CROTTI PIETRO 5^L Liceo Scientifico delle Scienze ...
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CROTTI PIETRO 5^L
Liceo Scientifico delle Scienze Applicate (LSSA)
Anno scolastico 2016/2017
ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE
“GIACOMO ANTONIETTI”
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INDICE
o INTRODUZIONE
o L’ARTE E LA CUCINA
- Van Gogh: i mangiatori di patate, un confronto con la visione
storica della gastronomia povera
- Come facevano gli Olandesi a possedere le patate? La visione
capitalistica.
o PRIME INNOVAZIONI TECNOLOGICHE
- Teoria della generazione spontanea e introduzione dei
metodi di conservazione
- Esperimento di Francesco Redi
- Esperimento di Louis Pasteur
- Pasteurizzazione e inscatolamento
o WHAT ARE WE EATING?
- Biomolecules introduction
- Biomolecules
- Proteins
- Carbohydrates
- Lipids
- Vitamins
o BIOTECHNOLOGIES
- Introduction
-Discoveries that led us to biotechnologies: vectors, ligase and
restrictive enzymes.
- Plasmid Ti Method: DNA recombination
- Golden Rice and Soia RR: transgenic, good or bad?
o IL CIBO ACQUISTA UN ASPETTO SIMBOLICO
- Introduzione al futurismo
- Manifesto della Cucina Futurista
o VERISMO E LA POESIA DEGLI UMILI
o CONCLUSIONE
o BIBLIOGRAFIA
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INTRODUZIONE
Fin da piccolo ho avuto la passione per la cucina, coltivata nel corso degli anni segretamente, quasi vergognandomene, finché crescendo questo interesse si è sempre più radicato: per me la cucina è un mondo su cui affacciarmi colmo di curiosità ed
esperimenti, nel quale mi ritraggo simmetricamente. Cucinare può apparire come un atto semplice: prendo qualche ingrediente di qualità,
seguo delle ricette già studiate e testate da altri e le ripropongo, sperando in un risultato soddisfacente.
In realtà cucinare è un processo che richiede precisione, intuito e condito con una buona dose di errori da cui imparare. Il mio lavoro è stato quello di approfondire con approccio scientifico il mutamento della
visione culinaria, analizzandone sia le cause che gli effetti. Ho cercato di rispondere alle domande che avevo pian piano accumulato nei miei anni di pratica autodidatta e di
proporre un percorso che a partire dal 1870 interseca fatti storici e scoperte scientifiche e continua tutt’oggi. Da dove vengono gli alimenti che usiamo? Qual è la loro storia? Come siamo arrivati ad
avere una concezione di gastronomia così sofisticata? Le materie prime che usavamo per cucinare un tempo erano naturali, modificate solo
dal lavoro manuale dell’uomo attraverso l’aratro, o l’impastatura ad esempio. Come dimostrerò più avanti, a partire dalla prima Rivoluzione industriale e soprattutto con la seconda, dal 1870 la cucina è stata stravolta dall’ingresso nel mercato di nuovi prodotti,
da un’agricoltura più intensiva e modificata geneticamente, da flussi di scambio che permettono di ottenere alimenti che non appartengono all’area geografica in cui poi li
utilizziamo.
“il cibo non è solo ciò che ci permette di accumulare l’energia necessaria a vivere, è
molto di più. A esso si lega una storia di luoghi, di tradizioni e di persone che lo rendono davvero unico.”
Carlo Cracco nel libro “Se vuoi fare il figo usa lo scalogno”
Analizzando varie materie e campi, ho cercato di collegare sinteticamente la mia curiosità per il mondo della cucina con le innovazioni che hanno portato alla concezione
che abbiamo oggi. Partendo da un noto quadro di Van Gogh tento di evocare l'importanza fondamentale degli alimenti come natura morta ma colma di significato nell'arte; da tale spunto il
viaggio prosegue cercando di capire come sia possibile che si trovassero delle patate in Olanda e dunque analizzando i cambiamenti nel contesto alimentare dal punto di vista
storico. Successivamente la storia si interseca con la scienza, quando importanti scoperte permettono di conservare le materie prime creando un circolo virtuoso di scambi commerciali, favorendo la nascita dell’odierna società industrializzata.
Come ribadito da Carlo Cracco nella citazione soprastante, il cibo è strettamente collegato ai luoghi, alle tradizioni e alle persone. Dunque ho analizzato l’aspetto
simbolico dell’alimento nella letteratura, collegandolo alla visione meccanicistica e progressista del movimento futurista, dando uno sguardo anche alla concezione umile
del cibo nella poesia verista di Giovanni Verga.
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L’ARTE E LA CUCINA
Attraverso il quadro di Van Gogh (1853-1890) “I mangiatori di patate” è possibile
costruirsi un’idea della cucina nel 1800 e delle pessime situazioni che affliggevano non solo la città di Nuenen e l’Olanda, ma in generale l’Europa del periodo.
Questo quadro rappresenta il punto di arrivo della prima fase pittorica di Van Gogh. È il
periodo Olandese, il quale coincide con la sua vocazione religiosa, infatti egli ambiva a seguire le orme da pastore protestante del padre. In questa fase l’artista è spinto ad usare i colori della terra, ovvero il marrone, il nero,
il giallo e delle tonalità simili, donando al quadro un “sapore” rustico e nel contempo triste e cupo.
L’unica eccezione viene fatta per la camicia blu indossata dall’uomo sulla sinistra, che illuminata dalla lampada, unica fonte di luce, risalta rispetto ai vestiti marroni degli altri membri della famiglia.
