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A cura di Mauro Mezzina, Fondamenti di Tecnica delle costruzioni, Città Studi © De Agostini Scuola, 2013 Costruire con il cemento armato CAPITOLO 4

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  • A cura di Mauro Mezzina, Fondamenti di Tecnica delle costruzioni, Città Studi © De Agostini Scuola, 2013

    Costruire con il cemento armatoCAPITOLO 4

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    LE RAGIONI DI UN SUCCESSO(L’evolution du béton armé – Jacques Fougerolle – 1949 Les Journèes du Centenaire du béton armé.)

    • RESISTENZA AL FUOCO• ECONOMIA DI MANUTENZIONE• FLESSIBILITÀ DI IMPIEGO• LO SVILUPPO DELLA TECNICA• FLESSIBILITÀ ECONOMICA, che permette di

    adeguare i cinque elementi costituenti alle particolari condizioni realizzative in modo da ottenere il migliore rapporto costi/benefici)

    • EVOLUZIONE DEL CANTIERE DI COSTRUZIONE• CARATTERE DI MONOLITICITÀ E IPERSTATICITÀ

    INTRINSECA• INGEGNOSITÀ DEI TECNICI.

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    PECULIARITÀ DI UNA STRUTTURA IN CEMENTO ARMATO

    Ciascuno degli aspetti su richiamati ha contribuito per sua parte a garantire l'alto gradimento che il materiale ha riscosso da parte di progettisti e imprese costruttrici.Un'osservazione per tutte. Soffermandosi sui vantaggi offerti dalla monoliticitàdella costruzione in cemento armato nella realizzazione degli orizzontamenti in latero-cemento, vi è da considerare l'indubbia maggiore efficacia statica offerta da questo materiale rispetto alle soluzioni ottenibili in acciaio o in legno. Infatti, anche se la schematizzazione statica del complesso solaio-travi è una diretta derivazione dei più classici impalcati ad elementi sovrapposti (tavolato+ travi secondarie+ travi principali), il suo funzionamento reale è estremamente più articolato e comporta indubbi benefici nei confronti della stabilità di tutto l'organismo strutturale. Basti pensare all'efficacia fornita da una soletta, collegata monoliticamente agli elementi resistenti verticali, per quello che riguarda la sua funzione di ripartizione delle azioni orizzontali tra i vari controventi.Per contro, non è possibile nascondere le più o meno intrinseche deficienze o, comunque, le peculiarità di comportamento di una struttura in cemento armato.Di tali peculiarità è opportuno tener conto nella progettazione strutturale, per scongiurare sorprese nella risposta dell'organismo realizzato, come per megliosfruttare tutte le potenzialità del materiale.

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    PECULIARITÀ DI UNA STRUTTURA IN CEMENTO ARMATO

    1. Sensibilità termica

    La circostanza che il coefficiente di dilatazione termica del calcestruzzo (a≈ 10-5/°C) è uguale a quello dell'acciaio, ha, in parte, caratterizzato la fortuna della loro associazione strutturale.Purtroppo, però, la monoliticità dell'organismo e la difficoltà di realizzare efficaci giunti di dilatazione rendono particolarmente oneroso l'effetto delle variazioni termiche.Tale situazione è esaltata dalla notevole differenza nelle dimensioni solitamente esistente tra le diverse parti della struttura, a carico delle quali gli effetti termici inducono forti interazioni tensionali.

    Per valutare l'ordine di grandezza delle sollecitazioni indotte da una variazione termica, basti considerare che l'azzeramento della variazione di lunghezza corrispondente ad un Δt pari a 20°C conduce ad una tensione di 50 kg/cm2

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    PECULIARITÀ DI UNA STRUTTURA IN CEMENTO ARMATO

    2. Ritiro

    Uno degli effetti associati alla presa di un calcestruzzo in ambiente umido è la sua diminuzione di volume o ritiro. A causa della inevitabile iperstaticità, quanto meno interna, del solido di calcestruzzo, il ritiro causa delle tensioni autogenerate, associate al mancato libero evolversi del fenomeno.

