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92 RCI MARZO 2016 DALL’INDUSTRIA Martino Paradiso TECNOLOGIA CONTEMPORANEA PER EDIFICI ANTICHI

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LA SEDE DI RAPPRESENTANZA DI UNA RINOMATA DISTILLERIA - CON MUSEO, SALA CONVEGNI E RISTORANTE - È RISULTATO DI UN ACCURATO INTERVENTO DI CONSERVAZIONE E RESTAURO CHE UTILIZZA IMPIANTI TERMOMECCANICI RISPETTOSI DELLE PREESISTENZE.

ituato nel territorio del Comune di Borgonato di Corte Franca (Brescia), fra le colline della Franciacorta, Borgo Antico San Vitale è un complesso le cui ori-gini risalgono all’Alto Medioevo, costituito da edifici di epoche e tipologie differenti che, nel corso del tempo, hanno creato un’u-nità dallo straordinario valore storico-architettonico.All’inizio del terzo millennio, Di-stillerie Franciacorta ha deciso

di farne la propria sede di rappresentanza, creando le condizioni per le iniziali campagne archeologiche e per il successivo intervento di restauro e ampliamento, durati comples-sivamente circa sette anni. Oggi il suggestivo borgo è caratterizzato dall’uso delle tecniche e dei materiali propri della secolare tradizione costruttiva della zona, utilizzati sia per il recu-pero degli edifici esistenti, sia per la costru-zione dei nuovi volumi secondo stilemi tipici del XVII secolo. Le scelte impiantistiche hanno privilegiato soluzioni coerenti con la necessità di mantenere la consistenza materica degli an-tichi fabbricati, senza alterarne l’immagine: la centrale è perciò nascosta alla vista, all’esterno dell’area vincolata, mentre le reti termofluidi-che e i terminali si distinguono per l’attento studio di soluzioni mininvasive.

Dal medioevo a oggi Le opere di recupero e restauro del complesso architettonico di San Vitale sono state influen-zate dalle condizioni di degrado delle strutture, dalla notevole quantità dei reperti portati alla luce e, ovviamente, dalla complessità delle stratificazioni architettoniche.Inizialmente il sito era composto da un insieme di edifici in stato di abbandono, fra i quali si distinguevano:- i ruderi dell’antica chiesa parrocchiale, risa-lente al periodo rinascimentale e barocco, sotto i quali erano celati resti di edifici per il culto d’origine altomedioevale (VII-IX secolo), prero-manica (X-XII sec.) e romanica (XII-XIV sec.);- la seicentesca palazzina della canonica, anch’essa in parte sorta su edifici d’epoca ro-manica;- un fabbricato dalla classica tipologia a cascina, addossato alla canonica lungo il fronte ovest.Sotto le murature in gran parte fatiscenti, inol-tre, il terreno era costellato da un fitto numero di antiche sepolture, riportate alla luce e ca-talogate nel corso di due campagne archeo-logiche, condotte assieme a rigorose indagini storico-architettoniche, materiche e sullo stato di conservazione dei manufatti.In stretta collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Brescia, il progetto di restauro è stato elaborato dagli ingegneri Angelo Valsecchi e Gianantonio

I PROTAGONISTI DELL’IMPIANTOCommittenteDistillerie Franciacorta S.p.A.Progettazione, restauro e direzione lavoriing. Gianantonio Dotti, ing. Angelo Valsecchi (Studio Ingegneria Valsecchi)Progetto impianti termomeccaniciStudio Termotecnico Lombardi, Per. Ind. Giuliano LombardiInstallatore impianti meccanici Idraterm s.n.c. Gussago (BS)I fornitoriPompe di calore e gruppo frigorifero ad assorbimento, caldaia: Robur

Dispositivi idronici: CaleffiPannelli radianti: RDZValvole termostatiche: IvarVentilconvettori: Tonon, Olimpia SplendidElettropompe: GrundfosScambiatori di calore, accumuli acs: FioriniUnità trattamento aria: AermecTubi radianti: CiatRadiatori: IdealclimaVentilatori: AtexCappe: Angelo PoBuilding management system: Microdevice

SVista dall’alto di Borgo Antico San Vitale: situato a Borgonato di Corte Franca (Brescia), il complesso è risultato del recupero e restauro di un anticao insediamento religioso, promosso da Distillerie Franciacorta (Air Photo Studio).

