Costruirsi Un Futuro Nella Chimica

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Guida per lo studente universitario e il laureato in discipline chimiche COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA Progetto Lauree Scientifiche

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Guida per lo studente universitario e il laureatoin discipline chimiche

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Guida per lo studente universitario e il laureatoin discipline chimiche

COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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Progetto Lauree Scientifiche

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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© Diritto di riproduzione di Federchimica, Via Giovanni Da Procida 11, 20149 Milano

A cura della Direzione Centrale Comunicazione-Immagine di Federchimica

Copertina di Sabina Ragazzi

Stampato da: Signum - Bollate (MI)gennaio 2008

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PRESENTAZIONELa chimica fa parte della nostra vita. Rappresenta un motore di progresso e di modernità.Partendo dalla conoscenza della materia, attraverso processi di trasformazione, il chimico giunge al-la realizzazione di prodotti nuovi e di prodotti sempre più avanzati.Il grande fascino di questo mestiere risiede dunque nella continua tensione creativa: una porta aper-ta sul mondo della conoscenza e della ricerca.L’industria chimica si nutre di questa capacità innovativa: per questo è proiettata nel domani. Questosignifica una consapevolezza: il suo futuro è legato ai giovani, in particolare chimici, che oggi si pre-parano a raccogliere le sfide che saldano indissolubilmente industria e scienza chimica.Allo stesso modo, il futuro dei giovani chimici è legato allo sviluppo dell’industria chimica. E’ quindifondamentale che essi imparino a conoscerla, a identificare percorsi formativi che guardino alleimprese nelle quali potranno trovare un’opportunità non solo di lavoro, ma anche di crescita pro-fessionale.Con questa guida Federchimica – ovvero l’insieme delle imprese chimiche - vuole offrire ai giovanichimici un contributo concreto alla costruzione del loro futuro e una possibilità di incontro con leaziende che contano di trovare, proprio tra i giovani, nuovi talenti con i quali rendere possibile un fu-turo di qualità, per tutti.

Questa Guida nasce nell’ambito del Progetto Lauree Scientifiche promosso dal Ministero dell’Istruzione, dal

Ministero dell’Università e della Ricerca, dalla Conferenza Nazionale dei Presidi di Facoltà di Scienze e

Tecnologie e da Confindustria. Federchimica, con la collaborazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia,

ne ha curato la progettazione e la realizzazione con lo scopo di diffondere una corretta informazione sulla

chimica e la sua industria.

Per saperne di più

www.federchimica.it

www.progettolaureescientifiche.it

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI

DI MODENA E REGGIO EMILIA CONFINDUSTRIA

FEDERCHIMICA

Progetto Lauree scientifiche Ministero dell ’Istruzione

e Ministero dell ’ Università e della Ricerca

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GUIDA ALLA LETTURA

UNA GUIDA PER CHI?Questa Guida è pensata per i laureati e per gli studenti universitari in discipline chimiche.Nasce dalla considerazione che la costruzione del proprio futuro professionale non può iniziare al momentodella laurea o poco prima, ma deve essere il risultato di tutto il percorso formativo.Attualmente il sistema universitario offre una grande varietà di percorsi:• si può puntare al conseguimento della laurea triennale o proseguire con il biennio di specializzazione,• le lauree, triennale o quinquennale, possono essere seguite da un master rispettivamente di primo o se-

condo livello o da un dottorato,• nei singoli corsi di laurea c’è la possibilità di scegliere momenti formativi diversi.

E’ evidente che una maggiore diversificazione dei percorsi offre uno spettro più ampio di opportunità, ma puòanche creare confusione.Diventa quindi fondamentale, ogni volta che durante il percorso formativo si è chiamati a scegliere (corso dilaurea, piano di studi, stage, tesi, solo per fare alcuni esempi), poterlo fare valutando le opportunità e i possibilisbocchi lavorativi, oltre che le proprie inclinazioni.

PERCHÉ CONOSCERE L’INDUSTRIA CHIMICA?

Quello che rende unica l’industria chimica rispetto a ogni altro comparto è il suo legame inscindibile con lascienza.Questo significa che le imprese chimiche hanno bisogno in primo luogo di chimici.Proprio perché i chimici sono i protagonisti dell’industria chimica è importante che sviluppino • una mentalità aperta,• conoscenze in ambiti diversi,• una forte sensibilità alle esigenze industriali.

E’ quindi fondamentale conoscere la faccia industriale della chimica• per orientare il proprio curriculum universitario a temi rilevanti per l’industria,• per facilitare la ricerca di uno sbocco professionale valido.

COS’È FEDERCHIMICA?

Federchimica è la Federazione Nazionale dell’Industria Chimica.Data la complessità del comparto chimico e la specificità di alcune problematiche, Federchimica è organizzatacome federazione e raggruppa 16 Associazioni di settore, a loro volta suddivise in 43 Gruppi merceologici.Attualmente, Federchimica conta circa 1300 imprese associate per un totale di 95 mila addetti. Federchimica si pone quale obiettivo principale di tutelare e promuovere gli interessi delle imprese associate intutti gli ambiti economici, sociali, sindacali e culturali che, anche indirettamente, le vedono coinvolte. Da tempo, Federchimica promuove una vasta gamma di iniziative rivolte al mondo della scuola e della formazio-ne nella consapevolezza che l’industria chimica, in quanto industria basata sulla scienza, trae la sua forza in-nanzitutto dalla qualità delle persone che in essa lavorano.Per quanto riguarda in particolare il mondo dei giovani l’obiettivo è duplice. • Da un lato, è sicuramente fondamentale promuovere le vocazioni chimiche e contribuire alla costruzione di

percorsi di studio e formazione aderenti alle esigenze dell’industria.• Dall’altro, è importante impostare un lavoro più a monte finalizzato a fornire ai giovani un’immagine corret-

ta della chimica, come di un’industria positiva e vitale.

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>INDICE1 L’INDUSTRIA CHIMICA SI PRESENTA

2 UNIVERSITÀ: COME INVESTIRE AL MEGLIO NEL PROPRIO FUTURO2.1 Quali opportunità per i laureati chimici?2.2 Laurea triennale o quinquennale?2.3 Il vero mestiere del chimico: non solo sintesi e progettazione2.4 Il vero mestiere del chimico: non solo ricerca

2.5 Come costruire il proprio curriculum universitario?• Lo stage: un’occasione da sfruttare• La tesi: un biglietto da visita• Il tempo: non un optional

2.6 I principali profili formativi• Chimici e chimici industriali da avviare alla produzione• Ingegneri chimici da avviare alla produzione• Chimici e chimici industriali di laboratorio in aziende orientate alla sintesi• Chimici e chimici industriali di laboratorio in aziende orientate alle formulazioni• Ingegneri chimici da avviare al laboratorio• Laureati chimici da avviare a vendite e marketing

2.7 Come si entra in azienda?

3 LAVORARE NELL’INDUSTRIA CHIMICAI principali profili professionali

3.1 Tecnico di laboratorio sintesi3.2 Tecnico di laboratorio formulazioni3.3 Tecnico di laboratorio controllo qualità3.4 Ingegnere di progetto3.5 Ingegnere di processo/produzione3.6 Acquisti3.7 Pianificazione della produzione3.8 Marketing3.9 Assistenza tecnica alla clientela3.10 Prevenzione, sicurezza, protezione ambientale e certificazioni3.11 Gestione brevetti e proprietà intellettuale

4 SCHEDE DI APPROFONDIMENTO SUI SETTORI4.1 Chimica di base4.2 Materie plastiche4.3 Gas tecnici, medicinali e speciali4.4 Fertilizzanti4.5 Fibre chimiche4.6 Chimica fine e specialità4.7 Principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica4.8 Adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pitture e vernici4.9 Agrofarmaci4.10 Prodotti per la casa4.11 Cosmetici4.12 Farmaci di automedicazione4.13 Biotecnologie

> 9

> 18> 18> 18> 19> 19

> 20

> 21

> 24

> 26> 26> 26> 26> 27> 27> 27> 27> 28> 28> 28> 29> 29

> 30> 30> 30> 31> 32> 33> 33> 34> 35> 36> 37> 37> 38> 39

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1 L’INDUSTRIA CHIMICA SI PRESENTA

1.1 INDUSTRIA CHIMICA: PERCHÉ SAPERNE DI PIÙ?

• Quello che rende unica l’industria chimica rispetto a ogni altro

comparto è il suo legame indissolubile con la scienza.

• Questo significa che le imprese chimiche hanno bisogno in pri-

mo luogo di chimici.

• Proprio perché i chimici sono i protagonisti dell’industria chi-

mica è importante che sviluppino

– una mentalità aperta;

– conoscenze in ambiti diversi;

– una forte sensibilità alle esigenze industriali.

• E’ quindi fondamentale conoscere la “faccia” industriale della

chimica

– per orientare il proprio curriculum universitario a temi rile-

vanti per l’industria;

– per facilitare la ricerca di uno sbocco professionale soddi-

sfacente.

• Leggere attentamente le pagine seguenti può servire a prepa-

rarsi meglio per il lavoro nell’industria chimica.

1.2 UNO O TANTI SETTORI CHIMICI?

• Nell’immaginario collettivo si tende a identificare l’intera indu-

stria chimica con i poli petrolchimici.

• In realtà, l’industria chimica è molto articolata e differenziata

perché coesistono

– settori che vendono soprattutto all’interno del mondo chi-

mico (chimica di base e chimica fine);

– altri che servono gli altri settori industriali (chimica delle

specialità e ausiliaristica);

– altri ancora che hanno quali utilizzatori i consumatori finali

(detergenti, cosmetici, farmaceutica).

• A questi differenti settori corrispondono logiche economiche,

ma anche aspetti chimici, diversi. Per capire le logiche econo-

miche e le specificità dei vari settori bisogna evitare di fare rife-

rimento alla distinzione classica tra chimica organica e inorga-

nica.

• In ogni caso, a chi sta seguendo un percorso formativo in chi-

mica deve essere chiaro che l’industria chimica è molto diver-

sificata, ma tutti i suoi comparti, dipendendo molto dalla

scienza chimica, hanno bisogno di chimici. E’ quindi importan-

te considerarli tutti come possibili sbocchi lavorativi.

ORGANICI DI BASEINORGANICIPLASTICHE E RESINEGAS TECNICI

INTERMEDI DI CHIMICA FINECOLORANTI E PIGMENTI ORGANICIAUSILIARI PER L’INDUSTRIA

FRAGRANZE E AROMI AMIDI E ACIDI ORGANICIPRODOTTI PER LA SALUTE ANIMALE

MATERIE PRIME FARMACEUTICHE

FIBRE CHIMICHE

AGROFARMACIFERTILIZZANTI

ADESIVI E SIGILLANTIPITTURE E VERNICIINCHIOSTRI

DETERGENTIPRODOTTI PER LA PULIZIA COSMETICI E PROFUMI

BIOTECNOLOGIE

PRODOTTI PER L’AUTOMEDICAZIONESPECIALITÀ FARMACEUTICHE

TANTI SETTORI MOLTO DIVERSI TRA LORO

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

> 10

1.3 UNO O TANTI SETTORI CHIMICI?

• Nella chimica di base (si pensi ad esempio alla petrolchimica)– prevalgono le grandi imprese, verticalmente integrate e do-

tate di vasti impianti in grado di sfruttare al meglio le eco-nomie di scala;

– i prodotti tendono a essere molecole semplici e standardiz-zate (le cosiddette “commodities”);

– il fattore di successo principale risiede allora nella capacitàdi migliorare i processi produttivi e la distribuzione al finedi ridurre i costi.

• Nella chimica fine (un esempio è quello dei principi attivi far-maceutici)– le molecole sono più complesse, ma comunque il prodotto

è identificato completamente da una formula chimica;– i volumi di produzione diventano inferiori e gli impianti so-

no spesso polivalenti, cioè utilizzati per la produzione dimolecole diverse in momenti diversi;

– è assai rilevante l’attività di ricerca e sviluppo, soprattuttofinalizzata al conseguimento di maggiori qualità ed effica-cia del prodotto attraverso innovazioni che riguardano siail prodotto (cioè una nuova sostanza) sia il processo, vale adire un modo nuovo di ottenere una certa sostanza.

• Nella chimica delle specialità (ad esempio nelle vernici)– prevalgono i cosiddetti “performance chemicals”, ossia

prodotti che vengono acquistati in virtù delle loro funzionie proprietà piuttosto che della loro formula chimica;

– non contano tanto le dimensioni d’impianto, ma la capaci-tà di offrire soluzioni innovative o personalizzate ai proble-mi specifici dei clienti;

– assumono quindi rilevanza, oltre alla capacità innovativa,la vicinanza al cliente e il marketing.

1.4 UN ELEMENTO COMUNE A TUTTI:LA CENTRALITÀ DELL’INNOVAZIONE

• Quello che accomuna tutti i settori dell’industria chimica è la

centralità dell’attività di ricerca e innovazione.

• Nella chimica innovare significa soprattutto fare ricerca al pro-

prio interno, mentre nel resto dell’industria si traduce princi-

palmente nell’acquisto di impianti innovativi dall’esterno. Que-

sta realtà è ben mostrata dalla tavola sotto riportata.

• Si tratta di una caratteristica insita nel DNA del settore chimi-

co, perché la chimica è la scienza che studia la materia e il mo-

do in cui cambiarla e quindi l’impresa chimica non può limitarsi

ad acquisire tecnologie dall’esterno, ma deve quasi sempre in-

novare il prodotto: cioè fare ricerca.

• Nella chimica la ricerca non è quindi ristretta a un’élite di grandi

imprese ma coinvolge tantissime imprese, anche piccole e medie.

• Conseguentemente, la chimica rimane uno dei pochi settori

dell’industria italiana con un futuro perché, da sempre e

sempre di più, punta sulla ricerca e l’innovazione e conside-

ra come la materia prima sempre più importante quella che

sta nel cervello di chi ci lavora.

CARATTERISTICHE E LEVE COMPETITIVEDEI SETTORI DELLA CHIMICA

RIPARTIZIONE DELLE SPESEPER ATTIVITÀ INNOVATIVA IN ITALIA (%)

VOLU

MI

DIPR

ODUZ

ION

E

FONTE: Nuove strategie per l’industria chimica del duemila - Carlo Mario Guerci

NOTE: esclusa farmaceutica

FONTE: Federchimica su dati Istat

ALTI

BASS

I

ALTABASSA

DIFFERENZIAZIONE

CHIMICA DI BASE(Commodities)

– Molecole semplici– Prodotti standardizzati– Grandi impianti– Processo– Distribuzione

CHIMICA FINE

– Molecole complesse– Prodotti a specifica– Impianti polivalenti– R&S– Qualità

CHIMICA DELLE SPECIALITÀ

– Formulazioni– Performance chemicals– R&S– Qualità– Vicinanza al cliente– Marketing

INDUSTRIA INDUSTRIACHIMICA MANIFATTURIERA

R&S interna 41.5 29.7

Acquisto macchinari/impianti innovativi 23.0 49,7

Attività di formazione 15.9 3.1

Altro 19.5 17.5

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1 I L’INDUSTRIA CHIMICA SI PRESENTA

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1.5 L’INDUSTRIA CHIMICA SIGNIFICA QUALITÀ DELLA VITA E COMPETITIVITÀ

• Non sempre il valore dell’industria chimica viene percepito

chiaramente perché normalmente le persone non ne consuma-

no direttamente i prodotti (e talvolta nemmeno si immaginano

che forma abbiano!).

• L’industria chimica invece gioca un ruolo fondamentale per il

benessere di tutti noi.– Quale produttore di beni intermedi (cioè di sostanze e pro-

dotti venduti ad altre imprese), l’industria chimica trasferi-sce a valle tecnologia e innovazione contribuendo così adalimentare e difendere la competitività della gran parte deisettori industriali italiani (e dei connessi posti di lavoro);

– senza chimica la nostra vita sarebbe diversa, perché lamaggior parte dei prodotti che consumiamo e utilizziamoquotidianamente - dai vestiti al computer, dai medicinalial bagnoschiuma - non potrebbe esistere o non sarebbeaccessibile a costi contenuti (possiamo immaginarci diportare in borsa o nello zaino una bottiglia di vetro, inve-ce che di pet?).

• Un modo concreto per rappresentare il ruolo della chimica co-

me bene intermedio è di considerare il caso della petrolchimica.

• Un barile di petrolio utilizzato, non per produrre energia ma

come materia prima dell’industria chimica può diventare, attra-

verso diverse trasformazioni, molte cose differenti.

• Anche in questo esempio si possono vedere le diverse compo-

nenti dell’industria chimica. Infatti, a valle della petrolchimica,

per giungere ai vari prodotti finali vengono coinvolte tantissi-

me sostanze di chimica fine e successivamente prodotti della

chimica delle specialità (come le vernici o gli adesivi).

LA LUNGA CATENA CHIMICA

DA DOVE NASCE IL BENESSERE?

INDUSTRIA ESTRATTIVA

MATERIEPRIME

INORGANICHE

CHIMICAFINE E

SPECIALITA'

MATERIEPRIME

ORGANICHE

ENERGIAACQUA

ARIA

CHIMICADI BASE

INDUSTRIA PETROLIFERA

PROCESSOCHIMICO

PROCESSOCHIMICO

ENERGIAACQUA

ARIA

carburanteper un viaggio

di 1000 Km

1 BARILE DIPETROLIO

72 litridi virgin naphta

PROPILENE

polipropilene

acrilonitrile

2 paraurti per auto o

2 valigie o

3 sedie da giardino

21 maglioni o

5 coperte

BUTADIENEBUTENI

elastomeri

1 pneumatico da auto o

13 pneumatici da bici o

17 camere d'aria da bici

AROMATICI caprolattame 500 paia di collant

ETILENE

glicoletilenico

polietilene

260 m2 di tubi di protezioneper cavi elettrici o

240 bottiglie per detersivo(2 litri)

poliestere 21 magliette

Alimentare Auto Elettronica Meccanica

Carta Tessile/Cuoio Gomma/Plastica Costruzioni

Consumo Agricoltura

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plastichefibre sintetichetecnopolimeripoliuretanoadditivivernici per plastiche

paraurtigriglie

volantecruscotto

arredo interno

liquidi refrigerantiliquidi di lavorolubrificanti

freni emotore

fibre sintetichepoliuretano espansoausiliari per cuoio e pelle

cinturedi sicurezza

sedili

sali silicatisodafilm polimericiadesivi per il fissaggiodetergentigas tecnici

vetri e farielastomeri

nero di carbonioausiliari per gomma

fibre artificialigas tecnici

pneumatici

vernici (pigmentie coloranti)plastificanti

cereprodotti antirombo

carrozzeria

inneschipolimerigas tecnicifibre sinteticheairbag

additivigas tecnici speciali

antidetonanticarburante

catalizzatorimateriali ceramici

marmittacatalittica

additiviacidi e solventigas tecnicitrattamento metalli

gomme siliconichefluoropolimeripoliolefineguarnizioni

elettrolitimateriali polimerici

per rivestimento

batteria e cavi

COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

> 12

• La diffusione e l’importanza dei prodotti chimici è evidente se

si considerano tutti quelli presenti in un’automobile. Solo per

fare alcuni esempi, si va dalla plastica che compone il cruscotto

alle cinture di sicurezza, dagli airbag alle fibre tecniche dei se-

dili, dalle vernici al liquido refrigerante per i freni, dai sigillanti

agli adesivi per la benzina.

• In effetti, un’auto europea contiene - a seconda dei modelli - pro-

dotti chimici per un valore compreso tra gli 800 e i 2500 euro.

• I prodotti chimici tendono a sostituire gli altri materiali e a

moltiplicare i loro utilizzi. Questo perchè la chimica sa trovare

una soluzione per ogni problema!

• Questi prodotti contribuiscono in modo decisivo a migliorare le

prestazioni, garantendo al tempo stesso la massima sicurezza.

Consentono di aumentare l’efficienza energetica e di ridurre l’in-

quinamento.

1.6 QUALI TENDENZE NELL’INDUSTRIA CHIMICAEUROPEA E MONDIALE?

• Nei Paesi più sviluppati i nuovi bisogni tendono ad essere sod-disfatti da servizi o da beni caratterizzati da un crescente con-tenuto immateriale e da un minore contenuto di chimica (sispende molto di più in telefonate che per comprare il telefonocellulare e comunque il contenuto di chimica di un telefonocellulare è molto inferiore a quello di un’automobile). In questiPaesi, ciò si traduce in una minore domanda “fisica” di chimi-ca. D’altro canto, ciò non implica necessariamente una diminu-zione della domanda di chimica (espressa in termini monetari)nel momento in cui le imprese sono in grado di fornire soluzio-ni tecnologiche e innovative che danno forte valore ai prodotti,anche a quellI tradizionali.

