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DAVID BEN GURION: conoscere la sua figura per capire meglio la genesi dello Stato d’Israele e ciò che sta succedendo ai nostri giorni ~~~ TESTO IN 6 PARTI A CURA DI DON CURZIO NITOGLIA (PARTE PRIMA) Introduzione: gli antefatti e i fatti recenti Verso la fine del dicembre del 2017 il Presidente statunitense Donald Trump ha deciso, unilateralmente, che Gerusalemme dovrà essere la capitale del solo Stato d’Israele e degli Israeliani. Quindi non più la Città Santa delle tre confessioni monoteistiche politicamente internazionalizzata. Ora la storia insegna che in Palestina a partire dal 30 d. C. cominciarono a viverci i primi Cristiani e a partire dal 70-135 quasi tutti gli Ebrei ne furono espulsi 1 dai Romani e vennero rimpiazzati dai Cristiani sempre crescenti ed 1Cfr. ABRAM LÉON, Il marxismo e la questione ebraica, Milano, Samonà e Savelli, 1968. Lo storico ARTHUR RUPPIN (The Jewish in Modern World, Londra, 1934) spiega che molto prima della distruzione di Gerusalemme

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DAVID BEN GURION:conoscere la sua figura per capire meglio

la genesi dello Stato d’Israele e ciò che sta succedendo ai nostri giorni

~~~TESTO IN 6 PARTI A CURA DI DON CURZIO NITOGLIA

(PARTE PRIMA)

Introduzione: gli antefatti e i fatti recenti

Verso la fine del dicembre del 2017 il Presidente statunitense Donald Trumpha deciso, unilateralmente, che Gerusalemme dovrà essere la capitale delsolo Stato d’Israele e degli Israeliani. Quindi non più la Città Santa delle treconfessioni monoteistiche politicamente internazionalizzata.

Ora la storia insegna che in Palestina a partire dal 30 d. C. cominciarono aviverci i primi Cristiani e a partire dal 70-135 quasi tutti gli Ebrei ne furonoespulsi1 dai Romani e vennero rimpiazzati dai Cristiani sempre crescenti ed

1Cfr. ABRAM LÉON, Il marxismo e la questione ebraica, Milano, Samonà eSavelli, 1968. Lo storico ARTHUR RUPPIN (The Jewish in Modern World,Londra, 1934) spiega che molto prima della distruzione di Gerusalemme

infine dal VII secolo vi si aggiunsero i Musulmani, i quali pian piano divennero- dopo l’XI secolo - la maggioranza della popolazione.

Gerusalemme, malgrado tutto, continua ancora ad essere una cittàgiuridicamente e politicamente internazionalizzata (come nel 1948/49 avevachiesto Pio XII in 3 Encicliche2 e come aveva stabilito anche l’Onu) perché lamaggior parte delle Nazioni facenti parte dell’Onu nel dicembre del 2017 nonha accettato la decisone di Trump, che è restato isolato.

Sebbene lo Stato d’Israele asserisca che Gerusalemme con la Palestina(una volta Giudea, sino al 70 d. C.) è “sempre” stata degli Ebrei (nonostanteche Roma abbia distrutto Gerusalemme e la Giudea tra il 70-135 ed abbiadisperso quasi tutti i Giudei nel resto del mondo allora conosciuto); i datianagrafici dimostrano che gli Ebrei presenti in Palestina nel 1880 erano solo20 mila, arrivando nel 1914 a circa 80 mila unità3, i Palestinesi musulmani

(70 d. C.) oltre i tre quarti degli Ebrei non vivevano più in Palestina. Ciro,l’Imperatore persiano, dopo aver conquistato Babilonia (538 a. C.) emanòun Editto col quale concedeva ai Giudei di poter tornare in Patria dalladeportazione babilonese sotto Nabucodonosor (586 a. C.). Dal Libro diEsdra si deduce che solo pochi Ebrei tornarono in Terra Santa ed erano ipiù poveri. Quindi la maggior parte dei Giudei si era integrataperfettamente fuori della Terra promessa. I testi cuneiformi scoperti dagliarcheologi a Babilonia nel Novecento lo confermano ampiamente (cfr. L.BRENTANO, Das Wirtschaftsleben der Antiken Welt, Jena, 1929). Si leggaanche ABBA EBAN, Storia del popolo ebraico, Milano, Mondadori, 1971;G. RICCIOTTI, Storia d’Israele, Torino, SEI, 1934, 2 voll. 2Auspicia quaedam, 1° maggio 1948; In multiplicibus, 24 ottobre 1948;Redemptoris nostri, 15 aprile 1949.3 Chaim Weizmann in La mia vita per Israele (cit.) ha scritto: “Sapevamoche le porte della Palestina ci erano chiuse. Sapevamo che ogni ebreo ilquale entrava in Palestina avrebbe potuto essere poi espulsoimmediatamente dalle autorità turche. Sapevamo che la legge turcaproibiva l’acquisto di terreni in Palestina da parte degli Ebrei… Ma noiavanzammo per una strada piccola, oscura, con perseveranza. Gli Ebrei sistabilirono in Palestina e non vennero espulsi. Essi comperarono terrenitalvolta attraverso interposte persone, talvolta mediante doni [oggi sidirebbe: “mazzette” o “tangenti”, ndr] perché i funzionari turchi eranoancora più corrotti di quelli russi [ma anche la concussione è un reato,ndr]. Le case vennero costruite evadendo la legge [oggi si direbbe:“mediante abusi edilizi”, ndr]. Le prime piccole colonie vennero createcon un’infinità varietà di sotterfugi”. Cfr. anche L’histoire des Juifs, in Les

erano circa 600 mila e i Palestinesi cristiani oltre 70 mila su un totale di 750mila abitanti. Ora la matematica non è un’opinione: 20 mila / 80 mila Ebrei su750 mila abitanti (di cui 600 mila islamici) non sono la maggioranza dellapopolazione, anzi ne sono un’infima minoranza. Non si può affermare ilcontrario senza cadere in errore.

Infine, oltre l’anagrafe, la cronologia storica dimostra che gli Ebrei ritornaronoin Palestina, con una certa cospicua entità, solo a partire dai primi decennidel XX secolo, arrivando circa alle 200 mila unità negli anni Trenta (su 1milione di abitanti), raggiungendo - dopo le espulsioni degli Ebrei dallaGermania e dalla Polonia occupata dal III Reich - la cifra di mezzo milione nel19394. Quindi non si può assolutamente affermare che la Palestina è “semprestata degli Ebrei”. Non è oggettivamente vero ed anche se i mass media loripetono continuamente resta una falsità o una bugia, ma la propaganda sabene che una bugia detta una volta è una bugia, però ripetutaquotidianamente può diventare mediaticamente “vera”5.

L’escalation militare in Medio Oriente

Nei primi giorni del febbraio 2018 gli Usa hanno bombardato una colonnasiriana uccidendo circa 100 militari governativi. La Siria, a sua volta, haabbattuto un caccia israeliano (9 febbraio 2018) dopo che Israele avevacolpito un drono iraniano, il quale stava ispezionando le zone limitrofe tra Irane Siria. Quindi Israele ha paventato la possibilità di un attacco in grande stilecontro l’Iran (11 febbraio). Frattanto gli eserciti della Siria e della Turchia6 si

cahiers de l’histoire, giugno 1966; D. BEN GURION, Israele : la grandesfida, Milano, Mondadori, 1967.4Cfr. MAXIME RODINSON, Israele e il rifiuto arabo, Torino, Einaudi, 1969.5Cfr. ELI LOBEL, Gli ebrei e la Palestina, in SABRI GERIES a cura di, Gliarabi in Israele, Roma, Editori Riuniti, 1970. 6Nel 1400-1500 uno Stato islamico originario dell’Anatolia (l’attualeTurchia) e costituito da Turchi Ottomani o Osmanli (una tribù turcastanziatasi in origine sull’Eufrate, la quale sotto la guida di Osman oOthman [1259-1326] occupò in Asia Minore, sottraendoli ai Bizantini, iterritori che costituirono il primo nucleo dell’Impero Ottomano) di ceppodiverso dagli Arabi ottenne l’egemonia sulle popolazioni arabe musulmanee conquistò quasi tutti i territori che erano sotto la dominazione araba(Egitto, Palestina e Siria), governando in maniera molto crudele su tutti:Arabi musulmani e Cristiani. Nacque, così, l’Impero Ottomano, che duròsino al 1917 e che si estendeva dall’attuale Romania (Europa orientale)sino all’Algeria (Africa bianca) e allo Yemen (Asia e Arabia Saudita).Sfruttando la debolezza di Bisanzio, gli Ottomani iniziarono ad espandersi

stanno affrontando per la questione dei Curdi, che risiedono ai confini tra ledue Nazioni. Gli Usa e la Russia consigliavano moderazione, ma ora sonpassati alle minacce esplicite e reciproche di guerra nucleare (2 marzo 2018,cfr. il “Discorso di Putin” riportato su questo sito). Israele soffia sul fuoco.Cosa succederà? E perché tanta voglia di guerra nel Vicino Oriente, chepotrebbe diventare mondiale e nucleare, soprattutto da parte di Israele e diNetanyahu? La storia degli zeloti, che provocarono Roma nel 64 d. C. e lacostrinsero a sedare la rivolta arrivando alla distruzione di Gerusalemme conil suo Tempio (70 d. C.), non ha insegnato nulla a Israele?7 Si direbbe propriodi no.

La figura di Ben Gurion fa capire meglio questi avvenimenti

Per rispondere a queste domande e capire meglio ciò che bolle in pentola misembra utile studiare e porgere al lettore, in maniera molto semplice(invitandolo ad approfondire il tema), la figura di David Ben Gurion8, che èstato il 1° Primo Ministro d’Israele e contemporaneamente il suo Ministrodella Difesa e degli Esteri, il personaggio storico che annunciò al mondointero la nascita dello Stato d’Israele (15 maggio 1948); in breve colui che èstato comunemente definito “l’anima e il cervello d’Israele” (EDMOND

BERGHEAUD, La nascita d’Israele, in I grandi enigmi della Guerra Fredda,Ginevra, Ed. di Crémille, 1969) e il fondatore delle sue Forze Armateregolari… e irregolari.

nei Balcani già verso il XIV secolo e verso la metà del XV secolo siestesero sino al Danubio. Un secolo dopo l’Impero Ottomano giunse sinoalla Libia, al Golfo Persico e alla Russia, ma la sua avanzata fu fermata nelprimo assedio di Vienna (1529). Nel 1571, con la battaglia di Lepanto,furono arrestati nella loro voglia espansiva verso il Mediterraneo. Nel1683 furono sconfitti da Giovanni III Sobiesky re della Polonia (1624-1696) nel secondo assedio di Vienna. Costantinopoli, poi Bisanzio infineIstanbul divenne la capitale dell’Impero. Tuttavia da allora l’ImperoOttomano iniziò dolcemente il suo declino: esso fu sconfitto primadall’Italia nel 1911 e poi (1912-1913) dalle potenze balcaniche (Serbia,Montenegro, Bulgaria e Grecia). Infine con la Prima Guerra Mondiale(1917) si ridusse alla sola Anatolia e nel 1923 fu proclamata la Repubblicaturca. 7Cr. Lo storico ebreo di lingua greca GIUSEPPE FLAVIO (37-103 d. C.), LeAntichità giudaiche; ID., La guerra giudaica (tr. it., a cura di G. RICCIOTTI,Torino, SEI, II ed., 1948-1949). 8Cfr. M. EDELMANN, Ben Gurion, Parigi, Presses de la Cité, 1965; M.BAR-ZOHAR, Ben Gurion le prophète armé, Parigi, Fayard, 1966; G.ROMANO, Ben Gurion, Della Volpe Editore, 1967.

Per far ciò mi baso sostanzialmente sul libro dello storico israeliano NUCCIO

FRANCESCO MADERA, Ben Gurion (Milano, Mondadori, 1972), integrandolocon qualche altro studio ove necessario.

La giovinezza di Ben Gurion

Innanzitutto occorre precisare che Ben Gurion (in ebraico “Figlio delleoncello”9) è il nome di battaglia che il giovane David Grün si scelse nel 1910a 24 anni. Grün è un nome ebraico di origine tedesca che vuol dire “giovane,fresco, verde”.

David Ben Gurion nacque il 16 ottobre del 1886 nella cittadina (di circa 20mila anime) di Plonsk in Polonia (a circa 70 km da Varsavia), quando questaera territorio occupato dalla Russia zarista. Suo padre si chiamava AvigdorGrün ed era un consulente legale anche se non aveva conseguito la laurea ingiurisprudenza. La sua educazione iniziale consistette nell’apprendimento del Pentateuco edel Talmud presso le scuole rabbiniche di Plonsk, ma quando conobbel’ideologia sionista abbandonò la fede talmudica per abbracciare quellasionistica10.

Uno dei tratti che lasciano perplessi nei fondatori sionisti dello Stato d’Israeleè il fatto che, pur essendo atei, si rifacevano alla promessa fatta da Dio alpopolo d’Israele di dar loro la “Terra promessa”, ossia Canaan (cfr. F.SPADAFORA, Dizionario Biblico, Roma, Studium, III ed., 1963, pp. 98-100,voce Canaan) .

Il giovane Ben Gurion filo-sionista

Nel 1897 David Ben Gurion s’innamorò delle idee sioniste lanciate alloradall’ebreo ungherese Teodoro Herzl11 (1860-1904) nel Primo CongressoSionistico Mondiale di Basilea. Suo padre Avigdor era un dirigente sionista

9Ben Gurion era stato anche il nome di un famoso capo della guerrigliagiudaica contro gli antichi Romani quando questi occuparono la Giudeanel 66 d. C. (cfr. M. BAR-ZOHAR, Ben Gurion le prophète armé, Parigi,Fayard, 1966). Il “revanscismo” anti-romano non è estraneo al sionismo,anzi gli è connaturale. 10Cfr. NATHAN WEINSTOCK, Storia del sionismo, Milano, Samonà eSavelli, 1970. 11Cfr. Lo Stato Ebraico scritto da Herzl nel 1896. Herzl a Basilea durante ilPrimo Congresso Mondiale Sionista esclamò: “a Basilea ho fondato loStato ebraico”.

della sezione di Plonsk, che aveva la sua sede in casa Grün in via delleCapre.

David nel 1901 a soli 14 anni con due suoi amici (Shelomò Zemach e SamuelFuchs) fondò una Società Giovanile Sionista a Plonsk.

Nel 1903 a 17 anni David lasciò Plonsk per Varsavia ove iniziò a distinguersiper l’impegno politico, l’oratoria infiammata e la verve polemica agguerrita.Davide aveva un carattere intransigente, un forte impegno lavorativo,un’inesauribile combattività, accompagnate da una grande capacitàpersuasiva. In breve era un leader nato e s’imponeva ai giovani compagninonostante la sua bassa statura.