A Nuenen gli abitanti sono soprattutto contadini ed
agricoltori, e le condizioni di vita sono pessime. La vita è scandita unicamente dal duro lavoro e le ricompense sono minime.
Colpito da questa situazione, Van Gogh decide di denunciare l’angosciante difficoltà della vita
contadina, mostrando uno dei momenti più importanti e nel contempo, più intimi: la cena.
Il piatto da cui tutti i commensali attingono è il medesimo: contiene un semplice prodotto della terra, le Patate, cibo tanto povero quanto diffuso.
TITOLO I Mangiatori di patate
ARTISTA Vincent Van Gogh
DATA 1885, prima molti schizzi
LUOGO Van Gogh Museum (Amsterdam)
DIMENSIONI 81,5x114,5 cm
TECNICA Olio su tela
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Van Gogh vuole dimostrare come queste 5 persone si siano guadagnate da vivere col
duro lavoro, come ben mostrano i tratti delle mani logore, ancor più accentuate dai forti chiaroscuri.
In sintonia con le mani, i volti fanno trasparire la fatica, la stanchezza alla quale sono sottoposti ogni giorno i personaggi. L’unico individuo che sembra avere una via di fuga da questa vita sembra la ragazza girata di spalle, rappresentata in questa posizione per
distanziarla da quel mondo di continui sacrifici.
Le abitudini alimentari erano stabilmente radicate nelle famiglie, si viveva di ciò che si
aveva, legumi, cereali, zuppe, verdura e di rado carne. La dieta era molto povera
rispetto ad ora, le ricette semplici e per nulla studiate, finalizzate a sfamare, non a
rappresentare l’estasi del gusto.
Una domanda che sorge spontanea osservando il quadro, è: come facevano gli
Olandesi a possedere le patate, alimento di provenienza Americana che deve
attraversare un oceano per arrivare in Europa nelle nostre tavole?
Già nel 1500 le patate sono introdotte in Europa, ma non sono mai attecchite in modo
capillare. Grazie alla prima rivoluzione industriale del 1700 le patate vengono
riconsiderate, in quanto considerate un alimento poco dispendioso da coltivare e
versatile a molte zone differenti.
Fino a prima del colonialismo industriale (periodo precedente alla Seconda Guerra
Mondiale), il trasporto del raccolto oltre le 20 miglia non era mai stato praticato, e quindi
le relazioni economiche riguardavano prettamente la dimensione microeconomica,
centrata su mercati di città basati sulla sussistenza (Herman Schwartz).
Successivamente con l’avvento della Seconda Rivoluzione Industriale, e delle
conseguenze scientifiche che comportò, si generò un processo che favorì l’avvento delle
multinazionali a svantaggio dei piccoli contadini, mutando da un’economia di
sussistenza a una di commercio, dal piccolo mercato alla diffusione globale delle merci.
La mercificazione della sussistenza indirizzò i contadini a basarsi sui grandi mercati per
la produzione, e alimentò un sistema per cui essi dipendevano dal reddito guadagnato.
Dimostrazione è stata la visione capitalistica che si affermò in quel periodo: i piccoli
imprenditori d’ora in poi dipendono dall’introito che riescono ad accumulare per poter
pagare le tasse, e poter comprare i propri mezzi di produzione. Come è ben intuibile,
maggiore è il profitto, migliori saranno i macchinari a disposizione, e la rendita sarà
incrementata.
Il periodo che comprende la seconda metà del 1800 fino ai nostri giorni, che tratterò
nei capitoli successivi, è rivoluzionario per quanto riguarda il cambiamento delle
tecniche di coltivazione e la smania d’innovazione. Successivamente agli anni ’50, grazie
alle scoperte avanzate da Pasteur, si assistette all’accelerazione delle trasformazioni
delle tecniche tramite la nascita delle biotecnologie, che introdussero la
“chimicizzazione” delle colture e nuovi metodi di allevamento e di inseminazione.
Questo mutamento di visione e di applicazione delle nuove tecniche portò alla nascita
di corporazioni che stimolavano l’agricoltura e la produzione lavorativa. La forza lavoro
umana diminuì drasticamente, sostituita a favore delle macchine, più efficienti e meno
costose rispetto alle braccia umane. Questo fenomeno permise la capillare diffusione
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delle grandi industrie, caratterizzate da salari alti e da bassi costi di manodopera (in
quanto utilizzano metodi all’avanguardia).
Esempio di avvento multi nazionalistico fu inizialmente l’industria proposta da Taylor
(taylorismo), che causò una dequalificazione del lavoro operaio; successivamente il
taylorismo venne riproposto in forma migliorata da Henry Ford (1863-1947), un
imprenditore statunitense nonché uno dei fondatori della Ford Motor Company, ancora
oggi una delle maggiori produttrici di automobili, con il fordismo e ideatore della catena
di montaggio. Le intenzioni multi nazionalistiche presero subito piede in Europa e negli
Stati Uniti, tanto da causare una svalutazione dei lavoratori, ridotti a sottostare alle
macchine, fin troppo efficienti. Fu proprio quest’eccessiva efficienza che causò una crisi
economica, in quanto la produzione di prodotti finiti, pronti per essere lanciati sul
mercato globale, era maggiore rispetto alla domanda mondiale.
Questo fenomeno prende il nome di sovrapproduzione e fu anticipato da Karl Marx:
è causato da una domanda troppo bassa rispetto alla produzione eccessiva, che non
riflette più le necessità degli individui (caratteristica tipica del capitalismo), ma è
meccanizzata e studiata per la massima produzione. Il fenomeno della
sovrapproduzione comportò un avvicinamento da parte dei contadini rispetto alla classe
borghese, i quali non riuscivano a costruirsi un capitale proprio per garantirsi delle
proprietà private (mezzi di produzione) e dovevano quindi dipendere dal capitalista.
