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www.musicarea.it - www.xenophia.com Corso di Mixaggio per D.J. da IL MANUALE DEL DISC-JOCKEY di PAOLO DEL PRETE Le Guide di…

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Le Guide di…

Corso di Mixaggio per D.J.

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IL MANUALE DEL DISC-JOCKEY

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di PAOLO DEL PRETE

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LEZIONE 1

IL MIXAGGIOscopo, concezione, obiettivo, evoluzione e sviluppo.

All’ inizio erano le balere …

Fino alla seconda metà degli Anni 70 in Italia, così come in buona parte del mondooccidentale, c’erano locali detti “balere” ( o “sale da ballo” ) dove si poteva ballare alritmo delle cosiddette orchestrine, che poi altro non erano che gruppi musicali, cheeseguivano in maniera più o meno fedele gli HIT del momento. Chiaramente molti eranogli inconvenienti sia di ordine pratico ( pause spesso interminabili tra un brano e l’altro,impianti scadenti, stecche e stonature di vario tipo ecc. ) che gestionali ( il proprietariodel locale si trovava a dover pagare più persone e a dover discutere con loro anche diproblematiche che spesso prescindevano dal lato prettamente professionale ( liti interne,ritardi, assenze ecc. ).

Con il Boom del mitico Film interpretato da John Travolta ( Saturday Night Fever ) la cuicolonna sonora conteneva alcuni tra i maggiori Hit della Disco Music di tutti i tempi,quella che negli Stati Uniti era già una consuetudine arrivò anche in Italia: la Febbre delleDiscoteche. Si scoprì così il ruolo e l’esistenza del Disc-Jockey, Eroe Solitario, GranMaestro di Cerimonie, Responsabile ed “Amministratore Unico” delle serate deldivertimento sfrenato e della trasgressione alla moda di cui furono sin da subito teatro lediscoteche. Via così gli strumenti suonati spesso da mediocri strimpellatori e spazio aidischi originali, senza pericolo di stecche ed interpretazioni lontane del feeling originale, esoprattutto anche i proprietari potevano discutere ( e pagare ) una persona sola senzaentrare in merito e a problematiche di … gruppo.

L’entusiasmo fu totale, ma sorse subito un problema: come fare a far si che la gente inpista potesse continuare non solo a ballare senza pausa tra un disco e l’altro ma anchesenza cambiare il passo? Nacque cosi l’idea del mixaggio, cioè il miscelare due dischi tradi loro continuando a mantenere il ritmo di base senza variazioni, o meglio “creando” untappeto ritmico sul quale i diversi brani cambiassero senza che il ritmo subisse variazioniche coinvolgessero la danza e , possibilmente, senza che il cambio si “sentisse”.

Il mixaggio divenne così, a poco a poco, un’ arte e molti furono gli stili e le finezze chepresero vita nel corso dell’evoluzione del ruolo del DJ. E il DJ stesso divenne un vero eproprio nuovo fenomeno sociale, da “mettidischi” a Star del locale in cui lavorava a idolodei giovani ( e soprattutto delle giovani ).

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LEZIONE 2

I "FERRI DEL MESTIERE"il mixer e il preascolto, i piatti, i lettori cd e il pitch, la cuffia e i monitor.

Come ogni arte o mestiere che si rispetti, anche l’esercizio del mixaggio richiede i suoi “attrezzi”:

MIXERE’ necessario che abbia un minimo di tre canali , uno per ognipiatto o lettore CD, più uno per gli ausiliari che possono essereil microfono, la piastra o il masterizzatore-lettore CD perregistrare o mandare musica in sottofondo ecc.E’ indispensabile che il mixer abbia il PREASCOLTO, dispositivoche permette di ascoltare in cuffia un brano anche senzamandarlo in uscita, e ciò è indispensabile ai fini del mixaggio (

come vedremo più avanti ). Chiaramente qui stiamo parlando di mixaggio intesocome miscelaggio tra due dischi al fine di far ballare il pubblico in un locale o in unafesta. Se parliamo invece di mixaggio discografico o live ( musica dal vivo con gruppomusicale ) il discorso cambia e sono necessarie almeno sedici piste con relativiequalizzatori ( parametrici o grafici ) ed altri dispositivi indispensabili in tal senso, madi questo ne riparleremo più avanti, ora rimaniamo in discoteca!!!!

PIATTI O LETTORI CDServono, logicamente, per poter fare in modo che i dischi o i CDsuonino. E’ importantissimo che siano forniti di PITCH per laregolazione di giri ( variazione di velocità del brano ), anche questodispositivo indispensabile ai fini del mixaggio.

CUFFIE E MONITORLe prime servono per ascoltare il brano da mixare, i secondi perascoltare la musica in uscita senza problemi di ritardo o risonanze.

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CONSIGLI PER GLI … ACQUISTIMolto disinteressatamente, mi permetto di darvi qualche indicazione al fine di aiutarvi adorientarvi meglio nel caso non aveste le idee chiare riguardo l’acquisto di un’attrezzaturaprofessionale.