Ben Gurion in Palestina

Nel 1906 David partì alla volta della Palestina e sbarcò al porto di Giaffa(vicino al quale nel 1909 sorgerà Tel Aviv, che in ebraico significa “Colle dellaPrimavera”) e di lì si recò a Petah Tikwa (in ebraico “Porta della speranza”),una piccola colonia ebraica fondata nel 1878 e fiorita nel 1883 grazie ad uncospicuo finanziamento del barone ebreo-inglese Edmond de Rothschild12, in

12I banchieri ebrei Rothschild finanziavano anche la Russia zarista, chediscriminava e perseguitava gli Ebrei. Onde evitare di essere accusati diconnivenza con i promotori dei pogrom i Rothschild escogitarono lascappatoia di finanziare gli Zar per… “addolcire” le persecuzioni controgli Ebrei russi (oltre che per guadagnare lautamente), trafficando colgoverno zarista, il quale rispettava scrupolosamente i suoi impegni dipagamento; fu così che molti Ebrei-russi attorno al 1870-1890 vennero“liberati” dalla schiavitù zarista dai Rothschild e poterono raggiungere laPalestina arrivando a circa 20 mila unità di Ebrei risiedenti in Palestina,insediandosi nei possedimenti acquistati ivi dal barone Edmond deRothschild (cfr. ELI LOBEL, Gli ebrei e la Palestina, in SABRI GERIES acura di, Gli arabi in Israele, cit.). Inoltre Teodoro Herzl e il MovimentoSionista Mondiale avevano investito in Palestina forti somme: 3 milioni difranchi tedeschi versati nelle banche turche di Palestina; 1 milione didollari investiti ivi tramite il Credito Coloniale Ebraico; la creazione delFondo Nazionale Ebraico e della Compagnia Anglo-palestinese; l’AlleanzaEbraica Universale ed infine, ça va sans dire, gli enormi investimenti dellafamiglia Rothschild nel suo ramo inglese, tedesco e francese in Palestina,allora sotto la dominazione ottomana, che ammontavano in solido a circa20 mila ettari di terre con circa 4 mila coloni ebrei (in ebraico “fellah”),rappresentanti - come diceva Edmondo de Rothschild - una “grande

cui lavoravano ancora sino al 1909 circa 1. 200 contadini arabi (la cui manod’opera costava di meno) e soli 25 coloni ebrei, ma ben presto ne fuespulso13 per il suo comportamento giudicato esageratamente filo-socialista efilo-sindacale a favore dell’impiego di soli coloni ebrei, anche se più costoso,che non piaceva ai proprietari ebrei di più vecchia immigrazione (N. F.MADERA, Ben Gurion, cit., p. 23)14. David si trasferì, così, in Galilea nellacolonia ebraica e contadina di Sejera, ove si trovò a suo perfetto agio, masiccome Sejera si trovava in territorio arabo, ossia in quella che allora eraancora la Palestina… ed era particolarmente scoperta, il ventiduenne Davidpensò ad una sua difesa armata per opera degli stessi coltivatori ebrei. “Daquesta esperienza di autodifesa nascerà l’Hashomer (in ebraico ‘IlGuardiano’), la prima organizzazione militare ebraica in territorio arabo” (F. N.

colonia, che equivale ad un piccolo Stato” (cfr. N. F. MADERA, cit., p. 17 e19). Poi, pian pianino, si passò dalla “piccola colonia” (1890) al “focolarenazionale ebraico” (1917) ed infine all’incendio, ossia allo Stato d’Israele(1948). “L’antico popolo errante tornava alla Terra Promessa con unsistema abbastanza semplice: comprare i terreni dagli Arabi eimmediatamente renderli proprietà inalienabile degli Ebrei. Per leoperazioni dell’acquisto era stato istituito già nel 1901 un Fondo NazionaleEbraico, sovvenzionato dall’alta finanza, dalle banche e dalle offerte deicorreligionari in ogni parte del mondo” (N. F. MADERA, cit., p. 45). Inoltrela GB a partire dal 1920 promulgò una serie di leggi (ImmigrationOrdinance; Land Transfer Ordinance; Survey Ordinance; Mahlul LandOrdinance; Mawet Land Ordinance) tendenti a favorire la colonizzazioneebraico/sionista della Palestina e nello stesso tempo ad impedire aiPalestinesi di installarsi definitivamente sulle loro terre ancora noncoltivate per iniziare a coltivarle (cfr. N. WEINSTOCK, cit.). 13Cfr. D. BEN GURION, Israel, a personal history, New York, Funk &Wagnalls, 1971.14In Russia e nella Polonia occupata dalla Russia zarista gli Ebreifungevano da intermediari tra la nobiltà terriera latifondista e i mugik (icontadini russi) per riscuotere le tasse e i dazi, che quest’ultimi dovevanoai primi. Per questo motivo gli “esattori” ebrei erano mal visti daicontadini, i quali li ritenevano usurai e la longa manus del latifondismosfruttatore. Di qui i pogrom, ossia le persecuzioni del popolo contro gliEbrei nella Russia zarista della fine Ottocento. Il primo Presidente delloStato d’Israele (1948-1952) Chaim Weizmann ricorda che a Motol, suopaese natale nella Russia Bianca, non vi furono mai pogrom perché imugik non erano eccessivamente sfruttati; cfr. C. WEIZMANN, La mia vitaper Israele, Milano, Garzanti, 1950.

MADERA, cit., p. 24), di cui Ben Gurion fu uno dei fondatori a Sejera, ovepartecipò ben presto alla prima seria battaglia contro un gruppo armato diArabi (“fedayn”), in cui si ebbero alcuni morti.

Nel 1910 David si trasferì a Gerusalemme (e prese il nome di battaglia di BenGurion), chiamatovi da Isacco Ben Zvi per collaborare al mensile e poisettimanale Ha-Achdut (“L’Unità”) scritto non più in yiddish, ma interamentein ebraico.

Nel 1911 David assieme a Zvi si recò a Costantinopoli o Istanbul perfrequentarvi la facoltà di Giurisprudenza ed avere contatti sempre più stretticon il Movimento Sionista Mondiale, diretto allora da Otto Warburgcoadiuvato da Chaim Weizmann (1874-1952)15, il chimico di fama mondialegià Presidente dell’Organizzazione Sionista Mondiale (1920-1930; 1935-1946) e futuro primo Presidente dello Stato d’Israele, di cui Ben Gurion fu ilPrimo Ministro e antagonista,.

Ben Gurion negli Usa

Nel 1915 - nonostante che già nel 1914 avesse sostenuto su “L’Unità” lanecessità per gli Ebrei di Palestina di arruolarsi con la Turchia nella PrimaGuerra Mondiale - Gurion venne espulso dagli Ottomani dalla Palestinaassieme a tutti i leader sionisti poiché le autorità turche ritenevano che essiavessero fondato una società segreta ebraica per fomentare la rivolta control’Impero Ottomano in vista della nascita del futuro Stato d’Israele. Quindi BenGurion assieme al suo amico Ben Zvi si diresse ad Alessandria d’Egitto e di lìsi imbarcarono per gli Usa. Nell’estate del 1915 sbarcarono nel porto di NewYork16 ove furono accolti da alcuni compagni Ebrei-americani filo-sionisti.

Siccome il milione e mezzo circa di Ebrei residenti allora in America del nordnon era per nulla sensibile all’ideologia sionista e soprattutto al pensiero ditornare fisicamente in Palestina, Ben Gurion si mise al lavoro persensibilizzarli e far nascere un forte Movimento Sionista anche negli Usa.David capì già allora che gli Usa avrebbero rimpiazzato la GB nellaleadership mondiale e si schierò con gli Stati Uniti d’America, allontanandosi

15Cfr. C. WEIZMANN, La mia vita per Israele, cit. 16New York si chiamava originariamente (1654) New Amsterdam ed erauna colonia di Olandesi fondata sulle foci del fiume Hudson, che nel 1664fu ribattezzata New York dagli Inglesi. Nel settembre del 1654 sbarcaronoa New Amsterdam 23 Ebrei, i primi a mettere piede nell’America del nord;essi provenivano da Recife nel Brasile e fuggivano le persecuzioni deiPortoghesi, i quali nel 1654 avevano rioccupato Recife dopo 24 anni ditollerante occupazione olandese.

sempre più dall’Inghilterra a differenza di Chaim Weizmann, il quale restòsempre filo-britannico. Egli, quindi, prese contatto col giudice ebreo-americano Louis Brandeis (del Bené Berith17), il capo del Sionismostatunitense e amico intimo del Presidente americano Woodrow Wilson, evisitò Chicago, Detroit, Boston, Philadelphia ed altre grandi città americane,tenendo conferenze a favore del Sionismo.

La Prima Guerra Mondiale e la “Legione Ebraica”

Nel 1916 gli Usa entrarono in guerra a fianco di Inghilterra, Francia, Italia eRussia zarista contro l’Austria-Ungheria, la Germania e la Turchia. BenGurion costituì, allora, un corpo militare ebraico che combattesse a fiancodegli Usa, Inghilterra, Francia e Italia. Tuttavia era stato preceduto dai dueindomabili capi del Sionismo integralista di estrema-destra: VladìmirJabotinsky e Joseph Trumpeldor, i quali a Londra avevano già ottenuto dalleautorità britanniche il permesso di costituire la “Legione Ebraica”, che siconcretizzò il 23 agosto del 1917.

La Legione Ebraica era composta inizialmente da 5 mila uomini reclutati inAmerica, essa era concepita da Jabotinsky e Trumpeldor “col fine recondito dioccupare militarmente la Palestina dopo la conquista britannica, alla fine dellaPrima Guerra Mondiale e doveva rappresentare la base del futuro Statoebraico” (cfr. N. WEINSTOCK, Storia del sionismo, Milano, Samonà e Savelli,1970). Invece Ben Gurion riteneva che lo Stato ebraico dovesse nasceresoprattutto dal sudore della fronte dei coloni ebrei (i Fellah), ma non senzal’aiuto dalle armi.

Inoltre Ben Gurion, almeno sino al 1916, era tentato da una possibilealleanza con i Turchi contro la Francia e l’Inghilterra. Egli non credeva chequeste due nazioni avrebbero vinto contro l’Austria-Ungheria e la Turchia.Quindi riteneva di fondare delle colonie ebraiche in Palestina sotto laprotezione del Protettorato turco-tedesco, ma quando gli Usa entrarono inguerra nel 1916 a fianco di Francia e Inghilterra Ben Gurion (da sempre filo-statunitense) capì che le sorti della guerra erano segnate, conoscendo lapotenza dell’America, e cambiò opinione: nel 1917 si spostò contro l’ImperoOttomano e si affiancò agli Usa, Francia ed Inghilterra (N. F. MADERA, cit., p.35). Fu così che lo Stato d’Israele nacque nel 1948 sotto il Protettoratobritannico e non turco-tedesco.

La Legione Ebraica era costituita da soli Ebrei e poteva combattere sul frontepalestinese, che allora era terreno di battaglia tra l’Impero Ottomano (a fiancodella Germania e dell’Austria) e l’Inghilterra. La Legione ottenne anche

17Cfr. E. RATIER, Misteri e segreti del B’nai B’rith, Verrua Savoia (Torino),Centro Librario Sodalitium, 1996.

l’appoggio dell’ebraismo americano, capitanato da Ben Gurion a New York. Inpochi giorni circa 4 mila Ebrei-americani aderirono alla Legione Ebraica. Essicominciarono ad addestrarsi militarmente prima in Canada e poi in GB.

Frattanto era uscita la famosa “Dichiarazione Balfour” (2 novembre 1917),con la quale la GB concedeva “la creazione di un Focolare nazionale ebraicoin Palestina”. G. B. Shaw scrisse: “Balfour nel 1917 diede la Palestina al dr.Chaim Weizmann, mentre non aveva il diritto di farlo. Il fatto era cheWeizmann, il quale era un chimico geniale, aveva appena fornito al governobritannico un sistema per la fabbricazione della cordite (un potenteesplosivo). Era naturale che il governo inglese gli fosse molto grato e glidiede Gerusalemme, che non apparteneva a Balfour, così Balfour non ebbenessuna difficoltà a pagare l’esplosivo con la concessione della Palestina,che non era sua” (The Palestinian Muddle, in “Liberty”, 1971). Anche BenGurion (che nel frattempo si era sposato con un’ebrea russa nata a Minsk edemigrata in Usa: Pauline Munwess) si arruolò con la Legione Ebraica e sirecò per l’addestramento prima in Canada e poi in GB. Tuttavia siccomedurante il tempo dell’addestramento l’Impero turco era già stato sconfittodall’Inghilterra, Ben Gurion non ebbe il tempo di partecipare alla GrandeGuerra e, quando il suo battaglione sbarcò in Egitto, Gerusalemme era giàstata conquistata dall’Inghilterra. Gli Arabi, sotto l’emiro Feisal, aiutati dalleggendario tenente inglese Lawrence d’Arabia (su cui è stato girato un film-colossal americano) si erano illusi di aver vinto la guerra dopo la sconfittadella Turchia, ma l’Inghilterra si era presa gioco di loro, perché prima li avevaaizzati contro i Turchi e poi aveva concesso la nascita di un futuro Statoebraico (anche se chiamato semplicemente “Focolare nazionale”) inPalestina con lo scorno degli Arabi in generale e specialmente dei Palestinesie il trionfo degli Ebrei. Chaim Weizmann in questi frangenti, pur mirando allanascita dello Stato ebraico, mantenne sempre buone relazioni con Feisal(andando spesso a Aqaba a rendergli visita) e con gli Arabi. Addirittura il 3gennaio del 1919 a Londra Weizmann (quale rappresentante dei sionisti) eFeisal (come rappresentante degli Arabi) firmarono un accordo di amicizia. Fuallora che Ben Gurion con la moglie decisero di stabilirsi definitivamente inPalestina e precisamente a Gerusalemme18.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale (1918) la Comunità ebraica palestineseera scesa da 80 mila (nel 1914) a 50 mila unità contro i 600 mila Palestinesi ei 70 mila Cristiani su un totale di 750 mila abitanti (Bullettin of CurrentStatistics of Palestine, 1922-1945). La sua economia aveva conosciuta unagrave crisi: “la spinta pionieristica sembrava del tutto spenta” (N. F. MADERA,cit., p. 42). Ben Gurion non si diede per vinto e iniziò a lavorare alla

18Cfr. J. KIMCHE, Il secondo risveglio arabo, Milano, Garzanti, 1970; M.PISTANI, Il dramma del popolo palestinese, in Contraddizione, Milano,D’Anna, 1971.

fondazione di un Movimento Socialista ebraico/palestinese. Il problemadell’unità degli operai ebrei in Palestina era sentito fortemente dal filo-socialista Gurion, secondo cui la Palestina sarebbe diventata lo Statod’Israele soprattutto col lavoro degli operai ebrei più che con la guerra e laguerriglia, come invece ritenevano Jabotinsky e Trumpeldor.

La sconfitta della Turchia e il “Focolare nazionale ebraico”

La GB, che aveva sconfitto l’Impero Ottomano presente anche in Palestinasino al 1917, aveva ottenuto dalle Nazioni Unite un “Mandato” sulla Palestinanel 1920 e grazie a questo “Mandato” poté decidere le sorti della Terra Santa,concedendo agli Ebrei l’insediamento di un numero sempre crescente dicoloni in Palestina e la fondazione dello Stato d’Israele nel 1948.

