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David Irdani Divisione Garibaldi “Potente” Brigata Partigiana “Bruno Fanciullacci”

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David Irdani

Divisione Garibaldi “Potente”

Brigata Partigiana “Bruno Fanciullacci”

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Per vedere le cose dobbiamo prima di tutto Guardarle come se non avessero senso alcuno:

come fossero un indovinello

C.Ginzburg, occhiacci di legno

A mio figlio.

Che si prenda cura della memoria

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Introduzione

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“Le bande partigiane operanti nei dintorni della città aumentavano ogni giorno i loro effettivi e si davano un’organizzazione sempre più militare. I vari e dispersi nuclei che più o meno avevano continuato la loro attività nel complesso montuoso di Monte Morello e della Calvana, nonostante i continui rastrellamenti, si fonderanno in una unità organica controllata dai comunisti, che prenderà poi il nome di Brigata “Fanciullacci”1 “Ai gruppi di Monte Morello, al cui comando sono subentrati, sotto l’egida del CTLN, Loder Pirro (Gambalesta) e Bruno Bini (Folgore), viene assegnata la denominazione di Brigata Bruno Fanciullacci, dal nome del gappista fiorentino caduto a metà Luglio a Villa Triste. […] Considerando quindi anche questa Brigata, la Divisione Arno risulta composta da 4 Brigate così dislocate: 22a Brigata Lanciotto: 4 compagnie sul Pratomagno 22° Brigata bis Sinigaglia: 4 compagnie sui Monti Scalari 10° Brigata Caiani: 2 compagnie sul Pratomagno e 2 su Monte Scalari Brigata Fanciullacci: 4 Compagnie sul Monte Morello”2 “L'organico della divisione comprendeva le brigate Lanciotto (comandante Romeo Fibbi), Sinigaglia (Angelo Gracci «Gracco»), Fanciullacci (Pirro Loder) e Caiani: in totale, milleseicento uomini circa. Con una lunga attività bellica al proprio attivo, queste brigate formavano ormai un efficiente complesso, dislocato ad arco nella zona compresa tra il monte Morello ed il gruppo del monte San Michele.”3 “Ora così si delinea la forza effettiva del Movimento Partigiano intorno a Firenze: Brigata d’Assalto Garibaldina Lanciotto Brigata d’Assalto Garibaldina bis Sinigaglia 1 Tratto da “La Resistenza a Firenze” di Carlo Francovich- La Nuova Italia Ed.- 1962 2 Tratto da “Sestesi nella Resistenza” di D.Danti e G.Batistoni- Ed.Polistampa-1994 3 Tratto da “Storia della Resistenza” di Pietro Secchia e Filippo Trassati- Editori Riuniti, 1965

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Brigata d’Assalto Garibaldina Caiani Brigata d’Assalto Garibaldina Fanciullacci Brigata Carlo Rosselli di Giustizia e Libertà […] La loro dislocazione è fra Monte Morello, Pratomagno e Monte Giovi”4 “[…] Frattanto era entrato in attività il Comando Militare del Comitato di Liberazione ed ordini e istruzioni precise ci dettero la certezza di non essere rimasti soli. La Brigata Rosselli, il resto della Caiani, la Fanciullacci ed altre formazioni volontarie di cittadini tenevano il fronte, fin quasi verso le alture di Settignano.”5 Di fronte a mutamenti improvvisi e spesso non previsti di interi comparti istituzionali, a “vecchie” regole che crollano o a forme di vita sociale che scompaiano, mi meraviglia il gran numero di uomini a essi intimamente legati che dimenticano una parte fondamentale della loro storia e modificano il senso del loro passato. I ricordi e la memoria sono passibili alla dissoluzione e alla mutilazione e nessuna forma di identità si conserva “così com’è” nel tempo senza trasformazioni. Il Passato si lega, e non potrebbe essere diverso, al ricordo, a storie di vita di gente comune che ha vissuto e sperato in un futuro, quando le molte avversità di quel presente ne annientava le speranze. La forza del presente è quella di guardarsi indietro senza dimenticare. Il dovere di oggi è quello di confrontarsi con quel buio passato e rendere vivo non solo il ricordo, ma il sacrificio e il valore di uomini che hanno fatto la storia di questo nostro territorio. Che hanno fatto la storia della nostra comunità. Questo semplice ed immediato lavoro di ricerca va nella direzione del fare “un passo indietro”, sospendendo ogni giudizio storico, ogni caricatura della verità ed ogni ragionamento esterno alla vicenda stessa. Ma non solo, questo lavoro vuole portare alla luce dei lettori la vita e la storia di questa Brigata Partigiana che si è prodigata con molto sacrificio

4 Tratto da “Ponti sull’Arno” di O.Barbieri-Editori Riuniti- 1958 5 Tratto da “Brigata Sinigaglia” di A.Gracci- Feltrinelli Ed.-1976