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Pompe di calore ad assorbimento: efficienza e potenzialità Rispetto al ciclo frigorifero delle pompe di calore alimentate a elettricità, in luogo della fase di compressione del gas il ciclo ad assorbimento (GAX: Gas Absorption heat eXchanger) differisce per l’introduzione delle fasi di generazione e assorbimento.La prima è preceduta da una serie di scambi termici di pre-riscaldamento della soluzione (ammoniaca e acqua) in ingresso al generatore e si realizza con la separazione per evaporazione dell’ammoniaca (refrigerante), mediante

l’apporto termico della fiamma alimentata a metano.A valle della generazione seguono la condensazione e l’evaporazione, al cui termine si aggiunge l’assorbimento del refrigerante nell’acqua (assorbente), con forte sviluppo di calore. Questa fase è costituita da una reazione esotermica dovuta alle caratteristiche chimico-fisiche dei due composti e alle proprietà del processo.La particolarità del ciclo ad assorbimento è proprio legata allo sviluppo di energia

termica per effetto della reazione d’assorbimento, grazie alla quale è possibile contenere i consumi di combustibile rispetto ai generatori basati sulla sola combustione, soprattutto per le applicazioni invernali.L’efficienza di una pompa di calore ad assorbimento a gas è misurata in modo diverso rispetto a una pompa di calore elettrica. Si considera infatti l’efficienza di utilizzazione del gas (GUE: Gas Utilization Efficiency), determinata dal rapporto tra l’energia fornita (calore ceduto al mezzo

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dalle dimensioni più ampie rispetto al perimetro originario, che racchiude al suo interno i resti musealizzati delle chiese più antiche, visibili attraverso una vetrata a pavimento;- il recupero della canonica e della cascina, per ospitare un’esposizione dedicata all’evoluzione delle tecniche di produzione dell’acquavite (al piano terreno) e un ristorante di alto livello (ai piani superiori);- la nuova costruzione di un edificio dall’imma-gine rustica adibito a distilleria artigianale, nel quale presentare l’intero processo di produ-zione dell’acquavite - dall’arrivo delle vinacce alla distillazione in alambicchi in rame, fino alla conservazione in botticelle di rovere nella barricaia ipogea.Accessibile dal portone rivolto a levante, il com-plesso recuperato si sviluppa oggi attorno a una corte centrale dalla quale si accede:- verso nord alla sala multifunzionale, utilizzata per convegni, eventi pubblici e banchetti, e agli uffici, disposti su due livelli- verso ovest, alla dispensa e alla cucina del ristorante;- verso sud, agli spazi espositivi del museo e al salone del ristorante, che dispone anche di un accesso indipendente lungo il fronte sud.Al piano superiore, ad eccezione della cucina posta sopra quella del piano terreno, tutti gli ambienti della canonica e della cascina sono occupati dalle sale del ristorante, compresa quella appositamente climatizzata per la con-servazione delle bottiglie pregiate.

Complessità del progetto di restauro «I vincoli esistenti sull’intera struttura sono stati la chiave di volta delle scelte impiantistiche –

Dotti, che hanno previsto la conservazione e il recupero delle strutture superstiti del borgo, completate con volumi coerenti con le infor-mazioni documentarie disponibili e integrate da alcuni fabbricati di nuova realizzazione.Nel restauro e nelle nuove costruzioni sono stati utilizzati i materiali della tradizione che vedono protagonisti il mattone e la pietra di medolo per le murature, legate da malte com-poste da sabbie e calci naturali, oltre al legno di castagno per solai e coperture.

Spazi e funzioni Dopo circa un decennio di indagini, studi, rin-venimenti e progetti, i lavori di restauro hanno restituito un complesso di elevato valore storico ed estremamente suggestivo sotto il profilo ar-chitettonico, che comprende:- la ricostruzione della chiesa come spazio mul-tifunzionale, composto dall’abside conservata e da un nuovo volume con tetto a capanna,

Il per. ind. Giuliano Lombardi, Studio Termotecnico Lombardi

L’ingresso principale lungo il fronte esposto a est: si distinguono a sinistra la canonica, che ospita un museo della grappa e un ristorante di alto livello; a destra l’abside della chiesa, trasformata in sala multifunzionale (Fotostudio Rapuzzi).

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da riscaldare) ed energia consumata dal bruciatore.Il GUE è riferito al Potere Calorifico Inferiore (PCI) del gas (in questo caso del metano di rete) e varia in funzione del tipo di pompa di calore e delle condizioni di funzionamento: in media è pari a 1,5 in riscaldamento. Rispetto alle pompe di calore alimentate da elettricità, i valori di efficienza delle pompe di calore ad assorbimento sono meno influenzati dalla temperatura della fonte di scambio termico (energia rinnovabile).

