Dattrino - Padri e Maestri Della Fede. Lineamenti Di Patrologia @

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Una diversa Patrologia. ;-)

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  • Lorenzo Dattrino

    PADRI E MAESTRI DELLA FEDE

    Lineamenti di Patrologia

    rm EDIZIONI MESSAGGERO PADOVA

  • Copertina di MARIA PALASINSKA

    ISBN 88-250-0270-X

    Copyright 1994 by P.P.F.M.C. MESSAGGERO DI S. ANTONIO - EDITRICE Basilica del Santo - Via Orto Botanico, 11 - 35123 Padova

  • PREFAZIONE

    Questo libro nato con l'intento di offrire un primo stru-mento di lavoro a chi si avvicina allo .studio dei Padri e corre il rischio di smarrirsi tra la vastit del materiale che le biblioteche mettono a sua disposizione.

    Per questa ragione, seguendo un modulo di lavoro cronolo-gico e per aree linguistiche, che s situa in un contesto storico-culturale, sono stati privilegiati gli avvenimenti, le figure e le opere degli autori maggiori, lasciando sullo sfondo tutti gli altri, e supplendo, l dove stato possibile, con accenni bibliografici.

    Anche per la parte antologica, sono stati seguiti gli stessi criteri, cercando, attraverso la scelta dei brani proposti, di dare un'idea del modo di scrittura di ogni autore e delle tematiche a lui care. Per questa ragione tale scelta va letta solo a livello in-dicativo.

    Per le indicazioni bibliografiche, oltre alla citazione delle edizioni critiche fontali, sono state indicate, nel caso ce ne fossero, le traduzioni italiane pi recenti, perch pi facilmente reperibili. In tutti gli altri casi sono state invece indicate tradu-zioni nelle lingue pi facilmente accessibili al lettore.

    Per gli studi, oltre a citare voci inserite in dizionari ed enci-clopedie, per un primo sguardo d'insieme sugli autori e sulle opere, parso conveniente il riferimento a lavori di carattere pi generale e di contesto, per la maggior parte recenti e in lingua italiana, per la ragione addotta prima, ma che non trattassero questioni troppo specifiche, rimandando alle bibliografie che corredano articoli e libri citati. Altra bibliografia ha trovato po-sto nelle note.

    Sono stati inoltre aggiunti degli indici per una pi facile consultazione, con la speranza che questo manualetto, nato da un'esperinza d'insegnamento e dal contatto vivo con gli stu-denti, possa essere uno strumento, agile ma allo stesso tempo valido, di iniziazione alla grande ricchezza teologica e letteraria delle nostre radici cristiane.

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  • BHG Bfil BS CCL CSEL DACL DHGE

    DBS DPAC DS DSp DSGL DThC EC GCS PG

    PL

    PLS SCh

    SIGLE

    Biblioteca Hagiographica Graeca Bibliotheca Hagiographica Latina Bibliotheca Sanctorum Corpus Christianorum Corpus Scriptorum ecclesiasticorum Latinorum Dictionnaire d' archologie et de liturgie Dictionnaire d' histoire et de gographie ecclsia-stique Dictionnaire de la Bible. Supplment Dizionario Patristico e di antichit cristiane Dizionario di Spiritualit Dictionnaire de Spiritualit, Asctique et Mystique Dizionario degli scrittori greci e latini Dictionnaire de Thologie Catholique Enciclopedia Cattolica Die griechischen christlichen Schriftsteller J.P. MmNE, Patrologiae cursus completus (Series graeca) J.P. M:rGNE, Patrologiae cursus completus (Series la-tina) A li.AMMAN, Patrologia latina. Supplementum. Sources Chrtiennes

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  • INTRODUZIONE GENERALE

    1. LA TERMINOLOGIA: PATRISTICA E PATROLOGIA

    La Patristica quella, fra le scienze teologiche, che fa og-getto di studio speciale i Padri della chiesa. Sorta come ramo di-stinto della teofogia in ambiente luterano, dove si cominci a di-stinguere la teologia biblica dalla patristica e dalla scolastica, comprendeva all'inizio anche le necessarie nozioni preliminari di carattere storico-filologico, ma rimase distinta dalla "Patrolo-gia" proprimente detta, che si limitava a dare nozioni di storia letteraria. Tuttavia nel considerare i Padri come scrittori, si constatata sempre pi l'impossibilit di prescindere .dal loro pensiero, e, al tempo stesso, di studiarli senza tener conto anche degli altri scrittori loro contemporanei, di modo che ora ogni li-bro di "Patrologia" contiene sempre nozioni pi o meno ampie di "Patristica"; e, mentre il senso della distinzione tra le due di-scipline si va smarrendo, la Patrologia tende sempre di pi a di-ventare storia delle antiche letterature cristiane, e l'antica teolo-gia patristica, in quanto accoglie e discute le concezioni teologi-che degli antichi scrittori ecclesiastici, tende a confondersi con la storia dei dogmi 1

    Naturalmente si d come iniziatore della stesura d'un dise-gno organico di Patrologia, intesa soprattutto come informazio-ne su scrittori e su opere letterarie, san Girolamo con il suo De viris illustrbus (393)2. Ma pur vero che Girolamo, con que-st'opera, si attenne sostanzialmente ai criteri con cui Eusebio di Cesarea (265 c.-339/340) aveva gi redatta la sua Storia eccle-

    'A PINcHERLE, voce Patristica, in El, XXVI, 521. 'GIROLAMO, De viris illustribus (PL 23,631-766); ed. e tr. it. a cura di A Ce-

    resa Gastaldo (Biblioteca Patristica 12), Firenze 1988.

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  • Introduzione generale

    siastica 3 In Eusebio si possono gi intravedere i prodromi di una Patrologia, tanto da poterlo considerare il padre di questo nuovo genere letterario .. Nella suaHistoria ecclesiastica egli ci fornisce insostituibili informazioni sugli scrittori e le loro opere, riportandone ampi estratti 4

    Ma pur vero che Girolamo scrisse la sua opera a imitazio-ne dell'opera omonima di Svetonio: essa venne poi ripresa e continuata da Gennadio di Marsiglia (m. dopo il 492), con lo stesso titolo, De viris illustribus 5 Nei secoli seguenti, Isidoro di Siviglia6, negli anni 615-618, riprese perfino il titol delle opere di Girolamo e di Gennadio, come prosecuzione

  • Introduzione generale

    Il termine Patrologia fu creato dal luterano Johannes Gerhard, morto nel 1637: nel suo libro, dal titolo Patrologia seu de primitivae eclesiae christianae doctorum vita ac lucubratio-nibus opus postumum, appare per la prima volta quel termine: l'opera fu pubblicata postuma a Jena nel 1653. superfluo ag-giungere che il vocabolo ha per origine etimologica il termine padre. E allora ci si pu qui chiedere che cosa s'intenda or~ mai per Padri della chiesa.

    Padri della chiesa sono chiamati gli scrittori ecclesiastici che si sono distinti per dottrina ortodossa e santit di vita 8 Il termine Padre, nel senso analogico e riconosciuto dalla chiesa quale testimone della tradizione, di origine orientale. infatti presso i popoli orientali che tale appellativo fu applicato ai mae-stri che con la loro educazione e istn1zione quasi rigeneravano a una nuova vita, quella dell'intelligenza. Anche nel linguaggio biblico non ignoto q\lesto riferimento.

    San Paolo non esita ad attribuirsi quel nome per aver gene-rato alla vita dello Spirito i nuovi convertiti (1 Cor 4,5). Perci non fa meraviglia che nella chiesa primitiva quel titolo fosse at-tribuito ai vescovi, in quanto ministri dei sacramenti. I Padri in-fatti si sentivano profondamente coinvolti nei problemi pastorali dei loro tempi. Esercitavano l'ufficio di maestri e di pastori, cer-cando in primo luogo di mantenere unito il popolo di Dio nella fede, nel culto divino, nella morale e nella disciplina. Molte vol-te procedevano in modo collegiale, scambiandosi vicendevol-mente lettere di carattere dottrinale e pastorale al fine di pro-muovere una comune linea di condotta.

    Ma soprattutto nel N secolo che quell'appellativo prese ad assumere un senso pi preciso, e fu adattato agli assertori della fede che ne avevano lasciato testimonianza scritta. In que-sto quadro pertanto non entravano pi soltanto i vescovi. San-t' Agostino non esita a fare il nome di Girolamo, che era solo presbitero. Appare infine il cosiddetto Decreto di Gelasio intor-no ai libri da accogliere e quelli da respingere (Decretum Gela-sianum de libris recipiendis et non recipiendis). Esso risulta di due documenti:

    'G. ZANNoNI, voce Padri della chiesa, in EC, IX, 523.

  • Introduzione generale

    a) il primo occupa le prime tre parti, ed di .natura dottrinale; b) il secondo, per noi pi importante, tratta rispettivamente

    dell'autorit dei concili e dei Padri, e poi dei libri scritti da eretici e da scismatici e rigettati dalla chiesa 9

    Con il tempo vennero cos delineandosi la figura e le carat-teristiche del Padre della chiesa: a) dottrina ortodossa; b) santit di vita; c) approvazione della chiesa; d) antichit.

    In pratica il nome di Padri della chiesa si estende talvolta, in senso largo, ad alcuni scrittori della prima et che non furono santi, e che, in qualche momento della loro produzione, non fu-rono ortodossi, come per es. Tertulliano, Origene ed Eusebio di Cesarea. Gli eminenti servizi resi da tali uomini, per altri moti-vi, spiegano le eccezioni 10 per questo che, a questi uomini, venne assegnato, per distinguerli dai Padri della chiesa, i.I nome di scrittori ecclesiastici, sull'esempio di Girolamo, il quale, con quella designazione aveva indicato gli autori privi delle nonne suddette della dottrina ortodossa e della santit.

    L'et patristica non offre una sua uniformit di sviluppo di valori. La stessa storia della chiesa ha contribuito ad offrirne un'origine, un progresso, una piena maturazione di dottrina e di contenuto, e, infine, iln suo declino. Possiamo cosl accennare ai tre periodi, in cui, secondo un criterio soprattutto cronologico, appare divisa la Patristica:

    1. periodo delle origini: dall'et apostolica fino alla concilia-zione tra chiesa e imperop~r opera di Costantino (306-337):

    2. periodo aureo della letteratura patristica (325431/51): 3. periodo della cosiddetta decadenza (451-750).

    Decretum Gelasii (PL 19,787-794, cc. 1-3); CPL 1676; PL 59,157-164; 165-180, cc. 4-5. Cf. A KLEINHAUS, voce Gelasio, in EC, V, 1982.

    10 G. ZANNoNI, voce Padri della chiesa, in EC, IX, 524.

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  • Introduzione generale

    2. LA METODOLOGIA

    naturale che, come ogni disciplina, anche per lo studio della Patrologia sia suggerito un metodo specifico particolar-mente indicato e specificamente individuato. Sono state segna-late in questi ultimissimi anni le direttive necessarie per rendere gli studi patristici realmente proficui e, in pi, adattati alle esi-genze della . cultura moderna. Mi riferisco in particolare alla Istruzione sullo studio dei Padri nella formazione sacerdotale 11 , di cui riporto, qui di seguito, ampi stralci:

    La natura degli studi patristici e i loro obiettivi

    50b) Nell'affrontare gli studi patristici bisogna rendersi conto pri-ma di tutto dell'autonomia della Patristica-Patrologia, come disciplina a s stante, con il suo metodo, nell'ambito del corpus delle discipline, che oggetto di insegnamento teologico. La sua autonomia, come set-tore della teologia, nel quale si applicano rigorosamente i principi del metodo storico-critico, un elemento acquisito e, come tale, deve es-sre percepito dallo studente.

    5k) In particolare, dalla Patrologia si attende che presenti una buona panoramica dei Padri e delle loro opere, con le loro caratteristi-che individuali, sitando nel contesto storico la loro attivit letteraria e pastorale. Dato il suo carattere informativo storico, nulla impedisce che essa possa vvalersi della collaborazione del professore di Storia ec,clesiastica, quando ci viene richiesto dalle esigenze di una migliore economia del tempo disponibile o dalla scarsit di personale docente. All 'occorrei;iza si pu anche riservare un maggior spazio allo studio privato degli alunni, rimandandoli alla consultazione di buoni manuali, di diiionari e di altri sussidi bibliografici.