In questo periodo si accentuò infatti la scissione tra operaio e datore, infatti quest’ultimo
forniva i mezzi di produzione agli operai, ma essi in cambio dovevano compiere un
Pluslavoro per concedere al datore un guadagno, che nel tempo, andrà a costituire un
capitale.
Sebbene i contadini ricevevano un diverso salario dai proprietari terrieri, non erano più
comunque affetti da una complessa divisione del lavoro. Infatti, insieme alle migliorie
della tecnologia (con la meccanizzazione delle industrie) e al cambiamento delle
dinamiche di mercato, venne facilitato il loro lavoro, comportando però un
depotenziamento dell’operaio, concepito unicamente come forza lavoro, e
standardizzato al proprio compito produttivo. Questa economizzazione e tecnicizzazione
dell’agricoltura, fu applicata con l’emergere del capitalismo e delle economie moderne.
PRIME SCOPERTE TECNOLOGICHE
La globalizzazione e l’assoggettamento del mondo in un’unica società di massa costituì
un distacco epocale dal mondo a cui si era abituati. La popolazione vide sorgere
multinazionali, costruire nuove vie di comunicazione e mezzi di trasporto innovativi per
favorire nuove vie di scambio e di comunicazione, dedite ad un commercio
internazionale. La tecnologia è spinta a stare al passo con la concorrenza internazionale
e le svariate innovazioni portarono a cambiamenti socio-culturali lenti quanto
prestigiosi, desti a segnare un nuovo secolo.
L’avvicinamento e il contatto di diverse culture sfociò nell’appiattimento culturale che
tutt’ora è in atto, ma d’altro canto favorì la nascita di un commercio globalizzato, dedito
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ad esportare materie, che portò quindi ad una rivoluzione culinaria. Alimenti nuovi
vennero introdotti nelle culture, le quali iniziarono ad aprirsi e ad accettare la tradizione
altrui, fondendola con la propria. La scoperta di una maggiore varietà di alimentazione
inclinò l’uomo moderno allo studio della gastronomia e delle tecniche che da millenni si
usavano ignorando l’aspetto chimico-fisico che si nasconde dietro a questi fenomeni (es.
fermentazioni). Sorsero nuove domande che necessitavano di risposte chiare e concise.
La scienza si prese il compito di analizzare i fenomeni e descrivere l’evento che stava
dietro di essi, per innovare il mondo culinario.
Come è possibile che venissero esportati dei prodotti della propria nazione (sia materie
prime che prodotti finiti), senza che si degradassero o decomponessero, dal momento
che ancora non esistevano tecniche di conservazione
A questo dilemma rispose la discussa teoria della “generazione spontanea”,
introdotta da Aristotele nel 400 a.C. e appoggiata o contestata da molti altri scienziati
successivi alla sua epoca. Aristotele per primo sostenne che alcuni organismi possono
generarsi spontaneamente dalla materia non vivente, citando come esempio le larve e
le mosche che si generano sulla carne in decomposizione. Questa teoria fu smentita
prima da Francesco Redi nel 1600, successivamente da Louis Pasteur (intorno alla metà
del XIX secolo), che bocciò definitivamente la teoria della generazione spontanea.
FRANCESCO REDI (1626-1697)
Nei secoli precedenti a Redi, si pensava che la vita potesse originarsi da materia non
vivente, grazie unicamente alla presenza di materiali e reazioni chimico/fisiche.
Redi, medico e letterato, dimostrò che le larve presenti nella carne in decomposizione
non si generano spontaneamente, ma derivano dalle uova deposte sulla carne dalle
mosche.
ESPERIMENTO
Egli prese due pezzi di carne e li mise in tre recipienti di vetro, uno aperto(1), uno
sigillato(2) e uno con una retina, per permettere il passaggio di aria ma non di
organismi(3); dopo alcuni giorni, su contenitore aperto comparvero i vermi (che si
trasformarono in mosche dopo circa tre settimane). Il mancato sviluppo di vermi sulla
carne nel recipiente chiuso poteva essere imputato all’assenza di ricambio d’aria, ma
come poté osservare anche nell’ultimo caso (3), sulla carne non si formarono vermi,
che comparvero invece sulla reticella (dove le mosche avevano deposto le uova)
dimostrando che essi (larve di mosche) non si generano spontaneamente, ma derivano
dalle uova deposte dalle mosche.
CONCLUSIONE: non può esistere la generazione spontanea dei vermi e delle mosche.
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LOUIS PASTEUR
La teoria del medico italiano venne successivamente ripresa e approfondita dal biologo
francese Louis Pasteur (1822-1895), considerato grazie alle sue scoperte il fondatore
della moderna batteriologia e microbiologia.
La generazione spontanea dei vermi era ormai superata, in quanto la teoria venne
sfatata da Redi; con la scoperta dei microrganismi (batteri, lieviti, spore..) lo stesso
problema che afflisse Redi si ripropose in termini di microbiologia: è possibile che i
microrganismi possano avere origine spontanea e quindi, non derivare da materia
vivente?
ESPERIMENTO
Pasteur analizza varie prove per
giungere ad una conclusione efficace
e ponderata.
