di Luca Lischi - lasettimanalivorno.it · E solo quando m’avrà perdonato, ti verrà desiderio di...

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Chiara Domenici Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 5 aprile 2015 Il «battesimo» del quotidiano online IL VESCOVO LO HA PRESENTATO UFFICIALMENTE l quotidiano online della diocesi, in linea dall’ 8 settembre 2014, è stato battezzato ufficialmente nel corso dell’incontro che il Vescovo ha promosso con gli Amici della Diocesi per gli auguri pasquali. «E’ un’iniziativa importante - ha detto monsignor Giusti - che abbiamo collaudato in questi sei mesi mesi e che oggi presento ufficialmente; per far crescere questa realtà chiedo il sostegno di tutti, perché possa diventare uno strumento a servizio del bene comune, come ha dimostrato di poter fare in questo periodo di lancio». La Settimana tutti i Giorni è stata descritta dalla sua direttrice, Chiara Domenici, che ha evidenziato come si tratti di «un prodotto nuovo che, come suggerisce il nome della testata, nasce dall’esperienza della Settimana, il periodico storico della diocesi, ma si sia sviluppato moltissimo grazie all’aggiornamento più che quotidiano e alle enormi potenzialità offerte dalla rete internet». «In questi mesi - ha detto la direttrice della testata, regolarmente registrata presso il Tribunale di Livorno - ha già riscosso un notevole successo raggiungendo una media di oltre 500 lettori unici al giorno e di oltre 3000 pagine lette con un aumento costante del 10% ogni mese». L’iniziativa è stata commentata in termini molto positivi anche da Guido Guidi, presidente fiorentino dell’Ucid, l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, che, su invito del Vescovo, è intervenuto all’incontro per proporre agli imprenditori presenti la costituzione di una sezione della stessa associazione anche a Livorno. n.s. I La benedizione del fuoco su ogni cristiano importante e ci fa bene riscoprire i simboli della Pasqua. Tra tutti assume un enorme significato quello della benedizione del fuoco. Una notte che si infiamma, che esce dalle tenebre. Non è più notte! La vita divampa nella storia, nonostante la storia se- mini morte e dolore. La vita vince, continua a donare ancora spe- ranza, ci accompagna verso nuovi orizzonti. Perché la vita è fuo- co, deve essere fuoco, specialmente quando subentrano nel mon- do coloro che assumono le sembianze di eserciti portatori di morte, usurpatori di speranza, adulatori di corruzione, consuma- tori di beni comuni, istigatori di lotte e di odio. Quante morti nelle nostre città avvolte nel consumo, indifferenti all’accoglienza, incapaci di infondere speranze. La benedizione del fuoco porti ogni cristiano, ogni padre, madre, figlio e figlia ad essere portatore di fuoco, ad incendiarsi dentro del desiderio di Dio. Almeno riuscissimo a riscoprire questa luce che splende e continua incessantemente a illuminare anche la notte più buia, senza mai rinunciare al bene per ogni uomo, per ogni donna. E allora gioiscano i cristiani e portino la luce ovunque, a chiunque incontrino nel loro cammino di vita. Non siano più tiepidi ma ardenti di luce! Solo così sarà Pasqua! "Non abbiate paura, non temete, andate", questo è un fuoco che dona ancora più vita! Ne abbiamo proprio bisogno oggi, in que- sti tempi tristi e oscuri! È elebriamo la Pasqua una volta all’anno, come il compleanno, ma per il cristiano “Pasqua” è sempre; perché ogni messa celebra, nella Pas- sione e nella Resurrezione, la Pasqua del Signore; ogni momento di fede è Pasqua perché incontro di comunione con il Cristo Risorto, ogni gesto di carità testimonia la resurrezione del Cristo e fa Pasqua. Un tempo non c’era un giorno dell’anno chiamato “Pasqua” perché ogni domenica, per il cristiano era “Pasqua”. Cari diocesani, vorrei rivolgervi un augurio che non ha come tanti auguri l’incertezza del futuro; vorrei con queste righe, con la preghiera anche, in- dicarvi una realtà, che non attende di realizzarsi ma attende solo di essere scoperta in ognuno; una realtà di domenica, di ogni momento per il cri- stiano: Buona Pasqua. Buona Pasqua come buon compleanno, 1971 C La morte è vinta! La madre E il cuore quando d’un ultimo battito avrà fatto cadere il muro d’ombra per condurmi, Madre, sino al Signore, come una volta mi darai la mano. In ginocchio, decisa, Sarai una statua davanti all’eterno, come già ti vedeva quando eri ancora in vita. Alzerai tremante le vecchie braccia, come quando spirasti dicendo: Mio Dio, eccomi. E solo quando m’avrà perdonato, ti verrà desiderio di guardarmi. Ricorderai d’avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sospiro. Giuseppe Ungaretti IL VESCOVO INCONTRA I POLITICI CATTOLICI Quattro punti per un nuovo welfare di comunità ipensare il welfare, ovvero le politiche che intendono favorire il benessere dei cittadini, in particolare di quelli in situazione di povertà: è questo il messaggio scaturito quest’anno dall’incontro che il Vescovo realizza con i politici nei giorni precedenti la Pasqua. Si deve passare a politiche di welfare di comunità dove gli interventi fanno i conti con risorse a disposizione sempre più scarse e i bisogni crescenti. Tutti i presenti hanno condiviso l’idea che il sistema attuale non è sostenibile; lo ha affermato, sulla base di esperienze concrete, il diacono Enrico Sassano, direttore della Caritas diocesana, che ha introdotto l’incontro. Per tutti il punto fermo è che, in tempo di crisi, non si possono diminuire le risorse da destinare al sociale, si devono semmai spendere meglio ed in modo più efficace. Monsignor Giusti ha presentato alcune linee su cui costruire un nuovo sistema di welfare basato su quattro punti: il lavoro, la casa, la scuola e lo sport. Nell’ambito del lavoro ha rilanciato l’idea degli orti sociali che potrebbero consentire a un buon numero di cittadini poveri di procurarsi qualcosa per vivere con la propria attività; ha poi presentato l’idea delle borse lavoro per offrire ai giovani la possibilità di imparare un mestiere e poi guadagnarsi la riconferma al termine della borsa; e, sempre in questo ambito, ha evidenziato come i tanti cassintegrati che ci sono oggi potrebbero essere destinati a lavori socialmente utili, per i quali attualmente mancano le risorse, e poi magari trovare sbocco in qualche nuova iniziativa imprenditoriale che potrebbe scaturire dalla ripresa economica. L’altro fondamento di un nuovo welfare monsignor Giusti l’ha individuato nella casa: in questo senso ha sollecitato i politici a pensare di fare un censimento degli immobili di proprietà pubblica attualmente inutilizzati per metterli a disposizione del terzo settore che possa riqualificarli e poi destinarli all’emergenza abitativa: “se questa cosa non si può fare con soldi pubblici, si dia almeno la possibilità al privato di farlo”. Ha poi riaffermato la necessità di incentivare l’affitto a canone concordato dei tanti immobili non utilizzati esistenti in città e di controllare in modo più efficace l’assegnazione delle case popolari. Per il Vescovo Simone poi un nuovo welfare si deve basare anche sulla scuola e lo sport che hanno tanta responsabilità nell’educazione delle giovani generazioni: incentivare la scuola non statale, che costa molto meno di quella statale, e favorire la nascita e la crescita di associazioni sportive che mirino a fare praticare sport, anche in modo non agonistico, agli adolescenti e giovani che, diversamente, sono a rischio devianza. Gli interventi successivi dei presenti hanno evidenziato come su ciascuno di questi aspetti ci sia da lavorare e come, pur nella diversità di punti di vista, sia fondamentale dialogare per costruire una città più giusta e capace di dare una risposta alla domanda di futuro di tanti cittadini. Merita di essere segnalato che i presenti rappresentavano quasi tutte le forze politiche che sono oggi attive a Livorno. E’ stato così accolta la sfida lanciata all’inizio dell’incontro dal Vescovo quando aveva chiesto ai presenti di impegnarsi per elaborare insieme idee utili alla città: “In questo luogo siamo chiamati a pensare gratis per il bene della città, è questo il compito della politica che già Paolo VI aveva definito una delle più alte forme di carità”. L’incontro era cominciato con la celebrazione della Messa presieduta da monsignor Giusti insieme con il vescovo emerito di Aleppo, Nazzaro, che ha offerto la sua testimonianza autorevole sulla questione del fallimento delle cosiddette primavere arabe. Monsignor Giusti ha concluso invitando i presenti a partecipare attivamente al Convegno che la Caritas sta progettando sul tema del nuovo welfare e che si realizzerà nei prossimi mesi. Per tutti poi l’appuntamento è anche su “Piazza della Repubblica”, il luogo delle idee attivo sul quotidiano online della diocesi, che, nelle prossime settimane, continuerà ad accogliere le proposte costruttive che ciascuno vorrà lanciare per la città. Perché il dialogo continui e le idee, anche le più ardite, possano farsi strada e, magari, un giorno realizzarsi a beneficio dei cittadini livornesi. All’incontro erano presenti Elisa Amato, Marco Cannito, Corrado La Fauci, consiglieri comunali attuali,Valter Nebbiai assessore nella precedente legislatura e Giorgio Kutufà, già presidente della Provincia di Livorno Nicola Sangiacomo R i apprestiamo a vivere il mistero centrale della vita cristiana: la Pasqua. Qual è la sfida cristiana? Qual è la scommessa del vangelo? Vincere la morte! Cristo è venuto a dimostrarci che la morte si può vincere, sembra incredibile, ma è così! In terra santa questo mistero è evidente: la tomba di Gesù è vuota! Vivere oltre la morte si può, ce lo dimostrano anche i santi che non sono più tra noi eppure continuano ad essere presenti nella vita degli uomini compiendo i miracoli. Il cristianesimo sta tutto C qui, in questo mistero, in questa sfida, in questa vocazione ad andare oltre la morte. Gesù è venuto a trasformare la morte in un sonno che prepara al nuovo giorno, ad una nuova dimensione. Del sonno nessuno ha paura, ma dell’inferno si, e l’inferno non è altro che la morte eterna, l’assenza di Dio, l’assenza dell’amore, l’assenza delle relazioni. Per credere all’inferno non ci vuole la fede basta andare in un cimitero! Ma noi non siamo destinati a morire per sempre: Gesù ci ha salvato, siamo destinati a vivere per sempre. Dio vuole questo per noi e noi cosa vogliamo? Diamo a lui il nostro cuore, abbiamo fede in lui. C’è una bellissima poesia di Ungaretti, dedicata alla madre, che parla proprio del passaggio tra la morte e la vita eterna, sia questo il mio augurio più caro per una buona Pasqua. + Simone, Vescovo L’augurio del vescovo Simone IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi LINEA di Pensiero di Luca Lischi

