Corso di Storia Contemporanea Parte monografica

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Corso di Storia Contemporanea Parte monografica G.Corni, Fascismo.Condanne e revisioni, Salerno ed., Napoli 2011 A.Tarquini, Storia della cultura fascista, Il Mulino, Bologna 2011 1 E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea.

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Corso di Storia Contemporanea Parte monografica. G.Corni , Fascismo.Condanne e revisioni , Salerno ed., Napoli 2011 A.Tarquini, Storia della cultura fascista , Il Mulino, Bologna 2011. I testi proposti. Non una cronologia del ventennio fascista - PowerPoint PPT Presentation

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Corso di Storia Contemporanea Parte

monografica G.Corni,

Fascismo.Condanne e revisioni, Salerno ed., Napoli

2011A.Tarquini, Storia della

cultura fascista, Il Mulino, Bologna 2011

1E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea.

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I testi proposti

Non una cronologia del ventennio fascista

Non un’esposizione della storia d’Italia nel ventennio

fascista

ma

Rilettura del dibattito storiografico sul fascismo dal

secondo dopoguerra ad oggi (Corni)

La trattazione di un problema specifico: se sia esistita

o meno una cultura fascista (Tarquini)

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Le motivazioni degli autori (Corni)

In Italia la strumentalizzazione politica di tutto ciò che da

noi è rappresentato come storia contemporanea è un

fenomeno unico e straordinario

Il dibattito storiografico è un affare politico anzi partitico

(uso pubblico della storia)

Es.-1996 Funerali di Renzo De Felice

Esigenza di chiarire alcuni aspetti e motivi del particolare

intreccio tra politica e ricerca storica

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Le motivazioni degli autori (Tarquini)

Leggere le opere e ricostruire le azioni di quegli intellettuali

che fornirono al regime totalitario il loro contributo e talento

al fine

di mostrare come il pluralismo di tendenze e correnti in

ambito culturale non sia il segno di un vuoto come sostenuto

dalla storiografia fino agli anni ‘60 ma piuttosto di una

coralità nell’impulso alla costruzione della cultura fascista

Capire come mai gli italiani siano stati fascisti

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Il dibattito storiografico dal 1945 ad oggi

Le interpretazioni del fascismo (cap. I/Corni)

Il paradigma antifascista (capp. II, III, IV/Corni)

L’interpretazione defeliciana (cap. V/Corni)

La rottura del paradigma antifascista (cap.VI

/Corni)

Il dibattito storiografico intorno alla cultura

(cap. I/Tarquini)

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Le interpretazioni del fascismo (cap. I/Corni)

liberale: il fascismo come «parentesi»

Benedetto Croce

democratica - radicale: il fascismo come «disvelamento»

Pietro Gobetti, Luigi Salvatorelli, Carlo Rosselli

marxista: il fascismo come «epifenomeno di un conflitto di

classe»

Gramsci, Palmiro Togliatti

• forte valenza politico-ideologica poiché elaborate a ridosso

del fenomeno analizzato

• chiusura sulla realtà italiana

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Il paradigma antifascista (capp. II,III, IV/Corni)

La guerra degli italiani• guerra aggressiva a fianco dei nazisti (giu ‘40)• guerra a fianco degli Alleati (8 sett ‘43)• guerra partigiana (primavera-estate ‘44) Il secondo dopoguerra • contesto sociale (squilibri Nord/Sud)• contesto politico (2 giu 1946)• la guerra fredda• I primi governi antifascisti (Parri, De Gasperi)• le elezioni del ‘48 (la vittoria del centrismo) La Resistenza • le celebrazioni ufficiali• la costituzione italiana

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Il paradigma antifascista (capp. II,III, IV/Corni)

Nota biografica• Roberto Battaglia (cap. III) • Enzo Santarelli (cap. IV)• Ernesto Ragionieri (cap. IV)• Giampiero Carocci (cap. IV)• Giorgio Candeloro (cap. IV) OpereInterpretazione storiografica

