorisultati concreti facilmente verificabili. Inquesto caso si esige ovviamente la formazio-ne di personale locale del CAI di grandesostanza e capacità di trattativa e di convin-cimento, magari assistiti dalla struttura cen-trale a titolo di esperti/consulenti della peri-feria. L’esperienza insegna che probabilmen-te la somma dei contributi pubblici raggiun-gibili in questo modo potrebbe essere piùalta di quella faticosamente contrattata cen-tralmente. Un altro dei valori fondanti da sal-vare è l’eccellenza delle esperienze tecnichepresenti nel CAI, dagli istruttori delle scuoleal soccorso alpino, dalle commissioni deimateriali alle istituzioni culturali più impor-tanti (Museomontagna e BibliotecaNazionale in primis, ma anche Cineteca esettore pubblicazioni). In questo caso nonsono così sicuro che il decentramento deci-sionale sia ottimale per queste mansioninecessariamente centralizzate; un sistema

misto che veda il contributo della sede cen-trale (e quindi l’interfaccia con enti statalipreposti, ministeri ecc.) e il complemento dirisorse decentrate (pubbliche e/o private) misembrerebbe la via più produttiva. Ma anchein questo caso, una struttura di tipo privatopotrebbe comunque interloquire col poterepolitico sia nazionale sia locale.

Un terzo punto è l’autonomia organizzativadelle sezioni sul territorio. Da questo puntodi vista, quella che è già oggi la grande forzadel nostro sodalizio (naturalmente privatisti-ca) va assolutamente salvaguardata, e forseuna struttura che anche statutariamente nonsia così legata al potere centrale (statale daun lato, sede centrale CAI dall’altro) respon-sabilizzerebbe di più la periferia e ridurrebbeil più possibile la burocrazia che spesso fini-sce per condizionare l’operato di tutti.

*Socio CAI Torino Presidente delegato della

Commissione Biblioteca Nazionale

LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 23

di Gianluigi Montresor*

l’esempio di Legambiente, associazione pri-vata, diversissima dal CAI: tra le pochesomiglianze, come l’ordine di grandezza delcorpo sociale o la struttura periferica, èinteressante la quota di origine pubblicadelle sue entrate, molto consistente. MaiLegambiente potrebbe realizzare le sue atti-vità basandosi solo sulle quote associative;essa gode di importanti contributi da partedel Ministero dell’Ambiente attribuiti per iprogetti che propone e realizza. E non valel’obiezione superficiale che abbia un’originepolitica, dal momento che pur alternandosigoverni di destra e sinistra, ministri con sto-rie personali molto a destra e molto a sini-stra, Legambiente ha sempre fatto la partedel leone nel vedersi attribuiti i fondi mini-steriali. Il fatto è che Legambiente ha accan-to a una grande competenza tecnica ancheuna grande capacità progettuale. Se il CAI,che di competenza tecnica ne ha da vende-re, avesse, una volta liberato dalla burocra-zia negativa, altrettanta capacità progettua-le, certamente avrebbe convenienza a priva-tizzarsi.

Il vero problema, dopo un’eventuale priva-tizzazione (ma anche adesso), è la riorganiz-zazione della Sede Centrale, nella sua globa-lità, parte professionale (retribuita) e partevolontaria (organi di comando e controllo eorgani tecnici). E’ fuor di dubbio che i flussi

economici dalla periferia al centro media-mente non bilanciano i flussi in direzioneinversa più il valore dei servizi forniti, tant’èche molte sezioni hanno quote sociali mag-giori del minimo regolamentare e altre pro-testano invocando una diminuzione dei flus-si verso il centro. Detto in termini tecnici: leprocedure organizzative e la struttura dellaSede Centrale attualmente “bruciano valore”piuttosto che produrlo; gli esempi sarebberonumerosissimi da elencare, mi limito solo adaccennare alla pletoricità e le sovrapposizio-ni tra CDC e CCIC, alla vicenda Universitàdella Montagna/Unicai, evocata anche nelcontributo di Tirinzoni, al tempo geologicoche è stato necessario per costruire un sitointernet degno di questo nome dal momentoin cui ne fu decisa la realizzazione.

L’analisi dell’evoluzione del CAI dimostracome tutti i cambiamenti siano stati stretta-mente correlati con le peculiarità delmomento storico. Il CAI nasce privato,dopo il fascismo ritorna privato. Il passag-gio al pubblico nel 1963 fu preceduto da cin-que anni di discussioni difficilissime; eraperò l’epoca dell’intervento statale pervasi-vo, del modello IRI ammirato nel mondo,mentre il CAI non riusciva più a far fronteagli impegni liberamente presi verso lasocietà civile (rifugi, soccorso, ecc.); taliimpegni furono fatti valere per ottenere l’al-

lora congruo contributo statale. Per l’epocal’unica soluzione che permettesse tale finan-ziamento era il passaggio sotto il controllopubblico dando luogo alla mostruosità giu-ridica di un ente del quale una porzione (ilcentro) è pubblica e tutto il resto è privato,ma dipende dalla parte pubblica, allamostruosità amministrativa di un ente cheiscrive a bilancio pubblico le quote privatepagate dai propri associati, entrate noncommerciali, trasformandole in quattrinipubblici da gestire secondo le regole dellaamministrazione pubblica! Oggi i modellisono di sussidiarietà, esistono altri strumen-ti giuridici. Il CAI continua ad esercitarefunzioni indiscutibili di pubblica utilità, per-ché allora non avviare una trattativa cheporti ad una convenzione tra Stato italiano eCAI che riconosca il CAI quale ente privatoma “di interesse pubblico” a fronte dei cuiservizi alla comunità lo Stato eroga annual-mente un finanziamento da stabilirsi secon-do precisi canoni, e lui solo sotto il control-lo pubblico? Se si è potuta inventare lamostruosità giuridica che è oggi il CAI, sipotrà ben inventare una soluzione altrettan-to innovativa e meno mostruosa.

*Vicepresidente GR Lazioprofessore di Organizzazione

presso la Facoltà di Ingegneriadell’università di Roma Tre

Responsabilizzare la periferia, ridurre la burocrazia

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La scelta che siamo chiamati a fareper il CAI di domani, che sia pubbli-co o privato, è quella di creare lecondizioni atte a rispondere appieno

alle proprie esigenze ed avere la tranquillitàdi programmazione per il proprio futuro. Laclasse dirigente delle sezioni dovrà esseresempre più preparata per rispondere concompetenza e professionalità alle aspettati-ve del corpo sociale. Professionalità evolontariato non sono facilmente coniuga-bili visto l’impegno volontaristico dei soci.Prima di esprimere un parere sulla colloca-zione del CAI come ente di diritto pubblicoo privato vorrei fare una riflessione, nonsolo come Socio CAI ma anche come citta-dino. E’ stupefacente come un gestore dellacosa pubblica non si documenti prima diintraprendere qualsiasi decisione. La com-pilazione di un elenco di enti inutili dovreb-be comprendere realmente quegli enti chenon producono alcun effetto positivo per lasocietà o ne producono in quantità minima-le. L’inserimento del nostro sodalizio inquesto elenco denota una scarsissimaconoscenza dell’attività che il CAI svolgenell’ambito sociale. Quindi ritengo utilericordare a chi di dovere cosa è e cosa fa ilCAI. Il CAI è formato da oltre 300.000 Sociche sono presenti in maniera capillare intutto il territorio nazionale. Cura aspettiimportantissimi per la sicurezza di tutti ifrequentatori della montagna (anche se nonsoci) attraverso la segnatura e manutenzio-ne dei sentieri, la formazione di titolatinelle diverse discipline, l’acculturamentosulla difesa ambientale. Prepara le personesu come procedere in montagna senzaesporsi a pericoli. Collabora ed intervienein ogni recupero di infortunati in montagnacon il Corpo del Soccorso Alpino. Quindiun ente che fornisce un contributo così ele-vato alla società civile non può e non deveessere considerato inutile. Occorre precisa-re che i costi per ottenere tutto ciò gravanoquasi totalmente sul corpo sociale e solo inminima parte sulla fiscalità generale. Adoperare sono per lo più persone volontarieche impegnano il loro tempo libero all’as-sociazione. La relazione illustrata dalla dot-toressa Peila ai parlamentari ha evidenziatoin modo insuperabile, tra le altre cose,

anche come sia minima l’ incidenza del per-sonale dipendente in rapporto al volume diattività prodotta. Il gestore della cosa pub-blica di fronte all’evidenza di ciò che il CAIrealizza, dovrebbe agevolarne l’attivitàanziché ostacolarla. Sarebbe stato com-prensibile uno stimolo a migliorare le pre-stazioni senza distoglierlo dagli effettivicompiti che gli competono e non tenerlosulle spine ad ogni finanziaria.

Allora, pubblico o privato? Certamente sefosse privato non avrebbe tutte quelleingessature che periodicamente si ripro-pongono. D’altronde le sezioni sono giàquasi tutte soggetti privati ed hanno acqui-sito capacità di progettare iniziative chespesso ne consentono la stessa sopravvi-venza. L’elaborazione di progetti che coin-volgono oltre ai soci, anche le istituzionilocali garantiscono alle stesse un elevato“valore aggiunto”. Restando pubblico ilCAI dovrebbe poter contare sul riconosci-mento del legislatore il quale ne dovrebbeapprezzare la presenza capillare nel terri-torio nazionale, il grande sforzo compiuto

dai propri volontari nel campo ambientale,per la conoscenza della montagna in tutti isuoi aspetti e per tutti gli sport non com-petitivi che si praticano in montagna.

Qualora si decidesse per la collocazionecome ente di diritto privato il CAI dovràelaborare strategie nuove e portare avantiuna progettualità più incisiva per collocar-si in posizione autorevole e recuperare laparte mancante del finanziamento pubbli-co. Anche altre associazioni sono di dirittoprivato e rappresentano un esempio dibuon funzionamento pur rivolgendosi aduna popolazione specifica e ben identifica-ta. Anche una buona riorganizzazionegenerale per snellire le procedure ed elimi-nare inutili doppioni potrebbe contribuiread una riduzione dei costi pur mantenendola medesima qualità attuale o migliorarla.La scelta definitiva compete, a mio avviso,a chi ha maggiori conoscenze dell’apparatocentrale ed è in grado d’individuare le pos-sibili complicazioni conseguenti al tipo dicollocazione.

*Presidente del GR Lazio

24 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

CAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?DOSSIER

di Luigi Scerrato*

Strategie nuove e più progettualità

Ai dirigenti del CAI penso sia nota lamia posizione favorevole al mante-nimento per il nostro sodaliziodello status di ente pubblico.

Questo mio convincimento, preciso subito,non è influenzato, come forse qualcunoritiene, dal fatto che io sia stato funzionariodello Stato. Lo status di ente pubblico cer-tamente comporta alcuni adempimenti dicarattere amministrativo nonché l’aderenzaalle norme che regolano il settore, ma i van-taggi che da tale qualificazione derivanosono, a mio avviso, di particolare valenzanon tanto sul piano formale quanto piutto-sto su quello concreto e operativo. Occorrericordare, per impostare correttamente ildiscorso, che il CAI è a sistema misto: pub-blico come sede centrale e privato nellearticolazioni territoriali. Tale dualità con-sente agli organismi periferici di muoversi

senza vincoli di natura pubblica e, quindi, laquestione in esame si riduce a quella partedi attività che la sede centrale deve porre inessere per la sua natura pubblica. La qualifi-cazione di ente pubblico è un riconosci-mento legislativo per il nostro sodalizio digrande valore. L’interlocuzione da Ente pub-blico con gli altri soggetti che hanno i nostristessi interessi ci pone su un piano di indi-scussa autorevolezza, proprio perché lenostre attribuzioni, da declinare poi sul ter-ritorio come organismi privati, sono previ-ste per legge. Credo che male facciamonelle nostre attività, anche nei rapporti conle regioni e gli enti locali, a non porre in evi-denza la natura pubblica dell’ente centraledi appartenenza, perché da tale riferimentopossono conseguire solo vantaggi e, since-ramente, non vedo quali conseguenze nega-tive possano derivarne. Senza offenderenessuno, mi permetto sottolineare che il

Ente pubblico in un climadi cordiale collaborazionedi Goffredo Sottile*

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LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 25

CAI non è un dopolavoro, un piccolo club diamici: conta ben trecentoquattordicimilasoci che, se pur accentrati nelle regioni delnord, sono presenti in tutto il nostro paese.

Questo valore nazionale, a mio parere, vaesaltato e a ciò provvede la legge con la qua-lificazione più alta: quella, appunto, di entepubblico nazionale. Siamo poi proprio sicuriche i cosìdetti vincoli di natura pubblicasiano dannosi per il CAI e non costituiscano,invece, un presidio a tutela della nostraserietà e tradizione? Un’ipotesi sgradevole,altamente improbabile, ma, comunque,astrattamente possibile: un autorevole espo-nente del CAI ha molto a cuore le sorti di unsuo parente, di un amico, di un figlio di unamico. Si può escludere che riesca a farloassumere alle dipendenze del CAI senza lagaranzia del concorso pubblico? Si può, poi,escludere che senza il controllo pubblico deinostri bilanci ci si possa trovare in situazio-ni di deficit di carattere finanziario? Pensoche i vincoli che a noi derivano dall’essereente pubblico, ancorché impegnativi, possa-no essere gestiti in un clima di cordiale col-laborazione con i ministeri competenti.Quando nelle varie sedi “romane” si pronun-cia la parola CAI v’è sempre tanta attenzionee simpatia. Tutti sanno che siamo un entevirtuoso e la gratuità del nostro impegno èun gran bel biglietto da visita. Rimango sem-pre dell’idea che non occorra molto peressere ascoltati e far comprendere qualisiano le nostre reali esigenze, sempre facen-do riferimento alle caratteristiche associati-ve e alla circostanza che il contributo pub-blico, che è bene comunque non perdere,rappresenti solo una parte delle nostreentrate finanziarie. Ma v’è di più: l’attribu-zione ex lege delle nostre competenze ciconsente di rivendicarne l’esercizio in viaesclusiva, senza compressioni del nostrodiritto-dovere ad operare, nella sostanza,quale... libera associazione nazionale. Il piùcomprende il meno. Questo, in rapida stesu-ra, il mio pensiero. Non vorrei, e concludo,che questo dibattito ingeneri lacerazioniinterne. Saremo sempre soci CAI, con ilcuore, la mente e l’impegno personale,comunque questa storia vada a finire.

Excelsior!*Vice presidente generale del CAI

Non ho mai avuto grandi simpatie per ilpubblico in generale, e non solo perun preconcetto molto diffuso, ma ilClub Alpino l’ho sempre visto come

un ente pubblico alquanto anomalo, soprat-tutto perché gestito da amministratori privativolontari. Quando poi ho avuto modo, moltianni fa (fine anni 60), di acquisire una certaesperienza raffrontandomi, assieme a nomiillustri del Club Alpino, con a capo CirilloFloreanini, con politici e funzionari dellanostra regione a statuto speciale FriuliVenezia Giulia al fine di chiedere un ricono-scimento normativo a una rappresentanzaunitaria delle sezioni CAI della regione (quellache sarebbe poi diventata la delegazione), hopotuto constatare di persona quanto ci fosseutile il poterci presentare come appartenenti aun ente riconosciuto da una legge dello Stato;altre esperienze successive, anche nei rappor-ti con autorità governative, mi hanno rafforza-to in questo convincimento.

Queste convinzioni hanno incominciato avacillare in me quando, nella seconda metàdegli anni novanta, ero stato da poco elettoalla vicepresidenza, il peso del pubblico stavarendendo sempre più pesante e burocratizza-ta la gestione del nostro sodalizio, ed ero arri-vato a dovermi convincere, controvoglia, dellanecessità di privatizzarci, convinzione cheperaltro era un po’ condivisa ai vertici delClub Alpino in mancanza di riforme urgentiche ne snellissero la gestione quotidiana.Avevamo preso contatto con esponenti digoverno e politici amici per studiare assiemesoluzioni adeguate, evidenziando in terminiconcreti le difficoltà dovute ad un complessonormativo inadeguato alle caratteristiche delClub Alpino e troppo oneroso per una gestio-ne ad opera di volontari.

Assieme all’On. Bassanini, allora Ministrodella Funzione Pubblica, e ad alcuni validi col-laboratori anche del Ministero vigilante (allo-ra Presidenza del Consiglio), avevamo studia-to alcune ipotesi di riforme che avrebberoalleggerito la pesantezza burocratica dell’es-sere pubblico, e sulla scia dei vari decretiBassanini era stato emesso il decreto 419/99sul riordino degli enti pubblici non economici.

Molte parti del decreto 419 non erano facil-mente applicabili al nostro caso, ma la dispo-nibilità dimostrata nei confronti del CAI dagliambienti romani avevano consentito deroghequasi insperabili, che si erano poi tradottenelle riforme statutarie e regolamentariapprovate negli anni 2000-2003; di quelle rifor-

me, che sono state di notevole spessore, miero ritenuto abbastanza appagato e avevorivalutato gli aspetti positivi dell’attuale confi-gurazione, rinforzandomi nel convincimentoche fosse conveniente restare pubblico.Sinceramente, leggendo i numeri di settembree ottobre de “Lo Scarpone”, mi lascia perples-so il coro che osanna al privato come libera-zione da un giogo insopportabile e come lapanacea a quasi tutti i problemi che incom-bono sul sodalizio e sulla sua organizzazionecentrale.

Lungi da ogni spirito di polemica, non mi sof-fermo ad illustrare ciò che di positivo abbiamoconquistato con le ultime riforme, e sono benconsapevole che ognuno interpreta i fatti sullabase delle sue esperienze personali, esperien-ze che evidentemente qualcuno ha avuto inmisura e maniera diversa, ma chi attraverso glianni ha avuto modo di raffrontarsi ripetuta-mente con i vari ministeri o con le varie ammi-nistrazioni regionali, non tanto per ottenerequalche contributo economico, quanto per farottenere al CAI e/o alle sue strutture periferi-che qualche importante riconoscimento nor-mativo, sa che alla base di tutte le trattative edi tutti i risultati ottenuti c’è sempre statoanche un raffronto costante con le leggi delloStato che riconoscono il CAI e ne regolanocompetenze e funzioni, e principalmente conla L. 91/63, come integrata dalla L. 776/85.

Tralasciando le scelte che derivano dalleesperienze di ognuno, credo si debbanoprendere in considerazione con la possibileobiettività e con le prevedibilità più probabi-li i vantaggi e gli svantaggi che possono deri-vare da una diversa configurazione del ClubAlpino. I vantaggi di una privatizzazionesono stati ampiamente commentati nei duenumeri citati de “Lo Scarpone”, anche semolti interventi sembrano più improntati aconsiderazioni generali che a pragmatici raf-fronti con la realtà.

Che cosa perderebbe il CAI da una privatiz-zazione? Convinzione non solo mia ma abba-stanza diffusa e condivisa vede la fuoriuscitadel CNSAS, fiore all’occhiello del CAI, chenon riuscirebbe più a sottrarsi alla cortecostante e accattivante della ProtezioneCivile, e non sarebbe una perdita da poco.

Poi non possiamo sottovalutare il sicuroesodo del personale, al quale per legge dovràessere riconosciuto il diritto di migrare versoaltre pubbliche amministrazioni conservandoanzianità e qualifiche; non sarà facile fare pre-visioni sulle concrete dimensioni di questoesodo, ma in ogni caso bisognerebbe metterein preventivo un periodo di non lievi dif-

di Silvio Beorchia*

Privato, attenzione ai rischi

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ficoltà per il funzionamento della sedecentrale.

L’abrogazione della L. 91/63 toglierebbe granparte dei contenuti all’art. 1 del RegolamentoGenerale, che nella sostanza riprende l’elen-cazione dell’art. 2 della legge come modifica-to dalla L. 776/85. E’ opportuno ricordare cheil Club Alpino fin dal 1983 aveva chiesto allegislatore nazionale di poter integrare i con-tenuti dell’art. 2 della L.91/63 per assicurareuna riserva di competenze in favore del CAI afronte delle previsioni della L.217/83 cheaveva introdotto a favore delle regioni ampiepossibilità di operare anche in ambiente mon-tano; dopo di allora è intervenuta la riformadell’art. 117 della Costituzione, che ha attri-buito alle regioni competenza primaria inquasi tutte le materie che interessano la mon-tagna: non è certo facile ipotizzare qualipotrebbero essere gli spazi che le singoleregioni lascerebbero al CAI dopo l’abrogazio-ne della legge 91, ma ritengo sia ingiustificataogni forma di ottimismo, anche perché gliideali del CAI difficilmente convergerebberocon le esigenze politiche ed elettorali dei par-titi politici in generale, prescindendo dallaloro colorazione.