    Gli effetti del ritiro, come ordine di grandezza equivalenti ad una variazione termica di 20+30 °C, sono di difficile valutazione poiché dipendono da una serie di fattori legati al tipo di miscela utilizzata, al tipo di maturazione cui è sottoposta la struttura, all'utilizzazione di additivi e così via.

    Al ritiro è associato il fenomeno della fessurazione: nei sistemi isostatici, la presenza di armature (che si oppongono al naturale sviluppo del fenomeno) rappresentano la causa principale della fessurazione; nei sistemi iperstatici, invece, le trazioni prodotte dal ritiro per la presenza di vincoli sovrabbondanti, vengono in parte assorbite dall'armatura che, in questo caso, opera invece nel senso di ridurre l'ampiezza delle fessure.

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    3. Ritiro

    Afferma Nervi che "per il cemento armato l'elemento base, il conglomerato, è tanto variabile e mutevole quanto possono esserlo gli individui di una stessa specie vivente". Infatti la risposta meccanica di un calcestruzzo dipende dalla qualità e granulometria degli inerti, dal rapporto acqua/cemento, dalle modalità usate nell'impasto e nel getto, dalle condizioni ambientali di maturazione, dalla presenza di eventuali additivi, dalle caratteristiche dello stesso cemento.

    Pertanto, ai fini della qualità del risultato finale in termini di sicurezza, la progettazione della miscela assume un peso quasi equivalente a quello della vera e propria progettazione strutturale. È comunque certo che i controlli delle diverse operazioni, sia in fase di confezionamento che di maturazione e presa, da realizzare in centrale di betonaggio e in cantiere, assumono un'importanza decisiva.

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    4. Casseforme e centine

    Un altro momento fondamentale nella realizzazione dell'opera riguarda il controllo delle operazioni di getto della miscela, e, quindi, la progettazione delle casserature e delle armature provvisorie, necessarie a fornire al calcestruzzo indurito la forma prevista.Il progetto e il dimensionamento delle strutture provvisorie è spesso trascurato e ritenuto a torto una semplice operazione routinaria di cantiere, la cui importanza è intesa solo in termini geometrici. In effetti il ruolo dellestrutture provvisorie di supporto al getto riveste un'importanza assoluta ai fini della realizzazione del regime statico previsto.

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    4. Casseforme e centine

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    4. Casseforme e centine

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    4. Casseforme e centine

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    PECULIARITÀ DI UNA STRUTTURA IN CEMENTO ARMATO

    5. Modalità di armatura

    Qualità, quantità e disposizione dei ferri di armatura condizionano la risposta di una struttura in cemento armato, sia globalmente che localmente. Si può infatti affermare che le modalità di trasferimento dei carichi all'interno di una struttura, la qualità del regime statico che in essa si realizza in funzione del dettaglio costruttivo e, in definitiva, la sua sicurezza finale sono influenzati da quelle che genericamente si possono definire le modalità di armatura.

    Un buon progetto di una struttura in cemento armato, deve porsi come obiettivo anche il corretto disegno dei ferri, sia in funzione dello stato di sollecitazione determinato dall'analisi strutturale, sia con la finalità di controllare fenomeni quali la fessurazione e gli effetti a lungo termine anche in considerazione delle modalità di realizzazione in cantiere (o nello stabilimento di prefabbricazione).

    Un eccesso di armatura, oltre che denunciare spesso un sottodimensionamento dell'elemento strutturale e quindi un suo incorretto funzionamento, può risultare dannoso sia in termini di modalità di rottura che di esecuzione, in quanto crea vere e proprie congestioni di armature che possono compromettere la regolarità dei getti. I risultati in termini di indebolimento delle sezioni possono essere addirittura catastrofici e portare al crollo dell'opera al momento del disarmo, anche solo per l'azione del peso proprio.

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    5. Modalità di armatura

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    PECULIARITÀ DI UNA STRUTTURA IN CEMENTO ARMATO

    6. Qualità della manodopera

    La competenza di tutte le componenti che concorrono alla realizzazione di un'opera in c.a. ha la stessa importanza di una accurata progettazione.