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoChiara Domenici

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

5 aprile 2015

Il «battesimo» del quotidiano onlineIL VESCOVO LO HA PRESENTATO UFFICIALMENTE

l quotidiano online della diocesi, in linea dall’ 8 settembre2014, è stato battezzato ufficialmente nel corso dell’incontro

che il Vescovo ha promosso con gli Amici della Diocesi per gliauguri pasquali. «E’ un’iniziativa importante - ha dettomonsignor Giusti - che abbiamo collaudato in questi sei mesimesi e che oggi presento ufficialmente; per far crescere questarealtà chiedo il sostegno di tutti, perché possa diventare unostrumento a servizio del bene comune, come ha dimostrato dipoter fare in questo periodo di lancio».La Settimana tutti i Giorni è stata descritta dalla sua direttrice,Chiara Domenici, cheha evidenziato comesi tratti di «unprodotto nuovo che,come suggerisce ilnome della testata,nasce dall’esperienzadella Settimana, ilperiodico storico delladiocesi, ma si siasviluppatomoltissimo grazieall’aggiornamento piùche quotidiano e alleenormi potenzialitàofferte dalla reteinternet».«In questi mesi - ha detto la direttrice della testata,regolarmente registrata presso il Tribunale di Livorno - ha giàriscosso un notevole successo raggiungendo una media dioltre 500 lettori unici al giorno e di oltre 3000 pagine lette conun aumento costante del 10% ogni mese».L’iniziativa è stata commentata in termini molto positivianche da Guido Guidi, presidente fiorentino dell’Ucid,l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, che, su invito delVescovo, è intervenuto all’incontro per proporre agliimprenditori presenti la costituzione di una sezione dellastessa associazione anche a Livorno.

n.s.

I

La benedizione del fuocosu ogni cristiano

importante e ci fa bene riscoprire i simboli della Pasqua. Tratutti assume un enorme significato quello della benedizione

del fuoco. Una notte che si infiamma, che esce dalle tenebre. Nonè più notte! La vita divampa nella storia, nonostante la storia se-mini morte e dolore. La vita vince, continua a donare ancora spe-ranza, ci accompagna verso nuovi orizzonti. Perché la vita è fuo-co, deve essere fuoco, specialmente quando subentrano nel mon-do coloro che assumono le sembianze di eserciti portatori dimorte, usurpatori di speranza, adulatori di corruzione, consuma-tori di beni comuni, istigatori di lotte e di odio.Quante morti nelle nostre città avvolte nel consumo, indifferentiall’accoglienza, incapaci di infondere speranze. La benedizionedel fuoco porti ogni cristiano, ogni padre, madre, figlio e figliaad essere portatore di fuoco, ad incendiarsi dentro del desideriodi Dio. Almeno riuscissimo a riscoprire questa luce che splende econtinua incessantemente a illuminare anche la notte più buia,senza mai rinunciare al bene per ogni uomo, per ogni donna. Eallora gioiscano i cristiani e portino la luce ovunque, a chiunqueincontrino nel loro cammino di vita. Non siano più tiepidi maardenti di luce! Solo così sarà Pasqua!"Non abbiate paura, non temete, andate", questo è un fuoco chedona ancora più vita! Ne abbiamo proprio bisogno oggi, in que-sti tempi tristi e oscuri!

È

elebriamo la Pasqua una volta all’anno, come il compleanno, ma peril cristiano “Pasqua” è sempre; perché ogni messa celebra, nella Pas-

sione e nella Resurrezione, la Pasqua del Signore; ogni momento di fede èPasqua perché incontro di comunione con il Cristo Risorto, ogni gesto dicarità testimonia la resurrezione del Cristo e fa Pasqua. Un tempo nonc’era un giorno dell’anno chiamato “Pasqua” perché ogni domenica, peril cristiano era “Pasqua”.Cari diocesani, vorrei rivolgervi un augurio che non ha come tanti auguril’incertezza del futuro; vorrei con queste righe, con la preghiera anche, in-dicarvi una realtà, che non attende di realizzarsi ma attende solo di esserescoperta in ognuno; una realtà di domenica, di ogni momento per il cri-stiano: Buona Pasqua.

Buona Pasqua come buon compleanno, 1971

C

La morteè vinta!

La madreE il cuore quando

d’un ultimo battito

avrà fatto cadere il

muro d’ombra

per condurmi,

Madre, sino al

Signore,

come una volta mi

darai la mano.

In ginocchio, decisa,

Sarai una statua

davanti all’eterno,

come già ti vedeva

quando eri ancora in

vita.

Alzerai tremante le

vecchie braccia,

come quando spirasti

dicendo: Mio Dio,

eccomi.

E solo quando

m’avrà perdonato,

ti verrà desiderio di

guardarmi.

Ricorderai d’avermi

atteso tanto,

e avrai negli occhi un

rapido sospiro.

