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corso di perfezionamento in teoria critica della società Maria Turchetto (Università Ca’ Foscari di Venezia) ECONOMIA E SOCIETÀ 2 www.turchetto.eu/corsi/teoriacritica.htm

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corso di perfezionamento in teoria critica della società

Maria Turchetto (Università Ca’ Foscari di Venezia) ECONOMIA E SOCIETÀ

2 www.turchetto.eu/corsi/teoriacritica.htm

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mercantilisti

Smith

Cantillon

Fisiocratici

Malthus, Ricardo ...

scuola classica inglese

˝rottura epistemologica˝

si apre un ventaglio di posizioni sulla definizione delle cause della ricchezza

˝rottura epistemologica˝ si apre un ventaglio di posizioni sulla definizione del metodo della scienza economica

scuola neoclassica

scuola storica tedesca

Marx

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David Ricardo, Principi dell’economia politica e della tassazione (1817)

Nassau W. Senior, Lineamenti della scienza dell’economia politica (1836)

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Ogni lavoro delle scienze della cultura in un’epoca di specializzazione, dopo essersi indirizzato sulla base di determinate impostazioni problematiche verso un determinato materiale, e dopo essersi creato i suoi principi metodici, considererà l’analisi di questo materiale come uno scopo a sé, senza controllare di continuo in maniera consapevole il valore conoscitivo dei fatti particolari in base alle idee di valore ultime, perfino senza essere consapevole del suo legame con queste. Ed è bene che sia così. Ma ad un certo momento muta il colore: il significato dei punti di vista impiegati in maniera non riflessa diventa incerto, e la luce si perde nel crepuscolo. La luce dei grandi problemi culturali è di nuovo spuntata. Allora anche la scienza si appresta a mutare la propria impostazione e il proprio apparato concettuale e a guardare nella corrente del divenire dall’alto del pensiero Max Weber, L’“oggettività” conoscitiva della scienza sociale e della politica sociale (1904)

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mercantilisti

Smith

Cantillon

Fisiocratici

Malthus, Ricardo ...

scuola classica inglese

˝rottura epistemologica˝

si apre un ventaglio di posizioni sulla definizione delle cause della ricchezza

˝rottura epistemologica˝ si apre un ventaglio di posizioni sulla definizione del metodo della scienza economica

scuola neoclassica

scuola storica tedesca

Marx

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Gustav von Schmoller (1838-1917)

Lujo Brentano (1844-1931)

Wilhelm Georg Friedrich Roscher (1817-1894)

Karl Gustav Adolf Knies (1821-1898) Georg Friedrich Knapp

(1842 -1926)

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Carl Menger (1840-1921) Gli errori dello storicismo della scuola tedesca

(1884)

Gustav Schmoller (1838-1917) Investigazioni sul metodo delle scienze sociali

(1883)

il METHODENSTREIT a cavallo tra Ottocento e Novecento

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La civiltà, l'educazione politica e la potenza delle nazioni hanno origine soprattutto nelle condizioni economiche e viceversa. Quanto più sviluppata e perfetta è l'economia, tanto più civile e potente è la nazione; quanto più aumenta la sua civiltà e la sua potenza, tanto più si svilupperà economicamente. Evidentemente quella nazione che su un territorio vasto, fornito di abbondanti risorse naturali e con una grande popolazione, riunisce in sé l'agricoltura, l'industria, la navigazione ed il commercio interno ed estero, sarà incomparabilmente più civile, più progredita politicamente e più potente di una semplice nazione agricola. L'industria però costituisce la base sia del commercio interno e internazionale, sia della navigazione e dei progressi in agricoltura; quindi della civiltà e della potenza politica. Una nazione, allora, che potesse riuscire a monopolizzare tutte le forze industriali di questa terra ed a frenare così lo sviluppo economico di tutte le altre - che si vedrebbero quindi costrette a limitarsi alla produzione di beni agricoli e materie prime ed all'esercizio puro e semplice di industrie locali - giungerebbe per forza al dominio del mondo. F. List, Das nationale System der politischen Ökonomie (1841)

Un'unione universale originata dalla potenza politica e dalla ricchezza preponderante di una sola nazione, basata cioè sulla sottomissione e sulla dipendenza di tutte le altre, avrebbe per risultato l'annientamento di tutte le particolarità nazionali e di ogni emulazione fra i popoli. Una unificazione su queste basi sarebbe contraria agli interessi ed ai sentimenti di tutte quelle nazioni che si sentono chiamate all'indipendenza ed al raggiungimento di un alto grado di ricchezza e di importanza politica [...]