• Nei Paesi emergenti, Cina e India in testa, la domanda “fisica”di chimica sta invece esplodendo. Le prime fasi di sviluppo diun’economia richiedono infatti tantissima chimica (si pensi ainfrastrutture, automobili, edilizia, modernizzazione dell’agri-coltura). In queste stesse aree, si sta spostando parte delle pro-duzione chimica mondiale, attirata anche dai minori costi dellamanodopera, e si concentra la maggior parte dei nuovi investi-menti.

• E’ evidente che i Paesi più avanzati, come l’Italia, devono sem-pre di più innovare e fornire prodotti sofisticati per non caderenella trappola di una concorrenza basata solo sui costi e suiprezzi di vendita che li vedrebbe necessariamente perdenti difronte ai Paesi emergenti. Questo significa rinnovare lo sforzoverso la ricerca, la qualità dei prodotti e l’assistenza al cliente,e quindi, investire nel proprio capitale umano.

CRESCITA DELLA PRODUZIONE CHIMICA NEL MONDO

90

100

110

120

130

140

150

160+40%

Var. % cumulata2000-2006

+25%

+7%

(indice 2000=100)

Paesi emergenti

Mondo

PPaaesiesi aavavanzanzatiti

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

170CHIMICA: INNOVAZIONE E FUTURO

FONTE: Elaborazioni Federchimica su dati ACC.

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1 I L’INDUSTRIA CHIMICA SI PRESENTA

> 13

• In passato, la scena chimica era dominata da grandi impreseche facevano un po’ di tutto e portavano avanti progetti di ri-cerca di ampio respiro verificando solo in un secondo momentoi possibili ambiti applicativi dei propri ritrovati. Accanto a que-ste operavano piccole e medie imprese molto focalizzate inspecifici segmenti di mercato.

• Nell’ultimo decennio, si è affermata una tendenza generalizza-ta verso la specializzazione che ha fatto venire meno quasi tut-te le grandi imprese diversificate, cioè operanti in molti o tutti icomparti della chimica. La scelta prevalente, non più soltantodelle piccole e medie imprese, è di essere attivi in uno dei quat-tro comparti fondamentali della chimica (chimica di base, chi-mica fine e delle specialità, chimica per il consumo, farmaceuti-ca e biotecnologie) e, quasi sempre, in singoli prodotti all’inter-no di un comparto.

• Le ragioni alla base di questo cambiamento risiedono– nella crescente difficoltà di gestire attività sempre meno

omogenee, che richiedono culture aziendali e fattori di suc-cesso differenti;

– nella globalizzazione, che rende superiori i vantaggi dellaspecializzazione e di una leadership sul mercato mondialeai vantaggi della diversificazione, ma che implica ingentiinvestimenti;

– nell’intensificarsi della concorrenza internazionale, che impo-ne uno sforzo costante verso innovazione e competitività.

• Per chi lavora nelle aziende chimiche di oggi (e anche di doma-ni), questi cambiamenti comportano innanzitutto una diversaimpostazione dell’attività di ricerca, che sempre più tende adessere finalizzata fin da subito a scopi applicativi specifici.

• Inoltre, la crescente pressione competitiva rende le aziende,e quindi i loro addetti, più attente al conseguimento di ele-vati standard di efficienza e di qualità. Acquisiscono, peresempio, sempre più importanza aree quali il controllo qua-lità, la gestione ambientale e la customer satisfaction (cioèla gestione del cliente).

1.7 QUALE FUTURO PER LA CHIMICA EUROPEA?

• La chimica è l’unico settore innovativo, insieme al macchinario,in cui l’Europa mantiene ancora la leadership mondiale: conuna produzione di 476 miliardi di euro rappresenta circa unterzo del totale mondiale.

• Un modo semplice per cogliere l’importanza della chimica è diguardare al suo contributo al saldo commerciale europeo che ènon solo fondamentale, ma anche crescente (41 miliardi di eu-ro per la sola chimica, 75 comprendendo anche la farmaceuti-ca). Godere di un saldo commerciale attivo significa creare emantenere tanti posti di lavoro altamente qualificati in Europa.

• Nonostante le difficoltà di affrontare un mondo in sempre piùrapido cambiamento, la chimica ha tutte le carte in regola percontinuare a giocare un ruolo importante in Europa perchépunta sull’innovazione e sulla qualità dei suoi addetti, elemen-ti tipici dei Paesi più sviluppati.

• Muovendo i primi passi nel mondo del lavoro, un giovanelaureato dovrebbe assumere come proprio orizzonte di rife-rimento l’Europa (se non addirittura il mondo intero!).

Totale Mondiale 20061641 miliardi di euro

Ue 25

25Ue-10

451Ue-15

Nafta RestoAsia

Cina Giappone Europanon Ue

AmericaLatina

Altri

476

417

231

169146

87 83

32

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLA PRODUZIONE CHIMICA MONDIALE(miliardi di Euro)

IMPRESE SEMPRE PIÙ SPECIALIZZATE, MA CHE OPERANO A LIVELLO GLOBALE

FARMACEUTICA eBIOTECNOLOGIE

CHIMICA FINEe SPECIALITA'

CHIMICA PERIL CONSUMO

CHIMICADI BASE

NOTE: Ue-25 = Unione Europea escluse Romania e BulgariaUe-10 = Paesi membri dell’Ue-25 appartenenti all’Europa centro-orientale

Nafta (North american free trade area) = USA, Canada e MessicoResto Asia = Asia esclusi Cina e Giappone

Europa non Ue = Svizzera, Norvegia, Russia e Turchia.

FONTE: Cefic, anno 2007

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

> 14

1.8 IL VOLTO DELLA CHIMICA IN ITALIA

• In Italia operano tre tipi di imprese, tutte egualmente impor-tanti: le imprese italiane medio-grandi, le piccole e medie im-prese (PMI) italiane e le imprese estere.

• Alcune grandi imprese italiane operano nella chimica di base,mantenendo una posizione significativa nel loro mercato di ri-ferimento. Accanto a queste, cresce l’importanza di impreseitaliane medie e medio-grandi che spesso detengono la lea-dership nel proprio segmento a livello europeo e, a volte, an-che mondiale. Generalmente, si tratta di imprese specializzatein nicchie di mercato che però offrono una vastissima gammadi prodotti volti a soddisfare ogni esigenza specifica grazie alletecnologie incorporate e all’elevata componente di servizio. Lanecessità di continuare a espandere in termini geografici i seg-menti di mercato serviti ha portato molte di queste imprese ainternazionalizzarsi, anche a livello produttivo.

• Le imprese estere svolgono in Italia sia l’attività commerciale,sia quella produttiva e spesso anche quella di ricerca. Negli ul-timi anni, l’importanza di queste imprese è cresciuta sia perl’acquisizione di imprese italiane, sia perché l’attività realizzatain Italia ha dato vita a un forte flusso di esportazioni.

• E’ evidente che, tanto per le imprese estere presenti in Italiache per le imprese italiane operanti all’estero, è importantepoter disporre di giovani che abbiano familiarità con la lin-gua inglese (meglio ancora se approfondita con soggiorni al-l’estero) e che magari conoscano anche una seconda lingua(ad esempio, il tedesco) e siano disponibili a frequenti viaggie lunghi trasferimenti all’estero.

• Non bisogna illudersi che la scienza possa rappresentare unlinguaggio universale perché le aziende tendono a scartare chinon conosce, e bene, almeno l’inglese.

1.9 PMI: UN POSSIBILE SBOCCO LAVORATIVO?

• In Italia, le piccole e medie imprese occupano una quota mag-gioritaria del totale degli addetti chimici.

• In particolare, hanno un peso sull’occupazione predominantenei settori della chimica fine e delle specialità. Si tratta dei set-tori in cui le economie di scala sono meno importanti e gli uti-lizzi a valle giustificano lo sviluppo di nicchie di mercato.

• Nel tempo, mentre è diminuita l’incidenza della chimica di ba-se sull’occupazione, è cresciuta l’importanza della chimica avalle, ossia dei settori in cui si concentrano le PMI.

• Pur essendo meno conosciute come possibile sbocco professio-nale, le PMI, non solo hanno visto incrementare il loro pesosull’occupazione chimica totale, ma hanno anche aumentato iloro addetti in termini assoluti.

• Va detto che, in media, le PMI presentano una minore inciden-za dei laureati e dei profili professionali più elevati. D’altrocanto però esprimono una domanda crescente di giovani lau-reati perchè, per rimanere competitive, devono innalzare il pro-prio patrimonio di conoscenze e aumentare il contenuto tecno-logico dei prodotti.

• E’ quindi fondamentale tenerle presenti non solo nella ricer-ca di un’occupazione, ma anche durante la costruzione delproprio percorso formativo e, in particolare, nel momento discelta della tesi.

OCCUPAZIONE PER SETTORI(% su chimica e farmaceutica)

1991 2005

Chimica di base 33.0 25.9

Chimica fine e specialità 22.0 24.7

Chimica per il consumo 14.2 15.1

Farmaceutica 30.8 34.4

Chimica e farmaceutica 100.0 100.0

Totale Addetti (migliaia) 247.2 196.4

OCCUPAZIONE PER CLASSI DI ADDETTI NELLA CHIMICA(migliaia)

FONTE: Elaborazioni Federchimica su dati ISTAT.

1991 2005

PMI 74,7 76,1

250 e oltre 96,3 52,2

Totale chimica 171,0 128,3

DISTRIBUZIONE DELLA PRODUZIONE CHIMICA IN ITALIA

NOTE: come imprese medio-grandi si sono consideratequelle con vendite mondiali superiori ai 100 milioni di Euro

FONTE: stime Federchimica

Imprese Multinazionali

Medio-Grandi Imprese Italiane

Piccole e MedieImprese Italiane

40% 36%

24%

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Page 16: Costruirsi Un Futuro Nella Chimica

0.0

6.8

1.5

48.8

1.0 1.0

6.7

6.9

6.3 1.70.8

12.1 1.2

0.2

0.8

0.2

1.8

0.4

1.4

0.5

quota %

Nord 72.2Centro 22.6Sud 5.3

ITALIA 100.0

1 I L’INDUSTRIA CHIMICA SI PRESENTA

> 15

1.10 DOVE LAVORA UN LAUREATO CHIMICO?

• Lo stereotipo di una chimica costituita solo dai grandi impiantidella petrolchimica potrebbe far pensare a una concentrazioneproduttiva diversa da quella effettiva.

• I grandi impianti della chimica di base sono certamente moltoimportanti, ma l’occupazione non si concentra solo nei Poli chi-mici anzi, ancor più che in altri settori, hanno un ruolo di primopiano le regioni del Nord Italia e in particolare la Lombardia, eciò grazie soprattutto alla presenza delle medie e piccole im-prese.

• La Lombardia, ed è un dato che spesso sorprende, è la secondaregione chimica europea per numero di addetti e la prima pernumero di imprese. Si stima che – considerati anche gli addettiindiretti – 3 persone ogni 100 della popolazione lombarda la-vorino nell’industria chimica.

• Nella scelta della sede universitaria e del corso di laurea da fre-quentare non è necessario fare riferimento alla distribuzionegeografica delle imprese chimiche. Quello che conta infatti so-no le competenze e le esperienze formative che l’università è ingrado di offrire.

• Bisogna però essere consapevoli che, per cogliere al megliole opportunità di lavoro offerte dall’industria chimica, po-trebbe necessario trasferirsi in una città diversa da quella diorigine.

1.11 TANTE OPPORTUNITA’ DI IMPIEGO ANCHEIN SETTORI DIVERSI DALL’INDUSTRIA CHIMICA

• Non tutti i laureati ad indirizzo chimico lavorano nell’industriachimica. Opportunità interessanti riguardano, oltre alla farma-ceutica, molti altri comparti industriali.

• E’ sempre più forte - infatti - la richiesta di giovani chimici daparte dei settori clienti della chimica al fine di migliorare l’uti-lizzo, la gestione e la resa dei prodotti chimici. Si tratta di prati-camente tutti i settori industriali: auto e moto, tessile e abbi-gliamento, alimentare, edilizia e chi più ne ha più ne metta.

• Importanti possibilità di sbocco si trovano anche nei servizi, so-prattutto in attività quali la gestione ambientale e degli im-pianti, un tempo svolte all’interno delle aziende chimiche eadesso affidate ad imprese esterne specializzate.

• Non bisogna infine dimenticare le richieste di laureati chimiciespressa dalla Pubblica Amministrazione. Basti pensare alleAziende Sanitarie Locali, alle Agenzie Regionali Prevenzione eAmbiente o all’insegnamento e alla ricerca universitaria.

• Le opportunità sono quindi molteplici e per ogni gusto, an-che qualora nella propria zona di origine o residenza nonsiano presenti imprese chimiche.

FONTE: Elaborazioni Federchimica su dati ISTAT, anno 2005

DISTRIBUZIONE DELL’0CCUPAZIONE CHIMICA (%)

FARM

ACEU

TICA

ALIM

ENTA

RE

MEC

CANI

CAAU

TO-M

OTO

METALLI

GOMMA PLASTICA

CERAMICA-VETRO

CARTATESSILE ABBIGLIAMENTOEDILIZIA

SERVIZI ALLEIM

PRESE

INSEGNAMENTO

RICERCA

ASL-ARPA

UN VENTAGLIODI OPPORTUNITÀ

OLTRE ALL’INDUSTRIACHIMICA

NOTE: Chimica e Farmaceutica

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

> 16

1.12 SVILUPPO SOSTENIBILE: UN OSTACOLO OUN’OPPORTUNITÀ ?

• Tra cittadini, imprese e Istituzioni (italiane ed europee) si sta dif-fondendo una crescente sensibilità ai temi della sicurezza e del-la protezione ambientale. L’obiettivo è quello di fondare un mo-dello di Sviluppo Sostenibile, caratterizzato da un’attenzioneequilibrata tra le componenti economica, sociale e ambientale.

• Per le imprese chimiche, lo Sviluppo Sostenibile rappresentauna grande sfida dal punto di vista non solo finanziario, ma an-che organizzativo. Le aziende devono infatti perseguire gliobiettivi di tutela della sicurezza, della salute (dei propri addet-ti e delle persone in generale) e dell’ambiente in ogni loro atti-vità: non solo nel prodotto, ma anche nel processo e nella dis-tribuzione. Diventa quindi fondamentale adottare comporta-menti socialmente responsabili e saperli comunicare all’ester-no, alle comunità locali che accolgono lo stabilimento chimicoe alla generalità delle persone. Anche l’area marketing devedunque fare propri i principi della responsabilità sociale. Que-sto significa coinvolgere tutte le funzioni aziendali per garanti-re il conseguimento dei risultati, riducendo al minimo i costi digestione al fine di evitare una perdita di competitività nei con-fronti dei concorrenti.

• I risultati conseguiti sono rilevanti– si registrano forti flessioni in tutte le principali emissioni in

aria e in acqua;– la chimica è il settore con il minor numero di infortuni dopo

l’industria petrolifera.

• Per i giovani laureati, l’affermazione del modello dello Svi-luppo Sostenibile rappresenta una grandissima opportunitàdi lavoro. Da un lato, perché la sua gestione richiede nuovefigure professionali altamente qualificate. Dall’altro, perchéogni area aziendale viene coinvolta in questa nuova impo-stazione, nella sua attività e nella sua interazione con le al-tre funzioni.

1.13 ENERGIA, LOGISTICA, QUALITÀ: FATTORIDI SUCCESSO SEMPRE PIÙ IMPORTANTI

• Le imprese chimiche consumano molta energia (ben il 20% ditutti i consumi energetici dell’industria). Per alcuni settori, l’e-nergia rappresenta in effetti la voce di costo principale (gastecnici, cloro-soda). Conseguentemente, le aziende compionouno sforzo costante per migliorare la propria efficienza energe-tica. I risultati conseguiti rappresentano da un lato un rispar-mio, dall’altro un ulteriore contributo alla salvaguardia del-l’ambiente.

• Un altro aspetto che mostra un’importanza crescente per lacompetitività delle imprese chimiche è la logistica, intesa siacome sistema di trasporto interno all’azienda stessa, sia comesistema di raggiungimento del cliente. La logistica consente in-fatti di ottimizzare i tempi dell’attività aziendale, riducendonequindi i costi, e di migliorare la qualità del servizio. Per alcunisettori, poi, diventa fondamentale a causa del valore unitarioridotto del prodotto, per cui un trasporto inefficiente può addi-rittura eliminare la convenienza a servire un certo mercato.

• Tutela dell’ambiente, efficienza energetica, gestione logisticae degli acquisti possono essere interpretate come alcune dellefacce di un’unica impostazione volta a garantire la qualità del-l’attività aziendale in ogni sua manifestazione. Naturalmente,tutte queste attenzioni volte alla “qualità totale” non possonoche accompagnare il perseguimento dei migliori standard qua-litativi e della massima affidabilità del prodotto stesso. In que-sta ottica, sono sempre più numerose le imprese che ricorronoalla certificazione di qualità che consente loro di adottare conforza modelli di gestione avanzata e, al tempo stesso, di comu-nicare all’esterno l’immagine di “azienda di qualità”.

• Il perseguimento della “qualità totale” richiede giovani chi-mici che, da un lato provvedano alla sua gestione specialisti-ca, e dall’altro sviluppino una sensibilità verso tali obiettiviqualsiasi sia l’area funzionale in cui lavorano.

ENERGIA

AMBIENTE COMUNICAZIONE

LOGISTICA CONTROLLO QUALITA'

QUALITA'TOTALE

FONTE: Federchimica, XIII Rapporto Responsible Care® 2006

UN IMPEGNO FORTE PER AMBIENTE E SICUREZZAEmissioni della chimica in italia (anno 2006, indice 1989=100)

metallipesanti

IN ACQUA IN ARIA

azoto

domandachimica di

ossigeno

0 20 40 60 80 100

Livello 2006 riduzione 1989-2006

compostiorganici

volanti

polveri

anidridesolforosa

0 20 40 60 80 100

ossididi azoto

-58%

-70%-90%

-81%

-95%

-94%-16%

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1 I L’INDUSTRIA CHIMICA SI PRESENTA

> 17

1.14 PER CONCLUDERE

• Per l’industria chimica questo è un periodo di forti cambiamen-ti. Di fronte alla concorrenza internazionale, il futuro dell’indu-stria chimica è strettamente legato, ancor più che in passato,alla capacità di proporre nuove sostanze, nuovi prodotti, e, piùin generale, nuove soluzioni alle esigenze della clientela. Solocosì, infatti, è possibile sfuggire a una concorrenza basataesclusivamente sui prezzi che ci vedrebbe necessariamenteperdenti di fronte ai Paesi emergenti.

• D’altro canto, l’emergere di una crescente sensibilità ai temidella sicurezza e del rispetto ambientale impone alle impreseun ulteriore sforzo di innovazione volto ad armonizzare gliobiettivi dello Sviluppo Sostenibile con quelli di mantenimentodella competitività. Tale impegno deve tramutarsi in un’oppor-tunità perché la responsabilità sociale sta diventando sempredi più un importante fattore di competitività.

• Nonostante le difficoltà ad affrontare queste nuove sfide, sipuò affermare che, rispetto ad altri settori industriali, la chimi-ca offra maggiori prospettive in aree sviluppate quali l’Europae l’Italia perché, per il suo legame peculiare con la scienza,punta da sempre sulla ricerca e sulla qualità dei suoi addetti.

• Questo significa che tutte le imprese chimiche hanno un bi-sogno crescente di giovani laureati in tutte le funzioni azien-dali, anche in quelle non “ tecniche ”. Le opportunità quindici sono e sono diverse.

• D’altro canto, i giovani laureati devono mostrarsi pronti alcambiamento e capaci di inserirsi nella realtà aziendale. Lecompetenze chimiche sono fondamentali, ma è fondamen-tale anche saper interagire con altre aree aziendali, con al-tre persone, con altre competenze.

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Page 19: Costruirsi Un Futuro Nella Chimica

> 18

2.1 QUALI OPPORTUNITÀ PER I LAUREATI CHIMICI?

Negli ultimi anni, l’industria chimica ha progressivamente ridotto ilnumero dei suoi addetti. Questo fenomeno può portare a pensareche non ci siano sbocchi lavorativi interessanti per giovani laureati indiscipline chimiche.

Al contrario, le imprese chimiche esprimono una forte domanda dilaureati. Lo dimostra il fatto che, a fronte di una presenza di laureatiattualmente pari al 18% degli addetti, l’incidenza sulle nuove assun-zioni supera il 26%.

