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Mario MELINO: l'organizzazione del curricolo L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO Dai programmi scolastici alle Indicazioni Nazionali Mario MELINO

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO

Dai programmi scolastici alle

Indicazioni Nazionali

Mario MELINO

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

Programma scolastico

Un programma scolasticoè il progetto di un gruppo sociale per le esperienze educative dei

fanciulli nella scuola

Beauchamp, Curriculum Theory, 1961.

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

TEORIA DEI PROGRAMMI 1

m

PROGRAMMA

METODO

DOCENTE ALUNNO

Programma tradizionale

Programma moderno FilosofiaSociologiaPsicologia

TEORIA DEI PROGRAMMI

ContenutiMetodo

DOCENTE ALUNNO

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curricolo

TEORIA DEI PROGRAMMI 2

LE DOMANDE FONDAMENTALI DIRALPH TYLER (1949)

1. – Quali finalità educative la scuola dovrebbe cercare di realizzare?

2. – Quali esperienze educative sono utili a realizzare tali finalità?

3. – Come si possono organizzare con Efficienza queste esperienze educative?

4. – Come possiamo stabilire se queste finalità sono state realizzate?

LOGICA DIDATTICA

Fini e Obiettivi

Contenuti e esperienze

Organizzazione e metodi

VALUTAZIONE

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curricolo

TEORIA DEI PROGRAMMI 3

OBIETTIVI

CONTENUTI

METODI

VALUTAZIONE

Ralph TYLER

1. Fini, TraguardiObiettivi

2. Selezione di esperienze di apprendimento

3. Selezione dei contenuti

4. Organizzazione e integrazione di contenuti ed esperienze di apprendimento

5. VALUTAZIONE

Il modello ciclico di WEELER

LA LOGICA CURRICOLARE

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curricolo

Le teorie curricolari

Numerose matrici genetiche

�Strutturalismo (Bruner)�Istruzione programmata (Skinner, Crowder …)�Teoria degli obiettivi (Mager …)�Sistemi tassonomici (Bloom, Guilford, Dave …)�Impostazioni patetiche (Gilbert)�Transdisciplinarità ….

Novak nel 1964raccoglie 98 definizioni di CURRICOLO

LA RAPPRESENTAZIONE DELLA FORMAZIONE PROGETTATA

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curricolo

La pedagogia per obiettivi

L’aspirazione cartesiana della pedagogia:dal Discorso sul metodo a Ralph Tyler

La scelta razionale della modernità:

Primato della razionalità teoretica (paradigma matematico/scientifico) e

emarginazione della razionalità pratica di

tradizione aristotelica.

La razionalità procedurale // Max Weber: razionalità da scopo“non c’è bisogno di azioni complesse per produrre risultati complessi”

Adam Smith: la

divisione del lavoro

Teylor: la scienza

dell’organizzazione

Hobbes e la politica

Spinoza e l’etica

R. Tyler e la

pedagogia

La pedagogia dell’era industrialeLa riproducibilità tecnica del processo educativo

Dalla massificazione del prodotto alla massificazione del processo

La programmazione come TECNOLOGIA EDUCATIVA

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curricolo8

PEDAGOGIA PER OBIETTIVI – 1caratteristiche

Centralità dell’azione

dell’insegnare

L’insegnante come operatore

DIDATTICA NORMATIVA

efficacia – efficienza – razionalità – obiettività

� teoria pratico-prescrittiva per assicurare i

requisiti della scientificità dell’azione dell’insegnare;

� il processo di apprendimento «nell’epoca della

sua riproducibilità tecnica»;

� la razionalità procedurale come principio

fondante;

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curricolo9

PEDAGOGIA PER OBIETTIVI – 2

PRINCIPI DIDATTICI

� l’insegnamento come attività progettabile / verificabile –

pianificazione a livello micro e macro;

� asimmetria del rapporto educativo – NEO DIRETTIVITA’

� complessità SISTEMICA dell’attività educativa –

implicazione tra regole prescrittive e costitutive;

� finalismo dell’azione educativa: processi di

operazionalizzazione e tecniche di controllo empiriche;

� tassonomizzazione, processi deduttivi e scale di valutazione

standard;

� processi di decisione con tecniche di controllo della

complessità.

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curricolo10

PEDAGOGIA PER OBIETTIVI – 3buropedagogia

1974

P. BOSCOLO,

Psicologia

dell’educazione

Le opere di MAGER –

variante radicale

Pellerey – Stachel in

«Orientamenti

Pedagogici»

DPR 416, art. 4,

let. a, c.