Naturalmente gli Arabi si scatenarono sùbito contro i coloni ebrei, cheiniziavano ad entrare sempre più numerosi in Palestina con l’appoggio dellaGB. A partire dal 1922 si ebbero le prime scaramucce armate e le primavittime tra Arabi ed Ebrei, nel 1929 tra il 23 e il 29 agosto gli Ebrei contaronocirca 150 morti a Gerusalemme (cfr. E. BERGHEAUD, La nascita d’Israele, cit.).Siccome la GB cercava di calmare gli scontri, arrestando sia Arabi che Ebrei,il pragmatico laburista Ben Gurion come l’integralista filo-“fascista”Jabotinsky19 si convinsero che la “Dichiarazione Balfour” sul “Focolare

19Jabotinsky collaborò, tra il 1919 e il 1921, col generale Petl’jura (il capoantisovietico dei Russi bianchi), che aveva scatenato più volte le suetruppe in violenti pogrom antiebraici, accusando l’ebraismo russo diparteggiare per i sovietici. Inoltre Jabotinsky non ha mai nascosto le suesimpatie per l’organizzazione e il modo di fare del fascismo europeo, cheavrebbe dovuto essere imitato dai sionisti in Terra Santa (cfr. A. REVUSKY,Les Juifs en Palestine, Parigi, 1936). Nel 1924 Jabotinsky prese contattiufficiali con Mussolini (cfr. C. L. OTTINO, Jabotinsky e l’Italia, in“Quaderni di documentazione ebraica contemporanea”, 1960; ID., GliEbrei in Italia durante il fascismo, n. 3, novembre 1963). ChaimWeizmann in La mia vita per Israele narra che i giovani militanti delmovimento revisionista di Jabotinsky cantavano nelle loro adunate:“L’Italia a Mussolini, la Germania a Hitler e la Palestina a noi! VivaJabotinsky!”. La Germania nazionalsocialista già nell’agosto del 1933stipulò un accordo con la Banca Anglo/Palestinese e le bancheebraico/tedesche (Wassermann e Warburg), secondo cui gli ebrei tedeschi,che avessero versato in una banca tedesca almeno 1000 sterline avrebberoottenuto i certificati di emigrazione in Palestina ed avrebbero ricevuto inuna banca della Palestina l’equivalente del denaro versato in Germania.“In virtù di tale accordo, dall’aprile del 1933 all’agosto del 1939, un totale

nazionale ebraico in Palestina” era solo un “bel gesto” politico, che nonavrebbe dato la preponderanza agli Ebrei a scapito dei Palestinesi in TerraSanta e quindi lo denunciarono e si scagliarono contro quei dirigenti sionistifilo-borghesi e liberali (Chaim Weizmann) troppo inclini ai compromessipolitici e diplomatici con l’Inghilterra, ritenendo che occorresse aiutareconcretamente e anche militarmente i coloni ebrei insediatisi in Palestina neldopo-guerra.

Gli anni Trenta

A partire dal 1923 Ben Gurion andò a vivere a Tel Aviv in via Pinsker con lasua famiglia, con gli anni Trenta divenne una celebrità: il leader del Partitolaburista o socialdemocratico israeliano (il “Mapai”). Dal 1922 sino al 1930ogni anno circa 10 mila Ebrei giungeranno in Palestina, arrivando alla sommadi circa 200 mila su 1 milione di abitanti. Nel 1933, con l’ascesa al potere diHitler, la Germania e l’Inghilterra (“sed aliter et aliter”) favorironol’immigrazione di Ebrei tedeschi e polacchi in Palestina, che nel 1939diverranno circa 500 mila su 1 milione e mezzo di abitanti.

Nel 1933 Jabotinsky, ritenendo che la leadership del sionismo israelianofosse troppo debole nelle trattative con l’Inghilterra, chiese la “revisioneradicale” del Mandato britannico (di qui il nome “revisionista”20 dato al suoPartito politico) e rivendicò la creazione immediata di uno Stato d’Israele,anche con l’impiego della forza, che inglobasse oltre tutta la Palestina anchela Giordania. Ben Gurion non condivideva la politica autoritaria, violenta esoprattutto d’estrema destra di Jabotinsky, ma nonostante ciò lo incontrò aLondra nel 1934 per ricomporre l’unità del Movimento sionista, però invano. Ilsionismo israeliano si ritrovò, così, spaccato in 3 parti: all’estrema destra ilrevisionismo di Jabotinsky, a sinistra il Partito socialdemocratico di BenGurion e al centro Chaim Weizmann, ritenuto troppo diplomatico econciliatore sia da Jabotinsky che da Ben Gurion, i quali avrebbero volutorisolvere il problema israeliano da soli senza dover ricorrere all’Inghilterra,

di 8 milioni di sterline di capitali ebraici fu trasferito dalla Germania inPalestina” (cfr. G. ROMANO, Ben Gurion, cit.). Inoltre, dal 1933 al 1938,217 mila ebrei tedeschi e polacchi arrivarono in Palestina, cosicché nel1939 gli Ebrei in Palestina erano non solo ricchi, ma circa 450 mila su 1milione e mezzo di abitanti (cfr. MAXIME RODINSON, Israele e il rifiutoarabo, Torino, Einaudi, 1969).20Paradossalmente il termine “Revisionismo” a partire dal 1950 - con PaulRassinier e poi con Robert Faurisson - è passato a significare quelmovimento di ricercatori, che chiede di poter “rivisitare” le fonti storichedella shoah e verificare se sia esistito un piano sistematico di eliminazionefisica di 6 milioni di Ebrei nord-europei tramite camere a gas.

con la quale invece Weizmann manterrà sempre un rapporto di strettaamicizia e collaborazione, mentre Ben Gurion si schierò con gli Usa (comevedremo meglio in séguito).

Nel 1936 in Palestina scoppiarono altri incidenti gravi con svariati morti traArabi ed Ebrei. L’Inghilterra nominò una Commissione presieduta da lordPeel, che stilò un piano di spartizione della Palestina fra Arabi ed Ebrei nelluglio del 1937. Esso fu accettato da Ben Gurion e da Weizmann, ma vennerifiutato da Jabotinsky ed anche da molti delegati del Movimento sionista, tracui Golda Meir (che allora si chiamava ancora Myerson). A questo puntol’Inghilterra stabilì un numero chiuso per lo stanziamento di nuovi coloni ebreiin Palestina: non oltre i 15 mila l’anno e per soli 5 anni. Ben Gurion si opposea questa imposizione, mentre Weizmann si mostrò possibilista. La GB,secondo Ben Gurion, cercava di impedire il “diritto di autogovernodell’ebraismo in Palestina”. Quindi Ben Gurion consentì che le forze miglioridell’Hagana (Organizzazione Militare Clandestina) aiutassero circa 16 milaimmigrati clandestini o irregolari (“nihil sub sole novi”) ebrei a sbarcare inPalestina e a rifornirsi di armi. Il piccolo esercito clandestino ebraico potécontinuare ad essere addestrato dall’Inghilterra e si formarono, così, le“Squadre d’Assalto” (Palmah) dalle quali uscì il futuro generale MoshèDayan.

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e ciò che sta succedendo ai nostri giorni

(PARTE SECONDA)

Il Sionismo israeliano nel 1939 tra Germania e InghilterraNel 1939, allo scoppiar della Seconda Guerra Mondiale, il nemico numerouno del sionismo era Hitler e quindi l’Inghilterra ridiventavamomentaneamente “l’alleato” del sionismo o meglio ancora “il nemico numerodue”.Infatti tra l’Inghilterra e i sionisti (tranne Chaim Weizmann, rimasto semprefilo-britannico) si erano venute a creare delle frizioni quasi sùbito dopo l’idillioiniziale, che era nato verso la fine della Prima Guerra Mondiale poiché laPalestina si trovava, sino al 1917, sotto il dominio dell’Impero Ottomano, cheera stato scalzato e rimpiazzato in Medio Oriente dall’Inghilterra, la qualecominciò ad avere e ad esercitare il suo “Mandato” sulla Palestina inquell’anno, aprendo la via agli insediamenti massicci dei sionisti in Palestina:questa è la fase iniziale e idilliaca dei rapporti anglo/sionisti.

Dall’amore all’odio dei sionisti per la GBAbbiamo visto come il 2 novembre del 1917 la GB con lord Balfour avevapromesso ai sionisti che in Palestina sarebbe nato un “focolare nazionaleebraico”, ossia il futuro Stato d’Israele (prima fase idilliaca); ma ben presto(anni Venti/Trenta) iniziarono gli scontri tra i Palestinesi e i coloni ebrei el’Inghilterra dovette intervenire cercando di sedare i disordini, operando siasui Palestinesi che sugli Ebrei. Ciò aveva mal disposto l’ambiente sionistariguardo all’Inghilterra, che si sarebbe voluta totalmente schierata da partedegli Ebrei e completamente contro gli Arabi (seconda fase di frizioni tra GB esionisti).I sionisti (specialmente l’ala laburista guidata da Ben Gurion e quella diestrema destra diretta da Jabotinsky/Trumpeldor) volevano imporreall’Inghilterra il loro “diritto” esclusivo alla creazione di un solo Stato ebraico inPalestina a totale detrimento dei Palestinesi; tuttavia l’Inghilterra, nonostantele sue iniziali simpatie per il sionismo, non era disposta a schierarsiapertamente solo da una parte avversando completamente l’altra, che per dipiù aveva già sofferto una sorta di espropriazione della propria autorità eamministrazione sulla sua terra: la Palestina, nella quale proprio l’Inghilterraaveva promesso di impiantare un “focolare nazionale ebraico” fin dal 1917.Da qui le incomprensioni e poi le ostilità tra sionisti e GB.

Il Libro Bianco britannico (1939) Inoltre la Camera dei Comuni della GB il 23 maggio del 1939 (in séguito alla“Conferenza di Londra”, febbraio-marzo 1939, che avrebbe voluto mettered’accordo - ma invano - i rappresentanti dei Palestinesi e degli Ebrei in TerraSanta) con l’appoggio dei Conservatori (tranne Winston Churchill, semprefilo-ebraico) e l’opposizione dei Laburisti e dei Liberali aveva approvato unLibro Bianco sulla Palestina. Esso stabiliva abbastanza ragionevolmente: 1°)la limitazione dell’immigrazione ebraica in Palestina; 2°) la proibizione dinuovi acquisti di terre in Palestina da parte ebraica; 3°) la fondazione adistanza di 10 anni, ossia entro il 1949, di uno “Stato Autonomo Palestinese”.Il sionismo non vide di buon occhio il Libro Bianco britannico poiché già daallora non accettava l’idea di due Stati in Terra Santa e riteneva che l’unicoStato in Palestina sarebbe dovuto essere quello ebraico senza avere accantoa sé nessuno Stato palestinese (cfr. Le bureau de Londres aux cotés del’imperialisme, in “Lutte Ouvrière”, n. 112, 1939).

Il rifiuto ebraico del Libro BiancoNel maggio del 1939 Ben Gurion, esagerando di proposito, definiva lasituazione che avrebbe potuto venirsi a creare con la pubblicazione del LibroBianco “l’ora più oscura della storia del popolo ebraico” poiché con esso ilGoverno britannico avrebbe voluto, secondo lui, “impedire agli Ebrei ditornare nella Terra d’Israele”. Ora si nota che la Terra “d’Israele” in questocaso era la Palestina, la quale nel 1939 apparteneva per intero ancora aiPalestinesi (inizialmente cristiani e successivamente in maggior parte

musulmani, pur sempre con una minoranza cristiana) da circa 2 millenni.Quindi la Palestina (sembra lapalissiano) non era la Terra degli Ebrei, ma deiPalestinesi (di confessione islamica e cristiana). Inoltre sembra azzardatoasserire che la GB volesse impedire il ritorno degli Ebrei in Terra Santapoiché lo aveva costantemente favorito sin dal 1917; certamente la GB nonpoteva stabilire la fondazione in Palestina di un solo Stato ebraicoescludendo quello palestinese, ma questo è quel che volevano i sionisti diieri come quelli di oggi ed è questa prepotenza che ha creato e continua acreare tante difficoltà non solo in Palestina e nel Vicino Oriente, ma anche nelmondo intero, che accusa i contraccolpi della politica statunitense in MedioOriente totalmente favorevole agli Ebrei e completamente sfavorevole aiPalestinesi e al mondo arabo. Molti dei problemi che oggi affliggono il Vicinoe Medio Oriente son nati da questa attitudine del movimento sionista a volerdiventare ed essere per sempre l’unico Stato esistente in Terra Santa, che dacirca 2 mila anni non era più degli Ebrei.Infine Ben Gurion concludeva che il Libro Bianco non avrebbe abbattuto lospirito ebraico e che “il legame storico tra popolo d’Israele e Terra d’Israelenon sarà spezzato. Gli Ebrei non ammettono che le porte della Palestinasiano chiuse davanti a loro né che la sede nazionale sia trasformata in unghetto” (cfr. G. ROMANO, Ben Gurion, Della Volpe Editore, 1967). In realtà illegame tra Ebrei e Terra Santa si era già interrotto nel lontano 70 d. C. con ladistruzione di Gerusalemme e la Diaspora degli Ebrei nel mondo intero.

Churchill con Ben Gurion contro il Libro BiancoWinston Churchill (vera “anima nera” della politica mondialistica dell’Europadel XX secolo) si schierò totalmente a fianco del sionismo e contro il LibroBianco britannico, definendolo “una seconda Monaco”, nel senso che come aMonaco - nel 1938 - la GB aveva abbandonato i Cecoslovacchi nelle mani deiTedeschi, così con il Libro Bianco abbandonava gli Ebrei nelle mani degliArabi; ma le cose non stavano così, anzi con il Libro Bianco si cercava dinon abbandonare i Palestinesi nelle mani degli Ebrei, che avrebbero volutocostituire in Terra Santa un solo ed unico Stato ebraico a discapito deiPalestinesi, i quali pur essendo i legittimi proprietari della Palestina (in cuivivevano da circa 2 millenni) non avrebbero potuto possedere uno Statopalestinese, ma avrebbero dovuto esser soggetti di un solo Stato ebraicocome poi è avvenuto.

Il sionismo e l’immigrazione clandestinaNonostante ciò gli Ebrei continuarono ad immigrare in Palestina, ma mentregli immigrati “legali”, ossia forniti del certificato concesso loro dall’Inghilterra,erano circa 15 mila l’anno (1938/1939); gli immigrati “illegali” erano circa 115mila, 10 volte di più di quelli legali. Essi erano aiutati e fatti passare inPalestina a partire dall’Europa dell’ovest, contravvenendo alla legge

britannica, dal Partito Revisionista di Jabotinsky e dalla “Organizzazione perla Seconda Immigrazione/Mosad Leoliyah Beth 21”.Tuttavia molti immigrati irregolari erano intercettati dalla guardia costierabritannica e rimpatriati.