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Il paradigma antifascista (capp. II,III, IV/Corni)

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Il paradigma antifascista (capp. II,III, IV/Corni)

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Il paradigma antifascista: Roberto Battaglia (1913-1963)

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Il paradigma antifascista: Enzo Santarelli(1922- 2004)

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Il paradigma antifascista:Ernesto Ragionieri(1926-1975)

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Il paradigma antifascista: Giampiero Carocci (1919)

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Il paradigma antifascista: Giorgio Candeloro (1909-1988)

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Il paradigma antifascista (capp. II,III, IV/Corni)

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Una nuova impostazione(cap.V): Renzo De Felice (1929-1996)

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Una nuova impostazione(cap.V): Renzo De Felice (1929-1996)

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Una nuova impostazione(cap.V): Renzo De Felice (1929-1996)

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Una nuova impostazione(cap.V): Renzo De Felice (1929-1996)

Critica della storiografia marxista

Distinzione tra fascismo e nazionalsocialismo

Fascismo/fascismi

Fascismo movimento/Fa scismo regime

Consenso

Modernità

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La risposta della storiografia marxista

Fascismo e capitalismo, 1976

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Una nuova impostazione(cap.V):

Renzo De Felice (1929-1996) Lettura del fascismo come rivoluzione dei ceti

emergenti Distinzione tra fascismo e nazismo mostrando

come il primo fosse prigioniero più che alleato del secondo

Accidentalità e opportunismo dell’antisemitismo fascista

Ridimensionamento del ruolo della Resistenza Riferimento continuo alle fonti contro

l’impostazione teorica dell’interpretazione marxista

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Crollo del blocco comunista (1989) e fine della guerra

fredda

Bettino Craxi e la marginalizzazione del PCI

messa in discussione ruolo storico della Resistenza

(1983-1987)

Tangentopoli e la caduta del sistema partitico italiano

(1992-1994)

Nascita della Seconda Repubblica («post-fascista»)

La crisi del paradigma antifascista La seconda Repubblica

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La dittatura fascista è reinterpretata come un regime politico moderato nettamente distinto da quello hitleriano

«defascistizzazione del fascismo»

• Emilio Gentile

il fascismo - è un fenomeno politico moderno nuovo che rompe con il sistema liberale

- una religione pol. dotata di forte connotazione ideologica che si proponeva di realizzare una rivoluzione antropologica mirante a creare una nuova civiltà, un nuovo ordine politico e sociale fondati sulla militarizzazione sull’organizzazione e la mobilitazione delle masse integrate.

• Salvatore Lupo• Richard Borsworth

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La crisi del paradigma antifascista La seconda Repubblica

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La crisi del paradigma antifascista La seconda Repubblica

Gli italiani sono state vittime della guerra, del fascismo e del comunismo:

il mito degli «italiani brava gente»

• Le politiche di guerra e di occupazione in Abissinia e nei Balcani (Del Boca, Rodogno)

• Applicazione delle leggi razziali e indifferenza opinione pubblica (Schlemmer-Woller)

• Centralità ideologica l’antisemitismo fascista

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La Resistenza lungi dal porsi come processo liberatorio è letto come un processo diretto da Mosca e volto a sostituire alla dittatura fascista quella comunista (Ernesto Galli della Loggia)

Movimento antinazionaleLa repubblica antifascista è stata né più né meno un

regime come quello fascista Resistenza e Antifascismo sono ridimensionati a eventi

di modesta rilevanza storica dei quali fu protagonista una stretta minoranza di persone altamente politicizzata (De Felice)

• Claudio Pavone-Resistenza cruciale nascita repubblica democratica-Ruolo PCI

La crisi del paradigma antifascista La seconda Repubblica

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La crisi del paradigma antifascista La seconda Repubblica

La guerra di liberazione è da interpretare come «guerra civile». Non esiste una distinzione di natura etico - morale tra i partigiani e i repubblichini (Pisanò)

Resistenza =guerra civile= guerra tra pari non caratterizzata da motivi nobili

Repubblichini «combattenti belligeranti»

• Claudio Pavone-Resistenza: guerra civile, di classe e di

liberazione- Violenze del dopoguerra moventi comuni

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La crisi del paradigma antifascista La seconda Repubblica

La cattiveria intrinseca dei partigiani comunisti e le loro finalità liberticide trovano espressione nelle foibe e nei fatti di Istria e Dalmazia.