Giuseppe Ungaretti

IL VESCOVO INCONTRA I POLITICI CATTOLICI

Quattro punti per un nuovo welfare di comunitàipensare il welfare, ovvero le politicheche intendono favorire il benesseredei cittadini, in particolare di quelli insituazione di povertà: è questo il

messaggio scaturito quest’anno dall’incontroche il Vescovo realizza con i politici nei giorniprecedenti la Pasqua. Si deve passare apolitiche di welfare di comunità dove gliinterventi fanno i conti con risorse adisposizione sempre più scarse e i bisognicrescenti.Tutti i presenti hanno condiviso l’idea che ilsistema attuale non è sostenibile; lo haaffermato, sulla base di esperienze concrete, ildiacono Enrico Sassano, direttore dellaCaritas diocesana, che ha introdottol’incontro. Per tutti il punto fermo è che, intempo di crisi, non si possono diminuire lerisorse da destinare al sociale, si devonosemmai spendere meglio ed in modo piùefficace.Monsignor Giusti ha presentato alcune lineesu cui costruire un nuovo sistema di welfarebasato su quattro punti: il lavoro, la casa, lascuola e lo sport.Nell’ambito del lavoro ha rilanciato l’ideadegli orti sociali che potrebbero consentire aun buon numero di cittadini poveri diprocurarsi qualcosa per vivere con la propriaattività; ha poi presentato l’idea delle borselavoro per offrire ai giovani la possibilità diimparare un mestiere e poi guadagnarsi lariconferma al termine della borsa; e, semprein questo ambito, ha evidenziato come i tanticassintegrati che ci sono oggi potrebberoessere destinati a lavori socialmente utili, per

i quali attualmente mancano le risorse, e poimagari trovare sbocco in qualche nuovainiziativa imprenditoriale che potrebbescaturire dalla ripresa economica.L’altro fondamento di un nuovo welfaremonsignor Giusti l’ha individuato nella casa:in questo senso ha sollecitato i politici apensare di fare un censimento degli immobilidi proprietà pubblica attualmente inutilizzatiper metterli a disposizione del terzo settoreche possa riqualificarli e poi destinarliall’emergenza abitativa: “se questa cosa nonsi può fare con soldi pubblici, si dia almeno lapossibilità al privato di farlo”. Ha poiriaffermato la necessità di incentivare l’affittoa canone concordato dei tanti immobili nonutilizzati esistenti in città e di controllare inmodo più efficace l’assegnazione delle casepopolari. Per il Vescovo Simone poi un nuovowelfare si deve basare anche sulla scuola e losport che hanno tanta responsabilitànell’educazione delle giovani generazioni:incentivare la scuola non statale, che costamolto meno di quella statale, e favorire lanascita e la crescita di associazioni sportiveche mirino a fare praticare sport, anche inmodo non agonistico, agli adolescenti egiovani che, diversamente, sono a rischiodevianza.Gli interventi successivi dei presenti hannoevidenziato come su ciascuno di questi aspettici sia da lavorare e come, pur nella diversitàdi punti di vista, sia fondamentale dialogareper costruire una città più giusta e capace didare una risposta alla domanda di futuro ditanti cittadini. Merita di essere segnalato che

i presenti rappresentavano quasi tutte le forzepolitiche che sono oggi attive a Livorno.E’ stato così accolta la sfida lanciata all’iniziodell’incontro dal Vescovo quando avevachiesto ai presenti di impegnarsi perelaborare insieme idee utili alla città: “Inquesto luogo siamo chiamati a pensare gratisper il bene della città, è questo il compitodella politica che già Paolo VI aveva definitouna delle più alte forme di carità”.L’incontro era cominciato con la celebrazionedella Messa presieduta da monsignor Giustiinsieme con il vescovo emerito di Aleppo,Nazzaro, che ha offerto la sua testimonianzaautorevole sulla questione del fallimentodelle cosiddette primavere arabe.Monsignor Giusti ha concluso invitando ipresenti a partecipare attivamente alConvegno che la Caritas sta progettando sultema del nuovo welfare e che si realizzerà neiprossimi mesi.Per tutti poi l’appuntamento è anche su“Piazza della Repubblica”, il luogo delle ideeattivo sul quotidiano online della diocesi, che,nelle prossime settimane, continuerà adaccogliere le proposte costruttive checiascuno vorrà lanciare per la città. Perché ildialogo continui e le idee, anche le più ardite,possano farsi strada e, magari, un giornorealizzarsi a beneficio dei cittadini livornesi.All’incontro erano presenti Elisa Amato,Marco Cannito, Corrado La Fauci, consigliericomunali attuali,Valter Nebbiai assessorenella precedente legislatura e Giorgio Kutufà,già presidente della Provincia di Livorno

Nicola Sangiacomo

R

i apprestiamo avivere il misterocentrale della vitacristiana: la Pasqua.

Qual è la sfida cristiana?Qual è la scommessa delvangelo? Vincere la morte!Cristo è venuto adimostrarci che la morte sipuò vincere, sembraincredibile, ma è così! Interra santa questo mistero èevidente: la tomba di Gesùè vuota!Vivere oltre la morte si può,ce lo dimostrano anche isanti che non sono più tranoi eppure continuano adessere presenti nella vitadegli uomini compiendo imiracoli.Il cristianesimo sta tutto

C

qui, in questo mistero, inquesta sfida, in questavocazione ad andare oltrela morte. Gesù è venuto atrasformare la morte in unsonno che prepara al

nuovo giorno, ad unanuova dimensione. Delsonno nessuno ha paura,ma dell’inferno si, el’inferno non è altro che lamorte eterna, l’assenza di

Dio, l’assenza dell’amore,l’assenza delle relazioni.Per credere all’inferno nonci vuole la fede bastaandare in un cimitero!Ma noi non siamo destinatia morire per sempre: Gesùci ha salvato, siamodestinati a vivere persempre. Dio vuole questoper noi e noi cosavogliamo? Diamo a lui ilnostro cuore, abbiamo fedein lui.C’è una bellissima poesiadi Ungaretti, dedicata allamadre, che parla propriodel passaggio tra la morte ela vita eterna, sia questo ilmio augurio più caro peruna buona Pasqua.

+ Simone, Vescovo

L’auguriodel vescovoSimone

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI5 aprile 2015II

Siria: il martiriodi un popolo

LA TESTIMONIANZA DI MONSIGNOR NAZZARO,VESCOVO EMERITO DI ALEPPO

na testimonianzadrammatica, unatestimonianza chevuole scuotere i

cristiani d’Occidente che, spesso,non si curano di ciò che accadeai fratelli cristiani d’Oriente.È questo uno dei messaggicontenuti nella testimonianza dimons. Giuseppe Nazzaro,Vescovo emerito di Aleppo, che èvenuto a parlare della sua vita inSiria, attualmente terra di guerra,ma precedentemente paese nelquale i cristiani ed i musulmaniconvivevano pacificamente. Inquesto tempo forte, che è iltempo di Quaresima, Mons.Nazzaro, parlando allaparrocchia della SS. Trinità, inuna chiesa piena di gente,hacercato di far comprendere chela realtà che vivono attualmentei cristiani in Siriaè drammatica,ma potrebbe nonessere cosìlontana da noi,perché ciò chesuccede ora aloro potrebbeverificarsi inEuropa in unfuturo nonmolto lontano.«E’ importantecercare disensibilizzaci –ha affermatoMons. Giustipresentandol’ospite eringraziandolo per la suapresenza – perché ci sono molticristiani che muoiono da martirie sembra che nessuno se neaccorga. I giornali raccontano igesti efferati dell’Isis e nessunoracconta le gesta dei nostrifratelli. Quello che più ci devefar riflettere è che sotto la vestedi guerre religiose sinascondono solo interessi ditipo economico».«Vengo a raccontarvi ciò che hovisto e ho vissuto – ha esorditoMons. Nazzaro- sapete chi è ilPresidente della Siria? Bashar.Bashar aveva instaurato unregime che dava totale fiducia alpopolo. Tale Presidente, figlio diHafiz al-Asad, era ben visto dabuona parte del Parlamento chemodificò la costituzione inmerito all’età minima per lacarica presidenziale,permettendogli di parteciparealle elezioni. Bashar era giovaneed inesperto, ma aveva studiatoin Inghilterra ed aveva unamentalità molto aperta. Edinfatti, col suo governo, i sirianiebbero maggiore libertà,sviluppo del progresso, sviluppodel settore industriale e turistico.C’era la libertà di movimento sulterritorio. Cristiani e musulmanisi frequentavano fra di loro e siaiutavano reciprocamente. C’erafiducia gli uni verso gli altri.C’erano ventitre etnie e tuttiesercitavano e vivevano secondoil loro credo. Questa era la Siria,terra di pace e di rispettoreciproco.Ma allora – vi chiederete – comesi è arrivati ai giorni nostri? Tuttoè nato da quella che puòsembrare una banalità. Ungruppo di ragazzini avrebbescritto sul muro di una scuola“abbasso il regime”.Scoprendoli, la polizia avrebbechiesto loro il perché di quellescritte. Su questa storia i giornalisono stati riempiti di notiziefalse. I mezzi di comunicazionehanno raccontato che iragazzini erano stati torturati,ma io vi assicuro che tutto ciònon è vero. Da lì è iniziataun’escalation di violenza che hacominciato ad insanguinaretutto il Paese. Sono cominciati isaccheggi anche ad Aleppo.Nello stesso periodo il Qatar el’Arabia Saudita chiesero alla