Il sionismo appoggia l’Inghilterra contro Hitler…Il rapporto di odio/amore tra sionismo e Impero britannico venne risolto dalmondo ebraico, agendo a due distinti livelli. Al primo livello, ossia per quantoriguardava la lotta alla Germania di Hitler (iniziata già nel 1933 quando questiera asceso al potere), l’ebraismo sionista favorì l’insediamento in Terra Santadi svariate unità militari inglesi ed inoltre molti ebrei si arruolarono in questeunità inglesi stabilitesi in Palestina come se fossero il loro esercito22. Ciò inMedio Oriente favorì strategicamente l’Impero Britannico contro la Germaniae nello stesso tempo avvantaggiò il sionismo nei confronti dei Palestinesi sia

21La “Organizzazione per la Seconda Immigrazione” (detta “Mosad” inebraico, da non confondere con il “Mossad/l’Istituto”, ossia i ServiziSegreti Esteri dello Stato d’Israele) venne fondata nel 1937 a Ginevra (ovepose il suo primo quartier generale) dai dirigenti del “Movimento OperaioSocialista” e dai capi dell’Haganah. Tale Organizzazione doveva farfuggire gli Ebrei dai Paesi loro ostili e farli immigrare in Palestinaclandestinamente. Nel 1938 essa agiva anche in Germania. La volontà diHitler era che la maggior parte degli Ebrei emigranti dalla Germaniaandasse in Palestina. Cfr. STEVE EYTAN, L’occhio di Tel Aviv, Milano,Bompiani, 1971; HMSO, Documents of German Foreign Policy, Londra,1952-1963.22All’inizio della Seconda Guerra Mondiale erano stati reclutati dalleautorità inglesi di Palestina circa 130 mila ebrei volontari, ma essi eranoimpiegati soprattutto per servizi ausiliari. Qualche mese dopo furonoaccettati anche volontari ebrei per le unità combattenti. Altri ebrei (tra cuiMoshe Dayan) combatterono con la Francia in Siria. Nel 1942 icombattenti ebrei arrivarono alle 43 mila unità (cfr. J. C. HUREWITZ, TheStruggle of Palestine, New York, 1950). Tuttavia la GB non si fidò maicompletamente dei volontari ebrei nell’Esercito britannico. Ma mentreLloyd George (il Ministro britannico delle Colonie) non era d’accordo perla fondazione di una Brigata Ebraica autonoma che affiancasse gli Inglesi ei loro Alleati nella guerra, Winston Churchill era totalmente d’accordo ecosì, anche se solo nel settembre del 1944, il Governo britannico accettò lerichieste per la formazione della Brigata Ebraica (con bandiera propria e lastella di David per distintivo) rivoltegli specialmente da Ben Gurion,Chaim Weizmann e dall’Agenzia Ebraica

militarmente che economicamente grazie al boom in Palestina dell’industriabellica ebraica chiamata a rifornire l’Esercito britannico.Non bisogna mai dimenticare l’importanza strategico/economica del MedioOriente (Palestina compresa) data la sua enorme potenzialità di produzionedi materie prime e specialmente di petrolio (le riserve di petrolio araboarrivano a circa il 70% del totale mondiale), che lo rendevano e lo rendonoappetibile alle potenze straniere, le quali non cessano di intromettersi nei suoiaffari interni per poterne trarre tutto il profitto immaginabile.

…Tuttavia s’impegna contro la GB per il possesso esclusivo dellaPalestina

Al secondo livello, quello della lotta sionista contro l’Inghilterra per ottenere ilpossesso totale della Palestina, il mondo ebraico s’impegnò a favorire e acontinuare la politica dell’immigrazione illegale di Ebrei in Palestina che la GBinvece voleva limitare.David Ben Gurion nonostante il suo acceso sentimento anti inglese, durantela Seconda Guerra, si trasferì a Londra (ove aveva fondato la“Organizzazione Sionistica Mondiale” in Great Russell Street). Egli vitrascorse la maggior parte del suo tempo nel 1940, mentre tra il 1941 e il1944 Londra divenne un punto di appoggio al suo continuo viaggiare tra Usae Palestina. Negli Stati Uniti David propagandava l’entrata in guerra non solodegli Ebrei/americani, ma soprattutto degli Usa (dei quali aveva intuito tuttal’enorme potenza bellica ed economica, che li avrebbe resi ben presto laprima super-potenza mondiale, sorpassando la GB) a fianco dell’Inghilterracontro la Germania (cosa che avvenne dopo il 7 dicembre del 1941 conl’attacco di Pearl Harbor in Giappone).

Il Programma di Baltimore (1942)Nel maggio del 1942 fu convocato a New York un “Congresso sionisticostraordinario”, che si svolse nell’Albergo Baltimore (in Madison Avenue) oveerano presenti anche Ben Gurion e Chaim Weizmann. Da esso uscì ilProgramma di Baltimore (dal nome dell’Albergo) in cui si condannava il LibroBianco britannico del 1939 e si chiedeva che la gestione dell’immigrazionedegli Ebrei in Palestina fosse tolta all’Inghilterra e consegnata all’AgenziaEbraica, la quale avrebbe dovuto essere riconosciuta come unica Autorità perla costruzione del futuro Stato d’Israele senza alcuna ingerenza deiPalestinesi e degli Inglesi.

Il Nuovo Ordine Mondiale ebraico (1942)Nel Programma di Baltimore del 1942 si legge: “il Nuovo Ordine Mondiale cheverrà dopo la vittoria sarebbe inconcepibile, se non risolvesse finalmenteanche il problema della mancanza di un Focolare del popolo ebraico. Che leporte della Palestina siano aperte all’immigrazione ebraica, che il controllo diquesta immigrazione sia trasferito all’Agenzia Ebraica, che l’Agenzia abbiapiena autorità per sviluppare e ricostruire il territorio e che la Palestina sia

trasformata in un Commonwealth ebraico, integrato nella nuova strutturademocratica del mondo” (cfr. D. BEN GURION, Israele: la grande sfida, Milano,Mondadori, 1967).Il Nuovo Ordine Mondiale, che sarebbe dovuto nascere dalla ceneri dellaSeconda Guerra Mondiale era previsto e delineato con precisione, sin dal1942, in funzione di un unico Stato in Palestina, che avrebbe dovuto esseresolo e soltanto ebraico e sussistente in un mondo oramai strutturatodemocraticamente. L’8 maggio del 1945 la Seconda Guerra Mondiale eraterminata, la struttura politica di mezzo mondo ne usciva notevolmentemodificata democraticamente e il 15 maggio del 1948 lo Stato d’Israelenacque, appropriandosi di circa la metà del territorio palestinese, poi pianpiano (1967, 1973) si è rafforzato sino ad occupare l’80% della Palestina edora (dicembre 2017) con la decisione di Trump di rendere Gerusalemmecapitale unica e indivisibile dello Stato d’Israele sembra essersi avverato. Il filosofo ebreo Martin Buber nel 1946 dichiarò che il Programma diBaltimora era tutto teso alla conquista della Palestina mediante manovreinternazionali e che perciò aveva suscitato la collera degli Arabi contro ilsionismo, rendendo vani agli occhi del mondo arabo tutti gli sforzi tesi allacomprensione reciproca tra Ebrei ed Arabi (cfr. MAXIME RODINSON, Israele e ilrifiuto arabo, Torino, Einaudi, 1969).

Il sionismo diventa definitivamente filo-americanoIl Programma di Baltimore segnò la fine della prevalenza del sionismo filo-britannico (rappresentato da Chaim Weizmann) in seno all’OrganizzazioneSionista Mondiale e il trionfo del sionismo filo-americano (rappresentato daBen Gurion), che voleva un interessamento attivo degli Usa in Medio Orientevolto a rimpiazzare la GB, la quale non era totalmente prona agli interessiebraici come lo sarebbero stati gli Usa. Ben Gurion e Weizmann si scontrarono a questo proposito (la strutturazionedel sionismo in Palestina e i suoi rapporti con la GB e gli Usa) il 27 giugnodel 1942 a New York in una riunione tenuta presso il rabbino Wise (cfr.NUCCIO FRANCESCO MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 75). Ilmotivo dello scontro fu duplice: innanzitutto secondo Ben Gurion lo Statoebraico avrebbe dovuto esser costituito solo dopo aver dato vita ad una forteorganizzazione militare, prima inserita tra le forze alleate e poi autonoma,invece Weizmann non riteneva questo problema fondamentale poiché per luila questione della fondazione dello Stato ebraico era innanzituttopolitico/diplomatica e solo dopo militare; in secondo luogo Ben Gurionriteneva ineluttabile che gli Ebrei rompessero con la GB (non totalmente filo-sionista) e si schierassero a fianco degli Usa (completamente filo-israeliani),mentre Weizmann manteneva sempre inalterata, nonostante il Libro Bianco,la sua amicizia verso la GB (cfr. JOHN KIMCHE, Il secondo risveglio arabo,Milano, Garzanti, 1970).

Il terrorismo ebraico (1942-1944)

Infine tra il 1942 e il 1944 alcuni gruppi ebraici di estrema destra (tra cui laGang Stern23) iniziarono a svolgere una seria attività terroristica contro gliInglesi in Palestina (molto prima che i Palestinesi ricorressero alla guerrigliaterroristica), arrivando all’uccisione al Cairo del Ministro britannico per ilMedio Oriente, lord Moyne nel novembre del 1944 (cfr. NUCCIO FRANCESCO

MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 77), quest’attivitàterroristica nel 1947 porterà l’Inghilterra a rinunciare al Mandato sullaPalestina e a lasciare il campo libero ai sionisti oramai spalleggiati dagli StatiUniti come vedremo in appresso.

23Abraham Stern fondò la sua “banda” chiamata anche “Combattenti per lalibertà d’Israele” dopo una scissione dall’Irgun (il Movimento di estremadestra di Trumpeldor e Jabotinsky). La Gang Stern si distinguevadall’Irgun soprattutto per l’odio mortale contro gli Inglesi (ancor più checontro gli Arabi). Stern considerava gli Inglesi come una “potenza dioccupazione”. Egli venne arrestato nel 1942 a Tel Aviv dagli Inglesi(sembra su denuncia dell’Haganah) e nel tentativo di evasione rimaseucciso da una pallottola nella schiena. La sua “gang” dopo la sua morteattraversò un periodo di disorientamento, ma ben presto risorse e siricostruì su basi ancora più radicali, arrivando a prospettare un’alleanzacon gli Arabi pur di cacciare gli Inglesi per poter poi arrivare allafondazione dello Stato d’Israele, cacciando anche gli Arabi.

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(PARTE TERZA)

DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE ALLA FINE DEL MANDATO

BRITANNICO

Maggio 1945: è venuta l’ora di proclamare lo Stato ebraico!Ben Gurion, in una lettera del 22 maggio del 1945, scriveva: “La situazionedegli Ebrei nei Paesi liberati dal nazismo è disperata. In Palestina laposizione politica sta diventando insostenibile. È venuto il momento di aprirele porte della Palestina e di proclamare lo Stato ebraico” (NUCCIO FRANCESCO

MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 79). Neppure 2 settimane dopo la fine della Seconda Guerra (8 maggio 1945) ildogma olocaustico era già pronto e propagandato per ottenere le terre deiPalestinesi, i quali non avevano avuto nulla a che fare con la persecuzionedegli Ebrei d’Europa. Tuttavia essi avevano il torto di abitare in Palestina daoltre 2000 anni e ciò per i sionisti era una macchia da cancellare con lacreazione di un unico Stato ebraico, che redimesse la terra una volta ebraica.Quasi altre 2 settimane appresso, il 9 giugno del 1945, Winston Churchillrispondeva ad un Memorandum dell’Agenzia Ebraica inviatogli poco tempoprima da Chaim Weizmann per ottenere il riconoscimento della nascita di unfuturo Stato d’Israele. Lo statista britannico disse a Weizmann che ciòsarebbe stato possibile solo dopo che gli Alleati vittoriosi si fossero riunitiattorno al tavolo della pace per decidere le sorti del mondo post-bellico (chegià erano state previste nel piano del Nuovo Ordine Mondiale, nel qualeentrava anche la creazione dello Stato d’Israele in terra palestinese).

Il sionismo si fa sempre più filo-americanoBen Gurion era sempre più convinto che fosse giunto il momento diabbandonare la GB per unirsi con gli Stati Uniti dove erano andati a stabilirsigli elementi più influenti della Diaspora ebraica e che oramai erano diventatimolto più filo-sionisti e più potenti dell’Inghilterra (D. BEN GURION, Israel,année de lutte, Parigi, 1964).D’altronde la GB non aveva cambiato sostanzialmente posizione rispetto aciò che aveva stabilito col Libro Bianco del 1939 ed era ancora propensa,nonostante il suo filo-ebraismo, a non concedere tutto agli Ebrei e nulla aiPalestinesi. Il Ministro degli Esteri della GB (Ernest Bevin) nel novembre del1945 era disposto a concedere solo 1. 500 permessi d’immigrazione al mesein Palestina agli Ebrei mentre la prima Conferenza Sionista del dopo-guerra(tenutasi a Londra nell’agosto del 1945) ne aveva richiesti 100 mila.

La fondazione dell’Istituto Sonnenborn

Ben Gurion capì sùbito che, finita la Seconda Guerra Mondiale, in Palestinaci si doveva preparare alla lotta armata, quindi, non perse tempo e già nelmaggio del 1945 sbarcò a New York ove il 1° luglio organizzò una riunione incasa del miliardario ebreo/americano Sonnenborn, in cui poté parlare davantiad altri 17 miliardari ebrei-americani provenienti dalle città più grandidell’America del Nord. Il suo discorso fu molto esplicito: gli Inglesi avrebberolasciato la Palestina al massimo entro 2 anni, in quel momento le armi indotazione ai coloni ebrei di Palestina, bastevoli per tenere a bada iPalestinesi, non sarebbero state sufficienti a respingere le Nazioni arabe.Quindi i presenti avrebbero dovuto finanziare una spedizione di armi inPalestina per i coloni ebrei. Naturalmente i 17 miliardari risposeropositivamente e costituirono il giorno stesso una società di beneficienza perarmare i coloni ebrei di Palestina chiamata Istituto Sonnenborn, che siaggiungeva all’American Palestine Committee, un enorme gruppo di lobbyingcostituito da oltre 700 personalità ebraico-statunitensi fondato nell’aprile del1941 e comprendente 6 Senatori e 143 Deputati (cfr. D. BEN GURION, Israel,a personal history, New York, Funk & Wagnalls, 1971).

1945 in GB vincono i LaburistiFrattanto anche in Inghilterra le cose sembravano volgere a favore deisionisti. Infatti nell'estate del 1945 i Laburisti vinsero le elezioni. Ora il loroprogramma di politica estera era nettamente più filo-sionista di quello deiConservatori (Churchill escluso) e prevedeva di far diventare realtà lapromessa del Focolare nazionale ebraico, “permettendo al popolo ebraico e atutti i profughi di entrare in Palestina in numero così elevato da diventaremaggioranza”, secondo quanto stabilito nella Dichiarazione finale delCongresso laburista del dicembre del 1944: “Incoraggiamo gli Arabi a usciredalla Palestina man mano che entrano gli Ebrei” (NUCCIO FRANCESCO

MADERA, Ben Gurion, cit., p. 80). I Laburisti britannici oramai erano dell’ideadi favorire il ritorno degli Ebrei in Palestina e di far espatriare i Palestinesiaffinché si potesse formare un solo Stato ebraico in Terra Santa. In Inghilterravi sarebbero state ancora delle scaramucce tra Conservatori e Laburistiriguardo all’unicità o meno dello Stato ebraico in Palestina (favorevoli iLaburisti e contrari i Conservatori), ma la strada verso la sua nascita eraoramai ben disegnata.