Per ciò che riguarda il MIXER vi consiglio il DJM-500 o il DJM-600 della Pioneer ( 4 canalicon preascolto , fader ed equalizzatore parametrico ) oppure la serie PS della Gemini (01, 02, 03, 04, tutti a tre canali con fader ) o l’UMX SE a 3 canali sempre della Gemini.Inoltre anche i modelli SMX ( 201 a 2 canali / 501 a 3 canali )e M( 303 e 304, a 3 canali) della Stanton hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. Non male anche la serie NUO (2, 3 e 5 ) della ECLER.

Per ciò che riguarda i PIATTI ( per coloro, e sono tanti, che preferiscono lavorare con ilvinile ) inizio

subito con il consigliarvi i mitici SL 1200 MK2 della Technics ( da tutti conosciuti comeMILLEDUE ) , giradischi con trazione diretta al quarzo che da più di 20 anni sono ipreferiti dai DJ di tutto il mondo per la loro precisione, la maneggevolezza, la stabilità el’affidabilità, nonchè il design, sempre attuale nonostante ormai sia da anni più che…maggiorenne. Il pioneristico PITCH per la regolazione dei giri a cursore laterale halanciato subito un Trend nel suo genere, ed il margine di regolazione +8 / - 8 è ottimaleper quasi tutti i generi musicali. Ottimi anche il modello SL 1210 (diverso dai 1200 solonel colore, nero anziché grigio ) e l’ SL 1200 MK 5e, la sua versione più aggiornata.

Ottimi gli Stanton serie ST 150 ( in versione “braccio curvo” o “diritto”, a scelta ) e T120 e il KAM, tutti molto simili ai mitici “ Milledue”.

Per ciò che riguarda i lettori CD da mixaggio inizio con i mitici CDJ della Pioneer nellediverse serie, continuando con gli Stanton ( serie c 303 / C 304 ) e i Gemini CFX- e CDJ0230. Non male anche gli ultimi modelli della Omnitronic.In questo settore, in particolare, la produzione è in aggiornamento continuo, e chiunquepuò comunque scegliere secondo le diverse esigenze.

Per ciò che riguarda le cuffie, citerò le DJ PRO della Stanton ( 50, 300, 1000 MKII S,2000S, 3000, 3000 HOUSE ), le MDR della Sony ( V 500 DJ, V 700 DJ, V 150, V 250, V300 e V 700 HOUSE ) e le RP DJ della Technics ( 100, 1200 , 1210 ). Ma qui veramenteci si può sbizzarrire in tutte le salse, l’ importante è tenere sempre presente il fine dellacuffia: se è il mixaggio in discoteca deve permetterci di sentire bene sia il preascolto che( contemporaneamente ) il monitor , se è il mixaggio in studio deve avere un sound ilpiù fedele possibile all’originale, senza enfatizzare alcun tipo di frequenze.

Per concludere vi consiglio anche le CONSOLLE COMPLETE di mixer, lettori CD o piatti evani portadischi, indispensabili per i DJ FREE LANCE che si spostano spesso tra serateall’aperto, feste e raduni di vario tipo.Qui l’assemblamento dei vari pezzi è altamente soggettivo e ognuno può costruirsi lapropria…” bat-mobile” come meglio crede!!!!!!

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LEZIONE 3

I BPMvelocità di un brano, concetto di "battuta", conteggio dei BPM.

Per BPM si intende il numero di “battiti” che un brano “batte” (appunto) in un minuto.Ciò determina la velocità dello stesso ( avrete notato che tra due brani “veloci” ci sonocomunque delle differenze non solo di ritmo ma anche di andatura ) e saperlecalcolare è fondamentale ai fini del mixaggio ( più avanti ne vedremo il motivo ). Peravere un’ idea ancora più chiara del concetto di BPM provate a ballare su un branoDance o House: ogni vostro passo di danza al ritmo è una BPM.O ancora, battete il piede seguendo il ritmo del brano e contate, sempre a tempo: ognibattuta e’ un numero, o un battito del vostro piede.

A che pro bisogna saper calcolare i BPM di un brano? I motivi sono diversi e tuttifondamentali:

1) Ai fini del mixaggio è bene accoppiare tra di loro brani che abbiano i BPM vicini , almassimo con un margine di + o – 4 BPM ( a parte casi particolari ).

Esempio:un brano con 120 BPM va accoppiato con un altro che conti minimo 116 BPM emassimo 124 BPM.un brano con 130 BPM va accoppiato con un altro che abbia minimo 126 BPM emassimo 136 BPM... e così via.

Questo perché una modifica maggiore della velocità del brano altererebbe le suecaratteristiche, tra le quali, soprattutto,la tonalità ed il timbro delle voci. Va da sé che per ciò che riguarda i brani strumentaliil discorso è meno rilevante.

2) Una volta che si ha un’idea delle diverse velocità tra i brani a disposizione, diventapiù semplice la regolazione dei giri del disco durante il mixaggio tramite il PITCH.

3) La pratica del conteggio dei BPM dà modo di esercitarsi ad affinare l’orecchio neiconfronti dei diversi ritmi e delle varie andature ( anche tra i diversi generi musicali ).