La Giornata del Ricordo (11 febbraio)«conservare e rinnovare la memoria della

tragedia degli italiani e di tutte le vittime dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati e della più complessa vicenda del confine orientale»

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura (cap. I/Tarquini)

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura: la storiografia

marxistaLe ideologie sono espressioni sovrastrutturali dei rapporti

economici esistenti tra classi sociali; prodotte in un determinato momento dalla classe sociale

che detiene il potere e impone una rappresentazione deformata della realtà per giustificare la propria esistenza (Gramsci, Togliatti)

Storia della cultura= storia delle false rappresentazioni della realtà

Cultura: strumento del potere politico per mobilitare le masse

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura: la storiografia marxista

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura: il contributo estero

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura: il contributo estero

G. Mosse, La nazionalizzazione delle masse, 1975

• Fascismo e nazionalsocialismo erano il prodotto di correnti culturali e politiche rivoluzionarie

• cultura =insieme variegato di costumi, credenze, atteggiamenti, valori, ideali e abitudini acquisito dagli uomini come membri della società

• Il concetto di «nuova politica»:- religione laica e nazionalista- liturgia accompagnata da miti, riti e simboli- più un atteggiamento che un sistema

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura: la nuova storiografia

italiana

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura: la nuova storiografia italiana

• Il culto del littorio. La sacralizzazione della politica nell’Italia fascista, 1993

Fascismo= religione politica, espressione di miti e riti che ha sacralizzatolo Stato assegnandogli una funzione pedagogica con lo scopo di trasformare la mentalità, il carattere e il costume degli italiani per generare un uomo nuovo, credente e praticante del culto del littorio

• La via al totalitarismo, 1995Fascismo= regime totalitario, movimento di massa

La cultura fascista fu efficace non solo perché affascinò le masse con i miti e i riti ma poichè si coniugò con la razionalità dell’organizzazione e dell’istituzione divenendo regime e partito.

M. Isnenghi, P. Zunino G. Quazza, E. Ghidetti

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura: la crisi del «paradigma

antifascista» Cultural studies (M. Berezin, S. Falasca

Zamponi, J. Schnapp)• Studio del fascismo come discorso • Cultura=entità a se stante svincolata dalla

politica inesistenza di un’ideologia fascista Studi su totalitarismo e religioni politiche (E.

Gentile, D. Roberts, R. Ben Ghiat)• Identità tra cultura e politica• esistenza di un’ideologia fascista Studi su un fascismo genetico (R. Griffin)• Identificazione di un modello teorico di fascismo

genericoE. Sodini.Parte monografica. Corso Storia

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Il dibattito storiografico intorno alla cultura: conclusioni

Fino alla metà degli anni ‘70 gli storici italiani del fascismo hanno ritenuto che il regime fascista non avesse saputo esprimere una dimensione culturale

Dopo questa dimensione è divenuta uno degli elementi chiave per capire il fascismo nel suo complesso

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L’impostazione del volume Politica culturale del regime (capp. II,

V, VII)L’attività del PNF e del governoEspressioni del sapere (capp. III, VI)I contributi che gli intellettuali e gli artisti

fornirono al regime Ideologia (capp. IV, VII)L’espressione di miti politici, di narrazioni

composte da immagini, parole e credenze capaci di dare un senso all’azione di gruppo

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La politica culturale del regime:

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La politica culturale del regime: formazione delle giovani generazioni (anni

‘20)Giovanni GentileI fondamenti della filosofia del diritto, 1916-Concezione spiritualista della politica -Contro ogni forma di contrattualismo e di

determinismo• Discorsi di religione (1920) -identità tra religione e politica• Antidemocratico, antisocialista,

antiliberale• Fascista consapevole?