Ben Gurion resta scetticoNonostante ciò la vittoria dei Laburisti britannici non entusiasmò Ben Gurion,che durante la Prima Conferenza sionista del dopo-guerra (tenutasi a Londranell’agosto del 1945) disse: “Non basiamoci troppo su questo granmutamento in Gran Bretagna, su questa vittoria del Partito Laburista. Infatti èmolto discutibile l’ipotesi che un Partito si comporti, quando è al potere,esattamente come quando è all’opposizione. In Gran Bretagna, inoltre, ilpersonale del Ministero delle Colonie, rappresenta un forte elemento anti-

sionista” (D. BEN GURION, Israele: la grande sfida, cit.). In breve Ben Gurionrimaneva filo-americano ed anti-britannico.

In effetti pochi mesi dopo (ottobre 1945) i Laburisti cambiarono opinione e ilMinistro degli Esteri laburista (Ernest Bevin) sconfessava la Dichiarazione delCongresso laburista (dicembre 1944), affermando che il Governo britanniconon accettava “l’idea di evacuare gli Ebrei d’Europa in Palestina” e dichiaravala costituzione di una Commissione d’inchiesta anglo-americana (detta “deiDodici”24) per decidere riguardo alla nascita dello Stato ebraico in Palestina.

Richard Crossmann, Commissario britannico della Commissione detta deiDodici, nel febbraio del 1946 scrisse che secondo i sionisti: “A nove mesidalla vittoria (8 maggio 1945), i liberatori inglesi e americani non avevanoancora fatto nulla per permettere agli Ebrei di entrare nella propria terra. Liavevano raccolti in campi in Germania, avevano fornito loro vesti enutrimento, e credevano con questo di essersi messi in pace la coscienza. GliEbrei sapevano che in un Paese lontano dall’Europa, la Palestina, vi era unaterra la quale non desiderava altro che accoglierli per permettere loro diricostruire la propria vita non come stranieri in uno Stato straniero, ma comeEbrei nella loro Patria” (R. CROSSMANN, Palestine Mission, Londra, 1949).

Secondo i sionisti non solo la Palestina diventava ipso facto terra degli Ebrei,anelando di essere occupata da loro, ma addirittura neppure gli Americanioltre che gli Inglesi avevano fatto nulla per la causa sionista.

Ben Gurion, Menahem Begin e l’IrgunBen Gurion, stando così le cose, non volle collaborare con la GB perreprimere il terrorismo dell’Irgun contro i Britannici in Palestina, vedendo inesso uno strumento per far pressione sul Governo inglese affinchéconcedesse maggiori libertà di immigrazione agli Ebrei in Palestina.

La GB continuava a presidiare le coste della Palestina, con aerei ecacciatorpediniere, per prevenire l’immigrazione clandestina degli Ebrei.

24La Commissione era composta da 6 Commissari inglesi e 6 americanied avrebbe dovuto elaborare un Dossier completo sulla Palestina. Nelgiugno del 1946 si arrivò alla conclusione del Dossier in cui si suggeriva laricerca di nuovi asili per gli Ebrei oltre la Palestina. Tuttavia laCommissione non si pronunciò sull’unicità dello Stato d’Israele, anziraccomandò che nessuna Comunità avesse il predominio sull’altra e stabilìche la GB continuasse ad esercitare il suo Mandato sulla Palestina.

Il Primo Ministro britannico Attlee non accolse la domanda dei sionisti diconcedere 100 mila visti ai coloni ebrei per immigrare in Palestina e chieseformalmente che cessassero gli atti terroristici dell’Irgun contro i britannici inPalestina e che le formazioni clandestine consegnassero le loro armiall’Inghilterra, ma le organizzazioni ebraiche “risposero con violenti atti disabotaggio. L’episodio più grave si verificò il 22 luglio del 1946 aGerusalemme, quando venne fatta saltare un’intera ala dell’Albergo KingDavid (la sede degli uffici governativi inglesi), provocando la morte di circa100 persone. La strage era firmata dall’Irgun, un nucleo clandestino di destrastrettamente imparentato alla Banda Stern” (NUCCIO FRANCESCO MADERA,Ben Gurion, cit., p. 85).

La bomba scoppiò esattamente alle ore 12 e 37 minuti del 22 luglio 1946.L’operazione terroristica era stata studiata e diretta da Menahem Begin(1913-1992) allora capo dell’Irgun e futuro Primo Ministro dello Stato d’Israelecon il Partito di estrema destra Likud (1977-1983).

Ben Gurion ufficialmente stigmatizzò l’attentato, a nome dell’Organizzazionesionista ufficiale, ma Begin gli rispose che la sua reazione era ipocrita inquanto l’Haganah e l’Agenzia Ebraica erano al corrente della pianificazionedell’attentato e non avevano sollevato obiezioni poiché l’Inghilterra avevarepresso l’immigrazione ebraica illegale in Palestina con molta fermezza,aveva fatto arrestare molti dirigenti dell’Agenzia Ebraica ed aveva spiccato unmandato di cattura per lo stesso Ben Gurion, che si era reso latitante (cfr. M.BEGIN, La révolte d’Israel, Parigi, 1956).

“Per la prima volta dopo la loro nascita tutte le organizzazioni militari ebraiche(Haganah, Palmah e Irgun) agiscono in pieno accordo tra loro contro ilnemico comune. Colpo su colpo ogni azione britannica trova una risposta. LaHaganah sabota le imbarcazioni della Polizia costiera per facilitarel’immigrazione illegale. Il Palmah libera i 208 immigrati illegali del campo diAtlit. Nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre 1945 tutte e tre leorganizzazioni insieme fanno saltare la raffineria di Haifa. […]. Leorganizzazioni terroristiche ebraiche conducono una politica che non lascia leazioni inglesi senza una risposta sanguinosa. Talvolta queste azioni dirappresaglia sono caratterizzate da una macabra fantasia. L’Irgun peresempio, per vendicare alcuni suoi uomini condannati a morte dopoun’azione militare, replica con l’impiccagione di due sergenti inglesi. Ma laforca ed i cadaveri vengono imbottiti di dinamite. I due morti, così,uccideranno i loro soccorritori” (NUCCIO FRANCESCO MADERA, Ben Gurion, cit.,pp. 84-85).

Il XXII Congresso dell’Organizzazione sionista mondiale (1946)Nel dicembre del 1946, dopo “l’estate calda”, a Basilea si riunì il XXIICongresso dell’Organizzazione sionistica mondiale, che condannò

ufficialmente il terrorismo dell’Irgun, ma ammonì al tempo stesso l’Inghilterradi non intralciare ulteriormente l’immigrazione ebraica in Palestina. Inoltre idelegati americani finanziarono cospicuamente l’immigrazione ebraica inPalestina e così quasi tutti i capi sionisti (tranne Weizmann) si allontanaronosempre più dalla GB per avvicinarsi agli Usa.

La Conferenza palestinese di Londra (1947)Il 27 gennaio del 1947 la GB aprì a Londra una Conferenza palestinese, chestabilì di mettere d’accordo e tutelare gli Arabi e gli Ebrei sotto la direzionedell’Onu, dell’Alto Commissariato britannico e con la partecipazione di unConsiglio misto arabo-israeliano. Ben Gurion, a nome dell’Agenzia Ebraica,rifiutò la proposta britannica (10 febbraio 1947), il giorno seguente anche iPalestinesi risposero negativamente ad essa.

La GB rinuncia al Mandato sulla PalestinaIl 18 febbraio 1947 il Ministro degli Esteri britannico Ernest Bevin, prendendoatto della situazione, dichiarò che la GB rimetteva il Mandato sulla Palestinaall’Onu, l’erede della Lega delle Nazioni Unite che nel 1922 lo avevanoaffidato all’Inghilterra.

In effetti non era possibile metter d’accordo Palestinesi e Israeliani. Nel 1946Judah L. Magnes (Preside dell’Università ebraica di Gerusalemme) scrisse:«Uno Stato ebraico non può essere ottenuto, se non con la guerra. Poteteparlare di ogni cosa ad un arabo, ma non dello Stato ebraico. E questoperché uno Stato ebraico, per definizione, significa che gli Ebreigoverneranno gli Arabi viventi in questo Stato. Si è mai visto un popolo offrireil proprio territorio di propria volontà? Così anche gli Arabi Palestinesi nonrinunzieranno alla loro sovranità senza violenza» (cfr. MAXIME RODINSON,Israele e il rifiuto arabo, Torino, Einaudi, 1969).

Era nella natura delle cose: la creazione di un “Focolare nazionale ebraico” inPalestina non avrebbe potuto che formare un incendio. Infatti o la Palestinasarebbe rimasta ai Palestinesi o sarebbe stata invasa anche dagli Ebrei e gliuni o gli altri avrebbero mirato a diventare la forza principale e lo Stato unicoin Terra Santa. In ogni caso, quindi, vi sarebbe stato un conflitto da affrontaree risolvere con la vittoria dell’uno e la sconfitta dell’altro.

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e ciò che sta succedendo ai nostri giorni

(PARTE QUARTA)

DALLA FINE DEL MANDATO BRITANNICO IN PALESTINA ALLA NASCITA DELLO STATO

D’ISRAELE

L’Onu riprende in mano la Palestina e la consegna agli EbreiL’Inghilterra nel febbraio del 1947 rimise il suo Mandato sulla Palestinaall’Onu, che a sua volta si riunì a Flushing Meadow (vicino a New York), dal28 aprile sino al 25 maggio del 1947, e tenne una Sessione speciale perdiscutere lo scottante problema palestinese. L’Assemblea Generale dell’Onu nominò una Commissione speciale compostada 11 Paesi neutrali affinché approfondisse i termini della questione. Daquesta Commissione uscì un Rapporto, che fu promulgato a Ginevra il 31agosto del 1947 e che venne studiato dall’Assemblea Generale della NazioniUnite a partire dal settembre del medesimo anno a Lake Success vicino NewYork.

L’Inghilterra cerca di boicottare la nascita d’Israele, ma invanoL’Inghilterra - data la situazione di frizione con i sionisti, che si era venuta aformare a causa degli attentati terroristici dell’Irgun - cercò di fareostruzionismo alla costituzione dello Stato d’Israele, prevedendo che essosarebbe diventato l’unico “padrone” della Terra Santa contrariamente aquanto stabilito nel Libro Bianco britannico del 1939, ma essa venneosteggiata dai delegati sovietici e statunitensi, che oramai si stavanospartendo il mondo e dettavano legge nel globo terrestre a Est e ad Ovest.

La Terra Santa viene divisa in due… o meglio in unoIl 29 settembre 1947, il Presidente dell’Onu (il brasiliano Osvaldo Aranha)propose di votare il piano di spartizione della Palestina in 2 Stati indipendenti(uno ebraico e uno arabo), ma stretti tra loro unicamente da un’unioneeconomica. Il progetto di spartizione divenne esecutivo il 29 novembre 1947,con 33 voti favorevoli (tra i quali quelli di Usa e Urss), 13 contrari (gli Statiarabi25, gli Stati musulmani non arabici26, più l’India e la Grecia) e 10 astenuti(tra cui la GB). Qualcuno ha definito l’auspicata unione economica tra Palestina e Statod’Israele come quella di “due serpenti avvinghiati in lotta tra di loro” e in effetticosì è stato a tutto discapito della Palestina.

25Egitto, Siria, Libano, Iraq, Arabia Saudita e Yemen.26Afghanistan, Pakistan, Iran e Turchia.

L’Agenzia Ebraica, guidata da Ben Gurion, accettò il piano di spartizioneincondizionatamente, invece i delegati arabi lo rifiutarono; inoltre la LegaAraba il 30 novembre dichiarò che avrebbe occupato la Palestina perimpedire la nascita di uno Stato ebraico in suolo palestinese.

L’Irgun continua col terrorismo antibritannico e antipalestineseL’Irgun continuò a compiere attentati terroristici specialmente inGerusalemme contro quel che restava delle truppe britanniche (le qualiavevano già iniziato la smobilitazione) e contro i Palestinesi, che risposeroricorrendo anch’essi alle armi.Dal 30 novembre 1947 al 1° febbraio 1948 i morti in combattimento furono864, di cui 427 arabi, 381 ebrei e 56 inglesi. I feriti furono 1941, di cui 1035arabi, 725 ebrei e 181 inglesi. Alla fine di marzo (in soli 2 mesi) i mortisalirono da 864 a 1378 e i feriti da 1941 a più di 6 mila (NUCCIO FRANCESCO

MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 92).

La carneficina di Deir Yassin e i 700 mila profughi PalestinesiNella notte tra l’8 e il 9 aprile 1948, a pochi chilometri da Gerusalemme, iguerriglieri dell’Irgun e della Gang Stern massacrarono quasi tutti i 250abitanti (compresi donne e bambini) palestinesi del villaggio di Deir Yassin.Questo massacro ebbe conseguenze molto gravi e segnò l’inizio dell’esododei Palestinesi. Jacques de Reynier - il delegato svizzero della Croce Rossa,che si recò sul posto dopo la strage - scrisse nel 1950: “Deir Yassin ha avutodelle ripercussioni enormi. Gli Arabi spinti dalla paura hanno abbandonato leloro case e così, in breve, circa 700 mila arabi son diventati profughi, dopoaver abbandonato tutto in fretta e furia per non subire la stessa sorte degliabitanti di Deir Yassin. Gli effetti di questo massacro non sono stati ancoracancellati perché questa enorme folla di profughi vive ancor oggi inaccampamenti di fortuna, senza lavoro e senza speranza di ritorno” (J. DE

REYNIER, A Jérusalem, un drapeau, Ginevra, 1950). Dopo questi attacchi cruenti gran parte della popolazione palestinese lasciòla Palestina, cercando rifugio nei Paesi arabi confinanti. Nacque, così, ildrammatico problema dei profughi palestinesi tuttora irrisolto, anziaggravatosi. Infatti nei primi giorni di aprile del 2018, per fare un esempio,alcuni Palestinesi che manifestavano per commemorare il loro esodo forzatodalla Terra Santa sono stati mitragliati e presi di mira dai cecchini dell’Esercitoisraeliano, che hanno provocato, così, una ventina di morti e circa un migliaiodi feriti. Il 13 aprile 1948, 4 giorni dopo il massacro di Deir Yassin, un convoglioebraico di 77 persone, accompagnato da una scorta armata, venne attaccatoda una banda armata palestinese e fu sterminato completamente. Iniziava lavera e propria guerra tra Israele e Palestina. L’Inghilterra avrebbe abbandonato totalmente la Palestina il 15 maggio e nonaveva nessuna voglia di restarvi un momento di più per cui osservava gli

scontri tra Palestinesi ed Ebrei senza intervenire e parava solo i colpi diretticontro di lei.