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per la liberazione dal nazifascismo della città di Firenze, e che per sua natura e degli uomini che vi hanno militato, è rimasta lontana dai riflettori della storiografia partigiana locale Il testo che presento è suddiviso in due parti: la prima è una trascrizione fedele (errori compresi) della relazione ufficiale che la Brigata “B. Fanciullacci” consegnò alle autorità al termine del conflitto, che riporta in una dettagliata griglia cronologica tutta la sua storia, le vicende, i conflitti con le truppe nazifasciste e le operazioni compiute. La seconda parte lascia posto ad alcune immagini commentate in note concettuali ed una bibliografia ragionata sul movimento di Liberazione nella città di Firenze. Molte informazioni sui luoghi e sugli uomini riportati nel testo posso essere velocemente reperiti su www.resistenzatoscana.it Buona lettura

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Relazione Ufficiale sull’attività svolta

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1 COMANDO DIVISIONE D’ASSALTO

GARIBALDI “POTENTE” Brigata “Bruno Fanciullacci”

Relazione Generale

Sotto il nome dell’Eroe Nazionale Bruno Fanciullacci, caduto nelle file della G.A.P Fiorentina, le formazioni partigiane dislocate sul Monte Morello, alle dipendenze del Comando della Divisione POTENTE, verso la fine di luglio si costituivano in brigata. Per quanto ultima in ordine di tempo, tale costituzione non rappresentava però l’esigenza di inquadrare le ultime reclute che numerose erano affluite nella prima quindicina di giugno, ne la sola possibilità di garantire attraverso un più ampio spiegamento di forze, la soluzione di quei gravi problemi e delle crescenti difficoltà che si presentavano allora per il vettovagliamento e per assumere uno schieramento decisivo per la liberazione di Firenze. Infatti sul Monte Morello, data la grande importanza militare che assumeva allora la sua ubicazione, si erano formate alcune tra le prime formazioni della Toscana, ed agivano poi ininterrottamente in tale zona fino alla liberazione, subendo come conseguenza di una situazione in continua fase evolutiva, quella metodica trasformazione derivante da una sempre più ricca esperienza, e da una sempre maggiore disponibilità di uomini e di armamento. Solo la minore possibilità di contatti con il Comando, faceva riscontrare in tali formazioni, per ultimo, quel processo di vera organizzazione militare che già da maggio era iniziato sul Monte Giovi, poi sul Pratomagno e nel Chianti, ove agivano le rimanenti forze della stessa Divisione. Ed è per questo che la Brigata nasceva con una già esistente esperienza, e con una funzione già determinata ed iniziata da lungo tempo, anche se in altre condizioni organizzative, ed i suoi elementi, oggi possiedono

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generalmente un’anzianità antecedente a quella di tale costituzione, e per alcuni di essi questa risale definitivamente al settembre del 1943. Solo alcune azioni, le principali l’attacco alla stazione ferroviaria di Montorsoli, e l’attacco agli ammassi del grano di Galliano, venivano eseguite in cooperazione con la Brigata “Lancillotto”, inquantoché eseguita da un gruppo che scindeva poi il suo organico in due parti distinte, una delle quali si portava sul Pratomagno per divenire compagnia della brigata Lancillotto. Per tale ritardata costituzione organica si riscontrava in queste formazioni una più vasta e continua serie di funzioni di vari gruppi e di squadre, mantenendo così una caratteristica del primo periodo di vita partigiana. Già nell’ottobre del 1943, i due gruppi “Folgore” e “Cerbai”, si fondevano dopo che quest’ultimo in seguito ad uno scontro avvenuto a Ceppetto rimaneva privo del Comandante Militare e del Commissario Politico, fatti prigionieri dai fascisti. Da allora le funzioni di lotta venivano indirizzate verso un necessario lavoro preparatorio, quale il vettovagliamento, la ricerca di vestiario e di armamento, e la creazione di una fitta rete di collegamenti, onde creare la base prima su cui ogni azione futura avesse trovato un appoggio necessario alla sua realizzazione ed al suo successo. In tale primo periodo non si riscontravano perciò veri e propri combattimenti, ma bensì scontri, colpi di mano e disarmi, in forma estesa e continua che davano altresì l’impressione di una esistente forza, atta a determinare un indirizzamento alla volontà antifascista del popolo, ed una garanzia per essa di difesa. Ed è così che all’inizio dell’anno 1944 si era resa possibile l’attuazione di piani militari in grande stile, spesso portati a termine in località molto distanti dal punto di partenza. In questo periodo la lotta assumeva un aspetto veramente intenso ed aperto, che impegnava nella guerriglia le forze tutte, e ne alimentava l’ardore e la combattività. Problemi e difficoltà nuovi che venivano risolti tempestivamente, con eguale misura di ragionamento e di decisione, con quello spirito che la resistenza aveva generato e che la resistenza stessa richiedeva come l’alimento essenziale per la propria vita.