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La politica culturale del regime: formazione delle giovani generazioni (anni

‘20)

La riforma• L’insegnamento della religione

cattolica come “pre-filosofia” insegnata da personale laico

• Gli esami di stato

La scuola come luogo di costruzione di una religione civile

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La politica culturale del regime: fascistizzazione delle giovani generazioni

(anni ‘20) L’Opera Nazionale Balilla (1926)• Struttura• Scopo: strumento di penetrazione nelle

istituzioni scolastiche• Lo sport• Educazione paramilitare• 1927 soppressione associazioni giovanili

non fasciste• La leva fascista• Strumento di pedagogia totalitaria o

laboratorio di antifascismo?

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 42

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La politica culturale del regime: le istituzioni (anni ‘20)

L’Istituto Nazionale Fascista di Cultura• Manifesto degli intellettuali fascisti• Apoliticità• Attività• «Educazione fascista» L’Enciclopedia Treccani• Apoliticità• «glorioso pasticcio imparziale»

Fascismo= occasione per costruire una nuova Italia.Solo se il PNF superava una logica faziosa avrebbe trasformato

radicalmente la società. Fascista doveva diventare sinonimo di “nuova” italianità

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 43

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La politica culturale del regime: fascistizzazione della società (anni ‘20)

L’opera nazionale dopolavoro (1925)• Struttura• Scopo: strumento di penetrazione tra le

masse lavoratrici• AttivitàCurare l’elevazione morale e fisica del

popolo-I treni popolari-I carri di tespi-I sabati teatraliEsperimento riuscito o tentativo fallito?

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La politica culturale del regime: fascistizzazione della società (anni ‘20)

Rapporto donne/fascismo-la mobilitazione durante la guerra- La ricerca del consenso- «Sposa e madre esemplare» o

«cittadina militante»?L’Opera Nazionale maternità e

infanzia (1925)

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 45

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Espressioni del sapere:gli intellettuali (anni ‘20)

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Espressioni del sapere:gli artisti (anni ‘20)

Il dibattito su Critica fascistaL’arte italiana doveva rifarsi alla

tradizione autoctona italiana• Rifiuto di temi mutuati dai movimenti

artistici stranieri• Libertà nella scelta dello stile e della

ricerca estetica• Subordinazione dell’arte ai contenuti

politici

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 47

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Espressioni del sapere:i letterati (anni ‘20)

I selvaggi (A.Bencini, M.Maccari)

• Intransigenti fino al 1927• Il movimento Strapaese-lotta vs cult.moderna-valorizzazione della cult.

italiana (mondo contadino; tradizioni locali

-sup.del fascismo vs liberalismo, democrazia e socialismo

(C. Pelizzi, L.Longanesi, A. Soffici, Malaparte)

Contro la modernità

I novecentisti (M. Bontempelli)

• Inserire la lett. it. nella cult. moderna

• La poetica del «realismo magico»

• Letterato al servizio della politica

(M. Sironi, C. Carrà , G. De Chirico, G. Severini, Malaparte fino al ‘27)

Per la modernità

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Ideologia

Rapporto tra fascismo e nazionalismo• Fascismo variante del nazionalismo

(L.Mangoni, F.Gaeta)A. Rocco fu la vera anima del fascismo• Nazionalismo una delle tante culture

politiche insieme confluite nel fascismo (R.De Felice, G.Turi, P.Ungari, E. Gentile)