    Il direttore dei lavori deve poter contare su maestranze qualificate e specializzate, in grado di leggere tutti gli elaborati progettuali, di realizzare efficacemente ogni dettaglio costruttivo, e in definitiva di condurre al risultato previsto in sede di progetto.

    La qualità di esecuzione, pertanto, è da considerare assolutamente paritetica alla qualità progettuale ai fini dell'ottenimento di un'opera strutturalmente corretta e sicura.

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    7. Variazioni della risposta rispetto alle previsioni di calcolo

    Un ulteriore motivo di incertezza nella definizione del comportamento statico-deformativo di una struttura in calcestruzzo risiede nella incostanza delle leggi costitutive del materiale in funzione del suo stato di cimento, delle sue caratteristiche di qualità, del tempo di applicazione e di permanenza del carico.

    Infatti, a differenza dell'acciaio, il modulo elastico di un calcestruzzo è una quantità decisamente variabile in funzione della resistenza meccanica dello stesso e, in definitiva, delle caratteristiche dei suoi componenti e delle modalità di esecuzione e di stagionatura.

    È pertanto ben difficile che parti strutturali differenti, realizzate in momenti diversi e con materiali ovviamente dissimili, presentino uguali caratteristiche elastiche, con l'inevitabile conseguenza di un imprevisto irrigidimento delle zone di migliore qualità. Inoltre, la stessa modalità di risposta istantanea è difficilmente confinabile nell'ambito della teoria dell'elasticità lineare, in quanto il materiale presenta spiccate caratteristiche di non-linearità e di plasticità sin dai livelli più bassi di cimento.

    Pertanto, poiché sia la variabilità nei moduli tangenti, che la non linearità e la plasticità interessano l'intera struttura in maniera generalmente non uniforme, esse diventano responsabili di modificazioni nello stato di cimento rispetto alle previsioni di calcolo, a causa del cumularsi di deformazioni permanenti e di stati di coazione generalmente non previsti nel calcolo.

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    PECULIARITÀ DI UNA STRUTTURA IN CEMENTO ARMATO

    7. Variazioni della risposta rispetto alle previsioni di calcolo

    In presenza di carichi che permangono sulla struttura per lunghi periodi, sulla stessa compaiono deformazioni differite nel tempo, le quali, sommandosi a quelle immediate, inficiano la risposta dei diversi componenti. Il fenomeno in questione, definito viscosità, non può essere ignorato in alcuna delle fasi di progettazione e di verifica di una struttura, poiché esso spesso condiziona le scelte del progettista, strutturale ma anche architettonico, vincolandolo al rispetto di condizioni non di sola resistenza.

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    SISTEMI COSTRUTTIVI IN CEMENTO ARMATO

    Considerando esclusivamente gli edifici a struttura resistente in calcestruzzo armato si può affermare che le strutture in c.a. più comunemente utilizzate si possono ricondurre a tre tipologie:

    • sistemi intelaiati

    • sistemi a pareti

    • sistemi misti

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    SISTEMI INTELAIATI

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    SISTEMI STRUTTURALI A PARETE O MISTI (TELAIO-PARETE)Con l'aumentare dell'altezza della costruzione o con l'aumentare dell'entità delle azioni orizzontali (edifici siti in zone sismiche), si tende ad abbandonare le soluzioni tradizionali, convenienti nei campi di corrente impiego, a favore di strutture nelle quali le rilevanti azioni flessionali al piede sono assorbite da elementi-parete controventanti.

    ∑ ∑ ⋅+= dNMM iEquilibrio al ribaltamento del sistema

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    SISTEMI STRUTTURALI A PARETE O MISTI (TELAIO-PARETE)

    Quando il rapporto B/H (Base/Altezza edificio) diviene più piccolo, la componente flessionale dell’equazione precedente diventa via via più importante. In questi casi, le dimensioni dei pilastri possono raggiungere valori rilevanti, tanto che si tende ad aiutare gli elementi verticali attraverso l'inserimento di larghe pareti (shear walls). In figura è schematizzato il funzionamento limite dell'edificio con la soluzione «a pareti», nell'ipotesi di connessioni trave-parete a cerniera: il momento ribaltante MR in questa ipotesi non può che essere equilibrato esclusivamente dalle azioni flessionali sulle singole pareti.