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Poi per l’unificazione di tutti i gruppi partigiani, decisa dal Comando e resa necessaria dalle prospettive del nemico di una violenta eliminazione di quegli stessi gruppi, la formazione, alla quale si fondevano nuove squadre isolate, iniziava lo spostamento verso il Monte Falterone. Nella nuova dislocazione, la formazione era sottoposta a forti attacchi di preponderanti forze nemiche, che si protraevano per vari giorni. Nessuna garanzia presentava la situazione, per la vastità e la preponderanza dell’attacco nemico, esteso a tutta la zona, e per le severissime ed eccezionali leggi imposte in ogni località per tutta la popolazione, che rendevano così impossibile ogni contatto, ogni rifornimento, ed ogni possibilità di studio della zona. Veniva così a divenire impossibile l’elaborazione di piani concreti che consentissero una via d’uscita a quella situazione, chiusa in un cerchio di ferro e di fuoco. Anche questo compito però, per quanto si presentasse in una forma di estrema gravità e nelle condizioni di peggiore disagio per tutti i componenti, estenuati dal continuo combattimento, veniva risolto con successo affidando l’incarico alle singole squadre, su vari punti prestabiliti, per rientrare alle vecchie posizioni. La formazione rinforzata da elementi del gruppo Lancillotto, e con l’aggiunta di nuove numerose reclute, aveva ora il compito di agire nell’Alto Mugello, e precisamente nel tratto compreso fra le due ferrovie che da Firenze conducono verso Bologna e verso Faenza. Tale zona rappresenta un punto vitale per i traffici del nemico in ritirata verso gli Appennini, per l’ultima resistenza. Sul fronte di guerra non erano rimaste che esigue forze di copertura, mentre il grosso transitava verso nord, usufruendo in maniera sensibile quelle stesse strade, che ora si trovavano sotto la minaccia continua dell’aggressività partigiana. Il nemico per garantire il passaggio di tali truppe, e per non rendere insopportabile una già grave situazione, tentava allora, e più volte, di assicurarsi l’iniziativa, con una serie di rastrellamenti, e con l’appoggio dei più moderni mezzi di guerra. Ed è in questo periodo che si costituiva la Brigata “Fanciullacci”, che avveniva ad organizzare i suoi servizi interni con i criteri già adottati dalle altre formazioni. Dopo giorni di lotta cruenta, che trovano la testimonianza in decine e decine di località, alla Fanciullacci veniva assegnato il compito di

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stringere su Firenze per compiere l’accerchiamento nella parte nord-est della città. Però la sensazione più esatta per il momento più opportuno dell’azione, e l’adozione di provvedimenti rivolti allo stesso fine, non potevano essere portate a conoscenza da parte del Comando Divisione, che era rimasto dall’altra parte delle linee, e di conseguenza con estrema difficoltà di contatti. Nella fase di avvicinamento, per la grande permeabilità della zona occupata, e poi la contrazione graduale delle truppe tedesche a nord dell’Arno, si rendeva impossibile il traversare le linee con la Brigata completa, ed urgeva quindi un’immediata revisione del concetto d’impiego, e l’elaborazione di nuovi problemi tattici. Per questo dopo quattro giorni di continui combattimenti, il Comando Brigata determinava di scindere la Brigata stessa in tre distinte masse, ognuna delle quali con compiti differenti, tutti però portati a termine con uguale e brillante successo. Ed infatti la Brigata poteva prendere parte alla liberazione di Firenze di Castello e di Sesto Fiorentino, ed allo snidamento dei gruppi di franchi tiratori annidati all’interno. Tali combattimenti nel loro crescendo, richiedevano sempre maggiori sacrifici di sangue, che la combattività e lo spirito degli elementi della Brigata non lesinano alla causa della libertà, e garantivano con la vittoria il prezzo del riscatto dal fascismo.

Il Resp. L’Ufficio Stralcio (Ugo Corsi)

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2 DIVIOSNE GARIBALDI “POTENTE”

Brigata “B. Fanciullacci” 13.9.1943 Costituzione in Monte Morello del 1° Gruppo forte, di

circa 20 uomini. 22.9.1943 Disarmo di una Caserma in via S. Caterina. Oltre al

materiale ed al vestiario vario, vengono presi circa 150 moschetti, e un fucile

mitragliatore e con relative munizioni. 5.10.1943 Camion tedesco distrutto sulla Faentina. 12 uomini

dell’equipaggio uccisi e le armi catturate. 7.10.1943 Alla Cappella di Ceppetto (Cercina) forze fasciste in

rastrellamento, vengono disperse con 5 morti, da parte nostra un morto e un

prigioniero. 12.10.1943 A sera alcuni partigiani, travestiti da paracadutisti,

catturato un camion militare, con questo si dirigono ai magazzini Generali Militari di

Firenze, ed intimata la resa sul personale riescono a catturare 900 coperte, zaini e

materiale vario. 22.12.1943 Sulla Firenze - Faenza vengono disarmate alcune

pattuglie fasciste e recuperato il materiale. 1.12.1943 Presi contatti con la Delegazione Toscana del Comando

Generale Garibaldino. 25.1.1944 Occupazione del paese Latera (Barberino di Mugello),

protrattosi per circa 4 ore,

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dopo aver bloccato tutte le vie di accesso, vengono bruciati tutti i carteggi inerenti al servizio leva, sottratti all’organizzazione Tod. 15 moschetti, 1 mitragliatrice, 2 mitra

e 72 bombe, ed esportato dalla casa di un repubblichino 29q. di grano distribuiti alla popolazione.