L. 517/ 1977 – modello

didattico ufficiale

� conciliare prescrittività del CENTRO e

autonomia progettuale della PERIFERIA;

� semplificare le pratiche degli

insegnanti neutralizzando la fatica della

problematizzazione;

� disciplinare il comportamento dei

docenti e omogeneizzarlo nelle procedure;

� rendere visibile e controllabile l’azione

didattica attraverso la formalizzazione dei

processi deduttivi e la coerenza della

operazionalizzazione;

� assicurare globalmente un’immagine di

scientificità e un senso di controllabilità

del sistema;

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La didattica di fine Novecento

Le innovazioni degli ultimi anni sembrano aver seguito un’originale dialettica degli opposti

� Dall’individuale al collegiale� Dalla classe alla scuola� Dalla scuola alle reti di scuole � Dal programma al curricolo (dalla rigidità alla flessibilità)� Dalla scuola al territorio (dal formalismo all’esperienza)� Dall’azione singola all’azione organizzata� Dal centralismo all’autonomia � Dalla linearità alla modularità� Dallo specialismo disciplinare (saperi monoscopici) alla ricomposizione unitaria (saperi poliscopici)

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curricolo

Il significato dell’insegnare

Attività progettuale di

compiti di apprendimento

Attivitàcollaborativa e

cooperativa

Attività di ricerca-azione

Attività di regiadell’ambiente di apprendimento

e di accompagnamento

(tutoring)

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curricolo

L’apprendimento significativo

COSTRUTTIVISMO SOCIO-CULTURALE

ATTIVO: consapevole, responsabile, coinvolgente (Dewey)

COSTRUTTIVO: le nuove conoscenze entrano in

relazione con il già noto e si integrano in nuovo equilibrio

COLLABORATIVO: chi apprende, lavora in una comunità

che costruisce conoscenza dove ogni attore può offrire una varietà di “supporti” (scaffolding) sia intenzionali che

spontanei. Questi ultimi richiamano il concetto di

apprendimento attraverso l’aria (Yasmin Kafai – Idit Harel)

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curricolo

L’apprendimento significativo 2

INTENZIONALE: fondato sulla motivazione intrinseca all’apprendere e sulla consapevole volontà di raggiungere obiettivi cognitivi rilevanti

CONVERSAZIONALE: nella relazione dialogica i partecipanti traggono beneficio dall’essere parte di una comunità più ampia. Il conoscere è anche prodotto dall’attribuire, negoziare e condividere significati, dal “raccontare storie”…

CONTESTUALIZZATO: tra i compiti scolastici e i compiti del mondo reale ci deve essere una relazione di significatività (problem-basedo case-based)

RIFLESSIVO: il soggetto organizza ciò che apprende “riflettendo”sui processi svolti e sulle decisioni che questi hanno comportato, ovvero, il soggetto riflette su “cosa” e su “come” ha appreso.

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Le Indicazioni Nazionali

Nuovo scenario sociale Nuovo umanesimo

Nuova cittadinanza Centralità della persona

INDICAZIONI NAZIONALI

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Le Indicazioni Nazionali scenario normativo e organizzativo

LEP (art. 117 Cost.

– L. n. 3 del 2001)

STANDARDIstituti

Comprensivi (art. 19, c. 4, L. 111/2011)

Curricolo verticale

GenitorialitàLinee d’indirizzo:

Partecipazione dei genitori e

corresponsabilità educativa

Nota MIUR 22.11.2012 n. 3214

INVALSIValutazione

esterna e

interna

INDIREBuone pratiche

(GOLD)

Autovalutazione / bilancio sociale rendicontazione

Tutela contro i disservizi della pubblica amministrazione

Class-action pubblica

d.lgs. 20.12.2009 , n. 198

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IL CURRICOLO DI ISTITUTO

Il curricolo d’istituto � è espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica

� èsplicita le scelte della comunità scolastica e l’identità dell’istituto

� è il processo che sviluppa e organizza la ricerca e l’innovazione educativa

Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del POFcon riferimento

� al profilo dello studente al termine del primo ciclo d’istruzione

� ai traguardi per lo sviluppo delle competenze

� agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina

I docenti – partendo dal curricolo d’istituto – individuano � le esperienze di apprendimento più efficaci

� le scelte didattiche più significative

� le strategie più idonee con attenzione alla loro possibile aggregazione in

“aree” (d.P.R. n. 275/1999).