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COME SI CALCOLANO I BPM.Oggi ci sono vari modelli di Mixer, nonchè di lettori CD e piatti, che segnalanoautomaticamente le BPM del disco suonato tramite un Display. Ma è bene comunquesapere come fare a calcolare i BPM di un brano in maniera svincolata dai vari sistemi.Basta “contare” ( proprio così: uno, due, tre ecc. ) seguendo il ritmo del brano che ciinteressa nell’arco di tempo di un minuto: arriveremo così ad una cifra ( 120, 130, 140ecc. ) e quello sarà il numero dei BPM di un brano.Provare per credere!!

TIPS AND TRICKS.Nel conteggio, aiutatevi battendo il ritmo con il piede. Sepoi un minuto vi sembra troppo lungo per tenere il contosenza perderlo, contate solo per 15 secondi emoltiplicate la cifra ottenuta per 4.Vi consiglio di esercitarvi in questa pratica il più spessopossibile in ogni occasione, quando ascoltate un brano

per radio o in tv o ovunque ci sia musica. Dopo un po’ di tempo riuscirete a calcolarei BPM di un brano anche ad orecchio, o perlomeno ad andarci molto vicino ( provatee vedrete )! A proposito, non dimenticate di portare con voi un orologio che calcoliprecisamente i secondi e partite e fermatevi nel conteggio con più tempismopossibile. Una volta che avrete imparato questo, siete già quasi a metà della strada.

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LEZIONE 4

LA STRUTTURA DEL BRANOstruttura musicale, struttura discografica, struttura tecniche e “battute”.

Ascoltando un brano, avrete notato che ogni canzone, al di là dei diversi generi, ha

una struttura comunque definita: c’è un’ introduzione, una strofa che precede il

ritornello ( o inciso o anche refrain, parte centrale di una canzone dove spesso è

presente il motivo principale del brano, quello che rimane in mente e che si fischietta

sotto la doccia ), poi si torna alla strofa a cui segue ancora il ritornello fino al ( gran )

finale. Spesso è presente anche un ponte ( o bridge ) tra la strofa e il ritornello o

anche qualche assolo o parte strumentale.

Nei brani Dance in generale, queste parti sono strutturate con ancora più rigore,

soprattutto per ciò che riguarda l’INTRO ( spesso strumentale o addirittura solo ritmico

o vocale senza base ) ed il BREAK ( parte centrale che in genere segue il secondo

refrain, anche questo strumentale e spesso esclusivamente ritmico ).

Ciò perché sono proprio queste le due parti del brano che bisogna utilizzare nella

maggior parte dei casi per il mixaggio:

SUL BREAK DEL BRANO “ USCENTE ” ENTRA L’INTRO DEL BRANO “ ENTRANTE “.

Sembra quasi uno scioglilingua ma è esattamente il concetto fondamentale su cui si

basa ogni mixaggio, e non è un caso che i DJ producer ed i musicisti di musica Dance

in generale dedichino grande cura a queste due parti della struttura di un brano:

realizzare un disco che “si mixa bene “ ( sia in entrata che in uscita ) determina buona

parte del successo dello stesso!

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LEZIONE 5

LE PARTI DEL BRANO NECESSARIE AL MIXAGGIOintroduzione, break, stacco.

INTRO, BREAK E BATTUTE

Anche qui subentra il concetto di “battuta”, questa volta, però, intesa in maniera

diversa dal contesto BPM: infatti si tratta dei battiti delle diverse parti, a prescindere

dalla velocità. Noterete che sono divise in “ottave” ( multipli di otto battute, che vanno

da 8, 16, 32 a 64 ecc. ) e che passate un certo numero di battute ( quelle elencate,

appunto ) la struttura della canzone varia nelle parti.

Per rendervi il concetto più chiaro vi farò un esempio tratto da una nota canzone

Dance:

INTRO 32 battute

STROFA 64 battute

PONTE 16 battute

REFRAIN 64 battute

STROFA 64 battute

PONTE 32 battute

REFRAIN 128 battute

BREAK 64 battute

STROFA 16 battute

FINALE 128 battute

Il metodo di conteggio è lo stesso che si usa nel calcolare le BPM, cioè battendo il

piede.

Anche qui sono importanti l’esercizio e la pratica. Iniziate da subito, quindi.

P.S.

Il brano riportato nell’esempio è abbastanza standard per ciò che riguarda la struttura

delle Dance Songs.

Se qualcuno avesse indovinato titolo ed interprete può inviarmi un’ e-mail a:

[email protected] e riceverà un SIMPATICO OMAGGIO!!!

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WORK IN PROGRESS !!!Passiamo ora al lato pratico, in modo di poter poi analizzare le diverse tecniche dimixaggio.Ci baseremo sul metodo “classico”, quello, per capirci, con cui è iniziata l’era dei DJ (ai tempi del vinile, quindi ),Questo perché anche per ciò che riguarda il mixaggio con i CD i principi base sonoidentici.