Egli prese quattro becher, in ognuno
dei quali inserì del brodo di pollo. Le
quattro boccette si differenziano
perché la prima è aperta, la seconda
è sigillata, la terza è chiusa tramite
l’ausilio di una garza (c’è passaggio di
aria e di microrganismi) e la quarta è
aperta e comunica con l’ambiente
circostante tramite un tubo a “S”
detto “collo di cigno”(c’è passaggio di
aria, ma non contaminazione da parte
di spore e polveri).
Fece poi bollire il brodo contenuto nei
vari becher, in modo da uccidere tutti
i microrganismi eventualmente
presenti in esso e nel collo del
recipiente.
Lasciato raffreddare il brodo, Pasteur
constatò che il liquido dei due
contenitori chiusi non aveva subito
nessuna modificazione, non aveva
avuto una crescita batterica, come
neppure nell’esperimento 4, a
differenza del primo becher aperto e
comunicante con l’esterno senza
alcun filtro che presenta
un’abbondante crescita microbica.
Pasteur concluse dunque che non esiste una generazione spontanea di microrganismi,
che possano derivare da materia inorganica, cioè dimostrò che un vivente deriva solo
da un altro vivente.
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Pasteur scoprì in questo modo il procedimento della pastorizzazione, o meglio, della
pasteurizzazione.
Questa tecnica consiste nella sterilizzazione di alimenti liquidi a temperature di circa
70° per pochi secondi e poi inscatolarli in contenitori ermetici. La sterilizzazione è
considerato come un processo di risanamento termico, è una delle svariate tecniche
di conservazione degli alimenti; un alimento, dopo che è stato preparato per il consumo,
se non utilizzato subito deve essere conservato, ovvero agire in modo tale da bloccare
il contatto dei cibi con calore, luce, ossigeno e vari fattori, in modo da ricreare condizioni
e ambienti sfavorevoli allo sviluppo di microrganismi (batteri, funghi e lieviti), che
deteriorerebbero precocemente l’alimento.
Queste tecniche vennero implementate agli antiquati metodi di conservazione
tradizionali (salatura, essiccazione, fermentazione e incroci) per permettere lo sviluppo
di tecniche più all’avanguardia e durature: l’inscatolamento e il congelamento.
Favoriti dalla molla tecnologica del periodo e dalla meccanizzazione, la pastorizzazione
assunse un ruolo basilare all’ interno della società, permettendo la diffusione dei cibi e
delle culture verso nuovi orizzonti. Queste scoperte si riflettono tutt’oggi sulle abitudini
alimentari del “mangiatore moderno”, abituato ad un’alimentazione per nulla sana e
composta per la maggior parte da cibi in scatola e zeppi di conservanti, sfavorendo la
produzione biologica.
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WHAT ARE WE ACTUALLY EATING?
Se la seconda rivoluzione industriale ha dunque contribuito a portare sostanziali
cambiamenti rispetto alla visione precedente sull’alimentazione e la diffusione degli
alimenti, la tecnologia ha influito in tutti i campi alimentari e con l’avvento della scienza
moderna ci si è posti qualche interrogativo in più: cosa stiamo mangiando in realtà?
cosa è un alimento? Quali sostanze lo compongono e cosa lo distingue dagli altri cibi?
Queste domande hanno ottenuto risposta con gli studi condotti da Watson e Crick
(scopritori dell’elica di DNA) e da Krebs (descrisse il ciclo dell’acido citrico,
fondamentale nella respirazione cellulare per la produzione di ATP e di trasportatori di
energia come NAD e FAD).
L’anno passato abbiamo affrontato l’argomento di biochimica in inglese, il CLIL,
ispirandoci al libro INTO SCIENCE, dal quale mi sono ispirato per la parte riguardante
le biomolecole e le biotecnologie in agricoltura.
BIOMOLECULES INTRODUCTION
Biomolecules are considered as organic compounds that create the structure of the cells
and provides to the cellular metabolism. This particular type of cells is composed by
elementary units called MONOMERS, which combine their-self together into a chain to
creates POLYMERS. We can distinct 4 fundamental classes: Carbohydrates, Lipids,
Proteins and nucleic acids.
PROTEINS
Proteins are large, complex molecules composed by monomers called AMMINOACIDS,
which in turn consist in an amine group (-NH2) and a carboxylic acid group (-COOH).
Amino acids can group together into a molecule called PEPTIDE, creating a chain that
involves peptide bond (NH2+COOH) that require a loss of 1 H20.
In base to how many bonds and how many peptides the chain is composed by, we can
call the molecule in the different ways:
1. OLIGOPEPTIDS: If the molecule is composed by a few amino-acids
2. POLIPEPTIDES: if the chain is made up of less than 100 amino-acids.
3. PROTEIN: if the compound has more than 100 amino-acids.
Principal features of proteins.
A protein is a polymer composed of more than 100 amino-acids, bonded together using
peptide bond.
Proteins can be SIMPLY (just amino-acids) or CONJUGATE. The latter are composed by
a part of amino-acids and a part of a PROSTERIC GROUP, which is a non-protein group
composed of lipids or carbs, which gives to the molecule a specific job.
We can classify proteins by their own biological function:
Structural = they are in charge of make up the body’s structure (keratin, collagen)
Catalytic = they make biological processes react faster, speeding them up using
enzymes, which lower the activation’s energy.
Movement = they are able to contract and relax. (actin/myosin into muscles)
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Transporter = they can transport molecules and cells (hemoglobin is composed by
groups connected by Fe2+)
Reserve = they are able to accumulates ions, chaining them to themselves.
antibodies defense = they prevent body’s diseases. (immunoglobulins)
hormones = they regulate metabolic processes
We can find them mostly from products that come from animal sources (meat, fish,
milk and eggs) and that contain all the essential amino acids that our body requires.