La tendenza si spiega con la necessità di aumentare il livello di istru-zione dei propri addetti al fine di aumentare la capacità innovativa eil contenuto tecnologico delle aziende in un contesto di crescentecompetizione e di esigenze sempre più sofisticate della clientela.Inoltre, è bene ricordare che non tutti i laureati in discipline chimichelavorano nell’industria chimica.Sempre di più• lavorano nelle imprese clienti dell’industria chimica (che sono la

gran parte dei settori industriali) al fine di gestire e migliorare l’u-tilizzo dei prodotti chimici;

• trovano impiego nel settore dei servizi, soprattutto in attività –come ad esempio la gestione ambientale e degli impianti - primasvolte all’interno delle imprese chimiche e ora affidate ad impreseesterne specializzate o ai laboratori di analisi.

Ciò significa che non bisogna pensare alla sola industria chimicaquale possibile sbocco lavorativo.

Considerato il rapporto particolare che lega l’industria chimica allascienza chimica, questa guida focalizza la sua attenzione sulla richie-sta di laureati espressa dai settori chimici.

Tra i settori chimici non è peraltro compresa la farmaceutica che offrecertamente molte opportunità interessanti per i giovani laureati in di-scipline chimiche, ma presenta caratteristiche ed esigenze particolari.

2.2 LAUREA TRIENNALE O QUINQUENNALE?

Una delle prime domande che ci si deve porre è se puntare a una lau-rea triennale o quinquennale (magistrale/specialistica).

Nel valutare l’ipotesi di una laurea triennale, il timore principale è chesia valutata come una laurea di serie B. Finora la tendenza è quindiquella di proseguire gli studi con il biennio di specializzazione.

In un mondo sempre più competitivo e sempre più basato sulla cono-scenza la scelta della laurea quinquennale è certamente valida.

Ma, senza voler assolutamente scoraggiare quanti decidono per unalaurea quinquennale, è opportuno sottolineare che• le imprese indicano che c’è spazio per i laureati triennali, anche se

continueranno a prevalere le assunzioni di laureati quinquennali(si può pensare a un laureato triennale ogni tre quinquennali);

• l’interesse per le lauree brevi è maggiore per alcuni settori chimi-ci, quali quello delle vernici, e riguarda soprattutto le imprese piùpiccole che intendono elevare il loro patrimonio di conoscenze etecnologico;

• c’è una crescente domanda di chimica per funzioni non tecnichee, in questi casi, una formazione chimica triennale può essere am-piamente sufficiente;

• è vero che in alcuni casi il laureato triennale andrà a sostituire i vec-chi periti, ma ciò avviene perché si tratta di figure che hanno acqui-sito importanza nelle realtà aziendali e che si sono arricchite dicontenuti;

• è possibile che la domanda di laureati triennali da parte delle im-prese superi l’offerta, il che significa che ci saranno maggiori op-portunità di trovare lavoro;

• i laureati triennali, anticipando l’ingresso nel mondo del lavoro,hanno due anni in più di stipendio e di contributi;

• dopo due anni di esperienza in azienda, il laureato triennale puògodere di uno stipendio uguale o superiore a quello del laureatoquinquennale neo-assunto;

• è possibile e anche auspicabile rafforzare le proprie conoscenzecon un master che segua la laurea triennale e che fornisca quelpatrimonio conoscitivo utile all’inserimento in azienda.

Insomma, il consiglio è di non escludere a priori l’ipotesi di unalaurea triennale, ma valutare i pro e i contro e ragionare su quale èl’investimento migliore del proprio tempo, anche in base alle pro-prie aspirazioni.

2 UNIVERSITÀ: COME INVESTIRE AL MEGLIO NEL PROPRIO FUTURO

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Page 20: Costruirsi Un Futuro Nella Chimica

2 I UNIVERSITÀ: COME INVESTIRE AL MEGLIO NEL PROPRIO FUTURO

> 19

2.3 IL VERO MESTIERE DEL CHIMICO: NON SOLO SINTESI E PROGETTAZIONE

Come abbiamo detto, le opportunità per i giovani laureati chimicici sono.

Esiste però il rischio che il loro profilo o le loro aspettative non cor-rispondano alle esigenze industriali, il che si traduce poi nella diffi-coltà a trovare un impiego.

Nelle università italiane la chimica è insegnata in modo approfon-dito e si avvale di docenti validi.

La formazione di base del chimico è di conseguenza più che soddi-sfacente.

Ciò non significa, però, che non ci siano problemi.

Un primo problema riguarda le conoscenze chimiche che il sistemauniversitario tende a privilegiare, trascurandone altre che interes-sano le imprese.

Alcune tra le indicazioni più importanti sono le seguenti• chimici e chimici industriali spesso hanno conoscenze appro-

fondite di sintesi, ma non hanno studiato a sufficienza la chi-mica delle formulazioni;

• la loro attenzione si focalizza sui processi continui in impiantimono-prodotto, e troppo poco su quelli discontinui in impiantimulti-funzione;

• gli ingegneri chimici sono più orientati alla progettazione degliimpianti che alla loro gestione.

In particolare, è auspicabile che gli studenti cerchino, con ogni stru-mento a loro disposizione, di acquisire conoscenze nella chimica delleformulazioni perché• la maggior parte delle imprese chimiche italiane si occupa di for-

mulazioni;• si tratta delle imprese che hanno visto aumentare di più la do-

manda dei propri prodotti;• sono le imprese che assumono di più;• non sono affatto meno interessanti delle imprese impegnate nel-

la sintesi chimica, nemmeno sotto l’aspetto della ricerca.

Sia ben chiaro, c’è certamente una forte domanda di chimici bravinella sintesi ma, rispetto all’offerta disponibile, c’è ancora più ne-cessità di chimici bravi nelle formulazioni.

2.4 IL VERO MESTIERE DEL CHIMICO: NON SOLO RICERCA

Chi studia chimica spesso pensa unicamente ad un lavoro in un la-boratorio di ricerca.

L’attività di ricerca e sviluppo è sicuramente molto importante, maquello che caratterizza di più l’industria chimica, diversamente da-gli altri settori, è la necessità di impiegare chimici in praticamentetutte le funzioni aziendali• produzione e logistica;• vendite, marketing e assistenza alla clientela;• ambiente e qualità.

Un tipico errore che si rischia di commettere è quello di non pren-dere in considerazione attività offerte nelle funzioni aziendali indi-cate perché considerate “meno nobili” per un chimico e meno ingrado di valorizzare gli studi svolti.

Invece, sono proprio queste le funzioni dove l’impresa tende ora adassumere più laureati per rafforzare la propria capacità d’azione.

Si chiedono laureati in discipline chimiche• perché questi sono in grado di descrivere al cliente le caratteri-

stiche chimico-fisiche dei prodotti, valorizzare il loro campod’impiego, offrire assistenza tecnica nell’applicazione dei pro-dotti in modo da assicurare al cliente la massima resa produtti-va, evitando sprechi durante il processo (questo solo per farealcuni esempi);

• per ricoprire posizioni a contenuto economico-finanziario per-ché la preparazione tecnica di base, unita ad un’esperienza digestione, crea le condizioni più favorevoli per costruire e svi-luppare il successo di un’azienda.

Per conoscere meglio queste figure professionali, le attività di cui sioccupano e le competenze richieste si può fare riferimento alla se-zione della Guida “Lavorare nell’industria chimica”.

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

> 20

2.5 COME COSTRUIRE IL PROPRIO CURRICULUM UNIVERSITARIO?

In media, le imprese valutano come ampiamente soddisfacente la for-mazione di base dei laureati in discipline chimiche.

D’altro canto, le imprese esprimono due richieste aggiuntive• una mentalità aperta a trattare anche questioni che non sono

strettamente o esclusivamente chimiche;• una certa specializzazione con riferimento alle mansioni che il

laureato dovrà svolgere all’atto dell’inserimento in una determi-nata funzione aziendale.

E’ verosimile che proprio questi aspetti vadano a costituire l’elementodistintivo che le imprese valutano al momento di assumere.

Questo deve portare a• integrare le proprie competenze chimiche con conoscenze di altra

natura (ad esempio, economiche e giuridiche);• specializzarsi in aree tematiche chimiche rilevanti per l’industria

chimica.

Occorre quindi utilizzare al meglio tutti gli strumenti formativi a dis-posizione e darsi da fare• per scegliere, tra i corsi opzionali, quelli più funzionali agli sbocchi

lavorativi;• per valutare la frequenza a corsi di altre facoltà, nel rispetto delle

regole previste dalle diverse facoltà;• per individuare un argomento della tesi che possa trovare asso-

nanza con aree tematiche di interesse per l’industria;• per cercare di svolgere uno stage in un’impresa e in un’area fun-

zionale di proprio interesse;• eventualmente, per prevedere un master o corsi di perfezionamen-

to di primo o secondo livello oppure moduli estratti da questi.

Ci rendiamo conto che non è facile costruirsi un percorso formativo eche le rigidità sono forti. Ma chiarirsi le idee sugli sbocchi lavorativivuol dire saper cogliere le opportunità in anticipo e meglio di chi co-mincia a pensare al lavoro solo dopo la laurea.

LO STAGE: UN’OCCASIONE DA SFRUTTARE

Tra i vari momenti formativi, merita qualche parola in più lo stageaziendale.

Innanzitutto, lo stage non va considerato semplicemente come unobbligo o come un modo per ottenere qualche credito in più.

Si tratta di un’occasione da cogliere per• conoscere l’organizzazione di un’azienda, le sue varie funzioni

aziendali, il modo in cui la chimica entra nell’attività industriale eviene effettivamente gestita;

• orientare il proprio corso di studi in base all’area in cui si vorreb-be andare a lavorare;

• prepararsi nel modo migliore alla tesi o per svolgere la stessa du-rante lo stage;

• sviluppare competenze in ambiti di notevole interesse indu-

striale, ma che non sono trattati adeguatamente negli insegna-menti universitari;

• farsi conoscere da un’azienda che potrà in futuro avere esigenzadi assumere un giovane laureato chimico.

Talvolta si pensa che ottenere uno stage non sia facile. In realtà,• quasi il 50% delle imprese chimiche accolgono giovani in stage;• le università hanno appositi uffici stage che si occupano di facili-

tare la ricerca di opportunità di stage presso le aziende e seguo-no le pratiche amministrative per la loro attivazione;

• Federchimica - l’associazione di categoria delle imprese chimichein Italia – è impegnata nel promuovere gli stage presso le impre-se associate e, proprio al fine di favorire l’incontro tra giovani eimprese chimiche, ha messo a disposizione sul suo sito una bancadati facile da consultare e aggiornata in tempo reale con numero-se offerte di stage rivolte a laureati o laureandi in discipline chi-miche (sezione Formazione e Stage del sito di Federchimica).

Attenzione però, per chi vuole continuare gli studi non sarà facile tro-vare un’azienda per realizzare uno stage alla fine dei primi tre anni.Le aziende, infatti, normalmente preferiscono offrire stage a personeche, eventualmente, possono essere immediatamente assunte.

LA TESI: UN BIGLIETTO DA VISITA

La tesi rappresenta uno degli elementi che un’azienda può utilizzareper valutare• quale orientamento il neo-laureato ha dato al proprio percorso

formativo;• se ha maturato una sensibilità verso la realtà industriale.

Per questa ragione è fondamentale• scegliere un argomento della tesi, non necessariamente applicati-

vo, ma almeno orientato a un interesse industriale;• cercare la partnership di un’azienda per ottenere una guida alla

scelta dell’argomento della tesi e per utilizzare attrezzature, com-petenze e strumentazioni di cui l’università può non disporre.

Sicuramente può essere un’ottima soluzione realizzare la tesi, o partedi essa, durante il periodo di stage presso un’azienda.

IL TEMPO: NON UN OPTIONAL

Laurearsi con un buon voto di laurea rappresenta certamente un’otti-ma “carta di credito” da spendere per accedere al mondo del lavoro.

Non bisogna però trascurare il tempo di laurea perché costituisce perle imprese un fattore di valutazione assolutamente non trascurabile. Iltempo è uno dei fattori critici per la competitività delle imprese. Lau-rearsi nei tempi previsti significa dimostrare• il rispetto del tempo assegnato al corso di laurea;• la capacità di centrare i propri obiettivi.

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2 I UNIVERSITÀ: COME INVESTIRE AL MEGLIO NEL PROPRIO FUTURO

> 21

2.6 I PRINCIPALI PROFILI FORMATIVI

La sezione “Lavorare nell’industria chimica” è espressamente de-dicata alla presentazione di alcuni dei principali profili professio-nali, vale a dire delle diverse attività che un giovane laureato in di-scipline chimiche può svolgere all’interno di un’azienda chimica.

Semplificando molto, si può affermare che l’industria chimica inse-risce i neo-laureati in discipline chimiche in tre grandi aree.• Produzione (inclusa logistica, programmazione, manutenzione,

ambiente e sicurezza);• Laboratori (qualità, caratterizzazione, controllo, ricerca);• Vendite e Marketing (inclusa assistenza tecnica).

Dato che a queste aree corrispondono non solo mansioni, ma an-che esigenze di formazione piuttosto diverse è opportuno cercaredi identificare quanto prima quella di proprio interesse.

Per ognuna di queste aree è possibile delineare una sorta di curri-culum formativo ideale cui i laureati in discipline chimiche dovreb-bero cercare di avvicinarsi.

E’ il caso di enfatizzare che questi profili formativi non possono inalcun modo essere considerati esaustivi di tutte le competenze ri-chieste dalle aziende chimiche. Servono piuttosto a evidenziare co-noscenze, di marcata rilevanza per le aziende, che gli studenti do-vrebbero cercare di acquisire.

Per ragioni di semplicità, nell’indicare i corsi di laurea che fornisco-no il tipo di formazione più appropriato per le tre diverse aree fun-zionali si è fatto riferimento ai tre corsi “storici” in ambito chimico:Chimica, Chimica Industriale e Ingegneria Chimica.Negli ultimi anni però i corsi di laurea si sono moltiplicati rendendoil panorama molto frastagliato.

• In alcuni casi, si tratta di corsi di laurea facilmente riconducibilia uno dei tre grandi filoni (ad esempio, “Tecnologie Chimiche”o “Scienze Chimiche” vanno intesi come modi alternativi perdefinire un corso di laurea in Chimica);

• in altri, si tratta di corsi che approfondiscono tematiche parti-colari di grande interesse per l’industria chimica (ad esempiol’ambiente, la sicurezza, lo studio dei materiali) per cui chi fos-se interessato è consigliato di rivolgersi direttamente alle sediuniversitarie;

• cresce infine l’importanza del corso di laurea in Chimica e Tec-nologie Farmaceutiche quale conseguenza della forte dinami-cità delle industrie farmaceutica e cosmetica.

Per i corsi di laurea triennali, indipendentemente dal nome, tuttiquesti corsi appartengono a una medesima “Classe di corsi di lau-rea” e danno una base di cultura chimica comune, che poi vieneapprofondita in una particolare direzione a seconda dell’indirizzo.Invece, la preparazione di un laureato specialista in Scienze Chimi-che o in Scienze e tecnologie della chimica industriale è da consi-derarsi largamente equivalente alla preparazione che riceveva nelvecchio ordinamento universitario un laureato quinquennale ri-spettivamente in Chimica o Chimica Industriale.

CHIMICI E CHIMICI INDUSTRIALI DA AVVIARE ALLA PRODUZIONE

Corso di laurea privilegiato• Laurea quinquennale in Chimica Industriale

Conoscenze fondamentali fornite dal corso di laurea• Sviluppo dei processi• Scale-up industriale• Reattoristica• Principi di sicurezza degli impianti e di salvaguardia dell’am-

biente (e relative pratiche di laboratorio).

Conoscenze apprezzate dalle imprese• Qualità, qualità totale e controllo della qualità• Controllo della produzione (campionamenti e controllo statistico)• Qualità nella farmaceutica (la cosiddetta Good Manufacturing

Practice, cioè la descrizione e la documentazione di ogni atto pro-duttivo e la tracciabilità di tutto ciò che riguarda la produzione).

• Problematiche ispettive (Food and Drug Administration e Mini-stero della Salute italiano).

Qualche consiglio• Stage aziendale presso un impianto chimico di produzione in-

dustriale per maturare una conoscenza delle strutture di im-pianti pilota e industriali, e una maggiore comprensione dellecriticità tipiche nella trasposizione di operazioni chimiche dallascala del laboratorio alla scala maggiore.

• Non trascurare gli impianti di chimica fine perché le aziendedel comparto esprimono una forte domanda di tale profilo.

Possibili sbocchi professionali• Pianificazione della produzione• Prevenzione, sicurezza e protezione ambientale• Sistemi di controllo qualità (certificazioni)

INGEGNERI CHIMICI DA AVVIARE ALLA PRODUZIONE Corso di laurea privilegiato• Laurea quinquennale in Ingegneria Chimica.

Conoscenze fondamentali fornite dal corso di laurea• Triennio di orientamento “tecnico ed esercizi”, focalizzato sul-

la gestione degli impianti e non sulla loro progettazione.

Conoscenze apprezzate dalle imprese• Fondamenti di chimica e fisica dello stato solido• Operazioni unitarie anche non convenzionali quali quelle rela-

tive a solidi, separazione di liquidi e gas con membrane, opera-zioni su materiali viscosi.

• Affidabilità e sicurezza in generale e con riferimento alle rea-zioni chimiche (analisi del rischio, tossicologia delle sostanze)

• Criteri di prevenzione di infortuni e patologie, mezzi di prote-

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Page 23: Costruirsi Un Futuro Nella Chimica

COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

> 22

zione personale e degli impianti, riferimenti legislativi e istitu-zionali.

• Ispezioni, tecniche di manutenzione, materiali per l’industriachimica, controllo della corrosione.

• Strumentazione e controllo di impianti e processi, in particola-re discontinui.

• Elementi di controllo della produzione (fuori norma e recuperi,statistica e qualità) e di logistica della produzione (program-mazione della produzione, stoccaggi, approvigionamenti).

Qualche consiglio• Stage presso il reparto di produzione di un’impresa di proces-

so, senza disdegnare l’eventuale inserimento in turno.• Gli argomenti connessi al controllo della produzione e dei pro-

cessi e alla sicurezza si prestano bene ad essere sviluppati du-rante uno stage in azienda.

Possibili sbocchi professionali• Ingegnere di progetto.• Ingegnere di processo/produzione.

CHIMICI E CHIMICI INDUSTRIALI DI LABORATORIOIN AZIENDE ORIENTATE ALLA SINTESII

Corso di laurea privilegiato• Laurea quinquennale in Chimica.• Laurea quinquennale in Chimica Industriale.

Conoscenze fondamentali fornite dal corso di laurea• Programmazione degli esperimenti, stime statistiche dell’in-

fluenza di variabili, sorgenti di errore.• Proprietà intellettuale, brevettazione, fondamenti giuridici del

diritto di proprietà garantito dal brevetto.• Strategie di sintesi industrializzabili e compatibili con i vincoli

impiantistici tipici di imprese che impiegano impianti disconti-nui e multiscopo.

• Confronti economici tra alternative di sintesi.• Sviluppo di nuovi processi e scale-up industriale.• Problemi di sicurezza e ambientali, con particolare riguardo al-

le normative per i laboratori.

Qualche consiglio• Molte delle tematiche citate possono essere affrontate attra-

verso opportuni insegnamenti facoltativi.• Stage in un laboratorio industriale di sintesi organica

(farmaceutici, antiparissitari, coloranti, ecc.).

Possibili sbocchi professionali• Tecnico di laboratorio R&S.• Tecnico di laboratorio controllo qualità.

CHIMICI E CHIMICI INDUSTRIALI DI LABORATORIO IN AZIENDE ORIENTATE ALLE FORMULAZIONI

Corso di laurea privilegiato• Chimica e Chimica Industriale, anche se nessun corso di laurea

risponde a pieno alle esigenze industriali.

Conoscenze apprezzate dalle imprese• Impiego dei prodotti chimici nell’industria (la vecchia Chimica

Applicata).• Chimica-fisica delle interfasi, chimica dei colloidi, elettrochimi-

ca dei sistemi colloidali.• Proprietà delle miscele, colligative e non Fenomeni di filmazio-

ne e adesione.• Metodi di sintesi di sostanze a morfologia controllata.• Miscelamento di solidi, interazione tra particelle, flow delle polveri.• Teoria cinematica del miscelamento per fluidi viscosi.• Teoria diffusiva del miscelamento tra fluidi poco viscosi.• Teoria del colore.• Meccanica della frattura.• Apparecchiature tipiche dei laboratori di formulazione (miscela-

tori, dispersori, mulini, vagli, spalmatrici, sistemi a spruzzo, ecc.).• Additivi per controllare le proprietà dei formulati (viscosità,

consistenza, resistenza meccanica, resistenza degli agenti at-mosferici, ecc.).

• Reologia e influenza degli additivi sulla reologia dei formulati• Panoramica dei principali additivi per formulati e principali for-

nitori.• Metodologie di caratterizzazione dei miscugli (analitiche, reo-

logiche, fisico-meccaniche).• Reologia e influenza degli additivi sulla reologia dei formulati.• Panoramica dei principali additivi per formulati e principali fornitori.• Metodologie di caratterizzazione dei miscugli (analitiche, reo-

logiche, fisico-meccaniche).