U

Siria di far passare sul suoterritorio un gasdotto. IlPresidente siriano non approvòquesta concessione sia perché laSiria stessa è ricca di questamateria e il gasdotto avrebbedanneggiato il proprio mercato,sia perché la Siria ha sempremantenuto buoni rapporti conla Russia e questo passaggio digas avrebbe danneggiato gliamici russi. A seguito di questadecisione il governo fuulteriormente attaccato dai suoidenigratori. La Siria fu accusatadi aver violato i diritti umani,ma tutto ciò non è mai statovero. Sulla base di queste accusel’Occidente cominciò adintervenire nella questionesiriana.Noi occidentali abbiamo armatocoloro che hanno attaccato laSiria. Fino a quel momento laSiria era una Paese bello,accogliente, ospitale. Durante laguerra in Iraq, erano stati accolti

un milione di profughi enessuno è finito sotto una tenda,ma tutti sono stati accolti nellecase. Questa era la Siria, e noioccidentali con la nostrasuperbia abbiamo distruttotutto, mettendo l’uno control’altro. Ora ci scandalizziamoquando vediamo in azione,contro gli occidentali, itagliatori di teste dell’Isis, ma dei120 poliziotti a cui furonotagliate le teste il 2 giugno 2012ci siamo scandalizzati? I giornaliriportarono la notizia solo dopo8 giorni e la falsificaronocompletamente dicendo cheerano stati i poliziotti a tagliarele teste a 120 persone. Solo dopoaltri dieci giorni venne fuori cheera stato l’esercito ad uccidere ipoliziotti.Poi hanno cominciato adattaccare le chiese e le comunitàcristiane. Hanno rapito ancheun mio amico padre francescanoed ucciso alcuni membri della

sua comunità. Quando è riuscitoa tornare nella sua chiesa erastato tutto distrutto. I cristianicontinuano a morire ognigiorno eppure, ripeto, fino al2012 non era così. Il popoloandava nella chiesa più vicinaalla propria abitazione e sinutriva dei sacramenti. Non sifaceva distinzione fra i cristiani.Le feste, come la Pasqua, sifacevano tutti insieme. Oggitutto questo non esiste più.Esistono le malattie, ma nonesistono le medicine, per cui lagente muore perché non si puòcurare. La popolazione muore difame. Non si riesce a cucinare edè fortunato chi ha degli alberivicino alla propria casa perchépuò tagliarli e fare un fuoco.L’acqua non arriva più nelle case,ma è presente solo nelle cisterne,ma per arrivare alle cisternebisogna percorrere molta stradae soprattutto esporsi ai cecchiniche presidiano le strade e sirischia di morire, ogni giorno,per un secchio d’acqua.Fratelli, io credo che sia arrivatoil momento di scuotersi, dicacciare via questa gente che civuole continuamente farcombattere delle guerre. Anchequando ci dicono che sipreparano contingenti dipace…non è vero! Sono pursempre soldati armati che vannoa combattere. Purtroppo dietro amotivazioni religiose sinasconde il puro interesseeconomico».Alla fine dell’intervento, Mons.Simone Giusti ha ripreso laparola per sottolineare icontenuti di Mons. Nazzaro. «SuAvvenire queste cose sonodenunciate da anni. E’ statodetto che l’Isis è finanziato daiservizi segreti di paesioccidentali. Ma Avvenire non èletto e queste notizie non sonoriportate su altre testate. Civengono a dire che dobbiamoandare in Libia: per far cosa? Per

fare un’altra guerra? E’bene che latestimonianza di Mons.Nazzaro ci inviti ariflettere».

Elena Cerinifoto di Antonluca

Moschetti

Per chi volessecontribuire all’aiutodel popolo siriano,questo è il numeromesso a disposizioneda mons. Nazzaro.BANCO POSTA dimons. G. Nazzaroiban: IT71NO 760 1151000 000 3824 9686via nazionale 24 –83050 San Potito Ultra(AV)

asta! non siamo nati per far sof-frire gli altri. Dio ci ha dato la li-bertà e vogliamo utilizzarla peralleviare le sofferenze apportate

da questi rinnegati ma anche dai popoli chedicono di portare la libertà! Basta! Basta!Cristo non può continuare a sanguinare peri nostri interessi!»Questo il grido di dolore che ha accompa-gnato venerdì scorso la via Crucis partitadalla Chiesa di San Ferdinando in Crocetta,dalla quale fin dalla metà del ’600 i frati Tri-nitari partivano per le terre d’Africa per an-dare a riscattare i cristiani captivi nelle manidei musulmani. Sembra che la storia nonabbia cambiato il suo corso. Ci troviamo in-fatti di fronte a ben peggiori persecuzioni emartiri, in un secolo dove ben altri dovreb-bero essere i problemi!Monsignor Nazzaro, Vescovo emerito diAleppo che il giorno prima nella parrocchiadella SS. Trinità aveva raccontato la sua testi-monianza di fede e martirio, durante le ri-flessioni che hanno accompagnato la ViaCrucis che si è snodata lungo le strade delquartiere della Venezia, ha ricordato le don-ne violentate e poi crocifisse, i missionari, lesuore, povera gente, sgozzati e le chiese cat-toliche e ortodosse distrutte. Parroci costrettia togliere dal campanile le insegne religiose,a chiudere il suono delle campane e a farscomparire le immagini sacre. La furia deva-statrice, nel volgere di due anni oltre ad ucci-dere centinaia di migliaia di innocenti, hadistrutto le 23 tra etnie, popolazioni e reli-gioni che da secoli vivevano nella pace e nel-l’armonia, espressione di una civiltà fioren-te.In Cattedrale dove al termine della Via Cru-cis, la numerosa folla si è radunata per con-cludere la preghiera, monsignor Nazzaro, ha

chiesto la nostra conversione del cuore. Noioccidentali siamo stati indifferenti e immo-bili mentre queste efferatezze si compivanoe tuttora siamo insensibili di fronte ai nostrifratelli cristiani che non hanno mai rinun-ciato al loro battesimo pur di restare fedeli aCristo. Ma a noi questo non interessa; non cirendiamo conto della sofferenza di questipopoli privati di tutto, acqua, luce gas, cibo.Oggi tutto è distrutto. Sapremo ricostruiredopo quel fatidico marzo 2011? Passerannocentinaia di anni per ritornare come prima,o sarà’ solo il più forte a prevalere? Ci restasolo da pregare perché i cristiani possanocontinuare a testimoniare Cristo nelle soffe-renze e nelle persecuzioni; il Signore guidi inostri pensieri e azioni per alleviare le lorosofferenze. Non possiamo infatti far passarequesta Pasqua senza pensare al loro pianto edomandiamoci il perché di ogni guerra.San Giovanni Paolo II diceva che con laguerra tutto è perduto, specie la nostra di-gnità e diventiamo peggio degli animali. In-nalziamo la preghiera a Cristo che sulla cro-ce ha allargato le braccia per radunarci a sé,perché abbia pietà di coloro che perseguita-no e renda il nostro agire testimonianza diun amore che porti la salvezza a quei territo-ri martoriati e torni a splendere nel volto diciascuno l’immagine di Colui che ci ha crea-to per vivere insieme da fratelli.