    ∑= iMM

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    SISTEMI STRUTTURALI A PARETE O MISTI (TELAIO-PARETE)

    Un interessante miglioramento può essere ottenuto attraverso l'accoppiamento ditelai e pareti con scambio di azioni tra i due elementi. Tali interazioni invertono il loro verso passando dai piani più alti a quelli più bassi, tanto che la parete spinge sul telaio in corrispondenza degli ultimi piani (dove esso è più rigido), mentre il telaio spinge sulla parete ai livelli più bassi (dove la parete è più rigida). Si ottiene così un sistema estremamente rigido e resistente, spesso utilizzato nella realizzazione di grattacieli.

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    COMPONENTI DEL CALCESTRUZZO

    La composizione di un aggregato di inerti (sabbia e ghiaia o pietrisco), legati tra loro dalla pasta di cemento (cemento e acqua) dà luogo ad un conglomerato lapideo artificiale, viene chiamato calcestruzzo (cls).

    Questo si ottiene mescolando appunto acqua, cemento, elementi lapidei più o meno fini (aggregati) ed eventuali aggiunte chimiche, nelle opportune proporzioni. L'impasto così ottenuto, inizialmente fluido, lentamente si irrigidisce sino a diventare solido, per sviluppare di seguito considerevoli caratteristiche meccaniche.

    Allo stato fluido il cls si riesce a colarlo in contenitori appositi (casseforme) che vengono di seguito rimossi ad ultimazione della fase di indurimento.Il risultato finale è una roccia artificiale monolitica che prende le forme del contenitore in cui viene versato.Il calcestruzzo è quindi a tutti gli effetti una pietra artificiale e come tale va progettato e costruito: le qualità finali del materiale dipendono non tanto e non solo dalla natura dei singoli componenti, quanto, soprattutto, dalla tecnologia e da un appropriato impiego e dosaggio degli stessi.

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    COMPONENTI DEL CALCESTRUZZO

    IMPORTANTE:

    CONTROLLO DI QUALITÀ!!

    Che non deve limitarsi esclusivamente alla determinazione della resistenza meccanica, ma che deve riguardare anche la valutazione, finale ed in corso d'opera, di tutte le altre caratteristiche. Modulo elastico, scorrimento viscoso, ritiro, durabilità del calcestruzzo, sono parametri con un'incidenza assolutamente determinante per una buona vita della costruzione, alla stessa stregua, se non in misura maggiore, rispetto alle tensioni di rottura.

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    Le Norme tecniche per le costruzioni richiedono al progettista la definizione del calcestruzzo da utilizzare attraverso le seguenti caratteristiche:

    • Il diametro massimo dell'aggregato in funzione della disposizione delle armature metalliche.

    • La classe di consistenza (lavorabilità) in funzione della difficoltà esecutiva dell'opera.

    • La classe di resistenza (resistenza caratteristica) in funzione delle esigenze statiche della costruzione.

    • La classe di esposizione (durabilità) della struttura in funzione dell'aggressività dell'ambiente dove l'opera è destinata a sorgere.

    COMPONENTI DEL CALCESTRUZZO

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    I tipi di cemento, sono raggruppati dalla Norma ENV 197-1 in cinque tipi principali:• Tipo 1 - Cemento Portland, • Tipo II - Cemento Portland composito, • Tipo III – Cemento d'altoforno, • Tipo IV - Cemento pozzolanico, • Tipo V - Cemento composito,ognuno dei quali (ad eccezione del Tipo I) può a sua volta distinguersi in sottotipi proprio per la diversità di alcuni costituenti.