15 maggio 1948 nasce lo Stato d’Israele“Gli Ebrei di Palestina avevano già cominciato il conto alla rovescia e gliuomini di governo si preparavano al grande momento, intensificando ipreparativi militari, discutendo sul nome del futuro Stato e lavorando alladichiarazione d’indipendenza. […]. Alle ore 16 di venerdì 15 maggio 1948 inTel Aviv, nel Salone del Museo Civico, al numero 16 di Boulevard Rothschild,nasceva lo Stato d’Israele. Esauritesi le funzioni dell’Agenzia Ebraica, BenGurion diventava Capo del Governo provvisorio. Primo Presidente del nuovoStato ebraico sarà Chaim Weizmann, eletto nel gennaio 1949” (NUCCIO

FRANCESCO MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 94).

Il Libro Bianco britannico viene abrogatoIl più alto organo legislativo del nuovo Stato ebraico, denominato “Consiglioprovvisorio di Stato”, composto da 34 membri, delegò immediatamente partedel suo potere al Governo provvisorio d’Israele per varare le leggi più urgenti.Esso innanzitutto abrogò tutte le leggi che derivavano dal Libro Biancobritannico del 1939. Da qui si arguisce la volontà già inizialmente irremovibiledel neonato Stato d’Israele di non condividere con nessuno, tanto meno con iPalestinesi, la Terra Santa, che avrebbe dovuto vivere totalmente sotto ilgoverno dell’unico Stato d’Israele27. Questa volontà di predominio assolutoebraico ha incattivito il mondo arabo e ha creato una catena di problemi, chea partire dal 1948 hanno incendiato il Medio Oriente e ci hanno portato allaGuerra del Golfo in Iraq (1991/2003) sino all’attuale guerra in Siria (iniziatanel 2010 e non ancora terminata) in cui si fronteggiano diverse potenze esuper-potenze (Usa, Russia, Libano, Iran, Israele, Turchia) e da cui potrebbenascere una conflagrazione atomica e mondiale. Già nel maggio del 1948 il conte Folke Bernadotte, Presidente della CroceRossa svedese, che era stato incaricato di mediare tra Arabi ed Ebrei inPalestina, parlando al telefono con il Segretario generale dell’Onu, ilnorvegese Trygve Lie, si sentì dire: “La cosa più importante è che in Palestinanon si creino le condizioni per la Terza Guerra Mondiale. Buona fortuna…”(NUCCIO FRANCESCO MADERA, Ben Gurion, cit., p. 101).Bernadotte rimase ucciso, il 17 settembre 1948 a Gerusalemme in pienogiorno, in un attentato terroristico dell’Irgun che restò impunito. Tuttavial’uccisione di Bernadotte non scalfì la popolarità di Ben Gurion nonostanteche il successore di Bernadotte e mediatore dell’Onu in Palestina, lostatunitense Ralph Johnson Bunche, biasimò Israele e Ben Gurion per non

27Si capisce anche come l’Esercito israeliano, nell’aprile del 2018, abbiapotuto sparare su una folla di Palestinesi che stavano protestando perl’espulsione dalle loro terre avvenuta 50 anno or sono ed abbiano ucciso diproposito circa 20 persone.

aver punito gli estremisti responsabili dell’assassinio (cfr. FRED J. KHOURI,The Arab-Israeli Dilemma, 1968).

Le frontiere dello Stato d’Israele non vengono precisate: ci si prepara aprender tutto

Inoltre nel testo della Dichiarazione ebraica d’indipendenza non erano statedichiarate volutamente le frontiere del nuovo Stato d’Israele, che come disseBen Gurion, “sarà stabilito con la forza delle nostre armi, le quali nefisseranno le frontiere. […]. Anche l’America, con la dichiarazioned’indipendenza non aveva fissato frontiere ai suoi primi 13 Stati e oggi siestende dall’Atlantico al Pacifico” (D. BEN GURION, Lettera al quotidianofrancese Le Monde, 2 luglio 1969). Tutto ciò manifesta la diretta volontàegemonica di Israele non solo sulla Palestina, ma anche sui Paesi limitrofi(Siria e Giordania) per ricostruire il “Grande Israele”, che tramite gli Usa dovràdominare indirettamente il mondo intero. Il recente episodio, chesembrerebbe grottesco se non fosse tragicamente reale, in cui Netanyahu hastabilito, motu proprio senza chiedere il permesso a chicchessia, che alcunemigliaia di profughi arrivati in Israele da svariati anni, passando dalla Somalia,debbono essere accolti in Italia, in Germania e in Canada ci fa capire comeoramai i sionisti si sentano e siano in un certo senso i “padroni di questomondo”, nato dalla Seconda Guerra Mondiale, con l’appoggio incondizionatodegli Usa.

La guerra delle Nazioni arabe contro lo Stato d’Israele (15 maggio 1948)Il Libano 8 ore dopo la dichiarazione d’indipendenza (15 maggio 1948)attaccò Israele da nord, la Siria da nord-est, la Legione Araba a l’Iraqarrivarono dalla Giordania, ma il pericolo più grave era rappresentatodall’Egitto che avanzò da sud e con l’appoggio dell’aviazione giunse a 30chilometri da Tel Aviv. Tuttavia l’avanzata araba non fu assoluta e travolgente,la resistenza ebraica si fece sentire sùbito e fu molto ben organizzata anchegrazie alle armi che Ben Gurion fece giungere dagli Usa. I Paesi arabivennero affrontati separatamente e attaccati uno dopo l’altro. Le forze arabemesse assieme arrivarono a circa 30 mila soldati, la stessa cifra venneraggiunta dagli Israeliani, che però in luglio arrivarono a contare circa 60 milamilitari contro i 30 mila arabi. I Libanesi e i Siriani si ritirarono, gli Egiziani e iGiordani rinunziarono ad avanzare. Israele era molto più forte di quanto sipensasse. L’11 giugno l’Onu impose una tregua che permise a Israele di fargiungere a Gerusalemme attraverso la “pista birmana” nuovi rifornimenti. Laparte ovest di Gerusalemme fu invasa dagli Israeliani, ma la parte est rimasein mano ai Palestinesi almeno sino al 1967.

Luglio 1948: Israele riprende l’invasioneDopo la tregua imposta dall’Onu (11 giugno 1948), Israele si eraenormemente rafforzato. Riprese la guerra a luglio e in soli 10 giornil’Esercito di Ben Gurion capovolse la situazione bellica. Il 18 luglio 1948 gli

Israeliani si erano impossessati delle rive del fiume Giordano e di tutta laGalilea centrale. Il 10 ottobre Ben Gurion sferrò un attacco per conquistare ilNeghev (azione per la quale fu rimproverato dal rappresentante dell’OnuBunche in quanto violazione dell’armistizio del 19 luglio). L’Esercito egizianovenne circondato e decimato a Falluja e dovette chiedere l’armistizio, ma letruppe israeliane ancor prima dell’inizio delle trattative arrivarono al MarRosso (cfr. RONY GABBAY, A Political Study of the Arab-Jewish Conflict, Parigi,1959).Infine il 24 febbraio 1949 venne firmato un armistizio tra Israele e l’Egitto, il 23marzo tra Israele e il Libano, il 4 aprile con la Giordania e il 20 luglio con laSiria. L’unico Stato arabo a non firmare fu l’Iraq.Gli Usa e l’Urss posero la loro sede diplomatica nello stesso albergo di TelAviv (il Gat Rimon) e furono tra i primi a riconoscere lo Stato d’Israele, natoquindi con l’appoggio delle due superpotenze e ideologie (marxista egiudaico/massonica), accidentalmente e apparentemente diverse, marealmente e sostanzialmente eguali, che oramai dominavano il mondo,schiacciandolo come le due chele di una medesima tenaglia. Questosuccesso rafforzò notevolmente la posizione politica di Ben Gurion,dominatore incontrastato della scena politica, che aveva surclassato anche ilPresidente Weizmann, rimasto legato alla GB oramai sorpassata dagli Usa.

Le lotte intestine di Israele: l’Irgun contro l’Esercito regolareL’estrema destra israeliana capeggiata da Menachem Begin con il gruppoparamilitare dell’Irgun cercò di prendere il potere interno e di spodestare iLaburisti di Ben Gurion, approfittando delle vicende belliche, ma Ben Gurionreagì senza esitazioni. Infatti quando Begin cercò di far sbarcare in TerraSanta la nave Altalena contenente un grosso carico di armi per l’Irgun, Davidordinò alle truppe regolari di aprire il fuoco contro di essa. Circa 100 ebreidell’Irgun restarono uccisi dalle cannonate governative. Sùbito dopo averdisintegrato l’estrema destra Ben Gurion attaccò anche l’estrema sinistraebraica e annichilò l’organizzazione paramilitare Palmah. Ben Gurion riuscì ad isolare ed eliminare dalla scena politica israeliana sial’estrema destra che l’estrema sinistra. Alle elezioni del 25 gennaio 1949 ilPartito di Ben Gurion (Mapai) ottenne circa il 36% dei voti, assicurandosi lamaggioranza relativa con 46 seggi su 120. Il Presidente dello Stato d’Israele,Chaim Weizmann, affidò a Ben Gurion il compito di formare il governo,divenendone Primo Ministro e Ministro della Difesa.

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(PARTE QUINTA)

I PRIMI ANNI DELLO STATO D’ISRAELE

Israele siede all’Onu (1949)Appena un anno dopo la sua nascita Israele era già una Nazione a tutti glieffetti. Il 14 maggio 1949 Ben Gurion annunciò che da 4 giorni irappresentanti d’Israele sedevano ufficialmente alle Nazioni Unite.

L’internazionalizzazione di GerusalemmeTuttavia una delle condizioni imposte a Israele per essere ammesso nell’Onuera l’internazionalizzazione di Gerusalemme. Israele, allora, dette garanziaformale e scritta che non si sarebbe opposto allo statuto internazionale dellaCittà Santa di Gerusalemme (come stabilito dall’Ordinanza dell’Assembleagenerale dell’Onu del 13 aprile 1949). Solo a questa condizione lo Statod’Israele fu ammesso nell’Organizzazione internazionale, ma oggi (dicembre2017), con l’aiuto del Presidente statunitense Donald Trump, Israele vìolaesplicitamente il patto siglato nel 1949.

Ben Gurion contro l’internazionalizzazioneD’altronde già lo stesso Ben Gurion, il 6 novembre 1949, in un’intervistarilasciata al New York Times, all’Herald Tribune e all’Observer contraddisse lepromesse fatte dai delegati israeliani all’Onu, dichiarando: “Israele nonrinuncerà ai suoi diritti sul Neghev, se non sarà costretto con la forza e nonaccetterà che si stabilisca un regime internazionale a Gerusalemme” (NUCCIO

FRANCESCO MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 107).

Insofferenza d’Israele verso l’OnuLo Stato d’Israele sin dall’inizio della sua esistenza si dimostrò insofferentead ogni intervento dell’Onu nei suoi riguardi, come il sionismo negli anniTrenta/Quaranta era stato insofferente verso la GB, sebbene inizialmenteessa avesse aiutato i sionisti in tutti i modi per la futura nascita dello Statoebraico. La Risoluzione n. 181 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 29novembre 1947 stabili: “La città di Gerusalemme sarà costituita come uncorpus separatum sotto uno speciale regime internazionale e verràamministrata dalle Nazioni Unite”.Pio XII fu pienamente d’accordo con la Risoluzione 181 dell’Onu. Eglinell’Enciclica In Multiplicibus del 24 ottobre 1948 si espresse favorevolmente

all’instaurazione di un regime internazionale per Gerusalemme e dintorni enell’Enciclica Redemptoris nostri del 15 aprile 1949 scrisse: “Nelle attualicircostanze il regime internazionale sembra il più adatto per la tutela deivenerandi monumenti della vita e della morte del Divin Redentore”.

Ben Gurion sfida l’OnuIl 7 dicembre 1949 l’Assemblea generale dell’Onu votò una risoluzionesecondo cui Gerusalemme doveva esser sottoposta al suo controllo. Invece il13 dicembre Ben Gurion decise, anche contro il parere del Ministro egli Esteriisraeliano, di trasferire la capitale del nuovo Stato da Tel Aviv aGerusalemme. Il suo fu un gesto di sfida verso l’Onu e tutta la sua politicaestera fu sempre improntata a questa spregiudicatezza, destreggiandosi - dauna parte - per non urtare troppo le potenze occidentali onde non perdere iloro aiuti economici, cercando sempre però - dall’altra parte - di mantenere lasuperiorità bellica ed economica sui Palestinesi.Nel febbraio del 1948 un esperto americano di politica mediorientale scrisse:“Senza il flusso ininterrotto di denaro e di appoggio politico da parte degliEbrei residenti in Usa, la Nuova Giudea rischia la distruzione” (R. W. VAN

ALSTYNE, “Current History”, febbraio 1948). In cambio di questi aiutieconomici, nel 1950, Ben Gurion dovette sostenere gli Usa nella guerra inCorea. Un economista ebreo (Eli Lobel) definì la politica di Ben Gurion come“servilismo verso l’imperialismo occidentale” (cfr. NUCCIO FRANCESCO

MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 109).

Israele tra Urss e Usa durante la “Guerra fredda”Il mondo si trovava allora in piena “guerra fredda”. Ben Gurion inizialmente simantenne neutro tra Usa e Urss, ma capì ben presto che la sua posizione erairrealistica. Infatti sebbene l’Urss avesse riconosciuto sin dall’inizio la nascitadello Stato d’Israele, tuttavia non permise agli Ebrei/russi di lasciare l’Unionesovietica e non volle rinunciare a perdere ogni influenza sui Paesi arabi.Invece dall’occidente filoatlantico e totalmente filosionista - a partire dal 15maggio 1948 sino al 31 dicembre 1951 - oltre 650 mila immigranti entraronoin Israele. La popolazione ebraica raddoppiò in pochi anni grazie all’appoggiostatunitense e raggiunse quella palestinese.

La “Legge del ritorno” (1950) e i risarcimenti tedeschiBen Gurion il 5 luglio 1950 promulgò la “Legge del ritorno”, secondo cui ogniebreo aveva il diritto di stabilirsi in Palestina. Tuttavia col crescere dellapopolazione ebraica in Terra Santa aumentarono le spese per lo Statod’Israele, che così andò in deficit. Allora Ben Gurion corse alla ricerca dicapitali ovunque fosse possibile. Egli il 12 marzo 1951, tramite il Ministrodegli Esteri Sharett, presentò una Nota diplomatica alle 4 Potenze occupantila Germania in cui chiedeva allo Stato tedesco, a titolo di riparazione per glieccidi nazisti, 1 miliardo e mezzo di dollari ed inoltre il 7 gennaio 1952 arrivòa proporre alla Knesset (la Camera dei deputati d’Israele) di accettare le

riparazioni tedesche per gli eccidi nazisti compiuti contro gli Ebrei europei,mettendosi contro l’estrema destra israeliana (capeggiata da MenachemBegin), che si stracciò le vesti per una tale proposta giudicata, forsefarisaicamente, “blasfema”. Ma Ben Gurion guardò al “solido” e continuò perla sua strada, anzi fece domare, con estrema severità, dall’Esercito i tumultiorganizzati dall’estrema-destra attorno al Parlamento israeliano. Cosìassicurò a Israele un guadagno annuo di circa 80 milioni di dollari per 10 annida parte della Germania di Adenauer, che dichiarò la sua disponibilità equella del suo governo al risarcimento sin dal 27 settembre 1951.Nel 1952 morì il Presidente d’Israele Chaim Weizmann e venne rimpiazzatoda Yitzak Ben Zvi, un vecchio amico di Ben Gurion, che venne rieletto per 2volte, conservando la Presidenza d’Israele sino all’aprile del 1963.