    52d) La Patristica dal canto suo, per assolvere in modo soddisfa-cente i suoi compiti, deve figurare come disciplina a s, coltivando una stretta collborazione con la Dogmatica. Infatti entrambe le discipline sono chiamate dal decreto Optatam totius ad aiutarsi e ad arricchirsi yk:endevolmente, a condizione per che rimangano autonome e fedeli ai Jort> specifici metodi. Il dogma svolge soprattutto un servizio di uni-

    ~ ome a tutte le discipline teologiche anche alla Patristica esso offre la prospettiva unificante della fede, aiutandola a sistematizzare i risul-tati ,parziali ed indicando la strada alle ricerche e all'attivit didattica

    Il CONGREGAZINE PER L'EDUCAZIONE CATIOLICA (CEC), Istruzione sullo studio dei PQdri della chiesa nella formazione sacerdotale, II,18, AAS 82 (1990) 607-636.

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  • Introduzione generale

    dell'insegnante. Il servizio della Patristica alla Dogmatica consiste nel delineare e nel precisare l'opera di mediazione della rivelazione di Dio svolta dai Padri della chiesa nel mondo del loro tempo. Si tratta di de-scrivere, con pieno rispetto della specificit del metodo storico-critico, il quadro della teologia e della vita cristiana nella sua realt storica. Per questa ragione l'insegnamento della Patristica, come si esprime il do-cumento su La formazione teologica dei futuri sacerdoti, deve tendere, tra l'altro, a dare il senso sia della continuit del discorso teologico, che risponde ai dati fondamentali, sia della sua relativit, che corri-sponde agli aspetti e alle applicazioni particolari.

    53a) Lo studio della Patrologia e della Patristica, nella prima fase informativa, suppone il ricorso ai manuali e ad altri sussidi bibliografi-ci, ma quando passa a trattare i delicati e complessi problemi della teo-logia patristica, nessuno di tali sussidi pu sostituire il ricorso diretto ai testi dei Padri. infatti attraverso il contatto del docente e dello studen-te con le fonti che la Patristica deve essere insegnata ed appresa soprat-tutto a livello accademico e nei corsi speciali. Tuttavia, date le difficolt in cui spesso s'imbattono gli studenti, sar bene mettere a disposizione testi bilingui delle edizioni note per la loro seriet scientifica

    54b) Lo studio scientifico dei testi va affrontato con il metodo storico-critico, in modo analogo come lo si applica nelle scienze bibli-che. per necessario che nell'uso di tale metodo siano indicati anche i suoi limiti e che esso sia integrato, con prudenza, dai metodi della moderna analisi letteraria dell'ermeneutica, con un'adeguata manu-ductio dello studente a capirli, a valutarli, a servirsene. Trattandosi di una disciplina teologica, che in tutte le sue fasi procede ad lumen fidei, la libert di ricerca non deve ridurre il suo oggetto di indagin entro la sfera dela pura filologia o della critica storica. Infatti, la teologia posi-tiva deve riconoscere, come primo presupposto, il carattere spranna-turale del suo oggetto e la necessit di fare riferimento al Magistero. Gli studenti devono pertanto diventare consapevoli che il rigore del metodo, indispensabile per la validit oggettiva di ogni ricerca patristi-ca, non esclude una preventiva direzione di marcia n impedisce una partecipazione attiva del ricercatore credente che, conformemente al suo sensus fidei, si colloca in un clima di fede.

    55c) La purezza del metodo suddetto richiede inoltre che sia il ri-cercatore sia lo studente siano liberi da pregiudizi e da preconcetti, che nel campo della Patristica si manifestano di solito in due tendenze: quella di legarsi materialmente agli scritti dei Padri, disprezzando la tradizione viva della chiesa e considerando la chiesa post-patristica fi-no ad oggi in progressiva decadenza; e quella di strumentalizzare il da-to storico in una attualizzazione arbitraria, che non tiene conto del le-gittimo progresso e dell'oggettivit della situazione.

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  • Introduzione generale

    56d) Motivi scientifici ed anche pratici, come ad es. un impiego pi razionale di tempo, suggeriscono la convenienza della collabora-zione tra le discipline mteressate pi direttamente ai Padri. Il contatto interdisciplinare ha il suo locus primario nella Dogmatica, dove si ope-ra la sintesi, ma possono beneficiarne anche altre numerose discipline (teologia morale, teologia spirituale, liturgia e, in modo particolare, Sacra Scrittura), che hanno bisogno di arricchirsi e di rinnovarsi me-diante il ricorso alle fonti patristiche. I modi concreti di tale collabora-zione varieranno secondo le circostanze; altre possibilit ed esigenze si hanno a tale riguardo a livello dei corsi istituzionali e altre nei corsi ac-cademici di specializzazione.

    Esposizione della materia

    57a) La materia, oggetto del corso di Patristica-Patrologia, quel-la codificata dalla prassi scolastica e trattata nei classici libri di testo: la vita, gli scritti e la dottrina dei Padri o degli scrittori ecclesiastici dell'antichit cristiana; o, in altre parole, il profilo biografico dei Padri e l'esposizione letteraria, storica e dottrinale dei loro scritti. La vastit della materia impone per a tale riguardo la necessit di limitarne l'ampiezza, ricorrendo a certe scelte.

    58b) .II docente dovr innanzitutto trasmettere agli alunni l'amore dei Padri e non solo la conoscenza. Per fare questo non sar tanto ne-cessario insistere sulle notizie bio-bibliografiche, quanto nel contatto cofr le fonti. A questo scopo si dovr operare una scelta tra i diversi Jl)odi di presentare la materia, che sostanzialmente sono i quattro se-guenti: l, quello analitico che comporta lo studio dei singoli Padri: modo,

    questo, pressoch impossibile, dato il numero di essi e il tempo ne-cessariamente ristretto riservato a questo insegnamento;

    .2. quello panoramico, che si propone di dare uno sguardo generale al-

  • Introduone generale

    genere, pi attraenti e pi facili, lasciando quelli dottrinali, che sono pi difficili, per un secondo momento. Essi saranno studiati accurata-mente nell'incontro continuo tra docente e studente, nelle lezioni, nei colloqui, nei seminari, nelle informazioni. Nascer cos quella familia-rit con i Padri che il frutto migliore dell'insegnamento. Il vero coro-namento dell'opera formativa si raggiunge per soltanto se lo studente arriva a farsi qualche amico tra i Padri e ad assimilarne lo spirito.

    60cl) Gli studi patristici non possono fare !l meno di una soli.da co-noscenza della storia della chiesa che rende possibile wia visione uni-taria dei problemi, degli avvenimenti, delle esperienze, delle acquisi-zioni dottrinali, spirituali, pastorali e sociali delle varie epoche. In tal modo ci si rende conto del fatto che il pensiero cristiano, se comincia con i Padri, non finisce con loro. Ne segue che lo studio della Patristica e della Patrologia non pu prescindere dalla tradizione posteriore, compresa quella scolastica, in particolare per ci Che riguarda la pre-senza dei Padri in questa tradizione. Solo in questo modo si pu vedere l'unit e lo sviluppo che vi in essa ed anche comprendere il senso del ricorso al passato. Esso infatti apparir non come un inutile archeolo-gismo, ma come uno studio creativo che. ci aiuta a conoscere meglio i nostri tempi e a preparare il futuro.

    3. GLI STRUMENTI

    Ogni disciplina si fonda su-una base, sulla quale edificare la propria struttura. Inoltre, pur vero che ogni edificio; per essere bene realizzato, ha bisogno di strumenti, e la sua fermezza riu-scir tanto pi sicura quanto pi solida sar la materia, di cui ci si serviti, e quanto pi adatti saranno gli strumenti .adoperati.

    Ecco dunque gli strumenti proposti per lo studio della Patro-logia: edizioni di testi; traduzioni; dizionari ed encidopedie; manuali di Patrologia i2.

    a) Edizioni J.P. MIGNE, Patrologiae cursus completus (Series latina) (PL), Paris

    1844-1864, fino ad Innocenzo m. I volumi sono 221: i voll. 218-221 contengono gli Indici.

    J.P. MloNB, Patrologiae cursus completus (Series graeca) (PG), Paris 1856-1866 fino al Concilio di Firenze (1438-39). I volumi sono 161.

    12 C. BUlUNI, Biblioteca Patristica: autentiche voci d'una tradizione viva, Benedectina 32 (1985) 305-331.

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  • Introduzione generale

    A IIAMMAN, Patrologia latina. Supplementwn (PLS), Migne, Paris 1957-71. I volumi sono 4.

    Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum (CSEL), Vienna (sono apparsi, dal 1866, 100 voll.).

    Die griechischen christlichen Schriftsteller (GCS), Berlino (sono ap-pc-si, dal 1887, 58 voll.).

    Corpus Christianorum (CCL), Turnhout (Belgio). Sono apparsi, dal 1953, 90 voll. della Series latina, 8 della Series graeca, 35 della Continuatio Mediaevalis.

    Sources Chrtiennes (SCh), Paris: testi con introduzione, versione francese e note. Sono apparsi, dal 1841, 300 voll.

    b) Edizioni e traduzioni italiane Corona Patrum. Nata con l'intento di rinnovare la precedente coll81la

    della Corona Patrum Salesiana, l'attuale Corona Patrum, edita dal-la SEI (Torino), ha iniziato le sue pubblicazioni dal 1975 sotto la presidenza del card. M. Pellegrino e sotto la direzione scientifica di F. BoJgiani, E. Corsini, J. Gribomont, M. Simonetti.

    Nuova Biblioteca Agostiniana. Iniziata nel 1965 con la pubblicazione delle Confessioni, a cura di A Trap, questa collezione bilingue, edita da Citt Nuova (Roma), tutta dedita all'Opera omnia di S81lt' Agostino. A cura della Cattedra agostiniana, iniziatasi sotto la direzione di A Trap, si avvale della collaborazione di noti studio-si del pensiero e dell'opera di Agostino.

    Opera Omnia di sant' Ambrogio. Edita da Citt Nuova (Roma), pro-. mssa e curata dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano (nella per-

    sona del card. G. Colombo) in occasione del XVI centenario del-l'elezione episcopale di sant'Ambrogio, questa edizione bilingue prevede, al suo compimento, la pubblicazione di 25 volumi.

    Scrittori greci e latini. Un'impresa di vasto respiro, progettata dalla Fondazione. Lorenzo Valla e dall'editore Mondadori di Milano .

    . :c') Traduzioni di testi patristici in collana tiillana ditesti storici. - Nella seconda parte, dedicata alle collane che ''' liitnn() pubblicato la traduzione di testi. patristici, viene segnalata

    anzitutto la Collana di testi storici, edita da Japadre (L'Aquila), .

  • Introduzione generale

    dedicata sia all'autore che alle opere contenute nel volume e da un'aggiornata bibliografia, seguita da un'accurata compilazione di indici.

    Letture cristiane delle origini. Testi. - Edizioni Paoline (Roma), la col-lana Letture cristiane delle origini, sezione Testi, comprende gi un buon numero di volumi. Encomiabile pure la seconda sezio-ne: Letture cristiane delle origini. Antologie.

    Patristica e pensiero cristiano. - Ancora una collana edita dalle Edi-zioni Paoline (Roma), dedicata alla traduzione di alcune principali opere della cristianit.

    Testi patristici. - Diretta da A Quacquarelli e pubblicata dalla Citt Nuova (Roma), la collana di testi patristici (molti dei quali per la prima volta in traduzione italiana) che; nata solo nel 1976, conta, rispetto alle altre collane, il maggior numero di volumi.

    Cultura cristiana antica. Testi. - Sotto la direzione di V. Grossi e pub-blicata dalle Ediziooi.Borla (Roma), la collana Cultura cristiana antica>> costituita da due sezioni: Testi e Studi, entrambe de-dicate al campo della Patristica, della Letteratura e della Storia del Cristianesimo. La sezione Testi rinnova il proposito delle altre collane gi citate: pubblicare in traduzione italiana una serie cli opere patristiche che investono una diversa problematica: dai pri-mi testi per le comunit cristiane ai catechismi; dalle questioni so-ciali a quelle morali ed esegetiche.

    La spiritualit cristiana. Storia e testi. - Sotto la dirzione di E. Ancil-li e pubblicata dalle Edizioni Studium (Roma), la recentissima col-lana La spiritualit cristiana. Storia e testi costituita da quattro sezioni: i Padri, il Medioevo, la Spiritualit moderna, la Spirituali-t contemporanea.

    Classici dello Spirito. - La raccolta Classici dello Spirito curata dalle Edizioni Messaggero (Padova) e prevede una sezione Patri-stica, che ha avuto inizio dal 1980.