Monica Cuzzocrea

La Via Crucisdiocesana per i cristiani martiri

«Esistono le malattie, ma non esistono le medicine,per cui la gente muore perché non si può curare.La popolazione muore di fame. Non si riesce a cucinare ed è fortunato chi ha degli alberi vicinoalla propria casa perché può tagliarli e fare un fuoco.L’acqua non arriva più nelle case, ma è presente solo nelle cisterne, ma per arrivare alle cisternebisogna percorrere molta strada e soprattutto esporsiai cecchini che presidiano le strade e si rischiadi morire, ogni giorno, per un secchio d’acqua»

Più di 500 personepresenti alla processione

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI5 aprile 2015 III

Cuoca per

vocazione

iuseppa, per tuttiPina, Casteltermini1922, a Livorno èarrivata nel ’48 dopo

aver sposato Marino,carabiniere di Lari conosciutoin Sicilia “grazie” alla guerra,che, dovendo scegliere tra Pisae Livorno decise di vivere nellacittà col mare.Un amore durato quasiquarant’anni, finito su questaterra nel 1982. Rimasta vedovail dolore di Pina, già nonna didue nipotini, è forte.Ma il caso vuole che il rettoredel seminario appena riapertodi via Numa Campi, PierGiorgio Paolini, si ritrovassesenza cuoca proprio in quelperiodo.Inutile dirlo, dopo l’amore laProvvidenza è il più grandedono che Dio possa fare.Spesso si nasconde sottospoglie umane, questa volta inRaffaello Schiavone, amico difamiglia, da poco diventatosacerdote. «Mi chiese se me lasentivo di essere la loro cuoca efurono le mie figlie a insistere,perché poteva esserel’occasione per distrarsi un po’in quel periodo di tristezza».Era il settembre del 1984. Tuttele mattine, dal lunedi alvenerdi, sole, acqua o neve,Pina partiva da Borgo SanIacopo per salire verso il colle.«Prima con la mia Fiesta blu,poi con l’autobus da CorsoMazzini. Ma quando il tempo

Gera brutto mi davano unpassaggio i seminaristi con laloro Panda».Un’auto dalla storiaparticolare: proprio Pina,vincitrice di un concorso alsupermercato, l’aveva poidonata ai seminaristi: «Ingenere erano le suore di Coreaa fare la spesa per il seminario,non ricordo perché quellavolta andai io. E vinsi!». Loro,per riconoscenza, lecomprarono una bicicletta, ilmezzo di trasporto che lanonna-cuoca usava in città eche per gli anni successiviconsumò tanti chilometri finoal mercato, alla chiesa deiCappuccini, carica di buste…edi nipoti!In quegli anni Pina ne haconosciuti diversi di futurisacerdoti e ancora oggi, che dianni ne ha 93, ricorda contanto affetto ognuno di loro.«Mi volevano bene, c’era donAndrea Brutto, don Pio Maioli,don Francesco Fiordaliso, donItalo…e tutti gli altri».E qualche volta c’era ancheAblondi: «Quando sapevo chesarebbe stato nostro ospite,impastavo gli gnocchi, i topini,come li chiamo io. Luiarrivava, veniva in cucina, misalutava con un abbraccio equando li vedeva miringraziava perchè gliricordavano la sua poveramamma». E con tantariconoscenza ricorda la volta in

cui il vescovo volle a tutti icosti servirla a tavola. PerchèPina mangiava con loro:«Quando arrivai, dissi a donPier Giorgio che sarei potutastare da sola in cucina, ma luiaveva già deciso che il mioposto era quello a capotavola,proprio di fronte a lui».Cucinare è sempre stata la suapassione e stare in mezzo allagente pure. «Questo forse nonsi può scrivere -dice- maquando i ragazzi mi dicevanoche un esame era andato beneo c’era qualcosa da festeggiare,io mi mettevo subito a lavoroper preparare un dolce!»Di loro ricorda la festa ilgiorno dell’ordinazione,ricorda i loro gusti culinari eper tutti ha un aneddotoparticolare. Per esempio quellosu don Francesco: era usanzache i seminaristi aiutati daigenitori e da chi volesse dareuna mano, facessero la raccoltadelle olive degli alberi intornoal seminario. L’olio prodotto(«Ho pulito tante di quelleolive per mandarle alfrantoio!», dice) veniva portatopoi in cattedrale per esserebenedetto e diventare oliosanto il mercoledi prima diPasqua. «Gli avevo fatto unabella bottiglia chiusa, ma lui lamise in macchina chissàcome…e si Nonna Pinarovesciò! Quanto mi ci èvoluto per pulire quei sedili!»Sono uomini… conclude con

un sorriso.Ma Pina non rimpiangenemmeno per un attimoquello che ha fatto in queglianni. «A stare lì con loro hoscontato qualche peccato -diceridendo- ma ho vissutofelicemente in quellacompagnia, ho sentito il loroaffetto». Affetto che non lemancava neanche nei periodiestivi quando diventava lacuoca dei campeggi delleparrocchie dei seminaristi. «Lìho conosciuto tanti ragazzi etutte queste cose hannocontribuito a ritrovare laserenità anche senza miomarito».14 anni pieni di pranzi e cenepreparate da riscaldare, maanche di quell’affetto che solouna nonna sa trasmettereanche a chi suo nipote non loè. «A un certo punto, hodovuto arrendermi all’età. 76anni non sono pochi percorrere dietro a un autobustutte le mattine!».Qualche mese fa Pina è volutatornare in quella casa dove havissuto tanti momenti felici:«Tu la vedessi ora come è bella!Mi hanno fatto anche entrare eho rivisto tutte le stanze!» Eancora oggi quando incontrauno dei “suoi” seminaristi lagioia è tanta, e i ricordi felici sifanno spazio nella mente diquesta donnina piccola piccolama con un cuore grande così!

Giulia Sarti

I ricordi di una nonna specialeche ha dedicato quattordici anni

della sua vita mettendosi alservizio dei seminaristi

L’AMICIZIA EBRAICO CRISTIANA HA PRESENTATO IL VOLUME DI ARCANGELO FERRI

Bombardate Auschwitzcura dell’Associazione per l’amiciziaebraico-cristiana, si è tenuta presso la

Libreria Feltrinelli la presentazione delvolume di Arcangelo Ferri: “BombardateAuschwitz - Una speranza negata”pubblicato nella collana del “Il Saggiatore”.All’incontro ha partecipato anche ilRabbino capo della comunità ebraicalivornese, Yair Didi, che ha esorditoricordando che si stava avvicinando la festaebraica della Pesach, la Pasqua, la festa dellaliberazione dalla schiavitù in Egitto. Ilfaraone, come padrone, non vuole solo laschiavitù per procurarsi dei lavoratori, mavuole impossessarsi della loro anima ecancellare la personalità dello schiavo; lastessa cosa hanno compiuto i nazisti, ne èuna riprova il fatto che hanno marchiato gliebrei con un numero sulla pelle come si facon gli animali, per cancellare la loroidentità di uomini, li hanno resi schiavi nelcorpo, ma -ha terminato- come dice laTorah, non sono riusciti a sconfiggere il loropensiero.Ha preso poi la parola Gadi Polaccodell’Associazione ebraico-cristiana che haringraziato Andrea Jardella per averorganizzato un incontro che tocca un temadelicatissimo e ancora aperto da un puntodi vista storico. E’ certo -ha continuato- chemolti erano a conoscenza di quei campi disterminio, a guerra finita alcuni ebrei hannodetto che per loro sarebbe stato megliomorire sotto le bombe alleate che vivereuna lunga agonia. Nel mondo -ha concluso-le persecuzioni di tipo razziale continuano,contro gli ebrei, ma ora anche contro ilmondo cristiano, Auschwitz invita ad unadomanda: siamo ancora oggi nellaimpossibilità di capire quegli avvenimenti?

