Creatività e benessere emotivo - shop.erickson.it · GIOCO 28 Trottola della consapevolezza ......
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CREATIVITÀ E BENESSERE EMOTIVO
TRADUZIONE
Martina Vivaldi
PROGETTAZIONE/EDITING
Giuseppe DegaraTania Eccher
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Loretta Oberosler
DISEGNI
Oliver Daniel-Barnes
ILLUSTRAZIONE DI COPERTINA
© Nailia Schwarz/iStockphoto.com
COPERTINA
Giordano Pacenza
Copyright © Vicky Barber 2011This translation of Creating Children’s Art Games for Emotional Support is published by arrangement
with Jessica Kingsley Publishers Ltd.
© 2013 Edizioni Erickson Via del Pioppeto 24
38121 TRENTO Tel. 0461 950690 Fax 0461 950698 www.erickson.it [email protected]
ISBN: 978-88-590-0230-7
Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo effettuata,
se non previa autorizzazione dell’Editore. È consentita la fotocopiatura delle schede operative
contrassegnate dal simbolo del © copyright, a esclusivo uso didattico interno.
Vicky Barber
CREATIVITÀ E BENESSERE EMOTIVO
Giochi di gruppo per sviluppare la consapevolezza di sé e le capacità relazionali
Erickson
Strumenti per la didattica, l’educazione, la riabilitazione, il recupero e il sostegno
Collana diretta da Dario Ianes
9 Introduzione
15 PRIMA PARTE – Riscaldamento
GIOCO 1 Passa la palla
GIOCO 2 Indovina il colore
GIOCO 3 Fai il suono di…
GIOCO 4 Guarda che cos’è
GIOCO 5 Senti che cos’è
GIOCO 6 Di chi è questo naso?
GIOCO 7 Conoscersi
GIOCO 8 Riconoscere i colori
GIOCO 9 Risposte veloci ai colori
GIOCO 10 Un oggetto, un’emozione
23 SECONDA PARTE – Aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi
GIOCO 11 Superare i limiti
GIOCO 12 Sciarade di emozioni
GIOCO 13 Scappa coniglietto
GIOCO 14 Chi se ne importa
GIOCO 15 Come sono davvero?
GIOCO 16 Indovina che cos’è
GIOCO 17 Disegnare le sagome
GIOCO 18 Disegnare insieme
GIOCO 19 Disegnare con altre parti del corpo
GIOCO 20 Lasciate che Rorschach aiuti la vostra storia
GIOCO 21 Città del futuro
GIOCO 22 Famiglie felici
GIOCO 23 Perché mi sento così?
GIOCO 24 Scarabocchio di gruppo
I n d i c e
GIOCO 25 Contro il tempo
GIOCO 26 Alfabeto di sentimenti
GIOCO 27 Problemi al cubo
GIOCO 28 Trottola della consapevolezza
GIOCO 29 Passa il complimento
GIOCO 30 Come sono?
GIOCO 31 Disegnare bendati
GIOCO 32 Sono il migliore
67 TERZA PARTE – Aumentare la consapevolezza di sé
GIOCO 33 Gli opposti si attraggono
GIOCO 34 Affrontare i cambiamenti
GIOCO 35 Il mio spazio
GIOCO 36 Caccia al tesoro
GIOCO 37 Cambiare volti
GIOCO 38 Città delle forme
GIOCO 39 Dove vivo?
GIOCO 40 Per favore, non distrarmi
GIOCO 41 Creare gruppi di parole
GIOCO 42 Il cerchio delle soluzioni
GIOCO 43 Scambio di scarabocchi
GIOCO 44 Come mi sento?
GIOCO 45 Il gioco del rotolo di carta
GIOCO 46 Puzzle autoritratto
GIOCO 47 La trottola della mia città
GIOCO 48 Giocare al detective
GIOCO 49 Ascoltare e rispondere
GIOCO 50 Per favore passami…
GIOCO 51 Chi sono?