    La teologia dei Padri. - una raccolta di testi dei Padri iatini, greci, orienta.li, scelti e ordinati per temi (Citt Nuova Editrice), in cin-que volumi (Roma 1974-1976). Profili dei Padri e Indici a cura di H. Kraft, con la collaborazione di H. Gulzow e I. Werz. Edizione italiana accresciuta e curata da G. Mura. Traduzioni: dei Padri lati-ni e orientali di G. Corti; dei Padri greci di M. Spinelli; dei profili dei Padri di G. Corti.

    Biblioteca Patristica. - Dal 1984, la Nardini di Firenze pubblica testi patristici in lingua originale con traduzione in lingua italiana.

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  • Introduzione generale

    d) Dizionari ed Enciclopedie Bibliotheca Hagiographica Graeca (BHG), Bruxelles 19573 Bibliotheca Hagiographica Latina (BHL), Bruxelles 1949. Bibliotheca Sanctorum (BS), Roma 1961-1969. Catholicisme, Paris 1958ss. Dizionario Patristico e di antichit cristiane (DPAC), Torino (Casale

    Monferrato) 1983-84. Dictionnaire d' archologie et de liturgie (DACL), Paris 1907-1953. Dizionario degli scrittori greci e latini (DSGL), Milano 1988 (3 voll.). Dictonnaire de Spiritualit, Asctique et Mystique (DSp ), Paris

    1937ss. Dictonnaire d' histoire et de gographie ecclsiastique (DHGE), Paris

    1909ss. Dictionnaire de la Bible. Supplment (DBS), Paris 1922ss. Dictionnare de Thologie Catholique (DThC), Paris 1912-1972. Dizionario Enciclopedico di Spiritualit (DES), Roma 1990 (3 voll.). IJiCtonnaire Latn-franais des auteurs chrtiens, Strasbourg-Paris

    19754 Enciclopedia Cattolica (EC), Citt del Vaticano 1948-1954. Enciclopedia Italiana (El}, Roma 1970ss. Gtande lessico del Nuovo. Testamento (a cura di G. Kittel), Brescia 1965ss. Patristic Greek Lexicon (a cura di G.W.H. Lampe), Oxford 19785

    ;'~)Storia della Letteratura cristiana antica: Patrologia e Patristica Ji;. 1\LTANER, Patrologia, Torino 1968.

    iG;; Bos10-E. DAL CovoLo-M. MARITANO, Introduzione ai Padri della , C:IUesa (3 voll.), Torino 1990-1993. P,,; HAMEL, Introduzione ai Padri, Milano 1969 .

    . ,: .,: .

    iRMoNCEAuX; Histoire littraire de l'Afrique chrtienne, Paris 1901-;; .... 1923. ,;:{i;::l.f oruccA, Storia della Letteratura latina cristiana, Torino 1928-:c;;~ ,.

    M\J'>~ILEGRINo; Letteratura latina cristiana, Roma 19744 Ristampa ' 1985: /:9,;'~TERS, 1 Padri della chiesa (2 voli.), Roma 1989-1991.

    )~:::9,AsTEN, Patrologia (3 voll.), Torino 1971.

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  • I PADRI APOSTOLICI 1

    F ino alla morte dell'ultimo apostolo, il deposito della Rivelazione si era pro-gressivamente arricchito. Questo deposito, ereditato dalle prime comunit cristiane, andava custodito e trasmesso: questo il compito svolto dai Padri apostolici, suc-cessori degli apostoli. L'esercizio vivo della trasmissione della fede viene attuato soprattutto attraverso la predicazione.

    Dalla lettura di queste opere si riscon-tra il progresso della prima evangelizza-zione nel mondo, iniziata gi prima della caduta di Gerusalemme. L'Asia Minore la regione in cui il cristianesimo ha la massima fioritura, per indubbio effetto della lunga presenza di Giovanni.

    Gli scrittori di questo periodo iniziale i fanno conoscere la chiesa primitiva, la sua Vita, il suo culto, la sua fede. Noi scor-giamo in questi scritti soprattutto, se non unicamente, la testimonianza che i pasto-ri e i fedeli delle prime comunit cristiane si scambiano reciprocamente. Tali scritti, composti in lingua greca, sono diretti ai cristiani di chiese sorelle e non si riscontra ancora in essi quel coraggioso confronto con le realt culturali del tempo come av-verr nel secondo periodo, quello degli apologisti.

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  • Capitolo I

    Circa la trasmissione della Buona Novella si possono di-stinguere tre tempi: 1. l'et di Ges Cristo, durante la vita pubblica; 2. 1' et degli apostoli, durante il loro ministero; 3. l'et dei primi scritti sacri, conte~uti nel Nuovo Testamento.

    Questi stessi periodi, ora enunciati, sono stati richiamati in una Istruzione emessa dalla Pontificia commissione biblica, la quale illustra appunto i tre momenti da noi accennati:

    Cristo Signore scelse dei discepoli (cf. Mc 3,14; Le 6,13), i quali lo seguirono fm dall'inizio (cf. Le 1,2; At 1,21-22), ne videro le opere, ne udirono le parole e furono cos in grado di divenire testimoni della sua vita e del suo insegnamento (Le 24,48; Gv 15,27; At 1,8; 10,39; 13,31). Il Signore, nell'esporre a voce il suo insegnamento, seguiva le fonne di pensiero e di espressione allora in uso, adattandosi per tale modo alla mentalit degli uditori e facendo s che quanto Egli insegna-va s'imprimesse fermamente nella loro mente e potesse essere ritenuto con facilit dai discepoli. I quali intesero bene i miracoli e gli altri eventi della vita di Ges come fatti operati e disposti allo scopo di muovere alla fede nel Cristo e di fame abbracciare con la fede il mes-saggio di salvezza[ ... ]. Gli apostoli annunziavano anzitutto la morte e la resurrezione del Signore, dando testimonianza a Ges ( cf. Le 24,44-48; At 2,32; 3,15; 5,;30-32), ne esponevano fedelmente la vita, ne ripe-tevano le parole (cf. At 10,36-41), tenendo presenti nella loro predica-zione le esigenze dei vari uditori (cf. At 13,16-41; At 17,22-31). Dopo che Ges risorse dai morti e la sua divinit apparve in modo chiaro (cf. At 2,36; Gv 20,28), non solo la fede non fece dimenticare la memoria degli avvenimenti, ma anzi la consolid, poich quella fede si fondava su ci che Ges aveva fatto e insegnato (cf. At 2,22; 10,37-39). A cau-sa del culto con cui i discepoli onorarono Ges come Signore e Figlio di Dio, non si verific una sua trasformazione in persona "mitica". n una deformazione del suo insegnamento. Non tuttavia da negarsi che gli apostoli abbiano presentato ai loro uditori gli autentici detti di Ges e gli avvenimenti della sua vita con quella pi piena intelligenza da es-si goduta (Gv 2,22; 12,16; 11,51-52; cf. 14,26; 16,12-13; 7,39) in se-guito agli eventi gloriosi del Cristo e all'illuminazione dello Spirito di Verit (cf. Gv 14,16; 16,13). Ne deriva che, come Ges stesso dopo la sua resurrezione "interpretava loro" (Le 24,27) le parole sia del Vec-chio Testamento sia le sue proprie (cf. Le 24,45; At 1,3), cos essi ne spiegarono i fatti e le parole secondo le esigenze dei loro uditori. "Co-stanti nel ministero della parola" (At 6,4), predicarono con modi di esporre adatti al loro fine specifico e alla mentalit degli uditori, poi-ch erano debitori (1 Cor 9,19-23) "ai greci e ai barbari, ai sapienti e

    20

  • i Padri apostolici

    agli ignoranti" (Rm 1,14). Si possono infatti distinguere nella predica-zione avente per tema il Cristo: catechesi, narrazioni, testimonianze, inni, dossologie, ,preghiere e altre simili forme letterarie, che compaio-no nella Sacra Scrittura ed erano in uso fra gli uomini di quella et.

    [ ... ] Cotesta istruzione primitiva fatta dapprima oralmente e poi messa per iscritto - difatti avvenne che molti provassero a "ordinare la narrazione dei fatti" (Le 1,1) che riguardavano il Signore Ges - gli autori sacri la consegnarono nei quattro Vangeli per il bene della chie-sa con un metodo corrispondente al fine che ognuno si proponeva. Al-c1lne parti scelsero, altre composero in sintesi; svilupparono alcuni ele-menti, badando alla situazione delle singole chiese, cercando con ogni mezzo che i lettori conoscessero la fondatezza di quanto veniva loro insegnato (ivi 1,4). fuvero, fra tutto il materiale, di cui disponevano gli agiografi scelsero in modo particolare ci che era adatto alle varie con-dizioni dei fedeli e al fine che si proponevano, narrandolo in modo da venire incontro a quelle condizioni e a quel fine 1

    Qual era dunque la giornata degli apostoli? Quali le loro stazioni? Furono anni di lotta e di sofferenza, giornate di lavoro intenso, di cui la mattinata era consacrata alla fatica del lavoro e delmestiere (come dichiara san Paolo); le ore calde, alla predi-cazione; la sera, alle conferenze private; e tutta questa attivit ~ra esercitata in mezzo a insidie, a ingiurie, a calunnie e a perse-cuzioni, ma anche in mezzo a tantdebolezza e incostanza degli stessi convertiti. E proprio questi ebbero bisogno di sostegno e di gwda 2 Furono infatti le notizie giunte da lontano a indurre san Paolo, san Pietro, san Giovanni e san Giacomo a intervenire con il ricorso alle Lettere. Ecco dunque come, accanto ai Van-

    g~li, sorse e continu anche in seguito, la prima letteratura cri-stiana.

    Appare pertanto evidente che, pur essendo la Parola viva queila che formava la vita e l'efficacia del ministero degli apo-stlii' anche la Parola scritta divenne uno strumento assai adatto pet l'istruzione e la guida delle prime comunit cristiane, spessd gograficamente lontane le une dalle altre. Coloro che, cio]lo gli apostoli, si attennero a questo criterio della parola : ~;.'

    . . ! lstruzioM della Pomificia Commissione Biblica (21 aprile 1964), in Civilt :Ca#olica, luglio 1964, pp. 63-64. , .

    2 I. LlIBRETON, Il mondo giudaico, in Storia della chiesa, a cura di A Pliche-V. Maitiit-AP. Frutaz, Torino 19582, I, p. 238 (d'ora in poi l'opera sar citata come

    >Storia della.chiesa).

    21

  • Capitolo 1

    scritta, vengono designati col nome di Padri apostolici. Da quando infatti J.B. Cotelier (m. nel 1686) un in una collezione le opere di Barnaba, Clemente di Roma, Ignazio di Antiochia, Policarpo ed Erma, q(J.i Patres aevi apostolici, si parl di Padri apostolici. Pi tardi furono aggiunti ancora Ppia, l'Epistola a Diogneto e la Didach. Questa denominazione ha per soltanto un valore pratico, perch cronologicamente, non corrisponde in tutti i casi alle sue pretese 3

    Essi dunque comprendono il gruppo di scrittori e di scritti, appartenenti alla seconda met del I secolo e la prima met del secondo. Si pensi che di essi almeno due (I' autore ddla Didach e Clemente Romano) diedero vita ai loro scritti quando I' apo-stolo Giovanni era ancora vivo e, forse, non aveva ancora posto mano al suo Vangelo e alle sue Lettere.

    Posti questi principi, ecco aperta anche per noila prima let-teratura cristiana non ispirata.

    Per l'approfondimento Edizioni

    F.X. FuNK, Patres Apostolici, 2 voll., Tiibingen 1901-19132; il Il vol. edito .da K. Diekamp; in seguito l'edizione stata aggiornata da K. BIHLMEYER e W. ScHNBEMELCHBR, Die Aposto/ischen Yater. Neu-bearbeitung der Funkschen Ausgabe, Tubingen 19702.

    'Jraduzion G. Bos10, I Padri apostolici, Introduzione, traduzione e note, voli.

    3, Torino 19582-19662; A QuACQUARELLI, I Padri apostolici, Introdu-zione, traduzione e note (CTP 5), Roma 19782 Studi

    G. BARDY, La Spiritualit des Pres apostoliques, in La Vie spi-rituelle 42 (1935), 140-161; 251-269, 43 (1936), 40-60; L.W. BAR-NARD, Studies in the Apostolic Fathers and their Background, Oxford 1966; A CASAMASSA, I Padri apostolici, Roma 1938; I. GIORDANI, Il messaggio sociale dei primi Padri della chiesa, Torino 1939; R.M. GRANT, The Apostolic Fathers. An lntroduction, I, New York 1964; J. LIBAERT, Les enseignements morau.x .des Pres apostoliques, Gem-bloux 1970.