Che ne sarebbe degli istruttori delle nostre

scuole? Se a suo tempo è stato rinviato a giu-dizio, vigente l’attuale normativa, un nostroistruttore di scialpinismo perché insegnava adun allievo il passo alternato dello sci da fondo,quali spazi pensiamo possano restare agliistruttori di sci-alpinismo senza lo scudo pro-tettivo della legge 91?

E quali spazi potranno restare per i nostriistruttori di alpinismo di fronte agli organizza-tissimi collegi delle Guide alpine?Concretamente non è pensabile che le regionipossano o vogliano opporsi alle efficienti ericonosciute categorie professionali di opera-tori della montagna per agevolare uomini CAIprovvisti solo di titoli scaduti e senza qualifi-che professionali.

Non parliamo di sentieri e opere alpine, emeno ancora di tutela dell’ambiente, attivitàin cui ci troveremmo accodati alle spalle dipiù facoltose organizzazioni private che giàfruiscono, per ragioni politiche, di riconosci-menti e finanziamenti da parte soprattuttodegli enti locali.

In ogni caso il CAI non potrebbe più conti-nuare a operare “a favore sia dei propri soci,sia di altri”, come l’attuale legge gli consente.Ci resterebbero i rifugi alpini, ma dove attin-geremmo i mezzi per la loro costosa manu-

tenzione? Presumibilmente dovremmo sba-razzarcene cedendoli a Comuni o ad altrerealtà locali che non tarderebbero a trasfor-marli in accoglienti alberghi di montagna.Non dimentichiamo che, se può considerarsiirrisorio il contributo statale al CAI, ingentisono i contributi che le regioni erogano infavore dei GR soprattutto per la manutenzio-ne dei rifugi, e la generosità delle regioni èdovuta in buona parte al fatto che riconosco-no le strutture CAI locali (CDR) come artico-lazioni periferiche, sia pure di natura privati-stica, del grande CAI regolato da leggi delloStato, che ne esercita la funzione vigilante.

Un discorso a parte meriterebbe poi il pro-blema dell’unitarietà del CAI privato e delletante forze centrifughe che sappiamo esisterenella nostra compagine sociale, con particola-re riferimento ad alcune aree geografiche.

Un’ultima considerazione: se cerchiamo perora di adeguarci alle richieste dello Stato, pos-siamo avere il tempo di dibattere adeguata-mente e con serenità il problema pubblico-pri-vato, e domani forse anche decidere per il pri-vato, ma a ragion veduta; se decidiamo per laprivatizzazione, sarà una scelta irrevocabile.E la Montagna ci sta a guardare.

* Collegio nazionale dei probiviri

26 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

CAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?DOSSIER

Al direttore responsabile del Notiziario

mensile, al direttore editoriale della

Stampa sociale nonché, per conoscen-

za, alla Presidenza e alla Direzione

generale del CAI è stata mandata que-

sta lettera del presidente del Gruppo

regionale Sicilia che volentieri pubbli-

chiamo.

IIn considerazione che è stata svoltal’ARD del Gr Sicilia e un seminariotematico (17 ottobre), che ha anche

affrontato gli aspetti sul dibattito pubbli-co-privato prendendo in esame gli articolipubblicati sullo Scarpone, il sottoscritto anome del CDR e dei delegati dell’ARD,chiede alle S.V. la motivazione della pub-blicazione di articoli, sia a settembre cheottobre, che vertono quasi totalmentesulle posizioni di una privatizzazione dellostatus giuridico del CAI.

Se questa impostazione ha una sua logi-ca di priorità di presentazione di articoli e/o contributi alla redazione, che in ogni

caso non giustifica a nostro parere talescelta, per una mancanza di “par condi-cio”, che invece sarebbe stata opportuna,visto che la stampa sociale e la cartastampata in genere “crea e contribuisceall’opinione dei nostri soci”. Oppure,conoscere se la motivazione è quella diuna carenza di contributi/articoli nelladirezione di del mantenimento del StatusGiuridico Pubblico, anche con il travaglioe l’impegno che tutto il Sodalizio e gliOrgani centrali stanno vivendo.

Voglio precisare che nella richiesta nonc’è nessuna dietrologia e nessun pensierodiretto ad un disegno preordinato sull’im-postazione data al dossier pubblicato neidue numeri del notiziario.

In attesa della comunicazione ufficiale inSede centrale, si comunica che i delegatidell’ARD del Gr Sicilia (14 presenti su 17assegnati), a margine dell’assemblea,durante il seminario tematico, in linea conquanto espresso dal CDR, hanno votatoall’unanimità una mozione per il manteni-

mento dello status giuridico di ente pub-blico non economico, compatibilmentecon le scelte legislative e ministeriali, sot-tolineando l’impegno dei dirigenti centraliin questa direzione.

Il Presidente del Gruppo

regionale Sicilia

Mario Vaccarella

Tengo a precisare che la Stampa socia-

le è un organo “super partes” di infor-

mazione necessario e molto importante

per la vita del Sodalizio. La pubblicazio-

ne del dossier “CAI ente pubblico o libera

associazione?” si è resa necessaria per

informare, in un’ottica di trasparenza,

tutto il Sodalizio (la base sociale) e ren-

dere partecipi tutti i Soci all’importante

dibattito in corso a cui stanno contri-

buendo autorevoli personalità e che

riguarda il futuro dell’Associazione.

Legittima la richiesta del CDR e dei

delegati dell’ARD del Gruppo regionale

Sicilia di conoscere la motivazione della

La posizione del Gruppo regionale Sicilia

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LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 27

pubblicazione di articoli, sia a settembre

che ottobre, che vertono quasi totalmente

sulle posizioni di una privatizzazione

dello status giuridico del CAI. La motiva-

zione? È solamente ed esclusivamente una

sola: quella di una carenza di

contributi/articoli nella direzione del

mantenimento dello Status Giuridico

Pubblico.

La redazione del notiziario Lo Scarpone

è aperta ad accogliere qualsiasi autorevole

contributo dei Soci su questo importante

dibattito.

Ribadisco con forza che la Stampa socia-

le è esclusivamente un organo di “servizio”

deputato all’informazione dei Soci su

qualsiasi tematica e si attiene esclusiva-

mente alla divulgazione di un’informazio-

ne pura e semplice (cristallina) priva di

qualsiasi pregiudizio.

Tengo a sottolineare che la nostra Stampa

sociale è una “voce libera” - scevra da con-

dizionamenti di pensiero e d’opinione -

che sostiene un’assoluta libertà di pensiero

e che aborre qualsiasi “disegno preordina-

to” che possa creare e contribuire ad

influenzare l’opinione dei nostri Soci”.

Vinicio Vatteroni

Responsabile della Comunicazione

Direttore editoriale della stampa sociale

Condivido quanto già espresso dal

Direttore editoriale. Nel merito sottolineo

che i contributi vengono pubblicati nell’or-

dine cronologico in cui arrivano. Sono

certo che non sia sfuggito al corpo sociale

che gli unici commenti e critiche alle “due

posizioni” sono unicamente quelle espres-

se dai Soci le cui riflessioni sono ospitate

nello speciale. La ragioni sono due: la

prima è che la stampa sociale si limita

correttamente a dare voce ad un libero

dibattito/confronto tra il corpo sociale su

un tema di interesse generale e quindi di

bene comune; la seconda ragione discende

dalla prima - ed è ulteriore garanzia a

tutela di che ciò che lei in qualche modo

teme: si vuole assolutamente evitare che

un commento “esterno” ai singoli contri-

buti dello speciale possa essere interpreta-

to come indicazione di un orientamento

in un senso o nell’altro.

Un’ulteriore precisazione in qualità di

direttore responsabile, riprendendo le sue

parole senza “nessuna dietrologia e nes-

sun pensiero diretto ad un disegno preor-

dinato”: le assicuro che se solo vi fosse

una anche minima pressione proveniente

in qualsiasi forma diretta o indiretta da

chiunque all’interno del Sodalizio per

favorire o oscurare posizioni, progetti,

iniziative, mi opporrei senza dar corso

alle pressioni e senza lasciar cadere nel

silenzio la cosa.

Da socio CAI mi arrabbierei ancora di

più. La medesima reazione, sono sicuro,

l’avrebbero i colleghi delle redazioni de

Lo Scarpone e de La Rivista, la cui pro-

fessionalità e moralità sono fuori discus-

sione. La Stampa sociale certamente con-

tribuisce al formarsi dell’opinione dei

nostri Soci, ma in quanto portatrice di

stimoli, riflessioni e critiche sempre nel

rispetto della pluralità delle differenti

visioni e opinioni.

Luca Calzolari

Direttore responsabile

La Rivista - Lo Scarpone

Gli scopi di un’associazione sono i puntifermi dai quali discendono tutte leoperazioni concrete necessarie per illoro perseguimento; anche il tipo di

assetto giuridico scelto è uno dei mezzi perfar funzionare al meglio l’associazione stessa.I sistemi organizzativi si basano su modelliche evolvono nel tempo e che possono, anzi,devono cambiare, se questo rende un buonservizio. Per il CAI, anche a mio parere, ègiunto il momento di ripensare allo status“pubblico” dei propri organi centrali.Innanzitutto per un principio ideale: il CAI,nella sua espressione associativa, è una realtàdi volontariato che agisce, attraverso le suearticolazioni territoriali, secondo le norme deldiritto privato, alle quali negli anni si è ade-guato, anche con fatica.

Lo sanno bene i presidenti delle sezioni e deiGR: da volontari, si assumono le notevoliresponsabilità attribuite dalla normativaattuale, che esige sempre maggior rigore nelsettore della sicurezza, in ambito fiscale, deltrattamento dei dati, ecc. A pensarci bene,verrebbe da tirarsi indietro, ma questo non èaccaduto e l’impegno delle sezioni non è statominato; si è invece attivato un processo di

affinamento di competenze ad hoc nellagestione delle attività che, se vogliamo, ègaranzia di maggior serietà.

Lo sanno bene i soci, che con il proprioimpegno ed entusiasmo, consentono la realiz-zazione di iniziative che, senza la motivazionee lo stile del volontariato, non sarebbero nem-meno pensabili. Il mondo del volontariato ècambiato negli ultimi vent’anni e sono cam-biati il suo ruolo e la sua considerazione nellasocietà: ora ha una voce che si fa ascoltare egioca la sua funzione inter pares con gli entipubblici con i quali agisce in regime di sussi-diarietà. Un esempio: chi si occupa di servizisociali si trova a realizzare la programmazio-ne degli stessi ad un tavolo dove siedono apieno titolo le espressioni del terzo settore edel volontariato: questo avviene a seguito diuna precisa evoluzione culturale, e quindi nor-mativa, che ha sancito la fine del monopolio“statale” nella definizione e nel perseguimen-to della pubblica utilità.

Il CAI, regolato dal diritto privato, in questotipo di impostazione si trova a suo agio, hacompetenze, strutture organizzative solide,una capillare diffusione sul territorio ed unacredibilità riconosciuta frutti della sua lungastoria. E’ inoltre un’associazione vitale, in cre-

scita, che non si sottrae al confronto. Ravviso, a questo punto, una certa incoeren-

za tra lo stile organizzativo e gestionale diprospettiva “statale” del CAI “pubblico” equello più snello e dinamico del CAI “priva-to”. Sono due approcci molto diversi che neglianni, a mio parere, si stanno sempre più allon-tanando. L’uno è oberato da obblighi, oneri evincoli che aumentano in modo esponenziale,che sempre meno hanno a che fare con i biso-gni dell’associazione, che sono imposti d’im-perio dallo Stato che persegue i suoi specificiobiettivi; l’altro cerca strade e risorse nuoveper agire e sviluppare gli scopi associativiattraverso strumenti che l’evoluzione dellasocietà consente e richiede.

Cambiare, lo sa ognuno di noi, costa fatica,rischio, tempi di riassetto non indolori e avolte, uno sforzo che può sembrare eccessivo.Forse è preferibile una strada nota fatta dicontinue rincorse ad accomodamenti?Questa è l’occasione per pensarci seriamente:siamo abituati ai percorsi in salita. Sono peròaltamente interessata ai pareri orientati diver-samente, che consentiranno di approfondireaspetti, che il mio modo di considerare pro-babilmente trascura.

*Presidente GR Lombardia

di Renata Viviani*

Dinamismo e crescita nel privato

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28 - LO SCARPONE, DICEMBRE 2009

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MyNav propone il navigatore outdoorMyNav 600 Professional, top dellapropria gamma, adatto a chi vuole

avere sempre il massimo della tecnologia aportata di mano, per poter scegliere dove ecome andare con il maggior numero diinformazioni possibile.Un vero appassionato di escursionismo puòdunque analizzare il percorso a priori e,successivamente, farsi accompagnare intutta la sua lunghezza, conoscendo semprel’esatta posizione in cui si trova. Tuttoquesto avviene per mezzo del sistema dilocalizzazione GPS e una ricca serie diinformazioni che completano lanavigazione: dal dato barometrico allabussola elettronica, dal calcolo del tempo dipercorrenza a seconda del mezzo utilizzato(a piedi, in bici, con gli sci, in auto) allavelocità e ancora alla tipologia di percorsoaffrontato in relazione al grado di difficoltàatteso e alle caratteristiche topografiche.Inoltre, grazie al software per PC (MyNavMap Manager), è possibile approfondire icalcoli di percorso e le indicazioni sulla rottada percorrere, gestire le tracce ed i puntipersonali (Geo Appunti).Le mappe outdoor sono completamenteintegrate con quelle stradali per unanavigazione senza interruzioni, avendo adisposizioni le informazioni outdoor pre-caricate che comprendono sentieri, piste,vie ferrate, percorsi bike, molteplici punti diinteresse, come ad esempio: cime, passi,rifugi, malghe baite, bivacchi, punti

panoramici, etc. (tutti corredati da relativascheda informativa). La morfologia delterreno è d’immediata comprensione grazieagli sfondi a colori e alla presenza di curvedi livello a 20 metri. Sono disponibili cartografie outdoor per iseguenti Paesi: Italia (Alpi ed Appennini),Germania, Austria (prossimo rilascio) eSvizzera.I professionisti potranno sottoporre MyNav600 a un uso intenso anche sotto leintemperie e nelle condizioni peggiori,grazie al sistema di protezione IP57.L’ampio display touch-screen (3,5’’)permette di godere appieno della bontàdelle mappe MyNav; la tecnologiatransflective assicura una visione ottimaledelle mappe e delle indicazioni dinavigazione in condizioni di piena luce. Ilfunzionamento è a batterie stilo, per unamaggiore autonomia in fase di escursione.Per maggiori informazioni: www.mynav.com– www.giove.biz

STRATOS, FINALMENTE DISPONIBILE!

Durante gli ultimi collaudi estivi fatti suivari ghiacciai europei, il team di testerha concordato su una modifica

sostanziale da apportare allo scarponeStratos.La chiusura con velcro sul gambaletto èstata sostituita da una più sofisticatasoluzione che, utilizzando una leva in titaniocollegata al dispositivo di bloccaggioposteriore grazie ad un cavetto inDyneema®, permette un bloccaggio ottimalein fase di discesa.

Ormai la produzione è iniziata ufficialmente:nella fabbrica di Ziano di Fiemme (TN)accanto ai modelli “Miura” e “Nepal” inpelle, vengono prodotti anche gli “Stratos”in carbonio. Il modello è ora disponibile nei negozispecializzati: all’inizio soltanto per chi lo hagià prenotato, in seguito anche per tutticoloro che, dotati di un po’ di pazienza,hanno deciso di ordinarlo per entrare nelmondo di Stratos. Ulteriori informazioni suwww.lasportiva.com

MASSIME PRESTAZIONI IN ALTA MONTAGNA

Per la stagione 2009/2010, nel settoredello SkiTouring e del FreeTouring,Dynafit presenta la nuova proposta

ultraleggera per lo scialpinismo. Se il nuovo scarpone da freetouring TitanTF-X rivoluziona il mercato di riferimento, glisci Mustagh Ata Superlight, Se7en SummitsSuperlight e Nanga Parbat sono sinonimo dileggerezza, agilità edeleganza. Il Mustagh Ata Superlightmin particolare, è lo sci piùleggero della sua categoria,il FreeTouring, una recentedeclinazione dello sci-alpinismo dove gli appas-sionati amano coniugare lasalita in vetta con le pelli difoca alle esigenze di unasciata “tecnica” in nevefresca. Realizzato conl’ormai brevettata tecnolo-gia Insert di Dynafit checonsiste nella piastraintegrata nello sci in titanal. Il successore del fortunatomodello Mustagh Ata,ulteriormente migliorato, sicontraddistingue peralcune qualità come la sualeggerezza, la larghezzamedia di 88 mm e la struttura equilibratadell’anima che garantiscono il massimodivertimento su ogni tipo di neve.In salita il peso è talmente ridotto da renderequesto sci ideale anche per le escursionid’alta quota e le spedizioni. I prodotti DYNAFIT sono distribuiti da: OberAlp SpA - tel. 0471/[email protected]

News dalle aziende A cura di Susanna Gazzola (Servizio pubblicità)

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Page 29: DICEMBRE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO · come per quasi per tutti i prodotti Marmot, il capo si ripiega su una tasca. Ideale per il viaggio, uso tecnico o semplicemente

L’obiettivo è ambizioso e al tempo stes-so può apparire scontato: ratificareuna volta per tutte i protocolli dellaConvenzione delle Alpi, nata all’inizio

degli anni Novanta. In questi termini OscarDel Barba, presidente di CIPRA Italia, defi-nisce la politica attuata sotto la sua guidadalla Commissione per la protezione delleAlpi. Quasi due anni sono trascorsi dallanomina alla presidenza, in rappresentanzadel Club Alpino Italiano, di questo architettodi origini valtellinesi che delle buon pratichefa una questione di principio: auto a gas,casa “incappottata” e dotata di pannelli sola-ri per evitare sprechi di energia, la biciclettacome principale mezzo di trasporto.

È piuttosto soddisfatto Del Barba di unrisultato ottenuto nel 2009 da CIPRA Italia: ibuoni rapporti intrattenuti, oltre che con ilCAI, con il gruppo parlamentare degli Amicidella montagna. Grazie a questa circostanzae al fatto che il commissario europeoAntonio Tajani ha proposto la ratifica alPalamento europeo per il Protocollo tra-sporti della Convenzione delle Alpi, le pro-spettive per un riequilibrio ambientale dellaragione alpina potrebbero anche essere giu-dicate con ottimismo. “Ora”, spiega il presi-dente di CIPRA Italia, “il protocollo è statoapprovato in Senato. La discussione allaCamera è però caratterizzata dalla pressionedella lobby dei trasportatori. Anche perché ilprotocollo prevede che si prediliga il tra-sporto sul binario e non si attui la costruzio-ne di nuove autostrade transalpine”.

Come sbloccare la situazione? “Su questavicenda”, spiega Del Barba, “noi auspichia-mo che, in vista di qualche esigenza partico-lare, le parti interessate si facciano portavo-ce in Parlamento con un ordine del giorno oun atto formale. Pensare che, non approvan-do il Protocollo trasporti, si possa realizzarel’autostrada Venezia Monaco è una pura illu-sione dal momento che al di là del Brenneroil protocollo è in vigore, così come lo è inFrancia, Germania, Austria, Slovenia,Liechtenstein, mentre la Svizzera si appresta

a ratificarlo e in ogni caso ne attua già i con-tenuti”.

“Oggi come oggi”, osserva il presidente, “iprotocolli della Convenzione registrano leesigenze delle popolazioni delle Alpi chevivono con più coscienza il loro territorio ela loro identità culturale. Ma purtroppo inItalia la politica della montagna non è decisadagli abitanti della regione alpina perché il

loro peso elettorale è limitato. Così le deci-sioni vengono prese da chi vede nella mon-tagna solo la possibilità di farsi delle sciate odelle corse con le motoslitte, cose che maga-ri a casa loro eviterebbero con cura. Quantoal CAI, negli ultimi anni si è identificato nelleposizioni della CIPRA, accettandone le lineeguida come è stato ribadito nel 2008 alCongresso nazionale di Predazzo. Infine, inmerito alla possibilità da più parti auspicatache possa nascere un club alpino europeo,ritengo che ciò potrebbe utilmente avvenirenell’ambito dell’Unione internazionale delleassociazioni alpinistiche”.