A L’autore del libro, Arcangelo Ferri,giornalista della RAI, ha chiarito di averscritto il volume sia per la passione chenutre verso la storia contemporanea, sia peressere stato l’autore di un documentariotelevisivo su RAI News su quell’argomentoche gli ha procurato «una grande carica diindignazione». La verità è che i governialleati hanno vissuto l’olocausto in manieradiretta, senza intervenire quando avrebberopotuto. Nel gennaio 1942 i nazisti, e inprimo luogo Eichman, pianificano losterminio degli ebrei e solo pochi giornidopo gli alleati ne sono messi a conoscenza.Dal 1942 in poi, specialmente nel 1944, c’èla possibilità di bombardare le lineeferroviarie che conducevano ad Auschwitz.Auschwitz era molto esteso, era formato da40 campi, lo si poteva bombardarebenissimo, c’era la possibilità da partedell’aviazione di farlo, ma i capi militari siproponevano un altra cosa: quella didistruggere le industrie tedesche che eranocollocate oltre Auschwitz. Il campo venivasorvolato continuamente e alcune fotodesecretate nel 1972 lo mostranochiaramente, durante la guerra si è giocataquindi una partita politica, militare eburocratica che non ha portato a nessunrisultato concreto.Negli Stati Uniti il ministro Morgenthau,che era di origine ebraica, si batte perl’intervento ma la sua opera è boicottata, lostesso Roosevelt non trova la forzanecessaria per un cambiamento di rottadella sua politica che è condizionata daelementi antiebraici. E’ vero che i tedeschierano famosi per ricostruire in poco tempociò che gli alleati distruggevano ma, hacontinuato l’autore, due bombe ben

piazzate su Auschwitz avrebbero potutoimpedire gran parte dello sterminio, infattici sarebbero voluti otto mesi per ricostruireil campo, e in questi otto mesi si sarebberopotute risparmiare tantissime vite! Hoparlato -ha detto ancora il giornalista- conElie Wiesel, lo scrittore ebreo statunitensesopravvissuto allo sterminio, che mi hadetto che tutti gli ebrei prigionieri avrebberovoluto essere bombardati, perchépreferivano morire sotto le bombe piuttostoche subire ancora le angherie naziste. Lastoria del mancato bombardamento diAuschwitz -ha terminato Arcangelo Ferri- èdunque la storia di “una decisione nonpresa”, di fronte a queste grandiresponsabilità politiche non bisogna maismettere di indignarsi, ieri come oggi.

Gianni Giovangiacomo

l ciclo di conferenze sulla vita diSanta Giulia si è concluso nella Sala

Magistrale della Arciconfraternita conla relazione del professor GianniBergamaschi sul tema: “Dalla Passioalle riscritture del ’600”. Si puòaffermare che il tema del martiriodella Santa è ripreso nella suaintegrità nei testi della fine del ’500,questo si può notare negli scritti deldomenicano Calò, del Vescovo diChioggia Nadal dove si dà per certoche l’attività di Eusebio fosseeffettivamente quella del commercioe che il supplizio di Giulia eraconsistito anche nel "torcerle" icapelli. A questo proposito il Ferrarinel suo “Catalogo dei Santi” dirà cheGiulia “era stata appesa per i capelli”!Come si può notare le interpretazionidel supplizio sono sempre diverse. InCorsica l’unico testo interessante èquello del Filippini del 1594, nellasua “Historia de Corsica” dove perònon c’è nessun riferimento adocumentazioni locali e si limita atradurre il Nadal. Quindi il testo nonmodifica il racconto più antico eafferma che Nonza è il luogo delmartirio da cui ha origine una “fortedevozione”. E in Toscana? In Toscanaai primi del ’600 nasce il bisogno dirivolgersi a Brescia per ottenere unareliquia di Giulia. La richiesta partedalla Granduchessa Cristina mogliedi Ferdinando dei Medici in quel1606 che vede l’elevazione di Livornoa città, questo fatto testimonia lapolitica dei Medici che con la reliquiadella Santa, eletta a Patrona,vogliono valorizzare la nostra città. ABrescia intanto si pubblicano dei libriscritti da appartenenti alla famigliaCorsi, ripresi poi da un erudito delluogo: Ottavio Rossi, nel suo “La vitadi Santa Giulia Cartaginese”. Inquesto testo compaiono degliampliamenti fantasiosi come quelloche Eusebio è un “corsaro” , si dàampio spazio al supplizio che vede laSanta “sospesa per i capelli” mentre“uncini di ferro le lacerano le carni ele mammelle”. E’ senz’altro da quiche si ispira il pittore FlorianoFerramola per un affresco delmartirio della Santa datato 1520 inSanta Maria di Silano nel Monasterodi Brescia, dipinto che è ancheindicativo delle “contaminazioni”delle storie tra diverse Sante, inquesto caso tra Giulia e Giuliana. Danotare anche che a Brescia la Badessa,Angelica Bastelli, che aveva fama distorica, pubblica nel 1644 una vita diGiulia che è un vero romanzoagiografico e descrive il tormentodegli uncini di ferro che le tagliano lemammelle e dice che a Nonza nelgiorno del martirio dal taglio dellemammelle nasce una sorgentemiracolosa di acqua e latte! Esiste poiuna narrazione del FrancescanoSalvatore Vitale che scrive di Giuliacome nativa della stessa Nonza! Aquesto proposito il gesuitaBollandista che cura gli “ActaSanctorum” evidenzia che “non valela pena di contraddire quest’opera”, èchiaramente una falsificazione chetendeva ad attirare i pellegrini alconvento francescano di Nonza. Nel1615 viene composta una nuova vitadella Santa secondo la tradizione enel 1647 a Livorno il Magri è autoredi un “Discorso cronologico” dove siafferma che Giulia è Cartaginese. Ilrelatore ha messo quindi in evidenzale analogie esistenti tra Santa Giulia eSant’Agata e anche con SantaBlandina e Santa Liberata proprio perquanto riguarda la crocefissione, alPalazzo Ducale di Venezia èconservato un dipinto del pittorefiammingo Hieronymus Bosch, il“trittico delle martiri crocefisse” unadelle quali è proprio Santa Giulia. Le“contaminazioni” tra testi agiograficie modelli iconografici sono dunqueuna realtà con cui fare i conti. Ilprofessor Bergamaschi ha terminatola conferenza annunciando che ilprossimo maggio si potrebberealizzare una Tavola rotonda sullavita della Santa Patrona.

Gianni Giovangiacomo

I

La morte dellagiovane martire:le riscritture del Seicento

L’ ultima conferenzasu Santa Giulia

■ L’INTERVISTA Parla Pina Alcamisi Vallini

TOSCANA OGGI5 aprile 2015IV

Diocesiinforma

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI5 aprile 2015 V

BREVI DALLA DIOCESIIncontri di SpiritualitàSABATO 14 MARZO ALLE 9.00Presso le Suore Mantellate in via dell’Ambrogiana20, don Piergiorgio Paolini, propone un camminodi riflessione e preghiera in silenzio.Il ritiro inizia alle 9.00 e termina alle 12.30; portarela Bibbia e il materiale per prendere appunti.Per info: Carla Lepori 0586/802415 (ore pasti) Ma-rilena Sironi 345/7875858; Maria Zalum338/1750480

Incontro DiaconiSABATO 11 APRILE ALLE 16.00Alla parrocchia di S. Lucia, incontro dei diaconiguidato da Antonio Domenici dal titolo "Quale spi-ritualità missionaria per il ministero dei diaconi". Aseguire Meditazione e Vespri comunitari

Percorsi di LuceLUNEDÌ 13 APRILE ALLE 21.00Alla parrocchia dei Salesiani, incontro spirituale deiPercorsi di Luce

Festival Sanctae JuliaeSABATO 18 APRILE ALLE 21.00Alla chiesa di Santa Giulia, il quarto concerto delFestival Sanctae Juliae dal titolo "Sacerdoti musici-sti", Brad Repp (violino) e Emanuele Lippi (pia-noforte).

CineforumLUNEDÌ 20 APRILE ALLE 20.30Nella sala Fagioli del vescovado, proiezione delfilm dal titolo "La terza stanza" Edith Stein (MartaMeszaros 1995)

Formazione CaritasMARTEDÌ 21 APRILE 21.00Incontro di formazione Caritas dal titolo "Evange-lizzazione promozione umana" guidata da padreValerio Di Trapani

VENERDÌ 3 APRILE9.00 ufficio delle letture in cattedrale10.30 visita ai sacerdoti anziani e am-malati15.00 liturgia della Passione in catte-drale21.00 Via Crucis a Montenero

SABATO 4 APRILE9.00 ufficio delle letture in cattedrale22.30 veglia pasquale, S. Messa e a se-guire benedizione delle uova pasqualiin cattedrale

DOMENICA 5 APRILE8.45 domenica di Pasqua- S. Messa alcarcere de "le Sughere"10.30 S. Messa e benedizione delle uo-va pasquali e dei bambini in cattedra-le

Da lunedì 6 aprile a sabato 11 aprile ilVescovo è in Terra Santa per l’incontromondiale con i vescovi su una nuovaevangelizzazione promosso dal cammi-no neocatecumenale