8.2.1944 La stazione dei carabinieri di Tagliaferri disarmata. Tutti

gli incartamenti inerenti al servizio militare distrutti. I militi fatti disertare e catturato

materiale vario. 1.3.1944 Due spie giustiziate. 19.3.1944 La frazione Volmiano (Mugello) occupata nella notte. Il

grano ivi ammassato per le truppe tedesche viene catturato e distribuito alla

popolazione. L’azione viene eseguita in cooperazione con la “Lancillotto”. 21.3.1944 Azione di sabotaggio contro 2 CP. radiotelegrafiste

tedesche, nella zona Vaglia. Viene così interrotta la linea telefonica per un tratto di circa

4 km. Distrutto un ponte d’accesso ad un passo di carri armati. Sabotato il motore e

catturata la mitragliatrice a bordo di un carro Tigre.

Una berlina ed un autocarro tedesco assaltati con successo sulla Bolognese in prossimità di Vaglia. 1 mitraglia, 4 pistole, 2 fucili mitragliatori ed alcune bombe a mano catturate. L’equipaggio viene fatto proseguire a piedi. Nello stesso tempo si procede allo spargimento di chiodi e distruzioni cartelli indicatori.

23.3.1944 Un camion nemico distrutto a Vicchio Mugello carico di

generi di alimentazione, catturato e fatto saltare un ponte adibito al passaggio delle truppe impiegate nei rastrellamenti.

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4.4.1944 Attacco in cooperazione con la Lancillotto alla stazione ferroviaria di Montorsoli. Scontro coni militi fascisti, e con treni di tedeschi sopraggiunti. Inflitto al nemico gravissime se pur non accertate perdite e catturate molte armi. 3 morti partigiani.

10.4.1944 Grande attacco tedesco contro le nostre posizioni. Dopo

il combattimento la formazione riesce evitare l’accerchiamento ed inizia uno spostamento verso il Monte Falterone.

13.4.1944 La Formazione nella nuova dislocazione è sottoposta ad

un grande rastrellamento che si svolge su larga scala in tutta la zona.

15.4.1944 Permane la solita situazione. Nonostante i continui

spostamenti e scontri di pattuglie la Formazione riesce a mantenersi in vita.

29.4.1944 La formazione spezza l’accerchiamento con azioni di

forza delle singole squadre che agiscono su differenti itinerari prestabiliti. Nelle azioni di corpo a corpo cadono 3 partigiani e numerosi tedeschi.

1.5.1944 Gli elementi componenti le squadre si ricompongono

assieme a nuove squadre sul Monte Morello. 6.5.1944 Attraverso la strada “Bolognese” ed il fiume Carza la

formazione si sposta sul monte Giovi, punto prestabilito, sede del Comando.

16.5.1944 La formazione è sul Monte Giovi, presa visione dei

compiti da svolgere, le viene assegnato come raggio di azione la zona del Mugello, nel tratto compreso tra le due ferrovie che da Firenze portano verso Faenza e verso Bologna. Un gruppo si sposta sull’Appennino, a sud-est di Firenzuola.

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28.5.1944 Raggiunto Collinella (Barberino), la formazione vi si stabilisce nelle vicinanze.

1.6.1944 Grande affluenza di nuove reclute, inviate dai vari

Comitati clandestini. 3.6.1944 Grosso colpo di mano agli ammassi del grano di Galliano.

I 50 q. catturati vengono distribuiti alla popolazione. Al ritorno una pattuglia di repubblichini viene disarmata.

6.6.1944 Attorno a S. Agata contro gli accampamenti

dell’organizzazione Todt. Alcuni sottoufficiali tedeschi ed ingegneri, rispondono all’intimazione del Comandante dell’Azione e ne deriva un combattimento, su una critica situazione che viene risolta facendo giustizia di tutta la guarnigione e catturando tutto il materiale bellico, 2 caduti Partigiani.

9.6.1944 Scontro di pattuglie a Grezzano “Luco”. Un partigiano

caduto. 10.6.1944 Attacco alla caserma di Colonnata che viene occupata

nella notte, dopo l’immobilizzazione della guarnigione. Sopraggiunti rinforzi tedeschi che ingaggiano con gli ultimi partigiani furiosa battaglia che provoca perdite al nemico e un ferito da parte nostra. Alcuni militari giungono alla formazione arruolandosi.