Va precisato che CIPRA Italia annovera trai suoi soci, oltre al CAI, associazioni ambien-taliste come Legambiente, il WWF, ItaliaNostra, la Lipu, Pro Natura che mette a dis-posizione la sede a Torino. “Alla prossimaassemblea”, conclude Del Barba, “potrem-mo chiedere ai nostri soci se sono disponibi-li a promuovere una campagna di adesioniindividuali e incrementare le quote bloccateda nove anni. Solo così potremo intrapren-dere nuove attività, migliorando la comuni-cazione e facendo in modo che le Alpi diven-tino davvero un modello per molte altre real-tà ambientali”. ■

Ambiente CIPRA Italia e le Alpi

“Le prospettive per le Alpipossono essere giudicate conottimismo, ma è indispensabileche anche l’Italia approvi il protocollo trasporti della Convenzione”, spiega il presidente Oscar Del Barba

Più impegno per la montagna!

Nell’auditorium del Centro San Fedele si è celebrato in musica il 24 ottobre unideale abbraccio tra Milano e Udine a sostegno delle popolazioni d’Abruzzoorganizzato dalla Sezione di Milano del CAI e dalla Società Alpina Friulana di

Udine con la partecipazione dei due complessi corali del CAI Milano direttirispettivamente da Roberto Pellegrini (foto) e Riccardo Scharf e del coro SAF/CAIdiretto da Andrea Toffolini. La manifestazione, come ha precisato Marco Tieghi cheha condotto l’evento con l’attrice Silvia Sala, ha consentito di rilanciare l’iniziativa disolidarietà “Il CAI per l’Abruzzo” e di comunicare i primi risultati della sottoscrizionenazionale promossa dalla Club Alpino Italiano puntualmente riportati nel portalewww.cai.it . Successo ed entusiasmo alle stelle per le esecuzioni corali, con tantasimpatia per il coro milanese dei seniores che agli amici terremotati ha volutorendere omaggio con le note di “J’Abbruzzu” e dell’immancabile “Vola vola”.

Solidarietà

In coro per l’Abruzzo

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Un accordo che prevede una collabo-razione più stretta nelle attività disoccorso alpino e speleologico èstato ratificato il 15 ottobre a Roma

dall’Aeronautica militare e dal Club AlpinoItaliano. La firma rinnova una cooperazioneche dura da decenni. Il mutuo sostegno traClub Alpino Italiano e Forze Armate si fapiù solido: con la firma dell’Accordo tecni-co S.A.R. tra Aeronautica militare e CAI-CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpinoe Speleologico) viene ribadita la mutua col-laborazione tra le due organizzazioni nel-l’ambito delle attività di prevenzione, vigi-lanza e soccorso in territori montani e ipo-gei.

Alla firma erano presenti per il CAI il pre-sidente generale Annibale Salsa, il vicepre-sidente generale Valeriano Bistoletti, il pre-sidente nazionale del CNSAS Pier GiorgioBaldracco, il vicepresidente nazionale delCNSAS Valerio Zani e il consulente del CAInei rapporti con il Ministero della Difesacolonnello (r) Bruno Fontò. Perl’Aeronautica militare erano presenti, oltreal generale S. A. Giuseppe Bernardis, il

colonnello Roberto Di Marco, il colonnelloLuca Mariz e il tenente colonnello GiancarloFilippo.

“Un passo di fondamentale importanza”,così definisce l’accordo il presidente gene-rale Annibale Salsa, “che rinforza una colla-borazione con una lunga storia”. Gli fa eco ilpresidente Pier Giorgio Baldracco: “Il

nuovo accordo rappresenta per il CNSAS unutile ausilio operativo, in particolare per ivoli notturni”.

Il Club Alpino Italiano già dal 1963 (legge91/1963) ha il compito di provvedere allavigilanza e alla prevenzione degli infortunisia per le attività di montagna, sia per quel-le speleologiche. Ma è con la ConvenzioneS.A.R. del 1970 che il Ministero della difesae il Sodalizio hanno intensificato il loro rap-porto ora arricchito di nuove specifiche tec-niche. In particolare, le finalità dell’accordogarantiscono il concorso delle squadre delCNSAS all’Aeronautica Militare in caso dieventuali incidenti aerei su terra; l’impiegodi aeromobili del comparto della Difesa(Esercito, Marina, Aeronautica) in supportoalle esigenze del CNSAS in caso di incidentialpinistici, speleologici e speleo-subacquei;la ricerca e il recupero a terra, da parte dellesquadre del CNSAS, di personale e materia-le aeronautici a seguito di incidenti; il tra-sporto tramite elicotteri di squadre delCNSAS in luoghi montani impervi o difficil-mente raggiungibili in altro modo, per con-sentire efficaci interventi di soccorso incaso di incidenti alpinistici, speleologici espeleo-subacquei; una sinergia nell’adde-stramento delle rispettive squadre di soc-corso, al fine di mantenere un’elevata capa-cità operativa di intervento.

L’accordo è reso possibile dalla legge241/1990 e successive modificazioni, cheprevede la possibilità per le amministrazio-ni pubbliche di siglare intese con organizza-zioni esterne allo scopo di perseguire obiet-tivi di pubblica utilità.

Ufficio Stampa CAI

Cervelli in Azione srl

[email protected]

Strategie Rinnovato l’accordo tra CAI e Aeronautica militare

Un solidomutuosostegnoIl presidente nazionaledel Corpo NazionaleSoccorso Alpino eSpeleologico del CAIPier Giorgio Baldraccofirma l’Accordotecnico S.A.R.accanto al generale S.A. Giuseppe Bernardis,sottocapo di StatoMaggioredell’AeronauticaMilitare.

Insieme per la sicurezza

In un clima di serena partecipazione si è svolta dal 9 al 10 ottobre l’assembleagenerale dell’UIAA (Unione Internazionale delle associazioni di alpinismo) a Porto( Portogallo) nella stupenda e arabeggiante cornice della Sala del Palacio da

Bolsa. Il tema principale è stata la approvazione della “UIAA Mountain EthicsDeclaration”, un testo di dodici articoli che riprendono i contenuti della TyrolDeclaration scaturita dal convegno di Innsbruk del 2002.

Si tratta di un sintetico codice di buon comportamento (preannunciato nelle paginedello Scarpone di novembre) al quale si auspica che ogni alpinista si ispiri nell’andarper monti. Il documento si aggiunge agli altri quindici documenti e dichiarazioni inpassato approvati dall’UIAA. Il CAI, con apposita mozione approvata all’unanimità,ha chiesto che costituisca un primo tassello di una più complessa operazione diriordino di tutti i documenti dell’UIAA che porti ad una sola “UIAA Mountain Charter”nella quale sia sintetizzato il pensiero dell’UIAA su tutta la tematica del montagnismo(accesso responsabile, tutela dell’ambiente montano, conoscenza e studio delterritorio e del paesaggio montano, didattica, ecc.).

L’altro grande tema ha riguardato all’assemblea l’approvazione di un nuovo metododi lavoro delle commissioni che d’ora innanzi opereranno secondo la procedura,elaborata principalmente dal nostro attivissimo Silvio Calvi, del Project Managemente quindi per singoli progetti, per ognuno dei quali saranno definiti scopi, tempi, costi,benefici e nominativi dei responsabili; i primi progetti elaborati dalle commissionisono veramente interessanti e ci si può aspettare risultati concreti utili per i clubassociati. Accanto alla uscita dei club tedeschi e austriaci, che si sono portati viaoltre alle loro conoscenze anche il 55% del corpo sociale, è stata registrata l’entratanell’UIAA della Federazione della Mongolia e della Repubblica Domenicana. Infine ilpresidente del Club Alpino Portoghese ha consegnato nelle mani di StefanoTirinzoni, delegato del CAI, lo striscione dell’assemblea generale che nell’ottobre del2010 sarà ospitata a Bormio in Valtellina.

UIAA

Varato un codice di buon comportamento

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La BIGS 2009, iniziativa cultura-le e borsa professionale svolta-si a Monza dal 18 al 20 settem-bre presso lo spazio eventi

dell’Autodromo Nazionale, si è con-clusa con successo e alta affluenza dipubblico (circa 3.000 visitatori).L’evento, volto all’avvicinamento deiviaggiatori a territori e luoghi in basealla buona prassi del turismo lento edella mobilità dolce è stato promossodall’Associazione nazionale Go SlowItalia Onlus (www.goslowitalia.org)con il sostegno della RegioneLombardia – Assessorato al turismo,il patrocinio del Ministero dei BeniCulturali della Provincia di Monza edella Brianza, del Comune di Monza -Assessorato al Turismo, del ClubAlpino Italiano, dell’ENIT, delTouring Club Italiano, del WWF, diLegambiente e di altre associazioni ambientaliste.

Allestito e curato dalla Sede centrale, lo stand del Club AlpinoItaliano è stato visitato da numerose persone interessate all’attivitàdel Sodalizio. Nella intensa tre giorni hanno presidiato l’area esposi-tiva il responsabile della Comunicazione Vinicio Vatteroni, il presi-dente del Gruppo Senior CAI Milano, Antonio Poletti, Renato Prottodella Commissione Gruppo Senior CAI Milano e Angelo Bassetti pre-sidente del Gruppo Senior Sesto Calende. L’occasione si è rivelataottima per presentare la Campagna permanente del Club AlpinoItaliano per la prevenzione degli incidenti “Sicuri in montagna”(www.sicurinmontagna.it), progetto del Corpo Nazionale SoccorsoAlpino e Speleologico del CAI

Tra gli appuntamenti più importanti, il “workshop italiano” ha coin-volto (provenienti da varie regioni italiane) numerosi tour operator,agenzie di viaggio e associazioni che organizzano vacanze e viaggilegati al principio della mobilità dolce e dell’ecoturismo, e, all’internodello Spazio eventi, numerosi incontri con scrittori e viaggiatori chehanno raccontato le loro esperienze di viaggio lento.

All’evento sul tema “Turismo in mobilità dolce delle Alpi: esperien-ze, progetti, prospettive” a cura di Giovanni Vassena del ConsorzioAlpine Pearls sono intervenuti Marco Albino Ferrari direttore diMeridiani Montagne, Vinicio Vatteroni responsabile dellaComunicazione e direttore editoriale de Lo Scarpone e de La Rivistadel CAI e Luca Calzolari, direttore responsabile di entrambe le pub-blicazioni periodiche.

Particolarmente rilevante è stato l’atteso appuntamento della con-segna del III Premio Go Slow - Co.Mo.Do 2009, prestigioso ricono-scimento per le amministrazioni pubbliche che tramite interventimirati a favore della mobilità dolce hanno progettato il loro territorio.La Regione Liguria si è aggiudicata il 1° Premio (consegnato daVinicio Vatteroni) con il progetto “Pista ciclopedonale del PonenteLigure e Parco costiero”.

Il 2° Premio è stato assegnato all’Ente Foreste Sardegna per “La

Rete escursionistica delle aree interne della Sardegna”. Va sottoli-neato che questo importante progetto è il frutto di una collaborazio-ne tra Club Alpino Italiano - Commissione centrale per l’escursioni-smo e il suo Gruppo di lavoro Sentieri - e l’Ente Foreste Sardegnariguardante il rilievo dei luoghi di posa e conseguente segnaletica dicirca 500 chilometri di sentieri sul territorio sardo effettuato nell’e-state del 2008.

Il 3° Premio è stato infine assegnato al Parco Nazionale GranParadiso per il progetto “A piedi fra le nuvole”.

Michele Mornese

[email protected]

Eventi ll CAI alla Borsa Go Slow

Grande interesse per lo stand del CAIIn alto l’accogliente stand del Club Alpino Italiano, alla BIGS 2009, visitato dacentinaia di appassionati; sotto la consegna del 1° Premio Go Slow da parte diVinicio Vatteroni all’assessore del turismo della Regione Liguria MargheritaBozzano (foto di Marco Doniselli)

Premiata la RegioneLiguria per il progetto“Pista ciclopedonale del Ponente Ligure eParco costiero”

Lento è bello

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L’orgogliosa diversità rivendicata dalpopolo della montagna può esserefonte di equivoci quando c’è di mezzola salute? Basta in altre parole andare

regolarmente in montagna per mettersi alriparo dalle malattie che affliggono i comunimortali? Non ha dubbi il dottor EnricoDonegani, cardiochirurgo, presidente dellaCommissione medica centrale del CAI.“Quello che sosteniamo nel nuovissimomanuale di medicina in questi giorni in dis-tribuzione”, spiega, “è che la montagna è unambiente molto particolare. L’alta monta-gna, perlomeno, dove l’habitat può creareall’organismo grossi problemi. L’uomo è l’u-nico animale che dal suo habitat esce spes-sissimo per andare alle alte quote, negli abis-si, nel caldo torrido del deserto, nel gelodelle regioni polari. Perché si sa, l’organismoè concepito per tamponare molte emergenzee affrontare adattamenti talvolta problemati-ci. Tuttavia se in alta quota l’organismo nonriesce a svolgere questo ruolo, l’uomo puòanche morire. Quindi sfatiamo il concettoche montagna sia solo sinonimo di salute,anche se va comunque intesa come ambien-te sereno e rilassante. Al contrario, oltrecerti limiti può diventare fonte di malattie.Questo riguarda il soggetto sano. Se poi ilsoggetto ha già problemi di salute, le cose sicomplicano”.E allora, mettere duramente alla prova

il fisico fa bene o fa male?

“Occorre distinguere. Chi compie partico-lari prestazioni a settant’anni e oltre lo faperché la natura lo ha dotato di un fisico par-ticolare. Si deve però tenere conto che diver-sa gente non dispone di un fisico adatto allamontagna e alle grandi fatiche. Del resto,sappiamo che in montagna è morta gentefortissima. Carlo Mauri è stato stroncato daun infarto pur avendo compiuto exploitmemorabili. L’arrampicatore esasperato sicrea a sua volta delle patologie alle mani equando sarà vecchio potrebbe subirne leconseguenze”.

La montagna può diventare una malat-

tia?

“Sicuro, si può essere malati ‘da’ monta-gna, cioè per colpa della montagna! Un con-cetto importante a cui nel manuale ho dedi-cato un capitolo riguarda l’adattamento allealte quote: anche se fatto con tutto l’impe-gno possibile, non riporterà mai l’organismo

alla sua normalità, quale si può registrare allivello del mare. In alta quota l’organismosarà sempre sottoposto comunque a stress,situazioni metaboliche, respiratorie e car-diovascolari che non sono quelle per cui èstato progettato”.A chi si rivolge il nuovissimo manuale?

“A tutti gli amanti delle terre alte. Ognunosaprà trovare nei vari capitoli le cose che gliinteressano. E anche numerose curiositàlegate a questo ambiente attraente, folle,dolce, terribile”.Può contribuire il libro a eliminare qual-

che pregiudizio?

“Alcuni pregiudizi abbiamo cercato dismantellarli. Il malato di cuore, per esempio,può salire ben oltre i canonici ottocentometri. E l’angoscia talvolta suscitata dallamontagna può anche rappresentare unaforma terapeutica per il malato di mente”. ■

Medicina di montagna Esce il nuovissimo manuale del CAI

Trenta esperti per un’opera davvero completa

La seconda edizione del Manuale dimedicina di montagna realizzatodalla Commissione centrale

medica del CAI è finalmente indistribuzione dopo il battesimo alCongresso di Viterbo di cui si riferisce inquesto fascicolo del notiziario. L’opera,in due volumi, è frutto di un lavoro duratopiù di due anni (il precedente manualeera apparso nel lontano dicembre 1997in un solo volume) sotto la guida deldottor Enrico Donegani, presidente dellacommissione stessa.

GLI ARGOMENTIScritto in modo semplice anche se con

rigore scientifico, il libro illustra leprincipali problematiche di tipo medico,talvolta complesse e ancora controverse,che si possono incontrare nell’ambientemontano. Dopo la prefazione e leavvertenze, nel primo capitolo vengonotrattati l’ambiente montano, le

intossicazioni da funghi e da piantevelenose, la folgorazione, le punture diinsetti, il morso di vipera, alcuni cenni dimeteoropatia, e alcuni aspetti delle varieresponsabilità in montagna. Seguono leprincipali patologie da alta quota,l’acclimatazione, i problemi medici deglianziani, dei bambini e delle donne inmontagna.

Più avanti si parla di fisiologiadell’esercizio fisico in montagna edell’allenamento, facendo riferimentoanche all’uso dei bastoncini e dellozaino, e vengono trattati argomenti assaiimportanti quali l’alimentazione el’idratazione. Non mancano i capitoliriguardanti le patologie da freddo e dacaldo, la traumatologia, le patologiedermatologiche e oftalmologiche.

Una parte del manuale è dedicata aifarmaci per il primo soccorso e allarianimazione cardio-polmonare. Infine viè una trattazione delle principali

Un impegno senza frontiereIl dottor Enrico Donegani, presidente dellaCommissione medica del CAI, con il nuovo manualein due volumi. Specializzato in cardiochirurgia ecardiologia, Donegani (57 anni, moglie e tre figlitutti universitari) dedica la sua attività di volontarioanche a un progetto di cardiochirugia realizzatoattraverso Emergency nel Sudan dove si reca spessoper ragioni organizzative e per curare la formazionedei colleghi.

Pregi e incognite dell’aria sottile“Tra il nostro organismo el’alta quota sussiste unanotevole incompatibilità”,osserva il dottor EnricoDonegani, presidente dellaCommissione centrale medica,tra i principali artefici dellanuova pubblicazione

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Più di 130 sono stati i partecipanti alconvegno nazionale della SocietàItaliana di Medicina di Montagnatenutosi a Viterbo dal 23 al 24 otto-

bre. L’evento è stato organizzato dal medicoe alpinista Giovan Battista Laurenti che,coadiuvato dal direttivo SIMeM, ha ottenutoil sostegno della locale sezione del CAI, delComune e della Provincia di Viterbo,dell’Ordine dei medici di Viterbo, della loca-le Banca di Credito Cooperativo e di sponsortecnici. Pur abitando tra modesti rilievi,Laurenti ha collezionato un invidiabile curri-culum di alte cime, ultima quella del Kenjanel 2007, a 74 anni, con il figlio Luca anch’e-gli medico e alpinista. Nell’organizzazionedel convegno ha profuso lo stesso entusia-smo e il risultato è stato un simposio di altolivello scientifico in cui si sono approfondititemi di grande rilevanza.

La lettura inaugurale era affidata al presi-dente emerito della SIMeM Paolo Cerretelli,festeggiato per i cinquant’anni di ricerca sulcampo, che ha ripercorso le tappe della sto-ria della medicina di montagna evidenziandoche negli ultimi cinquant’anni la medicina dimontagna ha fatto straordinari progressigrazie anche alla scuola milanese di RodolfoMargaria di cui lui stesso è stato uno dei piùbrillanti esponenti.

La prima sessione era dedicata ai globuli

rossi, al metabolismo del ferro e all’efficien-za metabolica. Guglielmo Antonutto, fisiolo-go di Udine, ha studiato i globuli rossi di alpi-nisti di elite prima e dopo una spedizione alDhaulagiri durata 53 giorni compiendo unascoperta: al ritorno si è verificata una distru-zione dei globuli rossi più giovani, quelli pro-dotti sopra i quattromila metri.

Due le ipotesi: il crollo della produzione dieritropoietina (EPO) al rientro a bassa quotaavrebbe un effetto negativo sulla maturazio-ne dei giovani globuli rossi, oppure i globulirossi nati in ipossia si troverebbero espostiai danni di un improvviso aumento dell’ossi-geno nel sangue.