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curricolo

Il curricolo d’istituto

POFCurricolodi scuola

LEP

STANDARD

Competenze chiave

Profilo delle competenze al termine del ciclo d’istruzione

Traguardi per lo sviluppo

delle competenze

Obiettivi specifici di apprendimento per ogni disciplina

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curricolo

CURRICOLOil valore sociale

Rendicontazione Natura contrattuale della prestazione all’utenza

LEP - Standard - POFPatto di corresponsabilità

Carta dei servizi (CIVIT, direttiva n. 1/2010)Il BILANCIO SOCIALE (direttiva 17.02.2006)

“Norme per l’autogoverno delle autonomie scolastiche” – disegno di legge

Indicazioni per il curricolo (2012)«Alle singole istituzioni scolastiche spetta poi la responsabilità dell’autovalutazione, che ha la

funzione di introdurre modalità riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta educativa e

didattica della scuola, ai fini del sul continuo miglioramento, anche attraverso dati di

rendicontazione sociale o dati che emergono da valutazioni esterne».

art. 140 bis D.lgs. 206/2005 – Codice del consumo (L. 244/2007 e L. 102/2009)

d.lgs. 20.12.2009, n. 198 introduce la Tutela contro i disservizi della pubblica amministrazione

Class-action pubblica.

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Modello consumeristicola partnership

COLLEGIALITÀ E PARTECIPAZIONEd.lgs. 233/1999 – riforma degli organi collegiali

Linee d’indirizzo: Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa Nota MIUR 22.11.2012 n. 3214

Genitorialità partecipante

Nel quadro dell’ideologia consumeristica,

la partecipazione è ciò che consente all’utente di garantirsi che non vi siano

scarti significativi tra il livello di prestazione dichiarato e quello

effettivamente reso e che la struttura erogatrice, in quanto servizio

pubblico scelto, abbia agito con logiche di economicità ed efficacia

Il problema della responsività

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curricolo

Modello consumeristicoil mercatismo

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Numerosi gli strumenti introdotti:

�Centrazione sulla domanda�Differenziazione istituzionale�La filosofia del Voucher-system – buono scuola�La competitività pedagogica�La genitorialità partecipante �La trasparenza sociale del piano formativo e delle prestazioni professionali (LEP – POF – STANDARD – Carta dei servizi – Patti vari)�Obblighi di rendicontazione �La direzione della responsività della scuola�La tutela dai disservizi della P.A. (class-action)�La creatività imprenditoriale delle scuole autonome ….

Il mercatismoè diventato una filosofia di modellamento organizzativo

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curricolo22

I RIFERIMENTI DELLA LOGICA PROGETTUALE

CAPACITA’

CONOSCENZE

ABILITA’

COMPETENZEIntelligenza situazionale

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curricolo23

COMPETENZA

E’ una caratteristica dell’agire umanoE’ un insieme di capacità singolari. E’ propria di un singolo individuo ed è inseparabile dalla sua storia e dalla sua personalità.

CAPACITA’ DI FAR FRONTE A UN COMPITO O AD UN INSIEME DI COMPITI,

RIUSCENDO A METTERE IN MOTO E AD ORCHESTRARE LE PROPRIE RISORSE

INTERNE, COGNITIVE AFFETTIVE E VOLITIVE, E A UTILIZZARE QUELLE

ESTERNE DISPONIBILI IN MODO COERENTE E FECONDO (Pellerey)

Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacitàpersonali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio – 23 aprile 2008 Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente.

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curricolo24

LA SCUOLA DELLE COMPETENZE

Dalle conoscenze all’uso delle conoscenze = competenze

Dall’aula come luogo esclusivo ai laboratori

Visione antropologica ed epistemologica più impegnativa

CONOSCENZEDichiarativeProceduraliContestuali

Abilità intellettuali e pratiche

Disposizioni interneInteressi

Valori

Capacità di orchestrare e mobilitare schemi,

conoscenze, abilità, risorse interne ed esterne

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curricolo25

COMPETENZAaspetti soggettivi – oggettivi – intersoggettivi

RISORSE INTERNE(Patrimonio interiore)

RISORSE ESTERNE(Patrimonio ambientale)

• Interesse per il problema

• Disponibilità e motivazione all’impegno

• Attenzione e concentrazione sul compito

• Capacità d’integrazione sociale

• Capacità di mobilitare conoscenze e abilità.