Qualche consiglio• Tenere presente che la maggior parte delle imprese chimiche

italiane fanno formulazioni (vernici, adesivi, detergenti, cosme-tici, farmaci, ecc.).

• In una situazione di carenza come quella attuale, può fare la dif-ferenza anche il possesso dei primi rudimenti di una materia.

• Esplorare i corsi disponibili e la possibilità di seguire moduliappartenenti a corsi di laurea diversi dal proprio o a master.

• Lo stage presso un’azienda di formulazione consente di acqui-sire la capacità di operare in laboratorio formulazioni di base.

• Argomento di tesi basato sulla formulazione sviluppato inpartnership con un’azienda in grado di fornire competenze eattrezzature adeguate.

Possibili sbocchi professionali• Tecnico di laboratorio formulazioni.

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2 I UNIVERSITÀ: COME INVESTIRE AL MEGLIO NEL PROPRIO FUTURO

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INGEGNERI CHIMICI DA AVVIARE AL LABORATORIO

Corso di laurea privilegiato• Laurea in Ingegneria Chimica – indirizzo materiali, anche se si

manifestano lacune in materia di preparazione dei formulati.

Conoscenze apprezzate dalle imprese• Impiego dei prodotti chimici nell’industria (la vecchia Chimica

Applicata).• Chimica-fisica delle interfasi, chimica dei colloidi, elettrochimi-

ca dei sistemi colloidali.• Proprietà delle miscele, colligative e non.• Fenomeni di filmazione e adesione.• Metodi di sintesi di sostanze a morfologia controllata.• Miscelamento di solidi, interazione tra particelle, flow delle

polveri.• Teoria cinematica del miscelamento per fluidi viscosi.• Teoria diffusiva del miscelamento tra fluidi poco viscosi.• Teoria del colore.• Meccanica della frattura.• Apparecchiature tipiche dei laboratori di formulazione (miscelato-

ri, dispersori, mulini, vagli, spalmatrici, sistemi a spruzzo, ecc.).• Additivi per controllare le proprietà dei formulati (viscosità,

consistenza, resistenza meccanica, resistenza degli agenti at-mosferici, ecc.).

• Reologia e influenza degli additivi sulla reologia dei formulati.• Panoramica dei principali additivi per formulati e principali fornitori.• Metodologie di caratterizzazione dei miscugli (analitiche, reo-

logiche, fisico-meccaniche).

Qualche consiglio• In una situazione di carenza come quella attuale, può fare la dif-

ferenza anche il possesso dei primi rudimenti di una materia.• Esplorare i corsi disponibili e la possibilità di seguire moduli ap-

partenenti a corsi di laurea diversi dal proprio o a master.• Scegliere come sede per lo stage un’azienda di produzione dei

materiali e, in particolare, i laboratori di controllo qualità o di ri-cerca e sviluppo di nuovi materiali.

Possibili sbocchi professionali• Tecnico di laboratorio R&S.• Tecnico di laboratorio formulazioni.• Tecnico di laboratorio controllo qualità.

LAUREATI CHIMICI DA AVVIARE A VENDITE E MARKETING

Corso di laurea privilegiato• Laurea triennale o quinquennale in Chimica, Chimica Industriale o

Ingegneria Chimica.

Conoscenze apprezzate dalle imprese• Mercato chimico, vendite a contratto, stagionalità, costi di tra-

sporto, custom manufacturing.• Sistema competitivo e maggiori attori mondiali.• Commodities e specialties.• Elementi di analisi del valore (prodotti a specifica/comporta-

mento, valore d’uso).• Aspetti normativi del commercio nazionale e internazionale dei

prodotti chimici e legislazione antitrust.• Imballaggio e confezionamento dei prodotti chimici, codici do-

ganali, ADR (trasporti).• Training di laboratorio su analisi e saggi merceologici di rico-

noscimento dei prodotti, contaminazioni, adulterazioni, frodi.• Normative per categorie di prodotti chimici (ad esempio, ali-

mentarietà).• Documentazione tecnica (etichettatura, scheda tecnica, scheda

di sicurezza).• Proprietà intellettuale e sua protezione (segreto, brevetto),

cessione/acquisizione di know how, licensing.• Controllo qualità.

Qualche consiglio• Esiste una domanda forte e in crescita di laureati chimici nel-

l’area vendite e marketing.• Si tratta di funzioni aziendali con dignità pari a quelle collegate

a produzione e laboratorio, fondamentali nella catena dell’in-novazione in quanto consentono di conoscere le esigenze dellaclientela.

• E’ necessario integrare le competenze chimiche con conoscen-za di ordine giuridico, procedurale ed economico.

• Esistono corsi facoltativi che forniscono alcune di queste com-petenze (ad esempio, diritto industriale, controllo qualità edeconomia).

• Per ragioni di riservatezza non è possibile essere affiancati avenditori professionali, quindi cercare uno stage nella funzionemarketing per seguire analisi e statistiche che aiutano ad avvi-cinarsi alle problematiche commerciali.

• Orientare l’argomento della tesi agli aspetti commerciali del-l’industria chimica.

• La conoscenza dell’inglese, ed eventualmente di un’altra lin-gua straniera, è fondamentale dato che l’industria chimica ita-liana è fortemente esportatrice.

Possibili sbocchi lavorativi• Marketing.• Vendite/assistenza alla clientela.

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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2.7 COME SI ENTRA IN AZIENDA?

Attualmente, esistono diverse forme contrattuali che, da una parte,garantiscono alle aziende flessibilità e talvolta vantaggi contributivie, dall’altra, consentono ai neo-laureati di avvicinarsi alle imprese e difarsi conoscere.

Si tratta quindi di strumenti che:• consentono di maturare un’esperienza significativa in una realtà

aziendale;• aiutano ad acquisire gli elementi necessari per una scelta consa-

pevole sul proprio futuro professionale;• favoriscono la stabilizzazione del rapporto di lavoro.

Qui di seguito vengono presentati gli strumenti contrattuali più rile-vanti per giovani laureati che si apprestano a fare una prima espe-rienza nel mondo del lavoro.

E’ opportuno sottolineare che tali strumenti vengono delineati solonei loro tratti essenziali e che comunque la trattazione, relativa allenorme applicabili al settore chimico, non vuole e non può essere con-siderata esaustiva.

STAGELo stage (o tirocinio formativo e di orientamento) rappresenta uninserimento temporaneo di giovani in azienda. Esso non costitui-sce un rapporto di lavoro.Può essere promosso, tra gli altri, da:• università;• centri di formazione professionale e di orientamento conven-

zionati con la regione o la provincia;• agenzie del lavoro e Centri per l’impiego.

Finalità Creare un primo contatto con il mondo produttivo, realizzandomomenti di alternanza tra studio e lavoro, al fine di sperimen-tare un addestramento pratico.

Durata/età La durata massima del contratto è di 12 mesi per gli studentiuniversitari e di 6 mesi per i lavoratori inoccupati/disoccupati.

Trattamento economico e normativoNon è prevista una retribuzione. Le imprese, a loro discrezione,possono corrispondere un compenso sotto forma di assegno distudio.

Formazione Deve essere nominato un tutor quale responsabile didattico e orga-nizzativo. L’attività di formazione viene definita attraverso il proget-to didattico-formativo previsto dalla convenzione tra l’azienda e ilsoggetto promotore dello stage. Rientra tra gli obblighi dell’azien-da favorire l’esperienza del tirocinante nell’ambiente di lavoro me-diante la conoscenza delle tecnologie e la visualizzazione dei pro-cessi produttivi e delle fasi di lavoro.

Sono anche possibili tirocini estivi di orientamento a favore di giovani

regolarmente iscritti a un ciclo di studi universitari. Promossi durante levacanze estive, hanno la durata massima di 3 mesi e possono prevede-re l’erogazione di una borsa lavoro.

CONTRATTO DI INSERIMENTOFinalità

Realizzare l’inserimento nel mercato del lavoro di determinatecategorie di soggetti mediante un adattamento delle compe-tenze professionali del lavoratore alla realtà lavorativa in cuideve inserirsi.

Durata/età La durata del contratto è compresa tra i 12 e i 18 mesi. Il con-tratto è rivolto a giovani tra i 18 e i 29 anni.

Trattamento economico e normativoIl livello di inquadramento è quello relativo alla categoria dellaprofessionalità da acquisire ma, per la durata del contratto,viene erogato solo il minimo contrattuale (senza indennità diposizione organizzativa).Per il resto, il trattamento è sostanzialmente analogo a quelloprevisto per i lavoratori assunti a tempo indeterminato, tranneche per alcuni istituti contrattuali e di legge (ad esempio, pe-riodo di prova e malattia) per i quali sono previste norme spe-cifiche in base alla particolare natura del contratto.

Formazione Sono previste 32 ore di formazione, prevalentemente dedicateal tema della sicurezza, da definirsi in un progetto individualedi inserimento.

CONTRATTO DI APPRENDISTATOQuesto contratto formativo, di recente pienamente operativo nelsettore chimico sulla base delle nuove norme di legge e contrat-tuali, è destinato a un ampio utilizzo da parte delle imprese neiconfronti dei giovani laureati, considerata anche la contestualeabrogazione del contratto di formazione e lavoro.

Finalità Creare lavoratori con professionalità anche elevate, mediantepercorsi formativi specifici, da inserire nell’impresa.

Durata/età La durata del contratto è compresa tra 2 e 3 anni a secondadella coerenza fra il titolo di studio del laureato e la professio-nalità da conseguire.L’età prevista per l’instaurazione del rapporto deve esserecompresa tra 18 e 29 anni.

Trattamento economico e normativoIl lavoratore è inquadrato, per un primo periodo pari alla metà del-la durata complessiva del contratto, nella categoria inferiore ri-

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2 I UNIVERSITÀ: COME INVESTIRE AL MEGLIO NEL PROPRIO FUTURO

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spetto a quella a cui è destinato, mentre nel secondo periodo l’in-quadramento è già quello della categoria di destinazione. Per l’in-tera durata del contratto viene erogato solo il minimo contrattualedella categoria (senza indennità di posizione organizzativa).Per il resto, il trattamento è sostanzialmente analogo a quelloprevisto per i lavoratori assunti a tempo indeterminato, tranneche per alcuni istituti contrattuali e di legge (ad esempio, pe-riodo di prova e malattia) per cui sono previste norme specifi-che in base alla particolare natura del contratto.

Un trattamento specifico è previsto per gli apprendisti assunti perdiventare informatori scientifici del farmaco.

Formazione E’ prevista la presenza di un tutor aziendale e la realizzazionedi 120 ore annue medie di formazione secondo un programmaconcordato con il lavoratore e contenuto in un piano formativoindividuale.E’ prevista la certificazione della formazione effettuata me-diante registrazione in apposito libretto.

CONTRATTO A PROGETTOSi tratta di una forma contrattuale che sostituisce la collaborazionecoordinata e continuativa (Co.Co.Co); è quindi una forma di lavoroautonomo che non implica alcun vincolo di subordinazione gerar-chica con l’impresa bensì prevede lo svolgimento di un’attività la-vorativa per il raggiungimento di un risultato.

Finalità Realizzazione di un progetto specifico commissionato dall’a-zienda.

Durata/età La durata del contratto dipende dalla natura del progetto affi-dato e non sono previsti limiti di età del lavoratore.

Trattamento economico e normativoIl compenso è proporzionale alla quantità e alla qualità del la-voro svolto e deve tenere conto dei compensi normalmentecorrisposti per analoghe prestazioni di lavoro autonomo.

Formazione Se il lavoratore utilizza i locali dell’azienda deve conoscere lenorme di sicurezza presenti in quel luogo di lavoro.

CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE A TEMPO DETERMINATOQuesto tipo di contratto sostituisce il lavoro temporaneo (interina-le) e non instaura nessun tipo di rapporto di lavoro diretto tra l’im-presa e il lavoratore somministrato, il quale viene assunto dall’a-genzia di somministrazione.

Finalità Far fronte a esigenze aziendali di carattere tecnico, produttivo,organizzativo o di sostituzione di lavoratori assenti senza glioneri amministrativi/burocratici derivanti dall’assunzione diret-ta del lavoratore.

Durata/età Non sono previsti limiti di durata del contratto, che prevede pe-rò un massimo di 4 proroghe, né di età del lavoratore.

Trattamento economico e normativoE’ sostanzialmente analogo al trattamento previsto per i lavo-ratori assunti a tempo indeterminato, tranne che per alcuni isti-tuti contrattuali e di legge (ad esempio periodo di prova) per iquali sono previste norme specifiche in base alla particolarenatura del contratto.

Formazione A carico dell’impresa utilizzatrice è previsto l’obbligo di ade-guata formazione e informazione in materia di sicurezza, men-tre specifiche norme regolano la formazione impartita da partedell’agenzia fornitrice.

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOFinalità

Far fronte a ragioni aziendali di carattere tecnico, produttivo,organizzativo (ad esempio, una punta di produzione o la realiz-zazione di un progetto specifico) o di sostituzione di lavoratoriassenti.

Durata/età La durata del contratto è in relazione all’esigenza aziendale e iltermine inizialmente previsto può essere prorogato in presenzadi determinate condizioni e una volta sola, per una duratamassima di 3 anni.Non sono previsti limiti di età per il lavoratore.

Trattamento economico e normativoE’ sostanzialmente analogo al trattamento previsto per i lavo-ratori assunti a tempo indeterminato, tranne che per alcuni isti-tuti contrattuali e di legge (ad esempio, periodo di prova e ma-lattia) per i quali sono previste norme specifiche in base allaparticolare natura del contratto.

Formazione E’ prevista un’attività formativa da dedicarsi in modo particola-re al tema della sicurezza e alla conoscenza dei processi lavo-rativi. Tale formazione deve essere pari almeno ad 8 ore se sitratta del primo contratto del lavoratore con l’impresa.

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I PRINCIPALI PROFILI PROFESSIONALI

Per un giovane laureato in discipline chimiche lavorare nell’industriachimica può significare inserirsi in aree funzionali anche molto diver-se tra loro e, di conseguenza, occuparsi di attività differenti.Questa sezione si propone di delineare i profili professionali più signi-ficativi nell’intento di spiegare cosa fanno concretamente i chimicinelle imprese chimiche e quali competenze e attitudini vengono lororichieste.E’ importante chiedersi quale figura professionale potrebbe corri-spondere meglio alle proprie aspirazioni e capacità, al fine di• costruirsi un profilo formativo coerente (in questo senso, può es-

sere d’aiuto fare riferimento anche al capitolo della sezione “Uni-versità: come investire al meglio nel proprio futuro” dedicata alladescrizione dei principali profili formativi);

• orientarsi più facilmente nella ricerca di un’occupazione.

E’ d’obbligo precisare che i profili qui proposti non sono in grado diesaurire tutte le possibili figure professionali presenti nelle impresechimiche.Talvolta, i confini tra una posizione e l’altra sono sfumati. Potrà quindicapitare che una certa figura professionale sia definita in modo diver-so da un’azienda all’altra e che, in certa misura, differiscano anche lemansioni e le responsabilità a essa assegnate.

Ogni profilo professionale è descritto attraverso• i contenuti dell’attività;• i principali requisiti formativi, vale a dire i corsi di laurea privile-

giati ed eventuali competenze specifiche richieste;• le attitudini e le capacità più caratterizzanti.

Per brevità, alcuni requisiti indispensabili per qualsiasi tipo di attivitàin un’impresa chimica - quali ad esempio le conoscenze chimiche dibase o la familiarità con la lingua inglese - non vengono indicati madati per scontati.

3.1 TECNICO DI LABORATORIO SINTESI

Contenuti dell’attività• Garantisce la messa a punto di processi chimici applicabili su sca-

la pilota/produzione.• Assicura lo sviluppo di nuovi prodotti e l’ottimizzazione dei pro-

cessi di sintesi in termini di resa, selettività, qualità, costi, sicurez-za e tempi.

• Collabora con la produzione nel risolvere gli eventuali problemiche si evidenziano in processi già avviati.

• Prepara lotti “Reference Standard”.• Mantiene la costante efficienza dei laboratori tramite l’adegua-

mento/aggiornamento della strumentazione e delle tecnologieapplicate.

• Si aggiorna sulle più recenti tecnologie di sintesi attraverso lepubblicazioni scientifiche.

Requisiti formativi• Laurea quinquennale in Chimica o Chimica Industriale.• Conoscenze giuridiche in materia brevettuale.

Attitudini e capacità richieste• Creatività, spirito d’iniziativa e autonomia.• Conoscenze chimiche accompagnate da capacità tecniche e mec-

caniche necessarie all’utilizzo e alla manutenzione della strumen-tazione dei laboratori.

• Attenzione per i dettagli e rigore nel rispetto dei requisiti di sicu-rezza e rispetto ambientale.

3.2 TECNICO DI LABORATORIO FORMULAZIONI

Contenuti dell’attività• Effettua, nell’ambito del programma prestabilito, le attività di la-

boratorio definendo le metodologie da adottare, il tipo di proveda eseguire e valutando i risultati ottenuti.

• Esegue i test e le prove di laboratorio per lo sviluppo di nuovi pro-dotti e il miglioramento di quelli esistenti, anche in risposta a ri-chieste specifiche dei clienti.

• Affronta in autonomia eventuali problematiche diagnostiche le-gate ai reclami dei clienti.

• Verifica che i nuovi prodotti e quelli esistenti rispettino le norma-tive vigenti e gli standard di sicurezza.

• Collabora con l’assistenza tecnica e la produzione per caratteriz-zare nuovi prodotti e nuove tecnologie da sperimentare.

Requisiti formativi• Laurea quinquennale in Chimica o Chimica Industriale oppure

laurea triennale seguita da un master di primo livello specifica-mente volto alle formulazioni.

3 LAVORARE NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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3 I LAVORARE NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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Attitudini e capacità richieste• Propensione al lavoro di gruppo, capacità di lavorare per obietti-

vi, buone doti di comunicazione.• Curiosità e attitudine allo sviluppo e al continuo aggiornamento

delle conoscenze tecniche con riferimento sia alle materie prime eagli additivi disponibili sul mercato, sia ai prodotti concorrenti incommercio.

3.3 TECNICO DI LABORATORIO CONTROLLO QUALITÀ

Contenuti dell’attività• Lavora sulla base di disegni tecnici, prototipi, specifiche di pro-

dotti ecc. svolgendo controlli di qualità che richiedono la padro-nanza di tecniche chimiche, meccaniche e elettroniche moltocomplesse.

• Fornisce l’assistenza tecnica necessaria per la rilevazione dei di-fetti e l’individuazione della causa dei difetti di un sistema di pro-duzione e/o di confezionamento.

• Ispeziona prodotti, componenti e parti ed elabora relazioni relati-ve ai risultati delle sue analisi.

• Elabora proposte destinate a migliorare le procedure di controllo.• Può essere responsabile di una piccole équipe.

Requisiti formativi• Laurea in Chimica, Chimica Industriale o Ingegneria Chimica.• Competenze tecniche in materia di norme ISO e Good Manufac-

turing Practice.

Attitudini e capacità richieste• Capacità di analisi ed elevata attenzione al dettaglio.• Curiosità e attitudine allo sviluppo e al continuo aggiornamento

delle conoscenze del mercato e dei prodotti esistenti.• Elevata capacità organizzativa.• Rigoroso rispetto dei tempi.

3.4 INGEGNERE DI PROGETTO

Contenuti dell’attività• Gestisce lo sviluppo dei nuovi impianti e conduce i progetti di

perfezionamento.• Applica le sue conoscenze ingegneristiche per garantire che gli

impianti funzionino in modo sicuro, efficace, orientato alla qualitàe al rispetto dell’ambiente.

• Realizza i calcoli per l’individuazione e l’applicazione delle solu-zioni tecnologiche ottimali.

• Si mantiene aggiornato sulle tecnologie più avanzate.

Requisiti formativi• Laurea quinquennale in Ingegneria Chimica.

Attitudini e capacità richieste• Predisposizione per i calcoli e le analisi quantitative.• Attitudine all’aggiornamento continuo delle proprie conoscenze.• Capacità organizzativa.• Propensione al lavoro di gruppo e alla collaborazione con gli altri

ingegneri, i disegnatori industriali e i diversi specialisti coinvolti.

3.5 INGEGNERE DI PROCESSO/PRODUZIONE

Contenuti dell’attività• Gestisce il funzionamento degli impianti in modo efficiente e in

funzione del rispetto dei fabbisogni del mercato e secondo il pia-no di produzione nel rispetto della sicurezza e dell’ambiente.

• Garantisce le forniture ai clienti in termini di qualità, rispetto dellespecifiche e sicurezza.

• Studia le soluzioni per il miglioramento continuo dell’affidabilitàe dell’efficienza energetica dell’impianto, esplora quelle disponi-bili sul mercato.