LANCIARE IL DISCO

Prima cosa da fare e’ esercitarsi a maneggiare e quindi a lanciare il disco che ( così

come il CD ) non va mai toccato ma preso per il bordo. Il primo esercizio da fare con il

vinile, dopo averlo appoggiato sull’apposito panno a sua volta adagiato sul piatto, è

appunto di reggerlo sul bordo, tenendolo fermo in modo che la trazione del piatto

continui a ruotare regolarmente senza nessun rallentamento a differenza del disco che

DEVE rimanere immobile, senza nessuno sbalzo o tremolio. L’esercizio assume

maggior efficacia se il braccetto del piatto viene tenuto sul disco, in modo che ci si

abitua a non farlo saltare e a dare alla mano una maggior fermezza e quindi sicurezza

e proprietà di manovra. Una volta acquistata una certa padronanza si può iniziare a far

ruotare il disco ( in maniera alternata ) prima in senso anti orario e poi in senso orario,

facendo fare allo stesso ( sempre adagiato sul piatto con il braccetto sul disco ) un

movimento “avanti e indietro” che sarà fondamentale ai fini del mixaggio.

UN PO’ DI STORIA

L’ “avanti e indietro” di cui sopra a cui si sottopone il disco è basilare ai fini del

mixaggio ( come vedremo in seguito ) e quando si è in consolle, con la pista del locale

piena di clienti scatenati, va fatto in cuffia con attivata la funzione di

pre-ascolto ( che ci permette di ascoltare un brano mentre ne sta uscendo un altro ) e

quindi con il relativo cursore del mixer abbassato. Nel 1979, in una nota discoteca di

New York ( il “Sanctuary” ) il DJ fece lo “sbaglio” di tenere invece il cursore alzato

mentre, regolando i giri del disco da mandare, effettuava il movimento di cui sopra. La

risposta del pubblico a quella “finezza” dalla ritmica comunque particolare fu un

enorme boato: nacque così lo SCRATCH….

ANDIAMO AVANTI

Una volta che avrete acquisito una buona padronanza del movimento su esposto,

iniziate ad esercitarvi in questo modo: mandate un brano in out ( possibilmente,

almeno le prime volte, di velocità intorno alle 120 BpM ): contemporaneamente,

prendete la prima battuta di cassa di un altro disco che avrete preparato sull’altro

piatto ed eseguendo il movimento che già sapete seguite in preascolto il ritmo del

brano in out, cercando di seguire il ritmo nella maniera più precisa possibile.

Una volta acquisita sicurezza e padronanza ripetete l’esercizio con brani di diversa

velocità ( dalle 100 alle 145 Bpm ).

NOTA: Chiaramente per ciò che riguarda il mixaggio con i CD tutto ciò non serve, ma

basta piazzare il supporto sulla battuta dalla quale si vuole “lanciare” il brano. Da

questo momento in poi invece, tutto ciò che si riferisce al mixing con il vinile vale

anche per i CD.

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REGOLARE I GIRI

Partendo dal disco in out e dall’altro in preascolto con i quali avete effettuato

l’esercizio precedente, lanciate il secondo disco ( quello in preascolto ) e mentre lo

ascoltate in cuffia regolatene le BpM, utilizzando l’apposito PITCH per la regolazione di

giri, fino a che la velocità non coincida con il disco in out. Una volta fatto questo

tornate alla battuta dalla quale, al momento giusto, lancerete il brano da mixare e

fermatelo. Ora siete pronti per il mixaggio….

CONSIGLI: Abbiamo illustrato la tecnica di cui sopra benché attualmente molti mixer,

piatti e CD Player abbiano il Display con il conteggio automatico delle BpM. E’ chiaro

che in tale caso non c’è bisogno di fare tutta la trafila ma basta digitare le BpM

coincidenti. Nel caso comunque che fosse necessaria la tecnica “artigianale”, consiglio

innanzitutto di prendere due brani che abbiano la velocità molto vicina ( con uno

scarto massimo di + o – 5% a parte particolari eccezioni ).

Può essere inoltre necessario lanciare più volte il brano da regolare e ripetere

l’operazione con il pitch, per favorirne la precisione.

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LEZIONE 6

LE TECNICHE DI MIXAGGIOstrappo, tappo, sovrapposizione, dissolvenza, ibride.

Come già accennato, scopo del mixaggio è di creare un tappeto ritmico uniforme che

permetta a coloro che sono in pista di ballare ininterrottamente e senza cambiare

passo. L’esigenza nacque agli albori delle discoteche quando finito un disco ne partiva

un altro senza alcun criterio né tecnico né tanto meno artistico ( dopo un pezzo Soul di

100 BpM magari veniva mandato un Rock’n’Roll a 140, poi un lento e così via ) spesso

costringendo i ballerini a pause interminabili, causate dai numerosi “buchi”, e a

partenze “razzo” dovute a brani già iniziati. Il mixaggio sin dall’inizio risolse i vari

problemi, con il tempo le tecniche si sarebbero affinate raggiungendo livelli di estrema

raffinatezza.

Tecniche di mixaggio base sono le seguenti:

1. STRAPPO2. TAPPO3. SOVRAPPOSIZIONE4. DISSOLVENZA

A queste si possono aggiungere diversi combinazioni tra le varie tecniche che

possiamo definire IBRIDE.

MIXAGGIO A STRAPPO

E’ la tecnica più semplice ed immediata ma nello stesso tempo quella che richiede la

mano più “ferma”.