• Il gruppo (competenze / conoscenze

distribuite)

• I materiali / gli strumenti

• I supporti (i facilitatori)

• La sfida problematica

• Le conoscenze e le informazioni reperibili.

La didattica per competenzeimplica

• Un compito da svolgere

• Una situazione da affrontare

• La mobilitazione di tutte le risorse del soggetto e quelle utili dell’ambiente

• L’interazione sociale e cooperativa

• l possesso di abitudini di lavoro e di abilità di studio

• Il laboratorio come luogo di didattica metacognitiva (apprendere ad apprendere)

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

Mario MELINO: Valutazione e

personalizzazione26

RAFFIGURAZIONE DELLA COMPETENZA

esperienza

motivazione

conoscenze specifiche e trasversali

abilitàschemi

Storia personale

Ruolo sociale

Immagine di sé

Storia scolastica

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

I Fattori esterni dell’apprendimento

1. Ottenere l’attenzione e creare interesse.

2. Rendere partecipe l’alunno del compito di apprendimento.3. Richiamare i prerequisiti essenziali e di supporto (regole, concetti, procedure,

informazioni, strategie cognitive, atteggiamenti …) per “entrare” nel compito di apprendimento.

4. Presentare il compito nella sua articolazione e i “materiali stimolo”.5. Offrire una «guida all’apprendimento».6. Incoraggiare costantemente e sostenere la prestazione; dare rassicurazione.7. Valorizzare l’esperienza (ossia, l’applicabilità delle conoscenze/abilità) e

l’esercizio.8. Verificare la prestazione e predisporre i correttivi didattici.9. Migliorare la ritenzione delle conoscenze e la loro trasferibilità e

generalizzazione ad altre esperienze.10. Valutare gli apprendimenti in un contesto operativo o in una pratica sociale.11. Documentare il percorso, le acquisizioni dell’allievo e i dati rilevanti

(fascicolo personale / portfolio).12. Certificare le competenze.

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

I fattori interni dell’apprendimento

1. Stile cognitivo di apprendimento:• livello di maturazione linguistica;• modalità preferenziali di apprendimento;• preferenze per il tipo d’informazione;• ritmo di apprendimento e tempo di elaborazione

dell’informazione.2. Prerequisiti cognitivi generali e specifici.3. Atteggiamento verso lo studio e abitudini di lavoro.4. Abilità sociali e di integrazione cooperativa nel gruppo

classe. 5. Motivazione ad apprendere e grado di perseveranza nello

studio (resilienza educativa).

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricoloMario MELINO - La

personalizzazione

29

Le variabili dell’istruzione su misura

PROCESSO DI ISTRUZIONE

variabili relative

all’alunno

variabili relative

all’insegnamento

caratteristiche cognitivecaratteristiche affettive

abilità socialiabitudini di lavoro

abilità di studio

qualità dell’intervento didatticosistema dei correttivi didattici

LARSA

ISTRUZIONE INDIVIDUALIZZATAESPERIENZE DI APPRENDIMENTO

PERSONALIZZAZIONE

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

La personalizzazione

La personalizzazione si propone di:

� valorizzare la sfera connotativa del soggetto nella sua globalità, “integralità”;

� non considerare in modo “singolare” (individualistico, atomistico) l’allevo e contestualizzarlo nella socialità delle relazioni;

� non progettare itinerari didattici ossessivamente sequenziali, operazionalizzati in vista di meri obiettivi comportamentali;

� cogliere, oltre il dato acquisitivo, il valore formativo dell’esperienza scolastica;

� agire per promuovere l’autonomia culturale dell’allievo perchédiventi capace di porsi sempre nuovi obiettivi di apprendimento.

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

Personalizzazionedefinizione

INDIVIDUALIZZAZIONEsi concreta nell’adozione di strategie

didattiche finalizzate a garantire a

tutti gli alunni il raggiungimento degli

obiettivi programmati, attraverso la

diversificazione degli itinerari di

apprendimento.

PERSONALIZZAZIONEè finalizzata ad assicurare ad ogni

allievo una propria eccellenza

cognitiva attraverso attività

motivanti e significative che

consentano di compensare gli

svantaggi, rafforzare le

acquisizioni di base e sviluppare

propri talenti e attitudini.