Gaetano Cairo, patologo dell’Università diMilano, ha esaminato l’interazione tra ilmetabolismo del ferro e i livelli di HIF1 (fat-tore inducibile dall’ipossia) osservando chela produzione dei globuli rossi aumentadrammaticamente in alta quota, così come larichiesta di ferro, componente dell’emoglo-bina dei globuli rossi. Il ferro viene cosìmobillizzato dai depositi e in certe condizio-ni anche dai muscoli, dove si trova comecomponente della proteina mioglobina, e incerte condizioni si viene a creare una “com-petizione” tra muscoli e midollo osseo perl’utilizzo del minerale. Claudio Marconi,fisiologo del CNR di Milano, partendo dallamaggior efficienza metabolica dei tibetani in

alta quota, ha esaminato la possibilità cheun’adeguata combinazione tra durata diesposizione e grado di ipossia (cosiddetta“dose-ipossia”) possa indurre adattamentimolecolari tali da migliorare l’efficienzametabolica anche nei residenti a bassaquota. Nella parte del simposio aperta alpubblico grande interesse ha suscitato larelazione di Laurenti sull’allenamento e lapresentazione del Manuale di medicina dimontagna della Commissione medica delCAI a cura di Enrico Donegani, presidentedella commissione stessa (vedere box inqueste pagine). I disturbi del sonno in altaquota sono stati invece l’argomento dellaprima sessione. Corrado Angelini di Padova,Giuseppe Insalaco di Palermo e Camillo DiGiulio di Chieti hanno spiegato come in altadurante il sonno si verifichi spesso il feno-meno del “respiro periodico” caratterizzatoda cicli di atti respiratori sempre più superfi-ciali, seguiti da una pausa (apnea), con fre-quenti improvvisi e brevi risvegli.L’acetazolamide a basse dosi pare migliorarela qualità del sonno stimolando i centri delrespiro.Hanno concluso i lavori una relazio-ne di Guido Giardini di Aosta sulla risonanzamagnetica nucleare nella diagnostica dellelesioni cerebrali da ipossia e una serie dicomunicazioni libere che hanno mostrato lavarietà di interessi e il fervore di attività inmedicina di montagna. I riassunti delle rela-zioni e delle comunicazioni libere sono repe-ribili sul sito www.medicinadimontagna.it

Oriana Pecchio e Gian Celso Agazzi

Il convegno di Viterbo

patologiecroniche conindicazioni econtroindicazioniall’andare inmontagna, con unintero capitolodedicato allepatologieneurologiche epsichiatriche. Alla fine del secondovolume sono riportati anche i principalisiti web riguardanti la medicina dimontagna.

GLI AUTORII vari capitoli sono stati scritti dai

membri della Commissione centralemedica e da altri esperti e specialisti:Giancelso Agazzi, Carlo AlessandroAversa, Giuseppe Bacis, AntonellaBergamo, Giovanna Branzi, FedericaCampigotto, Sandro Carpineta,

Annalisa Cogo,ElenaColajanni,FrancescoCoscia,Ferdinando DaRin DeLorenzo,Giancarlo DelZotto, Paolo Di

Benedetto, Enrico Donegani, AnnalisaFioretti, Paola Virginia Gigliotti, GeppinoMadrigale, Alberto E. Minetti, GiorgioMazzuero, Claudia Panzeri, GianfrancoParati, Miriam Revera, Adriano Rinaldi,Marina Riosa, Giulio Sergio Roi, AndreaRossanese, Giulio Savia, GiulioScoppola, Paolo Sivelli, Pier LuigiZambonati.

PREZZO DI COPERTINAMedicina e montagna vol. I e II: prezzo

per i soci 26 euro, prezzo al pubblico40 euro.

Mezzo secolo di ricercheL’incontro al convegno di Viterbo di due illustrispecialisti della medicina di montagna: a destra ilprofessor Paolo Cerretelli che ha raggiunto iltraguardo del mezzo secolo di ricerche sul campo, asinistra il medico alpinista Giovan Battista Laurentiche a 74 anni continua a collezionare cime, daiquattromila delle Alpi a numerosi cinquemila eseimila in Asia, Africa e America centrale e del Sud.

Quando la montagna toglie il sonno

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Aosta Le meraviglie di “Chapy”

Nata a Torino nel 1914 su inizia-tiva di dodici giovani provenientidalle file dell’Unione del coraggiocattolico, la Giovane montagna(www.giovanemontagna.org)svolge un’intensa attività connumerose pubblicazioni. In occa-sione del cinquantennale dellacasa per ferie in Valle d’Aostadedicata al presidente centraleNatale Reviglio, la Sezione di

Torino della G.M. ora mette in distribuzione un opuscolo affidato allapenna di Franco Bo, medaglia d’oro del CAI, tra i maggiori esperti dirifugi. Il libro (63 pagine) s’intitola “Buon compleanno Chapy”, comeviene affettuosamente chiamata la confortevole struttura in un’idea-le identificazione con la località nei pressi di Courmayeur ove è situa-ta. Di Chapy possiamo così conoscere la storia e l’attività, insiemealle opere alpine della Giovane montagna in Valle d’Aosta e alle tanteopportunità offerte dalla casa per ferie.

Trento Convenzione SAT-UniversitàCom’è stato preannunciato il mese scorso sullo Scarpone una con-

venzione quadro è stata firmata il 2 novembre a Trento tra PiergiorgioMotter presidente della Società Alpinisti Tridentini, SandroZanghellini presidente della sezione universitaria della SAT (SUSAT),il rettore dell’Università di Trento Davide Bassi e il presidentedell’Opera universitaria Fulvio Zuelli. Scopo del protocollo è la diffu-sione della cultura della montagna tra gli studenti, docenti e perso-nale tecnico-amministrativo dell’Università, attraverso la proposizio-ne di seminari e conferenze, corsi, attività escursionistiche e alpini-stiche e altre iniziative formative. Queste attività saranno definite daun comitato paritetico composto da quattro membri, con compiti diprogrammazione, progettazione e valutazione delle iniziative intra-prese nell’ambito di un piano d’intervento triennale in applicazionedella convenzione. La durata della convenzione è triennale.

Viterbo Giornata dell’escursionismoDomenica 4 ottobre nella Riserva Naturale di Monte Rufeno (pro-

vincia di Viterbo, comune di Acquapendente) si è celebrata laGiornata dell’escursionismo Regione Lazio 2009. Alla manifestazio-ne, organizzata dalla Sezione di Viterbo, hanno partecipato oltre 350soci che divisi in quattro gruppi hanno percorso i sentieri della riser-va avendo come meta il casale Tigna. Presente il presidente del GRLazio Luigi Scerrato, la manifestazione si è conclusa con i cori dellesezioni di Viterbo e Frosinone, e con la consegna alle sezioni interve-nute di una pubblicazione a ricordo della giornata, da parte del pre-sidente della sezione di Viterbo Valter Nepi.

Milano Premio Meroni, seconda edizioneMercoledì 2 dicembre alle ore 21

presso il Centro Culturale“Rosetum” di Via Pisanello n. 1 aMilano verrà assegnata la secondaedizione del Premio “MarcelloMeroni” promosso dalla Scuola“Silvio Saglio” della SEM e dallaScuola regionale lombarda di alpi-nismo. Astrofisico e divulgatorescientifico, Meroni (foto) fu fortealpinista, istruttore nazionale dialpinismo della SEM e dellaScuola lombarda. Il riconosci-mento che gli è intestato vieneassegnato a un socio CAI dellaLombardia che, protagonista di una meritevole iniziativa a caratterevolontaristico, si è distinto per originalità o valenza sociale, nell’am-bito alpinistico, culturale, educativo o scientifico. La giuria ha presoin esame i candidati Vittorio Bedogni, don Agostino Butturini,Luciano Di Reda, i componenti della spedizione “Edu-Cai peak”(Renzo Ferrari, Maurizio Gotti, Paolo Grisa, Pietro Minali, StefanoMorosini, Vincenzo Segala), Oreste Ferrè, Andrea Maconi, AndreaManes, Fabio Palma, Giorgio Vassena individuando “non un reale vin-citore, ma semplicemente un esempio”. Tutti i candidati saranno pre-miati per le opere meritorie che hanno svolto e stanno tuttora por-tando avanti. Consultare il sito http://caisem.org/4s-premiomm.htm

QUICAIAttività, idee, proposte

Le montagne del Piemonte svettano venerdì 11dicembre a Roma sulle celebrazioni della Giornatainternazionale della montagna istituita dall’Assem-blea generale delle Nazioni Unite con tre mostre

prestigiose, nell’allestimento del Museo nazionale dellamontagna “Duca degli Abruzzi”. Il progetto, realizzato conla Regione Piemonte, verrà illustrato nel corso della gior-nata alle ore 11 nella sede di Roma della Regione (viadelle Quattro Fontane 116), ricostruendo la storia ultra-centenaria della struttura rimasta sempre legata allaSezione di Torino del CAI, a cui appartiene, e delle sueimportanti trasformazioni sino all’attuale configurazione.Durante la presentazione verranno illustrati i nuovi pro-getti espositivi, le pubblicazioni e il nuovo sito web.Nella sede romana della Regione Piemonte resterà poiaperta fino al 29 gennaio la mostra “Guardare le Alpi,montagne del Piemonte in fotografia 1870-1940”,mentre fino al 12 gennaio sarà possibile visitare “Sullimite dell’ombra. Cesare Giulio fotografo” con leimmagini di uno tra i più importanti fotografi torinesi(1890-1946) di cui è possibile ricostruire l’opera grazie alfondo di circa 12.000 pezzi conservati dal museo.Infine al Monte dei Cappuccini di Torino si inaugureràl’11 dicembre in occasione della Giornata dellamontagna “Il fortissimo - Giusto Gervasutti” nelcentenario della nascita dell’illustre alpinista diCervignano del Friuli scomparso nel 1946 in un incidentesul Mont Blanc du Tacul.

La Giornata della montagna

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Laives (BZ) XII Camminata d’oroIl ritrovo per la XII Camminata d’oro è fissato il 20 dicembre dalle 8

alle 8,30 a Laives (BZ) in Via Pietralba per raggiungere a piedi ilSantuario di Pietralba dove alle 12,30 sarà officiata da donBertagnolli la Messa allietata dalle voci del Coro Castel Flavon.

La manifestazione è collegata a un progetto di solidarietà e sarannopresenti Eddy Martinelli e Liliana Dalvit per la raccolta fondi a favo-re della Missione di Sereopoli che tramite don Egidio Pedenziniopera nel Nord del Kenya con il progetto “Samburu”. Info: sezioniCAI Alto Adige di Appiano 3384847301; Bassa Atesina 3284830717;Bronzolo 3283038084; Laives 3473635145; Salorno 3392891194.

Val Pellice (AO) Undici nuovi ONCSi è concluso in Val Pellice (AO) il 2° corso di formazione per ope-

ratori naturalistici e culturali organizzato dal Comitato scientificoligure piemontese in collaborazione con i rispettivi gruppi regionali.Ventuno erano gli iscritti, tre le sessioni: presso l’Istituto di ricerca“A.Mosso” al Col d’Olen - Passo dei Salati (“L’ambiente alpino inver-nale”); nel Parco del Beigua (“Dall’Alta Via al mare: geodiverisità ebiodiversità”); in Val Pellice (“Minoranze”). Il Comitato ringrazia perla disponibilità i relatori che hanno svolto gli interventi a titolo gra-tuito e la pronta collaborazione dei gestori delle strutture ospitanti,sottolineando ancora una volta il valore del Sodalizio. Il corso havisto una viva partecipazione degli iscritti, la presenza di alcuni ONNin qualità di relatori, e di altri come uditori in quanto le ultime duesessioni valevano come aggiornamento. Undici hanno conseguito iltitolo: Pier Giulio Calcagno (Loano), Roberto Cresta (Acqui Terme),Elisa Malenotti (Pinerolo), Andrea Mantelli (Ala di Stura) ValterMortara (Asti), Massimo Pochettini (Alessandria), MichelePregliasco (Savona), Marco Salsotto (Cai Uget – Val Pellice), SusannaSartor (Asti), Ilaria Selvaggio (Valsessera), Rosanna Viano (Torino).

Vicenza Intervento umanitario in PakistanÈ disponibile al prezzo di 10 euro (+5 di spese per invio) il film

“Gothulti. Una scalata umanitaria sui ghiacci dell’Hindu Kush” giratodurante la spedizione Chantir Gah 2009 patrocinata dallo Sci ClubSomerset di Torino, dall’Associazione Sezioni Vicentine del CAI, dallaOnlus Montagne e solidarietà di Avio e dalla Categoria InstallatoriConfartigiani di Vicenza per la costruzione dell’acquedotto nel villag-gio pakistano di Gothulti e le scalate sulle meravigliose montagnedell’Hindu Kush. Grazie all’intervento umanitario del gruppo vicenti-no ora il villaggio può disporre di acqua pulita e igienicamente sicu-ra. Il capospedizione Tarcisio Bellò e il regista Stefano Bandiera sonoa disposizione di sezioni CAI e di gruppi per serate, incontri e altreiniziative che possano concorrere al prossimo progetto del CentroAlpinistico Cristina Castagna da realizzare sempre nel villaggio diGothulti. Il film va richiesto a: Sci Club Somerset-Acaja, Tour C.soFrancia 13 bis, 10138 Torino tel 011.4343620 mail [email protected] - Tarcisio Bellò, via Gramsci 15, 36050 Quinto Vicentino(VI), 0444.357495 – 348.2627467 mail [email protected]

Milano Alla ricerca della cometaLa magica stella di Natale: cometa, stella nova o altro fenomeno

celeste? Su questo affascinante argomento interverrà Fabio Peri,direttore scientifico del Civico Planetario “Ulrico Hoepli”, nella sededella Società escursionisti milanesi (SEM) la sera di venerdì 11dicembre. Come si sa la stella di Betlemme guidò i Re Magi. Di fattoquesta circostanza è alquanto discussa e fra gli esperti esistono opi-nioni diverse: alcuni ne ammettono la veridicità “soprannaturale”,altri sostengono si trattasse di un evento totalmente naturale e nonmiracoloso. La tradizione popolare la identifica con una “stella come-

ta”, ma pare che questo sia dovuto al fatto che Giotto, all’inizio delXIV secolo, l’abbia disegnata proprio come una cometa, impressio-nato dal passaggio della cometa di Haller, quella che torna a farci visi-ta ogni 76 anni circa. Il salotto culturale SEM, la bella Sala Grigne, perl’occasione si trasformerà in una sorta di “astronave galattica” lan-ciata nell’universo alla scoperta dei segreti del cosmo. Per un Nataledavvero tra le stelle! (D.D.D.)

Milano Diemberger alla Palazzina LibertyPer conto del Consiglio di Zona 4 di Milano, l’associazione Fior

Sergio AlbiciniIn agosto ha cessato di vivere a 73 anni Sergio Albicini che è statopresidente dal 1980 al 1989 della Sezione di San Bonifacio(Verona) dedicata a Giancarlo Biasin. “E’ solo da un’interioritàprofondamente e inequivocabilmente sentita”, scrive GiorgioPiana, socio del GISM, “che poteva venire la sua dedizione per ilClub alpino e per la montagna. Ma il merito suo, e di tanti uominicome lui che è così frequente incontrare nelle sedi e negli incontridel CAI, è non solo di sentire con la semplicità con cui si coglie unalito di vento in una giornata d’estate la propria vocazioneinteriore, ma soprattutto di saper porre accanto a questomisterioso soffio ideale una dimensione pragmatica”.

Francesco AlzatiSi è spento a Milano Francesco Alzati, creatore e anima della“Stramilano”, trascinatore con l’amico Camillo Onesti dello storicogruppo alpinistico “Fior di Roccia” (sottosezione del CAI). Nato aMilano il 22 agosto 1937, era uno sportivo poliedrico che sicimentava con la tuta da sub e con gli sci, passandotranquillamente dai fondali marini alle cime del Tonale eultimamente della Sierra Nevada.

Roby PiantoniLutto nel mondo dell’alpinismo italiano: Roby Piantoni, 32enne diColere (Bergamo), è morto in Tibet sulla parete sud dello ShishaPangma durante un tentativo di salita sulla via Bonington. Dal suosito aveva annunciato di essersi dovuto ritirare per il forte vento.L’alpinista bergamasco era “figlio d’arte”, con una passione per lamontagna che arrivava da lontano e, anche, da una tragediafamigliare: il papà di Piantoni, Placido, aveva perso la vita inmontagna cadendo durante una spedizione in Sud America.

Guido SalaSul finire dell’estate è mancato Guido Sala. La Sezione diSeveso, che lo ebbe socio fondatore e presidente per undecennio, lo vuole qui ricordare a quanti lo conobbero nel CAIanche per la sua appassionata opera dedicata allo sviluppodell’Alpinismo giovanile. Guido prese parte all’attività dellaCommissione centrale alpinismo giovanile praticamente dalla suacostituzione, all’inizio degli anni Settanta, assumendone poi lapresidenza per nove anni dal 1978. Durante la sua presidenza fudato avvio alla formazione degli accompagnatori, a parecchieiniziative promozionali e alla ricerca di strutture ricettive dedicateai soggiorni didattici di gruppi sezionali e intersezionali di AG. Fraqueste ricordiamo la Baita G.R. Novella al’Alpe Champillon, a cuidedicò tutto il suo dinamismo e l’appassionata opera; strutturache, nei quindici anni di attività, ospitò in un’autogestioneformativa e aggregante centinaia di giovani provenienti da tuttaItalia. Anche durante l’infermità limitante degli ultimi anni nonmancava di interessarsi alle vicende sezionali e nazionali del CAI,a cui dedicò molto del suo tempo, e ai tanti amici che nel CAIebbe modo di conoscere e apprezzare.

I nostri cari

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d’Alpe organizza una conferenza di Kurt Diemberger mercoledì16 dicembre alla Palazzina Liberty in Largo Marinai d’Italia.

La serata, condotta da Roberto Mantovani, avrà per tema “Danzaresulla corda”, titolo dai chiari risvolti esistenziali dell’ultimo e fortu-nato libro del grande alpinista austriaco, socio onorario del CAI.L’ingresso è libero.

Abbiategrasso (MI) Poesie nel silenzioSaranno esposte dal 7 al 12 dicembre nell’ex convento

dell’Annunciata ad Abbiategrasso (MI) le foto selezionate per il1°Concorso fotografico CAI Abbiategrasso “Luoghi di poesie scrittenel silenzio”. Il concorso è aperto a tutti e le foto dovranno pervenirealla segreteria organizzativa entro il giorno 1/12. Iscrizione 5 europrima foto e 2,50 per ogni foto successiva; www.caiabbiategrasso.it,[email protected], 3342088115 (Francesca).

Pordenone Ator pa’ na valadaA Tramonti di Sotto (PN) è stato presentato il volume di Renato

Miniutti “Ator pa’ na valida, escursioni in Val Tramontina” (edizioniL’Omino Rosso) di cui si riferisce nella rubrica BookShop. Erano pre-senti il sindaco Giampaolo Bidoli, il presidente della Fondazione“Antonio Berti”, il comandante della Forestale e numerosi presidentidelle locali sezioni del CAI. Il volume, edito anche grazie alla colla-borazione della Provincia di Pordenone e dei comuni della vallata, èuna guida insieme tecnica ed escursionistica della Val Tramontana: difatto la prima opera scritta con l’obiettivo di raccogliere quante piùinformazioni possibili sui percorsi della valle. Particolare importante.

I proventi della vendita sono totalmente devoluti alla manutenzionee all’ampliamento del patrimonio sentieristico della valle.

Trieste Atti e memorie BoeganÈ in distribuzione il 42° volume di Atti e memorie della Com-mis-

sione Grotte E. Boegan della Società Alpina delle Giulie del CAI diTrieste. La Rivista, nata nel 1961, tratta preminentemente degli aspet-ti scientifici relativi alle molteplici tematiche della speleologia ed èdestinata a un pubblico attento ai problemi della ricerca e delle sco-perte specifiche. Alla rivista appartengono anche gli indici ragionatiche aggiornano l’utenza sulla notevole mole di materiale scientifico.Sono stati recentemente messi in rete, e quindi già consultabili(www.boegan.it), i primi 4 articoli del 42° volume per complessive 87pagine che trattano più argomenti: storiografia, chimismo delle acquecarsiche, geo-morfologia, speleo-botanica, denudazione carsica.