Preminenza del concetto di stato su quello di nazione

Natura statalista e non nazionalista del fascismo

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Ideologia:Nazionalismo I

Insieme delle dottrine e dei movimenti che attribuiscono un ruolo centrale alle idee di nazione e identità nazionali. Il nazionalismo storicamente si è manifestato in due forme:

come ideologia di liberazione delle nazioni oppresse

come ideologia della supremazia di una nazione

Nazionalismo in Enciclopedia Treccani on-line http://www.treccani.it/enciclopedia/ (2 maggio 2013)

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Ideologia: Nazionalismo II Il termine ingloba in sé una visione conservatrice e autoritaria

dei problemi politici (tradizionalismo, antiliberalismo, antidemocrazia) e una soluzione solidaristica delle competizioni sociali (antisocialismo);

• punto di sbocco di ogni concezione nazionalistica è la realizzazione di una potenza nazionale, come frutto di espansionismo, o di imperialismo coloniale, o come influenza culturale-spirituale.

• Il movimento nazionalista italiano, iniziato da E. Corradini, ebbe il proprio organo nel giornale Il Regno e nel 1910, dopo la crisi dell’annessione austriaca della Bosnia Erzegovina, prese forma più concreta come Associazione nazionalista italiana, avente i propri capi in Corradini, Federzoni, Picardi, G. Castellini e il proprio giornale nell’Idea nazionale; si costituì in partito nel 1914, e nel marzo 1923 si fuse col Partito nazionale fascista.

• (http://www.treccani.it/enciclopedia/nazionalismo_(Dizionario-di-Storia)/ , 2 maggio 2013)

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Ideologia: Stato vs Nazione

Stato: comunità politica costituita da un popolo stanziato in un territorio, organizzato collettivamente come persona giuridica, titolare di un potere sovrano e, anche, il territorio che esso occupa

Nazione: complesso di persone che hanno comunanza di origine, di lingua e di storia

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 52

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Ideologia

Definizione• Dottrina politica sistemica non

esiste un’ideologia fascista• sistema di valori, visioni, ideali capace

di orientare l ‘azione politica e al contempo di esprimere una concezione del mondo (K. Mannheim, Ideologia e Utopia, 1999)

esiste un’ideologia fascistaE. Sodini.Parte monografica. Corso Storia

contemporanea. 53

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Ideologia: Mito Ruolo decisivo nella costruzione del consenso

(E. Cassirer, Mito dello Stato, 1950) Credenze collettive che riguardano governanti e

governati. Forze di controllo interiorizzate che, pur avendo carattere sociale, fanno parte della struttura del singolo e non solo del quadro ambientale entro cui egli si trova a vivere. (E. Durkheim, Le forme elementari della vita religiosa, 1982)

Impossibilità di una distinzione netta tra produttori e consumatori di miti

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Ideologia: i miti del fascismo

Mito di Mussolini «Tu non sei avanguardista, se non perché prima di te, con te, dopo di te, Egli e Egli

soltanto è» (Breviario dell’Avanguardista, 1928) Mito dello Stato«La nostra formula è questa: tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla

contro lo Stato» (B. Mussolini, Discorso del 28 ottobre 1925, in id. Opera Omnia, 21, 1956, p. 425)

Mito di Roma Mito dell’uomo nuovo«Il fascismo vuole l'uomo attivo e impegnato nell'azione con tutte le sue energie:

lo vuole virilmente consapevole delle difficoltà che ci sono, e pronto ad affrontarle. Concepisce la vita come lotta, pensando che spetti all'uomo conquistarsi quella che sia veramente degna di lui, creando prima di tutto in sé stesso lo strumento (fisico, morale, intellettuale) per edificarla. » (B. Mussolini, Dottrina del fascismo in Enciclopedia Italiana, 1932 disponibile on line http://www.treccani.it/enciclopedia/fascismo_(Enciclopedia_Italiana)/ (5 maggio 2013)

Corporativismo

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Ideologia: Mito di Mussolini Regista di se stesso• Salvatore della patria dal bolscevismo• Figlio del popolo diventato capo del governo• «uomo della Provvidenza» L’Istituto Luce e il monopolio dell’immagine del

Duce Il PNF e il culto del Capo• La scuola di mistica fascista (1930)M. Franzinelli e V.E. Marino, Il duce proibito. Le

fotografie di Mussolini che gli italiani non hanno mai visto, Mondadori, 2005.