Ben Gurion moderato?Comunemente si presenta Ben Gurion come un “moderato” per rapporto agliestremisti dell’Irgun di Menachem Begin, tuttavia non bisogna dimenticareche egli fu spietato sia nel reprimere i dissidenti ebrei di estrema-destra, sianella lotta contro la GB e soprattutto nella guerra contro i Palestinesi. Infattigià nel 1948, al nascere dello Stato ebraico in Palestina, disse: “Dobbiamofare di tutto perché non tornino mai!”, riferendosi ai circa 650 mila Palestinesifuggiti dalla Terra Santa e rifugiatisi all’estero in séguito agli eccidi ebraici. Inquesto caso Ben Gurion fu assai intransigente e si scontrò, ad intra, con ilsuo Ministro degli Esteri Sharett, che pur essendo laburista come lui, eramoderatamente favorevole ad una soluzione negoziata del problema deiprofughi Palestinesi28, essendo pronto ad accettare una Risoluzione dell’Onuche imponeva a Israele di accettare il rimpatrio dei profughi, di cui Sharett neavrebbe ammessi soltanto 100 mila. Ben Gurion non ne volle sapere,l’opinione pubblica israeliana si schierò con David e Sharett dovette cedere. Anche in questo Ben Gurion dimostrò di non aver fiducia nell’Onu. Infatti perlui, contrariamente alle Risoluzioni delle Nazioni Unite, “ogni palestinese diritorno sottrarrebbe un po’ di spazio all’immigrazione ebraica” (NUCCIO

FRANCESCO MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 118), chesecondo lui avrebbe dovuto impadronirsi dell’intera Palestinaestromettendone completamente i Palestinesi. Così David “non è disposto atransigere sui confini: neppure un centimetro di terra conquistata col sangueebraico deve essere ceduta. Unica strada valida per imporre agli Arabil’esistenza d’Israele è la rappresaglia; gli Stati confinanti sono responsabili diogni infiltrazione in Israele commessa dai fedayn di Palestina e perciò devonosubire la ritorsione” (ivi).

I profughi palestinesi

28I beni mobili e immobili abbandonati dai Palestinesi dopo la guerra del1948 sarebbero valutabili nella cifra che oscilla tra i 120 e i 2400 milionidi sterline (cfr. PERETZ, Israel and Palestine Arabs, 1958).

La legislazione israeliana toglieva ogni base legale alle rivendicazioni deiprofughi palestinesi. Infatti Israele poteva, in base alle sue leggi, circondare lezone abbandonate ritenute strategiche con una “cintura militare” e impedirvil’entrata di chiunque. Inoltre la “Legge sulle proprietà degli assenti”,promulgata nel 1950, decretò che i beni “abbandonati dai Palestinesi per uncerto periodo sarebbero divenuti proprietà dello Stato d’Israele” (SABRI

GERIES a cura di, Gli arabi in Israele, Roma, Editori Riuniti, 1970; WALTER

SCHWARTZ, The Arabs in Israel, Londra, 1959).

Le dimissioni di Ben Gurion (1953) e il suo ritorno al governo (1955)Tuttavia tale politica estremamente aggressiva correva il rischio di isolare isionisti. In questo stato di cose Ben Gurion, per non scendere a compromessied anche per non isolare Israele, si dimise da Primo Ministro il 7 dicembre del1953, lasciando il posto al moderato Moshe Sharett e quello della Difesa alsuo delfino e “falco” Pinhas Lavon, ritirandosi nella sua tenuta nel Neghev.Dopo oltre un anno (il 21 febbraio 1955) egli riprese il Ministero della Difesaanche per l’insistenza del Ministro del Lavoro Golda Meir. La politicamoderata o prudente di Sharett venne sepolta da Ben Gurion in pochi giorni.

Riprendono le rappresaglie contro i PalestinesiInfatti non appena Ben Gurion prese possesso del Ministero della Difesa,Israele tornò all’intransigenza iniziale. In contrapposizione alla politicadistensiva e diplomatica di Sharett, Ben Gurion riorganizzò immediatamentela rappresaglia contro i Palestinesi e i Paesi arabi che avevano accolto iprofughi della Palestina. Fu così che l’Esercito Israeliano fu lanciato in unaserie d’incursioni militari specialmente in Egitto (cfr. New York Times, 2 marzo1955). Questa tattica militarmente aggressiva venne battezzata da BenGurion “Difesa attiva” ed era destinata a diventare una “guerra preventiva”(cfr. R. STEPHENS, Nasser, a political biography, Allen Lane, The PenguinPress, 1971). Nonostante le condanne dell’Onu di queste rappresaglie e gliappelli a maggior prudenza da parte degli Usa Ben Gurion (Israele: la grandesfida, cit.) continuò a sostenere la liceità di queste operazioni di ritorsioneperché, secondo lui, azioni di legittima difesa anche se preventiva. Pure il Presidente statunitense Truman, in una nota diplomatica del 29maggio 1949, manifestò a Ben Gurion il suo disappunto per il rifiuto d’Israeledi far concessioni sul problema dei rifugiati, ma Ben Gurion non demorse dalsuo pensiero e, pur dimettendosi per non nuocere allo Stato ebraico, continuòa sostenere che i Palestinesi rifugiati “sono bande di predoni addestrati percommettere atti di terrorismo e di sabotaggio” (D. BEN GURION, Israele: lagrande sfida, Milano, Mondadori, 1967). Secondo Maxime Rodinson Ben Gurion fu costretto alle dimissioni perchéfaceva troppi “colpi di testa”, mettendo in difficoltà la diplomazia israeliana elo stesso Stato d’Israele. Per esempio Ben Gurion ordinò ad un contingentedell’Esercito Israeliano di attaccare il villaggio giordano di Kibya la notte tra il14 e il 15 ottobre del 1953, distruggendo 40 abitazioni, uccidendo 53 abitanti

(uomini, donne, vecchi e bambini) e ferendone 15 (M. RODINSON, Israele e ilrifiuto arabo, Torino, Einaudi, 1969).

DAVID BEN GURION Conoscere la sua figura per capire meglio la genesi dello Stato d’Israele

e ciò che sta succedendo ai nostri giorni

(SESTA PARTE)

DALLA GUERRA CONTRO L’EGITTO (1956) ALLA GUERRA DEI SEI GIORNI (1967)

Ben Gurion ridiviene Primo Ministro (1955)

Il 2 novembre del 1955 il laburista Ben Gurion ridivenne Primo Ministro delloStato d’Israele. Il laburista moderato Sharett conservò il Ministero degli Esteri,pur avendo perso la Presidenza dei Ministri occupata da Ben Gurion.L’estrema-destra, tuttavia, avanzò fortemente alle elezioni del 26 agosto eriacquistò baldanza.

Israele si prepara ad attaccare l’Egitto (1955)

Verso la fine del ’55 Ben Gurion difese il piano dell’allora colonnello MosheDayan di attaccare l’Egitto per obbligarlo a concedere a Israele la libertà dinavigare sulle acque del Golfo di Aqaba con le sue navi da guerra. Sharett sioppose e riuscì a far respingere il piano Dayan-Gurion. Questa mossa spinseBen Gurion a licenziare il suo Ministro degli Esteri (cfr. ABBA EBAN, Storia delpopolo ebraico, Milano, Mondadori, 1971).La laburista Golda Meir prese il posto di Sharett al Ministero degli Esteri. BenGurion compì in quel frangente un “salto mortale” che potrebbe lasciareattoniti, se non si conoscesse la duttilità e il machiavellismo del personaggiopolitico in questione. Infatti, siccome anche gli Usa furono restii a fornireancora altre armi a Israele, David si rivolse all’odiatissima Inghilterra e allaFrancia, “congelando” momentaneamente i rapporti preferenziali con gliamatissimi Usa.In occasione dei suoi viaggi in Usa e in Europa (1960) Ben Gurion “giocò afondo la carta americana, ma si riavvicinò anche all’Inghilterra e allaGermania Federale e conservò l’alleanza con la Francia. Nel marzo 1960ricevette da Eisenhower la promessa di missili per Israele, che ottenne poi daKennedy. Davanti ai fotografi strinse la mano ad Adenauer, dal quale riscosse

un prestito di 500 milioni di dollari e molte armi fornite segretamente egratuitamente. Non meno segretamente, soldati e ufficiali israeliani venneroaddestrati all’uso delle nuove armi in territorio tedesco” (cfr. MAXIME

RODINSON, Israele e il rifiuto arabo, Torino, Einaudi, 1969). Sempre nel 1960Gurion ottenne da De Gaulle l’aiuto segreto per la costruzione di un reattorenucleare (cfr. Cahiers de l’Orient contemporain, Parigi 1961).

Siria e Egitto si alleano (1955)

Nasser (il nuovo leader dell’Egitto) si alleò formalmente con la Siria nelnovembre del 1955, annunciando l’unificazione dei Comandi difensivi dei 2Paesi in funzione antisionista. Nella notte tra l’11 e il 12 dicembre del 1955, inséguito ad un attacco via terra dei Siriani contro 2 motovedette israeliane cheavevano sconfinato, Ben Gurion ordinò una rappresaglia, facendo distruggerele posizioni siriane che dominavano il Lago di Tiberiade (cfr. D. BEN GURION,Israele : la grande sfida, Milano, Mondadori, 1967). Ma il Consiglio disicurezza dell’Onu espresse tutta la sua preoccupazione per il fatto cheIsraele non rispettava gli accordi presi, sconfinando spesso e volentieri.

Nasser nazionalizza il Canale di Suez

Nasser a causa della decisione degli Usa di non finanziare la costruzionedella diga di Assuan, dopo 3 anni di trattative con l’Egitto, ruppe con gliAmericani e nazionalizzò il Canale di Suez (26 luglio 1956), alleandosi con laCina e ottenendo le armi (carri armati, areoplani, sottomarini, cannoni…)dall’Urss e dalla Cecoslovacchia per potere fronteggiare un eventuale attaccoisraeliano. Il transito attraverso il Canale di Suez nei primi 6 mesi del 1956aveva fruttato 100 milioni di dollari alla Compagnia del Canale, di cui solo 3milioni erano andati all’Egitto. Nasser dichiarò che il denaro ricavato da Suezsarebbe servito per la costruzione della diga di Assuan. Il prestigio di Nasser aumentò notevolmente e ciò preoccupò Ben Gurion,che temeva un risveglio del mondo arabo aiutato da Cina e Urss proprioquando lui aveva (momentaneamente) “allentato” i rapporti con gli Usa. Fu allora che David si recò in segreto a Sèvres in Francia, accompagnato dalcolonnello Dayan e dal Ministro Shimon Peres (il futuro Presidente d’Israele),iniziando le trattative israelo-anglo-francesi. Il 23 ottobre le 3 potenzeraggiunsero un accordo e Ben Gurion ritornò in Israele su un aereo francese,portando con sé i piani di guerra contro l’Egitto.

Israele invade l’Egitto (1956)

Il 29 ottobre una colonna armata israeliana (sostenuta dall’aviazione militarefrancese) penetrò in Egitto dirigendosi verso il Canale di Suez e fermandosi, il4 novembre, a ridosso del Canale pur prevedendo, gli Israeliani, che seavessero occupato il Sinai alcune super-potenze (Usa e Urss) li avrebbero

fatti evacuare. Tuttavia ciò che premeva di più a Ben Gurion era ottenere lalibertà di navigazione nel Golfo di Aqaba (o stretto di Tiran) ed era perciòdisposto a conquistare il Sinai e poi anche a doverlo evacuare pur dimantenere la libera circolazione nel Golfo di Aqaba, cosa che facilmente glisarebbe stata accordata. Il giorno dopo (30 ottobre), secondo quanto già stabilito in segreto a Sèvres,gli anglo-francesi intimarono agli Egiziani e agli Israeliani (che a differenza deiprimi erano a conoscenza del piano franco-britannico) di ritirare le loro truppea 16 chilometri da ciascuna sponda del Canale di Suez, pensando cheNasser avrebbe respinto l’ultimatum, offrendo così il pretesto ai due Statieuropei di intervenire in Egitto e specialmente nel Canale di Suez. InveceNasser non si mosse, non attaccò gli Israeliani e non respinse formalmentel’ultimatum, mentre Israele continuò ad avanzare. Il 5 novembre 1956 l’Onu(con 64 voti contro 5) impose il “cessate il fuoco”, ma i paracadutisti anglo-francesi occuparono la zona del Canale. Tuttavia gli Usa furono fermi nelcondannare l’intervento, la Russia minacciò di usare l’arma atomica. Quandole truppe anglo-francesi occuparono il porto di Alessandria di Egitto, dopo 2giorni di combattimento, i loro governi ordinarono ad esse di consegnarsi al“Corpo di pace” dell’Onu.Da questa storia gli anglo-francesi ne uscirono umiliati. Nasser, nonostante lasconfitta militare, riportò un’importante vittoria diplomatica. Gli Israeliani, dopoaver obbedito al cessate il fuoco ingiunto il 6 novembre dalle Nazioni Unite,acquistarono un’aura di “invincibilità”29 e Ben Gurion affermò euforico:“Abbiamo fondato il terzo Regno di Israele”. Tuttavia gli Usa non gli detterotregua, minacciando sanzioni per ottenere che le truppe israeliane siritirassero dal Sinai egiziano. Il Presidente statunitense Eisenhower l’8novembre scrisse una lettera a Ben Gurion chiedendogli di “non mettere arepentaglio l’amichevole cooperazione esistente tra i loro Paesi”. Siccome ilritiro furbescamente fu iniziato ma non fu completato, il 3 febbraio 1957,Eisenhower riscrisse a Ben Gurion, che molto diplomaticamente dette la suadisponibilità ad ultimare il ritiro a condizione che gli fosse garantita la libertà dipassaggio attraverso il Golfo di Aqaba. Il 2 marzo Eisenhower concluse ilcarteggio con Ben Gurion ringraziandolo della sua disponibilità a ritirarsicompletamente e facendo capire implicitamente che la libera navigazione diIsraele nel Golfo di Aqaba sarebbe stata garantita. Ben Gurion, pur non avendo potuto mantenere tutto ciò che avevaconquistato, aveva raggiunto lo scopo principale dell’operazione: la liberanavigazione per Israele nello Stretto di Tiran o Golfo di Aqaba (cfr. NUCCIO

FRANCESCO MADERA, Ben Gurion, Milano, Mondadori, 1972, p. 130).