103 APPENDICE 1 Sagome e risorse utili
115 APPENDICE 2 Alcuni esempi di utilizzo del materiale
Introduzione
L’idea di scrivere questo libro mi è venuta molti anni fa, osservando le reazioni
dei miei figli che aprivano i regali di compleanno e di Natale. Spesso succedeva
che, dopo aver studiato brevemente il giocattolo, lo mettessero da parte e prefe-
rissero giocare con la scatola o con la carta che lo conteneva. Il loro entusiasmo
era la dimostrazione di quanto per i bambini possa essere divertente quella che
noi consideriamo «spazzatura».
Con mio figlio di quattro anni, decisi quindi di cimentarmi nell’attività di
costruzione di giocattoli. I giochi che creammo insieme suscitarono in lui grande
divertimento, soprattutto nella fase della creazione. Imparò a cucire, tagliare, di-
pingere e incollare e, a lavoro completato, era davvero fiero di sé. Naturalmente
passava ore tra i giocattoli con i suoi amici, ma non ho potuto fare a meno di notare
l’importanza della fase di creazione.
È proprio su questo che mi sono concentrata quando ho deciso di scrivere il
presente libro: sullo stimolo e sull’importanza che hanno per un bambino o per
un ragazzo l’attività creativa, la padronanza di sé e il senso di empowerment che
egli sviluppa.
Il grande valore attribuito al gioco come intervento psicologico risale all’inizio
del Ventesimo secolo, quando la psicanalista austriaca Melanie Klein (1882-1960)
elaborò alcune tecniche di play therapy: per i bambini i giocattoli e il gioco po-
tevano rientrare in un processo analitico e svolgere la stessa funzione dei sogni e
delle libere associazioni per gli adulti.
Dopo Klein, Winnicott (1896-1971), un pediatra inglese, inserì il gioco nel-
la sua pratica analitica. Nel libro Gioco e realtà,1 egli riassunse la sua posizione
riguardo l’importanza del gioco:
Se il terapeuta non è in grado di giocare allora non è adatto al lavoro. Se il
paziente non è in grado di giocare, allora c’è bisogno di fare qualcosa per mettere
il paziente in condizioni di diventare capace di giocare.
Winnicott utilizzò con grande successo il gioco per entrare in relazione e per
comunicare con i suoi pazienti. È proprio dal suo «squiggle game» che ha origine
1 Donald Woods Winnicott, Playing and Reality, Routledge, Londra, 1971, p. 54; trad. it. di G.
Adamo e R. Gaddini, Gioco e realtà, Armando, Roma, 1974, p. 102.
10 ◆ Creatività e benessere emotivo
lo «scribble game», un gioco in cui lo scopo è creare un
disegno partendo da un semplice scarabocchio.
Da esperta del settore, più di recente, ho trovato stra-
ordinario il libro di Marian Liebmann Art therapy for groups.2 La sua opera si è rivelata essenziale soprattutto
nel mio lavoro come arteterapeuta di recente forma-
zione e ha ispirato il mio pensiero, convincendomi
che esiste uno spazio ben definito per il gioco non
solo nell’arteterapia, ma con chiunque abbia a che
fare con i bambini.
La parola gioco ci infonde subito un senso di leggerezza e diverti-
mento; pensieri come «in fondo è solo un gioco, non devo preoccuparmi troppo»
oppure «è solo divertimento», entrano nella nostra mente e ci trasportano su un
altro piano. Durante il gioco, corpo e mente si rilassano e siamo pervasi da un
brivido di eccitazione. Con i bambini è lo stesso: pronunciate la parola «gioco» e
avrete immediatamente tutta la loro attenzione. Per i bambini giocare è naturale
come mangiare e dormire. È il modo in cui assimilano le esperienze e imparano
a conoscere durante la loro vita quotidiana. Giocare, esplorare, toccare, provare
emozioni, assaggiare e annusare sono cose che fanno parte della vita di un bam-
bino. E allora perché non sfruttare questi aspetti quando le cose non vanno nel
verso giusto o si complicano?