Il 42° volume si apre con un articolo di Egizio Faraone su “Problemi

amministrativi e finanziari nella costruzione dell’acquedotto diAurisina (1853-1860)”, seguito da un articolo di Trevor Shaw, storicoinglese della speleologia, che descrive i preziosi contenitori in vetrorinvenuti nelle Grotte di Postumia. Il terzo articolo, di Enrico Merlak,propone un algoritmo per l’interpretazione dei valori della conduci-bilità specifica delle acque carsiche. Segue un lavoro presentato daFranco Cucchi, Stefano Furlani, Giovanna Burelli, Luca Zini delDipartimento di scienze geologiche, ambientali e marine e da MauroTretiach del Dipartimento di biologia dell’Università degli Studi diTrieste sulle variazioni micro-topografiche di superfici carbonatichecolonizzate da licheni endolitici nelle aree del Carso giuliano, MonteCanin e Maiella. Coloro che sono interessati a una migliore cono-scenza della rivista possono rivolgersi direttamente alla CGEB.

Per contatti scrivere a [email protected]

Valtellina Un’aula sul ghiacciaioAnche nel 2009 (16 ottobre) si è svolta l’escursione sul ghiacciaio

dei Forni (Sondrio) organizzata nell’ambito dei corsi di glaciologia eclimatologia del corso di laurea di Scienze naturali dell’Università diMilano. Una quarantina di studenti, accompagnati dai docentiDiolaiuti e Smiraglia con la collaborazione di Eraldo Meraldi, guidaalpina e tecnico ARPA, sono saliti al rifugio Branca e alla morena late-rale del ghiacciaio. L’ambiente invernale (neve e freddo) non ha impe-dito di poter osservare dal vivo gli effetti dell’intensa fase di regressodel maggiore ghiacciaio vallivo italiano.

QUI CAI Attività, idee, proposte

Abbiamo letto nella prefazione di Luis Durnwalder unriconoscimento raro rivolto a Giulia Zanoni, autrice delrinnovato testo sul Latemar presentato e musicato l’anno

scorso anche al nostro 98° Congresso nazionale. “Un pezzo distoria vissuta dallo stesso Latemar”, è un complimento che mi haspinto a interrogare dei giovani, curioso sequesto vissuto potesse essere un valorepercepito facilmente anche da chi è all’iniziodella vita. La risposta che ne ho ricavato da unostudente lombardo come Pietro De Ponti è taleda confortare questa aspettativa, in modoconvinto e trasparente. “La bellezza del Latemarnon richiede un commento o una spiegazione,sarebbero superflue. L’emblema di questo librolo si trova a pag. 84 che ricorda come labellezza, da sola, persuade gli occhi degli uomini, senza bisognodi un oratore”. Altre due riflessioni significative: “Le parolepossono essere come il contorno di un piatto prelibato: locompletano esaltandone gli aspetti migliori e particolari, o magarisconosciuti e difficili da cogliere per i meno esperti.

Ciò che più mi colpisce e mi riempie di gioia sono le magnificheimmagini delle montagne. Una parte della realtà, creata da unAltro come sono stato creato io. Questo non può che riempirmi digratitudine verso chi mi ha regalato la vita e l’ha colmata di donicome queste montagne”.

E anche noi nutriamo analoga gratitudine per Giulia Zanoni:geologa, alpinista, fotografa e musicista, in una parola artista, cherinnova negli anni le emozioni fatteci provare in anni lontani con lasua opera prima sul Monte Bianco, vincitrice dello storico premioITAS. Le chiediamo di continuare a scrivere, a fotografare emusicare, a coltivare da esperta geologa le miniere, come quelleabbandonate del campo magnifico del Latemar, rinserrato fra lacresta dei Minatori e i Campanili di dentro. Le miniere del bello,quelle che sono state da molto tempo ispiratrici del suo canto perle montagne dell’arco alpino.

Roberto De Martin

Letture

Splendori del Latemar

Da quest’inverno il rifugio “Baita Gimont” del CAI ULE a CesanaTorinese ha cambiato la gestione ora affidata a Marco Marchelli eBruno Morella tel 0122.878033, e-mail: [email protected],sito web: www.baitagimont.com

Gestore cercasi al Passo del MoroIl CAI Macugnaga cerca un custode per il rifugio Oberto-Maroli

al Passo del Moro (2800 m). Il rifugio è raggiungibile in funivia edè aperto sia d’inverno per gli sciatori, sia d’estate per i numerosiescursionisti che compiono il Tour del Monte Rosa. È statocostruito nel 2000 e sono in corso importanti lavori di miglioria,con nuove camerette e servizi. (info: [email protected]).

I nostri rifugi

Baita Gimont, nuova gestione

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Bergamo Conoscere la Valle di Scalve“Valle di Scalve: guida alla flora rilevante degli ambienti naturali” è

il titolo di un libro scritto da tre autori prestigiosi: Filippo Tagliaferri,architetto originario di Vilminore, collaboratore del Museo di scienzenaturali di Brescia e membro del Centro studi naturalistici bresciani,nonché socio della Società italiana di botanica; Manfredo Bendotti,appassionato cultore di scienze naturali e grande conoscitore dellaValle di Scalve; Enzo Bona, informatico e naturalista di Capo di Pontein Valle Canonica, collaboratore del Museo di scienze naturali diBrescia e Bergamo, membro del Centro studi naturalistici bresciani,socio della Società botanica italiana e del Gruppo flora alpina berga-masca. Il volume, a quanto informa Gian Celso Agazzi dellaCommissione culturale del CAI Bergamo che ha partecipato alla pre-sentazione, offre un importante contributo per riconoscere le specievegetali più rilevanti dal punto di vista ambientale, storico e flogisti-co. Il libro (circa 150 pagine, corredato da un grande numero di foto-grafie a colori), edito da Qcinque sas dei f.lli Quetti Luca e Mauro diArtogne (Bs), è in distribuzione.

Alla Valle di Scalve è anche dedicata un’esauriente brochure con leschede di otto percorsi didattici, a cura dell’Ufficio scolastico pro-vinciale di Brescia (tel 030.20121 – [email protected]). Coordinato

da Guglielmo Benetti, il progetto a cui la pubblicazione fa riferimen-to è risultato tra i vincitori del Concorso nazionale “Centomontagne”2008 promosso dalla Fondazione per la scuola della Compagnia diSan Paolo in collaborazione con il CAI.

Feltre Incontro al passo FinestraDomenica 27 settembre, per il secondo anno, i rappresentanti delle

popolazioni del Feltrino e di Primiero si sono incontrati al passoFinestra (1766 m) per sottolineare il desiderio di lavorare insieme eintensificare gli incontri per una migliore conoscenza fra le duecomunità confinanti. Una cinquantina di persone dalla Val Noanahanno percorso l’antico sentiero dei Pinteri, guidate da TeddySoppelsa per il Feltrino e Luca Brunet per il Primiero e dal custodeforestale Silvano Doff Sotta, raggiungendo altri escursionisti prove-nienti dal rifugio Bruno Boz e dalla Val Canzoi. Qui si sono stretti lamano Ferdinando Orler (sindaco del Comune di Mezzano) e RobertoBof (consigliere comunale di Cesiomaggiore, in rappresentanza delsindaco Gianni De Bastiani), Cristian Tavernaro (presidente CAI SatPrimiero) e Carlo Rossi (presidente CAI Feltre) che ha presentato ilavori di ampliamento nella stalla dell’ex malga Nevetta e ha conse-gnato i diplomi ai ragazzi del gruppo di alpinismo giovanile.

Bianca Simonato Zasio, vice presidente del CAI Feltre e autrice delvolume “La montagna di Neva”, ha auspicato che parte della stallapossa essere destinata a luogo di incontro e di attività didattiche.L’iniziativa si è svolta con il patrocinio della Comunità montanaFeltrina, del Comprensorio di Primiero, dei comuni di Cesiomaggioree Mezzano e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Un nuovo pro-getto auspicato potrebbe riguardare il recupero dei tracciati militarie delle opere di difesa (la cosiddetta linea gialla) realizzate all’iniziodel ‘900 dal passo Finestra al Pass de Mura (Veneto) e lungo le pen-dici del Sass de Mura fino al Col San Piero (Trentino).

Nella foto primierotti e feltrini si incontrano al Passo Finestra

(1766 m): da sinistra Ferdinando Orler, Teddy Soppelsa, Luca

Brunet, Cristian Tavernaro, Carlo Rossi, Roberto Bof.

Anche per il 2010 (e successivi) sarà assegnato il premioGenerale De Cia voluto dal figlio ingegner Alberto giàufficiale s.p.e. di artiglieria alpina. Il riconoscimento

patrocinato dal Comando generale delle Truppe Alpine, dallaPresidenza nazionale ANA, dalla Presidenza generale del ClubAlpino Italiano e dal Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, èaperto a tutti gli alpini d’Italia (iscritti ANA e non) in armi o incongedo che si siano segnalati per fatti speciali degni di lode; aquanti operano, come volontari, in enti dediti all’impegno socialelegato alla montagna che si siano segnalati per fatti specialidegni di lode, pubblicazioni o testimonianze particolari; a quantiabbiano operato, scritto, prodotto, presentato opere letterarie diogni genere (libri, serie di articoli, ricerche storiche e culturali,tesi di laurea, audiovisivi, opere teatrali o cinematografiche)relative a reparti alpini di ogni tempo, volontariato alpino, temi dimontagna, con esclusione del periodo di lotte fratricide(1943/45); a cori, fanfare, autori e maestri di musica di tradizionealpina; a musei, mostre, esposizioni di particolare interesse perla cultura alpina. La partecipazione è libera a quanti (Enti oprivati) inviino 3 copie degli elaborati alla segreteria istituitapresso la Sezione ANA di Valdagno entro il 31 gennaio 2010, mapreferibilmente entro il 10 gennaio per ragioni organizzative.

Il premio sarà di 10.000 euro e la giuria (il cui verdetto èinappellabile) ha la facoltà di scinderlo in più parti a suoesclusivo giudizio, e di assegnare sia diplomi di merito siadiplomi d’onore.La segreteria è presso la Sezione ANA diValdagno, c/o Casetta dei Nani, Corso Italia 63/G, 36078Valdagno (VI), tel e fax 0445 480028, e-mail: [email protected];www.ana-valdagno.it. La premiazione avverrà sabato 10 aprile aUdine. Il premio, giunto alla terza edizione, è stato voluto peronorare la memoria del generale di divisione Amedeo De Cia(1883–1971) decorato con l’Ordine Militare di Savoia, 4Medaglie d’Argento, 2 Medaglie di Bronzo, Croce di Guerradell’Armata Francese con citazione all’ordine del giorno. Ledecorazioni dell’alto ufficiale sono esposte nel Museo degliAlpini “al ponte” di Bassano del Grappa dove il generale riposanella tomba di famiglia.

Riconoscimenti

Premio De Cia, terza edizione

Il Club Alpino Italiano è chiamato ad avvicinare alla montagnain modo sicuro e competente, ponendosi quale punto diriferimento, collettore di entusiasmi e di interessi perché la

montagna possa continuare a vivere e a prosperare. El’aumento del numero di soci, ormai intorno ai 314.000,conferma che si sta procedendo nella direzione giusta. “Iocredo”, ha spiegato il vicepresidente generale Vincenzo Torti inun’intervista on line su www.cai.it raccolta da Michele Mornese,“che il nostro Sodalizio abbia dimostrato di saper valorizzare lamontagna. Non parlo, quindi, di promozione, termine dalsapore forse troppo commerciale; in una società in cui i mezzi dicomunicazione sono molteplici, ma assai più limitati sono icontenuti che esprime, è gioco-forza cercare una dimensionepiù umana, più naturale, avvicinandosi ai monti”.

Crescono gli iscritti

Siamo a quota 314.000!

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Pietracamela (AQ) Grazie Lino!

Presso la Sala Consiliare del Comune, la Sottosezione diPietracamela e la Sezione di Isola del Gran Sasso hanno festeggiatoLino D’Angelo, guida alpina emerita e aquilotto del Gran Sasso, cheha dato lustro all’alpinismo abruzzese contribuendo alla promozionedelle finalità proprie del CAI scalando innumerevoli nuovi itinerarisulle pareti più impervie del Gran Sasso. A Lino è stata consegnata lapergamena firmata dal presidente generale che lo nomina sociobenemerito del Club. Tra i presenti il sindaco di PietracamelaAntonio Di Giustino e i membri del Consiglio comunale, CorradoColantoni (presidente del CAI di Isola), Francesco Saladini (presi-dente dell’Associazione vecchie glorie del Gran Sasso), tanti soci eamici tra i quali Pierluigi Bini e Roberto Iannilli, alpinisti di valore.

Carrara Sulle vette della BoliviaLa spedizione alpinistica “Bolivia Real 2009”, patrocinata dalla

Sezione di Carrara, ha esplorato una vasta area della Cordillera boli-viana scalandone alcune cime. Dopo una settimana di duro trekkingper favorire l’acclimatazione, gli alpinisti hanno raggiunto il PicoAustria (5300 m) e l’anticima del Pequeno Alpamayo il giorno suc-cessivo. Il 10 luglio è stata compiuta l’ascensione del Huayana Potosì(6088 m), mentre il 14 luglio è stata tentata l’ascensione del famosoIllimani, ma a circa 6000 metri gli alpinisti sono stati costretti a inter-rompere la salita per le avverse condizioni atmosferiche.

Questi i componenti: Franco Raso (capo-spedizione), PaoloCattani, Alberto Gozzani, Vico Pennucci, Andrea Piccini (medico),

Federico Scotto, Alessandro Vignoli, Mario Viaggi. Da sottolineareche Gozzani e Scotto sono due giovani di 20 anni. Hanno sostenutol’iniziativa le ditte Sea Carrara sas, 2T Tessuti e Ficini Spedizioni Srl.

Trento La SAT vince a PopradIl film “C’è pane per i tuoi denti: Patagonia 1958, frammenti di una

spedizione”, prodotto dalla Società degli Alpinisti Tridentini e daFilmWork srl, ha vinto in ottobre il Premio della giuria del 17°International Festival of Mountain Films di Poprad (Slovacchia,www.mfhf.sk). Il documentario ricostruisce la spedizione inPatagonia del 1958 composta da Bruno e Catullo Detassis, CesarinoFava, Cesare Maestri, Marino Stenico e Luciano Eccher, ma anche ilcontesto trentino della fine degli anni Cinquanta. Quelle immaginimai viste sono ricomparse 50 anni dopo e su questo materiale, inte-grato con interviste a una ventina tra alpinisti, amici e famigliari diDetassis e Eccher, la SAT e FilmWork hanno realizzato un documen-tario di un’ora, presentato quest’anno in anteprima assoluta, fuoriconcorso, al TrentoFilmFestival. Il film, con la regia di LorenzoPevarello, la consulenza storica e il soggetto di Riccardo Decarli, lafotografia di Paolo Covi, le musiche originali di Giovanni Formilan,l’editing di Pierpaolo Ferlaino e la segreteria di produzione di LinneaMerzagora, è disponibile in versione dvd e si trova in vendita pressola SAT (www.sat.tn.it) e nelle librerie di Trento.

Bergamo Sentieri del CAI sul satelliteEscursioni più sicure sulle montagne bergamasche grazie a un

accordo tra la Sezione di Bergamo e la Garmin, azienda leader nellanavigazione satellitare. Il CAI metterà a disposizione dell’azienda itracciati Gps di tutti i sentieri di propria competenza nella provinciae con questi dati la divisione Sport di Garmin Italia arricchirà la suacartografia topografica specifica del territorio italiano, la TrekMapItalia, la cui uscita è prevista per gli inizi del 2010. “La sicurezza inmontagna è il primo ingrediente di ogni buona escursione, cammina-

QUI CAI Attività, idee, proposte

Il 2009 non sarà ricordato soltanto per i cento anni di RiccardoCassin ma anche per il centenario del “fortissimo” GiustoGervasutti al quale il Museomontagna (vedere a pagina 34)

dedica una mostra d’immagini e cimeli. Numerosi eventi sonostati programmati in occasione del genetliaco a Cervignano delFriuli (Udine) dove l’alpinista è nato.

Una rassegna dedicata a Gerrvasutti è stata aperta il 20novembre da un concerto verticale, evento rock-letterario conmusica, immagini e parole del gruppo milanese dei Miradavaga,dello scrittore alpinista Fabio Palma e dello stesso alpinistascomparso nel 1946. Di questo precursore dell’alpinismo su rocciache oggi sarebbe certamente un numero uno si parlerà sabato 12dicembre, sempre a Cervignano (dove è aperta una particolareesposizione del pittore alpinista Simone Pedeferri), nella salaparrocchiale Don Silvano alle ore 16 in piazzale del Duomo con gliinterventi di Luciano Santin, Pietro Crivellaro e Spiro Dalla PortaXydias. In questa circostanza verrà presentato il film “GiustoGervasutti, il solitario signore delle pareti” prodotto dalla regioneFVG. Previste le presenze del presidente della Regione RenzoTondo e del presidente generale del CAI Annibale Salsa.

Celebrazioni

Cervignano del Friuli ricorda il “fortissimo”

L’Associazione Sezioni Vicentine del CAI,l’Associazione di volontariato ONLUS“Montagne e solidarietà e l’Assocazione

Alpinismo vicentino sulle montagne delmondo hanno varato il progetto di un Centroalpinistico “Cristina Castagna” nel villaggio diGothulti situato nella Regione Nord-Ovest delPakistan per ricordare la figura dellascalatrice valdagnese scomparsa in Himalayal’estate scorsa.

Spesso Cristina ha contribuito al salvataggiodi altri scalatori in difficoltà prodigandosi,come infermiera professionale dell’Ospedale

di Vicenza, a somministrare farmaci a volte in condizioniestreme di altissima quota. Il centro, a quanto informa ilresponsabile del progetto Tarcisio Bellò ([email protected],tel 348.2627467) sarà finalizzato allo sviluppo di iniziative,risorse economiche e servizi a livello locale.

Progetti

In Pakistan un centro dedicato a Cristina Castagna

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ta e scalata”, ha commentato Paolo Valoti presidente del CAIBergamo, “e l’idea di utilizzare la tecnologia e la strumentazione digi-tale ha l’obiettivo di sviluppare questa filosofia di fondo mettendo adisposizione di ogni appassionato la conoscenza e le informazionisulla rete sentieristica per ampliare le possibilità di frequentare con-sapevoli e sicuri le splendide Alpi Orobie”. Nell’accordo stipulato conil CAI l’azienda, oltre a dare visibilità e promozione al progetto, for-nirà anche consulenza e corsi di aggiornamento per soci, istruttori etitolati. Una formazione di base che nel corso dell’anno si estenderàanche ai piccoli alpinisti ed escursionisti: Garmin infatti sarà partnerdel CAI Bergamo per la realizzazione di un parco giochi a caratteresportivo destinato ai bambini al Palamonti”.

Moncalieri Il CAI al Campo CNGEI In occasione del campo interregionale del Corpo nazionale giovani

esploratori esploratrici italiani, organizzato dai gruppi scout di Torino3, Moncalieri 1, Chivasso, Gassino e S. Mauro, a Vialfrè (TO) dal 25/7al 5/8 con la partecipazione di circa 350 ragazzi provenienti da diver-se parti d’Italia, la Sezione di Moncalieri ha potuto mettere in praticala collaborazione prevista dall’accordo del 15/5 tra Club AlpinoItaliano e associazioni scout.

Domenica 1 agosto è stata organizzata una giornata con l’allesti-mento di uno stand con foto delle varie attività proposte ai soci(escursionismo, ciaspole, alpinismo giovanile) dove i ragazzi hannopotuto osservare il materiale da utilizzare per le diverse escursioni inbase al grado di difficoltà e all’ambiente in cui si svolgono.

È stato poi presentato un divertente cruciverba con definizioniriguardanti l’ambiente montano, seguita da una semplice dimostra-zione sull’esecuzione di alcuni dei nodi più usati in montagna e sucome si colloca una corda fissa tesa. Sono stati coinvolti circa 75ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16 anni appartenenti ai repartiscout delle città L’Aquila, Senna Comasco, Chivasso, Cernusco sulNaviglio, Firenze, Pisa, Livorno e Roma. “Quanto proposto”, è spie-

gato in un comunicato dei soci di Moncalieri, “ha suscitato neiragazzi interesse e partecipazione rendendoli anche consapevoliche CAI, AGESCI e CNGEI, pur con finalità diverse, hanno in comu-ne l’attenzione per l’ambiente, l’amore per la natura e la conoscen-za della montagna”.

Bergamo Tanti auguri direttoreAl Palamonti è stato recentemente

festeggiato un grande amico della monta-gna, il giornalista Pino Capellini che davent’anni dirige la bella rivista “Orobie”.