Instead, vegetables and cereals may lack one or other of the essential amino acids that
we must assume with our diet.
As a matter of fact, vegetarians and vegans need to check their food intake to ensure
they get all the essential amino acids and if they are not, they must change diet and
begin to hire medicine in order to prevent diseases.
CARBOHYDRATES
Carbs or glucides are biomolecules composed by 2 hydroxyl groups and one aldehyde
or ketone group.
An example could be glycerol, also called in the preferred IUPAC name Propane-1,2,3-
triol.
This compounds carries out 3 different roles: Energetic (such as glucose, fructose),
energy reserve (starches in plants and glycogen in animals) and structural (cellulose).
Carbohydrates are biopolymers formed by monomers called MONOSACCARIDES, also
known as sugars. The most known are ribose and deoxyribose. Glucose instead is the
major kind of simple sugar, which is the basic source of energy for all living beings and
which supply the body with quickly energy under the form of ATP (through the glucose’
metabolism)
These are chiral molecules, because they can present in 2 different enantiomers form
depending on the position of the –OH group (+ or -).
Two equal or different monomers can combine together due to glycosidic bond (two
groups of –OH condense their self to create a bridge of oxygen) and create a complex
sugar, called DISACCHIRIDE.
If a few or more monosaccharides combine together, they can form POLISACCARIDES,
which reserve energy in their cells. (starches, glycogen, cellulose)
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Simply carbs are more easily digested by the body instead of complex carbs, which take
longer for the body to digest; they supply the energy and other nutrients and fiber that
the body needs.
Simply carbs can be find in bread, cereals, potatoes, rice and in pastas knead.
Complex carbs instead have more fiber, such as bran, whole-grain foods, raw
vegetables and fruits, legume, nuts and seeds.
If the body produces too much glucose, it will be stored in the liver and muscle cells as
glycogen, to be used when the body needs extra energy. Any leftover glycogen that has
not been stored through this process is stored as fat.
Our diet is very rigorous, as a matter of fact the body needs a certain amount of carbs
to function properly: insufficient intake may cause fatigue, muscle cramps and poor
mental function.
LYPIDS
Fats or lipids are macronutrients that are insoluble into water, just in apolar compound
(fat’s solvent).
The word “fat” has a bad reputation, but it is essential for the development of the body
because a minimum intake is unhealthy.
However, many problems are associated with excessive intake of dietary fat, including
obesity, cardiovascular disease, and some forms of cancer.
Lipids are the most concentrated energy source and have many functions within the
body: they transport, absorb and digest vitamins A, D, E, K known as the “fat soluble
vitamin”. Another use of fats is to protect body’s vital organs and prevent from trauma
and temperature change, since they help to regulate body temperature and to store
energy.
There are 2 kinds of fats: saturated and unsaturated fats.
- Saturated fats, which are commonly found in animals, are solid at room
temperature and are difficult to digest, because they present just simply sigma
bonds (σ bonds), although they are more stable than unsaturated one because
they have all the electrons bonded. Lard, butter, suet are common saturated
animal fats.
- Unsaturated fats instead, are mostly at liquid state (OIL) and thanks to the fact
that they present both σ and π bond, they are unstable and very reactive with
light, oxygen and heat. That’s why storage in dark glass or cans under
refrigeration is ideal.
The most known lipids are triglycerides, which are created from the esterification of 1
glycerol with 3 fat acids.
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VITAMINS
Vitamins are organic compounds that the body needs to function properly and allow us
to have good health and an adequate growth. They are considered essential nutrients.
Since ancient times it was thought that there were certain ingredients in food needed
for good health, but it was not until the twentieth century that they were isolated and
their chemical composition was found.
These compounds generally cannot be synthesized by the body (expect for vitamin D,
synthesized through sunlight). Therefore, we can take these compounds from food or
from a balanced diet with a variety of foods.
They are divided in 2 groups, in base to their chemical properties:
Fat soluble vitamins: we already mentioned them in the lipids section. These are
the only fat soluble vitamins (A, E, D, K) and they are stored into the liver.
Water soluble vitamins: these are dissolved in water, but the body cannot store
them; indeed, the excess of this vitamins is eliminated. Water soluble vitamins
are vitamin C, and vitamin B.
When the body has a shortage of vitamins there is a vitamin deficiency, also called in a
more technical way avitaminasis. Each vitamin has a specific role. If you have low levels
of a certain vitamin, you may develop a deficiency disease. For example, a vitamin C
deficiency causes a malfunction of the body’s metabolism, creating a disease called
“scurvy”, and it was very common before the invention of the conservation process and
the invention of refrigerators. In fact, when sailors had to perform voyages, they could
not carry enough fruit and vegetables, to ensure the needed supply of vitamin C.
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BIOTECNOLOGIES
INTRODUCTION
The second industrial revolution has brought new scientific techniques such as genetic
engineering (which modify the genotype of an organism to product specific substances).
The word “biotechnology” is modern, but the technique itself was already used since a
long time.
Indeed, traditional biotechnology is ancient, and involves the use of organisms selected
by the phenotype (the observable characteristics of an organism). These particular
technologies were mostly involved in the fermentation process of beer, wine, cheese,
bread and yogurt.
Throughout the years traditional biotechnologies have been overtaken by new methods
which could provide better results in less time. As a result oh that, modern technologies
have rapidly changed our culinary habits.