S. Luzzato, L’immagine del Duce, Mussolini nelle fotografie dell’Istituto Luce, Editori Riuniti 2001.

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Ideologia: Mito dello Stato Giovanni GentileStato=un assoluto davanti al quale gli individui ed i gruppi sono il relativo una realtà morale e non uno strumento degli individui per realizzare un fine.Non un accordo inter homines ma un qlc in interiore homine Alfredo RoccoDiritti dello Stato di fronte al dovere degli uomini e delle classi di contribuire ai fini

dello Stato Sergio PanunzioRuolo decisivo del partito che seppur subordinato allo Stato indica la strada della

rivoluzione Carlo CostamagnaStato=Un’entità superiore in grado di trascendere gli individui con cui si relaziona

solo per dominarli

Esistenza di un’ideologia fascista basata dello Stato- Primato dello Stato nella politica- Concezione religiosa della politica

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Ideologia: Mito di Roma

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Page 59: Corso di Storia Contemporanea Parte monografica

Ideologia: Mito dell’uomo nuovo

il combattente della Grande Guerra lo squadrista, il politico guerrieroLa «rivoluzione borghese antiborghese»

(G.Mosse)- la sostituzione del voi al lei-il passo romano- La questione razziale Identità tra soldato e cittadino (E.

Gentile)

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Ideologia: CorporativismoTerza via rispetto all’economia di

mercato e al modello sovieticoSuccesso internazionaleU. Spirito e «Nuovi studi di diritto

economia e politica»- Identità tra stato ed individuo- Il concetto di corporazione proprietariaCondivisione della proprietà e gestione

dell’azienda tra datori di lavoro e operaiIl consiglio nazionale delle corporazioni

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 60

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La politica culturale del regime: formazione delle giovani generazioni (anni

‘30) La correzione della riforma Gentile• Adozione libro unico (1930)• Giuramento dei professori universitari«Giuro di essere fedele al re, ai suoi reali

successori e al regime fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello stato, di esercitare l’ufficio di insegnante e di adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla patria e al regime fascista» (1931)

Atto formale o espressione della cultura fascista?

• Bonifica della cultura (1935)E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia

contemporanea. 61

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La politica culturale del regime: fascistizzazione delle giovani generazioni

(anni ‘30 Il divieto di associazioni giovanili non fasciste (maggio

‘31)• L’enciclica La fascistizzazione dei giovani tra PNF e Ministero

dell’Educazione• I fasci giovanili• La Gioventù Italiana del littorio (GIL)«Credere, obbedire, combattere» I Corsi biennali di preparazione politica (1935) e il

centro nazionale (1939)Formare la futura classe dirigente I littoriali della cultura e dell’arteParti integranti dell’apparato educativo (Tarquini) o

laboratori di antifascismo?

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La politica culturale del regime:

le istituzioni (anni ‘30)

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La politica culturale del regime: fascistizzazione della società (anni ‘30)Genesi interna della politica razziale o deriva nazista?- Il contributo degli scienziati alla politica della razza- Ruolo degli intellettuali razzisti - La reazione degli intellettuali alle leggi razziali«Bisogna […] vigilare il destino della razza, bisogna curare la razza,

a cominciare dalla maternità e dall'infanzia»«Qualche inintelligente dice: «Siamo in troppi». Gli intelligenti

rispondono: «Siamo in pochi». Affermo che, dato non fondamentale ma pregiudiziale della potenza politica, e quindi economica e morale delle Nazioni, è la loro potenza demografica» (Discorso di Mussolini alla Camera dei Deputati, 26 maggio 1927)

Volontà degli scienziati italiani così come degli intellettuali di piegare la propria disciplina alle esigenze della politica.