• Rileva ed elimina le anomalie di impianto.• Pianifica le fermate periodiche necessarie alla sicurezza degli im-

pianti.

Requisiti formativi• Laurea in Ingegneria Chimica.• Conoscenze in materia di prevenzione degli infortuni e delle ma-

lattie professionali (compresa la normativa vigente).

Attitudini e capacità richieste• Spiccate capacità di organizzazione e pianificazione.• Accuratezza, forte senso di responsabilità e sensibilità ai temi

della qualità, della sicurezza e del rispetto ambientale.• Adattabilità alle varie situazioni, capacità di analisi e propositività.• Disponibilità a viaggi e trasferte all’estero.

3.6 ACQUISTI

Contenuti dell’attività• Assicura l’approvvigionamento di beni e servizi per tutte le fun-

zioni aziendali secondo le esigenze quali-quantitative e temporalipreviste.

• Seleziona i fornitori mediante un’analisi comparativa dei costi edella qualità dei prodotti offerti.

• Ottimizza gli acquisti e collabora con i clienti interni per soddisfa-re al meglio i loro fabbisogni.

• Garantisce la corretta gestione dell’ordine d’acquisto dalla richie-sta d’offerta ai fornitori al buon fine dell’ordine stesso.

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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Requisiti formativi• Laurea in Chimica e Chimica Industriale• La gestione degli acquisti richiede la piena conoscenza delle ca-

ratteristiche tecniche dei prodotti e quindi una formazione di tipochimico.

• Conoscenze di base in ambito economico e finanziario

Attitudini e capacità richieste• Capacità di organizzarsi in maniera efficace e di stabilire delle

priorità.• Buone capacità relazionali per collaborare (e contrattare) con nu-

merose persone sia all’interno che all’esterno dell’azienda.• Indispensabile una conoscenza approfondita dell’inglese e, possi-

bilmente, di un’altra lingua straniera.

3.7 PIANIFICAZIONE DELLA PRODUZIONE

Contenuti dell’attività• Revisiona mensilmente i fabbisogni di prodotto finito e monito-

rizza costantemente le vendite.• Elabora i piani di produzione di dettaglio e li condivide con tutte

le funzioni coinvolte nei processi produttivi e con i clienti finali.• Analizza e confronta tra loro i piani di produzione preventivi/con-

suntivi e, nel caso di scostamenti, individua le misure correttiveda attuare.

• Controlla l’andamento degli indicatori di produzione.

Requisiti formativi• Laurea in Chimica, Chimica Industriale o Ingegneria Chimica.• Conoscenze di base in ambito economico.

Attitudini e capacità richieste• Buone doti di organizzazione e pianificazione.• Elevata capacità di analisi e attenzione al dettaglio.• Buone capacità relazionali.

3.8 MARKETING

Contenuti dell’attività• Fa conoscere e valorizza i prodotti dell’azienda, intervenendo sul-

le azioni nelle aree di ricerca e sviluppo, produzione, distribuzio-ne, acquisti e vendite.

• Pianifica le attività di promozione e pubblicità, organizza fiere emateriale promozionale (brochures, siti web, ecc.).

• Mantiene costantemente sotto osservazione l’andamento e le ten-denze del mercato, le esigenze della clientela e la concorrenza.

• Partecipa all’attività di innovazione, orientando la scelta e lo svi-luppo dei prodotti ai bisogni della clientela.

Requisiti formativi• Laurea triennale o quinquennale in Chimica, Chimica Industriale

o Ingegneria Chimica.• Il marketing di prodotti chimici destinati ad altri settori industriali

richiede la piena conoscenza delle caratteristiche tecniche deiprodotti e quindi una formazione di tipo chimico.

• E’ necessario possedere nozioni di economia e di marketing, oltreche di carattere quantitativo.

Attitudini e capacità richieste• Forti doti comunicative e capacità di intrattenere buone relazioni

con persone di competenze e livelli gerarchici diversi (contattiesterni, addetti alla R&S, responsabili della produzione, ecc.).

• Spiccate capacità analitiche per cogliere i cambiamenti in atto nelmercato e per prendere le decisioni tenendo conto di numerosiaspetti esterni ed interni all’azienda.

• Indispensabile una conoscenza approfondita della lingua inglesee, possibilmente, di una seconda lingua straniera.

• Disponibilità a viaggi e trasferte all’estero.

3.9 ASSISTENZA TECNICA ALLA CLIENTELA

Contenuti dell’attività• Dopo un primo periodo di addestramento e affiancamento, si oc-

cupa di rispondere e risolvere le richieste dei clienti, consigliarlisull’uso dei prodotti, effettuare sopralluoghi per verificare le con-dizioni di utilizzo dei prodotti o seguire eventuali reclami.

• Provvede all’aggiornamento delle schede tecniche dei prodotti.• Opera da collegamento tra le richieste e le esigenze della cliente-

la e le attività di sviluppo in laboratorio, marketing, produzione edirezione commerciale.

• Organizza e conduce i corsi di aggiornamento tecnico per clienti etecnici.

Requisiti formativi• Laurea triennale o quinquennale in Chimica, Chimica Industriale

o Ingegneria Chimica.

Attitudini e capacità richieste• Buona conoscenza della lingua inglese ed eventualmente di altre

lingue straniere in funzione dell’area geografica di competenza.• Disponibilità a viaggi e trasferte.• Propensione a lavorare in gruppo e per obiettivi.• Ottime capacità comunicative.• E’ in grado di eseguire semplici prove di laboratorio finalizzate a

valorizzare le proprietà dei prodotti nei riguardi dei clienti.

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3 I LAVORARE NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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3.10 PREVENZIONE, SICUREZZA, PROTEZIONE AMBIENTALE E CERTIFICAZIONI

Contenuti dell’attività• Assicura il costante controllo di tutte le attività dall’approvvigio-

namento alla produzione, all’immissione sul mercato dei prodottiaffinché siano condotte nel rispetto delle disposizioni locali e in-ternazionali in materia di salvaguardia della salute (del persona-le, degli utilizzatori e della collettività)e di protezione ambientale.

• Verifica la sicurezza dei prodotti con valutazioni di pericolosità epreparazione delle schede di sicurezza.

• Segue la preparazione delle valutazioni di impatto ambientale.• Si mantiene costantemente aggiornato su tutte le normative di

interesse.• Coordina la gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro.• Interagisce con la direzione aziendale, i laboratori di R&S, la pro-

duzione e l’assistenza tecnica fornendo istruzioni e consulenzanelle materie di competenza.

• Predispone le procedure operative (manuali, istruzioni, piani diemergenza, ecc.) per il corretto utilizzo dei sistemi certificati ri-guardanti la produzione, la gestione ambientale, il controllo qua-lità, ecc..

Requisiti formativi• Laurea quinquennale in Chimica, Chimica Industriale o Ingegne-

ria Chimica.• Competenze tecniche in materia di norme ISO, EMAS, ecc.

Attitudini e capacità richieste• Doti di leadership, capacità di lavorare in gruppo, attitudine ai

rapporti interpersonali.• Spiccate capacità organizzative e di pianificazione.

3.11 GESTIONE BREVETTI E PROPRIETÀ INTELLETTUALE

Contenuti dell’attività• Garantisce lo svolgimento delle attività connesse alla gestione

dei brevetti aziendali, dalla preparazione dei dossier tecnici e giu-ridici necessari alla presentazione della domanda al prosegui-mento del caso in tutti i suoi aspetti, compresa la difesa in caso ditentativi di contraffazione o commercializzazione illecita.

• Svolge funzioni di consulenza nei confronti di altre funzioniaziendali e verifica che lo sviluppo dei prodotti non comporti l’im-piego di sostanze di processi già brevettati da altri.

• Assicura l’esame e lo studio dello stato dell’arte relativo a proget-ti di ricerca e sviluppo di potenziale interesse, prendendo contattie collaborando anche con consulenti esterni.

• Elabora la strategia di brevettazione tenendo conto delle possibilimosse delle aziende concorrenti al fine di migliorare l’efficaciadella protezione intellettuale. A tale scopo, richiede specificheprove al laboratorio di R&S.

Requisiti formativi• Laurea triennale o quinquennale in Chimica, Chimica Industriale

o Ingegneria Chimica.• E’ necessario integrare le conoscenze tecniche e scientifiche con

quelle giuridiche, in materia di tutela della proprietà intellettuale.

Attitudini e capacità richieste• Spiccate doti analitiche e capacità di discriminare rapidamente

tra l’essenziale e l’accessorio.• Versatilità nel passare da temi tecnici e scientifici a questioni di

carattere giuridico.• Puntualità e rispetto rigoroso dei termini di scadenza.

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4.1 CHIMICA DI BASE

Presentazione del settoreI prodotti della chimica di base sono i costituentifondamentali di quasi tutti gli altri prodotti chi-mici. In altre parole, il settore ha quali clienti tut-ti i settori della chimica a valle.All’interno della chimica di base si distinguonotre grandi gruppi:• la chimica organica, i cui impianti stanno im-

mediatamente a valle della raffineria e le cuiproduzioni comprendono i principali buil-ding blocks della petrolchimica, vale a direolefine e aromatici;

• la chimica inorganica, i cui prodotti più impor-tanti sono il cloro, la soda e l’acido solforico;

• i tensioattivi e le materie prime per la deter-genza, tra i quali figurano il LAS (Lauril sol-fato di Sodio) e gli alcoli etossilati.

Profilo delle impreseLa gran parte dei prodotti della chimica di basesono commodities, ossia prodotti indifferenziati(cioè del tutto simili tra i diversi produttori), aspecifica (cioè completamente caratterizzati dauna formula chimica), venduti in grandissimequantità. Conseguentemente, il fattore di suc-cesso principale per le imprese del settore risiedenella capacità di ridurre al minimo i costi di pro-duzione e di offrire il prodotto a un prezzo alta-mente concorrenziale. Questo risultato si conse-gue, tra l’altro, sfruttando le economie di scaladerivanti dalle dimensioni d’impianto.In questa logica, negli ultimi vent’anni l’industriadella chimica di base italiana ha subito, analoga-mente a quella degli altri Paesi europei, una pro-fonda trasformazione che ha ridotto il numerodelle imprese a pochi grandissimi produttori chedetengono importanti quote di mercato e dispon-gono, generalmente, di tecnologie d’avanguardia.Attualmente, le imprese del settore sono in mas-sima parte multinazionali.

Tipologie di processi/prodottiI prodotti della chimica di base si ottengono me-diante sintesi.Come già accennato, gli impianti delle impresedella chimica di base sono, generalmente, digrandissime dimensioni e funzionano a ciclocontinuo 24 ore su 24. Le tipologie più impor-tanti sono gli impianti di cracking, di estrazionearomatici e di cloro-soda.Poiché la gran parte della produzione della chi-mica di base è strettamente connessa con la pro-duzione immediatamente a valle, generalmente

esistono siti integrati verticalmente in cui si rea-lizzano le produzioni sia della chimica di base siadei suoi primi più importanti derivati. Si tratta, inparticolare, di plastiche (polimeri prodotti su lar-ga scala quali PE, PP, PVC, PST) e grandi interme-di (ad esempio, caprolattame, fenoliche, acidoteleftalico, stirene ed etilbenzene).Oltre alla dimensione degli impianti, costituisco-no importanti fattori competitivi l’accessibilità dimaterie prime a basso costo (prima fra tutte lavirgin naphta), il costo contenuto dell’energia euna rete infrastrutturale efficiente.Nel caso in cui gli impianti di utilizzo dei prodottidella chimica di base siano molto distanti daigrandi petrolchimici, il collegamento viene effet-tuato tramite pipelines che consentono unamaggiore efficienza e una maggiore sicurezza.Negli ultimi tempi, le imprese europee di chimicadi base hanno visto il proprio contesto di riferi-mento in netto deterioramento:• il costo delle materie prime è strettamente

legato a quello del petrolio;• il costo dell’energia, in particolare in Italia, si

mantiene elevato;• il quadro normativo/legislativo è estrema-

mente pesante.

Opportunità per i laureati chimiciNel settore della chimica di base sono centrali lagestione degli impianti di produzione. In questearee, esistono sbocchi lavorativi interessanti per ilaureati sia in chimica (soprattutto chimica indu-striale), sia in ingegneria chimica.I laureati in chimica e in chimica industriale pos-sono inoltre trovare impiego nei laboratori di ri-cerca e sviluppo applicativo, anche se il numerodi assunzioni è sicuramente meno significativo.Data la grandezza e la complessità degli impian-ti, il settore attribuisce una notevole (e crescen-te) importanza ai temi della sicurezza e del ri-spetto ambientale. Ciò si tramuta in ulteriori op-portunità di lavoro per laureati in chimica e chi-mica industriale.

Per saperne di piùAssobase è l’Associazione nazionale delle Impre-se della Chimica di Base. Essa rappresenta 48 im-prese, prevalentemente multinazionali, che ope-rano in Italia nel settore della chimica di base, or-ganica e inorganica, e in quello dei tensioattivi.Tali imprese fatturano nel complesso 9,7 miliardidi euro e occupano oltre 10 mila addetti.

Siti Internet: http://assobase.federchimica.ithttp://www.cloro.org

4.2 MATERIE PLASTICHE

Presentazione del settoreIl settore delle imprese produttrici di materie pla-stiche è uno dei settori più importanti dell’indu-stria chimica e si colloca all’inizio della filieradella plastica. Il settore cliente è quindi quellodei trasformatori di materie plastiche i quali, aloro volta, si rivolgono per il 50% circa all’imbal-laggio e per il restante 50% a tutti gli altri setto-ri produttivi (automobilistico, elettrico-elettroni-co, edilizia, agricoltura, ecc.)All’interno delle materie plastiche, figurano:• resine e sistemi termoplastici, modellabili col

calore, ma non modificati nella struttura,quindi tali da poter essere successivamenterilavorati;

• resine e sistemi termoindurenti, modellabilicol calore che ne modifica irreversibilmentela struttura chimica impedendo che sianosuccessivamente rilavorati;

• materiali avanzati;• compounds e ausiliari per materie plastiche.Il mercato italiano delle plastiche fattura circa 9miliardi di euro; è secondo, a livello europeo, ap-pena dopo quello tedesco e si contraddistingueper la vivacità dei settori di sbocco che sono for-temente orientati all’export.

Profilo delle impreseLe imprese del settore sono multinazionali, gran-di industrie nazionali e imprese di dimensioni piùridotte produttrici di resine.I polimeri prodotti su vasta scala sono largamen-te indifferenziati. Di conseguenza, per le impresedel settore è fondamentale ridurre i costi unitaridi produzione mediante l’impiego di impianticon elevate capacità produttive e caratterizzatida forti economie di scala.Per i produttori europei di grandi polimeri, infatti,si è assistito negli ultimi vent’anni a una forte con-centrazione industriale che ha comportato la dra-stica riduzione degli operatori, i quali si sono in-granditi e specializzati.Attualmente, non esistonopiù imprese con un portafoglio prodotti moltoampio, ma ciascuna impresa ha preferito specia-lizzarsi solo su particolari tipi di resine per poicompetere su scala globale. La globalizzazione,infatti, è la caratteristica principale del settore.

Tipologie di processi/prodottiI prodotti più importanti sono il PE, il PP, il PVC, ilPST, il PET e la PA ottenuti mediante processi disintesi. I processi produttivi sono generalmentein continuo, con impianti operativi 24 ore su 24.I volumi prodotti sono di grandissima rilevanza e

4 SCHEDE DI APPROFONDIMENTO SUI SETTORI

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4 I SCHEDE DI APPROFONDIMENTO SUI SETTORI

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la loro distribuzione richiede sistemi logistici diavanguardia.Pur trattandosi di prodotti caratterizzati soprat-tutto dalla loro formula chimica, e quindi difficil-mente differenziabili visivamente, le materie pla-stiche presentano alcuni elementi del prodotto acomportamento. Alle materie plastiche possonoinfatti essere aggiunti:• additivi, cioè sostanze che ne esaltano o ne

attenuano talune proprietà quali i coloranti;• agenti con funzioni particolari, come gli an-

tifiamma, gli antiossidanti, gli antistatici e iplastificanti;

• cariche naturali o artificiali, per aumentarne larigidità o migliorarne le proprietà meccaniche;

• espandenti, per ottenere un prodotto cellu-lare più leggero.

Conseguentemente, a differenza della chimica dibase, assume una certa importanza l’attività vol-ta alla messa a punto dei materiali per le varieapplicazioni della clientela.Con il passare degli anni, le plastiche si sono ca-ratterizzate come il materiale più largamenteutilizzato e caratteristico della nostra epoca. Leimprese del settore mostrano una sensibilità cre-scente ai temi dello Sviluppo Sostenibile e, graziead un sempre crescente recupero del prodotto afine vita, l’impatto ambientale del settore è viavia decrescente.

Opportunità per i laureati chimiciI laureati in discipline chimiche hanno le mag-giori possibilità di impiego nella gestione degliimpianti di produzione.D’altro canto, esistono opportunità per i laureatichimici nelle aree di ricerca e sviluppo anche se siparla di un numero di addetti molto più contenuto.Un ulteriore ambito che richiede laureati chimici èquello dei servizi applicativi. Come si accennavainfatti, le imprese del settore forniscono alla clien-tela un servizio di assistenza per la messa a puntodei materiali sulla base delle specifiche esigenzeapplicative. E’ evidente come queste mansioni ne-cessitino di profonde competenze chimiche.

Per saperne di piùPlasticsEurope Italia è l’Associazione nazionaledelle Imprese produttrici di Materie Plastiche. Es-sa rappresenta 49 imprese, prevalentementemultinazionali, che fatturano nel complesso 8,3miliardi di euro e occupano circa 9 mila addetti.Le imprese associate coprono circa il 90% delfatturato complessivo dell’intero settore.

Siti Internet:http://plasticseuropeitalia.federchimica.ithttp://www.plasticseurope.orghttp://www.plastica.it

4.3 GAS TECNICI, MEDICINALI E SPECIALI

Presentazione del settoreI gas tecnici sono largamente utilizzati in tutti isettori dell'industria, dall’alimentare all’automo-bilistico, dalla siderurgia al trattamento delle ac-que. Anche le loro funzioni sono le più varie: ser-vono infatti per il funzionamento di apparecchia-ture, per il raffreddamento, per la conservazione,per il lavoro in atmosfere inerti, per la saldatura,come reagenti di reazioni chimiche. Accanto aigas tecnici, vi sono i cosiddetti gas speciali chevengono utilizzati da un’ampia gamma di settoriindustriali come intermedi di lavorazione. Inoltre,assumono un’importanza sempre più crescente igas medicinali, impiegati sia per uso terapeuticoche diagnostico. Complessivamente, il settorefattura circa 1 miliardo di euro.

Profilo delle impreseIl settore è caratterizzato dalla presenza di grandiimprese multinazionali. Infatti, i processi di razio-nalizzazione produttiva e commerciale finalizzatial contenimento dei costi e la necessità di centridi ricerca e sviluppo che consentano l’individua-zione di nuove applicazioni tecnologiche richie-dono la presenza di investimenti cospicui, difficil-mente affrontabili dalle piccole imprese. Vi sonotuttavia un certo numero di aziende che operanoa livello locale con piccoli impianti di produzioneo attraverso attività di riempimento e vendita deiprodotti (la cosiddetta produzione secondaria).Negli ultimi anni, con la forte crescita del settoredei gas medicinali, alcune imprese hanno creatoal proprio interno nuove divisioni dedicate, men-tre altre hanno costituito nuove società ad hoc alfine di poter seguire da vicino le peculiarità di ta-le settore. Esso comporta infatti l’approfondi-mento di tematiche più tipiche dell’industria far-maceutica, sebbene continui a prevalere una for-te valenza tecnica e ingegneristica negli ambiti diproduzione e distribuzione.Il mercato di riferimento è quello nazionale, es-sendo l’interscambio con l’estero (fatta eccezio-ne per l’argon) assolutamente irrilevante.

Tipologie processi/prodottiLa principale fase produttiva è quella legata alprocesso di frazionamento dell’aria. L’aria vieneseparata per distillazione nelle sue componentiprincipali (azoto, ossigeno e argon) attraverso unprocesso molto oneroso e sofisticato.Tali gas industriali sono stoccati e forniti, a secon-da delle caratteristiche d’impiego e delle quantitàrichieste, in fase gassosa (in bombola o gasdotto)o in fase liquida e con diversi gradi di purezza.Altri prodotti tipici del settore sono: acetilene(C2H2), anidride solforosa (SO2), biossido di car-

bonio (CO2), cloro (CI2), elio (He), gas rari, gasspeciali, idrofluorocarburi, idrogeno (H2), misceledi gas, ossigeno (O2), protossido di azoto (N2O).Fra questi, l’idrogeno viene solitamente prodottoattraverso un processo di reforming del metano,mentre il protossido di azoto viene prodotto daun processo strettamente chimico, a partire dalnitrato di ammonio.L’anidride carbonica, oltre che recuperata da pro-cessi di combustione chimica, può essere estrattada pozzi naturali.Le imprese del settore si propongono quali part-ner dei propri clienti nella ricerca delle soluzionitecnologiche e di servizio in grado di garantirevantaggi quali maggiore produttività, sicurezzaoperativa, rispetto per l’ambiente, qualità delprodotto e ottimizzazione delle risorse produtti-ve. In questo senso, sono particolarmente impor-tanti lo sviluppo di nuove applicazioni per i pro-dotti già esistenti e il servizio alla clientela.