Durante il mio lavoro come arteterapeuta nelle scuole, le parole di Winnicott
riecheggiavano nella mia testa. È proprio questo che mi ha spinta a inventare gio-
chi creativi per aiutare i bambini ad affrontare i loro problemi e le loro difficoltà.
Partendo da questo presupposto, ho iniziato a ricercare delle strategie perché
potessero comprendere la situazione e, possibilmente, risolverla.
Ad esempio, una volta mi trovai a lavorare con un gruppo di bambini di
nove anni che avevano problemi di gestione della rabbia, di socializzazione e di
autostima. Il primo passo è stato far sì che parlassero delle situazioni che facevano
perdere loro il controllo. Identificato il problema, individuammo quali comporta-
menti alternativi si potevano adottare. Dal gioco di ruolo a cui parteciparono capii
chiaramente che erano molto influenzati dai media, dai film e dai videogiochi.
Violenza e aggressività sembravano essere tutto ciò a cui loro aspiravano. Perfino
i «buoni» erano fermamente convinti che per vincere sul «male» fosse necessario
agire in modo disdicevole. Fu interessante notare che durante l’assegnazione dei
ruoli nessuno sceglievano la parte della vittima, tutti volevano fare il «cattivo».
Anche quando accettavano di interpretare il ruolo del tutore dell’ordine, agivano in
modo aggressivo, come se nella realtà fosse così. Non avevano nemmeno nessun
problema a farsi sparare o a morire, come se questo fosse normale. Sapevo che
sarebbe stata un’impresa ardua cambiare le cose e spiegare che c’erano due modi di
agire, uno giusto e uno sbagliato, e che il bene era meglio del male. Come previsto,
il percorso fu lungo e faticoso, ma alla fine delle sessioni avevamo fatto notevoli
progressi. Una delle ultime parti del lavoro, alla quale i bambini parteciparono,
consisteva nell’inventare un gioco, ovvero la costruzione di una città, proprio per
2 Marian Liebmann, Art therapy for groups: a handbook of themes, games and exercises, Routledge,
Londra, 1986.
Introduzione ◆ 11
aiutarli a risolvere i loro specifici problemi. La discussione sui loro bisogni e sulle
loro difficoltà fece sì che nascesse una magnifica città con un valore aggiunto.
Alla domanda: «Di che cosa avreste bisogno per gestire i vostri problemi?» un
bambino particolarmente sveglio rispose: «Psicologia». Analizzammo il suo punto
di vista e quasi immediatamente nella città sono sorte aree dedicate allo sport, alla
shopping-terapia, all’arte-terapia, alla musico-terapia e alla dramma-terapia, oltre
a uno spazio chiamato «emozioni» e a una spiaggia, la cui presenza credo che
potrebbe aiutare anche tanti di noi, figurarsi un bambino di nove anni!
Nel momento in cui decisero di rinunciare all’intervallo per prolungare le
sessioni con me, mi resi conto di aver raggiunto un risultato importante. Era la
conferma a quanto avevo a lungo pensato: se si dà ai bambini l’opportunità e il
giusto spazio, sanno diventare grandi inventori e intrepidi creatori, un vero serba-
toio di idee bellissime. Le loro creazioni sono più di semplici giochi. È proprio
questo che rende questo libro unico e diverso: il fatto che si focalizzi soprattutto
sulla concreta realizzazione del gioco. L’enfasi è sull’empowerment dei bambini/
ragazzi: il fatto di poter esprimere idee e opinioni consentirà loro di aumentare la
propria autostima.