The early 70s marked the beginning of modern biotechnology, when scientist learnt how
to alter the genetic constitution of living organisms: the real breakthrough was that
researchers were now able to change the genetic makeup of cells, including the transfer
of genes within and species crosses in order to generate improved or new organisms
that can produce a particular substance that we aim to produce.
DISCOVERIES THAT LEAD US TO BIOTECHNOLOGIES
The main precursors of this new scientific approach were:
Pasteur, that we have already talked about.
Mendel, with his own 3 laws about inheritance: Dominance, segregation and
independence.
Watson and Crick that finds out the DNA’s structure.
Frederick Griffith who demonstrate the Transformation process that allows a
bacteria to gain a DNA tract from the environment or from another bacteria.
Griffith intuits the first vector, capable to transmit a gene through organisms.
VECTORS
Carriers are sequences of transporting DNA, that permit the modification of a genome.
Vectors must have specific characteristics:
They must own an ORI site, that permit them the duplication.
They must own a REPORTER gene, which let us to figure out if the transfer has
taken place.
They must own a RECOGNITION sequence, so that we can know where to cut the
DNA chain.
They are divided in three classes, depending on how many genetic info they are able to
transport:
1. Plasmids: They have a bacterial origin and are composed of a short double DNA
propeller structured as a circular ring. They can’t transport too many information.
We know 3 types of plasmids, divided by their role:
Fertility (F+): they produce sexual pili and conjugation tubes, to permit the
communication between bacteria.
Metabolic (M+): they have specific characteristics (degrade petrol or plastics
compound).
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Resistance (R+): they have endurance to an antibiotic, which is useful for
Antibiogramma a process that permit to be certain if a specific gene has been
transferred.
2. Virus: they insert by their own nature into host cells to reproduce. Viruses are
slightly larger than plasmids and therefore can carry more genetic information.
3. Artificial chromosomes: considered as the best vectors in order to how many
information they can store and transport.
RESTRICTION ENZYMES AND DNA LIGASE ENZYME
After scientists have known how to use vectors, the real problem now was to find out
how to insert a gene into a vector.
This question has got an answer with the discovery of two particular types of enzymes:
-Restriction enzymes have been studied from the analysis of bacteria and from the
method that they involve to protect their selves against viruses that try to infect
bacteria. Bacteria have a particular method of defense called Methylation, that chain to
his DNA a methyl group (-CH3), which inhibits restrictive enzymes and permit to cut
external DNA. These particular enzymes cut DNA just on palindrome sequences
obliquely, to make the attachment easier.
-Ligase enzymes are particular types of catalysts that provide the attachment of a gene
into a DNA chain.
These discoveries have made possible to apply biotechnologies also in agriculture, in
order to create transgenic plants or OGM’S.
But how can I transport a gene of an organism into a plant, to create a transgenic
one?
PLASMIDE Ti METHOD: DNA recombination
This first method consists into taking a piece of plant tissue and put it in culture, to
duplicate itself until it produce a “callo”, a mass of cells. Thanks to the vector plasmid
Ti(bacteria) we can transfer the genes we want. The procedure is as follows: firstly, we
have to cut the chosen gene using restrictive enzymes, and legate it into the plasmid Ti
involving ligase enzyme; secondly, we have to put the plasmid inside the callo, and put
them in culture. Eventually, after some time, the plasmid affects the callo, which grows
until it creates a copy/duplicate/clone of the first plant, but presenting a gene of another
specie.
In this way scientists have created several new plants with a lot of favorable characters.
The difference between transgenic plant and OGM’s is simple: OGM’s organisms
present modification of their DNA, without inserting an exogenous gene.
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GOLDEN RICE AND SOIA RR: IS TRANSGENICAL GOOD OR BAD?
Using these 2 methods scientists have created a completely new way of approaching
with foods. GOLDEN RICE cultivation, or SOIA RR cultivation are two perfect examples.
GOLDEN RICE is a particular type of rice, enriched using the plasmid Ti method, with
a genes that provide for A vitamin: Retinol. Retinol comes from corn plants, and this is
the reason for the strong yellow color of the rice. This have been done because todays
rice is refined to clean it and make it last longer. Refined rice undergoes three phases
(shrinking, bleaching and polishing) to remove the part that cover it. So we come to
white rice or refined rice that has been completely decked out and is ready for
marketing. Rice can now be stored for a long time and can be exported.
SOIA RR was firstly introduced by the Monsanto multinational, leader of the OGM’s
American market. The name RR comes from Round up Ready.
This particular type of transgenic soia has been created in 1996, and has been
genetically modified to resist against the Round Up (a strong herbicide based on
Glyphosate).
These plants might be an innovation for people. But as we can see on long times, the
glyphosate is contaminating the fields and the near cultivations, affecting forests and
destroying them. Moreover, the massive use of highly poisonous agro toxic agents has
infected the soil, and make the earth sterile, forcing peasants to leave the
countryside.
Transgenic food is not so well known and it could create diseases for people. For these
reasons in Italy OGM’ and transgenic foods are disadvantaged compared to BIO
cultivation, and are not so common, also because of their costs.
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IL CIBO ACQUISTA UN ASPETTO SIMBOLICO
Musica, danza, pittura, scultura: chiunque le definirebbe arti, ma se si tratta di cucina,
in pochi la definirebbero tale. A inizio Novecento un movimento culturale mise la cucina
sullo stesso piano delle altre arti: il Futurismo.
In questo articolo del 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti definisce e delinea i
punti principali dell’avanguardia futurista sulle colonne del quotidiano francese “Le
Figaro” ed in contemporanea in italiano sulla propria rivista “Poesia”.