Si tratta di attendere la 32esima battuta del Break o di altro punto scelto del brano da

togliere per lanciare la prima battuta del brano da far entrare ( in coincidenza, quindi,

della 33a del precedente ) alzando il cursore del secondo brano mentre si abbassa

quello del primo in maniera fulminea, sincronizzata e precisa.

MIXAGGIO A TAPPOL’effetto di questa tecnica è simile a quello della precedente ma la differenza sta nelconcetto e nell’esecuzione.In questo caso, infatti, il brano entrante va lanciato 32 battute prima della sua entratama in preascolto.Arrivata la 33a battuta dello stesso si invertono velocemente i cursori in e out ed ibrani avranno automaticamente scambiato i loro… “ruoli”.

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MIXAGGIO IN SOVRAPPOSIZIONEE’ sicuramente la tecnica più spettacolare e che richiede più abilità, esperienza eprecisione. In sostanza è identica al miraggio “a tappo” ma con la differenza che vafatta a cursore aperto sin dal lancio della prima battuta del brano entrante.Ci si troverà così ad ascoltare per un po’ i due brani contemporaneamente realizzandonello spazio di tempo del mixaggio un “terzo brano” inedito creato da noi fondendo idue brani ( entrante e uscente ) tra di loro.Chiaramente è fondamentale, come in tutte le tecniche del resto, che i giri dei duedischi siano regolati alla perfezione per evitare il rischio che invece di un terzo brano alpubblico venga propinato un…treno in corsa ( per avere chiaro il concetto provate amandare contemporaneamente due brani senza regolarne i giri )!

MIXAGGIO IN DISSOLVENZA

Identico a quello in sovrapposizione con la differenza che il cursore entrante viene

alzato gradatamente mentre quello uscente viene gradualmente abbassato facendo in

modo che la sua chiusura totale coincida con l’entrata dell’altro disco dal punto preciso

da noi scelto.

A queste tecniche fondamentali vanno aggiunte altre che possiamo definire IBRIDE in

quanto sono una fusione alternata della varie tecniche su elencate.

CONSIGLIO

E’ inutile dirvi che l’esercitarsi nelle varie tecniche è tassativo. A questo vorrei

aggiungere che la scelta dei brani da mixare, pur essendo a vostra discrezione,

dovrebbe essere basata oltre che dall’affinità di BpM, anche su quella di genere e/o di

suoni. Partite dal principio che dovreste mettervi nei panni di qualcuno che non

conosce nessuno dei brani da voi proposti e a cui dovrebbe sembrare che la canzone è

sempre la stessa ma con…parti diverse!!!

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LEZIONE 7

I GENERI MUSICALIdal Blues e il Soul al Rock e alla Dance, derivati dal Rock ( Metal, Crossover, Nu-Metal ecc. ) e dalla Dance ( House, Ambient,

Techno ). R & B, Hip Hop e Rap.

Per ciò che riguarda la musica Pop ( dall’inglese “popular” ) cioè tutto quel contesto di

generi che prescindono dalla cosiddetta musica “ colta “ o “ seria “ ( definizione tecnica

che include tutte le composizioni riconducibili al genere“ classico “ ) la matrice

fondamentale è scaturita, a partire dagli anni 60, da due filoni ben precisi : il BLUES e

il SOUL.

Dal primo, versione profana del religioso GOSPEL, è scaturito tutto il filone musicale

poi definito ROCK con tutte le sue varie forme, influenze e contaminazioni ( dall’ HARD

ROCK dei Black Sabbath, dei Led Zeppelin e dei Deep Purple al PROGRESSIVE ROCK

degli Yes, dei Genesis e dei Gentle Giant al “ CLASSICAL ROCK di Emerson, Lake &

Palmer, Focus e Jethro Tull ( questi ultimi influenzati molto anche dal JAZZ e dal FOLK

CELTICO ) al JAZZ ROCK, appunto, dei tecnicissimi Weather Report, Mahavishnu

Orchestra e Brand X fino alle varie forme del più moderno HEAVY METAL, di matrice

più statunitense, dal classico METAL di Iron Maiden, Judas Priest e B.O.C. a quello più

GLAM di Motley Crue, Kiss, Poison e Ratt, a quello tecnico ma commerciale di AC/DC e

Van Halen a quello iper tecnico di Dream Theatre e Machine Head e dei loro

predecessori Rush, fino alle forme più personali e particolari di POP ROCK, come nel

caso degli inglesi Police, Roxy Music ( che a loro volta hanno influenzato una miriade di

gruppi NEW WAVE negli anni 80 dai Duran Duran ai Culture Club ai Simple Minds agli

Spandau Ballet ai Visage fino ai più elettronici O.M.D., Depeche Mode, Heaven 17 e

Human League ) e gli americani ZZ Top, Aerosmith, Guns’n’Roses ( dai quali sono

scaturite varie forme di Metal, dal GRUNGE di Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden al

CROSSOVER ( o NU-METAL ) di Living Color, Faith No More e Red Hot Chili Peppers

fino al RAP METAL di Kid Rock, Limp Bizkit e P.O.D., compresa la sua forma più DARK

( vedi Korn, Sepoltura ecc. ).

Alla base di tutto ciò c’è il BLUES, sviluppatosi poi in ROCK BLUES ( vedi Eric Clapton

) fino alle varie forme musicali che si sono evolute negli attuali generi inseribili

nell’ambito ROCK.