E Capellini, come riferisce LucioBenedetti nel notiziario della sezione oro-bica, ha aperto davanti a tanti amici illibro dei ricordi raccontando delle sueprime esperienze all’Eco di Bergamodiretto dal leggendario don Spada, delletante notti trascorse a confezionare iprimi numero del mensile, del profumoper lui inebriante dell’inchiostro da stam-pa. Tanti auguri, direttore!

Milano Il bollettino della bibliotecaÈ arrivato al sedicesimo fascicolo l’ormai glorioso Bollettino

della Biblioteca “Luigi Gabba” (Sezione di Milano) curato daRenato Lorenzo. Il fascicolo autunnale si apre con la rievocazionedi una serie di spedizioni in Caucaso dal 1907 al 1910 di VittorioRonchetti, valente primario dell’Ospedale Maggiore.

Lorenzo Revojera rivela i segreti dell’archivio storico del CAIMilano, mentre Angelo Recalcati ripesca nei tesori della bibliotecaun’opera rara e preziosa, “The Alps” di Sir William Martin Conway(1856-1937).

Grande successo di pubblico inottobre al Sondriofestival, giuntoalla XXIII edizione e organizzato

come sempre da Assomidop,l’associazione che riunisce alcuni sociistituzionali fra cui il Comune di Sondrio eil Club Alpino Italiano. Il festival – che,ricordiamo, è dedicato ai documentarinaturalistici girati nelle aree protette ditutto il mondo – ha avuto effettivamentemolta più visibilità grazie allatensostruttura montata in piazzaGaribaldi, la principale piazza della città.La cittadinanza, anche la più distratta,questa volta si è accorta dell’evento einfatti le proiezioni hanno registratosempre il tutto esaurito, con oltrecinquecento spettatori sia al mattino, siaal pomeriggio, sia alla sera.

Degli undici film in concorso tre hannofatto l’en plein di premi. Il documentario“La foresta – regno delle ombre” delregista Jan Haft, di produzione tedesca,di 44 minuti, girato nei boschi della

Baviera (spettacolare fotografia, ma controppe animazioni accelerate), si èguadagnato il premio del pubblico equello messo in palio dalla RegioneLombardia. Il film “Kamchatka” della serietelevisiva “Russia selvaggia”, del registaChristian Baumeister, di 44 minuti, diproduzione tedesca, ha vinto il premioassegnato dalla giuria degli studenti e ilpremio del Parco nazionale dello Stelvio.La giuria internazionale presieduta dalregista Mario Brenta ha riconosciutomeritevole del Premio Città di Sondriol’opera “Sulle tracce della volpe” delfrancese Jerome Bouvier, di 52 minuti,girato nel Parco nazionale d’Abruzzo dallatroupe che, in avanscoperta, ha preparatoil terreno e l’ambiente per il film “La volpee la bambina” uscito nelle salecinematografiche alcuni mesi fa. Ildocumentario racconta i tentativi, riusciti,di avvicinare una volpe nonaddomesticata al fine di coinvolgerla nelfilm principale con la bambina attrice. La

troupe infatti aveva raggiunto i boschi delParco d’Abruzzo cinque mesi prima delregista e dei tecnici del film principale egrazie a una lunga serie di appostamentie di studi sulle abitudini della volpe erariuscita nell’obiettivo. Notevole interesseha poi suscitato la proiezione del film fuoriconcorso “Sulle tracce della Salamandra”di Pino Brambilla, realizzato per iniziativadel Comitato scientifico del CAI RegioneLombardia, basato sull’operaappassionata di Mauro Ferrari e suun’idea di Flaminio Benetti. All’anteprimahanno partecipato i vertici del CAIlombardo con il presidente RenataViviani. Alla serata finale e allapremiazione hanno partecipato il sindacodi Sondrio Alcide Molteni, il prefettoChiara Marolla e il presidente diAssomidop Marina Cotelli; per il Cai iconsiglieri del Festival Nino Maver eGuido Combi.

Piero Carlesi Sezione di Milano e Gism

Rassegne

Vittoria francese al SondrioFestival

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Thiene (VI) Un viaggio riuscitoSergio Zigliotto ([email protected]) del CAI di Thiene segna-

la che con il consocio Massimo Rabito ha salito in Bolivia il CerroJanchallani (5370 m), il Pico Mirador (5320 m) e il Cerro Parinacota(6330 m). “Il viaggio”, scrive, “si è svolto nell’arco di due settimane,con un periodo di acclimatazione nella zona del Lago Titicaca e suc-cessivamente nella Cordillera Real, nel gruppo del Condoriri, e inseguito nel Parque Nacional Sajama dove é stato salito il CerroParinacota e dove é stato fatto un tentativo al Nevado Sajama, finoal campo alto (5700 m) dove il vento fortissimo ha costretto a rinun-ciare alla vetta”.

Pieve di Cadore Storia dei “Ragni”

È stata presentata a Pieve di Cadore (BL) da Bepi Casagrande “Lastoria del gruppo rocciatori Ragni di Pieve di Cadore” di PaoloBonetti (Edizioni Tiziano, 170 pagine con foto): una vicenda iniziatagrazie all’aiuto di alcune guide alpine locali con ripetizioni di presti-gio sulle vie classiche e con l’apertura di nuovi itinerari. Grazie allamemoria storica di Arturo Fornasier e altri soci fondatori è stato pos-sibile raccontare una serie di esperienze affascinanti. Info:www.grupporagni.it, email:[email protected] Particolare significa-tivo. Tutti i componenti sono o hanno fatto parte del Soccorso alpinobellunese: su 16 tecnici di elisoccorso SUEM 118, ben 6 sono Ragni.

Friedberg (D) Alle stelle il coro SOSATSuccesso della SOSAT e del suo Coro a Friedberg, in Germania,

dove si è svolto il concerto celebrativo per i 40 anni di amicizia tra lasezione operaia della SAT e la Deutsche Alpenverein di Friedberg.Sotto la direzione del maestro Paolo Tasin il coro si è esibito nellaStadthalle davanti a 700 persone. Il concerto si è concluso con “LaPaganella” accompagnata dal battimani e numerose richieste di bis.

Verona. Un personaggio, un mitoScomparso in settembre, come ha riferito il

mese scorso lo Scarpone, Milo Navasa fu il più

attivo e il primo direttore della Scuola di alpi-

nismo “G. Priarolo” della Sezione di Verona

([email protected]) che così lo ricorda:

Le sue lezioni (teoriche e pratiche) eranoveramente dei saggi d’alta scuola: un didattache teneva viva l’attenzione degli allievi tantoche questi imparavano con facilità. In arrampi-

cata era preciso, sicuro, calmo, mai avventato, infondendo ai com-

ponenti la cordata entusiasmo, serenità e fiducia. Divenuto nel ‘56istruttore nazionale, s’impose in numerose non facili ascensioni, edietro di lui vennero avanti alcuni giovani. Tra loro un certoGiancarlo Biasin e un certo Claudio Dal Bosco. A differenza di Biasin,che univa alle doti fisiche (rafforzate da severi allenamenti) una tec-nica sopraffina, e di Dal Bosco, che con la sua forza fisica superavad’istinto ogni difficoltà, Milo Navasa si avvaleva di una tecnica raffi-nata: era un fuoriclasse dall’inconfondibile stile che consentiva a lui,fondamentalmente pigro, di evitare tanti allenamenti. Vederlo arram-picare era una delizia per gli occhi. Citare le imprese di Navasa sareb-be troppo lungo.

Basterà ricordare le sue “prime”: diretta al Piz Serauta (con Aste),direttissima sul Campanil Basso (con Stenico), Pilastro Rosso dellaCima Brenta (con Dal Bosco e Baschera), Nord della Rocchetta diBosco Nero (sempre con Dal Bosco e Baschera), Spallone Est delSassolungo (con Dal Bosco), Gran Diedro del Crozon di Brenta (conAste). Un’attività la sua che gli consentì di entrare nell’accademicodel CAI. Si può ben affermare che Navasa ha fatto la storia dell’alpi-nismo veronese. Quanti aneddoti potremmo raccontare, quante oretrascorse con lui a Stallavena e in montagna: sempre sereno, sorri-dente, con l’immancabile cicca tra le labbra! Quanto ci manca! Equanto triste e penoso è stato il calvario che negli ultimi anni ha dovu-to sopportare! Ma il suo ricordo, il suo sorriso, rimarrà indelebile neinostri cuori. Ciao Milo, non ti scorderemo mai. Per tutti noi cheabbiamo avuto la fortuna e l’onore di legarci alla tua corda sei statoun maestro, una guida. Ci hai insegnato ad andare per monti, adamarli, a rispettarli. E di questo ti ringraziamo. ■

In occasione del centenario dellaguida “Le Dolomiti della ValTalagona e il rifugio Padova” di

Antonio Berti, la Sezione diPadova e la Fondazione “AntonioBerti” con il supporto dellaPresidenza generale del ClubAlpino Italiano, del Grupporegionale CAI Veneto e delComune di Padova organizzanosabato 5 dicembre l’incontro“Antonio Berti ieri e oggi” inprogramma a Padova presso laSala degli Anziani del Municipio.Una profonda analisi storico-critica di Antonio Berti - a 100 annidalle sue prime opere “Guida delleDolomiti Orientali” 1908 e “Guidadella Val Talagona” 1910 - e a 50anni dalla sua scomparsa è quanto propone il simposio il cuiprogramma prevede in apertura la presentazione della stampaanastatica della “Guida della Val Talagona” e l’introduzione altema del convegno da parte di Armando Ragana, presidentedella Sezione di Padova. Seguiranno le relazioni “Antonio Berti,mio padre” di Camillo Berti; “Antonio Berti, primo storicod’alpinismo” di Alessandro Gogna; “Dalla montagna alla poesiae ritorno” di Italo Zandonella Callegher; “Antonio Berti comeuomo” di Spiro Dalla Porta-Xydias; “Eredi di un alpinismo senzatempo” di Mirco Gasparetto. Moderatore sarà Luigi Brusadin,presidente della Fondazione “Antonio Berti”, parteciperannoAnnibale Salsa, presidente generale del CAI e Vinicio Vatteroni,responsabile della comunicazione e direttore editoriale dellastampa sociale CAI. E-mail: [email protected]

Convegni

Padova rende omaggio al cantoredelle Dolomiti Orientali

QUI CAI Attività, idee, proposte

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Lanciato in primavera, prima del tragi-co evento del terremoto all’Aquila, il1° Corso per organizzatori sezionalidi eventi cinematografici si è svolto

nel primo fine settimana di ottobre inAbruzzo, a Campo Imperatore. Per la primavolta la Commissione cinematografica cen-trale si è aperta all’esterno, al corpo socia-le, per seminare conoscenze finora appan-naggio, nel CAI, di pochi addetti ai lavori.Solo Renato Gaudioso infatti, storico con-servatore della Cineteca, aveva organizzatonegli anni Sessanta e Settanta piccoli e arti-gianali corsi agli alpinisti per riprendere fil-mati in montagna. E’ l’unico precedente.Ora si è fatto molto di più: si sono imposta-te “lezioni” su vari argomenti, dal CAI allaCineteca, dai festival alla storia dell’alpini-smo e del cinema, dalla tecnica di ripresaalle normative da seguire per organizzareuna serata, dal noleggio della sala ai dirittiSIAE.

La platea degli iscritti (che aveva letto l’in-vito sullo Scarpone e sul sito internet delCAI), non folta, ma sufficientemente ade-guata (una dozzina di persone provenientida angoli diversi del Paese) ha seguito i duegiorni dell’incontro con grandissimo inte-resse. La riuscita dell’esperimento è più chepositiva. Certamente la commissione valu-terà come proseguire su questa stradaappena tracciata. E’ indubbio infatti che daparte delle sezioni l’interesse di avere nellapropria organizzazione persone esperte, ingrado di progettare delle serate con profes-sionalità, sia molto sentito.

Piero Carlesi

Commissione cinematografica centrale

Un passaggio cruciale per la comunicazione Erano anni che la Commissione cinemato-grafica centrale pensava di organizzare uncorso di formazione per “organizzatore dieventi cinematografici sezionali”. E final-mente il corso di primo livello è partito: aCampo Imperatore, sotto i buoni auspicidel CAI dell’Aquila, accolti dal presidenteBruno Marconi. Il tempo è stato mite, l’al-bergo ospitale e soprattutto interamente adisposizione di noi soci (dodici in tutto)delle sezioni di Catania, L’Aquila, Pescara,Guardiagrele (CH), Montebelluna (TV),Villadossola (VB), Udine.

C’era bisogno di questo corso? Si, perchéil rischio è che le proiezioni amatoriali, peri protagonisti che le propongono emozio-nanti e dense di ricordi, possano annoiare ilpubblico. E che i luoghi, esotici o meno,

necessitino di commenti ogni minuto. Unfilm che ci emoziona non ha bisogno diessere descritto durante la fruizione, anchese privo di dialoghi. E la cineteca mette adisposizione gratuitamente delle sezionioltre 400 documentari in lingua stranierasottotitolati, pellicole storiche e film recen-ti: alcuni (ma non certo tutti) visti alFilmfestival di Trento, che con quello diCervinia e quello di Sondrio (specifico suidocumentari naturalistici) restano gliappuntamenti più importanti in Italia.

In Abruzzo questa full immersion di 21 oreha permesso a noi 13 corsisti di avere un’i-dea molto più concreta e complessa di checosa sia un buon film in montagna e dicome organizzare un evento di cinema insezione. I moduli andranno poi approfondi-ti in un prossimo corso: un’introduzione fintroppo tecnica sulle nuove tecnologie, irudimenti più importanti di tecnica di ripre-sa e montaggio, qualche nozione di lin-guaggio per leggere in modo criticoun film, pianificazione organizza-tiva di un evento cinematogra-fico, assaggi di documentaristorici e pillole di pellicolepiù recenti. Ma ancheconsigli su alcuni filmdi cinema in montagnada vedere con tuttacalma a casa prima dipreparare una rasse-gna, nonché una bel-lissima lezione sulcinema in (e non di)montagna e un’utilepresentazione dellecompetenze e ruolodella Commissione dicinematografia.

I nostri docenti delCAI (Brambilla,

Massena, Mantovani, Carlesi, Condotta)hanno dato il meglio, stimolando riflessionie proposte. Ora tocca a noi mettere allaprova le personali capacità organizzative edi promozione all’interno e all’esterno dellesezioni: non sarà una “passeggiata”, incon-treremo ostacoli nella ricerca di fondi perpromuovere l’evento e il battito di cuoresarà più forte quando dovremo presentareal pubblico il film. Su un particolare comun-que tutti hanno concordato: il cinema restail linguaggio più attuale per comunicare lamontagna, perché la montagna è espressio-ne di idee, cultura e valori e in questi tempicosì critici la trasmissione di stili di vita,idee e valori sono componenti della monta-gna più urgenti della spettacolarizzazione diuna straordinaria salita o di un’impossibile

conquista.Ines Millesimi

Sezione di Rieti

I tesori della CinetecaPiero Carlesi durante il corsoorganizzato in Abruzzo dallaCommissionecinematografica. Nella foto inbasso, a colpi di manovella,Emile Gros realizza nel 1922lo storico film “La Croix duCervin” (ArchivioMuseomontagna). Fra i tanti film che lacineteca del CAI mette adisposizione delle sezioniinnumerevoli i documentari inlingua straniera sottotitolati.

Come si organizza un evento

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MILANOVia Silvio Pellico, 6(M1 e M3 Duomo)Tel. 0236515700/01 02.86463516 Fax [email protected] Lu Ma Gv 14-19Me Ve 10-19 Sa e festivi chiusoApertura serale: Ma 21-22,30Biblioteca Ma Gv 10-12,30 e 14-19 Apertura serale Ma 21-22,30■ CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2010Presso la Segreteria e telefonica-mente, utilizzando la carta di credi-to,è possibile rinnovare la propriaadesione alla Sezione di Milano delCAI per il 2010. Anche per quest’an-no l’Assemblea dei Soci ha confer-mato una speciale agevolazionesulla quota “Ordinario” riservata allafascia fra i 18 ed i 30 anni. Quoteassociative 2010: Ordinario con piùdi 30 anni € 48,50; tra 18 e 30 anni€ 37,00; Famigliare € 27,50;Giovane € 18,50; Vitalizio €13,70.■ AUGURI. 15/12 Scambio degliauguri in sezione.■ SCI DISCESA. 4-8/12 week-end aCorvara; il 13/01/2010 presso laSezione del Cai Milano verrà presen-tato il primo dei due corsi di sci dadiscesa previsti per il 2010.■ SCUOLA NAZIONALE SCI FONDOESCURSIONISMO. GITE. Le gite delmese di dicembre si svolgono il 6 aZuoz, l'8 ad Arosa, il week-end 12-13 a Nevache e il 20 a Madulain;sono già aperte le iscrizioni al week-end di Lavarone del 16/17 gennaio;il 14 dicembre si aprono le iscrizionialla settimana bianca a Dobbiaco dal6 al 13 febbraio. SCUOLA. 20/12tultima lezione corso base; 22/12festa di fine corso aperta a tutti gliallievi, gitanti e ginnasti; aperte leiscrizioni al corso di introduzioneall'escursionismo e al corso diescursionismo; per informazioniistruttore in sede ogni martedì sera,o cell. 346 9471459 martedì, giove-dì, venerdì e sabato 18 - 22.■ SCUOLA DI SCI ALPINISMO“MARIO RIGHINI”. 10/12 in sedepresentazione del corso SA1 (intro-duzione allo sci alpinismo) dedicatoa chi affronta per la prima volta lamontagna invernale con sci e con latavola o a chi vuole migliorare leproprie conoscenze; si articola inuna prova in pista e fuoripista, sei

uscite durante il finesettimana (tre ingiornata e tre con pernottamento inrifugio) e in numerose lezioni teori-che che si terranno tutti i giovedìsera con inizio alle ore 21, oltre adun sabato pomeriggio; 21/01 inau-gurazione corso.■ ATTIVITÀ GIOVANILI. ALPES.19/12 Festa di Natale in sezione conproiezione diapositive e presentazio-ne programma uscite 2010. FAMILY(per soci giovani sino a 10 anni dietà, accompagnati dai genitori).19/12 festa di Natale in Sezione.■ GRUPPO ANZIANI. 1/12Assemblea Generale dei Soci (inSezione Cai Milano); 16/12 PranzoSociale (da definire); 22/12 Festadegli auguri di Natale e Capodanno(in Sezione Cai Milano); ritrovo insede il Martedì dalle 14,30 alle 17;per tutte le norme relative alle iscri-zioni alle gite ed al comportamentovedere in sede opuscoli informativi.■ OTTAGONO SPAZIOMONTAGNA.La nuova stagione si aprirà con unamostra dell’artista svizzero BrunoRitter, vincitore del ConcorsoInternazionale Arte e Montagna pro-mosso dal CAI Milano; dal 16/11 al18/12 mostra di pitture ed operegrafiche.■ PARLANDO DI MONTAGNA... Dagennaio prende avvio l’undicesimociclo di “Parlando di Montagna…”,promosso ed organizzato dallaCommissione Culturale in sinergiacon la Commissione Scientifica“Nangeroni” e la DelegazioneLombardia del GISM: un’occasioneunica d’incontro con giornalisti,ricercatori, alpinisti e scrittori, esplo-ratori e studiosi di fama internazio-nale; tutti gli incontri, pubblici e aingresso libero, si terranno in sede ilmartedì sera con inizio alle ore 21;12/1 Davide Cenadelli “Le montagnedel sistema solare; 26/1 Luca Novelli“Dalle Galapagos all'Australia, i vul-cani e gli atolli visitati da CharlesDarwin”; 9/2 Franco Brevini “Allascoperta del grande nord; 23/2Adriano Gaspani Luoghi sacri proto-storici in Val d’Intelvi; 9/3 GiancarloCorbellini “Sentiero Italia: realtà osogno spezzato; 23/3 Mattia Sella“Studi geologici, geofisici e carto-grafici nelle spedizioni italiane all’ini-zio del 1900 in Karakorum”; 6/4Gianni Pasinetti K2 da Nord: tradeserto e Karakorum; 20/4 Laura eGiorgio Aliprandi “Il Monte Rosa, la

grande montagna ghiacciata: le suevie di comunicazione medievali conil Vallese”; 27/4 Eliana e NemoCanetta “Da San Pietroburgo agliUrali polari: avventura e scoperta delNord della Russia europea”.