Addetti e opportunità per i laureati chimiciIl settore occupa oltre 3500 addetti.Il processo per l’ottenimento dei gas tecnici è ti-picamente fisico. Le problematiche da affrontarehanno carattere “tecnologico-chimico” più chechimico in senso stretto. Ne consegue che il set-tore tende a prediligere i laureati in ingegneriachimica, piuttosto che quelli in chimica o chimicaIndustriale. I neo assunti diventano spesso inge-gneri di processo.D’altro canto alcune società, oltre a fornire i gastecnici, si occupano anche della costruzione edella vendita di impianti. Tali imprese richiedonoanche ingegneri chimici da destinare alla proget-tazione degli impianti.Ulteriori aree altamente strategiche in cui vi èspazio per gli ingegneri chimici sono quelle dellasicurezza, del controllo qualità e della gestioneambientale. In tali ambiti, assumono pari impor-tanza la conoscenza delle normative e la gestio-ne “sul campo”.I laureati in chimica e chimica industriale trovano in-vece opportunità di inserimento nell’area di ricercae sviluppo di nuove applicazioni. Allo stato attuale,un ambito particolarmente fertile è quello della ri-cerca di nuovi utilizzi dell’idrogeno. Una nuova op-portunità di sbocco nel settore si è ora aperta ancheper i laureati in farmacia, come QP (Qualified Per-son) nella produzione di gas medicinali.Un aspetto, forse non scontato, da tenere pre-sente è che il percorso di carriera spesso portagli elementi più brillanti a passare da aree fun-zionali caratterizzate da mansioni a stretto con-tenuto chimico ad altre quali le vendite o l’assi-stenza alla clientela (fino ad arrivare alle posizio-ni di maggiore prestigio) che, pur richiedendocompetenze e capacità diverse, necessitano del-la conoscenza della chimica.

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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Per saperne di piùAssogastecnici è l’Associazione nazionale delleImprese produttrici di Gas Tecnici, Speciali e Me-dicinali. Fanno parte dell’Associazione 25 azien-de che rappresentano circa il 95% dell’intero set-tore in termini di fatturato.

Sito Internet:http://assogastecnici.federchimica.it

4.4 FERTILIZZANTI

Presentazione del settoreIl settore dei fertilizzanti, che fattura circa 900milioni di euro, può essere ricondotto a due areeprincipali: quella delle cosiddette commodities,dove il contenuto tecnologico dei prodotti puòessere definito maturo, e quello delle specialitàdove le aziende del settore sono in grado di gio-care la carta dell’innovazione.Le tipologie dei prodotti offerte sono le seguenti:• concimi minerali, che rappresentano il 70%

della totalità dei concimi utilizzati in Italia eil 66% circa del fatturato totale;

• concimi organici e organo minerali, con unaquota del 13% sulle quantità e del 14% delfatturato;

• concimi specialistici - quali prodotti idrosolubi-li, prodotti a rilascio controllato dei nutrienti,prodotti con effetto biostimolante – che rap-presentano circa il 2% del totale, ma contri-buiscono al 10% del fatturato del settore.

La rimanente quota è rappresentata dagli am-mendati e correttivi. Si possono annoverare traquesti tutti quei materiali di recupero (in partico-lare della sostanza organica di scarto –compost) frutto più di un processo biologico chedi un processo chimico vero e proprio.Nell’area delle commodities il panorama produtti-vo dei fertilizzanti si caratterizza per la presenza dipoche grandi imprese nazionali, ma soprattuttointernazionali, e per gli ingenti volumi di importa-zioni da Paesi a bassa tecnologia.Al contrario, nelcampo delle specialità le imprese italiane sonoancora in grado di mettere a disposizione degliutilizzatori prodotti all’avanguardia da utilizzaresoprattutto nel settore delle colture tipiche del-l’ambiente mediterraneo e che rappresentano lapeculiarità dell’agroalimentare made in Italy.

Profilo delle impreseLe imprese del settore presenti in Italia sonomultinazionali, nazionali di media dimensioneproduttrici di commodities, ma soprattutto pic-cole-medie imprese specializzate nella produzio-ne di specialities.Le imprese detentrici di grandi impianti di produ-zione di ammoniaca, urea, solfato, nitrato am-monico e acido fosforico - le sostanze e i prodot-

ti maggiormente utilizzati nella fertilizzazione - eche hanno operato fino agli anni ottanta nel no-stro Paese, hanno progressivamente abbando-nato quasi del tutto tali lavorazioni per ragioni diconcorrenza da parte dei Paesi emergenti chepossono contare soprattutto su costi dell’ener-gia più competitivi.Diverso è stato per le aziende che hanno con-centrato il loro business sui prodotti speciali chenecessitano di tecnologie più sofisticate e all’a-vanguardia e di strutture più snelle in gradoadattarsi al meglio alle richieste del mercato.Considerando che, progressivamente, il 50% delmercato dei fertilizzanti è stato occupato daiprodotti di importazione, molti degli importatoritradizionali di concimi chimici si sono trasformatiin formulatori di fertilizzanti.Il mercato di utilizzo dei fertilizzanti è uniforme-mente distribuito su tutto il territorio nazionalecon picchi nelle zone a più alta vocazione agricolaquali la pianura padano-veneta. Essendo le mate-rie prime (gas naturale, fosforiti, potassio) per laproduzione dei fertilizzanti in larghissima misuradi provenienza extra-europea, le grandi fabbrichedi concimi minerali sono dislocate in prossimitàdella costa. Le imprese che utilizzano particolarifonti di materie prime sono invece generalmentedislocate nei comprensori dove tale materia primaè abbondante.Ad esempio, nei tre distretti italianidel cuoio (Arzignano, S.Croce, Solofra) sono con-centrate le aziende che utilizzano tale materia or-ganica quale materia prima per i concimi organicie organo-minerali come pure nel Veneto, nella Ro-magna e nelle Marche, dove è concentrato l’alle-vamento dei polli, sono presenti aziende che uti-lizzano le deiezioni di tali animali come materiaprima per prodotti lavorati.

Tipologia di processi/prodottiLe imprese della chimica dei fertilizzanti, sempretenendo presente le due grandi famiglie dellecommodities e delle specialities, possono esseresuddivise in due grandi categorie produttive aseconda delle loro produzioni. I prodotti sono disintesi oppure formulati: a volte queste due tipo-logie di processo convivono all’interno dellastessa azienda.

CommoditiesFanno parte di questa famiglia i prodotti sintetiz-zati a partire dal metano (produzione di ammo-niaca, urea, acido nitrico e nitrato ammonico),dall’acido solforico e dalle rocce fosfatiche.Eventualmente combinati con sali di potassio, ifertilizzanti derivati semplici e composti che siottengono, possono derivare sia da un processodi sintesi che di formulazione, a seconda dellatecnologia applicata.I processi produttivi che portano alla produzionedi fertilizzanti organici sono riconducibili a pro-cessi biochimici, piuttosto che a vere proprie rea-

zioni di sintesi. La stabilizzazione della sostanzaorganica naturale, di origine animale o vegetale,è la condizione per rendere disponibili per le col-ture i nutrienti contenuti in tali concimi.Le caratteristiche di tali processi sono i grandivolumi, le tecnologie consolidate e la considera-zione del fatto che si tratta di prodotti a specifi-ca, vale a dire completamente descritti dalle lorocaratteristiche chimico-fisiche.

SpecialitiesLa modificazione delle proprietà di rilascio daparte dei concimi degli elementi minerali, le ca-ratteristiche di solubilità dei preparati, le pro-prietà biostimolanti di alcuni composti organicisono alcune delle caratteristiche che i processi diproduzione dei cosiddetti concimi specialistici siprefiggono di controllare. Si tratta di prodotti acomportamento altamente differenziati tra loronelle rispettive categorie, ma tutti finalizzati al-l’ottenimento di determinate prestazioni. Le tec-nologie applicate, anche qui di ordine sia chimi-co che biochimico/enzimatico, sono peculiari delsettore e testimoniano le specificità di un com-parto chimico che contribuisce alla vitalità e alsuccesso dei prodotti made in Italy.

Addetti e opportunità per i laureati chimiciIn Italia, il settore della chimica dei fertilizzanti con-ta poco più di mille addetti. I laureati rappresenta-no quasi il 10% del personale ma i laureati chimicicostituiscono una minoranza in quanto il settore ri-chiede soprattutto laureati in scienze agrarie.Tuttavia, esistono interessanti opportunità di im-piego per laureati chimici nella gestione dei pro-cessi e, anche se in misura minore, nella ricerca enell’innovazione dove le linee di sviluppo sonoindirizzate verso processi di tipo biologico.Data la complessità degli impianti, i laureati chi-mici hanno una rilevanza decisiva nell’area dellaproduzione. In questo caso, l’attenzione è piùconcentrata sul processo che non sul prodotto.Non va inoltre sottovalutata l’importanza del lau-reato chimico nel campo analitico specifico delsettore. La necessità di controllare il dosaggio de-gli ingredienti per la preparazione dei fertilizzantinecessita di chimici per la conduzione dei labora-tori di controllo e la gestione dei sistemi qualitàcertificati, dove adottati. Il servizio di analisi delterreno per l’elaborazione successiva di correttipiani di concimazione in collaborazione con gliagronomi, è un altro settore proprio del chimicoanalitico. Per fare questo, è opportuno integrare leconoscenze chimiche con nozioni di agronomia edi economia, necessarie a valutare correttamentel’opportunità economica di sostenere un certo ti-po di intervento fertilizzante.D’altro canto, assume un’importanza crescente ilcontesto normativo in cui le imprese si muovonoed è quindi importante disporre di quelle cono-

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4 I SCHEDE DI APPROFONDIMENTO SUI SETTORI

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scenze di base che consentono di saper leggeree interpretare una norma.

Per saperne di piùAssofertilizzanti è l’Associazione nazionale delleImprese dei Fertilizzanti. A essa aderiscono circa50 imprese che operano in Italia e rappresenta-no più del 90% della produzione nazionale deifertilizzanti.

Sito Internet: http://assofertilizzanti.federchimica.it

4.5 FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE

Presentazione del settoreLe fibre artificiali e sintetiche, altrimenti dette fi-bre man-made, rappresentano il 60% delle fibretessili utilizzate a livello mondiale. Le fibre artifi-ciali si ottengono da materie prime rinnovabili,come la cellulosa del legno e i linters di cotone, esono del tutto assimilabili a fibre naturali. Le fi-bre sintetiche, invece, traggono origine da poli-meri diversi ottenuti tramite sintesi chimiche.Il vantaggio principale delle fibre artificiali e sin-tetiche consiste nella possibilità di “program-marle su misura” in funzione delle specifiche ap-plicazioni cui sono destinate. Si potranno così ot-tenere, a seconda della necessità, fibre brillanti oopache, elastiche o rigide, delicate o ultraresi-stenti, colorate o trasparenti, ecc.Il loro principale settore di sbocco è il tessile-ab-bigliamento, anche se trovano un significativoutilizzo nell’arredamento e, in misura crescente,nel cosiddetto “tessile tecnico”, vale a dire incomparti industriali quali l’automobilistico, ilmedico-chirurgico o l’edilizia, ma anche nell’ab-bigliamento per attività sportive o per la prote-zione dell’uomo.Il settore italiano fattura circa 1,6 miliardi di eu-ro. Il mercato nazionale rappresenta il maggioremercato tessile europeo ma l’Italia è anche il pri-mo esportatore, coprendo circa un quarto del-l’export europeo.Dal 2000, il settore sta attraversando una faseparticolarmente critica che ha portato, per varianni consecutivi, a forti riduzioni della produzio-ne e dell’occupazione. Le ragioni di tale crisi ri-siedono innanzitutto nella forte concorrenza deiproduttori tessili asiatici che ha portato a unacrescente penetrazione delle importazioni nelmercato italiano ed europeo del tessile/abbiglia-mento, deprimendo quindi la domanda espressadai maggiori clienti dei produttori italiani di fibrechimiche. D’altro canto, le stesse imprese di fibrechimiche subiscono sempre di più la concorrenzaasiatica, in particolare in alcune fibre quali il po-liestere. La situazione generale è stata ulterior-mente aggravata dall’apprezzamento dell’euroche danneggia la competitività delle produzioni

europee nei confronti dei concorrenti extra-UE.

Profilo delle impreseLe imprese che operano nel nostro Paese sonoitaliane e di medio-grandi dimensioni. Molte diqueste sono ormai imprese multinazionali cioèhanno insediato propri stabilimenti produttivianche all’estero.Il mercato delle fibre artificiali e sintetiche è de-cisamente globale. Di conseguenza le impreseitaliane sono fortemente orientate all’export el’80% circa della loro produzione è infatti desti-nata ai mercati esteri.L’attuale crisi del settore sta portando a un ridi-mensionamento del comparto accompagnato daristrutturazioni e dalla chiusura di alcuni impianti.

Tipologie processi/prodottiGli impianti produttivi sono di dimensioni note-voli e lavorano in continuo. La produzione è inte-grata verticalmente e prevede l’utilizzo di tradi-zionali tecnologie di polimerizzazione e di tecno-logie per la trasformazione del polimero in fibra,la quale può assumere la forma di fiocco o di filocontinuo.Il settore si caratterizza per una forte diversifica-zione produttiva. Come già si accennava, infatti,le fibre chimiche possono essere progettate peravere le proprietà desiderate. Le aziende impie-gano tecnologie di loro proprietà e sono dotatedi un patrimonio di conoscenze (il cosiddettoknow-how) estremamente all’avanguardia e chein vari casi ne determina la leadership tecnologi-ca a livello mondiale.

Addetti e opportunità per i laureati chimiciIl settore occupa circa 4 mila addetti. E’ evidenteche la crisi del comparto ridimensiona, rispettoal passato, le opportunità per i giovani laureati.D’altro canto, le aziende italiane, per poter conti-nuare a essere protagoniste del mercato, devonopuntare sulla tecnologia e sulle soluzioni innova-tive, il che significa necessariamente investirenella qualità del proprio capitale umano. Inoltre,va tenuto presente che anche le aziende chestanno riducendo il proprio personale continua-no ad assumere un certo numero di persone. In-fine, una certa domanda di laureati chimici vieneespressa dalle imprese utilizzatrici di fibre chimi-che, ossia operanti nel comparto tessile.Sia i processi di lavorazione che la gestione delletecnologie e la ricerca richiedono profonde co-noscenze chimiche. Le facoltà di interesse sonotanto chimica e chimica industriale quanto inge-gneria chimica. Le aziende tendono ad apprez-zare i giovani laureati in grado di integrare leproprie competenze chimiche con una buona co-noscenza del mercato tessile.

Per saperne di piùAssofibre Cirfs italia è l’Associazione italianadelle Imprese produttrici di Fibre Artificiali e Sin-tetiche.Attualmente vi aderiscono 10 aziende.

Sito Internet: http://assofibre.federchimica.it

4.6 CHIMICA FINE E SPECIALITÀ

Presentazione del settoreComplessivamente, il settore della chimica fine edei settori “specialistici” ha un fatturato di circa9 miliardi di euro. Rappresentando circa il 10%dell’intero settore chimico, il comparto si carat-terizza come uno dei più importanti dell’indu-stria chimica italiana.Il settore si presenta molto articolato in quantocomprende:• intermedi, principi attivi, catalizzatori e pro-

dotti di chimica fine;• additivi e ausiliari per le industrie tessili, carta-

rie, conciarie e per il trattamento delle acque;• additivi e ausiliari per materie plastiche, ela-

stomeri, coating;• materie prime per l’industria cosmetica e ad-

ditivi per l’industria cosmetica e farmaceutica;• additivi e ausiliari per la detergenza, per la

polimerizzazione e tensioattivi;• additivi e coadiuvanti per alimenti;• amidi acidi organici e lieviti;• aromi e fragranze;• aziende industriali della lubrificazione;• materie prime per integratori alimentari e

alimenti funzionali;• prodotti sensibili (materiali e sistemi per il

trattamento dell'immagine utilizzati nellastampa, nella fotografia e nella diagnosti-ca medicale);

• produttori di guaine bituminose imper-meabilizzanti;

• colorifici ceramici e produttori di ossidimetallici.

Il settore è molto attivo all’interno del panoramaproduttivo italiano grazie ad un alto livello dispecializzazione che le imprese sono in grado dimettere a disposizione dei settori utilizzatori,soddisfacendone le richieste tecnologiche detta-te dai mutamenti degli scenari competitivi. Sipuò dire che la chimica fine e dei settori speciali-stici rappresenti in Italia l’asse più importantedel cosiddetto made in Italy fornendo soluzionitecnologiche e applicative alle aziende produttri-ci di manufatti.

Profilo delle impreseLe imprese presenti in Italia che operano nel set-tore della chimica fine e delle specialità sonomultinazionali, nazionali di media/grande di-mensione con presenza anche di realtà di picco-le dimensioni.

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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Esiste un forte legame tra le imprese e i loro mer-cati di sbocco più importanti. Con il tempo, si sonoformati in Italia vere e proprie aree industriali adalta caratterizzazione, all’interno delle quali opera-no aziende attive in ogni segmento della filieraproduttiva. Per fare solo alcuni esempi: molte im-prese fornitrici di additivi e ausiliari per l’industriaconciaria sono presenti nei tre distretti italiani delcuoio (Arzignano, S.Croce, Solofra) e analogamen-te è avvenuto per il settore tessile.Le imprese della chimica fine e delle specialità,fortemente legate a un particolare settore se-guono, come ovvio, l’andamento congiunturaledel comparto cui sono legate. In questi ultimi an-ni, si è assistito a una fase sfavorevole per la do-manda e riconducibile alle difficoltà dei settori disbocco che hanno subito la forte concorrenzadelle imprese dei Paesi emergenti. Si presentaquindi, anche per la chimica fine e delle speciali-tà, una situazione di mercato che richiede unapronta reazione anche da parte dei settori a val-le, che devono spostarsi su segmenti di mercatotecnologicamente più avanzati.

Tipologie di processi/prodottiLe imprese della chimica fine e delle specialitàpossono essere suddivise in due grandi catego-rie produttive a seconda delle loro produzioni. Iprodotti sono di sintesi oppure formulati: spessoqueste due tipologie di processo convivono al-l’interno della stessa azienda.• I processi di sintesi portano ai principi attivi

e agli intermedi di chimica fine. Questi sonocaratterizzati da volumi di vendita medio-bassi e sono prodotti a specifica, cioè sonocompletamente descritti dalle loro caratteri-stiche chimico-fisiche.

• I processi di formulazione sono invece allabase della messa a punto degli additivi e au-siliari chimici, finalizzata all’ottenimento dideterminate prestazioni. Si tratta dunque diprodotti a comportamento altamente diffe-renziati tra loro, con composizione variabile,identificabile attraverso le loro performancee non attraverso il loro contenuto chimico ela loro origine.

Anche il ciclo di vita del prodotto è diverso, es-sendo medio-lungo quello dei principi attivi e in-termedi di chimica fine e breve-medio quello de-gli additivi e degli ausiliari chimici.Il numero dei prodotti presenti sul mercato èmolto ampio: migliaia i principi attivi e decine dimigliaia gli intermedi di chimica fine con porta-fogli prodotti sempre più ricchi per gli additivi egli ausiliari chimici. A quest’ultimo riguardo, leaziende sono in grado di fornire agli utilizzatorifinali formulazioni suggerite e realizzate su mi-sura, stabilendo così quel legame e quell’osmositecnologica che è alla base, sia della vitalità diquesto comparto chimico, sia del successo dei

prodotti made in Italy.I fattori critici di successo sono quindi l’assisten-za tecnica alla clientela (importantissima nel ca-so degli additivi e degli ausiliari, quando cioè sitratta di mettere a punto una particolare formu-lazione) e la capacità di ricerca e sviluppo, men-tre il costo del prodotto non è così determinantecome in altri settori.