Per ciò che riguarda invece il genere “ Dance “ la situazione si fa ancora più

complicata, in quanto, pur essendo il SOUL la matrice principale, ha goduto anche

delle influenze del derivato più “ ritmico “ del BLUES ( il “ RYTHM’N’BLUES ) e sin da

subito ha generato derivati considerabili sin da subito “ a sé “ come il FUNKY e la

DISCO MUSIC fino a spaziare nell’ ELETTRONICA “ DA DISCOTECA “ ad iniziare dai

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grandi classici pioneristici degli anni 70 come “ I feel love “ di Donna Summer, “ From

here to eternity “ di Giorgio Moroder e “ You make me feel “ di Sylvester alle attuali

più sofisticate forme di HOUSE AMBIENT, ELECTRO DANCE e TECHNO. Tra l’altro, è

bene tener presente che se per anni i generi “ da discoteca “ si potevano comunque

restringere a poche categorie ( FUNKY, SOUL, DISCO, ELECTRO POP, RAP e poco altro

) allo stato attuale esistono una miriade di generi e sottogeneri dalla “ COMMERCIALE

“alle molteplici forme di HOUSE (TECH HOUSE, HARD HOUSE, HOUSE AMBIENT ecc. )

che spesso si differenziano tra loro unicamente per il diverso numero di BpM o per

l’aggiunta di un diverso suono.

Tornando alle origini, brani come “ Sex Machine “ di James Brown, “ I will survive “ di

Gloria Gaynor e “ I gotcha” di Joe Tex danno un’ idea della fonte da cui scaturì ciò che

poi gruppi come Earth, Wind and Fire, KC & the Sunshine Band, Commodores e Chic

personalizzarono fino a creare diversi tipi di “ dance sound “ che hanno lasciato il

segno. Hanno contribuito allo sviluppo tecnico musicale della DANCE gente come i Bee

Gees ( fondamentale la svolta di “Saturday Night Fever” ), Kool & the Gang, Diana

Ross e la stessa Donna Summer nonché Michael Jackson ( e fratelli, Janet e Jermaine

compresi ) e Madonna, personaggi che contribuirono non poco a far si che il successo

del genere si allargasse anche oltre le mura delle discoteche ed arrivasse anche a chi

non frequentava i “dance floor”.

IL RAP

Quando nel 1979 due amici DJ di colore ebbero l’idea di raccontare una storia dai

microfoni di una radio libera statunitense parlando a tempo sul break di “Good times “

degli Chic, sicuramente non avrebbero mai pensato che avrebbero così inventato un

nuovo genere musicale, e men che meno che questo genere fosse a tutt’oggi tra i più

seguiti a livello internazionale. Anzi, in seguito a questa idea, furono anche costretti a

farsi qualche giorno di galera in quanto, almeno a quei tempi, le leggi riguardanti il

diritto d’autore negli Stati Uniti erano molto rigide. Nello stesso tempo l’idea riscosse

però grande interesse, e più di qualcuno seguì l’esempio dei SugarHill Gang ( questo

era il nome del duo in questione e “Rappers Delight” il brano, poi diffuso in tutto il

mondo, che fu ricavato dallo speakeraggio ritmico su base degli Chic ). Molti di questi,

visti i problemi avuti dai due con la giustizia, preferirono applicare tale tecnica su brani

composti all’uopo: “ The Break “ ( Kurtis Blow ), “ Rap o Clap o “ ( Joe Baatan ) “

Bounce, Rock, Skate, Roll “

( Vaughan, Mason & Smith ) furono tra i primi leggendari brani ed artisti che diedero il

via definitivo a questo nuovo filone musicale che venne denominato RAP. Tuttavia,

questo sembrava comunque un genere musicale destinato, dopo l’interesse iniziale, a

cadere nel dimenticatoio, tanto più in quanto era considerato “ il genere di quelli che

volevano cantare ma non sapevano cantare “. Come invece è andata a finire è sotto gli

occhi di tutti : RAP , HIP HOP e R’N’B sono non solo un genere musicale a sé che gode

di migliaia di seguaci a livello internazionale con tanto di suo gergo, ideologia e

abbigliamento, ma anche un filone che ha influenzato e contaminato tutto il mondo

musicale, dalla Dance al Rock.

Oggi, per saperne di più su questo contesto, basta accendere la radio o qualsiasi tv

musicale

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Corso di Mixaggio per D.J.

LEZIONE 8

TECNICHE DI MIXAGGIO PER DIFFERENTI GENERI MUSICALIalcune regolette generali , il Rock mixing

Una volta che ci si è impadroniti delle relative tecniche e si è acquisita una certa

esperienza, compito principale del DJ emergente è quello di attuare una scelta

musicale accurata e personalizzata che lo distingua tra la marea di professionisti della

puntina sparsi in tutto il mondo. Quindi la scelta personale e la creatività soggettiva

sono sacri. Un paio di regolette tecniche però vanno tenute presenti, in quanto il loro

rispetto è imprescindibile se si vuol essere professionali.