13.6.1944 A Padulivo in uno scontro di pattuglie, 1 partigiano e 2

tedeschi rimangono uccisi, ed un tedesco ferito. 14.6.1944 Soldati tedeschi nel tentativo di raggiungere le case di

Miano (Vaglia) vengono attaccati e dispersi, riprendendo tutto il materiale rubato che viene poi consegnato ai legittimi proprietari, catturati 2 tedeschi.

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24.6.1944 Pattuglia tedesca attaccata sul Pian del Corniolo, 3 uccisi, un partigiano ferito.

9.7.1944 Tedeschi in azione di raziamento dispersi dai nostri

uomini, 2 morti e un ferito, un partigiano caduto. 11.7.1944 Sul versante di Cigoli una squadra composta

maggiormente da russi attacca due pattuglie tedesche. 3 tedeschi e un partigiano russo uccisi.

16.7.1944 Combattimento a Fonte dei Seppi. Preponderanti forze di

S.S. tedesche, sotto la forzata protezione di contadini avanzano al di sotto del Cuspide frontale di M. Morello. Un nostro plotone muove all’attacco, ma viene strinto in un cerchio di fuoco di sopraggiunte nuove forze nemiche. All’estremo si attua una contro manovra partigiana, mentre dalle postazioni delle armi pesanti, ed automatiche, si mitraglia senza tregua le forze in arrivo, compiendo larghi vuoti. I compagni accerchiati combattono fino ad esaurire le munizioni ed a cadere sotto il piombo nemico senza arrendersi mentre i tedeschi in seguito alla micidiale sparatoria, già decimati, sono costretti ad abbandonare il campo. Da parte nostra 11 morti, 4 prigionieri e vari feriti.

1.8.1944 Spostamento da M. Morello per l’avvicinamento a Firenze.

Durante tale difficile manovra; avvenendo il passaggio su vari punti, rimangono prigionieri dopo il combattimento 5 partigiani, uno dei quali morirà dopo in Germania. 1 caduto e 1 disperso. Vengono abbandonate alcune bestie col loro prezioso carico di sussistenza. In località (xxxx)6 dopo lo scontro rimangono prigionieri 3 partigiani ed altri 3 feriti.

6 Località non riportata perché non leggibile da documento originale

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11.8.1944 La brigata partecipa alla liberazione di Firenze, agendo sul

settore: Rifredi – Careggi – Castello e Sesto Fiorentino. 7.9.1944 Smobilitazione.

Il Resp. L’Ufficio Stralcio (Ugo Corsi)

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Operazione con la Lanciotto.8 21.3.1944 Azione di sabotaggio contro 2 CP. radiotelegrafiste

tedesche, nella zona Vaglia, viene così interrotta la linea telefonica per un tratto di circa 4 km. Distrutto un ponte d’accesso ad un passo di carri armati. Sabotato il motore e catturata la mitragliatrice a bordo di un carro armato.

22.3.1944 Una berlina ed un autocarro tedesco assaltati con

successo sulla “Bolognese” in prossimità di Vaglia. 1 mitragliatrice, 4 pistole, 2 fucili mitragliatori ed alcune bombe a mano catturate. L’equipaggio viene fatto proseguire a piedi. Nello stesso tempo si procede allo spargimento di chiodi e distruzioni cartelli indicatori.

4.4.1944 Attacco in cooperazione con la Lancillotto alla stazione

ferroviaria di Montorsoli. Scontro coni militi fascisti, e con treni di tedeschi sopraggiunti. Inflitto al nemico gravissime se pur non accertate perdite e catturate molte armi. 3 morti da parte nostra.

10.4.1944 Grande attacco tedesco contro le nostre posizioni. Dopo

il combattimento la formazione riesce evitare l’accerchiamento ed inizia uno spostamento verso il Monte Falterona.

7 Il Documento originale è mancante di una pagina (andata smarrita) ed inizia come riportato nel presente testo. 8 Come documentato nella “Relazione Ufficiale”(1) molte azioni della Bgt “B.Fanciullacci”, prima della Sua nascita, furono compiute con partigiani appartenenti alla Bgt. “B.Lanciotto”.

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13.4.1944 La Formazione nella nuova dislocazione è sottoposta ad un grande rastrellamento che si svolge su larga scala in tutta la zona.

15.4.1944 Permane la solita situazione. Nonostante i continui

spostamenti e scontri di pattuglie la Formazione riesce a mantenersi in vita.

29.4.1944 La formazione spezza l’accerchiamento con azioni di

forza delle singole squadre che agiscono su differenti itinerari prestabiliti. Nelle azioni di corpo a corpo cadono 3 partigiani e numerosi tedeschi.