    'Cf. E. I'ETERSON, voce Padri apostolici, in EC, IX, 532,.

    22

  • I Padri apostolici

    1. LA LETI'BRA DI CLEMENTE ROMANO

    il primo scritto della letteratura cristiana, e fu redatta ne-gli anni tra il 96 e il 98, allorch s'era appena attenuata la perse-czione intentata da Domiziano (94-95). La Lettera costituisce srtza dubbio uno dei gioielli pi preziosi della Patristica: appar-ve, come si vede, quando a Efeso viveva ancora l'apostolo Gio-varmi e prima ancora, almeno sembra, che egli ponesse mano al Vahgelo e alle sue tre Lettere.

    L'autore vescovo di Roma, il terzo in ordine di successio-ne a cominciare da Pietro, dopo Lino (67-76) e Anacleto (76-91); Momartire nel 100-101. Il motivo dell'invio della Lettera era stato dettato da uri episodio interno della chiesa di Corinto: i presbiteri, vale a dire gli anziani della comunit, erano stati de-po~ti qalla ribellione di alcuni giovani, indocili e recalcitranti. :t:aj_n. quella chiesa.

    '.\y:;~?.'Nella seconda parte della Lettera (cc. 40-65), la pi impor-,_,; '~fAte~ egli espone i principi di un ordinamento ecclesiastico di

    ~''tipo "gtarchico (vescovi, presbiteri e diaconi), di divina istitu-.; ziOne;

    , , I valori, in ogni tempo esaltati di questo documento cos , arlti,~o, sono molteplici. Dal pWlto di vista dottrinale chiara vi ~i,r~.~~- ~"""--;;, .. " , ,Clemente ai Corinti, XLIV, 6.

    >/~""":-: ':\L.,~:;~~:: ... ,

    23

  • Capitolo 1

    appare la fede nelle tre Persone divine, nella resurrezione di Cri-sto, nella redenzione dell'uomo assicurata nel sangue di Cristo, nella sua divinit e nella garanzia certa della nostra futura resur-rezione. Ugualmente chiara e fondata emerge la sua ecclesiolo-

    ~: la chiesa una. Non abbiamo forse un solo Dio, un solo Cristo e un solo Spirito di grazia, effuso su di noi, e una sola vo-cazione in Cristo? (c. 46). Noi siamo uniti dalla comunione di sentimenti nella concordia in un solo corpo (c. 34). La chiesa il corpo di Cristo. Perch allora strappare e lacerare le membra di Cristo? (c. 46). La chiesa apostolica: la sua gerarchia fondata sll'autorit degli apostoli (c. 42,1-4). Il capo V ci for-nisce una testimonianza sul martirio degli aposto~i Pietro e Pao-lo, e la conferma del viaggio di Paolo fino nella Spagna: Paolo ha raggiunto i confini dell'Occidente5

    In particolare risulta luminosamente dalla Lettera il prima-to della chiesa romana, sia che l'intervento sia stato sollecitato dai Corinti, sia che, come pi probabile, Clemente ne abbia presa l'iniziativa. Egli consapevole di adempiere lln dovere (1,1), parla con autorit, esige l'obbedienza e minaccia i disob-bedienti (59,1-2; 63,2-4; 65,1); con il risultato, come dimostra Eusebio di Cesarea 6, che tale autorit fu pienamente rico-nosciuta 7

    L'epistola ebbe presto grandissima fortuna: fu letta pubbli-camente in molte chiese e accolta in alcuni codici biblici subito dopo il Nuovo Testamento. La sua autorit fu tale che furono poi a lui attribuiti falsamente altri scritti. Ecco l'elenco degli apocrifi:

    1. Seconda epistola a Corinto 8; 2. Due lettere, indirizzate alle vergini (Ad virgines); 3. Liturgi di Clemente (nel libro VIII delle Constitutiones

    apostolicae ); 4. Pseudo-Clementine (venti omelie e dieci libri di riconosci-

    menti, Clementis romani recognitiones).

    s Cf. G. l'ETERs, l Padri della chiesa, I, Roma 1984, pp. 80-81. Historia ecclesiastica, IV, 23,1 I. 7 M. PauiGRINO, voce Clemente, in EC, m, 1810. 8 EUSEBIO, Historia ecclesiastica, fil, 38,4.

    24

  • I Padri apostolici

    Letture

    Il pentimento desiderato dal Signore

    I ministri della grazia di Dio parlarono del pentimento per mezzo dello Spirito Santo. Anche il Signore di tutte le cose parl del penti" mento col giuramento: "lo vivo - dice il Signore - e non voglio la nirte del peccatore, bens la sua conversione" (Ez 33,11). Aggiunse anche 1lil buon proposito: "Pentiti, o casa di Israele, della tua iniquit. Riferisci ai figli del mio popolo: anche se i vostri peccati arriveranno dalla terra fino al cielo e saranno pi rossi dello scarlatto e pi neri del saco9 e vi convertite a me con tutto il cuore e direte 'Padre', io vi as~olter come un popolo santo". In un altro passo dice cosl: "Lavate~ vie purificatevi, toglietevi le cattiverie dalla vostra anima innanzi ai l:il_ii cchi. Cessate dalle vostre iniquit, imparate a fare il bene, ricer-a~ la giustizia, liberate l'oppresso, rendete il suo diritto all'orfano e rendte giustizia alla vedova, e poi discuteremo, dice il Signore. Se i yostri peccati fossero come la porpora, io li render bianchi come la neve. Se volete e mi ascoltate, vi nutrirete dei beni della terra. Se non '.~olete e non mi ascoltate, una spada vi divorer" (cf. Is 1,16"20). Egli l,]lasua onnipotente volont ha deciso che tutti i suoi diletti partecipi-!lO' al pentimento.

    Lafutura resurrezione , . y~arissirni, notiamo come il Signore ci mostri di continuo la futu-:: 't~'!?~~zione, di cui ci diede come primizia il Signore Ges Cristo,

    ::~. ~tj~~C.ftandolo dai morti. Osserviamo, carissimi, la resurrezione che k_:.~xVj~~lti.voltain volta. Il giomoe la notte ci_mostrano la resurrezio-

    ,,~~;f~S~~Ja nott e sorge il giorno; se ne va il giorno e sopraggiunge la ~qt,!eLi:eildialno i frutti. In che modo e in qual parte germoglia il se-

    .. ;

  • Capitolo l

    Per i' approfondimento Edizioni

    PG I, 199-328. K. BIHLMEYER-W. ScHNEEMELCHER, Die Aposto-lischen Vciter, Tiibingen 19702, pp. 35-70.

    Traduzioni G. Bosm, I Padri apostolici, l, Roma 19582, pp. 96-209; A. QuAc-

    QUARELLI, I Padri apostolici; Roma 19782 , pp. 49-92.

    Studi M. GIRANDO, L'ecclesiologia di Clemente .Romano, Bologna

    1947; E. PERETTO, Clemente Romano ai Corinti. Sfida alla violenza, in Vetera Christianorum 26 (1989), 89-114; G. 'ETERS, I Padri della chiesa, I, Roma 1984-1986, pp. 56-84; C. RIGGI, Lo Spirito Santo nel-l'antropologia della Prima Clementis, in Augustinianum 20 (1980), 499-507; N. SPACCAPEL, Nella fraternit, .e nella concordia, in Parola, Spirito e Vita 11 (1985), 233-244.

    2. LA DIDACH

    Di autore ignoto, un'operetta che fa parte della letteratura sub-apostolica, scritta in lingua greca affine a quella neo-testamentaria. Questo il suo titolo: Dottrina dei dodici aposto-li. Pi esplicito invece quello del manoscritto del 1065: Dot-trina del Signore alla genti per mezzo dei dodici apostoli. Il manoscritto geco fu scoperto dal metropolita Brierniios di Nico-media nel 1873. La data della sua composizione varia second le opinioni degli studiosi. Oggi si propende generalmente per gli ultimi decenni del primo secolo.

    L'autore si rivela per un giudeo cristiano. Premesso questo. elemento, ne segue, per il luogo della sua composizione, un possibile riferimento all'Egitto o alla Palestina o alla Siria, re-gioni dove il numero dei giudei conyertiti era notevole. L' ope-retta gode di una grande importanza, perch riflette lo stato, l'ambiente e la mentalit religiosa delle comunit cristiane del primo secolo.

    I sedici capitoli dello scritto sono comW1emente distinti in quattro gruppi:

    26

  • I Padri apostolici

    a) catechesi morale per coloro che si preparano a ricevere il battesimo. Vi si trovano descritte le due famose vie, quella della vita (cc. 1-4) e quella della morte (cc. 5-6);

    b) istruzione liturgica, con particolare riguardo al battesimo (c. 7), al digiuno e alla preghiera (c. 8) e all'eucaristia (c. 9-10);

    e) statuto disciplinare, con le istruzioni relative agli obblighi delle comunit nei confronti dei ministri del Vangelo itine-ranti (apostoli, profeti e dottori), con accenni atti a saper di-stinguere i veri dai falsi ministri;

    d) 9ontenuto escatologico: esortazione a stare in guardia pronti alla venut dell'ultimo giorno ormai imminente (Parusia).

    -Lettiire

    La via della vita e la via della morte

    Due sono le vie, una della vita e una della morte; la differenza tra l~ dU;e vie molta. La via della vita questa: I. Amerai Dio che ti ha

    ~ato; II. Ama il prossimo tuo come te stesso; non fare ad altri tutte le : cs_\! ;he non vuoi che avvengano per te. L'insegnamento che deriva da ':tliparole questo: benedite coloro che-vi maledicono e pregate per i :-V:o_stiinemici, digiunate per i vostri persecutori. Quale il merito, se Fayiate quelli che vi amano? Anche i pagani non fanno lo stesso? Ama-

    i:f~'q)ielli he vi odiano e non avrete nemici. Allontana le passioni della ;;. _ _fr:e_e della materia. Se qualcuno ti d uno schiaffo sulla guancia de-: stia; offrigli anche l'altra e sarai perfetto. Se qualcuno ti costringe a fa-

    ~"i~iiglio, fanne con lui due; se qualcuno ti toglie il mantello, dagli {la timica. Se qualcuno ti prende una cosa tua, non chiederla; non otri, A chi chiede, dai e non richiedere; a tutti il Padre vuole che '64ati i Suoi beni. Beato chi dona secondo il comandamento: egli ;~punibile. Guai a chi riceve; se riceve, avendone necessit, seri-

    '~pa~ se riceve, non avendone necessit, render conto. Posto in :'e;' sar interrogato su cii che ha fatto e non sar liberato sino a

    . , _ c.oiioh aW restituito l'ultimo quadrante. Altre cose a tal riguardo ~otio)tte dette: "Suda la tua elemosina nelle tue mani, in modo che tu

    : rion

  • Capitolo 1

    Preghiera eucaristica

    Per l'eucaristia ringraziate cos. Prima sul calice: Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la santa vite di Davide tuo servo, che a noi rivelasti per mezzo di Ges, tuo Figlio. A te la gloria nei secoli. Per il pane spezi;ato: Ti ringraziamo, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che a noi rivelasti per mezzo di Ges tuo Figlio. A te la gloria nei secoli. Come questo pane spezzato era sparso sui colli e raccolto divenne una cosa sola, cos la tua chiesa si raccolga dai confini della terra nel tuo regno, poich tua la gloria e la potenza per Ges Cristo nei secoli. Nessuno mangi e beva della vostra eucaristia, tranne i battezzati nel nome del Signore. Per questo il Signore disse: Non date le cose sante ai cani. Dopo esservi saziati, ringraziate cos: Ti rendiamo grazie, o Padre santo, per il tuo santo nome che hai fatto abitare nei nostri cuori per la conoscenza, la fede e l'immortalit che rivelasti a noi per mezzo di Ges tuo Figlio. A te la gloria nei secoli. Tu, Signore onnipotnte, hai creato ogni cosa per il tuo nome e hai dato agli uomini, a piacere, cibo e bevanda perch ti rendano grazie, e a noi donasti un cibo spirituale, una bevanda e una vita eterna per mezzo del tuo Figlio. Prima di tutto ti ringraziamo perch sei potente; a te la gloria nei. secoli .

    . (Didach, cc. 1 e 9-10. Tr. di A QUACQUAREU,I; I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 29-30 e 34-36)

    Per l'approfondimento Edizioni

    W. RoRDoRF-A TVILIER, La doctrine des Douze Aptres ( Dida~ ch), SCh 248, Paris 1978.

    28

  • I Padri apostolici

    Tr()dUiioni G. Bosio, I Padri apostolici, I, Dottrina degli apostoli, Torino

    J9S82; U. MArr1ou, Didach. La Dottrina dei dodici apostoli, Roma J980; A QUACQUARELLI, I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 23-39.