DOMENICA 12 APRILE10.30 S. Messa e cresime degli adulti incattedrale11.30 incontro con i giovani della Dio-cesi di Reggio Emilia in cattedrale18.00 S. Messa e cresime degli adultiper il V vicariato, alla chiesa di S. An-drea e Immacolata Concezione a Ca-stiglioncello

LUNEDÌ 13 APRILENella mattina, in vescovado, udienzecleroNel pomeriggio, il Vescovo è a Romaper il comitato CEI per i Beni culturali

MARTEDÌ 14 APRILEIl Vescovo è a Roma per il comitatoCEI per i Beni culturali

MERCOLEDÌ 15 APRILE10.00 incontro con il clero del V vica-riato in vescovado

GIOVEDÌ 16 APRILE9.30 in vescovado, consiglio presbite-rale

VENERDÌ 17 APRILENella mattina, udienze laici in vesco-vado

SABATO 18 APRILE8.10 pellegrinaggio mensile diocesanoal Santuario di Montenero, a seguireS. Messa

DOMENICA 19 APRILE10.30 S. Messa e cresime alla parroc-chia di S. Giovanni Bosco a Coteto

Agenda del VESCOVO

In occasione delle festivitàpasquali gli uffici dellacuria vescovile sarannochiusi al pubblico daMercoledì Santo 1 Aprile a Mercoledì 8 Aprile

Chiusura CURIAIl mondo dei

giovani e quellodella sofferenzasono questi i dueaspetti particolari acui sarà dedicatal’ostensione dellaSindone dal 19aprile al 24 giugnoprossimi. Anche laDiocesi, che ha giàconta prenotazioniper due pullman, siprepara a viverequesto momentocon il viaggio del 25aprile.Sono disponibiliancora posti per chivolesse unirsi alviaggio insieme alvescovo Simone.

PELLEGRINI ALLA SINDONE

SPECIALE FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II

a Confederazione delleMisericordie Toscane –ha spiegato GabrieleBrunini – sarà presente

a Betlemme con rinnovatoimpegno. La Misericordia diBetlemme rappresenta per tutti noiun’eccellenza, perché qui aBetlemme è nato Gesù, è nata laChiesa». In questi giorni SimoneTorrini, provveditore di Fiesole ecoordinatore delle misericordiedella provincia di Firenze, eGabriele Brunini, governatoredella misericordia di Borgo aMozzano, e già presidentenazionale, sono stati in Terra Santaper rinnovare l’impegno dellaFederazione toscana delleMisericordie, presieduta da AlbertoCorsinovi, verso la nascita dellaMisericordia di Betlemme.Le Misericordie toscane sarannopartner di questo progetto, natoalcuni anni or sono, con l’acquistodi alcuni locali vicino alla Casadella pace, da parte dellaFondazione Giovanni Paolo II. Neilocali oggi fanno esperienza arotazione alcuni «fratelli e sorelle»che provengono dalleconfraternite italiane e che hannocosì la possibilità di vivere econoscere la vita di Betlemme e diprestare la loro opera divolontariato in alcune opere diassistenza della città espressionidel mondo cristiano.L’anima di tutto è un giovanepalestinese, il dottor EliasAlmarajda, che ha studiato in Italiae che fin dall’inizio ha guidatoquesta esperienza. «Nonostante ledifficoltà – spiega Almarajda – hoorganizzato alcune giornate dipresentazione soprattutto nellescuole, dove abbiamo fattoconoscere ai giovani tematichecome l’alimentazione, laprevenzione verso alcunemalattie». Un impegno che

coinvolge i giovani, le parrocchie,la comunità cristiana della città.Adesso, grazie all’impegno dellaFederazione Toscana, si pensa difare un passo ulteriore: aprirealcuni ambulatori medici, checome in Italia, possano visitare chiha difficoltà economiche e insiemeai medici locali trovare lesoluzioni. Ma non solo. Si pensadi aiutare anche nella formazionedei volontari che potranno venirein Toscana a formarsi e a conosceredall’interno la realtà del preziosovolontariato toscano. Il progetto, èstato elaborato insieme ad AlbertoCorsinovi e al Correttorenazionale, mons. Franco

Agostinelli, vescovo di Prato.Questa iniziativa vuole sempre dipiù raccordarsi con quanto svolgeda anni la Fondazione GiovanniPaolo II a Betlemme.Fra i progetti verificati a Betlemmein questi giorni, anche la richiestadi un «mezzo», una macchinaadatta per il trasporto dellepersone disabili e meno abbienti.Il prossimo passaggio sarà ilcoinvolgimento deicoordinamenti zonali dellaToscana per aiutare concretamentenella realizzazione di questiobiettivi, certamente ambiziosi maassolutamente realizzabili vista ladimensione e l’importanza della

Misericordia nella Toscana.A fine aprile, il vescovo Agostinelli,sarà a Betlemme con unpellegrinaggio della sua diocesiche potrà verificare di persona ilprocesso di crescita di questainiziativa a cui da qualche anno stalavorando la ConfederazioneNazionale delle Misericordied’Italia, presieduta da RobertoTrucchi.

Grazie all’impegno dellaFederazione toscana,si pensa di fare un passoulteriore: aprire alcuniambulatori mediciche, come in Italia,possano visitare chi hadifficoltà economiche

TOSCANA OGGI5 aprile 2015VI

La morte del fratellodi Abuna Ibrahim Faltas

unedì 23 marzo, la mattina presto è mortoimprovvisamente ad Alessandria d’Egitto il fratello di

Abuna Faltas. Si chiamava Nazim Faltas, aveva solo 39 anni,sposato con tre figli. Una morte inaspettata che ha gettatonello sconforto, l’anziana mamma e tutta la sua famiglia.Abuna Faltas che era impegnato a Gerusalemme in unariunione è partito immediatamente per Amman, in Giordania,per poi raggiungere in aereo Alessandria.La notizia si è diffusa rapidamente a Gerusalemme, Betlemme,in tutta la Terra Santa, dove Abuna Faltas è conosciuto estimato per il suo ministero. Dai suoi più stretti collaboratori,ai pellegrini, alla Custodia di Terra Santa, alla Fondazione siain Italia che in Medio Oriente, tutti si sono fermati per pregareed essere così vicini ad Abuna Faltas. Il quotidiano in linguaaraba «Gerusalemme», diffuso in tutta la Palestina sia martedì24 che mercoledì 25 ha dato ampio risalto alla notizia.I funerali si sono svolti martedì 24 marzo ad Alessandriad’Egitto.«Siamo tutti vicini con la mente, il cuore e la preghiera a PadreIbrahim e a tutti i suoi familiari per il gravissimo lutto che liha colpiti», ha scritto mons. Luciano Giovannetti, Presidentedella Fondazione Giovanni Paolo II, raccogliendo così isentimenti di tutti gli amici della Fondazione.

L

Cresce l’impegnodelle Misericordiedella Toscanaa Betlemme

SPECIALE FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II

SEDE LEGALE DELLA FONDAZIONEGIOVANNI PAOLO IIPiazzetta della Cattedrale, 1 - 50014 - Fiesole (FI)

SEDE OPERATIVAPiazza Municipio, 5 - 52015 – Pratovecchio (AR)

INVIO CORRISPONDENZACASELLA POSTALE 20 52015 Pratovecchio (AR)

TELEFONO 0575/583747 fax 0575/583747

Ufficio della Fondazione a FIRENZEVIA DEL PROCONSOLO, 16aperto dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30telefono 055-219046

[email protected]@[email protected]

SEDE OPERATIVA MEDIO ORIENTEJerusalem - Israel, Greek Orthodox St. P.O.Box1407

TELEFONO 0097 2 6266613 fax 00972 2 6284586

Per contribuire ai progetti della FondazioneGiovanni Paolo IIsi può utilizzare il conto corrente

Banca del Valdarno Credito cooperativoIBAN: IT 55 U 08811 71600 000000029012

La gelateriadi Betlemmeoffre anchela «papamobile»

a gelateria di Betlemme,realizzata grazie a un progetto

della Fondazione Giovanni PaoloII, proprio accanto alla piazza dellaNatività offre la possibilità divedere da vicino la papamobileutilizzata da papa Francescodurante la sua ultima visita aBetlemme. La papamobile con targapalestinese fa bella mostra di sé sulterrazzo della gelateria, accanto aitavolini dove si può gustare lediverse specialità di gelatoartigianale con un spettacolo unicosulla vallata di Betlemme e inqueste settimane sedersi accantoalla vettura utilizzata dal papa. Lavettura realizzata a Betlemme,bianca, aperta sullo stile classico diquesto tipo di vetture con laseggiola centrale e vela perproteggere il papa dal sole, ora tuttila possono vedere da vicino erivivere, anche se parzialmente,l’ultima visita di un vescovo diRoma nella città dove è nato Gesù.