1.5.1944 Gli elementi componenti le squadre si ricompongono

assieme a nuove reclute, sul Monte Morello. 6.5.1944 Attraverso la strada “Bolognese” ed il fiume Carzolla la

formazione si sposta sul monte Giovi, punto prestabilito, sede del Comando.

16.5.1944 La formazione è sul Monte Giovi, presa visione dei

compiti da svolgere, le viene assegnato come raggio di azione la zona del Mugello, nel tratto compreso tra le due ferrovie che da Firenze portano verso Faenza e verso Bologna. Un gruppo si sposta sull’Appennino a sud-est di Firenzuola.

28.5.1944 Raggiunto Collinella (Barberino), la formazione vi si stabilisce nelle vicinanze. Grande affluenza di nuove reclute, inviate dai vari

Comitati clandestini. 3.6.1944 Grosso colpo di mano agli ammassi del grano di Galliano.

I 50 q. catturati vengono distribuiti alla popolazione. Al ritorno una pattuglia di repubblichini viene disarmata.

6.6.1944 Attorno a S. Agata contro gli accampamenti

dell’organizzazione Tod. Alcuni Ufficiali tedeschi ed

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ingegneri, rispondono all’intimazione del Comandante dell’Azione e ne deriva un combattimento, e una critica situazione, risolta facendo giustizia di tutta la guarnigione e catturando tutto il materiale bellico, 2 caduti Partigiani.

9.6.1944 Scontro di pattuglie a Grezzano (Luco). Un partigiano

caduto. 10.6.1944 Attacco alla caserma di Colonnata che viene occupata

nella notte, dopo l’immobilizzazione della guarnigione. Sopraggiunti rinforzi tedeschi, questi ingaggiano con gli ultimi partigiani una furiosa battaglia che provoca perdite al nemico e un ferito da parte nostra. Alcuni militari giungono alla formazione arruolandosi.

13.6.1944 A Padulivo in uno scontro di pattuglie, 1 partigiano e 2

tedeschi rimangono uccisi, ed un tedesco ferito. 14.6.1944 Soldati tedeschi nel tentativo di raggiungere le case di

Maiano (Vaglia) vengono attaccati e dispersi. Il materiale precedentemente raziato viene riconsegnato ai legittimi proprietari. Nell’azione vengono catturati 2 tedeschi.

24.6.1944 Pattuglia tedesca attaccata sul Pian del Corniolo, 3 uccisi,

un partigiano ferito. 9.7.1944 Tedeschi in azione di raziamento dispersi dai nostri uomini,

2 morti e un ferito da parte tedesca, un partigiano caduto. 11.7.1944 Sul versante di Cigoli una squadra composta

maggiormente da russi attacca due pattuglie tedesche. 3 tedeschi e un partigiano russo uccisi.

16.7.1944 Combattimento a Fonte dei Seppi. Preponderanti forze

tedesche di S.S., sotto la forzata protezione di contadini avanzano al di sotto del Cuspide frontale di Monte Morello.

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Un nostro plotone muove all’attacco, ma viene strinto in un cerchio di fuoco di sopraggiunte forze nemiche. All’estremo si attua una contro manovra partigiana, mentre dalle postazioni delle armi pesanti, ed automatiche, si mitraglia senza tregua le forze in arrivo, compiendo larghi vuoti. I compagni accerchiati combattono fino ad esaurire le munizioni, ed a cadere sotto il piombo nemico, senza arrendersi mentre i tedeschi in seguito alla micidiale sparatoria, già decimati, sono costretti ad abbandonare il campo. Da parte nostra 11 morti, 4 prigionieri e vari feriti.

1.8/4.8.1944 Spostamento da Monte Morello per l’avvicinamento a

Firenze. La Brigata viene attaccata da preponderanti forse nemiche. Riusciti ad evitare ogni sorta di sbandamento, la formazione si porta verso Monte Algiro, ed il Comando fissa per le singole compagnie itinerari di marcia e di obbiettivi differenti, onde poter oltrepassare in condizioni migliori attraverso lo schieramento delle truppe nemiche. A Matteano a Montelgiro si riscontrano nuovi combattimenti, che provocano perdite al nemico e da parte nostra 3 partigiani prigionieri, 3 feriti, e la perdita molto materiale.

11.8.1944 La brigata è all’attacco agendo, in 6 settori differenti.

Rifredi - Careggi - Castello-Sesto Fiorentino, e continua i combattimenti fino alla completa liberazione di dette località e contro i franchi tiratori che si annidano alle linee del fronte.

7.9.1944 Smobilitazione. 9 9 Il presente documento è mancante della firma di visto del Responsabile dell’Ufficio Stralcio

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Appendice Immagini

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10 Il cippo in Località Pian degli Scollini. Il cippo originario (fotografato da Loder Pirro “Gambalesta”) fu gravemente danneggiato da un ordigno piazzato da ignoti a metà degli anni ‘70.