Addetti e opportunità per i laureati chimiciIn Italia, il settore della chimica fine e delle spe-cialità conta più di 50 mila addetti. I laureati rap-presentano circa il 19% del personale e, tra que-sti, il 60% sono laureati chimici. La presenza dilaureati chimici è decisamente superiore allamedia relativa all’intero comparto chimico.I laureati chimici trovano impiego innanzituttonelle attività di ricerca e innovazione che rappre-sentano la più importante leva competitiva per leimprese del settore. In tale ambito, è fondamen-tale che i giovani laureati sappiano orientare leproprie capacità di fare ricerca alla finalità appli-cativa. Per fare questo, è opportuno integrare leconoscenze chimiche con nozioni di economia,necessarie a valutare correttamente l’opportuni-tà economica di sostenere un certo investimentoe l’esistenza di una possibile domanda di merca-to per un certo prodotto. D’altro canto, assumeun’importanza crescente il contesto normativo incui le aziende si muovono ed è quindi importanteavere le conoscenze di base che consentono disaper leggere e interpretare una norma.Data la complessità degli impianti e il prevaleredi attività di sintesi, i laureati chimici hanno unarilevanza decisiva anche nell’area della produ-zione. In questo caso, l’attenzione è più concen-trata sul processo che non sul prodotto.Non va comunque sottovalutata la presenza dilaureati chimici anche nel marketing e nelle ven-dite. L’importanza attribuita al servizio alla clien-tela e alla capacità di ascoltare e soddisfare leesigenze, anche latenti, dei clienti comportano lanecessità di disporre anche in queste aree di lau-reati dotati di competenze tecniche e scientifiche.D’altro canto l’articolazione del settore e la com-plessità delle imprese fanno sì che il percorsoformativo non sia affatto unico. Servono chimiciche si occupino di sintesi, ma anche altri che siconcentrino sulle formulazioni.Infine, il forte orientamento verso i mercati esterirende necessaria la conoscenza dell’inglese.

Per saperne di piùAISPEC è l’Associazione azionale delle Imprese diChimica Fine e Settori Specialistici. E’ articolata in13 Gruppi merceologici e rappresenta 270 aziendedi chimica fine, prodotti "specialistici" e servizi perl'industria, attive in diverse aree merceologiche, re-lative sia alle materie prime sia ai prodotti finiti.

Le imprese aderenti ad AISPEC sono fortementeimpegnate nell'innovazione e nella ricerca applica-ta e si distinguono per l'elevato livello tecnologicoe la grande varietà dei mercati.Ceramicolor è l’Associazione nazionale coloroficiceramici e produttori ossidi metallici. Vi aderisco-no le imprese produttrici di fritte, smalti, coloranti eausiliari per ceramica, pigmenti inorganici e ossidimetallici.

Siti Internet: http://aispec.federchimica.ithttp://ceramicolor.federchimica.it

4.7 PRINCIPI ATTIVI E INTERMEDIPER L’INDUSTRIA FARMACEUTICA

Presentazione del settoreI principi attivi e intermedi per l’industria farma-ceutica sono i costituenti principali delle formu-lazioni farmaceutiche, ad uso umano e animale,e devono rispondere a livelli di qualità e di affi-dabilità tra i più alti nell’industria chimica (nel ri-spetto delle cosiddette Norme di Buona Fabbri-cazione e GMP, Good Manufacturing Practice).Il settore dei principi attivi farmaceutici è unodei pochi in cui l’Italia ancora oggi mantieneuna posizione di leadership a livello mondiale:un giro d’affari intorno ai 3 miliardi di euro,con circa l’85% della produzione esportato inpiù di 90 Paesi.

Profilo delle impreseTipicamente, le imprese del settore sono di me-die dimensioni con un numero di addetti variabi-le da meno di 100 ad alcune centinaia per leaziende più significative. Alcune di esse fannoparte di grandi multinazionali farmaceutiche; al-tre di realtà farmaceutiche prevalentemente na-zionali; altre infine sono indipendenti.Il mercato di riferimento è quello mondiale conuna particolare presenza ed attenzione rivolte almercato nord americano. Il livello di competizio-ne è quindi molto elevato, data anche la presen-za di alcune realtà emergenti (in particolare In-dia e Cina) che adottano strategie aggressive ebeneficiano di manodopera qualificata a bassocosto nonché di normative regolatorie partico-larmente permissive per quanto riguarda il ri-spetto delle GMP (Good manufacturing Practi-ces) e la protezione brevettuale.Il settore di sbocco, come già detto, è principal-mente quello farmaceutico che presenta due seg-mentazioni principali che sono il settore dei farma-ci generici e quello del custom manufacturing, ov-vero la preparazione di intermedi e principi attiviper le società farmaceutiche titolari del brevetto.Il mercato dei generici rimane comunque il set-tore di elezione per le imprese del settore. Comenoto, nel momento in cui un farmaco perde la

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4 I SCHEDE DI APPROFONDIMENTO SUI SETTORI

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protezione brevettuale, in alcuni Paesi e princi-palmente negli Stati Uniti, diventa generico, ov-vero sostituibile al prodotto originale, a condi-zione di conservare e garantire tutte le sue carat-teristiche di prestazione e qualità.Gli impianti tipici per la produzione di principi atti-vi farmaceutici sono polivalenti, ossia utilizzabiliper la produzione di sostanze diverse. Sono inoltremolto flessibili in termini di gestione, operanti indiscontinuo, quasi sempre su turno di 24 ore, 5giorni su 7, ma talvolta anche 7 giorni su 7.In genere, le imprese, ad esclusione ovviamentedelle maggiori, hanno un solo impianto produtti-vo. Geograficamente, gli impianti sono localizza-ti prevalentemente nell’Italia settentrionale e, inparticolare, in Lombardia; unica eccezione signi-ficativa è quella dell’area laziale a sud di Romadove, per ragioni legate all’esistenza in passatodi agevolazioni fiscali, sono presenti numerosiinsediamenti produttivi.Alcune imprese, nel recente passato, soprattuttoper motivi legati alla legislazione brevettuale ita-liana particolarmente sfavorevole, si sono dotatedi impianti produttivi all’estero, complementari aquelli nazionali.

Tipologie di processi/prodottiI produttori di principi attivi farmaceutici hannouna lunga esperienza nel realizzare processi in-novativi. Questa posizione di forza è stata rag-giunta anche grazie alla passata esperienza chefino al 1978 ha permesso ai produttori italiani diprodurre principi attivi fuori dalla normativa in-ternazionale brevettuale.Da queste origini storiche ad oggi i ricercatori ita-liani del settore hanno continuamente allargatola loro esperienza creandosi fama internazionalenel proporre innovazioni processistiche che sonostate spesso oggetto di brevetti originali.La grande capacità creativa di questo settore vie-ne ad essere per di più correlata ad una specificacompetenza nel settore dell’ingegneria facendosì che i produttori italiani di principi attivi hannorinomanza internazionale sia per la loro esclusivi-tà processistica che per la loro grande capacità dieffettuare lo scaling-up della produzione indu-striale con grande efficienza di sicurezza, di quali-tà e di risposte in termini di economics.In questo momento nuove soluzioni tecnologi-che sono all’orizzonte, nuove sinergie con le bio-tecnologie sono diventate necessarie, nuove so-luzioni ingegneristiche sono indispensabili per ilrispetto dell’ambiente e della qualità. Tutte que-ste necessità rappresentano il punto di forza del-l’esperienza tecnologica che contrasta l’aggres-sività indiana e cinese basata sul basso costodella manodopera e sulle agevolazioni finanzia-rie locali e sul non rigido rispetto della normativaper quanto attiene alla sicurezza, all’ambiente eal rispetto della qualità in tutti i diversi steps del

processo produttivo.Ancora oggi, i prodotti tipici del settore dei prin-cipi attivi farmaceutici sono in maniera predomi-nante composti organici a composizione chimicaben definita e quindi configurabili come prodottia specifica, cioé richiesti sulla base della loro for-mula chimica (anche se ovviamente sono poi uti-lizzati in funzione della loro attività farmacologi-ca). Negli ultimi anni, è andato sempre più cre-scendo il numero dei composti di origine biologi-ca, ovvero di estrazione da derivati naturali, difermentazione o di origine biotecnologica. Que-sti ultimi possono essere considerati a tutti glieffetti prodotti a comportamento, caratterizzabiliattraverso alcuni parametri chimico-fisici, ma so-prattutto in base alle loro prestazioni.Le tecnologie preparative prevalenti sono pertantoquelle della sintesi organica più specializzata, conparticolare enfasi negli ultimi anni alla sintesi di-retta di molecole chirali, cui tendenzialmente lagrande maggioranza dei principi attivi tende a farriferimento. A livello di operazioni unitarie, sonoutilizzate tutte le maggiori e in particolare quellefinalizzate alla purificazione dei prodotti finiti.Vista la complessità dei processi produttivi e leesigenze di qualità dei prodotti ottenuti, partico-lare attenzione viene rivolta alle attività di svilup-po chimico di processo che rappresentano spessola quasi totalità delle risorse di R&S impegnate nelsettore. Il punto di forza di questo comparto con-siste infatti nella capacità di trovare il miglior me-todo produttivo di una determinata sostanza.Come già accennato, i processi sono nella mag-gior parte dei casi discontinui (a batch). Nell’am-bito delle Norme di Buona Fabbricazione partico-lare attenzione richiede la gestione della produ-zione in tutti i suoi aspetti. La tracciabilità di ogniprodotto, a partire dalle materie prime, attraversoi vari passaggi sintetici, fino al prodotto finito èrequisito fondamentale per poter operare nel set-tore ed essere qualificati dagli organi competentinazionali (Ministero della Salute) e internazionali(in particolare la Food and Drug Administrationamericana). In questo concetto di qualità dellaproduzione rientra anche la gestione attenta econtinua delle problematiche ambientali che, ne-gli ultimi anni, hanno assunto un significato sem-pre più forte e sentito nell’industria chimica.

Addetti e opportunità per i laureati chimiciIn Italia, il settore occupa circa 9 mila addetti. Ilaureati rappresentano mediamente il 15-20%del totale degli addetti impiegati, mentre i diplo-mati sono circa il 40%. Questi valori pongono iprincipi attivi e intermedi farmaceutici tra i com-parti chimici con la maggiore presenza di perso-nale qualificato, una tendenza che dovrebbe ac-centuarsi nei prossimi anni.Secondo un’indagine svolta da Federchimica su un

campione significativo di aziende del settore, ilfabbisogno di personale laureato nei prossimi treanni dovrebbe aggirarsi intorno alle 2 unità ogni100 addetti. Questo valore medio, rapportato altotale dei dipendenti delle aziende presenti nelsettore, porta ad un totale di circa 170 nuovi lau-reati da inserire in tre anni, ossia circa 55 all’anno.Tra i laureati, quelli ad indirizzo chimico sono cir-ca il 70%. I corsi di laurea più importanti per leaziende del settore sono chimica industriale eCTF (chimica e tecnologie farmaceutiche).La presenza di laureati chimici è diffusa in tuttele aree aziendali.Naturalmente, i laureati chimici possono trovareoccupazione nell’area di ricerca e sviluppo. L’at-tenzione qui si rivolge principalmente all’indivi-duazione della modalità ottimale di sintetizzareuna certa molecola chimica. E’ evidente che ciò ri-chiede competenze scientifiche e tecnologiche dialto livello. Poiché il prodotto deve essere intro-dotto sul mercato immediatamente dopo la sca-denza del brevetto e prima dei concorrenti, è fon-damentale che l’impresa, e quindi i suoi ricercato-ri, siano dotati di prontezza e velocità di reazione.I laureati chimici sono intensamente impiegatianche nella produzione perché è necessaria ma-nodopera altamente qualificata per gestire sofi-sticati impianti multiuso e, in particolare, il trans-ito di sostanze diverse in tempi diversi all’internodei reattori e la decontaminazione di volta involta degli apparati.Il fortissimo orientamento del settore all’export,in particolare verso il mercato americano, rendeindispensabile la conoscenza dell’inglese.

Per saperne di più Aschimfarma è l’Associazione nazionale dei Pro-duttori di Principi Attivi e Intermedi per l’Indu-stria Farmaceutica. All’Associazione aderiscono50 imprese italiane e multinazionali che rappre-sentano nel complesso i due terzi circa del setto-re, sia in termini di numero di aziende, sia perquote di mercato.

Sito Internet: http://aschimfarma.federchimica.it

4.8 ADESIVI E SIGILLANTI, INCHIOSTRI DA STAMPA, PITTURE E VERNICI

Presentazione del settoreIl settore delle imprese produttrici di adesivi e si-gillanti, inchiostri da stampa, pitture e vernicirappresenta un comparto significativo dell’indu-stria chimica, sia in termini di presenza di impre-se sia con riferimento alle quantità prodotte.Si stima infatti che nel complesso siano operantiin Italia all’incirca 1200 imprese che generanoun fatturato vicino ai 4 miliardi di euro.

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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Adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pitture evernici si articolano in numerosi sottosettori, iden-tificati dalla destinazione dei prodotti sui mercatidi sbocco. I principali settori di utilizzo di questiprodotti sono rappresentanti da edilizia, industriadei mezzi di trasporto, filiera del legno (mobili,serramenti), industria cartaria e cartotecnica, in-dustria metalmeccanica e dei manufatti in plasti-ca, industria grafica, rivendita diretta (fai da te).La presenza in una pluralità di applicazioni è taleche questa industria mostra un’incidenza perva-siva sull’industria manifatturiera in generale.

Profilo delle impreseIl settore è caratterizzato da una forte frammen-tazione produttiva, data la presenza di numero-sissime imprese di dimensione medio-piccola.Imprese multinazionali e alcune imprese nazio-nali di maggiore dimensione completano lastruttura del settore.Le caratteristiche tecnologiche delle imprese delsettore sono del tutto assimilabili a quelle pro-prie dell’impresa italiana media: flessibilità, in-novazione, adattabilità, attenzione ai processiproduttivi e alle esigenze del cliente.Negli ultimi tempi, inoltre, le imprese del setto-re, particolarmente quelle del comparto dellevernici, hanno sperimentato una significativacrescita delle esportazioni e un saldo attivonegli scambi con l’estero.

Tipologie di processi/prodottiLa produzione di adesivi e sigillanti, inchiostri dastampa e pitture e vernici è sostanzialmente ba-sata sulla realizzazione di un preparato partendoda materie prime di base: resine, solventi, pig-menti, additivi.Il know-how tecnologico di un produttore consi-ste nella conoscenza approfondita delle caratte-ristiche delle materie prime impiegate e nella co-noscenza altrettanto approfondita dei bisognidei mercati di sbocco, in modo da poter sceglie-re, tra le numerosissime combinazioni quali-quantitative a disposizione, quelle più efficaci edefficienti (cioè più rispondenti ai bisogni degliacquirenti e al costo minore).In sostanza, la produzione deve rispondere alprincipio della progettazione (o formulazione)del prodotto in vista di determinate applicazioni(la cui portata è amplissima), scegliendo perquesto la tecnologia di prodotto più opportuna ele rispondenti materie prime nei rapporti qualita-tivi ottimali. Si deve poi far ricorso alla pratica dilaboratorio per verificare la rispondenza del for-mulato ai prerequisiti fissati e si deve quindi ap-plicare una tecnologia produttiva che consental’industrializzazione congruente del prodottoformulato e testato.Le operazioni fondamentali del ciclo produttivodi adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pittu-

re e vernici possono essere così individuate:• carico e movimentazione materie prime• dosaggio• dispersione controllo• confezionamento.

Opportunità per i laureati chimiciI laureati in discipline chimiche hanno le mag-giori possibilità di impiego nei settori del con-trollo materie prime e prodotti finiti, nel settoredella formulazione (laboratorio) e nell’ambitodella gestione degli impianti di produzione.Anche i servizi post-vendita e l’attività di assi-stenza clienti possono assorbire addetti con lau-rea in discipline chimiche.Da non sottovalutare poi l’enorme bacino rap-presentato dalle imprese utilizzatrici di adesivi,inchiostri e vernici, ove in molti casi è richiestauna competenza specifica nelle funzioni di ac-quisizione di tali prodotti, destinati ad essere im-piegati nei cicli di produzione dei vari manufatti.

Per saperne di piùAvisa è l’Associazione nazionale che rappresen-ta le Imprese produttrici di Adesivi e Sigillanti, In-chiostri da Stampa, Pitture e Vernici.Le 100 imprese associate rappresentano più del50% del mercato in termini di fatturato, occu-pando quasi 10 mila addetti.

4.9 AGROFARMACI

Presentazione del settorePer agrofarmaci si intendono le sostanze attive ei preparati contenenti una o più sostanze attive,presentati nella forma in cui sono forniti all’uti-lizzatore atte a:• proteggere i vegetali o i prodotti vegetali

da tutti gli organismi nocivi o a prevenirnegli effetti;

• conservare le derrate alimentari, con esclu-sione dei conservanti;

• controllare le piante indesiderate.

Sostanzialmente un agrofarmaco è costituito da:• sostanza attiva: sostanza chimica/biologica

destinata a svolgere il tipo di azione richiesta;• inerti: sostanze chimiche destinate ad agire

come diluenti e vettori;• coadiuvanti: sostanze chimiche che hanno la

funzione di facilitare la eventuale diluizionedell’intero preparato in acqua, nonché adassicurare l’uniforme distribuzione e la mag-giore persistenza sulle piante da difendere.

Le principali famiglie di agrofarmaci sono leseguenti:• anticrittogamici o fungicidi: prodotti idonei

per la lotta contro le malattie causate da

funghi quali, ad esempio: ticchiolatura, pe-ronospora, oidio, botrite, ecc.;

• insetticidi: prodotti impiegati nella lotta con-tro gli insetti e acari, quali, ad esempio gliafidi, le tignole, le cocciniglie, il ragnetto ros-so dei fruttiferi, ecc.;

• nematocidi e rodenticidi: prodotti indicatiper combattere i nematodi (o anguillule) eroditori;

• diserbanti o erbicidi, che comprendono ipreparati idonei al contenimento delle erbeinfestanti;

• fitoregolatori: prodotti di sintesi, non nutriti-vi, che promuovono, inibiscono o comunquemodificano determinati processi naturalidelle piante.

In Italia, il settore fattura circa 750 milioni di eu-ro. Il mercato presenta un’elevata differenziazio-ne con circa 3500 prodotti commercializzati.

Profilo delle impreseIn Italia operano grandi multinazionali estere,che coprono quasi il 65% della domanda internadi agrofarmaci; alcune aziende italiane medio-grandi, che si rivolgono a un mercato fortementeinternazionalizzato; e piccole e medie impreseitaliane, con un mercato di riferimento in preva-lenza locale. E’ opportuno precisare che non tut-te le multinazionali estere sono presenti nel no-stro Paese con impianti produttivi perché alcunesi limitano ad avere strutture destinate alla com-mercializzazione. Delle imprese del settore, solouna minoranza presenta un’attività produttiva.Per quanto concerne la distribuzione geograficadelle imprese, queste si concentrano prevalente-mente in Lombardia.In Italia, gli impianti sono mediamente di dimen-sioni contenute.

Tipologie di processi/prodottiLa chimica degli agrofarmaci è una branca dellachimica organica fine. In linea di principio, laproduzione richiede sia operazioni di sintesi cheformulazioni. Tuttavia, non tutte le imprese sonoimpegnate su entrambi i fronti. Normalmente, lemultinazionali estere non svolgono la sintesi inItalia per cui le filiali italiane si occupano preva-lentemente di formulazioni. Le maggiori impreseitaliane, invece, fanno sia sintesi che formulazio-ni mentre le più piccole si concentrano sulle for-mulazioni, anche se esistono alcuni casi di azien-de specializzate nella sintesi per conto terzi.Le fasi chiave dell’attività aziendale sono la ri-cerca di nuove molecole, la registrazione, la pro-duzione e la commercializzazione.In effetti, in Italia sono pochissime le aziendeche fanno ricerca in senso stretto dal momentoche i centri di ricerca delle multinazionali sonolocalizzati all’estero.

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4 I SCHEDE DI APPROFONDIMENTO SUI SETTORI

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Tuttavia, in Italia viene portata avanti tutta l’atti-vità di sviluppo dei prodotti che precede la regi-strazione. Gli agrofarmaci, infatti, sono veri epropri farmaci per le colture agricole e,come tali, vanno utilizzati con cautela, solo quan-do serve e secondo le quantità strettamente ne-cessarie. Per questa ragione, la produzione e lavendita di agrofarmaci è possibile solo dopo l’ap-provazione di un apposito dossier da parte dellaCommissione Europea e del Ministero della Salu-te. La documentazione deve dimostrare l’utilitàdella sostanza attiva, la sua efficacia e la sua in-nocuità per l’ambiente e per l’uomo. Lo sviluppodei prodotti comporta quindi lo studio della for-mulazione ottimale, gli studi tossicologici, per ve-rificare la sicurezza del prodotto, e le prove dicampo, per identificare le corrette dosi d’impiego.