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Knapp, Georg Friedrich (1842 - 1926); direttore dell'ufficio statistico di Lipsia e professore nelle università di Lipsia e di Strasburgo. È soprattutto noto come sostenitore della teoria cartalista o statale della moneta; è noto anche per gli studi sulla storia dell’economia agraria . Le opere Die Bauernbefreiung und der Ursprung der Landarbeiter in den älteren teilen Pressen (1887; L'affrancamento dei contadini e la nascita del bracciante nella letteratura sul vitalizio); Grundherrschaft und Rittergut (1897; Proprietà terriera e feudo) sono citate da Max Weber in Economia e società.

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Il fisico osserva i processi naturali nel luogo dove essi si presentano nella forma più pregnante e meno offuscata da influssi perturbatori, oppure, quando è possibile, fa esperimenti in condizioni tali da garantire lo svolgersi del processo allo stato puro. In quest’opera debbo indagare il modo di produzione capitalistico di produzione e i rapporti di produzione e di scambio che gli corrispondono. Fino a questo momento, la loro sede classica è l’Inghilterra. Per questa ragione è l’Inghilterra principalmente che serve a illustrare lo svolgimento della mia teoria. Ma nel caso che il lettore tedesco si stringesse farisaicamente nelle spalle a proposito delle condizioni degli operai inglesi dell’industria e dell’agricoltura o si acquietasse ottimisticamente al pensiero che in Germania ci manca ancor molto che le cose vadano così male, gli debbo gridare: de te fabula narratur!

K. Marx, Il Capitale, Prefazione alla prima edizione

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La struttura del libro I de Il Capitale

• cap. 1 La merce • cap. 2 Il processo di scambio • cap. 3 Il denaro • cap. 4 Trasformazione del denaro in capitale • cap. 5 Processo lavorativo e processo di valorizzazione • seguono alcuni capitoli che approfondiscono il concetto di plusvalore e la

distinzione tra plusvalore assoluto e plusvalore relativo • capp. 10-13: i metodi del plusvalore relativo; cooperazione, divisione del lavoro,

macchine e grande industria • capp. 22-23: riproduzione semplice e riproduzione allargata (accumulazione) del

capitale • cap. 24: La cosiddetta accumulazione originaria

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La ricchezza delle società nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico si presenta come un’immane raccolta di merci.

M(A) – M(B) – M(C) ... M(A) – D – M(B) – D – M(C) ... M – D – M – D – M M – D – M D – M – D D – M – D’ (D’ > D) D – M – D’ è la formula generale del capitale, come esso si presenta immediatamente nella sfera della circolazione. La forma di circolazione nella quale il denaro esce dal bozzolo e si svela come capitale contraddice a tutte le leggi che sono state spiegate in precedenza sulla natura della merce, del valore, del denaro e della circolazione stessa. [...] Il cambiamento di valore del denaro che si trasforma in capitale non può avvenire in questo stesso denaro [...], non può neppure scaturire dal secondo atto della circolazione, la rivendita della merce, poiché vengono scambiati equivalenti. Dunque il cambiamento deve avvenire nella merce che viene comprata nel primo atto, D – M, ma non nel valore di essa, poiché la merce viene scambiata al suo valore. Il cambiamento può derivare dunque soltanto dal valore d’uso della merce come tale, cioè dal suo consumo. Per estrarre valore dal consumo d’una merce, il nostro possessore di denaro dovrebbe essere tanto fortunato da scoprire [...] sul mercato una merce il cui valore d’uso possedesse la peculiare qualità d’esser fonte di valore. E il possessore di denaro trova sul mercato tale merce specifica: è la capacità di lavoro, ossia la forza-lavoro.