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11 Il cippo in Località Pian degli Scollini come è oggi (fotografato dall’autore)

12 Una rarissima fotografia di un gruppo appartenente alla Brigata Fanciullacci nel Mugello

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13 Lapide presente sulla facciata della Stazione Fs di Montorsoli (14) che ricorda i morti partigiani uccisi nell’operazione, forse la più eclatante della Brigata, del 4 Aprile 1944. I partigiani che parteciparono all'azione erano molto giovani ed esuberanti. Infatti la segretezza dell'attacco non fu osservata: tutta Cercina seppe dei ragazzi "con il fazzoletto rosso al collo, dirigersi alla stazione, occuparla, isolarla telefonicamente e rinchiudere il capostazione e famiglia in una stanza". Alcune testimonianze raccontano addirittura che alcuni giovanissimi del paese seguirono i partigiani per assistere in diretta all'azione. L'attacco fu ordinato dal CTLN, perché sul treno si trovavano molti ufficiali tedeschi che si recavano nel Mugello per preparare i rastrellamenti nella zona. Occupata la stazione e appostatisi i partigiani attesero l'arrivo del treno. Il conflitto a fuoco durò molti minuti. Sul campo di battaglia rimasero uccisi tre partigiani, i cui corpi furono oltraggiati da militi fascisti accorsi da Firenze saputo dell'avvenimento. (Fotografie ad opera di G.Baldini-www.resistenzatoscana.it)

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14 14 Lettera datata 27.10.1967 dove il Comitato Anpi di Firenze assicura il partigiano Gambalesta, Loder Pirro, che sarà edificato un monumento dedicato ai partigiani sul territorio di Monte Morello

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16 15 “Villa Triste” dove trovarono morte e terrore molti antifascisti fiorentini fra cui Bruno Fanciullacci. Il comune di Firenze ha dedicato il nome della strada al gappista fiorentino (Largo Bruno Fanciullacci) -

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18 16 Dettaglio di una finestra che si affaccia ai sottosuoli dell’edifico, dove venivano inflitte le torture dagli uomini della famigerata Banda Carità. Il Maggiore Mario Carità, milanese di nascita, iniziò la sua “carriera” come piazzista di elettrodomestici in un negozio di Via Panzani a Firenze, denunciando i clienti che gli chiedevano consigli su come ascoltare Radio Londra. Mentre i partigiani liberavano la città di Firenze, lasciò la città per scappare verso il Nord Italia. Trovò la morte nei pressi dell’Alpe di Siusi (Bz). (Fotografie 14-15 ad opera di G.Baldini-www.resistenzatoscana.it) 17 Raro Fazzoletto con la dicitura “B.ta d’Assalto Fanciullacci Div.ne Arno” con ricamate due Falci con Martello appartenuto al Partigiano “Orso” partigiano della Brigata “B.Fanciullacci”

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18 Bracciale indossato dai Partigiani fiorentini distribuito dal CTLN. 19 Un manifestino del CTLN distribuito nei primi giorni di Agosto 1944. Al punto 5 si enuncia:” Questo Comitato, ben conscio della propria responsabilità di fronte alla cittadinanza tutta, dichiara che l’unico modo per impedire o diminuire le stragi e le violenze è quello di combattere. Appena iniziano gli atti di violenza si deve rispondere con la violenza. Gli armati, sotto il nostro Comando sono migliaia. Ma la loro opera per difendere i cittadini e la città sarà efficace solo se in ogni casa, in ogni quartiere, in ogni animo si è pronti a rintuzzare l’offesa dei tedeschi. Chi assiste a delle violenze e non reagisce è un traditore (…)”

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20 Un manifesto che i nazifascisti affissero in vari comuni per scoraggiare ed impaurire la popolazione vicina idealmente e fisicamente ai Partigiani. Chi denunciava o forniva informazioni su personaggi legati al movimento partigiano avrebbe ricevuto denaro e beni per la sussistenza:- “Fino a lire 10000 e chili 10 di sale per la segnalazione di un deposito o rifornimento aereo di armi o esplosivi oppure di capobanda e in altri casi particolari”. Gli uomini della Brigata Fanciulacci godevano di ottima stima da parte delle popolazione nella zona di Cercina-Sesto F.no-e nella zona del Mugello. Molti partigiani provenivano proprio da questi paesi.