In pratica, quando lo scambio termico avviene con l’aria, le prestazioni delle pompe di calore ad assorbimento risultano più costanti in rapporto ai consumi. Se lo scambio termico avviene con l’acqua o con il terreno, ovvero con fonti a temperatura stabile, a parità di potenza termica fornita le pompe di calore ad assorbimento scambiano meno calore.Di conseguenza il sistema di scambio termico è di dimensioni inferiori rispetto a quello necessario alle pompe di calore alimentate a elettricità.

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spiega il Per. Ind. Giuliano Lombardi, titolare di Studio Termotecnico Lombardi. Il progetto degli impianti si è infatti caratterizzato per la necessi-tà di tutelare le preesistenze e di armonizzarsi, anche dal punto di vista dell’immagine, al pro-getto di restauro.La prima opera impiantistica realizzata sono state le reti di scarico che, prima di raggiungere il collettore pubblico, convergono nella corte centrale. In pratica abbiamo sfruttato quella che, nell’antichità, era la naturale predispo-sizione del complesso a facilitare il deflusso delle acque. La pavimentazione della corte è in acciottolato, perciò facilmente rimovibile in caso di necessità.Abbiamo poi approntato le colonne montanti, tutte preisolate, diramando le reti in orizzontale sotto i pavimenti al piano terreno, sfruttando poi le cavità presenti nelle murature per la di-stribuzione in verticale ai diversi ambienti. La cucina, ad esempio, è stata organizzata su due livelli sia per facilitare il servizio alle sale di risto-razione, sia per utilizzare un unico condotto di aspirazione per le cappe».Qual è stata la principale difficoltà incontrata e come è stata risolta?«Durante il cantiere abbiamo affrontato diverse problematiche, trovando sempre una soluzio-ne rispettosa delle preesistenze e adeguata ai fabbisogni. Una delle principali difficoltà è consistita nella localizzazione della centrale termofrigorifera.Dato l’elevato valore storico-architettonico dei manufatti conservati e i notevoli costi sostenu-ti per il recupero e la rifunzionalizzazione del complesso, ogni metro quadrato era particolar-mente prezioso. Inoltre, la necessità di rispet-tare le norme tecniche legate all’impiego del

metano ha costituito un’ulteriore complessità.La posizione della centrale è stata più volte mo-dificata nel corso del progetto, fino a quando non si è palesata l’esigenza di localizzarla al di fuori dell’area interessata dagli interventi di restauro, opportunamente celata alla vista. La scelta è caduta sul piccolo piazzale logistico all’aperto, posto a una quota inferiore rispetto al piano di campagna, alle spalle dei volumi storici e a fianco della distilleria artigianale.Da una parte, questa soluzione ha sicura-mente semplificato la progettazione degli im-pianti e, dall’altra, ha permesso di posizionare i generatori in un’area di servizio facilmente accessibile dall’esterno per le operazioni di manutenzione. È stato perciò approntato un ballatoio grigliato sopraelevato rispetto al piazzale, situato a breve distanza dagli altri locali tecnici, sul quale sono stati posati i ge-neratori».

Le centrali termomeccaniche La centrale termofrigorifera è composta esclu-sivamente da dispositivi di produzione Robur, in particolare:- 3 pompe di calore ad assorbimento del tipo reversibile, alimentate a gas metano (105,9 kWt e 50,7 kWf complessivi), per lo sfruttamento dell’energia rinnovabile aeroter-mica, più la predisposizione per l’installazione di un quarto generatore del medesimo tipo (dedicato alla futura sala fumatori);- 1 gruppo frigorifero ad assorbimento, alimen-tato a metano (17,9 kWf), che provvede all’inte-grazione del fabbisogno frigorifero estivo e alla produzione gratuita di acqua calda sanitaria mediante recupero del calore di condensazio-ne (potenza termica recuperata = 24,9 kWt);

L’abside dell’ex chiesa è stata mantenuta e consolidata, creando una pavimentazione trasparente che permette la vista dei resti degli edifici sottostanti: in questo caso i ventilconvettori a parete dispongono dello chassis originale (Fotostudio Rapuzzi).

La sala multifunzionale è equipaggiata con pavimenti radianti per la climatizzazione invernale ed estiva, mantenuti a temperature di base rispettivamente di 17 °C e 27 °C, con integrazione mediante ventilconvettori (Studio Ingegneria Valsecchi).