    Studi ... L. ;\LroNsI, Propriet, lavoro e famiglia nella Didach. Premessa alla s'Ociet dei Padri, in Augustinianwn 17 (1977), 101-106; A _DE 'liAfLE:JX, Les ministres dans la Didach, in - .$>'utante .questo viaggio ebbe la forza.d'animo di scrivere

    ?sette. Lettere: da Smirne alle chiese di Efeso, Magnesia e .. !:}fl>rich a quella di Roma; :da Troade alle chiese di Smir-

    sfilad.elfia, ove pure si era fermato, e al vescovo di Smir-Ji~~ come vedremo. Una volta giunto a Roma, con-Q alle fiere (ad bestias), sub il martirio, probabilmente all'anno 110. . o.cos di fronte a una delle figure pi alte e pi lumino-

    _,.W,~sa primitiva. Ci che lo .rende tale non solo la ,~Ua &ua dignit e del suo martirio, ma anche la coscien-~C>,i:sapevolezza vissuta del suo destino umano e sovruma-~,$~:;',:d;{;~; < . . . . . . . .x;,:,,-.~;; ... -IGNAZIO Dr ANnocHIA, Lettera ai Romani, V. ~~ti\'.~' ~~ ., . .. .

    r~~.rB> 29

  • Capitolo I

    no. E tale coscienza e tale consapevolezza appaiono sottolineate in tutte le sue Lettere. Data infatti la natura stessa dello scritto, quale pu essere quella di un'epistola diretta da un vescovo a una comunit cristiana, il complesso del contenuto non potr anzitutto variare molto dall'una all'altra: si ha cos, in ognuna, iti partenza, il saluto ai destinatari, l'elogio delle qualit della comunit, poi le raccomandazioni insistenti a fuggire l'eresia e a rimanere nell'unit attraverso la sottomissione al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi, e, finalmente il saluto finale.

    vero per, che oltre questj elementi specifici, affiorano anche, nelle Lettere ignaziane, motivi specifici e personali, atti a dare agli scritti stessi un valore d'eccezionale importanza. Igna-zio il primo teologo cristiano che abbia elaborato una dottrina dai contorni molto forti sul ruolo e sul significato del vescovo nella comunit cristiana. il primo teorico dell'episcopato mo-narchico. Pi ancora: egli si raccomanda ai cristiani di Roma perch non intervengano in alcun modo alla scopo di impedire la sua condanna al martirio. Egli vuole a tutti i costi patire il supplizio finale, perch soltanto in questo modo potr divenire vero discepolo e vero imitatore del Signore, offrendo se stesso come frumento di Dio, da macinare sotto i denti e nelle fauci delle belve.

    La tradizione manoscritta delle Lettere. sub complicate vi-cende, non solo per sccessive falsificazioni, ma anche per am-pliamenti e interpolazioni dei testi originali. Un primo chiari-mento fu portato dalle ricerche di Giacomo U ssher e di Isacco Voss, ma solo con gli studi di J.B. Lightfoot (1885-1889) l'an-nosa questione fu risolta. Si hanno le seguenti raccolte: a) recensio brevissima: tre lettere, in siriaco, in forma d'estrat~

    to; b) recensio brevior, o media: sei lettere, pi quella ai Romani,

    ritenuta autentica; e) recensio longior Oe sette lettere sopra citate, pi sei spurie),

    ritenuta non autentica. Studi recenti, tendenti a provare che le sette lettere ricor~

    date da Eusebio 12 siano opera di un falsario JJ o che siano state

    12 Historia ecclesiastica, IIl, 36. "Cf. R. JoLY, Le dossier d'lgnace d'Antioche, Bruxelles 1979.

    30

  • I Padri apostolici

    acftdterate 14 non sono convincenti. Accetto questa conclusione espressa da P. Nautn 15

    :Letture La gerarchia della chiesa

    ... '*me Ges Cristo segue il J>l!dre, seguite tutti il vescovo e i pre-s~iten 'come gli apostoli; venerate i diaconi come la legge di Dio. Nes-slino senza il vescovo faccia qualche cosa che concerne la chiesa. Sia yalid,aJ'eucaristia che si fa dal vescovo o da chi da lui delegato. Do-v compare il vescovo, l sia la comunit, come l dove c' Ges Cri-sto,ivi la chiesa cattolica. Senza il vescovo non lecito n battezza-re, tl fare l'agape; quello che egli approva gradito a Dio. (fitiera agli Smirnesi, VIII, 1. Tr. di A QUACQUARELLJ, I Padri apo-'S(olfr:i, Roma 19782, p. 136). L'eroismo di un martire

    . ~~scrivo a tutte le chiese e annunzio a tutti che io muoio volentieri p,~~ ])io, se voi non m lo impedite. Vi prego di non avere per me una

    l>~.ilevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per i}~zz9 delle quali rrii possibile raggiungere Dio. Sono il frumento di J:>to ~ macinato dai denti delle fiere prch diventino la mia tomba e nullillascino del mio corpo e io morto non pesi su nessuno. Allora sar ::Verrneote discepolo di Ges Cristo, quando il mondo rion vedr il mio tj)Q?9, Pregate il Signore per me perch con quei mezzi sa vittima per 'J:)fo; Non vi comando come Pietro o Paolo. Essi erano apostoli, io un 'l)ndaimato; essi erano liberi, io a tuttora uno schiavo. Ma se soffro,

    ~t'~acato in Ges Cristo e risorger libero in lui. Ora incatenato ffiiplirO a non desiderare nulla . . ,;\i,~!': Dalla Siria sino a Roma combatto con le fiere, per terra e per ma-'~;::db1otte e di giorno, legato a dieci leopardi, il manipolo di soldati.

    iE~.si~ beneficati, diventano peggiori. Per le loro malvagit mi alleno di 'i>i-:.o"M;i non per questo sono giustificato" (1 Cor 7 ,22). Potessi gioire '.~

  • Capitolo 1

    la. mutilazione delle membra, il pestaggio di tutto il corpo, i malvagi tormenti del diavolo vengano su di me, perch io voglio trovare Ges Cristo.

    Nulla mi gioverebbero le lusinghe del mondo e tutti i regni di questo mondo. bello per me morire in Ges Cristo pi che regnare sino ai confini della terra. Cerco quello che morto per noi; voglio quello che risorto per noi. Il mio rinascere vicino. Perdonatemi, fratelli. Non impedite ch'io viva, non vogliate che io muoia. Non ab-bandonate al mondo n seducete con la materia chi vuole essere in Dio. Lasciate che io riceva la luce pura; l giunto sar \IOmo. Lasciate che io sia imitatore della passione del mio Dio. Se qualcuno l'ha in s, comprenda quanto desidero e mi compatisca, conoscendo ci che mi opprime.

    Il principe di questo mondo vuole rovinare e distruggere il mio proposito verso Dio. Nessuno di voi, qui presenti, lo assecondi. Siate piuttosto per me, cio di Dio. Non parlate di Ges Cristo, mentre desi-derate il mondo. Non ci sia in voi gelosia. Anche se vicino a voi vi supplico, non ubbiditemi. Obbedite a quanto vi scrivo. Vivendo, vi scrivo che bramo di morire. La mia passione Umana stata crocifissa e non in me un fuoco materiale. Un'acqua viva: mi parla dentro e mi dice: qui al Padre. Non mi attirano il nutrimento della corruzione e i piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio che la ca:rne di Ges Cristo, della stirpe di Davide, e come bevanda voglio il suo sangue che l'amore incorruttibile.

    Non voglio pi vivere secondo gli uomini. Questo sar, se voi lo volete. Vogliatelo, perch anche voi potreste essere voluti da Lui. Ve lo chiedo con poche parole. Credetemi, Ges Cristo, vi far vedere che io parlo sinceramente; Egli la bocca infa:llibile, con la quale il Padre ha veramente parlato. Chiedete per me che io lo raggiunga>>.

    (Lettera ai Romani, IV-VIII. Tr. di A QuACQUARELLI, I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 122-125)

    Per lapprofondimento Edizioni

    PG 5,644-728; K. Bun,MEYER-W. SCHNEEMELCHER, Die Aposto-lischen Witer, Tiibingen 19702, pp. 82-103.

    Traduzioni G. Bosm, I Padri apostolici, II, Ignazio di Antiochia, Torino

    19662; G. GANDOLFO, Sant'Ignazio di Antiochia. Le lettere, Roma 1980; A QuACQUARELLI, I Padri apostolici, Roma 19782 , pp. 93-143.

    32

  • I Padri apostolici

    Studi G. Bosm, L dottrina spirituale di sant'Ignazio di Antiochia, in:

    Salesianwn 28 (1966), 519-551; R. JoLY, Le dossier d'Ignace d'An-tioche, Bruxelles 1979; P. NAUTIN, voce Ignazio, in: DPAC, Il, 1743-1745 (con bibliografia); J. Rrns-CAMPs, The four authentic letters of /gnatius the Marthyr, Roma 1979; G. TRENTIN, Rassegna di Studi su Ignazio, in Studia Patristica 11 (TU 108), Berlin 1972, pp. 75-87.

    4 .. PoucARPO 01 SMIRNE

    Pur avendo scritto, come Ignazio, diverse Lettere, a noi ne ~ pervenuta una sola, quella diretta ai Filippesi, la quale, per

    'lllolt() legata a quella del vescovo di Antiochla, sia per l'occa-sione che la sugger sia per il tempo in cui fu scritta. Quello in-talito che noi sappiamo della sua vita, ecco come viene dichiara-tO da Girolamo:

    Policarpo, discepolo di Giovanni apostolo e da lui costitui-to vescovo di Smirne, era considerato il personaggio pi impor-

    . tante di tutta l'Asia. Infatti egli ebbe a maestri e pot frequenta-re alcuni degli apostoli e di quelll. che avevano visto il Signore.

    , ... A causa di certe questioni riguardanti la Pasqua, sotto l'impera-. tore Antonino Pio (154-166), mentre la chiesa romana era go-

    vernata da Aniceto (154-166), and a Roma e vi port alla fede moltissimi cristiani sedotti dalla propaganda di Marciane e di

    ,Valentino. Un giorno, per caso, s'imbatt in Marcione, che gli :: disse: "Dovresti conoscermi". Gli rispose Policarpo: "S, rico-. n.osco in te il primogenito del diavolo!". In seguito, sotto il re-. gno di M. Antonino e L. Aurelio Commodo, durante la quarta

    'P~~secuzione a partire da quella di Nerone, a Smirne, davanti al Rrocohsole e a tutto il popolo urlante contro di lui nell'anfitea-

    . tr(), fu condannato al rogo. Correva l'anno 155. Scrisse ai Fi-.. Jippesi una lettera assai preziosa, che si legge tuttora nelle as-

    semblee dell'Asia 16. Tale epistola la risposta di san Policarpo alla lettera che i

    :; 1 . Cristiaiii di Filippi gli avevano inviato dopo la visita di lgna-:;' zio di Antiochla nella loro citt. Egli incoraggia la comunit

    ;\ ; d. Filippi alla costanza e pone l'accento su taluni doveri delle

    16 GIROLAMO, De viris illustribus, XVII.

    33

  • Capitolo I

    persone sposate, delle vedove, dei diaconi, dei giovani, delle vergini, del clero. L'epistola pure un docwnento storico im-portante, che lascia trasparire la fede profonda dei primi cristia-ni, pur in mezzo a difficolt, persecuzioni e cattivi esempi, e, soprattutto, la loro decisa volont di assimilarsi a Cristo. Inoltre ci offre una garanzia dell'autenticit delle Lettere ignaziane.

    Tra gli Atti dei martiri compreso anche il documento che riferisce il martirio di san Policarpo, noto come Martyrium Po-lycarpi. Di tali documenti il pi antico a noi pervenuto. Fu in-viato in forma di lettera dalla comunit di Smirne a quella di Fi-lomelio, nella Frigia maggiore (Turchia asiatica, detta oggi Adksehir), non molto tempo dopo la mQrte del martire: tutto av-venne sotto il governo del proconsole Stazio Quadrato, essendo imperatore a Roma Antonino Pio. Va notato, in questo dcu-mento, il primo accenno, con cui si giustifica il vero senso del culto dei martiri, cos come continuer nella tradizione della chiesa. Noi adoriamo Lui (Cristo) - troviamo scritto - che Figlio di Dio. I martiri poi giustamente li amiamo come disce-poli e imitatori del Signore, a cagione dell'insuperabile amore verso il proprio Re e Maestro, dei quali anche noi diventiamo partecipi e condiscepoli n.