EDELWEISSVia Perugino, 13/1520135 MilanoTel e fax: 02/55191581 Lu 18-20 - Mer 18-22,30www.edelweisscai.itinfo@edelweisscai.itwww.escursionismo-edelweisscai.it recapiti telefonici: 02/89072380■ GITE FONDO ESCURSIONISMO.29/11 Sils Maria; 5-8/12 Livigno; 12-13/12 Media Engadina; 13/12Pontresina; 20/12 St Moritz; 26/12-2/1 Autrans-Vercors; 10/1 Passo delMaloja; 17/1 Torgnon; 15-17/1Dobbiaco; 24/1 San Bernardino;31/1 Cogne; 6-7/2 Altipiano diFolgaria-Lavarone; 7/2 Arpy; 10-14/2Ski Trek Haute Trace des Escartons;14/2 Monti Lessini; 19-21/2 VaneAurina; 21/2 Flessin; 28/2 Val di Fex.■ CORSO FONDO ESCURSIONI-SMO INTERSEZlONALE (fuoripista). Livello rosso (base); livellogiallo (avanzato).■ RACCHETTE DA NEVE. 17/1Piemonte Alpe Devero; 24/1Piemonte Val Borbera-Val Trebbia;31/1 Lombardia Orobie Bergama-sche; 7/2 Piemonte Anello di Oropa;14/2 Lombardia Monti Lariani; 21/2Val d'Aosta Valgrisance; 27/2Lombardia Nottuma PrealpiOrobiche.■ ESCURSIONI. 29/11 Lombardiatrav DeI M. Comizzolo; 13/12Lombardia Rif. Alpinisti Monzeol;10/1 LIguria M. di Portofino; 7/3Liguria Deiva-Riva Trigoso.■ GINNASTICA PRESCIISTlCA. Èopportuno per gli interessati dareconferma per il periodo gennaioaprile; i partecipanti sono coperti dapolizza infortuni.

EDISONGRUPPO IL SENTIEROc/o Cai Sezione di Milano■ PRANZO DI NATALE. 13/12.

F.A.L.C. ONLUSVia Mac Mahon, 113 (entrata da Via Bramantino, 4)20155 Milanotel. 339 4898952

[email protected] 21,15 - 23■ XXXIV CORSO DI SCI ALPINI-SMO SA1. 7 lezioni teoriche e 8giorni di esercitazioni pratiche inmontagna per chi è in possesso diuna tecnica sicura e vuole iniziare lapratica dello scialpinismo; 21/1 pre-sentazione con diapositive; tutti igiovedì h 21.15 lezioni teoriche;28/1 materiali ed equipaggiamento;4/2 Preparazione e condotta di unagita; 1/2 neve e valanghe, formazio-ne, evoluzione e prevenzione delpericolo; 25/2 neve e valanghe,autosoccorso; 11/3 fisiologia ed ali-mentazione; 18/3 cartografia eorientamento; 8/3 meteorologia;uscite pratiche: 31/1 Diavolezza,selezione in pista e fuoripista; 14/2Magehorn (MS, m 2.620); 28/2Punta Palasina (MS, m 2.782);13-14/3 Col Becchei (MS, m 2.794);21/3 Pizzo D’Era (BS, m 2.616); 10-11/4 Punta d’Arbola (BSA, m3.235). Iscrizione €190 (€150minori di 25); obbligatoria iscrizioneCAI e FALC; direttore della scuolaI.N.S.A. Enrico Volpe; direttore delcorso I.N.S.A. Luciano Del Tufo;vicedirettore I.S.A. MassimoStopelli.■ VIII GIORNATA “SICURI SULLANEVE” INTITOLATA A PATRIZIAPAGANI. 17/1 iniziativa congiuntaF.A.L.C., C.N.S.A.S., scuole C.A.I.,S.V.I. aperta a tutti: esercitazioni diautosoccorso, A.R.VA., ricerca orga-nizzata, unità cinofila, etc.; un'ottimaoccasione per perfezionare la propriatecnica personale e aggiornarsi sullenovità del momento.■ GITE DI SCI ALPINISMO. 7 usci-te aperte ai soci ed ex allievi conGuida: 7/2 Schilthorn (2794 m, BS);20-21/2 Col Seillière (2851 m, BS);7/3 M. Resegone (1875 m, MSA):gita gratuita per festeggiare i 90 annidella FALC; 20-21/3 Testa del Rutor(3486 m, BSA); 10-11/4 Allalinhorn(4027 m, BSA). Costi: gita di ungiorno: 13 € soci, 18 € non soci;gita di due giorni: 35 € soci; 45 €non soci.■ 3 GIORNI DI SCI ALPINISMO 23-25/4 Gruppo del Bernina; € 90 soci;€ 110 non soci.■ GITE DI FREE RIDE. Una novità!3 we fuori pista aperti a soci ed exallievi con Guide; 13-14/2 Arolla; 27-28/2 La Grave; 17-18/3 Zermatt; €

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120 per uscita.■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Martedì e giovedì dalle 19 alle 23;info. Sandro ([email protected]).

GAMVia C.G. Merlo, 320122 MilanoTel./fax 02.799178e-mail: [email protected] e Gio 21-23■ ATTIVITÀ. 5-7/12 inizio stagionesciistica in Val di Fiemme, discesafondo e sci escursionismo, infoDonatella Guarducci 02 6682466,[email protected]; 6-8/12 scialpinismo apertura stagiona-le secondo innevamento, infoFranco Perin 347 2628747, [email protected]; 20/12Spitzhorli (2726 m) – dall’Ospizio delSempione in direzione O fino aHopsche e lungo il vallone tra loStraffelgrat e il Tochuhorn, quindiper cresta in vetta, disl. 740 m Diff.MS. info Franco Perin 347 2628747,[email protected]; 23/1-30/1 settimana bianca a Campitellodi Fassa, discesa e ampie possibilitàper gli escursionisti. Info G. Archinti02 531415, [email protected]; 17/1-7/2 corso di sci a La Thuile, princi-pianti ed esperti, info D. Guarducci02 6682466, [email protected].

GESAvia Kant 8 - 20151 MilanoMartedì 21 - [email protected] informazioni:Ornella tel. 0238008844Fausta tel. 0238008663■ ATTIVITÀ. 12/12 Giro delle trechiese E; 15/12 Auguri in sede;26/12 Gita di S. Stefano E;10/01Giro delle 5 cime (lago d'Iseo)E; 24/01 Rifugio Albani (Colere BG)Sci/Ciaspole.

SEMSocietà Escursionisti MilanesiVia A. Volta 22, MilanoTel. 02-653842Fax. 02-62066639C.P. 1166 - 20101 Milano [email protected]. 15-19 Gio. 21-23.

Segr. e Biblioteca: gio 21-22,30.■ IN SEDE. “La valle delle meravi-glie”, della Socia Mercedes Del-l’Aglio, vedute ad acquerello ed oliodei monti e laghi lombardi; 17/12Scambio di auguri, bicchierata echiusura sede fino al 7/1.■ CORSI DELLA SCUOLA S.SAGLIO. 9/12 presentazione ediscrizioni al 16° corso di Cascate dighiaccio; 12/1 presentazione ediscrizioni al 24° corso di SciAlpinismo di base, 17/3 presentazio-ne 57° Corso di Roccia; tutte le pre-sentazioni alle h. 21.00 in sede; acausa della limitata disponibilità diposti nei corsi, si consiglia la pre-senza alle serate di presentazione.■ PREMIO MARCELLO MERONI.2/12 h. 21, al Centro Culturale“Rosetum” di Via Pisanello n.1 aMilano serata di assegnazione dellaII edizione del premio. Presentazionedei nove candidati e delle loro attivi-tà e premiazioni, ingresso libero.

BOVISIO MASCIAGOVia Venezia, 33 tel. e Fax 0362. 593163Merc. e ven. 21-23www.clubalpino.nete-mail: [email protected]■ ASTROCAI. 11/12 ore 21,00,serata conferenza “Viaggio nel siste-ma solare”, relatore Ivan Farina.■ CORO. 21/12 ore 21,00 concertodi Natale a Muggiò pressol’Auditorium Centro Parrocchiale.■ MANIFESTAZIONI. 18/12 ore21,15, serata in sede per gli auguridi Buon Natale con panettone e brin-disi; 24 /12 ore 20,45, tradizionaletombolata di Natale in sede.■ SCUOLA SCI. Dal 17/01 per 6domeniche corsi di discesa e snowboard a Motta (Madesimo); iscrizio-ni in sede entro il 08/01.■ AUGURI. Il Consiglio sezionaleaugura buon Natale e felice anno atutti i soci.

CARATE BRIANZAVia Cusani, 220048 Carate Brianza (MI)tel/fax [email protected]://caicarateb.netsons.orgVen 21-22,30■ ESCURSIONISMO. 18/12 auguridi Natale in sede; Epifania, a gen-naio a Piateda in Valtellina tradizio-nale Natale Alpino, 50° anniversario.

■ PALESTRE. Palestra di arrampi-cata al palazzetto di Via XXV Aprile aCarate Brianza; palestra di manteni-mento alle scuole G.D. Romagnosi aCarate Brianza.

CASSANO D’ADDA

SOTTOSEZIONE DI TREZZO SULL’ADDAvia padre Benigno Calvi 1c/o Villa Gina località Concesa20056 Trezzo sull’Addatel. 0290964544fax 1782283900martedì e giovedì [email protected] i dettagli su Internet■ SCI DI FONDO ESCURS. "Scuolaintersezionale Adda" 28° corso difondo (€190 soci CAI, €210 nonsoci): uscite su neve 6-13-20/12 e10-17/1, possibilità di aggregarsi alpullman; 6-13/2 settimana bianca aOberammergau; 7° corso di fondosenior (infrasett imanale con uscitesu neve il mercoledì) dal 17/11 al6/2; 10° corso di sci di fondoescurs. e telemark; info corsi, pull-man (postosicuro) e gite 3464739516 e/o [email protected]; tuttosu internet.■ SCI ALPINISMO "Scuola di alp. esci alp. Valle dell' Adda": dal 21/1 al18/3 19° corso SA1; dal 25/3 al27/5 4° corso SA2.■ NATALE IN SEDE. 22/12 ore21:30 scambio di auguri; particolan-nente invitate famiglie e bambini.■ BAITA SOCIALE. A Gromo (valSeriana), 10' di camino; 16 posti persoci, simpatizzanti e gruppi

CORSICOVia 24 Maggio, 51 - CorsicoTel. 02 45101500Fax 02 [email protected] Gio. 21-23■ TESSERAMENTO 2010. Dal 4/12rinnovi; soci ordinari € 38,00 –familiari € 21 – giovani (nati dal1993 in poi) € 13 – tessera nuovisoci € 4. ■ PULLMAN. 24/1 St. Moritz(Engadina) fondo, discesa, escursio-ni Scuola Fondo 3288523090. ■ MONTAGNA IN SETTIMANA. Gitedel mercoledì; 16/12 Passo delNivolet (Valle dell´Orco) mp fondoescursionismo/ciaspole Concardi02 48402472 – 339 3336000. ■ 21° CORSO DI FONDO ESCUR-SIONISMO. Lezioni teoriche aperte atutti in Sede: 1/12 climatologia eorientamento, 19/1 fondo escursio-nismo; 5 lezioni pratiche sulla

LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 43

QUI CAI Vita delle sezioni

Indirizzi e programmi aggiornati

delle sezioni del CAI si possono scaricare

sul proprio PC consultando

il portale www.cai.it

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neve: 5-8/12 Alta Valtellina,24/1 St. Moritz. Info e iscrizioni ISFEBergamaschini 328 8523090. ■ SETTIMANA BIANCA INAUSTRIA a Seefeld (Tirolo) 13-20/2,grandi possibilità per fondo, disce-sa, escursioni, posti limitati mpBurgazzi 339 8828946. ■ AVVENTURE BIANCHE. 5-8/12 S.Caterina Valfurva fondo, discesa eciaspole mp Scuola Fondo 3288523090; 3/1 Zuoz-Zernez(Engadina) sci fondo Concardi 0248402472; 10/1 Madesimo (ValleSpluga) fondo, discesa, ciaspoleBergamaschini 3288523090; 15-17/1 Paganella-Dolomiti di Brenta(Trentino) fondo, discesa, ciaspoleBurgazzi 339 8828946; 31/1 Via delSale (Oltrepò Pavese) ciaspole Nerini02 45101500.■ BUONI SCONTO. Disponibili insede i buoni per ritirare i giornalieriscontati per gli impianti di risalita.■ PIANETA TERRA. 15/1 Sci-escur-sionismo sui Monti Sibillini, sciate digusto tra Norcia e Ascoli (CesareGuida) h21 in Sede; 29/1 Mondibuddisti, dal principe Siddartha allatradizione buddista, dallo Sri Lankaal Nepal, dalla Birmania al Ladakh(Astrid Angehrn e Roberto Cossu)ore 21 Saloncino La Pianta viaLeopardi 7. ■ AUGURI NATALIZI. Gio 17/12dalle 21 in Sede presentazione pro-gramma 2010. ■ CHIUSURA SEDE. 24 e 31/12;riapertura 7/1.

DESIOVia Lampugnani, 7820033 DESIO (MI)Tel. e Fax 0362 621668Mercoledì 21 - 22.30Gruppo MALTRAINSEMMartedì 17.30www.caidesio.nete-mail: [email protected]■ A TUTTI I SOCI. La Sezione augu-ra Buone Feste e Felice Anno Nuovoa tutti i soci.■ MANIFESTAZIONI. 17/12 SantaMessa prenatalizia presso l’OratorioMaschile di Desio.■ CORSO DI SCI ALPINO. A partireda gennaio, informazioni in sede.■ GRUPPO “MALTRAINSEM”. 2/12reggia di Venaria Reale; 9/12Capanna Alpinisti Monzesi; 16/12rifugio Riva; 22/12 rifugio Albiga;29/12 Monte Megna.

■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Tutti i martedì e i giovedì dalle 19.30alle 22.00 è aperta la struttura diarrampicata presso la palestradell’ITIS “E. Fermi” in via Agnesi aDesio (ingresso dal lato PalaDesio).

MELEGNANOSezione “F. e G. Bianchi”Via De Amicis 2520077 MELEGNANO (MI)tel/fax 02 9835059www.caimelegnano.ite-mail [email protected]. e Giov. 21-23, Dom. 10.30-12■ SCI DI FONDO E CIASPOLE.13/12 Val Ferret (AO); 10/1 Cogne(AO); 24/1 Passo Coe (TN). ■ CORSO SCI ALPINO. 10-24/1Torgnon (AO). ■ ATTIVITÀ INVERNALI. 19/12Madonna di Campiglio (TN); 14-15-16-17/1 Soraga (TN), iscr. dal 10/12soci, 17/12 non soci; 4-5-6-7/3Campo Tures (BZ), iscr. dal 26/1soci, 2/2 non soci.■ ALPINISMO GIOVANILE. 7/2 cia-spolata a Pontresina (CH), iscr. dal10/12. ■ INIZIATIVE PUBBLICHE. 20/12Auguri alla città, P.za Vittoria ore 16-18.30; 15/12 Proiezione immaginigite, in sede ore 21. ■ CORO CAI. Il giovedì ore 21;20/12 concerto Coro A.N.A. Campodei Fiori di Varese e Coro CAIMelegnano, Basilica S. Giovanni ore18.30.

VIMERCATEvia Terraggio Pace, 7Tel/Fax 039/6854119Mer. e Ven. 21 - [email protected] ■ PALESTRA DI ARRAMPICATA. Ilmartedì e giovedì dalle 19 alle 21presso la palestra del CentroGiovanile “Cristo Re” viaValcamonica, 25; iscrizioni diretta-mente in palestra.■ GINNASTICA PRESCIISTICA. Illunedì e giovedi dalle 19,15 alle21,15 presso le palestre di Oreno edi via Mascagni. ■ INCONTRI IN SEDE. Serata dedi-cata alla sicurezza in montagna, “LaMontagna d’inverno”, nivologia eautosoccorso, ore 21.■ GRUPPO SENIORES. 16/12Overland vimercatese e auguri diNatale; 20/1 Tra Adda e Brembo

(pomeridiana).■ GITE SCIISTICHE. 12/12 FOLGA-RIA (discesa).■ CORSI DI SCI DISCESA/SNOW-BOARD 17-24-31/1 e 7/2/2010 inTonale. FONDO 17-24-31/1 e7/2/2010 in varie località delle Alpi.

SOTTOSEZIONEBURAGO MOLGORA Cascina Abate d’AddaLunedì 21-23■ GITE ESCURSIONISTICHE. 13/12Grignone.

SOTTOSEZIONEDI SULBIATEVia don Ciceri, 2 Venerdì 21-23■ GITE ESCURSIONISTICHE. 11/12serata festeggiamento 20° di fonda-zione.

SOTTOSEZIONEDI CAVENAGOVilla Stucchi, via Mazzini, 29Giovedì 21-23■ GITE ESCURSIONISTICHE. Dic,Rif San Lucio (Clusone) Ciaspolata.

SEREGNOVia S. Carlo, 47CP n.27- Seregno (MI)Tel/Fax 0362 [email protected] e Ve 21-23 - Sa 16-18■ SERATA. 4/12 ore 21 in sede“Neve, valanghe ed ARVA, la preven-zione”. Relatori E. Volpi INSA, R.Calderoni ISA.■ PREMIAZIONE SOCI. Venticin-quennali e cinquantennali. 11/12 ore21 in sede.■ TESSERAMENTO. È possibileeffettuare il tesseramento per il2010.

ERBAVia Riazzolo, 2622036 Erba (CO)Tel. 031/627873Mar. e ven. 21-22,30Email: [email protected]■ ATTIVITÀ SOCIALI. 18/12Tradizionale scambio di auguri pres-so la Sede Sociale.■ GRUPPO SENIORES. 2/12Acqua del Tufo 730 m – S.Tommaso da Valmadrera disl 450 m;16/12 S. Salvatore 550 m –Madonna di Loreto da Caslino

d’Erba disl 200 m.■ GRUPPO FONDISTI. 6/12 Primelezioni pratiche su neve del 28°Corso di avvicinamento allo SFE,disponibili posti in pullman per fuoricorso.■ GITA SOCIALE GENNAIO. 10/01Tradizionale gita di inizio anno alMonte Barro.

GALLARATEVia Cesare Battisti, 121013 Gallarate (VA)Tel 0331 [email protected]. e Ven. 21-23■ ESCURSIONISMO. 26/12L'ammazzapanettone, escursionenotturna a Vararo dal Porto diLaveno, ore 17.30, disl m 557,tempo 1,30, diff T; ogni domenicagruppi di soci fanno escursioni,rivolgersi in sede specialmente ilvenerdì sera.■ GRUPPO MOUNTAIN BIKE.13/12 MG Besano - San Giorgio -prov. Varese■ RIFUGI. Rifugio EnricoCastiglioni, Alpe Devero, 1640 m,gestore Michele Galmarini, 0324619126; rifugio Pietro Crosta, AlpeSolcio (Varzo) mt 1750 da quest’an-no sarà aperto anche in inverno,pacchetti speciali per capodanno,contattare i gestori Enrico e Marina340 8259 234 www.rifugiocrosta.it- [email protected].

LANZO TORINESE

SOTTOSEZIONEVALLE DI VIÚ V. Roma, 32 - 10070 VIÚ (TO) Sabato 21 - 22.30 [email protected]■ ATTIVITÀ. Nel periodo Natalizioinizierà il tesseramento 2010; 6/1escursione con racchette.

MONCALIERI Piazza Marconi 110027 Moncalieri (Fraz. Testona)Tel e Fax 011 6812727 Cell. 338 [email protected] 18-19 e mer 21-23■ APPUNTAMENTI. 14/12 ore 21Auguri di Natale; 13/12 e 20/12dalle ore 10 alle ore 12 aperturastraordinaria della sede per tesse-

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QUI CAI Vita delle sezioni

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LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 45

ramento 2010.■ QUOTE SOCIALI 2010. Ordinari €37, familiari € 19, giovani € 13,quota ammissione nuovi soci € 4.