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- 1 caldaia a condensazione (34 kWt) per l’integrazione termica invernale del circuito di riscaldamento, la produzione di acqua calda sanitaria e l’effettuazione dei cicli termici anti-legionella.La centrale è stata fornita come gruppo pre-assemblato e customizzato di generatori da esterni, già costruito per l’integrazione idrau-lica ed elettrica delle diverse unità: tempera-tura massima acqua calda producibile 80 °C (impianto di riscaldamento dimensionato per temperatura massima pari a 50 °C) e acqua refrigerata a 7 °C.Oltre al vantaggio di non richiedere un con-

siderevole fabbisogno di energia elettrica, le pompe di calore e i termorefrigeratori ad assorbimento non utilizzano gas fluorurati, sostituita da una miscela di acqua e ammo-niaca, perciò non sono soggetti agli obblighi di dichiarazione né alle restrizioni in materia di gas climalteranti.A pochi metri di distanza dalla centrale ter-mofrigorifera, un piccolo locale tecnico situato nell’interrato del complesso storico ospita la centrale di distribuzione e i 2 bollitori per l’ac-cumulo dell’a.c.s. (1.000 l ciascuno). A fianco si trova l’unica unità di trattamento dell’aria, dedicata alle cucine.

Efficienza con il metano «L’aspetto del contenimento dei costi energetici - riprende Lombardi - è stato risolto preveden-do l’impiego di una serie generatori termofri-goriferi modulari, del tipo a pompa di calore ad assorbimento reversibile, alimentati a metano e perciò in grado di offrire notevoli benefici fi-scali per l’uso del gas all’attività di ristorazione. Si tratta della soluzione più efficace in termini energetici fra quelle disponibili in quanto, dati i vincoli esistenti sull’intero complesso, il ricorso a soluzioni alternative - ad esempio: campo fotovoltaico in abbinamento a pompe di ca-lore ad alimentazione elettrica; collettori solari termici - è stato escluso a priori.Le macchine installate presentano un’elevata efficienza energetica: sfruttando per il 33,3% l’energia rinnovabile aerotermica il GUE è infatti pari al 150% e, a temperatura di -7 °C (minima di progetto), il GUE è pari al 134%.In abbinamento ai generatori, il gruppo frigori-fero ad assorbimento e la caldaia a condensa-zione, sempre alimentati a metano, integrano il fabbisogno termico con la massima efficienza energetica possibile, anche grazie al recupero del calore di condensazione per la produzione di parte dell’acqua calda sanitaria, molto utiliz-zata dall’attività di ristorazione».Quali aspetti hanno ulteriormente caratterizzato il progetto?«Il locale più energivoro è senz’altro la sala multifunzionale realizzata nella rinnovata chiesa, trattata come se avesse mantenuto la sua originaria funzione di spazio liturgico. Questo ambiente è equipaggiato con pavimenti radianti idonei alla climatizzazione invernale ed estiva, mantenuti a temperature di base rispet-tivamente di 17 °C e 27 °C.In occasione di eventi e visite, la messa a re-gime veloce e il mantenimento alle condizioni ottimali è demandata a ventilconvettori a parete che operano anche una parziale deumidifica-zione, più che sufficiente - data l’elevata altezza del locale - a garantire ottimali condizioni ter-moigrometriche anche in presenza di affolla-menti elevati. In corrispondenza dalle ampie superfici vetrate sono stati inseriti tubi alettati, mascherati con sottili cassonetti in legno, per abbattere l’asimmetria radiante.

Reti senza tracce Negli altri locali, invece, i terminali sono celati alla vista...«Tutti gli altri apparecchi installati - termosifoni

Una delle sale al primo piano dell’ex canonica: mascherati da mobiletti in legno, i ventilconvettori aspirano l’aria e la restituiscono in ambiente attraverso fessure poste rispettivamente in basso e in alto (Fotostudio Rapuzzi).

Posa delle reti al servizio dei ventilconvettori, tutti a 4 ranghi o a 3+1 ranghi e dotati di una valvola termostatica che consente l’alimentazione a 4 ranghi per il raffrescamento e a 1 rango per il riscaldamento (Studio Ingegneria Valsecchi).