Secondo le intenzioni del poeta, il futurismo avrebbe dovuto fare” tabula rasa del
passato e di ogni forma espressiva tradizionale, ispirandosi al dinamismo della vita
moderna, della civiltà meccanica, e proiettandosi verso il futuro fornendo il modello a
tutte le successive avanguardie”.
Punto di partenza del programma futurista è la consapevolezza di essere giunti a una
svolta epocale, indotta dallo sviluppo tecnologico e dalla modernizzazione della vita,
avvertendo che “il sole di un’era nuova schermeggia per la prima volta nelle nostre
tenebre millenarie”, e che “la mitologia e l’ideale mistico sono superati”.
Marinetti e i suoi compagni puntano a rivoluzionare diametralmente il mondo passato,
rinnegandone gli stili per aderire con forme vive al dinamismo della vita moderna.
“Noi vogliamo distruggere il culto del passato, l'ossessione dell'antico, il pedantismo e
il formalismo accademico. “
I futuristi esaltano la modernità, la velocità e le innovazioni che ne derivano, accettano
di adattarsi al nuovo vivere dinamico della società, imponendosi di eliminare ciò’ che
rallenta la vita.
Questo movimento intende dare una scossa a tutte le attività pratiche e intellettuali, tramite l’uso di manifesti che propongono le regole per stare al passo con i ritmi frenetici
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del mondo meccanizzato. Un esempio può essere rappresentato dal Manifesto Tecnico
della Letteratura Futurista, nel quale Marinetti dichiara che “bisogna distruggere la punteggiatura e i sostantivi, abolire l’aggettivo e l’avverbio, in quanto rallentano la lirica
presupponendo una sosta riflessiva”. Altro modello dell’abbandono della staticità tradizionale è ben visibile nel “MANIFESTO
DELLA CUCINA FUTURISTA”, pubblicato il 20 gennaio 1931 e firmato sia da Marinetti
che dal compagno d’arte Filla, sul quotidiano “la Gazzetta del Popolo”.
Qui ne riporto un tratto:
In questo breve passaggio, Marinetti abolisce la pastasciutta come piatto, in quanto
pesante e portatrice di pessimismo. Nell’ ultima riga invece dichiara la supremazia del
riso sulla pasta, in modo da favorire la libertà dalla dipendenza da grano straniero
durante il periodo fascista, favorendo la produzione interna risicola.
I Futuristi esaltano “La creazione dei bocconi simultanei e cangianti che contengano dieci, venti sapori da gustare in pochi attimi.” Per ricreare ciò smuovono la chimica per trovare il giusto equilibrio di un piatto, incoraggiando la ricerca di nuovi sapori e di
accostamenti bizzarri, sia di gusti che di musiche, poesie e profumi.
“Una dotazione di strumenti scientifici in cucina: ozonizzatori che diano il profumo dell'ozono… lampade per emissione di raggi ultravioletti (poiché molte
sostanze alimentari irradiate con raggi ultravioletti acquistano proprietà attive…), elettrolizzatori per scomporre succhi estratti... mulini colloidali per rendere
possibile la polverizzazione di farine, frutta secca, droghe ecc.; apparecchi di … centrifughe, dializzatori. L'uso di questi apparecchi dovrà essere scientifico…gli indicatori chimici renderanno conto dell'acidità e della basicità degli intingoli e
serviranno a correggere eventuali errori: manca di sale, troppo aceto, troppo pepe, troppo dolce.”
Nel manifesto della gastronomia futurista vengono intuite e
suggerite molte idee che oggi sono ampliamente applicate:
prevede strumenti tecnologici che miglioreranno l’approccio
del cibo in cucina, introducendo macchine per tritare,
polverizzare ed emulsionare; prevede l’integrazione dei cibi
con additivi e conservanti, introdotti grazie agli studi
successivi di Pasteur, che abbiamo già analizzato.
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I futuristi anticipato la nouvelle cuisine, tipica cucina raffinata francese, minuziosa nei
dettagli, che oggi è alla base dell’esperienza base di ogni cuoco e della gastronomia
società odierna.
Il futurismo introduce l’arte gastronomica negli annali della letteratura ed ispira gli
artisti naturalisti francesi e soprattutto i veristi italiani a trattare l’argomento come fonte
di ricordo, condivisione di un rito o simbolo di divario sociale, caricando l’alimento di
simbolismo sociale e culturale.
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VERISMO: CIBO NELLA POESIA DEGLI UMILI
Il verismo è una corrente letteraria che si sviluppa a fine Ottocento in Italia. Si ispira al
naturalismo francese per il metodo rigoroso di analisi delle condizioni ambientali e
psicologiche sui personaggi, privandosi l’utilizzo di un narratore onnisciente, ma
favorendo l’impersonalità’ dell’opera con un narratore popolare omodiegetico. Elemento
di distacco è la fredda documentazione scientifica e l’imparzialità’ dell’autore che
caratterizzano il naturalismo.
Principale esponente del verismo Italiano è Giovanni Verga, che al contrario dei suoi contemporanei, vuole mostrare l’attaccamento alla propria Sicilia, mondo arcaico ricco
di valori e di tradizioni, ispirandosi anche alla gastronomia del luogo. Tra i suoi pescatori sembrano non trovar posto né la raffinatezza né il lusso, non ci sono posate d'argento o vassoi colmi di prelibatezze, non si può ambire a migliorare la propria posizione socio-
economica ed aspirare ad una posizione agiata che garantisca cibi prelibati tutti i giorni. In particolare nel libro “I Malavoglia” il cibo acquista un forte simbolismo e si può’ notare
come scandisca l’umile vita dei personaggi. Di seguito un brano esemplificativo tratto dal capitolo XI <Pasta e carne tutti i giorni>:
“[…] e laggiù (Trieste) la gente passa il tempo a scialarsi tutto il giorno, invece distare a salare le acciughe; […] Le file dei barilotti si allineavano sempre lungo il muro, e
padron ‘Ntoni, come ne metteva uno al suo posto, coi sassi di sopra, diceva: -E un altro! Questi a Ognissanti son tutti danari.