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21 21-22-23 La relazione (prime tre pagine) dattiloscritta in copia fotostatica originale consegnata alle Autorità dalla Brigata Partigiana “B.Fanciullacci” da cui è tratta la presente pubblicazione

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Bibliografia

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Fonti archivistiche Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Fondo relazioni Ufficiali delle Formazioni Partigiane, b.2, fascicolo Firenze, stf. Div. Garibaldi “Arno”, Brigata “B.Fanciullacci”- Relazione dell’Attività svolta dalla Brigata. Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Fondo Anpi, Bollettini Commissione Regionale Riconoscimento qualifica Partigiano, nr.41-75 Busta 6) Resistenza locale e liberazione AA.VV, I compagni di Firenze. Memorie di lotta antifascista 1922-43, Istituto Gramsci, 1979 AA.VV, Giorni della nostra storia, Mandragora, 2002 AA.VV, Microstoria-rivista toscana di storia locale, numeri 6-14-15-22-32-33-39-43-44-48 Baldi-Bini-Marchi, I sentieri della libertà, Consiglio Regionale della Toscana, 2005 O.Barbieri, Ponti sull’Arno. La resistenza a Firenze, Ed.Riuniti, 1975 Batistoni-Danti, Sestesi nella resistenza, Polistampa, 1994 G.Benvenuti, Ghibellina 24:memorie per un contributo alla storia della resistenza fiorentina, Vallecchi, 1974 M.Biagioni, Nada la ragazza di Bube, Polistampa, 2006 Cocchi-Tassinari, Valeva la pena, Polistampa 1999 Comitato Antifascista Fi-sud, Per Aronne, testimonianze dei partigiani fiorentini, Manzuoli ed., n.r. Comitato unitario antifascista, Comune di Sesto F.no, La resistenza e la guerra di liberazione su Monte Morello L’aprile ’44 a Cercina, 1985 Comunicazione antagonista, Memoria Viva- un contributo per leggere la Resistenza, VHS, n.r.

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Conti-Perra, Sesto Fiorentino dall’antifascismo alla Resistenza, Vangelista, n.r. P.Chiodi, Banditi, Einaudi 2002 C.Francovich, La resistenza a Firenze, La Nuova Italia, 1961 G.Frullini, La liberazione di Firenze, Sperling & Kupfer ed., 1982 G.Frullini, Il partigiano Rocambole, 1975 F.Gattini, Le nostre giornate, La Pietra ed. 1979 A.Gracci, Brigata Sinigaglia, Feltrinelli, 1976 M.L.Guaita, Storie di un anno grande, La nuova Italia, 1975 D.Irdani, Un’estate-Gambalesta, Fraiser ed altre alchimie, autoprodotto (www.lulu.com), 2007 Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Amm.ne Prov.Le di Firenze, Le stragi nazifasciste a Firenze e Provincia-Trasmettere la memoria, 2002 G.Larocca, La “Radio Cora” di Piazza D’Azeglio e le altre due stazioni radio, Tip.Giuntina Firenze, 1985 C.Meucci, Per Carità-la banda di Mario Carità la resistenza e la liberazione, Graffiti stampa, 2004 N.Niccoli, Per la battaglia di Firenze (in La Resistenza in Toscana- atti e studi dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana Nr. 8), La nuova Italia, n.r. V.Palazzeschi, Mara: dall’antifascismo alla resistenza con la 22.Brig. Lanciotto, La Pietra, 1986 M.Piccioli, Da San Frediano a Mauthasen, Ed. comune network, 2007 P.Pieroni, (testi di), Firenze: gli anni terribili, Bonechi, 1970 G.Tagliaferri, Comunista non professionale, La pietra, 1977 G.Verni, L’opera dei gappisti fiorentini, Firenze, 1964 G.Zingoni, La lunga strada. Vita di Bruno Fanciullacci, La Nuova Italia, 1977

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Fonti internet Resistenza Toscana (www.resistenzatoscana.it) Associazione resistente Prato (www.associazioni.prato.it/resistente) Progetto memoria Regione Toscana (www.eccidi1943-44.toscana.it) Associazione Nazionale Partigiani Italiani (www.anpi.it)

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Ringraziamenti

Un grosso grazie ai molti Partigiani e amici della Resistenza incontrati nelle varie conferenze, nelle feste a loro dedicate, nelle boscaglie, nelle pazze e nei luoghi di commemorazione per i loro suggerimenti e spunti preziosi. Un grazie va anche a Giovanni Baldini che attraverso il sito www.resistenzatoscana.it è divenuto fondamentale scrigno di memoria. Un saluto, dovuto, a tutti i collaboratori del sito menzionato. Un ringraziamento sentito va all’Istituto Storico della Resistenza di Firenze che è sempre disponibile a rendere fruibile il materiale custodito con parsimonia e cura, attraverso l’opera dei suoi collaboratori. Il ringraziamento più grande va al mio nonno, non più in vita, Partigiano Gambalesta (Loder Pirro) che ha comandato questa Brigata dai primi giorni del Luglio 1944 fino al suo scioglimento.

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Note

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Secondo la Legge 22 Aprile 1941 n.633, modificata dalla Legge 22 Maggio 2004 n. 128 art.87 e 92 le foto generiche e prive di carattere

artistico, divengono di pubblico dominio a partire dall'inizio dell'anno solare seguente al compimento del ventesimo anno dalla data di

pubblicazione. Me ne avvalgo per la foto riprodotte alla pag. 30 di questa pubblicazione.

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Appunti

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