Opportunità per i laureati chimiciI laureati rappresentano circa un terzo dei 3 milaaddetti, una quota decisamente elevata rispettoalla media del comparto chimico nel suo com-plesso.D’altro canto, le assunzioni di giovani laureati siorientano, oltre che alle facoltà in discipline chi-miche, anche verso le facoltà di scienze agrarie ebiologia. Ne consegue che la quota di laureatichimici sul totale dei laureati non è superiore al-la media del comparto chimico.I laureati chimici operano soprattutto nei labora-tori, alla ricerca di nuove molecole, e nell’areadella produzione. In quest’ultimo ambito, sonoimpegnati nella progettazione dei nuovi impiantioppure nella messa a punto dei processi produt-tivi o ancora nel controllo qualità. Normalmente,non vengono invece assunti neo-laureati chimicinelle aree delle vendite e del marketing perché siprivilegiano profili caratterizzati da maggioricompetenze con riferimento al principale settorecliente, cioè l’agricoltura.

Per saperne di più Agrofarma è l’Associazione nazionale delle Im-prese produttrici di Agrofarmaci. Rappresentacirca 40 aziende nazionali e multinazionali ope-ranti in Italia che rappresentano circa il 95% delfatturato complessivo del settore.

Sito Internet: http://agrofarma.federchimica.it

4.10 PRODOTTI PER LA CASA

Presentazione del settoreNell’ambito dei prodotti per la casa, si distinguo-no due grandi categorie: da un lato saponi e de-tergenti, e dall’altro i prodotti per la manuten-zione della casa e i biocidi.Il fatturato complessivo di saponi e detergenti

supera i 2 miliardi di euro. Il nostro Paese è unodei maggiori produttori e consumatori di saponida bucato dell’Unione europea.Con riferimento ai prodotti per la manutenzionedella casa e ai biocidi, il fatturato si aggira intornoal miliardo di euro. Le aziende della manutenzioneproducono e commercializzano prodotti per la pu-lizia di superfici, lucidanti per pavimenti, deodo-ranti e altri preparati destinati all’igiene e alla puli-zia dell’ambiente domestico. Il comparto biocidicomprende prodotti quali disinfettanti ambientalie insetticidi, che assumono un ruolo sempre piùimportante nell’igiene e nella tutela della salute.

Profilo delle impreseIl settore vede la presenza di due tipologie di im-prese: le imprese multinazionali, spesso note algrande pubblico, e numerose piccole e medieimprese italiane. Circa il 60% della produzionerisulta concentrato nelle 6 maggiori multinazio-nali. Nella stragrande maggioranza dei casi, in-fatti, le multinazionali sono presenti in Italia conimpianti produttivi e non solo attraverso la retedistributiva.Per quanto riguarda i prodotti di largo consumo,il mercato di riferimento è quello europeo tantoè vero che il settore gode in Italia di un impor-tante attivo del saldo commerciale che rivela lacompetitività delle produzioni italiane. D’altrocanto, le imprese offrono numerosi prodotti spe-cialistici di nicchia rivolti al mercato italiano.Quest’ultimo, infatti, è molto esigente e si carat-terizza per una notevole varietà di prodotti; nonè raro il caso in cui prodotti concepiti in Italia eper il mercato locale vengano poi introdotti consuccesso anche sui mercati esteri.Le aziende con più di uno stabilimento sono circail 12%. Nello stesso impianto, sono spesso con-centrate diverse tipologie di prodotti, alcuni deiquali registrati come presidi medico-chirurgici.Geograficamente gli impianti sono dislocati nel-l’Italia centro-settentrionale.

Tipologie di processi/prodottiIn questo settore vi è un’assoluta prevalenzadelle attività di formulazione. Per la maggioreparte gli impianti sono ad alta capacità di formu-lazione in continuo. Alcuni prodotti, per le loropeculiarità, continuano però ad essere fatti conprocessi discontinui a batch.Per fare fronte alla forte competizione del settorein cui operano, le aziende sono fortemente impe-gnate nel settore ricerca e sviluppo. Lo sforzo èverso un continuo rinnovamento delle formulazio-ni al fine di garantire più elevati standard di quali-tà, di efficacia e di sicurezza del prodotto.Inoltre, data la crescente attenzione dei consu-matori ai temi del rispetto ambientale e dellosviluppo sostenibile, le imprese del settore ope-rano per ridurre al minimo l’impatto sia dei pro-

pri prodotti che delle operazioni di produzione, ericercano soluzioni in grado di minimizzare ilconsumo energetico.

Opportunità per i laureati chimiciSu un totale di addetti che supera le 13 mila uni-tà, i laureati rappresentano circa il 15% e i diplo-mati il 35%. Rispetto ad altri settori del compar-to chimico, l’incidenza dei laureati ad indirizzochimico risulta inferiore.Le lauree di maggiore interesse per le aziendesono quelle di chimica industriale, con un parti-colare orientamento alle formulazioni, e di inge-gneria chimica.I laureati in chimica trovano impiego soprattuttonei laboratori e lavorano alla costante ricerca dinuovi formulati. Gli ingegneri chimici, invece, ope-rano prevalentemente negli impianti di produzio-ne; dopo avere individuato nuove formulazione èinfatti necessario progettare gli impianti in manie-ra ottimale. Esistono buone opportunità per i lau-reati in discipline chimiche anche nelle aree delcontrollo qualità e del controllo di impatto am-bientale. Non va trascurata, infine, una certa pre-senza nell’area del marketing anche se prevalgonolaureati provenienti da altre facoltà (economia).In ogni caso, al fine di valutare correttamentel’impatto di una possibile innovazione di prodot-to o di processo, viene apprezzata una prepara-zione che affianchi alle competenze chimicheconoscenze di natura economica e finanziaria.

Per saperne di più Assocasa è l’Associazione nazionale dei produt-tori di Detergenti e Specialità per l’Industria eper la Casa.Vi aderiscono 84 aziende nazionali emultinazionali operanti in Italia per un fatturatocomplessivo che supera i 3 miliardi di euro e rap-presenta il 95% circa del mercato.

Sito Internet: http://assocasa.federchimica.it

4.11 COSMETICI

Presentazione del settoreIl settore fa parte della cosiddetta chimica per ilconsumo, ossia offre prodotti destinati diretta-mente al consumatore finale. Questo aspetto èmolto importante in quanto comporta logichecompetitive in parte diverse da quelle proprie deisettori della chimica di base e della chimica fineche si rivolgono invece ad altri settori industriali.Il fatturato complessivo delle imprese italiane at-tive nel settore della cosmesi supera i 7,8 miliar-di di euro.Il mercato italiano rappresenta il terzo mercatoin Europa e le imprese italiane soddisfano benl’80% della domanda interna.Sul fronte estero, la produzione italiana ha sapu-

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COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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to competere grazie anche alla capacità di diver-sificazione del prodotto e al livello di servizio, af-fermando quelle qualità che fanno del prodottomade in Italy un plus per i consumatori. Lo con-ferma il valore delle esportazioni che supera i 2miliardi di euro e che ha registrato negli ultimi 5anni un aumento pari al 30%.

Profilo delle impreseLa presenza di unità produttive delle grandi mul-tinazionali del settore fa da contraltare a un ele-vato numero di piccole e medie imprese italiane.Le imprese di grandi dimensioni concentranocomplessivamente più del 50% della produzione.All’interno del comparto, operano sia impreseproduttrici che imprese esclusivamente dedicatealla distribuzione dei cosmetici. Esiste inoltreuna nutrita presenza di aziende che produconoin conto terzi.Ad eccezione delle multinazionali, ogni aziendapossiede un’unica unità produttiva.Per quanto riguarda la distribuzione sul territo-rio, le imprese del settore si trovano prevalente-mente nell’Italia centro-settentrionale con alteconcentrazioni in Piemonte, Lombardia, Venetoed Emilia Romagna.

Tipologie di processi/prodottiData la sua importanza per le strategie azienda-li, il canale distributivo identifica le differentiaree di attività. Una prima distinzione è tra cana-li tradizionali e canali professionali. Rientrano trai canali tradizionali, i prodotti cosmetici destinatialle farmacie, alle profumerie, alle erboristerie ealla grande distribuzione. Si definiscono inveceprofessionali quei prodotti elaborati per i salonidi acconciatura e quelli estetici.In molti casi, le imprese coprono più canali distri-butivi.Nel settore domina l’attività di formulazione. Alfine di soddisfare la domanda sempre più esi-gente dei consumatori, le imprese destinano ele-vate risorse alla ricerca e sviluppo, al fine di allar-gare continuamente la gamma dei prodotti e dimigliorare le formulazioni.Una particolare attenzione è destinata poi al ri-spetto delle rigide norme europee a tutela deiconsumatori.

Opportunità per i laureati chimiciIl comparto occupa circa 35 mila addetti e, con-siderando anche l’indotto, supera i 100 mila. Sitratta di uno dei settori chimici che stanno assu-mendo di più.Le imprese cosmetiche esprimono una domandadi neolaureati in chimica, CTF e farmacia.E’ consigliabile, in quanto valutata positivamen-te dalle imprese e per un reale beneficio formati-vo, la realizzazione di uno stage aziendale supe-riore alla durata di tre mesi. Questa esperienza,

infatti, esercita una forte spinta formativa perchécontribuisce a cogliere le specificità del settore ead aumentare la sensibilità verso i reali bisognidelle imprese.Per alcune figure professionali, soprattutto all’in-terno della direzione tecnica e nell’area della ri-cerca e sviluppo, può essere gradito un master incosmetologia (Ferrara, Siena e Salerno, Facoltàdi Farmacia) o master in controllo qualità del co-smetico (Milano, Novara, Unical, Napoli, Pavia,Catania, Messina, L’Aquila).

Per saperne di più Unipro è l’Associazione italiana delle IndustrieCosmetiche. L’Associazione, con quasi 500 asso-ciati operanti sia nella produzione che nella com-mercializzazione, rappresenta oltre il 95% del fat-turato complessivo delle imprese del settore.

Sito Internet: http://www.unipro.org

4.12 FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE

Presentazione del settoreI farmaci di automedicazione sono medicinaliche si acquistano in farmacia senza obbligo di ri-cetta medica e per i quali è possibile fare pubbli-cità al pubblico. Si tratta tipicamente di medici-nali destinati alla cura sintomatica dei disturbiche incidono transitoriamente sullo stato ottima-le di salute (ad esempio tosse e raffreddore), fa-cilmente riconoscibili dal paziente e risolvibili conuna terapia tendenzialmente di breve durata.Il settore registra circa 240 milioni di confezionivendute e un fatturato pari a 1,6 miliardi di euro.Attualmente, il settore in valore rappresenta circail 9% del totale del mercato farmaceutico (il 18%circa in unità vendute).

Profilo delle impreseLe aziende del settore sono tipicamente di mediedimensioni; alcune fanno parte di multinazionalifarmaceutiche, altre di realtà farmaceutiche na-zionali.In alcuni casi, l’impresa produce sia farmaci etici(vale a dire quelli soggetti a ricetta medica) chefarmaci da banco. Qualora si tratti di una multi-nazionale, spesso la produzione delle due tipolo-gie di farmaci avviene nel medesimo stabilimen-to localizzato all’estero mentre in Italia viene ge-stita solo la fase di commercializzazione.Al contrario, le aziende che operano esclusiva-mente nel segmento dei farmaci da banco tipica-mente hanno in Italia i loro impianti produttivi.Per quanto concerne la loro dislocazione territo-riale, si riscontra un’elevata concentrazione diimprese in due poli farmaceutici: uno lombardoe l’altro tosco-laziale.Il mercato di riferimento dei farmaci di autome-

dicazione è tipicamente nazionale; sono pochis-simi, infatti, i prodotti che vengono commercia-lizzati anche in altri Paesi con il medesimo mar-chio e il medesimo dosaggio.

Tipologie di processi/prodottiIn Italia, come in tutti i Paesi UE, nessun farmacopuò essere registrato come medicinale senza ob-bligo di prescrizione se i principi attivi in essocontenuti non siano stati già largamente impie-gati in terapia e non ne sia stato approfondito ilprofilo di sicurezza e efficacia almeno per 5 anni.

Di conseguenza, per poter rientrare nella cate-goria dei farmaci senza obbligo di prescrizione,un medicinale può essere registrato secondodue modalità:a) il medicinale di cui si chiede la registrazione

è una copia di un medicinale senza obbligodi prescrizione già registrato;

b) il medicinale di cui si chiede la registrazionefa riferimento ad un medicinale soggetto al-l’obbligo di prescrizione medica già registra-to. Il prodotto di riferimento deve, comun-que, essere in commercio in Italia da almeno5 anni e registrato da almeno 10 in un Paesedell’Unione Europea.

Il passaggio, attraverso procedure di switch, dal-lo status di medicinali con obbligo di ricetta me-dica a quello di farmaci di automedicazione con-sente di allungare il ciclo di vita di prodotti chesarebbero destinati ad entrare nella fase di decli-no e, attraverso costanti innovazioni di prodotto,di rinnovare la gamma di offerta terapeutica egenerare investimenti in ricerca e sviluppo indu-striale. Nuove formulazioni, l’estensione dellagamma dei prodotti, l’aggiornamento delle indi-cazioni rappresentano in questo ambito fattoriper un'ulteriore valorizzazione dei prodotti e lostimolo a investimenti aggiuntivi sia tecnologiciche di servizio al cittadino.La peculiarità del comparto risiede nel fatto ditrovarsi a cavallo fra le logiche tipiche del far-maco e quelle di mercato. Conseguentemente,da un lato è incomprimibile l’esigenza di assi-curare anche per i farmaci di automedicazionegli stessi standard tipici di tutte le specialitàmedicinali (qualità, sicurezza, efficacia) chepassa anche attraverso una costante attività disviluppo dei processi produttivi; dall’altro, ven-gono utilizzate le leve e gli strumenti, anche dimarketing, che consentano di esplicare al me-glio la propria funzione e specificità. Infatti, lacaratteristica essenziale dei farmaci di auto-medicazione di rivolgersi direttamente al citta-dino – senza alcuna forma di intermediazione– fa sì che venga assicurata a questi farmaci lapossibilità di informare il cittadino secondomodalità e strumenti moderni.

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4 I SCHEDE DI APPROFONDIMENTO SUI SETTORI

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Opportunità per i laureati chimiciL’analisi della composizione degli occupati nelsettore dei farmaci senza obbligo di prescrizionein base al titolo di studio evidenzia come circal’86% della forza lavoro abbia un titolo di studiodi media superiore o di laurea.Data l’importanza di far conoscere ai consuma-tori i farmaci di automedicazione e di trasmette-re loro un messaggio di qualità, efficacia e affi-dabilità, molti laureati sono impiegati nel marke-ting e nelle vendite.Ha inoltre un ruolo fondamentale la rete esternadegli informatori scientifici, la cui funzione èquella di presentare ai medici le caratteristiche ele funzionalità del prodotto.D’altro canto, è opportuno enfatizzare che inqueste aree vengono inseriti soprattutto lau-reati in farmacia o in chimica e tecnologie far-maceutiche (CTF).I laureati in chimica, chimica industriale e inge-gneria chimica possono trovare opportunità in-teressanti nell’area della produzione, natural-mente in quelle aziende che possiedono impiantidi produzione in Italia. Gli ingegneri chimici ven-gono inoltre impiegati per la gestione logistica.

Per saperne di piùAnifa è l’Associazione nazionale dell’IndustriaFarmaceutica dell’Automedicazione. All’Associa-zione aderiscono attualmente 32 aziende, italia-ne e multinazionali, che rappresentano la quasitotalità del fatturato del settore.

Sito Internet: http://anifa.federchimica.it

4.13 BIOTECNOLOGIE

Presentazione del settoreLe biotecnologie identificano l’applicazione dimetodi derivati dalla conoscenza delle scienzebiologiche all’ottenimento di beni e servizi:• beni ottenuti mediante l’impiego di nuovi or-

ganismi (microrganismi, piante, animali) e/oloro prodotti (per esempio enzimi o ormoni)risultanti in larga parte dall’applicazione mi-rata di tecniche di modificazione genetica;

• servizi (per esempio diagnostica, terapia,prevenzione, trapianto) risultanti dalla mi-gliore comprensione della fisiologia, dellagenetica e della biologia molecolare.

Negli ultimi anni, sebbene in ritardo rispettoagli altri grandi Paesi europei, è emerso anchein Italia un vero e proprio settore biotech, co-stituito da imprese specializzate. Il settore mo-stra ritmi di crescita davvero considerevoli, conprospettive di ulteriore accelerazione, e rap-presenta un’opportunità per creare conoscen-za e innovazione apportando un effettivo con-tributo economico e sociale al Sistema Paese.

Profilo delle impreseAll’interno della composizione piuttosto varie-gata del settore, la tipologia aziendale “specifi-ca” è rappresentata dalle nuove imprese biotec-nologiche specializzate. Queste a loro volta sidividono essenzialmente in due categorie: le im-prese biofarmaceutiche e le imprese di ricerca.Le imprese biofarmaceutiche sono orientatealla R&S di nuovi prodotti fino alla fase clinica.Spesso nate come diramazioni (spin-off) del-l’industria farmaceutica, queste nascono già“grandi” in termini di portafoglio brevetti eprodotti in sviluppo e presentano un numeromedio di addetti che oscilla tra 40 e 100.Le imprese di ricerca sono invece orientate allosviluppo di piattaforme tecnologiche e di servizialtamente specializzati, diretti prevalentementealle imprese biofarmaceutiche. Spesso di nuovafondazione, hanno un numero di addetti varia-bile tra le poche unità e 20-25. Va precisato chemolte delle realtà più piccole sono alleggeritedai normali costi amministrativi e di gestione diun’impresa dal fatto di essere ospitate pressoincubatori e parchi scientifici, che consentonoloro di dedicare interamente le proprie risorseumane e finanziarie alle attività di R&S.Coerentemente con l’elevato tasso di specia-lizzazione in un settore tecnologico di punta,lo scenario e il mercato di riferimento sono in-ternazionali.L’ambito applicativo è principalmente quellodella cura della salute: delle 163 aziende cen-site dal Rapporto Blossom sulle biotecnologiein Italia del 2006, 112, pari al 69%, si dedica-no alla cura della salute (red biotech), 25 fan-no ricerca su piattaforme biotecnologiche conapplicazione nei comparti dell’agricoltura, ve-terinaria e zootecnia (green biotech), 17, parial 10%, operano nell’area dell’industria e del-l’ambiente (white e grey biotech) e 9, infine,sono attive nel comparto bioinformatico.A livello di distribuzione geografica, nel con-testo nazionale spicca in particolare la Lom-bardia, dove si sta verificando un processo diconcentrazione delle imprese altamente spe-cializzate: si tratta dell’area di gran lunga conil maggior tasso di sviluppo del settore e concirca un terzo di tutte le imprese biotech pre-senti sul territorio italiano. Questa concentra-zione consente la creazione di una rete di col-laborazioni che favorisce lo sviluppo dellamassa critica necessaria a conseguire un’ef-fettiva competitività.

Tipologie di processi/prodottiIl panorama dei prodotti o processi sviluppati dal-le imprese specializzate è estremamente vario:dall’uso di piante quali bioreattori per la produ-zione di sostanze ad alto valore aggiunto ad ap-procci terapeutici basati sulla terapia genica, a

nuovi farmaci da ingegneria genetica o modellatiespressamente in base all’applicazione di geno-mica e proteomica, ai diagnostici basati su anti-corpi monoclonali o su sonde ad acidi nucleici.

Addetti e opportunità per i laureati chimiciIn termini di personale impiegato nelle impresebiotecnologiche specializzate, mediamente i lau-reati rappresentano più del 50% del totale,mentre i diplomati sono circa il 25% del perso-nale totale.

I corsi di laurea più importanti per aspirare aun’occupazione nelle aziende del settore sonoscienze biologiche, biotecnologie, medicina e chi-mica e tecnologie farmaceutiche, oltre a varie spe-cializzazioni post-universitarie particolarmente le-gate alle esigenze della ricerca post-genomica,con particolare riferimento alla bioinformatica.È assolutamente evidente come, trattandosi diun settore che genera quale “prodotto” primarioR&S e innovazione, si qualifichi per un elevatissi-mo tasso di formazione professionale del perso-nale: il capitale umano e intellettuale costituisceoggi il principale patrimonio di queste imprese.

Per saperne di più Assobiotec è l’Associazione nazionale per lo Svi-luppo delle Biotecnologie cui aderiscono le im-prese interessate a ricerca, sviluppo, produzionee commercializzazione di prodotti e servizi otte-nuti grazie all’impiego delle biotecnologie in tut-ti gli ambiti applicativi.Attualmente, l’Associazione rappresenta 70 im-prese e 5 parchi scientifici e tecnologici.

Sito Internet: http://assobiotec.federchimica.it

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Guida per lo studente universitario e il laureatoin discipline chimiche

COSTRUIRSI UN FUTURO NELL’INDUSTRIA CHIMICA

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