29Gli Israeliani ebbero 174 morti e 1 prigioniero, gli Egiziani oltre 900 morti e circa 6mila prigionieri (cfr. Jewish Observer, 16 novembre 1956). Tuttavia bisogna tenere amente che l’Esercito egiziano era stato prima disperso dall’attacco anglo-francese esolo poi si era confrontato con l’Esercito israeliano.

Dopo il 1956 inizia il declino di Ben Gurion

Tuttavia dopo questa serie di trionfi iniziò gradualmente il declino di BenGurion. Infatti “si manifestò in lui una certa tendenza ad inasprireeccessivamente alcune animosità personali e partitiche nell’ambito della vitanazionale. L’elettorato, malgrado la venerazione che solitamente gli avevaattribuito, evitò sempre con prudenza di dare la maggioranza assoluta aipartiti da lui diretti. Si temeva che egli avrebbe sfruttato al massimo qualsiasiautorità di cui fosse stato investito e quindi fosse meglio non darglienetroppa” (ABBA EBAN, Storia del popolo ebraico, Milano, Mondadori, 1971).Inoltre in Israele tra il 1962 e il 1963, durante il processo a Eichmann, siaccese una violenta campagna antitedesca e naturalmente la richiesta difinanziamenti fatta da Ben Gurion alla Germania di Adenauer ritornò a galla emise in cattiva luce Gurion non solo di fronte all’estrema-destra, ma anche difronte alla corrente più intransigente del suo stesso partito (che era divenutamaggioritaria). Oramai si facevano strada gli esponenti politici più giovani detti anche della“seconda generazione” (Abba Eban, Golda Meir, Levi Eshkol…), i qualipremevano per ottenere la loro piena autonomia che Ben Gurion avevasempre ostacolato con il suo forte e opprimente paternalismo. Purriconoscenti verso il “Padre della Patria” i nuovi “colonnelli” oramai volevanofare da soli.

Ben Gurion si dimette definitivamente (1963)

Fu così che il 16 giugno 1963 Gurion annunciò le sue dimissioni irrevocabili eil suo posto fu preso da Levi Eshkol mentre David si ritirò nel suo kibbutz diSde Boker, ma non abbandonò totalmente la vita politica, anzi nel 1965partecipò al Congresso del suo Partito (Mapai), in cui venne fortementecontestato per la sua ostinazione che lo portava gli ultimi tempi verso unacerta forma di irrealismo. Solo pochi gli rimasero fedeli (Moshe Dayan,Shimon Peres…).

La “Guerra dei sei giorni” (1967)

Nel 1967 scoppiò la “Guerra dei sei giorni”. Nei primi giorni di aprile dei coloniisraeliani iniziarono a coltivare alcuni terreni contestati alle frontiere dellaSiria. Lo scontro campestre divenne una vera e propria battaglia militare incui vennero coinvolte l’aviazione e l’artiglieria. Gli aerei israeliani arrivaronosino a Damasco, l’Urss ammonì Israele, l’Onu impose il “cessate il fuoco”.In quei frangenti iniziò l’azione di rappresaglia e di guerriglia palestinese interritorio israeliano, organizzata nei minimi dettagli, con una tecnologiaaltamente avanzata dall’organizzazione Al Fatah e portata avanti da elementimolto ben addestrati. Il 12 maggio 1967 il Primo Ministro d’Israele (LeviEshkol) e il generale Isac Rabin (futuro Primo Ministro) fecero delle

dichiarazioni molto severe, che furono interpretate da Nasser come unaminaccia di attacco militare; anche i servizi segreti egiziani, siriani e russiconfermarono questa interpretazione e segnalarono una forte concentrazionedi truppe israeliane verso la frontiera della Siria. Nasser il 14 maggio iniziò adammassare truppe nel Sinai e il 22 maggio decretò il blocco navale nel Golfodi Aqaba. Israele rispose dicendo che ogni limitazione alla libera navigazionedelle sue navi nel Golfo di Aqaba sarebbe stata considerata come un “atto diaggressione contro lo Stato ebraico”. Ben Gurion il 29 maggio riscesenell’arena politica per sottolineare fortemente questo concetto. Il 30 maggiore Hussein di Giordania volò al Cairo e firmò con Nasser un patto di reciprocadifesa. La diplomazia internazionale si dette da fare per scongiurare ilpericolo di una guerra, fissando al 5 giugno una riunione del Consiglio diSicurezza dell’Onu per trattare la questione politicamente, ma prima cheiniziasse la discussione nel seno dell’Onu, Israele decise di attaccaresorprendendo tutti. Il 5 giugno 1967, alle ore 7 e 45, un’operazione lampodell’aviazione israeliana distrusse quasi totalmente gli aeroporti e la flottamilitare egiziana (cfr. W. CHURCHILL, La guerra lampo d’Israele, Milano,Mondadori, 1967)30. L’Esercito di Nasser senza aviazione e marina, distrutteanche grazie all’impiego di bombe appena scoperte ingegnosamente daIsraele, non poté far nulla contro l’avanzata dell’Esercito israeliano,capitanato da Moshe Dayan e da Isac Rabin, il quale dopo aver invaso ilSinai si attestò presso il Canale di Suez (che l’Egitto aveva chiuso al trafficomarittimo) il 10 giugno. In Siria la resistenza araba riuscì a fermare l’avanzata galoppantedell’Esercito israeliano solo alle porte di Damasco. Al “cessate il fuoco”, dopo6 giorni di guerra-lampo, Israele si era impadronito del Sinai, di Gaza, dellaTransgiordania e di una fascia della Siria. Nasser dette le dimissioni da Presidente dell’Egitto il 9 giugno, ma il popoloegiziano le respinse in massa. Il 5 luglio le Nazioni Unite votarono il ritirod’Israele dai territori che aveva appena occupati, ma non raggiunsero lamaggioranza dei 2/3 dei voti, che era necessaria per rendere operativa ladecisione. Frattanto il problema dei profughi palestinesi si aggravava. Infattiai 100 mila che già si erano rifugiati in Egitto prima della “Guerra dei seigiorni”, se ne aggiunsero altri 350 mila.Il 22 novembre 1967 il Consiglio di Sicurezza dell’Onu votò all’unanimità unamozione sul conflitto arabo-israeliano in cui chiese il ritiro delle forze armateisraeliane dai territori recentemente occupati (cfr. ERIC ROULAU, Israele e gliArabi, Milano, Feltrinelli, 1968).

Gli ultimi anni di Ben Gurion (1970-1973)

30Si è anche ammesso che l’Inghilterra e gli Usa sostenessero nascostamentel’Aviazione israeliana (cfr. Herald Tribune, 9 giugno 1967). È certo che l’Urss nonfece nulla per aiutare l’Egitto e gli altri Paesi arabi.

Solo nel 1970 i delegati egiziani, siriani e israeliani si riunirono a New Yorkper discutere il “piano di pace” annunciato dal Segretario di Stato americanoRogers (il 25 giugno 1970) e approvato dall’Urss, dalla Francia edall’Inghilterra. Il 7 agosto Israele ruppe le trattative, installando nuove basimissilistiche nella zona di Suez; nel mese di settembre morì Nasser (cfr.ROBERT STEPHENS, Nasser, a Political Biography, Penguin Press, 1971). BenGurion passò tutti i suoi poteri al suo pupillo Moshe Dayan e si spense nel1973.

Conclusione

Verso la fine del dicembre del 2017 gli Usa hanno deciso che Gerusalemmedovrà essere la capitale del solo Stato d’Israele e non più la Città Santa delletre confessioni monoteistiche politicamente internazionalizzata. La Risoluzione n. 181 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 29novembre 1947 aveva stabilito: “La città di Gerusalemme sarà costituitacome un corpus separatum sotto uno speciale regime internazionale e verràamministrata dalle Nazioni Unite”.Una delle condizioni imposte poi a Israele per essere ammesso nell’Onu eraproprio l’internazionalizzazione di Gerusalemme. Israele, al suo nascere,dette garanzia formale e scritta che non si sarebbe opposto allo statutointernazionale della Città Santa di Gerusalemme. Solo a questa condizione loStato d’Israele fu ammesso nell’Organizzazione internazionale, ma oggi(dicembre 2017), con l’aiuto del Presidente statunitense Donald Trump,Israele vìola esplicitamente il patto siglato nel 1949. Gerusalemme, malgrado tutto, continua ancora ad essere una cittàgiuridicamente e politicamente internazionalizzata perché la maggior partedelle Nazioni facenti parte dell’Onu, nel dicembre del 2017, non ha accettatola decisone statunitense, ma si teme che Israele farà di testa propria eappoggiata dagli Usa s’impossesserà praticamente e pian piano anche ditutta Gerusalemme compresi i Luoghi Sacri del Cristianesimo. Tutto ciò hauna valenza teologica apocalittica e anticristica: il Giudaismo talmudico,avendo fatto crocifiggere Gesù a Gerusalemme, fu punito da Dio e dispersotra le Genti dopo che la Citta Santa dell’Antica Alleanza fu distrutta erimpiazzata da Roma: la Città Santa della Nuova ed Eterna Alleanza. Oraesso cerca di rimpossessarsi di Gerusalemme e di ricostruirvi il Tempio,cercando di smentire la profezia di Gesù. Dove ci porterà questo stato dicose? Si può ritenere, giustamente e senza tema di esagerare, verso unaimmane catastrofe. Lo Stato d’Israele, dal 1948 ad oggi, asserisce che Gerusalemme con laPalestina (una volta Giudea, sino al 70 d. C.) è “sempre” stata degli Ebrei(nonostante che Roma abbia distrutto Gerusalemme e la Giudea tra il 70-135ed abbia disperso quasi tutti i Giudei nel resto del mondo allora conosciuto).Inoltre i dati anagrafici dimostrano che gli Ebrei presenti in Palestina nel 1880

erano solo 20 mila, mentre i Palestinesi musulmani erano circa 600 mila e iPalestinesi cristiani oltre 70 mila su un totale di 750 mila abitanti. Infine gli Ebrei ritornarono in Palestina, con una certa cospicua entità, solo apartire dai primi decenni del XX secolo, arrivando circa alle 200 mila unitànegli anni Trenta (su 1 milione di abitanti), raggiungendo - dopo le espulsionidegli Ebrei dalla Germania e dalla Polonia occupata dal III Reich - la cifra dimezzo milione nel 193931. Quindi non si può assolutamente affermare che laPalestina è “sempre stata degli Ebrei”. Ora è proprio in base a questamenzogna che è stato fondato lo Stato d’Israele. Inoltre uno dei tratti che lasciano maggiormente perplessi quanto alla nascitadello Stato ebraico è il fatto che il sionismo, pur essendo un movimentopolitico non religioso, ma ateo o agnostico, si rifaceva alla promessa fatta daDio al popolo d’Israele di dar loro la “Terra promessa”, ossia Canaan. Nel 1946 Judah L. Magnes (Preside dell’Università ebraica di Gerusalemme)scrisse: «Uno Stato ebraico non può essere ottenuto, se non con la guerra.Potete parlare di ogni cosa ad un arabo, ma non dello Stato ebraico. Equesto perché uno Stato ebraico, per definizione, significa che gli Ebreigoverneranno gli Arabi viventi in questo Stato. Si è mai visto un popolo offrireil proprio territorio di propria volontà? Così anche gli Arabi Palestinesi nonrinunzieranno alla loro sovranità senza violenza» (MAXIME RODINSON, Israelee il rifiuto arabo, Torino, Einaudi, 1969).

Era nella natura delle cose: la creazione di un “Focolare nazionale ebraico” inPalestina non avrebbe potuto che formare un incendio. Infatti 1°) o laPalestina sarebbe rimasta ai Palestinesi; 2°) o sarebbe stata invasa anchedagli Ebrei e gli uni o gli altri avrebbero mirato a diventare la forza principalee lo Stato unico in Terra Santa. In quest’ultimo caso, quindi, vi sarebbe statoun conflitto da affrontare e risolvere con la vittoria dell’uno e la sconfittadell’altro.

La volontà di predominio assoluto ebraico ha incattivito il mondo arabo e hacreato una catena di problemi, che a partire dal 1948 hanno incendiato ilMedio Oriente e ci hanno portato alle “Guerre del Golfo” in Iraq (1991/2003)sino all’attuale guerra in Siria (iniziata nel 2010 e non ancora terminata) in cuisi fronteggiano diverse potenze e super-potenze (Usa, Russia, Libano, Iran,Israele, Turchia) e da cui potrebbe nascere una conflagrazione atomica emondiale. Nei primi giorni del febbraio 2018 gli Usa hanno bombardato una colonnasiriana uccidendo circa 100 militari governativi. La Siria, a sua volta, haabbattuto un caccia israeliano (9 febbraio 2018) dopo che Israele avevacolpito un drono iraniano, il quale stava ispezionando le zone limitrofe tra Irane Siria. Quindi Israele ha paventato la possibilità di un attacco in grande stilecontro l’Iran (11 febbraio). Frattanto gli eserciti della Siria e della Turchia si

31Cfr. MAXIME RODINSON, Israele e il rifiuto arabo, Torino, Einaudi, 1969.

stanno affrontando per la questione dei Curdi, che risiedono ai confini tra ledue Nazioni. Gli Usa nell’aprile del 2018 hanno bombardato la Siria,minacciando anche le forze armate russe ivi presenti e si è sfiorata la guerranucleare. Israele soffia sul fuoco. Cosa succederà? E perché tanta voglia diguerra nel Vicino Oriente, che - data la presenza in loco degli eserciti russi estatunitensi - potrebbe diventare mondiale e nucleare? Sembrerebbe si stiaripetendo la vicenda storica degli zeloti, che provocarono Roma nel 64 d. C. ela costrinsero a sedare la rivolta arrivando alla distruzione di Gerusalemmecon il suo Tempio (70 d. C.). La figura di Ben Gurion, il “Padre della Patria” ebraica in Palestina, ci aiuta acapire come si è svolta la fondazione dello Stato ebraico e come si sia arrivatialla situazione attuale, la quale sostanzialmente non è altro che lacontinuazione della politica di Ben Gurion, pur con delle accidentali differenzedi stile. La storia dello Stato d’Israele non può non interessare i Cristiani, perché nellaTerra da esso occupata nel 1948 nacque, visse e morì Gesù Cristo, che fuosteggiato dai progenitori dei sionisti odierni. In breve quel che stasuccedendo in Terra Santa è una specie di riedizione del dramma svoltosi neitre anni di vita pubblica di Gesù, i quali finirono sul Calvario, ma furonocompiuti dalla Risurrezione di Cristo e dalla sua vittoria sul Giudaismorabbinico proprio quando questo sembrava aver sepolto definitivamenteCristo e i Cristiani. Se le cose volgono al peggio in Medio Oriente, nel mondo intero e persinonell’ambiente ecclesiale non dobbiamo scoraggiarci: la vittoria finale,nonostante la momentanea sconfitta, appartiene a Cristo.

d. Curzio Nitoglia

FINE

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