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e ventilconvettori, per la maggior parte situati sotto le finestre – sono stati accuratamente nascosti mediante mobiletti realizzati su misura in legno. Per i fancoil abbiamo ricercato, fra tutti i modelli presenti sul mercato, quelli più adatti alla forma delle nicchie presenti nelle murature. Per disposizione della Soprinten-denza, infatti, non sono state eseguite tracce sui paramenti murari storici: tutti i montanti impiantistici sfruttano le canne fumarie pree-sistenti e distribuiscono tubazioni e canalizza-zioni prevalentemente a pavimento.I convettori sono tutti a 4 ranghi o a 3+1 ranghi e dispongono di una valvola termostatica, che consente l’alimentazione a 4 ranghi per il raf-frescamento e ad 1 rango per il riscaldamento.Quella che potrebbe sembrare un’anomalia progettuale (impianto a 2 tubi) è stata invece una scelta tecnica alternativa rispetto alla solu-zione classica con testine elettrotermiche, che non pregiudica il mantenimento delle condizio-ni termiche ottimali e, parallelamente, riduce notevolmente le operazioni di manutenzione.Oltre agli scenari di illuminazione, il sistema di supervisione domotico coordina e ottimizza il funzionamento degli apparati termomeccanici di ogni singolo ambiente: è stato sviluppato da un’azienda specializzata in gestione alberghie-ra e, grazie alla sua semplicità, è controllato di-rettamente dal personale che lavora all’interno della struttura».

Climatizzazione degli ambienti speciali La cucina è dotata di un impianto di ventilazio-ne a tutt’aria (mandata 3.000 m3/h), a com-pensazione dell’aria estratta dalle cappe poste

(In alto) La cucina è l’unico locale dotato di impianto di ventilazione a tutt’aria, che compensa l’aria estratta dalle cappe poste sulle isole di lavoro e lo mantiene in depressione, per evitare la diffusione degli odori (Studio Ingegneria Valsecchi).

(Al centro) Posa delle tubazioni impiantistiche al servizio dell’intero complesso: l’immagine riprende la rampa veicolare che scende nel piccolo piazzale logistico, situato fra gli edifici storici e la nuova distilleria (Studio Ingegneria Valsecchi).

(In basso) La centrale termofrigorifera (nell’immagine le tre pompe di calore ad assorbimento del tipo reversibile, alimentate a gas metano) è stata localizzata all’esterno per massimizzare le superfici costruite a disposizione (Studio Termotecnico Lombardi).

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sulle isole di lavoro (ripresa 4.400 m3/h), che mantiene gli ambienti in leggera depressione per evitare la diffusione degli odori.Al primo piano, la sala destinata ai fumatori è predisposta per l’installazione di un impianto di ventilazione che si sviluppa nel sottotetto, con estrazione dell’aria diretta oltre la coper-tura. Per la produzione dell’energia termofri-gorifera necessaria è prevista l’installazione di un’ulteriore unità in pompa di calore nella centrale termofrigorifera.La sala per la conservazione delle bottiglie pregiate è invece equipaggiata con ventilcon-vettori e con un impianto di raffrescamento

mediante split canalizzabile. Questo ambiente necessitava di condizioni termoigrometriche stabili per tutto l’anno (T 17 °C; u.r. 70%), per salvaguardare la tenuta dei tappi in sughero. Allo scopo è stato installato un dispositivo di atomizzazione dell’acqua, collegato da un impianto per la demineralizzazione, in modo da evitare la diffusione in ambiente dei sali residui del processo di addolcimento.L’openspace che ospita la distilleria artigianale è dotato di aerotermi in acciaio inox, alimen-tati a vapore derivati dal circuito dedicato alla distillazione.Qualche tempo dopo la conclusione dei lavori è stata attivata anche la sala sommelier, de-dicata alla degustazione dei distillati e situata in un locale ricavato nello scantinato della distilleria, a fianco della barricaia. Allo scopo è stato redatto uno studio per il riscaldamento mediante recupero del calo-re proveniente dalle borlande (residui della prima fase della distillazione che, prima del riuso, devono essere raffreddati), rimasto poi

sulla carta. È stato invece approntato un im-pianto di ventilazione del tipo a tutt’aria ester-na, senza ricircolo, con controllo dell’umidità estiva ed invernale. L’aria - che deve essere la più pura possibile per non compromettere la degustazione - vie-ne prelevata ad una altezza igienicamente sufficiente ed incanalata nel sottosuolo me-diante due condotte, attestate su un’unità di trattamento dell’aria dedicata (1.800 m3/h) dotata batterie per riscaldamento e raffre-scamento, filtro a carboni attivi per l’aria, silenziatore e umidificatore a elettrodi im-mersi.Le canalizzazioni di distribuzione attraversano l’intercapedine posta al di sopra delle volte della barricaia, raggiungendo tre diffusori a soffitto celati da contenitori in lamiera di rame forata, appositamente realizzati su disegno. Nella sala sono presenti anche un ventilcon-vettore incassato a parete e un ventilatore per l’espulsione dell’aria esausta. ^

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Schema di funzionamento della centrale termofrigorifera (Studio Termotecnico Lombardi).

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