1. Nel mixaggio, non tagliare mai il cantato.2. Fare in modo che la crescita delle BpM sia graduale.3. Evitare assolutamente “buchi” e “deragliamenti”.

Per i DJ che invece prediligono il Rock, il discorso è ancora più semplice, in quanto non

è necessario applicare alcuna delle su menzionate tecniche di miraggio, ma basta

“attaccare” il brano in entrata alla fine di quello in uscita ( o anche sfruttando uno stop

dello stesso ). Di conseguenza, il Pitch non va mai usato e quindi i giri del disco non

vanno mai alterati, primo perché assolutamente inutile, secondo perché nel Rock i

brani vanno ascoltati senza alterazioni.

E’ importantissima comunque la scelta dei brani, anche perché il repertorio di questo

genere è talmente vasto che non ci si può assolutamente permettere di unire tra loro

dei brani senza coerenza logica e qualitativa.

Nell’ Hip Hop invece troviamo DJ che mixano ed altri che non mixano, oppure che un

po’ mixano e un po’ no: la cosa è a discrezione soggettiva.

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Corso di Mixaggio per D.J.

LEZIONE 9

TIPS & TRICKSalcune regolette generali , il Rock mixing

Innanzitutto bisogna partire dal principio che il compito principale del DJ è quello di far

divertire tutti coloro che hanno pagato il biglietto per ( appunto ) divertirsi. Ciò

richiede innanzitutto onestà, umiltà, intelligenza ed intuito ma anche determinazione,

sicurezza ed esperienza. Benché il tratto distintivo principale del DJ sia la scelta

musicale, questa non può comunque prescindere dall’ aver rispetto nei confronti dei

gusti del pubblico, e anche in casi estremi si può sempre trovare una soluzione.Con il

tempo, se si deciderà di fare una scelta a favore di uno stile e di un genere invece di

un altro ci si rivolgerà di conseguenza esclusivamente ad un certo tipo di pubblico

evitando il resto ( soprattutto in generi come la Techno e la Tech House molti

professionisti di livello internazionale hanno preso una decisione in questo senso

divenendo degli idoli nel proprio settore ma restando sconosciuti al di fuori dello

stesso ).

La cosa è ancora più definita per chi fa la scelta di operare nell’ambito Rock. In seguito

si potrà curare anche la propria immagine professionale, partendo dalle proprie

caratteristiche tecnico-musicali fino a particolari dell’abbigliamento, del look e degli

accessori personali ( qui potrete sbizzarrirvi a vostro piacimento in quanto, grazie al

cielo, in questo ambito professionale non ci sono limiti in questo senso, anzi anche le

stravaganze più eccessive sono ben accette, soprattutto se intelligenti e coerenti con

la persona stessa.

Non è comunque un obbligo cucirsi addosso un personaggio stravagante se questo non

è riconducibile al carattere della persona ). Importantissima, per “farsi un nome”

prima e per mantenere sempre un livello alto dopo, è, come in tutti i settori pubblici,

la promozione. Non credete a chi dice che in questo campo il troppo “ stroppi “, la

pubblicità non è mai troppa, e prendete esempio da grandi personaggi e marchi

commerciali che veramente sono conosciuti al punto di non aver davvero bisogno di

essere pubblicizzati, e che invece continuano a pubblicizzarsi con le migliori strategie (

basti pensare alla Coca Cola ). Il pubblico si stanca solo se ciò che gli si propone non è

di suo gradimento, tutto il resto è concesso.

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Ancora più importante è comunque l’impegno serio e costante, il continuo

aggiornamento, l’esercizio ed il miglioramento continui, lo studio e il duro lavoro.

Ascoltate musica, provate nuove tecniche, studiate nuove strategie di marketing, fate

esercizi di miglioramento psico-fisico, rafforzate la vostra personalità, ascoltate

musica, scoprite nuovi generi, fate fruttare al massimo il vostro tempo, e fatelo con

gioia. Cercate di far si che ogni giorno siate migliori di quello precedente. E, ripeto,

lavorate, lavorate duro: se si vuole arrivare in alto nessuno può prescindere da questa

regola. D’altra parte, voi avete una grande fortuna, quella di fare un lavoro che vi

piace e che amate, una vera e propria passione! Quindi più lavorate e più vi divertite!

Non è da tutti avere questo privilegio.

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Corso di Mixaggio per D.J.

APPENDICE

APPENDICEalcune regolette generali , il Rock mixing

COME IMPOSTARE UNA SERATA DANCE DI SUCCESSO

Prima di iniziare una serata, premunitevi di qualche CD da utilizzare come sottofondo

nel pre-serata, curandovi di far si che la scelta sia comunque di livello qualitativo

elevato, ma comunque basata su generi diversi da quello che poi manderete

( fusion, new age, jazz rock e musica “lenta” in genere sono ottimali ). Il sottofondo va

mandato a volume basso, in modo che il pubblico entrante possa comunque

conversare con naturalezza, ma che comunque la musica si senta bene.

Quando invece iniziano le danze l’impatto audio deve essere rilevante; il volume,

quindi, deve essere elevato.

Questo vale sia che si decida di iniziare con una sigla personalizzata ( in questo caso

date un’ occhiata ai relativi consigli in merito nel paragrafo VARIE qui di seguito ) sia

che si voglia partire direttamente con il primo brano.