‘Ntoni allora rideva, che pareva padron Fortunato quando gli parlavano della roba
degli altri […]”
‘Ntoni si scontra con gli ideali famigliari perseguiti dal padre: l’ostrica e la formica, deve affrontare il duro scontro fra mondo arcaico e civiltà progressista. Padron ‘Ntoni è infatti portatore di sapienza e tradizione e sa bene che per non incontrare la nemesi della
natura bisogna restare attaccati al proprio scoglio, morire dove si è nati, facendo il mestiere ereditato dai padri, senza ribellarsi davanti alla fatica e lavorando come
dannati senza fiatare e accumulando guadagni, in previdenza della necessità in un domani. In questo brano ‘Ntoni rievoca i vecchi ricordi, di quando, come tradizione di famiglia,
vengono preparati i barili di aringhe sott’olio assieme alla famiglia. Il giovane vorrebbe staccarsi dal proprio scoglio famigliare per poter fare fortuna e poter
mangiare pasta e carne tutti i giorni, cibo che simboleggia la classe nobile-borghese, distaccandosi dalla fatica dettata dal duro lavoro.
Verga descrive il metodo di conservazione delle aringhe, come ad esempio la pratica di appoggiare dei sassi tra il coperchio e le acciughe per favorire lo spurgo dell’acqua.
Un altro cibo che assume valore di umiltà e povertà, tipico di una dieta contadina e sempre riferito ai personaggi verghiani, sono le fave, proposte a Mastro Don Gesualdo
sotto forma di zuppa dalla moglie Diodata ogni qualvolta egli tornava a casa stanco la sera. Va comunque ricordato che nel mondo dei personaggi Verghiani non si tratta di lotta di
classe o di contrapposizione sociale, in quanto ogni tentativo di miglioria porta al fallimento: l'unica differenza tra padroni e sottoposti sembra risiedere nel colore del
pane, bianco per gli uni e nero per gli altri; per il resto le due classi sociali sono parte di un unico destino, i galantuomini non potrebbero fare nulla senza i loro braccianti e viceversa (come ben inteso nel brano “Libertà”, che riprende l’inutile eccidio di Bronte).
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CONCLUSIONE
Il viaggio che abbiamo appena concluso a partire dalle rivoluzioni industriali ci ha aiutato
a comprendere come la concezione culinaria abbia avuto una sostanziale metamorfosi,
analizzando sia gli aspetti scientifici che storico-letterari che hanno caratterizzato
l’avvento della moderna cucina che oggi siamo abituati a conoscere.
Il cibo prima dell’1800 era una pratica semplice e il rapporto con esso era
completamente sottovalutato. Soltanto l’avvento della modernità e gli studi scientifici
lungo gli aspetti micro molecolari e biologici hanno conferito agli alimenti il potere di
influenzare la costruzione di un’identità culturale e culinaria nazionale.
Si pensi all’Italia, patria della pasta e della pizza, la cui bandiera viene ricondotta da
molti ad una visione culinaria, rappresentante la pizza (rosso pomodoro, bianco
mozzarella e verde basilico/origano); o ancora alla Francia, patria della novelle cuisine
che oggi apparecchia le nostre tavole e riempie i nostri stomaci di prelibatezze.
La cucina è un’arte non a sé stante, ma dipendente dalle scoperte e dalle innovazioni
che la contemporaneità porta con sé, sia dalle scoperte scientifiche e agli studi sulla
biologia e sulla struttura del cibo, sia dalle innovazioni tecnologiche che semplificano la
preparazione delle ricette.
Il cibo non è da intendersi come elemento di sussistenza utile per ricavare energia per
il nostro corpo. Il cibo è carico di significati nascosti, di simboli e arte, che in pochi
riescono a comprendere a fondo, senza prima conoscere l’alimento e ciò che lo
caratterizza.
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BIBLIOGRAFIA
ARTE E CUCINA
H. Bernstein, Class Dynamics of agrarian change, kumarian press;
PRIME SCOPERTE TECNOLOGICHE
http://online.scuola.zanichelli.it/barbonescienzeintegrate/files/2010/03/V09_01.pdf
BIOTECNOLOGIE
Into science – Volume unico. Elisabetta Grasso, Paola Melchiori
capitolo 7: How do we eat
capitolo 9: Biotechnology
FUTURISMO E VERISMO
-1- “Manifesto iniziale del futurismo”, 20 febbraio 1909. F.T.Marinetti
-2- “Manifesto dei Pittori futuristi, Direzione del Movimento futurista”, 11 febbraio
1910. Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini;
-3- “Manifesto della Cucina futurista”, 20 gennaio 1931. F.T.Marinetti, Filla.
Pasta e Carne tutti i Giorni, Capitolo XI “Malavoglia” – G. Verga
Carlo Cracco- se vuoi fare il figo usa lo scalogno
SITOGRAFIA
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/personaggi/La-Cucina-
Futurista-di-Marinetti.html
https://vangoghmuseum.nl/en/collection/s0005V1962
http://www.arteworld.it/i-mangiatori-di-patate-van-gogh-analisi/