    Lettura

    L'esecuzione del martirio Quando il rogo fu pronto, deposte le vesti e sciolta la cintura, il

    vescovo cominci a slegarsi i calzari, cosa che precedentemente non. faceva, perch ogni fedele si affrettava a chi prima riuscisse a toccargli il corpo. Per la santit della vita era venerato prima del martirio. Subit9 furono apprestati gli attrezzi necessari per il rogo. Mentre stavano per inchiodarlo, egli disse: "Lasciatemi cos. Chi mi d l forza di soppor~. tare il fuoco, mi conceder anche, senza la difesa dei chiodi, di rimane~ re fermo nella pira". .

    Non lo inchiodarono, ma lo legarono. Con le mani dietro la schie-na e legato come un capro scelto da un grande gregge per il sacrificio,. gradita offerta preparata a Dio, guardando verso il cielo, disse: "Signore, Dio onnipotente, Padre di Ges Cristo tuo amato e benedetto :Figlio, per il cui mezzo abbiamo ricevuto la tua conoscenza,

    17 Martyrium Polycarpi, XVII, 3.

    34

  • I Padri apostolici

    o Dio degli angeli e delle potenze, .tu~ ainato Figlio,

    :)ieril quale sia gloria a Te, . cdn Lui e con lo Spirito Santo

    :: ora e nei secoli futuri. Amen". (Martirio di Policarpo, XIII-XV. Tr. di A QuACQUARELLI,

    I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 167-168)

    , 1',~t: l'approfondimento ~;.:: t.; .:edizioni

    ,:

    :; " P 5,1005-1016; K. BII..HMEYER-W. SCHNEEMELCHER, Die Apo-{ #olischen Vater, Tiibingen 19702, pp. 114-120.

    ~~::.,?if~duzioni :~;:'t;.:.:.G.Jfos10, I Padri apostolici, Il, San Policarpo - Martirio di san \o,'.:{o.iarpo, Torino 19662, pp. 182-200; A QuAcQUARELLI, I Padri apo-" j(qlici~ Roma 19782, pp. 150-172. '":.,~, L.W. BARNARD, The problem of St. Polycarp' s Epistle to the Phi-J;;;::~~o AMOUR, La. date du martyre de Polycarpe, in Analecta Bollan-J:t!':\Ai:apa ,98 ( 1980), 456-462; M. SIMoNBrn, Alcune osservazioni sul

    ~~.;~>(ifJ.ij#.{r;io di san Policarpo, in Giornale Italiano di Filologia 9 (1956), [~t;3,~.8"344; M. TODDE, La comunit cristiana in Policarpo di Smirne, in i'~>'..'~~etVitium 8, quaderno 13 (1974); 291-296. ~~~::,.::'}i~.', .

    35

  • Capitolo 1

    5. P PIA DI GERAPOLI

    Fu vescovo di Gerapoli, presso l'odierna Saraycoy (Turchia asiatica) nella Frigia Minore. Ireneo riferisce che Ppia aveva ascoltato la predicazione di san Giovanni apostolo 18 ed era stato runico di Policarpo.

    Scrisse un'opera in cinque libri, dal titolo Spiegazioni dei discorsi del Signore, purtroppo andata perduta. L'autore inten-deva presentare un'interpretazione, in senso largo, dei detti e dei fatti riferiti al Signore. Rimangono soltanto sporadici fram-menti, alcuni dei quali di valore eccezionale, conservati soprat-tutto da Ireneo e da Eusebio 19 Di ltii cosi scrisse Girolamo: Ppia, discepolo di Giovanni e vescovo di Gerapoli in Asia, scrisse unicrunente cinque libri dal titolo Spiegazioni dei discor-si del Signore.

    Nella prefazione egli dichiara di non voler seguire opinioni diverse, ma di ritenere gli apostoli per suoi autori. Dice: lo cer -cavo di sapere quel che avevano detto Andrea o Pietro o Filippo o Tommaso o Giacomo o Giovanni o Matteo, o qualche altro dei discepoli del Signore; inoltre, quel che dicevano Aristione e il presbitero Giovanni, discepoli del Signore. Ero infatti convin-to di ricavare profitto non tanto dalla lettura dei libri, quanto da una parola viva e a tutt'oggi risonante ... A quanto si dice, P-pia divulg la tradizione giudaica sui mille anni; in ci fu segui-to da Ireneo, da Apollinare e da quanti sostengono che, dopo la resurrezione dei morti, il Signore regner corporalmente con gli eletti 20

    Il carattere dunque pi evidente del libro di Ppia potrebl~e'' essere definito, secondo il nostro modo moderno di giudicare; ; esegetico; in quanto egli s'era ripromesso soprattutto di com~'{ mentare le parole del Signore. Ma ai contemporanei fece im< pressione anche l'altro aspetto di quell'opera, il suo millenari;.;~ smo, la credenza e 1 'attesa del regno di Cristo in terra prima del;~ giudizio finale: secondo la maggior parte dei computi, esso era/1 destinato a durare mille anni. Tale credenza si diffuse sopratf~

    18 Cf Ad '- V 33 4 .:.::: . versus nu.ereses 1 ~ , . _ ;~'.~

    19 Cf. EUSEBIO, Historia ecclesiastica, ID, 39,15-16; lRENEo, Adversus haeri;.(2 ses, V, 3,34. Sono di Ppia le prime testimonianze sui Vangeli di Marco e Matte(;.~~

    20 Cf. GIROLAMO, De viris illustribus, XVII. ,:':t

    36

    . :~:~~:,

    'i ' \~~(;'

  • I Padri apostolici

    t,lltto durante il II secolo persino tra gli spiriti migliori: a parte ~pia; vi aderirono, come s' visto, Giustino, Ireneo e anche Terlillliano. Con il ID secolo il declino di quella convinzione fi-nper correggere tali adesioni.

    f er l'approfondimento Edizioni

    PG 20,297; GCS 9,1290-1292 (i passi sono riportati in Eusebio) . .Tr.aduzioni ' A QuACQUARELLI, I Padri apostolici, pp. 173-178. iiMi

    (J, BARDY, voce Papias, DThC, Xl, 2, 1944-1947; J. BLIGH, The prplogue of Papias, in Theological Studies 13 (1952), 234-240; B. :J)E SbLAGES, Le tmoignage de Papias, in Bulletti.o de Litterature '~lsiastique 71 (1970), 3-14; M. JoURJoN, voce Papias, DBS, VI, Jlo4~ 1109; T.L MuLLINs, Papias on Mark' s Gospel, in Vigiliae Chri-;~Jj_iae 14 (1960), 216-224; G. PETERs, I Padri della chiesa, I, pp. 14{"1$1.

    ~}:i~~;Questo scritto, presentato con finzione letteraria sotto forma :~:lettera, di fatto un vero trattato. Nell'introduzione l'ignoto

    :~!t;>re'dichiara apertamente il suo fine: Egli deve comunicare :arJ~deli una parte di quello che egli stesso ha ricevuto. Ed ;"'""'.''-'J().dire che intende trasmettere il ricordo di quello che co-

    .'~ce l'msegnamento tradizionale. Per quanto riguarda la da-,~lla corripQsizione, si alternano varie opinioni: c' chi si fer -- "tempo di Nerva (96-98) e chi si spinge, come il Prigent21 ,

    ~gglqr studioso dell'epistola, a una fase compresa tra il 125 k-.... JSQ,.Qvviamente, lo scritto annoverato tra gli apocrifi, es-

    ~~~f(l_o~l'attribuzione a Barnaba, apostolo dei gentili, unitamente i~[~:'Paolo, un puro pretesto.

    ~i~;rc~r.1>. PRJomr-R.A KRAFr, Epttre de Barnab, (SCh 17), Paris 1911, p. 21 . . \fyi'.(

    ;~~~\1~;~ 37

  • Capitolo I

    La prima parte della lettera (cc. 1-17). di carattere dog-matico, tutta permeata di sapore antigiudaico: la legge antica stata abrogata; Dio non ha bisogno di sacrifici; Egli chiede la contrizione del cuore, la fuga dal peccato. Il Figlio di Dio si fatto uomo e ha compiuto la nostra redenzione; l'incarnazione e la redenzione da lui compiuta furono predette e prefigurate. La seconda parte (cc. 18-21), di carattere esortatorio e morale, dedicata alla dottrina delle due vie, della luce e delle tenebre, come nella Didach.

    L'originalit dello scritto occorre rilevarla anzitutto nella sua ostentata avversione verso l'Antico Testamento. Ma il suo maggior valore consiste pi ancora nell'evidenza della sua dot-trina cristologica: i cc. 5 e 6 sono tutti dedicati a un'accurata cri~ stologia.

    Lettura

    Il valore della passione del Signore Per questo il Signore sopport di dare la sua carne alla distrllzio~

    ne, perch fossimo santificati con la remissione dei peccati, vale a dij con l'effusione del suo sangue". E per Israele e per noi, la Scrittura di~ ce di Lui: "Fu colpito per la nostra iniquit e fu straziato per i nostrj: peccati e dalla sua lividura fummo guariti; come pecora fu condotto ali macello e come agnello muto davanti al tosatore''.. Bisogna ringraziar il Signore che ci. ha fatto conoscere il passato, ci ha resi edotti del p(~ sente e siamo capaci di intuire il futuro. Dice la Scrittura: "Non in~tJ.$ stamente si tendono le reti agli uccelli" (Pro 1,7). Ci significa c~: giustamente perir l'uomo che, avendo conosciuto la via della gius;t'i\;: zia, prende invece la via delle tenebre. Ancora questo, fratelli miei::;~' il Signore volle patire per la nostra anima, perch, Egli che il Sign.oi~j di tutto il mondo, al quale Dio, dopo la creazione del mondo, ~sWi "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" (Gn 1,26),- pet.?1 ch toller di patire per mano dell'uomo? Imparate. I profeti, c .. Lui hanno ricevuta la grazia, profeteranno per Lui. Egli, per abol ~~ morte e per provare la resurrezione dei morti, doveva incahiarsi, e fr. Per compiere la promessa fatta ai padri, prepararsi unpopfo vo e dimostri-e, stando sulla terra, che Egli stesso; operando la t . rezione, giudicher [ ... ].

    Dunque, per questo il Figlio di Dio si incarn, per il colme) peccati di coloro che avevano perseguitato e ucciso i suoi profeti. ci ha patito: Dio dice che la piaga della carne di Lui colpa l "Quando colpiranno il proprio pastore, allora periranno le pecore

    38

  • I Padri apostolici

    ~gge" (Zc 13,6-7). Egli stesso volle cos patire; bisognava che patis-se' su di un legno. Dice il profeta d Lui: "Risparmia l'anima mia dalla

    ~~a'' (Sal 22 [21]) e pure "Trafiggi con chiodi le mie carni, perch le tiJi'be dei malvagi si sono ame ribellate" (cf. Sal 22 [21),17; 119 [118), )20): E ancora: "Ecco, ho offerto le mie spalle ai flagelli e le mie giiance agli schiaffi: ho reso il mio volto come una pietra dura". ,.. . . . (Lettera di Barnaba, V. Tr. di A QuACQUARELLI,

    I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 192-193)

    f~f 1'. approfondimento ,_~--i . , .,.

    :t9.~'?c(Qni . .. ~;727-781; K. BILHMEYBR-W. ScHNEEMELCHER, Die Apostoli-:.}'dt~!., Tiibingen 19702, pp. 10-34.

    ri#auzini b~:;;/Q:, Bbsto; I Padri apostolici, I, Roma 19582, pp. 280-351; A QcfACQUARBLu, I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 179-214; F. ,Stj:i)RZA:-BA.RCELLONA, Epistola di Barnaba (testo critico e bibliogia-~fj~)\.Torino 1975. r~WeE>-- ""'''l.cBARNARD, The Epistle of Barnabas: a paschal homily?, in :~hristianae 15 (1961), 8-22; J,P. MARTIN, L'interpretazione

    i;:;~;riel[a Lettera di Barnaba e nel giudaismo alessandrino, in ' Qriq>~religiosi 6 (1982), 173-183; P. PRIGENT, Les Testimo-

    -)~t:hristianisme primitif. L'pitre de Barnab et ses sour-_tJ961; E. RoBILLARD, L'pftre de Barnab: trois poques, ';~zf?les, trois redacteurs, in Revue Bibltque 78 (1971), 184-

    , ~)~4~~~. titolo e con questa attribuzione si suole indicare ' fe-\Y}.,autore appartenenti al periodo dei Padri apostoli-

    . ~}p~Ia in prjma persona e accenna pi volte al suo e,~ .questo, per, avviene soltanto nelle Visioni e non p~ delf opera, la quale con un solo titolo', comprende ;fii;.fta loro assai differenti: cinque visioni (Visiones),

    39

  • Capitolo l

    dodici precetti (Mandata), dieci parabole o allegorie o similitu-dini (Similitudines).