I giochi contenuti nel presente volume prevedono un iniziale «Riscaldamento»,
in cui pensa, si discute e si elabora il gioco. La seconda parte contiene giochi mirati
ad aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi, mentre la terza parte raggruppa
giochi con il preciso obiettivo di sviluppare la consapevolezza di sé. Nei giochi a
volte c’è competitività e sono previsti un vincitore e un punteggio, ma questa non
è che una parte insignificante del processo. Essere creativo, capire e sperimentare
attraverso il gioco è ciò a cui principalmente miro. Le aree ricoperte hanno a che
fare con l’aumentare la consapevolezza di sé prima e degli altri poi. In questo modo
i riescono a possono comprendere meglio come funziona il loro mondo, la ragione
per cui le cose a volte vanno male, e anche come possono essere risolte, corrette,
accettate e sviluppate. Nel gioco esiste una regola non scritta che prevede che vi
siano vincitori e perdenti, ma questo può cambiare se si seguono delle strategie e
si fanno delle scelte. A questo proposito mi viene in mente un vecchio detto che
qualcuno scrisse sul mio libro degli autografi quando mi trasferii dallo Sri Lanka.
Una frase che non ho mai scordato: «Quando l’Unico Esaminatore Supremo arri-
verà a mettere un punteggio vicino al tuo nome, non segnerà se hai vinto o perso,
ma come hai giocato».
Molti di questi giochi ricordano quelli di quando eravamo bambini, ma sono
stati modificati per soddisfare i requisiti. Volevo rendere questo libro divertente,
perché ritengo che l’umorismo sia importante, anche nel mondo della terapia; così
ho deciso di usare «Lucy e Leon», mia nipote e il mio figlioccio, per guidare il
lettore attraverso i giochi.
Lucy e Leon, come tutti i bambini, amano giocare. Lucy a volte è riservata e
a volte raffinata, ma quando è con Leon si trasforma in un’avventuriera, disposta
a correre qualsiasi rischio, diventando un’impavida esploratrice. Leon invece è un
ragazzino robusto che gioca a calcio; anche lui però ha i suoi momenti tranquilli,
soprattutto quando legge. Come vedete, si completano a vicenda. Non hanno
un’età: a volte sembrano giovani e ingenui, altre volte sembrano più grandi di
quel che in realtà sono.
12 ◆ Creatività e benessere emotivo
Li ho raffigurati come personaggi dei fumetti. Continuamente alle prese con
i loro giochi, proprio come fanno i personaggi dei fumetti quando tentano, ma non
riescono, a ottenere ciò che vogliono. Per questo motivo ho scelto Lucy e Leon:
due bambini così diversi provenienti da contesti altrettanto diversi.
Come ottenere il massimo da questo libro
I giochi contenuti in questo volume saranno il vostro punto di partenza. Con-
siderateli l’inizio di qualcosa di appassionante, non solo attività da copiare e da
svolgere. Ogni gioco ha la capacità di essere molto stimolante per il pensiero, la
conversazione e le idee. Sicuramente questo porterà i bambini che vi partecipano
a convincersi delle loro capacità.
Come avviene con ogni nuova esperienza, per i bambini voi sarete gli esper-
ti. Ma in realtà sono loro la fonte di queste nuove ed eccitanti trovate perché si
concentreranno nel gioco e si immedesimeranno. Dalla vostra parte avete molte
cose, tra cui il successo e i risultati.
La parte importante del gioco non è tanto il suo svolgimento, quanto l’idea-
zione e preparazione. Il processo di empowerment inizia da qui, con la conversa-
zione e l’acquisizione di informazioni. Dopo questa fase, c’è la preparazione vera
e propria del gioco, quindi il suo svolgimento.
Altra parte importante è l’analisi dei feedback e delle considerazioni dei
bambini riguardo al gioco appena svolto. Se non ha raggiunto gli esiti previsti,
non vi preoccupate. Dimostrate, invece, ai bambini che contate sul loro aiuto per
modificarlo, riscriverlo e ricostruirlo. La padronanza di sé può essere rafforzata,
quindi incoraggiatela ogni volta sia possibile.
Guida passo dopo passo
1. Scorrete velocemente tutto il libro così da farvi un’idea dei giochi, che cosa
riguardano e come potrebbero aiutare i vostri bambini in particolare. Non fatevi
scoraggiare dalle età consigliate; si tratta di istruzioni indicative e nella maggior
parte dei casi possono essere adattate.