SALUZZO P.zza Cavour, 12 - 12037 Saluzzo Tel 0175/249370www.caisaluzzo.it [email protected]ì dalle 21■ TESSERAMENTO 2010. Comedeliberato dall’assemblea dei soci il23/10 le quote sono: ordinario € 40,famigliari € 21 e giovani € 14. ■ ESCURSIONISMO. 29/12 escur-sione notturna sulla neve e auguri difine anno al caldo di una “piola”.■ SCIALPINISMO. In preparazione42° corso SA1 da gennaio, agevola-zioni per si iscrive a dicembre,noleggio ARVA, informazioni venerdìsera dopo le 21.■ ALPINISMO GIOVANILE. 18/12ore 21,30 in sede festadell’Alpinismo Giovanile, presenta-zione del programma 2010 con gliaccompagnatori di AG, rinfresco egadget per tutti.■ AUGURI. Il direttivo sezionaleporge tanti auguri per le prossimefestività.

DOLOVia C. Frasio30031 Dolo (VE) – c.p. 87Mercoledì 21-23www.caidolo.it■ AUGURI. Invitando i Soci a tener-si informati presso la sede o nel sitoweb per le attività d’inizio 2010, ilConsiglio direttivo sezionale porge atutti i Soci i migliori auguri per leprossime festività e di buone vacan-ze invernali.

MIRANOSEZIONE “Alberto Azzolini”Via Belvedere, 630035 Mirano - VE C.P. 56Cell. 348 [email protected] Merc. 21-22.30■ APPUNTAMENTI. 4/12 c/o audi-torium scuola media Leonardo daVinci-Mirano, “Luci al Buio”, imma-gini di Speleologia con SandroSedran, ore 20.45 ■ CORSI. Sono aperte le iscrizioniper i corsi escursionismo con le cia-spe e scialpinismo avvanzato SA2

posti limitati. rivolgersi in sede o alsito sezionale.■ PALESTRA. Ginnastica c/o exscuola Mazzini, due turni 18,30-19,30 e 19,30-20,30 martedì e gio-vedì; muro di arrampicata c/o ViaVillafranca Mar. Merc. Giov. ore19,30-22,30; inf. in sede o dirett. inpalestra.■ AGENDA CAI 2010. È disponibilein sede l’agenda CAI 2010.■ ASSEMBLEA STRAORDINARIA.Si terrà il 17 dicembre 2009 pressola Barchessa di Villa Errera ore20.30 I. C e 21.00 II C.■ AUGURI. Il Presidente e il diretti-vo Sezionale Augura buone feste atutti.

S. DONÀ DI PIAVEVia Guerrato, 3Tel./fax 0421-33 22 88www.caisandona.itMartedì 19-20Giovedì 19-20 e 21-22■ SCI ALPINO. Sono aperte le iscri-zioni ai corsi e alle gite di discesa,snowboard e discesa baby; 20/12uscita in Val Zoldana.■ SCI FONDO ESCURSIONISMO.Sono aperte le iscrizioni ai corsi ealle gite di sci fondo, telemark, sciescursionismo, e alle gite con le cia-spe; 16/12 presentazione dei corsi.■ SCIALPINISMO. Aperte le iscri-zioni al corso base di scialpinismo.■ ALPINISMO GIOVANILE. Sonoaperte le iscrizioni ai corsi di fondo.

AMATRICE Via L. Spinosi 4602012 AMATRICE (RI)tel/fax 0746 826468Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Lagawww.amatrice.nete-mail [email protected]. e Ven. 21-23■ ESCURSIONISMO.5/12 Cena Sociale; 27/12 Fiaccolataa Pizzo di Sevo (EEA); in bachecaavviso escursioni week end.■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Palestra al coperto mercoledì evenerdì dalle ore 21. ■

PICCOLI ANNUNCI

Guide alpine

Pascal van DuinNuovo calendario invernale. www.topcanyon.com

[email protected] di scialpinismo e ciaspole nel piemonteoccitano - capodanno in rifugio. tel 3405342622

www.montagnaenatura.ittrekking alpinismo sci ciaspole

Vannuccini Mario - Il GigiatScialpinismo “polveroso” in Utah e Wyoming dal27/01 al 07/02 - 338 6919021 www.guidealpine.net

www.lyskamm4000.com3472264381-3468077337 [email protected], scialpinismo, cascate; da dicembre,giornate promozionali, corsi, uscite di gruppoSpedizioni 2010 - Aconcagua m6959. 10-30/1- Kilimangiaro m5895. 1-13/2 - Campo Base K2. + Pastore Peak m6206. 4-26/6

www.ivreaoutdoor.it Sci Freeride sul Monterosa - settimana e week-end [email protected] 347-7329807

Accompagnatori, guide turistiche e T.O.

Trekking in NepalShiva Ram BasnetEsperta guida locale, parla [email protected]

www.nonsolotrekking.comCieco chi guarda il cielo senza comprenderlo: è unviaggiatore che attraversa il mondo senza vederlo.(Camille Flammarion) www.slowfoot.it

Rolfo geom. RobertoSi eseguono lavori di costruzione e ristrutturazioneedifici civili, rifugi, anche a basso consumo ed opereaccessorie, in zone non accessibili. Referenziato 3336895001

Trekking con muli e asiniNel P.N. Monti Sibillini, al Gran Sasso, ai Monti dellaLaga, in Umbria, Lazio, Abruzzo. Proposte pergruppi CAI. Sconto soci. www.lamulattiera.it

www.naturadavivere.itviaggi di gruppo inverno 2009/2010Patagonia Argentina e Cile partenze 22/12/09 - 18/02 e 11/03/10Nepal trekk e Mustang - Marzo - Maggio 2010Tel 0586444407 - [email protected]

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Agenda CAI 2010L’agenda CAI CSC è ordinabile al sitowww.montagnadilibri.com

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elet-tronica a [email protected], fax 011/9916208

oppure inviata per posta a GNP Sas, via Udine 21/a, 31015

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data di uscita (il primo di ogni mese).

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Filiale di Via Colombo, 42 - 31015 CONEGLIANO (TV) -

IBAN: IT 15 R 05856 61620 105571167665 oppure

inviando assegno bancario non trasferibile intestato a GNP

Sas di Nenzi Giorgio & C. La pubblicazione sarà effettuata

a incasso avvenuto. Per informazioni tel. n.011.9961533.

- Guide alpine. Gli interessati ad apparire sotto questa voce

devono dichiarare, sotto la loro responsabilità, il Collegio di

appartenenza loro personale o della scuola o associazione.

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Dal notiziario LoScarpone di luglio sievince che la polizzainfortuni garantisce

copertura assicurativa solo perle attività organizzate dalla Sedecentrale, sezioni ecc., ma noncopre più le attività personali edi gruppo non ufficializzate.Credo che questa decisionepenalizzi coloro che come il sot-toscritto e la sua famiglia vivonola montagna spesso al di fuoridell’ufficialità. Pertanto, alleattuali condizioni, ci si dovràcomunque garantire una coper-tura assicurativa e quindi ver-ranno a mancare i presuppostiprincipali per l’adesione all’as-sociazione

Leandro Caravario

Sezione Chivasso-Foglizzo

Gentile Socio Caravario,

rispondo alla lettera con cui,

a fronte di una ipotetica ridu-

zione delle coperture assicura-

tive da Polizza Infortuni, che

sarebbe emersa dallo Scarpone,

ritieni che sarebbero venuti “a

mancare i presupposti princi-

pali per l’adesione all’associa-

zione”. Temo che vi sia stato un

equivoco di fondo che va imme-

diatamente rimosso: fino al

2008 nessun socio ha mai

avuto una copertura assicura-

tiva sugli infortuni, bensì sul

soccorso in montagna e sulla

responsabilità civile, vale a

dire per i danni provocati a

terzi, tra i quali sono ricom-

presi anche gli altri soci.

Tali coperture sono rimaste

integralmente, e anzi sono

stati aumentati i massimali.

La polizza infortuni, invece, è

cosa completamente diversa da

quella per le spese di soccorso

ed è stata introdotta per la

prima volta con delibera

dell’Assemblea dei delegati di

Mantova, nel maggio del 2008,

limitatamente alle attività pro-

priamente istituzionali, così

come ribadito sul notiziario di

luglio, al quale fai riferimento.

Non vi è stata, quindi, alcuna

decisione che abbia modificato

quanto deliberato a suo tempo,

che è rimasto inalterato, men-

tre è stata introdotta una

garanzia in più.

Come accade a te e alla tua

famiglia, sono moltissimi i

soci che vivono la montagna

anche al di fuori dell’attività

ufficiale delle sezioni, delle

commissioni o di tutti gli orga-

ni istituzionali e quello di

poter ottenere per tutti gli

iscritti la possibilità di benefi-

ciare di una Polizza Infortuni

- in aggiunta a quella del soc-

corso che già c’è e a quella della

responsabilità civile che è

rimasta inalterata - anche per

l’attività individuale e per

tutto l’anno, a costi accessibili,

rappresenta un obiettivo ambi-

zioso della Sede centrale, quan-

to impegnativo.

Per ora, ritengo che sia stata

una scelta di notevole spessore

associativo quella di garantire

a quanti si adoperano, in stret-

to regime di volontariato, per

la riuscita delle molteplici atti-

vità che fanno capo alle sezio-

ni, alle scuole, agli organi tec-

nici e a tutti gli organi statuta-

ri, dalle conseguenze di even-

tuali infortuni, al pari di tutti

i soci che a tali attività prendo-

no parte.

Deve quindi escludersi che vi

sia stata alcuna penalizzazio-

ne nel senso da te ipotizzato e,

quanto ai “presupposti princi-

pali” per essere soci del Club

Alpino Italiano, credo che ve ne

siano, al di là delle coperture

assicurative che, come ho detto,

sono aumentate e non dimi-

nuite, molti altri e certamente

più significativi (di sicuro

non di meno). Per questo confi-

do che il CAI rimanga la

“nostra” associazione.

Vincenzo Torti

Vicepresidente generale del

Club Alpino Italiano

PRECISAZIONERenato Riva, autore del

romanzo “L’orco di Rhemes” (LeChateau Edizioni) di cui si èdata notizia in novembre nellarubrica Bookshop, rileva un’ine-sattezza nel sintetico annunciosullo Scarpone: la serie di espe-rienze cui si accennava nonsono divise in capitoli ma rap-presentano un racconto unico.Ce ne scusiamo con i lettori econ l’interessato, fermo restan-do il giudizio positivo su questasua prima fatica letteraria.

CROCISulle cime del Sorapiss e della

Croda Marcora nel cuore delleDolomiti ho ritrovato delle crocimetalliche nuove di zecca,installate un mese prima con l’e-licottero da quanto si evincevasui libri di vetta. Il fatto che leDolomiti siano diventate patri-monio di tutta l’umanità, non èstridente con l’installazione disimboli decisamente cristiani?

Su molte cime anche per inon credenti la croce evoca ilraggiungimento della meta, equindi lasciamo quelle che cisono. Non bisognerebbe forseavere una nuova sensibilitàecologica e ragionare in un’ot-tica più universale prima disegnare in modo indelebile lerocce culminanti del patrimo-nio dolomitico?

Lorenzo Gregoretti (IA)

SAF CAI Udine

È doveroso segnalare che le

nuove croci cui il lettore di

Udine si riferisce hanno provo-

cato reazioni spropositate e

non condivisibili dal momento

che, a quanto risulta, di quella

posizionata il 13 settembre sul

Infortuni e copertura assicurativaLa posta dello Scarpone La parola ai lettori

Un nobile gioco“Scendere lungo i torrenti di montagna: eccol’essenza del canyoning o torrentismo che negliultimi tempi si è affermato come un’innovativaattività sportiva. Come terreno di gioco il torren-tismo dispone del letto di torrenti il cui corso ècaratterizzato da salti d’acqua, scivoli e piscinenaturali. Il gioco consiste nel percorrere, indiscesa e con le opportune sicurezze, tratti ditorrente indossando muta termica in neoprene,casco e imbracatura”. Così si è espresso in otto-bre Lo Scarpone in un box dedicato a questaaffascinante specialità a cui si dedica, a quantopare, un numero crescente di appassionati. Allettore che ritiene il termine “gioco” usatoimpropriamente per una disciplina che va sicu-ramente presa molto sul serio, occorre orarispondere citando l’opera “Homo ludens” del-l’olandese Johan Huzinga, rinomato storicodelle idee che dimostra come la cultura deipopoli arcaici di tutto il mondo sia nutrita di

atteggiamenti ludici.

Vedere dunque il torrentismo nella veste di unnobile gioco non significa certo che lo si vogliaconfondere con un trastullo infantile. “Il giococome lo intende Huizinga”, annota LorenzoRevojera nel suo “Studenti in cordata”(CDA&Vivalda, 2008), “va di pari passo con laserietà, ad esempio, nell’osservanza delle rego-le e nell’impegno assoluto che richiede. Perquanto riguarda l’alpinismo, basti pensare alrigore con cui vanno osservate le norme etiche,tecniche e di prudenza durante l’arrampicata,per evitare che il gioco, per leggerezza colpevo-le, degeneri in sciagura”.

“Non siamo qui per divertirci”, raccomandavaper concludere il leggendario Carletto Negri aisuoi allievi nelle fasi più delicate dell’arrampica-ta, quando vedeva qualcuno entrare in crisi.Esagerava volutamente per sdrammatizzare,ma qualche buona ragione per dirlo sicuramen-te l’aveva.

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LO SCARPONE, DICEMBRE 2009 - 47

Pelmo sono rimaste – come

hanno riferito i giornali - solo

quattro staffe recise e piegate.

All’anonimo autore dello sfre-

gio hanno rivolto un messaggio

il presidente del CAI di San

Vito di Cadore Renato Belli e il

presidente del Soccorso alpino

Maurizio Galeazzi. “L’idea, il

lavoro, i soldi e la fatica di

tante persone”, hanno scritto

sulla stampa locale, “sono stati

gettati via così come tu hai

voluto, così come tu hai deside-

rato. Ma quella croce ritornerà

presto, credici. Non tanto per-

ché vogliamo imporre le nostre

idee e il nostro marchio, bensì

perché questo è il volere della

gente che vede nelle montagne e

nella croce degli ideali in cui

credere; perché le due cose rap-

presentano rispetto e sofferen-

za ma contemporaneamente

anche gioia e realizzazione di

se stessi”.

SPRAYUna lettera sull’uso sproposi-

tato di segnaletica con la verni-ce è stata mandata alla redazio-ne di questo e altri giornali dal-l’editore Luca Visentini con lefirme di 150 alpinisti ed escur-sionisti. La segnalazione si rife-risce a persone che girano per leDolomiti armate di bombolettecon cui segnano rocce, vie alpi-nistiche, sentieri selvaggi.Grandi frecce rosse, bollini sem-pre più evidenti per indicare lapartenza di tracciati alpinistici,e poi per seguirli passo passo,roccia dopo roccia, fino allacima. La lettera di protesta, concui non si può che concordare, èanche sul sito www.planet-mountain.it

CASSINUna domenica degli anni

Settanta stavo salendo in vettaalla Grignetta per la via normaleed ero sola, poiché i miei com-pagni di gita avevano affrettatoil passo, mentre io mi ero attar-data al rifugio Porta con le miefiglie. Conoscevo bene la via egli amici lo sapevano. Versometà salita mi si affianca un taleche con gentilezza mi consiglia

di coordinare il passo con larespirazione e di tenere il suoritmo di salita. Così in due, par-lando poco e camminandobene, arriviamo in vetta.All’arrivo gli amici che mi ave-vano preceduta mi salutano sus-surrandomi “ma che ci fai con ilCassin?”. E’ così che conobbiRiccardo, scoprendo solo invetta chi fosse il tale che miaveva accompagnato con stile,in silenzio, con grande umanità.Lo ricordo con simpatia e stima.

Grazia Cenerini

ALTRUISMOPur animata da grande ammi-

razione per le imprese diReinhold Messner sia comealpinista, sia come genio dellafinanza, sia come filosofo(seguo i suoi interventi sulle tvtedesche, che spaziano dallapolitica internazionale al sensodella vita), sono delusa dallasua ossessione persecutoria neiconfronti di Cesare Maestri eCesarino Fava. Un grande comelui si dovrebbe piuttosto occu-pare degli orrori perpetrati sullaterra.

Dagli abissi della mia nullitàmi permetterei perciò di ricor-dargli due episodi di eroismo daparte dei due alpinisti cheMessner nel suo libro “Grido dipietra” ha denigrato. Il primoriguarda Cesare, la volta chesalì il Campanil Basso nelGruppo di Brenta in cordatacon Luciano Eccher e questi glivolò rimanendo penzolante nelvuoto. Dopo aver ripetutamentee invano tentato di afferrare laroccia, Luciano, sfinito, gridò aCesare: “Taglia la corda, che tisalvi”. Ma Cesare, pur ferito econ immensa fatica, riuscì adassicurare il compagno, a sle-garsi e a scendere di notte percercare aiuto e finalmente sal-varlo.

Il secondo episodio riguardaCesarino che, scendendodall’Aconcagua durante unabufera, incontrò un americanoinfortunato che era stato abban-donato dalla sua guida. Senzaesitare, se lo caricò sulle spallee lo trasportò a valle, salvando-

gli la vita, ma ci rimise i piediche si congelarono e gli furonotagliati, costringendolo a cam-minare per il resto dei suoi gior-ni su due moncherini.

Herr Messner, invece, si per-mette di giudicare i suoi colle-ghi alpinisti come se fosse Dio.Ma secondo il NationalGeographic del novembre 1990,pag 94, durante la prima traver-sata dell’Antartide sugli sci incompagnia di Arved Fuchs,abbandonò ripetutamente nelbel mezzo del pack il compagnocui gli scarponi avevano massa-crato i piedi. Suo unico com-mento: “If I were alone I couldgo twice as fast” (se fossi statoda solo sarei andato due voltepiù veloce). Lei, Herr Messner,è davvero di una grandezzaabbagliante. Ma come spirito diabnegazione ha molto da impa-rare proprio da quegli uominida lei tanto criticati!

Piera Graffer

www.pieragraffer.com

Quello che riferisco nel libro

“Grido di pietra” dedicato alla

conquista del Cerro Torre è

alpinisticamente dimostrato.

Ma io non giudico né Maestri

né Fava dal punto di vista

morale, parlo di fatti e scavalco

la retorica, le parole vuote. Se

in Antartide non avessi tirato

parte del materiale che spettava

a Fuchs e non avessi battuto

traccia per 2795 km su 2800

non avremmo completato la

traversata: e invece siamo arri-

vati insieme come dimostrano

le foto scattate da scienziati

neozelandesi! Anche dal Nanga

Parbat nel 1970 sono sceso con

il fratello, dopo aver lasciato i

guanti in cima. Agli increduli

rispondo che i guanti in cima

sono stati trovati dalla cordata

Kuen-Scholz, e che le spoglie di

mio fratello nel 2005 erano alla

base della parete Diamir. Non

può essere stato “lasciato”

lassù… È facile distruggere

con l’ascia della morale, ma è

impossibile cancellare i fatti

alpinistici del “Torre”. E la

retorica ricade su chi ne fa uso.

Perché è vuota di fatti.

Reinhold Messner

Un alpinismo rispettoso Lo scambio di opinioni traArmando Aste ed ErmannoSalvaterra pubblicato sulloScarpone di ottobre, al di làdi qualche asprezza, hadenotato indubbiamente unnotevole rispetto tra duealpinisti di generazionidiverse e per molti aspettiagli antipodi. “Il mio eraancora un alpinismo ideale,pieno di poesia”, ha rac-contato parecchio tempo faAste in un’intervista rila-sciata a Silvana Rovis (LeAlpi Venete, estate ‘97).“Quello di adesso, che nonvoglio squalificare, è preva-lentemente tecnicistico. Specialmente negli ultimi vent’anni c’èstata un’evoluzione enorme, con i nuovi mezzi tecnici, le nuoveconcezioni e la cancellazione praticamente dell’ostacolo psichi-co, ma anche della poesia”. Ma poi ha aggiunto: “La montagna ètalmente grande e noi talmente piccoli che c’è posto per tutti”. Inperfetta sintonia con l’alpinismo rispettoso del grande alpinistaroveretano, ecco ora un’immagine d’archivio che risale agli anniOttanta: riguarda l’affettuoso incontro al rifugio Brentei (Gruppodel Brenta) di Aste con Salvaterra (a destra) e Maurizio Giarolli,altro illustre alpinista trentino. Durante l’incontro Aste fu prodigo diconsigli ai giovani colleghi, come un fratello maggiore. Con l’a-mabilità che tutti gli riconoscono.

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