    Chi era Erma? Stando alle notizie del c.d. Frammento muratoriano, era fratello del papa Pio I (140-154). Ma se, al-meno in parte, si vuole accogliere quanto l'autore dice di se stesso, occorre ammettere che l'opera fu scritta in tempi diversi e successivi, a cominciare dall'et di papa Clemente23 Le altre notizie, di carattere autobiografico, oggi sono considerate co-munemente come fmzioni letterarie. L'autore infatti si dichiara uno schiavo comperato e poi reso libero da una matrona di no-me Rode a Roma24 Divenuto poi ricco per essersi dato al com-. mercio, fin per andare in rovina e perdere tutto. Ebbe moglie e , figli, discoli e apostati. Convertitosi a una vita di penitenza, vi~, de i figli ricondotti a una vita buona. Egli stesso, mentre era in" cammino verso Cuma, ebbe la rivelazioni dell'Angelo della pe-; nitenza, nella figura di un pastore, che dett i precetti e le simH~ litudini. a queste che si riferisce 1' opera. . .

    Nell'opuscolo si distinguono agevolmente due parti. Nella";, prima (Visioni I-IV) la chiesa che appare a Erma per istruirlo;:1 Nella seconda parte (Visione V, Precetti, Similitudini), appare':~ l'Angelo della penitenza in forma di pastore. ,

    Nel complesso dell'opera, due sono i punti che pi risallafti no: la previsione dell'imminente fine del mondo e la concessici"7t'. ne del perdono per i peccati corrunessi dopo il battesimo. Quarib~ to all'aspetto apocalittico si dovr notare che egli non mira tnJ~~; a descrivere come si svolgeranno gli ultimi eventi, quanto piq~~~ tosto a trarre, dalla certezza della fine, le conseguenze pi op;:.: portune nel campo morale e disciplinare. . \f~

    L'altro problema nasce da una ben seria prospettiva: i cijFti stiani che hanno ricevuto il battesimo e tuttavia ricadono neilB~ ro peccati, quale possibilit avranno di ottenere la remission~-~Vf;; quindi, la salvezza? Erma, contro i rigoristi, suggerisc Uri~~ ~m~va via, qua_si come una. seco?da ch!-amata, mediante _la q~!!l.~~ 1 gi battezzatI potranno nacqu1stare il perduto stato d1 graz~f;s Tu prega Dio, ed Egli guarir i tuoi peccati, quelli di tutt~~~1

    23 Visione, Il, 4,3. 24 Visione, I, 1,1.

    40

    ~1: >;"~i' r ~~

    &I~~ ~~! !:f.\

    :::,'.;i:i.

  • I Padri apostolici

    fu:11 famiglia e di tutti i tuoi fedeli 25 Ma tutto deve essere ac-#ompagnato dalla penitenza e dal sincero proposito di non pec-,c~ pi. ,

    \Le(l;ura

    '~~c~nda visione: la penitenza dev'essere fatta fino a quando si nel '.m,oiido terreno; dopo sar tardi!

    ~!~_,L~ -.:_.~ ...

    , _ .. ---- - Dopo quindici giorni, digiunando e pregando molto il Signore, }.W,iJu rivelato il significato dello scritto (che mi era stato consegnato) . . :Q1fosto era il suo tenore: "I tuoi figli, Erma, si sono rivoltati verso Dio,

    '.~'aruobestemmiato il Signore e hanno tradito con grande malvagit i l(O 'genitori. Sono stati in fama di traditori dei genitori senza giova-~#i~llfo; Inoltre hanno aggiunto ai loro peccati impurit e impasti di cat-itiv~ria. Le loro iniquit erano al colmo. Fa' conoscere queste parole a ;:fQm.i toi figli e alla tua consorte, che deve essere per te una sorella.

    :A;J\~\Jtessa non frena la lingua con la quale fa la maligna, ma udendo i"'qll'esfo_parole si frener e avr misericordia. Dopo che tu avrai fatto co-

    .;M$~er loro queste parole che il Signore mi ha ordinato che ti fossero t;_dy~iatt, saranno rimessi loro i peccati prima commessi e a tutti i fedeli ;;gl,jebamiopeccato fmo a questo giorno, se si pentono con tutto il cuore ;;p).illl1lovono dal loro animo i dubbi. Il Signore ha giurato per la sua i'gliiija a favore dei suoi eletti: se al compiersi di questo giorno c' an-

    !~f~iaALpeccato, non conseguiranno la salvezza". ,, .~,.' . . . .

    ;~~~:..;:;; I P~~;:a;;~:~~l~~i~R-r:;: 1~73~;~~~~~)

    ~; '.2;891-1012; R. Joi.Y, Hermas. Le Pasteur (introduzione, testo ~~-.'.~ note), SCh 53, Paris 1958 .

    . B,bs1, I Padri apostolici, ID, Il Pastore d'Erma, Torino 1955; /'C,qyA.RELL1, I Padri apostolici, Roma 19782, PP 235-346; O. -- 1, Erma. Il Pastore, Alba 1970.

    41

  • Capitolo I

    Studi C. BAusoNE, Aspetti dell'ecclesiologia del Pastore di Hermas, in

    Studia Patristica l1(TU108), Berlin 1972, pp. 101-109; S. GmT, Her-mas et le Pasteur, Paris 1962; A Hn..HoRsT, Smitisme et latinisme dans le Pasteur d'Hermas, Nijmegen 1976; G. MERCATI, Nuove note di letteratura biblica e cristiana antica, in Studi e testi .95, Citt del Vaticano 1941, 8lss; C. OsrnK, Rich and Poor in the Shepard of Her-mas, Washington 1983; IDEM, The socialfunction of female imagery ili second century prophecy, in Vetera Christianorum 29 (1992), 55~74;; C. VOGEL, Il peccatore e la penitenza nella chiesa antica, Torino, 1967, pp. 14-17; 55-64. . .

    42

  • I PADRI APOLOGISTI . A CONFRONTO CON GIUDAISMO, PAGANESIMO E IMPERO ROMANO

    2

    U n primo aspetto fondamentale del cri-stianesimo l'universalit: una reli-

    gione non di un solo popolo, ma per tutti. I cristiani adorano il solo vero Dio; profes-sano una morale in antitesi con i criteri tradiziom;i del paganesimo~ il mondo pa-gano cerca, a pi riprese, ora di emargina-re, ora di assorbire il cristianesimo. Ma i cristiani mantengono la propria identit e sopportano con coraggio le persecuzioni. In questo clima ostile escono allo scoperto non pochi scrittori cristiani: loro primo obiettivo dissipare le opinioni correnti che mettono in falsa luce la fede e la vita dei cristiani. L'apparizione di tali opere va considerata come un fatto del tutto nuovo eu~ storia del cristianesimo, anche per la llafura di tali scritti. Gli apologisti intui-scono che occorre scendere sul terreno

    ; . .,,,,~tesso degli av\rersari per dimostrare che fa dottrina cristiana la vera interprete della ragione dell'uomo, e non le molteplici e

    . spesso contraddittorie enunciazioni delle _;,:@qsofie. L'azione degli apologisti, inol-. fre;. si propone di rendere accettabile la dottrina cristiana sotto la luce della piena credibilit, e di guadagnare proseliti alla chiesa.

    43

  • Capitolo 2

    Difendersi dagli attacchi esterni, caratterizzati da diversi elementi, fu il compito di cui si sentirono investiti gli scrittori cristiani del secondo secolo, a noi noti appunto col nome di apologisti (difensori).

    Il problema, per i cristiani, era appunto quello di cercare di dissipare i pregiudizi che li mettevano in una luce falsa e ottene-re cos un regolare processo, non solo davanti all'autorit, ma anche davanti ali' opinione pubblica. Ed proprio questo pro-blema che d luogo alla comparsa di un certo numero di opere che, a tutti gli effetti, segna un fatto nuovo nella storia del cri-stianesimo. Sono opere greche non pi soltanto come linguag~ gio, ma come forma di pensiero e di espressione. E quanto al contenuto, esse sono ispirate dal desiderio di mostrare che il cri-stianesimo conforme all'ideale dell'ellenismo, o meglio, ne la vera realizzazione. Certune costituiscono degli atti ufficiali diretti a giustificare il "nome" di cristiano dalle accuse mosse-gli. Ma lo scopo principale e comune quello di rendere mani-festa davanti all'opinione pubblica la vera natura del cristianesi-mo, e questo non soltanto per rendergli rispetto, ma anche per attirargli adesioni 1

    Gli apologisti si prefissero diversi obiettivi. Anzitutto quello. di confutare le calunnie correnti: i cristiani infatti erano accusati di unioni incestuose e di infanticidi rituali e, in particolare, di costituire un pericolo per lo Stato: essi rinnegavano infatti il culto degli di, da sempre riconosciuto. Lo storico Tacito se ne render interprete, qundo dar dei cristiani questa definizione: Uomini aborriti per le loro infamie e convinti d'odio per il ge-2 nere umano2 "

    A Nerone, autore della prima persecuzione databile dal 64 e:; famosa per il martirio dei santi Pietro e Paolo, venne attribuito il) cosiddetto lnstitutum neronianum, una serie di decreti che pone.-': vano i cristiani fuori legge. Per oltre due secoli lo scatenarsi del~.ii: le persecuzioni far ricorso a quell'ordinamento, pur rimanendo;) ancor oggi una certa quale incertezza, allorch si tratti di stabili- '.'. re quale sia stata la vera base giuridica>> di quelle persecuzioni./;

    , , ~ ~;

    1 J. DANIBLOU-H. MARRou, Nuova storia della chiesa, voi. I, Roma 1970, p. 133. .

    2 T AC!TO, Annales, XV, 44.

    44

  • l Padri apologisti

    e{in che modo si debba giudicare la forma di un processo>> ~O[ltro i membri delle comunit cristiane. La questione tuttavia !?ll si pone per le grandi persecuzioni dei secc. III e IV, con gli -iJriperatori Decio, Valeriano e Diocleziano: essi furono autori di

    ~~iJ:ti speciali contro i cristiani. , ; AJ.tra questione riguarda la distinzione che gli apologisti si

    ,PfOpngono di sottolineare: la distinzione e il distacco che or-~1 divide la chiesa dalle strutture e dalla mentalit giudaica. Il rj:$tia,nesimo non si - separato dal giudaismo nel primo mo-

    ~~p.tq e all'improvviso. Il cristianesimo predicato agli ebrei co-:1):8~~ lUl.a certa difficolt a non restare ebreo nell'osservanza e

    :J),~JJ.spirito, tanta era radicata la fede ebraica e tanto religioso ~ta)J.suo attaccamento alla Legge di Mos: il pi grande perico-

    t9,i::.h~ .il Vangelo abbia corso stato il rischio di finire riassor-h.i(q.'dal giudaismo. Perfino il nome di cristiani non fu coniato .~ (deli stessi. Si tratta di un nome introdotto dai greci per in~ (ljbar{persone che, evidentemente, non: era pi possibile quali-

    ~i;l~e come giudei, e cos mettere in rilievo quello che, di questi :~():tl.:,giudei, era notorio: la particolarit della loro fede nel Cri-sto; una fede cio che considerava Ges come il Messia 3

    ::- ./.:~:.-::. .:,_::'::=

    'P,~f {'.approfondimento ;~~iiibnt

    -;\,,-Y~6; lC.Tu. Orro, Corpus apologetarum christianorum saeculi ~~F~/idi; 9 voll. (con testo greco e versione latina), Jena 1847~1872; ''Wie$baden 1969 (ristampa).

    ~ii;( - - --,-,..-;-.,.

    L(&,:)~(:.J~RINI, Gli apologeti greci, (introduzione, traduzione e note), ~~iA~J986 (con bibliografia); A CASAMASSA, Gli apologisti greci, ;}J9,i)lal944; l DANILOu, Message vanglique et culture hellnisti-

    tfdi~;:q~1/e et Ille sicles, Tournai-Paris 1961; R. JoLY, Christianisme _.,~ti~/J.ilQsophie. Etudes sur Justin et les apologistes grecs du deuxime i{~j~i;-/e;:aruxells 1973; M. PELLEGRINO, Gli apologeti greci del Il se-i;' '" )l()ma 1947; IDEM, Studi sull'antica apologetica, Roma 1947; G.