Attraverso l’individualizzazione tutti gli alunni devono raggiungere gli obiettivi e acquisire conoscenze e abilità. Gli obiettivi restano “fermi” per tutti, mentre si diversificano i percorsi, la gradualità dei contenuti e le modalità di apprendimento (individuale, a coppie, di gruppo, cooperativo, attraverso la ricerca, laboratoriale…); la personalizzazione, invece, costituisce il passo ulteriore – grazie al quale – ognuno, partendo da quelle acquisizioni fondamentali, può rafforzare e approfondire gli apprendimenti, maturare specifiche competenze e aspirare all’eccellenza in un ambito per il quale ha attitudine e talento. Gli obiettivi, in questo caso, sono calibrati sul soggetto e vengono “negoziati” (contratto formativo) con il suo consapevole coinvolgimento.

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo32

IOPERSONA

DIMENSIONEPERSONALE

DIMENSIONEDIDATTICA

DIMENSIONEORGANIZZATIVA

resilienza educativa

underachievement

Personalitàscolastica

abilitàsociali

Abitudinidi lavoro

abilitàdi studio

TUTORIALITA’

PersonalizzazioneIndividualizzazione

OSA• OBIETTIVI FORMATIVI• Unità di apprendimento • Piano personalizzato di studio

(Contratto formativo)• Valutazione• Documentazione

(Portfolio)

• POF• Organizzazione dei tempi• Organizzazione degli spazi •Offerta opzionale• Laboratori• Forme di partecipazione sociale - Genitorialità

LA PERSONALIZZAZIONE

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

L’alunno e il compito di apprendimento 1

Affrontare il compito d’apprendimento presuppone alcune abilità e abitudini di lavoro che l’allievo deve via via affinare con il crescere

delle difficoltà.

1. – COMPREDERE IL COMPITOa) – analizzare il compito da svolgere:

ha fatto proprio l’obiettivo?

ha compreso le consegne?

sa distinguere gli elementi e le fasi del compito?

ha contestualizzato il compito?

b) – impostare (progettare il compito):ha dato ordine alle fasi e alle sequenze operative?

ha pianificato il lavoro?

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

L’alunno e il compito di apprendimento 2

2. – ESEGUIRE IL COMPITO

a) analizzare e regolare l’impostazione del compito

sa esaminare il suo modo di lavorare?

percepisce i suoi punti di efficacia e i suoi limiti?

verifica la progressione delle sue azioni e la

direzione?

b) impegnarsi nel compitosa adattarsi agli imprevisti?

fa appello all’immaginazione?

utilizza tutte le risorse esterne disponibili?

sa perseverare nell’azione?

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

L’alunno e il compito di apprendimento 3

3. – PORTARE A TERMINE IL COMPITO

a) consapevolezza operativasa regolare l’azione secondo le necessità?

usa le acquisizioni per avvicinarsi alle conclusioni?

b) sintesi e finalizzazionesa formulare le conclusioni del compito?

sa valutare la qualità del lavoro che ha compiuto?

prova soddisfazione per quanto ha fatto?

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

L’alunno e il compito di apprendimento 4

ELEMENTI DI VALUTAZIONE

•COMPRENSIONE DEL COMPITO

•ANALISI E IPOTESI DI SVILUPPO

•ESECUZIONE DEL COMPITO

•PERSEVERANZA E CAPACITA’ DI ORGANIZZAZIONE

•FORMULAZIONE DELLE CONCLUSIONI

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo37

GRIGLIA PER L’ELABORAZIONE DELLE UNITÀ DIAPPRENDIMENTO

Compito di apprendimento

Competenza

Obiettivi

specifici di

apprendimento

Conoscenze

Abilità

1 2 3 … OBIETTIVO FORMATIVO Verifica Contratto didatticoLARSA

A

U

T

O

E

T

E

R

O

Recupero Arricchimento

u. di

t.

u. di

t.

u. di

t.

u. di

t.

tempo dal…… al ………. documentazione documentazione

valutazione

certificazioneRaccordi

interdisciplinari

Mezzi e

strumenti

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricoloMario MELINO - La

personalizzazione

38

Obiettivi specifici

di

apprendimento

Conoscenze

Abilità

1 2 3 … OBIETTIVO FORMATIVO Verifica Contratto didatticoLARSA

A

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Recupero Arricchimento

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t.

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t.