L

I datteri di Gerico torneranno ancora in Italia

TOSCANA OGGI5 aprile 2015 VII

■ Prosegue il progetto di cooperazione.Grazie alla vendita presso le Coop si finanzierà la clinica chirurgica pediatrica

da SAPERE

tiamo lavorando con la cooperativa diGerico perché anche il prossimo anno i

datteri possano arrivare sulle tavole di tuttigli italiani, attraverso Coop Italia. Laprossima raccolta inizierà a fine settembre, ea ottobre i primi datteri potranno partire daGerico, e attraverso un lungo viaggiopotranno arrivare nei supermercati diCoop». Un progetto che adesso porta avanti Andrea Cherici. Un progetto che permette achi acquista i datteri di contribuire allacostruzione, a Betlemme, della primaClinica di Chirurgia Pediatrica incostruzione nella città dove è nato Gesù.Un progetto nato dalla volontà di CristinaCherici che oggi, dopo la sua prematuramorte, va avanti con rinnovato entusiasmo evigore. Il responsabile della cooperativa,dottor Khader Zawhreh, ha accolto Andreacon parole molto belle rivolte alla mamma.«Cristina è stata per tutti noi veramenteeccezionale, era una donna forte, unaimprenditrice che ha saputo far dialogarepalestinesi e israeliani su un progetto comequello della esportazione dei datteri che pernoi sono una ricchezza».La Fondazione Giovanni Paolo II, insiemealla Regione Toscana, al Mayer, allaConferenza Episcopale Italiana e a CoopItalia e a molti altri soggetti sta realizzando aBetlemme questa Clinica di chirurgia chepermetterà di risolvere non pochi problemi.Un impegno importante al quale tutti coloroche acquistano i datteri contribuiscono.La città di Gerico vive di agricoltura, il

turismo anche quello di passaggio non c’èpiù, il grande albergo che ospitava anche uncasinò è stato chiuso creando non pochiproblemi all’occupazione giovanile che litrovava uno sbocco naturale.

La vendita dei datteri «mejol», i più preziosie più gustosi del Medio Oriente sono per lepiccole cooperative degli agricoltori l’unicafonte di sopravvivenza e di speranza nelfuturo.

IRECOOP ToscanaAgenzia Formativa Accreditata dalla Regione Toscana

Via Vasco De Gama, 25 Firenze - tel. 055 43.68.388e-mail: [email protected]

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CCIAA Livorno: Bando per la concessione di contributiper acquisto ed installazione di sistemi di sicurezzaper l'anno 2015 Beneficiari: PMI della provincia di Livorno regolarmenteiscritte alla Camera di Commercio Iniziative ammissibili: acquisto e relativa installazione disistemi di sicurezza.Contributi: 50% delle spese riconosciute comeammissibili fino ad un contributo max di euro 1.500,00.Non saranno prese in considerazione domande dicontributo relative a costi complessivi di importoinferiore a euro 500,00. Scadenza: 31/12/2015, salvochiusura anticipata del bando per esaurimento fondi.

CCIAA Livorno: Bando per favorire la certificazione diqualità per l'anno 2015 Beneficiari: PMI della provincia di Livorno regolarmenteiscritte alla Camera di Commercio Iniziative ammissibili: spese sostenute per interventivolti ad ottenere per la prima volta una dellecertificazioni indicate nel bando. Contributi: Il contributoè concesso nella misura del 50% delle spese (al netto diIVA) riconosciute come ammissibili e regolarmentedocumentate, fino ad un massimo di euro 2.500,00.Scadenza: 31/12/2015, salvo esaurimento fondi.

CCIAA Livorno: Bando per la costituzione delle reti diimpresa - anno 2015 Beneficiari: raggruppamenti di imprese costituiti o dacostituire. Iniziative ammissibili: costituzione delle reti diimpresa. Contributi: 50% delle spese ammissibili. LaCamera di Commercio di Livorno concedecomplessivamente alla Rete d'impresa un contributo inconto capitale pari al 50% delle spese ammissibili (alnetto di Iva) ed effettivamente sostenute per un importomassimo complessivo di euro 6.000,00 (al lordo dellaritenuta d'acconto del 4%). Il contributo sarà erogato, inparti uguali, alle imprese della provincia di Livornofacenti parti della Rete. Scadenza: fino al 31 dicembre2015, salvo chiusura anticipata del bando peresaurimento fondi.

CCIAA Livorno: Bando per l'incentivazione del turismonei periodi di bassa stagionalità - anno 2015Beneficiari: agenzie di viaggio che abbiano organizzatosoggiorni/pacchetti turistici in provincia di Livornorivolti a gruppi di almeno 20 persone; gruppi di almeno20 persone. Iniziative ammissibili: soggiorni turistici neiperiodi di bassa stagionalità.Contributi: a forfait, da euro 350 a euro 500. Scadenza:15/01/2016.CCIAA Livorno: Bando a favore delle rivitalizzazione deiCentri Commerciali Naturali nella provincia di Livorno Beneficiari: centri commerciali naturali legalmentecostituiti. Iniziative ammissibili: promozione erivitalizzazione dei centri storici, dei piccoli Comuni edelle aree periferiche. Contributi: massimo 50% dellespese ammissibili. Scadenza: 18 aprile 2015.

CCIAA Livorno: Bando per la partecipazione a mostree fiere Beneficiari: imprese regolarmente iscritte alla CCIAA diLivorno. Iniziative ammissibili: contributo a favore delle impreseche partecipano alle manifestazioni fieristiche indicatenel Bando nel periodo 1 gennaio 2015 - 31 dicembre 2015 Contributi: da un minimo di euro 200,00 d un max di euro3000,00 a copertura del 50% delle spese ammissibili.Scadenza: 31/12/2015.

CCIAA Livorno: Bando per la concessione di contributia sostegno del credito agrario di esercizio Beneficiari: piccole e medie imprese agricole, lorocooperative e consorzi, attive nella produzione primariadi prodotti agricoli .Iniziative ammissibili e contributi: contributo in contointeressi alle imprese che abbiano ottenuto un prestito abreve termine sotto forma di sconto di cambiale agraria odi prestito di conduzione.Scadenza: 31/12/2015, salvo esaurimento fondi

CCIAA Livorno: partecipazione alla manifestazionefieristica Vinitaly Beneficiari: piccole e medie imprese, loro cooperative econsorzi Iniziative ammissibili: partecipazione allamanifestazione fieristica Vinitaly, svoltasi a Verona dal22 al 25 marzo 2015 Agevolazione: 50% delle spese. La Camera di Commerciodi Livorno concede un contributo in conto capitale pari al50% delle spese effettivamente sostenute (al netto di Iva)e quietanzate, e comunque fino ad un importo massimodi euro 1.000,00. Saranno ammissibili a contributo le seguenti spese, lequali dovranno considerarsi Iva esclusa: a) locazione area nuda della superficie espositiva; b) allestimento della superficie espositiva; c) iscrizione alla manifestazione fieristica; d) iscrizione al catalogo ufficiale della fiera. In caso di partecipazione in forma collettiva, dettoimporto sarà calcolato per ciascuna azienda dellacollettiva ritenuta ammissibile a contributo, sulla basedei costi ad essa imputabili. Ogni azienda può presentare una sola domanda a valeresul bando. Qualora un'impresa presenti o abbia presentato, nelcorso del 2015, richieste di contributi a valere sugli altribandi della Camera di Commercio di Livorno, l'importolordo complessivo percepibile non potrà comunqueessere superiore a euro 10.000,00. I contributi sono aumentati del 10% qualora si tratti diimprese giovanili o femminili.Scadenza: 3 maggio 2015, salvo chiusura anticipata delbando per esaurimento fondi. La rendicontazione dovràessere presentata entro e non oltre il 24 maggio 2015.

TOSCANA OGGI5 aprile 2015VIII