I fascisti non divennero razzisti perché decisero di realizzare quanto proponevano gli scienziati ma i fascisti furono razzisti perché convinti di rappresentare una razza di dominatori che avrebbe soggiogato gli altri.

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 64

Page 65: Corso di Storia Contemporanea Parte monografica

La politica culturale del regime: fascistizzazione della società (anni ‘30) Ruolo degli intellettuali razzisti• N. Pende, Bonifica razionale umana e biologia politica (1933)- Identità tra politica e biologia- Polivalenza etnica- Necessità di selezione e antropocentrica statale• G. Landra e il Manifesto degli scienziati razzisti (1938)- Regime impegnato nella battaglia per il razzismo- Preservazione caratteristiche fisiche e psicologiche degli italiani- Gli ebrei non appartengono alla razza italiana- La DEMORAZZA• L. Franzi, Fase attuale del razzismo tedesco (1939)- Razzismo politico e non biologico-Superiorità del razzismo italiano su quello tedesco

Adozione delle leggi razziali (sett 1938)

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 65

Page 66: Corso di Storia Contemporanea Parte monografica

La politica culturale del regime: fascistizzazione della società (anni ‘30)

La reazione degli intellettuali

Gli intellettuali non solo non protestarono ma crearono il terreno per il fiorire dell’antisemitismo di stato e poi raccolsero i frutti andando ad occupare le cattedre dei colleghi ebrei (Tarquini)

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 66

Page 67: Corso di Storia Contemporanea Parte monografica

Espressioni del sapere:gli intellettuali (anni ‘30)

GentilianiDistanza da Gentile e avvicinamento a

Bottai IntransigentiPerdita del carattere ribellisticoCattoliciLa religione valido strumento per costruire

l’ideologia fascista I giovaniSi dichiaravano gli unici rappresentanti

dell’ideologia fascistaE. Sodini.Parte monografica. Corso Storia

contemporanea. 67

Page 68: Corso di Storia Contemporanea Parte monografica

Perché gli italiani furono fascisti

• quello che m'interessa è la maniera, psicologica, emotiva, di essere fascisti: una sorta di blocco, di arresto alla fase dell'adolescenza [...]

• Fascismo e adolescenza continuano ad essere in una certa misura stagioni storiche permanenti della nostra vita. L'adolescenza, della nostra vita individuale, il fascismo di quella nazionale: questo restare, insomma eternamente bambini, scaricare le responsabilità sugli altri, vivere con la confortante sensazione che c'è qualcuno che pensa per te, e, una volta è la mamma, una volta il papà, un'altra volta è il sindaco, o il duce, e poi il vescovo, e la Madonna e la televisione [...]

• Le eterne premesse del fascismo mi pare di ravvisarle appunto nell'essere provinciali, nella mancanza di conoscenza dei problemi concretamente reali, nel rifiuto di approfondire, per pigrizia, per pregiudizio, per comodità, per presunzione, il proprio rapporto individuale con la vita.[...]

• Vantarsi di essere ignoranti, cercare di affermare se stessi o il proprio gruppo non con la forza che viene dall'effettiva capacità dell'esperienza, dal confronto della cultura, ma con la millanteria, le affermazioni fini a se stesse, lo spiegamento di qualità mimate invece che vere [...]

• Non si può combattere il fascismo senza identificarlo con la nostra parte stupida, meschina, velleitaria; una parte che non ha partito politico, della quale dovremmo vergognarci, e che a respingerla non basta dire: io milito in un partito antifascista. Perché quella parte sta dentro ciascuno di noi, e ad essa già una volta il <<fascismo>> ha dato voce, autorità, credito.

• • F. Fellini (Fare un film, Einaudi, Torino 1980)

E. Sodini.Parte monografica. Corso Storia contemporanea. 68