    , __ - ;,GUapologisti greci, in I Padri della chiesa, I, Roma 1984, pp. 27Qs; ~'.i':~~~/ ;: . e, _ _..,_, .. .

    ,:;-,;,.;.3Cc. A BATiFFoL, La chiesa 71/JSCente e il cattolicismo, Firenze 1971, pp. '.};tgPlL--

    45

  • Capitolo 2

    l. QuADRATO

    il primo degli apologisti cristiarii, da collocare nella prima met del Il secolo. Probabilmente era originario dell'Asia Mi-nore, da una delle regioni che aveva dato alla chiesa; tra i Padri apoStC>lici, Policarpo e Ppia; e che avrebbero dato, tra gli apolo-gisti, anche Apollinare di Gerapoli 'Milziade.

    autore di una Apologia, purtroppo andata perduta. Sul tempo di composizione di questo scritto c'nforma Eusebio di Cesarea: lui a riferire che, in occasione della visita dell '-imp::; ratore Adriano (117---138) fu Oriente, Quadrato gli present la sua opera in difesa della religione cristiana. Ne risulta cos" che il suo scritto la pi antica delle apologie in difesa dei cristiarit. utile riportare il passo di Eusebio, perch in esso Quadrata parla espressamente di colOro che erano stati guariti o resuscita ti da Cristo, come di persone ancora viventi ai tempi suoi4

    Lettura

    . ::~j Difesa del cristianesimo ,, Dopo naiano, che regn per vent'anni interi meno sei mesi, Elid'.;_;,~

    Adriano ricevette la successione del governo. A lui Quadrato consegni') un discorso che gli aveva indirizzato: aveva composto questa 11Pologia.; .. :_ in favore della nostra religione perch certi uomirii malvagi cercavano .. di provocare molestie ai nostri. Ancora oggi si trova questo libro in ca-sa di molti nostri fratelli e anche in casa nostra. pc>ssibil vederci prove lampanti dell'intelligenza dell'autore e della sua retta apostolica fe_de. 1-

  • 'fr l'approfondimento ~clzzioni

    I Padri apologisti

    _,, : PG 5,1261-1266; Corpus apologetarum, IX, 339-341. $.t~i ... < :(j, BARDY, Sut l' apologiste Quadratus, in Annuaire de l'Institut '!!philQlogie et d'histoire orientales et slaves 9 (1949), 75-86; G. Bo-slo, voce Quadrato, in BS, X, 1265-1269; A CASAMASS, Gli apolo-;~!~tz;-eci, Roma 1944, pp. 216"223; E. PETERSON, voce Quadrato, in i,~~.X' 362-363; V. ZANGARA, voce Quadrato, in DPAC, II, 2957-

    ~g$$' :(()n; bibliografia). ::~ ;;: ' .... _-

    ~~~:

  • Capitolo 2

    duta. Il contenuto consiste in un dialogo tra il giudeo-cristiano Giasone e Papisco, un ebreo di Alessandria, dove si suppone so-lo l'incontro. Attr1.1.verso le citazioni dell'Aantico Testamento e per la chiarezza, con cui il cristiano Giasone dimostrava che le profezie in esso contenute si erano interamente compiute in Ge-s Cristo, il giudeo finiva per abbracciare la fede e chiedere il battesimo.

    Il danno della perdita del Dialogo diviene quindi tanto pi grave, in quanto lo scritto di Aristone conteneva la prima appa-rizione del criterio, divenuto in seguito famoso e valido ancora oggi, messo in atto per la dichiarazione del pieno adempimento, in Cristo, delle profezie dell'Antico Testamento. Lo stesso crite-rio sar richiamato anche da Giustino nel suo Dialogo con Trifo-ne, con la differenza che Trifone non chieder il battesimo.

    Per l'approfondimento Edizioni

    PG 5,1277-1284; Corpus apologetarum, IX, 349-363. Studi

    A CASAMASSA, Apologisti greci, Roma 1939, pp. 224-230; AB. HuLEN, The dialogues with the Jews as sourcesfor early Jewsh argo-ment against Christianity, in Joumal of Biblical Literature 51 (1932), 58-70; E. PETERSON, voce Aristone, in EC, I, 1911-1912; V, ZANGARA, voce Aristone, in DPAC, I, 348-349 (con bibliografia).

    3. MELITONE DI SARDI

    Personaggio di primo piano, diede fama alla sua citt che cli~ venne certamente un centro importante della cristianit asiatica.=. Sardi era citt della Ldia, nell'Asia Minore. Della sua vita si sa: soltanto che fu vescovo di quella citt e che prese parte attiy~ nella controversia sulla determinazione della data della celebr; zione della Pasqua. ..

    Risulta che fu scrittore fecondissimo: Eusebio ci ha fomito'i titoli di una lunga serie di opere, sui vari argomenti5. Interess,~

    5 Cf. Historia ecclesiastica V, 26,1-14.

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  • I Padri apologisti

    il.()lto il fatto che egli indirizz pure a Marco Aurelio un' Apolo-gi, forse in occasione del passaggio dell'imperatore per le citt delliAsi (176). Eusebio ne ha tramandati alcuni frammenti 6 V app3.iono cenni in rapporto ad alcuni editti emanati contro i cri-stiani. Di singolare importanza vi appare l'affermazione, avan-.!fata per la prima volta, della convenienza dell'accordo fra chie-. s e Stato, con i.I risultato di un reciproco vantaggio 1 ?. i~ fortuna arrise allo studioso americano Campbell Bonner,

    #tquale, nel 1940, rintracci un'intera Omelia pasquale di Meli-'iQre. In realt, pi della Pasqua, lorazione tratta della Passione cU

  • Capitolo 2

    4. ARISTIDE DI A TENE

    Filosofo ateniese, autore della pi antica Apologia a noi pervenuta. Il testo, da tempo scomparso, fu rinvenuto.nel 1889 dall'americano Rendei Harris in traduzione siriaca. In seguito fu riscoperto da J.A Robinson in lingua greca. Eusebio scrive che Aristide aveva indirizzato il suo scritto all'imperatore Adriano (117-138). La traduzione siriaca invece indica, quale destinata-rio, Antonino Pio (138-161). La ragione, per cui si potrebbe preferire la data dell'imperatore Antonino Pio dovuta in gran parte alla descrizione della vita cristiana, in cui setnbra rifletter-si la testimonianza di un periodo in gran parte tranquillo.

    L'apologia stabilisce anzitutto il vero concetto di Dio: eter~ no, perfetto, immortale, onnisciente, padre degli uomini e suffi~ ciente a se stesso, e dimostra che n i barbari, n i giudei, n i greci lo hanno posseduto, ma solo i cristiani, che hanno ricevuto la loro fede da Ges, nato da una vergine giudea, ucciso dai giu~ dei, resuscitato e salito al cielo. Ne confenna la loro vita mira--bile, checch ne dicano le calunnie sul loro conto 8 r

    Lettura Identikit del cristiano

    I cristiani sono coloro che sopra tutti popoli della terra hanno ~' vato la verit; riconoscono infatti il Dio creatore e artefice di tutte'l~; cose nel Figlio unigenito e nello Spirito Santo e non onorano altr ,,.~, ali 'infuori di questo. Hanno scolpite nel cuore le leggi dello stesso gnore Ges Cristo e le custodiscono, sperando nella risurrezione ... morti e nella vita del tempo futuro~ Non commettono adulterio, htj'fl: prostituiscono, non pronunciano falsa testimonianza, non desid beni altrui, onorano il padre e la madre, e amano il prossimo e giu no con giustizia ... Gli altri popoli s'ingannano e traggono in iilg gli altri; camminando infatti nelle tenebre si scontrano come ubi ,; Qui, o imperatore, termina il mio discorso per te; discorso che s dettato nella mia mente dalla verit. Perci smettano i tuoi sapieJi parlare stoltamente contro il Signore; conviene infatti che voi o Dio Creatore e ascoltiate le sue parole incorruttibili, affinch, do il giudizio e le pene, siate riconosciuti eredi della vita immo

    (Apologia, cc. 15-17. Tr. di C. B ... Gli apologeti greci, Roma 1986, pp. ?

    8 A FERRUA, voce Aristide, in EC, I, 1907.

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  • I Padri apologisti

    P.et l'approfondimento Edizioni

    Testo siriaco e greco, J.H. HAluus-J.A RoBINSON, Text and Stu-iles (TSt), I, 1 Cambridge 18932; Corpus apologetarum, IX, 344-348.

    ., ~ .

    tiiu:luzioni ,,:''..''e~ VONA; Apologia di Aristide, Roma 1950. '$1.udi

    ,_ . L. ALFONSI, La teologia della Storia nell'opera di Aristide, in ;A'l!gustinianum 16 (1976), 37-40; C. BURINI, Aristide, in Gli apolo-siii'ire,ci, Roma 1986, pp. 37-60; A CASAMASSA, Gli apologisti gre-

    '.~r"ltj~a 1944, pp. 31-48; M. FERMI, L'Apologia di Aristide e la Lette-/rJ!Yr,fD"ogneto, in Ricerche Religiose, I (1925), 451-545. }~~?~~- , ... . . ;7.,.;;/f--;::.~

    "f!~ -~~0,}!:iLmaggiore apologista greco del Il secolo. Nacque a Fla-{'*fl;'tf:,efapolis (oggi Nablus nella Giordania). Lasciata ancor gio-'. .,,. 'la Palestina, si trasferl a Efeso. Era un assetato della verit i;,,,, ., .. J~~~fjl.razione lo condusse a prendere contatto con le pi ce-H : ':'s9JQ1 dell'epoca: quella stoca, peripatetica, pitagorica,

    . J:tjica. Nel platonismo credette di trovare la via giusta .

    . 'ifci:he egli. si convert al cristianesimo, all'epoca di ~:~r~Jrse a Efeso. Si dedic ben presto all'insegnamento ovafode. A Roma, dove si rec ben due volte, riusc a

    '~~~tno a s un certo numero di discepoli, tra i quali 9J~Iine dispute anche con un filosofo cinico, di nome

    . 'C::~eforse fu proprio quello che lo denunci come cri-:N:a;Rti hl prefetto Giunio Rustico, fra il 163 e il 167. ll,l.o@, sub il supplizio assieme ad.alcuni discepoli. Gli . 'o. martirio sono considerati autentici.

    ';;~p~re; e non sono poche, a lui attribuite, tre sole, fra '~riutei, sono sictiramente di sua mano. E sono: le . ~;~.e il Dialogo con Trifone ebreo. ''/'ib.a Apologia, scritta tra il 153 e il 155, fu da lui in-

    . )i:J:iperatore Antonio Pio. L'opera non risulta molto '':':9~9b .. egli .segue piuttosto l'impulso dei suoi. vivi i'!::he, un corso logico degli argomenti richiamati. Egli ;~;~:{:' .

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  • Capitolo 2

    cerca dapprima, brevemente, di susitare l'attenzione del princi-pe. Quindi passa ai motivi che pi gli interessano, svolti pratica-mente in due parti: nel primo tratto, di natura piuttosto apologe-tica, egli procura di difendere i cristiani dalle ingiuste calunnie, . di cui sono fatti segno; nella parte restante, di carattere piuttosto informativo e dottrinale, egli cerca di illustrare la vera natura del cristianesimo e il culto praticato dai cristiani qui che noi abbiamo notizie sul battesimo, sull'eucaristia e sulla liturgia: , della domenica.

    La seconda Apologia risulta di uno scritto assai pi breve,, quasi una continuit della prima. La sua difesa dei cristiani sL: orienta questa volta a motivi pi concreti e pone in causa le in:\ giustizie del prefetto di Roma, Lollio Urbico, colpevole d'aver::. condannato a morte tre cristiani. Segue un'esposizione sull'ill~:j terpretazione delle persecuzioni: esse risultano indubbiamen~~) come opera dei demoni, ma sono permesse da Dio per metter$~ alla prova la fedelt dei cristiani. L'autore chiede infrne la divul~ gazione della sua opera, cos gli errori saranno svelati e cofofu,J.~ che ingiustamente condannano i cristiani, potranno ravvedersV:t;

    ,i;;.:11l Il Dialogo con Trifone ebreo fu composto probabilmen

    negli ultimi anni di vita di Giustino. Si suppone che l'inco ':' con il giudeo sia avve