    I cementi possono avere tre classi di resistenza meccanica a 28 giorni(32.5-42.5-52.5 N/mm2) ed indurimento rapido o normale.La Norma impone che sulla confezione del cemento compaia per la identificazione esatta, la sigla CEM. seguita dal Tipo, Sottotipo, Classe di resistenza e tipo di indurimento: per cui, ad esempio, un cemento Tipo I Portland, classe di resistenza 42.5 e a rapido indurimento sarà denominato e riconoscibile con la sigla:

    CEM I 42.5 R ENV 197/1

    COMPONENTI DEL CALCESTRUZZO

    CEMENTO

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    COMPONENTI DEL CALCESTRUZZOAGGREGATI

    Gli aggregati, anche indicati come inerti, costituiscono un componente del calcestruzzo di fondamentale importanza. Si tratta di elementi che non partecipano ai processi chimici di presa ed indurimento (da cui la definizione di inerti) e sono aggiunti alla miscela allo stato sciolto con pezzatura e dimensioni variabili.Gli aggregati ordinari possono essere naturali (inerte tondo) o di frantumazione, oanche artificiali come, ad esempio, l'argilla espansa.

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    COMPONENTI DEL CALCESTRUZZOAGGREGATI

    I principali criteri di scelta del diametro massimo dell'inerte sono:

    • Dmax non deve superare i 3/4 dello spessore del copriferro (formazione di vespai)

    • Dmax deve essere minore di 5mm dell'interferro (blocco del flusso del Cls)

    • Dmax non deve superare 1/4 della sezione minima strutturale

    • Un aumento di Dmax comporta una riduzione della richiesta d'acqua d'impasto a pari lavorabilità.

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    COMPONENTI DEL CALCESTRUZZOACQUA

    L'acqua d'impasto deve essere limpida, priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva; in generale l'acqua potabile è adatta.L'acqua svolge la funzione fondamentale di permettere l'idratazione del cemento.

    IL PARAMETRO FONDAMENTALE È IL RAPPORTO ACQUA-CEMENTO

    Sono sufficienti circa 30 litri per 100 kg di cemento (rapporto porto a/c = 0.3). il rapporto a/c pari a 0.3 il calcestruzzo non è però lavorabile; per tale motivo, per aumentare la fluidità, bisogna aumentare il rapporto a/c.

    L’ aumento dell'acqua di impasto provoca una notevole diminuzione della resistenza finale, aumentando inoltre il ritiro del cls.Per tale motivo la scelta del rapporto a/c ottimale costituisce uno dei problemi chiave di un calcestruzzo resistente e durabile.

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    COMPONENTI DEL CALCESTRUZZOADDITIVI

    Si tratta di composti chimici allo stato liquido o di polvere, con cui vengono additivate le miscele. Queste sostanze, in relazione alle proprie specificità sono in grado di modificare una o più caratteristiche prestazionali, sia dello stato fresco come anche dello stato indurito. La moderna tecnologia si basa in maniera decisiva sul loro impiego, al punto che essi sono divenuti a pieno titolo componenti standard del calcestruzzo moderno.

    TIPI DI ADDITIVI:• Fluidificanti• Superfluidificanti• Acceleranti• Ritardanti• Aeranti• Viscosizzanti• Antiritiro• Altri

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO FRESCOCONSISTENZA E LAVORABILITÀ

    La prova di abbassamento (slump) al cono di Abrams, indicata dalla norma UNI 9418, è la più semplice prova per misurare la lavorabilità. Consiste nel riempimento di un cono di metallo con del calcestruzzo prelevato dall'impasto o dall'autobetoniera.

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO FRESCOCONSISTENZA E LAVORABILITÀ

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO FRESCOPRESA E STAGIONATURA

    Il fenomeno di presa e successivo indurimento di un calcestruzzo è legato alle complesse trasformazioni chimico-fisiche che avvengono allorché il cemento a contatto con l'acqua, si idrata, cioè interagisce con essa. In particolare la presa consiste in un progressivo irrigidimento della pasta di cemento; tale trasformazione riduce progressivamente la lavorabilità della miscela e pertanto è necessario che inizi dopo un consistente intervallo di tempo dalla miscelazione.