A proposito di questo, vi consiglio vivamente di partire subito con un “riempipista”, in

quanto sono dell’idea che la pista vada riempita sin da subito e così sarà anche più

semplice mantenerla tale; continuate quindi con una scelta adeguata tenendo

comunque costantemente d’occhio la pista, pronti a regolarvi di conseguenza ad ogni

eventuale esigenza.

Cercate comunque di non ripetere i brani, a meno che non ci siano esigenze

particolari ( richieste imprescindibili ecc. ).

Se è vero che è necessario salire gradatamente di velocità, il livello qualitativo

musicale invece deve essere sempre costante ed elevato. In sostanza, divertitevi e

fate divertire, è questa la chiave del tutto. E, grazie a Dio, gioia ed allegria sono tra le

cose più…contagiose!!!

SCRATCH, SAMPLER E RAPNel corso della serata possiamo attingere a dei mezzi che hanno il fine di rendere lastessa più varia ed interessante. “Scratchare” ogni tanto, naturalmente avendo cura difarlo su una base ritmica possibilmente di sole percussioni ed in maniera mirata, usaredei Sampler con il campionatore e prendere il microfono per Rappare magaricoinvolgendo il pubblico sono azioni che possono contribuire a rendere la serataindimenticabile e a far si che il tasso qualitativo della stessa raggiunga livelli ottimali.Ma naturalmente solo nel caso che la cosa sia fatta nel modo giusto, al momentogiusto e con il pubblico giusto.

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Ciò che può essere perfetto una sera può non esserlo in un’ altra, così come ci sono

differenze tra locale e locale, tra pubblico e pubblico, tra Sampler e brano e così via.

Il talento, l’esperienza e la vostra intelligenza professionale saranno le vostre guide

infallibili.

MIXAGGIO “DISCO”, MIXAGGIO DISCOGRAFICO E MIXAGGIO LIVE

Le tecniche su citate riguardando il cosiddetto MIXAGGIO DISCO, quello che ci serve in

discoteca per unire due brani tra di loro. Tutt’altra cosa è il mixaggio in uso negli studi

di registrazione quando si deve realizzare il Master di un disco.

In questo caso si tratta, infatti, di miscelare tra di loro i diversi strumenti musicali e le

voci, ognuno dei quali è registrato su di un singolo e diverso canale, facendo in modo

che ogni parte sia udibile perfettamente e che nessuna prevalga sull’altra. Una volta

realizzato questo, si passa il tutto su una bobina o un CD o altro supporto digitale (

Mini Disk, DAT ecc. ) e si ottiene il MASTER, cioè la versione definitiva del brano dalla

quale si ricaveranno le copie che verranno messe in vendita. Identico è il concetto che

riguarda il MIXAGGIO LIVE, con l’unica differenza che il fine non è la realizzazione del

Master discografico ma un concerto dal vivo. In entrambi i tipi di mixaggio appena

citati ci sono diverse tecniche e principi da tenere presenti per raggiungere il risultato

ottimale.

In un prossimo futuro realizzeremo un volume a parte che riguarderà questo settore

specifico.

Chi fosse interessato può prenotarne un copia sin da adesso inviando un’e-mail a:

[email protected]

VARIE

SIGLE E SPOT RADIO

Tornando alla promozione, una sigla personalizzata può avere un'efficacia inaspettata,

purchè si seguano poche regole base, valide anche per gli spot radio. Se si tratta di

uno speakerato curate, oltre al timbro e all'enfasi della voce che devono essere

adeguati allo scopo, che la base sia strumentale. Inoltre ricordate che una base senza

ritmica dà più "gravità" al momento, mentre una molto ritmica da' più sprint allo

speakerato. Per il resto, come in tutto, siate voi stessi, fate ciò che secondo voi è più

giusto, esprimetevi al meglio: distinguersi è il primo passo per "diffondersi" e se avete

talento, perseveranza e professionalità il vostro successo crescerà di pari passo al

vostro impegno! SEMPRE PIU' IN ALTO!!

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COMUNICATO IMPORTANTE PER TUTTI GLI ASPIRANTI D.J.

Questa web version de “ IL MANUALE DEL DISC-JOCKEY” di Paolo Del Prete dovrebbe

essere più che sufficiente a dare delle buone basi a tutti i principianti che vogliano

intraprendere una carriera di successo dietro la consolle.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e chiarimenti potete comunque inviare un’

email a [email protected] o direttamente all’ autore ( [email protected] ) con

oggetto: Manuale DJ / Info.

Il nostro Staff sarà ben felice di offrirvi un servizio di consulenza didattica.

Abbiamo inoltre allestito anche un servizio di consulenza legale per tutti gli operatori

del settore ( per informazioni: [email protected] ).

Non vi resta che iniziare e dare il massimo per raggiungere i livelli più alti!

BUON LAVORO!!

Vuoi pubblicare gratuitamente questo corso?Questo corso può essere pubblicato e ridistribuito liberamente su qualunque

supporto(pagine web, cd-rom, floppy disk, carta stampata, ecc.) purché rimangano

inalterati icontenuti ed i collegamenti presenti all’interno della stessa.

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