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t.

tempo dal…… al ………. documentazione documentazione

valutazione

certificazione

Raccordi

interdisciplinari

Mezzi e

strumenti

GRIGLIA PER L’ELABORAZIONE DELLE UNITÀ DIAPPRENDIMENTO

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricoloMario MELINO - La

personalizzazione

39

UNITA’ DI APPRENDIMENTO (1)

COMPITO DIAPPRENDIMENTO

COMPETENZA

Leggere un testo e interpretare le intenzioni

dell’autore

Lettura significativa e scorrevole adatta allo scopo (informativa, recitativa,

ricreativa, di studio, di ricerca…)

OBIETTIVO FORMATIVOScegliere un testo e spiegarne la ragione e le motivazioni

OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

Individuare un testo e

distinguerlo con

precisione

Padronanza delle anticipazioni testuali

(titolo, argomento,

indice, contesto…)

Utilizzare forme di lettura diverse: ad

alta voce,

silenziosa…

Individuare gli elementi essenziali della

narrazione: personaggi,

luoghi, tempi…

………..

COMPITO DI APPRENDIMENTO COMPETENZA

Leggere un testo e interpretare le intenzioni dell’autore

Raccontare in modo esauriente un intreccio narrativo

OBIETTIVO FORMATIVOComprensione funzionale di un testo e commento personale

OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

Distinguere

protagonista,

antagonista, ruoli secondari, collegati, di

cornice…

Individuare le

intenzioni e i moventi dei personaggi

Prendere appunti,

postillare, fare brevi

commenti;Estrapolare dati e fare

brevi approfondimenti

Strutturare una

scaletta della narrazione

Sintesi scritta o

rappresentazione…….

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricoloMario MELINO - La

personalizzazione

40

COMPITO DI APPRENDIMENTO COMPETENZA

Leggere un testo e interpretare le intenzioni dell’autore

Esposizione critica del testo e confronto di gruppo sulla

propria tesi

OBIETTIVO FORMATIVORicostruire il “piano” narrativo e le intenzioni dell’autore

OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

Esprimere

verbalmente i

passaggi

fondamentali del testo e lo stato

d’animo dei

personaggi

Ricostruire il “piano”

di scrittura dell’autore

(i fili intrecciati); ricostruire la

gerarchia delle “idee”

Definire la

prospettiva

dell’autore e i

propositi narrativi

Discutere con i

compagni gli aspetti

salienti della narrazione e formulare

un’opinione personale

Trascrivere in forma

ordinata le proprie

conclusioni

…….

UNITA’ DI APPRENDIMENTO (1a)

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO

Dai programmi scolastici alle

Indicazioni Nazionali

Mario MELINO

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

LA TERZA VIA

IL MERCATOcapitale umano, prodotto,

produttività, efficacia, efficienza, leadership, flessibilità, offerta,

debiti, crediti, spendibilità, contratto, capitalizzazione, il principio della prestazione, la

soddisfazione del cliente…

IL TECNICISMO

nella versione pedagogico-didattica

nella versione tecnico-scientifica

Il paradigma dell’aggeggio

IL CIVILE diritti di cittadinanza e capitale sociale

Edgar Morin: saperi poliscopici – Amartya Sen: dal PIL alle capacità (la

dignità) – Marta Nussbaum: la capacità di sorridere (il progetto di vita);

Serge Latouche: sopravvivere allo sviluppo.

LA SCUOLA INTERCONNETTIVA

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

CAPITALE SOCIALE

Capitale umanoConoscenze, capacità, competenze e qualità di cui dispone l’individuo, che facilitano il benessere personale, sociale ed economico

Capitale sociale Reti e partecipazione alla vita pubblica insieme alla condivisione di norme, valori, cultura, abitudini e pratiche, fiducia e comprensione che facilitano la cooperazione all’interno di gruppi o tra di essi, al fine di perseguire obiettivi comuni.

Risoluzione del consiglio europeo del 15 luglio 2003Costruire il capitale sociale e umano nella società dei saperi:

apprendimento, lavoro, coesione sociale e genere

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Mario MELINO: l'organizzazione del

curricolo

La decrescita serena

Le tre I

Impresa

Internet

Inglese

(Italiano)

Le otto RRivalutare

Riconcettualizzare

Ristrutturare

Ridistribuire

Ridurre

Riutilizzare

Riciclare

Rilocalizzare

S. LATOUCHE, Breve trattato sulla decrescita serena

Le tre E

Etica

Educazione

Emozione

(Euristica)