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO FRESCOPRESA E STAGIONATURA

    Indurimento del calcestruzzo

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITORESISTENZA A COMPRESSIONE

    Al fine di ottenere le prestazioni richieste, si dovranno dare indicazioni in merito alla composizione, ai processi di maturazione ed alle procedure di posa in opera, facendo utile riferimento alla norma UNI ENV 13670-1:2001 ed alle Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale e per la valutazione delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo pubblicate dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, nonché dare indicazioni in merito alla composizione della miscela, compresi gli eventuali additivi, tenuto conto anche delle previste classi di esposizione ambientale (norma UNI EN 206-1 :2006) e del requisito di durabilità delle opere.

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITORESISTENZA A COMPRESSIONECONTROLLI ACCETTAZIONE

    La misura della resistenza a compressione (UNI 6132) è la più usuale delle prove sul calcestruzzo indurito, in quanto è prescritta tra gli obblighi del Direttore dei lavori di un'opera in calcestruzzo. Essa viene espressa come resistenza caratteristica Rck, cioè quel valore al di sotto del quale viene a trovarsi, dal punto di vista probabilistico il 5% dell'insieme di tutti i possibili valori di resistenza misurati sul calcestruzzo in esame.Il D.M.14.02.2008 distingue tra due possibili controlli di accettazione, in funzione del quantitativo di calcestruzzo:

    • controllo di tipo A quantitativi miscela omogenea ≤ 300 m3

    • controllo di tipo B quantitativi miscela omogenea ≥ 1500 m3

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITORESISTENZA A COMPRESSIONECONTROLLI ACCETTAZIONE

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITORESISTENZA A COMPRESSIONECONTROLLI ACCETTAZIONE

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITORESISTENZA A COMPRESSIONECONTROLLI ACCETTAZIONE

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    CONTROLLI ACCETTAZIONE

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    CONTROLLI ACCETTAZIONE

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITORESISTENZA A COMPRESSIONEAi fini della valutazione del comportamento e della resistenza delle strutture incalcestruzzo, questo viene titolato ed identificato mediante la classe di resistenzacontraddistinta dai valori caratteristici delle resistenze cilindrica e cubica a compressione uniassiale, misurate rispettivamente su provini cilindrici (o prismatici) e cubici, espressa in MPa. La classe di resistenza è indicata con la lettera C seguita da due valori, resistenza su cilindro e su cubo: ad esempio C40/50.

    Variazione della risposta del cls in funzione della resistenza

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITORESISTENZA A COMPRESSIONE

    Variazione della risposta del cls in funzione della resistenza

    Le classi di resistenza normalizzate sono definite con la sigla C seguita da due numeriche rappresentano nell'ordine la resistenza caratteristica cilindrica fck e quella cubica Rck

    Le resistenze si esprimono in N/mm2 .

    La classe di resistenza è contraddistinta dai valori caratteristici delle resistenze cilindricae cubica a compressione uniassiale, misurate su provini normalizzati e cioè rispettivamente su cilindri di diametro 150 mm e di altezza 300 mm e su cubi di spigolo 150 mm.

    ckck Rf ⋅= 83,0

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITORESISTENZA A TRAZIONEÈ questo un parametro assai significativo per la caratterizzazione del calcestruzzo in quanto da esso dipende, ad esempio, la valutazione della deformabilità e della fessurazione della struttura.

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    CARATTERISTICHE DELLO STATO INDURITOMODULO ELASTICO – POISSON – TERMICO

    La formula non è da considerarsi vincolante nell'interpretazione dei controlli sperimentali delle strutture.È sempre confermato sperimentalmente che la deformabilità del calcestruzzo diminuisce all'aumentare della resistenza e che calcestruzzi di resistenza più elevataesibiscono rotture meno duttili.