Introduzione ◆ 13
2. Una volta scelto il gioco, familiarizzate con esso. Procuratevi tutto il materiale
suggerito (può essere sostituito in base a ciò che avete a disposizione). Non
rinunciate a giocare solo perché non avete il materiale «giusto»: usate quello
che avete.
3. La parte che precede il gioco è importante. Le discussioni e i suggerimenti che
nascono costituiscono un processo fondamentale di acquisizione della padro-
nanza di sé. Iniziate questa parte, ma assicuratevi che le idee dei bambini siano
ascoltate e messe in atto. Se questo richiede più tempo di quanto è suggerito, non
è un problema. Non affrettate le cose solo perché volete giocare. Considerate
lo svolgimento come la glassa sulla torta e la creazione del gioco come la torta
stessa. Assicuratevi che ogni bambino abbia una busta o una cartellina nella
quale conservare le sue creazioni.
4. Se il gruppo è piccolo o se utilizzate questo libro in sessioni individuali, fate in
modo di adattare le regole secondo le esigenze, assicurandovi che ogni com-
ponente abbia almeno un turno di gioco. La gestione del tempo è importante
in questa fase. In molti giochi sarà utile chiedere suggerimenti al gruppo per
sapere come si può variare il gioco.
Lista dei materiali necessari per svolgere le attività proposte
Questa è la lista completa del materiale di cui avrete bisogno:
• Fogli bianchi di diverse misure
• Cartoncini bianchi di diverse misure
• Pennarelli colorati, a punta grossa e a punta fine
• Matite
• Gomme per cancellare
• Righelli
• Matite colorate
• Cucitrice e punti
• Nastro adesivo coprente
• Nastro adesivo trasparente
• Colla stick
• Colla vinilica
• Tempere di colore: nero, bianco, rosso, blu, giallo
• Pennelli grossi e sottili
• Forbici
• Pastelli a olio
• Stoffa per bendare gli occhi
• Clessidra
• Dizionario/thesaurus
• Lavagna bianca
• Lavagna a fogli mobili
• Spago
• Scatola da scarpe
• Etichette adesive
14 ◆ Creatività e benessere emotivo
• Un libro sui conigli
• Un foglio per segnare i punti
• Pastelli a cera
• Gettoni colorati
• Dadi
• Sagome e risorse alla fine del libro (nell’Appendice 1)
AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ
Il cerchio delle soluzioni
Obiettivi: Aumentare la competenza di problem solving; per-mettere a ogni ragazzo di esternare le sue preoccu-pazioni per capire che anche gli altri condividono lo stesso problema.
Età: 10+
Numero di giocatori: Da 3 a 10
Materiale: Fogli, pennarelli colorati, una scatola
Tempo di preparazione: 20 minuti
Durata: 20 minuti
Preparazione: Sistemate la stanza in modo che i partecipanti si possano sedere comodamente per formare un cer-chio. Spiegate gli obiettivi e le regole del gioco. Pri-ma di iniziare, parlate dei problemi e delle preoccu-pazioni che i ragazzi devono affrontare (ad esempio rabbia, problemi abitativi, rivalità con fratelli o sorel-le, abusi). Spiegate che il gioco offre l’opportunità
Gioco 42
86 ◆ © 2013, V. Barber, Creatività e benessere emotivo, Trento, Erickson
AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ Gioco 42
per il gruppo di trovare soluzioni. Chiedete a ognu-no di scrivere o disegnare i propri problemi o pre-occupazioni (uno per ogni foglio). A questo punto, sistemate i fogli a faccia in giù in una scatola (per la costruzione si vedano le indicazioni contenute nell’Appendice 1).
Svolgimento: A turno invitate ogni partecipante a scegliere un problema. Il suo compito è di pensare a una pos-sibile soluzione. Anche il gruppo può contribuire a trovare delle soluzioni. Continuate finché non avete trovato almeno una soluzione per ogni problema.Attenzione: i ragazzi non devono aggiungere il loro nome quando scrivono i loro problemi, che reste-ranno quindi anonimi.
© 2013, V. Barber, Creatività e benessere emotivo, Trento, Erickson ◆ 87