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La struttura del libro I de Il Capitale

• cap. 1 La merce • cap. 2 Il processo di scambio • cap. 3 Il denaro • cap. 4 Trasformazione del denaro in capitale • cap. 5 Processo lavorativo e processo di valorizzazione • seguono alcuni capitoli che approfondiscono il concetto di plusvalore e la

distinzione tra plusvalore assoluto e plusvalore relativo • capp. 10-13: i metodi del plusvalore relativo; cooperazione, divisione del lavoro,

macchine e grande industria • capp. 22-23: riproduzione semplice e riproduzione allargata (accumulazione) del

capitale • cap. 24: La cosiddetta accumulazione originaria

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D – M (c, v) ... P ... M’ – D’

... assieme al possessore di denaro e al possessore di forza-lavoro, lasciamo questa sfera rumorosa

che sta alla superficie ed è accessibile a tutti gli sguardi, per seguire l’uno e l’altro nel segreto laboratorio della produzione sulla cui soglia sta scritto: No admittance except on business [...]

Finalmente ci si dovrà svelare l’arcano della fattura del plusvalore.

PLUSVALORE ASSOLUTO E PLUSVALORE RELATIVO ore di lavoro 1 2 3 4 / 5 6 7 8 lavoro necessario pluslavoro (riproduce il valore del salario) (produce plusvalore per il capitalista) ore di lavoro 1 2 3 4 / 5 6 7 8 9 lavoro necessario pluslavoro ore di lavoro 1 2 3 / 4 5 6 7 8 lavoro necessario pluslavoro

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METODI DEL PLUSVALORE RELATIVO

COOPERAZIONE L’uso comune dei mezzi di produzione consente di economizzarli, si realizzano quelle che con termine moderno definiremmo “economie di scala”, e il lavoro comune consente un aumento della produttività del lavoro: perché eleva la potenza meccanica del lavoro, o perché dilata nello spazio la sfera d’azione del

lavoro, o perché contrae nello spazio, in rapporto alla scala di produzione, il campo di produzione, o perché nel momento critico rende liquido molto lavoro in poco tempo, o perché eccita l’emulazione dei singoli intensificandone gli spiriti vitali, o perché imprime alle operazioni dello stesso genere compiute da molte persone il carattere della continuità [...]. Come la forza d’attacco di uno squadrone di cavalleria o la forza di resistenza di un reggimento di fanteria è sostanzialmente differente dalle forze di attacco e di resistenza sviluppate da ogni singolo cavaliere o fante, così la somma meccanica delle forze dei lavoratori singoli è sostanzialmente differente dal potenziale sociale di forza che si sviluppa quando molte braccia cooperano contemporaneamente. Emerge inoltre la funzione di direzione esercitata

dal capitalista:

con la cooperazione di molti operai salariati il comando del capitale si evolve a esigenza della esecuzione del processo di lavoro stesso, cioè a condizione reale della produzione. Ora l'ordine del capitalista sul luogo di produzione diventa indispensabile come l'ordine del generale sul campo di battaglia

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METODI DEL PLUSVALORE RELATIVO

DIVISIONE DEL LAVORO NELLA MANIFATTURA

Vengono occupati contemporaneamente nella stessa officina, da parte dello stesso capitale, molti artigiani che fanno la stessa cosa o cose analoghe [...] Il lavoro viene suddiviso. Invece di fare eseguire le differenti operazioni dallo stesso artigiano in una successione temporale si sciolgono le operazioni l'una dall'altra, si isolano, si giustappongono nello spazio, ognuna viene affidata a un artigiano differente e tutte insieme vengono eseguite contemporaneamente da artigiani cooperanti [...] Da prodotto individuale d'un artigiano indipendente, che fa tante cose, la merce si trasforma nel prodotto sociale d'una associazione di artigiani, ciascuno dei quali esegue continuamente solo un'unica operazione parziale e sempre la stessa [...]. Originariamente l’operaio vende la sua forza-lavoro al capitalista perché gli mancano i mezzi materiali per la produzione d’una merce: ma ora la sua stessa forza-lavoro individuale viene meno al suo compito quando non venga venduta al capitale; essa funziona ormai soltanto in un nesso che esiste soltanto dopo la sua vendita, nell’officina del capitalista. L’operaio manifatturiero, reso incapace per la sua stessa costituzione naturale a fare qualcosa d’indipendente, sviluppa una attività produttiva ormai soltanto come accessorio dell’officina del capitalista.