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    DEFORMAZIONI DIPENDENTI DAL TEMPORITIRO

    Il ritiro è un fenomeno indipendente dal carico, che comporta variazione di volume nel calcestruzzo durante la fase di presa e di indurimento a causa dalla progressiva eliminazione dell'acqua contenuta nella pasta cementizia. Esso determina una contrazione (shrinkage), ovvero un rigonfiamento (swelling) del getto a seconda che, dopo il disarmo, la maturazione avvenga rispettivamente in aria (insatura di vapore) oin acqua. Per strutture esposte in un ambiente con umidità relativa permanente superiore al 95% il ritiro può considerarsi praticamente nullo.

    La contrazione che si verifica a poche ore dal getto quando il calcestruzzo è ancorain fase plastica viene indicato come ritiro plastico (o a breve termine) ed è dovutoalla perdita d'acqua dalla superficie del calcestruzzo a seguito del passaggio dalla faseliquida alla fase plastica;

    La contrazione che si verifica durante la fase di indurimento viene indicata ritiro idraulico (o a lungo termine) e si manifesta durante tutta la vita del conglomerato anche se con velocità rapidamente decrescente nel tempo.

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    DEFORMAZIONI DIPENDENTI DAL TEMPORITIRO

    Il ritiro a lungo termine si distingue in:• ritiro autogeno dovuto a motivi interni al calcestruzzo (idratazione del cemento)e si verifica in assenza di variazioni igrometriche e termiche.• ritiro da essiccamento dovuto a cause esterne al calcestruzzo e si verifica durantela stagionatura a causa dell'evaporazione dell'acqua contenuta dal conglomerato.

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    DEFORMAZIONI DIPENDENTI DAL TEMPORITIRO

    uA

    h c2

    0 =

    Ac = area sezioneu = perimetro esposto all’aria

  • A cura di Mauro Mezzina, Fondamenti di Tecnica delle costruzioni, Città Studi © De Agostini Scuola, 2013

    DEFORMAZIONI DIPENDENTI DAL TEMPOVISCOSITÀUn elemento prismatico di calcestruzzo omogeneo ed isotropo sottoposto, a partire dall'istante t0 , ad una compressione a costante, mostra oltre la deformazione elastica anche una deformazione cosiddetta «viscosa» che si incrementa nel tempo. La deformazione viscosa non è completamente reversibile.

  • A cura di Mauro Mezzina, Fondamenti di Tecnica delle costruzioni, Città Studi © De Agostini Scuola, 2013

    DEFORMAZIONI DIPENDENTI DAL TEMPOVISCOSITÀ

    Per σc ≤ 0.45fck(t0), la deformazione viscosa si può valutare come:

    ( ) ( ) )(,, 000 ttttt ev εϕε ⋅==φ (t, t0) = coefficiente di viscosità lineare al tempo t relativo all’istante di messa in carico t0.

  • A cura di Mauro Mezzina, Fondamenti di Tecnica delle costruzioni, Città Studi © De Agostini Scuola, 2013

    ACCIAIO PER C.A. ORDINARIO – LEGGI COSTITUTIVE

    Costruire con il cemento armatoDiapositiva numero 2Diapositiva numero 3Diapositiva numero 4Diapositiva numero 5Diapositiva numero 6Diapositiva numero 7Diapositiva numero 8Diapositiva numero 9Diapositiva numero 10Diapositiva numero 11Diapositiva numero 12Diapositiva numero 13Diapositiva numero 14Diapositiva numero 15Diapositiva numero 16Diapositiva numero 17Diapositiva numero 18Diapositiva numero 19Diapositiva numero 20Diapositiva numero 21Diapositiva numero 22Diapositiva numero 23Diapositiva numero 24Diapositiva numero 25Diapositiva numero 26Diapositiva numero 27Diapositiva numero 28Diapositiva numero 29Diapositiva numero 30Diapositiva numero 31Diapositiva numero 32Diapositiva numero 33Diapositiva numero 34Diapositiva numero 35Diapositiva numero 36Diapositiva numero 37Diapositiva numero 38Diapositiva numero 39Diapositiva numero 40Diapositiva numero 41Diapositiva numero 42Diapositiva numero 43Diapositiva numero 44Diapositiva numero 45Diapositiva numero 46Diapositiva numero 47Diapositiva numero 48Diapositiva numero 49