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METODI DEL PLUSVALORE RELATIVO MACCHINE E GRANDE INDUSTRIA

Le cognizioni, l'intelligenza e la volontà che il contadino indipendente o il mastro artigiano sviluppano, anche se su piccola scala, allo stesso modo che il selvaggio esercita come astuzia personale tutta l’arte della guerra, ormai sono richieste soltanto per il complesso dell’officina. Le potenze intellettuali della produzione allargano la loro scala da una parte perché scompaiono da molte parti. Quel che gli operai parziali perdono si concentra nel capitale, di contro a loro. Questa contrapposizione delle potenze intellettuali del processo materiale di produzione agli operai, come proprietà non loro e come potere che li domina, è un prodotto della divisione del lavoro di tipo manifatturiero. Questo processo di scissione comincia nella cooperazione semplice, dove il capitalista rappresenta l’unità e la volontà del corpo lavorativo sociale di fronte ai singoli operai; si sviluppa nella manifattura, che mutila l’operaio facendone un operaio parziale; si completa nella grande industria che separa la scienza, facendone una potenza produttiva indipendente dal lavoro, e la costringe a entrare al servizio del capitale.

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Dunque il processo di produzione capitalistico riproduce col suo stesso andamento la separazione fra forza-lavoro e condizioni di lavoro. E così riproduce e perpetua le condizioni per lo sfruttamento dell’operaio. Esso costringe costantemente l’operaio a vendere la sua forza-lavoro, per vivere, e costantemente mette il capitalista in grado di acquistarla, per arricchirsi. Non è più il caso che pone il capitalista e l’operaio l’uno di fronte all’altro sul mercato delle merci come compratore e venditore. È il doppio mulinello del processo stesso che torna sempre a gettare l’operaio sul mercato delle merci come venditore della propria forza-lavoro e a trasformare il suo prodotto in mezzo d'acquisto del capitalista. In realtà, l’operaio appartiene al capitale anche prima di essersi venduto al capitalista. La sua servitù economica è mediata e insieme dissimulata dal rinnovamento periodico della sua vendita di se stesso, dal variare del suo padrone salariale individuale e dall’oscillazione nel prezzo di mercato del lavoro. Il processo capitalistico, considerato nel suo nesso complessivo, cioè considerato come processo di riproduzione, non produce dunque solo merce, non produce dunque solo plusvalore, ma produce e riproduce il rapporto capitalistico stesso: da una parte il capitalista, dall’altra l’operaio salariato

RIPRODUZIONE CAPITALISTICA

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RIPRODUZIONE CAPITALISTICA concentrazione capitalistica formazione di una sovrappopolazione relativa, ossia di un esercito industriale di riserva

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i materiali (letture, articoli, dispense) relativi al corso si trovano sul sito www. turchetto.eu/corsi bibliografia (testi cui si è fatto riferimento in queste lezioni): R. Hilferding, Il capitale finanziario, Mimesis 2011 J. Hobson, Imperialismo, UTET 1977 V. I. Lenin, L’imperialismo fase suprema del capitalismo, La città del sole 2001 F. List, Il sistema nazionale di economia politica, UTET 1967 R. Luxemburg, L’accumulazione del capitale, Einaudi 1980 C. Menger, Sul metodo delle scienze sociali, Liberilibri 1996 D. Ricardo, Principi dell'economia politica e delle imposte, UTET 1965 G. A. Ritter, Storia dello stato sociale, Laterza 2003 N. G. Senior, Principii fondamentali della economia politica, tratti da lezioni edite ed inedite del signor N.G. Senior dal traduttore di Mill, Ruggia 1836 M. Weber, Saggi sul metodo delle scienze storico-sociali, Ed. Comunità, 2001